A Milano il sogno di MAO: tutti in BICICLETTA. Tutte le ciclabili in costruzione: progetti e conseguenze

Riusciranno Sala e Granelli a completare la rivoluzione della mobilità? Questi sono i progetti all'opera e le conseguenze per tutti i cittadini. Ha senso trasformare Milano in una bike city o si rischia di snaturare la sua funzione?

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Credits: Repubblica - Ciclabile Navigli

Avevamo trattato l’argomento anche a Maggio, quando la realizzazione in fretta e furia della pista ciclabile sull’asse Corso Venezia-Buenos Aires aveva creato scontenti e continua a creare tuttora problemi. Sindaco Sala e Assessore ai Trasporti Granelli incuranti delle critiche spingono sull’acceleratore per costruire 35 km di ciclabili, anche se in gran parte non in sede protetta. Obiettivo è di rendere la città più a misura d’uomo, per facilitare il cambio di mobilità conseguente alle regole imposte dal distanziamento sociale che hanno ridotto il posto sui mezzi pubblici e per consentire lo spostamento in città anche a chi non usa la macchina e nemmeno i mezzi.

Sembra tutto magnifica, ma come spesso accade per le belle storie della politica c’è un ma. Il ma è che tutto questo accade ai danni di chi per lavoro o altre esigenze è costretto a muoversi in auto. Non solo le carreggiate diventano sempre più strette, spesso ridotte a una sola corsia, ma lo spazio guadagnato dalle ciclabili sottrae posto per i parcheggi. 

In sintesi per tutelare il 6% di utilizzatori di biciclette e monopattini, si rischia di penalizzare il 48% che usa mezzi pubblici e il 46% che usa auto e moto, con la trasformazione dei parcheggi che passano da lisca di pesce a in linea, riducendone drasticamente il numero. Ma ci sono altre piste ciclabili in rampa di lancio, vediamo gli ultimi aggiornamenti. Riusciranno a coronare a Milano il sogno di Mao degli anni settanta: una città in bicicletta? 

Leggi anche: La CICLABILE di PORTA VENEZIA: green dream o incubo metropolitano?

A Milano il sogno di MAO: tutti in BICICLETTA. Tutte le ciclabili in costruzione: progetti e conseguenze

# Il piano di 35 km di piste ciclabili prosegue spedito. Dopo l’asse dello shopping e altri interventi in Porta Nuova, sono partiti i lavori in Viale Monza

Abbiamo già detto della pista ciclabile nell’asse dello shopping milanese, quello che da San Babila arriva a Piazzale Loreto, che ha dovuto essere rivista più volte dopo la sua realizzazione. Nei giorni scorsi sono invece terminati gli interventi di Corso di Porta Nuova con il disegno del percorso ciclabile, sempre senza protezione per i ciclisti, per consentire il transito contromano alle biciclette e monopattini da Piazzale Principessa Clotilde sino all’incrocio con via Montebello, altro intervento abbastanza discutibile, come si può vedere nella foto in basso.

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Credits: Urbanfile – Ciclabile Corso di Porta Nuova

A inizio settimana sono partiti i lavori più critici, su Viale Monza, con un progetto stravolto rispetto a quanto previsto inizialmente, come da foto in basso, in cui era previsto una doppia pista ciclabile in mezzo alla strada. Il Ministero delle Infrastrutture ha ritenuto troppo pericoloso realizzare una ciclabile a centro strada e avrebbe dovuto concedere una deroga al Codice della Strada come richiesto dall’Assessore ai trasporti Granelli. Scopriamo quindi il progetto aggiornato.

Credits: Urbanfile – Prima ipotesi ciclabile Viale Monza

# Il nuovo progetto della doppia ciclabile in Viale Monza. I lavori dureranno tutto il mese di settembre 

I cantieri si muoveranno dal confine con Sesto San Giovanni verso il centro e dureranno per tutto settembre, con l’obiettivo di realizzare l’ultimo tratto della prima discussa ciclabile che il Comune ha immaginato per rendere più sostenibile il risveglio della città dal letargo imposto dal Covid. Il tratto di Viale Monza sarà di quattro chilometri, il più lungo dell’intero percorso, ma soprattutto il più delicato. Infatti dopo la bocciatura del progetto originale con la ciclabile al centro strada, ora le bici si muoveranno all’interno di quella che viene chiamata una bike lane sulla destra, al fianco delle auto parcheggiate in linea con il marciapiede.

Inoltre il nuovo disegno segna una piccola rivoluzione soprattutto per il primo tratto di viale Monza, quello tra Loreto e i ponti della ferrovia, con un disservizio anche per il gli utenti della linea 56 che per un pezzo del suo tragitto verrà spostato da via Padova a via Costa, per recuperare altri posteggi, visto i circa 1000 posti auto da recuperare. Nonostante Granelli sottolinei che “questa operazione ci permette, sì, di creare una nuova ciclabile, ma anche di rendere viale Monza una strada più sicura per tutti e a dimensione urbanaquesta rivoluzione ciclabile sarà il colpo finale al traffico congestionato di Via Costa e via Leoncavallo, ma sopratutto danneggerà in termini di tempo anche gli utenti Atm. Secondo il consigliere De Pasquale, l’Assessore ai Trasporti ha scelto di non ascoltare le osservazioni sottoposte dal Municipio 2, che lamentavano la distruzione di un migliaio di soste auto e la pericolosità per i ciclisti di una pista ciclabile accanto alle auto parcheggiate che possono aprire la portiera ogni secondo.

# La critica dell’opposizione a Palazzo Marino. De Chirico (FI): “I parcheggi a pettine su strada, già difficili da trovare di giorno, saranno ridotti del 45%.

A seguito di un’interrogazione, presentata dal consigliere comunale di Milano Alessandro De Chirico (FI) a Granelli, emerge che la scelta di realizzare la ciclabile è il frutto del documento dell’Agenzia Mobilità, Ambiente e Territorio (Amat) perchè l’area interessata dalla pista ciclabile può contare su due parcheggi di interscambio e che è in corso la regolamentazione della sosta su strada con la tracciatura delle strisce blu, gratuite per i residenti, a pagamento per i non residenti per non far mancare i parcheggi necessari ai residenti del quartiere, anche di notte.

La convinzione del consigliere dell’opposizione è che la nuova pista ciclabile provocherà il caos viabilistico: “Il grave errore alla base dello studio Amat è quello di classificare l’asse Zurigo-Berna-Legioni Romane come strada urbana di quartiere. Cosa assolutamente poco veritiera, visto il traffico in entrata e in uscita, soprattutto negli orari di punta. È inconcepibile che per far utilizzare i parcheggi d’interscambio, con la scusa del Covid, si stravolga l’arteria stradale principale d’ingresso a Milano per chi proviene dall’Ovest. I parcheggi a pettine su strada, già difficili da trovare di giorno, saranno ridotti del 45%. Le strisce blu gratis per residenti? Senza controlli saranno utilizzate da chiunque“.

Fonti: MilanoPost, Repubblica, Il Giorno

# Pista ciclabile in Corso Sempione: lavori a inizio 2021 e perdita prevista del 34% dei posti auto

Il progetto di riqualificazione di Corso Sempione prevede la realizzazione di un pista ciclabile per senso di marcia, la protezione del parterre alberato e la cancellazione del 34% dei posti auto, solo quelli dei residenti verranno leggermente aumentati anche se dislocati in via limitrofe. Verrà quindi istituita la sosta lungo il viale centrale in linea sui lati per entrambi i sensi di marcia riducendo così notevolmente così lo spazio di scorrimento con conseguenze inevitabile sulla congestione dovuta al traffico. 

La logica è quindi realizzare piste ciclabili e eliminare parcheggi senza prevedere compensazioni. C’è da chiedersi perché non sarebbe stato opportuno rispolverare, magari rivisitato, il progetto di Alvaro Siza che avrebbe trasformato Corso Sempione in un boulevard pedonale e alberato grazie alla costruzione di parcheggio sotterraneo che avrebbe consentito di risolvere più di problema: la disponibilità di parcheggi, il traffico, l’inquinamento e la possibilità di transitare in sicurezza per pedoni e ciclisti.

Leggi anche: Corso Sempione, gli Champs-Elysées di Milano: in futuro sarà così?

# Il cantiere infinito della ciclabile Amendola-Monte Rosa-Buonarroti

Il cantiere della pista ciclabile nel quadrante ovest della città sembra avvicinarsi al traguardo, con i lavori partiti nel 2017 che hanno tenuto i residenti sul piede di guerra per  e spazi rimasti off limits in attesa che ripartissero le ruspe, a causa di continui stop al progetto. Le cause sono da ascrivere prima a un progetto non proprio perfetto, poi a imprese inadempienti e infine al lockdown. 

Tutto questi problemi ha provocato numerose lamentele. Francesca Pivato: “I lavori sono andati a rilento. Il lato di piazza Buonarroti è rimasto chiuso per molto tempo, con la conseguenza che nell’area si è accumulata sporcizia e siamo arrivati ad avere anche i topi. La nostra piazza è stata snaturata, un peccato in un luogo che ospita pure la prestigiosa casa di riposo Giuseppe Verdi. Le carreggiate, poi, sono state ristrette e sono stati tolti numerosi parcheggi». Enrico Minelli aggiunge che “è imbarazzante vedere da tanto tempo la piazza sottosopra. Mi preoccupo anche per le barriere architettoniche, per il fatto che la ciclabile non sarà utilizzata da molte categorie di cittadini e perché sono stati tolti troppi parcheggi. Temo anche traffico e ingorghi“. Anche in questo caso pare che i progetti non siano stati condivisi con il Municipio di riferimento e, come per le altre situazioni in città,  sono stati sacrificati numerosi posti auto a danno di chi non ha altro mezzo per muoversi.

Fonte: Il Giorno

# Al via i lavori per la ciclabile sulla Cerchia dei Navigli: raddoppio della ciclabile esistente, senza protezione, e le auto costrette a percorrere strade alternative

Credits: Repubblica – Ciclabile Navigli

Al via anche i lavori per la realizzazione della pista ciclabile di 2,6 chilometri lungo la Cerchia dei Navigli, ovvero sul percorso che parte da via Francesco Sforza all’altezza via San Barnaba, per proseguire su via Visconti di Modrone, via San Damiano, via Senato e via Pontaccio fino all’incrocio con via Mercato e corso Garibaldi. Il progetto prevede un dimezzamento di fatto della carreggiata per le auto, perché verrà eliminato il cordolo della corsia preferenziale così da allargarla di un metro e inserirvi la corsia ciclabile in senso orario, in sola segnaletica, quindi sempre senza protezione per i ciclisti, in aggiunta a quella esistente che percorre la cerchia interna in senso antiorario. Se in questo caso non si perderanno posti auto, il rischio congestione e incremento dell’inquinamento è probabile, visto che le auto che prima transitavano anche nell’altro senso dovranno trovare strade alternative, così come ancora una volta si mette in serio pericolo la vita di chi utilizzerà biciclette e monopattini. Al momento si partirà con i lavori nel tratto nord, non interessato ai cantieri della M4.

La dichiarazione dell’Assessore ai trasporti Marco Granelli a margine della partenza dei lavori: “Abbiamo visto che la ciclabile lungo corso Venezia e corso Buenos Aires è percorsa ogni giorno da una media di 7.000 ciclisti e solo il 55% dei veicoli transitanti sono auto. Siamo soddisfatti del risultato. Questo è uno sprone a proseguire nella direzione presa sia con il Piano per la mobilità sostenibile sia con il progetto Strade Aperte varato per l’emergenza Coronavirus. Siamo certi che rendere percorribile nei due sensi di marcia la Cerchia dei Navigli darà un ulteriore impulso alla mobilità sostenibile. La rete di ciclabilità a Milano si espande e risponde a una sempre più diffusa domanda di trasporto agile, leggero e integrato al trasporto pubblico.”

Fonte: La Repubblica

Nelle dichiarazioni e negli obbiettivi, di Assessore e Giunta, riguardo la trasformazione della mobilità di Milano, non viene fatto alcun accenno ai benefici che avranno coloro che utilizzeranno un mezzo a 4 ruote, come se fosse un utenza inesistente per l’amministrazione. Fatto forse più grave, però, è che vengano messi in pericolo gli stessi utenti, ovvero ciclisti e utilizzatori di monopattini, che si cerca di favorire con questi progetti. Secondo molti, non solo dell’opposizione, sembra che Comune abbia imbracciato questa strategia per fini esclusivamente ideologici, invece di valutare le reali necessità e i bisogni dei suoi cittadini. Riuscirà il Comune a riprendere la rivoluzione della mobilità che Mao Tse Tung negli anni settanta non era riuscito a portare a compimento?

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

1 COMMENTO

  1. Pessimo articolo. Privo di informazioni di contesto. Tipo: Milano e Lombardia al centro di una delle regioni, la pianura padana, più inquinate d’Europa. Metà almeno dell’inquinamento è causato dai trasporti. 2) necessario ridurre il traffico su gomma 3) è già tutto scritto nel PUMS, il piano di mobilità urbana sostenibile, che evidentemente l’autore non ha letto (Milano è la prima città italiana a essersi dotata di un PUMS) 4) bisogna ridurre lo spazio dato alle macchine, sia in movimento che ferme (posteggi), come dimostra l’esperienza di molte altre città, questa è la strada da percorrere 5) Marcomin può studiare le esperienze già note e documentate di altre città che hanno drasticamente ridotto il traffico automobilistico (ad esempio Monaco di Baviera, per non scomodare la solita Copenhagen), in modo da non scrivere queste banalità da nonnetta novantenne inchiodata a una visione passatista (l’automobile) e immobile (le code, il traffico, l’inquinamento) del presente. Se queste sono le idee di “Milano città ststo”, meglio di no!

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