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JESOLO candidata per Eurovision 2022: questa sarebbe la LOCATION per il grande evento

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Se il 2021 vuole significare un anno di Rinascita per il Bel Paese, le premesse non sono di certo malvagie. Negli ultimi mesi l’Italia sta inviando al mondo intero dei segnali che non danno adito a false interpretazioni.

Nello sport, la soddisfazione che ci ha dato la nostra Nazionale di calcio agli ultimi europei, è un motivo di orgoglio non indifferente.

In campo musicale, il successo incalzante dei Måneskin prima a Sanremo e poi all’Eurovision 2021, è riuscito ad unire tutti gli Italiani come non succedeva da parecchio tempo. Esattamente da 31 anni.

Credits: visitjesolo.it – I Måneskin vittoriosi all’Eurovision 2021

JESOLO candidata per Eurovision 2022: questa sarebbe la LOCATION per il grande evento

# Jesolo per Eurovision 2022

Data la vittoria del gruppo rock romano all’ultima edizione di Eurovision 2021, all’Italia spetta l’onore di organizzare la prossima edizione del contest. 17 sono le candidature presentate da altrettante città italiane per ospitare l’Eurovision 2022.

Tra queste c’è, a sorpresa, Jesolo: una tra le località balneari più quotate d’Italia, facente parte, con i suoi 26.000 abitanti circa, della città metropolitana di Venezia.

L’avvenuta candidatura è stata ufficializzata pochi giorni fa da Luigi Pasqualinotto, presidente del Consorzio JesoloVenice. Queste le sue parole:

“La nostra è una città per vocazione internazionale, abituata ad ospitare ed organizzare grandi eventi. Ricordo che, se guardiamo agli ultimi anni, a Jesolo abbiamo avuto eventi come il Beach Bum Rock Festival, Miss Italia, il Full Moon Dj Superstar, l’Air Show (il più grande e importante spettacolo aereo civile), l’evento Coca Cola Live Mtv… fino all’Ironman che avremo a settembre, in una regione spesso patria di eventi di caratura mondiale, come le Olimpiadi di Cortina.

Quindi, oltre ad avere strutture e ricettività, abbiamo sempre dimostrato di avere una grande macchina organizzativa, in un ottimo connubio tra pubblico e privato. Crediamo, che la città tutta, per la sua vocazione internazionale e per le sue capacità organizzative, possa e debba puntare a questo tipo di manifestazioni in grado di avere un respiro che va ben oltre i confini nazionali.

In merito ai requisiti richiesti, siamo consapevoli della difficoltà di competere con altre realtà, ma siamo anche consci di potere contare pienamente su una importante ricettività alberghiera (forte di 370 hotel) e sulla vicinanza a due hub aeroportuali, il Marco Polo di Venezia e il Canova di Treviso, che si trovano rispettivamente a 30 e 45 minuti dalla nostra città.”

# La sede: il PalaInvent

Eurovision 2022: la candidatura a sorpresa di Jesolo
Credits: visitjesolo.it – Il PalaInvent di Jesolo

Principale location del contest dovrebbe essere il PalaInvent, noto anche come Palazzo del Turismo o ancor prima come PalaArrex. La struttura ha ospitato diverse edizioni di Miss Italia nel Mondo, oltre che due di Miss Italia in senso stretto nel 2013 e 2019. Ha inoltre ospitato diversi artisti di primo piano sul suolo nazionale, tra cui Emma Marrone, Laura Pausini e Giorgia.

Il problema del palasport è la sua capienza odierna: troppo pochi 4.000 posti per poter andare incontro ai parametri richiesti dal bando Rai.

Resta da capire quali possano essere le intenzioni relative all’area del faro di Jesolo, che dovrebbe essere coperta e non mantenuta all’aperto, come è attualmente.

# Måneskin in concerto

Uno degli obiettivi fondamentali è , tuttavia, quello di riuscire a coinvolgere i Måneskin, per un concerto al PalaInvent.

Luigi Pasqualinotto commenta così la cosa: “Jesolo è anche la città dei grandi eventi e non deve temere questo tipo di sfide internazionali”

Il sindaco di Jesolo,  Valerio Zoggia, ha subito colto con entusiasmo questa opportunità per la città, dando tutto l’appoggio suo e dell’intera amministrazione comunale.

La Rai sceglierà la città ospitante entro fine agosto in accordo con l’European Broadcasting Union.

Credits: eurofestivalitalia.net, visitjesolo.it

Continua a leggere con: 17 CITTÀ CANDIDATE ad ospitare l’EUROVISION in Italia: le concorrenti di Milano

LUCIO BARDELLE

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🛑 La VIA SVEDESE: zero restrizioni, zero decessi quotidiani

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Credits worldometers.info - Curva mobile 7 giorni decessi Svezia

Dopo essere stata duramente attaccata nel 2020 per la gestione della pandemia, la Svezia vede premiato il suo modello. Ecco i dati aggiornati sulla pandemia.

La VIA SVEDESE: zero restrizioni, zero decessi quotidiani

# La Svezia non fa più notizia 

Credits: ig zahoorsyed- Stoccolma

Dopo essere stata duramente attaccata nel 2020 per aver adottato la strategia di lasciare ai cittadini la libertà di scegliere i migliori comportamenti da tenere per far fronte all’epidemia da Covid-19, ora che è tutto sotto controllo la Svezia è sparita dai riflettori e non fa più notizia. Il Guardian aveva definito l’approccio svedese “una catastrofe in divenire”, il Corriere della Sera parlava di ecatombe, mentre CBS News aveva affermato come la Svezia fosse diventata “un esempio di come non gestire il Covid-19“. 

# Il modello svedese: niente lockdown e mascherina, solo raccomandazioni

Credits hansgrimsell IG – Stoccolma

Il governo svedese è stato uno dei pochi paesi al mondo a non imporre duri lockdown, le mascherine all’aperto e al chiuso, sia nei locali che nei mezzi pubblici. Sono state stabilite solo delle limitazioni al numero di partecipanti ad eventi e delle raccomandazioni riguardo l’utilizzo dello smart working quando possibile, sul distanziamento sociale e sulle regole di igiene personale utili a limitare il rischio di contagiarsi con il virus Sars-Cov-2.

Leggi anche: New York Times: “con il Covid-19 il miglior modello è quello SVEDESE”. I 5 punti di una strategia unica al mondo

# La situazione dopo 18 mesi dall’inizio della pandemia: la media mobile a 7 giorni segna zero decessi per Covid-19

La Svezia ora accoglie i turisti, le imprese e le scuole hanno continuato a rimanere aperte senza limitazioni, l’economia ha già recuperato quanto perso lo scorso anno e i funzionari sanitari non raccomandano nemmeno l’uso delle mascherine. Come sottolinea il sito Miglioverde i risultati stanno premiando il modello svedese anche sul fronte della pandemia.

Credits: eticaeconomia.it Fonte: Eurostat – Eccesso di mortalità complessivo 2020, settimane 10-48

Per prima cosa nel 2020 ha registrato un tasso di eccesso di mortalità inferiore rispetto a gran parte dei Paesi europei, nonostante gli errori commessi all’inizio nelle Rsa quando come in gran parte d’Europa non stati messi in sicurezza gli anziani.

Credits worldometers.info – Curva mobile 7 giorni decessi Svezia

Il dato forse più eclatante arriva però dall’osservazione della media mobile a 7 giorni, di mercoledì 28 luglio, relativa ai decessi per Covid-19: il numero è fermo a zero e da ormai un mese oscilla tra zero e uno. In 15 dei 28 giorni di luglio non si sono registrati decessi e il picco più alto è stato il 7 luglio con sei.

# Vaccinazione inferiore alla media europea

Tutto questo nonostante anche un tasso di vaccinazione inferiore alla media dell’Unione Europea: ad oggi hanno completato il ciclo di vaccinazione il 39% degli svedesi, a fronte di oltre il 50% degli italiani (dati OMS). 

La Svezia, oggi la Nazione più libera e sana di qualsiasi in Europa, mostra che esiste un’altra via, opposta a quella fondata su restrizioni e vaccinazione a tutti i costi: la via di lasciare i cittadini liberi di scegliere. 

Leggi anche: La SVEZIA ha VINTO: MORTALITÀ 2020 tra le più BASSE in Europa (senza chiusure e mascherine)

Continua a leggere con: Ultimi dati ISRAELE: DUE TERZI dei CASI GRAVI sono vaccinati, rivela il Ministro della Salute. In arrivo la TERZA DOSE

FABIO MARCOMIN

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# La Svezia non fa più notizia 

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Credits: eticaeconomia.it Fonte: Eurostat – Eccesso di mortalità complessivo 2020, settimane 10-48

Per prima cosa nel 2020 ha registrato un tasso di eccesso di mortalità inferiore rispetto a gran parte dei Paesi europei, nonostante gli errori commessi all’inizio nelle Rsa quando come in gran parte d’Europa non stati messi in sicurezza gli anziani.

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Il dato forse più eclatante arriva però dall’osservazione della media mobile a 7 giorni, di mercoledì 28 luglio, relativa ai decessi per Covid-19: il numero è fermo a zero e da ormai un mese oscilla tra zero e uno. In 15 dei 28 giorni di luglio non si sono registrati decessi e il picco più alto è stato il 7 luglio con sei.

# Vaccinazione inferiore alla media europea

Tutto questo nonostante anche un tasso di vaccinazione inferiore alla media dell’Unione Europea: ad oggi hanno completato il ciclo di vaccinazione il 39% degli svedesi, a fronte di oltre il 50% degli italiani (dati OMS). 

La Svezia, oggi la Nazione più libera e sana di qualsiasi in Europa, mostra che esiste un’altra via, opposta a quella fondata su restrizioni e vaccinazione a tutti i costi: la via di lasciare i cittadini liberi di scegliere. 

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FABIO MARCOMIN

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Al POLI presentati i 3 nuovi VEICOLI del FUTURO

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Credits motorionline - Airciel dettaglio

In occasione della Master TAD Showcase 2021, la mostra relativa ai progetti dei corsisti al Master in Transportation & Automobile Design del Politecnico, sono stati presentati tre nuovi veicoli pensati per il 2050. Scopriamoli nel dettaglio.

Al POLI presentati i 3 nuovi VEICOLI del FUTURO

# Al Politecnico si progettano i veicoli del futuro

In occasione della Master TAD Showcase 2021, mostra che rimarrà allestita fino al 30 luglio, sono stati presentati tre progetti sviluppati dai corsisti della XII Edizione del Master in Transportation & Automobile Design del Politecnico che ha celebrato il suo primo decennale nel 2019. Il tema di questa edizione era “Vehicles for Hybrid Environments, dove il gioco di parole è dato dall’aggettivo hybrid associato agli ambienti percorsi dai veicoli e non all’alimentazione dei veicoli.” In questo caso l’ibridazione viene declinata in vari modi da un progetto all’altro, fra terra, aria e acqua. I mezzi di trasporto sono stati pensati guardando al mondo nei prossimi 30 anni in cui a causa dei profondi cambiamenti di tipo socio-culturale innescati dai cambiamenti climatici, “gli attuali veicoli standard potrebbero risultare inadeguati per affrontare il traffico congestionato delle grandi megalopoli e la mutevolezza degli ambienti.”

Ognuno dei tre veicoli è stato sviluppato ipotizzando un collegamento ad un brand senza coinvolgimenti diretti delle stesse aziende stesse, e la scelta è caduta su marchi del mondo consumer e della moda, non solo del settore automobilistico. Scopriamoli nel dettaglio.

#1 AIR-Ciel: il veicolo ispirato al mondo dei droni in grado di cambiare modalità di viaggio

Credits motorionline – Airciel

Il concept AIR-Ciel, affiancato al brand Bugatti, è un veicolo ibrido per il 2050 ispirato al mondo dei droni, capace di viaggiare su strada e di volare a bassa quota per superare sia gli ostacoli naturali che gli ingorghi stradali. Prende spunto dalla Type 35 di Bugatti, richiamando il lusso e il prestigio del marchio Bugatti anche nella configurazione degli interni.

#2 ON WATER K-Wave: il veicolo anfibio con gli interni “mobili”

Credits motorionline – Kwave

Il secondo prototipo, ON WATER K-Wave, è invece un veicolo anfibio che si lega al marchio K-Way, progettato sull’esempio dell’unica auto anfibia prodotta in serie nel corso degli anni ’60 del secolo scorso. È un mezzo compatto che può agevolmente viaggiare per le strade delle future città costiere, dotato di ampio spazio interno che combina le caratteristiche della barca con quelle della vettura, e può ospitare una famiglia. Offre un elevato livello di comfort sia sulla terra ferma che sull’acqua e dispone della doppia modalità di guida, autonoma e manuale. Gli interni sono “mobili” per rimodellare gli spazi: un esempio è il volante che in modalità autonoma diventa una maniglia dove aggrapparsi negli spostamenti dentro il veicolo. 

#3 SUB-Chios: il veicolo subacqueo che può viaggiare fino a 25 metri di profondità

Credits motorionline – Subkios

Il terzo e ultimo modello è il SUB-Chios, studiato per una situazione estrema e di muoversi sott’acqua fino ad una profondità di 25 metri. Un veicolo compatto e avventuroso per il turismo 2050, con l’obiettivo di intrattenere la coppia di passeggeri. Questo concept, il cui design è derivato dalla manipolazione di una sfera, è affiancato al marchio GoPro. Dispone di un’ampia vetratura, di infotainment e telecamere integrate in un ambiente di evidente ispirazione nautica, a cui si aggiunge la guida autonoma per permettere di spostarsi anche in modalità di crociera grazie ai quattro motori a bordo, due dei quali direzionali, e da un’alta stabilizzante. 

Continua a leggere con: Le AUTO DA FAVOLA che potremmo vedere nel FUTURO

FABIO MARCOMIN

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L’anarchia è un principio naturale

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I giardini di Babilonia

L’anarchia ha un’accezione negativa. In particolare rappresenta il terrore dei governanti e di chi detiene il potere.
E questo è logicamente comprensibile, in quanto l’anarchia per definizione significa “senza governo”, mira a togliere il potere al potere.

Si tende a rappresentare l’anarchia come una situazione fuori controllo, caotica, e di delinquenza diffusa. Dove il più forte sottomette il più debole. Anarchia = Violenza, questo il luogo comune. 

Ma l’anarchia è davvero un mostro sociale se si prende il punto di vista dei cittadini?

In realtà ha un suo fondamento filosofico.
Il principio fondante del pensiero anarchico è che la singola parte si autoregola. E perseguendo un suo fine contribuisce automaticamente alla crescita dell’insieme della comunità. Questo perché se una parte nella sua autoregolamentazione fosse in contrasto con le altre, verrebbe limitata se non eliminata.

La natura è un regime anarchico. Se prendiamo ad esempio un bosco non esiste un’autorità, il “grande albero”, che governa e dirige le singole piante. Ognuna mira al suo benessere e tanto più le piante crescono rigogliose tanto più vitale e armonico si sviluppa l’intero bosco.

Anche se il suo regime è l’anarchia tutti riconoscono alla natura come caratteristica fondante l’armonia.
E questo accade anche nel nostro organismo. Ogni singola cellula o organo si autoregola, non dipende dalla razionalità, eppure perseguendo il suo interesse naturale alimenta il benessere dell’organismo. Più forza ha ogni singola parte meglio sta l’intero organismo.

Questo vale in natura, ma può valere anche per la politica?
Potrebbe esistere un sistema politico senza governanti?

Ci sono casi di paesi che si sono trovati senza un governo per molto tempo e senza che questo pregiudicasse la crescita del paese, anzi. Celebre il caso del Belgio che a lungo senza governo non ha sentito per niente la mancanza.

In passato nella società il governo era presente molto meno di oggi. Sia per impossibilità tecnica di gestione, non essendoci i mezzi tecnologici di controllo di oggi, che per capacità organizzativa. Il Sacro Romano Impero era un esempio di piccoli territori, spesso coincidenti con singoli comuni, che si autoregolavano e quasi non avvertivano nessuna autorità sopra di loro. Eredi del Sacro Romano Impero sono rimasti il Liechtenstein dove ogni singolo municipio è per Costituzione libero di secedere dal principato o la stessa Svizzera che è stata fondata su un libero patto di collaborazione tra cantoni che ancora oggi mantengono la gran parte dell’autonomia dagli organi confederali.

Il principio dell’anarchia in politica è che tanto più è piccolo e limitato il centro del potere tanto meno è corruttibile e può eccedere in un abuso di potere sugli altri. Anche perché tanto più l’unità di potere è piccola tanto più è connessa con le altre per poter sopravvivere e quindi necessariamente deve porsi in armonia con le altre.

Una evoluzione responsabile e umanista del pensiero anarchico potrebbe essere la soluzione per uscire dallo stallo politico e istituzionale dell’attuale occidente cosmopolita.

Continua la lettura con: Il prezzo della libertà

MILANO CITTA’ STATO

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La TERRAZZA dei BACI, dove un bacio è D’OBBLIGO

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credits: Comune di Mattinata pagina facebook

L’atto d’amore per eccellenza, un segno di affetto e di voglia di tornare a viversi che sfida le vecchie regole del distanziamento sociale, dove era stato perfino imposto il divieto di baciarsi.

La TERRAZZA dei BACI, dove un bacio è D’OBBLIGO

# Una terrazza panoramica molto particolare

Credit: TvBoy

Nel Gargano, in Puglia, è stata realizzata una terrazza panoramica con un obbligo un po’ particolare ma sicuramente dolcissimo: scambiarsi un bacio (e magari anche fotografarlo). Più che un obbligo, in realtà si tratta di un invito a scambiarsi questo gesto d’amore davanti al panorama mozzafiato che offre la terrazza. L’iniziativa nasce come simbolo dell’amore e per celebrare il ritorno alla normalità, dopo quasi due anni di pandemia.

# Tutti in fila per un BACIO

credits: Comune di Mattinata pagina facebook

Come descritto sulla sua pagina Facebook l’idea è partita dal comune di Mattinata, in Puglia. Ha fatto installare un simpatico cartello delimitato da segnaletica orizzontale che recita la frase “Kiss me here”, ovvero “Baciami qui”. Ci si mette in fila e si aspetta il proprio turno per essere immortalati in un tenero bacio su questa terrazza panoramica che si affaccia sulla costa.

Il sito del comune di Mattinata parla dell’iniziativa e ci ricorda che “il bacio è un atto d’amore universale, si dice che può coinvolgere circa 35 muscoli facciali e provocare fino a 120 battiti cardiaci al minuto, perché un bacio è emozione, è affetto, è unione”.

# Un omaggio all’AMORE

L’iniziativa non è solo scenografica, ma è legata ad un importante messaggio: “nel nostro piccolo vuole essere un manifesto di civiltà, di libertà, di inclusione, dove un gesto così semplice, così bello, spontaneo, naturale non conosce pregiudizio o discriminazione, perché in fondo baciarsi è solo un atto d’amore!”. Non è soltanto un gesto romantico, ma è anche un modo per dire no ad ogni tipo di discriminazione.

Fonti: Comune di Mattinata (Pagina Facebook), La Stampa

Continua a leggere con: Il BACIO di due DONNE: il murales di ROMA che sta facendo il giro del mondo

SELENE MANGIAROTTI

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Moderno, ambizioso ed efficiente: l’EUR il quartiere più MILANESE di Roma

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credits: wikipedia

L’EUR di Roma è un quartiere monumentale, ma non come si potrebbe intendere alla maniera turistica della Roma antica. È una storia curiosa, che nasce quasi un secolo fa e che, tra cantieri infiniti e gru sempre più alte, sembra strizzare l’occhio a Milano.

Moderno, ambizioso ed efficiente: l’EUR il quartiere più MILANESE di Roma

# Roma candidata per l’esposizione universale

Il progetto EUR nasce negli anni ’30 del secolo scorso, quando il Governatore di Roma Bottai, convinse Mussolini a candidare Roma per l’esposizione universale del 1942, per mostrare al mondo i successi del regime in occasione del ventesimo anniversario della marcia su Roma. L’Italia si aggiudica l’Expo e la location scelta è la zona delle Tre Fontane, che deve collegare la nuova Roma imperiale al mare.

A niente è servita l’istituzione di un’autorità come l’Ente Autonomo Esposizione Universale di Roma, il fiume di denaro confluito, o il cambio delle regole che valgono dappertutto tranne che nella capitale. l’Expo del 1942 non ha mai avuto luogo a causa del secondo conflitto mondiale e il fascismo non ha mai potuto pavoneggiarsi.

# L’ennesimo acronimo, l’ennesimo progetto incompiuto

credits: hisour.com

EUR è quindi l’acronimo di Esposizione Universale Roma, un quartiere che rimane incompiuto nonostante tutti gli sforzi profusi per un progetto grandioso. Sotto il coordinamento di Marcello Piacentini, archistar di riferimento del regime, i progetti vengono affidati ad architetti della corrente preferita, come Giuseppe Pagano, Luigi Piccinato, Adalberto Libera e Luigi Moretti.

Per gli appassionati di architettura razionalista, l’EUR è una tappa da sogno e, il progetto in sé, è sicuramente spettacolare sotto ogni punto di vista. Il quartiere è ispirato all’urbanistica classica romana, seppure distorta dalle manie del fascismo e prevede una pianta a pentagono, con edifici mastodontici in marmo bianco e travertino. Coi lavori sospesi durante il conflitto, l’EUR diventa il quartier generale delle truppe straniere, prima i tedeschi e poi gli americani.

# Peculiarità iconiche dell’EUR

credits: juzaphoto.com

Non mancano di certo le peculiarità architettoniche, diventate icone del quartiere. Il palazzo più famoso, forse anche il più instagrammato dell’EUR, è certamente il Colosseo Quadrato, soprannome che i romani hanno dato al Palazzo della Civiltà Italiana, che avrebbe dovuto essere il cuore dell’Esposizione Universale del 1942, un edificio a pianta quadrata con le facciate scandite da archi incolonnati.

Adesso è nella disponibilità della Maison Fendi, che la rende fruibile per eventi ed installazioni dedicate alla creatività italiana, pagando al Comune di Roma un affitto di diverse centinaia di migliaia di Euro al mese. Il Colosseo Quadrato si trova ad una delle estremità del Viale della Civiltà del Lavoro. Dall’altro lato si trova il Palazzo dei Congressi progettato da Adalberto Libera.

Il Palazzo dei Congressi è una vittima celebre del conflitto mondiale: mai terminato per mancanza di fondi, il progetto è stato completato solo a metà degli anni ’50 e, in occasione delle Olimpiadi del 1960, ha ospitato le gare di scherma. Il progetto rimane ancora oggi incompiuto: sulla facciata principale è presente una curiosa mensola sporgente, vuota. Pare che nell’idea originaria dovesse ospitare una scultura, probabilmente una quadriga.

Uno degli elementi più scenografici è di sicuro il colonnato del Museo della Civiltà Romana. Il museo è chiuso dal 2014 ma il lungo colonnato che lo attraversa è accessibile al pubblico. In alcune ore della giornata, il sole attraversa il colonnato e crea giochi di luce mozzafiato. La location è stata immortalata recentemente nell’episodio Spectre di 007.

Un elemento da invidiare all’EUR, è certamente il suo laghetto, che suggella il rapporto di Roma con l’acqua. Il laghetto è artificiale, distante dalla zona dei musei ed è circondato da un bellissimo parco ben curato, meta di passeggiate e picnic.

# Le due anime dell’EUR: business di giorno, eventi e night life dopo il tramonto

credits: idealista.it

L’EUR è propriamente una città nella città. Per le caratteristiche che il distretto ha assunto dopo il completamento dei progetti, si può azzardare che è come una piccola Milano all’interno dei confini di Roma. All’EUR, infatti, niente è come sembra.

Basta grattare la patina di normalità e ne viene fuori una piccola città molto efficiente, un turbo quartiere si può dire, che ospita diverse sedi di uffici che le aziende hanno voluto installare da queste parti. L’EUR avrebbe dovuto essere il distretto finanziario, grazie alla realizzazione delle torri previste per ospitare il Ministero delle Finanze. Sono purtroppo incompiute dagli inizi degli anni ’60, ma hanno attirato il business che è venuto dopo.

Da poco terminati i lavori di esecuzione, ha finalmente aperto La Nuvola di Fuksas, uno spettacolare centro congressi in grado di ospitare convegni, esposizioni, mostre e installazioni o spettacoli. L’edificio ha una parte interrata che ospita sale e auditorium ma il vero capolavoro è la parte “emersa”: uno stupefacente foyer che dall’esterno appare come una teca che contiene la nuvola, l’installazione permanente voluta dal Fuksas. La nuvola è un palazzo moderno, è atterrata all’EUR ma potrebbe essere a giusto titolo una delle attrazioni di Porta Nuova o City Life, per design e concezione.

Improvvisamente poi, la sera, l’EUR indossa un’anima diversa. Se di giorno è popolata da gente d’affari, la sera una florida industria dell’intrattenimento e ristorazione fa affollare le strade di cittadini in cerca di relax e svago. Le attività sono molto fiorenti. Il divertimento è un po’ ricercato, sicuramente non adatto a tutte le tasche, cosa che rende l’EUR un luogo esclusivo, ma non privo di contraddizioni. Perché se è vero che il Colosseo Quadrato vale un affitto da un quarto di milione al mese, le luci gettano inevitabilmente ombre.

# Il degrado dove meno te lo aspetti

credits: RomaToday

Se pensiamo una delle caratteristiche più divertenti dei cittadini romani, la prima che viene in mente è l’abitudine di cambiare nome alle cose e alle persone, dare soprannomi, prerogativa fondamentale per vivere col sorriso in una città così complessa.

Ecco che il soprannome delle 4 torri della finanza è Piccola Beirut, facile intuire il motivo. Le torri sono, in altezza, tra le prime 15 costruzioni di Roma, ma di loro esiste solo lo scheletro. Si trovano nel bel mezzo della zona residenziale, una delle migliori di Roma, ma rendono effimero lo skyline e non solo. Anche dal lato della sicurezza degli abitanti, sono minacciose come appaiono.

Gli eterni cantieri che interessano ogni singolo edificio dell’EUR, rendono l’idea di un quartiere in perenne trasformazione, ma che in realtà non è mai stato finito. Il complesso intreccio tra la nascita durante un conflitto, la grandiosità delle opere concentrate nel quartiere e i lavori di ammodernamento, fanno di questo distretto un piccolo angolo vivo, ma precario.

Per i romani che vivono nel quartiere, questo fa emergere l’incertezza che regna nella zona e, per quanto amino l’EUR e il dualismo delle sue anime, alla prima occasione potrebbero prendere la via che scelgono anche i turisti quando si trovano all’EUR: un’occhiata veloce al Colosseo Quadrato e poi di corsa alla ricerca una scorciatoia verso il mare.

Continua a leggere con: MAPPA della MILANO ROMANA: come si chiamavano le VIE DI OGGI ai tempi dell’antica Roma?

LAURA LIONTI

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Cosa FARE se si RIMANE a MILANO ad AGOSTO?

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Credits milanosport_official IG - Piscina Romano

Rimanete a Milano e siete indecisi su come trascorre il tempo libero? Ecco cosa potete fare.

Cosa FARE se si RIMANE a MILANO ad AGOSTO?

#1 Tuffarsi nelle più belle piscine all’aperto 

Credits milanosport_official IG – Piscina Romano

Milano offre numerose piscine all’aperto dove poter rigenerarsi dal caldo estivo. Dalla Piscina Beach Forum di Assago, alle piscine dell’Idroscalo, fino alla piscina all’aperto più grande della città, la piscina Romano, oppure quella più glamour dei Bagni Misteriosi.

Leggi anche: Le 7 più BELLE PISCINE all’APERTO di Milano

#2 Fare i turisti

caso cenacolo
Ammirando il Cenacolo: foto tratta dal profilo Instagram @museitaliani

In estate possiamo approfittare di una città meno affollata per fare i turisti in casa. Alcuni esempi: ammirare ‘”L’ultima cena di Leonardo da Vinci”, salire sulle terrazze del Duomo, guardare Milano dall’alto della Torre Branca, perlustrare i corridoi sotterranei del Castello Sforzesco.

Leggi anche: 10 COSE da fare GRATIS a Milano

#3 Godersi la natura in città

Parco delle Cave

A Milano ci possiamo anche godere la natura. Rilassarci nei parchi e nelle aree verdi, che in città non mancano: dal Parco Sempione ai Giardini di Porta Venezia, dal Parco delle Cave ai Giardini della Guastalla, fino ai nuovi parchi di Citylife e BAM. Non ci resta che organizzare un pic nic o semplicemente stendere un asciugamano per prendere un po’ di sole.

Leggi anche: Attrazioni e curiosità di 7 PARCHI MILANESI

#4 Scoprire a piedi o in bicicletta i vicoli della Milano più antica

Un’altra cosa che possiamo ad agosto a Milano è camminare o andare in bicicletta tra i vicoli della città, da via Fiori Chiari e via Fiori Oscuri in Brera a quelli delle 5 vie. Si possono così apprezzare alcuni splendidi angoli di Milano che sono difficili da vedere quando si è presi dalla vita quotidiana.

Leggi anche: La storia delle 5 VIE, il quartiere a forma di STELLA

#5 Guardare un film nei cinema all’aperto

Credits: mincioedintorni.it – Cinema all’aperto Mare Culturale Urbano

In agosto a Milano si può anche vivere l’esperienza di godersi un film nei cinema all’aperto. Nella spiaggia seduti su uno sdraio da Mare Culturale Urbano, nel cortile di Palazzo Reale o delle Triennale o ancora nel cinema superchic di Fondazione Prada o nel Chiostro dell’Incoronata. L’imbarazzo della scelta.

Leggi anche:  L’open air più STILOSO di Milano: inaugura il CINEMA all’APERTO di FONDAZIONE PRADA

#6 Girare tra mostre e musei

Credtis mumacmuseo IG – ADI, INTERNO 4

Una città semi-vuota può essere l’ideale per accrescere la nostra cultura visitando mostre e musei sparsi tra i diversi quartieri. C’è Palazzo Reale con le mostre più esclusive, la Pinacoteca di Brera, la Triennale e il nuovo museo del design ADI inaugurato pochi mesi fa. Oltre a questi il Museo del Novecento, il Museo delle Culture – Mudec, e le case museo Poldi Pezzoli o Bagatti Valsacchi solo per citarne alcune.

#7 Fare il tour delle cucine del mondo

Credits: cucina.corriere.it – Bentoteca

Chi vuole sperimentare un cucina alternativa, a Milano può trovare di tutto. Dalle cucine regionali italiane e a quelle di tutto il mondo. Argentino, brasiliano, greco, coreano, vietnamita, cinese, giapponese, etiope…si potrebbe andare avanti all’infinito. 

Continua a leggere con: Le 5 METE TOP per un’estate in LOMBARDIA

FABIO MARCOMIN

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Il prezzo della libertà

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vespe negli anni sessanta

Nelle società avanzate si accetta l’aumento del controllo se c’è un corrispondente miglioramento economico.

Ad esempio in Cina, a fronte delle forti limitazioni della libertà personale, nel corso di una generazione si è arrivati a superare povertà endemiche e a generare un benessere diffuso.
A partire dagli anni settanta in Italia si è assistito a una progressiva riduzione delle libertà e a un aumento del controllo dello Stato. Prima per il terrorismo, poi per la mafia, dagli anni novanta in poi si è accentuata la stretta sulle normative, con l’introduzione di regole e leggi che hanno limitato ulteriormente la libertà in nome di una generica sicurezza o di una lotta all’evasione e a comportamenti potenzialmente dannosi per gli altri.

Il paradosso è che in economia negli ultimi vent’anni si è cercato a livello di governo un regime anarchico nella gestione della politica economica, idealizzando l’autoregolazione dal punto di vista delle spese e dell’indebitamento, mentre nella gestione dei rapporti con i cittadini si è verificato il contrario, con la generazione di norme e di burocrazia senza precedenti.

Fino ad arrivare ad oggi in cui i media sono tutti d’accordo nel definire la libertà di scelta e di azione individuale una cosa da sacrificare all’interesse collettivo che viene stabilito dal governo.

Di solito si accetta il maggior controllo se questo porta a un maggior benessere. In fondo anche nelle restrizioni più dure di questa emergenza si è cercato di bilanciarle attraverso bonus, ristori e forme di sostegno. Ma se dovessero proseguire queste forme di controllo e restrizione che cosa verrà dato in cambio?

Si continuerà con una politica assistenziale, riuscirà una ripresa economica a fare digerire queste costrizioni oppure si arriverà a un punto di rottura?

Continua la lettura con: Non è il migliore che sopravvive ma il più adatto all’ambiente

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GREEN PASS in Francia: Macron in RETROMARCIA

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Credits: sudouest.fr - Emmanuel Macron

Il Consiglio di Stato ridimensiona il Green Pass voluto dal presidente francese Macron, costretto a fare marcia indietro. Cosa cambia e cosa potrebbe cambiare rispetto al disegno di legge iniziale.

GREEN PASS in Francia: Macron in RETROMARCIA

# Il Consiglio di Stato ridimensiona il Green Pass voluto da Macron

Credits Clément Lanot TW – Proteste Francia 2

Oltre alle proteste nelle strade delle principali città francesi da parte di migliaia di persone, durante la festa nazionale del 14 luglio, e delle opposizioni, è arrivato il Consiglio di Stato a dare un duro colpo al Green Pass voluto da Macron. Entra in vigore ma in forma meno radicale e potenzialmente restrittiva per cittadini e titolari di esercizi rispetto alle iniziali aspettative: diverse parti del disegno legislativo sono state cassate ed è stato chiesto all’Eliseo di fare una parziale marcia indietro.

# Le nuove regole

credits: infoaut.org – Rivolte in Francia

Nello specifico sparisce l’obbligo di Green pass per l’accesso ai grandi centri commerciali, per la limitazione che imporrebbe ai cittadini nel poter acquistare beni e servizi di prima necessità. Nei cinema, nei musei e agli eventi il green pass è obbligatorio solo se si superano le 50 persone presenti. La linea che il presidente ha tentato di imporre pare sia già in via di ammorbidimento anche per quanto riguarda bar e ristoranti, con ristoratori e baristi che si lamentano di non avere l’autorità di improvvisarsi gendarmi, fare controlli, chiedere documenti d’identità e cacciare clienti sprovvisti di green pass.  Slitta al 30 settembre l’obbligo per la fascia 12-17 anni di esibire il Green Pass. Nel frattempo non si placano le proteste in tutta la Nazione.

# Ridotte le sanzioni per il mancato rispetto delle regole

L’altro aspetto del Green Pass rivisto al ribasso da parte del Consiglio di Stato riguarda le sanzioni previste in caso di mancato rispetto delle regole. Per i negozianti e gli esercenti che non rispetteranno i controlli, la multa di 45.00 euro è stata ridotta a 7.500, per le persone fisiche sprovvisti di Green Pass a 1.500 euro. Decade anche la possibilità di effettuare controlli di polizia lungo l’intero arco della giornata, e nemmeno dopo le 21, mentre resta la sanzione da 9mila euro per chi ne colleziona quattro in un mese. Un’ulteriore modifica riguarda le sanzioni nei confronti dei lavoratori che si rifiutano di vaccinarsi o di fornire il pass sanitario: non è più previsto il licenziamento ma la sospensione dello stipendio.

La proroga del pass è subordinata al ripristino dello stato di emergenza sanitaria, fino al 31 ottobre e il testo dovrà ancora passare il filtro del Consiglio costituzionale prima di diventare legge.

Continua a leggere con:  Francia: PROTESTE e MANIFESTAZIONI contro Macron per il GREEN PASS

FABIO MARCOMIN

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🛑 Ultimi dati ISRAELE: DUE TERZI dei CASI GRAVI sono vaccinati, rivela il Ministro della Salute. In arrivo la TERZA DOSE

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Credits Olivier Fitoussi-Flash90 - ThetimesofIsrael

“L’efficacia del vaccino si sta riducendo”, la protezione dal contagio “è passata dal 95% al 39%”. La “maggioranza dei casi gravi sono vaccinati” ed anziani. Queste le dichiarazioni del Ministro della Salute rilasciate il 27 luglio. Per intervenire a rimettere in protezione i più fragili Israele sta lavorando per la somministrazione di una terza dose. Vediamo cosa sta succedendo.

🛑 Ultimi dati ISRAELE: DUE TERZI dei CASI GRAVI sono vaccinati, rivela il Ministro della Salute. In arrivo la TERZA DOSE

Traduzione estratto da: The Jerusalem Post

# Il governo israeliano è al lavoro per autorizzare la terza dose di richiamo. Il premier Bennett: “Ce ne stiamo occupando da un mese ormai

Credits dunyahabarlaryofficial IG – Naftali Bennett

Il governo nazionale sta lavorando a pieno ritmo per decidere se gli anziani debbano ricevere una terza dose di vaccino contro il coronavirus, ha detto martedì il primo ministro Naftali Bennett. La maggior parte degli esperti che consigliano il Ministero della Salute sostengono la scelta in linea di principio, anche se il dibattito è stato molto acceso, dal momento che una terza dose non ha ottenuto l’autorizzazione della Food and Drug Administration degli Stati Uniti o di altre importanti autorità sanitarie, secondo quanto riportato dai media ebraici. 
Si dice che Israele stia lavorando con Pfizer per anticipare le prossime spedizioni di vaccini per consentire la terza dose di richiamo. “Ce ne stiamo occupando, credetemi, da un mese ormai“, ha detto Bennett mentre visitava la struttura di residenza assistita Migdal Nofim a Gerusalemme.

# Oltre il 50% dei contagiati attuali e due terzi dei pazienti gravi risultano completamente vaccinati. La maggioranza sono anziani

Credits ourworldindata – Vaccinati Israele: 63,7% con almeno una dose, il 58,8% completamente vaccinati

“Più della metà dei casi attuali e due terzi dei pazienti in gravi condizioni sono stati completamente vaccinati”, ha riferito il ministro della Salute come . L’aumento della morbilità grave è stato relativamente limitato rispetto alla morbilità generale. All’inizio di giugno, su meno di 200 casi attivi, circa 20 pazienti erano in gravi condizioni. Oggi, con oltre 13.000 casi attivi, 145 pazienti sono in gravi condizioni.
I funzionari sanitari ed esperti temono che la protezione fornita alle fasce più vulnerabili della popolazione che sono stati vaccinati per primi sia diminuita. La maggior parte delle persone vaccinate in gravi condizioni oggi sono anziane.

# Tasso di positività in crescita al 2,3%, indice Rt a 1,33 e pazienti gravi raddoppiati rispetto alla settimana precedente

Creditd ourworldindata – Curva ricoveri Israele in crescita da metà giugno

Tutti gli indicatori sono in peggioramento. Lunedì sono stati registrati circa 2.112 nuovi casi, con circa 95.000 test elaborati in 24 ore, i numeri più alti da marzo, secondo quanto riferito dal ministero della Salute.
Il tasso positivo si è attestato al 2,3%, in aumento rispetto ai giorni precedenti. Domenica sono stati registrati circa 1.400 casi su circa 72.000 test.
Martedì i pazienti in gravi condizioni erano 145, rispetto ai 124 di lunedì e ai 97 di domenica, più del doppio rispetto a martedì scorso.
Il tasso di riproduzione, o R, che misura il numero di persone infette in media da ciascun portatore di virus, continua a essere superiore a 1, indicando che l’epidemia è ancora in espansione (un R inferiore a 1 indicherebbe che la malattia sta regredendo). Martedì era a 1,33. Se non verranno prese nuove misure, il numero di pazienti in gravi condizioni potrebbe raggiungere da 200 a 400 entro metà agosto, secondo un rapporto di martedì dell’Università Ebraica di Gerusalemme e dell’Hadassah-University Medical Center.

# L’efficacia del vaccino nel fermare il contagio è drasticamente calata, dal 95-90% al 39%. Mentre è ancora alta per evitare il ricovero: fino all’88%

Credits ourworldindata – Curva contagi Israele in crescita da metà giugno

L’efficacia del vaccino è significativamente inferiore a quella che il Paese ha sperimentato a marzo, fino a circa l’80% contro i sintomi gravi e il 90% contro la mortalità, rispetto a oltre il 97% in entrambe le categorie nei mesi precedenti, afferma il rapporto. Il ministro della Sanità israeliano Nitzan Horowitz non ha fornito dettagli approfonditi a sostegno delle sue conclusioni, né sono state sottoposte a revisione paritaria come per gli articoli medici pubblicati su riviste accademiche.

Tuttavia, lui e diversi esperti hanno sottolineato che durante la quarta ondata, iniziata in Israele intorno a metà giugno, la protezione garantita dal vaccino è andata diminuendo. “Il vaccino contro il coronavirus di Pfizer rimane efficace al 91% contro lo sviluppo di casi gravi della malattia, mentre la sua efficacia nel fermare l’infezione è diminuita dal 90% -95% al ​​39%“. Il Ministero della Salute ha affermato anche che: “Il vaccino è risultato essere efficace al 40% contro il COVID-19 sintomatico e efficace all’88% contro il ricovero in ospedale.”

Fonte: The Jerusalem Post

Continua a leggere con: UK: CROLLO CONTAGI dopo la FINE delle RESTRIZIONI

FABIO MARCOMIN

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Sondaggio: il mondo della SCUOLA dice no al GREEN PASS

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Credits: @cistunis IG

Secondo un sondaggio della rivista “Tecnica della Scuola”, insegnanti e addetti scolastici sembrano essere contrari al nuovo decreto sul Green Pass, attivo a partire dal 6 agosto.

Vediamo i risultati.

Sondaggio: il mondo della SCUOLA dice no al GREEN PASS

# La maggioranza è CONTRARIA

Credits: tviweb.it
Green Pass

Mentre molti italiani si mettono in coda per fare i vaccini e poter mettere le mani sulla famosa certificazione verde, per il web iniziano a circolare i primi sondaggi per capire l’opinione pubblica da che parte sta. Tra questi, c’è il sondaggio della rivista “Tecnica della Scuola” che evidenzia la contrarietà della maggioranza di utenti che hanno risposto.

# Parliamo di DATI

credits: tecnicadellascuola.it

Questo sondaggio, come pubblicato anche da siciliaweb.it, rivela che 8 casi su 10 si sono dimostrati contrari all’”obbligo” del green pass. In un totale di 11mila lettori, sono oltre la metà di 6.700 insegnanti che hanno risposto a sfavore. Il dissenso viene segnato con la percentuale dell’83% (tra tutti i partecipanti). A rispondere al sondaggio, sono stati principalmente insegnanti e genitori, con le rispettive percentuali del 50,6% e 32,8%. Quasi il 44% di risposte è giunta dal Nord Italia; oltre il 30% dal Sud, Isole incluse.

# Per i più giovani la prima motivazione al vaccino è l’ALTRUISMO

credits: tecnicadellascuola.it

A raccogliere il maggior numero di risposte, oltre il 40%, sono state le scuole superiori; la primaria e la scuola secondaria di primo grado si aggirano ognuna attorno al 25% di risposte. Anche tra gli studenti la tendenza è per il no, “per la generazione zeta l’unica motivazione al vaccino, o quasi, per quanto forte, è compiere un gesto di altruismo a vantaggio di tutta la collettività: un “sentimento” che evidentemente nella maggior parte viene meno.”

# Presto si tornerà in PRESENZA

Il Green Pass ha come scopo dichiarato quello di agevolare il ritorno a scuola in presenza ma il mondo della scuola non sembra affatto gradire questa decisione. “Le perplessità confermano la riluttanza degli addetti ai lavori verso questo genere di imposizioni: già al precedente sondaggio della Tecnica della scuola sull’obbligo vaccinale, solo 4 su 10 erano stati gli insegnanti che si sono detti favorevoli. 

FONTE: lasiciliaweb.it

Continua a leggere con: 🛑 GREEN PASS for DUMMIES: tutte le novità di un decreto SENZA PRECEDENTI

SELENE MANGIAROTTI

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Il GELATO più costoso al mondo: 683 euro. Ecco dove

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Credits: @sicilyinfood gelato

Non è il primo prezzo assurdo che vediamo, ma quando un cibo italiano viene rivisitato e venduto a prezzi esagerati, suscita sempre quel non so ché di fastidio. Essendo di nostra invenzione, non si capisce perché altri debbano farlo pagare così tanto.

Il GELATO più costoso al mondo: 683 euro. Ecco dove

Si sta parlando di un gelato costato ben 683 euro, non poco confrontando i circa 2-3 euro di un cono in Italia. Si perché questo prezzo esorbitante non è stato presentato da una gelateria italiana, bensì da un bar di Dubai.

# La storia del gelato

Credits: @sicilyinfood
gelato

Non si sa ancora chi abbia inventato effettivamente il gelato. Se addirittura si parla di frutta, latte, miele e altri alimenti refrigerati e di latte ghiacciato come gli antenati del gelato, l’invenzione di questo dolce si fa risalire ad un cuoco italiano. Precisamente sarebbe stato Francesco Procopio dei Coltelli, siciliano, ad aver creato per la prima volta il gelato. Partito da Aci Trezza giunse poi a Parigi e, nel 1686, aprì il Café Procope. Sembrerebbe che proprio qui, in Francia, il gelato divenne così famoso e apprezzato, tanto da rivendicare la sua invenzione, ma, per ora, rimane il fatto che noi italiani possiamo prenderci il merito.

# Gusti pregiati per un gelato da 683 euro

Credits: primabergamo.it
black diamond

Un gelato realizzato con baccelli di vaniglia freschi, zafferano, tartufo nero e guarnito con oro vero commestibile. Come riporta Supereva.it questi sono i gusti che hanno fatto sì che a Dubai un gelato fosse pagato quasi 700 euro. Fu la Travel vlogger indiana, Shenaz Treasury, durante un viaggio a Dubai, a scoprire il dolce dal prezzo proibitivo. Documentando tutto ciò che faceva, giunse anche allo Scoopi Cafe, dove trovò una coppa di gelato chiamata Black Diamond. Già il nome aveva detto tutto, considerando poi gli ingredienti con cui è stato realizzato, un prezzo alto c’era da aspettarselo. Prezzo in realtà che sembra anche variare, dato che si legge che sia stato pagato anche 751 euro.

Inoltre, pare ci siano volute 5 lunghe settimane per creare la giusta combinazione di gusti e pensare alla presentazione perfetta. Il gelato è infatti in una coppetta di Versace e decorato con una foglia d’oro edibile di 23 carati.

# Prendi un gelato e ti regalano un anello

Credits: primabergamo.it
Mauboussin Mega Sundae

Ma non è finita qui. Perché se il Black Diamond sembra il gelato più costoso al mondo, in realtà si arriva anche a prezzi più alti. In questo caso bisogna precisare però che spesso, insieme al dolce, ti viene regalato qualcosa (per questo si considera quello di Dubai il più costoso). Come per il Mauboussin Mega Sundae, venduto per 919 euro a New York. Qui, oltre ad una coppa di gelato alla vaniglia con panna montata, sorbetto allo champagne Dom Perignon rosé, tartufi di cioccolato, macaron e brownie sempre al cioccolato ricoperti d’oro 24 carati, il tutto avvolto in una salsa di cioccolato alla vodka, viene regalato un anello d’oro bianco. Il gelato infatti è dedicato alla gioielleria  francese Mauboussin.

# Una guarnizione di diamanti

Credits: primabergamo.it
Strawberries Arnaud

Ma il prezzo più assurdo è quello di un semplice gelato alla vaniglia con guarnizione di fragole, salsa al vino, panna, spezie e menta fresca, lo Strawberries Arnaud, venduto a New Orleans. Questo dolce costa ben 1.23 milioni di euro. Il motivo? Guardando meglio, si nota che una fragola è decorata da un anello di diamante rosa da 4,7 carati.

Continua la lettura con: La CAPITALE del GELATO: vince Roma o Milano?

BEATRICE BARAZZETTI

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Riapre la DOMUS AUREA: la straordinaria reggia di NERONE

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credits: @grand_tour_international_roma

Riapre quella che doveva essere la sfarzosa residenza di Nerone, che cadde vittima dell’odio nei suoi confronti.

Riapre la DOMUS AUREA: la straordinaria reggia di NERONE

# La Domus Aurea riapre RINNOVATA

credits: @passeggiandoconsilvia

Dal 23 giugno, la Domus Aurea, voluta da Nerone, ha riaperto i battenti, con un nuovo ingresso, opera dell’archistar Stefano Boeri.

I sensi le faranno da padrone, anche come “rilancio” della fruizione artistica, con luce, ombre e calore, oltre che musica in tempo reale, a suggello del legame tra passato e futuro, simboleggiato anche dal nuovo ingresso.

# Un po’ di storia della Domus Aurea

credits: romanoimpero.com

Dopo l’incendio del 64 d.C. (che alcuni gli imputarono), Nerone decise di costruire una struttura che doveva fargli da residenza, il cui sfarzo doveva restare nei secoli. Così non è stato; l’odio per Nerone fece sì che la Domus Aurea (che si sviluppava su due colli di Roma, Palatino ed Oppio, aveva un lago artificiale e diverse soluzioni architettoniche molto innovative) venisse distrutta ed in parte riempita di terra, così da fornire fondamenta e materiali per altre costruzioni.

Curiosamente, fu proprio questa decisione (che ha reso visitabili solo i resti sul colle Oppio) a rendere il luogo affascinante, soprattutto ad alcuni pittori del XV secolo, tra i quali Pinturicchio e Raffaello, che presero a calarsi in quelle che ormai erano diventate grotte e che ospitavano i resti della Domus Aurea. Fu proprio il geniale pittore urbinate a “riprendere” le decorazioni che aveva visto nei resti della Domus Aurea e ad incorporarle in uno stile proprio.

# I percorsi interattivi per visitare la Domus Aurea

credits: techprincess.it

Probabilmente, la riapertura della Domus Aurea servirà anche a sperimentare gli strumenti interattivi più efficaci a corredo dell’esperienza dei visitatori. Si tratta certamente di un ottimo punto di (ri)partenza per il turismo in Italia.

Continua a leggere con: Le vacanze al MARE degli ANTICHI ROMANI: queste erano le località più ambite

ANTONIO ENRICO BUONOCORE

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Le 5 METE TOP per un’estate in LOMBARDIA

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Credits kia_b84 IG - Valtellina

Voglia di vacanza? Ecco 5 mete dove trascorrere qualche giorno tra natura, arte e cultura suggerite da cronacamilano.it

Le 5 METE TOP per un’estate in LOMBARDIA

#1 Valtellina, la zona montuosa più rinomata della Lombardia

Bassa Valtellina

La Valtellina è la zona montuosa più rinomata della Lombardia, con Sondrio, Livigno e Bormio che attirano ogni anno turisti non solo italiani ma anche stranieri. Per gli amanti della montagna o anche solo per coloro che vogliono fuggire al caldo delle città, la Valtellina è l’ideale per trascorrere qualche giornata all’insegna del relax, dello sport e del contatto con la natura

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#2 Lago di Como, tra natura e il fascino delle ville d’epoca

Credits: pepitaviaggi.com – Lago di Como

Il Lago di Como è lo specchio d’acqua più amato della Lombardia, scelto per le vacanze anche dalle star internazionali come George Clooney che qui da anni ha la sua residenza estiva. Sono proprio le ville d’epoca affacciate sulle sue acque, i paesini in cui il tempo sembra essersi fermato e locali di lusso a rendere questo lago una meta imperdibile per l’estate in Lombardia.

#3 Lago Maggiore, scorci mozzafiato tra Lombardia e Piemonte

Credits: wikimedia.org – Lago Maggiore

Il Lago Maggiore è un’altra delle mete lombarde più ricercate. Il merito va ascritto ai suoi scorci mozzafiato, alle meravigliose Isole Borromee che si trovano nell’omonimo golfo, tra le località di Pallanza e Stresa, all’Eremo di Santa Caterina del Sasso a strapiombo sul lago. Una meta meno affollata rispetto al Lago di Como e che quindi si può godere in tutto il suo splendore anche in agosto.

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#4 Mantova, la regina del Rinascimento

Credit marcobenedettiph IG – Mantova

Città d’arte tra le più belle che il mondo possa vantare, capitale del ducato omonimo, terra dei Gonzaga, Mantova vale sicuramente una visita per appagare la propria sete di cultura e non solo. Le attrazioni da vedere in questo gioiello urbanistico del cinquecento patrimonio dell’Unesco, sono il Palazzo Ducale, il Duomo, il Palazzo Te, il Castello di San Giorgio. Circondata da 3 laghi, lago Superiore, lago di Mezzo e lago Inferiore, viene soprannominata anche “La città del Loto” per via della bellissima isola-aiuola galleggiante, che ospita una distesa di fiori di loto che sbocciano ogni estate. Assolutamente da vedere.

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#5 Milano è sempre Milano

Credits: Andrea Cherchi (c)

A Milano si concentrano delle vere e proprie meraviglie d’interesse storico-artistico: il Castello Sforzesco, il Duomo, la Galleria Vittorio Emanuele, Parco Sempione, il Cenacolo vinciano Patrimonio dell’Unesco, il Cimitero Monumentale solo per citarne alcune. Una gita a Milano è d’obbligo specialmente in estate, quando si svuota un po’ e la si può visitare con maggior tranquillità. Lo stesso vale anche per i milanesi che durante l’anno hanno poco tempo da dedicare per fare i turisti nella loro città. 

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FABIO MARCOMIN

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Non è il migliore che sopravvive ma il più adatto all’ambiente

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La massima di Darwin spiega i fondamenti della selezione naturale. La specie che sopravvive non è la migliore ma quella che si adatta meglio all’ambiente.

Durante la pandemia alcuni esperti di scienze naturali hanno ripreso questa massima per porre l’allarme sul fatto che se si crea un ambiente di persone in gran parte vaccinate, si rischierebbe di favorire la selezione di varianti che riescono ad adattarsi, ossia quelle resistenti ai vaccini. In un processo simile a quello che è accaduto con i batteri resistenti agli antibiotici negli ambienti ospedalieri.

Ma se si prende a riferimento la massima di Darwin e la applichiamo agli esseri umani di oggi, chi è il più adatto?

La società di oggi pare destinata a un controllo sempre più serrato dei movimenti e delle caratteristiche sanitarie delle persone. E quindi si può prevedere che si diffonderanno sempre più individui che accetteranno queste disposizioni e questa perdita di libertà conseguente.

Questo scenario segue un copione orwelliano ripreso da molti film di fantascienza, come Minority Report o il Quinto elemento, dove si immaginava una società in cui il controllo totale impedisce alle persone di commettere reati. Al prezzo della perdita della loro autonomia. 

Però c’è una grande incognita a questa ipotesi. L’incognita è ciò che spiega i numerosi salti evolutivi nella storia del mondo. Ossia che l’ambiente è mutevole.

Nel nostro caso, se la società fondata sull’ipercontrollo che si sta costruendo si rivelasse inadatta all’ambiente politico, economico e naturale, oltre che incompatibile con la natura umana, allora rischia di essere lei incapace di adattarsi e di rivelarsi perdente.

A quel punto le persone meno adatte a questa nuova società potrebbero essere quelle che prevarranno, dando vita, forse, a un nuovo paradigma sociale più coerente con l’ambiente e con la natura umana.

Del resto è successo spesso così. I mammiferi che sembravano degli animaletti insignificanti alla fine hanno prevalso sui grandi e grossi dinosauri. Così come imperi colossali e apparentemente indistruttibili sono caduti in rovina per opera di persone considerate irrilevanti ma che per idee, organizzazione o valori si sono rivelate più adatte allo spirito del tempo. 

Continua la lettura con: La fede nel mezzo

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🛑 UK: CROLLO CONTAGI dopo la FINE delle RESTRIZIONI

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Credits Giuseppe Caronia Fb - Curva contagi Uk dopo Freedom Day

La preoccupazione maggiore dopo che il 19 luglio nel Regno Unito sono state tolte tutte le restrizioni, compreso l’obbligo della mascherina al chiuso, era che la curva dei contagi potesse risalire in modo vertiginoso. Ad oggi i dati mostrano l’esatto opposto.

UK: CROLLO CONTAGI dopo la FINE delle RESTRIZIONI

# Dopo il Fredoom Day la curva dei contagi è crollata

Credits worldometer – Curva contagi Uk

Ad oggi le preoccupazioni per l’eliminazione di tutte le restrizioni nel Regno Unito, il 19 luglio nel cosiddetto Freedom Day, non sono confermate dai fatti. Al contrario il numero di casi di coronavirus segnalati è diminuito per il sesto giorno consecutivo, offrendo ulteriori speranze che sia passato il picco di una terza ondata.

Credits Giuseppe Caronia Fb – Curva contagi Uk dopo Freedom Day

Come si vede dall’immagine qui sopra, successivamente al “liberi tutti” la curva dei contagi ha virato verso il basso in tutte le aree del Paese. Sono stati 24.950 casi positivi nel Regno Unito ieri 26 luglio, un calo di 15.000 da 39.950 di lunedì scorso e da 54.000 del 17 luglio. Inoltre l’indice Rt è sceso al di sotto di uno, suggerendo che la pandemia si sta riducendo, e questo nonostante siano passati oltre 15 giorni dalla finale degli Europei di Calcio in cui solo dentro lo stadio di Wembley erano presenti oltre 60.000 persone, non distanziate tra di loro e spesso senza mascherina. Fonte dati: The Times. 

# La percentuale di popolazione vaccinata in Italia è vicina a quella del Regno Unito. Il nostro governo adotterà la stessa strategia di quello britannico?

Credits ourworldata.org – Vaccinazioni Uk

La campagna vaccinale nel Regno Unito ha raggiunto la percentuale del 69.9% di persone che hanno ricevuto almeno una dose e il 58,8% di quelle che hanno ricevuto la copertura completa. Un dato che ha convinto ancora di più il governo britannico a mantenere la promesse di eliminare tutte le restrizioni il 19 luglio.

Credits ourworldata.org – Vaccinazioni Italia

L’Italia si trova ormai a qualche punto di distanza dal Regno Unito, con il 62% di popolazione a cui è stata somministrata almeno una dose di vaccino e il 48,4% a cui sono state somministrate entrambi le dosi o il monodose Johnson.

Sorgono spontanee quindi queste domande:

  • Quando avremo raggiunti i livelli inglesi toglieremo tutte le restrizioni come hanno fatto loro per tutti?
  • Oppure qual è la soglia obiettivo di vaccinazioni in Italia?
  • E dopo averla raggiunta che cosa accadrà?
  • In sintesi, qual è la nostra strategia?

Continua a leggere con: Freedom Day: LONDRA ha tolto tutte le RESTRIZIONI nonostante 50.000 contagi al giorno

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Quando ci vedevamo in SALA GIOCHI: i 5 VIDEOGIOCHI più mitici di quando eravamo bambini

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credits: mikeshouts.com

Chi è nato tra la metà degli anni ’70 e i primi anni ’80 non può non ricordare che parte della nostra infanzia dorata è passata fra calci al pallone, giri in bmx, gommose caramelle da oratorio e giornate intere ai videogames arcade. Ovvero, quei meravigliosi scatoloni di divertimento ideati dagli statunitensi e infarciti di software giapponesi. Splendidi compagni di vita e di un passato che non tornerà più, ma che ci ricorda quanto poco bastasse per essere felici: bastavano 200 o 500 lire da cambiare in gettoni, la scritta in stampatello INSERT COIN e il simpatico jingle d’attivazione che partiva quando inserivamo il gettone nello slot dedicato.

Poi sono arrivate le consolle e pian pianino le sale giochi si sono svuotate, ma l’emozione di ritrovarsi lì con gli amichetti è qualcosa che chi non ha vissuto difficilmente potrà comprendere. Ognuno di noi aveva un videogame preferito dal quale proprio non riusciva a staccarsi. Andiamone a vedere qualcuno insieme.

Quando ci vedevamo in SALA GIOCHI: i 5 VIDEOGIOCHI più mitici di quando eravamo bambini

 

# Pac-Man (1980), adorato anche dalle BIMBE

Ideato dalla Namco nel 1980, Pac-man fu il principe dei videogames giapponesi. Divenne celebre in men che non si dica e, negli anni a seguire, fu moltiplicato in innumerevoli versioni, approdando come era lecito aspettarsi anche su computer e consolle. Il protagonista del gioco è una sfera gialla che deve fagocitare in tempo breve tutti i pallini di forma simile che trova in un labirinto e, al contempo, sfuggire alle grinfie dei fantasmi.

Come per quasi ogni gioco giapponese, le vite a disposizione erano tre, e ogni volta che un fantasma toccava Pac-man se ne perdeva una. ll labirinto era poi disseminato di power pills che rendevano vulnerabili gli antipatici spettri, invertendone la marcia e salvando Pac-Man.

Pochi videogiochi sono stati amati come questo, e la cosa divertente è che, rispetto ai più combattivi maschietti che preferivano corse d’auto e combattimenti, Pac-Man era adorato dalle bimbe e dalle ragazzine.

 

# Bubble Bobble (1986): combattimento a suon di BOLLE

credits: noideglianni8090.com

I protagonisti di questo spassoso videogame prodotto dalla Taito sono due draghi di nome Bub e Bob, capaci di colpire gli avversari a suon di bolle. Ha avuto lo stesso successo indiscusso di Pac-Man nonostante sia rimasto per così dire meno iconico rispetto alla simpatica sfera gialla. Ed esattamente come Pac-Man, Bubble Bobble era amatissimo dalle ragazzine, anche e soprattutto in virtù del suo essere un gioco più pacifico rispetto a quelli che andremo a vedere fra poco.

# Street Fighter (1987): il più amato in ASSOLUTO

credits: noideglianni8090.com

In assoluto, il gioco di combattimento più famoso di sempre, e il più amato dai ragazzi di tutte le età. Street Fighter fu sfornato dalla Capcom e come per ogni suo simile ha avuto poi un ottimo successo anche nelle versioni per consolle domestiche. Ispirato al manga Karate baka ichida, Street Fighter è stato uno dei precursori del genere di videogame da combattimento.

È diventato una serie animata e anche un film diretto da Steven de Souza del 1994, ed è stato testimone di memorabili pomeriggi passati a sfidarsi fra il Brasile di Blanka, la Russia di Zangief e il giappone di Ryu. Il mio preferito (e anche il personaggio con cui avevo finito tutte le serie di Street Fighter) era il thailandese M.Bison (pronunciato erroneamente da qualcuno Mr. Bison)

# Chase HQ (1988): una corsa contro il tempo

credits: worldvideogiochi.it

Uscendo dalle piste di combattimento, scendiamo in strada e conosciamo Chase HQ, capolavoro del 1988 e primo vero simulatore di guida da inseguimento, prodotto dalla Taito e convertito poi in game da consolle soprattutto per Atari e Amstrad. All’inizio di ogni livello, il giocatore è informato di quale veicolo deve inseguire, veicolo che inizialmente è collocato a grande distanza.

Egli deve raggiungere il criminale prima della scadenza del tempo limite, pena la sconfitta. Sebbene la saga di Out Run (prodotta dalla Sega nell’86) sia arrivata prima, Chase HQ è diventato in breve tempo il punto di riferimento assoluto per chi preferiva la velocità a calci e pugni.

# Golden Axe (1989): uno dei primi picchiaduro a scorrimento

credits: goldenaxe.it

Tornando a parlare di Sega, facciamo conoscenza (o meglio ricordiamo) della spada di Golden Axe, sottogenere dell’arcade denominato hack ‘n’ slash, composto da guerrieri con armi bianche. Golden Axe era un guerriero supermuscoloso che assieme al cugino Rastan ricordava molto Conan il Barbaro (lungometraggio di John Milius del 1982 interpretato da Arnold Schwarzenegger).

Importante successo per la SEGA, fu uno dei primi picchiaduro a scorrimento con armi fisse e attacchi speciali magici, oltre a uno dei primi arcade a permettere di scegliere tra tre personaggi. Lo scopo del gioco era sconfiggere il tiranno Death Adder (Vipera della morte) rapitore del re e della principessa Yuria e usurpatore al trono.

A memoria, credo di aver speso quello che all’epoca (ultimi anni ’90), per un bimbo di otto anni qual ero, una piccola fortuna, ovvero un sacchetto pieno di centinaia di monete da 200 lire, che era il valore di una partita alle prime versioni arcade di Golden Axe.

Ora come sempre tocca a voi, amici degli anni’70 e ’80. Qual era il vostro videogame arcade preferito?

Continua a leggere con: 7 GIOCHI dei bambini di Milano del PASSATO

CARLO CHIODO

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Le 7+1 SPIAGGE LIBERE più BELLE d’Italia

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Credits andrea_pelagotti IG - Cala Violina

Percorrendo tutto lo stivale, dalla Liguria alla Puglia, vediamo quali sono le spiagge libere più spettacolari nella selezione del sito Siviaggia.it.

Le 7+1 SPIAGGE LIBERE più BELLE d’Italia

#1 La Baia del Silenzio, in Liguria, incorniciata dalle tipiche e coloratissime case liguri

Credits giuseppe.sutera_ IG – Baia del Silenzio

La Baia del Silenzio è un luogo incantevole incorniciato dalle tipiche e coloratissime case liguri, ma anche da importanti edifici storici, che rendono il paesaggio ancora più caratteristico. La baia si contraddistingue per la sua sabbia fine e dall’essere separata tramite una penisola da un’altra baia, la “Baia delle Favole”. 

 

Leggi anche: BOOM del TRENO per le vacanze: questa è la META REGINA dell’ESTATE

#2 La Spiaggia di Boccasette, sul Delta del Po in Veneto, un’immensa distesa di sabbia dorata

Credits facciolavaligiaeparto IG – Spiaggia di Boccasette

Nel Delta del Po la natura incontaminata regala sempre uno spettacolo meraviglioso. In provincia di Rovigo, la spiaggia di libera di Boccasette è famosa per l’immensa distesa di sabbia dorata. Si può raggiungere a piedi camminando attraverso un sentiero circondato da deliziosi canneti e una vegetazione lussureggiante. 

 

#3 San Michele di Sirolo, nelle Marche, una delle spiagge più spettacolari all’ombra del Conero

Credits dariodarba IG – Spiaggia di San Michele

All’ombra dell’imponente promontorio che si tuffa nel mare Adriatico, nella Riviera del Conero, ci sono panorami dalla bellezza pura e incontaminata. La Spiaggia di San Michele a Sirolo è tra le più spettacolari delle Marche, una mezzaluna di ghiaia mista a sabbia dove stabilimenti balneari si alternano a tratti di libera fruizione.

 

#4 Cala Violina, in Toscana, immersa in panorama incantevole

Credits andrea_pelagotti IG – Cala Violina

Cala Violina è una tra le spiagge più belle della Toscana, immersa all’interno della Riserva Naturale delle Bandite di Scarlino dove la natura è selvaggia e rigogliosa. Per poter godere del panorama incantevole che vi aspetta una volta arrivati alla baia e per preservare il paesaggio, l’accesso è limitato a 700 persone al giorno, e costa la cifra simbolica di 1 euro. 

 

#5 La Spiaggia Pineto, in Abruzzo, una delle più suggestive

Credits anto.nella.valente IG – Spiaggia Pineto

L’Abruzzo non si fa mancare le spiagge libere dove trascorrere una vacanza al mare e Spiaggia Pineto è una delle più suggestive e affascinanti. Una lunga distesa di sabbia dorata sovrastata da una piccola colina dove sorge la Torre di Cerrano, una delle più antiche torri costiere del Regno di Napoli.

 

#6 Marina Grande, a Capri in Campania, il mare turchese in un’isola ricca di fascino e di storia

Credits amandine_nadal IG – Marina Grande

Capri è una delle delle mete più ricercate in Italia, un’isola ricca di fascino e di storia. A due passi dal porto, con un mare di color turchese, troviamo la spiaggia di Marina Grande, la baia più grande di tutta l’isola. Perfetta sia per chi vuole godersi la vacanza in uno stabilimento balneare attrezzato e sia per chi preferisce rilassarsi in una spiaggia libera.

 

#7 Cala Cipolla, in Sardegna, una spiaggia paradisiaca

Credits rico.nic IG – Cala Cipolla

Ci troviamo non lontano da Cagliari, nel sud della Sardegna. L’isola è nota per le sue numerose spiagge “caraibiche” e anche Cala Cipolla non è da meno. Una spiaggia paradisiaca, una stretta lingua di sabbia si snoda tra due promontori rocciosi per formare una piscina naturale suggestiva. La vegetazione incontaminata fa cornice a questa meraviglia.

 

#7+1 Punta Prosciutto, in Puglia, per gli amanti della natura incontaminata

Punta Prosciutto

La spiaggia libera di Punta Prosciutto, nel Salento in Puglia, è l’ideale per chi vuole immergersi nella sua natura incontaminata. Un luogo idilliaco dove trovare una rigogliosa vegetazione mediterranea, splendida sabbia bianca lambita da acque cristalline e fondali bassi perfetti anche per i più piccoli.

 

Fonte: Siviaggia

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FABIO MARCOMIN

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La CITTÀ dei 15 MINUTI: il nuovo progetto per RIQUALIFICARE San Basilio

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credits: paesaggiorigenerazioneperiferie.it

La sindaca Virginia Raggi, insieme all’assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Luca Montuori, hanno presentato il progetto il 14 giugno ponendosi l’ambizioso obiettivo di riqualificare tutta la zona di San Basilio nell’arco di dieci anni.

Scopriamo quali interventi sono previsti.

La CITTÀ dei 15 MINUTI: il nuovo progetto per RIQUALIFICARE San Basilio

# Sostenibilità e recupero del patrimonio

credits: paesaggiorigenerazioneperiferie.it

Il futuro della città di Roma, in particolare di San Basilio, viene ridisegnato attraverso un nuovissimo progetto di riqualificazione a partire dalle periferie, ristabilendo le connessioni con il resto della città. Così, la Sindaca Virginia Raggi presenta il progetto le cui parole chiave sono “accessibilità, mobilità sostenibile, spazio pubblico e recupero del patrimonio abitativo”.

“Un tema forte è la mobilità sostenibile, ci sono strade dove si corre tanto e dobbiamo abbassare la velocità delle auto. Si interverrà sull’accessibilità, la possibilità di potersi muovere liberamente senza barriere architettoniche, con il recupero del patrimonio abitativo, parliamo di 4 mila alloggi, una rigenerazione completa del quartiere”. Ecco quanto afferma la sindaca di Roma.

# Il sogno di una città PARCO

credits: urbanistica.comune.roma.it

L’obiettivo principale dell’iniziativa è quella di recuperare e restaurare il patrimonio edilizio e urbanistico preesistente con interventi sull’efficienza energetica, adeguamento degli attuali standard abitativi, biodiversità, agricoltura urbana e riforestazione. L’idea è realizzare una grande “città-parco” di 65 ettari un insediamento prevalentemente pubblico Ater ed Erp di oltre 900 mila metri cubi.

# San Basilio come luogo di CONNESSIONE

credits: urbanistica.comune.roma.it

La città parco viene immaginata come una grande “piazza diffusa, uno spazio di connessione, una zona centrale che si colloca nel sistema già presente di strade e viali”. Sarà quindi necessario ridefinire il sistema di mobilità, andando a ridisegnare la trama stradale per ridurre il traffico e ampliando le piste pedonali e ciclabili. Inoltre, verrà realizzata una parte con negozi, bar e ristoranti, servizi dedicati al quartiere, laboratori e un mercato all’aperto.

# La città dei 15 MINUTI

credits: ehabitat.it

L’idea di fondo è quella di riqualificare lo spazio pubblico in un luogo dove tutti i cittadini vivano in relazione tra loro, tornando a far vivere i quartieri esistenti, senza il bisogno di realizzare grandi infrastrutture. Ma quello che più stupisce è l’obiettivo di creare una città dei 15 minuti, ovvero dove tutti i servizi necessari sono a portata di mano e, al massimo, a un quarto d’ora di distanza. Una visione green e sostenibile, moderna di una città che si spinge oltre i limiti imposti dal modello produttivo pre-covid lanciata per la prima volta dal direttore scientifico della Sorbona di Parigi Carlos Moreno

# Potrebbe veramente funzionare?

credits: ehabitat.it

Quella dei 15 minuti sembra essere la soluzione perfetta per la costruzione di una città del futuro, ma potrebbe veramente attecchire nella Capitale? Osservatoriocasaroma.com spiega che “Roma è caratterizzata da una estensione enorme, 1.287 kmq, e al tempo stesso da densità abitative basse. Dunque, portare i servizi pubblici in molti quartieri – come nelle zone ex-abusive – ha un costo elevato per la collettività”. Inaspettatamente, Roma potrebbe essere il modello perfetto per questo tipo di progetto poiché sulla piattaforma Sony chiamata “The 15 minutes City unveiled” solo Roma e Parigi sembrano essere in linea con questa nuova filosofia di vita.

FONTE: RomaToday

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SELENE MANGIAROTTI

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