Quando ci vedevamo in SALA GIOCHI: i 5 VIDEOGIOCHI più mitici di quando eravamo bambini

Parte della nostra infanzia dorata è passata fra calci al pallone, giri in bmx, gommose caramelle da oratorio e giornate intere ai videogames arcade

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credits: mikeshouts.com

Chi è nato tra la metà degli anni ’70 e i primi anni ’80 non può non ricordare che parte della nostra infanzia dorata è passata fra calci al pallone, giri in bmx, gommose caramelle da oratorio e giornate intere ai videogames arcade. Ovvero, quei meravigliosi scatoloni di divertimento ideati dagli statunitensi e infarciti di software giapponesi. Splendidi compagni di vita e di un passato che non tornerà più, ma che ci ricorda quanto poco bastasse per essere felici: bastavano 200 o 500 lire da cambiare in gettoni, la scritta in stampatello INSERT COIN e il simpatico jingle d’attivazione che partiva quando inserivamo il gettone nello slot dedicato.

Poi sono arrivate le consolle e pian pianino le sale giochi si sono svuotate, ma l’emozione di ritrovarsi lì con gli amichetti è qualcosa che chi non ha vissuto difficilmente potrà comprendere. Ognuno di noi aveva un videogame preferito dal quale proprio non riusciva a staccarsi. Andiamone a vedere qualcuno insieme.

Quando ci vedevamo in SALA GIOCHI: i 5 VIDEOGIOCHI più mitici di quando eravamo bambini

 

# Pac-Man (1980), adorato anche dalle BIMBE

Ideato dalla Namco nel 1980, Pac-man fu il principe dei videogames giapponesi. Divenne celebre in men che non si dica e, negli anni a seguire, fu moltiplicato in innumerevoli versioni, approdando come era lecito aspettarsi anche su computer e consolle. Il protagonista del gioco è una sfera gialla che deve fagocitare in tempo breve tutti i pallini di forma simile che trova in un labirinto e, al contempo, sfuggire alle grinfie dei fantasmi.

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Come per quasi ogni gioco giapponese, le vite a disposizione erano tre, e ogni volta che un fantasma toccava Pac-man se ne perdeva una. ll labirinto era poi disseminato di power pills che rendevano vulnerabili gli antipatici spettri, invertendone la marcia e salvando Pac-Man.

Pochi videogiochi sono stati amati come questo, e la cosa divertente è che, rispetto ai più combattivi maschietti che preferivano corse d’auto e combattimenti, Pac-Man era adorato dalle bimbe e dalle ragazzine.

 

# Bubble Bobble (1986): combattimento a suon di BOLLE

credits: noideglianni8090.com

I protagonisti di questo spassoso videogame prodotto dalla Taito sono due draghi di nome Bub e Bob, capaci di colpire gli avversari a suon di bolle. Ha avuto lo stesso successo indiscusso di Pac-Man nonostante sia rimasto per così dire meno iconico rispetto alla simpatica sfera gialla. Ed esattamente come Pac-Man, Bubble Bobble era amatissimo dalle ragazzine, anche e soprattutto in virtù del suo essere un gioco più pacifico rispetto a quelli che andremo a vedere fra poco.

# Street Fighter (1987): il più amato in ASSOLUTO

credits: noideglianni8090.com

In assoluto, il gioco di combattimento più famoso di sempre, e il più amato dai ragazzi di tutte le età. Street Fighter fu sfornato dalla Capcom e come per ogni suo simile ha avuto poi un ottimo successo anche nelle versioni per consolle domestiche. Ispirato al manga Karate baka ichida, Street Fighter è stato uno dei precursori del genere di videogame da combattimento.

È diventato una serie animata e anche un film diretto da Steven de Souza del 1994, ed è stato testimone di memorabili pomeriggi passati a sfidarsi fra il Brasile di Blanka, la Russia di Zangief e il giappone di Ryu. Il mio preferito (e anche il personaggio con cui avevo finito tutte le serie di Street Fighter) era il thailandese M.Bison (pronunciato erroneamente da qualcuno Mr. Bison)

# Chase HQ (1988): una corsa contro il tempo

credits: worldvideogiochi.it

Uscendo dalle piste di combattimento, scendiamo in strada e conosciamo Chase HQ, capolavoro del 1988 e primo vero simulatore di guida da inseguimento, prodotto dalla Taito e convertito poi in game da consolle soprattutto per Atari e Amstrad. All’inizio di ogni livello, il giocatore è informato di quale veicolo deve inseguire, veicolo che inizialmente è collocato a grande distanza.

Egli deve raggiungere il criminale prima della scadenza del tempo limite, pena la sconfitta. Sebbene la saga di Out Run (prodotta dalla Sega nell’86) sia arrivata prima, Chase HQ è diventato in breve tempo il punto di riferimento assoluto per chi preferiva la velocità a calci e pugni.

# Golden Axe (1989): uno dei primi picchiaduro a scorrimento

credits: goldenaxe.it

Tornando a parlare di Sega, facciamo conoscenza (o meglio ricordiamo) della spada di Golden Axe, sottogenere dell’arcade denominato hack ‘n’ slash, composto da guerrieri con armi bianche. Golden Axe era un guerriero supermuscoloso che assieme al cugino Rastan ricordava molto Conan il Barbaro (lungometraggio di John Milius del 1982 interpretato da Arnold Schwarzenegger).

Importante successo per la SEGA, fu uno dei primi picchiaduro a scorrimento con armi fisse e attacchi speciali magici, oltre a uno dei primi arcade a permettere di scegliere tra tre personaggi. Lo scopo del gioco era sconfiggere il tiranno Death Adder (Vipera della morte) rapitore del re e della principessa Yuria e usurpatore al trono.

A memoria, credo di aver speso quello che all’epoca (ultimi anni ’90), per un bimbo di otto anni qual ero, una piccola fortuna, ovvero un sacchetto pieno di centinaia di monete da 200 lire, che era il valore di una partita alle prime versioni arcade di Golden Axe.

Ora come sempre tocca a voi, amici degli anni’70 e ’80. Qual era il vostro videogame arcade preferito?

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CARLO CHIODO

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Carlo Chiodo
Nasco a marzo del 1981. Milanese moderno, ostinato e sognatore, alla costante ricerca di una direzione eclettica di vita. Laurea in Lingue e Comunicazione, sono appassionato di storia contemporanea, amante del cinema e del surf da onda. Dopo il romanzo d'esordio (Testa Vado Croce Rimango, 2016) ho pubblicato con Giovane Holden edizioni una silloge di racconti (Diario di Bordo, 2020).