🛑 La SVEZIA ha VINTO: MORTALITÀ 2020 tra le più BASSE in Europa (senza chiusure e mascherine)

A distanza di oltre un anno dall'inizio della pandemia si possono fare i primi conti. La Svezia sembra trionfare su tutta la linea: non solo ha salvato l'economia e la tenuta sociale ma ha avuto anche i risultati tra i migliori d'Europa. Ecco i numeri delle analisi Eurostat

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La stato scandinavo come strategia di contrasto alla pandemia da Covid-19 ha fatto affidamento principalmente su consigli e su misure volontarie da parte dei cittadini. Senza divieti o chiusure. Non solo: la controtendenza svedese è stata anche nei confronti delle mascherine che sono state addirittura sconsigliate. I risultati sembrano aver premiato le scelte del governo svedese: non solo l’economia e la società sono state meno colpite degli altri paesi ma addirittura i risultati sono sensibilmente migliori alla media in Europa anche dal punto di vista sanitario. 

La SVEZIA ha VINTO: MORTALITÀ 2020 tra le più BASSE in Europa (senza chiusure e mascherine)

# La strategia svedese basata su misure volontarie da parte dei cittadini

Credits: ig zahoorsyed- Stoccolma

Nonostante la Svezia abbia evitato i rigidi lockdown anti-Covid e non abbia imposto l’utilizzo di mascherine nel 2020 ha registrato un tasso di eccesso di mortalità inferiore rispetto a gran parte dei Paesi europei, come mostrato da un’analisi dell’Eurostat basata su dati ufficiali. La sua strategia è stata quella di “fare affidamento principalmente su misure volontarie da parte dei cittadini, incentrate sul distanziamento sociale, su un’attenta e regolare igiene e su regole mirate”. Oltre a questo ha lasciato sempre aperto scuole, ristoranti e negozi, assorbendo quasi completamente gli impatti negativi sull’economia locale rispetto al resto dell’Europa.

# In Svezia si è registrato il 7,7% di morti in più nel 2020 rispetto alla media degli anni precedenti. In Spagna e Belgio rispettivamente il 18,1% e il 16,2%

Credits: eticaeconomia.it Fonte: Eurostat – Eccesso di mortalità complessivo 2020, settimane 10-48

Nel 2020 in Svezia si è registrato il 7,7% di morti in più rispetto alla media dei quattro anni precedenti, mentre in Paesi come Spagna e Belgio che hanno adottato i lockdown più rigorosi l’eccesso di mortalità è stato rispettivamente il 18,1% e il 16,2%. Dei 30 Paesi che hanno messo a disposizioni le statistiche sul numero di decessi ben 20 hanno fatto peggio della Svezia. Tuttavia, la Svezia stessa ha fatto peggio degli altri Paesi nordici, con la Danimarca che ha fatto registrare solo l’1,5% di mortalità in eccesso rispetto agli anni precedenti e la Finlandia con l’1,0% che però ha optato per misure ancora meno restrittive dello stato svedese dall’estate in poi. Lo stesso discorso vale per la Norvegia non è nemmeno stata coinvolta da questa statistica di eccesso di mortalità.

# In un’altra analisi la Svezia è al 18° posto su 26 per eccesso di mortalità. Polonia, Spagna e Belgio ai primi posti

L’eccesso di mortalità della Svezia è risultato tra i più bassi anche in un conteggio separato di Eurostat e altri dati rilasciati dall’Ufficio per le statistiche nazionali del Regno Unito la scorsa settimana. Tale analisi, che includeva un aggiustamento per tenere conto delle differenze sia per età che nei modelli di mortalità stagionale dei Paesi analizzati, ha posizionato la Svezia al 18 ° posto in una classifica di 26. Polonia, Spagna e Belgio erano al vertice.

Il capo epidemiologo svedese Anders Tegnell intervistato da Reuters è convinto che questi dati mettano in serio dubbio l’utilizzo del lockdown: “Penso che le persone inizieranno a pensare molto attentamente all’utilizzo dei lockdown, a quanto siano stati davvero utili. Potrebbero aver avuto un effetto a breve termine, ma quando si guarda nel complesso tutta la durata della pandemia, i dubbi aumentano“.

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Fonte: SkyTg24, Reuters

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.