Non è il migliore che sopravvive ma il più adatto all’ambiente

Se applichiamo la massima di Darwin agli esseri umani di oggi, chi è il più adatto?

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La massima di Darwin spiega i fondamenti della selezione naturale. La specie che sopravvive non è la migliore ma quella che si adatta meglio all’ambiente.

Durante la pandemia alcuni esperti di scienze naturali hanno ripreso questa massima per porre l’allarme sul fatto che se si crea un ambiente di persone in gran parte vaccinate, si rischierebbe di favorire la selezione di varianti che riescono ad adattarsi, ossia quelle resistenti ai vaccini. In un processo simile a quello che è accaduto con i batteri resistenti agli antibiotici negli ambienti ospedalieri.

Ma se si prende a riferimento la massima di Darwin e la applichiamo agli esseri umani di oggi, chi è il più adatto?

La società di oggi pare destinata a un controllo sempre più serrato dei movimenti e delle caratteristiche sanitarie delle persone. E quindi si può prevedere che si diffonderanno sempre più individui che accetteranno queste disposizioni e questa perdita di libertà conseguente.

Questo scenario segue un copione orwelliano ripreso da molti film di fantascienza, come Minority Report o il Quinto elemento, dove si immaginava una società in cui il controllo totale impedisce alle persone di commettere reati. Al prezzo della perdita della loro autonomia. 

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Però c’è una grande incognita a questa ipotesi. L’incognita è ciò che spiega i numerosi salti evolutivi nella storia del mondo. Ossia che l’ambiente è mutevole.

Nel nostro caso, se la società fondata sull’ipercontrollo che si sta costruendo si rivelasse inadatta all’ambiente politico, economico e naturale, oltre che incompatibile con la natura umana, allora rischia di essere lei incapace di adattarsi e di rivelarsi perdente.

A quel punto le persone meno adatte a questa nuova società potrebbero essere quelle che prevarranno, dando vita, forse, a un nuovo paradigma sociale più coerente con l’ambiente e con la natura umana.

Del resto è successo spesso così. I mammiferi che sembravano degli animaletti insignificanti alla fine hanno prevalso sui grandi e grossi dinosauri. Così come imperi colossali e apparentemente indistruttibili sono caduti in rovina per opera di persone considerate irrilevanti ma che per idee, organizzazione o valori si sono rivelate più adatte allo spirito del tempo. 

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