I veicoli intelligenti e autonomi potrebbero costituire un nuovo traguardo facilmente raggiungibile nel futuro dei trasporti. Forse, è più vicino di quanto ci si aspetti.
Il platooning può essere il FUTURO del trasporto pubblico?
# Cos’è il Platooning e come funziona
credits:@item_testfield su IG
Per Platooning (o flocking) si intende la possibilità di controllare elettronicamente adistanza una serie di veicoli autonomi e/o intelligenti. Tali veicoli possono essere accoppiati e disaccoppiati meccanicamente o tramite mezzi elettronici, creando un gruppo, più o meno nutrito di veicoli, a seconda delle esigenze. I due termini per indicare questo fenomeno provengono, in effetti, dalle parole inglesi che indicano rispettivamente un plotone e uno stormo.
L’uso di specifiche tecnologie, tanto nei veicoli quanto sulle strade, renderà necessariamente progressiva l’applicazione del platooning, ma i progressi tecnologici stanno rendendo più vicina e capillare la possibilità di un platooning diffuso.
# L’esempio di Monaco di Baviera
credits: deutschebahn.com
Le competenze e le teorie del Karlsruhe Institute of Technology in materia di platooning saranno implementate a Monaco di Baviera a partire dalla metà del 2022 (anno in cui il test degli algoritmi verrà completato e si prevede di produrre il primo prototipo di autobus elettrico adatto al flocking). Si auspica di rendere questo servizio completamente operativo nel decennio immediatamente successivo.
Il capoluogo bavarese ha scelto di implementare il flocking/platooning per il trasporto pubblico, precisamente per gli autobus, in quanto la flessibilità offerta da questa nuova modalità di accoppiare, disaccoppiare e cambiare il numero dei veicoli molto velocemente si adatta molto bene ai diversi orari giornalieri che caratterizzano i trasporti pubblici.
# E nel futuro?
credits: @nobka.co su IG
È molto probabile che in futuro, con una maggiore diffusione dei veicoli autonomi ed elettrici, unita alle esigenze, sempre più pressanti, di raggiungere il traguardo delle “emissioni zero”, il platooning cresca in modo apprezzabile.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Il mondo sta cercando di rimettersi in piedi e ripristinare ogni libertà individuale per imparare a convivere con il virus tutelando legittimamente la salute dei più fragili.
Texas, Florida e la maggioranza degli Stati Uniti hanno tolto tutte le restrizioni e vietano ogni tipo di pass vaccinale o di discriminazione tra i cittadini. In UK si è riaperto tutto e si sta discutendo di eliminare anche l’obbligo di mascherina negli spazi chiusi, lasciando libertà di scelta per ogni individuo. La Germania ha ribadito di escludere qualunque forma di obbligo vaccinale pure per i sanitari e la Corte Costituzionale della Spagna dichiarandolo incostituzionale ha sancito che il lockdown non potrà mai più avere luogo nel Paese.
Lo stesso trend sta coinvolgendo i paesi dell’est Europa, dell’America Latina e di larga parte di quelli di Africa e Asia.
C’è però uno Stato che sembra muoversi in direzione opposta. Il Presidente francese ha infatti annunciato una stretta draconiana per cercare di indurre a questa vaccinazione anche chi è contrario. Una decisione che ha creato una profonda spaccatura nel Paese, dove alle proteste in piazza dei cittadini si aggiungono prese di posizione di numerosi esponenti politici da destra a sinistra come Nicolas Dupont-Aignan, deputato e presidente di Debout la Francey, che ha dichiarato «Non possiamo imporre a persone, a degli esseri umani, vaccini che sono ancora in fase di studio. Prodotti per i quali il produttore declina ogni responsabilità»
Mentre nel mondo abbondano modelli che mettono al centro il cittadino senza ledere in alcun modo i suoi diritti anche in questa situazione di emergenza comune a tutti i paesi, l’Italia ha scelto di prendere a riferimento l’unica nazione che sta procedendo sulla strada contraria.
Non solo, mancano leader ed esponenti politici che rappresentino con forza la difesa di quella parte dei cittadini a cui verranno tolti diritti per non aver assunto da sani dei farmaci ancora sperimentali, nonostante che questo comportamento sia legale e legittimo. E che la loro utilità contro la diffusione dei contagi sia ancora oggetto di discussione.
Perché in Italia si cerca sempre come modello il paese più illiberale?
Cosa spinge gli italiani ad auspicare la perdita della libertà individuale?
Si tratta di motivazioni psicologiche, culturali, politiche o economiche?
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Credits 1000orte IG - Refettorio, Monastero Santa Rosa
Tra locali storici e ristoranti stellati Michelin, Finedininglovers.it ha fatto una selezione di 25 indirizzi dove mangiare dell’ottimo pesce fresco vicini o in riva al mare. Ecco quali sono.
I RISTORANTI sul MARE più BELLI e più BUONI d’Italia
Liguria
#1 Il Marin, con affaccio sul Porto Antico di Genova
Credits ilmarinristorante IG – Il Marin
Il Marin è un ristorante affacciato sul Porto Antico di Genova, all’interno di Eataly, con una vista che va dai bracci del Bigo ai Magazzini del Cotone, dall’Acquario alla biosfera di Renzo Piano, sino alle navi da crociera e alla Lanterna, simbolo della città. La cucina dello chef Marco Visciola, forte di precedenti esperienze nei ristoranti stellati di Piazza Duomo di Alba e della Locanda d’Orta, punta sulla creatività.
Indirizzo: Edificio Millo Porto Antico Calata Cattaneo, 15 – Genova
#2 Ristorante Vescovado, a Noli, con vista sul mare
Credits gastrocritici IG – Ristorante Vescovado
Il Ristorante Vescovado, guidato dallo chef Giuseppe Ricchebuono con il supporto del sommelier Pier Mattia Ravera, offre una cucina ligure con spunti molto creativi nella cornice di una terrazza vista mare. Il Pesce è il protagonista indiscusso e tra “i piatti della casa” ci sono lo Spaghettone Felicetti con totanetti, limone e capperi, fritti e Casseruola di pescato. I sapori dell’entroterra trovano spazio nel menu con coniglio, agnello e tanto altro.
Indirizzo: Piazzale Rosselli, Noli – Savona
#3 Ristorante da Claudio a Bergeggi, imperdibili i crostacei
Credits viaggioperdue IG – Ristorante da Claudio
Nel Ristorante da Claudio a Bergeggi, sempre nel savonese, viene proposto pescato freschissimo e tradizione ligure. Imperdibili i crostaci, provenienti dai mercati di Savona e Oneglia. Alla guida del ristorante Claudio Pasquarelli insieme alla figlia Lara, pasticcera e chef. La prenotazione è obbligatoria.
Indirizzo: via XXV Aprile 37 – Bergeggi – Savona
Marche
#4 Madonnina del Pescatore, due stelle Michelin a Senigallia, Ancona
Credits elymaumau IG – Madonnina del Pescatore
Sul lungomare di Marzocca, una frazione di Senigallia, c’è Madonnina del Pescatore che prende nome dalla statua venerata da chi vive proprio grazie al mare. Il ristorante due stelle Michelin dello chef Moreno Cedroni è un punto di riferimento da oltre trent’anni, dove si esprime creatività, estro e tradizione si combinano alla perfezione.
Indirizzo: Lungomare Italia 11, Senigallia – Ancona
#5 Clandestino, il ristorante estivo dello chef Moreno Cedroni
Credits samuscatto IG – Clandestino
Il ristorante estivo Clandestino ad Ancona, sempre a guida Moreno Cedroni, offre un menu degustazione che cambia a seconda delle ispirazioni dello chef. Ideale anche per un aperitivo leggero.
Indirizzo: Località Portonovo – Ancona
#6 Il tre stelle Michelin Uliassi a Senigallia, Ancona
Credits antorrents IG – Uliassi
A Senigallia non si può perdere il ristorante tre stelle Michelin Uliassi, aperto nel 1990, dallo chef Mauro Uliassi insieme alla sorella Catia. Affacciato direttamente sul mare, tra il porto canale e la spiaggia, accanto ai classici delle proposte storiche è possibile assaggiare i piatti inediti del Lab.
Indirizzo: Banchina di Levante 6 – Senigallia
Toscana
#7 La Perla del Mare, a San Vincenzo, Livorno
Credits bettasplendens_ IG – Perla del Mare
Il ristorante con terrazza sulla spiaggia la Perla del Mare, gestito dalla chef Deborah Corsi, regala un’esperienza marittima completa, grazie alla cucina creativa. Un locale votato alla vista sul mare, sia d’estate che d’inverno, sperimenta mise en place, gusto e leggerezza.
Indirizzo: Via della Meloria 9 – San Vincenzo
#8 Il Pellicano, ristorante stellato a Porte Ercole, Grosseto
Credits mrsroby_inamalfi IG – Il Pellicano
La caratteristica distintiva dello stellato “Il Pellicano” è il paradiso che lo circonda insieme all’hotel, con tanto di immancabile vista sul mare, molto apprezzato dalla clientela internazionale. Lo chef Michelino Gioia, che ha preso il comando della cucina dopo Sebastiano Lombardo e Antonio Guida.
Indirizzo: Località Sbarcatello, Porto Ercole – Grosseto
#9 Ristorante Belvedere, Bagliori Resort Cala del Porto, Punta Ala (Grosseto)
Credits simobg IG – Baglioni Resort
Il ristorante Belvedere offre un’impareggiabile vista sul mare e sul porto di Punta Ala nella Maremma. La cucina dello chef Giuseppe Angelucci propone piatti molto ricercati e innovativi. Per un’esperienza completa di relax tra cibo e spiaggia non potete farvi mancare un soggiorno in una delle camere del resort.
Indirizzo: via Cala del Pozzo – Punta Ala
#10 Bistrot, Baia Bianca Suites sul Golfo della Biodola, Isola d’Elba
Il ristorante della Baia Bianca Suites è bistrot minimal affacciato sulla spiaggia e sul Golfo della Biodola, immerso tra i colori e i sapori mediterranei dell’Isola d’Elba. La cucina è semplice e del territorio ma con qualche guizzo interessante.
Indirizzo: Località Scaglieri – Portoferraio
LAZIO
#11 The Cesar, Hotel La Posta Vecchia, Ladispoli (Roma)
Credits The Cesar – The Cesar, La Posta Vecchia Hotel
A Ladispoli presso l’Hotel La Posta Vecchia, si trova The Cesar che dalla stagione 2016 è guidato dal giovane chef Antonio Magliulo, dopo più di dieci anni di Michelino Gioia. Alta cucina in una location con una vista incredibile.
Indirizzo: Palo Laziale – Ladispoli
#12 Incontramare, il ristorante sul mare di Sabuadia, Latina
Credits finedininglovers.it – Incontramare
All’interno dello stabilimento Graziella Beach, nello ristorante Incontramare si cena a bordo riva, con piedi nella sabbia, oppure in terrazza. I piatti must sono gli Spaghetti alle vongole e i Maltagliati tirati a mano con battuto di orata e fili e fiori di zucchine croccanti.
Indirizzo: Via lungomare Sabaudia, Sabaudia – Latina
ABRUZZO
#13 Trabocco Cungarelle, Vasto Marina (Chieti)
Credits rossy_rds IG – Trabocco Cungarelle
Pesce sempre freschissimo pescato in giornata e specialità del territorio: brodetto, tortini di pesce e pesce arrosto. Questo è quello potete trovare al Trabocco Cungarelle, a Vasto Marina, circondati dal mare Adriatico a 360 gradi. Cucina e panorama in una combinazione spettacolare.
Indirizzo: Strada Statale 16, Loc. Casarsa – Vasto Marina, Chieti
CAMPANIA
#14 La Caletta, Hotel Scrajo Terme & Spa, Vico Equense (Napoli)
Credits tripadavisor – La Caletta, Hotel Scrajo Terme & Spa
La Caletta è un ristorante a picco sul mare, dentro l’Hotel Scrajo Terme & Spa a Vico Equense, dove si mangiano piatti mediterranei caldi e freddi. La terrazza panoramica che ospita i tavoli abbraccia sole, mare e terra in un solo colpo.
Indirizzo: via Luigi Serio 10, Vico Equense
#15 Maxi, Hotel Capo La Gala, ristorante stellato nella Penisola Sorrentina
Credits chiara_avossa IG – Maxi, Capo la Gala
Il ristorante stellato Maxi, all’interno dell’Hotel Capo La Gala, affaccia sul mare nella meravigliosa penisola sorrentina. Da aprile 2021 è arrivato ai fornelli lo chef Alfonso Crescenzo, che ha portato nei piatti delle vere e proprie scenografie, che esaltano i prodotti d’eccellenza della sua terra.
Indirizzo: via Luigi Serio 8, Vico Equense
#16 Il Faro di Capo d’Orso, Maiori (Salerno)
Credits matteodpp IG – Faro di Capo dall’Orso
Il Faro di Capo d’Orso è un ristorante romantico sul mare per estate e inverno, con vista sulla Costiera Amalfitana nel piccolo comune di Maiori. Un’esperienza unica grazie alle luci soffuse e una cucina tradizionale di pesce e terra firmata dallo chef Francesco Sodano.
Indirizzo: Strada Statale Amalfitana 44, Maiori – Salerno
#17 Il Refettorio, Monastero Santa Rosa, ristorante gourmet con vista costiera amalfitana
Credits 1000orte IG – Refettorio, Monastero Santa Rosa
Il Refettorio Monastero Santa Rosa, all’Hotel & Spa di Conca dei Marini, è un altro ristorante con vista mozzafiato sulla costiera amalfitana. In questo ex monastero del Settecento, la cucina gourmet dello chef di origini tedesche Christoph Bobsi, con piatti che esaltano materie prime locali e prodotti bio, si gusta tra terrazze fiorite, aree relax e piscina a sfioro.
Indirizzo: Via Roma 2, Conca dei Marini
#18 La Serra, Hotel Le Agavi, a Positano: il regno della cucina “artistica”
Credits tycoon.travels IG – La Serra, Hotel Le Agavi,
All’interno del magnifico Hotel Le Agavi, nella splendida Positano, trova spazio il ristorante La Serra. Una location raffinata e curata nei minimi dettagli che si distingue per la cucina “artistica” firmata dallo chef Luigi Tramontano che nel 2018 si è aggiudicato una stella Michelin.
Indirizzo: via Marconi, Positano – Salerno
#19 Rossellinis, Hotel Palazzo Avino, Ravello (Salerno)
Credits fabio_fusco78 IG – Rossellinis
La Costiera Amalfitana è ancora protagonista di questa selezione con Rossellinis, nell’hotel Palazzo Avino a Ravello. Il ristorante con la sua terrazza sul mare è guidato dal 2018 da Giovanni Vanacore, con precedenti esperienze a Roma presso l’Hostaria dell’Orso e a Napoli al il Comandante di Napoli.
Indirizzo: via S. Giovanni del Toro 28 – Ravello
PUGLIA
#20 Da Tuccino, Polignano a Mare
Credits foolosophist IG – Da Tuccino
Da Tuccino potete scegliere il pesce che preferite nell’angolo pescheria per un percorso fra carpacci, primi piatti, il tutto annaffiato dai buoni vini della cantina. In questo ristorante di Polignano a Mare ci sono tutti gli ingredienti: cucina di mare, tradizione pugliese e vista sull’Adriatico.
Indirizzo: Contrada Santa Caterina 69 – Polignano a Mare
CALABRIA
#21 Ristorante San Domenico, Pizzo Calabro (Vibo Valentia)
Credits fininndininglovers.com – Ristorante San Domenico
Il Ristorante San Domenico a Pizzo Calabro offre una vista impagabile sulla caletta sottostante e piatti che vi trasporteranno in un’altra dimensione. La cucina di Bruno Tassone, di mare, e non solo, fresca, moderna e colorata abbinata allo scorcio sul Mar Tirreno sono un’esperienza assolutamente da provare.
Indirizzo: Via Colapesce 2 – Pizzo Calabro
SICILIA
#22 Al Faro Verde Da Benito, Porticello Santa Flavia (Palermo)
Credits cheffrancescobalistreri IG – Al Faro Verde
La storia di Al Faro Verde inizia oltre 30 anni fa a Porticello Santa Flavia, in provincia di Palermo. Inserito in un paesaggio marittimo di altri tempi, fra salsedine e rumore delle onde è il luogo ideale per gli amanti del pesce: piatti della tradizione siciliana, crostacei e una cucina classica ma con qualche felicissimo guizzo.
Indirizzo: Largo San Nicolicchia, Porticello Santa Flavia – Palermo
#23 Fusion, La Plage Resort, Taormina (Messina)
Credits finedininglovers.com – Fusion
Il Fusion, La Plage Resort, si trova in una delle più suggestive località d’Italia: la Riserva Naturale dell’Isola Bella a Taormina, tra pini marittimi e profumi floreali. A pochi passi dal mare è possibile cenare anche sulla spiaggia, per le più romantiche delle esperienze.
Indirizzo: Via Nazionale 107/A, Isola Bella – Taormina
#24 La Capinera, una terrazza sul mare a Taormina con cucina stellata
Credits _c_marco94_ IG – La Capinera
La Capinera offre 35 coperti, piatti della tradizione e materie prime di altissima qualità a cura dello chef stellato Pietro D’Agostino e una splendida terrazza sul mare di Taormina. Nel menu degustazione sono proposti crudo di mare con agrumi, insalata di arance con gamberoni di Mazara e vongole e trancio di ricciola arrosto.
Indirizzo: Via Nazionale 177 – Taormina
#25 Al Ristorante Hotel Signum, Salina, sulle Isole Eolie si mangia davanti allo Stromboli
Credits hideawayreport IG – Ristorante Hotel Signum
Al Ristorante Hotel Signum, Salina, sulle Isole Eolie, si può apprezzare la cucina della giovane chef Martina Caruso. Il panorama è tra i più suggestivi, si può infatti mangiare con il vulcano Stromboli sullo sfondo.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Sarà pronto nel 2025 e dopo le Olimpiadi invernali sarà al servizio dei milanesi con uno studentato, abitazioni a edilizia convenzionata e servizi. Ecco come sarà e il lascito post evento.
SCALO ROMANA: presentato il VILLAGGIO OLIMPICO
# Il villaggio olimpico ospiterà 1.300 atleti e sarà pronto nel 2025
Credits: Skidmore, Owings & Merrill - Vista Lato Ripamonti
Credits: Skidmore, Owings & Merrill - Vista aerea villaggio olimpico
Ieri giovedì 15 luglio nel salone d’onore della Triennale di Milano è stato presentato il masterplan definitivo del villaggio olimpico dei Giochi invernali 2026 che sarà realizzato nello scalo di Porta Romana, nel quadrante sud ovest su una superficie di 60.000 mq. Saranno 1.300 gli atleti ospitati al suo interno. Il progetto, disegnato dallo studio di architettura Skidmore, Owings & Merrill, è a impatto ambientale zero e il suo cuore sarà la “piazza olimpica”, l’unica zona accessibile durante le Olimpiadi anche dai visitatori esterni. La costruzione è affidata a Coima Sgr, Covivio e Prada Holding con consegna prevista a luglio del 2025.
# La struttura del villaggio olimpico: stecche e torri che richiamano il “paesaggio industriale” della zona
Credits: Skidmore, Owings & Merrill – Vista area villaggio olimpico
Il masterplan approvato varia sensibilmente da quello precedente in quanto a disposizione delle volumetrie del villaggio olimpico. Mentre prima erano previsti degli edifici a forma di “C” a corte aperta, in quello definitivo ci sono sei stecche, posizionate parallelamente al binari ferroviari ferrovia, unite tra loro in gruppi di tre tramite delle strutture aeree e delle piccole torri. La struttura degli edifici sembrano richiamare in parte le architetture industriali un tempo tipiche della zona e anche gli edifici sul lato opposto di via Ripamonti oggi trasformati in residenze.
Uno degli edifici a servizio dello scalo ferroviario, utilizzato quando ancora transitavano i treni merci, verrà preservato e riqualificato con una modifica nella struttura. Verrà creata una corte interna nella parte centrale tramite uno sfondato della copertura.
# Dopo le olimpiadi verrà convertito in studentato, abitazioni ad edilizia convenzionata, co-working e servizi per i cittadini
Credits: Skidmore, Owings & Merrill – Vista aerea lato Ripamonti
Al termine delle Olimpiadi il villaggio olimpico verrà riconsegnato ai proponenti del progetto per un’immediata riconversione dopo le Olimpiadi da parte di Coima Sgr, entro quattro mesi dalla fine delle gare, in un quartiere a impatto ambientale zero secondo i requisiti NZEB (Nearly Zero Energy Building).
Credits: Skidmore, Owings & Merrill - Post villaggio olimpico
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Masterplan Scalo Romana
Orti
Mercati
Ecco cosa è previsto:
residenze per studenti universitari, circa 1000 posti letto utilizzabili anche da altre categorie professionali al di fuori del periodo accademico
serre e orti per la produzione di cibo all’interno dell’area, consentendo la creazione del primo villaggio per studenti con prodotti a chilometro zero
spazi di co-working
gli edifici lato parco e ferrovia nell’area della piazza olimpica saranno destinati a residenza libera e agevolata
l’Olympic Village Plaza diventerà la nuova piazza del quartiere, con negozi e esercizi al piano strada degli edifici, e nella quale si potranno prevedere mercati contadini ed eventi.
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In un piccolo borgo del Veneto, in provincia di Rovigo, si trova uno dei luoghi abbandonati più curiosi dell’intera regione. L’ex proprietario aveva cercato di coronare il suo sogno, ma purtroppo la sorte non è stata dalla sua parte ed è andato in frantumi.
Il PAZZO PROGETTO in Italia di trasformare un AEROPORTO in un RISTORANTE: ecco che fine ha fatto
# Il SOGNO del mastro birraio
credits: @pietromagnani su IG
A Villamarzana, vicino alla Transpolesana, è possibile visitare un complesso molto curioso: un ristorante costruito su due aerei. Venne realizzato dal mastro birraio Luigi Stecca negli anni 2000, riproducendo un aeroporto con tanto di piscina e discoteca. Tempo prima, l’uomo lavorava come responsabile in alcune case di riposo e, con questo suo progetto, voleva dare la possibilità, a chi non era mai andato su un aereo, di salire a bordo.
# Il ristorante di “Michelangelo Da Vinci”
credits: Ilmondoattraversoalice.com
Il ristorante fu costruito insieme a una piscina e una discoteca, aperte durante la stagione estiva con anche serate live. Su un Douglas DC-6 e un Tupolev TU-134°, collegati a due torri di controllo, venivano sfornate gustosissime pizze. Il ristorante, a due piani, venne chiamato “Michelangelo da Vinci” per la presenza di numerose opere dell’artista Michelangelo Buonarroti, tutte repliche, come “Il Giudizio Universale”, “La Creazione di Adamo”, “Ultima Cena” e una statua di Mosè. Altre opere erano presenti ma sono andate distrutte. Al piano inferiore, vi era un pub e diversi affreschi e disegni di Leonardo Da Vinci.
# La chiesa sconsacrata si trasforma in DISCOTECA
credits: @aerointernational.de su IG
Accanto ai due aerei, nascosta tra la vegetazione ormai incolta, vi è una piccola chiesa sconsacrata che Luigi Stecca ha trasformato in una discoteca. La sua navata testimonia ancora le numerose serate che sono state tenute al suo interno. Ci sono ancora le sedie rosse agli angoli della sala, l’organo, il bellissimo palchetto e sul pavimento vi sono ancora i gettoni che i clienti utilizzavano per ordinare i cocktail al bar.
# Il conto fu SALATISSIMO
credits: @urbexexplorer1 su IG
Sfortunatamente, questo ristorante così particolare andò incontro a una triste sorte, già dopo pochi mesi dall’apertura. Il Comune di Villamarzano presentò al proprietario un conto salatissimo: una multa per abuso edilizio di ben 252 milioni e 480 mila lire. La sanzione pecuniaria e la crisi costrinsero il mastro birraio a rinunciare al suo sogno e chiudere definitivamente.
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Un’associazione ambientalista di Berlino, dal suggestivo nome di Changing Cities, insieme all’Istituto per la Mobilità Urbana della stessa città, ha proposto di destinare un incentivo a chi non voglia utilizzare la propria auto, per scegliere invece il trasporto pubblico, la bici, il car sharing o altre opzioni simili. Vediamo la proposta.
A Berlino si pensa di dare 1100 EURO a chi NON HA L’AUTO come INCENTIVO per RESTARE SENZA. Che ne pensate?
# Cosa è stato proposto, in dettaglio
Credits juggernaut1 IG – Auto Berlino
La proposta avanzata contempla di erogare un incentivo annuale, pari a 1100 euro (cifra analoga al costo di un abbonamento annuale ai trasporti pubblici nella capitale tedesca) per coloro i quali decidano di rinunciare all’auto. La cosa assume importanza, anche alla luce di un’altra proposta di iniziativa popolare, che vorrebbe l’area berlinese del Ring senza auto entro il 2027; si tratta di qualcosa di ancora più radicale rispetto, ad esempio, alle “congestion charge” londinesi.
Secondo le stime di alcuni esperti, circa la metà dei proprietari dei veicoli che circolano a Berlino (poco meno di un milione e 300mila) potrebbero farne a meno; l’incentivo dovrebbe aiutarli a prendere una decisione in proposito. Va comunque detto che, nel corso degli ultimi 20 anni, il costo del trasporto pubblico è lievitato dell’80%, contro il +36% dei prezzi collegati agli autoveicoli.
Non solo: per ora, la proposta, per come è stata concepita e presentata, si è attirata delle critiche, nonostante sia abbastanza flessibile da coprire le varie opzioni di trasporto sostenibile. L’idea, lodevole, di togliere almeno 60mila auto dalle strade della capitale, si sta scontrando con l’effettiva fattibilità della cosa, in quanto un incentivo, dato (per come la proposta è formulata al momento) a tutti i proprietari di veicoli, senza ulteriori approfondimenti e distinzioni, rischia di essere poco efficace ed incisiva, specialmente in un momento di minore disponibilità di fondi a livello cittadino.
# E allora?
Probabilmente, un dialogo più incisivo e capillare con tutti i portatori di interesse potrebbe eliminare i problemi e migliorare la fattibilità dell’iniziativa, integrandola meglio con il territorio e le sue esigenze.
La partita è ancora aperta e certamente vedrà molti cambiamenti prima di concludersi.
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Bagnata da un mare bellissimo, ma gelido, dove la natura trasmette un fascino indescrivibile. Quale migliore occasione per percorrere la Wild Atlantic Way, 2500 km di strada costiera? Vediamo dove si trova.
Le MERAVIGLIE della STRADA COSTIERA più LUNGA d’EUROPA
# Le meraviglie della grande Isola
Credits: @thewildatlanticway Wild Atlantic Way
Un viaggio all’insegna della natura, della cultura e delle tradizioni di questa parte di mondo che ha subito stravolgimenti storici politici e che sembra finalmente aver trovato il proprio equilibrio. Tra birre consumate nei pub e piatti di mare intervallati dalla carne di pecora, abitante storica della grande Isola, ci si imbatte in paesaggi che lasciano senza fiato. Un clima fresco in estate, rigido in inverno, accompagna i turisti nel lungo percorso che attraversa una sola città, Galway, caratterizzata da nomi gaelici, lingua ancora in uso specie nei sobborghi. Prati che arrivano fino al mare, scogliere incontaminate e, come nel caso delle Cliffs di Moher, che precipitano verso l’oceano creando un salto di centinaia di metri, porticcioli e insenature che sembrano usciti da una cartolina di altri tempi.
# Tanta cultura e una popolazione sempre pronta a raccontare una storia
Credits: @thewildatlanticway Doolin
B&B qui tradizionalmente ospitali e gestiti da persone sempre disponibili, campi da golf da sogno, pascoli di pecore e cavalli, lepri in ogni dove, granchi grossi come un piatto da portata che si muovono sugli scogli, blu e verde che si confondono all’orizzonte, salmoni che abbondano come non mai. E, oltre alla natura, tanta cultura con una popolazione che è sempre pronta a raccontare qualche aneddoto.
Popolazione tosta, lo si evince anche dagli sport nazionali: il rugby, il calcio gaelico e l’hurlyng, sport talmente duro da essere stato bandito per quasi 700 anni, un misto di rugby e hockey su prato che incolla davanti al televisore gran parte della popolazione. Se in questo tour non è prevista la parte orientale dove ha sede Dublino sappiate che incontrerete la parte più tradizionale della popolazione con la quale parlerete un inglese atipico oltre che il gaelico che non ha alcuna assonanza con l’inglese.
# Un’isola che ti fa innamorare
Credits: @thewildatlanticway Wild Atlantic Way
Per il resto, come ricorda il sito irlandando.it, consigliamo di non saltare nemmeno una tappa prevista perché ogni singola località ha qualcosa da raccontare. Ovviamente nessuno si azzardi a lasciare l’Irlanda senza aver provato qualche whisky oltre che l’irish coffee, un vero e proprio culto che riscalda serate e ossa, specie prima di andare a coricarsi. Alcune delle isole contemplate nella Wild Atlantic Way son state set di film e in ognuna è possibile acquistare prodotti tipici tra i quali i rinomati maglioni, caldissimi e variopinti. Un viaggio che saprà farvi innamorare di questo angolo di pianeta dove, a volte, sembra che il tempo si sia fermato anche per i ritmi veramente a dimensione d’uomo e un fascino che non lascia mai indifferenti.
Carrick-a-Rede, un ponte di corda lungo 18 metri e sospeso a 25 metri sopra il mare, le tre Isole Aran, le splendide scogliere di Slieve League, la penisola di Loop Head dalla quale ammirare delfini e balene, le meravigliose Skellig Islands, questi solo alcuni dei luoghi davvero mozzafiato.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Una splendida località tutta italiana celebrata persino dall’Australia. Condivisa e raccontata su tutti i social, quello che però ha attirato maggiormente l’attenzione dei più curiosi è la leggenda che permane su questa bellezza italica.
La SPIAGGIA di ENEA: la più “LEGGENDARIA” d’Italia tra grotte, coralli e… vipere
# Un arco di roccia tra i coralli
credits: @silviumviaggi su IG
Nel comune di San Nicola Arcella, in provincia di Cosenza si trova un luogo tanto affascinante quanto leggendario. Situata proprio lungo la Riviera dei Cedri, la spiaggia dell’Arcomagno nasconde la sua bellezza tra scogliere e rocce. Un lembo di terra bagnato dalle acque cristalline del Mar Tirreno che offre una vista spettacolare, in particolare durante le ore del tramonto, quando i raggi del sole filtrano attraverso l’arco di roccia naturale e i coralli, da cui la spiaggia prende il nome.
# La Spiaggia del mito di ENEA
credits: @passaggilentisu IG
La spiaggia dell’Arcomagno è conosciuta anche come “spiaggia di Enea”. Si narra, infatti, che proprio dopo la caduta di Troia, l’eroe Enea si trovò su questa spiaggia a forma di mezzaluna. Qui, il tempo sembra essersi fermato e c’è ancora chi spera di vedere qualche personaggio uscito dal mito o una sirena.
# La Grotta del Saraceno
credits: @viaggiaconmela su IG
C’è un’altra leggenda legata a questo luogo e si trova proprio accanto alla spiaggia: la Grotta del Saraceno. Si tratta di una cavità naturale scolpita dal mare, al cui interno nasconde anche una piccola sorgente d’acqua dolce. Si dice che questa grotta fu il principale punto di attracco dei Saraceni che arrivavano dalla penisola araba.
# Lo scoglio delle VIPERE
credits: @zwei_abenteurer su IG
Ma le sorprese non sono ancora finite. Oltrepassando l’arco naturale, è possibile raggiungere e ammirare lo scoglio dello Scorzone, un’enorme roccia calcarea e vegetazione di 12 metri il cui nome deriva dal termine calabrese di vipera dei pollai, chiamata anche “biacco”. Infatti, nel dialetto locale questo piccolo animale viene chiamato come “u scurzun”. Tuttavia, non è la forma a dare il nome a questo isolotto, ma la grande presenza di questi piccoli animaletti che lo popolano.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
In questa epoca di estremizzazione del pensiero e di nuovi dogmi sanitari riaffiora l’atavica paura di dire la verità.
Spesso quando si viene consultati sui temi dove il potere ha una posizione netta, le persone anche se la pensano diversamente hanno paura di esprimere un loro pensiero per non ricevere esclusione o riprovazione sociale.
È un fenomeno che conosciamo bene prima delle elezioni quando molti non professano il loro vero credo politico neanche in un sondaggio anonimo, con la conseguenza che i risultati elettorali risultano molto diversi dalle proiezioni fatte con i sondaggi.
Il problema dei sondaggi è che negli stati in cui non esiste dibattito sulle questioni più importanti rischiano di trasmettere un consenso falsato, soprattutto sui tempi più caldi.
Il fatto che i sondaggi rappresentino una realtà alterata va inevitabilmente a influenzare quelle che saranno le decisioni prese dai governanti, portando a una distanza tra quello che i cittadini davvero vogliono e quello che viene realizzato a livello governativo.
Affermare sui media solo l’opinione dominante senza contraddittorio e giudicando in modo negativo quelli che pensano qualcosa di diverso è la vera strategia politica di oggi: rendere la minoranza ancora più minoranza e amplificare il valore di sondaggi che sono già alterati in origine e che vengono usati strumentalmente per costruire ancora di più una opinione pubblica fasulla capace di giustificare le conseguenti decisioni politiche.
È lecito poi che la maggioranza prenda provvedimenti che ledano le libertà e i diritti fondamentali di una minoranza?
Senza cultura e rispetto della minoranza non esiste più spazio per la verità.
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Credits Giuseppe Caronia - OurWorldData - Dati contagi paesi con più vaccinati
I vaccini servono a ridurre il numero di contagi? Questo presupposto che è alla base della strategia dei Green Pass e delle politiche di discriminazione in base all’adesione ai protocolli sanitari, ha riscontri con i risultati sperimentali? Abbiamo messo a confronto i dati dei contagi nei paesi europei con più vaccinati e quelli con meno vaccinati. Ecco quali sono i risultati.
Europa: i CONTAGI nei PAESI con PIÙ VACCINATI a confronto con quelli con MENO VACCINATI. Il risultato è sorprendente
# I Paesi europei con più vaccinati stanno registrando la più alta crescita nei contagi
Credits Ourworldindata.org – paesi europei con più vaccinati
La campagna vaccinale prosegue a ritmi diversi negli Stati europei. Tra quelli in cui i vaccinati sono in numero maggiore troviamo:
Malta con l’84,56% che ha ricevuto almeno una dose e il 79,6% sono completamente vaccinati
nel Regno Unito il 67,73% dei cittadini ha ricevuto almeno una dose e il 51,6% entrambe o la monodose Johnson
il Belgio ha vaccinato con la prima dose il 65,79% della popolazione, il 43,8% in modo completo
in Danimarca al 64,42% dei cittadini è stata somministrata almeno una dose, mentre il 41,5 è stato completamente vaccinato.
Credits Giuseppe Caronia – OurWorldData – Dati contagi paesi europei con più vaccinati (numero contagi per milione di abitanti)
Nonostante questi risultati nella vaccinazione la curva dei contagi ha ricominciato a risalire, a inizio giugno nel Regno Unito con una media settimanale ad oggi di 500 casi al giorno per milione di abitanti, dato simile per l’Olanda con la risalita della curva dopo la prima settimana di luglio, mentre Malta ha superato i 200 casi quotidiani per milione di abitanti, la soglia che in Italia determinava la zona rossa. Mentre Danimarca e Belgio si stanno avvicinando a quota 150.
Questi i risultati nei paesi con più vaccinati. Ma cosa sta accadendo invece nei paesi che hanno scelto una strategia opposta, ossia quelli che hanno il più basso numero di vaccinati nella popolazione?
# I Paesi europei con meno vaccinati segnano il minor numero di contagi
Credits Ourworldindata.org – Paesi europei con meno vaccinati
Tra i Paesi europei con meno vaccinati troviamo:
Albania con il 20,59% di persone con la prima dose e il 15,40% completamente vaccinati
la Bulgaria che ha vaccinato con almeno una dose il 14,61% della popolazione e il 12,34% in modo completo
la Moldavia con il 12,23% di cittadini a cui è stata somministrata una sola dose e il 7,94% con entrambe
la Bosnia ed Erzegovina è ferma al 10% di popolazione con solo una dose e il 5% completamente vaccinato
infine l’Ucraina ha vaccinato con una dose il 5,52% dei cittadini e appena il 2,88% con entrambe.
Credits Giuseppe Caronia-Our World Data – Dati contagi paesi con meno vaccinati (numero contagi per milione di abitanti)
In tutti i Paesi europei presi in esame la curva dei contagi ha iniziato a scendere attorno alla metà di Aprile e ad oggi non ci sono segnali di una imminente risalita. Nessuno di questi supera i 30 casi al giorno per milione di abitanti.
Nonostante una campagna vaccinale a rilento o ferma questo non ha avuto alcun effetto negativo sulla ripresa della diffusione del virus, al contrario di quanto sta succedendo tra i Paesi con più vaccinati.
Questi dati andrebbero valutati con molta attenzione per evitare inutili discriminazione e per scongiurare il rischio di puntare tutto su una strategia che invece andrebbe affiancata ad altre. Oltre che considerata in modo meno dogmatico.
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È proprio vero: non c’è limite al lusso e all’ingegno umano per crearlo o raggiungerlo. Nessuna critica, solo un dato di fatto. Questa volta è la creatività di un uomo chiamato Thierry Gaugain ad aver concepito un treno che sembra essere uscito da un film di fantascienza: forse da uno un po’ futuristico oppure direttamente da un cartone animato, talmente impensabile.
Il PALAZZO su ROTAIE: un treno in vetro da 350 milioni di dollari
# Il treno 5 stelle: più bello di un hotel di lusso
Credits: archyde.com G Train
G Train è il nome del treno di lusso che vale 350 milioni di euro e sarà lungo 400 metri per 14 carrozze. Un treno in vetro super lussuoso con ristorante, ma soprattutto spa, palestra e cinema. Le cabine saranno realizzate in vetri “smart” che potranno passare dal trasparente, all’opaco e perfino al nero. Un treno che potrà viaggiare fino a 160 chilometri orari e le cui carrozze, una volta fermi, potranno aprirsi e diventare delle terrazze panoramiche affacciandosi sui paesaggi che si incontrano lungo il percorso. Come se non bastasse, grazie alle nuove tecnologie, i passeggeri potranno cambiare atmosfera semplicemente toccando un pulsante, che automaticamente modificherà gli interni, e a completare il tutto, nel super treno 5 stelle ci sarà un giardino.
# Sarà costruito per un unico proprietario
Credits: archyde.com G Train
La particolarità del treno, che sarebbe meglio chiamare assurdità, è che è stato concepito per un unico proprietario. L’ideatore francese Thierry Gaugain, che ha già progettato lo yatch super lussuoso di Steve Jobs e quindi sa cosa significa creare qualcosa di lussuoso, crede che il G Train sia solo per chi non percepisce il treno solo come un semplice mezzo di trasporto. Inoltre, il proprietario potrà accogliere solamente 17-18 persone, perché è questa la capienza massima di un treno da 400 metri e 14 carrozze. In poche parole, un treno super esclusivo, destinato ad essere provato solo dai più ricchi. Un convoglio così particolare da essere stato concepito come un “palazzo su rotaie”: si entra in una hall, c’è l’area residenziale del proprietario e una sala per il suo tempo libero, poi c’è un’area per gli ospiti, una social room e uno spazio per ricevimenti.
# Serve una persona disposta a farlo realizzare
Credits: archyde.com G Train
G Train potrà percorrere sia le ferrovie europee che quelle americane. La scelta di creare un treno di questo genere parte dal fatto che, in partenza, questo mezzo di trasporto affascina Thierry Gaugain. Il progettista crede che in un periodo dove ci si focalizza troppo sulla velocità e sul voler raggiungere la destinazione il prima possibile, il viaggio potrebbe diventare addirittura più bello dell’arrivo. Tutto si può dire sul nuovo progetto di questo palazzo su rotaie fuorché che non sia spettacolare. L’unico problema? Trovare un “pazzo” come il progettista che sia disposto a pagare 350 milioni di dollari per l’effettiva realizzazione di G Train, perché per ora, di fatti, il G Train è solo un’idea con qualche rendering.
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In un clima pre elettorale nel capoluogo lombardo si discute riguardo la politica per i portatori di handicap per i quali, oltre alle buone intenzioni, è stato fatto davvero poco. La testimonianza di un viaggio sui mezzi pubblici in carrozzina dell’attivista dei “Disabili Pirata” Andrey Chaykin.
“La Milano che discrimina”: mezzi di trasporto poco accessibili ai DISABILI
# La testimonianza di un viaggio sui mezzi pubblici in carrozzina dell’attivista dei “Disabili Pirata” Andrey Chaykin
Credits milanotoday – disabili_pirata_ep6_2-2
La testimonianza diretta di un ragazzo costretto su una sedia a rotelle racconta le disavventure di un trasferimento, con i mezzi pubblici, verso la stazione Buonarroti utilizzando la M1. Per chi ha la fortuna di camminare con le proprie gambe è difficilmente percettibile a quale odissea ci si debba sottoporre per ogni singola tappa di trasferimento. Si inizia con le ancora tante barriere architettoniche in superficie, tra scivoli mancanti nei punti di attraversamento, cosa ancora riscontrabile anche in centro a Milano. Basti passeggiare in zona Piazza Diaz o della Borsa (o del ponte in Darsena e i suoi montacarichi mai attivati) per rendersi conto di come sia impossibile, senza un aiuto, attraversare alcuni incroci.
# Fermate di autobus e tram senza scivoli e montacarichi della metropolitana spesso fuori uso o malfunzionanti
Credits milanotoday – Montacarichi malfunzionante
Ma torniamo ai mezzi pubblici. Non tutte le fermate dei tram e degli autobus sono servite con gli appositi scivoli, spesso le vie di scivolamento sono ostruite da auto, biciclette o monopattini parcheggiati selvaggiamente ma il meglio, anzi il peggio, lo si incontra quando di deve usare la metropolitana.Difficilmente i montacarichi sono funzionanti e qualche volta lo sono ma il personale addetto non è troppo collaborativo.
Il ragazzo che ha vissuto questa triste avventura ha comunque dovuto cambiare stazione (da Buonarroti a Pagano) per poter tornare alla luce del sole. Se a Buonarroti il montacarichi è ufficialmente fuori uso, nella stazione di Pagano si è sentito dire da due addetti che l’apposito elevatore si era appena rotto. Solamente dopo aver insistito i due addetti si sono resi disponibili ad una azione in via eccezionale e far utilizzare il montacarichi a Andrey Chaykin, attivista dei “Disabili Pirata” e protagonista della amara vicenda, quasi fosse un suo capriccio il volersene servire.
# La politica sarà in grado di risolvere questo annoso problema?
Se un precedente governo di centrodestra sbandierò con tanto vigore un Ministero per la disabilità che, ad oggi, non ha fatto pervenire alcuna proposta, Beppe Sala non ha in alcun modo migliorato la situazione riguardo l’eliminazione delle barriere architettoniche comprese quelle che consentano l’utilizzo di ogni mezzo pubblico da parte dei portatori di handicap. A questo punto ci si aspetta un tavolo di discussione che coinvolga Regione, Comune e l’Azienda dei Trasporti milanese e che, in concerto, decidano e soprattutto investano per eliminare questo annoso gap.
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Oltre 20.000 persone secondo le forze dell’ordine, in una ventina di città, sono scese in strada ieri 14 luglio per protestare contro l’introduzione dell’obbligo del “green pass” annunciato dal presidente Macron. Ecco cosa è successo. E perchè questo potrebbe essere solo l’aperitivo.
🛑 Francia: PROTESTE e MANIFESTAZIONI contro Macron per il GREEN PASS
# Fischiato il presidente Macron durante la parata per la festa della Repubblica
La sera del 12 luglio, il presidente francese Macronha annunciato in diretta a reti unificate l’estensione dell’obbligo del “green pass”, già dalla prossima settimana, per andare al cinema, al teatro e altri luoghi di cultura. Da inizio agosto il green pass servirà anche per entrare nei ristoranti, bar, prendere un treno a lunga percorrenza o salire su un aereo. Chiunque vorrà prendere parte alla vita sociale dovrà esibire un certificato di completa vaccinazione o di recente guarigione dal Covid oppure un test negativo.
La scelta di Macron ha scatenato le proteste di migliaia di cittadini in tutta la Francia che sono scesi in piazza al grido di “Liberté, liberté”, “Non à la vaccination obligatoire”. Durante la parata militarea Parigi per la festa della Repubblica Francese il presidente Macron è stato sonoramente fischiato dai cittadini a bordo strada mentre attraversava gli Champs-Élysées scortato dalla polizia. Poi sono seguiti gli scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine. Alcuni commentatori parlano di una mossa esclusivamente politica da parte del presidente, a fine mandato, per cercare di recuperare i consensi arrivati al minimo storico. Un crollo di popolarità sancito anche dai pessimi risultati ottenuti dall’alleanza del Presidente nelle recenti elezioni regionali.
# 53 manifestazioni nelle principali città francesi contro l’obbligo del Green pass per viaggiare su treni e aerei e entrare nei ristoranti e teatri
Credits Clément Lanot TW – Proteste Francia
Il Ministero degli Interni francese ha registrato in totale 53 manifestazioni nelle principali città francesi, con oltre 20.000 manifestanti, di cui 1500 a Tolosa, 1400 a Chambery e Lione, 1200 a Montpellier, 1200 a Bordeaux, 800 ad Annecy o 800 a Nantes. Quello che è successo potrebbe essere solo l’aperitivo della protesta: una grande mobilitazione popolare è attesa per sabato 17 luglio.
Credits Clément Lanot TW – Proteste Francia 1
Yann Fontaine, notaio di 29 anni, ha commentato all’Afp che “il pass sanitario è la segregazione. Macron gioca sulle paure della gente. Conosco persone che si faranno vaccinare solo per portare i loro figli al cinema, non per proteggere gli altri dalle conseguenze gravi del Covid-19.”
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La Corte costituzionale spagnola, mercoledì 14 luglio, ha annullato per sempre la possibilità di un nuovo lockdown della popolazione perché considerato incostituzionale.
Spagna: LOCKDOWN dichiarato INCOSTITUZIONALE. Non si potrà MAI più fare
# Con 5 voti su 6 i Giudici hanno dichiarato incostituzionale il lockdown
credits: amnotizie.it
Le misure di restrizione della popolazione approvate a marzo dell’anno scorso, ai primi accenni della pandemia, non sono più ritenute valide. Mercoledì 14 è arrivato il verdetto dalla Corte costituzionale spagnola: con 5 voti su 6 i giudici dell’Alta Corte hanno dichiarato incostituzionale il lockdown. Annullati, quindi, gli articoli 1, 3 e 5 dell’articolo 7 del decreto accordato dal Governo il 14 marzo 2020.
# Gli articoli soppressi: non più limiti alla circolazione di persone e veicoli
La notizia sulla prima pagina di El Pais
L’articolo 1 regolava il confinamento e restringeva il movimento dei cittadini, dando la possibilità di circolare solo per le vie e gli spazi pubblici della propria città per attività essenziali, quali recarsi sul luogo di lavoro, fare la spesa, andare dal medico e assistere a familiari malati. L’articolo 3, invece, limitava la circolazione dei veicoli per le stesse ragioni sopracitate, e infine l’articolo 5 autorizzava il Ministero degli Interni a chiudere le strade, o alcuni tratti, per motivi di salute pubblica.
# “Il lockdown ANNULLA i diritti fondamentali dei cittadini”
Come riporta El Pais, la Corte Costituzionale ha concluso che il Governo avrebbe dovuto dichiarare uno stato d’eccezione, il quale necessita prima del consenso del Parlamento. La decisione arriva dopo due sentenze del giudice in cui si è discusso la sentenza sullo “stato di allarme” descritto dal magistrato Pedro González Trevijano. Il giudice ha dichiarato che le misure previste dal lockdown nazionale non solo limitano i diritti fondamentali delle persone per quanto riguarda la circolazione, ma addirittura li annullano.
# Bisogna adattare le misure di sicurezza
Credits: Blavatnik School of Government, University of Oxford / FT – Oxford Covid-19 government response stringency index
Nel dibattito si chiede che le misure di sicurezza vengano proporzionate sulla base del rischio sanitario esistente e che siano simili alle misure adottate dagli altri Paesi colpiti dalla pandemia
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Le statue della libertà di Firenze e di New York. Credits: @vecchiafirenzemia IG
L’Italia sta decidendo di imitare Macron istituendo forme di discriminazione contro tutti i cittadini che non aderiscono alla campagna vaccinale.
Per la prima volta nella nostra storia alcuni tipi di cittadini verrebbero isolati e non gli sarebbe consentito di svolgere attività elementari come prendere un caffè, andare al ristorante o prendere un treno.
Quale può essere la conseguenza se si dovesse arrivare a questo?
Sarà di dividere i cittadini mettendoli gli uni contro gli altri, inserendo nella società forme di discriminazione non certo edificanti per un paese democratico e soprattutto l’Italia non potrebbe aspirare a mostrarsi al resto del mondo come un modello di civiltà e di senso di umanità.
Oltre poi al fatto di mettersi in coda alle scelte di un altro paese, quindi contribuendo a un’immagine da stato gregario invece che da protagonista dei tempi.
Invece quale può essere la grande occasione da cogliere?
Sarebbe quella di mettere al centro del nostro futuro proprio l’unità dei cittadini attraverso la lotta a ogni forma di discriminazione.
L’occasione può essere data dal Covid: possiamo diventare un paese così maturo da trasformare un problema prioritario e assoluto in un fatto relativo, relegando il Covid a uno dei problemi della società ma impedendo che possa disintegrare il tessuto sociale e di civiltà del paese.
E anche l’altro grande tema del momento, il DDL ZAN, potrebbe costituire l’occasione di diventare più responsabili. Invece di trasformarlo in terreno di scontro ci si dovrebbe unire tutti attorno al suo elemento di valore: di impedire che nella comunità venga esercitata qualunque forma di discriminazione contro dei suoi elementi.
Nel concetto di discriminazione bisognerebbe fare rientrare tutto, soprattutto ciò che è oggi più a rischio: la discriminazione contro chi ha una visione del mondo e della natura differente da quella dominante.
La grande occasione dell’Italia è questa: diventare il paese che volta la pagina del Covid come unico problema della nostra epoca e che utilizza questa esperienza per affermare una nuova società che in nessun caso e per nessun tipo di emergenza possa ammettere alcun tipo di settarismo, di discriminazione o di persecuzione contro dei suoi cittadini.
L’Italia potrebbe diventare così un riferimento epocale per il mondo, come lo è stato la Francia ai tempi della rivoluzione quando ha affermato gli ideali della libertà, dell’uguaglianza e della fratellanza. Forse è quella l’idea di Francia che dovremmo prendere a esempio.
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Svolta nella gestione della pandemia in Germania: l’unico dato che verrà tenuto sotto osservazione per valutare l’andamento e le relative restrizioni sarà il numero dei ricoveri in ospedale. Quello dei nuovi casi non verrà più considerato. Inoltre niente green pass per treni e ristoranti né obbligo vaccinale per i sanitari. La Merkel ha dichiarato che non seguirà le orme di Macron.
🛑 La GERMANIA non conterà più i POSITIVI ma solo i RICOVERI negli OSPEDALI. E la Merkel sul Green Pass: “Non faremo come la Francia”
# Svolta in Germania: stop al conteggio dei positivi, sotto osservazione solo il tasso di ospedalizzazione
Credits: www.ecodibergamo.it
Nonostante il numero dei nuovi positivi da Covid-19 continui a crescere nell’ultima settimana, la Germania ha scelto di smettere di utilizzare il parametro dei contagi per monitorare la diffusione del virus. Come ha riportato la Bild nell’edizione del 12 luglio, in base a un documento riservato del Robert Koch Institut, l’unico indicatore che verrà tenuto sotto osservazione sarà quello relativo al carico di ricoveri e quindi il tasso di ospedalizzazione.
# La Merkel su Green Pass e obbligo vaccinale: “Non intendiamo percorrere la strada proposta dalla Francia”
Credits tiscali-Ansa – Merkel
Il presidente francese Macron ha annunciato il 12 luglio in diretta alla Nazione l’estensione dell’obbligo del “green pass”, già dalla prossima settimana, per andare al cinema, al teatro e altri luoghi di cultura, invece da inizio agosto anche per entrare nei ristoranti, bar, prendere un treno a lunga percorrenza o salire su un aereo. Servirà quindi il certificato di completa vaccinazione, di recente guarigione dal Covid o un test negativo. Una misurache potrebbe seguire presto anche l’Italia come dichiarato dal commissario all’emergenza Covid e dal consigliere del ministro Speranza, Walter Ricciardi.
La cancelleria Merkel ha dichiarato invece che si muoverà in senso contrario: non verrà fatta alcun tipo di discriminazione in questo senso e non ci saranno limitazioni alla vita sociale. “Non abbiamo intenzione di procedere sulla strada proposta dalla Francia. Abbiamo detto che non ci sarà un obbligo di vaccino.”
Se si contassero solo i ricoveri in terapia intensiva forse ne potremmo venire fuori per sempre, senza “green pass” o altri obblighi e restrizioni.
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Sembra ormai certo che entro la fine di luglio sarà effettuato il primo viaggio della M4 nel tratto costituito dalle tre fermate Forlanini, Repetti, Linate. Ma qual è lo stato delle prime tre stazioni?
Forlanini FS – Repetti – Linate: la situazione sulle TRE PRIME FERMATE del viaggio
# La stazione di Linate: è pronta al decollo?
Stazione Linate. Credits: corriere.it
Circolano le foto della fermata di Linate. Anche se si ha invece incertezza non tanto per il primo viaggio, quello che accoglierà addetti ai lavori, il primo cittadino e qualche ospite di pregio, bensì per l’apertura al pubblico. Benché lo scalo di Linate sia tornato a funzionare dopo lo stop quasi totale della pandemia adesso è operativo al 30%, un flusso che non genera sufficiente interesse rispetto ai costi di gestione.
# Le tre fermate: chi le inaugurerà
Credits: https://www.z3xmi.it/
Forlanini FS – Repetti – Linate sono le stazioni che potrebbero essere immediatamente operative entro la fine del mese e saranno le protagoniste del “viaggio Zero”, quello annunciato dal Sindaco che non vede l’ora di poter passare i tornelli e sedersi sulle nuovissime carrozze.
Il clima della campagna elettorale mette le ali a qualunque iniziativa e quella dell’inaugurazione, se pur per pochi eletti, della nuova linea metropolitana è vissuta come un evento irrinunciabile. Rumors danno la presenza del Ministro dei Trasporti e tutto il gotha della politica lombarda che sgomiterà pur di avere un posti al sole, anzi in carrozza.
# Le prossime tappe: incertezza su due fermate
Procedendo con gli impegni presi, per la seconda metà del 2022 dovrebbe essere pronta all’uso la fermata di Dateo. Arriveremo all’inizio del 2023 per San Babila. Nel 2024, come da previsione, si completerebbero i lavori fino a San Cristoforo. Rimane incertezza per due fermate: De Amicis per la scoperta di mura romane e Sforza (Zona Policlinico) per ritardo lavori.
Non si esclude che la Linea 4 possa comunque rispettare i tempi previsti e si saltino le due serate fino al loro completamento.
# Già in discussione l’estensione a Segrate
Tra le cose in discussione il proseguimento della linea fino a Segrate, cosa che oltre a dare valore immobiliare alla zona darebbe un servizio a quella parte di bacino urbano che quotidianamente gravita sulla metropoli necessariamente con mezzo privato. Una occasione troppo ghiotta, specie per la tanto sospirata svolta green di Milano, per eliminare una buona porzione di traffico da essere ignorata.
# Le innovazioni della M4
Guida automatizzata, marmi bianchicce colore blu che ne caratterizza i tratti, la Linea 4 si presenta come un concentrato di tecnologia unita ad una funzionalità che potrebbe non avere pari nel funzionamento con regolare flusso pre Covid. Tagliando in due la città e servendo quasi tutte le linee (tranne la linea Gialla con il criticato sottopassaggio non realizzato) compreso il passante ferroviario ha nel servizio all’aeroporto di Linate il suo punto di forza e il completamento di un ciclo che rilancia Milano tra le grandi città europee. Finanza, business, università e ricerca, moda e spettacolo, a questo non poteva mancare un collegamento diretto con lo scalo cittadino di Linate che sarà il nuovo fiore all’occhiello di Milano.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La corsa per ospitare il prossimo Eurovision Song Contest è entrata nel vivo. Alla fine di agosto verrà scelta la città che riporterà l’evento in Italia dopo 31 anni. Milano c’è: queste sono le altre 16 contendenti.
17 CITTÀ CANDIDATE ad ospitare l’EUROVISION in Italia: le concorrenti di Milano
# Entro fine agosto la scelta della città italiana che ospiterà l’Eurovision Song Contest nel 2022
Credits: ilgiorno.it – Vittoria Eurovision
Nel 2022 l’Italia ospiterà la prossima edizione dell’Eurovision Song Contest, dopo 31 anni dall’ultima volta, grazie alla vittoria dei Måneskin con la canzone Zitti e buoni a maggio di quest’anno. Toccherà alla Rai insieme all’Ebu (Unione Europea di Radiodiffusione) valutareentro fine agosto le candidate ad ospitare l’evento. Sono 17 le candidate ufficiali che si preparano alla sfida. Ecco quali sono.
# Le più quotate oltre Milano: Roma, Torino e Bologna
Credits: Andrea Cherchi (c)
Milano è sicuramente tra le città favorite ad ospitare il prossimo Eurovision Song Contest, quale capitale italiana dell’industria discografica e di musica dal vivo, per i collegamenti internazionali, disponibilità di strutture ad ospitare concerti ed eventi. Tra le candidate più quotate insieme alla nostra città, che rispondono ai requisiti minimi previsti dall’European Broadcasting Union e da anni ospitano concerti di livello internazionale, ci sono anche Roma, che l’ha già ospitato nel 1991, Bologna, Genova, Firenze e Torino.
# Le outsider: da Trieste a Matera. Occhio a Rimini e Pesaro
credit: esperienzeviaggimondo.com – Matera
Tra gli outsider troviamo un altro capoluogo di regione, Trieste, e tra i capoluoghi di provincia Alessandria, Matera, Pesaro, Rimini, Viterbo.
# Le possibili soprese: Acireale, Sanremo e Jesolo
Credits in-italia.com – Sanremo
In attesa dei requisiti definitivi per ospitare l’evento, uno di questi comuni candidati potrebbe essere la scelta più sorprendente: Acireale (Catania), Bertinoro di Romagna (Forlì – Cesena), Jesolo (Venezia), Palazzolo Acreide (Siracusa), Sanremo (Imperia).
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Negli ultimi decenni Mosca sta diventando la città dei grattacieli in Europa, con sempre nuovi progetti pronti a partire. Vediamo questo sorprendente quartiere che vedrà la luce nei prossimi anni.
Il FUTURISTICO QUARTIERE che cambierà lo SKYLINE di Mosca
# Il quartiere futuristico della capitale russa è stato progettato dallo studio internazionale Zaha Hadid
Credits russiabeyond.com – Zaha Hadid 4
Il progetto del nuovo quartiere futuristico della capitale russa è stato presentato dallo studio Zaha Hadid Architects, lo stesso che ha disegnato il grattacielo “Storto” dentro Cityilfe a Milano. Il complesso abitativo sarà realizzato nella parte nord-occidentale della città, nel quartiere Khoroshevo-Mnevniki, che diventerà il più grande quartiere abitativo di Mosca.
Credits russiabeyond.com – Zaha Hadid 2
Non lontano dal distretto finanziario della città, e prossimo a un parco e al bosco di Serebryany Bor, avrà un facile accesso ai trasporti e alla metropolitana. Uno dei vantaggi della sua posizione sarà la splendida vista sul fiume Moscova.
# Ci saranno 5 grattacieli, un grande parco e un polo culturale e commerciale. Fine lavori previsti nel 2028
Credits russiabeyond.com – Zaha Hadid 3
Il progetto prevede una struttura sopraelevata dove verranno edificati 5 grattacieli in vetro dalle forme futuristiche immersi in un grande parco, mentre un’altra enorme area verde affiancherà il quartiere. All’interno ci saranno anche strutture sportive, bar, ristoranti e un polo commerciale e culturale.
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Il Colosseo torna sotto la luce dei riflettori rivelando un lato di sé rimasto nascosto e mai rivelato e ce lo mostra in tutta la sua magnificenza. Sansevero.tv ci porta a scoprire questa nuova parte del Colosseo.
Apre l’IPOGEO: per la prima volta visitabili le miniere sotterranee del COLOSSEO
# Completato il restauro
credits: ansa.it
Per la prima volta, sarà possibile visitare le miniere sotterranee del Colosseo rimaste fino ad oggi inesplorate. A seguito del completamento del progetto di restauro finanziato dal gruppo Tod’s, sono state completamente aperti passaggi sotterranei e le camere usate dai gladiatori romani.
“Da più di 80 anni archeologi, architetti e ingegneri sono coinvolti in un programma biennale per portare al centro dell’attenzione un monumento che tutto il mondo vuole”. Così afferma il presidente di Tod’s.
# Era il vero palcoscenico dell’anfiteatro
credits: @green_politic su IG
Con una superficie di 15.000 mq e 15 corridoi circolari, ora è possibile visitare, previa prenotazione, tutti i tunnel e le camere dell’ipogeo, le quali raccontano anni di storia e ci rivelano il dietro le quinte dei gladiatori romani prima dei combattimenti con gli animali selvaggi. Scavato originariamente nell’XIX, era in realtà il vero palcoscenico dell’anfiteatro.
Alfonsina Russo, ha spiegato che gli ipogei testimoniano “tutto ciò che avvenne sotto alla grande arena dell’Anfiteatro Flavio, dalla sua inaugurazione nell’80 d.C. fino all’ultimo spettacolo nel 523”.
# Presto ricominceranno i lavori
credits: artribune.com
É stato un lavoro molto complesso che ha richiesto l’impegno di 81 specialisti, tra architetti, restauratori, geologi, fisici, topografi, ingegneri e operai, per un totale di 55mila ore e 7mila giornate di lavoro.
Ma ora l’attesa è finita e, camminando su una passerella di 160 metri, ci si potrà “perdere” nel labirinto di corridoi e stanze per riscoprire un pezzo di storia prima che vengano nuovamente richiusi per i lavori sulla nuova pavimentazione dell’arena.
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