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Milano CAPITALE del BRUNCH: dove provarlo almeno una volta nella vita

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Credits: upcyclebikecafe IG

La tradizione del Brunch ha attraversato il mare ed è arrivata ormai da qualche decennio a Milano. Una tradizione che ha attecchito tra i milanesi nel week end, unendo chi è in ritardo per la colazione e chi è in anticipo per il pranzo.

Milano CAPITALE del BRUNCH: dove provarlo almeno una volta nella vita

# Nato come banchetto dopo le battute di caccia degli aristocratici inglesi

La tradizione del brunch risale all’Inghilterra del XIX secolo, che ha riportato in auge i banchetti che si organizzavano alla fine delle battute di caccia dell’aristocrazia inglese. Oggi l’usanza del brunch (breakfast+lunch) è diffusa in tutto il mondo e a Milano è diventata un rito del fine settimana, quando ci si alza tardi e non si ha voglia di cucinare. Ecco alcuni dei migliori locali per gustare un brunch a Milano, l’indiscussa capitale italiana del brunch. 

Credits: pixabay.com

# God Save the Food nel design industriale 

La catena God save the food ha quattro locali a Milano, in zona Tortona, Brera, viale Piave e Duomo. Il locale in via Tortona, dal design industriale, è un luogo alla moda, con cucina a vista, che permette ai suoi fruitori di godere di ottimo cibo salato e dolce ogni giorno, all’interno di un luogo accogliente.

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# I pancakes di Ofelé

Per chi invece cerca un’atmosfera più raccolta, che ricordi casa, il luogo ideale è Ofelé, una home bakery che serve il brunch durante il weekend, in via Savona. La specialità di casa sono i pancakes, che si possono scegliere anche salati oppure realizzati con latte vegano, per soddisfare ogni esigenza. Oltre a questo piatto forte sono numerose le alternative tra cui i beagles, tradizionalmente gli accompagnatori dei pancakes, insieme ad un dolce sempre diverso. A base di pancakes sono anche le nuove proposte di aperitivo e cena del locale.

Credits: ofelemilano IG

# I taglieri di Otto

In via Paolo Sarpi, il brunch si serve il sabato e la domenica dalle 12.30 alle 15, dove si può scegliere dal tagliere il salato, accompagnato da frutta, yogurt, patate e caffè. Chiamato anche L’8 dai milanesi, il locale è sicuramente da provare per passare un momento in compagnia coccolati da ottimo cibo.

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# Le atmosfere svedesi dell’Upcycle Bike Café 

A tema ciclismo, con biciclette appese qua e là, i città studi si trova Upcycle bike café, che nel fine settimana offre cibo dolce e salato, di tradizione svedese. Il brunch qui si può vivere come momento di condivisione e cordialità, con la possibilità di vivere testimonianze di incontri e interviste dal mondo del ciclismo.

Credits: upcyclebikecafe IG

# Le uova di OV Milano

Il protagonista del pasto a L’OV Milano è l’uovo, cucinato in mille modi è il simbolo della colazione internazionale, accompagnato a pietanze dolci e salate. La catena ha aperto tre locali in Cinque Giornate, Cadorna e Tortona e il design crea un ambiente caldo e accogliente, riportando al passato grazie a piatti semplici e legati alla tradizione.

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# Il brunch di classe all’Emporio Armani 

Rinnovato in stile anni Trenta e ampliato negli spazi, l’Emporio Armani in via Manzoni offre un brunch in un luogo di classe, diverso in ogni giorno della settimana, tra cui spicca in particolare il Sunday Brunch, composto da un tagliere di salumi e formaggi, oppure da pesce, a seguire un piatto a scelta, frutta e dolci. In alternativa ci sono proposte alla carta. Certamente i prezzi sono meno accessibili rispetto alle proposte precedenti, ma adatte se si cerca di vivere un’esperienza di classe.

Credits: saya_k0105 IG

# il Brunch vintage all’Apollo Club

A riportare al passato è anche l’aspetto vintage dell’Apollo Club, in zona Navigli, in via Giosué Borsi, dove il giovane chef di origine pugliese, che ha collaborato con grandi cucine stellate fonde la tradizione e l’innovazione della cucina mediterranea.

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# Brunch ferroviario al 55 Milano

Vicino all’ex stazione ferroviaria di Bullona, in via Piero della Francesca si trova invece, Milano 55, ricavato da un ex deposito ferroviario, l’ambiente ampio è stato reso accogliente e dotato di una terrazza. La location è storica e particolare, la sua antichità mantiene l’identità del locale, che però è resa dinamica e alla moda grazie al lavoro dei giovani che gestiscono il ristorante, che gli hanno portato una ricchezza contemporanea, sia per quanto riguarda la l’aspetto del locale, sia per l’offerta culinaria proposta.

Credits: 55milano, IG

# Brunch panoramico al Terrazza 12 Milano

In Piazza San Babila, si trova The Brian&Barry Building, al cui decimo piano si trova una lounge dalle eleganti atmosfere anni Cinquanta, che offre una visuale magnifica: con uno sguardo di 360 gradi, si può vedere la Madonnina del Duomo, e lo Skyline di Milano City. Il menù offre brunch, pranzi e cene, accompagnati da drink d’ispirazione vintage.

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# Brunch con vista Duomo al Maio

Ad offrire un panorama altrettanto mozzafiato, nei pressi del Duomo, si trova Maio, che si affaccia in direzione delle guglie. Il ristorante si trova al settimo piano della Rinascente, è decorato da un design moderno e raffinato, con materiali italiani ricercati e funzionali. L’atmosfera intima e chic unita al panorama, rendono Maio il luogo ideale per un brunch a Milano, rappresentando al meglio la città.

Credits: maiorestaurant_milano, IG

Continua la lettura con Camminare sull’ARCOBALENO? Qui è POSSIBILE 

SARAH IORI

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Elisabetta ANDREIS: “La mia Milano è una CITTÀ DA CINEMA”

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Elisabetta Andreis

Elisabetta Andreis. Ogni giorno è la voce di Milano sul Corriere della Sera. Sempre attenta a chi soffre e a dare spazio a chi è rimasto indietro, Elisabetta incarna la milanesità nel giornalismo. Un sorriso dolcissimo e un atteggiamento sempre positivo fa vacillare lo stereotipo dei giornalisti arrivisti e incazzosi.

Elisabetta ANDREIS: “La mia Milano è una CITTÀ DA CINEMA”

 

La cosa che ami di più di Milano?2

Le stradine di Chinatown, quelle intorno al Trotter e quelle di Dergano

 

Quella che invece ti piace di meno?

il numero di piste ciclabili, ancorché aumentato negli ultimi anni, é assolutamente scarso rispetto alle necessità e alle capitali europee che si rispettano.

Credit: @pisteciclabilimilano

Il tuo locale preferito?

Il pub del Casoretto, ma il mio luogo del cuore é anche il Cinema Beltrade

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Andare al cinema e girare in bici

Elisabetta Andreis

La canzone su Milano a cui sei più legata?

Milano di Lucio Dalla

 Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

🤨 nessuno.
 

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Che ingrandissero il cinema Anteo (la più brutta, che chiudessero uno dopo l’altro i cinema del centro: Apollo, Excelsior, Corso, President, Maestoso, Astra, De Amicis, Nuovo Orchidea e Mignon)

La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?

Loreto. tra qualche anno sarà tutto diverso…

Credits: notizie.tiscali.it – Distanziamento sociale in banchina

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Nascere come funghi i grattacieli a Porta Nuova

Credits: corriere.it – Porta Nuova

Il quartiere che ami di più?

 
casoretto (piazza Aspromonte) Fonte: Urban File (c)
casoretto (piazza Aspromonte) Ph. blog.urbanfile.org/

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Un CENTRO di aggregazione giovanile per gli adolescenti di San Siro, con campo da calcio ed educatori esperti, se lo meritano: quegli adolescenti finora non hanno avuto niente. E poi, PISTE CICLABILI

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

E’ un’idea da non scartare

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Parigi o Roma
 
Credits: Daria Obymaha

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

1) un CENTRO di aggregazione giovanile per gli adolescenti di San Siro, con campo da calcio
2) PISTE CICLABILI
3) CINEMA multisala in centro. Riaprirei l’Apollo in piazzetta Liberty.
 

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Che sappia avere uno sguardo attento a chi non ce la fa, con una politica intelligente di affitti a prezzi normali (oggi sono alle stelle) e che voglia diventare davvero amica del cinema e delle biciclette.

Credits: donnesulweb.it
biciclette sui marciapiedi

Continua la lettura con: Tutti personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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Scontrino optional, Green Pass obbligatorio

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Chi siete? Cosa portate? Un fiorino (Non ci resta che piangere)

Aperitivo in zona centrale. Non siamo ancora entrati che veniamo assaliti da uno zelante controllore del locale. Controllo Green Pass con sguardo truce, da guardia del check point Charlie. Malgrado qualche brivido di disagio, il controllo viene superato brillantemente. A quel punto per una buona mezzora nessuno degli zelanti controllori si mostra più, lasciandoci ad aspettare, finché alla fine si ricordano di essere anche camerieri. Due Spritz, patatine e dopo un’ora ci si alza per pagare. Scontrino emesso con fastidio, solo dopo specifica richiesta. 

L’Italia si è trasformata in un paese di controllori. E tra quelli che sembrano entrare con più convinzione nella parte di inflessibili applicatori delle regole ci sono  proprio quelli che normalmente cercano modi per eludere controlli e infrangere altre regole.

Per certi aspetti questa nuova regola si è sovrapposta a tutte le altre. Vale più di norme e leggi di grado superiore. Rispettare questa sola regola, ormai pilastro fondante dell’intera società, porta molti a pensare di essere esentati dal rispettarne altre.

Dopo aver esteso la sua durata illimitatamente, la prossima mossa sarà di trasformare il Green Pass in un giubileo che cancella tutti i crimini e i peccati, consentendo di commetterli senza timore di punizione?

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

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Camminare sull’ARCOBALENO? Qui è POSSIBILE

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Credits: pixabay.com

Il National Geographic ha inserito tra i luoghi da visitare almeno una volta nella vita, il luogo magico dove l’arcobaleno riposa sul terreno: la montagna dai 7 colori.

Camminare sull’ARCOBALENO? Qui è POSSIBILE

# Dove si cammina sull’arcobaleno

Camminare sull’arcobaleno è possibile in Perù: la montagna dei 7 colori o Montagna Arcobaleno, si trova nella catena montuosa delle Ande a 5200 metri di altezza. Qui l’arcobaleno si appoggia sul terreno della catena montuosa Vinicunca. Il magico luogo si trova non lontano dall’antica capitale Inca di Cusco, oggi città patrimonio dell’UNESCO, capitale della provincia e della regione di Cusco.

Credits: pexels.com

Leggi anche Un week end in PROVENZA tra borghi e colori

# I 7 colori dell’arcobaleno

Credits: pixabay.com

Fino a 40 anni fa la Montagna Arcobaleno è rimasta nascosta agli occhi del mondo perché coperta da uno spesso strato di ghiaccio. Oggi, a causa dell’innalzamento delle temperature e allo scioglimento dei ghiacciai, si rivela in tutta la sua bellezza. La magnifica montagna assume i suoi particolarissimi strati colorati grazie ai minerali presenti nel terreno: il rosso dato dall’ossido di ferro, il rosa dal manganese, il giallo dallo zolfo, il bianco dalla marna, il blu-verde è il risultato dell’ossidazione del rame, mentre il marrone è una miscela di fanglomerato di roccia e il magnesio, il nero, infine, è dato dal granito.

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# La montagna

La disposizione dei colori a striature si deve all’origine della catena montuosa delle Ande, queste sono il risultato della collisione tra la placca terrestre di Nazca e la placca sudamericana, che, scontrandosi, hanno spinto la crosta terrestre verso l’altro. Oggi è possibile camminare sull’arcobaleno grazie ad un percorso di trekking, accessibile solo accompagnati da guide specializzate, poiché la strada è impervia e pericolosa a causa dell’altitudine, che rende l’aria respirabile molto rarefatta.

Credits: pixabay.com

Continua la lettura con Il segreto del successo di LUINI e dei PANZEROTTI più famosi del mondo

SARAH IORI

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Torna alla luce il MERCATO all’ISOLA

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Credits: @madeincorvetto IG

Ristrutturato e rinnovato, riapre lo storico mercato coperto di Piazzale Lagosta. Tante le novità per un luogo che sta trasformando il suo significato

Torna alla luce il MERCATO all’ISOLA

# Nuova forma, nuovo nome

I mercati coperti di Milano sono uno dei capitoli più controversi in città, però qualche ciambella riesce col buco e stavolta diamo merito all’operazione di makeover che riguarda il mercato comunale coperto di Piazzale Lagosta, che riapre dopo due anni di lavori di ristrutturazione.
È stata conservata la storica struttura, che risale al 1946, ma il mercato ha cambiato nome da Zara a Isola, è stato ingrandito e si è rinnovato, ampliando i servizi offerti.

Leggi anche: Arriva a Milano il MERCATO CENTRALE: riuscirà a ripetere il successo di Roma, Firenze e Torino?

# Un mercato social e orari più ampi

Credits; @masseria.isola IG

Il mercato comunale coperto, ex Zara ora Isola, ha un sito web, una newsletter, una pagina Facebook e una di Instagram. Di fatto il mercato si candida a diventare un luogo di incontro e condivisione, dove fare la spesa possa trasformarsi in un momento di socializzazione con la propria comunità.

Sono 10 le botteghe dove è possibile acquistare beni alimentari, ma non solo: l’ambizione è quella di conquistare il cuore dei cittadini di Isola, aggiungendo al servizio spesa la possibilità di consumare le specialità preparate in orari che si allungano. Il mercato rimane aperto infatti dalle 9:00 alle 24:00 tutti i giorni della settimana.

Il Comune di Milano ha già sperimentato, con successo, questa formula in altri mercati coperti, la quale è stata accolta con il favore dei cittadini coinvolti.
Anche al mercato di Piazzale Lagosta spuntano quindi i dehors, dotati di riscaldamento e affrescamento, il wi-fi e il servizio cucina.

Leggi anche: I 5 migliori MERCATINI AGRICOLI di Milano

# Dallo scheletro all’inaugurazione

Il mercato coperto di Piazzale Lagosta è stato inizialmente scarnificato fino all’osso. La ristrutturazione ha infatti riguardato la struttura fin dalle fondamenta e i pilastri principali.
C’è stato un momento in cui il mercato, seppur riconoscibile nella forma, è apparso più come lo scheletro di sé stesso.
Per fortuna il cantiere ha potuto proseguire i lavori ed ora, dopo due anni intensi, si presenta ai cittadini completamente rinnovato, a norma di sicurezza per quanto riguarda incendi e stabilità, contenimento energetico e l’aggiunta dei nuovi servizi, che ha coinvolto anche alcuni degli storici negozianti presenti con le proprie attività all’interno di questo mercato rionale. Sono quelli come loro il vero cuore di Milano e dell’Italia: gli imprenditori che accettano di accompagnare la città progredendo ed ampliando le proprie offerte, in questo caso cucinare sul posto le pietanze vendute.

Leggi anche: Quattro QUARTIERI di Milano: una volta non ci mettevi piede, ora sono tra i più AMATI

# Il primo mercato plastic-free della penisola italiana

Credits: @nicolettagraziosi IG

Il mercato Isola è il primo in Italia dichiaratamente plastic-free. La somministrazione dei cibi o delle bevande al suo interno o per asporto, non fa uso di plastica mono uso, seguendo una linea che a Milano è diventata una tradizione partita proprio da Isola e Niguarda con la famosa campagna “Milano Plastic Free” del 2019.
Secondo il celebre blog UrbanFile, la ristrutturazione avrebbe dovuto osare di più, coinvolgendo anche lo stesso Piazzale Lagosta, altro oggetto misterioso del Municipio 9, ridotto oramai ad un «agglomerato di lamiere e disordine senza senso». Il mercato poteva poi essere rifinito con un colore più acceso, utilizzando una cartellonistica meno anonima, per uno dei quartieri simbolo della città.

Cosa si può trovare all’interno del mercato Isola?
Due botteghe di carne, una di pesce, sushi fusion, frutta, verdura, pasta, birra, pizza, dolciumi, salumi e un bar per la pausa caffè.
Le 10 novità all’interno del mercato Isola vi aspettano. Ci avete già fatto un salto?

 

Fonte: Blog.urbanfile.org

Continua la lettura con: I MERCATI COPERTI di MILANO: perché non fare un COVENT GARDEN meneghino?

LAURA LIONTI

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🔴 Tamponi, decessi, contagi, letalità: tutti i NUMERI della PANDEMIA in Italia

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Numeri generali della pandemia

A due anni dal suo divampare nel febbraio 2020, facciamo un quadro aggiornato sui numeri della pandemia in Italia. Vediamo che cosa emerge.

Tamponi, decessi, contagi, letalità: tutti i NUMERI della PANDEMIA in Italia

# Contagi: un italiano su cinque ha contratto il virus

Numeri generali della pandemia

Da febbraio 2020, esattamente 24 mesi dopo il primo caso accertato di positività al Sars-Cov-2, sono questi i numeri aggiornati della pandemia:

  • il numero di persone che sono risultate positive in Italia ha superato gli 11 milioni e 230 mila: questo significa che il 20%, ossia un italiano su 5, è stato infettato dal virus;
  • di questo numero, 8,6 milioni sono le persone guarite 2,4 milioni gli attualmente positivi;
  • il totale di persone testate sfiora i 49 milioni.

# Tasso di mortalità allo 0,25%, tasso di letalità all’1,3%

Vediamo ora i tassi di incidenza dei decessi sulla popolazione:

  • i decessi sono 147.320, pari all’1,3% del totale degli infettati ufficiali (tasso di letalità);
  • il tasso di mortalità, numero di decessi sul totale della popolazione, è dello 0,25%
  • Tra i grandi paesi europei, l’Italia registra il più alto numero di morti Covid per milione di abitanti (2,45), davanti a UK (2,30), Russia (2,28), Francia (2,01), Spagna (2,01), Svezia (1,5), Germania (1,41) e Olanda (1,24).

Analizzando il tasso di letalità per fasce d’età, l’ultimo dato disponibile si riferisce in questo caso al 26 gennaio, come ultimo report dell’ISS, non ha registrato significative variazioni dall’inizio della pandemia.

Tasso di letalità Iss-Il Sole 24ore

Nelle fasce d’età tra 0 e 49 anni il tasso di letalità, rapporto tra decessi e positivi, è dello 0,1%: significa che in questa fascia si registra un decesso ogni mille infettati.  

Nella fascia 50-59 si sale allo 0,3%, quindi tre decessi ogni mille infettati
Nella fascia 60-69 anni è all’1,70%, quasi due decessi ogni cento infettati.
Il tasso cresce più sensibilmente nella fascia d’età compresa tra i 70-79 con il 6,1%, a seguire quella 80-89 con il 15% e oltre i 90 anni al 22,9%, quindi oltre un decesso ogni cinque infettati.

# I tamponi effettuati hanno superato la quota di 172 milioni per un costo stimato di 5,55 miliardi

Stima costo tamponi

Il tampone è lo strumento utilizzato per rilevare i contagi e monitorare la pandemia del virus Sars-cov-2. Alla data del 2 febbraio ne risultano eseguiti 172.843.235, per una media giornaliera vicina al milione con un costo stimato di circa 19 milioni.

Facendo una stima complessiva del costo di ogni tampone effettuato, molecolare e antigenico, si arriva alla cifra di 5,55 miliardi di euro. Per fare un riferimento con una delle iniziative di potenziamento sanitario ipotizzate, la cifra spesa per i tamponi equivale a oltre 55 mila nuovi posti di terapia intensiva, più di 5 volte di posti letti in più rispetto agli attuali.

# Oltre 129,5 milioni di dosi di vaccino somministrate, 49 milioni di italiani hanno ricevuto almeno un’iniezione

Campagna vaccinale alla data del 4 febbraio 2022

La campagna vaccinale, che ha preso il via ufficialmente a fine dicembre 2020, ma a livello massivo solo da gennaio 2021 registra ad oggi i seguenti dati:

  • le persone con almeno una dose ricevuta sono 49 milioni, circa il 91% della popolazione over 12, inserendo l’Italia tra i paesi con il maggior tasso di vaccinazione al mondo;
  • la vaccinazione completa è stata effettuata da 47,5 milioni di persone, quindi l’88% della popolazione over 12;
  • infine la dose booster è stata somministrata all’80% dei cittadini con vaccinazione completa, poco più di 34,4 milioni;
  • nella fascia 5-11 è stato vaccinato il 33% della popolazione.

Continua la lettura con: Il NUOVO TREND per le VACANZE in Europa? Meglio la LIBERTÀ SCANDINAVA che le restrizioni mediterranee

FABIO MARCOMIN

Copyright milanocittastato.it

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Per un mese Milano diventa la CAPITALE dei GATTI

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Credits: 7giorni.info

Il mondo felino protagonista assoluto di una pagina culturale a Milano. Si parte ne “La Giornata Nazionale del Gatto”, che cade il 17 febbraio, per finire a marzo. Vediamo cosa ci sarà in programma. 

Per un mese Milano diventa la CAPITALE dei GATTI

# Festa del Gatto

Gatti del Castello Credits: @art.modernandpast IG

Che siano randagi della colonia di quartiere, oppure domestici e coccolati dai loro compagni umani, i gatti sono gli spiriti più liberi e anticonvenzionali al mondo. Forse gli unici a raccogliere consensi in maniera trasversale, che riescono ad unire i capolavori di Mozart, Andy Warhol, artisti e persone comuni, tutti impegnati a rendere omaggio o a prendersi cura di questi piccoli felini urbani.
A Milano, in occasione della Giornata Nazionale del Gatto fissata sul calendario al 17 febbraio di ogni anno, sono in programma eventi e laboratori che coinvolgeranno anche i più piccoli, in onore di questi a-mici.

Leggi anche: YOGA con i GATTI? A Milano si può

# Un programma per tutti i gusti in compagnia del “Gatto con gli stivali”

Cari amanti dei gatti, quest’anno conviene fare sforzi di memoria per tenere a mente tutti gli impegni organizzati a Milano, che ruotano intorno alla Festa del Gatto.
Per l’edizione 2022 è stato scelto il Gatto con gli stivali come testimonial. Nella locandina ufficiale è ritratto da Luca Salvagno, in posa alle vecchie e ormai perdute mura del Castello Sforzesco.
Per l’occasione, è allestita a Wow Spazio Fumetto una mostra con 12 tavole originali di autori come Guido Crepax, Dino Battaglia e lo stesso Salvagno.

Al Museo del Fumetto di Viale Campania sono previsti anche laboratori domenicali per bambini, il 20 febbraio e 6 e 13 marzo, dove la cagnolina Pimpa incontra proprio il Gatto con gli stivali, si trasformano in Manga o diventano 3D. La prenotazione è obbligatoria e il costo del laboratorio, materiali compresi, è di 10 Euro. Attenzione: la mostra è chiusa nei giorni 26 e 27 febbraio.

Leggi anche: La CAFFETTERIA dei GATTI vicina alla CENTRALE

# Concerto in Miao

Credits: @hachiware1519

Sabato 19 febbraio il primo dei weekend dedicato al gatto parte col botto. Spazio Wow Fumetto ospita il celeberrimo Concerto in Miao, un appuntamento fisso di questa rassegna e che quest’anno prevede la partecipazione della mezzosoprano Manuela Bambino e il tenore Danilo Formaggia, accompagnati dal M° Antonio Bologna al piano.
Musiche dedicate al gatto di Rossini, Mozart e Ravel con un piccolo intermezzo di stile: nel mezzo del concerto verrà proiettato il corto della Disney, “Puss in Boots, di circa 8 minuti, la cui colonna sonora verrà eseguita dal vivo da Antonio Bologna. Proprio come si usava un tempo. Ingresso libero e prenotazione obbligatoria.

Leggi anche: Cat Café, Gattoparco, Parco Gattile: la prima guida di Milano, città dei GATTI

# Un programma diffuso

Credits: @gatto_gnagni al Castello Sforzesco

Non c’è un vero e proprio baricentro della rassegna, lunga un mese e dedicata ai gatti.
Sono previsti aperitivi e incontri al Crazy Cat Cafè di Via Napo Torriani, una proiezione Cathollywoodiana alla sala MediCinema del Cà Granda Niguarda, che verrà proiettato per i pazienti ricoverati nel grande ospedale, i quali nel pomeriggio riceveranno la visita del Gatto con gli stivali, che si aggirerà per i corridoi di Niguarda.
Si assegna il premio Urbancat dedicato ad Anna Magnani, ideato da Davide Cavalieri e che nel 2022 viene assegnato a Mondo Gatto. Il premio, sicuramente utile e gradito, la fornitura di una lettiera di origine vegetale e totalmente smaltibile, messa in palio da uno degli sponsor.

Leggi anche: Qui si mangia da cani…ma anche da gatti: le PASTICCERIE per ANIMALI

# Il gatto verde di Andy Warhol

Credits: Catawiki

A pensarci bene solo i gatti riescono ad unire una così ampia varietà di eventi o persone, apparentemente diverse tra loro, ma tenute insieme da un filo conduttore comune.
Nell’edizione 2022 a Milano, oltre alle tavole della mostra dedicata al Gatto con gli stivali, sono presenti 7 tavole del “Green Cat” ritratto da Andy Warhol. 7 rappresentazioni del siamese Sam, che sono parte di un portfolio di 25 realizzate dal gigante della pop-art nel 1956.
La rassegna milanese assume, così, il tono internazionale che merita, candidando Milano a diventare la vera e propria Capitale dei Gatti. Almeno fino alla metà di marzo 2022.

Fonte: 7 Giorni

Continua la lettura con: Il MISTERO dei 12 GATTI NERI sui tetti di Milano

LAURA LIONTI

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LOC, il nuovo piazzale LORETO: ecco progetto e rendering

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Credits: natipervivereamilano.com Loreto Loc

In vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 piazzale Loreto cambia volto. Ecco come sarà.

LOC, il nuovo piazzale LORETO: ecco progetto e rendering

# LOC: riscoprire i valori della comunità

Credits: natipervivereamilano.com
Loreto Loc

Loc- Loreto Open Community vuole trasformare Loreto in una piazza da vivere, facendo apprezzare il luogo. L’obiettivo è di creare uno spazio pubblico e collettivo, che riesca a rispondere alle esigenze dei cittadini mettendo al centro la comunità, come suggerisce il nome stesso del progetto.

La riqualificazione di Loreto sarà uno dei più importanti progetti di riqualificazione urbana di Milano, ma forse anche d’Italia, e avrà inizio l’anno prossimo, per poi poter essere completata entro il 2025, un anno prima le Olimpiadi. Sarà una trasformazione completa: da snodo di traffico a piazza di comunità.

# Ci saranno aree pedonali, alberature, fontane 

Credits: natipervivereamilano.com
Loreto

Loc è guidato da Ceetrus Nhood, gruppo che ha vinto il bando per la riqualificazione, ed è promosso dal Comune di Milano insieme a C40. Ma la realizzazione del progetto non sarà possibile solo grazie a loro, sono coinvolti anche Metrogramma Milano (coordinatore del Design Team), Mobility In Chain, Studio Andrea Caputo, LAND, Temporiuso e Squadrati Srl.

Con il nuovo progetto il piazzale diventerà in parte pedonale e soprattutto ecosostenibile. Precisando che la riqualificazione non ha l’obiettivo di eliminare quello che potrebbe essere parte del carattere identitario di Loreto, ovvero l’essere uno snodo viario, il piazzale manterrà questa caratteristica diventando però accessibile anche ai cittadini. A Loreto compariranno una grande area pedonale con alberature, fontane, panchine.

# Il progetto in pillole

Credits: natipervivereamilano.com
Loreto Loc

Come si è detto Loreto rimarrà uno snodo viario, ma questa volta il traffico sarà portato all’esterno, ai margini della piazza, rimanendo così connesso con le 8 grandi vie a cui si collega attualmente, tra queste Corso Buenos Aires, Via Padova, Viale Monza e Via Antonio Porpora.

Al centro comparirà invece una piazza, una sorta di agorà (proprio per riscoprire i valori antichi della piazza) con gradoni e un anfiteatro in centro, dove si potrà assistere a concerti, mercati e manifestazioni di ogni genere. La piazza abbraccerà anche il nuovo modello di vita green che sta spopolando in città: saranno realizzati percorsi ciclopedonali e all’interno saranno poste colonnine di ricarica elettrica e stazioni bike sharing. Il progetto prevede anche la costruzione di 3 nuovi edifici, con terrazze verdi sui tetti, destinati ad uso commerciale, uffici e svago. Qui i rendering:

Credits: natipervivereamilano.com
Loreto Loc
Credits: natipervivereamilano.com
Loreto Loc
Credits: artribune.com
Loreto Loc

Continua la lettura con: Corso SEMPIONE: come procede la RIQUALIFICAZIONE per gli Champs Elysee di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Come si dice OMG in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

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A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Anita LIKMETA: “la mia Milano sono le IDENTITÀ delle COMUNITÀ che la popolano”

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Credits: foto di Luca Cattoretti Anita Likmeta

Anita Likmeta. Imprenditrice e Advisor, Ambasciatrice Connect Albania per UN Migration. Umanista, di cultura classica, fuggita in Italia e cresciuta nel nostro paese affrontando molti sacrifici. Anche se è una cittadina del mondo, un’affinità elettiva con Milano la riporta sempre qui.

Anita LIKMETA: “la mia Milano sono le IDENTITÀ delle COMUNITÀ che la popolano”

Credits: foto di Luca Cattoretti
Anita Likmeta

La cosa che ami di più di Milano?

Milano è una città elegante e contraddittoria, una città che ha i suoi codici e una sua identità complessa ma radicata. Milano ti cambia e allo stesso tempo ti riporta a chi sei davvero.

Quella che invece ti piace di meno?

L’umidità.

Il tuo locale preferito?

Gogol & Co in Piazza Berlinguer.

Credits: @e.goa
Gogol and Company

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Correre a Parco Solari o lungo il Naviglio.

La canzone su Milano a cui sei più legata?

Un romantico a Milano dei Baustelle.

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Villa Necchi, un piccolo gioiello borghese che racconta tanto della città.

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Di camminare per strada in un qualsiasi pomeriggio agostano e sentirmi felice davvero, senza un perché.

La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?

Porta Genova per la sua poliedricità.

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Una donna che correva nuda al Naviglio in pieno inverno urlando “Non esisto!”

Il quartiere che ami di più?

Il mio, tra Via Tortona e Via Savona.

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?


Caro Sala, le scrivo per dirLe che è arrivato il momento di pensare alle periferie come progetto cruciale per la crescita della Milano inclusiva di cui in campagna elettorale tanto abbiamo parlato. È ora che pensiamo insieme i quartieri rispettando le identità delle comunità che li popolano. Dobbiamo strutturare un progetto inclusivo per i giovani e il loro inserimento nel mondo del lavoro con proposte avvincenti. Perché una Milano inclusiva è possibile solo insieme.

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

L’autonomia non si pretende, si è autonomi o non lo si è. Milano sarà anche il pollice ma servono tutte le altre dita per fare una mano. Una vera capitale europea si contraddistingue per la sua capacità di accogliere la diversità come fattore valoriale.

Credits: foto di Luca Cattoretti
Anita Likmeta

Continua la lettura con: Tutti personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Bullismo di stato

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Francesco vive in Italia e ha due cittadinanze per nascita, quella italiana e quella tedesca. Secondo l’ultimo decreto approvato nel Consiglio dei Ministri il 2 febbraio, se non si è vaccinato negli ultimi sei mesi Francesco con il passaporto italiano non ha più possibilità di accedere sui mezzi pubblici, in un hotel o mangiare al ristorante. Ma se mostra il passaporto tedesco tutto gli è concesso con un semplice tampone.

L’Italia diventa il primo paese del mondo occidentale dove due persone con caratteristiche simili hanno diritti differenti solo in base alla loro nazionalità. Tra un italiano e uno straniero il discriminato è così l’italiano, nonostante sia a casa sua.
La grande controrivoluzione attuata dal governo italiano è quella di avere eliminato il principio di uguaglianza che rappresenta il pilastro fondamentale delle democrazie moderne nate in seguito alle rivoluzioni francese e americana.

Al principio di uguaglianza si è sostituita la regola della discriminazione tra le persone, andando nella dimensione opposta rispetto a dove si stava procedendo negli ultimi secoli. La società è ora suddivisa in caste dove i diritti goduti aumentano secondo il numero di dosi assunte e secondo la nazionalità. Ci sono persone con tre dosi che hanno diritti superiori a chi ne ha fatte due. Ci sono stranieri che, a parità di altre condizioni, hanno diritti superiori rispetto a chi è di nazionalità italiana.

Una volta che si perde il principio fondamentale dell’uguaglianza, a quel punto la discriminazione automaticamente si declina in maniera spontanea in ogni ambito, dagli ospedali alla scuola portando a una bullizzazione della società.  
I principi fondamentali sono stati inseriti proprio per evitare questo. Perché i padri costituenti sapevano che esistono dei pilastri fondamentali che non devono mai essere derogati, pena l’imbarbarimento dell’intera comunità.

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

MILANO CITTA’ STATO 

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Marco BASSANI: “Per MILANO sogno un RITORNO AL FUTURO”

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Marco Bassani

Il mio rapporto con la Milano e la Lombardia è molto più viscerale di quanto non lo sia per altre persone che hanno avuto contorni familiari interamente racchiusi nella nostra
città-regione. Infatti, seppur non abbia nessun avo che, per quanto indietro si possa risalire nel tempo, sia nato al di fuori della direttrice Oltrepò-Milano-Como (Landoni, Figini,
Riccadonna e Bassani sono i cognomi dei miei nonni) sono nato in America e ho vissuto in svariati luoghi lontano dalla patria fino all’età adulta. Milano era sempre il punto di riferimento, nel senso che tutti i parenti e tutte le origini erano qui, ma per un lungo periodo la Lombardia era solo ciò che mi attendeva dentro le mura di casa, con un papà di Milano e una mamma di Como. Da trent’anni ormai vivo anche a Milano al di fuori dell’uscio domestico.

Marco BASSANI: “Per MILANO sogno un RITORNO AL FUTURO”

Marco Bassani

La cosa che ami di più di Milano?

Mi piacciono molto le dimensioni da cittadina cresciutella, che puoi attraversare a piedi da una parte all’altra in un’oretta. Facendo poi il professore universitario e avendo avuto migliaia di studenti nell’ultimo quarto di secolo non esiste nessuna forma di anonimato da grande città. Se esistessero ancora i cinema porno o i pornoshop non potrei andarci, non vi è luogo nel quale non mi giunga rapidamente un “buongiorno prof”. Insomma, questa sua dimensione grandicella, ma molto umana e di quartiere mi piace davvero.

Quella che invece ti piace di meno?

La trasandatezza mediterranea che purtroppo sta prendendo sempre più piede: dalla sporcizia dei parchetti, all’incuria per tutto ciò che è pubblico. Il lungo matrimonio, davvero infelice, fra la Lombardia e l’Italia ha significato per Milano esser l’avanguardia,
certo sempre un po’ meno povera e più “fortunata”, di un Paese (ideale, reale, convenzionale) che arriva fino a dove nei momenti di cielo terso si vede il lungomare di Tripoli. Milano non ha avuto la forza di salvare le aree italiche dal loro declino ineluttabile e
inarrestabile. È stata trascinata in vortice levantino dal quale non vedo via d’uscita.

 Il tuo locale preferito?

Da Giulio in Corso San Gottardo, oppure Aimo e Nadia. Dipende dalla grassezza momentanea del portafogli.

Il Luogo di Aimo e Diana

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Camminare da solo verso la Facoltà o senza meta precisa. Alla ricerca di un caffè Napoli.

 La canzone su Milano a cui sei più legato?

La ballata del Cerutti, Cerutti Gino … banalotto.

 Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Quanto dintorno? Ovviamente la mia casa di famiglia con vigne annesse nell’Oltrepò pavese, se ci si può spingere fino a 54 chilometri. No, nelle vicinanze strette non vi è nulla che mi piaccia particolarmente.

Oltrepò Pavese

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

I miei figli, portarli a giocare a pallone e in giro con gli amici. Le uniche cose davvero cariche di senso che abbia mai fatto.

Marco Bassani

La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?

Odio la metropolitana. Mi pare una roba da Novecento neanche inoltrato. La evito come la peste. Porta Genova è almeno vicino a casa mia.

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Mi fa sempre ridere il fatto che nonostante la composizione etnica della città muti da ormai un secolo, al punto che oggi non vi è probabilmente che una maggioranza relativa di lombardi, l’insulto più diffuso durante gli alterchi per strada sia “meridionale!” (si,
insomma l’equivalente offensivo). Nel mio cortile qualche mese fa un pugliese lo ha gridato a un calabrese. E il dialogo è proseguito con un “senti chi parla”. Mi veniva in mente il film “si ringrazia la Regione Puglia per averci fornito i milanesi”.

Il quartiere che ami di più?

Ticinese: da Piazza XXIV maggio fino quasi allo IULM.

Credits conor.adam IG – Ticinese

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Nulla di nulla, ritengo davvero il nostro sindaco una persona di nessun valore intellettuale, pratico, umano. Non mi spingo oltre per evitare denunce.

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Si, Milano dovrebbe essere una città Stato in una Lombardia indipendente. L’Italia dovrebbe scomparire come unità politica. Per il bene di tutte le popolazioni italiche.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Andrei nel sud degli Stati Uniti, Georgia, Alabama o meglio ancora Florida. Vivrei volentieri nei dintorni di Miami o ad Atlanta.

Credits: @lifemiamibeach
Miami

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Molto semplice: comprerei Milan e Inter. Poi farei fallire la seconda squadra di Milano (mi dicono sia già fallita, basterebbe certificarlo una volta per tutte). E lascerei un’unica squadra per la nostra città. Trovo sgradevole dover condividere lo stadio, i bar, le
piazze e le vie con chi è calcisticamente in grave errore, ai bordi del Male assoluto. Dopo un paio di generazioni il ricordo dell’altra squadra scomparirebbe e Milano si riconoscerebbe in un’unica squadra, come Napoli.

Credits: frontgroup.ch
milan e inter

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Io sogno che il Milanesato torni a quella situazione di progresso relativo che aveva pochi rivali in Europa, ad esempio all’epoca di Maria Teresa, ma anche molto prima.
Sogno il ritorno della nostra città nell’alveo dell’Europa fredda, lontana dal calore politico e assistenziale dei problemi mediterranei. Una sorta di ritorno al futuro, a quella Milano che aveva il suo più autentico cantore in Carlo Cattaneo ed era fondata su un’idea di progresso della società che si vedeva nella produzione materiale e gli scambi, ossia ricco di relazioni umane e risorse che diventano tali solo grazie alla mente dell’uomo. Ma per realizzarlo dobbiamo frantumare il dogma dell’unità politica di questa espressione geografica.

Marco Bassani

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La “FORTEZZA del DESERTO”: in arrivo l’HOTEL più GRANDE del mondo

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Credits: iodonna.it Abraj Kudai

Tra gli hotel più belli, più cari e più stravaganti del mondo, quale sarà il più grande? Qualunque sia attualmente l’hotel più grande del mondo sta per essere battuto, sì perché è in costruzione un hotel di 10mila camere.

La “FORTEZZA del DESERTO”: in arrivo l’HOTEL più GRANDE del mondo

# Un hotel di 1,4 milioni di metri quadrati

Credits: iodonna.it
Abraj Kudai

Dopo alcuni problemi, principalmente finanziari, che hanno rimandato l’apertura, quest’anno dovrebbe essere inaugurato quello che sarà l’hotel più grande del mondo. È in costruzione a La Mecca, in Arabia Saudita, e si chiamerà Abraj Kudai. L’edificio è stato progettato dal gruppo Dar Al Handasah, architetti che hanno già realizzato il Terminal 3 dell’aeroporto di Dubai, e ricorderà una fortezza nel deserto.

L’albergo conterà 10 mila camere, 45 piani, 4 eliporti e 70 ristoranti e occuperà una superficie pari a 1,4 milioni di metri quadrati. Ci saranno 12 torri: 10 delle quali offriranno sistemazioni a 4 stelle, mentre nelle altre due ci saranno i comfort di un albergo a 5 stelle. All’Abraj Kudai potrà soggiornare anche la famiglia reale, sì perché è stata progettata un’area dell’hotel accessibile solo a loro.

# Bloccato da una serie di problematiche finanziarie, aprirà entro la fine dell’anno

Credits: worldreligonnews.com
Abraj Kudai in costruzione

Si tratterà di un hotel super esclusivo iniziato a costruire nel 2015. Sarebbe dovuto essere aperto già dal 2017 ma alcuni problemi hanno bloccato la realizzazione. Il progetto richiedeva 3,5 miliardi di dollari, ma, considerando che il proprietario dell’Abraj Kudai è il Ministero delle finanze del Regno dell’Arabia Saudita, le azioni del governo hanno influenzato direttamente The Saudi Binladin Group (SBL), di cui il Ministero è cliente. I bassi prezzi del petrolio e la morte di 107 persone quando una gru del SBL è caduta sulla Grande Moschea della Mecca hanno bloccato la costruzione del Abraj Kudai.

In ogni caso questo hotel dovrebbe essere inaugurato nel 2022, appena sarà finalmente completato, e, oltre a diventare il più grande del mondo, rivoluzionerà il mondo del lusso.

Continua la lettura con: I 10 HOTEL più STRANI del MONDO: la classifica

BEATRICE BARAZZETTI

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Finalmente è possibile CAMBIARE la RESIDENZA online

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Credits: ANPR

Partita la sperimentazione in alcuni comuni italiani per fare da soli, comodamente online, alcune pratiche anagrafiche, tra cui la più odiata: il cambio di residenza. Vediamo da quali si inizia.

Finalmente è possibile CAMBIARE la RESIDENZA online

# Ai nastri di partenza

Credits: Comune di Brunate

La preparazione di questo servizio è iniziata nel gennaio 2021, quando anche l’ultimo dei 7.903 comuni italiani, è stato inserito nell’anagrafe digitale nazionale.
Un traguardo che in realtà segna la partenza del progetto di transizione digitale, particolarmente atteso dai cittadini e che sta segnando la via per la semplificazione.

Non più code estenuanti e perdite di tempo agli uffici del proprio comune. Da novembre 2021 i cittadini possono scaricare online da casa una serie di certificati.
Si tratta al momento di un test, per i prossimi due mesi, che riguarda esclusivamente alcuni comuni, la cui lista è possibile visionare nell’apposita pagina dell’anagrafe nazionale.

Leggi anche: Il lavoro come intrattenimento

# Ogni italiano trascorre 16 giorni all’anno in coda a uno sportello

coda palazzo reale

Avete idea di quanto tempo passano gli italiani in fila agli uffici pubblici?
La media è spaventosa: 400 ore, cioè 16 giorni in media all’anno. La sola idea che, nella lingua convenzionale del burocratese, i dispositivi che assegnano un numeretto che permette di rispettare la fila si chiamino “salva coda”, la dice lunga sul lavoro che bisogna affrontare per risolvere le lentezze della pubblica amministrazione.
2,5 delle 400 ore, trascorrono in media a fissare il numeretto o il display per controllare “a che punto siamo”.
A giudicare da alcune performance particolarmente scadenti, come le banche o gli uffici di anagrafe, i dispositivi “salva coda” sembrano pensati al contrario, ovvero per alimentare l’agonia, anziché ridurre i tempi di attesa.
Lo studio, del 2018, è l’ultimo disponibile per il settore. In assenza di aggiornamenti ci limitiamo a constatare che lo sport nazionale, in questo paese, non è il calcio ma la fila agli sportelli pubblici.

Leggi anche: Urban File: la M4 ha problemi di connessione!

# E Milano?

Credits: fattoquotidiano

So cosa state pensando: ma a Milano questo servizio è a disposizione “da quel dì”.
Verissimo, per fortuna. Ciò è dovuto al fatto che dal 2018 Milano ha messo a disposizione la propria infrastruttura, per fare da beta tester per questo servizio.
L’amministrazione meneghina ha affrontato da tempo questo passaggio, vitale per la natura dinamica della città, in anticipo rispetto a molti comuni italiani.
I milanesi possono quindi testimoniare ciò che molti connazionali, anche residenti all’estero ed iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), stanno per vivere nei prossimi due mesi di test: che affrontare il cambio di residenza da smartphone o dal PC di casa, è decisamente un’esperienza appagante.

Leggi anche: Le 5 APP essenziali per VIVERE a MILANO

# A che punto siamo? Prendete il numeretto

Credits: CNA Modena

Ci vorrà sempre una discreta pazienza, non sono solo le ore passate in fila che si devono accorciare. La PA italiana ha bisogno di una velocizzazione importante, perché la lentezza riguarda più che altro ciò che accade dietro agli sportelli, nelle segrete e inaccessibili stanze degli uffici pubblici.
Intanto ci godiamo questi due mesi di test, seguendo i risultati che ci meritiamo siano performanti. I cittadini dei comuni interessati potranno, ad esempio, cambiare residenza tra i comuni italiani o esteri, oppure all’interno dello stesso comune.
Il servizio verrà progressivamente esteso a tutti i comuni d’Italia.
Tenete d’occhio le bacheche in Municipio.
(L’immagine del Presidente Mattarella in copertina non è un meme. La campagna risale a novembre 2021 e ritrae il Presidente della Repubblica mentre scarica un certificato online. Il mancato cambio di residenza di Mattarella non è stato causato dall’anagrafe online)

Fonte: Will_ITA IG

Continua la lettura con: La RIVOLUZIONE INVISIBILE di ROMA: l’impatto dei BIG DATA su trasporti, anagrafe e ambiente 

LAURA LIONTI

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

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Il sogno di Dittatura della Repubblica

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Negli ultimi decenni stiamo assistendo nel dibattito pubblico a una ricerca costante di modi per rafforzare il potere politico.

Hanno provato a riformare il bicameralismo per rendere più snello il processo legislativo, si discute di trasformare la Repubblica da parlamentare a presidenziale e, con gli ultimi due governi, si sono trovate formule per dare pieni poteri al governo attraverso decreti e dispositivi amministrativi straordinari con valore di legge.

Tutti sembrano d’accordo che per risolvere i problemi crescenti nella società italiana la via maestra sia dare ancora più potere a chi governa.
In fondo non si tratta di una novità. La storia è fatta di governanti che hanno cercato di accrescere il loro potere. Uno dei modi più diffusi nel passato era quello di conquistare altri territori con la guerra o la colonizzazione.

Nel mondo odierno questa strada sembra ormai serrata ma non viene mano il naturale impulso del governante di accrescere il suo potere, anche perché più è grande l’ambizione di potere e più è forte la spinta a conquistare le posizioni di vertice. E proprio perché la forza trainante in chi governa è questa ambizione sconfinata non si può pensare che si esaurisca una volta ottenuto un ruolo di comando, ma si evolve nella ricerca di nuovi spazi di dominio.

Questa ambizione sconfinata sta venendo ultimamente perseguita con due modalità distinte. La prima è quella di esercitare sempre più potere nei confronti dei cittadini che vengono privati sempre di più della loro libertà e dei loro diritti. La seconda è quella unirsi con altri potenti per realizzare coalizioni oligarchiche sovranazionali, non sempre alla luce del sole. 

Se si guarda la storia è proprio questa ambizione sconfinata, e il conseguente eccesso di potere, che ha provocato i più grandi disastri. Mentre spesso è proprio l’opposto, ossia la frammentazione del potere, che ha consentito alla civiltà umana di progredire in modo creativo ed evolutivo.

Per evitare di ricadere in forme di totalitarismo come nel Novecento, forse sarà proprio nella riduzione e nella redistribuzione del potere centrale la vera svolta che aprirà la strada a una nuova fase politica, culturale ed economica del mondo contemporaneo.

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

MILANO CITTA’ STATO 

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I rendering della futura STAZIONE MIND-MERLATA della CIRCLE LINE

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Credits 3tiprogetti-Urbanfile - Stazione MIND-Merlata

Un’altra stazione della futura circle line è in fase di progettazione. Si tratta della stazione a servizio del nuovo quartiere di Cascina Merlata e dell’area MIND che andrà ad aggiungersi alle altre previste nel percorso della futura Circle Line, come quella di Tibaldi in costruzione a sud della città. Ecco i primi rendering.

I rendering della futura STAZIONE MIND-MERLATA della CIRCLE LINE

# In progettazione la nuova stazione della Circle Line di Merlata-MIND

Nuove stazioni circle line Milano MIND-Merlata e Milano Stephenson

Come riportato dal blog Urbanfile lo studio 3TI Progetti, che ha firmato un nuovo contratto con Arexpo per la progettazione di fattibilità tecnica ed economica della nuova stazione “Milano MIND-Merlata” lungo la ferrovia Milano-Domodossola, ha rilasciato le prime immagini della futura fermata.

Verrà realizzata tra le stazioni di Milano-Certosa e Rho Fiera Milano e andrà a servire il nuovo quartiere di Cascina Merlata con annesso nuovo mall commerciale, e MIND, il nuovo centro dell’innovazione di Milano in costruzione sui terreni che hanno ospitato l’Expo 2015. La stazione sorgerà sotto il cavalcavia pedonale “MIC” – Passerella MIND-Cascina Merlata e sarà inserita nel percorso della futura Circle Line.

Leggi anche: In costruzione la PRIMA STAZIONE della futura CIRCLE LINE

# I rendering della futura fermata “green” 

La struttura della stazione è stata pensata in metallo bianco, per integrarsi con la vicina passerella ciclopedonale, e come mostrano le immagini dovrebbe venire ricoperta di rampicanti e circondata da alberi. I rendering rilasciati dallo studio di progettazione si riferiscono però solo alla porzione di manufatto che si collega alla passerella, mentre a metà della stessa dovrebbe essere costruito l’edificio della stazione vero e proprio con annesse piattaforme e banchine dei treni.

Circle line Milano
Credits: Comune di Milano – Tracciato Circle line Milano prima dell’aggiunta delle nuove stazioni

Quando entrerà in funzione, la fermata MIND-Cascina Merlata sarà dedicata al servizio delle linee suburbane e della futura Circle Line con partenza da Rho Fiera e capolinea a sud ovest nella stazione di San Cristoforo FS.

Leggi anche: CIRCLE LINE: tutta la verità sul progetto più sognato dai milanesi

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: M4: la nuova DATA d’inaugurazione e il “nuovo” PRIMO TRATTO

FABIO MARCOMIN

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Terminato il GEMELLO del BOSCO VERTICALE. Qual è il più bello del reame?

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Bosco Verticale

Il gemello del Bosco Verticale è stato completato. Si chiama “la foresta verticale” ed è opera anch’essa di Stefano Boeri. Dove si trova e quali sono le differenze rispetto all’ “originale”?

Terminato il GEMELLO del BOSCO VERTICALE. Qual è il più bello del reame?

# La Foresta Verticale: due torri residenziali create sul modello del Bosco Verticale

Credits: archiportale.com
Bosco Verticale Cina

Il progetto dell’architetto Stefano Boeri del gemello del Bosco Verticale è stato portato a termine. Le due nuove torri verdi e ultra sostenibili sono state realizzate a Huanggang, Cina, e sono state inserite nel nuovo complesso Easyhome Huanggang Vertical Forest City Complex. Qui, oltre alle due torri residenziali alte 80 metri, ci sono un hotel e alcuni spazi commerciali, coprendo un totale di 4,54 ettari.

Con il Easyhome Huanggang Vertical Forest City Complex l’obiettivo era quello di creare uno spazio funzionale che rispondesse alle esigenze di tutti i cittadini e nella realizzazione di parte del progetto l’architetto italiano Stefano Boeri è stato il prescelto. Così ora ci si trova non solo con un Bosco Verticale, quello milanese celebre ormai in tutto il mondo, ma con altre due torri molto simili.

# 404 alberi, 4620 arbusti e 2408 mq di piante perenni, fiori e piante rampicanti

Credits: archiportale.com
Bosco Verticale Cina

Il Bosco Verticale cinese è caratterizzato da due torri residenziali: per spezzare la regolarità dell’edificio, dando allo stesso tempo un movimento continuo, sulla facciata si alternano balconi aperti e chiusi, oltre alle migliaia di alberi e arbusti liberi di crescere seguendo l’altezza dell’edificio. Anche qui il verde fa da padrone: ci sono 404 alberi, 4620 arbusti e 2408 mq di piante perenni, fiori e piante rampicanti. Tutto questo assorbe 22 tonnellate di CO2 all’anno e produce 11 tonnellate di O2 all’anno.

# Milano v.s. Huanggang

Credits: @elenagalysan IG

Ma qual è il più bello? Il Bosco Verticale milanese o questo nuovo cinese? il Bosco Verticale di Milano gode di rilevanti punti a favore: innanzitutto si tratta dell’originale, il primo ad essere stato costruito, è stato poi definito uno degli edifici più belli e sostenibili al mondo, tanto che nel 2014 ha vinto l’International Highrise Award, competizione internazionale a cadenza biennale per l’assegnazione del premio di grattacielo più bello del mondo. Se poi il Bosco Verticale di Huanggang sarà definito ancora più bello questo non si sa, ma la sensazione è che si tratterà comunque di una imitazione

 

Continua la lettura con: 7 cose che forse non sai sul BOSCO VERTICALE, il “grattacielo più bello e innovativo del mondo”

BEATRICE BARAZZETTI

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🔴 A Milano arrivano gli ALBERI TECNOLOGICI: ecco dove

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Credits: blog.urbanifle.org Alberi tecnologici

A Milano spuntano degli alberi un po’ particolari: il tronco sembra un palo della luce e le foglie somigliano a dei faretti. All’interno del progetto di riqualifica di un quartiere milanese, sono comparsi questi alberi tecnologici e ultra moderni, ma dove sono?

A Milano arrivano gli ALBERI TECNOLOGICI: ecco dove

# La riqualifica del Giambellino

Credits: @aggiemorganti
Giambellino

Il Comune di Milano si sta impegnando a riqualificare il quartiere Giambellino, compreso tra la via omonima, via Inganni, via Lorenteggio e via Odazio. Nel progetto, ormai in parte realizzato, compaiono marciapiedi in beola (pietra), nuove aiuole e un sistema di illuminazione completamente nuovo. Una riqualificazione, quella di Giambellino-Lorenteggio, che potrebbe essere definita l’operazione urbanistica più vasta nella zona meridionale di Milano.

Il progetto non prevede però solo la risistemazione di quella parte che fa da sfondo a palazzoni e caseggiati popolari di discutibile bellezza, l’idea infatti è anche quella di ricostruire alcuni di questi edifici e di bonificare dall’amianto altri alloggi. Tra continui ritardi e false speranze, nel quartiere però stanno comparendo dei veri e propri alberi tecnologici. Ma cosa sono?

# Gli alberi tuttofare

Credits:blog.urbanifle.org (foto duepiedisbagliati)
Alberi tecnologici

All’interno del progetto di rinnovamento dell’illuminazione del quartiere è stata inserita l’idea di alberi tecnologici che fungessero non solo da luminari ma da molto altro. Si tratta di pali della luce dalla forma ad albero, dove i faretti fanno da foglie e il palo vero e proprio da tronco. Saranno posizionati in via Segneri (angolo via Sanniti), in via Lorenteggio (angolo via Recoaro) e in via Giambellino (angolo via Sanniti), ma non saranno solo lampioni un po’ particolari. Questi alberi tecnologici sono veramente ultra moderni:  fungeranno infatti da hotspost per il wi-fi pubblico e avranno incorporate telecamere e sensori ambientali per il controllo del rumore e dell’inquinamento. Saranno anche amici della polizia e occhio ad eventuali multe, sì perché tramite questi alberi verrà monitorato il traffico e gli stessi segnaleranno un eventuale abbandono di rifiuti ingombranti sui marciapiedi.

Un’idea moderna che combina funzionalità ed estetica, si spera solo che l’intero quartiere riesca finalmente ad essere riqualificato.

Fonti: blog.urbanfile.org

Continua la lettura con: 🛑 RESTYLING GIAMBELLINO: la riqualificazione dell’ex quartiere della MALA (rendering)

BEATRICE BARAZZETTI

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E’ il momento dello STRETCHING: come si dice in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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