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🔴 Da Malpensa la COMPAGNIA AEREA con SOLO posti in BUSINESS CLASS: aperte le prenotazioni

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Credits: siviaggia.it business class

Decolla da Milano la compagnia aerea che propone solo posti in business class. Ecco come saranno i voli nel massimo della comodità.

Da Malpensa la COMPAGNIA AEREA con SOLO posti in BUSINESS CLASS: aperte le prenotazioni

# Da Malpensa a New York solo in business class: aperte le prenotazioni

Credits: @lacompagnie_businessclass
la compagnie

A bordo di un Airbus A321neo, ai passeggeri di questi nuovi aerei sembrerà di essere su un jet privato. L’aereo ospiterà solamente 76 persone, se ci fossero posti in Economy ne trasporterebbe anche più di 200. Viaggerà da Milano Malpensa alla Grande Mela: atterrerà a New York Newark. Il primo volo della Compagnie partirà tra meno di due mesi, il 15 aprile, e le prenotazioni per chi vuole farsi una vacanza primaverile a New York viaggiando comodi sono già aperte.

# Un volo all’italiana

Credits: @lacompagnie_businessclass
la compagnie

Ma quali sono le comodità che questi nuovi aerei solo business class offriranno? Ovviamente non mancheranno poltrone ampie, 50cm di larghezza per 192cm di lunghezza, e reclinabili, così che i passeggeri potranno tranquillamente dormire durante il viaggio. In più sarà un viaggio all’italiana. Se infatti fino ad ora la compagnia aerea aveva viaggiato solo da e per la Francia, rispondendo alle esigenze dei francesi, gli amenity kit del viaggio da e per Malpensa saranno prodotti da un’azienda italiana.

# Ma quanto costa?

Credits: @lacompagnie_businessclass
la compagnie

Anche cibo e vino offerti durante il viaggio saranno preparati e scelti da chef italiani, alcuni dei quali sono anche abbastanza conosciuti: tra questi, Isabella Potì e Floriano Pellegrino di Bros da Lecce e il vicentino Lorenzo Cogo, di Lorenzo Cogo Social Club e del Ristorante Dama di Venezia. Infine, la compagnia aerea non vuole far annoiare i suoi passeggeri e quindi, oltre a garantire il Wifi gratuito per tutto il viaggio, offre alcune letture, sfilate di moda, e organizza show cooking e altri eventi.

Considerando tutto ciò che offre, chi prenderebbe ancora gli altri aerei? La risposta è semplice, chi non vuole spendere 1500 euro per un viaggio in aereo. La Compagnie permette ai suoi passeggeri di modificare il volo o cancellarlo e essere rimborsati fino a 24 ore prima. In più nel biglietto sono compresi due bagagli a testa da 32kg, l’accesso prioritario ai controlli e una lounge privata dove aspettare l’imbarco. (Da Siviaggia.it)

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BEATRICE BARAZZETTI

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4 giorni di lavoro, 3 di vacanza, stipendio uguale: in BELGIO la rivoluzione della SETTIMANA CORTA

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Ph. S. Hermann & F. Richter (pixabay)

Quante volte si spera di avere un weekend più lungo, avere un giorno in più di relax tra un turno lavorativo e l’altro? In Belgio da quest’anno la settimana lavorativa sarà di 4 giorni, gestendo gli orari su scelta dell’impiegato.

4 giorni di lavoro, 3 di vacanza, stipendio uguale: in BELGIO la rivoluzione della SETTIMANA CORTA

# Un weekend più lungo senza cali nella produttività

In Belgio è partita la Rivoluzione delle norme sul lavoro, sostenuta dal Governo Federale. Il Ministro del Lavoro Pierre-Yves Dermagne garantisce progressi concreti nella vita di tutti i lavoratori: la scelta di ridurre la settimana lavorativa a 4 giorni non avrà conseguenze sulla produttività del paese, poiché le ore di lavoro saranno le stesse, ma distribuite in modo diverso. Il nuovo piano sul lavoro non si occupa solo di garantire un giorno in più al fine settimana ma garantisce una più efficiente formazione professionale, un maggiore equilibrio tra vita privata e professionale e maggiore tutela nel periodo dell’occupazione, e nel passaggio da un’occupazione ad un’altra.

Credits: pixabay.com

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# Distribuzione oraria

La scelta di questa riforma lavorativa deriva dal modo di lavorare che si è sviluppato a causa del Covid, «ci si è dovuti adattare» dice il presidente del Consiglio Belga. La pandemia ha fatto capire che ci sono diverse esigenze rispetto a quando fu creato il sistema lavorativo che usiamo ancora adesso e lo stesso vale per le tecniche e tecnologie lavorative moderne. In Belgio, la nuova flessibilità di orario garantita permetterà di gestire le ore in base alle proprie esigenze, si potrà decidere quando svolgere le ore distribuendole tra una settimana e un’altra. Per permettere ciò, chi lavora con un part-time variabile deve essere informato dei propri turni con almeno una settimana d’anticipo.

Credits: pixabay.com

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# Formazione

La scelta di una settimana di lavoro di 4 giorni piuttosto di 5 è a discrezione del lavoratore che ogni sei mesi dovrà comunicare la decisione riguardante la sua turnazione al datore di lavoro che, nel caso dovesse rifiutare la proposta, dovrà motivare la sua decisione. Un altro cavallo di battaglia del Governo Belga è l’insistenza sulla formazione: da ogni azienda dovranno essere garantite almeno 3 giornate di formazione all’anno, che aumenteranno a 4 nel 2023 e 5 nel 2024.

A tutte le imprese con oltre 20 dipendenti sarà inoltre richiesto di inserire nel piano di sviluppo un periodo per approfondire le competenze di ogni dipendente. Questa strategia permetterà di aumentare il livello di qualità della produttività belga, anche riducendo i giorni lavorativi.

Credits: pixabay.com

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# Numerose garanzie

Questa Riforma Lavorativa garantisce anche il diritto alla disconnessione, vista la diffusione del lavoro da computer, più aiuti per i dipendenti soggetti a licenziamento e una facilitazione per quanto riguarda la collaborazione tra uffici nel passaggio da un lavoro all’altro, all’interno di compagnie diverse.

Per i dipendenti più anziani, l’ultimo periodo di lavoro sarà dedicato alla formazione oppure verranno ricollocati, sostenuti dai contributi del datore di lavoro. In più, è prevista per chiunque un’assicurazione in caso di incidente sul lavoro. Lo scopo è tutelare tutti i lavoratori, affidandone il sostegno alle aziende.

Credits: pixabay.com

Il nuovo schema lavorativo del Belgio permetterà ai dipendenti di gestire i propri orari garantendo un clima di lavoro più rilassato e di conseguenza più produttivo. Con l’aggiunta del nuovo progetto formativo a questo tipo di distribuzione oraria il paese stima di raggiungere un tasso di occupazione dell’80%. 

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SARAH IORI

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🔴 AUSTRALIANO “invade” Milano: “Palazzo Reale è mio”

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Crocodile Dundee

A Milano può succedere di tutto. È la città che accoglie chiunque a braccia aperte, che offre un futuro e nuove opportunità a chi decide di vivere qui. Ma forse c’è chi esagera: un cittadino australiano ha deciso di cogliere al volo questa generosità di Milano e tentare di appropriarsi di Palazzo Reale.

AUSTRALIANO “invade” Milano: “Palazzo Reale è mio”

# Il cittadino australiano vuole trattare con il Comune riguardo la sua proprietà di Palazzo Reale

milano deserta

Nel primo pomeriggio di mercoledì 16 febbraio, un uomo australiano di 37 anni si è presentato a Palazzo Reale con tanto di bagagli affermando di essere l’erede dei Savoia e che quindi il Palazzo era di sua proprietà. “Questa è casa mia” ha detto. Nessuno scherzo, l’uomo era serio. Infatti il cittadino australiano intorno alle 13 di mercoledì si è recato al primo piano di Palazzo Reale, dove si accede alle mostre, chiedendo dove fosse Palazzo Marino perché doveva andare in Comune, attuale titolare di Palazzo Reale, a rivendicare la sua proprietà.

# Nulla lasciato al caso: ha mostrato anche i documenti di proprietà dell’immobile

Credits: @carla.meoni
palazzo reale

L’australiano non ha lasciato proprio nulla al caso. Non solo infatti ha portato con sé i bagagli, ma ha mostrato anche alcuni documenti che lo definivano l’erede di Palazzo Reale e, addirittura, l’erede del Regno d’Italia in quanto Savoia.

Alla fine l’uomo che sperava di aver trovato una casa in centro città con camere lussuosissime è stato allontanato da Palazzo, prima dai vigili del fuoco, che però non hanno avuto molto successo, e poi da una decina di poliziotti. Così sembra finito il sogno del cittadino australiano, anche se di questi tempi non si può escludere niente. Vedremo se ci saranno altri sviluppi e se l’australiano ci riproverà con dei rinforzi…

Continua la lettura con: Quando il grand Hotel Plaza osò sfidare PALAZZO REALE

BEATRICE BARAZZETTI

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I RAVE: come si dicono in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Carla TORRIANI: “la mia Milano deve ritrovare la sua IDENTITÀ”

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Carla Torriani. Giornalista per lavoro e per passione. Nata e cresciuta a Milano, ha saputo conciliare la sua passione per la scrittura e la comunicazione con quella per la critica musicale.

Carla TORRIANI: “la mia Milano deve ritrovare la sua IDENTITÀ”

La cosa che ami di più di Milano?

Milano è sempre stata la città dell’accoglienza. Prima con gli immigrati italiani, ora con gli stranieri. Questo amo di Milano. Credo che tra tutte le città italiane sia quella più internazionale.

Quella che invece ti piace di meno?

L’urbanistica. Questo crescere di grattacieli toglie identità a Milano. Le piste ciclabili e, spesso, il restringimento delle vie. Creano un caos stradale maggiore ed è anche pericoloso sia per le biciclette che per le auto.

Il tuo locale preferito?

Non frequento locali da tanto tempo, dopo le chiusure di locali storici come il Rolling Stone o la mancanza di piccoli locali dove fanno musica dal vivo. Penso ad esempio al “Magia Music Meeting” dove sono nati e cresciuti “Elio e le Storie Tese”,  ma dove hanno anche suonato artisti internazionali. Era un bellissimo punto di incontro per i musicisti milanesi.

Credtis: eventshunters.com – Rolling Stone

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Passatempo preferito? Girare per negozi anche se, negli ultimi anni, è tutto omologato. Anche in questo caso Milano ha perso identità.

La canzone su Milano a cui sei più legato/a?

Ho alcune canzoni. Quelle di Giovanni D’Anza come “Nostalgia De Milan” o la classica “O mia bela Madunina”. Mio papà e mio nonno paterno erano milanesi DOC e le sentivo spesso. Io sono particolarmente legata invece a due canzoni di Alberto Fortis “Milano e Vincenzo” e la splendida “Il Duomo di notte”.

 

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Attorno a Milano? La Brianza. Monza con il suo parco e la villa Reale.

Credits: @brianzafoto
Ciliegio Vergo Zoccorino

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

A Milano ci sono nata e cresciuta. É nato mio figlio. Ho lavorato nel passato a grandi eventi che si sono svolti a Milano. Tante cose belle.

La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?

San Babila. Storica. I paninari. E la fermata che porta alle principali vie della moda.

Fontana di Piazza San Babila

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

I flash mob sulla metropolitana.

Il quartiere che ami di più?

Corso Indipendenza/XXII Marzo.

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Sala dovrebbe lavorare di più sul decentramento e sul recupero di aree dismesse. Penso ad esempio all’area di Rubattino, sarebbe un ottimo posto per creare un grande centro sportivo dove poter ospitare eventi internazionali e di richiamo. Ma anche sulla viabilità che, come ho scritto sopra, spesso lascia a desiderare. E accelerare i lavori della metropolitana. E restaurare facciate dei palazzi. Ne abbiamo davvero di bellissimi ma piuttosto malridotti.

Credits: daniele rossi foto – “Palazzo di Cristallo” ex fabbrica Innocenti-Maserati al Rubattino

Milano città stato: sei a favore oppure no che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Beh Milano è sempre stata una città a parte rispetto all’Italia. Si potrei essere favorevole se comprende anche però tutta la provincia sua e Monza Brianza.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Andrei sempre in una metropoli. Dubai è in cima alla lista.

Credits: @visit.dubai
Dubai

Se avessi due miliardi di euro per Milano che cosa faresti?

Due Miliardi di Euro? Centri sportivi. Ricostruire l’agognato palasport crollato con la nevicata del 1985. Era una struttura molto bella, capiente. Piuttosto che uno stadio nuovo. Il Meazza va solo rimodernato, va benissimo così. Ma in zona manca il Palasport.

Palasport di San Siro

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Le auspico di ritrovare la propria identità. Di non svendersi del tutto agli stranieri, ma, piuttosto, trovare collaborazione.

Continua la lettura con: Tutti personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

I preziosi consigli del cattivo maestro

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Un amico racconta che ama andare in auto con sua madre al fianco perché ogni volta che indica la strada è sempre quella sbagliata. Quindi è sufficiente andare dalla parte opposta per arrivare velocemente alla meta.

Ai tempi della guerra fredda alcuni analisti occidentali consideravano più affidabile la Pravda che il New York Times. Perché sul New York Times si potevano trovare notizie vere mischiate a notizie false, mentre sulla Pravda le notizie erano sempre false e così si poteva avere una visione sulla realtà più precisa.

In effetti, l’esperienza insegna che i consigli di un nemico sono da evitare. Anche se sembra mosso a fin di bene in realtà ciò che ci indica è cosa sbagliata. Lo stesso accade con i cattivi maestri: persone che non sono state in grado di fare qualcosa, spesso insegnano agli altri quello che non sono stati capaci di fare, come del resto accade spesso nell’università italiana dove chi non è capace di fare si mette a insegnare.

Paradossalmente il sistema funziona perché è nella natura dei giovani contestare l’insegnamento e anzi il passaggio alla maturità avviene proprio quando si “uccide il padre”, come diceva Freud, ossia quando ci si smarca dagli insegnamenti di chi ci fa da maestro.

Soprattutto in questo periodo storico forse più che di buoni maestri abbiamo bisogno di giovani che facciano l’opposto di quello che si sentono dire dagli adulti.

Quindi invitiamo il giovane lettore a non prendere in considerazione questo articolo.

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

MILANO CITTA’ STATO 

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I PALAZZI di GHIACCIO: un’idea per Milano?

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Credits archexist - Ice Cubes Cultural Tourist Center

In Asia è stato inaugurato un nuovo centro turistico cittadino, un grattacielo che sembra una scultura di ghiaccio. Vediamo in quale città e come è stato realizzato il progetto. 

I PALAZZI di GHIACCIO: un’idea per Milano?

# Il grattacielo che sembra una scultura di ghiaccio

Credits archartist – Xianging Cultural Tourism Center di notte

In Cina, nella città di Xianxiang, ha inaugurato il nuovo centro turistico cittadino che sembra una scultura di ghiaccio: nove cubi interconnessi alti ognuno 17 metri con una singolare facciata translucida ottenuta con pannelli in vetro stampato. I cubetti si sovrappongono e si sfalsano l’uno rispetto all’altro realizzando architettura evanescente che diventa concreta poco alla volta avvicinandosi all’edificio. Il commento degli architetti: “Le facciate in vetro traslucido filtrano la luce e la vista dall’interno così da provocare un senso di mistero oltre che il desiderio di avvicinarsi alla struttura. I cristalli di ghiaccio catturano la luce e la restituiscono…l’edificio sembra così emettere la luce che riceve come una massa di ghiaccio abitato”.

Leggi anche: Il nuovo CAPOLAVORO di Renzo Piano: apre la CATTEDRALE di LUCE

# Un nuovo landmark cittadino che cambia il suo aspetto al passare delle ore e delle stagioni

Credits archexist – Ice Cubes Cultural Tourist Center dettaglio

Il progetto a firma degli architetti locali Zone of Utopia coadiuvati dal team dell’architetto francese Mathieu Forest è già stato eletto come nuovo landmark e snodo urbano oltre che centro d’attrazione per i turisti da tutto il mondo. I due studi di architettura hanno plasmato l’edificio come fosse una scultura di luce abitata e attraverso il sottile gioco visivo che si è venuto a creare viene percepito in modo diverso a seconda di ogni punto di vista. Ma non solo, cambia continuamente il suo aspetto con il passare delle ore e delle stagioni grazie alle facciate traslucide che catturano la luce naturale in tutte le sue varietà. Sotto il sole appare bianco, quando il tempo è nuvoloso sembra nebbioso, in alcune circostanze sembra ghiacciato.  

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FABIO MARCOMIN

Copyright milanocittastato.it

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La CASA NOMADE: la casa senza radici solo per PANORAMI MOZZAFIATO

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Credits: @stir_world Casa Ojalà

Una casa nomade che cerca ogni volta una vista sempre più bella. Una guest house lussuosa che offre tutte le comodità. È questo il progetto della nuova casa senza radici, che si può posizionare ovunque, perfettamente versatile. Ma il suo spostamento può avvenire solo ad una condizione: a circondarla deve esserci un panorama mozzafiato.

La CASA NOMADE: la casa senza radici solo per PANORAMI MOZZAFIATO

# Casa Ojalá: una casa super versatile

Credits: @archilovers
Casa Ojalà

È stata progettata dall’architetta italiana Beatrice Bonzanigo. Si tratta di una casa pensata per poter essere posizionata ovunque, è larga 27 metri quadrati e all’interno c’è tutto ciò che serve: due posti letto, un bagno, un angolo cottura, un soggiorno e una terrazza. La casa si chiama Casa Ojalá ed è stata presentata in occasione della Milano Design Week.

Credits: @godsavemama
Casa Ojalà

La sua particolarità è l’essere ultra-versatile: senza cambiare mai la struttura originale e la forma, può infatti assumere 1000 soluzioni interne diverse. Pavimenti, finestre, pareti e soffitti possono essere aperti, chiusi e spostati a piacimento degli ospiti. E lo stesso vale anche per i mobili.

# Un’eccellenza made in Italy

Credits: @stir_world
Casa Ojalà

La casa è completamente made in Italy: è stata costruita in legno così da poter essere in armonia con quasi qualsiasi contesto naturale in cui potrà essere inserita, ma gli altri materiali usati sono ceramica, tessuti e plastica riciclata. Ovviamente è una casa sostenibile, sono infatti i pannelli solari sul tetto, un sistema di raccolta d’acqua piovana e uno di purificazione delle acque a renderla tale.

# La casa che può andare ovunque

Credits: @da.cima.a.fondo
Casa Ojalà

In questo momento Casa Ojalá è in val d’Orcia, precisamente nella tenuta Rosewood Castiglion del Bosco, tra i vigneti di Brunello di Montalcino. Ma il bello della casa sarà proprio quello di poter essere posizionata ovunque, purché fuori dalla finestra si possa godere di una vista magnifica. Grazie al fatto di essere una struttura perfettamente autonoma, l’architetta si augura anche che Casa Ojalá possa essere riprodotta in larga scale, ma non accetterà che questa non sia inserita in un contesto naturale.

Per la casa nomade la condizione è molto semplice: deve essere posizionata in un panorama spettacolare.

Continua la lettura con: La MINI CASA a forma di CUPOLA che COSTA come un’AUTO

BEATRICE BARAZZETTI

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Mangiare in un IGLOO a Milano? Si può fare nel PICCOLO VILLAGGIO ESCHIMESE

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Uno dei ristoranti più gettonati di Milano vi invita ad entrare sussurrando all’orecchio che «sarete sorpresi dal gran numero di possibilità di viziarsi a tavola senza rinunciare alla salute». Che fate?

Mangiare in un IGLOO a Milano? Si può fare nel PICCOLO VILLAGGIO ESCHIMESE

# Il villaggio eschimese “Fattoapposta

Credits: Stay Happening

Per una volta, a Milano, possiamo toglierci la soddisfazione di ammirare un’installazione pensata e utilizzata in maniera appropriata. È un’occasione che capita meno spesso di quanto si creda nella capitale degli eventi, dove tutto nasce in funzione dell’episodio, a volte ribaltando la filosofia dell’oggetto scelto a rappresentarlo.
A due passi dal Naviglio e da San Cristoforo, invece, il The Garden by Boscogrosso ha sistemato un piccolo villaggio eschimese in mezzo al suo già famoso giardino. E lo ha fatto semplicemente per creare un riparo adatto al rigido clima invernale.

Volendo approfondire meglio “Fattoapposta” è un concetto dirompente a Milano, abituati come siamo a usare in maniera creativa “le cose”, spesso cambiando la destinazione d’uso concettuale degli oggetti e degli spazi, per forzarli a diventare linfa per gli eventi della città.

Leggi anche: FUGA dal FREDDO: le 7 località in Italia con più SOLE in inverno

# Gli igloo a Milano per un brunch come si deve

Credits: Happening Next

Inaugurato con un evento-aperitivo il primo dicembre scorso, il villaggio di igloo da riparo agli avventori che, anche in inverno, non vogliono rinunciare al brunch o alla cena in giardino.
The Garden by Boscogrosso si trova in Via Pestalozzi al 16 e ci si può arrivare unendo una passeggiata sul Naviglio, con una puntatina alla chiesa di San Cristoforo. Dopo aver fatto incetta di freddo e fatica, cosa c’è di meglio che accomodarsi in giardino, all’aperto, in un igloo completamente riscaldato?

Il The Garden è uno di quei locali che ha aperto a luglio 2020 in piena pandemia, mostrando la principale dote di questa città: il coraggio. L’istinto imprenditoriale ha suggerito questa divertente soluzione, che permette di sfruttare il giardino anche nella stagione non proprio gentile dal punto di vista climatico.

Leggi anche: LAPPONIA? No, Italia. Ecco i posti DOVE ammirare la BELLEZZA dell’INVERNO in ITALIA

# Turni anche per i clienti

Credits: @gianluca19.78 IG

La curiosità e la voglia di vita dei milanesi ha fatto il resto. Il locale propone per il suo brunch, ad esempio, due turni di ingresso anche per i clienti, così da dar modo a più milanesi possibile di assaggiare le specialità a menu fisso o alla carta.
Arredato in modo molto essenziale, il villaggio degli igloo meneghini sfrutta sostanzialmente la dotazione estiva del locale. L’isolamento dal freddo è garantito da cupole rivestite in pvc, che offrono riparo anche alla vegetazione del giardino, come le palme, che entra così a far parte dell’atmosfera generale della “sala”.
L’accesso agli igloo è garantito da un percorso realizzato con gazebo anti pioggia o neve.

Se le precipitazioni climatiche non sono state un problema in questo inverno che volge alla fine, il freddo è stato intenso ma al The Garden hanno pianificato per tempo il prevedibile evento, realizzando questo simpatico mini-villaggio di igloo. Dopo le casette della maggiolina, quindi, le cupole e gli igloo stanno diventando una forma tipica della metropoli ambrosiana, che è pur sempre la città del panettone.

Leggi anche: 10 cose da vedere alla MAGGIOLINA, il quartiere dell’architettura sperimentale

# Cosa si mangia?

Brunch – Credits: flawless.info

Come promesso dal suadente invito sussurrato ad inizio avventura, è possibile arrivare agli igloo senza rinunciare alle tradizioni della cucina italiana seppure in regime di dieta, facendo molta attenzione alle intolleranze, che qui vengono prese sul serio.
Una delle specialità è il brunch a buffet, a base di pane, burro e marmellata, una spremuta o un succo, un piatto a scelta tra i club sandwich e un paio di primi piatti italiani e la scelta di un dolce. Sono famosi il Tiramisu e il waffle con nutella e fragole, ma anche la cheesecake è popolare. Il costo del brunch è di 25 € a persona per il menu fisso e in alternativa si può pranzare alla carta.

Trattandosi di un giardino gli amici a 4 zampe sono ospiti graditi dalla proprietà del The Garden, almeno in estate, la stagione regina in cui l’immenso giardino con piscina può essere vissuto in tutto il suo splendore, estetico e lussureggiante.

Ci facciamo un salto?

Fonte: MyMilanoFood IG

Continua la lettura con: Le CASE IGLOO di via Lepanto

LAURA LIONTI

Copyright milanocittastato.it

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Aperto il BANDO: 105 APPARTAMENTI in affitto convenzionato, MASSIMO 770 euro al mese

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Credits redosgr.it - Rendering via Antegani

Un nuovo progetto residenziale alla periferia sud della città promuove abitazioni in edilizia convenzionata per provare, almeno in piccola parte, a risolvere il problema del caro affitti. Dove si trova e come partecipare al bando per l’assegnazione degli appartamenti.

Aperto il BANDO: 105 APPARTAMENTI in affitto convenzionato, MASSIMO 770 euro al mese

# Bilocali a un massimo di 487 euro, trilocali non oltre i 770 euro mensili

La difficoltà di proporre abitazioni a un prezzo accessibile è da tempo uno dei grandi problemi di Milano e che ha spinto tanti giovani e famiglie a spostarsi fuori città per riuscire a sostenere le spese di un affitto. Un nuovo progetto residenziale nella periferia sud della città, “5square” realizzato da Redo in via Antegnati, prova a dare un contributo alla sua risoluzione. 

E’ stato aperto un bando per richiedere l’assegnazione di uno degli alloggi in affitto realizzati in edilizia convenzionata col Comune di Milano. Sono 105 gli appartamenti a disposizione, con prezzi che vanno da un massimo di 487 euro mensili per un bilocale e da 532 e i 770 euro per un trilocale. In totale sono 500 le abitazioni in realizzazione, di cui una parte è stata messa in vendita. Sul sito di Redo sgr le informazioni, i criteri della selezione e requisiti richiesti per partecipare. La scadenza per inoltrare le domande è il 29/04/2022.

# Il progetto di “5square”: 5 condomini, 7.200 mq di verde pubblico, servizi per i cittadini e aree commerciali

Credits 5square – Progetto via Antegnati

Il progetto di “5square” a firma dello studio Barreca & La Varra, i cui lavori sono avviati verso la conclusione, è un recupero di 5 edifici rimasti abbandonati e realizzati dalla famiglia Ligresti prima di passare di mano a Unipol Sai e infine acquistati da Redo Sgr per la loro riqualificazione. In questa nuova area residenziale sono previsti un parco, spazi per il relax, il gioco e lo sport per un totale 7.200 mq di verde pubblico, 2.000 mq di spazi commerciali, 860 mq di servizi integrativi all’abitare tra cui l’ufficio del Gestore Sociale, uno spazio living, una sala polivalente e una palestra. A questo si aggiungono 1.700 mq destinati a servizi locali urbani lungo il percorso pubblico che connette gli edifici: un poliambulatorio, un consultorio familiare e Comunità Socio-Sanitarie.

 

Continua la lettura con: MILANO: 8.000 CASE INVENDUTE da più di un anno. I TRE MOTIVI principali della mancata vendita

FABIO MARCOMIN

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Un mondo OFF LIMITS: come si dice in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

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A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Fabio CORNO: “La mia Milano: le radici in un PASSATO GLORIOSO e la testa orientata al FUTURO”

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Credits: unimib.it Fabio Corno

Fabio Corno, professore associato all’Università Bicocca di Milano. Insegna nella facoltà di Economia e ci racconta la sua Milano.

Fabio CORNO: “La mia Milano: le radici in un PASSATO GLORIOSO e la testa orientata al FUTURO”

La cosa che ami di più di Milano?

Il suo dinamismo culturale.

Credits: @Semplicemente Milano di Andrea Cherchi
Milano

Quella che invece ti piace di meno?

Lo snobismo di una certa categoria di milanesi.

Il tuo locale preferito?

La bocciofila martesana.

Credits: @ilsalada
La bocciofila martesana

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Passeggiare.

La canzone su Milano a cui sei più legato?

O mia bella Madunina.

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Il parco di Monza.

Credits: yourownguide.com

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Capitare davanti al palazzo reale e trovarmi di fronte alla distesa di coperte fatte a mano del progetto Viva Vittoria.

La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?

Sesto Marelli: ricordi della mia gioventù.

Credits: @sestodailynews.net
sesto marelli

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

I fenicotteri rosa di via Serbelloni.

foto di andrea cherchi (c)
Fenicotteri a Villa Invernizzi – foto di andrea cherchi (c)

Il quartiere che ami di più?

Piazza Gae Aulenti.

Credits: Andrea Cherchi – Foto area Piazza Gae Aulenti

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Rendere la città più accessibile ai bambini e lavorare sulle periferie.

Milano città stato: sei a favore oppure no che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Sì.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

NYC.

Credits igormattio-pixabay- New York di notte

Se avessi due miliardi di euro per Milano che cosa faresti?

Indirei un bando per raccogliere le idee dalla base.

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Una città con le radici in un passato glorioso e la testa orientata a un futuro tutto da creare.

Fabio Corno

 

Continua la lettura con: Michela PARLATO: “la mia Milano si confronterà con le CAPITALI d’EUROPA”

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Gli ultras dei tiranni

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Per la prima volta nella storia si assiste a un fenomeno singolare. La maggioranza dei cittadini di alcuni stati occidentali tra dei governanti che tolgono loro la libertà e chi si batte per ripristinare i diritti di tutti parteggiano in modo risoluto per i primi.

La storia è sempre stata caratterizzata dalla dialettica del governante che cerca di accrescere e difendere il suo potere e i cittadini che rivendicano più diritti e più libertà.

In questo caso siamo arrivati al giro di boa di un percorso in atto da migliaia di anni, che ha le sue radici profonde che affondano addirittura nella preistoria. Si può dire che il compito di ogni singolo essere umano sia quello di accrescere la sua libertà di scelta contro forme di controllo oppressive e limitanti sulla sua vita.

In Italia, in particolare, i governanti più paternalisti e dittatoriali, come ad esempio il governatore campano, sono stati premiati alle elezioni. E l’opinione pubblica quasi unanime appoggia chi nel mondo si sta rivelando più repressivo e violento, mentre denigra personaggi come il tennista serbo che cercano di difendere la libera scelta di tutti.

La libertà individuale che è stata il motore del progresso sociale nel corso dei secoli invece di essere una virtù si è trasformata in un vizio.
Siamo all’alba di una società priva di libertà oppure questo processo totalitario è destinato a esaurirsi in modo anche drammatico?

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

MILANO CITTA’ STATO 

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Le 7 più GRANDI RETI di TRAM del MONDO: sì, c’è anche Milano

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Credits Arbalete - wikipedia - Rete tram Milano

Se la rete metropolitana Milano si piazza al 50esimo posto a livello mondiale come estensione, la sua rete tranviaria è invece una delle più lunghe in assoluto. Scopriamo la sua posizione e quali sono altre città in classifica.

Le 7 più GRANDI RETI di TRAM del MONDO: sì, c’è anche Milano

#7 A Budapest la rete tranviaria trasporta più passeggeri della metropolitana: si estende per 174 km

Credits orangesmile – Mappa rete tram Budapest

Il settimo posto al mondo è di Budapest. Le linee tranviarie fungono da seconda spina dorsale del sistema di trasporto pubblico della capitale ungherese, trasportando quasi 100 milioni di passeggeri in più all’anno rispetto alla metropolitana. La rete si estende per 174 km e conta 38 linee e 630 fermate.

#6 Vienna ha una rete di tram lunga 176,9 km (ma prima della Guerra sfiorava i 300 chilometri)

Credits HerrMay – Wikipedia – Rete tram Vienna

Vienna si posiziona al sesto posto al mondo con la sua rete di tram. Il tracciato si snoda per 176,9 km, nel 1942 era arrivato a un massimo di 292 km, per 30 linee e 1071 fermate complessive. 

#5 Milano supera i 180 km di tracciato con 17 linee

Credits Arbalete – wikipedia – Rete tram Milano

In attività dal 1881 la rete tranviaria di Milano è appena dietro quella di una delle più grandi capitali mondiali con i suoi 181,8 km di estensione. In totale sono in funzione 17 linee urbane e una linea suburbana e ci sono 7 depositi per il ricovero dei mezzi e la manutenzione.

Leggi anche: Le 10 METROPOLITANE più LUNGHE del MONDO paragonate a Milano

#4 Mosca: un solo chilometro più di Milano 

Credits Stas Efremov – wikipedia – Mappa tram Mosca

La capitale russa si ferma appena giù dal podio mondiale. La lunghezza totale dei tracciati tranviari percorsi è di 183 km, circa 1 km in più rispetto alla rete di Milano. Le linee sono 40 e nel 2019 hanno servito un numero di passeggeri 12 volte maggiore rispetto alla popolazione cittadina.

#3 Berlino sfiora i 200 km di rete (quasi tutta a Est)

Credits Pechristener – wikipedia – Rete tram Berlino

Berlino ha una delle rete tranviarie più antiche al mondo, la prima tratta è stata aperta nel 1865, e si prende la terza piazza tra quelle più estese: 193 km. Le linee sono 22, di cui 9 funzionano 24 ore al giorno e sono contrassegnate dalla lettera M che sta per Metrotram, e le fermate sono circa 800, quasi esclusivamente a Berlino Est, visto che ai tempi del muro i tram a Ovest furono smantellati e sostituiti da autobus e metropolitana. 

#2 La rete tranviaria di San Pietroburgo è lunga 205,5 km (nel 1980 era la più estesa del mondo, quasi il doppio di quella attuale)

Credits Alex Florstein – wikipedia – Rete tram San Pietroburgo

Il tram a San Pietroburgo risulta essere ancora oggi il mezzo principale di trasporto, nonostante molte tratte sono state smantellate negli anni 2000. Nel 1980 la rete era infatti la più vasta di tutto il mondo, con 340 km, ora si deve accontentare della seconda piazza con 205,5 km e 40 linee.

#1 La rete di Melbourne si estende per 245 km ed è la più estesa al mondo con 28 linee e 1.813 fermate

Credits JohnnoShadbolt-wikpedia – Rete tram Melbourne

La vecchia Europa cede il primato al Nuovo Mondo. Al primo posto troviamo la rete tranviaria che serve la città australiana di Melbourne. Composta da ventotto linee, si tratta della rete più estesa al mondo con 245 km di binari. Inaugurata nel 1883 conta 28 linee e 1813 fermate.

Continua la lettura con: I 4 TRAM di Milano UNICI al MONDO

FABIO MARCOMIN

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🔴 MILANO: 8.000 CASE INVENDUTE da più di un anno. I TRE MOTIVI principali della mancata vendita

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Credits Andrea Cherchi - Milano verticale

Nonostante un mercato più liquido rispetto alle altre città italiane, sono diverse migliaia le abitazioni che a distanza di oltre un anno non hanno trovato un compratore. Ecco quali sono le motivazioni principali.

MILANO: 8.000 CASE INVENDUTE da più di un anno. I TRE MOTIVI principali della mancata vendita

# A Milano quasi il 50% delle case messe in vendita nel 2021 sono senza compratori, 8.000 da oltre 12 mesi

Credits Corriere-Immobiliare Sarpi – Grafico compravendita case a Milano

Secondo la ricerca di mercato sull’evoluzione del mercato immobiliare nel 2022 incentrata su Milano, curata da Sarpi e da Fides adv e anticipata al «Corriere», nel 2021 su oltre 45mila immobili messi in vendita quasi 20.000 non hanno trovato alcun compratore nei primi 9 mesi dell’anno. Di questi, circa 8.000 sarebbero sul mercato da oltre 12 mesi ma al momento sono ancora invenduti.

Una situazione particolare visto che a Milano il mercato è sempre stato più fluido che altrove e dove i tempi di vendita per le case appetibili (grandi dimensioni, bella zona, immobile luminoso) si sono ridotti anche a poche settimane e le case nuove sono state prenotate prima della chiusura del cantiere. Vediamo i problemi principali.

# Prezzi troppo alti: i giovani comprano fuori città

credit: sinistraxmilano.org

Nel 43% dei casi il problema principale degli immobili invenduti è il prezzo eccessivo: “Un immobile che resta così a lungo sul mercato è offerto a un prezzo sbagliato per le sue reali qualità perché è parametrato su un prezzo del nuovo che arriva a 5mila euro al metro quadrato in zone periferiche, un valore che non ha riscontro in nessun’altra città italiana. La spiegazione è che Milano è l’unica metropoli europea e va confrontata con le altre capitali continentali e non con il resto del Paese. Tutto giusto se non fosse per un particolare: le famiglie normali a Milano hanno redditi in linea con quelli italiani e non con quelli europei», il commento di Emanuele Barbera di Gruppo immobiliare Sarpi. Gli immobili usati che sono invenduti da molto tempo in genere sono quotati al metro quadro a un prezzo inferiore solo del 10-15% rispetto a quello dei cantieri limitrofi, invece che essere più basso di due o tre volte. La conseguenza è che i giovani scelgono di acquistare fuori città, dove è più economico e a parità di valore immobiliare la metratura è maggiore.

# Pianta irregolare e piano basso le altre due motivazioni principali

Nel 23,9% dei casi è invece la pianta irregolare dell’abitazione a renderne difficoltosa la vendita, a seguire con il 18,4% il fatto che l’immobile sia a un piano basso e quindi più soggetto a disturbi condominiali e esterni, oltre al maggior rischio di furti.

Continua la lettura con: Sempre MENO ABITANTI: è finita l’ETÀ dell’ORO di Milano?

FABIO MARCOMIN

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Un GRATTACIELO ricoperto di FIORI, vedrà mai la luce?

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Credits: dezeen.com Grattacielo fiori

C’è chi prova a costruire grattacieli ultra tecnologici e chi invece cerca di progettarne di più belli e più green. Dimentichiamoci l’immagine del classico grattacielo fatto di cemento o ampie vetrate, perché potrebbe arrivarne uno ricoperto di fiori.

Un GRATTACIELO ricoperto di FIORI, vedrà mai la luce?

# Un nuovo grattacielo green nella Grande Mela

Credits: dezeen.com
Grattacielo fiori

Un grattacielo alla sanremese ma a New York. Si chiamerebbe torre Lilly e sarebbe posto accanto al Bryant Park, nel centro di Manhattan. Si tratterebbe di un grattacielo dalla forma ad U, o quasi: un edificio con un apice curvo progettato dallo Studio Vural, azienda statunitense, e concepito per essere un grattacielo green, incoraggiando quindi ad un consumo energetico minore. Con una base della struttura in cemento leggero e con un telaio in acciaio, la particolarità della torre sarà quella di essere coperto, almeno in parte, di fiori.

# Un prato nel cielo

Credits: dezeen.com
Grattacielo fiori

I gigli asiatici andranno a creare un prato nel cielo. Lo studio Vural ha deciso proprio questa particolare specie di fiori per ricoprire il grattacielo perché in primavera lo colorerebbero di giallo, rosso e arancione, ma per il resto dell’anno rimarrebbero sempre verdi. In più i gigli asiatici sono piante che non richiedono troppa manutenzione, si spera infatti che questi possano nutrirsi principalmente di acqua piovana, ma, all’occorrenza, sempre rimanendo ecosostenibili, si utilizzerebbero anche le cosiddette acque grigie (le acque reflue domestiche ad eccezione di quelle provenienti dai servizi igienici). Si pensa anche di poter usare dei droni per poter innaffiare il futuro prato nel cielo della torre Lilly.

# Una torre autosufficiente e sostenibile

Credits: dezeen.com
Grattacielo fiori

Lo Studio Vural dice di aver concepito la torre Lilly come una sorta di Centre Pompidou, edificio parigino dove tutti i sistemi strutturali e meccanici sono a vista. Ma, soprattutto, lo studio dice di essersi ispirato alle cosiddette Passive House, ovvero edifici autosufficienti, che stanno silenziosamente apparendo a Brooklyn. La torre Lilly sarà infatti quasi completamente autosufficiente. 21 piani dedicati a spazi commerciali e 18 livelli di unità residenziali. All’interno della torre saranno creati spazi di co-working con sale per conferenze e momenti ricreativi. La torre Lilly adotterebbe infatti la soluzione vincente di edificio multifunzionale.

Per ora è solo un grattacielo pensato da uno studio di architettura statunitense, diventerà realtà?

Continua la lettura con: TORRE PARKO: il nuovo grattacielo fatto di “oasi naturali” ai confini di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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🔴 Porta Vittoria: al posto del CINEMA ABBANDONATO nascerà il 5 GIORNATE BUILDING

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Credits: blog.urbanfile.org

I vecchi cinema milanesi scompaiono uno dopo l’altro ma in zona Porta Vittoria uno ha subito questa sorte già nel 1984, da allora l’edificio è stato dimenticato. Fino ad oggi. Finalmente il vecchio cinema è il soggetto di un nuovo progetto urbanistico. Vediamo cosa verrà alla luce al suo posto. 

Porta Vittoria: al posto del CINEMA ABBANDONATO nascerà il 5 GIORNATE BUILDING

# Il Cinema XII Marzo inutilizzato dal 1984

Al numero 14 di Corso XII Marzo prende posto, negli anni Venti, il Cinema Imperiale, terza sala di una zona che vedeva nascere una nuova vita cinematografica. Inaugurato nel 1932, nel 1953 viene ristrutturato e chiamato Cinema XII Marzo, con una sala di 600 posti a sedere.

Tra gli anni Sessanta e Settanta la nuova movida porta l’edificio ad ospitare una stanza da ballo al di sopra del cinema, negli stessi anni il cinema passa alla distribuzione di prime visioni e novità. Passato per diverse gestioni, che lo sostengono con tenacia, il XII Marzo chiude nel 1984, rimanendo uno spazio inutilizzato fino ad oggi.

Credits: flikr.com pinterest.com

Leggi anche Elisabetta ANDREIS: “La mia Milano è una CITTÀ DA CINEMA”

# Il 5 Giornate Building di 7 piani

Nonostante il tentativo di sostituire il cinema con un negozio di vestiti negli anni Novanta, lo spazio non ha mai visto la luce di una ristrutturazione o ricostruzione fino al nuovo progetto. La sorte futura dell’edificio è nelle mani di Abitare Co, che prevede di farne dopo la demolizione un palazzo residenziale.

Credits: 5giornatebuilding.it

Il progetto prevede un palazzo di sette piani con il primo piano ad uso commerciale, che verrà chiamato 5 Giornate Building. L’architettura sarà elegante, con rivestimento in pietra e pietra artificiale, con terrazze interne e la facciata sarà aperta da finestre e balconcini, che animeranno la struttura con giochi prospettici.

 

Fonte Milano | Porta Vittoria – Finalmente nuova vita al posto del cinema abbandonato in Corso XXII Marzo (blog.urbanfile.org)

Continua la lettura con Chiude anche l’Arlecchino: nel CENTRO di Milano c’è ora solo UN CINEMA

SARAH IORI

Copyright milanocittastato.it

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Come si dice BACHECA (social) in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

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Valentina BURLANDO: “la mia Milano come PORTA ROMANA”

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Valentina Burlando

 

Valentina Burlando. Ligure di La Spezia innamorata di Milano e, in particolare, di Porta Romana di cui è diventata “La Voce”. E’ infatti fondatrice del blog “La voce di Porta Romana” per alimentare lo spirito di comunità della zona. 

Valentina BURLANDO: “la mia Milano come PORTA ROMANA”

 

Valentina Burlando

La cosa che ami di più di Milano?

Il suo essere città internazionale.

Quella che ti piace di meno?

L’incapacità di saper “aspettare”. La pretesa che debba sempre essere tutto e subito.

Il tuo locale preferito?

Non ho un locale preferito, ne ho tanti e ognuno mi riporta a un momento felice, triste, imprevisto della mia vita. Un po’ come accade con le canzoni.

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Girovagare per la città senza una meta e, soprattutto, senza un programma. E tante volte strada facendo faccio una sosta in un museo o vengo attratta da un negozio.

La canzone su Milano cui sei più legata?

“Porta Romana Bella” del grande Nanni Svampa.

 

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Morimondo. Amo andare in bici ed è una delle mie mete preferite.

Morimondo
Morimondo

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Sono oltre 20 anni che qui mi capitano cose belle: l’università, la laurea, tutte le persone che ho conosciuto… non saprei sceglierne una in particolare.

La fermata della metro a cui sei più affezionata?

Porta Romana. É mia la fermata.

credits: beethecity.com

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

La folla bizzarra che si incontra, anzi si incontrava, durante la Fashion Week e il Salone del Mobile.

Credits: @paolo_streetshooting IG

Il quartiere che ami di più?

Porta Romana, ovviamente.

Credits: @dadelmi
Murale Porta Romana

Caro sala ti scrivo…. (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

…FORZA! E’ uno dei momenti più difficili per Milano, ma ne usciremo vincitori anche questa volta.

Milano Città Stato: Sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

No.

Se dovessi lasciare Miano in quale città ti piacerebbe vivere?

Tornerei a vivere al mare.

credits: travel.fanpage.it

Se avessi due miliardi per Milano cosa faresti?

Li spenderei per rendere la città più verde, meno inquinata, più inclusiva e accessibile a tutti. Non dimenticando politiche di sostegno per le donne.

Valentina Burlando

 

Continua la lettura con: Milano Mia, le interviste già pubblicate

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

L’Italia ha perso il cuore?

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Giovanni Di Lorenzo, direttore di Die Zeit, vissuto da bambino in Italia e poi trasferito in Germania, una volta disse che gli stereotipi sull’Italia in realtà sono sbagliati. Si dice che l’Italia sia il paese del sole ma ogni volta che vado in Toscana trovo la pioggia. Si dice che gli italiani sono un popolo romantico e invece detestano ogni sentimentalismo. Si dice che sia un popolo sregolato e invece una regola come quella del divieto del fumo in locali pubblici viene osservata più che in Svizzera.

Questi paradossi risultano quanto mai attuali. All’estero l’Italia ha sempre avuto l’immagine di un Paese magari senza cervello, difficilmente comprensibile, però con un grande cuore di tolleranza e di compassione empatica. Gli italiani brava gente che hanno saputo conquistare l’affetto di chiunque grazie alla loro forte carica di umanità.

Negli ultimi tempi assistiamo a un ribaltamento perfino di questo pregio ancestrale della nostra cultura che ha compensato da sempre le nostre evidenti lacune in tanti campi.
Nel giorno in cui l’Italia mette in atto un’altra stretta discriminatoria delle leggi vaccinali diventando il primo paese al mondo che impedisce a persone sane di lavorare, il grande cuore dell’Italia sembra aver smesso di battere.
Speriamo non per sempre.

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