Vivere in villa a Milano? Un sogno impossibile per molti, soprattutto se si pensa alle dimore sfarzose dei quartieri residenziali più chic della città, ma non è questo il caso. Ecco dove si trovano queste nuove villette e come sono state realizzate.
Le NUOVE VILLETTE di PERIFERIA
# 18 villette di tre piani dall’architettura moderna e sinuosa
Credits abitare.co – Terrazzi villette
A Milano non si costruiscono solo condomini e grattacieli: anche le ville tornano ad essere di moda. Non si tratta delle dimore da sogno nei quartieri residenziali più chic della città e accessibili solo a pochi eletti, ma nuove costruzioni in quartieri che si stanno rigenerando. L’ultimo progetto Milanoinvilla di AbitareCo, in fase di ultimazione, si compone di 18 villette di tre piani dall’architettura sinuosa e moderna, con un gioco dinamico di chiaro e scuro che da movimento alle forme.
Le abitazioni sono caratterizzate da ampi spazi esterni, con terrazzo coperto all’ultimo piano e giardini al piano terreno pensati per il relax delle famiglie. All’interno cucina con vista giardino, salotto, camere da letto e bagni. Sono già state vendute tutte nel 2021 e entro l’anno verranno consegnate.
# La rinascita di Adriano
Credits abitareco – Milanoinvilla
Queste nuovo complesso di villette è stato costruito nel quartiere Adriano, su via Ugo Tognazzi fino all’incrocio con via Ugo Mulas, da qualche anno in fase di rinascita dopo anni di abbandono. In questa area è infatti in cantiere il prolungamento della metrotranvia, parte integrante della futura metrotranvia nord che da Certosa arriverà fino alla fermata di Cascina Gobba M2, e al posto di un gruppo di edifici ex-Aler verrà realizzato un nuovo parco.
Un classico per chi arriva da Est, dalla tangenziale Ovest o dall’autostrada dei laghi: la coda per l’imbocco della tangenziale nord. Forse il tratto autostradale più trafficato d’Italia.
Quali soluzioni si potrebbero apportare per migliorare la situazione?
Come RISOLVERE il TRAFFICO sulla parte Nord delle TANGENZIALI
# Raddoppiare le corsie
fedeeeeeeeeeb IG – Traffico tangenziale nord Milano
La prima soluzione potrebbe essere quella di raddoppiare le corsie per senso di marcia e rendere più scorrevole il traffico. Visto che il progetto è ormai datato, si potrebbe rivisitare e prevedere un allargamento delle carreggiate rimodulato sulle esigenze attuali.
# Fare un tunnel e portare la tangenziale in sotterranea
Leopold Tunnel, Bruxelles
In alternativa si potrebbe portare la tangenziale in sotterranea costruendo un tunnel, lasciando così lo spazio in superficie per una migliore viabilità ordinaria a servizio dei comuni dell’area. In questo modo si ridurrebbeil traffico di chi utilizza la Tangenziale Nord per spostamenti brevi.
Migliorare l’infrastruttura ferroviaria e aumentare la frequenza dei treni in entrata e in uscita da Milano, nelle direttrici che servono i comuni dell’area nord, potrebbe sgravare la tangenziale da quegli utenti oggi obbligati a prendere l’auto.
Una soluzione ancora più innovativa per ridurre la congestione del Tangenziale Nord potrebbe essere quella di realizzare una metropolitana parallela alla stessa o che ne segua la stesso percorso. Da Monza, incrociando il futuro prolungamento M5, la linea terminerebbe al capolinea nord-ovest della M1 a Rho Fiera passando per Cinisello Balsamo, Cormano, Novate Milanese, Bollate e Baranzate. Potrebbe essere un tratto di circle line sul modello della S-bahn berlinese.
Uno studio della CGIL, che ha fatto i conti in tasca ai milanesi, ha calcolato la paga giornaliera dei milanesi. Confrontata anche col resto dell’Europa, nasconde alcuni segreti. Quanto guadagnano giornalmente i lavoratori di Milano?
STIPENDI a Milano: quanto è la PAGA media giornaliera e chi GUADAGNA di più (e chi meno)?
# Il milanese si mette in tasca 123 euro al giorno
klimkin da Pixabay
Il dipartimento politiche del lavoro della CGIL, ha effettuato un’indagine su 1.687.183 buste paga milanesi, tratte dal data base di INPS su dati del 2020. E ha fatto i conti in tasca a tutti settori lavorativi di Milano, escluso il comparto agricolo.
La paga media giornaliera di Milano si aggira intorno ai 123 Euro/giorno (lordi). Il dato è un numero assoluto ricavato dalla media tra gli stipendi più alti e quelli più bassi.
# I dirigenti guadagnano 562 euro, gli intermittenti 47 euro
I valori su cui si è fatta la media sono quelli dei dirigenti, che guadagnano in media 562 Euro lordi al giorno, i quadri che raggiungono i 232 €/giorno, fino ad arrivare agli stipendi più bassi di impiegati, operai e interinali, che rispettivamente sono 109, 74 e 72 Euro.
Tra i lavoratori interinali, che sono all’incirca 83.000 delle buste paga analizzate, vi è da considerare gli intermittenti, che guadagnano 47 Euro lordi al giorno.
L’indagine di CGIL ha anche scoperto che anche a Milano esiste l’anomalia che affligge il mondo del lavoro in Italia. Non è infatti solo la posizione ricoperta a garantire uno stipendio più elevato.
Trasversalmente in ogni fascia di età, c’è un divario tra i salari percepiti dagli uomini e quelli delle donne.
Tra gli operai l’uomo guadagna 80,00 € al giorno, la donna 54,00. Per tutti gli altri lavori o settori, questa forbice resta ampia: tra gli impiegati il gap uomo/donna va da 125€ a 96€; tra i quadri si passa da 232€ a 214€, mentre per i dirigenti si va dai 585 Euro guadagnati da un uomo, ai 478 della donna.
# Confronto con l’Europa: gli unici a essere diventati più poveri in 30 anni
Andrew Khoroshavin da Pixabay
Da fonti OCSE risulta che l’Italia è l’unico paese in Europa in cui i salari da lavoro dipendente sono diminuiti nel 2020 rispetto al 1990. In Lituania gli stipendi sono aumentati di un +276,3%, in Estonia +237,20%, Lettonia +200,50%. Nel nucleo dei fondatori Euro, gli aumenti sono più contenuti, ma spicca il + 129,6 della Slovacchia. L’Italia è l’unica a essersi impoverita: -2,9%. Sono lontani i tempi in cui ci si poteva confrontare con Francia (+31,1%), Austria (+24%) o Germania (+33,7%). Anzi: con l’unico segno negativo, l’Italia in Europa ha smesso di confrontarsi con tutti, prendendo una strada tutta sua.
# Cosa fare a Milano con 47 Euro lordi? Scegliere Milano Città Stato
Alexas Fotosda Pixabay
Resta da capire cosa può fare un lavoratore intermittente che a Milano guadagna 47 Euro al giorno.
La pressione fiscale si aggira, per quella fascia di retribuzione, su un 15% circa.
Un lavoratore potrebbe quindi percepire meno di 40 Euro al giorno. Una lavoratrice, come ammette anche l’indagine CGIL, ancora meno.
La vita a Milano è molto cara, l’unica cosa che si può fare a Milano con queste cifre è il lockdown personale perenne e il digiuno intermittente, sperando che la CGIL inizi a fare il sindacato seriamente, mettendo a dura prova le politiche del lavoro che hanno creato una nuova fascia di povertà.
Quand’è che Milano deciderà di diventare autonoma da queste logiche discriminatorie? Non basta tinteggiare Palazzo Marino un mese all’anno, o dire a parole che a Milano siamo diversi. Bisogna avere il coraggio di guardare alle grandi città d’Europa non solo per le ciclabili o l’urbanismo tattico, ma soprattutto per ciò che le contraddistingue davvero: l’autonomia dal governo centrale.
Credits archiportale - Carolina Gheri - Immobile via Tamburini
Milano accelera nel suo percorso di rigenerazione di aree abbandonate e inutilizzate. La finalità? Creare nuove polarità e luoghi di aggregazione, nuove aree verdi, residenziali e commerciali a servizio della comunità. La rinascita non si ferma però ai grandi progetti. Anche singoli edifici, hotel e appartamenti fanno parte di questa trasformazione. In collaborazione con Principe Ares, vediamo alcune delle più belle ristrutturazioni avvenute a Milano negli ultimi anni.
RISTRUTTURAZIONI da SOGNO a Milano: le più belle trasformazioni immobiliari
# La novità: un Principe per una casa da mille e una notte
Showroom Principe Ares
Ristrutturare un immobile non è così banale, soprattutto se si vuole puntare sulla qualità della progettazione. Uno dei suggerimenti più quotati degli addetti ai lavori è di affidarsi ad un partner professionale che metta a disposizione un team qualificato capace di seguire ogni fase del processo, abbia una solida esperienza e fornisca un catalogo di materiali, complementi, arredi e oggettistica di prima categoria. Principe Ares, in via Ripamonti 92, offre proprio questa soluzione: ideale per ridisegnare la propria casa trasformandola in una dimora da mille e una notte. Lo showroom è aperto dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 19.30 ed è possibile visitarlo e ricevere una consulenza gratuita previo appuntamento.
Scopriamo la selezione delle ristrutturazioni curata in collaborazione con Principe Ares.
# Via Tamburini: la trasformazione di una dimora di lusso nel quartiere residenziale più chic di Milano
Credits archiportale – Carolina Gheri – Immobile via Tamburini
Una dimora di lusso di 250 mq in via Tamburini, una delle zone residenziali più rinomate e chic di tutta Milano, è stata completamente riprogettata. Circondata da un giardino di 600 mq, l’appartamento occupa il piano terra di un palazzo degli anni ’80 ed è stata trasformata creando quattro camere da letto, un ingresso spazioso, disimpegni e corridoi con capienti armadi a parete e un ampio salone collegato alla sala da pranzo. Lo stile scelto per le superfici, gli arredi e l’oggettistica è frutto di un perfetto mix tra dettagli aristocratici e contemporanei.
# La rinascita della Bulgari Suite nel cuore di Brera
Credits luxbyitaliamia IG – Suite Bulgari Hotel Milano
Da qualche anno la Bvlgari Suite del Bvlgari Hotel Milano ha cambiato volto. La trasformazione si è ispirata alle eclettiche residenze milanesi, con pezzi di arredo come le collezioni Flexform e Maxalto di Antonio Citterio, libri d’arte e foto artistiche di Irene Kung. La camera ha una superficie di 210 mqall’interno e 194 all’esterno tra terrazzo e rooftop con vista a 360° sullo skyline della città. Ci sono due luminose living room e due camere da letto, di cui la principale è dotata di un bagno con una vasca ricavata da un unico blocco di pietra di Brera di 900kg.
# Il restyling completo dell’hotel 5 stelle Park Hyatt con affaccio sulla Galleria Vittorio Emanuele II
Credits flavianocapriotti_architetti IG – Park Hyatt Milano
Il Park Hyatt, l’hotel 5 stelle con affaccio sulla Galleria Vittorio Emanuele II, ha approfittato del periodo di chiusura imposto dalle restrizioni conseguenti al Covid per un restyling completo. Un investimento da 20 milioni di euro per due anni di lavoro. La ristrutturazione ha coinvolto le 106 camere e suite dell’hotel, le aree comuni comprese spa, cucine, il lounge La Cupola e il bar Mio Lab. La scelta è ricaduta su un look classico contemporaneo con un design che rende omaggio alla città, perché richiama i colori del Duomo.
Credits passantedibologna.it - Passante di Bologna
L’area metropolitana di Bologna si prepara a una rivoluzione viabilistica che migliorerà il traffico del crocevia più importante tra il nord e il sud dell’Italia. Ecco tutti i numeri del progetto e quando verrà realizzato.
Il PASSANTE “di MEZZO” di BOLOGNA
# Il crocevia viabilistico più importante tra il nord e il sud dell’Italia si prepara a una rivoluzione
Credits passantedibologna.it – Snodo autostrade
Il nodo viabilistico di Bologna è forse il crocevia più importante tra il nord e il sud dell’Italia. Da qui parte l’autostrada A13 verso Padova e l’autostrada A14 verso Taranto che percorre tutta la costa adriatica, e si inserisce anche la A1 Milano-Napoli che attraversa la spina dorsale della nostra Penisola. A queste arterie si aggiunge l’anello della tangenziale bolognese.
La costante crescita del livello di congestione di questo complesso snodo stradale ha portato gli amministratori locali a ipotizzare nuove bretelle e passanti per fluidificare il traffico e distribuire meglio il transito dei mezzi. Dopo alcuni progetti abbandonati e scartati, due fra tutti il passante nord e quello sud, è stato approvato il progetto definitivo denominato “passante di mezzo” perché appunto si posiziona a metà tra le altre due alternative proposte.
# Il passante “di mezzo” trasformerà la viabilità bolognese e italiana
Credits passantedibologna.it – Passante di Bologna
Il progetto finanziato per un 1,5 miliardi di euro prevede il potenziamento in sede dell’attuale sistema Autostrada A14/Tangenziale, con un allargamento di circa 8 metri per lato su circa 13 km:
la tangenziale passerà a tre corsie più emergenza nel tratto delle complanari che va dallo svincolo 3 allo svincolo 6 e dallo svincolo 8 allo svincolo 13 e a quattro corsie più emergenza nel tratto che collega lo svincolo 6 Castelmaggiore e lo svincolo 8 Fiera, con potenziamento delle rampe degli svincoli della complanare;
nel tratto autostradale dell’A14 le corsie diventano tre corsie più una emergenza dove oggi è funzionante la terza corsia dinamica così da permetterne l’eliminazione.
I lavori inizieranno nel 2023 e dureranno 55 mesi.
# Un “anello verde” di 140 ettari e oltre 100.000 piante circonderanno l’opera
Credits vaielettrico.it – Galleria fonica di San Donato ricoperta di pannelli fotovoltaici
Nella realizzazione dell’opera è previsto anche un intervento importante per mitigare l’impatto ambientale. Il “passante di mezzo” sarà infatti circondato da un anello verde di circa 140 ettari, che sarà riforestato e attraversato da una rete di piste ciclabili. Nel dettaglio ci saranno:
46 ettari di fasce arbustive o arboreo/arbustive;
33 ettari di fasce arboree;
29 ettari di nuovi parchi pubblici;
19 ettari parchi esistenti riforestati;
12 ettari di parchi con rinnovo arredi;
34.305 nuovi alberi piantumati;
60.000 nuovi arbusti;
15 km di nuove piste ciclabili;
18 km di nuove barriere anti rumore.
# I benefici dell’infrastruttura
In base all’analisi progettuale questa nuova infrastruttura contribuirà ad apportare i seguenti benefici:
4,5 milioni di ore tempo di viaggio annuo risparmiato;
70 milioni di euro annui risparmiati;
14 milioni di km percorrenze complessive in meno;
45 milioni di euro di risparmio annuo per il combustibile;
Un triciclo ibrido e anfibio che può essere utilizzato per viaggiare su terra e acqua oppure per dormire dove capita. Sarà il mezzo di trasporto del futuro?
La MOTO-BARCA-CAMPER, tre mezzi in uno: questo il suo PREZZO
# Per viaggiare su terra e acqua e usarlo come mini-camper
betriton.com – Camper Betriton
BeTriton, inventato dal lettone Lausiz che ha costruito attorno ad esso una startup dal nome Zeltini, è un triciclo ibrido e anfibio che può essere utilizzato per viaggiare su terra e su acqua. Invece di essere obbligati a transitare sopra un ponte per attraversare un torrente o un fiume, questo mezzo tre-in-uno può essere trasformato in una piccola imbarcazione per viaggiare in sicurezza a circa 5 km/h.
Non solo. Questo geniale mezzo di trasporto si compone anche di un mini-camper capace di ospitare due persone, l’autista e il suo passeggero, per dormire sotto le stelle.
BeTriton non è adatto a lunghi viaggi, ma può comunque soddisfare le esigenze degli amanti dell’avventura. In dotazione c’è una piccola batteria che garantisce un’autonomia di 48 km per i percorsi su terra e oltre 20 km sull’acqua. Un piccolo aiuto arriva dai pannelli solari installati sul tetto anche se non bastano per ricaricare completamente le batterie.
Il prezzo? Come quello di un’utilitaria: 14.500 euro. Può essere preordinato dai clienti interessati all’acquisto oppure noleggiato all’occorrenza.
Per quale luogo lasceresti Milano? Tra crisi economica, lockdown, palazzacci della politica romana, guerre e una città che si fa ogni giorno più isterica, tutti noi un pensierino lo abbiamo fatto. Ma se davvero lasciassimo Milano, dove ci piacerebbe andare? Questi i risultati di un sondaggio eseguito tra i milanesi con le 10 mete più desiderate anche se, per quanto lontano possiamo andare Milano ti entra nel cuore e non lo abbandona più.
Lascerei Milano per… Le 10 DESTINAZIONI da SOGNO
# Genova
Anche se ci accolgono con il mugugno, lasciateci i vostri soldi e tornate a casa, lo sappiamo che in fondo in fondo ci vogliono bene. C’è chi sogna di andare a Genova, la Napoli del Nord, con i suoi carruggi, le atmosfere alla De André e la gente con quella faccia un po’ così.
# Sardegna
IG @vistanetsardegna
Ogni estate migliaia di milanesi affollano le sue spiagge e la sera al tramonto guardano il mare all’orizzonte con lo stesso pensiero: “rimango a vivere qui”. Ma alla fine l’unico che lo ha fatto davvero è stato Gigi Riva che per non rinunciare all’Ichnusa disse no alla Juventus.
# Una casa sul lago
@best_hotelsandresorts Lago di Como
Una delle fortune dei milanesi è di avere a un tiro di schioppo uno dei laghi più belli del mondo. Il lago di Como ha luoghi di incanto, specie sulla costa occidentale, tra Argegno e Menaggio. E se ti colpisce la saudade, in meno di un’ora sei in corso Sempione.
# Parigi
credit: teleambiente.it – Parigi – Champs-Elisées
Forse solo Parigi. La risposta di chi non lascerebbe mai e poi mai Milano, ma se proprio dovesse allora può essere solo Parigi. Basta nominarla, Parigi, vengono in mente le chansons che rimandano al tempo delle mele, quei film che sono affascinanti anche quando non succede nulla, le erre arrotate, Mbappé con la maglia del Milan, Napoleone che fa di Milano la capitale del Regno d’Italia, Francesco I che sfida Carlo V a duello per riprendersi Milano, il Bombarda che fa saltare in aria al Castello i soldati francesi.
# New York
newyorkyimby ATCHAIN – Nuova sede Jp Morgan
Macché Parigi o Londra. Se deve essere fuga, fuga sia anche dall’Europa. E la Mecca per il milanese metropolitano non può che essere la città diventata popolare a Milano per aver dato origine all’urbanismo tattico.
# Svizzera
lavoronelmondo.com trasferirsi in svizzera
Un pensiero fisso del milanese a ogni scadenza fiscale, basta allungare lo sguardo e si vede già la frontiera, con tassazione che crolla al tappeto, servizi perfetti, gabinetti puliti, cioccolato e orologi a cucù. Però abbiamo detto destinazioni da sogno…
# Un chiosco a Formentera
@pau_nunez_
Forse più bello da immaginare che da provare. Molti sono tentati dal mollare tutto, mandare a quel paese il capo e fuggire in quel paese che per un milanese non può che essere una spiaggia di Formentera dove aprire un chiosco con cotolette e panettoni.
# Per la spiaggia di Bouvalon, Seychelles
Thomas Grau – Pixabay
Formentera? Troppo banale. Il milanese adora distinguersi, trovare l’originale, la chicca che fa così chic. Se proprio spiaggia deve essere allora che sia Bouvalon alle Seychelles. Per non rischiare di trovarsi assediati da altri milanesi.
# Milano, Texas
Tutti i milanesi la conoscono. Perché ogni volta che dobbiamo digitare Milano ci appare come opzione anche Milano, Texas. Forse è un messaggio occulto: ‘invito a fuggire da Milano per andare a Milano. Come ricorda Luca Saronni, Milano è una città della contea di Milam, Texas, Stati Uniti, situata all’incrocio tra la U.S. Route 79 e la State Highway 36, dodici miglia a sud-est di Cameron, il capoluogo della contea. La sua popolazione era di 428 abitanti al censimento del 2010 e, nel luglio 2018, era stimata in 427 abitanti. Se ci impegniamo possiamo portarla a un milione e mezzo. Ma soprattutto la vera frontiera proibita sarebbe quella di colonizzare una terra lontana fondando una nuova Milano. Con la stessa intelligenza e voglia di fare ma con meno inquinamento e lontani anni luce dallo stato romano.
# In giro per il mondo
voglioviverecosi.it – Propertyunder20k
Ma l’unica vera opzione forse è questa. Solo girando in lungo e in largo per il globo potremo riuscire a colmare la mancanza di Milano.
Per gli amanti del mare è tempo di scegliere la meta dove trascorre giornate a rilassarsi, prendere il sole e fare il bagno. Scopriamo le spiagge italiane più belle selezionate dal quotidiano britannico “The Guardian”.
Le 5 SPIAGGE più BELLE d’Italia dove andare quest’estate (secondo gli inglesi)
# San Michele di Sirolo, nelle Marche, una delle spiagge più spettacolari all’ombra del Conero
Credits dariodarba IG – Spiaggia di San Michele
All’ombra dell’imponente promontorio che si tuffa nel mare Adriatico, nella Riviera del Conero, ci sono panorami dalla bellezza pura e incontaminata. La Spiaggia di San Michele a Sirolo è tra le più spettacolari delle Marche, una mezzaluna di ghiaia mista a sabbia dove stabilimenti balneari si alternano a tratti di libera fruizione dove si trova natura aspra, poco battuta dall’uomo e raggiungibile solo a piedi o in barca.
Sperlonga era una delle spiagge più amate anche dagli antichi romani. Qui sorge infatti la villa della Grotta, o di Tiberio, costruita fra gli inizi e il secondo quarto del I secolo a.C.. Il suo nome deriva da spelunca, che in latino significa grotta, e la sua spiaggia libera o attrezzata ancora oggi è scelta da migliaia di capitolini come fuga estiva da Roma.
# Sa Colonia, una delle punte di diamante della Sardegna
Petr Slováček-unsplash – Sa Colonia
Sa Colonia, poco fuori dal villaggio di Chia nel sud della Sardegna, è una delle punte di diamante dell’isola: spiaggia chiara, acque trasparenti, fenicotteri rosa e delfini che hanno un loro approdo in una caletta riparata. La natura regna incontrastata con un solo stabilimento e annesso piccolo bar sulla battigia. Nelle vicinanze non mancano suggestivi ristoranti di pesce con affaccio sul mare.
# Punta della Suina, una perla delle “Seychelles d’Italia”
jekka86 IG – Punta della Suina
Punta della Suina, poco più a sud di Gallipoli, è una perla delle “Seychelles d’Italia”, la costa ionica della Puglia. Definita come “quasi isola”, per la sua propaggine che si allunga nel mare, si caratterizza per fine sabbia bianca e rocce coperte da vegetazione verdissima e natura selvaggia.
# Spiaggia di Calamosche, un piccolo gioiello siciliano dentro la Riserva naturale di Vendicari
marc.ej90 IG – Spiaggia di Calamosche
La spiaggia di Calamosche in Sicilia, nel comune di Noto, è adatta per chi non ama la confusione. Si trova infatti nel perimetro della Riserva naturale di Vendicari e quindi l’afflusso di persone e sempre limitato. Una piccola caletta che si estende per 200 metri, riparata da due promontori, con acque calme e poco profonde, dove ci si può anche dedicare allo snorkeling o al birdwatching.
Quasi 4 Nazioni attraversate da un unico ponte. Sembra qualcosa di impossibile, invece è tutto vero. C’è un ponte che è stato costruito in una zona di confine molto strana, una delle più particolari al mondo, e il 10 maggio scorso è stato inaugurato alla presenza di mezza dozzina di presidenti.
Inaugurato il PONTE più incredibile del mondo. Attraversa 4 NAZIONI
# Il quadripunto di confine: quattro stati divisi dallo stesso fiume
Credits: it.wikipedia.org Confine 4 stati Africa
In un posto nel mondo si incontrano quattro Paesi: fino a quando non ingrandisci la mappa abbastanza bene non noterai dove inizia uno Stato e dove finisce l’altro. Ci troviamo in Africa, precisamente tra Namibia, Botswana, Zimbabwe e Zambia, l’unico punto sulla faccia della Terra dove ci sono così tanti stati da mettere d’accordo. Il discorso su questo confine così strano parte dalla fine della colonizzazione dell’Africa e la successiva necessità di distinguere i vari paesi. La divisione non fu fatta però nel migliore dei modi, dato che su un unico pezzo del fiume Zambesi ci sono quattro stati.
In realtà non si può parlare di “quadripunto” (in un unico punto ci sono 4 stati) ma bensì di due triplici punti confinanti distanti tra loro meno di 150m. È proprio qui che è stato costruito un ponte, che non è neanche il più lungo del mondo, ma che tocca due stati e ne sfiora altri due.
# 923m di ponte che sorvola 4 stati
@_mosalagae Kazungula Bridge
Il ponte tra Zambia e Botswana è stato inaugurato il 10 maggio di quest’anno, alla presenza di una mezza dozzina di presidenti africani. L’obbiettivo principale di quest’infrastruttura è di fornire un impulso sull’economia dell’intera regione, ma anche quello di reindirizzare il flusso di traffico in gran parte dell’Africa. Il ponte Kazungula, questo il suo nome, non attraversa effettivamente 4 stati, ma ne prende due, Zambia e Botswana, toccandone altri due, Namibia e Zimbabwe. Taglia infatti esattamente la famosa zona del “quadripunto di confine”. Il ponte è lungo meno di un chilometro, 923m, e largo 18,5m ma ciò non gli toglie il primato di ponte che lambisce 4 nazioni.
# Per costruirlo ci sono voluti 6 anni e 259 milioni di dollari
@amplecrafte Kazungula Bridge
L’infrastruttura è stata realizzata in modo tale da poter far passare due corsie automobilistiche per direzione, un binario e passerelle pedonali. Per costruirlo ci sono voluti 6 anni e 259 milioni di dollari e a farlo è stata la South Korea’s Daewoo E&C. A raccogliere il denaro necessario sono stati invece la Banca africana di sviluppo e l’Agenzia giapponese per la cooperazione internazionale, il restante è stato preso poi dal Fondo fiduciario per le infrastrutture UE-Africa. Il ponte è riuscito a sostituire il traghetto che trasportava da una sponda all’altra massimo due camion alla volta, riducendo quindi i costi per affari e, in generale ,aumentando il commercio tra Zambia e Botswana, ma è anche un’infrastruttura a favore del più ampio Consiglio per lo sviluppo dell’Africa meridionale (SADC), l’organismo di cooperazione economica e politica di 16 paesi che copre il terzo sud dell’Africa .
Lo sapevi che a Milano c’è un rossetto gigante? Sono ormai 7 anni che tra le vie meneghine c’è questo rossetto rosso intenso, ma probabilmente in pochi lo sanno. Ecco la sua storia.
A MILANO c’è un ROSSETTO GIGANTE
# L’installazione per il Fuorisalone 2015
internimagazine.it rossetto Design Week 2015
In occasione degli eventi del FuoriSalone, nell’ormai lontano 2015, era stata posta un’installazione all’Università Statale di Milano in via Festa del Perdono 7. Il rossetto gigante è stato realizzato da Alessandro Mendini per il famoso brand di cosmetici Deborah con l’occasione di rendere la cosmetica democratica, sfida che l’azienda si è posta fin dalla sua nascita.
Il brand è sempre stato particolarmente attento al design, tanto che i suoi packages sono spesso creati da designer internazionali e anche in occasione della Design Week milanese ha mostrato il suo interesse verso la materia. La collaborazione tra Deborah Milano e Alessandro Mendini ha dato luogo ad un rossetto gigante alto 8 metri, piaciuto così tanto da essere in città tutt’oggi.
# Un piccolo oggetto che rende ogni donna artista di sé stessa
@Roberto Bracco (FB) Rossetto Milano
L’installazione è in acciaio e composta da due cilindri di oltre un metro di diametro ricoperti da una pellicola colorata a stampa floreale dove la ninfea fa da padrona. A proposito dell’installazione, l’artista dice “le energie destinate a una vita positiva e creativa sono infinite”, tra queste, c’è anche un piccolo oggetto che rende ogni donna artista di sé stessa, il rossetto.
Oggi il rossetto gigante non è più in centro città, è leggermente decentrato. Si trova in via Angelo Maj, ad est della città direzione quartiere Calvairate, davanti alla sede di Deborah Milano. L’installazione si affaccia sulla strada, quindi, se si passa per quelle zone, lo si può vedere ancora che svetta con il suo rosso intenso.
Ci sono luoghi nella Città Metropolitana di Milano che riescono a stupire a tal punto da sembrare di trovarsi in un’altra epoca o latitudine. Scopriamo quali sono.
l luoghi FISICAMENTE più CURIOSI dell’HINTERLAND milanese
#1 L’Abbazia Cistercense in stile gotico di Morimondo
Morimondo
Morimondo, nell’elenco dei borghi più belli d’Italia, sembra essere congelato nel tempo, con pittoreschi vicoli, deliziosi edifici e campi verdi. Circondato da percorsi di hiking e ciclismo che portano ai campi e alle fattorie della zona ha il suo centro nell’incredibile Abbazia Cistercense: uno splendido monastero in stile gotico costruito da un gruppo di monaci cistercensi che fondarono il villaggio nel XXII secolo.
Vigneti a Milano? Strano ma ci sono. Il comune di San Colombano al Lambro è l’unica zona vinicola di Milano. Distaccato fisicamente dal capoluogo dopo la costituzione della provincia di Lodi, rimane ancora parte della Città Metropolitana milanese come exclave. Questo luogo affascinante fa parte di un itinerario speciale chiamato “Strada del vino San Colombano e dei sapori Lodigiani“, che collega Milano a Lodi passando attraverso bellissimi borghi pieni di storia, arte, così come delizie alimentari e vinicole. Gli eccellenti vini rossi e bianchi imbottigliati qui hanno ricevuto il Doc Mark nel 1984.
#3 Il campo di tulipani ad Arese
@anipao IG – Tulipani Arese
Il primo e più grande campo di tulipani italiano si trova ad Arese, nel Parco della Groane accanto al bellissimo borgo Valera e alla settecentesca Villa Ricotti. Un’oasi di relax dove ogni anno, fino alla fine di aprile, chiunque può entrare per ammirare questo spettacolo della natura e portare a casa un fiore come ricordo dell’esperienza.
#4 Le piramidi di Montevecchia
Montevecchia è celebre come “Il monte di Milano”. Meno note sono le sue piramidi, la cui origine è ancora ammantata di mistero.
Si tratta di tre formazioni collinari con caratteristiche simili per disposizione e orientamento alle piramidi egizie della Piana di Giza.
Queste colline sarebbero state modellate dall’uomo, realizzate artificialmente operando l’asportazione di centinaia di tonnellate di roccia, e utilizzate come siti astronomici e sacrali.
Uno degli snodi principali della metro di Milano. Dove si incrociano la rossa e la verde. E’ anche un luogo di confine, porta di ingresso nella city e di uscita verso le zone più periferiche del nord Est. Ma cosa si trova di interessante nei pressi della fermata?
FERMATA DEL GIORNO: 10 cose interessanti da fare e vedere intorno a LORETO
#1 Lo spuntino: Capatoast, la toasteria
In Piazza Argentina 4 si trova una delle sedi di questa catena di toasterie. Qui ci si può gustare un ottimo toast, salato o dolce, preparato con “pane artigianale, rigorosamente senza alcol etilico e farcito con ingredienti di alta qualità e di provenienza esclusivamente italiana”.
#2 Il monumento: Monumento ai martiri
In ricordo della strage del 10 agosto del 44, in Piazzale Loreto è stato eretto questo monumento che merita attenzione se si è nella zona.
#3 Il take away: Braciamoci, carne di qualità
Uno dei migliori take away di panini e carne della città. Si trova in Corso Buenos Aires 86 e sono specializzati in carne fiorentina e Picanha.
#4 La galleria: iKonica Art Gallery
https://www.exibart.com/
In via Porpora 16 apre a giugno una nuova galleria d’arte contemporanea e inclusiva, che dedica spazio ad artisti d’ogni dove e specializzati in tutte le forme che l’arte può assumere.
#5 Le mostre: Spazio Tadini
https://spaziotadini.com/
Presso questa casa museo si trova l’esposizione permanente di Emilio Tadini e vengono spesso anche ospitate mostre temporanee di pittura e fotografia. Si trova in via Jommelli 24.
#6 Spazio lavoro: Coworking lab, un luogo di incontro e condivisione
https://www.coworkinglab.it/
In via Placida 12 si trova il Coworking Lab, un luogo in cui è possibile affittare gli spazi per lavorare, progettare e ideare in uffici temporanei moderni e comodi.
#7 La Casa Museo: Boschi Di Stefano
https://www.casamuseoboschidistefano.it/
Questa dimora storica in via Giorgio Jan 15 e raccoglie una straordinaria collezione d’arte contemporanea del XX secolo. Sono circa 300 in tutti i pezzi che si possono ammirare.
#8 Il Palazzo: Piazza Argentina 3, l’Archistar in Loreto
A questo numero civico di Piazza Argentina si trova un bellissimo palazzo decò degli anni 20, ideato in questo stile architettonico sviluppatosi tra lo stile liberty e quello razionalista.
#9 Il ristorante: Le nove scodelle
https://www.lenovescodelle.com/
Le Nove Scodelle è un ristorante cinese in viale Monza 4 che serve piatti tipici del Sichuan in un ambiente rustico e minimalista.
#10 Il negozio: Zari films
http://www.zarifilms.it
Zari Films, in via Soperga 20, è una delle videoteche sopravvissute all’avvento dello streaming. Oltre al noleggio di DVD e VHS, si può anche noleggiare proiettori e offre tanti altri servizi.
Scale colorate e installazioni temporanee per il “Festival delle passeggiate sui tetti”, una manifestazione che potrebbe ispirare anche Milano.
La Rooftop Walk, la PASSERELLA SOSPESA per CAMMINARE sui TETTI: da realizzare anche a Milano?
# Il Festival sui tetti e la sua star
Rofftop Walk NL
Inaugura il Festival denominato Rotterdam Rooftop Days, una manifestazione che ha lo scopo di portare i cittadini a fruire di nuovi spazi.
Superstar del Festival è un’imponente installazione, la Rooftop Walk, che si insinua tra il World Trade Center e i magazzini Bijenkorf.
L’installazione è un tortuoso percorso pedonale che parte dal livello della strada, si arrampica con scale fino sui tetti del Trade Center, attraversa la popolare Coolsingel a strapiombo a 30 metri di altezza ed arriva ai grandi magazzini.
In perfetto stile “Dutch”, la Rotterdam Rooftop Walk è dipinta con il caratteristico colore arancione acceso, che permette all’installazione di stagliarsi tra gli edifici della città olandese.
Rooftop Walk è un’installazione temporanea che si estende per 600 metri complessivi. Oltre ad essere un percorso pedonale, è il cuore di una manifestazione che ha lo scopo di sensibilizzare i cittadini di Rotterdam verso la fruizione di nuovi spazi: i tetti della città.
Durante i Rooftop Days infatti, sui tetti di Rotterdam sarà possibile passeggiare in cima alla città, partecipando ad un numero stupefacente di attività tutte diverse tra loro.
Rotterdam ha così la possibilità di scoprire come fruire di questi spazi, progettando la città del futuro. L’occasione per mettere in gioco grandi superfici offerte dai tetti, da sfruttare per la produzione di energia, cibo, immagazzinamento di acqua o piantumazione di verde.
Il festival di Rotterdam sui tetti, in olandese Rotterdamse Dakendagen, si tiene ogni anno e nel 2022 sono attese molte più presenze e prenotazioni del solito. Per un ritorno in grande stile dei Rooftop Days si è pensato di fornire ai visitatori la passerella arancione.
La struttura è progettata dallo studio di architettura MVRDV e realizzata con un sistema di di ponteggi da Dutch Steigers.
L’ispirazione è arrivata dopo il 2016, quando MVRDV ha progettato la scala del Kriterion, un’installazione che ha attirato ben 370.000 visitatori. A quel punto Winy Maas, socio fondatore dello studio di architettura, ha rivolto il pensiero a Rotterdamse Dakendagen, pensando non solo a occupare i tetti di Rotterdam e renderli più verdi, ma «anche collegarli in modo da offrire ai Rotterdamers un nuovo parco sui tetti!». Secondo Maas «il tappeto arancione e il ponte del Coolsingel sono un bel banco di prova iniziale».
# Punti di vista e sguardi dal primo grattacielo d’Europa
Elle
Sono oltre 60 i tetti che “partecipano” all’edizione 2022 del Rotterdamse Dakendagen, 20 dei quali visitabili solo durante il prossimo fine settimana. Si accede ai tetti prenotando attraverso una serie di tour che propongono cene, concerti, mostre e workshop.
Si può salire anche sul tetto del Witte Huis, il primo grattacielo d’Europa.
I Dakpas, i pass per l’accesso ai tetti di Rotterdam, costano circa 8,50 Euro e sono suddivisi in varie categorie. Si può fare il tour in bici o a piedi, si può scegliere il percorso “Center Secrets” alla scoperta dei segreti dei tetti in centro, oppure partecipare a lezioni di yoga.
Immancabili le foto ricordo, per questa passeggiata che promette uno sguardo inedito su Rotterdam, da un punto di vista privilegiato.
Dove si potrebbe organizzare un “Parco dei tetti” milanese?
La Lombardia si aggiudica un altro primato: il parco acquatico più alto d’Europa. Sport, divertimento e relax si uniscono a 1816 metri di altezza e danno vita ad uno dei centri benessere più grandi d’Europa frequentato da atleti, coppie e ideale anche per le famiglie.
Il PARCO ACQUATICO più ALTO d’Europa è in LOMBARDIA
# Sport, natura e divertimento
@emiliacavanna
Ci troviamo sull’altopiano più elevato d’Europa, a Livigno. Oltre a ospitare numerose piste di sci e snowboard e numerosi percorsi per fare trekking, sulle sponde del lago di Livigno, immerso nella natura, si trova anche il posto ideale dove divertirsi e rilassarsi tutto l’anno: Aquagranda, uno dei centri più grandi d’Italia e d’Europa.
# Il parco più alto d’Europa
@ciagi_livigno
Ma non è solo la grandezza a rendere Aquagranda così speciale. Infatti, anche se ricopre una superficie di ben 10 mila metri quadrati, a fargli vincere il primato è l’altezza a cui si trova. Posizionato a ben 1816 metri di altitudine, questo centro benessere a 360 gradi, non è solo il più alto d’Italia, ma anche d’Europa.
Oltre alle sue dimensioni, che di certo non passano inosservate, a renderlo ancora più prestigioso sono tutti i servizi che offre. Aquagranda è infatti suddiviso in varie zone, ognuna predisposta per offrire un’attività diversa ai visitatori.
# Quattro zone per un benessere a 360º
@kikkafede88
La struttura è divisa in 4 aree. Per prima si trova l’area Fitness&Pool che dispone di una grande palestra, una pista atletica esterna e una piscina di 25 metri dove si possono seguire svariati corsi come hydrobike e acquagym. Insomma, il posto ideale per allenarsi approfittando dei benefici dell’alta quota e scelta per questo anche da molti atleti professionisti come Federica Pellegrini.
Di seguito, per riprendersi dagli allenamenti o semplicemente per regalarsi una coccola, si passa alla zona Wellness&Relax. Completamente ristrutturata in stile alpino, questa area ospita una Spa riservata agli adulti con all’interno sauna, bagno turco, idromassaggi e percorso kneipp. Inoltre, il parco mette anche a disposizione un’area Health&Beauty per approfittare dell’esperienza di medici e professionisti del benessere. Ma non è finita.
# Il parco acquatico amato da grandi e piccini
@alessandro_viarino
A completare il parco manca l’area più apprezzata da grandi e piccini e che lo rende così speciale: Slide&Fun. Qui si trova il famoso parco acquatico che comprende sia piscine esterne che interne e per questo perfetto per tutto l’anno e anche per i giorni di pioggia. Si possono trovare piscine baby con giochi d’acqua, idromassaggi, lettini, un “castello magico” con scivoli e getti e tre scivoli adrenalinici di 12 metri di altezza e 100 di lunghezza.
E così tra discese, giochi d’acqua e piscine all’aria aperta, all’Aquagranda di Livigno chiunque potrà trovare ciò che fa al caso suo e godersi un giorno all’insegna del divertimento e del relax circondato dal paesaggio mozzafiato di queste valli Lombarde.
Sempre più successo. Sempre più turisti. Le «Maldive di Milano» sono di nuovo prese d’assalto. Ma l’amministrazione è intervenuta per potenziare i servizi. Vediamo dove si trovano e che cosa sta succedendo nel ponte di Pentecoste che, tradizionalmente, apre la stagione.
Il NUOVO ASSALTO alle MALDIVE DI MILANO: perché si chiamano così e la strada per arrivarci
Con il Ponte di Pentecoste la Valle Verzasca affronta il nuovo pieno di turisti. Il successo proviene sia da turismo svizzero che da italiani che ormai considerano la valle come le “Maldive di Milano”. Per far fronte a una domanda in sempre maggior crescita l’amministrazione locale e cantonale è corsa ai ripari.
Credit: https://www.cdt.ch/ticino
# La principale esigenza: i parcheggi
Posa di una segnaletica informativa, agenti di sicurezza 7 giorni su 7 a Lavertezzo, con potenziamento durante il fine settimana, per favorire la fluidità del traffico, la funzionalità della piazza giro bus nella stessa località e la sicurezza in generale. A fine giornata posizionamento di un agente di sicurezza all’imbocco della strada cantonale della valle Verzasca a Gordola. Queste le misure già adottate per far fronte all’incremento dei turisti.
https://www.ticino.ch/
Le novità riguardano però i parcheggi, da sempre il punto cruciale in alta stagione. A Gordola è stato apposto un pannello per informare sulla disponibilità di posti auto. Un secondo è stato posizionato a Tenero. Oltre a questo i mezzi pubblici, da e per la valle, sono stati potenziati.
www.rsi.ch
A Brione c’è un’altra novità: il nuovo semaforo prima della strettoia del nucleo che dovrebbe agevolare il passaggio. Nel frattempo, l’amministrazione si augura che i pannelli luminosi sul piano vengano visti da chi sale in auto.
Basterà? Ma da dove nasce questa fama ormai quasi leggendaria?
Perchè “Maldive di Milano?”
Le «Maldive di Milano» erano state ribattezzate così qualche anno fa per il colore dell’acqua che richiama quello della celebre meta balneare dell’Oceano indiano.
Le pozze verzaschesi erano state definite dai social network le «Maldive di Milano» per la colorazione verde mare, attirando migliaia di visitatori soprattutto dall’Italia.
Per arrivarci da Milano questa è la strada: Milano Laghi verso Como, attraversare la frontiera a Chiasso, superare Lugano in direzione Locarno, prima di arrivarci prendere il bivio per la Valle Verzasca.
Alcuni dei simboli di Milano avrebbero dovuto essere smantellati poco dopo la loro installazione. Ecco quali sono.
I LUOGHI di Milano NATI come TEMPORANEI ma rimasti per SEMPRE
#1 Muro delle Bambole
Muro delle bambole
Il Muro delle Bambole (in inglese Wall of Dolls) di Via De Amicis 2 è nato come installazione artistica nel 2013 su idea di Jo Squillo ed è diventato simbolo contro i femminicidi e la violenza sulle donne. Una griglia appesa ad un muro cittadino su cui sono affisse foto di alcune delle vittime e bambole in stoffa, realizzata grazie al contributo di 50 stilisti, 20 artisti e 30 associazioni no profit. Il Muro delle Bambole ha acquisito tanta notorietà da diventare un modello di sensibilizzazione anche in altre città e da temporaneo è diventato permanente.
L’artista padovano Maurizio Cattelan è famoso per le sue opere d’arte irriverenti e dissacranti. Anche con il dito medio in piazza Affari è riuscito nel suo intento. Il nome della scultura L.O.V.E. significa Libertà, Odio, Vendetta e Eternità. Alta 11 metri e realizzata interamente in marmo, sembra possa rappresentare una critica verso il mondo della finanza, oppure al contrario uno sberleffo della stessa verso i cittadini. Inaugurata il 24 settembre 2010, la statua avrebbe dovuto essere rimossa trascorse due settimane ma dopo due anni di dibattito si decise di lasciarla al suo posto, diventando uno dei simboli di Milano.
L’Albero della Vita è stato l’icona milanese a livello mondiale per i 6 mesi di apertura dell’Expo 2015. Passate le ipotesi di demolizione e trasloco è stato deciso che dopo il 2025 l’installazione di 35 metri verrà rigenerata. Sfruttando nuove tecnologie ci saranno manutenzioni più leggere e nuovi incredibili spettacoli di luci e suoni per i fruitori del nuovo polo scientifico MIND che sta nascendo sui terreni dell’esposizione universale.
Credits Andrea Urbano - New Jersey abbandonato binari via Lancetti
Inauguriamo con questo articolo la nuova rubrica “Milano non fa schifo ma…” per mettere in luce le piccole cose che non vanno nella nostra città che, se sistemate, potrebbero migliorare la qualità della vita a Milano e l’immagine per chi la visita. Si parte questa settimana da via Lancetti.
Milano non fa schifo ma… il JERSEY ABBANDONATO di viale LANCETTI
# Graffiti, verde poco curato e una barriera new jersey abbandonata
Andrea Urbano – New Jersey abbandonato binari viale Lancetti
La capitale mondiale della moda, del design, sinonimo di stile e classe nel mondo, si proietta nel futuro con slancio e dinamismo attraverso grandiosi progetti di recupero urbanistico. Troppo spesso però Milano si perde nella cura dei dettagli.
Prendiamo a riferimento viale Lancetti, tra Derganino e zona Farini, dove c’è anche la fermata del passante.
Oltre ai vari, e purtroppo frequenti ovunque, scarabocchi presenti sui muri e sui pali, oltre al verde poco curato, anche questo purtroppo frequente a Milano, domina la scena una ingombrante barriera in Jersey abbandonata da lungo tempo lungo i binari. Brutta, voluminosa e totalmente inutile.
Vedi qualcosa che non va a Milano? Segnalacelo scrivendo (mettendo foto se possibile) qui: info@milanocittastato.it (oggetto: milano non fa schifo ma…)
Un progetto al limite dell’impossibile, così ambizioso da non poterci credere. Clouds Architecture Office ha ideato un grattacielo altissimo, la cui altezza esce addirittura dall’atmosfera terrestre. Ad aumentare la straordinarietà del progetto, il grattacielo sarà posizionato a testa in giù, sospeso in aria senza alcuna base, o almeno, senza alcuna base attaccata al suolo. Ecco di cosa si tratta.
L’Analemma Tower: il GRATTACIELO CAPOVOLTO, sospeso nel cielo, itinerante nell’orbita terrestre
# Un grattacielo itinerante nell’orbita terrestre, appeso ad un asteroide
cloudas.com Analemma Tower
Si chiama Analemma Tower ed è il progetto di Clouds Architecture Office (Clouds AO), uno studio che sfrutta la ricerca e la progettazione legate al design per poter realizzare progetti di più alto grado. L’idea per Analemma Tower è venuta nello specifico ad Ostap Rudakevych, Masayuki Sono e Kevin Huang, tre progettisti che dopo molti studi hanno capito che costruire un grattacielo a testa in giù attaccato ad un asteroide nell’orbita terreste si può fare.
Sì, il grattacielo ideato dal Clouds AO dovrebbe essere posizionato su un piccolo asteroide in orbita sopra la Terra, o meglio, come spiegano i progettisti, “è possibile far scendere un cavo ad alta resistenza verso la superficie terrestre da cui sospendere una torre altissima”.
Il grattacielo sarebbe attaccato quindi a questi cavi e da terra lo si vedrebbe semplicemente sospeso in aria. Il fatto di poterlo attaccare ad un asteroide fa sì che l’Analemma Tower possa essere costruita ovunque e poi posizionata dove meglio si crede. Il grattacielo sarebbe collocato in un’orbita che gli consentirebbe di viaggiare tra l’emisfero settentrionale e quello meridionale con un ciclo giornaliero.
# Una vita da astronauta a 32km di altezza
cloudas.com Analemma Tower
Se Analemma Tower dovesse vedere la luce per la sua realizzazione, significa che siamo arrivati a progetti così ambiziosi che la mente dell’uomo non può più essere fermata. Clouds AO crede che gli edifici possano svilupparsi ad un’altezza infinita, non c’è quasi limite alla loro costruzione: porli nel cielo significa poter disporre di spazio illimitato.
La torre sarebbe completamente autosufficiente: grazie ad un rivestimento in pannelli solari ricaverà energia e il sistema dell’acqua sarà un circuito chiuso che riciclerà l’acqua piovana. Se a livello di progettazione non c’è limite all’altezza dei grattacieli, i 32km di altezza che si erano pensati per Analemma Tower potrebbero incontrare qualche problema: “se da un lato può essere utile avere 45 minuti di luce in più a 32.000 metri di altezza, dall’altro la percezione del vuoto e una temperatura che raggiunge i 40°C sotto lo zero impedirebbero alle persone di uscire senza una tuta protettiva” dicono i progettisti. Significa dover vivere come degli astronauti.
Abitiamo in uno dei Paesi più vecchi del mondo, dove la speranza di vita è molto alta, ma le poche nascite annue continuano a far aumentare l’età media degli italiani. Sarà forse per questo che è stato appena confermato che in Italia c’è il paese più longevo del mondo? Ecco qual è.
Il PAESE più LONGEVO del mondo? È in ITALIA. Ecco dove si trova
# Il paese dei centenari
@infopoint_perdasdefogu Perdasdefogu
In Sardegna, vicino a Nuoro, c’è un paese che è già la seconda volta che si aggiudica un Guinness dei primati per la sua longevità. Si chiama Perdasdefogu e si trova a circa 600m sopra il livello del mare: è abitato solo da 1778 anime, ma sono proprio loro ad aver fatto vincere al paesino il Guinness World Record nel 2014 e ora nel 2022.
L’età media degli abitanti di Perdasdefogu è piuttosto alta: nel 2014 la famiglia del paese Melis aveva vinto il premio come “famiglia più longeva del globo”: nove fratelli insieme facevano 837 anni con una media di 93 anni ciascuno. Oggi, Perdasdefogu conquista un altro primato, quello di paese più longevo al mondo grazie alla sua più concentrazione di centenari al mondo. A Perdasdefogu 8 persone hanno raggiunto o superato i 100 anni di vita e questo è pari ad una concentrazione di più di 4 centenari ogni mille abitanti, si parla precisamente del 0,449%. Il più vecchio di tutti ha 104 anni, mentre il più giovane ha appena compiuto un secolo.
# Non si sa ancora il segreto della sua longevità
@infopoint_perdasdefogu Perdasdefogu
Si chiamano Antonio e Maria Brundu, fratello e sorella, Concetta e Federica Melis, le due sorelle che avevano già vinto nel 2014 il Guinness World Record, e poi Vittorio Spanu, Giovanni Mameli e ancora Bonino e Vittorio Lai. Sono questi i nomi delle persone che hanno portato Perdasdefogu a vincere il Guinness dei primati come paese con la più alta concentrazione di centenari.
Ma qual è il segreto di Perdasdefogu per far vivere i suoi abitanti così a lungo? Perdasdefogu è situato in Ogliastra, una provincia della Sardegna considerata come una delle 5 Blue Zone a livello mondiale in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale. Ricco di bellezze naturalistiche come le grotte di Is Angurtidorgius, Perdasdefogu è un piccolo borgo medievale incastonato tra le montagne e i “Tacchi”, rilievi calcarei dalla forma particolare. Perdasdefogu significa “pietra da fuoco” e tra le sue vie è possibile scorgere case ottocentesche alternate a casette di pietra. Il motivo di questa longevità del paese non si sa ancora, però, chissà quando e se verrà scoperto, Perdasdefogu diventerà uno dei posti più attraenti d’Italia.
A Milano c’è una piccola chiesetta che sta rischiando di crollare portandosi con sé tutta la sua storia quasi millenaria. In via Toffetti, nel quadrante sud est della città non lontano dagli scintillii della Fondazione Prada, c’è la chiesa di Sant’Anna in Castagnedo che, come tante strutture sparse fra Milano e l’Italia intera, perde pezzi vistosamente e necessiterebbe di un urgente lavoro di restauro. Conoscevate la sua storia? Andiamo a scoprirla assieme.
Il RECUPERO della chiesa di Sant’Anna in Castagnedo: un pezzo di storia milanese
# Una storia che inizia nel 1190
sant’anna in castagnedo
Nell’anno del signore 1190 (come si era soliti riferirsi allo scorrere del tempo nel basso MedioEvo) fra le cascine e le grange di Castagnedo operavano le monache benedettine del monastero di Santa Margherita, che qui avevano una sede secondaria rispetto a quella in centro a Milano. Poi, nel XIII secolo arrivarono le monache dell’ordine degli Umiliati i quali, non troppo lontano, a Monlué, avevano la loro abbazia che ancor oggi è visitabile.
# La lapide miracolosa
Le monache erano dedite alla lavorazione della lana e a quell’epoca l’oratorio cambiò nome da Santa Maria a Sant’Anna. Molto minimale all’esterno, la chiesetta conservava all’interno degli affreschi importanti e alcuni dipinti ed effigi legate anche a vicende miracolose, come la lapide di San Carlo che, si racconta, nel 1601 fece improvvisamente tornare a camminare una persona con paralisi agli arti inferiori.
# Piloni e ladri di opere d’arte
Arrivando ad anni più recenti, nel secondo Dopoguerra nacque il quartiere Grigioni che fagocitò il terreno agricolo delle vecchie cascine, e il progetto di una sede dell’INPS venne studiato proprio per questa zona. Durante i lavori di costruzione un pilone cadde sopra la chiesa che si salvò per il rotto della cuffia ma si ritrovò semisfondata. E come se non bastasse, nel frattempo i preziosi affreschi vennero spogliati e trafugati da qualche ignoto ladro ricettatore di opere d’arte.
# Potrebbero arrivare fondi privati per il restauro
Credits: artribune.com Sant’Anna in Castagnedo
Fa specie soprattutto pensare che Milano sia ovunque un fiorire di cantieri e nuove ristrutturazioni, di grandi progetti immobiliari, di poli innovativi, di palazzetti dello sport e di recupero di centri storici significativi. Ma la chiesetta di Sant’Anna, sinora, è stata completamente abbandonata. Almeno sino ad oggi. É infatti da tempo avviata la riqualificazione dell’ex scalo merci di Rogoredo ad opera del gruppo Redo che ha già costruito palazzi con il sistema delle connessioni abitative. Poi, con la pandemia arrivata ormai più di due anni fa, è stato tutto momentaneamente messo in stand-by.
# Un’idea di progetto per il recupero della chiesa
Credits: artribune.com Sant’Anna in Castagnedo
Occorre un piano per un ripristino e un piano per la gestione. Insomma sarebbe necessario trovare un contenuto per questo spazio che, se una volta era solo religioso, oggi potrebbe diventare un piccolo centro espositivo: si potrebbe pensare di ricordare gli antichi affreschi che campeggiavano nell’oratorio per trasformare la restaurata Sant’Anna in centro internazionale per l’affresco contemporaneo. Ad esempio, ogni sei mesi un artista selezionato da un’apposita commissione potrebbe misurarsi sulle pareti e sul soffitto dell’edificio realizzando un’opera ad affresco, una pratica ormai troppo poco considerata dall’arte contemporanea. Magari un paio di volte l’anno una bella inaugurazione per celebrare i nuovi dipinti, ed ecco ritrovata l’identità di un edificio in rovina che oggi è praticamente parte integrante del centro urbano di Milano, ma che secoli or sono, prima dell’urbanizzazione avvenuta nel XX secolo si trovava in aperta campagna e rappresentava un luogo di culto e di ritrovo per pellegrini.
Infatti anche Castagnedo oggi non esiste più, ma trovava origine nel suo toponimo dalla desinenza in -edo comune a molte zone di Milano ancora esistenti, unitamente alla parte iniziale riferita a un albero in particolare (Rogoredo e Taliedo, ad esempio, derivano da roveri e tigli, mentre Nosedo trova origine del suo nome dalle noci).