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M4 finirà in mani straniere? I FONDI INTERNAZIONALI all’attacco della linea blu

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Credits: primalamartesana.it - Metro M4

Prima dell’inaugurazione totale la Blu di Milano è già piena di corteggiatori. Vediamo chi sono i pretendenti e chi si appresta a vendere

M4 finirà in mani straniere? I FONDI INTERNAZIONALI all’attacco della linea blu

# La fila dei pretendenti

ph. weBuild Digital infopoint

Una fila di player prestigiosi ha manifestato interesse per impossessarsi di una quota rilevante di M4 S.p.A. Sono per lo più fondi finanziari e infrastrutturali che hanno presentato offerte, ancora non vincolanti.
Tra gli altri ci sono Vauban, audace fondo di investimento con sede a Londra,  2Fi sgr che ha tra i propri soci fondazioni bancarie e istituzioni pubbliche e il fondo americano Meridian.
L’oggetto del desiderio è la blu di Milano, la linea delle meraviglie che, ancor prima di entrare in esercizio da Sud-Ovest a Est, è già contesa da questi prestigiosi fondi finanziari.
Una delle ragioni che potrebbero favorire il loro ingresso potrebbero essere proprio i ritardi nei lavori, che non essendo conclusi, potrebbe spingere l’attuale socio di maggioranza alla vendita.

Leggi anche: La storia INFINITA 2: nuovo rinvio per la M4? Ecco perché

# Gli attuali proprietari

ph. bebeez.it – I soci attuali di M4 SpA

La proprietà di M4 S.p.A. è suddivisa in quote: il 66,7% è appannaggio del Comune di Milano. La restante parte è in mano a soci privati: Hitachi con l’11,3%, WeBuild e la consociata Astaldi che detengono il 9,6% a testa,  ATM  per il 2,3%), Sirti  lo 0,3% e AnsaldoBreda lo 0,1%, per un totale del 33,3%.

Proprio le partecipazioni private hanno incaricato Natixis, corporate francese di finanza e investimento, di sondare il mercato e trovare buyer a cui cedere i propri stock.

Leggi anche: Non è ancora partita ma già si ALLUNGA: ALTRE FERMATE in arrivo per la M4?

# I vincoli dello Statuto

Credits: primalamartesana.it – Metro M4

I soci sono vincolati dallo Statuto comunale, il quale impone come clausola per la cessione che i lavori siano conclusi.
La parte privata, però, dopo i clamorosi ritardi e infiniti rinvii che porteranno la Blu a sferragliare solo a dicembre 2024, si porta avanti e raccoglie manifestazioni di interesse. Se i proprietari del 33,3% di M4 dovessero insistere nella vendita, si renderebbe necessaria una modifica dello Statuto.
A quel punto anche il Comune di Milano potrebbe inserire le variazioni necessarie per poter anticipare la propria cessione di quote, rientrando del capitale esposto.

# Risanare le casse

ph. bebeez.it – Quote di investimento M4

Alla ricerca di soluzioni per risanare le casse comunali, quindi, Palazzo Marino potrebbe cedere al corteggiamento dei fondi internazionali interessati a M4 S.p.A.?
Il comune si rende garante per i soci di un rendimento minimo garantito del 6% annuo, su cifre stratosferiche.
La Blu ha esposto gli odierni proprietari per circa 380 milioni di Euro. Di questi 247 sono il capitale sociale, ma altri 132 provengono da un finanziamento subordinato erogato dai soci privati, i quali sembrano intenzionati a rientrare.
Se si aggiungono i contributi CIPE e addizionali comunali investiti per 1,35 miliardi, nonché un finanziamento bancario per altri 435 milioni, l’impegno totale assomma a 2,17 miliardi di Euro.

# I milanesi alla finestra

Foto: Andrea Cherchi (c)

I milanesi, le cui tasse hanno contribuito a finanziare i mastodontici cantieri della M4, rimangono ad osservare alla finestra.
Un eventuale cambio dello Statuto sarebbe una manna o il suo contrario?
Difficile prevederlo. Di sicuro la M4 è accreditata a trasportare 24.000 passeggeri all’ora. Il sito ufficiale di M4 prevede un traffico pari a 86 milioni di passeggeri l’anno,  che perfino per una città come Milano rappresenta un numero fantasmagorico.
Qualora queste aspettative dovessero essere rispettate, gli incassi giornalieri di M4, cui sottrarre i costi di esercizio, garantirebbero, in pochi anni un rientro economico ben superiore all’esposizione del 2022.
La sfortunata congiunzione di risanare il bilancio comunale oggi, potrebbe privare domani di una consistente fetta di introiti?

Fonte: BeBeez

Continua la lettura con: Forse ci siamo: conto alla rovescia per l’INAUGURAZIONE delle prime 6 FERMATE della M4. Fissata la nuova data per le ULTIME STAZIONI

LAURA LIONTI

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🔴 A Milano torna il BUONO TAXI per viaggiare GRATIS

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FILA, CODA DI TASSISTI ALLA FERMATA DI PIAZZA DUOMO GIUZZI PEREGO p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate - MILANO 2010-02-09 FILA, CODA DI TASSISTI ALLA FERMATA DI PIAZZA DUOMO XCRO, FILA, CODA DI TASSISTI ALLA FERMATA DEI TAXI - fotografo: Duilio Piaggesi / Fotogramma

A partire da martedì 21 giugno, torna a Milano il buono taxi per agevolare l’utilizzo delle auto pubbliche. Lo ha annunciato il Comune, ma ecco di cosa si tratta, chi può usufruirne e come si fa a richiedere.

A Milano torna il BUONO TAXI per viaggiare GRATIS

# Torna il buono taxi, chi può usufruirne?

ph. uritaxi – Taxi Milano

A chi si rivolge? Il buono permette a persone in difficoltà economica o con problemi motori di usufruire gratuitamente delle auto pubbliche e del noleggio con conducente. Come riporta il Comune, infatti, ci sarà “una copertura del 100% dell’importo della corsa fino a un massimo di 20 euro, per un totale di 200 euro a buono emesso”.

Potranno beneficiare del buono taxi: residenti a Milano over 65, donne in gravidanza, persone affette da malattie che necessitano di cure continuative, persone con difficoltà motorie o con patologie accertate (anche temporanee) e quelle soggette a terapie salvavita. Inoltre, potrà richiedere il buono anche chi si trova in difficoltà economica con un ISEE minore di 28mila euro, persone disoccupate o in cassa integrazione.

# Come richiedere il buono

Tassisti Roma

Per richiedere il buono è necessario iscriversi alla piattaforma del Comune: se lo si è già fatto lo scorso anno per lo stesso motivo allora si potrà chiedere in automatico. Al contrario, i nuovi utenti devono pre-iscriversi al servizio. Nel frattempo i tassisti devono scaricare l’applicazione “BuoniviaggioMI”, finora sono 3005 coloro che hanno deciso di scaricare l’applicazione, sviluppata da Telepass e il comune di Milano.

Una volta che il cittadino si è iscritto alla piattaforma comunale e il tassista ha scaricato l’applicazione, beneficiare del buono sarà facile. Chi usufruisce della corsa deve mostrare, al momento del pagamento, la propria tessera sanitaria al tassista che, inserendola nell’app, controllerà se la persona può beneficiare del buono. Verificata l’idoneità, il sistema calcola l’eventuale quota che il cittadino deve pagare e accredita il resto al tassista.

Per ora i milanesi che hanno beneficiato del servizio sono 5011 per un totale di oltre 50mila viaggi. Infine, il comune precisa che ci può essere l’eventualità di rinnovare i buoni, fino ad esaurimento fondi.

Continua la lettura con: 🔴 Torna la “DOMENICA al MUSEO”: la lista dei musei visitabili gratis a Milano e in Lombardia

BEATRICE BARAZZETTI

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RIAPRE il RISTORANTE sul tetto della galleria con “VISTA sui GATTI”

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Credits lotuslevriera IG - Pizzeria I 12 gatti

Con l’inaugurazione di un nuovo ristorante nella Galleria Vittorio Emanuele II riapre anche la pizzeria famosa per la presenza di gatti che da decenni vivono sui tetti del “Salotto di Milano”. Ripercorriamo la storia di questo particolare ristorante e vediamo quali novità ci sono.

RIAPRE il RISTORANTE sul tetto della galleria con “VISTA sui GATTI”

# Vik Retreats inaugura un nuovo ristorante in Galleria e riapre la pizzeria “I 12 gatti”

Credits i12gatti IG – Pizzeria i 12 gatti

Vik Retreats, il gruppo di private retreat famoso per le splendide location in Sud America che ha inaugurato il suo primo hotel in Europa in Galleria Vittorio Emanuele dal nome Galleria Vik Milano, ha aperto il ristorante Vik Pellico Otto. Si trova al primo piano con salottini, tavolini affacciati sull’Ottagono e opere d’arte che caratterizzano gli spazi con inediti percorsi espositivi.

In questa occasione ha riaperto le porte anche lo storico ristorante sul tetto della Galleria Vittorio Emanuele II, la pizzeria “I Dodici Gatti”, completamente rinnovato nella location e nella proposta. L’unico che consente di ammirare il panorama dei tetti di Milano da una posizione privilegiata mentre si è seduti a tavola. All’interno del nuovo menu, oltre a una vasta scelta di pizze napoletane, sia tradizionali sia gourmet, sono presenti una varietà di piatti italiani e un’ampia gamma di bevande, fra cui tutti i vini VIK.

# Prendersi cura dei gatti della Galleria mangiando una pizza

Credits Andrea Cherchi – Gatti al ristorante

La scelta del nome “I 12 gatti” non è stata casuale. Un tempo infatti in una delle soffitte della Galleria Vittorio Emanuele II viveva un’anziana donna conosciuta perché attraverso gli abbaini dava da mangiare ai piccioni e alla sua coppia di gatti neri che vagavano liberi sui tetti. Quando diventò troppo sola e anziana decise di lasciare la soffitta ma i suoi gatti rimasero e prosperarono diventando una colonia di ben dodici felini, tutti neri.

Essendo difficile catturarli in quanto selvaggi e diffidenti, i proprietari della pizzeria insieme al Comune di Milano e all’associazione Protezione Animali si sono impegnati per contribuire alla loro cura, lasciando loro lo spazio e tranquillità. Mangiare una pizza in questo ristorante non vuol dire solo passare una bella serata tra buon cibo e una vista invidiabile ma anche garantire una vita felice e libera ai gatti che vivono sui tetti di uno degli edifici più iconici di Milano.

Continua la lettura con: I 10 GELATI più buoni di MILANO (secondo i milanesi)

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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La moneta “A SCADENZA” di Woergl: e se si facesse anche in Italia?

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Compie 90 anni tra poche settimane l’esperimento monetario tirolese della valuta “deperibile”, messo in pratica da un profetico Borgomastro. Scopriamo le origini, i risultati e l’epilogo.

La moneta “A SCADENZA” di Woergl: e se si facesse anche in Italia?

# Woergl e la profezia del Borgomastro

ph. paperblog – Woergl 1931

1931. Austria. Il piccolo comune di Woergl sta facendo i conti con le conseguenze della Grande Depressione. 4500 abitanti di cui 2000 lavorativamente attivi e 1500 disoccupati.
Guida la città un ex ferroviere e sindacalista, Michael Unterguggenberger, classe 1884, che si ritrova nelle casse comunali 32.000 scellini: che a quell’epoca equivalevano grossomodo a 4.500 dollari odierni. Un’inezia. 

Lo stesso Unterguggenberger, alla fine della prima Grande Guerra, aveva analizzato le condizioni dell’Europa e avvertito un pericolo: «oso predire oggi che non passeranno 25 anni prima che venga un’altra, molto più terribile guerra. Si formeranno movimenti rivoluzionari selvaggi tra le masse scontente e fiorirà la pianta velenosa dell’estremo nazionalismo». Ma torniamo al problema economico: come affrontare una grave depressione se le casse comunali sono vuote?

Leggi anche: STIPENDI a Milano: quanto è la PAGA media giornaliera e chi GUADAGNA di più (e chi meno)?

# La valuta deperibile contro la disoccupazione

ph. Unterguggenberger Institute – Rosa e Michael Unterguggenberger

Il borgomastro doveva affrontare due problemi determinati dalla Grande Depressione: la grave disoccupazione e il fatto che per prudenza i risparmiatori tenevano i scellini nascosti nel materasso o in altri luoghi, evitando così di farli circolare alimentando l’economia.

Per risolvere entrambi i problemi, il Borgomastro si affida alla teoria monetaria di Silvio Gesell: la moneta deperibile.
Consiste nell’emettere una moneta che perde valore nel giro di pochissimo tempo.
La moneta di Woergl si chiama Bestätigter Arbeitswerte o Certificati di Lavoro. I tagli della nuova moneta corrispondono al valore di 1, 5 e 10 scellini e la particolarità è che perdono l’1% del proprio valore ogni mese, ovvero in un anno potevano deperire il 12% del proprio valore. Una moneta con inflazione già programmata, insomma. 

La popolazione a Woergl si trova così due valute: lo scellino austriaco ufficiale e i certificati del lavoro di Unterguggenberger.
La copertura finanziaria dell’operazione è garantita dai 32.000 scellini delle casse comunali, depositati alla locale banca.

Leggi anche: PNRR FUORIONDA SALA e FONTANA: “sud sud sud…” Ma è proprio così?

# Metà stipendio in scellini e metà in Bestätigter Arbeitswerte

ph. Numisbids

I dipendenti comunali, Borgomastro compreso, iniziano a ricevere lo stipendio diviso a metà tra due monete differenti, di cui una destinata a perdere di valore. Contemporaneamente vengono assunti alcuni dei disoccupati, pagati interamente con questa moneta.

La moneta deperibile inizia ad essere spesa molto velocemente, perché nessuno ha interesse a tenere qualcosa che si deprezza rapidamente. Essendo totalmente coperta dal deposito di scellini veri, chiunque può andare in banca e farsi cambiare i Certificati di lavoro con valuta corrente, accettando di perdere il 5% del contro valore ritirato.
Comune e banca ottengono numerosi benefici, come recuperare migliaia di scellini di tasse arretrate e depositi bancari considerevoli.
I cittadini, costretti ad accettare le condizioni ob torto collo, mettono in atto subito un caposaldo della scuola austriaca di economia: più una moneta è deperibile e più la si mette in circolo. 

Leggi anche: Milano torna SECONDA nella classifica della QUALITÀ della VITA dominata dal NORD EST

# I risultati del piccolo comune

ph. Tirolcom – Woergl

Il Borgomastro crea in questo modo le condizioni per fare tornare a girare l’economia. In poco meno di due anni, un comune sull’orlo del dissesto finanziario, riesce ad asfaltare diverse strade, costruire un ponte sul fiume Inn e impiegare molti dei 1500 disoccupati contati nel 1931. I risultati ottenuti convincono circa 200 comuni della regione a chiedere di adottare lo stesso sistema. Perfino dalla Francia arriva il ministro Édouard Dalladier per studiare il fenomeno.

Il Borgomastro Michael Unterguggenberger, insieme ad una delegazione di Woergl, viene ricevuto da Rintelen, membro del governo austriaco, per mostrare i risultati del suo esperimento biennale. Sembra un successo sotto ogni aspetto e l’inizio di una nuova era. Eppure, come spesso accade, il potere non ama ciò che rende più liberi singoli territori e i cittadini. 

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# Da modello a problema (per chi?)

ph. Flickr – Banca Centrale Austriaca

Il test di Woergl accolto tra lo stupore e l’ilarità generale, dopo i suoi successi innescò critiche sempre più violente, tra cui accuse di essere una truffa. Eppure in poco tempo diostrò che una “moneta libera” dai vincoli della politica finanziaria statale, poteva far compiere progressi.
Nei due anni di circolazione dei Certificati di lavoro, solo le poste e le ferrovie austriache, legate allo Stato, si rifiutarono di accoglierle come pagamento.
Ma il fenomeno aveva ormai fatto il giro degli attori che contano, anche economisti e accademici iniziarono a farci un pensierino.

Sembra tutto pronto per il lieto fine? E invece no. Il diavolo era pronto a metterci lo zampino. Da modello di rinascita dell’economia, la moneta di Woergl si fece sempre più un problema. Per chi? E’ facile immaginarlo, comparando a ciò che sta accadendo nei nostri giorni: la banca centrale. 

Intervenne infatti una reazione decisa della Banca Centrale Austriaca che, vedendo messo a rischio il suo monopolio nella produzione di moneta, accusò la cittadina di “aver ecceduto nei suoi poteri“, in quanto “il privilegio di stampare moneta appartiene solo alla Banca Centrale”. La nuova valuta viene dichiarata illegale e l’esperimento di una “moneta libera” chiuso defiitivamente il 15 settembre del 1933, con decreto esecutivo governativo.
A niente è valso il tentativo di Michael Unterguggenberger di ricorrere in appello, che fu rigettato dalla Corte Suprema.

L’unica ragione di tale decisione fu quella di aver messo in discussione il ruolo di monopolio della banca centrale. Nessun altro motivo a fronte dei numerosi successi ottenuti per i cittadini, i lavoratori e per l’economia nel suo complesso. 

In un periodo di crisi della moneta e del controllo centralizzato del mercato monetario, molti invocano la necessità si creare forme monetarie parallele per dare più fiato all’economia. 

Dall’esperienza dell’Austria dei primi anni trenta si possono imparare due lezioni. La prima è che una moneta locale, sganciata, con una sua deperibilità manifesta, potrebbe risolvere molti dei problemi che stiamo vivendo. La seconda è che il potere politico in Europa si metterebbe subito di traverso: la BCE e le istituzioni che condividono il suo potere. Finché la logica del potere in poche mani avrà la meglio sul bene dei cittadini il destino non potrà che essere lo stesso della moneta di Woergl. Sperando che lo scenario successivo sia meno tragico di un nuovo conflitto globale. 

Continua la lettura con: E-CORONA: la cripto valuta svedese. E se Milano avesse una MONETA virtuale?

LAURA LIONTI

copyright milanocittastato.it

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9 SIMBOLI per i 9 MUNICIPI di Milano

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Rendering Acpv - Torre Faro

Le nove zone di Milano ci piacciono poco, perché sono disegnate col righello, esattamente come certe frontiere, senza alcuna attenzione o valorizzazione alla identità dei quartieri. Pensare a poltronifici identitari, d’altro canto, in un periodo in cui i costi della politica devono essere tagliati senza se e senza ma, rappresenterebbe un’incongruenza di una certa rilevanza. Per cui teniamoci questi 9 municipi e andiamo almeno ad arricchirli di un simbolo cittadino, icona visuale imprescindibile dei tempi che viviamo.

9 SIMBOLI per i 9 MUNICIPI di Milano

# Zona 1: il Duomo

Andrea Cherchi – Duomo

Bella forza, direte voi. Già, ma nemmeno per un secondo ci è passato per la mente di poter pensare a qualcos’altro, nonostante la lista di potenziali candidati sia agguerrita (Castello Sforzesco, Torre Velasca, Sant’Ambrogio, Teatro alla Scala…). Il Duomo, semplicemente, rappresenta la città in toto, per milanesi e turisti. Farlo assurgere a simbolo stilizzato e semplificato della Zona 1 sarà solo ridurre la sua popolarità, ma non se ne potrà fare a meno.

# Zona 2: il Naviglio Martesana

@nonseifigo
Naviglio Martesana

Qui cominciano a sorgere i primi dubbi, fortunatamente, visto che il mettersi sempre in discussione è uno dei fondamenti della civiltà. Ultimamente abbiamo dato molto spazio alla Stazione Centrale, che rimane uno dei posti dove ogni milanese deve essere stato almeno una volta (in questo caso tornando da Roma, per respirare aria fresca) e altresì costituisce uno dei pilastri da dove amare Milano con la pioggia. Per questo motivo, e anche per incentivare l’attività fisica che vi si può fare correndo, camminando o scheggiando in bici, scegliamo il Naviglio Martesana. Quale punto panoramico è più degno di rappresentarlo? Noi avremmo detto il ponte di Cassina de’ Pomm, se non fosse transennato. Facciamo votare lo scorcio migliore da stilizzare su Milano Città Stato?

# Zona 3: la Luna di Ventura

credits: urbanlife

Scartata de botto Loreto, e anche l’eterno incompiuto Corso Buenos Aires con i padiglioni gemelli di Porta Venezia, scegliamo di dedicare questo simbolo al quartiere della zona che più incarna lo spirito artistico e imprenditoriale di Milano, quella zona Ventura uscita alla ribalta con il Fuori Salone e che fa convergere migliaia di persone tra le sue stradine a metà tra vecchio nucleo lombardo e zona industriale riconvertita. Per i nostri scopi identitari, le prima metà della scritta (Luna) prevale su Park, anche in virtù della miglior fotogenicità da angolo urbano rispetto alla seconda metà sul tetto. La geniale installazione (divenuta poi permanente) risale al 2005.

# Zona 4: IL Capitol di Viale Argonne

@chiesadimilano
Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo (Milano)

Questa zona vasta e complessa potrebbe a sua volta vantare molti simboli, dai nuovi grattacieli di Sky al Rogoredo alla vecchia abbazia di Chiaravalle, dallo Spazio Fumetto al (futuro) Ortomercato. Crediamo però che sia assolutamente opportuno impiantare in almeno una delle nove zone milanesi un simbolo di una delle ricchezze turistiche più inesplorate della città: gli edifici religiosi del Novecento, che costituiscono probabilmente un patrimonio UNESCO per ricchezza, complessità e diversità e di forme. Per ora, in attesa di un itinerario tematico che tocchi tutte queste chiese iconiche in città, prendiamoci come simbolo San Nereo e Achilleo, edificio del 1940 in stile lombardo, dove il cortile porticato di ingresso richiama Sant’Ambrogio, mentre l’iconica cupola (chiamata affettuosamente Capitol dai non milanesi che vengono in visita in treno) sembra una falsificazione perfetta di quella di Santa Maria delle Grazie (sì, sì, quella del Cenacolo).

# Zona 5: la Torre Faro

Rendering Acpv – Torre Faro

Poiché Milano (fortunatamente) è ancora una città in divenire, in cui molti spazi necessitano di essere ripensati e riqualificati, come simbolo della zona 5, in assoluto la parte della città che si sta più sviluppando, scegliamo un’icona che ancora non c’è, a vincere il ballottaggio con la più nota Fondazione Prada, mentre il complesso del Symbiosis, per quanto importante asse di riconversione della zona, rimane decisamente troppo impersonale per lo scopo. La Torre Faro, futura casa dell’azienda elettrica A2A, fa parte del progetto di riqualificazione della storico scalo di Porta Romana a Milano e dovrebbe essere inaugurata (usare il condizionale è un obbligo, in queste situazioni) in tempo per le Olimpiadi Invernali del 2026.

# Zona 6: la Darsena

guida navigli

Un po’ per simmetria con il Naviglio Martesana, un po’ perché una delle nostre battaglie è quella di far rivivere la città d’acqua che fu depauperata del suo fascino da un progresso illusorio e quanto mai cieco, non possiamo esimerci dal nominare per questa zona un altro luogo simbolo di Milano. Preferiamo la Darsena, nel derby a tre con i due agguerriti Navigli Grande e Pavese, essenzialmente per un motivo: è un luogo milanese che è stato riportato alla vita da un’attenta amministrazione cittadina, superando gli anni dei sassi, dei fili d’erba e delle auto parcheggiate l’una sull’altra. Scegliamo il “nuovo” ponte Alexander Langer, a rappresentarla. Non è abbastanza iconico, dite? Forse no, ma anche le cose semplici possono assurgere a simbolo, specie se stilizzate. Scommettiamo?

# Zona 7: lo Stadio di San Siro

@san.siro_stadium IG

Così come una zona può essere rappresentata da un simbolo futuro, lo stesso si può dire di un’icona che forse un giorno sarà destinata a perire tra le ruspe. Diciamo la verità, siamo dibattuti. Esteticamente lo stadio non ci piace e poi siamo sempre schierati con il progresso, con il cambiamento, con il futuro. D’altro canto, è innegabile che il ritocco operato al Meazza per lo sfortunato Mondiale del 1990 abbia creato qualcosa di assolutamente riconoscibile a distanza di chilometri. Il calcio femminile crescerà molto, secondo il nostro modesto punto di vista, altro che fango. I concerti poi sono ripartiti. Allora lasciamo in vita questo cadavere, dandogli la sua giusta collocazione storica, come simbolo di una zona cresciuta fondamentalmente anche grazie alle varie vicende svoltesi dentro al suo catino.

# Zona 8: le tre torri di City Life

Andrea Cherchi – Citylife

Non abbiamo dubbi, in questo caso, anche se non è una cosa di cui vantarsi. Un quartiere completamente costruito da zero, invidia dei romani e non solo, con ben tre emergenze iconiche contemporanee firmate dalle più famose archistar, non può non meritarsi il simbolo della zona, che altrimenti potrebbe ridursi a seconda parentesi nostalgica, magari scegliendo la sopraelevata, oppure a sopraffazione naturale dell’ambiente urbano, nel caso si optasse per una delle due cime verdi in fila all’altra (comunque iconiche), la Montagnetta o il Parco Portello. Stilizziamo sfumando le tre torri in un unico skyline, siete d’accordo?

# Zona 9: I Gasometri della Bovisa

parco della bovisa

Porta Nuova ha troppi simboli, siamo sicuri di poter ragionevolmente propendere per il Bosco, per la Guglia (Torre Unicredit) o per il Nido? In questa zona molto dinamica, vorremmo puntare a qualcosa che rappresenti il futuro e il passato uniti in unico abbraccio ideale, che possa far contente tutte le correnti di pensiero. Quindi nulla potrebbe essere meglio del futuro parco della Goccia. I suoi gasometri, già ben conservati, possono facilmente assurgere a simbolo di una parte di città che si sta riconvertendo in residenziale senza dimenticare il tessuto industriale tuttora presente sul territorio. Il parco sarà solo l’ultima di una serie di attrazioni in successione, che dalla BAM passando per lo Scalo Farini consegneranno a Milano un’intera nuova porzione di città. Noi non aspettiamo altro. Ad maiora!

Continua la lettura con: SFIDA al DUOMO: qual è il SIMBOLO “ALTERNATIVO” di Milano

LORENZO ZUCCHI

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Riaperte le CASCATE più ALTE d’Italia (a due ore da Milano)

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Credits: @fra.scer Cascate Del Serio, Valbondione

Sono tra le cascate più belle d’Italia. Ma vengono aperte solo 5 volte l’anno. Sono a due ore da Milano e proprio ieri, riaprendo, hanno attirato migliaia di turisti, ecco dove sono e perché sono così particolari.

Riaperte le CASCATE più ALTE d’Italia (a due ore da Milano)

# Le cascate del Serio: un triplice salto d’acqua di 315 metri

@tiraccontolamontagna
Cascate Del Serio, Valbondione

A Valbondione in alta Valle Seriana ci sono le cascate più alte d’Italia: un triplice salto per un totale di 315 metri le rende tra le più belle della Penisola. Prendendo il sentiero 332 per Maslana, o il 305 che però è ancora chiuso per frana, salendo fino a 1750 metri, si può assistere allo spettacolo naturale delle Cascate del Serio.

Le cascate sono state aperte ieri per la prima volta dopo 2 anni. Causa Covid, chi si occupa dell’organizzazione turistica della valle aveva deciso di tenere chiuso questo sito di attrazione, ma domenica 19 giugno hanno finalmente riaperto. Le 2500 persone che sono andate a Valbondione sono state la conferma che l’apertura delle cascate è stata particolarmente attesa.

# Le date delle prossime aperture

@zucchelliangelo
Cascate Del Serio, Valbondione

Le Cascate hanno aperto domenica 19 giugno alle 11 e non ci sono stati limiti o vincoli di persone, l’acqua delle cascate non va infatti nel circuito della potabilità. Le prossime 4 aperture saranno: 16 luglio, 21 agosto, 11 settembre e 9 ottobre.

# Ma perché si aprono e si chiudono?

Ma perché le cascate aprono e chiudono? Sono cascate naturali che si formano a pochi chilometri dalla nascita del fiume Serio ma, nel 1931, fu costruita la Diga del Barbellino. La Diga di Enel, che si serve del fiume per produrre energia idroelettrica, ha quindi bloccato lo scorrere del fiume proprio nel punto delle cascate. Nei giorni di chiusura quindi non si vede alcun salto d’acqua ma semplicemente il paesaggio che le circonda, per questo l’evento dell’apertura delle Cascate del Serio è così importante. Uno spettacolo unico di cui non si può godere quasi mai, solo 5 volte l’anno.

Continua la lettura con: VAL SERIANA e VAL DI SCALVE: le incredibili attrazioni per godersi una vacanza tra le Prealpi Bergamasche

BEATRICE BARAZZETTI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Le 10 LOCALITÀ PREFERITE dagli italiani per la CASA VACANZA

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Stephanie Albert - Pixabay

Secondo le rilevazioni elaborate da Scenari Immobiliari la casa vacanza rimane la soluzione preferita per l’estate 2022. Ma quali sono i luoghi preferiti dagli italiani per affittare una dimora estiva?

Le 10 LOCALITÀ PREFERITE dagli italiani per la CASA VACANZA

# Cinque Terre, Liguria

@ig.cinqueterre

Partendo dal nord troviamo le Cinque Terre. Una meta imperdibile per chi vuole godere della meraviglia dei borghi con le tipiche case colorate liguri che si specchiano sul mare. Da Monterosso a Riomaggiore, i cinque paesi attirano chi ama vivere a contatto con la natura senza però innervosirsi troppo per il grande accesso di turisti. Molto gettonate anche le località nelle immediate vicinanze, come Porto Venere, Lerici, Moneglia o Levanto. 

Leggi anche: Il sentiero dell’infinito

# Argentario, Toscana

@flaminiacigna IG – Porto Santo Stefano Argentario

La splendida località della Toscana dell’Argentario è un’altra delle mete preferite dagli italiani per una casa vacanza quest’estate. Una preferenza che si fa ogni estate più cara: si posiziona al primo posto nella classifica della variazione annuale dei canoni turistici settimanali, con un incremento del 5,7% rispetto all’anno precedente.

# Isola del giglio, Toscana

1195798-pixabay – Isola del Giglio

Proprio di fronte all’Argentario c’è un’altra destinazione molto amata dagli italiani: l’Isola del Giglio. Fuori dai classici itinerari turistici si può raggiungere solamente in barca partendo da Porto Santo Stefano al Monte Argentario. Anche in questo caso i canoni d’affitto sono aumentati rispetto al 2021, del 5,5%.

# La Costa Adriatica tra Marche e Molise

Credits mariannapasquini IG – Vasto e la costa dei Trabucchi

Ideale per le famiglie che amano la serenità delle coste Adriatico ma alla ricerca di canoni più accessibili ci sono le regioni dell’Italia centromeridionale: Molise, Marche e Abruzzo con quest’ultima che risulta anche nella classifica delle mete più ambite per i campeggi in Italia.

# Capri, Campania

bilaleldaou-pixabay – Capri

Si torna a vette di spesa con Capri, la meravigliosa isola del Golfo di Napoli, ambita sia dai turisti italiani che dal jet set hollywoodiano. Malgrado i costi risulta una delle mete preferite dove scegliere una casa vacanza per l’estate del 2022. Celebre per i suoi faraglioni e i porti con le caratteristiche case colorate affacciate sul mare.

# Ischia, Campania

Credits itiner-pixabay – Ischia

Meno glam di Capri ma con quotazioni in crescita ogni estate, troviamo un’altra isola dell’Arcipelago Campano molto ambita dagli italiani: Ischia, celebrata dalla CNN come un’ “isola paradisiaca”. Soprannominata l'”Isola Verde”, oltre al mare e alle terme per cui è famosa in tutto il mondo, offre panorami suggestivi e siti storici da scoprire come il Castello Aragonese.

# Costiera Cilentana, Campania

Credits: @wonderland_palinuro – Palinuro

Quest’anno sembra che sia l’estate del Sud. Terza località della Campania c’è la costa più a sud, la Costiera Cilentana. Un paradiso naturale, ancora molto selvatico, tra il golfo di Salerno e il golfo di Policastro dove è molto elevato il numero di prenotazioni per le case vacanza. Una zona per la sua bellezza naturalistica e per la qualità delle acque di balneazione, ma anche per le sue località di villeggiatura da Agropoli a Palinuro. E con un mare da favola. 

# Gargano, Puglia

@lauradavitti IG – Vieste

Arriviamo in Puglia. Ma invece di località più note, tra cui l’immancabile Salento, questa dovrebbe essere l’estate del Gargano, un vero paradiso terrestre della regione. Da Peschici a Vieste fino alla Baia delle Zingare spiagge bianche, meravigliose insenature e acqua cristallina. L’interesse per la case vacanze in questa zona d’Italia ha registrato una delle crescite più grandi per l’estate del 2022.

# Gallura, Sardegna

@italydavivere IG – Olbia

Estate in Italia da sempre fa rima con Sardegna. La più grande isola italiana offre una vastità di offerte da capogiro. Immancabile presenza per la Gallura, la zona più a nord dell’isola: la più ricercata per l’estate del 2022 forte dell’unione tra mare e divertimento, specie notturno. Qui si trovano alcune delle case da sogno più costose d’Italia, soprattutto in Costa Smeralda, ma anche alcune delle spiagge più belle come Budoni, Punta Istana o Cala Banana.

Leggi anche: Estate in SARDEGNA: scegliere NORD o SUD?

# Isole Eolie, Sicilia

@socialeolie
Mare di Pollara

La Sicilia, come la Sardegna, si candida a essere la regina dell’estate, molto amata sia dagli italiani che stranieri. In particolare sono le isole Eolie ad aver registrato il maggior numero di contratti di locazione per le case vacanza per l’estate del 2022. 

# E le altre?

Tra le altre località italiane presenti nell’elenco troviamo anche l’Alto Adige, il Lago di Garda, la Collina senese, la Maremma Laziale, il Lago Trasimeno, le Isole Ponziane, la Costiera Amalfitana, il Golfo di Gaeta, Alghero e il Golfo di Cagliari.

Continua la lettura con: Le 10 PISCINE più SPETTACOLARI del MONDO

FABIO MARCOMIN

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🔴 Il CANTIERE MOBILE che inserisce NUOVI BINARI sulla M2: apre e chiude ogni notte

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@Atm

Si può chiamare cortometraggio o minidocufilm. Ma, nome a parte, ciò che conta è l’impatto che arriva alla visione del mix di immagini e animazioni che svelano il dietro alle quinte dei lavori di rinnovo della linea Verde, nel tratto che va da Gobba a Gessate. Con una cinquantina di tecnici (armatori, nel gergo ferroviario) al lavoro su 30 macchine operatrici che sostituiscono ogni notte 80 metri di binario e garantiscono che il servizio metropolitano riapra normalmente ogni mattina.

Il CANTIERE MOBILE che inserisce NUOVI BINARI sulla M2: apre e chiude ogni notte

@Atm

# Al lavoro di notte

In tutto al termine dei lavori saranno 20 i chilometri di binari della metropolitana tra Cascina Gobba e Gessate che saranno rinnovati, oltre agli interventi per rendere accessibili le stazioni della Verde con gli ascensori. Il tutto riducendo al minimo l’impatto sul servizio, lavorando prevalentemente di notte dalle 22 alle 5, per poi aprire la metropolitana la mattina successiva.

Sono questi i contenuti del video che Atm ha realizzato per mostrare e rendere comprensibile la complessa macchina organizzativa e l’imponenza degli interventi di manutenzione straordinaria indispensabili per rinnovare la M2, la più estesa ma anche tra le più datate della rete milanese, risalente agli anni Settanta.

# 40 milioni di investimento per il cantiere mobile

@Atm

Il valore dell’intervento? Si parla di ben 40 milioni di euro per coprire i costi organizzativi e operativi, con un cantiere mobile che si sposta ogni notte e che ha come fulcro il deposito di Gorgonzola. 

Un lavoro di precisione per sostituire 80 metri di binari ogni notte dopo le 22, rimuovendo l’infrastruttura esistente e posando nuovo pietrisco, traverse in cemento e nuove rotaie composte da materiale più performante. E la mattina prima dell’alba la metropolitana deve essere pronta per il servizio: entro le 5 il cantiere viene smantellato, i binari liberati e iniziano i controlli e le verifiche tecniche per assicurare che la circolazione dei treni possa riprendere regolarmente poco dopo, con le prime corse. 

# Stop dopo le 22 da Gobba a Gessate e Cologno Nord

@Atm

In questa fase, che durerà fino a sabato 30 luglio, dalle 22 il servizio tra Cascina Gobba e Cologno Nord viene effettuato su binario unico con un treno navetta, mentre nella tratta Cascina Gobba-Gessate è attivo il collegamento con bus sostitutivi.  

Proseguono anche gli interventi relativi all’accessibilità delle stazioni, che termineranno a settembre 2022: ad oggi è stata completata la posa di dieci ascensori, due nella stazione di Cimiano, due a Vimodrone, quattro a Gessate e due a Gorgonzola.  Nella stazione di Gorgonzola sono state ultimate le strutture che accoglieranno il terzo ascensore esterno, che collegherà il piano strada con il piano mezzanino, rendendo così completamente accessibile la stazione.

I dettagli e la mappa itinerante dei lavori aggiornata in tempo reale sono disponibili sui canali comunicativi di Atm, tra cui sito, app e profilo twitter.

@Atm
@Atm

Video: video Atm cantiere mobile

Continua la lettura con: Il green Wall mangiasmog

LEONARDO MENEGHINO
 

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Milano non fa schifo ma…il SOTTOPASSO CHIUSO di Piazzale Lugano

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La capitale mondiale della moda, del design, sinonimo di stile e classe nel mondo, si proietta nel futuro con slancio e dinamismo attraverso grandiosi progetti di recupero urbanistico. Troppo spesso però Milano si perde nella cura dei dettagli, come questo segnalato da una nostra lettrice. 

Milano non fa schifo ma…il SOTTOPASSO CHIUSO di Piazzale Lugano

# Il sottopasso chiuso da anni

La nostra lettrice Agnese ci segnala la brutta storia del sottopasso del cavalcavia Bacula a Piazzale Lugano: “Mai visto aperto. Eppure sarebbe veramente strategico…”, ci scrive. In effetti è stato chiuso da molti anni e chi lo ricorda aperto probabilmente non è più giovanissimo. Il sottopasso era diventato con il tempo un luogo davvero lurido, ridotto a latrina, tanto maleodorante da sentire la puzza fino in superficie. Un luogo ottimo per ambientarci scene di film apocalittici o per un sequel di arancia meccanica.

Ritrovo di tossici e sbandati, era oramai infrequentabile. Invece di aprirlo, risanarlo e curarlo si è preferito chiudere e sbarrare. Non basterebbe una videocamera o il passaggio frequente di qualche poliziotto carabiniere o di un vigile?

La zona sarà interessata da importantissimi progetti e apriranno (speriamo prestissimo) i cantieri. La Bovisa è uno dei quartieri più coinvolti nelle trasformazioni urbanistiche che vedranno cambiare e migliorare radicalmente la città. Lo abbiamo infatti  definito il quartiere più berlinese di Milano e Piazzale Lugano verrà completamente risanato. Nel frattempo però quel sotto passo chiuso, oltre che essere inguardabile è anche inutilizzabile…

Vedi qualcosa che non va a Milano? Segnalacelo scrivendo (mettendo foto se possibile) qui: info@milanocittastato.it (oggetto: milano non fa schifo ma…)

Continua la lettura con: Milano non fa schifo ma… i TRENI sono IMBRATTATI

ANDREA URBANO

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Milano avrà un PALAZZO ARCOBALENO? Presentato il progetto

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Credits: wired.it palazzo arcobaleno

Nel mese ufficiale del Pride, il periodo in cui si festeggia l’orgoglio della comunità LGBT+, è stato presentato il progetto di un palazzo arcobaleno: un palazzo che non rappresenterà i mille colori solo nella facciata ma anche nei servizi che potrebbe offrire.

Milano avrà un PALAZZO ARCOBALENO? Presentato il progetto

# Il progetto di un nuovo palazzo per la comunità LGBT+

@cigarcigaymilano
comunità LGBT+

Ispirato al “The Center” di New York, in questi giorni Cig-Arcigay, un’associazione di volontariato che promuove attività politiche, progetti culturali e servizi intorno alla comunità LGBTQIA+, ha presentato il progetto di un nuovo edificio a Milano dedicato alla comunità arcobaleno.

Il progetto prevede un grande palazzo aperto sette giorni su sette che accoglie tutta la città. ci si concentrerebbe però sull’offerta dei servizi necessari alla comunità LGBTQIA+ che per ora non hanno ancora gli spazi a loro dedicati adatti. Diventerebbe un punto di riferimenti per tutti quelli che ne avrebbero bisogno: con sportelli per la salute, supporto psicologico, prima accoglienza alle attività di aiuto intersezionale. Ma il palazzo arcobaleno sarebbe anche un grande hub dove biblioteche e mostre d’arte celebreranno la cultura e varie iniziative favoriranno la condivisione.

# “I 3 motivi perché Milano ha bisogno di questo hub”

@cigarcigaymilano
cig arcigay milano

Quest’idea nasce da tre stimoli diversi. Il primo è lo stimolo fattuale: le attività che facciamo oggi sono in una sede totalmente inadeguata. Il secondo stimolo è l’analisi del territorio: Milano ha dei bisogni straordinari che non hanno nemmeno una risposta parziale. Ad esempio non esiste nulla per gli anziani LGBT+(…). Il terno stimolo è quello simbolico: non è pensabile che Milano, che si fregia di essere la città più arcobaleno d’Italia, non abbia un luogo fisico, visibile, raggiungibile, accessibile”. Sono queste le parole di Roberto Muzzetta, avvocato e vice presidente di Arcigay Milano, in merito ai motivi per cui è importante costruire un palazzo arcobaleno nella città meneghina. In più Milano non sarebbe la prima città italiana ad avere un hub per la comunità LGBT+, ci sono già infatti Bologna con il suo Casero e Roma con il Gay Center. Questo significa che Milano si metterebbe al passo con altre città importanti e ufficializzerebbe il suo sentirsi la città italiana più gay-friendly aiutando concretamente la comunità con un nuovo hub dedicato a loro.

# Sarà il Comune a decidere se realizzarlo

Credits: wired.it
palazzo arcobaleno

Il progetto, con i servizi che offrirebbe, andrebbe incontro alla comunità arcobaleno, per questo è già stato appoggiato da alcuni consiglieri comunali, tra cui Monica J. Romano, prima persona transgender eletta al consiglio comunale di Milano. L’obiettivo di alcuni consiglieri è far diventare il progetto realtà, nonostante si parli da anni di creare uno spazio per la comunità LGBT+.

Il nuovo hub è stato presentato ufficialmente lo scorso mercoledì 15: sarà uno spazio polifunzionale, ampio, accogliente e accessibile a tutti. I municipi stanno cercando già di aggiudicarsi la location ma prima di tutto serve un impegno comunale. Quest’anno il progetto appare più realizzabile rispetto agli altri anni, tanto che si spera di costruirlo entro il 2026.

Fonti: wired.it

Continua la lettura con: Sette cose che non sai sul QUARTIERE ARCOBALENO di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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EDICOLE-SUPERMERCATI: il progetto per salvare 40 edicole di Milano

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Credits: @quotidiana_net Quotidiana

I chioschetti verdi delle edicole storiche sembravano destinati a scomparire. Con i giornali online e notizie che si leggono e sentono da ogni dove, il rischio di un fallimento dei giornali cartacei sembra molto prossimo. Eppure non è strettamente necessario che le nuove forme di comunicazione debbano far scomparire le tradizionali edicole della città e questo l’ha ben capito Edoardo Scarpellini, che ha trovato un modo per far rinascere e salvare le edicole milanesi.

EDICOLE-SUPERMERCATI: il progetto per salvare 40 edicole di Milano

# Non solo giornali

Credits: @quotidiana_net
Quotidiana

Con 3 milioni di euro investiti, è partito il progetto che potrebbe salvare le edicole milanesi. Edoardo Filippo Scarpellini, ceo di Quotidiana, crede che adibire le edicole ad un’altra funzione, oltre alla classica, sia il modo per rilanciarle. Non più solo giornali, ma anche prodotti della grande distribuzione, temporary store e pubblicità. L’obiettivo di Quotidiana è quello di creare delle piccole strutture a 360 gradi, mantenendo però la loro forma e funzione storica.

Qualche mese fa è comparso il pane fresco nelle edicole e ora arrivano le lasagne, le pastiglie della lavatrice e prodotti di ogni tipo. Come dice il CEO di Quotidiana la grande distribuzione è tornata a guardare con attenzione il concetto di prossimità. Se si considera poi che intorno agli edicolanti e ai loro chioschi c’è un tema di comunità, la svolta è offrire proprio alla comunità prodotti nuovi in luoghi tradizionali.

# La campagna di raccolta fondi per trasformare le edicole

Credits: milanopost.info
Quotidiana

Vendere solamente giornali non permette di trarre il giusto profitto, per questo Quotidiana ha deciso di ampliarsi. Rispettando i limiti di legge, secondo la quale almeno il 51% della superficie espositiva deve essere riservata alla stampa, nelle edicole ora si possono trovare anche altri prodotti. Questo progetto ha richiesto 3 milioni di investimenti, ma si vogliono raccogliere almeno altri 500mila euro. I fondi sono stati raccolti anche grazie alla campagna lanciata su Mamacrowd, specializzata nella equity crowdfunding online, e ai 47 investitori annunciati da Finedi Asset Mangement SpA Società Benefit. Alla campagna di raccolta fondi possono partecipare anche i privati, donando dai 300 euro in su alle edicole che vogliono trasformarsi. Le edicole che più di tutte necessitano di essere cambiate sono quelle nella cerchia dei Navigli.

L’idea di Quotidiana sarà il modo per rilanciare le edicole?

Fonti: agi.it

Continua la lettura con: 🔴 La novità a Milano: PANE FRESCO in EDICOLA. Ecco dove

BEATRICE BARAZZETTI

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Le COSE più BELLE da FARE sui Navigli

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Credits sunshineee.95 IG - Gondola Darsena

I Navigli sono da sempre un luogo di attrazione per milanesi e turisti, ancora di più con la bella stagione. Vediamo le esperienze più belle che si possono fare.

Le COSE più BELLE da FARE sui Navigli

#1 Un tour in battello 

credits: naviglireloading.eu

Una delle esperienze più suggestive da fare sui Navigli è il tour in battello che ogni ora dall’Alzaia Naviglio Grande, per scoprire la città sotto un altro punto di vista e in modo più lento.

#2 Navigare con una gondola veneziana

Credits sunshineee.95 IG – Gondola Darsena

L’alternativa più insolita di navigare i canali è a bordo di una gondola veneziana. Al momento è la prima e unica a Milano, di proprietà della Canottieri San Cristoforo che offre la possibilità di imparare a utilizzarla con delle specifiche lezioni.

#3 L’Aperitivo

Credits valeriananni IG – Aperitivo Navigli

Dalle 17:00 in poi a Milano scatta l’ora dell’aperitivo e i Navigli sono la zona preferita dai milanesi, soprattutto d’estate. Sono decine i locali affacciati sui canali e nelle vie perpendicolari a Ripa di Porta Ticinese dove sorseggiare un ottimo drink in compagnia e degustare stuzzichini o intere portate.

#4 Osservare il tramonto sul Naviglio Grande

Credits: @alfonsoparty IG

Il tramonto sul Naviglio Grande è sicuramente una delle esperienze più suggestive che si possono provare a Milano. Vedere il rosso e il giallo del sole riflettersi sull’acqua insieme alle case colorate che si specchiano 

#5 Scoprire la vecchia Milano tra le vie laterali

Vicolo Lavandai – Alzaia Naviglio Grande 14

Anche le vie laterali al Naviglio Grande meritano una visita. Si possono scoprire cortili di case a ringhiera ancora come erano nella vecchia Milano, dove si possono trovare laboratori di artisti, artigiani e pittori. Il Vicolo dei Lavandai poi è una delle attrazioni più suggestive, lo storico lavatoio dei panni utilizzato fino agli inizi del ‘900.

#6 Godersi la nuova Darsena

IG @vista.darsena

Dove terminano i due Navigli, Grande e Pavese, c’è la rinnovata Darsena di Milano. Un tempo terzo porto cittadino d’Italia, oggi è un luogo dove passeggiare, prendere il sole, fare colazione, aperitivo o mangiare, fare la spesa al Mercato Comunale o prendere lezioni di canoa.

Leggi anche: La “FORESTA GALLEGGIANTE” in DARSENA

#7 Andare alla ricerca del vintage e dell’antiquariato

Il Mercatone dell’antiquariato sui Navigli

Sono molti i mercati e i negozi che vendono vestiti vintage e oggetti d’antiquariato lungo o attorno ai Navigli. Dal Mercatone dell’Antiquariato che si tiene lungo il Naviglio Grande ogni ultima domenica del mese, al Wunder Market, un atelier d’arte dove scoprire creazioni originali o il “mercatino delle pulci” milanese della Fiera di Sinigaglia.

Leggi anche: I 5 migliori MERCATINI AGRICOLI di Milano

#8 Entrare nel bar più piccolo del mondo

Credit: @backdoor42_milano

In Ripa di Porta Ticinese 43 bisogna provare almeno una volta l’esperienza di entrare nel bar più piccolo del mondo, Backdoor 43. Grande solo 4 metri quadrati, ha una capienza di tre persone e si accede bussando o tramite una chiave se si ha prenotato. Il barman accoglie i clienti indossando una maschera di “V per Vendetta” e si può restare all’interno per un massimo di 2 ore.

Leggi anche: I segreti del BAR PIU’ PICCOLO del mondo: a Milano lungo il naviglio

#9 Assaggiare il miglior gelato della città

Credits: scattidigusto.com – Latteneve

Prendere un gelato scegliendo tra alcune delle gelaterie più buone dei Navigli e della città. Tra queste troviamo LatteNeve, Gelateria Orso Bianco, il Negozietto del Gelato e Gelateria Rivareno.

Leggi anche: I 10 GELATI più buoni di MILANO (secondo i milanesi)

#10 Scoprire i contrasti di Corso di Porta Ticinese

Credits conor.adam IG – Ticinese

Un’ultima cosa da fare è scoprire la storia e le curiosità lungo Corso di Porta Ticinese. Da non perdere le Colonne di San Lorenzo con l’antistante Basilica, con i tram che sferragliano sul pavé, oppure la meraviglia del parco delle Basiliche e la deliziosa piazza Sant’Eustorgio.

Spunto: Viaggiamo.it

Continua la lettura con: La fermata del giorno: 10 cose da fare e vedere intorno alla stazione di PORTA ROMANA

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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I più STILOSI APERITIVI all’APERTO di Milano

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Credits lady_juliaye IG - Aperitivo Four Season Milano

L’aperitivo è un rito a cui i milanesi non vogliono sottrarsi. C’è solo l’imbarazzo della scelta tra le centinaia di locali che lo propongono. Andiamo alla scoperta di quelli più cool e chic selezionati dal sito specializzato Scatti di Gusto.

I più STILOSI APERITIVI all’APERTO di Milano

#1 Bulgari Hotel, un aperitivo di lusso 

Credits malibucarrie IG – Aperitivo Bulgari

Il Bulgari Hotel, in pieno centro a Milano ma isolato dal caos cittadino, è una delle location più richieste per gli eventi dei brand della moda. Il bar è illuminato dalle ampie vetrate ed è tutto un richiamo al lusso e allo chic. Si possono gustare aperitivi di ottima qualità grazie alla tecnica di miscelazione curata da Patrick Greco e alla scelta delle materie prime. 

Indirizzo: Via Privata Fratelli Gabba, 7

#2 Urban Garden Bar, un ambiente elegante con vista grattacieli

Credits parcnouveau IG – Urban Garden Bar

Urban Garden Bar, all’interno dell’hotel 4 stelle Milano Verticale | UNA Esperienze, è uno dei progetti enogastronomici del tre stelle Michelin Enrico Bartolini. Un’oasi di verde di 1.000 mq con vista sui grattacieli di Porta Nuova e un ambiente elegante alla cui guida c’è lo chef Michele Cobuzzi accompagnato dal barman Luca Ardito.

Indirizzo: Via Carlo de Cristoforis, 6

#3 Clotilde Bistrot di Brera, aperitivo in terrazza su piazza San Marco

Credits: westwing.it – Clotilde Brera

Clotilde Bistrot di Brera ha una terrazza affacciata su Piazza San Marco, nel cuore della Milano più raffinata. La drink list è firmata dal mixologist Filippo Sisti, dove si trovano grandi classici riletti con tocco creativo e originale e alcuni studiati per l’abbinamento con i piatti elaborati da Domenico della Salandra.

Indirizzo: Piazza San Marco, 6

#4 Mag Cafè, un locale anni ’30 sul Naviglio Grande

Mag Cafè

Mag Cafè è un locale anni ’30 sul Naviglio Grande, con un ambiente insolito per la zona. Al suo interno si respira un’atmosfera bohémienne e anacronistica, interrotta dai tavoli all’aperto sul canale. I barman preparano cocktail sorprendenti con materie prime di alta qualità, spezie incluse. Tra i preferiti ci sono il Giappone e il Marinaio.

Indirizzo: Ripa di Porta ticinese, 43

#5 Panino Giusto Malpighi, l’aperitivo nello storico palazzo Liberty in Porta Venezia

Credits milanofoodandmore IG – Panino Giusto Malpighi

Panino Giusto Malpighi, all’interno del bellissimo palazzo Galimberti in stile liberty in zona Porta Venezia, ha lanciato Aperitivo Giusto in collaborazione con Rita Cocktails. I drink sono creati da Edoardo Nono, barman di fama internazionale e titolare di Rita Cocktails, e preparati da Riccardo Tesini.

Indirizzo: via Malpighi, 3

#6 Ceresio 7, l’aperitivo più scenografico della città

credits: www.ceresio7.com

L’aperitivo da Ceresio 7, il locale del brand Dsquared, è il più scenografico della città in uno dei rooftop tra i più amati dai milanesi. Due terrazze con piscina al quarto piano dello storico palazzo Enel e vista unica sulla zona monumentale e sui grattacieli di Porta Nuova. La scelta dei cocktail spazia da quelli classici alle creazioni di Guglielmo Miriello in abbinamento agli ottimi finger food dello chef Elio Sironi.

Indirizzo: via Ceresio, 7

#7 Gud City Life, aperitivo all’ombra delle tre torri

Credits milanoamodomio.it IG – Gud Milano

Gud Citylife è una delle 5 location milanesi di questo format di successo. In questo giardino all’aperto all’ombra delle tre torri la cucina è affidata allo chef e socio Stefano Cerveni, che tra le proposte in pairing ai drink ha un aggiunto un twist asiatico. Una delle novità più gradite sono i bao, i panini soffici cinesi, farciti con combinazioni di ingredienti stagionali. 

Indirizzo: Via Demetrio Stratos, 5

#8 Rita’s Tiki Room, per gli amanti del rum

Credits marco_sorabella IG – Rita’s Tiki Room

Rita’s Tiki Room, sulla Ripa di Porta Ticinese, è un vero e proprio Tiki Bar. Un luogo adatto agli amanti del rum, oltre 200 etichette presenti, con un ambiente fusion e un’atmosfera Tiki con richiami polinesiani e caraibici. Il drink più bevuto è il Painkiller con Navy rum, crema di cocco, arancia, ananas e noce moscata. Ad ogni cocktail vengono abbinati piccoli finger, come focaccine, pinzimonio, patatine.

Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese, 69

#9 Pasticceria Clivati, un aperitivo inconsueto tra tradizione e modernità

 
ph. @clivati_1969
ph. @clivati_1969

L’aperitivo in pasticceria è uno dei più curiosi da provare. Da Pasticceria Clivati, un classico e retrò locale all’aperto a Milano in stile anni ’80, viene proposta un’ampia selezione di vini, di birre, di cocktail, anche a base di Vermouth, di cui c’è un’ampia scelta. A guidare l’attività c’è oggi un giovane team che punta a mixare tradizione e modernità.

Indirizzo: Via Coni Zugna, 57

Leggi anche: QUESTE sono le 7 BRIOCHE più BUONE di Milano (secondo Vice)

#10 Four Seasons Milano, aperitivo in un luogo classico e internazionale con drink in carta

Credits lady_juliaye IG – Aperitivo Four Season Milano

L’intramontabile Four Seasons Hotel è un luogo classico, elegante, internazionale e milanese al tempo stesso. Al centro del “Quadrilatero della Moda”, il quartiere più ricco della città, non propone la formula aperitivo ma si può scegliere un drink in carta.

Indirizzo: Via Gesù, 6

Fonte: Scatto di Gusto

Continua la lettura con: Al TRAMONTO sul TETTO del Duomo con APERITIVO e MUSICA: ecco quando e come

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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4 piscine, aree verdi e attività: il NUOVO MULTI SPAZIO SPORTIVO di Milano

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Credits stefano_o_o_ IG - Piscina Scarioni

Uno dei centri balneari più amati dai milanesi, chiuso da tempo, si prepara a rinascere con dei servizi aggiuntivi per la socialità e lo sport dei cittadini. Ecco come verrà trasformato.

4 piscine, aree verdi e attività: il NUOVO MULTI SPAZIO SPORTIVO di Milano

# Il Centro Balneare Scarioni si prepara ad essere riqualificato

@gbrlferraresi IG – Centro Balnera Scarioni

Si prepara a rinascere il centro balneare Scarioni di via Valfurva, chiuso da tempo, per trasformarsi in centro sportivo multifunzionale. Entro fine anno il Comune di Milano pubblicherà un bando di gara “finalizzato a recepire ulteriori proposte, che prevede il diritto di prelazione a favore del proponente” per poi procedere con un partenariato pubblico privato. Nel frattempo è già stato presentato il project financing. L’investimento previsto è di 17,8 milioni di euro.

Leggi anche: La piscina ABBANDONATA di Niguarda tornerà ad essere utilizzata?

# Come sarà il nuovo centro

Google Maps – Centro balneare Scarioni

Non sarà più solo un centro balneare. Nel progetto di riqualificazione si prevede la demolizione dell’edificio su via Valfurva e di quello ad angolo con via Val Maira, la realizzazione di un edificio di tre piani fuori terra e un piano interrato con funzioni legate al centro sportivo oltre a un parcheggio. L’edificio con affaccio su via Val Maira sarà recuperato con funzioni legate al centro sportivo insieme a spazi polivalenti e a un incubatore di aziende. Per l’edificio parallelo a via Carlo Girola se ne prevede il mantenimento e la manutenzione per adibirlo a spogliatoio o tribuna così come anche l’edificio a sudovest verrà rimesso a nuovo.

# Gli spazi verdi e pedonali saranno rinnovati e verranno realizzate due nuove piscine interne

@stefano_o_o_ IG – Piscina Scarioni

Una delle vasche presenti sarà rimossa, mentre rimarranno due piscine esterne che verranno ristrutturate e ci saranno altre due piscine interne. Gli spazi esterni verranno ridefiniti e quelli a verde ridisegnati. Tutti i cittadini potranno usufruire anche senza abbonamento delle due piscine esterne, dell’ampia zona verde e delle aree pedonali, del parcheggio con pannelli fotovoltaici annesse al centro e delle due piscine interne. Il centro Scarioni prenderà anche in gestione l’edificio multifunzionale adiacente al centro sportivo, che verrà ristrutturato completamente e fungerà da spazio di incontro, collaborazione, integrazione e pratica di particolari discipline sportive.

 

Continua la lettura con: Nuova SEDE del POLITECNICO a Bovisa: il progetto di Renzo Piano

FABIO MARCOMIN

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GIARDINI SUI TETTI : le novità per le “nuove” CASE POPOLARI

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ph. internews.biz

Un passettino alla volta, anche la vicenda di queste torri si avvia alla soluzione. È partito il bando di riqualificazione, all’insegna della sostenibilità

GIARDINI SUI TETTI : le novità per le “nuove” CASE POPOLARI

# Dall’amianto all’economia circolare e sostenibile

ph. milanosud.it

È stata pubblicata la gara per l’appalto dei lavori di ristrutturazione che riguarda le case ALER di Via Russoli. Una manutenzione straordinaria che si preannuncia imponente, perché coinvolgerà ogni singolo aspetto delle torri a Milano Sud.
Da oltre un decennio gli inquilini delle case popolari a Via Russoli, combattono per la bonifica dell’amianto presente nelle palazzine e la messa in sicurezza, ora ce l’hanno fatta.

Nel progetto per le “nuove” torri di Via Russoli la sostenibilità green è la parola d’ordine: tutto verrà migliorato, utilizzando anche logiche mutuate dall’economia circolare, la sostenibilità ambientale ed efficientamento energetico.

Leggi anche: Sport, musica e tempo libero: le OPERE che TRASFORMERANNO il quartiere di SANTA GIULIA

# Gli interventi nel dettaglio

ph. internews.biz

La ristrutturazione ambisce anche a creare connessione con il territorio circostante, grazie alla realizzazione di un “cappotto termico” derivante dagli scarti di lavorazione del riso. Una sfida a km. zero, dato che il cereale è prodotto a pochissima distanza dalle palazzine.
Anche finestre e tapparelle verranno sostituite, con dispositivi più attenti alla riduzione di sprechi energetici. Completerà l’efficientamento anche l’ammodernamento della centrale termica.

L’aspetto più curioso è il rivestimento della parete verticale con la pannellatura verde, che ha la doppia funzione: gradevole guarnizione estetica e green, ma anche favorire il comfort termico per tutte le stagioni.

Leggi anche: Il progetto di BOSCO VERTICALE nella PERIFERIA di Milano

# Giardini sui tetti

ph. cosedicasac.om
repertorio

Il verde spunterà anche sui tetti, dove una parte della superficie sarà adibita a giardinetto. Gli interventi sulle coperture sono tutti indirizzati a recuperare spazio pubblico, che verrà impiegato con un unico scopo: la convivialità e la socialità degli inquilini.

La riqualificazione green volge lo sguardo agli inquilini, con il preciso scopo di migliorarne la qualità della vita, la prima in Italia a svilupparsi in queste direzioni multidisciplinari.
Concetti che secondo Mario Sala, presidente di ALER Milano, “saranno sempre più adottati in futuro, a fronte della crisi energetica. […] Un’inversione di rotta radicale che dobbiamo incominciare ad affrontare seriamente, anche modificando il modo di concepire la ristrutturazione dei nostri edifici“.
Gli fa eco l’Assessore comunale Mattinzoli, il quale sottolinea come “Il deterioramento degli edifici porta con sé il deterioramento sociale“. Nei 177 appartamenti del complesso in Via Russoli tale pericolo è, al momento, scongiurato.

Leggi anche: Il NUOVO LOOK del POLICLINICO con suite e giardini sui tetti

# Bonus 110%

ph. Michael Gaida da Pixabay

Regione Lombardia e ALER sono fiere di essere, forse, le uniche in tutta Italia ad affrontare con serietà il tema del super bonus. Domenico Ippolito, DG di ALER, ha sottolineato come la proproga del bonus 110% sia stata cercata e ottenuta dalla politica lombarda.
Grazie a questa strategia “alcuni cantieri sono già aperti, altri in corso e altri ancora che stanno per partire“.

Come quello di Via Russoli che, dopo le istanze portate avanti dal comitato inquilini, promette di mettere una data di inizio cantiere del bosco verticale di periferia, che sia anche la fine di ogni vicenda passata

Continua la lettura con: C’è vita a Milano SUD: le attrazioni che troviamo oggi e quelle che troveremo in futuro nella metà “meno nobile” di Milano

LAURA LIONTI

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Fermata del giorno: 10 cose interessanti da fare e vedere intorno alla stazione di MONUMENTALE

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ph. Mitomorrow.it

Milano. Una delle poche metropoli europee ad avere un grande cimitero nel cuore della città. Ma a Milano non si tratta di un normale cimitero ma di un vero e proprio museo a cielo aperto che celebra i milanesi del passato. Ma attorno alla stazione Monumentale della M5 non c’è solo il cimitero…

Fermata del giorno: 10 cose interessanti da fare e vedere intorno alla stazione di MONUMENTALE

# Murale Fraintesa – “L’unico viaggio impossibile è quello che decidi di non iniziare”

ph. Mitomorrow.it

In Piazzale Cimitero Monumentale 8 nel 2021 è stato inaugurato un murales dedicato ad una conosciuta travel bloggler, Francesca Barbieri – in arte Fraintesa – scomparsa per un tumore al seno. Che si conosca bene la sua Storia o no, passare davanti questo murales fa commuovere e riflettere chiunque.

# Ceresio 7, la terrazza con piscina panoramica

credits: www.ceresio7.com

Ceresio 7 è una terrazza panoramica che prende il nome dalla via e dal numero civico in cui è posto. Cocktail e piatti di cucina italiana contemporanea sono serviti a pochissimi centimetri da piscine a sfioro e davanti ad una bellissima vista sulla città.

# Piazza Compasso d’Oro, Premio internazionale di design

Si tratta di una piazza verde ad uso pubblico tra via Ceresio e piazzale Cimitero Monumentale, costruita in occasione della realizzazione della nuova sede dell’Associazione per il disegno industriale (ADI), situata nel palazzo in stile liberty che si affaccia sulla piazza. Fontane e alberi ancora in crescita sono protagonisti.

# ADI Design Museum

Si trova nel sopranominato edificio in stile liberty risalente agni anni 30 e utilizzato, ai tempi, sia come impianto di distribuzione di energia elettrica sia come deposito di tram a cavallo (da qui il nome dell’edificio “Tram a Cavallo”).

“ADI Design Museum nasce attorno all’intero repertorio di progetti appartenenti alla Collezione storica del premio Compasso d’Oro, premio nato nel 1954 da un’idea di Gio Ponti per valorizzare la qualità del design made in Italy, è oggi il più antico e istituzionale riconoscimento del settore a livello mondiale”

# Hanoi, il ristorante vietnamita

https://www.thefork.it

In Piazzale Antonio Baiamonti n. 5 si trova questo ristorante vietnamita, dove poter conoscere e gustare la cucina tradizionale di questo paese. Il ristorante è molto semplice ma caratteristico.

# Sbunda, i panini di Calabria

Credits FB @Sbunda

In Piazza Antonio Baiamonti1 si trova questa paninoteca che prepara dei panini alla calabrese: ingredienti come cipolla rossa, ‘nduja, soppressata, capicollo e butirro sono protagonisti in questo fast food calabrese.

# Bulk Mixology Food Bar

https://flawless.life

Il Bulk si trova in via Fioravanti 4 ed è il luogo ideale dove godersi un brunch, un pranzo e un aperitivo a base di “Gian Tonic” e altri cocktail d’autore. Elegante ma informale e cozy, il Bulk si trova all’interno dell’Hotel Viu, ma è completamente indipendente.

# Il Cimitero e la tomba di Manzoni

https://monumentale.comune.milano.it/

Forse un po’ scontato ma se ci si trova in questa zona non si può non visitare il Cimitero Monumentale e in particolare la tomba di Alessandro Manzoni, uno dei milanesi più famosi. L’intero cimitero è una vera a propria città piena di dettagli artistici che rapiscono lo sguardo.

# The Wall of Kindness – «Se non ne hai bisogno, lascialo. Se ne hai bisogno, prendilo»

https://milano.repubblica.it/

Questo fenomeno di carità per i senzatetto che prese il via in Iran nell’inverno a cavallo tra il 2015 e il 2016 è arrivato anche a Milano da qualche anno. Si tratta letteralmente di un muro presso cui vengono appesi e lasciati indumenti da coloro che non ne hanno più bisogno, cosicché coloro che ne hanno necessità ne possano usufruire. Il muro si trova in via Luigi Nono 7.

# Statua e fontana San Antonio da Padova

https://www.facebook.com/MILANO.sparita.e.da.ricordare

All’esterno del Santuario di Sant’Antonio di Padova, collocato tra via Carlo Farini e via Piero Maroncelli si trova questa fontana con statua annessa di San Antonio da Padova. La fontana è stata anche teatro di un fatto di cronaca: Franco Verga, deputato della Democrazia Cristiana, venne trovato senza vita il 28 agosto 1975 adagiato nella fontana di fronte alla Basilica di Sant’Antonio, apparentemente annegato in circa 30 cm d’acqua.

Continua la lettura con: Le altre fermate del giorno

ALICE COLAPIETRA

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CALA VIOLINA, la splendida spiaggia “sonora” (ma riservata solo a pochi “eletti”)

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Credits tommasoghelarducci IG - Cala Violina

Questa caletta è un piccolo gioiello naturale del nostro Paese, ma è riservata solo a pochi eletti ogni giorno. Il suo nome cela inoltre una caratteristica che la rende davvero unica. Ecco dove si trova e perché è così speciale.

CALA VIOLINA, la splendida spiaggia “sonora” (ma riservata solo a pochi “eletti”)

# Cala Violina, la perla della Maremma

Credits ilceko40 IG – Cala Violina

Immersa all’interno della Riserva Naturale delle Bandite di Scarlino dove la natura è selvaggia e rigogliosa, Cala Violina è una tra le spiagge più belle d’Italia, una perla della Maremma.

andretonz IG – Cala Violina

Una piccola caletta che non ha eguali in Italia. La sabbia finissima, l’acqua limpida del Mar Tirreno e la rigogliosa macchia mediterranea che la circondano regalano ai turisti un panorama paradisiaco.

Leggi anche: L’incredibile SPIAGGIA dei CRISTALLI a 2 ore da Milano

# A pagamento e a numero chiuso

salutidallatoscana IG – Accesso a Cala Violina

Questo lembo di spiaggia racchiuso tra due promontori è però solo per pochi: l’accesso è limitato a 700 persone al giorno, per preservare il paesaggio, e per entrarvi si deve prenotare e pagare la cifra simbolica di 1 euro. Inoltre si può raggiungere solo a piedi o in bicicletta e al suo interno non ci sono stabilimenti balneari, ma solamente un chioschetto con tavoli da pic-nic poco prima di arrivarci.

Leggi anche: Le 7+1 SPIAGGE LIBERE più BELLE d’Italia

 # Perché si chiama così

Credits tommasoghelarducci IG – Cala Violina

Il nome Cala Violina nasconde un particolare che caratterizza solo un centinaio di spiagge nel mondo: è una spiaggia sonora. Un fenomeno antico, raccontato già da Marco Polo, è che è reso possibile dai minuscoli granelli di quarzo che compongono la battigia e che quando vengono calpestati suonano una melodia. 

 

Continua la lettura con: Le 5 SPIAGGE più BELLE d’Italia dove andare quest’estate (secondo gli inglesi)

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Nuova SEDE del POLITECNICO a Bovisa: il progetto di Renzo Piano

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Credits: domusweb.it nuovo campus Politecnico

Innovazione e benessere faranno da padroni nella sede del nuovo campus del Politecnico di Milano. Il progetto di Renzo Piano per l’ampliamento del Polimi è stato presentato qualche tempo fa, ma vediamo più nel dettaglio cosa si vuole fare.

Nuova SEDE del POLITECNICO a Bovisa: il progetto di Renzo Piano

# Innovazione e benessere per il nuovo campus

Credits: milano.corriere.it
Nuovo campus Bovisa

Il nuovo campus Bovisa sarà realizzato nell’area degli ex-gasometri e del parco la Goccia. È Renzo Piano a firmare il progetto e per questo ci si aspetta grandi cose. In collaborazione con il paesaggista Andrea Kipar, Piano vuole realizzare due poli dai concept differenti: uno dedicato all’innovazione dove potranno risiedere circa 200 start up e uno dedicato al benessere e allo sport. Saranno due poli come due solo i gasometri.

Nel progetto non mancheranno aree verdi, il nuovo campus non ostacolerà infatti la natura green che si vuole dare all’area. Il parco della Goccia con i suoi 16,5 ettari di alberi, dopo la chiusura del sito di stoccaggio del gas dell’Union de Gaz, diventerà un grande parco pubblico e, quindi, lo stesso nuovo campus del Politecnico conserverà quest’attenzione al verde.

# 1000 alberi per un nuovo polmone verde

Il nuovo, il vecchio e la natura dovranno convivere in un progetto che, se vincente, darà nuova vita all’area. Nei giorni scorsi è stato annunciato anche il progetto per una sede nell’area della Goccia della “Fondazione per il futuro delle città” dell’architetto Stefano Boeri. Considerando inoltre il piano ForestaMI, nel realizzare il nuovo campus della Bovisa, il Politecnico dovrà stare particolarmente attento al verde. Saranno piantati circa 1000 alberi che si uniranno ai 2000 cresciuti spontaneamente e insieme creeranno un polmone verde in zona Bovisa.

# 100 milioni di euro per il nuovo campus Bovisa

Credits: domusweb.it
nuovo campus Politecnico

Coinvolgendo quindi due dei più grandi architetti italiani dei nostri tempi, la Bovisa avrà un nuovo volto. A fine maggio il rettore del Politecnico Ferruccio Resta ha incontrato Renzo Piano per fare un sopralluogo dettagliato. Sempre durante la giornata di incontri, ai due sopra si sono uniti l’architetto Stefano Boeri e il paesaggista Andreas Kiparl.

Per ora c’è massimo riserbo riguardo il progetto firmato da Piano, si sa solo che nel nuovo campus Bovisa ci saranno due poli e tanto verde. Non resta che attendere maggiori dettagli e capire come diventerà il campus del Politecnico che già ospita 20mila studenti e 5 dei 12 dipartimenti dell’Ateneo. Per ora si parla comunque di investimenti dal valore complessivo di 100 milioni di euro.

Fonti: domusweb.it

Continua la lettura con: I 3 CAMPUS UNIVERSITARI che rivoluzionano Milano

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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Alla scoperta della “PICCOLA FRANCIA”, il PARADISO della BOLLA a un’ora da Milano

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Credits: @prolocoerbusco Erbusco

A Milano, il prossimo lunedì 20 giugno, è in arrivo un evento itinerante della recente tradizione dei Festival Franciacorta. Inserito per la prima volta nel palinsesto degli eventi di Milano Moda Uomo, la manifestazione si terrà dalle 16.00 alle 21.30, nella magica cornice del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, con un grande banco d’assaggio di 44 Cantine in degustazione e due seminari di approfondimento. Scopo dell’evento è, neanche a dirlo, quello di promuovere vini e territori che possono fregiarsi di un nome dall’origine controllata e garantita (DOCG). Prendiamo dunque virtualmente l’auto e andiamo a visitare questo splendido territorio, poco noto, della nostra Lombardia.

Alla scoperta della “PICCOLA FRANCIA”, il PARADISO della BOLLA a un’ora da Milano

# Franciacorta: l’origine del nome

Credits decanter IG – Franciacorta

I confini della zona, non così estesa, sono ben definiti dalla zona collinare compresa tra Brescia e l’estremità meridionale del lago d’Iseo, di cui fanno parte circa 20 comuni. Quello che resta da capire invece è l’etimologia del nome, argomento discusso da molti studiosi, ma ancora privo di una soluzione definitiva. Franciacorta, secondo la versione più accreditata, potrebbe derivare da “Corte Franca”.

Queste terre intorno alla fine del 1200 erano infatti proprietà vitivinicola ecclesiastica e i monaci in cambio del duro lavoro in vigna godevano dell’esenzione dei tributi imperiali richiesti altrove. Alle corti franche, quindi, non era richiesto alcun dazio per il trasporto delle merci in altri stati. C’è poi anche la leggenda che fa derivare il toponimo da una “piccola Francia” di Carlo Magno, ma sembra quasi un’opzione imposta, un po’ come l’origine della parmigiana che viene di tanto in tanto associata a Parma, senza alcun fondamento.

# Il centro commerciale le porte franche

Credits: tripadvisor

Appena usciti dall’autostrada ci troviamo davanti questo complesso monumentale i cui parcheggi sotterranei sono impressionanti, specie se visti durante un festivo di inopinata chiusura. Sappiamo che tutti i giovani delle periferie passano sabati pomeriggio tutti uguali, in giro per i centri commerciali, a guardare le vetrine, le ragazze e i ragazzi, per cui nemmeno noi ci vogliamo sottrarre al fascino delle cattedrali nel deserto, che hanno così tanto segnato, nel bene e nel male, i nostri tempi. Non può mancare il cinema, né l’aria giochi spaziale, in questa finta fortezza medievale, ma il motivo per cui ci fermiamo è quello di cominciare a intravedere il territorio dalla lista di suoi prodotti in offerta nei negozi del complesso, un po’ come quando atterriamo in un aeroporto ed entriamo nelle boutique di souvenirs per immaginarci cosa ci aspetta. Le bottiglie impilate cominciano a raccontarci la loro storia, rendendoci ancora più curiosi…

# Erbusco, il punto di partenza per il viaggio tra le cantine

Credits: @prolocoerbusco
Erbusco

Siamo già, di fatto, nell’area della cittadina più importante di tutta la Franciacorta, quella che sorge sulle pendici collinari di un territorio che conserva tuttora una quota importante di bosco. Le stradine ripide del piccolo centro portano tutte a qualche villa o cantina dedicata alle bollicine, ma ci sono anche monumenti da apprezzare, in un contesto così curato da poter sembrare, a tratti, persino un parco tematico. Il grazioso nucleo antico si sviluppa intorno al castello, eretto nel 1300 nei burrascosi anni di lotta tra guelfi e ghibellini. Il profilo di Erbusco (che si può notare anche dall’autostrada, appena prima dell’uscita Rovato) è però ancora più fortemente connotato dall’imponente costruzione in stile palladiano di Villa Lechi, con pianta a U e un corpo centrale caratterizzato da una loggia con balaustra ad affacciarsi su un giardino all’italiana. Considerate la località come punto di partenza, bevetevi un caffè e cominciate a telefonare per prenotarvi le visite alle cantine, se siete venuti in un giorno feriale. Altrimenti non troverete posto, che ve lo dico a fare?

# Le cantine più conosciute

Credits: @the_wine_doctor_italy
Ca’ del Bosco

Siete pronti a scoprire l’unico vino a essere prodotto esclusivamente con la rifermentazione in bottiglia? In Franciacorta vivrete un’esperienza unica visitando le cantine storiche, alla pari di un viaggio nella storia delle famiglie che hanno saputo dare un seguito alle tradizioni dei loro antenati. Evidentemente, adesso, selezionare solo alcuni nomi risulterebbe poco professionale, per chi non le ha potute giudicare tutte. Per cui citiamo Barone Pizzini, il primo ad aver prodotto una bolla biologica, oppure Bersi Sellini che vi farà assaggiare il vino bendati e naturalmente Ca’ del Bosco con la sua tenuta con pista di atterraggio elicotteri a cui si accede varcando un cancello in bronzo firmato da Arnaldo Pomodoro. Ferghettina vi accompagnerà attraverso la fermentazione dei mosti e la “presa di spuma” fino all’imbottigliamento e alla sboccatura del vino finito nelle iconiche bottiglie a base quadrata, Contadi Castaldi saprà regalarvi un panorama incredibile sul paesaggio unico della Franciacorta dalla vecchia torre della sua fornace, mentre Fratelli Berlucchi vi spiegherà la targhettizzazione dei suoi prodotti tra classici, preziosi ed esclusivi. Formaggio e bollicine sono l’accoppiata perfetta delle degustazioni a fine tour, in questa zona. Scegliete almeno tre cantine alternando magari visite e degustazioni, altrimenti sarete venuti per niente. L’amico astemio che vedete una volta all’anno potrebbe farvi comodo, in questa occasione.

# Corte Franca e le quattro frazioni

Credits: @andy7bianca
Corte Franca

Poi c’è questa incredibile località nata nel 1928 dalla fusione delle frazioni di Borgonato, Colombaro, Nigoline e Timoline. La sede comunale è stata a Nigoline fino agli anni novanta, quando è stata trasferita a Timoline, secondo il mantra di una politica che al livello più basso sa ancora concedere qualche libertà minima. Ma attraversare i campi e le colline di collegamento tra le quattro frazioni originarie è emozione pura di scoperta del territorio: per chi ama il trekking, c’è la bella passeggiata al Monte Alto, con numerosi sentieri convergenti al punto comune della Scala Santa, struttura naturale formata da sassi, 50 metri di un percorso atto a depurare lo spirito del “viaggiatore”.

Se all’attività fisica preferite l’arte, potrete fermarvi ad ammirare il maestoso Palazzo Torri, splendida villa nobiliare seicentesca che la famiglia residente trasformò in un “cenacolo culturale” frequentato da ospiti illustri, come Carducci e Fogazzaro. Se non siete invitati qui a nozze, o per una cena di gala, dovrete prenotare una visita per ammirare gli splendidi interni. Niente da fare? Allora passate dallo stadio per vedere l’allenamento della squadra femminile, orgoglio locale, che gioca in una splendida serie B.

# Le Torbiere del Sebino

Credits: @mely_travellinglover
Torbiere del Sebino

Ai limiti settentrionali della Franciacorta, che coincidono con l’estremità meridionale del lago d’Iseo, c’è un luogo magico dove l’incontro tra acqua e terra dà vita a una zona di grande interesse naturalistico tutelata dalla Regione Lombardia: le Torbiere del Sebino, riserva naturale dai colori mozzafiato, se avete la fortuna di non visitarle sotto un cielo plumbeo. Si estendono per circa 360 ettari come un territorio acquitrinoso e paludoso, con canneti e specchi d’acqua, in alcuni punti attraversati da iconici pontili in legno, perfettamente inseriti nel panorama circostante formato da campi coltivati, abitazioni e strade della Franciacorta. La flora è influenzata dalla profondità dell’acqua, ma le Torbiere offrono numerosi punti di osservazione soprattutto per gli appassionati di birdwatching: armati di macchina fotografica e binocolo potrete osservare l’avifauna presente, tra cui l’airone rosso, il falco di palude, il nibbio bruno, il tarabuso, per scoprire il modo di comportarsi di questi esemplari e ammirare la bellezza dei loro colori.

Le Torbiere del Sebino sono aperte tutti i giorni dell’anno dall’alba al tramonto. Vi si accede per tre ingressi principali, uno a Iseo, uno a Provaglio e uno a Corte Franca: presso ognuno è collocato un erogatore automatico per l’acquisto del ticket, al prezzo di 1 euro. Che dite, ne può valere la pena?

Continua la lettura con: I 5 VINI LOMBARDI più amati dai grandi sommelier

LORENZO ZUCCHI

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La denuncia: la Milano che raccontano? Ormai ESISTE SOLO NELLE BROCHURE

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credit: Instagram @umb.o

Una denuncia pubblicata sul sito di Fondazione Feltrinelli, basata sull’analisi di documenti e report pregressi o attuali, fa a pezzi la narrazione dominante. Esisterebbero due Milano molto diverse tra loro: quella che racconta sé stessa agli altri e quella che emerge dagli studi. Vediamo lo studio del dott. Lucarelli. 

La denuncia: la Milano che raccontano? Ormai ESISTE SOLO NELLE BROCHURE

# I parametri dello studio/denuncia

tommaso picone da Pixabay

Il Dott. Stefano Lucarelli, professore Associato di Politica Economica presso il Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università degli Studi di Bergamo, compila una denuncia shock.
Autore nel 2022 di un caso-studio su Milano, il professor Lucarelli si basa sui report dell’Osservatorio Milano e una vasta letteratura edita a partire dagli ultimi 5 anni.

Le prestazioni del capoluogo lombardo sono comparate, a livello internazionale, con quelle mostrate da Lione, Barcellona, Monaco e Stoccarda, considerate dallo stesso Osservatorio Milano, rilevanti per l’esercizio comparativo.
Sono state analizzate le capacità di attrarre investimenti esteri, impiego di capitali per ricerca e sviluppo sul territorio, l’integrazione dei giovani nel mondo del lavoro e le politiche territoriali. Vediamo quali sono i risultati. 

Leggi anche: I 7 MOTIVI perché Milano NON si può considerare una METROPOLI INTERNAZIONALE

# Milano ultima per ricerca e sviluppo

Credits: B_Me, via Pixabay

I risultati dell’analisi compiuta dal Dott. Lucarelli sono impietosi.
Tra le 5 città Milano è, ad esempio, ultima per investimento procapite in ricerca e sviluppo.
500 Euro /anno, contro gli 800 di Lione, i 1.400 di Monaco e il mostruoso quadruplo di Stoccarda, con 2.000 Euro.

Milano è sull’ultimo gradino del podio se si analizzano il numero di ricercatori attivi sul totale degli occupati e una percentuale di popolazione tra i 30 e i 34 anni in possesso di istruzione terziaria giudicata troppo piccola. Triste primato se si guarda alla percentuale degli occupati nei settori scientifico-tecnologici con istruzione terziaria rispetto alla popolazione.

Leggi anche: BOOM dei PREZZI delle CASE nell’HINTERLAND di Milano: a quanto è arrivato il mq e qual è il paese più caro?

# Un solo primato: Top immobiliare, ma…

Credits: fototommy via Pixabay

Milano si aggiudica un solo primato, rispetto alle sue “gemelle”: Top score nell’indice di investimenti esteri nel comparto immobiliare.
La narrativa dominante, partendo da questo risultato, mostra una città in grado di sfruttare la crescita del settore per affrontare le proprie debolezze. Lo studio del Prof. Lucarelli, invece, smonta l’entusiasmo, domandandosi se non sia un po’ autoreferenziale.

Il modello Milano di sviluppo ha infatti un impatto sul mercato immobiliare, che ha prodotto rialzi dei prezzi delle case e dei canoni di locazione.
Il risultato? Oltre alla città, cresce il divario tra la qualità della vita degli abitanti dei vari quartieri.

Leggi anche: I segreti del RIOCONTRA, il gergo della Milano di periferia

# Insostenibilità economica fuori dalla circonvallazione

circonvallazione
circonvallazione

Nello studio Lucarelli, Milano è stata suddivisa in 35 zone, dopodiché analizzato il campione di una famiglia monoreddito composta da 2 adulti, senza figli, in affitto in un bilocale.
La bellezza di 22 zone su 35 sono caratterizzate da una situazione di insostenibilità economica, di cui 18 molto seria. Questi ultimi riguardano tutti quartieri che si trovano oltre la circonvallazione.

La penalizzazione economica sta spingendo queste famiglie sempre più fuori Milano, tanto che il 49% della popolazione attiva lavorativa, vive fuori dal territorio cittadino.
I lavoratori si spostano nei comuni di fascia I e II, denotando il calo demografico di Milano a scapito dell’hinterland e gravando sulla mobilità inquinante.

Leggi anche: IMMOBILIARE di PREGIO: la RISCOSSA delle zone oltre la CIRCONVALLA

# Nel “modello Milano” nemmeno un accenno

Di queste precise contraddizioni, che sembrano rilevanti ai fini degli studi considerati, la narrazione del “modello Milano” non fa il benché minimo accenno.
Sul banco degli imputati il Piano di Governo del Territorio, o PGT, riconosciuto impreparato a fronteggiare la fuga verso i comuni di fascia I e II e, pertanto, “incapace di costruire un saldo, competitivo e coeso tessuto economico-sociale”.

La raccomandazione di Lucarelli e Fondazione Feltrinelli è quella di dare attuazione alle strategie già individuate dal PGT milanese, che è lo strumento principale per la pianificazione urbanistica a livello comunale.
Smettere di guardare solo ai pregi dell’internazionalizzazione di Milano e finlamente affrontare tutte le criticità che l’attuale modello di sviluppo sta creando. Guardare poi alla Grande Milano, senza circoscrivere lo sguardo ai soli confini comunali, perché sta diventando miopia confinata dentro i bastioni, relegando le periferie a concetti astratti.
Oppure il “modello Milano” continuerà a produrre “risultati diversi da quelli riconosciuti pubblicamente dall’amministrazione”

Fonte: Fondazione Feltrinelli

Continua la lettura con: MILANO NON è una città per GIOVANI: tra le peggiori dove vivere in Italia per gli under 35

LAURA LIONTI

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