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I MUSEI più SURREALI di Milano

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Credits armani IG - Armani Silos

Vieni con me a conoscere i musei più assurdi di Milano e della Lombardia.

I MUSEI più SURREALI di Milano

# Armani Silos: il granaio dello stile

Credits armani IG – Armani Silos

Al netto dei musei abbastanza inusuali di cui scriverò a breve, partiamo da una delle aree più vitali dell’economia meneghina: la Moda. L’Armani Silos, il museo dedicato al più famoso stilista al mondo inaugurato nel 2015 nel cuore di Porta Genova, è una particolarissima raccolta di modelli del celebre stilista. Costruito nel 1950, l’edificio era originariamente un granaio e attualmente si sviluppa su quattro livelli per una superficie di circa 4.500 metri quadrati.

La predilezione di Giorgio Armani per la semplicità e il rigore hanno dato vita a un’architettura essenziale, al piano terra lo spazio ospita mostre temporanee dedicate a moda, fotografia, architettura e design, mentre ai piani superiori la collezione permanente ripercorre oltre 40 anni delle creazioni dello stilista e comprende oltre 400 abiti e 200 accessori, dal 1980 a oggi, delle collezioni Giorgio Armani. Oltre a questo ci sono un bookshop, un archivio digitale e una caffetteria. Infine, una curiosità sul nome per il quale diamo direttamente la parola a re Giorgio: ‟Ho scelto di chiamarlo Silos perché lì venivano conservate le granaglie, materiale per vivere. E così, come il cibo, anche il vestire serve per vivere”, ha spiegato Armani.

Indirizzo: Via Bergognone, 40

# Museo delle macchine da scrivere

Museo delle macchine da scrivere

Grazie allo spirito di iniziativa e all’impegno dell’appassionato collezionista Umberto Di Donato nel 2006 nasceva a Milano il Museo della Macchina da Scrivere, 200 pezzi in totale comprese alcune macchine da calcolo. Oggi, a distanza di quasi vent’anni, la collezione ammonta a 1800 macchine tra cui alcune antichissime come la Caligraph 1882 made in Usa, alcune storiche fra cui la Williams del 1887 che ispirò l’avventura di Camillo Olivetti in Italia e altre appartenute a personaggi famosi della storia del nostro Paese come Francesco Cossiga, Camilla Cederna, Matilde Serao, Carmen Covito e molti altri ancora.
Dalla macchina cinese degli anni Venti con un’infinità di ideogrammi a quella che scrive in arabo, passando per l’Olympia risalente alla Seconda Guerra Mondiale con il carattere delle SS, presso questo piccolo e prezioso Museo situato nel quartiere Isola gli appassionati di scrittura e di antiquariato troveranno gustoso cibo per la loro mente.

Indirizzo: Via Luigi Federico Menabrea, 10

# Pirelli Hangar Bicocca

Pirelli Hangar Bicocca- Rai Uno

Milano è indubbiamente la città dell’arte contemporanea e sono numerosi i luoghi dedicati agli amanti di queste opere, fra cui svetta sicuramente il Pirelli Hangar Bicocca. Se poi aggiungiamo che l’entrata è sempre gratuita, quale migliore meta per un tuffo tra le opere sorprendenti create dai nostri contemporanei? Pirelli Hangar Bicocca sorge all’interno di quelli che erano i vecchi capannoni del Gruppo Ansaldo, dove si producevano bobine per i motori elettrici dei treni: ora i 7000 mq sono stati trasformati in uno spettacolare spazio espositivo dove la memoria storica di un ex luogo di lavoro dialoga con la creatività di artisti e architetti contemporanei. All’interno è completamente dipinto di blu scuro e all’esterno è coperto da una corazza di metallo argentato, ma ha conservato le caratteristiche architettoniche di uno spazio industriale.

Indirizzo: Via Chiese, 2

# WOW Spazio Fumetto

Credits mariannaiandolo IG – Wow Spazio Fumetto

Il Museo del Fumetto di Milano è attivo dal 2011 ed è subito diventato un punto di riferimento per gli amanti del genere. Al suo interno potrete trovare esposizioni permanenti e temporanee, eventi culturali e laboratori interattivi. Inoltre è presente anche una biblioteca con oltre 9000 pezzi. Bonus point, il museo si trova all’interno di un cortile del Parco Oreste del Buono di viale Campania, alle spalle del Liceo Scientifico Donatelli – Pascal, all’interno del quale troverete anche il Boom, un locale birreria e cocktail-bar dall’atmosfera cordiale e gustosi panini, adatto a studenti di tutte le età, adulti, famiglie con bambini e non solo.

Indirizzo: Viale Campania, 12

# Museo del Pane

Museo del Pane

Per l’ultimo dei nostri musei assurdi ma neanche troppo ci spostiamo un po’ più in direzione sud-est e per l’esattezza a Sant’Angelo Lodigiano per imbatterci nel più gustoso dei musei della nostra rassegna: il Museo del Pane. La grande sala con i pani del mondo che sono stati donati al Museo del Pane è proprio quella dove che ti lascia a bocca aperta, pensando alle mani che li hanno creati, al grano da cui derivano e alle tavole sulle quali sono stati portati. Attraversando le altre sale si possono osservare le fasi del ciclo grano-farina-pane attraverso gli attrezzi agricoli del passato oppure le prime impastatrici, ma anche le “grida” di un tempo passato, ovvero quelle tasse ed emendamenti governativi emanati tra il XVIII e XIX sec.

Importantissime e di grande bellezza scenica sono le due vetrine espositive dei chicchi di cereali, che accolgono i visitatori nella prima sala del museo del pane e dove si scopre che il professor Novello Novelli è considerato il padre della moderna risicoltura e di alcune qualità di riso, tra cui il famoso Vialone Nano. In alcune sale poi è stata ricostruita una tradizionale cascina lodigiana, molto suggestiva, nella quale si possono ammirare le botteghe del fabbro, del sellaio, del falegname, gli attrezzi della coltura del riso e del frumento, nonché una piccola casa del contadino.

Indirizzo: Piazza Morando Bolognini, 2 – Sant’Angelo Lodigiano (LO)

Continua la lettura con: 7 MUSEI IMPERDIBILI a due ore da Milano

CARLO CHIODO

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Il DEGRADO fuori controllo in BOVISA

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Foto redazione - Rifiuti a Milano

La situazione in Bovisa è già abbastanza critica per quanto riguarda ordine e decoro. In attesa dei grandi cambiamenti urbanistici che il quartiere affronterà nei prossimi anni non si bada troppo a strade sporche, segnaletica arrugginita, strisce pedonali oramai cancellate, muri imbrattati…

Il DEGRADO fuori controllo in BOVISA

# Cumuli di rifiuti ingombranti abbandonati come in una discarica a cielo aperto

Foto redazione – Rifiuti in zona Bovisa

Questo è lo spettacolo di qualche giorno fa in Via Varè, certo la colpa non può essere data al Comune di Milano o all’AMSA, questo atto di inciviltà è opera di idioti che non hanno alcuna giustificazione. Esistono le discariche ed esiste un efficiente servizio di ritiro ingombranti!

La cosa che sconcerta però è il totale senso di impunità che chi commette queste azioni, sicuramente qualcuno avrà visto. Ci sono delle telecamere in zona ma, figuriamoci, non vanno in carcere i borseggiatori cosa ci si aspetta che possa accadere a chi abbandona in strada cumuli di spazzatura? 

# Il futuro del quartiere è roseo, il presente decisamente meno

Progetto Molecola Bovisa. Rendering

L’intero quartiere della Bovisa verrà in pochi anni completamente trasformato. Sarà coinvolto dalla rigenerazione della “Goccia”, dal progetto MO.LE.CO.LA, dalla riqualificazione degli scali ferroviari e della stazione e dalla nuova piazza nei pressi di Via Durando.

La Bovisa diventerà una delle zone più vivaci e interessanti dalla città anche grazie alla vicinanza con il nuovo polo tecnologico in costruzione sull’ex sito EXPO in un contesto decisamente autentico, costituito da antiche case di ringhiera, vecchie fabbriche, locali, ristoranti, studentati, studi fotografici e laboratori artistici.

Tutto molto bello almeno nei rendering, però la realtà attuale è questa. Nella zona transitano migliaia di studenti provenienti da tutto il mondo. Che immagine diamo della nostra città? Aspettiamo le prossime riqualificazioni e nel frattempo conviviamo con questo degrado?

ANDREA URBANO

Continua la lettura con: ALTRI MILANO NON FA SCHIFO MA…

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CESARIANO “bella di notte”, allo SBANDO di giorno

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VIA TORINO: una GIUNGLA URBANA per PEDONI e CICLISTI

VILLA POGLIANI verso la DEMOLIZIONE: al suo posto un DISCOUNT

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Caro biglietti, taglio dei servizi: sarà un anno di austerity?

“Non riesco più a capire la mia città”

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Groviglio di bici sul Passante

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Prima di aprire la STAZIONE FORLANINI M4 è già in DEGRADO

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Gli ostacoli per chi si muove sulla carrozzina

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Milano non fa schifo ma…i palazzi INSUDICIATI dagli scarabocchi sì

I giochi pericolosi ai GIARDINI OSIRIS

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Dilagano le STRISCE BLU: TRIPLICATE in pochi anni

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 Le BUCHE sull’ASFALTO

Milano ha troppi PALI

Il SOTTOPASSO CHIUSO di Piazzale Lugano

I TRENI IMBRATTATI

La strana estate delle 11 PISCINE CHIUSE di Milano

Le STRISCE PEDONALI “SCOMPARSE”

Il JERSEY ABBANDONATO di viale LANCETTI

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#85 – Il BOB a ROTAIE, le montagne russe con vista lago a un’ora da Milano

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Credits: siviaggia.it

Il Bob su rotaie garantisce divertimento e un panorama mozzafiato. A poco più di un’ora da Milano si può sfrecciare giù per i monti piemontesi. 

Il BOB a ROTAIE, le montagne russe con vista lago a un’ora da Milano

# Le montagne russe piemontesi con vista lago e Alpi

Credits: visitomegna.it

Alpyland è un parco divertimenti in Piemonte (Verbania), situato in cima al Mottarone. Dalla pista sulla vetta del monte si possono ammirare le Alpi, il lago Maggiore e le terre lombarde. Il parco aperto tutto l’anno garantisce divertimento per tutti e per tutte le età dove, grazie ai bob sulla pista in ferro, si può sfrecciare giù per la montagna sfruttando la pendenza.

# Il bob su rotaia ad alta velocità

 

L’Alpine Coaster, attrazione simile alle montagne russe, non utilizza sistemi tecnologici ma, sfruttando la pendenza, fa prendere velocità al bob su rotaia regolabile dalla persona a bordo. Nel percorso che porta fino a valle si possono ammirare gli spettacoli naturali che le regioni Piemonte e Lombardia offrono. La pista è lunga 1.200m e si sviluppa su un dislivello di 100m.

# La casa degli Instagrammer

Credits: alpyland.com

Per gli amanti dei Social network, in particolare per gli Instagrammer, è il posto giusto dove scattare foto e girare video a bordo del proprio bob, condivisibile anche con un’altra persona. Il mix tra il panorama lombardo-piemontese e la velocità nel scendere giù per la montagna sono i giusti componenti per contenuti digitali di alta classe.

Nel video potete ammirare lo spettacolo e il divertimento nello sfrecciare giù per la montagna a bordo del bob su rotaia:

Continua la lettura con: la gita più bella #86 – OASI ZEGNA: il paradiso del FOLIAGE a un’ora da Milano

MARCO ABATE

Le altre località del giorno (per una gita da Milano)

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#85 – Il CHIOSTRO delle RANE, il gioiello nascosto di Milano

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Credits: @descubramilao.it (INSTG)

Il Chiostro delle Rane è un piccolo paradiso. Un luogo immerso nel verde che può donare pace e tranquillità ai suoi visitatori. Eppure non tutti i milanesi lo conoscono.

Il CHIOSTRO delle RANE, il gioiello nascosto di Milano

# Le rane che “sputano” acqua

Credits: viaggiamo.it

Il nome del Chiostro deriva da ciò che si trova al centro: una fontana circolare ornata da quattro statue di rane che sputano acqua. Si ritiene che questo luogo sia stato realizzato verso la fine del Quattrocento, a opera del Bramante. L’intero Chiostro è di forma quadrata ed è circondato da colonne di ordine corinzio.

Sotto il colonnato, vi è la porta che conduce alla sacrestia vecchia della chiesa, decorata con una raffigurazione della Vergine Maria con il Bambino e i Santi. L’intero spazio è arricchito da alberi e siepi rigogliose che donano una calma e una serenità senza pari.

# Le due entrate per il chiostro del Bramante

Credits: @descubramilao.it (INSTG)

Al Chiostro si può accedere in due modi: dal fondo della chiesa o da un ingresso esterno, in via Caradosso. Parlando della chiesa che lo abbraccia, essa è famosa per custodire uno dei quadri più famosi di Leonardo da Vinci, L’Ultima Cena. Per questo motivo, il santuario è stato riconosciuto come bene protetto dall’UNESCO e, dunque, offre più di un incentivo per essere visitata.

Credits: milanoguida.com

 

Continua a leggere con: #86 – L’incredibile storia della WALK OF FAME di Milano – LE FOTO

MATTEO GUARDABASSI

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I SEGRETI di PIAZZA CORDUSIO: dal nome alla forma, 5 cose che (forse) nessuno ti ha mai detto

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Su una domanda, ammettetelo, anche voi siete caduti: Perché Piazza Cordusio si chiama Piazza Cordusio?

Se anche voi, come me, siete stati colti in fallo e non volete ricascarci, scopritelo qui di seguito insieme alle 5 cose che forse nessuno vi ha detto su una delle Piazze più belle di Milano.

I SEGRETI di PIAZZA CORDUSIO: dal nome alla forma, 5 cose che (forse) nessuno ti ha mai detto

#1 Il segreto del nome: “il palazzo del re”

Cordusio viene da cor ducis Curia Ducis. L’evoluzione del nome sarebbe: de curte duce, o decurteducis, che poi diventa corteduce, fino alla forma più simile a quella da noi conosciuta: corduso.

L’etimologia fa dunque riferimento al ‘cor’ – palazzo del ‘dux’, il capo, e risale al 572, quando Alboino, re dei longobardi, divenne Duca di Milano.

Il palazzo del re, curte ducis, era poco lontano dal ‘forum’, la piazza pubblica e centro politico di Mediolanum – oggi identificata tra Piazza San Sepolcro e la Bibiblioteca Ambrosiana – e copriva la superficie attualmente sede del Credito Italiano (ora Unicredit).

#2 Perché è ellittica?

La forma deriva dall’opera di ristrutturazione urbana di cui Milano fu protagonista a cavallo tra Otto e Novecento. In contemporanea alla costruzione della Galleria Vittorio Emanuele e al completamento di Piazza Duomo, Piazza Cordusio, sulla quale insistevano ancora case medievali ed un dedalo di vie, venne sventrata per essere ridisegnata così da ospitare alcuni dei più importanti palazzi delle più note archistar dell’epocaPalazzo Broggi (di Luigi Broggi), Palazzo delle Assicurazioni Generali (su progetto di Luca Beltrami e Luigi Tenenti), Palazzo Biandra’ (Luca Beltrami);  Palazzo del Credito Italiano (a cura di Luigi Broggi).

#3 In origine si chiamava Piazza Ellittica, per un periodo fu intitolata a Costanzo Ciano

La forma divenne dunque la radice della denominazione della Piazza, Ellittica appunto (1882), ma così venne chiamata per pochi anni, tornando Largo Cordusio, e quindi, definitivamente, Piazza Cordusio. 
Fa eccezione solo il periodo fascista, quando venne intitolata a Costanzo Ciano, ma questo nome cadde insieme al regime.

Piazza_Cordusio_Aerea_Palazzi-URBANFILE
Piazza_Cordusio_Aerea_Palazzi- Urbanfile

#4 Piazza Cordusio o Piazza Affari?

Di fatto, nel curte ducis risiedeva anche il Palazzo della Borsa, con la sua bella sala delle contrattazioni e via dicendo. Distrutto il palazzo, anche quella venne sostituita negli anni, fino ad arrivare al magniloquente esempio di Palazzo Broggi, uno degli edifici affacciati sullo slargo e che, dopo anni di onorato servizio come quartier generale delle Poste, diventato la prima sede Starbucks a Milano. 

#5 Una Piazza in continua trasformazione

Insomma, approfondendo la storia di questa piazza, possiamo considerare Cordusio come uno degli indirizzi più in evoluzione di Milano.
La vocazione finanziaria con la quale è nata sta gradualmente sta lasciando spazio al settore retail per volontà dei nuovi proprietari dei palazzi che si affacciano sullo slargo.
Si tratta di grandi catene del fashion, boutique del fast food e brand di hotellerie, come il Waldorf Astoria nell’ex Palazzo Unicredit (palazzo Broggi), insomma niente a che vedere con la corte di Alboino. Eppure, a giudicare le maxi affissioni pubblicitarie che campeggiano a tutta facciata su questo delizioso lascito della Milano post-austriaca, c’è da dire che qui la moneta sonante continua a tintinnare. Con o senza Borsa.

Continua la lettura con: Milano è più GRANDE di Parigi

PAOLA PERFETTI

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Il MONTE di MILANO nato da una STORIA d’AMORE

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Ph. elenabona77 IG

Milano è una città piatta e senza mare. Ma per fortuna ci sono i milanesi che riescono a inventarsi quello che non c’è. Così hanno costruito l’idroscalo per poter fare kite surf, e la montagnetta di San Siro, che in passato ha ospitato perfino delle gare con i campioni dello sci mondiale, negli anni di Alberto Tomba. Ma se Milano è perfettamente piatta, come è nato il Monte Stella? E perché si chiama così?

Leggi anche: Il campionato italiano di sci sul Monte Stella

Il MONTE di MILANO nato da una STORIA d’AMORE


fotomontagnetta1

 

 

 

 

 

 

In realtà la montagnetta non è nata per farci le gare di sci, ma per risolvere un problema serio. Erano gli anni successivi al 1945. Dopo i bombardamenti e le demolizioni degli ultimi tratti dei bastioni Milano era un cumulo di macerie. Come sbarazzarsene?

Ci pensa lui, l’architetto Piero Bottoni, uno degli artefici della ricostruzione della città, che nella vicina QTB sta realizzando un quartiere ideale.

# “Non eliminate, non buttate via niente”

Paolo_Monti_-_Serie_fotografica_(Milano,_1962)_-_BEIC_6328474Non eliminate, non buttate via niente, dice Bottoni. In una Milano scassata dalla guerra bisogna saper ripartire da quello che c’è, anche se quello che c’è sono solo macerie. Progetta così una collinetta artificiale alta 45 metri (nel progetto originario doveva essere alta il doppio) formata da tutte quelle macerie.

Ecco l’idea: farne un parco panoramico realizzato su gradoni a salire. I gradoni tra di loro sono collegati da una strada che gira a vite intorno al monte regalando, sulla sommità, un’ampia vista della città e del suo hinterland.

Un luogo speciale, altro, un progetto per la città da ricostruire e da tornare ad amare. Un progetto così speciale per l’amata Milano che l’architetto lo volle dedicare all’altra Sua amata: la moglie Elsa. Che di cognome faceva Stella.

Da allora la montagnetta di San Siro fu per tutti il Monte Stella.

Continua la lettura con: L’Idroscalo avrà un gemello a San Siro

PAOLA PERFETTI

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10+1 PARCHI TEMATICI di livello mondiale da realizzare a MILANO

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Giardino Botanico di Vienna

Una città come Milano deve necessariamente dotarsi di grandi parchi di richiamo turistico e ecologico per poter tenere il passo delle migliori metropoli mondiali. Ecco le nostre proposte per la città del futuro.

10+1 PARCHI TEMATICI di livello mondiale da realizzare a MILANO

#1 Un grande giardino botanico sul modello di Ginevra o di Vienna

Giardino Botanico di Vienna

Non avendo un orto botanico di tutto rispetto tranne quello presente a Brera che, come quello di Vienna, è figlio della volontà della imperatrice Maria Teresa d’Austria che lo fece costruire nel 1774 nell’attuale sede, Milano ha necessità di dotarsi di un parco botanico di maggior superficie e che consenta di ospitare la flora di tutti i continenti. Un percorso didattico indispensabile per chi studia e un’oasi di pace per chi vuol sottrarsi al ritmo quotidiano immergendosi nella natura.

#2 Un parco alimentare focalizzato sui prodotti del territorio

Fico

Abbinato al Giardino Botanico immaginiamo un incredibile Parco Alimentare che possa concentrarsi sui prodotti territoriali, pertanto utilizzando in grande parte gli stessi frutti che si possono ammirare nel giardino botanico e che, ovviamente, possono essere sapientemente elaborati, cucinati e mangiati per la gioia del palato di chiunque si addentri nel parco stesso.

Un luogo di apprendimento e di conoscenza che crei un volano per tutti i prodotti Made in Lombardia. Si pensi alla quantità di paste ripiene, salumi, formaggi e carni pregiate solo per citarne alcuni e molti dei quali sconosciuti anche a chi in città ci vive da sempre. Una carrellata infinita di sapori che ad oggi non hanno mai trovato un luogo dove poter esser conosciuti e valorizzati quanto meritano.

#3 Un bioparco per la ripopolazione delle specie animali autoctone estinte o a rischio di scomparsa

Non uno zoo dal quale prendiamo le distanze, ma un vero e proprio microcosmo nel quale le specie autoctone di terra e d’acqua possano vivere e riprodursi. Un patrimonio vivente della Lombardia che consenta, soprattutto per le specie a rischio, di vivere e riprodursi senza pericoli quasi sempre creati dall’uomo. Una vasta area che comprenda boschi e percorsi d’acqua. Si pensi alle zone rurali che possono creare una perfetta simbiosi con la natura dove uccelli, mammiferi anfibi e pesci possono essere osservati nel loro habitat naturale e nel contempo procreare garantendo la continuità delle varie specie.

#4 Un Parco dei divertimenti in stile Disneyland

Europa Park Berlino

Impossibile scindere Milano da un grande parco dei divertimenti modello Disneyland o, per restare in Europa, come Tivoli a Copenaghen o l’Europa Park di Berlino. Facendo riferimento alla recente crisi che ha coinvolto alcuni parchi tematici e alla grande imprenditorialità dei meneghini si deve progettare un parco divertimenti di nuova generazione, meno monumentale e più snello rispetto ai suoi precursori e che abbia un indirizzo più universale. Suggerirei come ispirazione lo Knott’s Berry Farm senza la parte dedicata al Far West ma che ovviamente ripercorra le gesta gloriose dei nostri antenati.

#5 Un Parco Cinematografico tipo Cinecittà con annessa Università

Paramount Studios, LA

Milano ha pochi pari come set cinematografici, sia come interni che come esterni. Non a caso spot pubblicitari e clip musicali di artisti mondiali vengono girati sotto la Madunina. Pensare di non sfruttare questa cosa vorrebbe dire perdere una occasione troppo ghiotta. E se, anziché perderla, la si implementasse creando degli studi cinematografici? Esistono aree da recuperare che sarebbero perfette per creare set artificiali e ospitare una sorta di Università del Cinema che darebbe ulteriore slancio a una metropoli che non vede l’ora di ripartire.

Leggi anche: Il primo lungometraggio italiano è stato girato alla Bovisa. Si intitolava INFERNO

#6 Il parco della Moda nello Scalo di Porta Romana

Fashion Park (India)

Ça va sans dire: Milano è la capitale indiscussa della moda al punto che nonostante il Covid nessun altro è riuscito minimamente a scalfire lo scettro che ormai è binomio indissolubile con la città. Non necessariamente nel quadrilatero della moda che non ha sufficienti spazi per albergare un parco, è invece auspicabile poterlo installare nella futura riqualificazione dell’Area dello Scalo di Porta Romana, vicino a Fondazione Prada e allo IED, in quell’area che sta rinascendo a nuova vita e che sarebbe perfetta per un progetto di respiro mondiale. Si pensi all’enorme patrimonio che necessita del giusto spazio e della giusta importanza per essere messo a disposizione dei milioni di visitatori che gravitano ogni anno a Milano.

#7 Un giardino culturale come luogo di aggregazione polifunzionale

Biennale d’Arte, Venezia

Un parco tematico di tutto rispetto da realizzare è un Giardino Culturale. Un’area dove sia possibile trovare e creare cultura, un luogo di aggregazioni polifunzionale che consenta di immergersi in opere e poesie grazie alla multimedialità e ad aule, anche all’aperto, dedicate 365 giorni l’anno alla divulgazione della cultura. In questo caso più che mai è necessaria la collaborazione con archistar internazionali che consentano al visitatore di estraniarsi dalla realtà per potersi immergere completamente in un viaggio mentale. Una grande opera architettonica e tecnologica che diventi l’ennesimo fiore all’occhiello per Milano.

#8 Un Parco dei libri e della letteratura

Parco Letterario “Grazia Deledda”

Nel giardino culturale dovrebbe trovare spazio un Parco dei Libri, una esposizione permanente di opere cartacee e non che riguardi la produzione mondiale ma, ovviamente, sottolinei la grande produzione locale.

L’amore per la lettura per molti ragazzi è una passione nascosta e può essere scoperta solo grazie ad una educazione “gentile”, a una serie di proposte che consentano a chiunque di avvicinarsi al mondo della lettura senza forzature o preclusioni ma grazie alla presentazione di opere fatta da chi le stesse opere le ama e le protegge. Passeggiare tra il viale Alda Merini e il vialetto Andrea Pinketts, ossia in un luogo magico dove poter ascoltare poesie e racconti per poter scoprire gli artisti e le loro produzioni. Insomma una sorta di biblioteca magica che regali emozioni e riporti libri e piccoli quaderni ad essere parte integrante della vita di ognuno di noi.

#9 Un parco dedicato alla storia di Milano

parco storico di montesole

Non può certo mancare un Parco Storico dedicato alla storia di Milano. Considerando i millenni che sono passati dai primi insediamenti, gli storici tendono collocare la nascita della città intorno all’anno 580/90 A.C., ci sono numerosissimi passaggi importanti da raccontare e testimonianze che spiegano molto della cultura tipica meneghina. Per chi visiterà il parco sarà dovrà essere un percorso che illustri tutte le caratteristiche e la propensione tipica del fare e dell’essere votata al futuro, tra cui alcune opere e costruzioni presenti in città.

#10 Il Parco della Green Economy

smogfree tower

La trasformazione da città caotica a città green deve poter essere giocata d’anticipo a livello mondiale affinché Milano possa essere presa come esempio sul pianeta. Sfruttando le peculiarità del luogo e nel nome dell’economia circolare che è da sempre patrimonio del milanese che da sempre la applica, a volte senza saperlo, la corsa alla conversione verso una città a zero emissioni richiede un parco tematico che permetta a visitatori ed esperti del settore di valutare direttamente cosa comporti tale trasformazione e i relativi benefici.

Ridisegnando la planimetria di molte vie e piazze, sfruttando le risorse naturali quali i canali e il verde esistente più quello che verrà generato con nuove risistemazione di aree degradate e con l’apporto di molte delle tecnologie che a Milano e in Lombardia vengono progettate e messe in pratica sarà possibile immergere i visitatori in una nuova dimensione urbana. L’innovazione è fondamentale e Milano ha intenzione di viverla da protagonista.

#10+1 Un Parco delle Invenzioni come estensione del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica

parco leonardo da vinci a clos lucé

Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, luogo meraviglioso e magico per moltissimi che hanno la fortuna di visitarlo, deve poter essere espanso mediante un parco tematico intitolato sempre al genio di Leonardo da Vinci che a Milano ha dato tantissimo.

Un Parco delle Invenzioni dove non solo siano esposti progetti e riproduzioni di invenzioni esistenti ma che possa ospitare laboratori e una arena all’aperto per divulgare, se non tutte, almeno alcune delle grandi invenzioni che l’uomo è stato in grado di elaborare. Certi che le università meneghine daranno una grossa mano, sogniamo una serie infinita di incontri aperti al pubblico dove divulgare i vari processi che hanno portato a pensare, elaborare, progettare e realizzare le grandi invenzioni dell’umanità.

Continua la lettura con: Carrozzone Lombardia: ecco perché va divisa in due

ROBERTO BINAGHI

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7 NEGOZI VINTAGE da non perdere a Milano

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Credit: @eastmarketmilano

Tutto quello che è vecchio può tornare nuovo. Il vintage da qualche anno sta ormai spopolando e mi piace pensare che non sia solo una moda ma una vera ricerca del bello, di quello che c’era prima e che ci può essere ancora.

Vediamo insieme i 7 negozi vintage più belli di Milano, ognuno adatto per una necessità diversa.

7 NEGOZI VINTAGE da non perdere a Milano 

#1 East Market: il mercato delle pulci più grande d’Europa

Credit: @eastmarketmilano

L’East Market si trova in via Mecenate 84 a Milano, ed è il primo market dedicato ai privati, dove tutti possono vendere, comprare e scambiare ogni tipo di merce.

L’East Market ha scelto come location una ex fabbrica aeronautica, completamente ristrutturata e rinnovata in pieno stile urban.

Andare all’East Market non è come andare in un negozio qualsiasi, è una vera e propria gita al mercato delle pulci più grande di Milano.

Da East Market ognuno può esporre e vendere ciò che vuole, antiquariato, modernariato, vintage, second hand, sneakers, dischi, curiosità e vecchie collezioni.

L’ingresso è libero per tutti ed è possibile curiosare tra gli stand, fare colazione e pranzare all’interno del Food Market o bere una birra sulle note dei dj set che dal pomeriggio intrattengono visitatori ed espositori.

L’East Market nasce come una sorta di evento che una volta al mese apre le sue porte agli amanti dell’abbigliamento vintage e dell’oggettistica, solitamente di domenica ma adesso non serve più aspettare, da qualche mese nel quartiere di Porta Venezia ha aperto l’East Market Shop, il negozio permanente dell’East Market.

#2 Mania Vintage: borse e gioielli di lusso

Credit: @internationalpressday

Nascosta in via Fratelli Bronzetti 11 c’è una piccola boutique che quasi si fatica a notare passando in macchina.

Si chiama Mania Vintage ed è una delle boutique vintage più famose della città.

La qualità con cui sono conservati i pezzi lascia intendere la cura della selezione, obbligatoriamente certificata. 

Al suo interno si possono trovare trovare preziosissimi gioielli d’epoca oltre alle esclusive borse di Chanel, Louis Vuitton, Gucci, Hermes, Fendi e Dior per citare qualcuno dei brand del lusso presenti. 

#3 Magazzino 76: mobili vintage

Credit: @magazzino76

Magazzino76 è uno spazio espositivo in continua evoluzione, in cui puoi trovare arredi di antiquariato, modernariato e design italiano e internazionale oltre a pezzi unici da collezione. 

Magazzino76 nasce nel cuore di via Padova a Milano da un team di appassionati e professionisti che lavora ogni giorno alla ricerca di mobili, oggetti e complementi d’arredo. 

Tutti gli arredi esposti sono restaurati da Spaziostudio78, il loro laboratorio di falegnameria e restauro. 

Hanno diversi mobili che vanno dagli anni ’30 fino a quelli più moderni, anche di designer importanti. 

#4 Cavalli e nastri: abiti firmati

Credit: @cavallienastri

Quando si parla di vintage, a Milano, non si può non parlare di Cavalli e Nastri. Famoso per i suoi abiti firmati dagli anni venti, questo negozio è una vera e propria istituzione.

Il negozio è stato creato da Claudia Jesi, una pioniera del genere che nei suoi tre punti vendita (uomo in via Gian Giacomo Mora 3, donna in via Gian Giacomo Mora 12, donna e news in via Brera 2) vende capi italiani e stranieri. 

Tutti i capi sono firmati e rigorosamente selezionati per una clientela in cerca di vestiti inimitabili e di alta qualità. 

Parliamo di marche come Versace, Moschino, Missoni, ma non solo: oltre allo shop, consultabile anche online è possibile visitare anche il museo di pezzi d’epoca rigorosamente da esposizione. 

#5 Serendeepity: per gli appassionati di musica

Credit: vivimilano.corriere.it

Serendeepity è un concept store su due livelli sorto nel 2009 in Ticinese sulle ceneri di uno storico negozio di dischi, Supporti Fonografici.

Questo negozio è il posto perfetto per gli appassionati di musica: dalle copertine di Lp, un ampio assortimento di cd e vinili nuovi italiani e d’importazione, tra jazz, rock, funk, new wave, post-punk e tecno, l’ampia scelta permette a tutti di trovare quello che stanno cercando.

Serendeepity non vende però solo musica, nel negozio ci sono molte altre cose sulle sfondo: cuffie, giradischi, borsoni da deejay, casse. In vendita, inoltre, una selezione di fumetti, graphic novel, libri di musica, cinema, street art, romanzi, saggi, e ancora abbigliamento, con t-shirt, giacche, maglie, bijoux di stilisti e designer di nicchia. 

#6 Humana Vintage: abiti a basso prezzo per finanziare progetti sostenibili

Credit: @humanvintageitalia

Humana Vintage è il franchising vintage e dell’usato più conosciuto e diffuso in Europa. Solo in Italia sono tre gli store: a Milano (in Duomo), Torino e Roma.

Lo stile retrò impregna il negozio tanto quanto ogni capo che si può trovare all’interno, in questi negozi si può scovare veramente di tutto: da un abito da sposa fino a qualche pantalone di velluto arcobaleno.

Tutti gli articoli, che spaziano dagli anni ’60 ai ’90, sono in vendita a prezzi a di poco accessibili; inoltre, acquistando da Humana sostenete i progetti dell’organizzazione umanitaria Humana in Italia e nel sud del mondo. 

 #7 L’Arabesque cult store & cafè: abbigliamento e cafè come una volta

L’Arabesque

Siamo in Largo Augusto, è qui che si trova l’Arabesque: una tappa e un rifugio per chi ha voglia di tornare indietro nel tempo.

Questo posto può essere visto come il luogo del bello di Milano: cultura, moda, cucina e storia sono le protagoniste assolute.

Tutto nasce dalla mente creativa e rivoluzionaria di Chichi Meroni, che ha fatto del L’Arabesque non solo un concept store ma un vero e proprio cult store, dove alla originaria boutique viene affiancato il più recente café con libreria e salotto: un vero e proprio punto di ritrovo e di scoperta per tutti gli amanti del bello con il vintage come filo conduttore.

Tutto qui, sia nel negozio che nel ristorante, urla agli anni ’50 e ’60 di Milano.

Continua la lettura: Le 5 imperdibili BOTTEGHE ALIMENTARI di Milano

ARIANNA BOTTINI

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Il NUOVO LOCALE di MILANO dove si torna negli ANNI SETTANTA

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piperita IG

Per rivivere le atmosfere del mitico Piper di Roma, con arredamento pop, super colorato e oggetti curiosi e musica degli anni ’70 e non solo.

Il NUOVO LOCALE di MILANO dove si torna negli ANNI SETTANTA

# Il nuovo locale ispirato al Piper di Roma

Piperita

Da qualche giorno ha aperto un nuovo locale pronto a trasportare i milanesi nelle atmosfere ruggenti degli anni ’70. Si chiama Piperita e omaggia il mitico Piper di Roma, con arredamento pop, super colorato e oggetti curiosi.

piperitamilano IG – Giraffa

Su tutti una giraffa che dal piano terra sbuca con la testa al primo piano “sfondando” il pavimento, tappeti zebrati, scritte neon e palle stroboscopiche persino nei bagni. 

Leggi anche: L’ultima moda a Milano: I RISTORANTI dove si fa FESTA, cantando e ballando. Quali sono

# Cene cantate con musica anni ’70 e ’80, live show e serate disco

piperita IG

Al piano inferiore si cena e si canta, ogni sera infatti sono previste cene cantate, cene spettacolo, liveshow, musica jazz mentre nel weekend serate karaoke e disco. Ci si può fare coinvolgere dalle canzoni che hanno fatto la storia degli anni ’70, e anche degli anni ’80, con alcune sale che riportano luci a neon con le frasi più celebri.

piperita IG – Interno locale

Al piano superiore c’è il cocktail bar ‘the flight’ perfetto per fare aperitivo o il dopo cena con cicchetti e tapas.

Leggi anche: Il “DISCO RESTAURANT”: il locale di Milano dove a CENA si CANTA e si BALLA

# Cucina italiana aperta fino alle 2 di notte dal giovedì al sabato

piperita IG – Cucina

Il locale propone una cucina italiana, tutti i piatti sono disponibili nella versione senza glutine o senza lattosio a cui si affianca un menu vegano, compresi i grandi classici della tradizione come il risotto e la cotoletta alla milanese e la pasta alla nerano. Per gli amanti della pizza c’è quella nel formato al metro. Si potrà mangiare fino a tardi, la cucina rimane aperta fino alle 2 di notte dal giovedì al sabato, il resto della settimana fino a mezzanotte. L’intrattenimento parte invece dalla 19. 

Pronti a tornare indietro negli anni Settanta?

Indirizzo: Via San Sisto 3 

 

Continua la lettura con: I MIGLIORI POSTI dove fare KARAOKE a Milano

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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“Perché non torni in BARCA a VELA?”: una Stella non molla mai

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Resilienza è una parola di moda in tutta Italia. Nel vicentino c’è un ragazzo, Andrea Stella, che ha fatto della resilienza la sua principale ragione di vita.

“Perché non torni in BARCA a VELA?”: una Stella non molla mai

# Andrea sente partire due colpi di pistola

Andrea è un ragazzo pieno di idee. Nell’ormai lontano 2000 si laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Trento. Dopo aver completato il suo corso di studi, organizza un viaggio negli Stati Uniti con i suoi compagni di laurea. Meta prescelta: Florida. Andrea è al settimo cielo. La seconda sera di vacanze parte un po’ fiacca, a Fort Lauderdale. Andrea sfreccia, con la macchina presa a noleggio, per Las Olas, la via principale della vita notturna. Non vede grande movimento, ma ha voglia di far festa. Chiama gli amici, si mette d’accordo per spostarsi a Miami. Mentre sta per risalire in macchina, si trova di fronte quattro individui col passamontagna. Non dicono una parola. Andrea sente partire due colpi di pistola, diretti contro di lui.

# Il risveglio: “Perché non torni in barca a vela?”

Andrea cade a terra. Arrivano i soccorsi, lo trasportano in ospedale. “who did it? chi è stato?” continuano a ripetergli i paramedici, cercando di tenerlo cosciente. Le due pallottole hanno colpito fegato, polmone e colonna vertebrale. La situazione è drammatica: la ferita al fegato gravissima. Poi più nulla…Andrea si risveglia dopo circa 40 giorni di coma assistito. Non potrà mai più camminare. Andrea è molto demoralizzato e nel primo periodo di riabilitazione – 4 mesi per imparare ad usare la carrozzina – pensa se valga la pena continuare a vivere. Poi, il padre, che non ha mai perso le speranze, lo illumina chiedendogli: “Perché non torni in barca a vela? La tua passione!

Credits: @lospiritodistella.it

# Lo Spirito di Stella

Da questa domanda comincia la rinascita di Andrea. Inizia la ricerca di una imbarcazione accessibile, con cui poter tornare a solcare le onde del mare e rivivere quelle sensazioni di libertà e tranquillità. La dura realtà: non esiste. Certo, piccole imbarcazioni a misura di disabile non mancano, ma nessuna grande abbastanza da permette viaggi in mare aperto. Dall’Inghilterra arrivano però, dopo alcune ricerche, dei segnali incoraggianti: “ti serve un catamarano”. Andrea trova un cantiere italiano, Mattia e Cerco. Comincia un periodo durato 18 mesi in cui viene progettato Lo Spirito di Stella, il nome della barca 100% accessibile, ma anche dell’Associazione Onlus che Andrea fonda nel 2003.

Credits: @lospiritodistella.it

# Il catamarano

Lo Spirito di Stella è il primo catamarano al mondo privo di barriere architettoniche. E’ caratterizzato da una serie di peculiarità che ne permettono l’uso a chiunque si sposti grazie ad una carrozzella. Ogni spazio al suo interno ha una larghezza minima di 71cm, ha una inclinazione ridotta (massimo 4-5°), pulsanti e tasti di comando sono ad un’altezza massima di 70cm. E’ equipaggiato di ascensori per scendere nelle cabine e di seggiolini scorrevoli lungo i bordi. Permette a chiunque di poter fare il bagno in mare. Un sistema di guida a “Sforzo Zero” permette di muovere il timone e comandare i motori attraverso un telecomando, sistema alternativo al timone tradizionale che rimane presente a bordo.

# WOW – Wheels On the World – 2023-2025

Il 23 Settembre 2021, Andrea Stella incontra il Ministro della Difesa e gli parla dell’attività che svolge la sua Associazione in favore delle persone con disabilità. Incuriosito, il Ministro chiede di poter visitare l’imbarcazione che rende possibile queste speciali attività e, il 19 ottobre dello stesso anno, si ritrovano a bordo del catamarano in sosta nel porto di Bari! Durante la visita nasce l’idea di organizzare un periplo intorno al mondo, partito lo scorso luglio, con la durata di circa 18/24 mesi. La missione offrirà l’opportunità di poter ospitare a bordo, nel corso delle varie tappe ed in occasione delle soste nei porti, personale disabile della Difesa (tra i quali gli atleti del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa – GSPD) e gli omologhi delle Forze Armate straniere.

Credits: @WoW(FB) – Lo Spirito di Stella affianca l’Amerigo Vespucci

Credits: lospiritodistella.it, www.facebook.com/WheelsOnWaves

Continua la lettura con: La ROULOTTE che si trasforma in BARCA: la RIVOLUZIONE on the road

LUCIO BARDELLE

LUCIO BARDELLE

copyright milanocittastato.it

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#86 – OASI ZEGNA: il paradiso del FOLIAGE a un’ora da Milano

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credits: fringeintravel.com/

Un territorio immerso nella natura ad accesso libero situato nelle Alpi Biellese. Frutto di una intuizione di un grande imprenditore italiano. 

OASI ZEGNA: il paradiso del FOLIAGE a un’ora da Milano

# Il “pensiero verde” di Zegna

oasizegna.com

Negli anni trenta del Novecento l’imprenditore tessile Ermenegildo Zegna iniziò a dedicarsi a opere sociali e assistenziali per il benessere della comunità, oltre alla salvaguardia ambientale e alla promozione dei suoi territori d’origine. Nel 1938 Zegna promosse la costruzione di una strada panoramica (ora denominata “Panoramica Zegna”) che attraversa l’Oasi offrendo ampie viste sulle valli e le montagne circostanti.

L’opera di Zegna, in particolare il suo progetto di valorizzazione e promozione del territorio, proseguirono anche dopo la sua morte. Nel 1993 venne fondata l’Oasi Zegna, con l’obiettivo di dare vita “a un vero e proprio ecosistema che coniugasse impresa, ambiente e sviluppo locale”. Nel 2014 l’Oasi ha ottenuto il Patrocinio del FAI.

# 29 itinerari turistici

L’Oasi conta 29 itinerari naturalistici ed è una destinazione rinomata per trekking, attività di mountain bike, passeggiate a cavallo e per ammirare lo spettacolo del foliage autunnale. La località di Bielmonte è inoltre un’apprezzata destinazione sciistica e vanta molti agriturismi e rifugi per l’ospitalità turistica: qui l’elenco delle disponibilità. 

# Le tre anime dell’oasi

oasizegna.com

Il parco naturale dell’Oasi Zegna, area montana a libero accesso gratuito, partendo da Trivero si sviluppa in tre aree ciascuna con particolari caratteristiche ambientali:

– LA VIA DEI RODODENDRI è l’area “giardino” dell’Oasi Zegna realizzata negli anni ’50 a ridosso del Lanificio Ermenegildo Zegna. E’ un’esplosione di fiori (rododendri e ortensie tra maggio e giugno) e di vegetazione variegata sulle pendici della montagna.  

– LA VIA DELLE BOCCHETTE è la parte media più ad alta quota della Panoramica Zegna. Al centro si trova Bielmonte, il cuore dell’Oasi Zegna, località turistica nata negli anni ’50. Sul versante nord si raggiunge attraverso le “Bocchette” l’Alta Valsessera, la zona più selvaggia e incontaminata dell’Oasi Zegna.  

– LA VIA DELLA SIENITE è la parte bassa montana che si affaccia sul Torrente Cervo. Ricca di borghi ancora intatti offre uno spaccato genuino della vita di media montagna. La vegetazione presenta caratteristiche alpine con paesaggi modellati dal torrente Cervo. Caratteristica la Sienite, roccia magmatica formatasi oltre 30 milioni di anni fa lavorata tutt’oggi dagli artigiani locali con i loro scalpellini.  

# Luoghi d’interesse

oasizegna.com

L’Oasi interessa più vallate comprese tra i torrenti Sessera (nord-est), Strona di Mosso (sud) e Cervo (ovest). I comuni toccati sono una quindicina.

Luoghi di interesse sono:

  • Casa Zegna, che custodisce archivi e spazi espositivi dedicati alla storia di Zegna.
  • Il Bosco del Sorriso, un percorso nella natura che si inoltra dal Bocchetto Sessera verso l’Artignaga.
  • Il labirinto di Stavello, concepito come percorso spirituale e interiore.
  • Il Santuario di Nostra Signora della Brughiera nel comune di Valdilana, vicino a Trivero. 
  • Casa-Museo di Rosazza, cellula ecomuseale sulle antiche abitazioni del biellese 
  • La Fabbrica della Ruota nel comune di  Pray: costituisce uno dei maggiori esempi di archeologia industriale d’Italia.  
  • Alpeggio di Moncerchio a Bielmonte, raggiungibile attraverso i sentieri 9 e 14 dell’Oasi: consente di assistere alla lavorazione del latte e del formaggio, in particolare del tipico Macagno (o Maccagno) biellese.  

# L’opera d’arte

arttribune.it

Dal 2014 l’Oasi ospita un’opera permanente di Dan Graham, intitolata Two Way Mirror / Hedge Arabesque, un padiglione in vetro situato nella Conca dei Rododendri. L’opera è parte del progetto di arte contemporanea “ALL’APERTO” promosso da Fondazione Zegna.

Continua la lettura con: La gita più bella #87 – BRUNATE, “il Balcone sulle Alpi” sul “BruCo alla milanese”

ANDREA ZOPPOLATO

copyright milanocittastato.it

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#86 – L’incredibile storia della WALK OF FAME di Milano – LE FOTO

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Ph. @milano_backwards IG

Forse non tutti sanno che… anche Milano ha la sua strada delle celebrità.
Walk of Fame la chiamerebbero a Los Angeles, dove fanno code e code per farso fotografare accanto alle mani posate da questo Premio Oscar o quel cantante stratosferico. Anche in questo caso, però, a Milano le cose vanno molto, troppo diversamente.

L’incredibile storia della WALK OF FAME di Milano – LE FOTO

 

Di certo non se n’è accorto il Comune, che ben poco ha valorizzato questa piccola ma nobilissima striscia di Largo Corsia dei Servi 21, esattamente tra Corso Vittorio Emanuele, Piazza San Babila, Piazza Beccaria.

Di sicuro se n’è accorto qualche turista perso tra le canoniche vie dello shopping, così come forse ci ha buttato un occhio e un post qualche vero amante di Milano e delle celebrities che le hanno fatto visita o l’hanno abitata [su questo, Milano Città Stato ci ha costruito anche una Mappa della Metropolitana].

Quali “very important people” hanno lasciato la loro impronta a Milano? 

Patrick Swayze, Kirk Douglas, Sylvester Stallone, Sharon Stone, Tony Curtis, Sophie Marceau, giusto per fare qualche nome.

I milanesi illustri nella Walk of Fame di Milano?

Tra i milanesi illustri, ecco le impronte di Sandra Mondaini, milanese autentica (forse non tutti sanno che da bambina, abbandonata dal padre pittore, abitava in via Teodosio, piena Città Studi). [foto a destra]

Walk of fame milanoPerché una Walk of Fame a Milano?

E perché proprio in questa strada un po’ nascosta?

Qui sorgeva la sede del settimanale TV Sorrisi e Canzoni, ideatore della Notte dei Telegatti“, spiega il portale Milanolife.it, che a questa via lastricata di buone intenzioni e qualche impronta VIP ha riservato un bel post e pure un video.

Una via che nessuno conosce e che in piena noncuranza è stata pure copiata dagli stessi milanesi, completamente all’oscuro di tutto.

L’incredibile autoplagio

Era infatti il 1° ottobre 2015, era Corso Garibaldi quando venne creata un’altra Walk of Fame di Milano, ma stavolta a tempo. In quel caso ad essere elogiate, ma solo per una settimana di tempo, furono le realtà commerciali di maggior successo della città, ovvero 10 tra ristoranti, centri estetici, istituti linguistici, mostre, saloni di bellezza e palestre che si fossero distinte per qualità del servizio, affidabilità e successo tra gli utenti. Che fine ha fatto?

Anche in questo caso ce ne ricorderemo solo se ci inciamperemo durante una ricerca via Facebook o Twitter, punto e basta.

Le immagini della Walk of Fame

Continua la lettura con: Luogo nascosto #87 – La bellezza invisibile di Milano: i cortili nascosti

PAOLA PERFETTI

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MILANO punta a EST: il nuovo FRECCIAROSSA per UDINE

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Ph. GiuseppeDio

L’ultima novità: il servizio del Frecciarossa verso la cittadina friulana. Quanto ci si mette e quali sono gli orari? 

MILANO punta a EST: il nuovo FRECCIAROSSA per UDINE

# Da Milano a Udine a bordo del Frecciarossa

Credits fabi_max_official IG – Frecciarossa a Udine

Annunciato a luglio 2023, lunedì 18 settembre è partito il nuovo collegamento con il Frecciarossa tra Milano e Udine. Il servizio viene svolto da una coppia di ETR 500 (9703/9734) uno per l’andata e uno per il ritorno, mettendo così a disposizione due nuove opportunità per unire Lombardia, Veneto e Friuli senza alcun cambio treno. Si tratta in realtà di un ripristino di servizio ferroviario soppresso qualche anno fa, anche se i treni vengono instradati via Mestre e non più via Castelfranco Veneto.

# Gli orari di viaggio: 4 ore per arrivare in Friuli

Credits: @cristina_grubas – Milano Centrale Tabellone

Il Frecciarossa 9703 lascia la Stazione Centrale di Milano ogni mattina alle ore 6.45 e ferma a Brescia, Desenzano del Garda, Verona, Vicenza, Padova, Mestre, Treviso Centrale, Conegliano e Pordenone. L’arrivo a Udine è previsto alle 10.56. Al ritorno il convoglio parte alle 11.43 e termina la corsa a Milano alle ore 15.45.

# A dicembre l’ETR 700 prenderà il posto dell’ETR 500

Credits t.trainspotter IG – Etr 700

Il potenziamento del servizio ferroviario è un’ottima notizia anche in vista delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026. A dicembre si prevede poi un upgrade dei convogli con l’ETR 700 che prenderà il posto dell’ETR 500.

Fonte: ferrovie.info

Continua la lettura con: Il TRENINO ROSSO fa una DEVIAZIONE? Ecco dove potrebbe arrivare

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Video: MILANO è la città con più REATI in ITALIA. Le zone dove passare solo di GIORNO

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Un primato di cui ci piacerebbe farne a meno. Il primo posto per reati in Italia. Ci sono zone dove è meglio passare solo di giorno, come documenta questo video. Per i video esclusivi di Milano Città Stato, ti invitiamo a iscriverti sul nostro nuovo canale su YouTube 

I dati: 

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

MILANO CITTA’ STATO

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Credit combat tram YT – Tram 7 in sotterranea

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La TRATTA più LUNGA senza FERMATE della METRO di Milano

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La nascita di Milano

Il TUNNEL STRADALE che doveva passare sotto MILANO

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APERITIVI STRANI a Milano: dove trovarli

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Bella Milano Fb

Milano è una città eclettica ricca di posti particolari e originali. Anche per l’aperitivo quindi vediamo tre locali dove assaggiare drink altrettanto particolari, zigzagando tra moto, Calabria e Chinatown.

APERITIVI STRANI a Milano: dove trovarli

#1 Per i veri centauri amanti delle moto Triumph

b.boss1997 IG – South Garage Bistrot

In via Eugenio Brizi 2/4 si trova questo locale dove, oltre allo store di abbigliamento strettamente correlato al mondo del motociclismo, oltre alla vasta esposizione di moto e al garage destinato alla riparazione o personalizzazione della moto, è possibile fare aperitivo nell’adiacente locale in stile industrial chic, munito di tavoli all’aperto siti in uno spazioso patio.

Gli aperitivi da South Garage Cafè & Bistrot, abbinati ad un menù degustazione, spaziano da quelli più classici ai particolarissimi drink ispirati al mondo della moto, ergo al mondo della Triumph, come il Bonnie Sour oppure lo Spritz Garage. Per chi lo desidera è possibile fare un gustoso brunch oppure fermarsi ad assaggiare mille prelibatezze per cena, circondati da eleganti moto Triumph: perché qui, dal sorseggiare un ottimo drink all’immaginare di essere Steve McQueen o Marlon Brando a bordo di una Boneville…è un attimo! 

#2 Bella Milano bistrot per un aperitivo made in Calabria riservato agli amanti dei sapori forti e piccanti

Bella Milano Fb

In via Lazzaro Papi 19 zona Porta Romana si trova questo bistrot piccolo ma elegante, con dehor esterno, aperto non da molto tempo ma che già si sta facendo notare a Milano per via dei drink estremamente particolari offerti. Il bistrot deve il suo nome alla bella, ossia la ciambella di pane calabrese, qui declinata in diversi impasti e farcita con carne pesce o ingredienti vegani.

Si cura la qualità della materia prima strizzando l’occhio agli ingredienti calabresi come la cipolla di Tropea, o il peperoncino. Particolare anche la scelta di suddividere i cocktail in molteplici percorsi di gusto, come ad esempio il gusto dolce o il salato o l’amaro: a ciascun percorso corrisponde infatti una serie di cocktail.

Il Pitta per esempio appartiene al gruppo salato e deve il suo nome alla tipica ciambella di pane calabrese mentre il Carrubba fa parte del percorso amaro e si distingue per gli ingredienti particolari a base di peperoncino e burro di carrube.

#3 Bund Sarpi per un aperitivo speciale riservato agli amanti dei sapori made in China

delizia_mi IG – Bund Sarpi

In via Paolo Sarpi 48 si trova questo piccolo locale con tavoli anche all’aperto dove, il personale cordiale e gentilissimo, vi guiderà in un viaggio nel mondo. Si parte da cocktail tipici di Milano e si arriva a drink made in America, soffermandosi ovviamente anche e soprattutto in Asia, perché qui il legame con la tradizione asiatica è forte e di conseguenza si assaggia volentieri il cocktail Shangai oppure il Chinese Iced Tea.

Il tutto accompagnato da fagioli edamame, ravioli cinesi, involtini primavera e panini al latte fritti, in un ambiente piacevole e rilassante dai prezzi contenuti.

Continua la lettura: TRE APERITIVI ESTIVI da provare a meno di 1 ora da MILANO

ALESSANDRA GURRIERI

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L’ECOMOSTRO di piazza Aspromonte: sarà ABBATTUTO prima ancora di completarlo?

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Hidden Garden Rendering

Uno dei tanti progetti immobiliari sparsi per la città. In questo caso un esposto di un gruppo di residenti ha dato il via a un’inchiesta per presunto abuso edilizio. Ecco come dovrebbe diventare al termine dei lavori e il punto sulla vicenda.

L’ECOMOSTRO di piazza Aspromonte: sarà ABBATTUTO prima ancora di completarlo?

# Una guerra di cortile

Maps – Piazza Aspromonte 13

A Milano si sta forse esagerando con lo sviluppo immobiliare andando persino a violare le regole? In base a quanto sta succedendo in Piazza Aspromonte 13 pare proprio di sì: è in corso una vera e proprio guerra di cortile. Motivo del contendere è proprio quello che secondo i condomini di quel civico è un cortile e che secondo la Commissione Paesaggio del Comune di Milano, che ha dato il parere positivo alla costruzione di un palazzo di 27 metri di altezza da parte della Bluestone Aspromonte, è uno “spazio residuale”. Nello stesso luogo prima c’era un edificio ad uso ufficio di 3 piani alto 12 metri.

Credits Urbanfile – Costruzione Hidden Garden

I condomini hanno quindi deciso di fare un esposto in quanto non contenti di vedersi oscurare la vista da un edificio ritenuto fuori scala, non rispettoso della distanza minima di 10 metri e non accompagnato dai servizi di base previsti dalle norme sullo sviluppo urbanistico.

# L’apertura dell’inchiesta per presunto abuso edilizio e l’iscrizione nel registro degli indagati di 12 persone

ph. Affaritaliani – aula consiliare Palazzo Marino

Per capire bene la situazione bisogna però tornare indietro al 2014 quando durante la giunta Pisapia, con l’avvocato Ada Lucia de Cesaris quale Assessore all’Urbanistica, l’allora dirigente dell’area “Sviluppo economico” del Comune di Milano, l’architetto Giuseppina Sordi, firma una determina dirigenziale che consente in alcuni casi particolari anche alla Commissione Paesaggio di Palazzo Marino l’individuazione dei cortili dal punto di vista tecnico giuridico. Un potere decisorio che sarebbe illegittimo, secondo quanto riportato da Milano Today, assegnato ad un ente incaricato di occuparsi di questioni estetiche e paesaggistiche.

Per questo motivo, a seguito dell’esposto dei residenti, la costruzione dell’edificio in zona Città Studi è finita sotto la lente della procura che ha avviato un’inchiesta per presunto abuso edilizio, visto anche che a presentare il progetto è stato l’ex presidente della Commissione Paesaggio, l’architetto Paolo Mazzoleni, e a decidere positivamente sull’avvio lavori due persone che in passato hanno collaborato con lui, la professoressa di urbanistica Laura Montedoro e l’architetto Giovanna Longhi. L’atto con cui è stata presa la decisione è stato inoltre ritenuto un falso dalla procura perché sarebbe in palese contrasto con la realtà dei luoghi oltre che scopiazzato da un precedente parere. 

Le indagini si sono concluse con l’iscrizione nel registro degli indagati di 12 persone, tra cui l’architetto Paolo Mazzoleni, tre componenti della Commissione Paesaggio compresi i due ex collaboratori, Andrea Bezziccheri di Bluestone Aspromonte, Francesco Percassi dell’omonima società di costruzione e tre funzionari dello Sportello Unico Edilizio.

Nel frattempo la Procura di Milano, per conto della pm Marina Petruzzella, aveva chiesto anche il sequestro preventivo del cantiere, la cui richiesta è stata bocciata anche al secondo Riesame. Si attende ora l’esito del secondo ricorso presentato alla Corte di Cassazione da parte della Procura.

# L’edificio della discordia sarà abbattuto?

Il nome del progetto immobiliare è Hidden Garden. Un edificio di 7 piani e “46 appartamenti di design immersi nel verde e dotati di ampi terrazzi, balconi o giardini privati”, così viene descritto sul sito del costruttore “situato in una corte silenziosa e riservata” propria quella in cui i condomini che vivono nelle abitazioni circostanti ritengono sia un cortile dove non si può costruire un tale “ecomostro”.

Hidden Garden

Gli appartamenti saranno rifiniti con un capitolato di pregio, avranno sistemi di domotica e l’energia sarà prodotta da impianti fotovoltaici e geotermia. A tutto questo si affiancano gli spazi comuni come la palestra e aree di coworking. Un progetto quindi in linea con gli altri edifici realizzati o in fase realizzativa da parte della società immobiliare Bluestone e da altre realtà immobiliari milanesi e non solo, che potrebbe rischiare di non vedere mai la luce o meglio venire demolito prima della sua conclusione.

Non rimane che attendere l’esito della trafila giudiziaria e capire se, in caso di vittoria da parte della Procura di Milano, la vicenda potrà avere un riflesso sul mercato immobiliare milanese e sugli intrecci politici/economici della città.

Fonte: Milano Today

Continua la lettura con: Che cosa vorresti ELIMINARE da Milano? 

FABIO MARCOMIN

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#87 – La bellezza invisibile di Milano: i 7 CORTILI più BELLI della città

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Sin da quando venne nominata capitale dell’Impero Romano d’Occidente, Milano ha conquistato le attenzioni e le dediche estasiate di letterati e artisti vari anche con una componente nascosta, segreta, celata ai più: i suoi cortili.

La bellezza invisibile di Milano: i 7 CORTILI più BELLI della città

Dal poeta gallico Decimo Magno Ausonio nel 390 d.C., agli scritti dei fratelli Pirola, storici editori milanesi 1500 anni dopo, le pagine della storia hanno tessuto le lodi di questi luoghi appartati e tranquilli nel cuore della città, solo apparentemente avulsi al contesto generale, perché in realtà intimamente connessi con le storie che l’hanno formato e vissuto. Qui vi proponiamo una selezione che è un elenco non esaustivo di questi posti speciali. Se ne conoscete altri, e ritenete ingiusto che siano stati esclusi, segnalatecelo e scriveteci!

# Il Chiostro delle Umiliate

Indirizzo: via Cappuccio, 7

Situato a due passi dalla Basilica di Sant’Ambrogio, questo cortile di fine ‘400 deve il suo suggestivo nome all’ordine degli Umiliati, nato nel 1200, in risposta alla perdizione verso la quale il clero dei tempi convergeva, e fortemente radicato nel milanese.

La semplicità del luogo, unita alla ricercatezza e al sincretismo degli elementi architettonici, che vanno dallo stile ionico all’umiliato-ecclesiastico passando per il pozzo tipicamente rinascimentale, merita più di una visita.

# Casa Atellani

Indirizzo: corso Magenta, 65

Il filo rosso che lega Ludovico il Moro, reggente del Ducato di Milano dal 1480 al 1494, a Leonardo da Vinci e il Cenacolo passa da qui: gli Atellani erano infatti cortigiani al Castello Sforzesco, ai quali il signore donò la Casa che venne battezzata col loro nome e dove si narra che Leonardo trasse l’ispirazione decisiva per comporre il suo capolavoro, durante feconde camminate nel raffinato cortile interno.

In contrapposizione al Chiostro delle Umiliate, però, qui la perdizione regnava sovrana: la Casa divenne infatti il fulcro della vita mondana meneghina di quei tempi, con feste le cui cronache sono giunte fino ai giorni nostri. Attenzione: la Casa degli Atellani è stata acquistata da un celebre brand francese. Resta aperta al pubblica solo fino al 30 settembre 2023.

Leggi anche: La vigna di Leonardo in mani francesi: le indiscrezioni sul suo futuro

# Giardino Terraggio

Indirizzo: via Terraggio, 5

Ecco perché “Milano Celata”: chi di voi entrerebbe in questo portone, senza nessuna indicazione scritta?

Eppure, l’ingresso è libero e nasconde un parco giochi ricco di storia. Invaso da cespugli di profumatissimi fiori rosa, il giardino segreto di via Terraggio è un’altra eredità di Ludovico il Moro e del suo amore per i grandi nomi: lo donò infatti a nientepopodimeno che Lorenzo il Magnifico, che lo scelse come buen retiro durante i suoi soggiorni a Milano.

# Il Giardino Calderini

Indirizzo: via Sant’Agnese

Ciò che resta della reggia della famiglia nobile dei Corio, distrutta dalle bombe alleate nel 1944. Persi per sempre i magnifici affreschi di Donato Bramante che adornavano la casa, rimangono l’antico portico e tanto verde, edere striscianti e un cortile rifugio che fa totalmente dimenticare ai suoi ospiti di essere in pieno centro.

Nel mezzo del giardino troviamo una scultura dedicata alle vittime della strada, realizzata da uno dei grandi figli adottivi di Milano: Arnaldo Pomodoro.

# Giardino Perego

Indirizzo: via dei Giardini, 6

4200 m2 di english landscape garden, trasformato nel XIX secolo dall’intervento dell’architetto Luigi Canonica e del capogiardiniere Luigi Villoresi, su richiesta dei proprietari di allora, la famiglia Perego, poi venduto al Comune di Milano a inizio Novecento.

I giardini ospitano peculiari giochi per bambini ricavati da tronchi d’albero, cespugli di azalee, rododendri e hosta, un gigantesco celtis australis e un’antica statua raffigurante il dio etrusco Vertumno, guardiano del susseguirsi delle stagioni e della maturazione dei frutti: insomma, ce n’è per tutti i gusti.

# Chiostro grande di San Simpliciano

Indirizzo: piazza San Simpliciano, 7

Oggi è una delle sedi classiche del Fuorisalone, ma questo chiostro resta uno dei capolavori meno conosciuti del manierismo lombardo.

In realtà, il luogo presenta caratteristiche architettoniche particolari: l’asse delle colonne del porticato che circonda il verde non è parallelo ai lati del cortile, come ci si aspetterebbe in un complesso del genere, bensì è perpendicolare ad essi; da qui il soprannome di chiostro delle due colonne, perché due sono quelle che reggono ciascun capitello.

Da vedere per le decorazioni, gli affreschi e le vetrate di cui il chiostro è circondato, tanto solenni quanto mantenute con cura.

# Il Cortile degli Scultori

Indirizzo: via Mac Mahon, 14

Milano è all’avanguardia già da due secoli nel campo della scultura, essendo la sede della Veneranda Fabbrica del Duomo e del Cimitero Monumentale.

E proprio per quest’ultimo lavoravano gli scultori che hanno dato il nome a questo cortile nascosto, un tempo mulino, oggi piccolo borgo costruito in mattoni e immerso nel verde, rigoglioso in primavera, forte dei suoi aceri, dei suoi ciliegi e i suoi banani.

La barbarie edilizia degli anni ’60-’70 ha messo in serio pericolo questo locus amoenus, alla fine sopravvissuto e oggi capace di raccontarci storie, come quella di Mauro Baldessari, ultimo superstite tra gli scultori, rimasto lì a dividersi lo spazio con agenzie di grafica, studi pubblicitari e la galleria d’arte Cortina.

Sul solco di grandi nomi come Andrea Cascella, Carmelo Cappello e Giacomo Manzù, Baldessari è ormai l’unico a portare avanti e rinnovare la loro tradizione e scuola di scultura, e una visita al suo centro unita ad una passeggiata nel cortile possono valere come una gita fuori porta.

Continua la lettura con: Luogo nascosto #88 – La statua “nascosta” perché FA TROPPA PAURA

HARI DEI MIRANDA

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#87 – BRUNATE, “il Balcone sulle Alpi” sul “BruCo alla milanese”

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Vista di Milano da Brunate - Andrea Cherchi

Chi va a Como nel fine settimana non può mancare di notare la coda per la funicolare di Brunate. Una meta obbligata per chi visita la città lariana per due motivi principali: la vista spettacolo che si goda e per apprezzare un viaggio di altri tempi. Che ha qualcosa di molto milanese. 

BRUNATE, “il Balcone sulle Alpi” sul BRUCO alla milanese

Brunate svetta sopra Como, a una quota di 715 metri, addossato al crinale del monte Tre Croci, esposto sul versante sud della montagna. Il primo motivo di interesse è sintetizzato nel suo appellativo. 

# I punti panoramici del Balcone sulle Alpi

Benvenuti sul “Balcone sulle Alpi”: questo è l’appellativo dato a Brunate grazie ai numerosi punti panoramici che regala. I principali sono questi:

  • in fondo alla via Pissarottino,
  • sul Piz Belvedere (all’incrocio con via A. Pirotta),
  • in piazza A. Bonacossa
  • sul faro Voltiano

# Cosa si può ammirare dal “balcone delle Alpi”

Vista di Milano da Brunate – Andrea Cherchi

Nelle giornate più limpide è possibile vedere l’intero arco alpino occidentale da cui si staglia inconfondibile il Monte Rosa, la Pianura Padana e gli Appennini. Non solo: si possono ammirare anche i grattacieli di Milano.

# Le ville eclettiche e liberty

A Brunate non c’è solo la vista spettacolare. Esistono anche  altre attrazioni, infatti sono presenti numerose ville in stile eclettico (Villa Duca,  Villa Calderini, Villa Giussani, Villa Ghezzi Antonelli…) e liberty (Villa Pirotta Bonacossa, Villa Cantaluppi Giuliani, Villa Farneti…).

# Il Faro Voltiano

Faro Voltiano – DJI Mavik Mini 2

Il Faro Voltiano è una torre ottagonale alta 29 metri eretta nel 1927 del Novecento sulla vetta del Monte Tre Croci come omaggio per il centenario della morte del grande genio comasco Alessandro Volta. All’interno è presente una scala a chiocciola di 143 gradini che permette di raggiungere due balconate circolari da dove ammirare un altro splendido panorama. Il faro, a partire dal tramonto e fino all’alba, emette luce verde, bianca e rossa.

# Eremo di San Donato

Convento sconsacrato che domina la città dal XV secolo. La chiesa e il suo monastero sono costruiti su uno sperone di roccia a 453 metri, in località Garzola. Lo si raggiunge lungo il sentiero che un tempo era la principale via di comunicazione tra Brunate e Como: salendo da Como è a circa a un terzo del tragitto.

# Si arriva sul BruCo

Funicolare Como Brunate – foto B. Nessi (da
lagodicomotourism)

Giunti a Como in auto o con il treno, scendendo alla fermata Como Nord-Lago, si può raggiungere a piedi piazza A. De Gasperi sul lungolago da dove si può salire sulla suggestiva funicolare Como Brunate. Inaugurata nel 1894 e diventata all’inizio del XX secolo la stazione estiva più famosa della “Belle Époque” per le ricche famiglie milanesi.

Il bruCO, così viene chiamato, si eleva lungo 1084 metri in 7 minuti, superando un dislivello di circa 500 metri con pendenza massima del 55%, fino a giungere in piazza A. Bonacossa. Nel viaggio verso Brunate si può ammirare il panorama del capoluogo lariano dall’alto.

Tutto questo è possibile grazie ad Azienda Trasporti Milanesi S.p.A., che dal 2005 ha la completa gestione del servizio di trasporto, all’interno di una società mista con sede in Como (Consorzio Mobilità Funicolare & Bus).

Continua la lettura con: La gita più bella #88 – Il GRAND HOTEL FANTASMA è a un’ora da Milano

FABIO MARCOMIN

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La PASSERELLA SOSPESA con vista Duomo

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Credits professionarchitetto - Raddoppio museo del novecento.jpg

Il progetto sembrava essere caduto nel dimenticatoio. Arriva invece la notizia della sua conferma: sul Duomo arriva la passerella sospesa. 

La PASSERELLA SOSPESA con vista Duomo

# Approvato in giunta il progetto definitivo

Credits Urbanfile – Planimetria Arengario

Sembrava essere stata posta una pietra sopra. Da molti mesi non si sentiva più parlare del progetto di raddoppio del Museo del Novecento. Invece la sorpresa: al termine del Forum della Cultura, l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi ha comunicato l’approvazione in giunta del progetto definitivo. Gli spazi dell’Arengario gemello saranno completamente dedicati al contemporaneo. L’impatto maggiore sarà dato dalla passerella sospesa per collegare i due palazzi: ottenuto il lasciapassare da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. 

# Si camminerà sopra piazza Duomo a venti metri di altezza

Credits Urbanfile – Arengario ponte

Il principale obiettivo del progetto è raggiungere una sintesi architettonica tra i due edifici gemelli in modo da formare un unico organismo. Tra le due soluzioni proposte, una passerella sospesa o la trasformazione di Via Marconi in una piazza-cortile, ha prevalso la prima. In base alle ultime informazioni disponibili la passerella aerea sarà all’altezza di 19,65 metri, in linea con il terzo livello dei due Arengari, e costituita da una trave reticolare fissata direttamente alle colonne laterali esistenti degli edifici, completamente reversibile.

Credits professionarchitetto – Vista passerella da Piazza Diaz

Vista dall’Ottagono della Galleria, si poggia sul tetto dell’edificio basso senza spezzare la vista della Torre Martini e viene concepita come una sorta di proscenio: il fronte della passerella rivolto a piazza Duomo è caratterizzato da pareti leggere trasparenti e da una struttura specchiante convessa nella parte sottostante, in grado di riflettere gli scorci e i movimenti della piazza.

# Un investimento di 18,5 milioni di euro e oltre 1.000 mq spazi di museali aggiuntivi

Credits Urbanfile – Rendering Novecento

Il Museo del Novecento aggiunge, grazie alla riqualificazione e utilizzo del palazzo gemello, oltre 1.000 mq di spazi espositivi. L’investimento complessivo è di circa 18,5 milioni di euro, di cui 5 milioni donati da Giuseppina Antognini, presidente della Fondazione Pasquinelli, collezionista e mecenate milanese. Verranno eseguiti alcuni lavori anche nel primo edificio, in particolare l’aggiunta di un Laboratorio di conservazione delle opere in sostituzione di sale conferenze e deposito, oltre alla modifica al piano terra dell’ingresso alle sale dedicato alle mostre temporanee attraverso un collegamento più diretto dopo l’acquisto del biglietto.

Credits professionarchitetto – Caffetteria Museo del Novecento

Nel nuovo edificio è previsto un bookshop aperto al pubblico e una caffetteria con tavolini, mentre il mezzanino ospiterà un auditorium. Nei quattro piani ricavati sopra lo spazio del portico ci saranno gli spazi museali che potranno ospitare oltre un centinaio di opere.

Credits professione architetto – Nuove sale Arengario

Il percorso museale andrà dalle nuove letture e confronti a partire dagli anni Ottanta fino alle esperienze più attuali. Tra queste ultime un importante nucleo di opere fondamentali del primo Novecento dalla Collezione Giuseppina Antognini e Francesco Pasquinelli che, oltre alla donazione di 5 milioni di euro per realizzare il museo, contribuirà con opere per un valore di 15 milioni di euro.

# Pronto in tempo per le OIimpiadi 2026

Credits professionarchitetto – Raddoppio museo del novecento.jpg

Il cantiere ha una durata prevista di due anni e a breve si attende la partenza della gara per l’affidamento dei lavori. Se i termini saranno rispettati milanesi e turisti potranno visitare il nuovo Museo del Novecento già in occasione delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026.

Continua la lettura con: La passerella sospesa di Renzo Piano sta per inaugurare

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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La VIGNA di LEONARDO in mani FRANCESI: le indiscrezioni sul suo FUTURO

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Credits ariciotti ig - Casa degli atellani.jpg

Un “gioiello di botanica” nella Casa degli Atellani rinato dopo la sua distruzione che attende di conoscere il suo destino.

La VIGNA di LEONARDO in mani FRANCESI: le indiscrezioni sul suo FUTURO

# Un “gioiello di botanica” nella Casa degli Atellani

Credits ariciotti ig – Casa degli atellani.jpg

Varcare la soglia della Casa degli Atellani, antica dimora dei cortigiani e scudieri che furono al servizio di Ludovico il Moro, è una vera e propria immersione nell’epoca fiorente e prospera del ducato di Milano nella seconda metà del Quattrocento. 

Scoprirla è anche conoscere un “gioiello di botanica”, prezioso, delicato e tanto amato dal sommo artista, Leonardo da Vinci.

Ospitato dagli antichi proprietari, il genio fiorentino vi aveva soggiornato per ben due anni, nel periodo in cui lavorava al suo capolavoro, il Cenacolo, tra il 1495 e il 1498 ed è proprio in fondo al giardino che possiamo ancora godere della famosa Vigna che gli fu regalata proprio dal Moro, come ringraziamento per i suoi innumerevoli servigi.

# La vigna distrutta dai bombardamenti dell’agosto del 1943 è rinata grazie alla tecnologia

Credits artonauti – Santa Maria delle Grazie dopo i bombardamenti

Si, è ancora “viva e florida” la Vigna di Leonardo che come il Cenacolo, è stata davvero miracolata. Se il Cenacolo, durante i bombardamenti dell’agosto del 1943, rimase indenne rispetto alla demolizione subita da gran parte della chiesa di Santa Maria delle Grazie, purtroppo, la vigna non ebbe la medesima sorte e fu totalmente distrutta.

E quella che possiamo ancora vedere, è quella originale? Si…ed ora vi racconto il miracolo…della tecnologia.

Nel 2015, l’enologo Maroni, in collaborazione con gli ex proprietari, i nipoti di Piero Portaluppi e l’Università statale di Agraria di Milano, basandosi su antiche fotografie dell’architetto Luca Beltrami, sono riusciti a individuare il luogo dove si trovava la vigna di Leonardo e recuperare alcune tracce delle antiche radici, identificandone il DNA, la Malvasia di Candia Aromatica.

Poi, l’avanzata ricerca scientifica è riuscita a trovare un clone ancora esistente, geneticamente più affine alla nativa ritrovata ed ecco che è stata reimpiantata, rinascendo il 20 marzo 2015, in prossimità del solstizio primaverile, nella Casa degli Atellani.

# La vigna diventa “francese”: le indiscrezioni su come diventerà

Credits ariciotti IG – Vigna di Leonardo

Nuovamente precaria è la sorte della Vigna perché lo scorso dicembre, il magnate francese Bernard Arnault, uno degli uomini più ricchi del mondo, l’ha acquistata insieme alla Casa degli Atellani che, dopo mesi di apertura, ha deciso, a partire dal prossimo 1 ottobre, di chiudere i battenti ai visitatori.

Altre voci ci forniscono nuove possibilità: fonti vicine all’imprenditore francese spiegano che la Casa degli Atellani rimarrà chiusa solo temporaneamente, per opere di ristrutturazione e che la dimora avrà un uso essenzialmente privato, con una parte dedicata ad attività culturali e al pubblico. L’idea è di riportare questo edificio, di importanza storica e artistica, al suo splendore. Evidentemente il progetto sarà sviluppato di concerto con la Sovrintendenza.

Speriamo che tutto ciò sia davvero concretizzabile e che la Vigna di Leonardo possa ancora essere un “miracolo che si avvera”, come bene inalienabile dell’umanità, ammirata, per sempre, dagli innumerevoli turisti che giungono da ogni parte del mondo, insieme a noi milanesi che fieri del nostro patrimonio lo valorizziamo, offrendolo ad una fruizione collettiva (anche se ormai lo abbiamo venduto).

Attendiamo, speranzosi, il nuovo miracolo…

Continua la lettura: La VIGNA di LEONARDO CHIUDE (per SEMPRE?) ai milanesi: gli ULTIMI GIORNI per visitarla e che cosa potrebbe diventare in futuro

ANGELA GOLIA

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