I MUSEI più SURREALI di Milano

Dal granaio della moda al museo del pane

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Credits armani IG - Armani Silos

Vieni con me a conoscere i musei più assurdi di Milano e della Lombardia.

I MUSEI più SURREALI di Milano

# Armani Silos: il granaio dello stile

Credits armani IG – Armani Silos

Al netto dei musei abbastanza inusuali di cui scriverò a breve, partiamo da una delle aree più vitali dell’economia meneghina: la Moda. L’Armani Silos, il museo dedicato al più famoso stilista al mondo inaugurato nel 2015 nel cuore di Porta Genova, è una particolarissima raccolta di modelli del celebre stilista. Costruito nel 1950, l’edificio era originariamente un granaio e attualmente si sviluppa su quattro livelli per una superficie di circa 4.500 metri quadrati.

La predilezione di Giorgio Armani per la semplicità e il rigore hanno dato vita a un’architettura essenziale, al piano terra lo spazio ospita mostre temporanee dedicate a moda, fotografia, architettura e design, mentre ai piani superiori la collezione permanente ripercorre oltre 40 anni delle creazioni dello stilista e comprende oltre 400 abiti e 200 accessori, dal 1980 a oggi, delle collezioni Giorgio Armani. Oltre a questo ci sono un bookshop, un archivio digitale e una caffetteria. Infine, una curiosità sul nome per il quale diamo direttamente la parola a re Giorgio: ‟Ho scelto di chiamarlo Silos perché lì venivano conservate le granaglie, materiale per vivere. E così, come il cibo, anche il vestire serve per vivere”, ha spiegato Armani.

Indirizzo: Via Bergognone, 40

# Museo delle macchine da scrivere

Museo delle macchine da scrivere

Grazie allo spirito di iniziativa e all’impegno dell’appassionato collezionista Umberto Di Donato nel 2006 nasceva a Milano il Museo della Macchina da Scrivere, 200 pezzi in totale comprese alcune macchine da calcolo. Oggi, a distanza di quasi vent’anni, la collezione ammonta a 1800 macchine tra cui alcune antichissime come la Caligraph 1882 made in Usa, alcune storiche fra cui la Williams del 1887 che ispirò l’avventura di Camillo Olivetti in Italia e altre appartenute a personaggi famosi della storia del nostro Paese come Francesco Cossiga, Camilla Cederna, Matilde Serao, Carmen Covito e molti altri ancora.
Dalla macchina cinese degli anni Venti con un’infinità di ideogrammi a quella che scrive in arabo, passando per l’Olympia risalente alla Seconda Guerra Mondiale con il carattere delle SS, presso questo piccolo e prezioso Museo situato nel quartiere Isola gli appassionati di scrittura e di antiquariato troveranno gustoso cibo per la loro mente.

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Indirizzo: Via Luigi Federico Menabrea, 10

# Pirelli Hangar Bicocca

Pirelli Hangar Bicocca- Rai Uno

Milano è indubbiamente la città dell’arte contemporanea e sono numerosi i luoghi dedicati agli amanti di queste opere, fra cui svetta sicuramente il Pirelli Hangar Bicocca. Se poi aggiungiamo che l’entrata è sempre gratuita, quale migliore meta per un tuffo tra le opere sorprendenti create dai nostri contemporanei? Pirelli Hangar Bicocca sorge all’interno di quelli che erano i vecchi capannoni del Gruppo Ansaldo, dove si producevano bobine per i motori elettrici dei treni: ora i 7000 mq sono stati trasformati in uno spettacolare spazio espositivo dove la memoria storica di un ex luogo di lavoro dialoga con la creatività di artisti e architetti contemporanei. All’interno è completamente dipinto di blu scuro e all’esterno è coperto da una corazza di metallo argentato, ma ha conservato le caratteristiche architettoniche di uno spazio industriale.

Indirizzo: Via Chiese, 2

# WOW Spazio Fumetto

Credits mariannaiandolo IG – Wow Spazio Fumetto

Il Museo del Fumetto di Milano è attivo dal 2011 ed è subito diventato un punto di riferimento per gli amanti del genere. Al suo interno potrete trovare esposizioni permanenti e temporanee, eventi culturali e laboratori interattivi. Inoltre è presente anche una biblioteca con oltre 9000 pezzi. Bonus point, il museo si trova all’interno di un cortile del Parco Oreste del Buono di viale Campania, alle spalle del Liceo Scientifico Donatelli – Pascal, all’interno del quale troverete anche il Boom, un locale birreria e cocktail-bar dall’atmosfera cordiale e gustosi panini, adatto a studenti di tutte le età, adulti, famiglie con bambini e non solo.

Indirizzo: Viale Campania, 12

# Museo del Pane

Museo del Pane

Per l’ultimo dei nostri musei assurdi ma neanche troppo ci spostiamo un po’ più in direzione sud-est e per l’esattezza a Sant’Angelo Lodigiano per imbatterci nel più gustoso dei musei della nostra rassegna: il Museo del Pane. La grande sala con i pani del mondo che sono stati donati al Museo del Pane è proprio quella dove che ti lascia a bocca aperta, pensando alle mani che li hanno creati, al grano da cui derivano e alle tavole sulle quali sono stati portati. Attraversando le altre sale si possono osservare le fasi del ciclo grano-farina-pane attraverso gli attrezzi agricoli del passato oppure le prime impastatrici, ma anche le “grida” di un tempo passato, ovvero quelle tasse ed emendamenti governativi emanati tra il XVIII e XIX sec.

Importantissime e di grande bellezza scenica sono le due vetrine espositive dei chicchi di cereali, che accolgono i visitatori nella prima sala del museo del pane e dove si scopre che il professor Novello Novelli è considerato il padre della moderna risicoltura e di alcune qualità di riso, tra cui il famoso Vialone Nano. In alcune sale poi è stata ricostruita una tradizionale cascina lodigiana, molto suggestiva, nella quale si possono ammirare le botteghe del fabbro, del sellaio, del falegname, gli attrezzi della coltura del riso e del frumento, nonché una piccola casa del contadino.

Indirizzo: Piazza Morando Bolognini, 2 – Sant’Angelo Lodigiano (LO)

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CARLO CHIODO

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Carlo Chiodo
Nasco a marzo del 1981. Milanese moderno, ostinato e sognatore, alla costante ricerca di una direzione eclettica di vita. Laurea in Lingue e Comunicazione, sono appassionato di storia contemporanea, amante del cinema e del surf da onda. Dopo il romanzo d'esordio (Testa Vado Croce Rimango, 2016) ho pubblicato con Giovane Holden edizioni una silloge di racconti (Diario di Bordo, 2020).