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Never a Joy Party

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Never a Joy è il tuo motto? Sali in macchina, in treno, in metro e ti ripeti “mai una gioia”?

Prepari da mangiare, vai al supermercato e non puoi fare a meno di pensare: “mai una benedetta gioia”?

Ecco, abbiamo la serata che fa per te, perché al Circolo Magnolia arriva il Festival delle Canzoni Tristi!

Per ballare, cantare, conoscere amici tristi e trovare tante cose in comune, oltre al “Never a Joy” mood. Insomma, divertiti una volta tanto e passa una serata diversa dal solito!

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Nelle scuole Milano non fa SCUOLA: la mia esperienza di mamma

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scuole

La situazione delle scuole ultimamente tiene banco su molti organi di informazione. A dicembre La Repubblica riportava la richiesta di intervento proveniente da varie zone di Milano, dove le segnalazioni di inagibilità e degrado non si conterebbero nemmeno più. Ma davvero la situazione è così drammatica?

La situazione CRITICA degli istituti scolastici milanesi

Lo dico subito, non ho dati o informazioni tecniche da spendere, ma solo la mia esperienza di mamma e di cittadina.
Dall’inizio dell’anno scolastico nelle scuole della mia zona se ne sono viste e sentite di tutti i colori.

  • Una è stata letteralmente invasa dai topi (motivo per cui in tutti gli istituti del circondario dalle feste è bandito qualunque tipo di cibaria);
  • in altre a causa delle piogge intense e prolungate sono crollati i controsoffitti (una famiglia di punto in bianco si è ritrovata a casa entrambi i figli, uno dall’asilo e l’altro dalla primaria);
  • in un’altra mettevano le reti di protezione al soffitto della palestra nella probabile eventualità di crolli;
  • un’altra ancora ha riottenuto dopo mesi l’agibilità del cortile solo a seguito di “un’imboscata” fatta dalle famiglie al sindaco Sala durante un’inaugurazione ufficiale di grande richiamo.

Dal momento che l’anno prossimo ci toccano le elementari, insieme ad altre mamme sono andata un po’ in giro per open day e questa è la situazione in diversi istituti: bagni con gli stipiti scrostati e attaccati con lo scotch, odore di urina che aleggia fin nel corridoio, condizioni igieniche quanto meno discutibili.

scuole

Ma davvero dobbiamo rassegnarci a far vivere i nostri figli (per 8 ore al giorno, nel migliore dei casi!) in questo stato di degrado e di pericolo? Mentre in alcuni comuni, come quello di Liscate finito appunto su tutti i giornali, si progettano scuole innovative che prevedendo l’adozione di tecnologie integrate, impiantistica a basso impatto e scelte strutturali in linea con i criteri della bioedilizia, tutte le altre cadono a pezzi, sono piene di amianto, registrano guasti al riscaldamento d’inverno e diventano fornaci d’estate.

La scuola di Liscate

L’accoppiata satanica è dato da questo: norme di sicurezza sempre più rigide insieme ad una cronica insufficienza di mezzi per applicarle in maniera ragionevole. Per ragioni di sicurezza ad esempio non si possono aprire le finestre, così d’estate gli edifici senza aria condizionata e senza un’adeguata coibentazione si trasformano in forni. Le strutture cadono a pezzi e un semplice vetro rotto o ogni altra sorta di piccolo danno diventa causa di inagibilità di uno spazio – per mesi, talvolta per anni – senza che neanche i genitori possano porvi rimedio con qualche intervento di piccola manutenzione autonoma, dal momento che nessuna assicurazione ne risponderebbe.

Non ha tutti i torti il presidente del Municipio 8 Zambelli, che invoca una specie di piano Marshall per le scuole: “Dedicare per tre anni il 30 per cento degli oneri di urbanizzazione a un piano straordinario per l’edilizia scolastica“. Anche se probabilmente non sarebbe sufficiente a risolvere la situazione.

Il diritto alla salute è di tutti, ma dei bambini di più.

ROBERTA CACCIALUPI

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Le incredibili e poco conosciute attrazioni dell’AMBROSIANA che la rendono unica al mondo

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biblioteca ambrosiana

Risulta senz’altro difficile condensare un’esperienza come quella dell’Ambrosiana, (denominata formalmente la Veneranda Biblioteca Ambrosiana) nelle poche parole di un semplice articolo. Come sempre, faremo del nostro meglio.

Le incredibili e poco conosciute attrazioni dell’AMBROSIANA che la rendono unica al mondo

#1 Tre in una

In primo luogo, va detto che la struttura dell’Ambrosiana contiene al suo interno una Biblioteca, una Pinacoteca ed un’Accademia.

Le prime due vennero create dal Cardinale Federico Borromeo, Arcivescovo di Milano (lo stesso reso immortale dalla penna del Manzoni), rispettivamente nel 1607 e nel 1618, laddove la terza, diretta emanazione del progetto borromaico, è stata costituita circa 400 anni dopo, nel 2008, su impulso del Cardinale Luigi Tettamanzi, allora Arcivescovo di Milano, come del resto fu lo stesso Borromeo.

#2 Il Codice Atlantico

Nel pieno rispetto del motto del Cardinale Borromeo, che recitava Humilitas, la Biblioteca Ambrosiana fu tra le prime al mondo ad essere aperta a chiunque sapesse leggere e scrivere. Oggi, la Biblioteca ospita il celebre Codice Atlantico, unitamente a circa quarantamila manoscritti in decine di lingue, oltre trentamila tra disegni (alcuni dei quali ad opera di artisti di rilevo mondiale), mappe, spartiti ed incisioni, nonché incunaboli e pergamene.

#3 Il libro di pelle umano


All’interno di una così vasta gamma di testi unici, è possibile addirittura imbattersi in un libro rilegato in pelle umana.
Per un caso di ironia della sorte (o per preciso intento del suo autore) si tratta di un testo di anatomia per artisti.
Fu sempre il Borromeo a voler costituire, dopo aver donato la sua collezione artistica alla Biblioteca Ambrosiana da lui stesso fondata, la Pinacoteca Ambrosiana, la quale ora ospita una nutrita collezione di dipinti per un totale di 24 sale.

#4 L’Accademia universale

Anche la terza struttura dell’Ambrosiana, ossia l’Accademia, fondata nel 2008 ed imperniata sul dialogo interculturale, che contiene fonti da tutto il mondo, suddivise secondo le rispettive aree geografiche di provenienza, conferma la vocazione della missione iniziata da Federico Borromeo, indicato sia dalle fonti dell’epoca che dal Manzoni come epigono di quella Chiesa sociale che poneva fra le sue priorità la cultura e la crescita personale dei cittadini sotto la sua egida.
Le iniziative di studio, come pure quelle culturali promosse dall’Ambrosiana sono infatti ancora oggi numerose e variegate.

Il sito internet della struttura appare imperniato su criteri di efficienza e di ottimizzazione, dato che offre agli interessati diverse opzioni di visita sulla base del tempo a loro disposizione.

 

ANTONIO ENRICO BUONOCORE

 

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Una cena da rockabilly

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Io non sono una grande fan dell’American Style, ma penso che gli yankee abbiano avuto un periodo così scintillante da far impallidire qualsiasi altro paese: gli anni ’50.
Erano gli anni del rock’n’roll, del boogie woogie e del twist.

Di Elvis Presley, di James Dean e di Marlon Brando.

Delle Cadillac, delle Delorean e delle Buick.

Era tutto così colorato, luminoso ed esagerato. Gli adulti sognavano di vivere nelle villette a schiera e i ragazzi passavano le serate nei Diner.

E’ proprio di un diner che sto per parlarti, ma non in America, bensì qui, a Milano.

Mi riferisco all’America Graffiti, un ristorante in perfetto stile Diner americano che riconosci da fuori soltanto per i colori accesi: il rosso sgargiante, il blu del neon e le piastrelle bianche e nere.

Le pareti sono tappezzate di poster di film, locandine di concerti del mitico Elvis e segnali stradali, fino ad arrivare a targhe che riportano la sigla dei vari stati americani e foto di auto d’epoca.

Tutto, dai tavoli alle sedie, ricorda un ristorante yankee e i piatti, beh, sono il pezzo forte: puoi scegliere tra hamburger di 340 grammi (non sto scherzando), spaghetti con meatballs, pannocchia arrosto e molto altro, ma se preferisci stare leggero puoi scegliere anche pietanze vegane o vegetariane.

Degni di nota sono anche i dolci in perfetto stampo USA’s Bakery: fette di torta alte diversi centimetri, milkshake ricoperti di panna e muffin talmente gonfi che sembrano dover esplodere da un momento all’altro.

Tutto così sfavillante, stravagante e divertente… in perfetto stile anni ’50.

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A Milano il più bel GAY VILLAGE d’Europa? Ecco cosa ci dovrebbe essere

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In un’epoca di grande emancipazione del mondo LGBT potrebbe essere il momento buono per immaginare un gay village a Milano. Di livello mondiale. Ma prima di vedere come dovrebbe essere, facciamo un breve ripasso della storia dei distretti gay in Europa e nel mondo.

I gay village in Europa e nel mondo

Per prima fu Berlino: negli anni Venti l’area di Nollendorfplatz nel quartiere Schöneberg durante la Repubblica di Weimar divenne il primo distretto gay d’Europa, reso celebre tra gli altri da Marlene Dietrich e David Bowie che qui si trasferì negli anni Settanta a scrivere Heroes. Solo dalla fine degli anni Sessanta anche nelle città statunitensi si affacciarono dei distretti gay che in breve tempo diventarono i più famosi al mondo come il Greenwich Village a New York e Castro a San Francisco.
Tutte le principali città d’Europa hanno ormai dei quartieri o delle gay street che come Soho a Londra, il Marais a Parigi, la Chueca a Madrid o Canal Street a Manchester sono diventati una vera attrazione turistica. In Italia non ci sono quartieri gay. Per qualche tempo, una ventina d’anni fa, si era affermata via Sammartini come prima gay street italiana a Milano ma le condizioni un po’ degradate della strada che costeggia la stazione l’hanno reso un luogo da cui stare alla larga.
Come spesso succede si sta comunquedelineando un’area spontanea di riferimento del mondo LGBT attorno a corso Buenos Aires. Potrebbe essere l’occasione non solo di renderla ufficiale ma soprattutto di trasformarla nel gay village più cool d’Europa. Ecco qualche idea su come dovrebbe essere.

A Milano il gay village più cool d’Europa

Gli ultimi saranno i primi. Come è successo per lo skyline di Milano a volte può essere una fortuna arrivare tardi. Perchè si può fare tesoro dell’esperienza di chi è venuto prima di noi e delle nuove frontiere della tecnologia. Dopo i grattacieli Milano potrebbe così, arrivando da ultima, realizzare il più bel gay village d’Europa.

Il quartiere non può che essere quello attorno a corso Buenos Aires. Distretto superliberal e già punto di riferimento per numerose comunità straniere, oltre che per l’universo LGBT. Lasciandoci dietro le spalle il senso di degrado di via Sammartini, qui tutto dovrà essere chic e glam.

Come già fatto per celebrare il gay pride, Porta Venezia dovrà diventare
la fermata arcobaleno. Gli arredi urbani, le luci e le decorazioni dovranno
essere più glitterati e brillantosi più di un balletto di Grease. Eccentrica e
stravagante a livello scenografico, la zona dovrà però essere linda e ordinata, per celebrare l’amore libero nel rispetto del luogo. Sarà inoltre necessaria una
vigilanza costante per renderlo un posto ultrasicuro.

Ci vorrebbe un’installazione provocatoria in stile Cattelan, si potrebbe trasferire dal Duomo in piazza Lavater la statua di Vittorio Emanuele a cavallo con trucco, parrucca e abiti femminili colorati. Diventerebbe un’icona mondiale come il dito della Borsa e, in più, sarebbe uno simpatico sberleffo dei milanesi ai Savoia, che ci hanno tradito dopo le 5 Giornate.

Sarebbe il quartiere più colorato, pittoresco e trasgressivo della città e soprattutto sarebbe l’affermazione di un gay village in stile milanese, in grado di stupire il mondo. E se la Regione dovesse avere da ridire, allora sarà un motivo in più per rendere Milano una Città Stato.

Leggi anche: La Gay Map di Milano 

MILANO CITTA’ STATO

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IndieGesto?

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Quando il mercoledì ti rimane sullo stomaco, l’unica cosa da fare è andare sui Navigli e fare una scorpacciata di Indie!.

Si alterneranno canzoni dei più grandi della musica italiana, di oggi e di ieri… ma non solo, qualche artista straniero non ce l vogliamo mettere? Suvvia!

E quindi, largo a Calcutta, Ex-Otago, The Smiths, The strokes, Coma Cose, Battisti, Pino Daniele, Franco Battiato, Adriano Celentano, Alt J, Tame Impala, Mumford & son’s, Canova, Lo stato sociale, The giornalisti, The Beatles, Beach boys, Moderat, Bob Marley, Phoenix, Arctic Monkeys, The Black Keys, MGMT, Baustelle,Carl Brave, Frah Quintale, Cosmo, Coez, Little Tony, Oasis, Blur, Sex Pistols, The doors, Pink Floyd e tantissimi altri!

Porco Brado, che panino!

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Nel centro di quartiere Isola c’è il locale in cui mangerai il miglior panino di Milano. Non sto esagerando Porco Brado, fa dei panino che ti portano in Paradiso. E sì, potrebbe sembrare un’imprecazione, ma non lo è.

E’ il perfetto connubio tra rosette morbide dentro e croccanti fuori, ripiene di carne di cinta senese -profumatissima!- Non perdetevi nemmeno i meravigliosi salumi con le ciacce!

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Olimpiadi: i lavori che TRASFORMERANNO Milano

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scalo porta romana. Fonte: Flawless.com
scalo porta romana. Fonte: Flawless.com

Milano si sta già organizzando per prepararsi al meglio ad accogliere l’evento mondiale delle olimpiadi invernali “Milano-Cortina” nel 2026. Sarà occasione per l’Italia e in particolare per la nostra città di ottenere un ulteriore squarcio di visibilità a livello internazionale.

Ma esattamente, come farà? Quali saranno i punti focali che renderanno Milano la Città Olimpica nel 2026?

Leggi anche: Olimpiadi: 10 idee per promuoverle a Milano

Olimpiadi: i lavori che TRASFORMERANNO Milano

#1 Il villaggio olimpico: Milano avrà un grande campus universitario

Fonte: ilgiorno.it
Fonte: ilgiorno.it

Sarà necessario focalizzarsi principalmente su una revisione degli impianti sportivi e delle infrastrutture milanesi da fornire a tifosi, visitatori e atleti, a partire dal Villaggio Olimpico che si realizzerà nella zona dell’ex Scalo Ferroviario di Porta Romana. La riqualificazione di questi 19 ettari del quartiere permetterà di accogliere 1260 letti e 700 camere.

Questo villaggio non sarà solo il protagonista dell’evento ma anche il suo futuro è ben chiaro, sarà la risposta a un problema che infastidisce Milano: la carenza di alloggi per universitari, poiché, a conclusione dei giochi, verrà convertito in un campus residenziale per studenti.

#2 La Milano Hockey Arena

Un altro importante intervento di riqualificazione è la rinascita del Palasharp, in zona Lampugnano, ormai in stato di abbandono da anni dopo aver ospitato importanti eventi sportivi e concerti. Diventerà la Milano Hockey Arena già nel 2021.

Il progetto previsto per il Forum Mediolanum di Assago prevederà un restyling per potenziare la capienza attuale e ospitare gare di pattinaggio di figura e short track.

#3 Il PalaItalia

Palaitalia. Fonte: corriere Milano

Ancora più ambizioso il Palaitalia nel quartiere di Santa Giulia, alla periferia Sud-est della città, in cui verranno impiegati 70 milioni di euro. Ospiterà la finale olimpica dell’Hockey su ghiaccio.

All’Allianz Cloud, ex Palalido, si potrebbero svolgere diverse gare sportive. Gli spazi sono stati pensati per l’accessibilità piena sia per lo spettatore con disabilità, ma anche per l’atleta con disabilità.

#4 Restyling del Duomo (e di San Siro)

Sarà poi il turno di Piazza Duomo che verrà allestita con 240mila dollari per ospitare le premiazioni delle gare milanesi.

Rimane infine l’incognita sulla sede della cerimonia di apertura: prevista fin da subito allo Stadio Meazza di San Siro ma messa in discussione dalla proposta di costruire un nuovo stadio al suo posto. Mentre la cerimonia di chiusura sicuramente non sarà a Milano: la fine dei giochi è già fissata con uno show all’Arena di Verona.

Continua la lettura con: I grattacieli del futuro di Milano

ALESSIA TARABINI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Che lunedì è senza Frida?

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Frida è un locale indescrivibile: così unico e bello, che non ci si può non andare almeno una volta. E’ un locale che ha cambiato la storia di un quartiere.

Frida nasce 10 anni fa, da un’ex area industriale, sfruttandone al massimo i grandi spazi e diventando presto un punto di incontro. Frida non è solo un cocktail bar ed un ristorante paradisiaco, è anche un luogo dove incontrare persone interessanti.

Uno spazio dedicato all’arte, perchè chiunque abbia un estro artistico, può esporre le sue creazioni. Il giardino esterno è ti fa sognare, e se riesci a trovare un tavolino libero e gustarti uno (o due, o tre…) degli 80 cocktail proposti, non puoi che essere felice.

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ROMANI E MILANO: basta ipocrisie, collaboriamo per rilanciare il Paese

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la metropoli del futuro
la metropoli del futuro

Tre città dove ho vissuto mi sono rimaste nel cuore: Berlino, San Pietroburgo e Roma. In ogni città ho trovato abitudini e mentalità differenti e ovunque sono stato giudicato nei miei comportamenti anche come esempio di milanese o di italiano. Questo non l’ho mai considerato un motivo di discriminazione bensì una responsabilità a rappresentare al meglio la mia cultura d’origine.

Ogni volta che torno a Roma, mi fa tristezza vedere come venga trattata da chi la abita. Non intendo che i cittadini si comportino male ma che sussista una diffusa tolleranza verso comportamenti messi in atto da alcuni incivili che stanno rovinando la città.
E questa convinzione ha avuto ancora di più rinforzo dall’articolo che abbiamo pubblicato qualche giorno fa su milanocittastato.it.

L’articolo: La nuova invasione Romana

Giovedì 9 gennaio su Milano città stato è uscito questo articolo: La nuova invasione dei romani a Milano.
L’autore, Andrea Urbano, ha citato la notizia che nel 2019 la prima città di origine per numero di nuovi entranti a Milano è Roma. Secondo la sua opinione questa notizia presenta due pericoli potenziali per Milano: il primo perché se Roma perde le sue migliori intelligenze rischia di impoverirsi sempre di più, fatto che in quanto capitale del paese deve preoccupare tutti gli italiani, milanesi compresi. Il secondo è che visto che Roma è in disgrazia, Milano deve essere in guardia verso abitudini che possano riprodurre i problemi più gravi che ha Roma.

In risposta a questo articolo abbiamo ricevuto una pioggia di insulti da parte di persone di Roma (clicca qui per leggere un esempio di insulti). Questa reazione rinforza il mio punto di vista: invece di agire con durezza contro chi con i suoi comportamenti fa del male alla sua città, troppi preferiscono scagliarsi contro chi attacca quelle abitudini che stanno rovinando la loro città. Il mio è un punto di vista che probabilmente risente della mentalità tipica di Milano.

La milanesità

Ogni città ha le sue abitudini, i suoi costumi e il suo tipo di mentalità più diffuso. La mentalità di Milano è definita milanesità. Come diceva Manzoni non si tratta di un diritto di nascita ma di un’attitudine che può essere acquisita da chiunque. Si può dire che la milanesità sia una visione del mondo: chi ce l’ha tende ad assegnare un giudizio negativo a chi si lamenta senza fare nulla e ad apprezzare chi si dà da fare per risolvere i problemi.

Giusta o sbagliata che sia Milano è così: è la città meno razzista al mondo perché a Milano non importa da dove tu venga o che cultura tu abbia, quello che conta è che se vuoi stare qui ed essere apprezzato dagli altri, basta che ti dai da fare, evitando di comportarti male nei confronti della città che ti ospita. Questo vale per chi viene da Roma, dal Veneto, dal Trentino, dall’estero o per chi è milanese da generazioni.

Questo tipo di mentalità ha consentito di fare diventare Milano la città dove si incontra il meglio di ogni cultura, italiana o straniera, perché ogni persona che arriva a Milano è portata a dare il meglio di sé, senza eliminare ma valorizzando le qualità migliori della sua identità e delle sue origini.

Milanesità e Roma

La milanesità porta ad affrontare con serietà la situazione attuale di Roma. Una città unica al mondo che merita da chi la abita un rispetto e una cura che siano degni del suo straordinario passato e soprattutto con la responsabilità di rappresentare l’immagine di un’intera nazione. E significa aspettarsi che i cittadini di Roma si diano da fare per risolvere i problemi della loro città, per riportarla alla dignità che merita e in una condizione tale da essere di orgoglio per tutti gli italiani.

Perchè questa è la mentalità con cui vorremmo contagiare il resto d’Italia: se qualcosa non va nella tua città, rimboccati le maniche e datti da fare tu per primo.
Anche perché ognuno di noi ovunque vada sarà sempre giudicato non solo come persona ma anche come ambasciatore della sua città e del nostro paese. E ciò che dobbiamo tutti ritrovare è l’orgoglio di rappresentarlo al meglio attraverso l’azione e l’amore verso il bene comune.

ANDREA ZOPPOLATO

Perché Milano città stato (far diventare Milano una città regione)?
1. Per avere un solo POTERE sul territorio e nei rapporti con Roma (invece che comune, città metropolitana e regione con confusione di competenze e responsabilità)
2. Per avere una gestione diretta delle RISORSE per risolvere i problemi di Milano
(Invece che dover sempre chiedere a regione o stato le risorse per realizzare qualcosa di strutturale sul territorio) e gestire direttamente i fondi europei (riuscendo anche a farsene assegnare di più)
3. Per avere un MODELLO per consentire a Milano di rilanciare il Paese (diventando un laboratorio di sperimentazione con autonomia di decisioni e possibilità di legiferare norme più efficienti).

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5(+1) cose che forse non sapevi dell’Università STATALE

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università statale

In Via Festa del Perdono si trova la sede principale di una delle università più prestigiose di Milano: l’Università degli Studi di Milano, detta anche “Unimi”.

Ecco 5 curiosità sulla storia e sugli studenti di uno dei luoghi più rivelanti dell’identità storica e artistica di Milano.

5(+1) cose che forse non sapevi dell’Università STATALE

#1 In origine era un ospedale

università stataleL’attuale sede dell’università è un magnifico palazzo di mattoni rossi con le finestre più belle di tutta Milano. Un tempo era l’edificio dello “Spedale dei Poveri”, l’ospedale per la città, voluto da Francesco Sforza. La prima pietra fu posta nel 1456 anche se il complesso poté essere completato solo nell’800, grazie a donazioni dei cittadini milanesi e agli introiti di uno speciale Giubileo (la “Festa del Perdono” che dà il nome alla via su cui si affaccia l’edificio) celebrato ogni due anni in occasione della festa dell’Annunciata, sotto la cui protezione l’ospedale era posto. Dunque l’università milanese nacque solo nel 1924.

#2 I quattro chiostri

università stataleSulla parte destra del “Filarete”, il grande cortile d’onore del 1600 subito dopo l’entrata centrale, si sviluppano quelli che potremmo definire dei magnifici chiostri. Sono ben quattro e così nominati: Cortile Ghiacciaia, Cortile Legnaia, Cortile Farmacia, Cortile Bagni. I più suggestivi restano oggi i cortili Legnaia e Ghiacciaia, varcandoli infatti si avrà la sensazione di tornare indietro nel tempo fino al Rinascimento. L’accesso è libero e i loro porticati costituiscono il punto di ritrovo per decine e decine di studenti ogni giorno.

#3 La Crociera

università stataleSempre piena durante i periodi di sessione d’esame, oggi la Crociera è la sala di studio e consultazione della Biblioteca della facoltà di Giurisprudenza, ma una volta era una delle due speculari strutture a 4 bracci che ospitavano i malati dell’ospedale. Era dotata di 24 acquaioli (lavandini in pietra), gabinetti (detti necessaria) ed enormi camini per il riscaldamento. Inoltre accanto a ogni letto si trovava una finestrella in muratura con funzioni di armadietto e dotata di usciolo di legno a ribalta (ribaltina) che fungeva da tavolino, per consentire ai pazienti di pranzare seduti.  Alcune tracce di questo arredamento sono ancora ben visibili tra i banchi della Biblioteca.

#4 Il rito di scaramanzia

università statalePrima degli esami, e ancora di più prima della discussione della tesi, gli studenti le provano tutte per scacciare la cattiva sorte. Per esempio è vietato guardare negli occhi la statua di Minerva, nel portico del cortile Filarete. La pena? Il rischio di fallire l’esame. Ma ancora più spettacolare è il rito di scaramanzia per cui è bene non saltare, o attraversare, la siepe del giardino principale. Solo una volta diventati dottori, il salto diventa di buon auspicio.

#5 La Chiesa e la cripta

università stataleOltre ai chiostri, alle biblioteche e alle aule per le lezioni, all’interno dell’università si trova anche la Chiesa della Beata Vergine Annunciata, sconosciuta cappella interna all’antico Ospedale, che nasconde nei suoi sotterranei una Cripta anch’essa di epoca secentesca e si pensa che custodisca i resti di circa 150 mila pazienti ospedalieri deceduti fra il 1637 e il 1695. Lo stesso luogo ha ospitato anche le spoglie dei caduti delle Cinque Giornate di Milano, prima che venissero spostate nel monumento dell’omonima piazza.

#6 Il Logo

università stataleIl logo è costituito da tre elementi: in primo piano la statua di Minerva, rappresentazione della Sapienza, sullo sfondo la facciata della Ca’ Granda, sede dell’Ateneo, e la scritta “Universitas Studiorum Mediolanensis” cioè Università degli studi di Milano. Il  logo attuale deriva da quello che si trova su una medaglia del 1924 che rappresentava Minerva con, sullo sfondo, il Duomo di Milano, il Castello Sforzesco e la Ca’ Granda. Nel 1954 venne aggiunto, nella mano della Dea oltre alla lancia, anche un ramo d’ulivo. Poi nel 2004 il logo subisce un primo restyling: i soggetti sono inalterati, ma da ovale diventa rotondo, forma che mantiene ancora oggi. A seguito dell’ultima revisione, nel 2010, vengono rimossi dallo sfondo il Duomo e il Castello per evidenziare il legame sempre più forte esistente tra l’università e la Ca’ Granda.

Leggi anche: In quali università si sono laureati i milanesi più famosi

LETIZIA DEHÒ

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Disco Africa

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Anno nuovo, musica nuova! Disco Africa!

Anna Molly e Santeria Toscana 31 uniscono le forze per un evento gratuito tributo all’Afrobeat, genere musicale coniato da Fela Kuti, che ha rivoluzionato il suono della Disco mondiale dagli Anni ’60 agli Anni ’80. Da Lagos a Freetown, da Accra al Suriname, un viaggio musicale lungo una notte che unisce ritmi yoruba, funk, jazz e boogie.

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Tra le LINEE NOTTURNE sostitutive della metro c’è un’assenza importante

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Linea notturna sostitutiva della M3
Credits: milano.repubblica.it - Linea notturna sostitutiva della M3

Nel 2012 Milano ha istituito il servizio della rete notturna sostitutiva della metropolitana e delle più importanti linee di superficie per cercare di adeguarsi agli standard europei, anche se c’è ancora molta strada da fare.
Il servizio copre la fascia tra le Mezzanotte e le 06:00, ma dal 2017 solo alcune linee sono state mantenute attive tutte le notti e una non è mai stata resa operativa.

Quali sono le linee attive

Sono attive tutte le notti le linee:

  • sostitutiva M1
    • Q.RE DEGLI OLMI – BISCEGLIE M1 – CAIROLI M1
    • SESTO 1° MAGGIO FS M1 – MOLINO DORINO M1
      interscambio tra le due M1 alle fermate di Cadorna – Conciliazione – Pagano
  • sostitutiva M2: CASCINA GOBBA M2 – P.ZA ABBIATEGRASSO M2
  • sostitutiva M3: SAN DONATO M3 – COMASINA M3
  • N25/N26: CENTRALE FS M2/M3 – CADORNA FN M1/M2
    CADORNA FN M1/M2 – CENTRALE FS M2/M3
  • filovia 90/91: LODI M3 – LOTTO M1 / LOTTO M1 – LODI M3

Sono attive nelle notti tra venerdì e sabato sabato e domenica e nelle notti precedenti le festività infrasettimanali le linee:

  • N15 Gratosoglio – Duomo M1 M3
  • N24 Vigentino – Duomo M1 M3
  • N27 viale Ungheria – Duomo M1 M3
  • N42 Bicocca – Centrale FS M2 M3
  • N50 Lorenteggio – Cairoli M1
  • N54 Lambrate FS M2 – Duomo M1 M3
  • N57 Quarto Oggiaro – Cairoli M1
  • N80 Quinto Romano – De Angeli M1
  • N94 Porta Volta – Cadorna FN M1 M2.

La grande assente

Credits: ilgiorno.it/milano – Carrozza metro M5

Quasi tutte le linee più importanti sono presenti, appunto, tranne una: la linea M5.
Ad oggi non ne è stata prevista la sua istituzione e non se ne capisce il motivo visto che di giorno trasporta 80.000 utenti e di notte viene lasciata scoperta un’intera direttrice ad ovest.

FABIO MARCOMIN

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Giovedì: Beer Night?

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Bisogna coltivare le sane abitudini. Tipo uscire di giovedì, mangiare sempre carboidrati per tenersi su di morale, non rinunciare troppo spesso ai dolci e concedersi almeno una volta a settimana una birra con gli amici.

E visto che ci piace molto consigliarti posti nuovi, questa settimana ti portiamo a conoscere il Barbruto. Locale di nuovissima apertura dalle parti di viale Bligny, il Barbruto lo riconosci subito per l’ottima selezione di birre e panini gourmet. E per quell’atmosfera rilassata che si respira appena entri.

Questo giovedì ti porta a bere una birra.

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All you need is aperitivo!

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Ca’ Pelletti è una locanda dove potrai gustare tutti i migliori sapori della Romagna, e non solo, in un ambiente rilassante dove sarai accolto dal calore tipico dei romagnoli.

Ogni giorno scopri e gusta una promozione che ti farà arrivare all’agognato weekend ancora più rapidamente.

Ci siamo quasi… è finalmente venerdì, che ne dici di prepararti al fine settimana con un completo e carico aperitivo di giovedì sera qui da noi?

Abbiamo pensato ad una combinazione che ti darà un nuovo punto di vista dell’aperitivo: un drink a tua scelta, un tagliere e un assaggio di pasta a 5€!

Ti aspettiamo per anticipare un weekend al top!

Prenotandoti con l’app, dalle 19.00 fino alle 23.00 per te drink + tagliere + assaggio di pasta a 5 Euro. L’ingresso al locale è a discrezione dell’organizzazione.

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La nuova INVASIONE DEI ROMANI a Milano

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romani a milano

Non servono particolari analisi statistico-demografiche, per accorgersi di un fenomeno dalle dinamiche inedite che si sta manifestando a Milano: la massiccia presenza di romani.

La nuova invasione dell’IMPERO ROMANO a Milano

Tra il 2015 e il 2019 i residenti a Milano in età tra i 18 e i 25 anni sono aumentati del 7,7% e quelli tra i 26 e i 30 del 7,3%. A Roma, invece, i giovani tra i 18 e i 30 anni sono diminuiti del 5% e quelli fra i 31 e i 35 anni addirittura del 9,5%.

Il boom di nuovi milanesi dalla capitale

Ma da dove arriva il maggior numero di “immigrati” a Milano? Sorpresa: in cima al podio c’è la capitale che, come riporta il Corriere:”col dato del 2019, come detto parziale, che è clamoroso: fino a ottobre di quest’anno i romani diventati milanesi sono stati 1.898, a fronte dei 1.591 di tutto il 2018“. (qui l‘articolo)
Non sono solo le statistiche ma il boom di arrivi di romani in città lo si respira ovunque: in metropolitana, tra la cerchia di conoscenti, nei locali, ci si accorge quanto siano numerosi e, spesso con un certo stupore, quanto la parlata romanesca sia oramai diffusa, unitamente a quella di ristoranti tipici laziali, questi ultimi praticamente inesistenti fino ad un paio di anni fa.

Il romano a Milano si fa notare

I romani si distinguono dagli altri nuovi milanesi provenienti da altre parti d’Italia. Della presenza romana ci si accorge immediatamente, a differenza di altre popolazioni italiche: si vedano i siciliani, i sardi, i piemontesi, i calabri, questi ultimi quasi taciturni fino all’apparire  scontrosi. Le legioni romane non tendono affatto a mimetizzarsi, anzi, del proprio modo di essere, di esprimersi e di gesticolare, di questo atteggiamento teatrale, molti ne fanno una vera e propria ostentazione.

Il romano a volte si fa notare per l’utilizzo di un tono della voce più alto, tende a cercare e a fare gruppo con i suoi concittadini, ama usare frasi romanesche ed è solito palesare il suo tifo calcistico per le squadre di casa allo Stadio Olimpico, in maniera molto calorosa e chiassosa.

Non vogliamo certo sostenere che la cosa ci dia fastidio, però questo fenomeno, se non deve preoccupare, ci deve deve spingere a riflettere.

Il grande rischio di questa nuova invasione: indebolire Roma

Un tempo l’annessione di Milano all’Impero ha portato sviluppo e ricchezza, ora però la situazione socio-economica è un po’ differente…
Diverse aziende hanno spostato la loro sede dalle sponde del Tevere a quelle del Naviglio,  gli investimenti esteri sono quasi esclusivamente diretti nel capoluogo lombardo, l’attrattività della nostra città è oramai consolidata e riconosciuta in tutto il mondo potendo vantare primati in diversi settori. A differenza della Città Eterna, che viene spesso invece citata per cose negative.
Moda, design, architettura, aziende multinazionali, oltre agli Atenei riconosciuti come poli universitari di ottimo livello, sono tutte eccellenze che  danno visibilità e punteggi elevati nelle varie classifiche che Milano continua a scalare.

Non è un’invasione per eccesso di potenza ma esattamente l’opposto. Da Roma si cerca di andare via, vanno via soprattutto i giovani, le persone più qualificate.

Questo per Milano può essere un vantaggio, ma c’è un grosso rischio. Questa perdita di intelligenze porta ad un continuo impoverimento di Roma e alla possibilità che la città si trasformi in un fardello sempre più statalista ingestibile.

Una capitale (non possiamo non riconoscerle il primato storico artistico mondiale) sempre più gravitante intorno alla burocrazia e alle sovvenzioni statali, che dà una pessima immagine internazionale, non in grado di offrire il servizio che dovrebbe a tutto il paese. Questo potrebbe rappresentare una ricaduta anche per Milano che di fatto è una città vassalla della capitale: ogni peggioramento di Roma potrebbe nuocere a tutte le altre parti d’Italia, in primis Milano. 

Il rischio contagio

L’altro aspetto preoccupante dello spostamento di queste disorientate legioni, per quanto costituite da romani ben educati, scolarizzati, qualificati, è che possano portare abitudini in contraddizione con le nostre.

Potremmo citare, tra le altre, abitudini che si sono diffuse nella capitale come una certa difficoltà nella raccolta differenziata, una certa inclinazione a parcheggiare in doppia fila o ad infrangere le regole (cosa che fa anche un milanese, per carità, ma solitamente quando infrange le regole lo fa con senso di colpa e non con compiacimento), una certa rumorosità e soprattutto una certa elasticità nel rispetto degli orari dovuta ad una diversa percezione del tempo.

A Milano, si sa, si è abituati ad accogliere tutti… questa è la nostra identità. Vedremo se la magia di Milano saprà assimilare in meglio i nuovi arrivi dalla capitale, come ha sempre fatto con ogni suo nuovo arrivato, oppure la forza di queste nuove legioni farà soccombere culturalmente la nostra città.

ANDREA URBANO

Perché Milano città stato (far diventare Milano una città regione)?
1. Per avere un solo POTERE sul territorio e nei rapporti con Roma (invece che comune, città metropolitana e regione con confusione di competenze e responsabilità)
2. Per avere una gestione diretta delle RISORSE per risolvere i problemi di Milano
(Invece che dover sempre chiedere a regione o stato le risorse per realizzare qualcosa di strutturale sul territorio) e gestire direttamente i fondi europei (riuscendo anche a farsene assegnare di più)
3. Per avere un MODELLO per consentire a Milano di rilanciare il Paese (diventando un laboratorio di sperimentazione con autonomia di decisioni e possibilità di legiferare norme più efficienti).

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MONDADORI VS FELTRINELLI: quattro punti di confronto tra le due storiche case editrici milanesi

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Mondadori contro Feltrinelli

Con l’avvento del digitale, i punti vendita delle case editrici si sono trasformati da librerie ‘punti di distribuzione’ a luoghi in cui vivere esperienze complementari a quella della lettura. Sì, perché ormai è noto che il consumatore di oggi non vuole più comprare solo un prodotto, ma ricerca un’esperienza d’acquisto memorabile.

Dallo spazio ristoro, all’oggettistica per la casa. Dal bar, agli spazi relax per una condivisione del silenzio.
Così le librerie di oggi, in prima fila quelle di Milano, sono diventate un luogo in cui rifugiarsi, ad esempio d’inverno, per bere un caffè al caldo seduti chiacchierando, e guardare le copertine degli ultimi libri usciti, senza necessariamente acquistarli.

A Milano ne fanno padroni i vari format di Feltrinelli e Mondadori. E tu quale preferisci?

MONDADORI VS FELTRINELLI: curiosità e segreti sulle due storiche librerie milanesi

#1 I fondatori: Arnaldo vs Osvaldo

  • Gruppo Mondadori: il fondatore è Arnoldo Mondadori che, nel 1907, inizia la sua attività editoriale in una piccola tipografia nella campagna lombarda. Oggi è una società internazionale, la maggiore casa editrice italiana, con sede a Segrate (MI).
  • La casa editrice Giangiacomo Feltrinelli Editore nasce alla fine del 1954 a Milano. Giangiacomo Feltrinelli, soprannominato ‘Osvaldo’, è il fondatore. L’intento era quello di creare una struttura in grado di abbracciare le varie fasi del processo editoriale, dall’edizione alla distribuzione intermedia, fino alla vendita al dettaglio di libri.

#2 I marchi: mass market vs nicchia di qualità

  • Il Gruppo Mondadori ha acquisito numerosi brand negli anni, aggregando una vera pluralità di marchi, fra cui: Rizzoli, Einaudi, Piemme, Sperling e Kupfer e Frassinelli.
  • Feltrinelli, invece, è meno frammentata, anche se negli anni ha acquisito alcune società tra cui Apogeo, Kowalski ed Edizioni Gribaudo.

#3 Le quote di mercato: Mondadori leader

  • Mondadori ha oltre il 28% del mercato
  • Feltrinelli ha circa il 5% (prima di Feltrinelli, GEMS – Gruppo Editoriale Mauri Spagnol, che ha marchi come Garzanti, Chiarelettere, Longanesi e Bollati Boringhieri – con circa il 10% e Giunti con circa l’8%)

#4 La sede: Palazzo Mondadori VS Fondazione Feltrinelli

  • Palazzo Mondadori si trova a Segrate, circondato da un lago di venti mila metri quadri – pieno di carpe giganti. È caratterizzato da forme futuristiche, opera dell’architetto Oscar Niemeyer: cinque piani sospesi in un parallelepipedo che si divide tra vetrate e cemento, tra il chiaro e scuro. Aperto in occasione delle giornate FAI.
  • La Fondazione Giangiacomo Feltrinelli ha inaugurato la nuova sede di circa 2.700 metri quadrati tra Viale Pasubio e Viale Crispi a Milano, nel dicembre 2016. Un edificio di cinque piani, affiancato da Microsoft, un progetto architettonico Herzog & de Meuron. Un’ampia libreria, ma anche una sala polifunzionale attrezzata per ospitare proiezioni e momenti di vario genere; uffici e aule per incontri e seminari; la sala lettura della biblioteca e postazioni di lettura multimediali.

 

SILVIA BOCCARDELLI

 

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Dal mare alla tavola

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Milano è ricca di zone in grado di offrire svago e buona cucina.
Una di queste è sicuramente quella di Marghera, per tutti coloro che abitano lontani dal centro, ma che non rinunciano alla mondanità caratteristica dei meneghini.

Da corso Vercelli a via Ravizza, passando per piazza Wagner e De Angeli, gli abitanti della zona 7 possono trovare tutto quello di cui hanno bisogno per garantire un lieto fine alle loro serate.

In questa sede, ti voglio parlare di un ristorantino raffinato sito proprio in via Marghera: sto parlando dello Spazio Gallura, un locale che propone ottimi piatti di pesce dallo spirito moderno e innovativo, che garantisce un “quid” in più ad ogni singola proposta del menù.

All’interno di questo ambiente riservato e accogliente – arricchito dai dipinti e dai colori dell’artista Roberta Savelli -, potrai trovare professionalità, cura del dettaglio e un’approfondita ricerca delle materie prime, che si manifesta nell’armonia, nella cromaticità e nella creavitivà delle pietanze.

Questo mercoledì, lo Spazio Gallura vuole proporti una cena, composta da antipasto, primo e secondo (consigliatissimo il pescato del giorno), a partire da 55 euro: sarà una vera esperienza sensoriale che ti farà gustare fino in fondo i sapori del mare e la loro freschezza.

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Aperitivo by La Strada

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Sei mai stato a La Strada?
E’ un localino piccino picciò sito in una perpendicolare tra viale Bligny e via Beatrice d’Este, che passa quasi inosservato.
Una volta che ci entri, però, ti si apre un mondo, a cominciare da tutte le immagini e le emozioni che ti scaturisce il furgoncino Volkswagen arancione al suo interno. Cosa ci fa lì? Semplice: funge da bancone bar alternativo.

Questa è la caratteristica più visibile, oltre alla lunga fila di gente che si accalca negli orari di punta. Un’altro dettaglio che fa la differenza sono i tanti poster e la segnaletica stramba attaccati alle pareti rustiche di questo locale, ma anche il muro completamente tappezzato di pagine di vecchi libri… o, ancora, i tavoli dipinti con i volti dei grandi cantautori italiani, da De Andrè a Guccini.

Tutto ciò in un’atmosfera raccolta, in penombra, mentre ti lasci trasportare dalla musica (dall’ottima musica, aggiungerei) che echeggia tra le pareti di questo locale suggestivo e accogliente.

Questo mercoledì, fai un salto e goditi un aperitivo come si deve.

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La rivoluzione a due ruote: i PERCORSI CICLABILI che Milano deve assolutamente avere

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percorsi ciclabili
Rete ciclabile

L’utilizzo della bicicletta a Milano è già piuttosto diffuso, ma probabilmente potrebbe estendersi ulteriormente se la città fosse dotata di una rete organica di percorsi ciclabili.

Il piano a breve termine e a basso costo: la creazione di una mappa di percorsi ciclabili

Occorre distinguere tra percorsi ciclabili e piste ciclabili.
I primi sono delle direttrici in cui l’utilizzo della bicicletta può avvenire in modo sicuro: sono costituiti da strade dove le auto non possono superare i 30km/h, da marciapiedi non troppo affollati dove biciclette e pedoni possono convivere o da tratti di piste ciclabili dedicate.
Queste ultime sono quei tratti di strada dove una parte della stessa è esclusivamente dedicata al passaggio delle biciclette. Non necessariamente i percorsi ciclabili sono interamente costituiti da piste ciclabili protette. Taluni tratti del percorso possono avvenire in una carreggiata assolutamente protetta ma in molti casi i percorsi coprono strade in cui ci sono anche automobili e/o pedoni.

A Milano non esiste al momento un piano organico né di percorsi ciclabili, né di piste ciclabili. Queste ultime infatti sono presenti a tratti, in modo non organizzato. Spesso sono incomplete e terminano improvvisamente, talvolta su marciapiedi, creando rischi anche per i pedoni.
Non sono ben disegnate per cui spesso in corrispondenza di incroci è necessario aspettare anche 2 cicli semaforici per poter attraversare. È inevitabile che praticamente nessun ciclista aspetti “due verdi”.

Una buona rete di percorsi ciclabili non è troppo diversa nel disegno da una rete metropolitana: occorrerebbe formalizzare una rete di percorsi ciclabili che tenga conto sia delle esigenze dei ciclisti che dei pedoni da realizzare a tendere nei prossimi 5 anni.
Come si può vedere dalla mappa sotto attualmente esistono solo alcune piste ciclabili protette che permettono di raggiungere il centro (sugli assi Gioia – San Marco – Brera e Sempione – Castello – Dante).percorsi ciclabili

Per la realizzazione del piano dei percorsi ciclabili si potrebbero anche trovare delle soluzioni di breve termine, simili all’urbanistica tattica che è stata adottata per pedonalizzare alcune piazze.

#1 Disegnare una mappa di percorsi ciclabili come si fa per la metropolitana: creazione di strade a 30Km/h

Il primo passo dovrebbe essere il disegno dei percorsi ciclabili fino ad arrivare alla zona del Duomo, intesa come il centro della città.
Come visto i percorsi ciclabili non devono necessariamente essere separati dai pedoni o dalle automobili. Si potrebbero definire delle strade in cui le auto possono procedere solo a 30km/h.

#2 Inserimento di segnaletica orizzontale (sulla strada)

La presenza del percorso ciclabile dovrebbe essere marcata con segnaletica orizzontale (sostanzialmente delle figure adesive sulla superficie della strada). La segnaletica orizzontale è meno invasiva rispetto al tipico cartello verticale e può essere applicata a brevi intervalli in modo che sia i pedoni che gli automobilisti la possano vedere. In questo modo si dovrebbero evitare comportamenti pericolosi da parte di tutti gli attori coinvolti (ciclisti, pedoni ed automobilisti).

#3 Creazione di piste ciclabili nelle aree critiche

Canalizzando il flusso delle biciclette nei percorsi ciclabili si potrebbero col tempo vedere dove sono le criticità in termini di eccessivo traffico o di pericolosità. In questi luoghi si potrebbe poi intervenire con lo sviluppo di piste ciclabili dedicate. Attualmente il Comune realizza le piste ciclabili non in funzione di un effettivo bisogno, ma a seguito di interventi di riqualificazione urbanistica. In questo modo spesso vengono utilizzate delle risorse pubbliche per la costruzione di piste ciclabili che nella pratica non sono molto utilizzate. Questo determina la frustrazione sia degli automobilisti che vedono ridotto lo spazio a loro dedicato, sia dei ciclisti che vedono risorse impiegate in zone dove non necessariamente ce n’è bisogno. Un esempio a Milano di un intervento di questo tipo è la ciclabile di Via Ceresio peraltro parallela alle vie Bramante e Farini, che rappresentano le tipiche strade dove si potrebbero invece realizzare i percorsi ciclabili (radiali verso il centro con traffico prevalente di mezzi pubblici in corsia preferenziale).

Di seguito la lista dei possibili percorsi ciclabili (a titolo di esempio) e per il numero 1 una lista dei possibili interventi per adeguare il percorso ciclabile.

#4 I nuovi percorsi ciclabili

Partendo dal Duomo e muovendoci in senso orario i percorsi ciclabili potrebbero essere i seguenti (riportati anche in questa cartina scaricabile):

PERCORSI RADIALI

1 – Duomo – Scala – Brera – San Marco – Gioia – Martesana
Gli adeguamenti da fare sarebbero i seguenti:
Via Santa Margherita (Zona 30km/h) – segnaletica orizzontale
Via Verdi – Pista ciclabile già esistente
Via Brera – Zona 30 e pedonale già esistente
Via San Marco – togliere sampietrini dalla ciclabile ed asfaltarla
Via Melchiorre Gioia – Pista ciclabile già esistente o zona 30
Martesana – Pista ciclabile già esistente

2 – Duomo – San Babila – Corso Venezia – Parco Montanelli – Piazza Repubblica – Stazione Centrale

3 – Duomo – San Babila – Corso Venezia – Via Spallanzani – Via Morgagni – Viale Abruzzi – Loreto – Via Padova – Via Palmanova

4 – Duomo – San Babila – Corso Venezia – Piazza Duse – Via Bixio – Via Pascoli – Politecnico – Via Pacini – Staz. Lambrate – Via Cassanese – Parco Lambro

5 – Duomo – San Babila – Via Mascagni – Piazza Tricolore – Corso Concordia – Dateo – Corso Plebisciti – Susa – Viale Argonne – Ortica – Via Corelli – Idroscalo

6 – Duomo – Piazza Fontana – Largo Augusto – Corso Porta Vittoria – Piazza Cinque Giornate – Corso XXII Marzo – Parco Marinai d’Italia – Via Cena – Via Piranesi – Tre Ponti – Via Mecenate

6A – Diramazione da Via Cena per Piazzale Martini – Piazzale Insubria – Piazzale Cuoco – Parco Alessandrini

7 – Duomo – Piazza Missori – Corso di Porta Romana – Piazzale Medaglie d’Oro – Corso Lodi – Piazzale Corvetto – Via Omero – Chiaravalle

8 – Duomo – Piazza Missori – Corso Italia – Via Teulie – Via Castelbarco – Parco Memorie Industriali – Via Spadolini – Via Brembo – Via Adamello – Via Broni – Quartiere Fatima

8A – Diramazione da Via Castelbarco per Via Verro – Via Ripamonti

9 – Duomo – Piazza Missori – Corso Italia – Via Teulie – Via Castelbarco – Via Bazzi – Via Valla – Via Treccani – Via Dudovich – Viale Missaglia – Gratosoglio

10 – Duomo – Piazza Missori – Via Disciplini – Piazza Vetra – Parco Basiliche – Porta Ticinese – Naviglio Pavese

11 – Duomo – Piazza Missori – Via Disciplini – Piazza Vetra – Parco Basiliche – Porta Ticinese – Naviglio Grande

12 – Duomo – Piazza Cordusio – Via Meravigli – Corso Magenta – Via Sant’Agnese – Piazza Sant’Ambrogio – Via Olona – Parco Solari – Via Cola Di Rienzo – Piazza Napoli – Via Vespri Siciliani – Via Lorenteggio

13 – Duomo – Piazza Cordusio – Via Meravigli – Corso Magenta – Via Sant’Agnese – Piazza Sant’Ambrogio – Via Olona – Parco Solari – Via Dezza – Via Costanza – Via Caterina da Forli – Via Forze Armate – Parco delle Cave

14 – Duomo – Piazza Cordusio – Largo Cairoli – Piazza Cadorna – Via Boccaccio – Via Arturo da Giussano – Via Monterosa – Piazzale Lotto – Via Caprilli – Parco di Trenno

14 A – da Piazza Amendola deviazione per Citylife

15 – Duomo – Piazza Cordusio – Largo Cairoli – Parco Sempione – Corso Sempione – Viale Certosa – Cimitero Maggiore – Via Gallaratese – Area ex Expo

16 – Duomo – Piazza Cordusio – Largo Cairoli – Parco Sempione – Corso Sempione – Via Varesina – Parco Verga – Quarto Oggiaro

17 – Duomo – Piazza Cordusio – Largo Cairoli – Parco Sempione – Via Montello – Via Farini – Piazza Maciachini – Via Crespi – Via Fermi – Parco Nord

18 – Duomo – Piazza Cordusio – Largo Cairoli – Parco Sempione – Via Montello – Via Farini – Cavalcavia Bussa – Via Borsieri – Via Lario – Via Veglia – Viale Suzzani – Parco Nord

PERCORSI CIRCOLARI

19 – Circonvallazione interna (corrispondente a bus 94) – Completare il percorso ciclabile già delimitato a tratti da segnaletica orizzontale. Trasformare tutta la circonvallazione in zona 30Km/h

20 – Circonvallazione Mure spagnole (corrispondente a tram 9 e 10) – Rendere tutte le strade coperte da queste linee in zone 30km/h

21 – Circonvallazione esterna (corrispondente a filobus 90/91) – dove presenti i controviali renderli tutti zone 30km/h. In corrispondenza dei cavalcavia delle Milizie o della Ghisolfa ed in altre zone pericolose permettere alle biciclette di transitare sui marciapiedi.

22 – Anello dei parchi (AbbracciaMI) di circa 60km che unisce tutti i parchi milanesi

 LUCA SVALUTO

Perché Milano città stato (far diventare Milano una città regione)?
1. Per avere un solo POTERE sul territorio e nei rapporti con Roma (invece che comune, città metropolitana e regione con confusione di competenze e responsabilità)
2. Per avere una gestione diretta delle RISORSE per risolvere i problemi di Milano
(Invece che dover sempre chiedere a regione o stato le risorse per realizzare qualcosa di strutturale sul territorio) e gestire direttamente i fondi europei (riuscendo anche a farsene assegnare di più)
3. Per avere un MODELLO per consentire a Milano di rilanciare il Paese (diventando un laboratorio di sperimentazione con autonomia di decisioni e possibilità di legiferare norme più efficienti).

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

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