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Milano sempre più VERTICALE con il nuovo hotel di PORTA NUOVA

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Credits: gruppouna.it Milano Verticale UNA Esperienze

Milano si espande sempre più in altezza con il nuovo Milano Verticale | UNA Esperienze, che ha permesso di trasformare un edificio di Porta Nuova. La zona, che coinvolge anche Garibaldi e Corso Como, è ormai diventata fonte di ispirazione per chi volesse attuare un rinnovamento urbano. Ad aprile sarà inaugurato il nuovo hotel 4 stelle di Porta Nuova.

Milano sempre più VERTICALE con il nuovo hotel di PORTA NUOVA

# Il progetto di Asti Architetti e di Vudafieri-Saverino Partners

Credits: archilovers.com
Milano Verticale UNA Esperienze

In via de Cristoforis 6 è stato ristrutturato un edificio composto da due corpi disposti a “L”. La sua riqualificazione era iniziata nel 2017, quando Asti Architetti aveva rinnovato la parte di edificio in via Monte Grappa 27, e si è conclusa con la realizzazione di una torre di 12 piani alta circa 50 m. Il progetto è stato concepito in modo tale che restituisse “un nuovo ritmo alle facciate” e che consentisse “un’accurata rifunzionalizzazione degli interni”, come riporta Paolo Asti.

Lo studio Vudafieri-Saverino Partners si è occupato, invece, dell’organizzazione dell’esterno. Si è voluto mettere in dialogo interno ed esterno attraverso l’enorme giardino di oltre 1000mq e la trasformazione della piazza. Inoltre, è stata posta particolare attenzione agli spazi collettivi secondo una concezione contemporanea dell’hospitality.

# Il nuovo concept dell’hospitality

Credits: gruppouna.it
Milano Verticale UNA Esperienze

Nel nuovo volto di Milano nel distretto Porta Nuova-Garibaldi-Corso Como, quindi, anche in tempi di pandemia, apre un nuovo hotel. Milano Verticale | UNA Esperienze è un hotel 4 stelle internazionale, adatto sia per soggiorni business che leisure, dal design innovativo, creativo e contemporaneo. È si urban hotel, ma non solo. Ad esempio può essere utilizzato come hub per eventi grazie al suo roof esclusivo di 530 metri quadri al tredicesimo piano e alla Piazzetta della Magnolia; oppure è un perfetto luogo di incontro sia per divertimento, per un drink o nella terrazza al quarto piano in grado di ospitare 250 persone, o per lavoro con le sue 5 sale meeting, tra cui una digital SmartRoom.

In poche parole un nuovo concept dell’ospitalità, dove non si offre più solo il soggiorno ma molto altro.

Continua la lettura con: Forbes: 12 HOTEL di Milano tra i MIGLIORI del MONDO

BEATRICE BARAZZETTI

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Il SOGNO FALLITO del GRATTACIELO del MARE

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Credits: elledecor.com Grattacielo Rimini

Il grattacielo di Rimini, l’unico nell’area, è testimone della storia della città, dal boom economico fino ad oggi, e le sue storie incuriosiscono e affascinano molti. Doveva rappresentare il sogno di una Rimini che si apriva al mercato internazionale e alla classe media italiana, ma non ha ottenuto il successo che ci si aspettava.

Il SOGNO FALLITO del GRATTACIELO del MARE

# Un sogno infranto

Credits: @annaloparco
Grattacielo

Con i suoi 100m d’altezza, il grattacielo ha 28 piani e 180 locali tra appartamenti e uffici. Nella calma piatta dello skyline della città adriatica, il grattacielo di Rimini è l’unico edificio che si eleva verso il cielo, andando a creare un contrasto con il resto della città e diventandone quindi un simbolo. L’edificio fu ideato dall’istriano Raoul Puhali e la sua costruzione iniziò nel 1957 e finì in soli due anni, nel 1959. Doveva essere parte di un progetto più ampio che coinvolgesse tutta l’area: una località balneare che si sarebbe sviluppata in verticale, rendendo il progresso il suo punto attrattivo. Bisogna precisare che si era nel pieno boom economico e in un periodo di grande consumismo.

Il grattacielo doveva, quindi, rappresentare il sogno borghese della casa al mare della middle-class italiana e l’estendersi in verticale avrebbe richiamato milioni di stranieri. Ma non fu così, o meglio non è stato il grattacielo a rendere Rimini la destinazione che è.

# Un simbolo della storia di Rimini

Credits: @losthebattle
Rimini

Negli anni subito successivi la sua costruzione, il grattacielo di Rimini ospitò la scuola media statale e i suoi appartamenti furono allestiti e riempiti da famiglie. Ma, come si è detto, l’edificio è stato testimone della storia della città e, con essa, ha subito alcune modifiche. In questo caso non si parla di cambiamenti strutturali o estetici ma, pur mantenendo la sua posizione centrale tra l’area costiera e il centro storico, l’edificio ha iniziato a perdere importanza. Non rappresentava più quel fascino del surplus economico e fu lasciato alla sua decadenza. Grazie ad una nuova generazione degli anni Settanta e Ottanta, il grattacielo riprese vita e ora è casa di artisti, studenti, inquilini storici e nuovi arrivati, nonché di liberi professionisti con i loro uffici. È la casa di ben 18 nazionalità differenti.

Fonti: riminitoday.it

Continua la lettura con: Il GRATTACIELO più BASSO del MONDO: frutto di una epica TRUFFA

BEATRICE BARAZZETTI

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I SIMBOLI di MILANO, dal VI sec a.C. ad oggi

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Credits: milanobiz.it - Il Biscione

Lo statuto di Milano stabilisce che i simboli di Milano sono 3: la bandiera, lo stemma ed il gonfalone. Ma esistono altri tre simboli storici della città. Vediamoli tutti insieme riscoprendo la loro origine e il loro significato. 

I SIMBOLI di MILANO, dal VI sec a.C. ad oggi

# La bandiera “copiata” da Genova

Credits: bandiere.it

La prima testimonianza della bandiera di Milano risale al Medioevo ed era la bandiera del Ducato di Milano. Un vessillo bianco con una croce rossa, dove il bianco simboleggiava il popolo ed il rosso la nobiltà. La stessa dell’Inghilterra, entrambe copiate da quella di Genova.

Nella città si sono succeduti vari casati, esponendo di volta in volta diverse bandiere, anche detti “stendardi civici” (Vexillum civitas), ma la bandiera ufficiale è sempre stata l’originaria, bianca con croce rossa, vessillo ufficiale dello Stato (Vexillum publicum).

Leggi anche: La bandiera di Milano è stata copiata da quella di Genova

# Lo stemma con la corona simbolo di città

Credits: wikipedia.org

La bandiera bianca e rossa funse da ispirazione per lo stemma, che è in uso dal 19 Marzo 1934 così come lo conosciamo, ovvero uno scudo di color argento e con base bianca, su cui è sovrapposta una croce rossa. Alla base si trovano un ramo di quercia ed uno di alloro uniti da un nastro tricolore. Una corona turrita di colore oro e nero sovrasta lo scudo e questa simboleggia il titolo di città.

# Il gonfalone di Sant’Ambrogio

Credits: artidecorative.milanocastello.it

Risale al 1566, venne commissionata dalla città di Milano e realizzata dai ricamatori Scipione Delfinone e Camillo Posterla, su disegno di Giuseppe Meda. Venne benedetto da Carlo Borromeo e reso pubblico alla comunità l’8 dicembre dello stesso anno, rimanendo in uso fino a fine Ottocento.

L’opera, alta 5 metri e larga 3,50, è custodita all’interno del Castello Sforzesco, nella sala del Gonfalone, ed una copia si trova a Palazzo Marino. Raffigura su entrambe le facce Sant’Ambrogio che tiene nella mano destra lo staffile, simbolo della cacciata degli Ariani, e nella sinistra un pastorale molto lavorato, simbolo del suo ruolo di Vescovo. L’abito che indossa, la mitria e lo sfondo sono ricolmi di simbologie cattoliche e non, agiografia in tela.

Altri simboli di Milano, non ufficiali, ma ufficiosamente molto sentiti sono: il biscione, la Madunina e la scrofa semilanuta.

# Il biscione mangiabambini 

Credits: milanobiz.it

Definito da Dante Alighieri come “la vipera che il milanese accampa” (La Divina Commedia, Purgatorio, Canto VIII) il biscione era il simbolo del casato Visconti. La leggenda narra che Azzone, nipote dell’arcivescovo Giovanni Visconti, guidava le truppe milanesi nella guerra contro Firenze, durante un momento di riposo dalle lunghe battaglie nei pressi di Pisa. Azzone si sdraiò in un prato, si tolse l’elmo e si addormentò. In quel momento, una vipera si infilò nel suo elmo, ma quando il guerriero si svegliò e lo indossò, la vipera non lo morse.

Azzone non si spaventò, anzi mostrò coraggio e freddezza, al contrario dei suoi uomini, e decise di raffigurare la vipera nello stemma della casata, correva l’anno 1323.

Altre leggende riguardano questo simbolo. Le potete trovare qui: il simbolo macabro di Milano

# La Madunina

Credits: milanopocket.itFu Cesare Cesariano, nel 1521, a proporre di mettere una statua della Vergine sulla guglia più alta del Duomo. Fu poi lo scultore Giuseppe Perego, nel 1769, a fare 3 proposte diverse. Le due scartate si trovano nella sala della Madonnina del Grande Museo del Duomo. La statua, posizionata sulla guglia nel 1774, è alta 4,16 metri, si compone di 33 lastre di rame che la rivestono  e di 6.750 fogli di oro zecchino utilizzati per la doratura, per un peso di 399,2kg. La tradizione prima, e legge poi, impose che nessun edificio Milanese potesse essere più alto dei 108,5 metri di altezza che domina la Vergine. A questo proposito, i vari palazzi, costruiti in seguito, onorano la statua con delle copie poste in cima ad essi.

La Madonnina non è soltanto un simbolo religioso, ma un importante segno civico per Milano. Durante le 5 giornate, nel 1848, venne issato il tricolore sulla statua e la vista rincuorò i milanesi, risvegliando il loro orgoglio portandoli alla vittoria. Ancora oggi, nelle giornate di eventi religiosi e civili, la bandiera sventola in cima al Duomo.

Leggi anche: le 4 madonnine che vegliano sui tetti di Milano 

# La scofa semilanuta

Credits: milanopocket.it

Tito Livio è lo storico che ci tramanda la storia della Fondazione di Milano da parte di una tribù celtica, nel VI secolo a.C. La tribù, guidata dal nipote del re celtico Ambigato, tale Belloveso, giunse nella pianura settentrionale italica con l’intento di conquistare il Nord.

La leggenda narra che Belloveso si trovò in un luogo inospitale, fatto di fango e paludi, quindi consultò l’oracolo per decidere dove stabilire l’insediamento. L’oracolo gli rispose che una scrofa (animale sacro per i celti) ricoperta di pelo gli avrebbe indicato il luogo ed il nome della città. Lungo il loro cammino scorsero una femmina di cinghiale con il pelo molto lungo, ma solo nella parte anteriore del corpo. Questo fu il segnale cercato e lì i celti fondarono Medhe-lan, che in gallico significa “terra di mezzo” e la scrofa ne diventò il simbolo. Medhe-lan diventò, in latino, Medio-lanum che può avere, accanto al significato di “terra in mezzo alla pianura”, anche quello di “semi-lanuta”. La scrofa semilanuta fu il simbolo di Milano fino a che fu sostituita dal biscione dei Visconti nel Medioevo. Tuttavia, oggi si trova ancora raffigurata in alcuni punti della città: su uno dei capitelli del Palazzo della Regione, in piazza della Scala, sul gonfalone ufficiale ai piedi di Sant’Ambrogio, in uno stemma nel cortile interno di Palazzo Marino e in Piazza dei Mercanti su un bassorilievo.

Continua a leggere con: La scrofa di Milano

MARTINA PICCIONI

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Il Covid ti fa RICCO: aumento RECORD del patrimonio dei SUPER RICCHI del mondo

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credits: forbes.com

Se la pandemia ha da un lato colpito duramente la maggior parte delle persone, che nel giro di un anno si sono trovate senza lavoro e in grosse difficoltà economiche e sociali, dall’altro non ha fermato l’ascesa dei ricchissimi. Anzi. La rivista Forbes, che annualmente stila una lista delle persone più ricche del mondo, illustra gli aumenti da record per i super ricchi: per il patrimonio e per il numero complessivo.  

Il Covid ti fa RICCO: aumento RECORD del patrimonio dei SUPER RICCHI del mondo

# Un miliardario ogni 17 ore: un record mai visto prima

il secolo delle città

Il covid non sembra aver fermato la crescita dei miliardari che quest’anno sono aumentati sorprendentemente. 493 persone si sono unite alla lista dei Paperon de’ Paperoni di Forbes, rivista che tutti gli anni raccoglie i nomi dei più ricchi del mondo. Una cifra del genere è un vero record, significa che in media nel mondo, nell’ultimo anno, si è formato un miliardario ogni 17 ore. Il record precedente era stato registrato nel 2015 con 290 nuovi straricchi, la cifra rispetto allora si è quasi moltiplicata.

L’età media di queste new entry è di 54 anni e l’84% di loro si sono “fatti da soli”, come si suol dire, hanno cioè fondato le proprie compagnie invece che ereditarle.

# La Cina è al primo posto per numero di nuovi miliardari

credits: forbes.com

Il record assoluto va alla Cina, nessun paese infatti ha messo più nomi sulla lista Forbes di lei, che ha guadagnato 205 nuovi miliardari. Tra loro, i nomi che spiccano sono due: Chen Zhiping e Kate Wang. Il primo, 45enne e con un reddito netto di quasi 16 miliardi di dollari, è presidente del consiglio d’amministrazione e amministratore delegato di Smoore International. Mentre Kate Wang, amministratrice delegata della RLX technology, a soli 39 anni è una delle donne miliardarie più giovani del mondo.

# La new entry più ricca è americana

credits: forbes IG

Gli Stati Uniti si aggiudicano il secondo posto per numero di nuovi miliardari, guadagnandone 98. Tra questi si ritrovano sia nomi piuttosto conosciuti, come quello di Kim Kardashian, che altri un po’ più di nicchia, come quello del CEO della Apple Tim Cook.

Ma anche questo paese si aggiudica un primato: quello del nuovo miliardario più ricco, anzi la miliardaria. Si tratta infatti di Miriam Adelson, un medico di origine israeliane che fattura 38 miliardi di dollari dopo aver ereditato l’impero del gioco d’azzardo del marito, morto a gennaio.

# Il miliardario più giovane ha appena 18 anni

credits: ichiltopnews.org

Al terzo posto si posiziona la Germania che con 26 nuovi ricchissimi registra anche il record del miliardario più giovane: il diciottenne Kevin David Lehmann, proprietario di una catena di supermercati. Si può comunque dire che ben 36 paesi hanno guadagnato almeno un nuovo super ricco quest’anno.

I nuovi miliardari europei sono ben 628, molti di più rispetto ai 511 dell’anno precedente, e come gruppo sono più ricchi di mille miliardi rispetto all’anno scorso.

Per i super benestanti la pandemia non si è quindi rivelata una crisi, al contrario, è stata piuttosto redditizia, a dimostrazione del fatto che la famosa frase, detta e ridetta, “siamo tutti sulla stessa barca” non è poi così vera. C’è chi sul proprio yacht si salva e chi sulla sua zattera affonda. Forse siamo tutti nella stessa tempesta, ma la barca è decisamente diversa.

Fonte: forbes.com 

Continua a leggere: I SUPER RICCHI: MUSK supera Gates. E in ITALIA?

CHIARA BARONE

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TOP 10 ESTATE 2021: la SARDEGNA e le altre DESTINAZIONI che stanno venendo più PRENOTATE

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credit: tiqets.com

E’ arrivato il momento di prenotare le vacanze: quali sono le destinazioni più desiderate dagli italiani per l’estate 2021?

TOP 10 ESTATE 2021: la SARDEGNA e le altre DESTINAZIONI che stanno venendo più PRENOTATE

La pandemia ha trasformato anche il piacere di progettare le vacanze in un pauroso azzardo: siamo tutti più o meno spaventati da un possibile annullamento last minute. Per far fronte a questa ipotesi spiacevole gli italiani stanno prediligendo le prenotazioni flessibili, con possibilità di cancellazione gratuita anche con breve preavviso, e sono state introdotte le “polizze covid”, che garantiscono il rimborso totale anche in prossimità dell’arrivo anche per motivi di salute, quarantena o isolamento fiduciario. Insomma, nonostante le incertezze e i dubbi gli italiani vogliono partire a tutti i costi: quali sono le mete più desiderate? Ecco la classifica delle 10 destinazioni più quotate, in Italia e non.

#1 Tutti matti per la Sardegna su Airbnb

credit: unicaradio.it

Tra le destinazioni più ricercate dagli italiani su Airbnb c’è la Sardegna, una meta che da sempre rappresenta un porto sicuro per gli eterni indecisi. Le località sarde più ambite? La spiaggia di Liscia di Vacca in Costa Smeralda e Isola Rossa, una piccola borgata marinara in provincia di Sassari. Il 60% degli italiani sta prenotando mantenendo come esigenza principale la sicurezza, e l’isola permette di affittare case ad uso esclusivo, con giardino e magari anche con piscina privata per evitare la condivisione di spazi comuni. Fonte: Mitomorrow

#2 La Sicilia è l’isola italiana che spopola su Volagratis

credit: expedia.it

Un’altra isola nostrana che sta spopolando moltissimo tra i nostri concittadini e, dai dati riportati dal sito Volagratis.com, la Sicilia rappresenta il 2,5% delle ricerche effettuate e ben il 4,2% degli hotel prenotati. Anche in questo caso, come per la Sardegna, oltre alle bellezze isolane la possibilità di avere un alloggio privato è una grande attrattiva… soprattutto per i turisti più attenti.

#3 Roma: c’è ancora voglia di riscoprire la città eterna

@roma

Restando nel Bel Paese, una meta altrettanto ambita è la capitale, che rappresenta il 2,8% delle prenotazioni di hotel sul sito Volagratis e il 4,5% per quanto riguarda invece i voli aerei. Il Colosseo, il Pantheon e le sue amatissime piazze sono solo alcuni dei motivi per i quali gli italiani hanno ritrovato la voglia di riscoprire la città eterna.

#4 Amsterdam con i suoi canali senza stagione

Usciamo ora dai confini nazionali per volare nei Paesi Bassi: la capitale, Amsterdam, non ha il mare ma è scelta da oltre 1 italiano su 10. E’ al primo posto tra le mete più sognate, con i suoi canali che affascinano in ogni stagione.

#5 Tokyo: tradizione, innovazione e Olimpiadi

Credits: lonelyplanetitalia.it – Tokyo

Sarà a causa delle prossime Olimpiadi o sarà per l’Oriente-mania che si sta pian piano diffondendo in tutta Italia: non possiamo spiegarne con certezza le motivazioni ma la capitale del Giappone ha già preso il volo… nel vero senso della parola. Infatti tra le prenotazioni totali dei voli, Tokyo rappresenta già il 2,5%. Una percentuale alta, forse inaspettata, ma senza dubbio giustificata dall’affascinante mix di tradizione e innovazione che la caratterizzano.

#6 Le Isole Canarie si riconfermano una meta ideale

fuerteventura
fuerteventura

Un’altra destinazione quotatissima tra gli italiani sono le Isole Canarie, che anche quest’anno si riconfermano apprezzatissime. Le spiagge dorate e nere di Tenerife si sono aggiudicate il 3% delle prenotazioni totali per il 2021, seguita dalla sorella Fuerteventura che ha raggiunto il 2,8%, e non resta certo dimenticata l’Isola Gran Canaria.

#7 Dubai: tra grattacieli e hotel di lusso

Credits: la repubblica.it - Dubai
Credits: la repubblica.it – Dubai

Dai risultati forniti da Volagratis.com, il 3% dei dati analizzati fa emergere un altro desiderio tanto orientaleggiante quanto moderno degli italiani: Dubai. L’atmosfera qui è alquanto surreale e i turisti vengono attirati dalla sua fama di “città dove tutto è possibile”, dai grattacieli più alti agli hotel più lussuosi al mondo.

Fonte: Siviaggia

#8 La Liguria: l’evergreen

Tornando in Italia, tra le località marittime le più cliccate ci sono anche le spiagge liguri evergreen: Forte dei Marmi, Alassio, Spotorno e Marina di Pietrasanta. Sia dallo studio di Airbnb che dai dati rilasciati da Booking, è emerso che tra le destinazioni più gettonate c’è appunto la Liguria, che rappresenta una meta perfetta per chi vive al Nord Italia e preferisce non allontanarsi da casa, optando per il turismo di prossimità.

#9 La regina della Campania: la Costiera Amalfitana

credit: tiqets.com

Anche quest’anno non poteva mancare lei: la Costiera Amalfitana. Un gioiello campano che non ha mai smesso di essere preso d’assalto da turisti italiani e non, proprio per questo l’estate 2021 potrebbe essere l’occasione per viverla senza troppa ressa, si spera. E’ Booking a inserirla tra le ricerche più cliccate con i due paesi più iconici: Amalfi e Positano.

#10 Il Lazio: tra natura selvaggia e storia

credit: latinatu.it

Una destinazione invece forse più inaspettata che si inserisce in top 10 è il Lazio Meridionale, in particolare la provincia di Latina. Secondo i dati di Booking sono state cliccatissime dagli italiani le spettacolari località di Sperlonga, Gaeta e l’Isola di Ponza, tra la natura selvaggia dei paesaggi naturali e la ricchezza storico-culturale.

Queste sono solo alcune delle mete che stanno spopolando tra le ricerche e le prenotazioni degli italiani, che nonostante la voglia di evasione stanno imparando a riscoprire le bellezze nostrane.

Fonte: Il sole 24 ore

Leggi anche: Apre il primo RISTORANTE SUBACQUEO tutto MADE IN ITALY

ROSITA GIULIANO

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Unica in Europa: la CASA del TIBET in Emilia

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Credits: stefania_cataldo Casa del Tibet

Nelle terre di Matilde nel Reggiano, precisamente a Votigno di Canossa, si può essere catapultati in un angolo emiliano un po’ orientale. Tra gli edifici medievali del borgo, si inserisce infatti la Casa del Tibet, ma cos’è di preciso?

Unica in Europa: la CASA del TIBET in Emilia

# Un pezzo di Tibet a Reggio Emilia

Credits: casadeltibet.it
Museo del Tibet

La Casa del Tibet venne costruita nel marzo del 1990, su volontà di un medico reggiano Stefano Dallari e approvata dal Dalai Lama. Si tratta di un monastero buddista, all’interno del quale è possibile trovare statue di Buddha, simboli ed elementi legati al Tibet. Entrarci sembra un’esperienza mistica, come se si venisse catapultati nella regione così lontana, ma si è in Emilia Romagna.

La Casa del Tibet è unica nel Belpaese e risulta essere la prima struttura del genere in Europa. Qui si può pregare, assistere a convegni, meditare e conoscere la cultura tibetana; la Casa del Tibet è, infatti, un Centro Culturale senza scopo di lucro. La domenica, inoltre, è possibile visitare il museo, la cui visita, tramite costumi, fotografie e altri oggetti, aiuta a capire le tradizioni tibetane.

# Una struttura dove il silenzio ne è il padrone

Credits: siviaggia.it
Casa del Tibet

La struttura è stata inaugurata dal Dalai Lama, il quale ha particolarmente apprezzato il Museo all’interno. L’ obiettivo della Casa del Tibet è quello, oltre a far conoscere la cultura della regione, di diffondere il messaggio di pace e di non violenza del Dalai Lama, del suo popolo e del Mahatma Gandhi. È un posto dove potersi rilassare e godersi la tranquillità delle colline, del borgo, nonché della Casa; un luogo dove il silenzio fa da padrone.

# La Casa del Tibet è inserita in un borgo UNESCO

Credits: @ig_italia
Votigno di Canossa

La Casa del Tibet si trova a Votigno di Canossa, un borgo medievale in provincia di Reggio Emilia e riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità. Quando il paese stava per perdere tutto il suo fascino, un gruppo di artigiani e volontari provenienti da tutto il mondo gli ha ridato la bellezza che l’ha fatto inserire nella lista UNESCO. A pochi chilometri dal famoso Castello di Canossa della contessa Matilde, all’interno del borgo, oltre alla Casa del Tibet, si trova una chiesetta dedicata a San Francesco d’Assisi e un’enorme scacchiera direttamente incastonata nel terreno, dove a volte si organizzano partite di Dama.

Fonti: weekendieri.com

Continua la lettura con: Sul “TETTO DEL MONDO”: l’angolo di TIBET a 2 ore da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Il VICOLO più “SCELLERATO” d’Italia

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Intrighi di potere, omicidi efferati, storie di amore e tradimenti si intrecciano lungo i gradini della “Salita dei Borgia” al rione Monti.

Il VICOLO più “SCELLERATO” d’Italia

I romani ancora lo chiamano Vicolo Scellerato, è uno dei luoghi più suggestivi e misteriosi di Roma. E’ quel tratto di strada che sale tra via Leonina e via Cavour, sovrastato dal palazzo che ospitò i Borgia a cavallo tra il ‘400 e il ‘500 e che porta, alla Basilica di San Pietro in Vincoli.

Su quei gradini la scellerata di Tullia, nel 535 a. C., è passata con il cocchio sul corpo del padre morente, il re Servio Tullio. Era l’atto finale di una congiura per la conquista del trono di Roma d’accordo con il cognato Tarquinio. Un evento che è alle origini della città stessa e che racconta da solo le intestine lotte di potere che si sono susseguite all’epoca. Poi il vicolo ha preso il nome di Salita dei Borgia facendo riferimento ad alcune supposte proprietà di quella scellerata famiglia del papa Alessandro VI alla fine del Quattrocento.

 Alla vista lo scorcio è scenografico, con una lunga scalinata che si perde nel buio di una galleria e il palazzetto rinascimentale che la sovrasta rivestito d’edera, poi un balconcino fiabesco di foggia raffaellita, insieme regalano un angolo di assoluto mistero alimentato dalle storie e dai miti di omicidi e intrighi familiari.

# La scellerata Tullia passa sul cadavere del marito

Per comprendere le origini della sinistra fama di questo luogo dobbiamo quindi tornare alla Roma dei Tarquini, i settimi re della città, mentre la protagonista di questa storia è Tullia, la figlia minore e molto intraprendente di Servio Tullio, sovrano di Roma e successore di Tarquinio Prisco. Servio Tullio decide di dare in spose le figlie, Tullia minor e Tullia maior, a due rampolli della casata dei Tarquini, Arunte Tarquinio e Lucio Tarquinio. 

L’amore però fa brutti scherzi e la Tullia piccola, sposata con Arunte, si innamora follemente di Lucio, suo cognato, che la corrisponde negli amorosi sensi e trasforma la vicenda in una vera e propria carneficina. La storia di questa attrazione fatale la racconta Tito Livio con la sua opera monumentale Ab urbe condita. Per coronare il loro sogno d’amore, Lucio e Tullia minore si sbarazzano dei rispettivi coniugi, liberi finalmente di sposarsi e iniziare una nuova vita insieme, ma l’ambizione di Tullia la porta oltre il ruolo di moglie, lei vuole diventare regina e convince il marito a reclamare il trono che viene legittimamente occupato da Servio Tullio. 

Convinto dalla moglie, il giovane si reca a palazzo per autoproclamarsi re dei romani, ne segue una rissa familiare, dove suocero e genero si scontrano in un duello all’ultimo sangue che vede Servio Tullio sconfitto e ferito. Verrà poi ucciso da due sicari e lasciato su quella scalinata scellerata. La prima a trovare il cadavere del padre sarà proprio la spietata Tullia che, tenendo fede alla sua fama, ordinerà al suo cocchiere di passare sul corpo del vecchio re e diventerà regina di Roma.

 # La salita dei Borgia

Questa è solo una delle tante, oscure, leggende che ruotano intorno al Vicolo ed è proprio il nome di Salita dei Borgia a suggerirci, a ben duemila anni di distanza, una continuità tra due famiglie non proprio modello. Il meraviglioso palazzetto rinascimentale è ritenuto per tradizione popolare essere appartenuto alla bella Vannozza Cattanei, prima amante di Rodrigo Borgia, passato alla storia come Papa Alessandro VI. Vannozza diede al papa 4 figli, tra i quali si distinsero i più celebri Cesare e Lucrezia. In realtà il palazzetto risulta essere appartenuto alla famiglia dei Margani, e la presenza di Vannozza e Lucrezia appare in parte anacronistica rispetto alle vicende della proprietà. Ed è forse per questo che Lucrezia, passata alla storia come un’incestuosa avvelenatrice senza scrupoli eredita da Tullia lo scettro di “scellerata” presenza femminile del posto.

Storia e storie a parte il vicolo vale la pena di visitarlo anche perchè si trova in uno dei luoghi più suggestivi della capitale con la sua vista sul Colosseo.

Continua la lettura con: La stretta Bagnera, il vicolo noir di Milano

FRANCESCA SPINOLA

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

Le PALESTRE in PROTESTA: il 20% riapre per non chiudere per sempre

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Credits: iltirreno.gelocal.it

Il perdurare dell’emergenza pandemica ha messo in ginocchio molti settori. Tra questi, le palestre sono sicuramente tra le più colpite. Dopo mesi di chiusure e senza certezze, alcune di loro hanno deciso di ripartire sfidando la legge, come segno di protesta e come grido disperato.

Le PALESTRE in PROTESTA: il 20% riapre per non chiudere per sempre

# Una palestra su tre rischia di scomparire

Credits: veronasera.it

I gestori sportivi hanno voluto manifestare la grave situazione che stanno vivendo attraverso riaperture non consentite. Dopo più di un anno, il 30% delle palestre rischia di scomparire se continuerà a non lavorare o non ricevere aiuti concreti. Quindi, il messaggio è la volontà di ripartire in sicurezza. In seguito alle manifestazioni contro i decreti anti Covid-19 in varie piazze italiane, il 20% delle palestre in Italia ha lanciato un segnale forte a tutte le istituzioni: meglio prendere una multa che continuare a restare chiusi. Un invito anche a tutti gli sportivi di tornare a frequentarle, in completa sicurezza, per ridare ossigeno a tutti i lavoratori delle strutture in questione.

# Le palestre sono luoghi sicuri

Credits: cronachemaceratesi.it

Giampiero Guglielmi, il presidente dell’Associazione Nazionale Palestre e Lavoratori Sportivi (ANPALS), ha parlato di queste stime preoccupanti e comprende la situazione di disagio dei titolari. Afferma anche che, per aiutarli, sarebbe necessario valutare le riaperture seguendo le norme e i protocolli del CTS. Con un sistema di prenotazioni e registro delle entrate, le palestre rimarrebbero luoghi sicuri, controllati e privi di assembramenti. Un buon compromesso per aiutare famiglie in difficoltà e, allo stesso tempo, non sottovalutare la diffusione della pandemia. Il presidente Guglielmi, inoltre, dichiara che ci sono molti altri luoghi, meno controllati, in cui è più facile contrarre il virus rispetto ad una palestra. Se non si troverà un accordo sulle aperture, neanche gli aiuti avranno modo di alleggerire questa situazione. I dati mostrano che i ristori previsti per i gestori sportivi spesso non riescono a coprire nemmeno l’affitto mensile del locale. La speranza è che il gesto di protesta getti nuova luce su un problema già noto da tempo, portando questa volta soluzioni concrete.

Fonte: ansa.it

Continua a leggere con: Uno studio internazionale: i LOCKDOWN non salvano vite e non riducono i contagi

MATTEO GUARDABASSI

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Voto al SENATO: istituzione di un Protocollo Unico Nazionale per la CURA Covid a domicilio

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Credits: www.terapiadomiciliarecovid19.org

Con 212 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astenuti, il Senato ha approvato ieri un Ordine del giorno unitario.

Cosa prevede? L’impegno del Governo ad aggiornare protocolli e linee guida per la presa in carico domiciliare dei pazienti Covid-19 da parte di medici di famiglia, pediatri e medici del territorio. Questo, tenendo conto delle esperienze dei professionisti impegnati sul campo da ormai un anno. Ma perché si è dovuto aspettare così tanto?

Voto al SENATO: istituzione di un Protocollo Unico Nazionale per la CURA Covid a domicilio

# Il Governo deve aggiornare protocolli e linee guida per curare i pazienti Covid da casa

Credits: www.ildigitale.it

Una mozione della Lega è stata trasformata in un Ordine del giorno sottoscritto da tutti i partiti. Esso prevede che il Governo Draghi si attivi per istituire un Protocollo Unico Nazionale per la gestione domiciliare dei malati Covid.

Infatti, il Governo dovrà aggiornare i protocolli e le linee guida per la presa in carico domiciliare dei pazienti Covid-19, considerando anche le esperienze consolidate dei professionisti. Ma, quello che lascia sorpresi, è che si è giunti a questa decisione solamente dopo un anno dall’inizio della pandemia.

# Sono previste anche altre misure, tra cui l’istituzione di un tavolo di monitoraggio per armonizzare le azioni messe in campo

Tra le altre misure contenute nell’Odg, si prevede l’istituzione di “un tavolo di monitoraggio ministeriale, in cui siano rappresentate tutte le professionalità coinvolte nei percorsi di assistenza territoriale, vista la crescente complessità gestionale e la necessità di armonizzare e sistematizzare tutte le azioni in campo”.

Ma non solo. L’Esecutivo dovrà anche attivare, fin dalla diagnosi e per una più efficace gestione del decorso, “interventi che coinvolgano tutto il personale presente sul territorio in grado di fornire assistenza sanitaria, accompagnamento socio-sanitario e sostegno familiare, nel rispetto dell’autonomia regionale”. E questo, affinché le diverse esperienze e dati clinici raccolti dai Servizi Sanitari Regionali confluiscano in un Protocollo Unico Nazionale di gestione domiciliare del paziente Covid-19.

Poi, il Governo dovrà anche impegnarsi ad affiancare al Protocollo un piano di potenziamento delle forniture di dispositivi di telemedicina capaci di assicurare un adeguato e costante monitoraggio dei parametri clinici dei pazienti a casa.

Insomma, si prevedono misure di collaborazione su piano nazionale che potrebbero sembrare scontate, ma che non lo sono… Si è dovuto attendere un anno per ottenerle.

# Una lunga battaglia, la cui vittoria potrà aiutare a salvare più vite

Credits: www.sanitainformazione.it

Sì perché, come ha affermato la senatrice Castellone “definire protocolli e linee guida per intervenire sin da subito con cure domiciliari per i pazienti Covid-19 può aiutarci a salvare delle vite”.

Ma questa è stata una battaglia di diversi mesi che ha visto impegnato soprattutto il Comitato Terapie Cure Domiciliare Covid che, ovviamente, non ha potuto non gioire per questa vittoria.

Un successo raggiunto “grazie alla strenua battaglia contro il virus da parte di tutti i medici del Comitato Cura Domiciliare Covid-19 che in questo lungo anno hanno curato a casa i pazienti, dimostrando l’efficacia dello schema terapeutico e di un lavoro di squadra mai realizzatosi prima in Italia, e dello straordinario lavoro del fondatore e presidente Erich Grimaldi, che ha dato vita ad un eccellente gruppo di lavoro dove il coordinamento di  migliaia di professionisti e la comunità di intenti sono stati il naturale collante per chi ha sposato una causa nell’interesse di tutta la popolazione”.

# Una vittoria importante per i cittadini: tutti riceveranno le cure appropriate, a prescindere da dove abitino

E, sicuramente, come sottolinea la capogruppo del PD in Commissione Sanità, Paola Boldrini, questa vittoria “è un segnale importante per i cittadini, che vogliono la certezza di ricevere cure appropriate in qualunque regione, da Nord a Sud”.

Ma il lavoro del Parlamento non è finito: deve assicurarsi che si verifichi un’applicazione omogenea dei protocolli nazionali su tutto il territorio.

Fonte: www.sanitainformazione.it

Continua la lettura con: Dalla Germania: “Negligenza criminale sui morti Covid: il governo Conte rischia il PROCESSO DEL SECOLO”

ALESSIA LONATI

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La solitudine delle forze dell’ordine

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Banksy: Mario e Poliziotto

Chi entra nei vigili, in Polizia e nei Carabinieri ha la missione di combattere i criminali. Anzi, ogni persona nelle forze dell’ordine impara fin da subito a identificare anche solo con uno sguardo chi è un delinquente.
Possiamo immaginare la frustrazione di questi mesi, in cui sono costretti a considerare criminali della povera gente onesta.

Però non solo questo. La situazione paradossale è che in base alla Costituzione ogni pubblico ufficiale risponde personalmente per l’applicazione della legge. In questo momento, come molti esperti del diritto stanno dimostrando, le leggi che le forze dell’ordine sono chiamate a fare osservare hanno dei principi di dubbia costituzionalità e in molti casi infrangono altre leggi vigenti di livelli superiore, sia nazionale che internazionale.

Questo inevitabilmente crea un conflitto interno a chi deve fare applicare queste norme che si trova tra il martello degli ordini superiori e l’incudine dei principi costituzionali, di altre leggi vigenti o dei diritti sovranazionali.

Anche perché l’apparato normativo e costituzionale è nato proprio per evitare abusi da parte dell’autorità nei confronti dei cittadini come avvenuto durante il fascismo o il nazismo quando le forze di polizia si giustificavano dei crimini commessi affermando di aver eseguito degli ordini.
Ordini che sono stati giudicati illegittimi dai tribunali con gli esecutori che hanno subito forti sanzioni, anche pagando con la vita.

Nella situazione attuale non è il legislatore che si prende la responsabilità delle azioni ma tutta la responsabilità ricade sulle forze dell’ordine che sono chiamate a interpretare una normativa incoerente, creando lo spazio per un libero arbitrio che un domani li potrebbe esporre a ricorsi o a sanzioni.

Continua la lettura con: La ricerca della banalità

MILANO CITTA’ STATO 

Le NUOVE ROTTE di Ryan Air e Wizz Air da LINATE

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Credits: siviaggia.it Linate

In attesa della possibilità di viaggiare liberamente, le compagnie low cost si preparano al meglio. Ryan Air e Wizz Air hanno allargando le loro prospettive e sfruttato il periodo per inaugurare nuove rotte. Entrambe hanno deciso di puntare sul turismo nazionale, vedendo l’andamento della situazione pandemica e quanto successo lo scorso anno, ma non manca l’attenzione verso le altre città internazionali. Come molti aeroporti italiani, anche quello di Milano Linate potrà godere di nuove rotte.

Le NUOVE ROTTE di Ryan Air e Wizz Air da LINATE

# Compaiono nuove compagnie aeree all’Aeroporto di Linate

La pandemia da Covid 19 ha portato ad una ri-assegnazione degli slot, fasce orarie di decollo e atterraggio, in alcuni aeroporti come quello di Linate. Visto il calo del traffico aereo, è stato chiesto alle compagnie già presenti di liberare alcune fasce orarie, così da poter assegnarle ad altre. Ed è così che insieme a Volotea, Blue Air, Tayaranjet e EasyJet, anche Ryan Air e Wizz Air hanno potuto programmare, seppure temporaneamente visto che si parla della stagione dal 28 marzo al 30 ottobre, le loro rotte all’Aeroporto di Linate.

# La strategia di Ryan Air

Credits: @ryanair_italy
Ryan Air

La compagnia low cost irlandese, prima per passeggeri trasportati in Italia, sta continuamente inaugurando nuovi voli sia per l’estate che per l’inverno. Fino ad ottobre 2021, i viaggiatori italiani potranno scegliere tra oltre 40 voli settimanali per Bologna, Brindisi, Milano Malpensa, Cagliari e Pisa.

Nello specifico si parla delle rotte: Brindisi-Bologna, Brindisi-Pisa, Catania-Pisa e Cagliari-Milano Malpensa. Inoltre, sono stati aggiunti oltre 15 voli settimanali da e per l’aeroporto di Palermo. Ma Ryan Air ha deciso di puntare anche sull’aeroporto di Milano Linate, creando nuove rotte internazionali. Avendo ottenuto i diritti di decollo e atterraggio a Linate per giugno, settembre e ottobre, partirà dal 1° giugno con una rotta verso Berlino alle 10:20 e una verso Bruxelles alle 20:10 a giorni alterni, mentre la domenica ci saranno entrambi i voli. Ryan Air, quindi, è riuscita a prendersi i 3 principali aeroporti della regione Lombardia: Malpensa, Bergamo e ora Linate.

# Wizz Air punta sul mercato nazionale

Credits: @wizzair
Wizz Air

Se quindi Ryan Air ha deciso di rafforzare il mercato internazionale, almeno per quanto riguarda Milano Linate, Wizz Air ha deciso di guardare a quello nazionale. La compagnia ultra-low cost ungherese ha ottenuto gli slot di Linate per giugno, settembre e ottobre e, se a luglio non può organizzare nessuna attività, a agosto dovrebbero esserci voli solo il sabato. Wizz Air si è diretta verso la Sicilia, programmando 3 voli giornalieri da Linate per Catania alle 10:35, 14:35 e 18:55.

Fonti: tg24.sky.it

Continua la lettura con: Ryanair dice NO ai passaporti vaccinali

BEATRICE BARAZZETTI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

L’anno Covid visto da Forbes: i SUPER RICCHI sempre più ricchi. PECHINO capitale della ricchezza mondiale

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Credits: forbes.com

Rispetto al 2020 ci sono 660 miliardari in più. Gli USA detengono il record per il numero di miliardari, ma è Pechino la capitale mondiale dei ricchi. Ecco la top ten e la posizione degli italiani.

L’anno Covid visto da Forbes: i SUPER RICCHI sempre più ricchi. PECHINO capitale della ricchezza mondiale

# Rispetto al 2020 ci sono 660 miliardari in più, il patrimonio complessivo detenuto è passato da 8 a 13,1 trilioni di dollari

Credits: for
bes.com

Il numero di miliardari nella 35esima edizione della lista annuale di Forbes dei più ricchi del mondo è cresciuto in modo vertiginoso da 2.095 del 2020 ai 2.755, segnando un più 660. Tutti insieme valgono 13,1 trilioni di dollari, contro gli 8 trilioni di dollari dell’anno scorso. Complessivamente, l’86% di tutti i miliardari è più ricco di un anno fa. La nuova arrivata più ricca, con 38,2 miliardi di dollari, è Miriam Adelson del Nevada, che ha ereditato l’impero dei casinò di suo marito Sheldon Adelson dopo la sua morte a gennaio.

# Gli USA detengono il record per il numero di miliardari, ma è Pechino la capitale mondiale dei ricchi

Credits: forbes.com – Mappa milionari

Dei 493 nuovi miliardari diversi hanno investito nei settori delle criptovalute, IPO tradizionali e in business legati all’assistenza sanitaria correlata al Covid. Gli Stati Uniti hanno ancora più miliardari di qualsiasi altro Paese, 724 rispetto ai 614 del 2020, ma la Cina sta colmando il divario con 698. Questa tendenza è testimoniata da Pechino che ospita più miliardari che in qualsiasi parte del mondo, superando New York.

# Il più ricco al mondo è sempre Jeff Bezos, proprietario di Amazon, sul podio Elon Musk e Bernard Arnault. Nella top ten ben 7 sono americani

Credits: forbes.com

Jeff Bezos per il quarto anno consecutivo è la persona più ricca del mondo, per un valore di 177 miliardi di dollari, con un aumento di 64 miliardi di dollari rispetto a un anno in seguito alla crescita del valore nominale delle azioni di Amazon. Al secondo posto Elon Musk, fondatore e proprietario di Tesla e SpaceX che l’anno scorso ha scazato Bill Gates, con un patrimonio di 151 milioni di dollari. Sul gradino più basso del podio l’imprenditore francese Bernard Arnault del gruppo LVMH con un capitale di 150 milioni di dollari. Scende dalla top 3 il fondatore di Microsoft Bill Gates a quota 124 milioni di dollari. Al quinto posto troviamo Mark Zuckerberg, patron di Facebook, con 97 milioni di dollari di patrimonio, a seguire Warren Buffet con 96 milioni di dollari e per anni al primo posto in classifica e Larry Ellison cofondatore e CTO di Oracle che si ferma a 93 milioni. Negli ultimi 3 posti della top ten ci sono i due cofondatori di Google Larry Page e Sergey Brin che detiengono rispettivamente un patrimonio di 91,5  e 89 milioni di dollari e per finire l’imprenditore e investitore indiano Mukesh Ambani a quota 84,5 milioni di dollari.

Fonte: Forbes

# E gli italiani in che posizione si trovano? Leonardo del Vecchio sempre in cima alla classifica in Italia, Giorgio Armani sul podio

Anche in Italia si è registrata una crescita, ci sono 46 miliardari di cui 12 donne per un patrimonio combinato di circa 150,7 miliardi di dollari. Considerando però anche chi ha residenza all’estero, sono in totale 51 i miliardari con cittadinanza italiana, con un patrimonio combinato di 204,5 miliardi di dollari. Al primo posto in Italia troviamo il milanese Leonardo Del Vecchio fondatore di Luxottica, che nel 2018 si è fusa con la francese Essilor, con un patrimonio netto di 25,8 miliardi di dollari al 62esimo posto nella classifica mondiale. Sulla seconda piazza italiana con 9,1 miliardi di dollari Massimiliana Landini Aleotti, proprietaria dell’azienda farmaceutica Menarini con sede a Firenze, alla posizione numero 265 al mondo. Sul terzo gradino del podio italiano lo stilista milanese d’adozione Giorgio Armani che con 7,7 miliardi di dollari si trova al numero 323 della classifica globale. Al quarto posto l’imprenditore milanese Silvio Berlusconi con 7,6 miliardi, alla posizione 327 nel mondo. Nella top ten italiana troviamo altri milanesi: Miuccia Prada proprietaria insieme al marito Patrizio Bertelli della maison di moda e Luca Garavoglia presidente di Campari. Al 29 e 30 posto le nuove proprietarie di Esselunga, la seconda moglie del fondatore Bernardo e la figlia Marina con 1,7 miliardi a testa.

Fonte: Forbes Italia

Continua la lettura con: I SUPER RICCHI: MUSK supera Gates. E in ITALIA?

FABIO MARCOMIN

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A Milano il nuovo DISTRETTO dedicato al FUMETTO

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Credits: milanosud.it

Alcuni giovani artisti hanno realizzato un murales in memoria del fumetto italiano. La loro opera serve a commemorare le grandi firme delle tavole che hanno fatto la storia del nostro Paese.

A Milano il nuovo DISTRETTO dedicato al FUMETTO

# I grandi volti del fumetto

Credits: thecolorsofmilano.com

Al giorno d’oggi, il fumetto è un’espressione artistica molto amata e diffusa ovunque. Tra i più celebri, possono essere citati Topolino, Spider-Man o Superman per l’America. Anche il Giappone è diventato molto influente sul campo, tanto che tutto il mondo si riferisce alle loro opere con il termine locale, i “manga”. In Italia, però, non siamo certo da meno. Grandi artisti si sono susseguiti nel tempo e hanno lasciato il segno anche a livello internazionale. Sicuramente, tra questi, possiamo ricordare Angela Giussani, ideatrice di Diabolik, e Guido Crepax, ideatore di Valentina. Proprio a loro è stata dedicata una serie di rappresentazioni nel Municipio 6 a Milano.

# Un’area piena di colori e volti celebri

Credits: milanoevents.it

Per la precisione, l’area interessata alla realizzazione di questi murales celebrativi si trova tra Via Pesto, via Tolstoj e Via San Cristoforo. Tutto è partito con l’obiettivo di avviare una riqualificazione artistica della zona sulla quale hanno lavorato i giovani artisti di “We Run the Street”. Nel progetto sono stati coinvolti anche altri nomi importanti come lo stesso Municipio 6, la casa editrice Astorina, il Museo delle Culture di Milano Mudec e alcuni sponsor. L’opera punta a ridare vita e colore alle mura del quartiere, per una lunghezza pari a 500 metri. Dell’iniziativa, chiamata “Un Muro che Unisce”, ha parlato il Presidente del Municipio 6, Santo Minniti, affermando che si tratta di un’idea nata dal basso e che ha coinvolto direttamente le persone del territorio. Non a caso, il potere del fumetto e delle sue storie è proprio quello di unire i propri lettori e farli appassionare. Un’arte che necessita di essere onorata e riscoperta, soprattutto per quanto riguarda quella nata in Italia. Infatti, sia nei fumetti di Diabolik che in quelli di Valentina, ritroviamo racconti di fantasia che parlano, però, dei problemi reali del nostro Paese. L’obiettivo del murales, quindi, è quello di celebrare i fumetti che, ancora oggi, ci fanno crescere e riflettere.

Fonti: thecolorsofmilano.com, milanosud.it

Continua a leggere con: 7 FUMETTISTI milanesi che hanno creato PERSONAGGI noti in tutto il MONDO

MATTEO GUARDABASSI

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La ricerca della banalità

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Un tempo le persone per fare bella figura cercavano di dire cose originali. Oggi invece cercano la banalità.

Si considera uno sbaglio dire o fare cose diverse da quelle che sono ripetute da tutti. Il metro è il conformismo. Invece di cercare di emergere si cerca di nascondere ciò che ci rende diversi dagli altri che in realtà sarebbero i nostri punti di forza e ciò che può essere il nostro apporto agli altri. Se uno dice le stesse cose che dicono tutti è inutile.

Nel novecento la produzione in serie riguardava la diffusione di oggetti uguali, oggi si è trasposta nella produzione di menti “de-menti”, senza alcuna autonomia di pensiero ma tutte derivate da un unico modello medio.  
Come se la nostra natura fosse quella di un camaleonte che diventa trasparente e invisibile in ogni ambiente in cui si trova.

Ma come mai siamo nella prima epoca storica in cui chi vuole farsi notare si traveste con una livrea mimetica dietro pensieri e parole che dicono tutti?

Questa ricerca della banalità sembra particolarmente evidente tra i più giovani.
Un comportamento tipico dei giovani è sempre stato di ricercare la loro identità in un’appartenenza. In passato l’appartenenza era innanzitutto generazionale e il giudizio con cui ci si confrontava era quello dei propri coetanei. In questo modo cercare di differenziarsi dal resto del mondo era un modo per ricercare una forma di appartenenza al gruppo.

Con il mondo dei social l’appartenenza oggi non è più generazionale ma ogni persona che vuole trasmettere qualche pensiero o idea usa un mezzo che istantaneamente subisce il giudizio di persone di ogni età, di ogni cultura, in breve della massa. E questa massa per definizione è priva di identità individuali, quindi per sentirsi inclusi l’unica forma che si crede legittima è l’adesione totale al luogo comune.
Chi ci riesce raggiunge quello che sembra il massimo obiettivo individuale della nostra epoca: essere esattamente come tutti gli altri.

 Continua la lettura con: L’ignoranza del dogma

MILANO CITTÀ STATO 

 

Come una “METRO”: Milano e la Città Ticino sono adesso una MAXI-CITTÀ

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Milano e la Città Ticino sono adesso una maxi-città. Dal 5 Aprile la Metro Milano e TILO sono infatti collegati.

“Il futuro è oggi”, recita un’installazione di fronte all’uscita della stazione di Lugano e in effetti questa affermazione è piena di contenuti reali.

Come una “METRO”: Milano e la Città Ticino sono adesso una MAXI-CITTÀ

# Dal 5 aprile arriva il nuovo orario dei treni

Dal 5 aprile 2021 diventa operativa la nuova linea RE80 tra la Lombardia ed il Ticino con collegamenti diretti per Milano Centrale ogni ora e collegamenti ogni 30 minuti tra Locarno, Lugano e Chiasso. Si può considerare una vera e propria Metro Ticinese, che accorcia ampiamente i tempi di percorrenza tra le località.

Tutto ciò grazie all’apertura definitiva della galleria del Ceneri, che ha eliminato la risalita del monte Ceneri da parte dei treni con velocità ridotte.

Dal 5 aprile Lugano e Bellinzona sono a 15 minuti di treno e Locarno e Lugano a distanza di 29 minuti. Il collegamento per Milano farà risparmiare altri 30 minuti con fermate a Como San Giovanni, Albate-Camerlata, Seregno e Monza.

Chi da Milano vorrà invece recarsi a Bellinzona potrà raggiungere Lugano e da lì proseguire con un altro treno verso Bellinzona e Biasca sempre con un risparmio di 15 minuti.

# I nuovi treni e le buone collaborazioni

Grazie ai nuovi orari, ai nuovi treni TILO sempre più performanti e alle collaborazioni transfrontaliere tra Ferrovie Svizzere (SBB CFF FFS) e Trenord, finalmente si concretizza un sogno: TILO che diventa il vero simbolo della nuova realtà METRO Ticino.

Sono tante le opportunità da cogliere in questa nuova mobilità. Ciascuno potrà scegliere la formula migliore per fruire di tutti questi nuovi servizi e alle migliori condizioni economiche.

Per quanto riguarda il Ticino è valida l’offerta economica Arcobaleno con una vasta scelta di modalità da personalizzare secondo i propri bisogni. Per chi Viaggia ogni tanto, per chi viaggia regolarmente, per chi viaggia tra Ticino e Lombardia e per chi viaggia in gruppo.

#Un nuovo stile di vita

Non solo c’è un nuovo orario dei treni, ma l’occasione per riflettere sulle nostre abitudini.

Riconsiderare il nostro stile di vita e forse anche individuare nuovi modi di gestire la nostra socialità, gli incontri di lavoro e tutto quello che fa parte della nostra vita.

Continua la lettura con: Il primo TRAMTRENO in partenza nella città Ticino

GIUSEPPE MARZAGALLI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

NÜWA: la capitale di MARTE, la città del futuro

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Credit: viaggi.corriere.it
Nüwa, la dea che secondo la mitologia cinese creò l’universo e l’umanità intera.Nüwa, la città che secondo il progetto ambizioso dello studio di architettura ABIBOO potrebbe essere la capitale del Pianeta Rosso.

Marte, il pianeta del futuro non ancora del tutto esplorato, potrebbe avere già la sua capitale: si chiama Nüwa e sarà una città sostenibile e autosufficiente.

Per ora è solo un progetto ambizioso ma sono in molti quelli che puntano su Marte per il futuro dell’umanità.

Vediamo insieme quella che potrebbe diventare, in un futuro forse non così lontano, la nostra città.

NÜWA: la capitale di MARTE, la città del futuro

# Andremo a vivere su Marte?

 

Nel 1952 Wernher von Braun pubblicava “Progetto Marte”, un racconto fantascientifico che raccontava la storia della prima missione umana su Marte.

Chi l’avrebbe mai immaginato che 60 anni dopo ci sarebbero già stati dei progetti sulla capitale del Pianeta Rosso?

É arrivata la presentazione di Nüwa: la capitale di Marte sostenibile e autosufficiente.

#Nüwa: la città del futuro

Nüwa ha già fatto il suo debutto in società, è già stata infatti presentata alla comunità scientifica in occasione della convention della Mars Society, alla quale erano presenti anche Elon Musk di Space X, George Whitesides di Virgin Galactic e Jim Bridenstine, amministratore della NASA.

A proporre questa città futuristica è stato lo studio di architettura ABIBOO che, grazie agli studi già presenti sul Pianeta Rosso, è stato in grado di proporre un dettagliato progetto della futura capitale di Marte.

Secondo lo studio di architettura quello di Nüwa non è un sogno utopico ma un progetto reale che potrebbe essere realizzato anche fra qualche decennio.

Ma come si fa a costruire la capitale di un pianeta su cui gli uomini non hanno ancora messo piede? Tutto infatti dipende da questo, da quanto le tecnologie future permetteranno agli essere umani di raggiungere Marte facilmente.

# Come sarà la capitale del futuro?

Credit: viaggi.corriere.it

Quando pensiamo alla capitale del Pianeta Rosso non dobbiamo immaginarci un ammasso di pietra arancioni in cui non potremmo mai immaginarci di vivere.

Secondo lo studio ABIBOO infatti, Nüwa sarà simile alle città che conosciamo e che abitiamo sulla Terra, con case, uffici, giardini e spazi verdi, ma con una differenza: la città sarà costruita verticalmente, così da garantire protezione dalle radiazioni.

Secondo il progetto la capitale di Marte potrebbe essere completamente autosufficiente e sostenibile.

Nüwa non sarà sola, l’obiettivo è infatti quello di creare altre 4 città su Marte capaci di ospitare popolazioni fino a 250.000 persone.

# Un futuro non troppo lontano

Credit: @centrometeoemiliaromagna

Per ora la capitale del Pianeta Rosso è solo un progetto molto ambizioso, ma c’è chi scommette che i lavori inizieranno in qualche decennio.

Per il trasloco su Marte c’è ancora tempo ma forse non quanto pensiamo. Secondo molti studiosi la colonizzazione completa avverrà infatti nel 2100.

Pronti a partire?

Fonti: siviaggia.it

Continua la lettura con: Le 10 cose di MILANO che porteremmo su MARTE

ARIANNA BOTTINI

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Un DOPPIO RESTYLING per il QUARTIERE FORLANINI

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Credits: blog.urbanfile.org Restyling piazzale Archinto

Il quartiere Forlanini sarà oggetto di un doppio restyling. In questi giorni partiranno i lavori per la riqualificazione di piazza Artigianato e, nel frattempo, i cantieri in piazza Ovidio stanno per concludersi.

Si tratta di due progetti che hanno un obiettivo comune: dare vita a spazi più vivibili ed ordinati dove la socialità possa tornare ad essere quella di un tempo… Se non addirittura migliorare.

Come diventeranno queste due piazze? FOTO COVER: blog.urbanfile.org

Un DOPPIO RESTYLING per il QUARTIERE FORLANINI

# La nuova piazza Artigianato sarà uno spazio pubblico di qualità e sicuro, dove le persone potranno tornare a socializzare

Credits: blog.urbanfile.org
Restyling piazza Artigianato

Lo scopo dell’intervento in piazza Artigianato è quello di far dialogare lo spazio centrale, oggi poco utilizzato e molto disordinato, con i marciapiedi e le attività commerciali intorno alla piazza. Insomma, entro la fine dell’estate, si vorrebbe creare un nuovo spazio pubblico di qualità e sicuro.

Infatti, il progetto prevede l’ampliamento del parterre centrale, con l’introduzione di un limite di velocità a 30 km/h ed il tracciamento di un nuovo attraversamento pedonale. Inoltre, si posizioneranno nuove panchine sotto i grandi alberi presenti in piazza e, al centro, verranno realizzati dei giochi a pavimento per il divertimento dei più piccoli.

# I lavori in piazza Ovidio stanno per concludersi

Invece, stanno per concludersi i lavori in piazza Ovidio. Infatti, non manca molto per veder completata la nuova area “agility dog”. E, per l’occasione, sono stati riqualificati gli attraversamenti pedonali, realizzando una pavimentazione drenante, e sono state create nuove aiuole.

Ma sarà solo nei prossimi mesi che, finalmente, si realizzerà un’area giochi inclusiva sul versante opposto della piazza. Questo progetto, collocato nell’ambito “Gioco al centro – Parchi gioco per tutti”, era già stato avviato nel 2018 dal Comune di Milano insieme alla Fondazione di Comunità Milano. E, anche in questo caso, l’obiettivo è proprio quello di realizzare aree giochi nei parchi pubblici di tutti e nove i municipi della città.

# Due interventi in linea con la strategia di rigenerazione delle piazze a Milano che parte da un dialogo con i cittadini

Credits: blog.urbanfile.org
Restyling piazzale Archinto

Secondo Maran, l’assessore comunale all’Urbanistica e al Verde, si tratta di interventi in linea con “la strategia di rigenerazione delle piazze cittadine”. Con quale scopo? Proprio quello di renderle “il centro effettivo del loro quartiere”.

In più, “anche questi interventi sono frutto di un percorso di ascolto con cittadini, comitati e commercianti, con l’obiettivo di intercettarne le esigenze. Tra piazza Artigianato e piazza Ovidio avremo, a poche centinaia di metri di distanza, nuovi spazi per tutti: bambini, anziani, cittadini e amici a 4 zampe”.

Fonte: www.mitomorrow.it

Continua la lettura con: PIAZZA CASTELLO avrà un nuovo VOLTO: da giugno parte il restyling

ALESSIA LONATI

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Quell’ultimo abbraccio sulle rive del “LAGO SANTO”

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Credits: @scatto_lakes Lago Santo Modenese

Lago che vai, leggenda che trovi. Si può dire che gli specchi d’acqua dell’Appennino modenese non siano per niente noiosi, anzi alla maggior parte di loro è associata una leggenda. Luoghi curiosi si trovano nella natura emiliana e tra questi c’è il lago Pratignano, chiamato lago delle fate, o il Lago Verde, nella zona di Frassinoro, legato alla storia di un uomo bugiardo. Tuttavia, il Lago Santo è sicuramente lo specchio d’acqua più romantico a cui è associata la leggenda di due innamorati.

Quell’ultimo abbraccio sulle rive del “LAGO SANTO”

# Le acque specchiano il monte

Credits: @scatto_lakes
Lago Santo Modenese

Il Lago Santo si situa a 1.501 metri d’altezza sull’Appennino modenese ed è uno dei laghi più belli della zona. Un posto perfetto per potersi rilassare e godersi una natura incontaminata. Dai colori caldi in autunno, la fioritura in primavera e il paesaggio innevato in inverno rendono il lago uno spettacolo. Sulle sue acque si specchia il Monte Giovo e dal lago si possono raggiungere facilmente tutti gli altri laghi modenesi: il lago Baccio, il piccolo Turchino, lo Scaffaiolo e il lago della Ninfa, ai piedi del Monte Cimone. Il Lago Santo, inoltre, è il secondo lago più grande dell’Appennino Settentrionale, dopo l’omonimo parmense. Il nome “Santo” potrebbe essere molto comune, ma in realtà il Lago Santo modenese è legato alla leggenda di due innamorati, chiamati i Romeo e Giulietta dell’Appennino.

# Una tragica storia d’amore

Credits: @_fabio_barta_
Lago Santo modenese

Non ci si trova a Verona, ma la storia dei due innamorati non è molto diversa da quella dei famosi Romeo e Giulietta. Il Lago Santo è, infatti, una meta particolarmente romantica. La leggenda narra che sull’Appennino modenese due pastori si amavano, ma le loro famiglie non andavano d’accordo e si rifiutavano di accettare il loro amore. Con la scusa di andare al pascolo, i due si incontravano lungo la riva del lago. Un giorno d’inverno però, i due, impazienti di incontrarsi, corsero sullo strato di ghiaccio che si era formato sul lago e scivolarono, venendo inghiottiti dalle acque. I due amanti furono sommersi dall’acqua durante il loro ultimo abbraccio, detto “Santo”, da qui il nome del lago.

Fonti: siviaggia.it

Continua la lettura con: Il LAGO ALPINO più bello del mondo è a 3 ORE da MILANO

BEATRICE BARAZZETTI

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🛑 POLIZIOTTI vicini ai COMMERCIANTI: “la loro protesta è comprensibile”

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Credits: it.sputniknews.com

A seguito degli scontri avvenuti in piazza Montecitorio il 6 aprile il segretario generale Fsp Polizia di Stato Valter Mazzetti esprime solidarietà nei confronti dei commercianti stremati dalla crisi. Alcuni estratti delle sue dichiarazioni.

🛑 POLIZIOTTI vicini ai COMMERCIANTI: “la loro protesta è comprensibile”

# Il segretario generale Fsp Polizia di Stato Valter Mazzetti: “Solidarietà e auguri di guarigione ai colleghi feriti. Ma inevitabili le proteste di tutte le categorie sociali ormai allo stremo

Dopo la notizia del ferimento di due agenti durante gli scontri di piazza Montecitorio, al sit-in di protesta del 6 aprile contro le chiusure decise dal governo da parte di commercianti e piccoli imprenditori, il segretario generale Fsp Polizia di Stato Valter Mazzetti ha commentato: “Rivolgiamo la nostra solidarietà e gli auguri di pronta guarigione ai colleghi feriti durante le proteste davanti a Montecitorio, ed anche a tutti gli altri comandati in un servizio ben ‘più pesante e opprimente’ di quel che si possa pensare. Quanto accaduto non deve certamente meravigliare [..] Di fronte al protrarsi di uno stato di cose che schiaccia la cittadinanza sotto al peso di sacrifici insostenibili, è inevitabile che riprenda la sequela di proteste e manifestazioni di ogni genere da parte di tutte le più disparate categorie sociali ormai allo stremo”.

# “Pensare di gestire questa situazione da una prospettiva scollata dalla realtà significa sottovalutare pericoli seri e reali”

“E’ indispensabile censurare senza se e senza ma ogni tipo di violenza che [..] fa passare in secondo piano, oltre che dalla parte del torto, chiunque abbia qualcosa da dire. Ma […] non possiamo che rilevare come questa esasperazione generalizzata sia comprensibile e ormai incontenibile, e ciò significa che bisogna dare ai cittadini risposte diverse. Al momento, come sempre, solo le forze dell’ordine si ritrovano a raccogliere e fronteggiare gli sfoghi di un livello di disperazione che non può e non deve essere sottovalutato”. Il segretario generale Fsp Polizia di Stato conclude con un pensiero sulla gestione della crisi economica da parte del governo: “Pensare di gestire questa situazione ormai non più emergenziale, dato che va avanti da oltre un anno, da una prospettiva scollata dalla realtà di chi invece non riesce più a tenere in piedi la propria esistenza costruita magari dopo una vita di lavoro, significa sottovalutare pericoli seri e reali per la sicurezza interna del paese”.

Estratto articolo : Affari Italiani

Continua la lettura con: 🛑 Oggi #IOAPRO: bar e ristoranti aperti per protesta

FABIO MARCOMIN

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Il FUTURO nel PASSATO: alla Centrale elettrica Montemartini il mix tra cultura e produzione di ENERGIA

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Statue neoclassiche e turbine, marmi bianchi e caldaie, mosaici e bobine. Storia di successo di una centrale elettrica divenuta museo e mostra permanente.

La Centrale Montemartini è oggi il secondo polo espositivo dei Musei Capitolini ed è uno straordinario esempio di riconversione in sede museale di un edificio di archeologia industriale. La sua nuova vita è iniziata nel 1997 con il trasferimento nella centrale elettrica di una selezione di sculture e reperti archeologici dei Musei Capitolini.

Il FUTURO nel PASSATO: alla Centrale elettrica Montemartini il mix tra cultura e produzione di ENERGIA

Le città sono fatte di case, monumenti, giardini, chiese e poi di luoghi, spesso immensi, che svolgono dei servizi. Basti pensare alle centrali elettriche, idriche, alle fabbriche, ai mercati generali, ai capannoni industriali, ai mattatoi. Questi luoghi hanno spesso un “fine vita” che li vede lasciati decadere nell’abbandono e trasformarsi in cattedrali nel deserto, luoghi di degrado e inquinamento, ma non sempre. Nel caso dell’antica Centrale Elettrica Montemartini l’ingegno e la buona volontà hanno avuto la meglio.

Dopo una completa ristrutturazione da parte di Acea, un’intera area dell’impianto è ora centro multimediale e spazio espositivo, affidato ai Musei Capitolini, dove è possibile visitare la mostra archeologica permanente Le Macchine e gli Dei o partecipare alle tante esibizioni temporanee che periodicamente vengono organizzate.

Da qui si sono illuminate le prime strade di Roma

La storia di questo luogo è affascinante almeno quanto lo sono oggi i suoi spazi che a macchine, turbine, caldaie affiancano statue neoclassiche, marmi, frontespizi, mosaici in un gioco di contrasti capace di lasciare senza fiato. Le prime luci elettriche che illuminavano le strade di Roma sono state accese da qui, dalla centrale Montemartini, il primo impianto pubblico di produzione di elettricità a Roma, sulla Via Ostiense, tra i Mercati Generali e la sponda sinistra del Tevere. Nata nel 1912 la centrale ha poi accompagnato l’espansione di Roma, aumentando negli anni la propria potenza produttiva proprio per soddisfare i bisogni energetici di una città in costante evoluzione.

A disposizione per produrre energia in emergenza

Durante la guerra l’impianto sfuggì ai bombardamenti alleati e fu l’unico su cui la città poté contare nel periodo immediatamente successivo alla liberazione. Non più produttivamente ed economicamente conveniente, la centrale venne dismessa a metà degli anni ’60. Alcuni ambienti del complesso furono utilizzati come magazzini, altri abbandonati. Si avanzò anche l’ipotesi di un completo abbattimento ma, fortunatamente, alla fine degli anni ’80, la dirigenza dell’ACEA decise di avviare una completa ristrutturazione dello storico impianto. La Sala Macchine e la nuova Sala Caldaie, con i relativi ambienti sottostanti, vennero trasformati in un Art Center e centro multimediale, mentre i restanti ambienti diventarono sedi di uffici, laboratori, e magazzini.

Oggi la centrale entra in funzione solo in situazioni di richieste energetiche straordinarie e il suo funzionamento può essere gestito anche in telecontrollo dalla sala operativa presso la Centrale di Tor di Valle. Pur non essendo operativa al 100% la centrale Montemartini rimane un punto di riferimento per la città di Roma.

Continua la lettura con: I paesi migliori dove andare a vivere fuori Roma

FRANCESCA SPINOLA

 

 

 

 


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