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🛑 Per i politici romani la RAI è “cosa nostra”: NO al centro produzione a Milano. L’IRA dei leader politici milanesi

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Il centro di produzione a Milano dovrebbe essere al Portello. Credits: http://www.chetvfa.it/

Sembrava cosa buona e giusta. Un centro di produzione della RAI a Milano. Pronta anche la sede: al Portello. E invece, per Roma la Rai non deve perdere pezzi per altre parti d’Italia. Men che meno per Milano. Come avevamo scritto in questo articolo, i politici della capitale sono uniti a dire no a qualunque distaccamento della Rai a Milano. Arriva la reazione del leader politici milanesi. 

Leggi anche: La Saxa Rubra del Nord? I candidati sindaco di Roma dicono no a Milano

Per i politici romani la RAI è “cosa nostra”: NO al centro produzione a Milano. L’IRA dei leader politici milanesi

A Roma la politica fa quadrato e se prima erano in tre a ballare questo Hully Gully, in poche ore si è creato un vero e proprio asse della politica romana, pronta a difendere Saxa Rubra dall’assedio dei barbari longobardi.
Non ci sta Beppe Sala che, intervistato in occasione della solenne ricorrenza del 2 giugno, festa della Repubblica, risponde con l’istinto del manager. Non senza tradire la propria incredulità.

# Anche Zingaretti contro un centro di produzione RAI a Milano

Il sindaco di Milano cita Wolfgang Goethe, dichiarandosi «Senza parole» a commento dell’attacco anti Milano fatto dal Governatore del Lazio Zingaretti, in compagnia di tanti – forse troppi – sodali.
La pietra dello scandalo, se è concesso l’uso di questa espressione, è la delibera del Consiglio di Amministrazione RAI che prevede la realizzazione di un centro di produzione TV a Milano, nei pressi di Fiera Milano City, con la conseguente dismissione dell’uso degli studi di via Mecenate, che pesano sulle casse pubbliche di RAI, perché in affitto.

# Sala: la RAI «non è qualcosa di particolare che deve essere gestita per fini politici»

Credits: www.open.online

Come fanno notare il viceministro Alessandro Morelli e Beppe Sala, per una volta sullo stesso fronte, la RAI è un’azienda e come tale deve essere condotta. Il risparmio del canone di affitto degli studi milanesi attualmente in uso, è un vantaggio che rimarrà invariabilmente a bilancio aziendale, pronto per essere investito in altri rami e a disposizione per la crescita della RAI.

«In tutto il mondo, le aziende sono sempre alla ricerca di dare un servizio migliore. Fino a prova contraria, la Rai è un’azienda. Ha il dovere di efficientare la sua organizzazione e di dare un miglior servizio», dice Sala.
Ricordiamo che la RAI ha una grande sede a Milano, vi lavorano diversi dipendenti tra tecnici, autori, produttori e dirigenti. Immobilizzare tutte queste risorse impedendo loro di produrre, in nome di una artificiale “centralità” di Saxa Rubra, è qualcosa che rasenta lo spreco dei conti pubblici, ovvero una stortura del diritto societario, perché i dirigenti pubblici e privati hanno l’obbligo di condurre le aziende seguendo il principio del “buon padre di famiglia”.
Il primo cittadino meneghino, seppure garbato, ci va giù pesantissimo, sottolineando che la RAI «non è qualcosa di particolare che deve essere gestita per fini politici», come emerge lampante dalle dichiarazioni congiunte pervenute dalla capitale.

# «Questa idea che c’è un’affinità elettiva tra la RAI e Roma e che questa cosa non si può toccare, è uno degli esempi per cui il nostro paese non riesce a progredire»

Beppe Sala si accoda a tutti quei milanesi che stanno seguendo la vicenda e sono ancora sotto choc per il duro attacco “contro la Saxa Rubra del Nord”.
Un atteggiamento inspiegabile, non esiste nessuna affinità elettiva, a parte quella sbandierata senza pudore per fini elettorali; non esiste nessuna proprietà politica ma solo un’azienda pubblica che senza queste scaramucce potrebbe essere una delle più belle realtà del settore. Come dichiara Beppe Sala «Questa idea che c’è un’affinità elettiva tra la RAI e Roma e che questa cosa non si può toccare, è uno degli esempi per cui il nostro paese non riesce a progredire».

Interviene ancora il vice ministro alle Infrastutture, Alessando Morelli sottolineando che «sulla vicenda dello spostamento della sede Rai al Portello stiamo assistendo a una tragedia in casa Pd che dimostra disinteresse per il bene pubblico. Sala invece sminuisce l’operazione a semplice spostamento di studi per non disturbare troppo il manovratore romano».

L’opposizione alla nuova sede RAI di Milano non è campanilismo. È la precisa fotografia di una parte dell’Italia, come sempre molto impegnata a difendere lo status quo dell’intero paese, usando la RAI come cartina di tornasole, più che come metafora. Anche un altra grande leader della politica milanese interviene nella polemica rincarando la dose.

# Letizia Moratti: «La Rai è nazionale. Ha un centro di produzione a Torino e un altro a Napoli. È giusto che la Rai abbia un polo anche a Milano, è impensabile che non ce l’abbia»

La politica milanese si fa trovare pronta, compatta, per fronteggiare questo duro attacco che sta svelando il dramma vissuto dalla politica romanocentrica.
Letizia Moratti, Presidente RAI dal 1994 al 1996, ricorda di aver varato «il progetto di rafforzare la sede Rai a Milano» quando era la numero uno di RAI, «è un progetto giusto, perché la Rai ha necessità di avere dei poli sul territorio. La Rai è nazionale. Ha un centro di produzione a Torino e un altro a Napoli. È giusto che la Rai abbia un polo anche a Milano, è impensabile che non ce l’abbia. Sono certa che queste polemiche verranno superate e che si potrà rapidamente dar corso a un progetto che rafforzi il sistema radiotelevisivo italiano sul territorio».

# Il vizio della politica romanocentrica: vedere Milano come un problema non come un valore aggiunto per il Paese

Invece di vedere la possibilità di utilizzare la creatività e l’innovazione di Milano per rilanciare la RAI, la città sembra un ostacolo. Ancora una volta da Roma Milano vista come un problema per il paese. 
Niente panico, perché i milanesi aspettano solo di poter contribuire alla ripresa della città, della regione e del paese, facendo semplicemente il proprio dovere. Senza dimenticare i diritti.
Perché se il centro di produzione RAI a Milano è una delibera di oggi, non dobbiamo dimenticare che è da oltre 20 anni che se ne parla, non è un aiutino di Stato, si deve fare senza se e senza ma.

# La risposta migliore: chiedere l’autonomia di Milano

La politica milanese, che in questa circostanza mostra i muscoli, dovrebbe imparare da questo episodio a difendere con orgoglio la città e i milanesi, una risorsa che tutto il mondo ci invidia.

Oppure basta parlare chiaro. Se Milano è un problema, la soluzione è già a portata di mano: due milanesi su tre desiderano per la città autonomia e potere pari a quello di una regione, un’autonomia che deve nascere nel solco della Costituzione, la più bella del mondo, quella che descrive l’Italia come “una e repubblicana”, non romana.
E se ce lo permettete, Saxa Rubra del nord è un’espressione che non ci appartiene. Per noi, quella è City Life, chiamatela col suo nome.

Continua la lettura con: La Saxa Rubra del Nord? I candidati sindaco di Roma dicono no a Milano

LAURA LIONTI

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SPAZIO, ultima frontiera: in arrivo le prime VACANZE tra le STELLE

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Credits: arksoft.it Birra e relax sulla Luna

“Seconda stella a destra, questo è il cammino”. Non c’entra l’Isola che non c’è con le nuove vacanze del futuro ma la direzione è quella: il cielo. Se qualcuno ama ancora i viaggi al mare e il relax e divertimento che ti regalano, alcuni invece vogliono provare qualcosa di nuovo e sognano di partire verso lo spazio. Il bello è che ora si può fare.

SPAZIO, ultima frontiera: in arrivo le prime VACANZE tra le STELLE

Sembrava impossibile, invece i viaggi nello spazio per studiare ciò che ci circonda sono ormai quasi all’ordine del giorno, quello che però stupisce è che sembrerebbe che anche persone “comuni” ora possano partire “direzione spazio”.

# Arriva il turismo lunare

Credits: arksoft.it
Birra e relax sulla Luna

Il turismo lunare non è poi così una novità, già nel 2001 infatti 7 turisti hanno potuto viaggiare nello spazio e soggiornare nella Stazione Spaziale in orbita sulla Terra. Non sono stati però gli unici pionieri di questa nuova forma di turismo: un ingegnere americano della Microsoft, infatti, fece una vacanza spaziale per ben 2 volte, sia nel 2007 che nel 2009. Il prezzo del biglietto? Un po’ caro. I viaggi sono stati organizzati dalla società statunitense Space Adventure al costo di 20 milioni di dollari per una settimana.

Ma se questo potrebbe essere definito come un “semplice soggiorno” su una navicella spaziale, già nel 2017 alcuni avventurieri hanno affrontato un viaggio itinerante orbitando intorno alla Luna e pagando 150 milioni di dollari. Per fare una vacanza spaziale la condizione principale rimane l’essere ricchissimi, un turismo molto esclusivo, ma che da quest’anno sembra esserlo un po’ di meno.

# 3 nuovi progetti per viaggiare nello spazio

Credits: ermesverona.it
camera hotel nello spazio

Come scrive proiezionidiborsa.it  da quest’anno partiranno 3 nuovi progetti che offriranno viaggi spaziali: Inspiration4 porterà 4 cittadini in orbita dal 15 settembre, l’anno prossimo il progetto AX-1 manderà altre 3 persone nello spazio e, infine, rimane Yusaku Maezawa, il miliardario giapponese che ha reso la vacanza spaziale fruibile a tutti. Come?

Credits: magazine.impactscool.com
turismo spaziale

L’uomo è l’unico “civile” che nel 2018 è riuscito a prenotare un viaggio nel veicolo spaziale sviluppato da SpaceX. Un viaggio che dovrebbe partire nel 2023 con un equipaggio di artisti e creativi. Sì, perché chiunque non abbia risposto al post Twitter di Yusaku Maezawa entro il 14 marzo 2021, nel quale offriva un viaggio nello spazio ad artisti e a chiunque avesse idee creative, ha perso l’occasione di andare in vacanza sulla Luna gratis.

Se ti è sfuggita questa opportunità, non preoccuparti perché sembra che il turismo spaziale e lunare sia la nuova frontiera delle vacanze. Magari tra qualche anno si sorseggerà un cocktail non più vista mare, ma spazio e stelle.

Continua la lettura con: L’Italia sfida il MONDO: vuole essere la prima a portare INTERNET sulla LUNA

BEATRICE BARAZZETTI

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Il DELIVERY a casa ce lo porterà un ROBOT? Parte il test con la PIZZA

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Il primo robot che consegna a domicilio. Ecco dove. 

Il DELIVERY a casa ce lo porterà un ROBOT? Parte il test con la PIZZA

Credit: unilad

Immagina di ordinare una pizza, aprire la porta al fattorino e trovarti davanti… un robot. La catena Domino’s Pizza ha deciso di testare dei robot che senza alcun aiuto “umano” guidano e consegnano le pizze a domicilio. Ancora in Italia non possono circolare, ma in futuro potremo ricevere anche noi la pizza dai robot. Dove possono circolare e come funzionano?

# E’ Domino’s a lanciare il primo robot consegna pizze

Credit: tomshw.it

Come riporta Focus l’idea è partita da Domino’s che, in collaborazione con Nuro – azienda specializzata in robotica – ha creato il primo robot consegna pizze. R2, così è stato chiamato il futuristico fattorino, ha la capacità di guidare dalla pizzeria sino al domicilio e “consegnare” la pizza: una volta che l’ordine viene caricato, il carrello automatico parte per effettuare la consegna. Non tutti, ovviamente, possono aprire il robot e prelevare la pizza; una volta a destinazione il robot invia una notifica al cliente che potrà aprire gli sportelloni grazie ad un PIN, e ritirare la propria cena.

# Dalla pizza al gelato: sarà tutto a portata di robot?

Credit: motor1.com

Per il momento il robot può circolare solo in determinate fasce orarie – quelle meno trafficate – e ha un raggio d’azione piuttosto ristretto. L’autorizzazione ricevuta dal Dipartimento dei Trasporti infatti permette ai robot di fare consegne soltanto in alcuni quartieri di Houston, e solo per le pizze di Domino’s. Eppure l’azienda ha intenzione di continuare a studiare il servizio, per ampliarlo e perfezionarlo. «Abbiamo ancora molto da imparare sulle consegne completamente automatizzate: questo test ci permetterà di capire come i clienti reagiscono e interagiscono con il robot e come questi carrelli possono migliorare l’efficacia del nostro servizio», ha commentato Dannis Maloney, uno dei responsabili.

R2 è stato progettato per trasportare cibi sia caldi che freddi: gelato, sushi o pizza? Tra qualche anno sarà tutto a portata di robot.

Leggi anche: Il PRIMO AEROPORTO al mondo per AUTO VOLANTI

ROSITA GIULIANO

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La religione dell’informazione

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Film: L'Onda

Siamo bombardati da informazioni che ci arrivano come verità assolute, come dogmi. 

Per il metodo scientifico ogni affermazione è falsificabile, bisogna dimostrarla. Altrimenti è religione, è fede.
Noi abbiamo un rapporto con le informazioni che ci arrivano più simile a una religione, a cui bisogna credere per fede nei confronti dell’emittente o del tipo di informazione che ci arriva.

La soggettività si basa sulla falsificabilità dell’informazione. Se tu perdi la falsificabilità, ossia ricevi l’informazione in modo fideistico e assoluto, diventi oggetto passivo e ti trasformi in massa. La caratteristica della massa è quella di non avere una soggettività autonoma nei confronti dell’informazione.

Per mantenere una nostra soggettività e poter utilizzare le informazioni in modo funzionale alla nostra vita occorrerebbe adottare lo stesso principio della sperimentazione scientifica. Partire dalla regola della falsificabilità, ossia che tutte le informazioni potrebbero essere false e quindi devono essere verificate dal soggetto.
Ma come le possiamo verificare?

Per consuetudine la verifica che viene fatta dal fast checking è quella di verificare le fonti o confrontarle con altre informazioni. Ma questo non è un metodo scientifico.
La sperimentazione scientifica non consiste nel controllo delle fonti o della coerenza con altre ipotesi ancora da dimostrare, ma si basa sulla riproducibilità e sulla verifica sperimentale.

L’unico metodo di tipo scientifico per l’analisi delle informazioni è quello della reversibilità con la realtà del soggetto. Un’informazione è vera se è riproducibile e corrisponde con la realtà che vive la persone.

Se l’informazione invece non la si considera falsificabile ma la si prende come un assoluto o se non c’è corrispondenza con la realtà del soggetto significa trattarla come se fosse una rivelazione divina. A quel punto l’informazione non contribuisce allo sviluppo della razionalità ma struttura in obbedienza fideistica e superstiziosa che porta l’individuo ad annullarsi nella massa. 

Continua la lettura con: il mostro del compromesso

MILANO CITTA’ STATO

Copyright milanocittastato.it

Il nuovo concept: le CASE a forma di COZZA

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Credit: @ez_archimag

Nel mondo ci sono case a forma di qualsiasi cosa. Eppure questo progetto le batte tutte.

Il nuovo concept: le CASE a forma di COZZA

# La Shell House: le villette per famiglie

Credit: @24.arch.7

Lo studio di architettura e interior design K&B Partners con sede a Odessa, guidato da Kovtun Yuri e Burakov Egor, ha progettato “Shell House”.

L’idea di queste abitazioni è creare una sorta di centro ricreativo pensato per le famiglie, siano esse poco numerose ma anche formate da 4 o più persone.

La casa è realizzata principalmente in legno, sia nella base della struttura che nella decorazione.

Tutto il complesso avrà una dimensione di circa 20.000 metri quadri, creando un mondo tutto a sè dove poter vivere in tranquillità.

Queste case dalla forma originale sono infatti pensate per essere costruite vicino al mare a Koblevo, nella regione di Mykolaiv, in Ucraina.

E di che forma fare le case se sono vicino al mare? A forma di conchiglia!

# Una conchiglia molto speciale

Credit: @24.arch.7

Quando si pensa ad una casa a forma di conchiglia la nostra mente va diretta a quelle grandi conchiglie bianche da cui si può ascoltare l’eco del mare, eppure queste abitazioni non ricordano per niente quel tipo di conchiglia.

Il progetto di queste nuove case ha preso infatti ispirazione dalla cozza, un mollusco molto diffuso nella zona.

Il completamento della costruzione è previsto per la primavera del 2023.

Sul sito dello studio di architettura non ci sono ancora molte informazioni eppure queste case a forma di cozza stanno già facendo il giro dei social.

Chi di voi ci vivrebbe?

Fonti: amazingarchitecture.com

Continua la lettura con: La CASA STIVALE: 216 metri quadrati che calzano a MERAVIGLIA

ARIANNA BOTTINI

Leggi anche: Politica, le porte girevoli del Comune di Milano e gli 007 del real estate

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I POSTER pubblicitari da INDOSSARE quando PIOVE: arriveranno anche a Milano?

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Credit: greenme.it

Dal Belgio è arrivato un nuovo servizio “da indossare quando piove”. Di cosa si tratta?

I POSTER pubblicitari da INDOSSARE quando PIOVE: arriveranno anche a Milano?

# Da Bruxelles si apre un nuovo futuro per la mobilità

Credit: greenme.it

Una intelligente e decisamente utile operazione di marketing ha visto coinvolti Brussel Mobility, punto di riferimento per le strategie legate alla mobilità di Bruxelles e Mortierbrigade, un’agenzia indipendente di comunicazione che ha sede proprio nella capitale belga, nella quale operano le due menti creative del progetto: Camille Taillefer e Marie-Céline Debande.

Insieme hanno ideato un modo innovativo per riparare i ciclisti in caso di pioggia che sposa la sempre più crescente necessità di sviluppare una economia circolare fondamentale per il nostro futuro.

# Wear When Wet: i poncho impermeabili per la città

Credit: vimeo.com

 

Partendo da vecchi cartelloni pubblicitari per impianti rotanti, per intenderci quelli che hanno le varie pubblicità che ruotano all’interno di strutture con una doppia faccia espositiva protetta da vetro, hanno pensato di non gettarli ma di riutilizzarli, trasformandoli in poncho, completamente impermeabile dato che il supporto dei cartelloni è costituito da PVC, facilmente indossabili e utilissimi in caso di pioggia.

Sfruttando una parte delle strutture espositive dislocate in città questi poncho saranno a disposizione di chiunque ne abbia bisogno e avranno modo di dare una seconda vita a un materiale plastico che altrimenti finirebbe per gran parte in discarica. Su questi provvidenziali impermeabili è stato stampato lo slogan WWW, Wear When Wet, “da indossare quando piove”.

# Un servizio semplice da utilizzare ma con grandi benefici

Credit: greenme.it

Prendere un poncho è semplice: basta strappare un cartellone WWW e indossarlo con estrema facilità. Ovviamente nei dispenser dislocati per Bruxelles sono “caricati” molti poster così da poter soddisfare l’esigenza delle molte persone, ciclisti in primis, che vorranno utilizzare questo servizio. La campagna che incentiva l’utilizzo dei poncho è stata lanciata una sera prima di un giorno nel quale era prevista pioggia ed il successo è stato assicurato.

Elke Van den Brandt, ministro della Mobilità di Bruxelles, è entusiasta di questa iniziativa che permette di incrementare sensibilmente il numero dei ciclisti a totale beneficio del traffico cittadino. Un esempio sicuramente da copiare.

Continua la lettura con: Le 3 città più BIKE FRIENDLY d’Italia sono tutte nella stessa REGIONE

ROBERTO BINAGHI

Leggi anche: Pala Italia a Santa Giulia, il Comune di Milano potrà usare l’Arena olimpica 2 giorni l’anno

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Il LAGO “più bello d’Italia” che APPARE e SCOMPARE

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Credits: Val-Gardena.com

Si trova in Val Gardena, ma se non siete fortunati, non lo scoprirete mai. Si tratta del Lech de Ciampedel te Val, il lago visibile solo per poche settimane all’anno.  

Il LAGO “più bello d’Italia” che APPARE e SCOMPARE

Amo i laghi

Avete già appurato che mi piacciono i laghi. Nelle mie elucubrazioni degne del Touring Club—si, sto scherzando—i laghi appaiono spesso e volentieri. Il fatto è che per una come me, che il primo lago l’ha visto alle soglie dei trent’anni, non c’è niente di normale in questi specchi d’acqua azzurri, puliti, dalla stranissima consistenza non salmastra. Mi sono fatta prendere la mano, lo ammetto. Ma questa volta vi parlerò di un lago insolito.

Potrete andare a visitare le terre limitrofe e non trovarlo, oppure potreste imbattervi nelle sue acque inaspettatamente, a sorpresa. Si, perché questo lago è davvero speciale: appare solo poche settimane all’anno.

Credits: Val-Gardena.com

# Il segreto del “lago più bello d’Italia” che solo i fortunati possono ammirare

Sembra un nome da romanzo fantasy eppure, immersa in questa valle, tra prati lussureggianti e una splendida cornice rocciosa, nel cuore delle Dolomiti si nasconde un piccolo segreto che solo i più attenti riusciranno a scoprire. 

Credits: Val-Gardena.com

Qui, mentre il sole primaverile illumina la terra, appaiono laghi di un intenso azzurro, figli di ghiacci ormai disciolti dall’arrivo della bella stagione. Tra questi, il più bello d’Italia: il Lech de Ciampedel te Val. 

# Lech de Ciampadei te Val: il lago più bello ed etereo d’Italia

Probabilmente non è uno dei nomi più noti quando si parla di laghi italiani, e per un motivo: la sua particolarità sta proprio nella magia con la quale il lago, nato dal disgelo delle cime in primavera, appare sotto i raggi mattutini degli itinerari della Val Gardena, lontano dai percorsi turistici più battuti. 

Credits: Val-Gardena.com

Ammirarlo sotto la luce del mattino è un’esperienza incantevole con le sue acque rendono il lago una gemma di giada in piena valle. Da sempre avvolto nel mistero e circondato da magiche storie, la sua formazione avviene nel corso dei primi caldi primaverili, quando i ghiacci si sciolgono completamente fino a raggiungere la valle, incontrandosi proprio nel meraviglioso Lech de Ciampadel, che rimane visibile per alcune settimane tra maggio e giugno, per poi sparire fino al prossimo anno. 

# Per vederlo bisogna andare sul “prato che ride”

Non sembra strano, quindi, che questo lago rappresenti un evento per gli amanti delle Dolomiti: l’Associazione Turistica Selva Val Gardena infatti, organizza ogni anno escursioni guidate che portano i visitatori attraverso la valle del canyon, lunga sette chilometri, fino al prato disseminato di fiori noto come “Pra da rì” (Il prato che ride). 

Credits: Val-Gardena.com

Lungo la via, il Lech de Ciampadel, ma bisogna essere pronti per poter scattare una foto ricordo di questo posto unico e per niente scontato. 

Credits: Val-Gardena.com

E per tutti quelli che quest’anno non sono riusciti a vederlo, niente paura… Ci rivedremo l’anno prossimo.

Continua la lettura con: Il SENTIERO MAGICO tra gnomi e streghe nel PARCO di Monza

GIADA GRASSO 

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Il MISTERO dei 12 GATTI NERI sui tetti di Milano

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Credits: Semplicemente Milano di Andrea Cherchi

Sui tetti della Galleria Vittorio Emanuele II è nata una piccola colonia di felini, tutti dello stesso colore. Andiamo a scoprire come si sono stabiliti lassù nella testimonianza di Andrea Cherchi, il “fotografo di Milano”.

Il MISTERO dei 12 GATTI NERI sui tetti di Milano

# Due mici esploratori e un’anziana signora

Credits: Semplicemente Milano di Andrea Cherchi

Nascosti su altezze irraggiungibili agli occhi dei passanti, in pieno centro a Milano, vive felice un gruppo di 12 gatti neri. La loro storia inizia in una casa situata nei pressi della Galleria Vittorio Emanuele II, dove viveva un’anziana signora. La vecchina si occupava di due mici, entrambi completamente neri, i quali erano soliti esplorare con curiosità i tetti nei dintorni. Un giorno, però, la signora fu trasferita in una casa di riposo per essere accudita, ma i suoi amici felini rimasero lì.

Credits: Semplicemente Milano di Andrea Cherchi

# Adottati dagli abitanti di Milano

A loro, però, non andò troppo male. La coppia di gatti rimase a osservare Milano dall’alto e, con il passare di qualche anno, non sono neanche più i soli. Dopo aver dato alla luce una cucciolata, ora sono diventati una dozzina, tutti dello stesso colore della notte e abili camminatori delle altezze. La loro fortuna è l’amore che altre persone stanno continuando a dimostrargli, come gli addetti di hotel e bar nei dintorni. Tutti coloro che circolano nei piani alti della Galleria hanno la premura di offrire un pasto ai gatti ogni giorno.

Tuttavia, rimangono uno spettacolo riservato a pochi. Nella tranquillità, questo gruppo di mici ha trovato un suo posto nel mondo e continuano a vivere felici, proteggendo la città dall’alto.

Fonte: Pagina Facebook “Semplicemente Milano di Andrea Cherchi”

Continua a leggere con: La storia del VILLAGGIO salvato dai GATTI

Leggi anche: 2 giugno: il murale che celebra la Festa della Repubblica a Milano

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Il TRICOLORE è nato a REGGIO EMILIA

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Credits: primaonline.it tricolore

Non c’è persona che non sappia chi ha composto l’inno d’Italia, eppure è altrettanto difficile trovare qualcuno che, al contrario, conosca la storia dell’altro simbolo per eccellenza del nostro Paese. Da dove nasce il famoso Tricolore verde, bianco e rosso?

Il TRICOLORE è nato a REGGIO EMILIA

# Il 7 gennaio 1797 nacque il Tricolore

Credits: appuntiturismo.it
Sala del Tricolore Reggio Emilia

Reggio Emilia non è una città così conosciuta, o meglio, se ne conosce il nome ma meno le sue bellezze e la sua storia. Eppure il simbolo per eccellenza del “made in Italy”, soprattutto all’estero, è nato proprio qui, in questa città di medie dimensioni lungo la Via Emilia.

Il 7 gennaio 1797 le città di Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara decisero di costituire una repubblica propria, sotto la protezione di Napoleone Bonaparte. Si tratta della Repubblica Cispadana, la cui costituzione si ufficializzò proprio a Reggio Emilia durante una seduta nella Sala principale del Palazzo Comunale. L’aula, originariamente Sala del Congresso, fu subito rinominata come Sala del Tricolore.

# Verde, bianco e rosso

Bandiera italiana

Il verde, bianco e rosso della bandiera della Repubblica Cispadana in realtà erano in orizzontale. Ma perché proprio questi 3 colori? In questa storia compaiono anche la Lombardia e Milano. La Repubblica Cispadana, infatti, si avvalse anche degli eserciti della Lombardia, la cui Legione presentava stendardi di colore bianco, rosso e verde. Questo perché il bianco e il rosso erano già i colori dello stemma comunale di Milano, mentre il verde era quello delle uniformi della Guardia civica milanese. Leggende invece narrano che il verde ricordi i prati dell’Italia, il bianco le montagne e il rosso le vittime delle guerre.

# Reggio Emilia e il suo legame con la bandiera italiana

Credit: @museicivicire
Museo del Tricolore

Reggio Emilia è molto legata a questa storia motivo di orgoglio italiano, tanto che nel 2004 fu inaugurato un museo a proposito. Il Museo del Tricolore ricostruisce i fatti e espone alcune testimonianze importanti, quali una lettera di Ugo Foscolo dove omaggia il coraggio dei reggiani.

Fonti: appuntiturismo.it

Continua la lettura con: La BANDIERA di MILANO non è quella di GENOVA!

BEATRICE BARAZZETTI

Leggi anche: Personaggi famosi in politica: da Manzoni a Cicciolina, aspettando Fedez

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Il mostro del compromesso

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La chimera del compromesso

Il compromesso è una parola a due facce.
Nel mercato immobiliare prima della vendita vera e propria si fa un compromesso per vincolare le parti all’acquisto o alla vendita. In questo aspetto è positivo perché aiuta a gestire i rapporti tra le persone.

Un altro aspetto positivo è in una trattativa politica: quando ci sono posizioni distanti il compromesso consente di risolvere il problema accontentando tutti i contendenti.

Però il compromesso ha anche delle accezioni negative.

In ingegneria un elemento compromesso in una macchina rende inutilizzabile l’apparecchiatura. Compromesso in questo caso significa avariato, vuol dire che non ha più una sua piena funzionalità.

Questo vale anche dal punto vista morale. Una persona compromessa è una persona che ha attentato alla sua integrità per raggiungere degli scopi pregiudicando così i suoi principi e il suo valore fondante.

Il compromesso è positivo quando riesce a conciliare posizioni diverse, è negativo quando va a minare l’integrità di qualcosa o di una persona nella sua funzionalità.
Se hai una cosa, un’idea o una posizione che funziona perfettamente, in generale quando si mira all’eccellenza il compromesso va evitato perché determina una corruzione e può rivelarsi distruttivo.

Mettendo insieme parti diverse e idee diverse si può creare un mostro.
Come spesso accade nella legislazione italiana che assomiglia più a un mostro tentacolare che a processi atti a migliorare la qualità della vita.

Continua la lettura con: La politica senza fine

MILANO CITTA’ STATO 

Il TORO ha PERSO gli ATTRIBUTI: porterà sempre fortuna?

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Credits Andrea Cherchi - Toro in Galleria

Il toro in Galleria Vittorio Emanuele II ha perso la sua “virilità”. Ecco il motivo di questa fine “ingloriosa” documentata dal grande fotografo di Milano, Andrea Cherchi. 

Il TORO ha PERSO gli ATTRIBUTI: porterà sempre fortuna?

# La leggenda degli “attributi” portafortuna

Credits Andrea Cherchi – Toro in Galleria

“Inutile che facciate i vostri giri sugli attributi del toro della Galleria … Non può portarvi più fortuna perché gli attributi non ci sono più“, scrive Andrea Cherchi sul suo profilo Facebook.

Gli attributi del toro in Galleria Vittorio Emanuele II sono scomparsi. In realtà è un fenomeno che si ripete ciclicamente, non rimane che attendere come al solito il ripristino delle tessere di mosaico consumate. Ma perché gli attributi fanno sempre questa fine? La colpa è da ascrivere ai migliaia di turisti che li schiacciano come portafortuna.

Secondo la leggenda porre il piede sopra gli attributi e compiere una rotazione ad occhi chiusi, facendo perno sul piede, porterebbe fortuna. Ci sarebbe però una condizione da rispettare: la rotazione di 360° va fatta solo con il tallone del piede destro sui testicoli del toro e solo alle ore 24 del 31 dicembre.

Leggi anche: La verità sul toro portafortuna

# Cosa simboleggia veramente il toro 

Come detto però si tratta solo di una leggenda e va anche ricordato che il toro raffigurato sul pavimento della Galleria non simboleggia l’animale in sé. In corrispondenza dell’ottagono centrale infatti, attorno allo stemma di Casa Savoia, sono raffigurati gli stemmi di tutte le città che sono state capitali del Regno d’Italia: lo scudo crociato per Milano, il giglio per Firenze, la lupa per Roma e il toro per Torino.

Schiacciare le palle del toro è una tradizione secolare di sfregio di Milano nei confronti di una casata che si è macchiata di uno storico tradimento. 

Continua la lettura con: Carlo Cattaneo contro i Savoia

FABIO MARCOMIN

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🛑 A MILANO la “Saxa Rubra del Nord”. Ma i candidati sindaco di ROMA dicono NO

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Torna a Milano una delle sedi storiche della RAI. Tornerà il messaggio che le annunciatrici declamavano, con orgoglio: «va ora in onda, dagli studi della Fiera di Milano». Tutti d’accordo? Per niente. Da Roma si alza la voce di tutti i principali candidati sindaco contro la “Saxa Rubra del Nord”. 

A MILANO la “Saxa Rubra del Nord”. Ma i candidati sindaco di ROMA dicono NO

Il CDA della RAI, ha approvato lo studio di fattibilità per la creazione di un maxi centro di produzione TV di proprietà, a Milano. La zona scelta è l’area del Portello, ex Fiera di Milano, luogo presso cui la RAI già possedeva dei gloriosi studi dai quali sono andati in onda programmi che hanno fatto la storia della TV pubblica italiana.

# L’ok alla realizzazione della nuova sede

Credits: milanopost.it

Scade infatti nel 2025 il contratto di affitto che concede alla RAI l’uso degli studi che si trovano in Via Mecenate e, dopo una discussione che è sembrata eterna, è arrivato finalmente l’ok alla realizzazione della nuova sede. Il piano prevede anche un ridimensionamento dell’attuale sede di Corso Sempione. Soprattutto appare un riavvicinamento tra la sede e il centro di produzione, che logisticamente renderà più efficiente la macchina RAI a Milano

# L’esultanza delle Istituzioni milanesi

Per i lettori più giovani di Milano Città Stato, questo annuncio potrà sembrare un fatto normale, come in effetti lo è. La RAI ha oltre 20 sedi regionali, eppure senza una ragione plausibile, la produzione TV è stata centralizzata tutta a Roma, a Saxa Rubra, dimenticando completamente ogni creatività o esigenza territoriale.
Per chi invece ha conosciuto gli anni d’oro della RAI, che ha vissuto il grande contributo dato alla qualità dei programmi RAI dalle sedi periferiche – soprattutto Milano, Torino e Napoli – questa è una buona notizia.

Beppe Sala e Attilio Fontana, nei giorni appena passati, hanno commentato la notizia con grande entusiasmo. «Ora tutti al lavoro per realizzare il progetto» ha esclamato Sala. «La Lombardia e Milano, punti di riferimento nazionali dell’informazione e della comunicazione, meritano questo riconoscimento, atteso da troppo tempo» ha commentato Fontana.
Milano è la città dove è nata e cresciuta l’industria della carta stampata, quella dove il giornalismo era al servizio della comunità, non solo del capoluogo lombardo. L’annuncio del CDA della RAI è una notizia dal sapore moderno, che trasversalmente dovrebbe accontentare tutta la comunità, indipendentemente dall’appartenenza politica, della campagna elettorale imminente, o della voglia di rivalsa dopo un periodo difficile. Va accolta bene, affrontata con i migliori auspici e con la voglia di far bene

# I candidati sindaco di Roma, divisi su tutto, uniti solo su una cosa: far la guerra a Milano

Tutti e tre i candidati sindaci della capitale, Raggi, Gualtieri e Calenda, si sono espressi in termini tipicamente “romanocentrici”. La loro avversità si esprime infatti contro una “Saxa Rubra del Nord”, temendo che una decentralizzazione verso Milano possa snaturare la “centralità” di Roma per la TV di stato.

Impossibile non notare il ricorso allo squallido linguaggio secolare, ai limiti della legalità, che viene usato per mettere in chiaro fin da subito, quali sono le priorità di questo paese: il ricorso al “campanilismo” per dividere le posizioni e utilizzare la centralità di Roma come un vantaggio.

# Morelli: è il PD a soffiare sul fuoco 

Alessandro Morelli, vice ministro alle Infrastrutture del governo Draghi, accusa il PD romano di essere «mandante del ritardo su trasferimento della sede regionale RAI da Via Mecenate al Portello», accusando direttamente Roberto Gualtieri ex ministro dell’Economia ed oggi candidato sindaco a Roma. Morelli continua dicendo che «I dem e il loro candidato non si accorgono che lo spostamento della sede rappresenta un ingente risparmio per i conti RAI, con la nuova sede la RAI in Lombardia può puntare ai canali in lingua inglese e al corretto sviluppo delle piattaforme web».

Filippo Barberis, capogruppo PD a Milano, prova a smorzare le polemiche, assicurando che «non vi sarà alcuno scippo, chiediamo solo che si dia seguito a quanto discusso e deliberato in CDA»

# Milano occasione di rilancio per una TV di Stato troppo provinciale

I lavoratori RAI, che avrebbero potuto esporsi con un comunicato ufficiale, sono rimasti in silenzio, ancora non si sono espressi. Si espone per loro la politica, quella in corsa per la città.

Alla RAI tutta, ai suoi dirigenti e lavoratori, chiediamo un atto coraggioso: prendere atto che la “centralità” di Saxa Rubra ha determinato il progressivo deterioramento della qualità offerta dalla TV di stato e che, aprendo più sedi regionali e dando loro opportunità di budget e idee, porterà giovamento all’azienda, perché la concorrenza tra roma e Milano è destinata a far migliorare prodotti, persone e anche gli stessi spettatori.
Se non ne sono convinti, li invitiamo ad aprire le cineteche e a controllare i dati dello share quando in Italia andavano in onda programmi prodotti in tutta Italia. Non è una semplice operazione nostalgia: la TV pubblica, in quanto tale, ha il dovere di stimolare la ripresa del paese. E per farlo, deve aprire alla decentalizzazione, spingerla, farne una tendenza vincente.

Ed è come annunciato da Alessandro Morelli: questa decisione del CDA RAI, deve essere il trampolino della TV pubblica per aumentare la sua internazionalità, per sfruttare la capacità milanese di afferrare le nuove tendenze, intercettarle e dare finalmente sfogo all’uso delle nuove tecnologie, per un futuro miglio dell’azienda RAI e delle altre 20 sedi regionali.

Continua la lettura con: La televisione italiana è nata a Milano 

LAURA LIONTI 

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Le 3 città più BIKE FRIENDLY d’Italia sono tutte nella stessa REGIONE

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Credits: ferraraterraeacqua.it

In occasione della Giornata Mondiale della Bicicletta, il sito Holidu, dedicato alle case vacanza, ha deciso di stilare una classifica a tema. Si è chiesto quali fossero le città italiane con la più alta densità di piste ciclabili, confrontando i dati su Google OpenStreetMaps. Il risultato ha consacrato nel podio tre realtà emiliane, ma con un totale di sei tra le prime dieci. Tra le altre, troviamo Piacenza, Parma e Forlì rispettivamente al sesto, settimo e ottavo posto in classifica.

Le 3 città più BIKE FRIENDLY d’Italia sono tutte nella stessa REGIONE

# Terzo posto: Modena

Credits: girolibero.it

La medaglia di bronzo va a Modena, la quale dispone di 1,07 metri di pista ciclabile per abitante, per un totale di 198,34 km. Un altro risultato sorprendente per la città è il primato per il numero complessivo di piste ciclabili, seguita subito dopo da Milano. Inoltre, sono presenti servizi di bike sharing, “C’entro in bici” e “Moovas Tribe”, che mettono a disposizioni ben 50 biciclette e si possono prendere in prestito semplicemente tramite un’applicazione su smartphone. Tra i numerosi percorsi, spicca in bellezza la Via dei Ciliegi, che si estende da Vignola a Marano sul Panaro. Questa pista è circondata da alberi di ciliegio, i quali offrono uno spettacolo unico con la loro fioritura in primavera.

# Secondo posto: Reggio-Emilia

Credits: viaggi.nanopress.it

Il secondo posto se lo aggiudica Reggio-Emilia, che si porta a ben 1,13 metri di pista per abitante, con 194,53 km di estensione totale ma una densità di popolazione diversa dalla precedente. Ancora più spazio per gli amanti del cicloturismo, dunque, che possono utilizzare il proprio mezzo o affittarlo con il servizio Bicittà, con 1,50 € l’ora o con abbonamenti mensili e annuali. Da segnalare, tra i tratti più suggestivi, quello che parte dalla casa natale di Ludovico Ariosto e finisce alla Reggia di Rivalta.

# Primo posto: Ferrara

Credits: ferraraterraeacqua.it

Al gradino più alto del podio si posiziona Ferrara, la quale ha 150,29 km di piste ciclabili che, però, corrispondono a 1,14m per abitante. Questa città non ha solo piste lunghe e piacevoli da attraversare, ma anche moltissimi punti di noleggio e bike sharing dove chiunque può salire in sella in qualsiasi momento. Uno dei percorsi più affascinanti è sicuramente quello che abbraccia il centro storico della città, il quale si estende per ben 9 km. Si può partire dal centro, attraversando corso Ercole I d’Este, per iniziare il giro intorno alle mura cittadine in piena sicurezza e circondati dalla natura.

Fonte: cyclingnotes.it

Continua a leggere con: La regione dove si mangia meglio è l’Emilia

MATTEO GUARDABASSI

Leggi anche: Quando finisce la scuola: le date regione per regione

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Inaugurate le TERME più BELLE del mondo

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credit: siviaggia.it

Inaugurate la primavera del 2021 quelle che sono state definite “le terme più belle al mondo”. Ma dove?

In arrivo le TERME più BELLE del mondo

Quando ci si rilassa il mondo attorno ci appare più bello. Chissà come sarebbe rilassarsi in un posto che più bello di così non potrebbe essere. Questa primavera sono state inaugurate delle terme posizionate tra le acque dell’oceano e un cielo fiabesco che, se fortunati, viene colorato dalle luci dell’Aurora Boreale. La vera domanda ora è: dove? Scopriamolo insieme.

# La Sky Lagoon: dove l’oceano incontra il tetto più bello al mondo

credit: siviaggia.it

Le terme Sky Lagoon si trovano nel cuore dell’oceano Atlantico e sono già definite la piscina geotermica più bella del mondo. La posizione strategica in cui sono state progettate offre la possibilità di godere di un panorama mozzafiato, attorniate dall’oceano Atlantico e coperte dal tetto più bello al mondo: il cielo d’Islanda. E’ qui infatti che si trovano queste spettacolari terme, inaugurate nella primavera 2021 vicino Reykjavik.

# Progettata dall’uomo ma il vero relax è offerto dalla natura

credit: siviaggia.it

La struttura è stata progettata da Pursuit e si trova più precisamente nel porto di Kársnes, Kópavogur. Ancora prima di venire inaugurata già le immagini hanno iniziato a circolare, lasciando immaginare il relax che offre grazie alla natura che la circonda. Il calore delle acque termali contrasta le fredde temperature islandesi, per non parlare della fortuna di poter godere di un’idromassaggio con lo sguardo fisso sullo strabiliante fenomeno celeste dell’Aurora Boreale, circondati dai profumi e dai suono oceanici.

# Una laguna di 70 metri, senza soluzione di continuità con l’oceano

credit: siviaggia.it

Le dimensioni di questa laguna sono di circa 70 metri d’ampiezza ma lo spazio sembra non avere una vera fine, grazie al bordo a sfioro che dà la sensazione di trovarsi nell’oceano, senza soluzione di continuità. Infatti anche se non si ha la fortuna di osservare l’Aurora Boreale, il relax è assicurato. L’obiettivo principale della struttura è quello di offrire una totale immersione panica, connettendo mente, corpo e ovviamente la natura.

La Sky Lagoon si prepara a diventare una delle mete turistiche più ambite dell’Islanda. Immaginate di sorseggiare un fresco drink in una rilassante piscina termale, circondati dai rumori dell’oceano e sovrastati dai colori di un tramonto islandese… ora accendete il computer e guardate i voli per l’Islanda. Se non potrete raggiungere la Sky Lagoon non temete, inserite la laguna nella vostra wish list e preparatevi a rilassarvi nelle terme fiabesche che verranno ultimate a Milano entro il 2022.

Continua la lettura con: Milano avrà delle TERME FIABESCHE

ROSITA GIULIANO

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La magia di ALLEGHE: il borgo INCANTATO che si specchia nel LAGO

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Credits: @visitveneto IG

Ai piedi del maestoso Monte Civetta sorge un grazioso paesino di montagna inserito in un contesto naturale unico e straordinario, tra le Dolomiti venete: oggi vi faccio scoprire Alleghe e la sua magia.

La magia di ALLEGHE: il borgo INCANTATO che si specchia nel LAGO

Alleghe è un suggestivo paese alpino collocato a quota 1000 metri, incastonato in posizione panoramica tra le meravigliose vette delle Dolomiti, Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO.

Alleghe si trova sulla riva dell’omonimo ed affascinante lago, ai piedi della maestosa parete nord-ovest del Monte Civetta (3220 m).

# L’Architettura ad Alleghe: tra il gotico e l’ottomano

Quando si raggiunge la regione dolomitica, non possono di certo passare inosservate le sue abitazioni caratteristiche. La costruzione di singolo edificio, infatti, nel corso del tempo cambia le sue modalità, in base alle caratteristiche del terreno e ai materiali a disposizione in quel preciso momento.

Tra le vie di Alleghe convivono tracce di architetture e culture gotiche, della Repubblica di Venezia e degli antichi fienili, i tabià.

Credits: @dolomiti.org – Tipico tabià della zona dolomitica

Particolare per quanto riguarda l’architettura è Bramezza, una frazione del comune di Rocca Pietore, a 1452 metri d’altezza. Il paesino sovrasta Alleghe e il suo lago, con una vista spettacolare sul Monte Civetta. Qui si trovano abitazioni con camini che richiamano lo stile ottomano, arrivate intatte fino ad oggi dai tempi della Repubblica di Venezia.

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Credits: @comune.roccapietore.bl.it – Vista panoramica di Bramezza e Alleghe

Testimonianze storiche narrano che, probabilmente dopo la battaglia di Lepanto del 1571, la Repubblica Serenissima abbia mandato nella zona dei prigionieri di guerra turchi. Questi prigionieri erano sfruttati nella produzione di carbone per alimentare i forni fusori dell’Agordino e per farli lavorare in miniera. 

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Credits: @comune.roccapietore.bl.it – Case in stile ottomano a Bramezza

La presenza di prigionieri turchi nelle zone di Bramezza, Caracoi e Santa Maria delle Grazie sembrerebbe confermata anche dal toponomio “Caracoi”, villaggio posto sotto Bramezza: impossibile non notare una certa somiglianza con il turco “Kara Kˆy”, ovvero “villaggio nero”.

Credits: @comune.roccapietore.bl.it – Case in stile ottomano a Bramezza

# Alleghe d’inverno: discesa, sci d’alpinismo, ciaspole e freeride

Alleghe è una delle stazioni sciistiche dello Ski Civetta. Fa parte del prestigioso Dolomiti SuperSki, il carosello sciistico più grande del mondo, con oltre 1250 chilometri di piste e 450 impianti di risalita.

montepelmo.skicivetta

Ma ad Alleghe, chi non vuole fare la “solita” discesa, può cimentarsi in attività fuori dal comune.

Credits: @alleghefunivie.com – Freeride ad Alleghe
 

Alle pendici del Monte Civetta si snodano infatti innumerevoli percorsi dedicati agli amanti dello sci d’alpinismo: un connubio tra lo sci vero e proprio e l’alpinismo. L’utilizzo di sci opportuni e pelli di foca permette di muoversi in montagna durante l’inverno sia in salita che in discesa. Uno sport che permette di vivere la natura a stretto contatto e  di godere di panorami mozzafiato unendo la passione per lo sci a quella per l’alpinismo.

Il freeride è invece una delle offerte di Alleghe per i sciatori più esigenti. Un nuovo modo di pensare e interpretare gli spazi naturali offerti dalle Dolomiti. Sciare in totale libertà, lontano dalle piste affollate, e mettere alla prova il proprio stile e le proprie capacità tecniche lanciandosi in discese mozzafiato.

Innumerevoli, infine, i percorsi offerti da Alleghe e i suoi dintorni per quanto riguarda le escursioni con le ciaspole, (le racchette da neve), uno dei modi migliori per godere dei suggestivi panorami invernali che ci offrono le Dolomiti: camminare tra i boschi innevati, nel silenzio ovattato tipico dell’inverno e della natura incontaminata regala sempre un’esperienza indimenticabile.

# Alleghe d’estate

Credits: @alleghefunivie.com – Il maestoso Monte Civetta

Non smetterò mai di dirvi quanto sia bella la montagna, ma soprattutto le Dolomiti. E se d’inverno gli amanti dello sci trovano da queste parti il loro paradiso terrestre, nella stagione calda non si può negare quanto sia entusiasmante arrivare quassù e decidere cosa fare.

Le proposte sono molteplici e, mentre lo sguardo si perde all’orizzonte, si può scegliere tra:

  • escursioni: ad Alleghe e nei suoi dintorni, la scelta per le passeggiate estive è molto vasta. Dalle semplici passeggiate a fondovalle, ideali per le famiglie, alle escursioni in alta quota per escursionisti esperti, ma sempre nel cuore delle Dolomiti, al cospetto del Civetta. Ce n’è per tutti i gusti e per tutti i livelli di difficoltà.
  • mountain bike: Passo Pordoi e Giau diranno molto ai followers del Giro d’Italia. Per chi è allenato, i passi da visitare da queste parti non mancano. Chi ama le fat bike, qui troverà pane per i suoi denti, sia nel fondovalle che nei sentieri di alta quota. Grazie agli impianti di risalita funzionanti anche d’estate e adatti al trasporto bici sarà più facile raggiungere le vette.
  • arrampicata: Il monte Civetta è la meta ideale per tutti gli amanti dell’arrampicata.
    Alleghe rappresenta un punto di partenza ideale per percorrere alcune tra le più belle vie attrezzate delle Dolomiti.
    La ferrata degli Alleghesi, che permette di raggiungere dal versante orientale la cima del Monte Civetta (3.218 m),  è forse la più nota: un percorso impegnativo, che regala però scenari e panorami indimenticabili.

    E ancora vie ferrate, nordic walking, trail running

  • il Civetta Adventure Park: un parco avventura costruito sugli alberi, formato da percorsi di diversa difficoltà sospesi nel vuoto
  • La ZipLine a San Tomaso Agordino, la più alta delle Dolomiti!
    Una discesa mozzafiato sul  percorso a fune di 1,6 km, agganciati ad un cavo a ben 160 metri di altezza. In totale sicurezza si possono ammirare dall’alto la vallata Agordina e le splendide cime Dolomitiche che si affacciano sulla valle

    Credits: @dolomiti.org – Punto di partenza della Zip Line di San Tomaso Agordino

# Il lago di Alleghe e la leggenda del campanile sommerso

Nella notte dell’11 gennaio 1771, Alleghe fu colpita da una calamità naturale particolarmente rilevante.

Credits: @dolomiti.org – Il lago di Alleghe
Un’enorme frana si staccò dal monte Piz e crollando a valle, ostruì il corso del fiume Cordevole che scorreva lungo la valle.
Le rocce e il materiale franoso si depositarono in corrispondenza dell’attuale abitato di Masaré, impedendo alle acque di defluire a valle. Questo diede vita ad un bacino naturale.
La leggenda narra che la chiesa di Alleghe fu distrutta in parte e che il campanile crollò a causa dell’ondata d’acqua che raggiunse il paese.
Le campane furono sommerse, scomparendo negli abissi del lago. Ad oggi si racconta che nelle giornate in cui le acque sono pulite si possa vedere la punta del campanile sommerso. In realtà dei documenti attestano che solo gran parte della chiesa venne distrutta e che il campanile rimase intatto.

Continua la lettura con: I 10 PANORAMI delle Dolomiti che non si possono perdere

LUCIO BARDELLE

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🛑 MILANO-PAVIA diventerà una TRENOPOLITANA

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Credits: youpavia - S13 Milano Pavia

Un progetto atteso da anni che potrà procedere in maniera più spedita grazie al Recovery Plan e al commissariamento. Prevista anche una nuova stazione a Pavia. Ecco quando verranno realizzati i 4 binari lungo tutto il tracciato che consentiranno di trasformare il percorso consentendo una corsa ogni 15 minuti.

MILANO-PAVIA diventerà una TRENOPOLITANA

# Il commissariamento dell’opera per accelerare i lavori

Credits: oltrepolombardo.com – Trenord

Il governo ha inserito l’infrastruttura ferroviaria, il quadruplicamento della linea Milano Rogoredo-Locate-Pieve, tra quelle da commissariare. I fondi per la realizzazione del quadruplicamento arriveranno dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, i primi 250 milioni di euro per la realizzazione del primo lotto Milano Rogoredo–Pieve Emanuele erano arrivati con il precedente governo, ma la conclusione dei lavori dovrà avvenire entro il 2026 pena la perdita delle risorse assegnate.

Il commissariamento servirà quindi per dare un’accelerazione alla realizzazione dell’opera attesa da anni, visti i diversi mesi di ritardo registrati sul cronoprogramma iniziale. 

Leggi anche: Da Roma DOCCIA FREDDA sulla Milano – Genova: NIENTE RECOVERY FUND per il Terzo Valico

# Con il quadruplicamento saranno dimezzati i tempi di percorrenza: ci sarà un treno ogni 15 minuti

Credits: RFI – Quadruplicamento Milano Pavia

Il quadruplicamento fra Milano e Pieve e successivamente da Pieve a Pavia consentirà un dimezzamento dei tempi di percorrenza dei treni dagli attuali 30 a 15 minuti. La realizzazione di questa infrastruttura avrà una ricaduta positiva su Milano e i comuni a sud, Pieve Emanuele, Locate, Opera e Lacchiarella oltre che del pavese Pavese.

Il percorso di 28,6 chilometri dell’attuale linea S13 verrà suddiviso in due lotti funzionali: il primo da Milano Rogoredo e a Pieve Emanuele di 11 chilometri e il secondo da Pieve Emanuele fino a Pavia per i restanti 18,6. Entro il 2024 il primo lotto fino a Pieve Emanuele. Il secondo lotto con orizzonte 2030.

Nuova Stazione Pavia Nord

Tra le opere previste anche la costruzione di una nuova stazione, Pavia Nord, per un costo complessivo di tutto il progetto che ammonta a 900 milioni di euro. Tra i vantaggi la riduzione del traffico su gomma, il miglioramento della qualità della vita, dell’ambiente e della salute per i residenti. 

Fonte: Il Giorno

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FABIO MARCOMIN

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🛑 Oggi il CAFFE’ è GRATIS nei bar di MILANO: ecco quali

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Credit: milanoevents.it

Nel giorno in cui si festeggia il ritorno del caffè al banco, oggi lo si può prendere gratis. Quali bar di Milano aderiscono all’iniziativa?

Oggi il CAFFE’ è GRATIS nei bar di MILANO: ecco quali

Da oggi in tutti i bar e ristoranti si potrà consumare non solo all’esterno e per festeggiare questa “riconquista” della normalità, Illy ha deciso di celebrare questo giorno – si spera di rinascita – con l’iniziativa RipARTiAMO. Caffè gratis per tutti, ma dove?

# Torna il caffè al banco… e per oggi è gratis: dove?

Credit: milanotoday.it

“L’espresso sarà offerto negli Illy Caffè e in tutti i bar partner aderenti all’iniziativa”, che servirà per onorare “il rito dell’espresso al bar, a cui in questi mesi abbiamo dovuto rinunciare”. I bar che hanno aderito a RipARTiAMO sono oltre 3.000 in tutta Italia e moltissimi sono meneghini. Per sapere quali bar oggi daranno caffè gratis basta semplicemente scaricare l’applicazione di Illy in cui sono visibili tutti i bar aderenti.

# Un gesto di solidarietà per i 50mila bar a rischio

Credit: milanoevents.it

Per l’azienda triestina questo vuole essere, oltre che una celebrazione per la riapertura, un gesto di solidarietà verso tutte quelle attività che stanno riaprendo a fatica: secondo i dati analizzati da Illy, infatti, sarebbero 50mila i bar e i ristoranti a rischio fallimento.

Massimiliano Pogliani, amministratore delegato di illycaffè, ha commentato l’iniziativa così: “RipARTiAMO vuole essere un messaggio di speranza per guardare con fiducia al futuro, dopo 15 mesi di restrizioni, con le gravi difficoltà che la pandemia ha causato al mondo del bar, in uno scenario che mutava di settimana in settimana, finalmente riapre il servizio all’interno dei locali, riprende vita il consumo del caffè al banco, una tradizione legata alla meraviglia e all’aroma dell’espresso.

Oggi prendere un caffè al bar sarà un piacere gratuito ma anche una dimostrazione di vicinanza al mondo del bar.

Fonti: Milano Today , Agrodolce

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ROSITA GIULIANO

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Con la nuova TORRE si trasformerà l’area attorno a PIAZZA TRENTO

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Veduta Torre Faro da sud
Scalo di Porta Romana sarà protagonista di una operazione di riqualificazione dell’area al punto che sarà difficile riconoscerla alla fine degli interventi. Uno dei centro focali di questa trasformazione sarà piazza Trento. 

Con la nuova TORRE si trasforma l’area attorno a PIAZZA TRENTO

La nuova torre che illuminerà la parte Sud di Milano

Credits: fanpage.it – Torre Faro A2A

Da qualche anno diverse società, prima fra tutte il Gruppo Prada, hanno implementato o trasferito la loro sede in questa zona di Milano dove a breve sorgerà il nuovo Villaggio Olimpico e la Torre Faro, futura sede della A2A, un grattacielo avveniristico che porta la firma Citterio-Viel.

Lo studio ha già collaborato per la costruzione delle nuova sede Fastweb e la prospiciente piazza Olivetti, sempre in zona 5.

Ponte ciclopedonale ancora in stand by

Credits: Urbanfile – Cascata acqua

Il progetto inizialmente raccontava di un’area fitness sul terrazzamento dell’ultimo piano, di un grande laghetto ai piedi della torre, di un ponte ciclo pedonabile per lo scavalcamento del trafficato viale Isonzo e di una Piazza Trento completamente rivisitata. Di tutto questo è momentaneamente accantonata la passerella per ciclisti e pedoni in attesa di conoscere il reale sviluppo di tutto lo scalo di Porta Romana e della relativa Foresta Sospesa, un ponte che scavalla i binari connettendo le due parti dello scalo. Per il resto si è prevista la cancellazione a vantaggio di altri progetti.

La trasformazione della zona attorno a piazza Trento

Veduta Torre Faro da Viale Toscana

In primis ci sarà il coinvolgimento dell’intera via Crema che parte dalla piazza per giungere in prossimità di Piazzale Medaglie d’Oro. La via avrà un grande implemento pedonale specie in prossimità della chiesa. Non è chiaro quale destino è previsto per le strutture che coprono le ex vasche di raffreddamento della centrale energetica. Il tetto della torre, 145 metri di altezza dal suolo, diventerà un’area verde con piantumazione e posti a sedere. Il laghetto scompare per dare maggiore spazio all’area pedonale che, collegata con tutta la nuova area pedonale dello Scalo Romana, formerà un una zona ciclo pedalabile di grandissima ampiezza. Quello che preoccupa i residenti sarà la carenza cronica di parcheggi considerando le migliaia di persone che si aggiungeranno a quelle già residenti o che frequentano la zona per questioni lavorative e che sono già state private di centinaia e centinaia di parcheggi a ridosso dello scalo.

Le nuove vasche

Grattacielo A2A

La torre si affiancherà alle storiche costruzioni della A2A, una volta caratterizzate dalle grandi vasche di raffreddamento che erano visibili in Piazza Trento e che diventavano, per i più coraggiosi ma anche incoscienti, un valido rimedio alla canicola milanese. Questa cintura milanese era caratterizzata da insediamenti industriali, vedi la OM e la sua produzione di semiassi in zona via Spadolini o di alcuni mulini di macinazione che usufruivano dello scalo ferroviario per trasportare la merce e che sono stati trasformati uno nell’hotel Visconti Palace e l’altro nel condominio di piazza Trento proprio di fronte alla futura Torre. Questo perché la zona era considerata una parte esterna oltre la quale c’erano periferia e campi coltivati. Ora che la riqualificazione è partita c’è solo da confrontarsi con i comitati di quartiere per risolvere il problema legato alla viabilità e, soprattutto, ai parcheggi che mancano cronicamente.

Luce nuova in tutto il quartiere, questo si attende con la costruzione della nuova torre. Sarà così?

Continua la lettura con: torre A2a

ROBERTO BINAGHI

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🛑 Al via i LAVORI per il più GRANDE STUDENTATO di Milano: ecco come sarà

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Credits: askanews.it Rendering nuovo CampusX

Sarà pronto nel 2023, ma per ora partono i lavori. Campus X sarà il campus universitario più grande di Milano e secondo in Italia solo dopo quello di Roma Tor Vergata. Con un approccio sostenibile e internazionale, ecco come sarà il nuovo studentato.

Al via i LAVORI per il più GRANDE STUDENTATO di Milano: ecco come sarà

# 26.500 mq di campus universitario in Bovisa

Credits: milanotoday.it
Rendering appartamenti CampusX

Il nuovo student housing sarà costruito in zona Bovisa e servirà il Politecnico di Milano-Campus Bovisa La Masa e il nuovo polo dell’Università degli Studi di Milano all’interno di MIND. 26 500mq con 948 camere per 1092 posti letto destinati non solo a studenti, ma anche a ricercatori e young professionals.

Nato da un’iniziativa di Juri Camoni tramite la Holding A-thena, il progetto sarà guidato da un team di professionisti capitanati dal professore Marco Facchini, docente del Politecnico. Sarà l’unico campus universitario italiano ad aggiudicarsi la certificazione LEED Gold (Leadership in Energy and Environmental Design), premiando quindi l’efficienza energetica e l’impronta ecologica dell’edificio. Alla base di CampusX c’è, infatti, un’attenzione particolare alla sostenibilità, ottenuta anche grazie agli elementi tecnologici e costruttivi che rendono l’immobile sostenibile.

# Non solo appartamenti: aree verdi, giardini pensili e spazi per lo sport

Credits: milanotoday.it
Rendering aree sport CampusX

In un’ottica internazionale, CampusX non sarà costituito da semplici appartamenti ma attorno ad essi saranno realizzati aree verdi, attrezzature sportive, giardini pensili, cucine, aree ricreative e aule studio. Come ogni residenza universitaria, i prezzi non saranno per nulla alti e coerenti con la politica aziendale di CX. Come CX Place Rome Tor Vergata, anche lo student housing milanese sarà realizzato da CX e il suo progetto confermerà “i valori del brand basati sull’offerta a prezzi sostenibili di spazi moderni e funzionali dove favorire la nascita di community di giovani di diverse estrazioni culturali e sociali”, come riporta il CEO aziendale Samuele Annibali.

Inoltre, la CX punta in alto. CampusX di Milano Bovisa non sarà l’unico student housing in costruzione, ma ce ne sono in programma altri 2. L’obiettivo dell’azienda è, infatti, quello di raggiungere i 10 000 posti letto entro il 2025.

Fonti: milanotoday.it

Continua la lettura con: Le UNIVERSITÀ più BELLE del MONDO. Una è in ITALIA (foto)

BEATRICE BARAZZETTI

Leggi anche: Crisi economica post Covid nelle vie dello shopping di Milano: il cimitero dei negozi

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Se a Milano ci fosse il MARE, sarebbe così

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Si dice spesso che se Milano avesse il mare sarebbe perfetta. Una eventuale che sembra potrebbe accadere con lo scioglimenti dei ghiacciai. Abbiamo provato a immaginare come potrebbe essere, in questi 7+1 punti. 

scioglimento dei ghiacciai

Se a Milano ci fosse il MARE, sarebbe così

#1 La riva sarebbe a sud est, il centro sarebbe Porto di Mare

Credits @angelomichelerenna IG – Tuffi a Polignano a Mare

Il mare di Milano sarebbe a sud est, dando un senso a Porto di Mare

Lungo la costa ci sarebbe spazio anche per costruire degli scogli giganti, per replicare i tuffi di Polignano. 

#2 Spiaggia di sabbia finissima e bianca

Credits beach.oceanparadise IG – Maldive

Sabbia o sassi? Nessun dubbio. Se Milano avesse il mare la spiaggia sarebbe esclusivamente di sabbia bianca e finissima come quelle delle Maldive. 

#3 Un lungomare infinito come a Tel Aviv da godere di giorno e di sera

Credits morena.travel.blog IG – Lungomare Tel Aviv

Un lungomare da percorrere in bicicletta a piedi, da godere di giorno e di sera. Palestre sulla spiaggia, una piscina pubblica, una bellissima pista ciclabile e un buon servizio sulle diverse spiagge attrezzate, come quello di Tel Aviv in Israele.

#4 Bergamo e Linate trasformate in isole per raggiungerle anche in motoscafo

Il mare di Milano si unirebbe all’idroscalo, Linate sarebbe su un’isola da raggiungere in motoscafo. Più verso nord le piccole colline creerebbero delle piccole isole. L’isola più grande sarebbe Bergamo Alta. 

#5 Un arcipelago di case galleggianti

credit: thetimesofaddu.com

Nel mare di Milano ci sarebbe spazio anche per un arcipelago di case galleggianti. I turisti potranno così scegliere se stare a prendere il sole sulle spiagge di sabbia bianca e finissima e soggiornare negli hotel lungo la costa oppure prendere in affitto una delle case galleggianti disponibili nell’arcipelago.

Leggi anche: La prima CITTÀ GALLEGGIANTE del mondo

#6 Tra gli effetti collaterali: minore impegno sul lavoro

Credits: unadonna.it – Lavoro al mare

Tra i possibili effetti collaterali, nel caso a Milano ci fosse il mare, il ridotto impegno sul lavoro sarebbe il più probabile

#7 L’attacco alla Pro Recco

Credits enricocasi IG – Pro Recco

Con il mare Milano non potrebbe esimersi dal vedere accrescere l’interesse per gli sport acquatici e dall’avere una squadra di pallanuoto per competere ai massimi livelli e magari rubare lo scettro alla Pro Recco, la più titolata al mondo.

#7+1 La focaccia al formaggio verrebbe resa celebre nel mondo

Credits @ricetta.it IG – Focaccia di Recco

Non ce ne vogliano i liguri, e soprattutto i cittadini di Recco, ma la focaccia al formaggio diventerebbe finalmente una specialità milanese. Rendendola così celebre in tutto il mondo, come la pizza. 

Continua la lettura con: Bastava poco: DIECI COSE che avrebbero potuto rendere MILANO quasi PERFETTA

FABIO MARCOMIN

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