Per il mese del Pride un sito internet tedesco cerca di unire la promozione commerciale con i messaggi di inclusività e diversità.
Come lo fa? A colpi di murales colorati e installazioni variopinte che hanno l’obiettivo di creare un mondo dove l’unicità è l’unica cosa da celebrare.
MILANO A COLORI: l’iniziativa diffusa per celebrare la DIVERSITÀ
Credit: @victorrafaelveronesi
Credit: grazia.it
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Credit: @romamor753
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# La nuova iniziativa di marketing sociale
Credit: grazia.itDopo aver lanciato la strategia di Diversità e Inclusione (D&I) “do.BETTER”, il sito di e-commerce tedesco nel mese del Pride rilancia il tema dell’inclusività e della diversità per promuovere il suo brand.
Come lo fa questa volta? A colpi di murales colorati e installazioni variopinte, tutto grazie all’aiuto di attivisti e artisti multidisciplinari che hanno dato il loro contributo a questo progetto.
É così che le città di Milano e Roma si colorano dei toni dell’arcobaleno, simbolo della comunità LGBTQI+.
# I volti e gli artisti
Credit: grazia.it
Come uno dei volti principali della campagna Zalando ha coinvolto l’attore Pietro Turano, attivista molto amato dai giovani italiani che potrà dare un grande eco ai messaggi trasmessi.
Il suo contributo potrà essere un altro passo per cambiare il futuro rendendo il mondo un luogo dove l’unico obiettivo è celebrare l’unicità delle persone.
Anche l’artista Camilla Falsini ha donato la sua arte a questo progetto creando una serie di opere che offrono una nuova interpretazione della sua poetica basata sull’utilizzo del colore come motore di attivazione emotiva.
In Piazza XXIV Maggio a Milano possiamo trovare Amor Partout, il suo maxi-murale che con colori variopinti e forme geometriche lascia a bocca aperta.
# Le installazioni tra Roma e Milano
Credit: @romamor753
Tra gli altri artisti coinvolti c’è poi Motorefisico, il duo di architetti e designer romani composto da Lorenzo Pagliara e Gianmaria Zonfrillo.
Il famoso duo ha realizzato una serie di installazioni in diversi luoghi di Milano tra cui degli archi e della maxi-altalene dai colori arcobaleno in Piazza Gae Aulenti.
Sempre a Milano, Zalando ha chiamato a raccolta il collettivo Urban Colors per dare spazio alla sostenibilità unita all’Arte Urbana, commissionando loro la realizzazione di un’opera 100% eco friendly in Via Canonica.
La città meneghina non è però l’unica a colorarsi, anche Roma diventa variopinta grazie agli artisti internazionali Filthy Luker & Pedro Estrellas che, come in Stazione Centrale e in Piazza Gae Aulenti a Milano, hanno installato dei maxi pennelli dai colori arcobaleno in Stazione Roma Termini.
# Le strade si colorano
Credit: grazia.it
A causa della pandemia la parata del Pride quest’anno non si terrà ma non mancheranno i colori lungo quelle strade.
I marciapiedi sono stati decorati con degli stencil biodegradabili caratterizzati dalle stesse maxi-grafiche di Camilla Falsini.
É tramite l’hashtag #ActivistsOfOptimism che Camilla decide di dare il suo messaggio: invitare tutte le persone a condividere i propri momenti di felicità.
# Festival dell’Ottimismo
Queste iniziative si inseriscono nel contesto del Festival dell’Ottimismo di Zalando, inaugurato con il primo concerto post-Covid di Emma Marrone, all’Arena di Verona.
La cantante e cantautrice italiana ha sottolineato come sia stato “bello tornare a cantare in un mondo che è cambiato, anche se la strada per essere veramente se stessi, per sentirsi liberi di esprimersi è ancora lunga. Ma il ruolo degli artisti è anche quello di aiutare l’evoluzione delle cose”.
E proprio in questo progetto la collaborazione tra diversi artisti è la chiave per produrre un cambiamento positivo nel mondo.
Sempre più aziende ormai sposano cause sociali per unire utilità e fini commerciali. Mossa semplicemente di marketing o comunque utile per la crescita sociale? Al lettore l’ardua sentenza.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La città riparte da sé stessa con il restyling di Torre Velasca. Scopriamo che cosa cambierà nel grattacielo storico che, da sempre, caratterizza lo skyline della capitale economica e finanziaria.
La TRASFORMAZIONE della VELASCA: come sarà il RESTYLING della torre MILANESE
# Cade 7 volte, si rialza 8
Credits: La Repubblica
Milano sceglie di rialzarsi dal duro colpo subito dalla pandemia e lo fa rinnovandosi. Parte il progetto per trasformare uno degli edifici simbolo di Milano, rimasto intoccato dal 1957. La Torre sarà protagonista di numerosi cambiamenti importanti.
Entrata nel cuore dei milanesi, si è deciso di fare un piccolo concerto in suo onore sul terrazzo dell’ultimo piano. Tra le note di Vivaldi, Mozart e Verdi, i cittadini l’hanno salutata prima dell’allestimento delle impalcature.
# La FINE dei lavori è prevista per il 2023
Credits: @amilanopuoi su IG
Una volta finiti i lavori di riqualificazione, si dice intorno al 2023, quali novità ci attendono? Mario Abbadessa di Hines Italia in un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera svela cosa in mente: un restyling sulla base della sostenibilità ambientale e sulla digitalizzazione. Sostenitore del leasing abitativo (uno strumento utilizzato per acquistare nuovi immobili e ristrutturare quelli vecchi con grandi vantaggi rispetto al mutuo ipotecario), Abadessa auspica a “case a prezzi calmierati, in condomini di ultima generazione, con servizi a valore aggiunto come aree co-working, palestre, spazi giochi per i bimbi e supporto di baby-sitter”.
# Cosa c’è di NUOVO
Credits: @andreacherchi_foto
Tra i cambiamenti più significativi, Torre Velasca potrà vantare le più avanzate tecniche di dispersione del calore, una grande piazza pedonale con dehors e tavoli all’esterno, una zona residenziale posta ai piani più alti e uffici nei piani più bassi. Una soluzione che cerca di conciliare casa e lavoro attraverso il metodo dello smart working e delle aree co-working. Non solo, saranno costruite anche aree benessere e palestre per i residenti, ristoranti e ci sarà addirittura uno snodo della nuova metropolitana 4.
L’obiettivo, quindi, non è solo quello di modificare la Torre con le soluzioni più avanzate ma è anche quello di rigenerare e dare un valore aggiunto all’intero quartiere.
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Credits impreselavoro.com - Pala Italia Santa Giulia
Una delle più grandi opere di bonifica in Europa, poco più della metà dell’intera area del quartiere Santa Giulia. Come verrà trasformata l’ex-area industriale.
Via ai primi lavori per il PALA ITALIA delle Olimpiadi. Come sarà il progetto?
# Una delle più grandi opere di bonifica in Europa
Palaitalia. Fonte: corriere Milano
Una delle più grandi opere di bonifica in Europa. Si presenta così il progetto di risanamento di un’area grandepoco più della metà di quella di tutto il quartiere Santa Giulia. L’area, legata a numerose vicende giudiziarie, subirà un massiccio intervento atto a bonificare 1,2 milioni di metri cubi di terra che saranno trattati direttamente sul posto da una cordata di società alla quale farà capo la ATI SUEZ-SEMP.
Santa Giulia
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Credits: financecommunity.it - Masterplan Santa Giulia Nord
Credits: financecommunity.it - Masterplan Santa Giulia Nord
Credits: risanamentospa.com - Masterplan Santa Giulia
Credits: risanamentospa.com - Masterplan Santa Giulia
Percorso Metrotranvia 13
Come detto un milione e duecentomila metri cubi di terra più 300.000 tonnellate di materiale inerte saranno utilizzati in base alle caratteristiche più adatte. Alla conclusione dei lavori che dureranno oltre tre anni verranno edificate palazzine residenziali, spazi commercialie la tanto attesa Pala Italia che diventerà uno dei luoghi simbolo di Milano-Cortina 2026. Uno spazio polifunzionale da 15.000 posti concepito in modo da essere il più versatile possibile così da poter ospitare concerti, gare sportive comprese alcune che faranno parte del cartellone della Olimpiade che si svolgeranno tra Milano e Cortina.
Degli 80 milioni di euro previsti saranno 64 quelli direttamente impiegati nella bonifica mentre i rimanenti 16 saranno utilizzati per i vari riempimenti con il materiale che verrà spostato in base al tipo di sviluppo previsto. Questi lavori chiuderanno definitivamente l’annosa questione legata ai problemi ambientali che hanno afflitto lo sviluppo dell’ex-zona industriale dall’inizio della riconversione. Da anni il quartiere era un’operazione incompiuta nonostante la sede di Sky e la stazione di Rogoredo avessero dato un grande impulso economico e lavorativo. Con la decontaminazione e lo smaltimento dei rifiuti l’intera area di Santa Giulia si pone l’ambizioso obiettivo di competere con i quartieri più cool di Milano grazie anche alla grande appetibilità riguardo gli immobili della zona che, tra servizi, nuovi spazi commerciali e alcune nuove costruzioni residenziali, offrirà una serie di plus certamente ambiti a chi cerca un nuovo spazio dove vivere a Milano.
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Negli ultimi giorni la curva di nuovi casi di Covid-19 nei paesi con i più alti tassi di vaccinazione segna un’impennata. Vediamo la situazione nei tre paesi al top della campagna di vaccinazione e le possibili cause.
UK, Cile e Israele: nei paesi con più vaccinati al mondo AUMENTANO di più i CONTAGI. Cosa sta succedendo?
# In Uk con quasi il 50% di vaccinati con due dosi sono al numero massimo di contagi degli ultimi quattro mesi. Un caso grave su tre è vaccinato.
Credits worldometer – Curva contagi Uk
Nel Regno Unito sono stati vaccinati con entrambe le dosi il 47% dei cittadini, ma nell’ultimo mese si è registrata un’impennata della curva dei contagi, con il picco di 16.135 casi il 23 giugno, un dato che non si vedeva dal mese di febbraio e che sembra in continuo aumento. Il giorno prima erano 11.000 già in crescita rispetto ai giorni precedenti. Fino al 14 giugno, su 806 ricoverati per la Delta, solo 527 non erano vaccinati, e ben 84, più del 10%, avevano ricevuto due dosi di vaccino. Il 16 giugno la percentuale di casi gravi tra i vaccinati è salita al 31%.
# Il Cile è tornato in lockdown con il 50% della popolazione vaccinata con due dosi
Credits worldometer – Curva contagi Cile
Nonostante il 50% della popolazionesia completamente vaccinato e il 63% abbia ricevuto la prima dose, il 12 giugno il governo ha reintrodotto il lockdown per la capitale Santiago e altri 40 Comuni delle Regioni di Valparaíso, O’Higgins, Maule e Los Lagos. La decisione è stata presa dopo la ripresa della curva di contagi per oltre due mesi, con una media settimanale poco sotto i 7.000 casi e i letti di terapia intensiva che hanno già raggiunto il limite massimo di occupazione.
# Israele ha il tasso più alto di vaccinazione al mondo, ma negli ultimi giorni i contagi stanno crescendo in tripla cifra
Credits worldometer – Curva contagi Israele
Israele è il Paese con il più alto tasso di vaccinazione al mondo, il 60% della popolazione ha ricevuto due dosi, e la settimana scorsa era stato tolto l’obbligo dell’utilizzo della mascherina al chiuso, dopo mesi in cui i numeri giornalieri di infezioni erano a una sola cifra. La variabile Delta ha cambiato completamente la situazione. Negli ultimi giorni si è infatti registrata una rapida crescita della curva dei contagi, il 22 giugno i casi sono stati 125, oltre il doppio rispetto al giorno precedente di 49, ieri sono saliti a 146. Il governo di Israele è quindi dovuto ritornare indietro sulle decisioni prese reintroducendo l’obbligo della mascherina nei luoghi e ha rinviato al 1° agosto l’ingresso ai turisti vaccinati.
# Le possibile cause della crescita dei contagi
Ma quali possono essere le possibili cause di questa crescita? I vaccini possono essere imperfetti, e anche quelli contro il contro il Covid-19 non sfuggono da questa ipotesi essendo in aggiunta in una fase sperimentale. Come accaduto con altri vaccini in passato, spiega Luca Ferretti, ricercatore di Genetica statistica e dinamica dei patogeni all’università di Oxford, anche quello contro il Sars-Cov-2 “può aver reso il virus più virulento.” Un’altra possibile causa è il fatto che il vaccino non esclude la possibilità di contagiarsi, mentre riduce il rischio di ammalarsi gravemente, e offre una copertura massima del 90%. Pertanto oltre ai ceppi originari del virus le persone vaccinate possono contagiarsi anche con le varianti diventate resistenti sia al vaccino che al sistema immunitario.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Moltissime città sono ormai bike friendly, ma se togliessimo “friendly” e lasciassimo solo una città per bici? Sì perché in Italia nascerà il primo villaggio della bicicletta, tutto dedicato al mezzo a due ruote e a chi vuole usarlo.
Il primo VILLAGGIO BICICLETTA d’Italia
Non si sta parlando solo di una parte di città dedicata a negozi per lo sport e per la bici, ma di un vero villaggio per ciclisti.
# Da area degradata a villaggio della bicicletta
Credits: corriereromagna.it Rendering Brn Village
Forlimpopoli è un comune italiano in provincia di Forlì-Cesena, in Emilia Romagna, ed è stato sede per lungo tempo della ditta Sfir, storico zuccherificio nato negli anni ’60 e simbolo della Romagna industriale del Dopoguerra. Da molti anni ormai, però, l’intera aerea industriale è dismessa e lasciata al degrado, per questo un’azienda odierna locale, la Brn, ha deciso di realizzare un villaggio interamente dedicato a ciò che produce: componenti e accessori per la bici.
Si chiamerà Brn Village e sarà un vero e proprio villaggio della bicicletta: piste, didattica, bike cafè e un parco pubblico. L’obiettivo è quello di restituire ai cittadini un’area abbandonata da circa 15 anni.
# Il progetto: 15 milioni di euro per 70mila metri quadri
Credits: forlitoday.it Rendering piazza del ciclista Brn Village
Tutto si potrebbe dire su questo progetto, fuorché piccolo. La Brn realizzerà una nuova sede operativa che, tra logistica e area direzionale, occuperà 15 500 metri quadri. Intorno all’azienda effettiva saranno realizzati un parco ad uso pubblico, due circuiti per le bici Pump Track, un Bike Cafè e una “Piazza del Ciclista”. Inoltre, ci sarà un percorso ciclo-pedonale di quasi 2km che collegherà il Brn Village agli altri percorsi ciclabili della città. In totale l’area occuperà 70mila metri quadri e comporterà un investimento di circa 15 milioni. Il BRN Village sarà un vero e proprio “Parco a Km0” e fortemente legato al territorio. Insegnerà anche ai bambini le regole stradali in un centro didattico per l’educazione dei più piccoli.
# Il parco e il Bike Café
Credits: forlitoday.it Bike Cafè Brn Village
Un parco riconsegnato ai cittadini con 500 nuove piantumazioni. Percorsi ciclo-pedonali affiancati da un Bike Cafè di 560 metri quadri con 100 posti al coperto e 100 all’esterno. Sarà un bar molto healthy, come si suol dire: venderà prodotti e bevande per la salute e lo sport, 100% biologici e legati al territorio.
# La piazza e l’area didattica
Credits: corriereromagna.it Area didattica Brn Village
Al centro del villaggio della bicicletta ci sarà la “Piazza del Ciclista”, cuore pulsante del villaggio. Qui ci saranno alcune postazioni per depositare le bici, attrezzate con strumenti per la cura e riparazione, e dei punti di ricarica per le e-bike. In più sarà presente la “cassetta dell’acqua funzionale”, dove i cittadini potranno scegliere se riempire la loro borraccia con acqua alcalina, idrogenata o mineralizzata.
L’area didattica sarà a disposizione delle scuole del comune e costituita da tracciati gommati dove insegnare nella pratica le regole stradali e un’aula utile per gli aspetti teorici. Ci saranno anche 2 percorsi tecnici per Mountain Bike e Freestyle.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La nuova linea M4 deve ancora inaugurare, secondo le ultime ipotesi a fine luglio, ma i cittadini sono sul piede di guerra contro le torrette di aerazione: “Sono dei mostri architettonici”. Ecco cosa sta succedendo.
M4 ancora nel MIRINO: “ecomostri urbani”
# I cittadini contro le torrette di areazione della M4: “Sono dei mostri architettonici”
Credits milanopost- Torrette areazione
La linea M4 deve ancora inaugurare, ma la battaglia dei cittadini contro le torrette di aerazione, posizionate in prossimità delle stazioni della metropolitana, è appena all’inizio. I cittadini che vivono e lavorano tra la zona di via Foppa e Sant’Ambrogio, presenti alla commissione congiunta Mobilità e Verifica enti partecipati di Palazzo Marino lunedì 21 giugno, hanno espresso la loro disapprovazione: “Sono dei mostri architettonici“. “Io vivo in via Foppa 58. Quando mi affaccio, posso abbracciare il torrino“. O ancora una residente di via Foppa 25: “Il torrino dista 4,65 metri dal mio salotto“. Il presidente del comitato Sant’Ambrogio, Gregorio Caccia Dominioni, spiega che “nei disegni consegnatici non è presente alcuna torre“. Enrico Balossi, dell’associazione di commercianti AsseLor, è anche preoccupato anche delle dimensioni.
# Nella metro di Brescia il sistema di ricircolo dell’aria è integrato negli ascensori
Credits skyscrapercity – Ascensori con sistema areazione Metro Brescia
Anche Orietta Colacicco, già segretario e portavoce del Comitato Foppa Dezza Solari e coordinatore delegato alla Mobilità di Piattaforma Milano, lamenta la mancanza di comunicazione e il fatto che Metro4 Spa e Comune di Milano non abbiano ipotizzato soluzione alternative: “I cittadini non sono mai stati avvisati malgrado numerosi incontri.Questi torrini nulla hanno a che fare con quelli della M5, perché su tratte M4 ci sono strade con restringimenti notevoli per cui i torrini vanno quasi a toccare le abitazioni, togliendo luce.A Brescia hanno risolto posizionandoli dietro gli ascensori. Ci sono altre soluzioni tecnologiche o si possono spostare?” I cittadini e i comitati sono pronti a chiedere un risarcimento al Comune di Milano.
Le tipologie di torrini previsti sono tre, tutti di forma circolare, e per ognuno è prevista una forma di mitigazione dell’impatto, non ritenuta sufficiente dai cittadini che li vorrebbero eliminare. Nella tratta est sarà adottato sarà rivestito con piante rampicanti, nelle zone del centro avrà un mosaico metallico, nell’area ovest sarà rivestito di acciaio satinato e decorato con opere di street art.
Le prime proposte di design della linea M4 prevedevano delle soluzioni migliori a livello estetico anche per le torrette di areazione, come si vede nella foto qui sopra. La scelta di rivedere al ribasso l’intera linea estetica della nuova linea metropolitana ha colpito anche questi elementi funzionali al ricircolo dell’aria.
# Il presidente di M4 : “Sono imposti dai regolamenti regionali e comunali”
Il presidente di M4 Fabio Terragni ha spiegato a Il Giorno che la realizzazione di questo sistema di ricircolo dell’aria è imposto dai regolamenti regionali e comunali: “L’aria verrà captata dall’esterno e immessa all’interno. La loro realizzazione è imposta dai regolamenti d’Igiene di Comune e Regione. In aree urbane pubbliche, l’altezza deve essere di almeno 6 metri. Si può abbassare nel caso di aree di cortile o interne. Abbiamo chiesto ad Ats se è possibile trattare i ‘torrini’ come fossimo in questa seconda tipologia di aree e stiamo aspettando”. L’assessore alla mobilità Marco Granelli: “le metropolitane di nuova generazione hanno un sistema più qualificato di immissione di aria. Abbiamo interloquito con tutti gli enti competenti, da Ats a Sovrintendenza, e cercato di minimizzare l’impatto“.
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La più grande paura sociale è l’esclusione.
Già nell’antica Grecia l’esilio era più temuto della morte. Uscire dalla civiltà voleva dire perdere tutta la propria identità.
Ci sono civiltà dove non esisteva la pena di morte ma la punizione più grande era l’espulsione dalla società. Anche molti dei padri nobili del nostro paese, come Dante, Mazzini o Garibaldi, hanno subito l’onta dell’esilio.
La punizione rispondeva proprio alla consapevolezza che una paura ancestrale di ogni persona è quella di essere tagliata fuori dal proprio consesso sociale.
I social esercitano la stessa forma di controllo delle società antiche attraverso l’applicazione dell’esilio digitale contro chi esprime delle opinioni giudicate non consone. Mentre nel mondo dell’informazione regolato dalle leggi nazionali non esiste la pena del divieto di espressione in quanto diritto inalienabile, nei social la punizione più grande è la chiusura del profilo. Ossia la censura permanente, l’esclusione dalla comunità digitale.
Il mondo dei social da un lato sembra moderno nel consentire a chiunque di divulgare il proprio punto di vista, dall’altro è un padre padrone tipico delle ere arcaiche che amplifica la paura dell’esclusione stabilendo arbitrariamente chi può far parte o no della comunità.
Tutto questo viene fatto da dei software e quindi anche dal punto di vista morale e giuridico non esiste nessuno che ne possa rispondere.
È per questo che molti personaggi più o meno famosi sui social hanno iniziato a diversificare le loro piattaforme di diffusionedei contenuti per paura di essere esclusi da una di queste.
Forse la strada per poter essere più autonomi dalla paura ancestrale dell’esclusione è quella di riuscire a utilizzare i media contemporanei per essere parte di più comunità diverse.
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Chi desidera assaporare la vera cucina milanese ha ancora una ampia possibilità di scelta tra locali che ripropongono le ricette tradizionali e chi invece ha preferito rivisitarle senza stravolgerne il concetto e i sapori. Partendo dal risotto giallo con l’ossobuco, il piatto milanese più celebrato al mondo insieme alla “orecchia di elefante”, in questo settebello della tradizione milanese si possono gustare la cassoeula, la trippa e chiudere, in inverno, con una fetta di panettone.
7 OSTERIE e TRATTORIE storiche a Milano
# Trippa – Trattoria – Via Giorgio Vasari 1
Credits: @simone.foodandrun IG
Giovane, innovativo e spesso ligio alle ricette originali. Il locale si presenta molto pulito anche nell’arredo e distribuzione dei tavoli. Staff prevalentemente giovane e un menù quasi essenziale ma di livello. Ormai non più emergente ma consolidato e adatto per chi si avvicina per la prima volta alla tradizione culinaria milanese per l’approccio non estremo verso i piatti meneghini.
# Trattoria del Nuovo Macello – Via. C. Lombroso 20
Credits: @laviniacolonnapreti IG
Passione per la tradizione e ricerca di materie prime di altissimo livello. Questo il biglietto da visita per una cucina raffinata ma aderente alle caratteristiche dei sapori milanesi. Lo è anche il fatto che può capitare che un piatto nel menù non possa essere disponibile per non aver ricevuto i migliori tagli di carne o le verdure più adatte. Sia ben chiaro, nessuno dei posti citati manca di qualità ma la ricerca quasi maniacale del risultato rende questa trattoria un posto incredibile.
# Antica Hostaria della Lanterna – Via G. Mercalli 3
Credits: @bobbirici IG
Padrona di casa perfetta che accoglie calorosamente gli ospiti. Sebbene “sporcata” da qualche variante friulana la cucina della Lanterna offre piatti all’altezza della tradizione della Madunina. Ambiente sobrio e quantità sempre abbondanti sfamano anche il più affamato dei clienti con prezzi veramente ottimi.
# Trattoria la Pesa dal 1902 – Via Giovanni Fantoni 26
Credits: @mela.84 IG
Locale storico, prima della pandemia spesso affollatissimo, che lascia poco spazio a dubbi riguardo lo stile culinario. Milano, Milano e ancora Milano in ogni voce del menù. Spesso usato come dopo partita per la sua vicinanza a San Siro e per il fatto che il calcio è uno degli argomenti più ricorrenti della trattoria, è adatto per chi desidera immergersi in un’atmosfera quasi da film della Milano di altri tempi.
# Al Matarel – Via Laura Solera Mantegazza 2
Credits: @marcocrippa_pittore IG
Se si vuole visitare il centro città e gustare i piatti della tradizione senza spostarsi dal centro il Matarel è perfetto. Trattoria nell’anima con tanto di trofei di caccia e un murale che ricorda la Piazza del Duomo ancora attraversata da auto e mezzi, Al Matarel è una esperienza da non mancare, specie per chi desidera portare con sé un ricordo indelebile della Milano dietro ai fornelli.
# Antica Trattoria Arlati – Via Alberto Nota 47
Credits: @trattoriaarlati IG
Aperta negli anni ’30, una volta inglobata nelle fabbriche della zona Bicocca, ora zona radicalmente trasformata in polo Universitario e abitativo, dall’Arlati, come la chiamano la maggior parte dei clienti, ci si imbatte in un ambiente particolare e ricco di cenni storici che testimoniano il passaggio di molte star del presente e del passato. Quando si suonava nel locale hanno prestato la loro arte gente del calibro di Lucio Battisti e degli Area del compianto Demetrio Stratos, ora che le note sono perlopiù diffuse dagli altoparlanti ci si concentra maggiormente sui cibi che non lasciano mai insoddisfatti. La simpatia e la verve dei padroni di casa fanno il resto per rendere ogni cena un evento memorabile.
# Al Garghet – via Selvanesco 36
Credits: @_laparra_ IG
In una zona che sembra impossibile appartenere a Milano, in mezzo ai campi del Parco agricolo Sud dove non è raro vedere aironi e fagiani spiccare il volo e lepri attraversare la strada, ci si imbatte in un’altra perla della cucina milanese. Menù scritto rigorosamente in milanese, sale interne adatte per le fredde stagioni e un ampio giardino perfetto per l’estate, al Garghet è un perfetto mix di location e gusto come probabilmente direbbe il Dogui.
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Un grattacielo turbina che ruota con il vento, impossibile no? Invece no, perché un architetto turco è proprio quello che vuole fare. Vediamo i dettagli del progetto.
La Squall Tower: il GRATTACIELO che RUOTA con il VENTO
# Il panorama dalla finestra in continuo cambiamento
Credits: futuroprossimo.it Squall Tower
Come racconta futuroprossimo.it, si troverà a Dubai la nuova torre-turbina progettata dall’architetto turco Hayri Atak, una costruzione che andrà sicuramente a cambiare lo skyline, già futuristico, della città. Non è uno scherzo, sono stati superati ancora una volta i limiti dell’ingegneria, perché la torre in questione ruoterà un po’ come se fosse una girandola: sarà la forza del vento a farla muovere. Non è certamente, però, la girandola ad aver ispirato lo studio di architettura e design di Hayri Atak, bensì una turbina eolica verticale rotante o un mulino a vento.
Dalla torre, a cui si potrà accedere anche dall’alto grazie ad un eliporto in cima, si potrà godere di una vista diversa ogni volta che la Squall Tower girerà: a volte quindi ci sarà vista oceano e altre vista città.
# Non solo estetica: produrrà anche energia elettrica
Credits: hayriatak.com Squall Tower
Il progetto della Squall Tower è molto più ambizioso di quanto si possa immaginare. Infatti, l’obiettivo non è semplicemente quello di aggiungere un grattacielo a Dubai e magari farlo diventare il più bello della città, ma piuttosto è quello di costruire un edificio intelligente. L’architetto progettista turco vuole combinare l’estetica moderna e sofisticata al progetto di un edificio che, grazie al suo movimento, generi elettricità. Non sarà un singolo elemento rotante o un gruppo di questi a far muovere l’edificio, ma piuttosto la Squall Tower ruoterà intorno ad un asse centrale per alimentare una turbina alla base e generare elettricità.
# Girerà molto lentamente: un giro completo in 48 ore
Credits: inceptivemind.com Squall Tower
Il nuovo grattacielo di Dubai sarà adibito ad uso commerciale e sarà costituito da una spina centrale ramificata lucida, simile ad un albero portante. Come si è detto si muoverà, ma come è possibile che all’interno dell’edificio ci sarà gente che lavorerà nel proprio ufficio mentre l’edificio ruota? Non bisogna pensare che la Squall Tower ruoti alla velocità della luce se c’è tanto vento, questo perché sarà installato un meccanismo che farà sì che la torre-turbina compia un giro completo in 48 ore. L’architetto Hayri Atak vuole uno smart building che sia autosufficiente in termini di generazione e utilizzo di energia e spera che la Squall Tower riesca a produrre energia in eccesso così da rifornire anche gli isolati vicino.
Si dice che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, vedremo se tra progetto e realtà ci sarà qualche differenza. Questo il video:
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Milano è la città più costosa d’Italia, ma molte bellissime esperienze sono gratis e accessibili a chiunque. Milanairports ha fatto una selezione di dieci cose che si possono fare senza spendere 1 euro. Scopriamo quali sono con l’integrazione delle nostre annotazioni.
10 COSE da fare GRATIS a Milano
#1 Visitare le sedi storiche delle università milanesi
Università statale
Gli edifici delle università storiche milanesi aiutano a scoprire il passato della città e sono tutti accessibili gratuitamente. L’Università degli Studi di Milano costruita durante il Rinascimento con funzione di ospedale oppure l’Università Cattolica del Sacro Cuore realizzata sopra un monastero benedettino, con i loro meravigliosi chiostri. Per non parlare del cortile dell’Accademia delle Belle Arti di Brera e della spettacolare biblioteca Braidense. Per chi apprezza più il moderno può visitare il nuovo Campus della Bocconi o la nuova struttura del Politecnico.
#2 Galleria Vittorio Emanuele e la Terrazza de “La Rinascente”
Terrazza Rinascente
La Galleria Vittorio Emanuele II inaugurata nel 1867, salotto della borghesia milanese con i suoi negozi e caffè storici, è ancora uno dei luoghi gratuiti più suggestivi di Milano. Poco distante, salendo al settimo piano della Rinascente, si può visitare la “Terrazza” per godere di una delle viste più spettacolari di Milano con il Duomo in prima fila.
Proseguendo da piazza del Duomo lungo via Dante si arriva all’imponente fortezza del Castello Sforzesco. I suoi cortili rinascimentali, le torri e il fossato difensivo sono a entrata libera, cosa insolita in Europa per un castello in città. passando dal Cortile delle Armi e ammirando la corte ducale e la corte della Rocchetta. Ogni primo e terzo martedì del mese dalle ore 14 sono gratuiti anche i musei. Oltre il Castello c’è il “Central Park” milanese, il Parco Sempione e al suo confine opposto il maestoso Arco della Pace.
#4 La “Prospettiva”, il capolavoro del Bramante nella Chiesa di Santa Maria presso San Satiro
La Prospettiva del Bramante di fronte: sembra che ci siano colonne e uno sfondo profondo dietro all’altare. Invece…
In pieno centro si trova un capolavoro dell’arte mondiale a firma del genio di Donato Bramanate: la Chiesa di Santa Maria presso San Satiro. Un gioiello nascosto e poco conosciuto, il cui abside non è altro che un’illusione ottica la cui profondità è stata creata mediante un sapiente gioco prospettico. L’architetto fu obbligato a compiere questa scelta per la mancanza di sufficiente spazio della chiesa, incastrata tra i palazzi e le vie del cuore della città, creando la finta “prospettiva” più famosa del mondo. Per chi vuole sforare il budget consigliamo di spendere un euro per accendere le luci.
…invece sfondo e colonne sono solo disegnate creando una falsa prospettiva
#5 Basilica di Sant’Ambrogio, l’emblema della milanesità
foto di andrea cherchi (c)
La Basilica di Sant’Ambrogio, simbolo della Milano paleocristiana e medievale, fu edificata tra il 379 e il 386 per volere del santo patrono di Milano. Emblema della milanesità, si può accedervi gratis al corpo principale e alla cripta dove giacciono le spoglie del santo.
#6 La “Cappella Sistina di Milano”: San Maurizio al Monastero Maggiore
San Maurizio al Monastero Maggiore – Corso Magenta 15
San Maurizio al Monastero Maggiore è una chiesa di Milano di origine paleocristiana, decorata internamente con un vasto ciclo affreschi di scuola leonardesca e viene indicata come la “Cappella Sistina” di Milano. Convento di clausura fino all’epoca napoleonica, ancora oggi la chiesa si presenta separata con un tramezzo dal Coro delle Monache, che un tempo non potevano avere contatto alcun contatto l’esterno.
All’interno si trovano raffigurati i celebri unicorni del Diluvio Universale.
Lungo i Navigli si nasconde la vecchia Milano più popolare, quella degli artisti e degli artigiani. Come al civico 4 di Alzaia naviglio Grande, dove poter entrare liberamente in uno dei cortili più suggestivi nelle tipiche case di ringhiera milanesi, con meravigliose botteghe di pittori. Da non dimenticare poi il Vicolo dei Lavandai, usato per lavare indumenti e biancheria e utilizzato fino agli ’50 del Novecento, e i colorati mercatini dell’antiquariato.
#8 Il giardino segreto della movida: 10 Corso Como
Corso Como 10
Nella via più nota della movida milanese c’è un giardino segreto inaspettato: 10 Corso Como. Salvo in caso di mostre a pagamento, l’accesso a questo spazio polifunzionale è gratuito e al suo interno ospita due concept store di arte e design, un roof garden e una tra le gallerie più frequentate di Milano.
#9 Una visita al Villaggio operaio di Via Lincoln, il quartiere arcobaleno
Villaggio Lincoln
Il piccolo Villaggio operaio di Via Lincoln, il quartiere arcobaleno di Milano, è una delle mete meno conosciute ma più incredibili della città. Poco distante da Piazza Cinque Giornate, sembra di ritrovarsi a Burano o a Portobello Road. Questa attrazione a cielo aperto è caratterizzata da un gruppo di villette colorate, con alberi e giardini, originariamente destinate agli operai che lavoravano in zona Porta Vittoria.
A Milano esistono dei veri e propri itinerari per esplorare la cosiddetta Milano Liberty in maniera gratuita. Sono molti i palazzi della città decorati con questo stile architettonico, frutto di un movimento artistico e filosofico molto in voga tra fine ‘800 e inizi ‘900 in Italia, come la Ca’ di Ciapp, la Casa Galimberti o la Ca’ de L’oreggia.
Oltre a questa selezione, ci sono altri stupendi luoghi di Milano che non costano un euro. Ci sono i parchi, come il Parco Nord e il parco delle Cave a ovest, le chiese, piazza Gae Aulenti con la Biblioteca degli Alberi, oltre ai musei che periodicamente prevedono giornate di accesso gratuito.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Prypruttya (ex Unione Sovietica) Credits: @ukraine_postcccp_tour IG
Un’abitudine italiana che è stata messa in risalto dagli avvenimenti recenti è il mal comune mezzo gaudio.
Chi si trova in una situazione di povertà, difficoltà lavorative o nell’insoddisfazione esistenziale, invece di cercare di migliorare la sua condizione adotta la strategia di abbassare la posizione degli altri.
Questa tendenza al livellamento verso il basso oggi è portata avanti ormai in modo endemico da tutte le principali forze politiche e sociali.
La selva di regole e di controlli che vengono continuamente creati è la strategia con cui il ceto dominante riesce ad impedire ai ceti disagiati di accedere alle posizioni di potere. E come leva principale per introdurre queste disposizioni utilizza l’invidia sociale.
Il classico processo di formazione si basa sul meccanismo opposto, sull’insegnamento dei grandi della storia come stimolo per crescere e vivere la propria vita da protagonisti. Invece si sta diffondendo la cultura contraria, quella del muoia sansone con tutti i filistei, cioè chi non ce la fa a sopravvivere vuole che tutti gli altri muoiano.
Questa è una cultura diffusa il cui finale è scontato per il singolo e per la società. Perché l’unica cosa certa è la fregatura. Perché una società che impedisce ai migliori di emergere e di diventare un esempio per gli altri, porterà i migliori ad andarsene, lasciando chi li ostacolava nel loro brodo, senza a quel punto neppure avere più qualcuno da abbassare al loro livello. Perdendo così ogni possibilità di uscirne.
L’Italia si sta avvitando su se stessa. Sarebbe fondamentale un grande colpo d’ala per trasformare questa avvilente spirale verso il basso in una crescita positiva per tutta la popolazione. Per far questo è necessaria una radicale presa di responsabilità da parte di chiunque abbia una posizione di potere economico o sociale.
Dovrebbero avere il coraggio di smetterla di esercitare il loro potere alimentando il rancore e l’invidia della popolazione, lasciando invece maggiore libertà a tutti quelli che vogliono essere artefici del loro destino e che possono rappresentare uno stimolo vitale per tutti gli altri.
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Un’altra eccellenza ospedaliera milanese e internazionale entrerà a far parte della Città della Salute e della Ricerca all’interno del maxi-progetto di riqualificazione Milano-Sesto. Cosa prevede l’accordo appena firmato e a che punto sono i lavori di tutta l’area oggetto di trasformazione.
L’ULTIMA NOVITÀ della grande RIQUALIFICAZIONE per l’ex area Falck di Sesto
# L’ospedale San Raffaele affiancherà l’Istituto neurologico Besta e l’istituto nazionale dei Tumori nel polo della Città della Salute a Sesto
Ospedale San Raffaele
Oltre alle nuove sedi dell’Istituto neurologico Besta e dell’istituto nazionale dei Tumori, all’interno dell’area dedicata alla la Città della Salute e della Ricerca ci sarà anche il polo del San Raffaele, grazie alla firma del contratto preliminare di compravendita dell’area denominata Unione Nord, tra Gruppo San Donato e Milanosesto. In seguito alla finalizzazione del progetto architettonico ed edilizio e il completamento del necessario iter amministrativo, nel 2023 ci sarà l’avvio dei lavori. La fine del cantiere che porterà all’ospedale San Raffaele2 e al centro universitario, dove si prevedono 5mila studenti, è programmato nel 2025 in concomitanza con l’inaugurazione degli altri due ospedali.
# Entro il 2025 saranno trasformati 1,5 milioni di mq di terreni dismessi
Credits: Urbanfile - Rendering MilanoSesto
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Credits Urbanfile - Torre piezometrica
Credits Urbanfile - Torre piezometrica
Credits Urbanfile - Milano Sesto Città della Salute e della Ricerca
Credits Urbanfile - Milano Sesto Città della Salute e della Ricerca
Credits Urbanfile - Masterplan MilanoSesto
Credits Urbanfile - Masterplan MilanoSesto
MilanoSesto, il più grande progetto di rigenerazione urbana in Italia e uno dei principali a livello europeo, avrà quindi la cura e ricerca come cuore pulsante di tutta la riqualificazione. Oltre a questo nell’area di 1,5 milioni di mqdi terreni dismessi, dove un tempo sorgevano le acciaierie Falck di Sesto San Giovanni, verrà realizzata una piccola nuova città.
Sulla base del masterplan firmato da Foster + Partners ci saranno: quartieri residenziali, un mall comerciale all’interno degli edifici recuperati delle ex-acciaierie, spazi direzionali e alberghieri, nuove piazze, spazi pubblici pensati, 45 ettari di verde diffuso, una nuova stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni a firma Renzo Piano che incrocia l’omonima fermata M1.
# Tra un mese il via ai lavori con la stazione ferroviaria sopraelevata
Il primo lotto interessato dai lavori, quello denominato “Unione Zero”, vedrà l‘avvio dei cantieri tra un mese. Anche il polo del San Raffaele, come il resto della Città della Salute e della Ricerca, fa parte del primo comparto in sviluppo. La prima opera a partire sarà la stazione ferroviaria a pontedisegnata da Renzo Piano, con inaugurazione prevista nel 2023. Poi a seguire inizieranno i cantieri per:
un’area di 250.000 mq adibita a residenziale che ospiterà oltre 50.000 persone, con spazi direzionali e un hotel di oltre 60 metri e 250 camere, residenze in edilizia convenzionata, uno studentato con circa 700 posti letto e residenze libere a firma di quattro studi internazionali;
una porzione di parco di 13 ettari, sui 45 totali;
il polo ospedaliero della Città della Salute e della Ricerca;
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Una delle cose più scomode quando si viaggia è il tragitto stazione-aeroporto.
Molto spesso la scena è più o meno questa: si trascina una valigia con una ruota zoppicante per centinaia di metri, gli occhiali da sole che cadono, la macchina fotografica che impiglia nel maglione e il telefono che squilla.
Per non parlare di quando ci si deve liberare di tutte queste cose ai controlli all’aeroporto per poi riappropriarsene due minuti dopo facendo ancora più fatica.
Ma se il treno portasse i passeggeri direttamente sulla pista di decollo? Sarebbe comodissimo.
E se fosse lo stesso treno a decollare? Sarebbe geniale.
Il TRENO VOLANTE: si mette le ali e si trasforma in aereo
# Link&Fly: il prototipo del treno volante
Credit: @tectvoficial
Si chiama “Link&Fly” ed è il nuovo prototipo di treno volante presentato dalla società francese Akka Technologies che vale 1,3 miliardi di dollari.
Definire questo mezzo un treno volante non è sbagliato, in effetti il Link&Fly può infatti fungere sia da treno che da aereo.
Si tratta di un aereo che una volta atterrato, grazie alle ali smontabili, può trasformarsi in un convoglio che viaggia su binari normali ma si tratta anche di un treno che, una volta aggiunte le ali, prende il volo.
Il treno-velivolo potrà trasportare 162 passeggeri, e i sedili potranno essere spostati per trasportare merci. Con ali e motori avrà un’apertura alare di circa 49 metri, con 34 metri di lunghezza e 8 di altezza.
# Dalla stazione all’aeroporto senza scendere
Credit: siviaggia.it
Quando si viaggia una delle cose più scomode è dover fare il tragitto stazione-aeroporto con valigia, borse, occhiali da sole, giornale e chi ne ha più ne metta.
Grazie a Link&Fly questo non sarà più un problema: il nuovo treno volante pronto a rivoluzionare i sistemi di trasporto passerà a prendere i viaggiatori alla stazione e, una volta arrivato in aeroporto, verrà “agganciato” a un paio di ali.
Qualche controllo e sarà pronto a prendere il volo.
# La comodità del futuro
Credit: @akkatechnologies
L’obiettivo è quello di facilitare lo spostamento dei passeggeri dal luogo di residenza all’aeroporto, accelerare i tempi di attesa negli scali e agevolare le operazioni di imbarco.
In questo modo i passeggeri potrebbero salire sul treno dalla stazione più vicina, arrivare in aeroporto e partire, tutto questo senza mai scendere.
Per il momento rimane il problema dei controlli di sicurezza prima dell’imbarco, che secondo Akka Technology potranno essere effettuati dal personale addetto attraverso una scansione della retina dei passeggeri, durante il viaggio verso l’aeroporto.
Come riporta siviaggia.it secondo l’amministratore delegato di Akka, Maurice Ricci “Dopo l’auto elettrica, la prossima grande rivoluzione riguarderà gli aeroplani”.
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Bisogna ammetterlo, chiunque abbia inventato un posto del genere non sembra un genio. Oppure potrebbe stato messo lì apposta, proprio per farlo diventare, piuttosto che info point turistico, attrazione turistica e nel frattempo dare qualche informazione ai poverini che vogliono provare a raggiungerlo? In realtà l’info point è stato messo lì per un motivo ben preciso, ma quale?
L’INFO POINT per turisti più SCOMODO del MONDO (con “colpo di scena”)
# La scomodità: il suo punto forte
Credits: design.fanpage.it Info Point
L’info point incastonato su una parete rocciosa a strapiombo sulle cascate Mira in Austria è certamente l’info point più scomodo al mondo. Se si svela però cos’è, ci si rende conto che la sua costruzione è stata voluta con un fine ben preciso.
Cliffhanger, letteralmente “colpo di scena”, è il nome dato a questa installazione posta sul monte il 18 settembre 2020. Sì perché in realtà questo, ormai famoso, info point è una vera e propria opera d’arte realizzata dal gruppo di artisti austriaci Steinbrener/Dempf & Huber. La scomodità è il suo punto forte che fa partire una denuncia ben precisa.
# L’installazione contro l’impatto dell’uomo e del turismo
Credits: designboom.com Info Point
Lo scopo di questo info point e della sua posizione è quello di soffermare l’attenzione sulla conquista del paesaggio da parte dell’uomo. Gli artisti vogliono dimostrare che non ci sono più limiti e che l’azione umana continua ad aver effetti devastanti. Una denuncia anche rivolta al turismo di massa che rende i locali semplici pedine che costruiscono la destinazione turistica. Cliffhanger vuole quindi essere una denuncia e un modo per sensibilizzare su un tema così fragile.
# La denuncia ha creato l’effetto contrario
Credits: @Credits: designboom.com Info Point Zona Cascate Mira
Bellissimo messaggio perché non c’è niente di più vero. Ovviamente non bisogna tornare indietro ad un mondo senza turismo o dove le persone non impattino sull’ambiente, ma ormai l’uomo è arrivato ovunque. Si è spinto troppo in là.
La denuncia ha ottenuto però l’effetto opposto. La spettacolarità dell’info point incastonato su una parete rocciosa a strapiombo sullo spettacolo delle cascate scenografiche Mira in Austria ha fatto sì che una zona come quella della valle di Ötschergräben, dove si trova, da poco conosciuta sia diventata turistica. L’info point rischia di far diventare località di massa quella che prima non lo era. Per questo sono partite una serie di polemiche da parte dei cittadini della zona che richiedono espressamente la rimozione dell’info point.
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Dare spazio alla fantasia è sempre una buona cosa perché da lì a volte ne escono delle idee brillanti e funzionali che potrebbero portare una svolta alla nostra realtà.
È il caso del nuovo progetto di Cloud Architects che vede la realizzazione di curiosissime case a sfera le quali, non possiamo negarlo, hanno notevoli vantaggi.
Scopriamo cosa sono e perché sono così rivoluzionarie.
La RIVOLUZIONE delle CASE a SFERA: presto anche a MILANO?
# Rivoluzioniamo il concetto di “casa”
credits: cloudsao.com
Si chiama Double Ring House ed è il nuovo prototipo di casa a sfera. Nasce grazie a un rivoluzionario progetto che presto potrebbe sostituire le case tradizionali, mettendo in discussione il nostro concetto di “casa”. La sua forma particolare permette di adattarsi a qualsiasi condizione meteorologica e al contempo massimizzare gli spazi interni.
# Ciò che la rende PERFETTA
credits: cloudsao.com
I fondatori di Cloud Architects, Ostap Rudakevych e Masayuki, hanno voluto realizzare un design estremamente all’avanguardia in maniera tale da rendere questa casa il più efficiente possibile. La sua forma a sfera permette un volume interno massimo, fornendo tutto il supporto necessario in quanto le forze si distribuiscono equamente sulla sua superficie senza alcuna concentrazione eccessiva di carico.
Essendo quindi di forma curva, la struttura è capace di adattarsi a qualsiasi condizione climatica in maniera estremamente efficace e potrà viaggiare ovunque. Questo la rende perfetta per (quasi) tutti i luoghi.
# Pensata per ogni COMFORT
credits: cloudsao.com
Con un diametro di 7 metri, questa grandiosa double ring house si sviluppa su ben due livelli disposti su circa 47 metri quadrati, i quali ospitano: una camera da letto, un bagno, un salotto con grande zona living e una cucina.
È una casa a tutti gli effetti, al cui interno possiamo trovare ogni comfort necessario e grande illuminazione grazie alle due finestre circolari che occupano gran parte della sua superficie esterna.
# Progettata anche per lo SPAZIO
credits: cloudsao.com
Non è la prima volta che il gruppo di Cloud Architets lavora a progetti così innovativi: tra i loro numerosi progetti possiamo trovarne alcuni realizzati, in collaborazione con la NASA, con l’intento di creare abitazioni su Marte, la Mars Ice Home, oppure veicoli interplanetari come l’Hydrolander.
# La casa a sfera è IN VENDITA
credits: cloudsao.com
Questo nuovo modello di casa sarà in vendita a partire dall’anno prossimo, sarà spedita in tutto il mondo e chiunque potrà comprarla. Dal design estremamente raffinato ed elegante, forse, le vedremo apparire anche nelle zone più IN di Milano.
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Nei primi dieci di luglio riapriranno le discoteche in Italia. Ma qual è la situazione internazionale? Ecco la situazione e i punti interrogativi sul provvedimento.
RIAPRONO le DISCOTECHE in Italia: le REGOLE da sapere e cosa succede nelle altre NAZIONI
# Entro il 10 luglio riaprono le discoteche. In Italia si potrà accedere solo con green pass
Credits: universityofcalifornia.edu
Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, a seguito di un colloquio con il ministro Speranza, ha anticipato che entro il 10 luglio le discoteche riapriranno. “Credo sia dovere della politica dare una risposta anche a questo settore“. Per accedere ai locali sarà necessario essere in possesso del green pass, che si può ottenere se è presente almeno una di queste tre condizioni: aver completato il ciclo vaccinale o che siano almeno passati 15 giorni dalla prima dose, aver già contratto ed essere guariti dal covid negli ultimi sei mesi oppure essere in possesso di esito di tampone rapido o molecolare negativo effettuato nelle precedenti 48 ore.
# Avvocati costituzionalisti e gestori dei locali sul piede di guerra
Per molti rappresenta questo un nuovo passo verso la normalità. Ma non mancano le voci contrarie. Diversi avvocati costituzionalisti sono infatti pronti a presentare ricorso: l’obbligatorietà del pass vaccinale per entrare in discoteca andrebbe a ledere i principi di costituzionalità e di libertà personale perché, a loro avviso, si tratterebbe di una discriminazione nei confronti di chi non si è sottoposto ad un vaccino che al momento risulta ancora sperimentale e facoltativo. La discriminazione è accentuata anche dal fatto che mentre l’iniezione del siero vaccinale è a spese dello Stato, il tampone può arrivare fino a 100 euro, interamente a carico della persona.
Anche diversi gestori dei locali sono preoccupati, soprattutto quelli delle zone più frequentate in estate da un pubblico internazionale. In particolare i gestori della riviera veneta hanno sollevato la preoccupazione che nel caso di introduzione di tale obbligo molti giovani turisti stranieri potrebbero decidere di non venire in Italia e scegliere altre mete in cui l’accesso alle discoteche non è vincolato al possesso del passaporto vaccinale. Quale turista che ha voglia di divertirsi verrà nel nostro Paese se sono in vigore questi limiti?, questa la domanda che molti si fanno. Ma qual è la situazione nel resto d’Europa?
# Nel resto d’Europa, salvo la Francia, ad oggi nessuno obbligo
Discoteche a Wuhan. Credits: mediaset.com
Guardando al resto d’Europa al momento solo la Francia sembra intenzionata a introdurre il green pass per discoteche ed eventi. Nessun altro Paese, dalla Germania alla Spagna dove i locali hanno già riaperto, dalla Croazia alla Grecia, ha comunicato di obbligare i cittadini a esibire un documento comprovante l’avvenuta vaccinazione contro il Covid-19, il possesso degli anticorpi o l’esito di un tampone.
Il rischio per il nostro Paese è che in un continente dove la quota dei vaccinati risulta ancora inferiore al 40%, in gran parte anziani o di fasce a rischio, la grande maggioranza dei turisti, in particolare i più giovani, possano scegliere luoghi in cui sentirsi liberi, anche se forse meno sicuri.
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Voglia di mare e del suo profumo. Del rumore delle onde che si infrangono su pareti rocciose. Voglia di ammirare le bellezze della natura. Di scoprire luoghi nascosti. La spiaggia delle Cattedrali è uno spettacolo naturale che soddisfa tutte queste voglie.
Lo spettacolo della SPIAGGIA delle CATTEDRALI che APPARE e SCOMPARE con la marea
# Dove si trova
Credits: @forestviajes Spiaggia delle Cattedrali
La spiaggia delle Cattedrali è un paradiso terrestre perfettamente instagrammabile. Dove si può passeggiare tra i granelli di sabbia e ammirare le cattedrali rocciose. La spiaggia si trova in Galizia, precisamente lungo la costa di Ribadeo nella provincia di Lugo, zona che regala sempre spettacoli naturali.
La spiaggia è talmente particolare che, nella stagione estiva, è possibile accedervi solo su prenotazione al fine di conservare la natura primordiale del luogo. Prima di prenotare, però, è sicuramente meglio sapere gli orari delle maree, perché se non c’è la bassa marea l’unica cosa che si può fare è guardare le cattedrali rocciose dall’alto.
# La spiaggia che appare e scompare
Credits: viaggieritratti.it Spiaggia delle cattedrali
Ma cosa sono queste cattedrali? Le così dette cattedrali rocciose sono grandi formazioni di roccia a volte unite tra loro a volte divise, createsi dall’erosione dovuto al vento e al mare. Archi alti più di 30 metri, capolavori naturali.
Se quindi lo spettacolo delle cattedrali rocciose è sicuramente da vedere, la natura non sempre te lo permette. La particolarità di questa spiaggia è infatti il fatto che appare e scompare periodicamente.
Credits: @atlanticwedding Spiaggia delle cattedrali con alta marea
Solo con la bassa marea la spiaggia è ben visibile e frequentabile. Quando la marea si alza invece è impossibile accedervi, questo perché è come se la spiaggia non ci fosse più. Con l’alta marea, infatti, il mare è padrone del luogo con la sua distesa d’acqua che arriva fin a coprire l’intera spiaggia e renderla inaccessibile. Ma con la bassa marea, la spiaggia diventa pavimento di cunicoli, grotte marine e caverne buie.
# Un mare stupendo
Credits: @faroislapancha mare spiaggia delle Cattedrali
La spiaggia delle Cattedrali è talmente tanto bella che, mare o no, si dovrebbe andare comunque. Anche perchè questo luogo non si fa mancare nulla: ha anche un mare stupendo!
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Camminando per le strade di Milano sorge una domanda spontanea: perchè i pali indossano un maglione?
Cercando meglio si possono trovare anche della mani in maglia che abbracciano gli alberi e qualche origami di lana appeso ai rami.
Dietro questi piccolo indumenti colorati c’è però un’idea molto più grande.
Scopriamola insieme alle indicazioni diflawless.life.
Perchè i PALI di Milano indossano un MAGLIONE?
# I pali di Milano indossano il maglione
Credit: onfuton.com
Camminando per le vie di Milano si può essere colti da un’improvvisa domanda: perchè alcuni pali della luce indossano il maglione?
Non parliamo di maglioni da uomo incollati in qualche modo, ma di veri e propri indumenti creati apposta per i pali e non solo.
Affettuose manone in maglia hanno abbracciato interi alberi mentre origami in lana penzolano dai loro rami.
Ma da cosa derivano queste decorazioni?
#- Guerrilla Knitting: una nuova forma di decoro urbano
Credit: tiraccontounviaggio.it
Urban Knitting, Guerrilla Knitting e Yarn Bombing sono i diversi nomi utilizzati per identificare quella che oggi viene vista come una nuova forma di arte urbana.
Nata nel 2004 per caso, si fa risalire la sua prima opera a Magda Sayeg, proprietaria di un negozio di abiti alternativi nel Texas, che decorò le maniglie delle porte del suo locale ricoprendole con due piccoli maglioncini di lana.
Da quel momento, dato l’entusiasmo dei clienti per quelle maniglie colorate, nulla fu più come prima e iniziò una vera opera di decoro urbano che si estese in tutto il mondo.
Lo Yarn Bombing si sviluppa come una espressione artistica globale prettamente al femminile, che unisce alla passione per il lavoro a maglia un desiderio di rivoluzionedell’aspetto cittadino.
# Un modo per combattere il grigiore cittadino
Credit: @il_malabrocca
Questa nuova forma d’arte punta sull’effetto sorpresa che questi maglioncini colorati possono scaturire nelle persone abituate al solito grigiore.
I sostenitori di questo movimento si prefiggono infatti lo scopo di combattere il grigiore cittadino con vere e proprie azioni di pacifica guerrilla, vestendo, a colpi di ferri e fili coloratissimi diversi elementi della città: alberi, carrelli della spesa, cancelli, panchine, biciclette, cartelli e cartelloni e pali della luce ecc
# Guerrilla Knitting in Italia
Credit: @cornomatteo – Guerrilla knitting a Lambrate
Da ormai qualche anno il Guerrilla Knitting si è esteso in tutto il mondo, senza ovviamente tralasciare il nostro paese.
Anche se in Italia le decorazioni sono più limitate che in altri paesi, come per esempio in Inghilterra dove intere cabine telefoniche sono state decorate a maglia, questi piccoli maglioncini contribuiscono a rallegrare la giornata ai cittadini.
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Scegliere il giusto locale dove mangiare bene spendendo poco si rivela spesso un impresa ardua a Milano. Fine Dining Lovers ha stilato un elenco con 25 indirizzi top. Ecco dove sono e cosa si mangia.
25 RISTORANTI di Milano dove MANGIARE con MENO di 25 euro
#1 Sciatt à Porter, specialità valtellinesi
Credits sciattaporter – Sciatt à Porter
In questo piccolo locale vicino Corso Como, Sciatt à Porter, si mangiano piatti sia freddi che caldi. Famoso per i suoi sciatt, buonissimo street food della Valtellina qui servito in un cono a 7,50 euro. Oltre a questo ci sono taglieri a partire da 13 euro, pizzoccheri 14,50 euro, polenta e brasato 20 euro, e una buona scelta di vini valtellinesi.
Indirizzo: viale Monte Grappa 18
#2 Tripburger, con carni da tutto il mondo
Credits tripburger – Tripburger
Da Tripburger le carni arrivano da tutto il mondo e sono servite soprattutto in versione hamburger insaporite da salse tutte da scoprire. Se volete mangiare bene e spendere ancora meno c’è la serata universitaria. Per un burger e una birra artigianale non si va oltre i 20 euro.
Indirizzo: via Emilio Cornara, 8
#3 Ostello Madama, un mix di tradizione e di street food rivisitato
Credits esstille – Ostello Madama
Ostello Madama oltre a essere un ostello è anche ristorante e bar dove fare brunch, aperitivo, pranzo e cena. Nel menu, che varia molto in base alla stagione e alle disponibilità del mercato, si trovano hamburger a 10 euro, insalate a 7 euro. Il cibo, in questo locale vicino alla Fondazione Prada, è un mix di tradizione e di street food rivisitato, con aggiunta di proposte vegan.
Indirizzo: via Benaco, 1
#4 Pizzium, la pizza napoletana
Credits cyster_in_the_kitchen – Pizzium
Pizzium è fra le pizzerie di nuova generazione un caso di successo in città, con continue nuove aperture, arrivate ormai a sei. Le pizze hanno un impasto leggero per un effetto complessivo mai pesante e i prezzi vanno dalla Marinara a 6 euro fino a quelle regionali un po’ più strutturate per un massimo di 12 euro. Con la formula pranzo a soli 10 euro, dal lunedì al venerdì interessante, è incluso un piatto a scelta fra una decina di proposte che vanno dalla pizza margherita all’insalatona, dalla lasagne ai cavatelli alla sorrentina. Tra le specialità il panuozzum, il mitico panuozzo, ripieno di polpette al sugo.
Indirizzi: Via Procaccini 30, via Anfossi 1, viale Tunisia 6, viale Andrea Doria 17, via Vigevano 33, via Pola 11
#5 Macelleria Popolare, con soli carni bio grass-fed
Credits mercurio_fabio IG – Macelleria popolare
All’interno del Mercato Comunale, affacciato sulla Darsena di piazza XXIV Maggio c’è la Macelleria Popolare, del mitico Giuseppe Zen, il cuoco-macellaio diventato famoso per il suo street food da Mangiari di Strada. Le carni bio grass-fed, provenienti da animali nutriti solo con erba, sono il suo “marchio di fabbrica. A prezzi modici potrete trovare dagli hamburger agli arrosticini, oltre a una buona selezione di vini.
Indirizzo: piazza XXIV Maggio, Mercato Comunale
#6 Trapizzino, il triangolo di pizza bianca romana farcito
Credits mymilanofood – Trapizzino
La specialità di Trapizzino, alla sua terza apertura in città in Porta Romana, è l’angolo di pizza bianca farcito con le ricette iconiche della cucina romana, con i sapori regionali italiani o con le specialità internazionali. Tra i ripieni il pollo alla cacciatora o la parmigiana di melanzane. Con soli 4,50 euro si può assaggiare più di un trapizzino a cui magari aggiungere il classico supplì.
Indirizzi: Via Marghera, 12, Ripa di Porta Ticinese, 2, Corso Lodi, 1
#7 Gesto, le tapas per tutte le tasche
Credits laguidamichelle IG – Gesto
Gesto offre una cucina fresca e curata, con prezzi ridotti rispetto alla media cittadina. Qui sono può provare qualche piattino/tapas cucinato bene in un ambiente che invita alla socialità. Il prezzo medio a piattino è di 7 euro.
Indirizzi: via Giuseppe Sirtori, 15, Ripa di Porta Ticinese, 51
#8 Il Giardino di Giada, menu cinese in Duomo
Credits beatrice.zunino – Giardino di Giada
Il giardino di Giada è aperto dal 1980, a pochi passi dal Duomo. Offre un classico menu cinese con dim dum e zuppe, pesce al vapore, spaghetti di riso e soia. Nonostante la location in pieno centro i prezzi sono tutt’altro che inaccessibili.
Indirizzo: Via Palazzo Reale, 5
#9 Arci Bellezza, cucina casalinga al giusto prezzo
Arci bellezza
L’Arci Bellezza è un indirizzo storico per i milanesi, vicino al parco Ravizza, che soprattutto d’estate scelgono di sedersi nell’ampio cortiletto mangiando piatti di pesce, buoni fritti e dolci semplici ma gustosi. Una cucina casalinga, essenziale ma di buona qualità, a meno di 20 euro.
Indirizzo: via Giovanni Bellezza, 16
#10 Vista Darsena, lo smart bar aperto dalla colazione fino a tarda sera
Credits vista.darsena IG – Vista Darsena
Vista Darsena si definisce uno smart bar con servizio di cucina, con proposte che vanno dal Meat burger alla lasagna classica, dalle focacce farcite ai piatti del giorno, fino alla cucina internazionale come il pollo al curry e salmone teriyaki. Aperto dalla colazione a mezzanotte, passando per la merenda e l’aperitivo. La spesa media è di 15 euro.
Indirizzo: viale Gabriele D’Annunzio, 20
#11 Pescetto, dove mangiare pesce al peso
Credits pescetto_milano – Il pescetto
In via Alessandro Volta c’è un indirizzo unico dove il pesce si mangia al peso, Pescetto. Non è uno street food e nemmeno una pescheria. Non ci sono i camerieri, le ricette sono semplici e la materia prima è sempre molto fresca. I prezzi sono per tutte le tasche.
Indirizzo: Via Alessandro Volta 9
#12 Poporoya, l’autentico sushi giapponese
Credits poporoya_sushi_bar IG – Poporoya
Poporoya è il posto ideale per mangiare l’autentico sushi giapponese a 25 euro. Potete anche scegliere lo speciale Chirashi del Maestro Shiro a soli 15 euro e aggiungere dei roll o qualche piatto cucinato. Come nei tradizionali ristoranti giapponesi si prende l’ordinazione alla porta, si aspetta pazientemente il proprio tavolo, si mangia e si va via subito dopo il dessert.
Indirizzo: via Eustachi 17
#13 Giacomo Rosticceria, un locale elegante in una villetta della Vecchia Milano
Credits giacomo_milano – Giacomo Rosticceria
Giacomo Rosticceria è un locale elegante in una villetta della Vecchia Milano. Il menu cambia ogni giorno, con una proposta semplice ma di qualità, puntando sugli evergreen della cucina italiana: lasagne alla bolognese, parmigiana di melanzane, oppure mondeghili con chips di patate e pollo allo spiedo nostrano con patate al forno, pappa al pomodoro. C’è posto ai tavoli che si trovano all’ingresso, nella saletta al piano superiore o nel piccolo dehor esterno.
Indirizzo: via Sottocorno 36
#14 Osteria dell’Aquabella, la tradizione culinaria milanese a buon prezzo
Credits rizzorizzo2 – Osteria dell’Acqua Bella
L’Osteria dell’Acquabella consente di mangiare cibo tradizionale milanese a un prezzo contenuto. I primi del giorno sono l’affare da prendere al volo, così come la polenta in tutte le sue declinazioni. Tutti i piatti sul menu sono abbastanza economici, gradevoli e sostanziosi. Solo ordinando i vini dalla carta si superano i 25 euro.
Indirizzo: via San Rocco, 11
#15 Mare Culturale Urbano, la cascina urbana
Credits silviagavioli__ IG – Mare Culturale Urbano
Il Mare Culturale Urbano è una cascina aperta con eventi, workshop e birreria con cucina, frutto di un recente progetto di riqualificazione. La cucina è semplice con alcuni tocchi etnici e si passa dagli antipasti da 6 a 10 euro, ai primi dai 10 ai 14 euro come tonnarelli cacio e pepe alle tagliatelle fresche con canocchie e friggitelli, ai secondi con un costo medio di 14 euro fino a contorni e dolci a non più di 6 euro.
Indirizzo: Via Giuseppe Gabetti, 15
#16 MAIDO, famoso per le frittate giapponesi
Credits maido_milano IG – Maido
MAIDO è un piccolo locale asiatico le cui specialità sono gli okonomiyaki: frittate giapponesi con pancetta, gamberi o verdure. Oltre a questo ci sono onigiri ripieni, mochi e rice burger. Tutto di qualità e un prezzo inferiore ai 25 euro.
Indirizzi: via Savona 15, via Jacopo dal Verme 16
#17 God Save the Food, il ristorante healthy
Credits beatrice.zunino – God Save the Food
God Save the Food conta in città ben 4 locali, dopo il primo di via Tortona. La proposta del ristorante è un menu healthy e leggero, con gustosi piatti vegetariani. I preferiti dai clienti sono i wok che hanno un prezzo medio di circa 16 euro.
Indirizzi: piazza del Carmine 1, via Tortona 34, via Bellotti 2 angolo viale Piave, Rinascente
#18 Pescaria, per gli amanti dei panini pugliesi
Credits thepresidentreal IG – Pescaria Milano
Il marchio pugliese Pescaria, arrivato a Milano qualche anno fa, è la metà ideale per gli amanti dei classici panini di mare. Le materie prime sono di qualità e i panini abbondanti con abbinamenti golosi e prezzi abbordabili. Oggi conta due locali in città.
Indirizzi: via Bonnet 5, via Solari 12
#19 Santeria Paladini, ideale per un brunch
Credits cristianorsini IG – Santeria Paladini
Alla Santeria Paladini, tra buona musica, reading e molto altro, si può avere un brunch, un aperitivo o semplicemente un pasto a Milano ad un massimo di 20 euro a persona, bicchiere di vino o birra compreso. Conosciuta per i sandwich e i piatti che cambiano ogni mese, fra pasta e secondi, quasi mai oltre i 10 euro. In viale Toscana c’è anche lo spin off Santeria Social Club.
#20 Giolina, la pizza con il cornicione a canotto
Credits giolina_milano – Giolina
Giolina, sorella della pasticceria Gelsomina, con il suo inconfondibile stile vintage, che strizza l’occhio al mood dandy-rock, propone un’ottima pizza napoletana a canotto, con il cornicione alto. Le materie prime e gli ingredienti dei topping celebrano le piccole eccellenze italiane, come i pomodorini del Piennolo giallo o il guanciale di Amatrice, e i prezzi delle pizze oscillano dai 6,50 ai 13 euro, quelli degli antipasti dai 4,50 agli 11 euro.
Indirizzo: via Bellotti 6
#21 Love Poke, le bowls di “sushi hawaiano”
Credits lovepoke – Foodspirit
Le amatissime bowls di “sushi hawaiano”, le famose poke, hanno preso piedi da anni anche a Milano con numerosi locali. Una delle insegne più presenti è Love Poke, con undici punti vendita, che propone le bowls con Riso, proteine e vegetali da mixare a piacere a prezzi accessibili.
Indirizzi principali: Duomo – Passaggio degli Osii 2, via Tortona 20, via F. Filzi 4, via Turati 7, via Sebastiano del Piombo 23, corso di Porta Romana 79, piazza Oberdan, 10
#22 Gud Milano, focacce dall’impasto bio e Poke Bowl
Credits milanoamodomio.it IG – Gud Milano
L’insegna all day dining Gud è presente in città in otto location diverse. Tutte con le stesse caratteristiche: una proposta easy, salutare e di qualità, capace di adattarsi ai ritmi di vita e ai gusti dei milanesi. I pilastri sono due: focacce dall’impasto bio a lunga lievitazione, croccanti e leggere, e GuD Poke Bowl, le bowl di riso reinterpretate con ingredienti italiani. Al Gud Darsena il menu è arricchito da fish&chips. La spesa media è di 15 euro.
Indirizzi: viale Gabriele D’Annunzio 30, via Eustachi 25, Stazione Centrale, via Demetrio Stratos 5 – CityLife con chiosco ad apertura stagionale, via Via Guglielmo Röntgen 1, via Carlo Botta 18, Gud Beach e Idroscalo c/o Idroscalo
#23 Mao Hunan, la Cina “più piccante”
Credits ilariapatrian – Mao Hunan
Mao Hunan è un ristorante cinese che offre una cucina regionale cinese ben precisa: quella dell’Hunan, la Cina “più piccante”. Dim sum fatti a mano, zuppe di pesce piccantissime e qualche piatto hardcore con frattaglie. Un locale non adatto per gli stomaci delicati, ma di sicuro per gli amanti di questa cucina che vogliono spendere poco.
Indirizzo: via Porpora, 5
#24 Empanadas del Flaco, il ristorante argentino a firma di un trio di chef stellati
Credits simona_reca IG – Empanadas del Flaco
Empanadas del Flaco è il nuovo ristorante a firma del trio stellato di Contraste, costituito da Matias Perdomo, Simon Press e Thomas Piras, in una location piccola e accogliente. Il re della cucina è il tipico fagottino argentino, fatto a mano, declinato in tanti modi: pollo, cotto e formaggio, carne di manzo, verdura, pesce e formaggio. Ogni pezzo viene 3,50 euro, ma per saziarvi è consigliato un bel tris.
Indirizzo: via San Maurilio, 4
#25 Imone, la cucina coreana low cost
Credits etoile_nomade IG – Imone
Questo piccolo ristorantino, che ha iniziato in via Paolo Sarpi e poi si traferito in via Emilio Cornalia, zona Gioia/Centrale, è tra i migliori della cucina coreana. Imone propone specialità tradizionali come il bibimbap (ciotola di riso, verdure, carne e uovo all’occhio di bue) o il kimchi (cavolo cinese, zenzero, aglio, cipolla e peperoncino). I prezzi sono stracciati.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
I mezzi di comunicazione incidono fortemente nella crescita delle persone.
Fino agli anni settanta ogni bambino doveva trovare modo di riempire le sue giornate. La creatività era il principale passatempo.
La rivoluzione della Tv è iniziata con le reti private e i cartoni giapponesi che occupavano il tempo libero e trasmettevano un’etica adatta a un pubblico non adulto.
Con internet si è avuta una parcellizzazione degli emittenti e l’occupazione da parte dei media del tempo libero si è fatta ancora maggiore, fino a diventare totale con l’esplosione dei social in cui ognuno è al tempo stesso ricevente ed emittente.
I maestri di oggi sono Instagram e Tik Tok. Come condizioneranno questi media il futuro cognitivo dei ragazzi di oggi?
Sicuramente contribuiscono a una perdita di capacità di concentrazione. I contenuti cambiano continuamente, sono delle istantanee, si attiva un rapporto superficiale e frammentato con la realtà che va a ostacolare una catena di pensiero che permetta un ragionamento più profondo.
Non solo. Si trasmette anche un’idea di vita fatta di momenti di appagamento istantaneo che si susseguono senza soluzione di continuità. Si orientano i ragazzi a un’esistenza di esaltazione effimera nel quotidiano, priva di una visione di insieme.
Il rischio è di avere una generazione senza spirito critico, incapace di approfondire la realtà e di progettare il futuro.
Per compensare queste lacune il sistema formativo, da parte dei genitori e degli insegnanti, dovrebbe essere volto ancora di più a favorire la creatività progettuale che nasce dall’assenza di contenuti e dalla necessità di crearne.
In modo che il senso della propria vita derivi da un atteggiamento attivo e costruttivo invece che di consumo passivo del tempo.
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