RIAPRONO le DISCOTECHE in Italia: le REGOLE da sapere e cosa succede nelle altre NAZIONI

Tutti gli aspetti della decisione analizzati anche in un'ottica internazionale

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Credits igv.it - Discoteca

Nei primi dieci di luglio riapriranno le discoteche in Italia. Ma qual è la situazione internazionale? Ecco la situazione e i punti interrogativi sul provvedimento.

RIAPRONO le DISCOTECHE in Italia: le REGOLE da sapere e cosa succede nelle altre NAZIONI

# Entro il 10 luglio riaprono le discoteche. In Italia si potrà accedere solo con green pass

Credits: universityofcalifornia.edu

Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, a seguito di un colloquio con il ministro Speranza, ha anticipato che entro il 10 luglio le discoteche riapriranno. “Credo sia dovere della politica dare una risposta anche a questo settore“. Per accedere ai locali sarà necessario essere in possesso del green pass, che si può ottenere se è presente almeno una di queste tre condizioni: aver completato il ciclo vaccinale o che siano almeno passati 15 giorni dalla prima dose, aver già contratto ed essere guariti dal covid negli ultimi sei mesi oppure essere in possesso di esito di tampone rapido o molecolare negativo effettuato nelle precedenti 48 ore.

# Avvocati costituzionalisti e gestori dei locali sul piede di guerra

Per molti rappresenta questo un nuovo passo verso la normalità. Ma non mancano le voci contrarie. Diversi avvocati costituzionalisti sono infatti pronti a presentare ricorso: l’obbligatorietà del pass vaccinale per entrare in discoteca andrebbe a ledere i principi di costituzionalità e di libertà personale perché, a loro avviso, si tratterebbe di una discriminazione nei confronti di chi non si è sottoposto ad un vaccino che al momento risulta ancora sperimentale e facoltativo. La discriminazione è accentuata anche dal fatto che mentre l’iniezione del siero vaccinale è a spese dello Stato, il tampone può arrivare fino a 100 euro, interamente a carico della persona.

Anche diversi gestori dei locali sono preoccupati, soprattutto quelli delle zone più frequentate in estate da un pubblico internazionale. In particolare i gestori della riviera veneta hanno sollevato la preoccupazione che nel caso di introduzione di tale obbligo molti giovani turisti stranieri potrebbero decidere di non venire in Italia e scegliere altre mete in cui l’accesso alle discoteche non è vincolato al possesso del passaporto vaccinale. Quale turista che ha voglia di divertirsi verrà nel nostro Paese se sono in vigore questi limiti?, questa la domanda che molti si fanno. Ma qual è la situazione nel resto d’Europa?

# Nel resto d’Europa, salvo la Francia, ad oggi nessuno obbligo

Discoteche a Wuhan. Credits: mediaset.com

Guardando al resto d’Europa al momento solo la Francia sembra intenzionata a introdurre il green pass per discoteche ed eventi. Nessun altro Paese, dalla Germania alla Spagna dove i locali hanno già riaperto, dalla Croazia alla Grecia, ha comunicato di obbligare i cittadini a esibire un documento comprovante l’avvenuta vaccinazione contro il Covid-19, il possesso degli anticorpi o l’esito di un tampone.

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Il rischio per il nostro Paese è che in un continente dove la quota dei vaccinati risulta ancora inferiore al 40%, in gran parte anziani o di fasce a rischio, la grande maggioranza dei turisti, in particolare i più giovani, possano scegliere luoghi in cui sentirsi liberi, anche se forse meno sicuri. 

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

1 COMMENTO

  1. Non ho mai amato le leggi speciali, spesso usate a fini politici ma la questione di un minimo di garanzia per entrare nelle discoteche affollate mi sembra un principio di civiltà e tutela di tutti. violazione diritti costituzionali di riservatezza e libertà di scelta? Cortesemente, i morti per pandemia dovrebbero bastare come motivazione. Si organizzassero con le Regioni di spettanza gli albergatori e i detentori di locali per tamponi meno cari scaricandoli come costi.

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