Perfetto per una bella passeggiata in uno dei parchi più grandi della zona metropolitana di Milano. Sono presenti, tra le varie attrazioni, cinque cascine e uno skatepark.
In via Golgi è presente questo bellissimo orto botanico, sede di ricerca e sperimentazione botanica. Un’esperienza speciale per chi ama conoscere nuove specie di piante e imparare sempre qualcosa in più sul ricco modo della flora.
#3 Scienzaland
https://www.ticketone.it/artist/scienzaland/
La mostra della scienza e delle illusioni, per i più piccoli ma non solo, si trova a 10 minuti a piedi dalla fermata della metro di Lambrate. Macchine e laboratori interattivi per scoprire la scienza, la fisica, la biologia e la natura in un modo divertente e diverso dal solito.
#4 Birrificio di Lambrate: la Mecca degli appassionati della bionda artigianale
Questo, invece, è un luogo adatto ai più grandi. Si tratta del più antico microbirrificio di Milano ed è uno dei posti migliori in cui passare una bella serata in compagnia, godendosi birre artigianali di qualità. Ha due sedi, entrambe nella zona di Lambrate: via Golgi e via Adelchi.
#5 The Sanctuary Experience: il locale boho-chic di Milano
Rimanendo in tema di locali, il The Sanctuary Experience Milano è un locale boho-chic in un vecchio edificio stile industriale. Oltre alla possibilità di bere e mangiare qualcosa, è possibile assistere a spettacoli ed animazioni di ogni tipo. Si trova in via Saccardo 12.
#6 Mundial: il più amato da chi vive la Milano di notte
Uno dei forni più amati e conosciuti di Milano, soprattutto tra i più giovani: i prezzi bassi, iprodotti ottimi e il fatto che rimane solitamente aperto per tutta la notte, la rende una delle mete più comode e comuni quando si fa festa fino alle ore piccole.
Aperta da poco più di un anno in via Ponte di Legno si trova una galleria d’arte contemporanea permanente che espone progetti d’arte “incentrati sui temi del ruolo del tempo, della successione di luce e buio, dell’aspetto magico delle metamorfosi che avvengono in natura e in mitologia”.
Palestra di tappeti elastici in cui è possibile anche seguire corsi di parkour, acrobatica e poledance. Luogo perfetto per sfogarsi e staccare un attimo la mente dalle preoccupazioni e responsabilità, in cui si torna ad essere bambini e divertirsi in uno dei modi più genuini che esistano. Si trova in via Peroni 48.
#9 Ribs and Beer a Lambrate USA
https://www.ribsandbeer.it/gallery
Per gli amanti della cucina statunitense e del grill, in questo posto è possibile gustare ottimi hamburger e diversi tipi di carne cucinati in svariati modi. Abbondanti piatti e bibite, schermi giganti e spazi ampi: anche l’ambiente ti tele-trasporta negli USA.
#10 El Hornero: il ristorante peruviano
Ristorante peruviano in Piazza Monte Titano. Ambiente accogliente e informale che offre piatti tipici della cucina peruviana, carne alla griglia e il famoso ceviche.
Moda e design viaggiano spesso in coppia. La conferma arriva dal nuovo flagship store della maison francese inaugurato in una delle capitali mondiali, progettato per stupire e meravigliare passanti e clienti con la sua bellezza e la sua audacia. Ecco come è stato realizzato e a cosa si ispira.
Il “MARE” di Louis Vuitton: è il NEGOZIO più BELLO del mondo?
# La maison francese ha inaugurato un flagship store di 4 piani con un design pensato per meravigliare passanti e clienti
Credits francella_bella IG – Dettaglio facciata negozio Louis Vuitton Tokyo
A Ginza, il quartiere dello shopping di Tokyo c’è un negozio che non può passare inosservato: è il nuovo flagship store di 4 piani della maison di moda francese Louis Vuitton. Progettato dallo studio giapponese Jun Aoki & Associates, in collaborazione con l’architetto americano Peter Marino, il negozio si presenta con facciata e interni ondulati pensati per causare stupore e meraviglia sia ai passanti sia a chi entra al suo interno.
# Ispirato alla superficie increspata e cangiante dell’acqua del mare
Credits francella_bella IG – Louis Vuitton Tokyo
L’elemento a cui si ispira l’edificio è l’acqua e la sua superficie increspata e cangiante. Si inizia all’esterno con la facciata in vetro, trattata con una pellicola dicroica tra i due strati di lastre, che attua una riflessione, diffusione e distorsione delle immagini e delle luci intorno provocando variazioni di tonalità di colore in base al punto di osservazione.
Credits francella_bella IG – Medusa Louis Vuitton Tokyo
All’interno la metafora dell’acqua è ripresa da una medusa gigante appesa al soffitto che accoglie i clienti e dalla scala centrale a chiocciola, concepita come un nastro continuo di legno e vetro. Infine arredi, pannelli, accessori e espositori con forme curve che restituiscono l’idea di una circolazione fluida.
Una serie di dispositivi, posizionati strategicamente, dovrebbe aiutare la municipalità ad individuare (e correggere) le abitudini sonore che, oltre a dare fastidio, sono dannose per la salute
Parigi combatte l’inquinamento acustico con delle “MEDUSE”. Le vedremo anche a Milano?
# Rumore di fondo come il fumo passivo
Credits: Roberto Porpora
Secondo una recente ricerca pubblicata anche dalla Fondazione Veronesi, condotta in 749 città europee, l’inquinamento acustico è responsabile di arrecare problemi fisici e mentali ai cittadini: addirittura è responsabile di circa 3.600 decessi all’anno.
Si stima che circa 60 milioni di persone in Europa siano sottoposte a livelli nocivi di inquinamento acustico, che può provocare una reazione allo stress e all’attivazione del sistema nervoso simpatico e del sistema endocrino.
Il sindaco di Villenueve-le-Roi, cittadina nei pressi dell’aeroporto di Parigi Orly, Didier Gonzales, ha dichiarato nel 2019 che «fa male alle persone come il fumo passivo».
La città acusticamente più inquinata in Europa è Parigi. La capitale francese conta oltre 5 milioni e mezzo di persone esposte ai rumori molesti, pertanto è stata scelta per guidare un progetto destinato all’abbattimento dei rumori, grazie all’impiego di alcuni sensori automatizzati.
Il loro compito è quello di monitorare una delle fonti dell’inquinamento acustico, il traffico urbano. Dotati di una telecamera a circuito chiuso e, soprattutto, 8 microfoni integrati, i sensori saranno quindi in grado di individuare i veicoli responsabili di superare la soglia di tolleranza e aiuteranno le autorità al loro sanzionamento.
Una sorta di velox dei rumori, insomma, che potrebbero dissuadere dall’uso dei veicoli rumorosi.
Il sensore è un prototipo nato nel 2016, opera dell’organizzazione no-profit Bruitparif, ed è soprannominato “medusa” per la somiglianza con l’abitante dei mari. Sfrutta la tecnica della ripresa a 360° ed è in grado di percepire la provenienza e la direzione di marcia dei suoni.
Secondo le intenzioni dei progettisti, la medusa è molto più performante del classico fonometro (il misuratore normalmente impiegato in queste circostanze) perché è in grado di «vedere il rumore», elaborando e determinando più volte al secondo la provenienza. Questi suoni sono poi “localizzati” su un display a 360° che raccoglie i dati e li elabora dopo il lavoro della medusa.
Nelle visualizzazioni, i livelli sonori sono rappresentati da un codice colore, abbinato all’intensità. I primi esperimenti sono stati condotti nei quartieri parigini più affollati o nei cantieri del Grand Paris Express e, dal 2019, testati per determinare “tracce acustiche” generate dai veicoli nel traffico.
Milano è la città più rumorosa d’Italia, come svelato dalla ricerca “Noise Escape Challenge” pubblicata a fine 2021. La città della Madonnina sembra essere una candidata ideale ad ospitare parte del progetto pilota che a Parigi inizierà nel 2023.
I livelli di pressione sonora, nelle città operose come Milano e Parigi, superano i limiti della tolleranza, fino a giungere a soglie preoccupanti, soprattutto per la salute dei cittadini.
La nuova tendenza a migliorare la qualità della vita a Milano, dovrà necessariamente passare anche dall’abbattimento dei rumori del traffico, dei cantieri e della frenetica frequenza del lavoro. Vedremo le meduse anche a Milano?
Cadono obblighi ma i drappi non lasciano i volti. Nonostante il mondo abbia archiviato emergenze e restrizioni sanitarie. A Milano con la primavera è un fiorire di mascherine bianche e colorate, spesse e leggere, appiccicate al volto o avviluppate al mento a mo’ di collare. Ma chi sono i tipi milanesi che ancora resistono? Da una breve ricerca si possono classificare in 5 categorie in base all’approccio mentale alla vita.
I 5 tipi di milanesi ancora con MASCHERINA
# I Semper Fidelis
Cerdits: ilpost.it
Semper fidelis, come i granatieri svizzeri o i militari del corpo dei Marines. Si sentono investiti di una missione salvifica, al motto “difendere se stessi e rispettare gli altri”, soprattutto se “fragili”. Qualunque loro comportamento lo sentono come funzione sociale, come atto di servizio alla comunità da cui sotto sotto si sentono di dover ricevere riconoscenza. La indossano ovunque. Mentre corrono o vanno in bicicletta, in auto o in strada da soli. Si sentono responsabili e provano orgoglio nel gesto, anche come semplice valore simbolico. Finché lo riterranno un gesto socialmente utile, non lo molleranno.
# I Non si sa mai
“Prevenire è meglio di curare” è il loro motto. Hanno preso in prestito lo slogan del dentifricio e l’hanno esteso ad ogni contesto personale e sociale. Sono quelli che immaginano qualunque scenario nefasto e per evitarlo predispongono qualunque precauzione. Non importa che cosa faccia il resto del mondo, non importa se escono ricerche o dichiarazioni di esperti che chi le indossa non sia protetto più di chi non le ha. Per questa tipologia di milanesi vige su tutto la regola aurea del “non si sa mai“. O Uan mask il megl che nient. Un atteggiamento che a volte può sembrare più una superstizione ma, se ha funzionato finora mantenendoci in vita, perchè smettere?
# I Ponzio Pilato
Credits rodajecallejero IG – Cavalluccio marino e mascherina
Una delle tipologie più tipiche dei nostri tempi. Per loro il sì sì o no no non esiste: su tutto regna il dipende. Mettono e tolgono, in funzione del contesto. Dipende cosa fa il suo capo, dallo sguardi dei vicini, dal mormorio degli amiche all’aperitivo. Non prendono mai una decisione definitiva. Stanno allineati e coperti, ma non mostrano slanci o convinzioni personali. Mettono in ufficio ma poi le tolgono con gli stessi colleghi con cui pranzano in mensa. Le tolgono all’aperto ma le mettono se, sempre all’aperto, accompagnano il figlio a scuola. Più che la legge per loro contano gli sguardi.
# I Ma chissenefrega
Credits: robinsonpetshop.it
Sono quelli che vivono come su una tavola di surf. Non fanno mai nulla con impegno, soprattutto quello che riguarda il contesto sociale. La tipologia di chi non vuole sbattimenti. Si veste, esce di casa e mette mascherina sotto il mento. Poi la tira su o giù o a mezz’asta con un semplice tocco, in base al momento. E lì rimane. Non ha tempo né voglia di tirarla su quando entra in ufficio e poi toglierla quando si siede alla sua postazione, né rimetterla quanto va alla fotocopiatrice, né toglierla di nuovo quando beve il caffè alle macchine e di metterla quando finisce il caffè eccetera eccetera. Perché in fondo la vita è fatta di cose più importanti.
# Quelli che non sanno più che giorno è
Mad Mask
Poi ci sono loro. Quelli usciti a pezzi in questi due anni e mezzo. Bombardati di continue istruzioni spesso in contraddizione con loro sono andati in tilt come un flipper degli anni settanta.
Non sanno più ormai cosa fare. Teatro sì, stadio no, scuola sì, chiesa no, ma attenzione che il vescovo le raccomanda, anzi le impone. Mentre al bar no. Ma sì, se sei il barista e cameriere, mentre il cliente entra ed esce, si alza e va al bancone o alla toilette senza dover coprire naso e bocca.
Stordito da questo metti e togli, a furia di tira e molla, la tiene indosso, spesso anche nei momenti più inopportuni.
Se glielo fai notare può scoppiare a piangere.
Finalmente si riparte con gli eventi. E Milano rischia di ingolfarsi per la scorpacciata in arrivo. Tra i tanti ne abbiamo scelti sette in ordine di programmazione.
7 EVENTI di maggio e giugno da NON PERDERE a Milano
# 570 nm – “Quanto è bello il giallo!”, dal 5 al 28 maggio
https://www.almach.com/
570 nanometri è la lunghezza d’onda del colore giallo ed è intorno a questo colore e al suo significato simbolico che gira la mostra artistica che si tiene dal 5 al 28 maggio di quest’anno presso l’Almach Art Gallery, in via Gaudenzio Ferrari 3. Per maggiori informazioni: https://www.almach.com/.
# Il “Vinitaly dei Cocktail”: Mixology Experience, dall’8 al 10 maggio
https://www.mixologyexperience.it/it/
Definito anche il “Vinitaly” dei Cocktail, uno dei più importanti eventi nel settore dell’hospitality, il Mixology Experience è un’esperienza dedicata non solo agli esperti e lavoratori del settore, ma anche a chiunque ami e sappia apprezzare l’arte della mixology, cioè la ricercata creazione di cocktail. Per maggiori informazioni: https://www.mixologyexperience.it/it/.
# Il mercatino dell’usato che aiuta la Casa delle Donne, dal 12 al 15 maggio
https://www.casadonnemilano.it/
Per raccogliere fondi, la Casa delle Donne, l’associazione di promozione sociale dedicato alle donne, organizza un mercatino dell’usato dal 12 al 15 maggio, presso lo Spazio da Vivere, in via Marsala 10. Per gli amanti del vintage, è possibile comprare dei pezzi di seconda mano compiendo allo stesso tempo un’azione solidale.
# Piano City Music, dal 20 al 22 maggio
Quest’anno, dal 20 al 22 maggio, si tiene l’undicesima edizione del festival del pianoforte. Essendo un festival diffuso, saranno più di 100 le location in cui si terranno i concerti, oltre 200. Ad aprire questo dinamico festival sarà la cantante Francesca Michielin, e a seguire nei successivi giorni si esibiranno dei grandissimi artisti del pianoforte. Per maggiori informazioni: https://www.pianocitymilano.it/.
# Salone e Fuorisalone: Milano Design Week dal 6 al 12 giugno
Salone e Fuorisalone per la prima volta nel mese di Giugno. La 60esima edizione del Fuorisalone si tiene dal 6 al 12 giugno, presso il Brera Discrict Design. Quest’anno il principio di base che muove la mostra è un nuovo equilibrio tra uomo e natura che possa partire anche dal design. Per maggiori informazioni: https://www.fuorisalone.it/it/magazine/focus/article/916/fuorisalone-eventi-2022.
# FAROUT – Orbite Artistiche, dal 10 giugno al 24 luglio
https://base.milano.it/farout-festival/
Dal 10 al 24 luglio 2022 si tiene la prima edizione di FAROUT, festival dedicato alla creazione contemporanea. Artisti nazionali e internazionali si alterneranno per presentare nuove forme di creazione dell’arte basate su nuovi modelli di co-abitazione, co-creazione e co-esistenza tra artistə, natura, città e comunità. Il festival si tiene presso BASE, in via Bergognone 34.
# Terza Fiera del Disco il e il
Non proprio a Milano ma alle sue porte, nel comune di Sesto San Giovanni, si tiene quest’anno la terza Fiera del Disco. Il mondo dei sogni per gli amanti dei vinili e dei cd, di qualsiasi genere musicale mai esistito. Ha luogo presso Spazio MIL – Area Carroponte Via Granelli 1, Sesto San Giovanni. Per maggiori informazioni: https://www.in-lombardia.it/it/evento/discollection-terza-edizione-della-fiera-del-disco.
In una città come Milano o si conosce un professionista di fiducia o risulta quasi più facile tirare a sorte da quante sono le possibilità di scelta. Ma se invece ci affidassimo ad un amico che di ricerche è un esperto? Pronta per l’evenienza, ecco una top list dei fiorai stellati di Milano secondo le recensioni Google. La classifica è calcolata computando stelle e numero di recensioni.
La TOP 10 dei FIORAI “STELLATI” di MILANO
credits: pexels
#10 Maryflor
4,6 (91 recensioni) Via Andrea Solari, 4, 20144 Milano MI; 02 466556
“Ho ordinato su Glovo un mazzo di fiori. E poi ho visto che si erano rivolti a questo negozio e ho telefonato. Gentilissimi e disponibili. Il mazzo di fiori veramente bello e ben confezionato. Curato nei dettagli. Grazie per avermi consentito di fare un pensierino per il compleanno di una cara amica” Donatella A.
“Un punto di riferimento per chi vuole regalare un’emozione con un fiore o una pianta. Sempre gentilissimi e disponibilissimi. GRAZIE!” Luigi F.
#8 Fiorista Fiorilandia Milano
4,7 (195 recensioni) Via degli Imbriani, 40, Milano MI; 02 3931 0758
“Ho contattato Fiorilandia oggi per la prima volta, per una consegna a domicilio, e mi sono trovata benissimo! Cortesi, efficienti, gentili e professionali. FIORI BELLISSIMI. Grazie” Paola A.
#7 Fiorinmente Milano
4,8 Stelle (88 recensioni) Via Michelangelo Buonarroti, 5, Milano MI; 02 4398 6236
“Una bottega raffinata e armoniosa di fiori e piante incantevoli. Artisti appassionati del loro lavoro e di rara professionalità. Cura e ricercatezza dei dettagli. 10 e lode!” Giusi T.
#6 Pattiflora
4,9 Stelle (8 recensioni) Via Veronese Guarino, Milano MI; 327 546 2223
“Grazie. Ordinati sul sito il giorno prima e consegnati in mattinata. Prezzi onesti e grande varietà di scelta. Ti avvisano ad ogni passaggio, dalla preparazione alla consegna. Molto apprezzato.” Alessandro M.
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#5 I Fiori nella Rete Milano Chiama
4,9 Stelle (45 recensioni) Vicolo Privato Lavandai, 6, Milano MI; 02 8707 1265
“Ho acquistato oggi una tillandsia, e un altro bellissimo oggetto di arredo, fantastico. Un piccolo negozietto con tante bellissime piantine, e tante ,tante belle cose, avrei comprato tutto gentilissima e carina la titolare complimenti” Francesca S.
#4 La Primavera Fiori
5,0 Stelle (14 recensioni) Via Alessandro Volta, 14, Milano MI; 02 655 4594
“È il mio fiorista di Fiducia! Negozio splendido, non si può sbagliare scendo la Primavera. Roberto è professionale e ha una grande passione per il suo lavoro. Mi sono affidata a loro per il mio matrimonio e molte altre occasioni, servizio sempre eccellente!” Olly M.
#3 Fiori Michela Pozzato
5,0 Stelle (19 recensioni) Via Vincenzo Monti, 36, Milano MI 389 502 9561
“La natura nella sua bellezza: fiori, piante vasi sono super. Location speciale, concept visivo che permettere di apprezzare tutto che è esposto. Infine, il personale piacevole e preparato. Ah dimenticavo per gli appassionati le Orchidee sono superbissime” Marco T.
#2 Angela FIORI Milano
4,9 Stelle (72 recensioni) Ripa di Porta Ticinese, 113, Milano MI; 340 252 2232
“Che dire? Perfetta! Angela é super preparata e sa fare il suo lavoro, ma soprattutto lo svolge con amore e te lo trasmette nelle sue composizioni. Sempre pronta ad ascoltare le tue idee e realizzarle alla perfezione consigliando anche i fiori migliori per il periodo.” Alice R.
#1 I Fiori Di Martino Milano
5,0 Stelle (170 recensioni) Via Plinio, 37, Milano MI; 02 3944 8333
“Ho preso ieri un bouquet come regalo di compleanno per un’amica che ama i girasoli. Che dire elegante nella sua semplicità! Ciliegina sulla torta il signor Martino è una persona super gentile e accogliente, pronta a dare consigli e venire incontro alle esigenze e richieste del cliente!” Karmina V.
Era il 2014 quando il Comune di Milano aderì al progetto “Domenica al Museo”, che prevedeva l’entrata gratuita ai musei comunali ogni prima domenica del mese. La pandemia aveva fatto sospendere l’iniziativa culturale, togliendo l’opportunità di trascorrere una domenica all’insegna dell’arte, della scienza e della cultura (tutta gratuita) ai milanesi. In questo ritorno alla nuova normalità, torna anche la “Domenica al Museo”.
Torna la “DOMENICA al MUSEO”: la lista dei musei visitabili gratis a Milano e in Lombardia
# Questi i musei aperti gratuiti domenica 8 maggio
Casa Museo Boschi di Stefano – Via Giorgio Jan, 15 – Buenos Aires
Domenica 8 maggio sarà il primo giorno di ritorno al Museo. Nell’ottobre 2020 l’iniziativa era stata sospesa formalmente a causa del Covid, ma era già da febbraio con il primo lockdown che la prima domenica del mese non si poteva entrare al museo gratis. A causa degli obblighi di prenotazione, dovuti agli ingressi contingentati, riportare immediatamente il progetto “Domenica al Museo” è risultato difficile. Ora, a distanza di due anni, è pero tornata la cultura gratuita, almeno per un giorno al mese.
I musei milanesi aperti al pubblico domenica 8 maggio saranno:
Museo del Novecento
Pinacoteca di Brera
Galleria d’Arte Moderna
Musei del Castello Sforzesco
Museo Archeologico
Acquario Civico
Museo di Storia Naturale
Casa Museo Boschi Di Stefano
Studio Museo Francesco Messina
In realtà per il mese di maggio si tratta della seconda domenica del mese, dato che la prima coincideva con la Festa del Lavoro, ma da giugno tornerà ad essere la prima domenica (5 giugno).
# I musei aperti in Lombardia
Credits: @sam_wonderlands Sirmione
Nel 2014 Milano fu il primo comune in Italia ad aderire al programma del Mibact (Ministero beni architettonici e culturali), fu seguito poi da molti comuni della Regione. In 6 anni complessivamente erano stati registrati 17 milioni di visitatori nei musei milanesi, una cifra record.
Tra i musei visitabili in Lombardia ci sono invece: Castello Scaligero di Sirmione, Sirmione (BS), Complesso Monumentale e Museo della Certosa di Pavia, Certosa di Pavia (PV), MUPRE – Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica, Capo di Ponte (BS), Palazzo Ducale di Mantova, Mantova (MN), Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri, Capo di Ponte (BS), Santuario di Minerva di Breno, Breno (BS), Villa Romana e Antiquarium, Desenzano del Garda (BS).
Dal corpo marmoreo e con più di cinque metri di altezza, un gigante arriva a Milano. Il suo nome è Mr Arbitrium e non è qui per invadere la città, ma per lanciare una sfida ai milanesi. Tutto parte da una domanda: spinge o sorregge l’Arco della Pace?
Un GIGANTE di 5 METRI in missione a MILANO
# Il gigante in missione a Milano
credits: IG @repubblica_milano
Dopo un tour accanto ai monumenti nel 2021, prima a Serravezza e Pietrasanta, in provincia di Lucca, e poi a Carrara, Mr Arbitrium decide di occuparsi di uno dei monumenti più scenografici di Milano. A portarlo all’Arco della Pace ci ha pensato Emanuele Giannelli, lo scultore contemporaneo che con questo gigante buono desidera provocare la mente dei milanesi e dell’intera umanità.
L’impatto visivo è sicuramente suggestivo e di certo la scultura non è stata creata per passare inosservata. Al contrario, Mr Arbitrium ha una missione e parte da un semplice quesito: sta sorreggendo l’Arco della pace o vuole spingerlo via?
# Un corpo, due realtà
credits: IG @emanuele.giannelli
Ecco il dilemma. Con i suoi 5,40 metri e la muscolatura in tensione, il gigante appare intento a spingere via la struttura, ma la stessa posizione cela anche l’azione di sostenere. È proprio da questa ambivalenza che nasce il duplice significato dell’opera e il concetto della scultura stessa.
In Mr. Arbitrium si incrociano tanti temi: il rapporto dell’uomo con la scienza, la tecnologia con tutti i loro aspetti contraddittori e non risolti, la trasformazione dell’uomo, la forza di gravità, la sospensione, l’equilibrio. Ma la decisione finale spetta all’osservatore: spingere via o sostenere l’edificio storico o la Chiesa, simboli della nostra storia millenaria e della nostra cultura?
# Essere o non essere, spingere o sostenere?
credits: IG @emanuele.giannelli
Una domanda amletica che per primo ha stimolato lo scultore. Giannelli riflette sul momento storico di grandi cambiamenti e di ritmi sempre più accelerati che stiamo attraversando. A suo avviso esiste realmente questo dilemma che inevitabilmente chiede di scegliere. “Credo – sottolinea l’autore – che non solo nei prossimi decenni, ma già oggi dovremmo aver chiaro il percorso che vogliamo intraprendere, la scelta che intendiamo fare. Il futuro, secondo il mio modo di vedere e sentire, è già molto vicino: la scienza ogni giorno e da tempo ci propone e ci parla di robotica, neuro-tecnologie, cellule staminali, clonazione, società digitali controllate ecc. D’altra parte, da sempre l’uomo condivide incertezze, paure, entusiasmi e progressi. Come si interfaccerà rispetto a tali sfide?”
È così che il vero protagonista di quest’opera non è più la scultura, ma noi stessi. Per lo scultore ognuno di noi sarà chiamato a mettere in campo il proprio “io” e decidere, secondo la propria coscienza, quale dei due diversi sentieri intraprendere: spingere oppure sostenere.
# Esiste un futuro senza storia?
credits: IG @repubblica_milano
Lo stesso processo che ha portato alla creazione materiale di Mr Arbitrium gioca con questa ambivalenza. Il primo passaggio consiste nella realizzazione di un bozzetto in creta, per mano dello scultore. Questo è stato poi trasformato in una scansione e inviato al carrista viareggino Luigi Bonetti, per la lavorazione del polistirolo con un robot. Ma il robot arriva fino ad un 90% di precisione e richiede dunque un ulteriore intervento per mano dell’artista allo scopo di ridefinire molti dettagli, in particolare del volto, delle mani e dei piedi.
E così anche nella sua realizzazione esiste la compresenza armoniosa di storia, scienza e innovazione. Sarà proprio la continua ricerca di questo equilibrio la vera sfida per il futuro?
Un’eclissi lunare e un corteo di pianeti del Sistema Solare, animeranno i cieli nelle notti di maggio, creando atmosfere che gli astrofili stanno già aspettando. Vediamo quando e a che ora mettere la sveglia
ECLISSI di LUNA, PIANETI che BRILLANO: gli appuntamenti di maggio con il cielo
# 16 maggio: la “luna rossa” del mese dei fiori
Credits: samer daboul via Pexels
Il mese di maggio è iniziato, regalando lo spettacolo della fioritura primaverile. Lo sguardo va rivolto anche al cielo, però, perché le meraviglie non si fermano solo in superficie. La notte del 16 maggio si completa infatti un’eclissi totale di Luna, quando cioè il pianeta Terra si frappone tra il Sole e il nostro satellite oscurandolo, fino a che l’ombra non da vita al fenomeno della cosiddetta “Luna Rossa”.
L’appuntamento è fissato per le ore 4.30 del mattino di lunedì 16 maggio. A quell’ora la Luna si appresta ad entrare nel cono d’ombra della Terra e, per circa un’ora, il satellite terrestre resterà coperto fino al completamento dell’eclissi totale.
L’eclissi lunare si verifica quando la Terra mette in ombra la Luna, impedendo ai raggi solari di colpirne la superficie.
È un perfetto allineamento dei tre corpi, con la luce solare che viene rifratta dall’atmosfera terrestre nelle lunghezze d’onda del rosso, colpendo poi la terra e tingendola nel caratteristico colore dell’eclissi.
Al completamento dell’eclissi, alle 5.30 circa la Luna sarà quasi tramontata a Ovest e le prime luci dell’alba interferiranno sull’osservazione da Terra; nonostante questi “disturbi di fondo”, l’appuntamento con l’allineamento di Sole, Terra e Luna è senza dubbio l’evento più atteso e consigliato dall’Unione Astrofili Italiani (UAI).
Prima dell’evento più atteso di metà maggio, c’è già chi è visibile nei cieli subito dopo il tramonto: Mercurio. Resterà in vista ancora per qualche sera, prima di entrare in congiunzione col Sole e scomparire alla vista.
Mercurio apre un corteo di alcuni pianeti del Sistema Solare, la cui orbita li porta ad essere visibili dalla Terra protagonisti proprio nel mese di maggio.
Si tratta dei pianeti più luminosi, quindi visibili, che sorgeranno la mattina prima del Sole.
Il primo è Saturno, seguito da Marte, Giove e Venere. Marte e Giove appariranno come in competizione tra loro, con il pianeta rosso intento a rincorrere il gigante del Sistema Solare. La corsa di Marte si conclude il 28 maggio, quando è prevista la congiunzione tra i due.
Per gli appassionati dello Zodiaco, c’è anche l’appuntamento con le costellazioni del Leone e della Vergine, tipiche in questo periodo dell’anno.
Tra tutte sono le costellazioni più estese. Il Leone è visibile nei cieli settentrionali e la sua comparsa a Est è, nel nostro emisfero, l’annuncio dell’arrivo della primavera. La Vergine transiterà al meridiano il 25 maggio, per poi accompagnare le notti fino a luglio.
In direzione Nord-Est sarà Arturo, nella costellazione del Bootes, la stella più luminosa da osservare, e Vega farà capolino da quella della Lira.
Non mancano nemmeno i satelliti artificiali: il 13 maggio è il giorno che molti appassionati italiani di telecomunicazioni, attendono per tentare un contatto con la ISS, Stazione Spaziale Internazionale, che a inizio maggio transita sui cieli italiani a notte fonda, fino a scalare in orari sempre più “comodi” per osservarne il passaggio e provare una trasmissione radio.
Sperando che gli astronauti a bordo siano nella possibilità di rispondere
Il mercato immobiliare sta registrando un periodo positivo in questo inizio del 2022. In crescita sia i prezzi che il numero di compravendite. Una ulteriore conferma arriva dalla vendita di tre dimore di superlusso da tempo senza acquirenti. Ecco quali sono e i loro prezzi.
VENDUTE a Milano TRE DIMORE MILIONARIE sul mercato da anni
# Le dimore più lussuose del mercato immobiliare milanese vendute a prezzi record
Da anni tre dimore da favola, tra le più belle e lussuose di Milano, rimanevano senza un acquirente. In pochi mesi, sull’onda del trend positivo del mercato immobiliare milanese, sono state vendute a prezzi record. I nomi dei nuovi proprietari rimangono riservati anche se si tratta di alcune storiche famiglie milanesi o italiane che dopo la pandemia hanno deciso di tornare a vivere temporaneamente a Milano da Londra e New York. Vediamo quali sono.
#1 Un appartamento in Brera da 7,5 milioni di euro
Credits Appartamento con giardino Brera
Alla cifra di 7,5 milioni di euro è stato venduto un appartamento di 600 mq con grande giardino privato nel cuore di Brera, in via Cavalieri del Santo Sepolcro. Durante le riprese del film House of Gucci è stato scelto da Ridley Scott per il suo soggiorno.
#2 Attico e superattico da 8 milioni di euro in Porta Venezia
Credits Attico Ligresti
Un immobile composto da attico e superattico in Porta Venezia, dove viveva Salvatore Ligresti e frequentato da politici e capi di Stato, è stato pagato 8 milioni di euro. Tutto di vetro, si estende su una superficie di 750 mq con 250 mq di terrazze e vista su tutta la città
#3 Villa Mondadori, un immobile di 2.000 mq in stile Liberty dal valore di 22 milioni di euro
Credits Villa Mondadori
A 22 milioni di euro è stata invece ceduta Villa Mondadori, un edificio in stile Liberty di 2.000 mq in via Venti Settembre angolo via Tamburini. Progettata dall’architetto Steno Sioli Legnani per l’imprenditore tessile Pasquale Crespi nel 1897, al suo interno ci sono: 15 camere, 15 bagni, vari ampi saloni, una zona spa con palestra completa, sala cinema, bar e terrazzi.
Dal mito di Atlantide in poi il sogno di vivere dominando il mare è antico quanto l’uomo. Forse siamo vicini a una svolta che potrebbe aprire una nuova frontiera alla presenza dell’essere umano su questo pianeta.
La prima CITTÀ GALLEGGIANTE al MONDO: presentato il progetto
https://oceanixcity.com/media/
Con i sempre più rapidi e gravi cambiamenti climatici che il nostro pianeta sta vivendo, sono numerose le idee e i progetti che stanno nascendo per far fronte alle sempre più vicine future nuove esigenze per sopravvivere. Uno di questi progetti è la città galleggiante, per far fronte all’innalzamento del livello dei mari.
# Un’estensione galleggiante della città di Busan, in Corea del Sud
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Si chiama Oceanix Busan ed è un progetto nato dall’unione di idee degli architetti dello studio internazionale d’architettura BIG, gli architetti coreani della Samoo e gli scienziati della Oceanix, una tech company. Con l’appoggio e il sostegno delle Nazioni Unite, i lavori – a largo delle coste della città di Busan, in Corea del Sud – inizieranno il prossimo anno e sembra che sarà già possibile una sua completa realizzazione nel 2025.
# Cambio casa e vado a vivere su una città galleggiante
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La città galleggiante, dalla superficie di complessivamente 6,3 ettari, sarà completamente autosufficiente ed ecosostenibile. Formata da tre diverse piattaforme galleggianti, questi “quartieri” saranno collegati fra loro da ponti, che dovrebbero finire per ospitare fino a 12.00 residenti. Non è ancora chiaro quanto accessibile sarà potercisi trasferire e vivere, ma per ora si sa che sarà possibile anche solo visitarla nei panni del turista.
# Autoproduzione del 100% dell’energia utilizzata
Gli obiettivi del progetto – https://oceanixcity.com/media/
Le strutture saranno principalmente in legno e la città produrrà il 100% dell’energia che andrà ad utilizzare. Inoltre, possederà un proprio sistema idraulico e di riciclo dei rifiuti. Per resistere al tempo, e al vento, tutti gli edifici verranno costruiti al di sotto di una certa altezza, in modo tale da tenere un baricentro basso. Per evitare eccessi nell’utilizzo di energia e acqua per la produzione in loco degli alimenti, i residenti saranno invitati ad adottare una dieta principalmente plant-based. Una vera e propria città proiettata in un futuro innovativo, sostenibile e rispettoso del mondo che ci ospita.
Milano è forse la capitale dei panini. Non solo in Italia. La creatività è senza limiti. Ci siamo chiesti: qual è il luogo principe di questa creatività sconfinata? Al primo posto c’è lui, il luogo dei panini “assurdi”.
Il luogo dei PANINI più ASSURDI di Milano
# Famiglia, Tradizione, Passione
IG @tiellonapoletano
Sono questi i valori che si possono respirare, così come è proprio la tipica atmosfera in famiglia durante il pranzo della domenica ciò che si vuole ricreare: il sugo della nonna che profuma tutta la casa, il vociare dei parenti nella sala da pranzo, gli schiamazzi dei bambini che giocano e si rincorrono, il grande tavolo apparecchiato come per le grandi occasioni, lo spirito di convivialità tipico delle famiglie del Sud.
“La tradizione Napoletana è il valore fondante della nostra realtà” tanto che ci si può sì allontanare dal capoluogo partenopeo, ma “difficilmente Napoli andrà via da te” si legge nel sito. Questo magico clima, unito alla passione per il cibo e per la selezionata ricerca di qualità nelle materie prime danno vita a “Tiello – Cuore Napoletano”.
# Il locale
In una piccola vietta, in Via dei Piatti, che rispetta il tipico stile meneghino e che incrocia Via Torino, si trova di certo una delle Paninerie Street Food più particolari di Milano. Il locale si presenta caldo ed accogliente, i colori sono ben studiati, luci illuminano tutto lo spazio ed un grande bancone con la scritta “Tiello” accoglie i clienti affamati. Sulle pareti si trovano foto del Tiello nei luoghi più iconici della città. Spetta a chi osserva riconoscerli tutti. Ma cosa è esattamente il Tiello?
# Buono, Tipico, Pop
IG @tiellonapoletano
O cuzzutiello, talvolta si trova scritto cuzzetiello, ma per gli amici semplicemente Tiello, è uno dei piatti più semplici e storici della tradizione napoletana. Questo speciale panino non è composto dalle due classiche fette di pane, ma dalla parte finale del pane cafone (o Pane dei Camaldoli, dall’omonima collina di origine), privata della midolla. Si viene così a formare un cestino di pane dalla crosta spessa, all’interno del quale è possibile inserire qualsiasi condimento possibile ed inimmaginabile, il cui limite è soltanto la fantasia.
Come nasce questa prelibatezza storicamente? Nel passato, il pane veniva realizzato solamente una volta alla settimana e, man mano che i giorni passavano, ovviamente tendeva ad indurirsi. Dal momento che, però, non si buttava mai via niente, bastava prenderne l’ultima parte, rimuoverne il contenuto, anch’esso ormai non più tanto morbido, farcirlo a piacimento ed il gioco era fatto.
# Il Menù di Tiello
IG @tiellonapoletano
I condimenti dei Cuzzetielli vogliono ricordare i sapori tipici della tradizione napoletana: il ragù cotto per 6 ore, pomodorini e friarelli del Vesuvio, olive nere di Gaeta, salsiccia e parmigiana di melanzane.
Per i più golosi, è possibile anche comporre il proprio “panino” scegliendo da una nutrita lista di ingredienti. Per chi invece è ancor più goloso, non si può non provare il Tiello in versione dolce, con crema di pistacchio o crema di Nutella.
Virgilio e Dante avevano trovato qui la porta degli inferi e prima di loro tra le sue sponde si disputò la leggendaria guerra di Zeus contro i Titani. Secoli di mistero avvolgono le acque di questo lago che da poco si sono tinte di rosso rendendolo ancora più inquietante. Gli antichi avevano forse ragione?
La PORTA per gli INFERI si trova in Italia. E sembra che si stia riaprendo
# Un’oasi naturalistica tormentata dal mistero
credits: IG @fusyollarda
Incastonato in un cratere di un vulcano ormai spento, c’è un bacino d’acqua dall’origine antichissima: il lago d’Averno. Situato nel comune di Pozzuoli, tra la frazione di Lucrino e il sito archeologico di Cuma, è considerato il più suggestivo dei cinque laghi dell’area flegrea.
Ad oggi è un’oasi naturalistica ricca di fascino, ma un tempo il paesaggio era diverso. Le sue acque da secoli sono intrise di storie e leggende ed è noto a tutti per essere il protagonista di una delle domande più tormentate della storia: l’inferno esiste?
# Perfino gli uccelli si tengono alla larga
credits: facebook Dario Grande
È proprio sulle sponde d’Averno che personaggi illustri giurano di aver trovato le porte dell’inferno. All’epoca fumi densi e nauseabondi si innalzavano dalle sue rive e le colline intorno erano ricoperte di un bosco fitto di alberi scuri. Le esalazioni sulfuree che scaturivano dal lago impedivano la vita agli animali. Ed è proprio per la sua natura insolita, per l’epoca misteriosa, che gli venne dato questo nome: “Averno” dal greco “a-ornis” che vuol dire luogo senza uccelli.
# Gli antichi posero qui l’ingresso al Regno dei Morti
La natura inquieta e il continuo movimento della terra che circondava le acque del lago suggestionò gli antichi, tanto che qui vi posero l’ingresso dell’Ade, il regno dei morti. Sulla sua riva Odisseo venne ad incontrare l’indovino Tiresia, Enea rivide il padre Anchise e Orfeo provò ad incantare con la sua musica Plutone, per riavere la sua amata Euridice. Sempre qui, in tempi ancora più remoti, le sue acque furono teatro dello scontro fra Zeus e i temibili Titani.
# L’inquietante cambio di colore: la porta degli inferi si sta riaprendo?
credits: IG @dom.g_89
E dopo Virgilio che descrisse queste acque nel sesto libro dell’Eneide, nel lago d’Averno perfino Dante vi trovò l’accesso agli inferi. Nella sua Divina Commedia ne parlò al punto tale che molti esperti avevano suggerito che quella selva oscura facesse riferimento alla vegetazione che circonda l’area.
Sono molti i quesiti che rimangono senza risposta, ma che sia mito o realtà non sembra importare ai turisti che, incuriositi da questo velo di mistero, ogni anno visitano le rive d’Averno. Ma quest’anno a rendere la leggenda ancora più coinvolgente ci pensa la natura. Il lago si è tinto di un rosso fiammeggiante. Un caso o la porta degli inferi si sta davvero aprendo?
# Una visione più incantevole che infernale
credits: copernicus
Ma sebbene il collegamento con le antiche leggende sia singolare, purtroppo, per i superstiziosi, la colorazione caratteristica rosso rubino del lago d’Averno non ha nulla a che vedere con l’inferno e le sue anime perdute.
È la natura ad averci messo lo zampino e il perché lo specchio d’acqua abbia assunto questa tinta è ormai cosa nota. Lo spiega l’Agenzia campana per l’ambiente Arpac: a causarlo è la fioritura stagionale di alghe color rosso bruno. Queste, sostenute dal cianobatterio Planktothrix rubescens, proliferano all’interno delle acque del lago e fioriscono nei periodi più freddi o in concomitanza di temperature fredde notturne. Proprio durante il mese di aprile i cianobatteri sono risaliti in superficie facendo diventare il lago una macchia rossa ben visibile anche dai satelliti dell’Agenzia spaziale europea.
Una visione che incanta e suggestiona e che rende il lago d’Averno ancora più peculiare. Le sue foto stanno facendo il giro del mondo e, grazie alle sue acque, oltre a ricordare antiche storie sepolte, oggi il lago del mistero si candida anche alla ristretta cerchia dei laghi colorati del pianeta.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Dopo lo stop ai cantieri causato dalla pandemia, sono ripresi i lavori per realizzare il tratto milanese della pista ciclabile che attraverserà la Pianura Padana collegando Venezia con Torino. Ecco il cronoprogramma e come verrà realizzata.
RIPARTONO i LAVORI per VenTo: la “SUPER-CICLABILE” da Venezia a Torino
# 679 km di pista ciclabile da Venezia a Torino passando per Milano
VENTO: pista ciclabile – Politecnico di Milano
Dopo lo stop dovuto alla pandemia ripartono i cantieri per realizzare il tratto milanese della “superstrada” a due ruote VenTo: una pista ciclabile di 679 km, di cui 264 dentro aree naturali protette, che collegherà Venezia a Torino passando da Milano. Il progetto ideato dal Politenico di Milano nel 2016 è inserito all’interno dell’itinerario ciclabile europeo Eurovelo 8, da Cadice in Spagna a Limassol, a Cipro.
In futuro passerà da Milano anche l’itinerario Europeo Eurovelo 5 Londra-Roma-Brindisi, che attraverserà il centro storico della città attraverso la direttrice Certosa-Sempione per uscire verso Pavia lungo il percorso del Naviglio.
# Il tratto milanese, lungo 5,14 km, parte dalla Darsena e arriva fino al confine con Assago
Credits Comune di Milano – Tratto VenTo da realizzare
In totale il tratto milanese della ciclovia sarà lungo 5,14 km, con inizio in Darsena e arrivo ad Assago, lungo l’asta dell’Alzaia Naviglio Pavese. La si potrà percorrere in doppio senso di marcia dall’ex porto milanese fino alla fine del territorio comunale. La ciclabile sarà sempre ad almeno un metro e mezzo dal Naviglio: ciclisti e pedoni avranno spazi separati. Il progetto, che prevede la realizzazione di 4,27 km di tracciato partendo da via Darwin, si suddivide in 3 lotti per un un costo complessivo di 6,5 milioni di euro: il primo tratto ha un valore di 2,5 milioni di euro, di cui 750.000 euro provenienti da un finanziamento statale erogato dalla Regione e il residuo coperto delle casse del Comune di Milano così come gli altri due lotti, ognuno avente un costo di 1,5 milioni di euro.
# La conclusione dei lavori è prevista entro la fine del 2022
Credits Comune di Milano – Cantieri VenTo
Inaugurata qualche anno fa l’area pedonale tra la Darsena e via Darwin, i lavori in corso interessano il tratto dall’incrocio con via Darwin fino a via Don Rodrigo. Si prevede la realizzazione di una sede protetta riservata ai ciclisti e di un nuovo marciapiede lungo la sponda del canale, a cui si aggiunge il rallentamento del traffico in carreggiata, oltre alla nascita di aiuole alberate e spazi di sosta per auto, moto e biciclette. Dal 10 maggio verrà chiuso il tratto tra via Don Rodrigoe via Gattinara dove l’Alzaia sarà destinata esclusivamente al traffico pedonale e ciclabile, eccetto tra la Conca Fallata e via Boffalora per consentire a auto e moto di accedere alle abitazioni del quartiere. La conclusione dei lavori è prevista per la fine del 2022.
La buona notizia è che il comune di Milano riuscirà ad approvare il bilancio di previsione grazie al decreto aiuti approvato dal governo. La cattiva notizia è che per il capoluogo lombardo non ci sarà nient’altro mentre Roma si appresta a diventare Città Stato, con poteri rafforzati.
Dal Governo FONDI a MILANO per chiudere il bilancio. Ma zero autonomia (a differenza di ROMA)
# Il sindaco Beppe Sala: “Sono molto soddisfatto, era una mia battaglia”
Credits beppesala IG – Beppe Sala
Dopo mesi di incertezze il governo stanzia le risorse per consentire al comune di Milano di chiudere il bilancio di previsione entro il 31 maggio. La conferma arriva dal sindaco Beppe Sala che a margine della presentazione della Milanesiana ha commentato il decreto aiuti approvato il 2 maggio a Palazzo Chigi: “Sono molto soddisfatto, era una mia battaglia. Ma la questione non è vincere o no le battaglie, ma portare un contributo alla città. Mancano ancora fondi ma credo che a questo punto con un po’ di efficienza possiamo anche cavarcela e poi vedremo quello che succederà. Dobbiamo abituarci a vivere quasi ‘giorno per giorno’ con i conti, è possibile che da qui a fine anno arrivino anche altri ristori. Intanto portiamo a casa questo, che ci permette di chiudere il bilancio entro il 31 maggio”. Oltre a questo decreto nei prossimi 3 anni arriveranno altri 600 milioni di euro grazie al Pnrr: ” Si, sono parecchie le partite. Diciamo che le grandi città, ne parlavo questa mattina (3 maggio ndr) con il sindaco di Roma, sono state considerate in questo passaggio. È giusto che sia così. Lo chiedevamo, pensiamo che sia nei nostri diritti ma anche un buon investimento per il governo. C’è soddisfazione“.
# Milano gioisce per la “regalia” una tantum, mentre Roma avrà più poteri e risorse stabili
Credits robertogualtieri IG – Roberto Gualtieri Sindaco di Roma
La sindrome del meneghino colpisce ancora. Milano ringrazia il “papà Stato” per gli aiuti necessari a sopravvivere e si rimette al suo servizio. Il sindaco della città che contribuisce in misura maggiore al gettito fiscale in Italia sembra avere soggezione nel pretendere per Milano quanto forse le spetterebbe di diritto: maggiore autonomia nel governare il proprio territorio e nel gestire le proprie risorse. Al contempo la capitale procede spedita in quella direzione dopo l’adozione all’unanimità il 20 aprile 2022, da parte della Commissione Affari costituzionali della Camera, del testo base della riforma costituzionale che le consentirà di avere gli stessi poteri di una regione e di dare ai Municipi un grado di autonomia più ampio. Lo stesso progetto sognato da anni dai milanesi e che rimarrà solo un sogno ancora per molto tempo.
credits: Hego-hub; fonte: ministero dell'economia, elaborazione dei dati Intwig
Milano è la metropoli più ricca d’Italia e i suoi quartieri non sono da meno: medie fino a 88 mila euro pro-capite, solo Quarto Oggiaro è sotto la media nazionale. A dirlo è l’agenzia delle entrate che negli scorsi giorni ha diffuso la mappa dei redditi basata sulle dichiarazioni del 2021 riferite ai redditi 2020. Sorprendenti anche le posizioni di svariati comuni lombardi, primi in classica nella top ten nazionale.
La classifica dei QUARTIERI più RICCHI di Milano
# Milano, primo posto fra le grandi: 10mila euro in più rispetto alla media nazionale
Credits: @Semplicemente Milano di Andrea Cherchi Milano
Milano, come l’anno scorso, si riconferma la più ricca fra le metropoli.Con un reddito medio pro capite di 31.778 euro è in testa alla classifica con circa 10mila euro in più rispetto alla media nazionale di 21.570. Subito dopo Padova (25.487), Parma (25.355) e Bologna (25.334). Solo il quinto posto per la Capitale con 24.487 euro. In fondo alla classifica si trova invece Rimini con un Irpef pro-capite di 18.213 euro, poco più in alto Catania (18.285) e Prato (19.077).
Un primo posto fra le “grandi”, ma non solo. Dalla classifica rilasciata dall’agenzia delle entrate anche i suoi quartieri figurano ai primi posti a livello nazionale.
# Il podio dei cap milanesi, (quasi) tutti sopra la media nazionale
credits: Hego-hub; fonte: ministero dell’economia, elaborazione dei dati Intwig
Da Brera a Citylife, da Quarto Oggiaro a Cimiano, attraversando Città Studi o viale Certosa. La mappa della ricchezza a Milano passa anche dai suoi quartieri. In cima alla classifica, naturalmente il centro storico. Al cap 20121, che comprende piazza Duomo, Quadrilatero della Moda, Brera e Castello, si raggiungono medie da 88.745 euro.
Al secondo posto City Life, Pagano e Wagner (20145) con una media di 71.792 euro. A seguire con 68.414 euro ancora il Municipio 1 tra corso Magenta e via Torino (20123), poi Missori-Larga-Vittoria-San Babila (20122) con 53.040 euro. Il quinto quartiere è la zona a est di Porta Venezia (20129) con 49.396 euro di reddito pro capite: qui si va dal villaggio “operaio” di via Lincoln a corso Concordia, da piazza Novelli a via Lambro.
# Un solo quartiere di Milano sotto la media nazionale
Praticamente tutti i cap milanesi risultano al di sopra della media nazionale per reddito pro capite. Solo un quartiere è più basso, si tratta di Quarto Oggiaro (20157) con una media pro capite di 17.628 euro. Poco prima si trova Baggio (20152) con 21.846 euro e, risalendo la classifica Bruzzano, Comasina e Bovisasca (20161) ferme a 21.923. Rizzoli, Palmanova, Cimiano e Crescenzago ( 20132) con 21.964 e Espinasse e Villapizzone (20156) con 22.112.
# Capitale anche della diseguaglianza: distanze fino a 60mila euro tra i quartieri milanesi
Credits Youtrend – Mappa redditti Milano
Una grande differenza interna per Milano che vede il quartiere italiano a reddito medio più elevato Brera-Montenapoleone, con quasi 90mila euro anno e una distanza di più di 60mila euro da quello con la media più bassa della città, Quarto Oggiaro. Per fare una comparazione a Bergamo, la seconda città più ricca della Lombardia, la forbice tra quartiere più ricco e più povero è 4 volte inferiore: poco sopra i 15mila euro.
# 8 comuni lombardi nella top ten dei più ricchi d’Italia
credits: dati ministero delle finanze
Se Milano con i suoi quartieri mantiene il titolo tra le grandi città, la vera sorpresa sono i comuni nella provincia. Quest’anno la Lombardia fa l’en plein: 8 dei suoi comuni sono nella top ten dei più ricchi d’Italia. Il podio è infatti tutto lombardo. Il reddito record è di Basiglio dove i contribuenti in media dichiarano 44.684 euro, secondo Cusago (36.894 euro) e al terzo posto Torre d’Isola (34,568).
Ed ecco la prima provincia non lombarda, Pieve Ligure, tra Sori e Bogliasco in provincia di Genova, è al quarto posto con 32.842 euro. Si torna vicino a Milano con il quinto posto di Arese (32.459), il sesto di Segrate (32.417), e il settimo San Donato (32.411). Ottavo Pino Torinese (32.121). Milano dall’undicesimo posto del 2019 sale al nono (31.384) e a concludere i primi posti c’è Galliate (31.777).
La top ten è tutta appannaggio del Nord Ovest. Nel complesso, Gabicce Mare (provincia di Pesaro e Urbino), Lajatico (Pisa) e Cugnoli (Pescara) sono gli unici centri tra i primi 30 al di fuori di questa area geografica. Invece, dove si trova il comune con il reddito più basso?
# La Lombardia non si fa mancare nulla…
credits: Skytg24 ; dati ministero delle finanze
A differenza di quanto si potrebbe pensare il comune più “povero” d’Italia si trova, proprio come i top, in Lombardia. Si tratta di Cavargna, in provincia di Como, dove il reddito medio dichiarato dai contribuenti è pari a 6.525 euro, in aumento rispetto ai 6.243 euro del 2019. Ma la Lombardia rimane comunque capolista.
Se si guarda alle regioni, in testa alla classifica delle più ricche c’è sempre lei, con un reddito medio di 25.330 euro, seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (24.800 euro) e dall’Emilia Romagna (23.700 euro). Dall’altra parte della classifica, nelle ultime tre posizioni troviamo invece Basilicata, Molise e Calabria rispettivamente con 16.900 euro, 16.800 euro e 15.600 euro.
# Il prezzo della pandemia? 31mila contribuenti in meno e 500 euro per ogni milanese
Si parla del 2020, come ha inciso il primo anno di Pandemia? Tra lockdown e restrizioni alle attività economiche, l’emergenza sanitaria ha avuto un forte impatto sulle finanze dei milanesi. Si è registrata una perdita di 552 euromedi sul reddito pro capite per Milano e in media 477 euro in meno per l’intera regione. Ma i quartieri in cui questo dato è più rilevante non corrispondono ai più ricchi (75 mila euro in su) ma a quelli della fascia tra i 30 e i 60 mila euro annui. I redditi oltre i 75 mila euro, invece, hanno visto aumentare la loro ricchezza di qualche migliaia di euro medi pro capite.
Solo a Milano, i dati segnano anzitutto 31 mila contribuenti in meno rispetto all’anno precedente. È da collegare alle persone scomparse, anche a causa del Covid, oppure (secondo gli analisti) di piccoli o piccolissimi imprenditori che, a causa dei costi non più gestibili a fronte di lockdown e zone rosse, hanno preferito o sono stati costretti a chiudere. Sono più di tremila le imprese lombarde che la pandemia ha soffocato.
A certificarlo è il rapporto Anci “I Comuni della Lombardia 2022“. Il saldo negativo tra le imprese attive nel 2019 (814.322) e a fine 2020 (811.098), con un calo dello -0,4%, ha determinato una frenata violenta per l’economia lombarda. Solo Varese è riuscita a chiudere con un incremento di 231 attività. La Città metropolitana di Milano ne ha perse 1.159, -0,4%. Ma Mantova e Sondrio, in proporzione, sono state più penalizzate dalla crisi sanitaria: Mantova ha perso 686 imprese in un anno, l’1,9% in meno. La Valtellina 165, con una variazione negativa dell’1,2%. Lodi, con 124 aziende che hanno cessato l’attività, è la terza provincia per impatto della pandemia: -0,9%.
La pandemia si è fatta di certo sentire per la Lombardia e Milano, ma nonostante le perdite, rimangono le zone più ricche del Belpaese e si spera in una continua ripresa.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
“La Silicon Valley lombarda aspetta da 40 anni il collegamento veloce con la Madonnina, eppure siamo stati ignorati, proprio adesso che servono 3 milioni per la progettazione definitiva” è quello che si legge nella lettera inviata dai sindaci di alcuni comuni della Martesana e Brianza in protesta. Aspettavano con fermento il prolungamento della M2, ma nessun fondo del PNNR è stato investito per il progetto.
“A PAULLO sì, a CARUGATE nulla”: la PROTESTA DEI SINDACI per la mancanza di FONDI per il PROLUNGAMENTO della M2
# Delusione per i sindaci della Martesana e Brianza
Il convoglio M2 in partenza dal deposito Atm di Famagosta (Foto S. Corrada)
I sindaci di Carugate, Brugherio, Agrate, Concorezzo e Vimercate si dicono profondamente delusi della poca considerazione ricevuta da Palazzo Marino. Il prolungamento della Linea M2 in Martesana e Brianza (da Cologno Nord a Vimercate) era stato ideato per diminuire il traffico e l’inquinamento nell’area, in favore di un futuro più pulito sul territorio. La Metrotranvia sarebbe stata la soluzione ideale, come lo sarà per il prolungamento della M3 verso Paullo, eppure il Comune non appare più interessato al progetto, tanto da non destinargli alcun fondo.
Per questo motivo i sindaci dei comuni già citati, con il Primo Cittadino di Carugate Luca Maggioni in prima linea, hanno scritto una lettera a Sala e al ministro dei Trasporti Giovannini per chiedere un incontro a Roma. Nella lettera i sindaci si dicono molto colpiti dal fatto che non compare la tratta Cologno Monzese-Vimercate nelle notizie sugli investimenti per migliorare il trasporto pubblico milanese, nonostante si stia lavorando a questo da 6 anni.
Negli anni, discutendo del progetto, mentre i sindaci avrebbero preferito una metro vera e propria, si era optato per un treno leggero, che avrebbe combinato le caratteristiche di tram e metro. Un compromesso con gli ingegneri di Metropolitane Milanesi, “ora però pare che non ci siano i soldi neanche per quello”. Grazie al Pnrr, Milano ha ricevuto 480 milioni di euro da destinare al trasporto pubblico, ma si è preferito indirizzare gli investimenti verso altre opere. Anche di questo si dicono delusi i cittadini della Martesana e Brianza, che riportano infatti “Milano ha destinato fondi a opere più indietro della nostra“, una citazioni indiretta al prolungamento della metro gialla verso la Paullese. Eppure la realizzazione dell’infrastruttura verso Vimercate sarebbe stata strategica: avrebbe concretizzato in parte anche nell’Hinterland milanese quella mobilità sostenibile a cui si auspica.
L’unica speranza per il progetto sarebbe quella che i fondi annunciati riguardano esclusivamente metropolitane e non metrotramvie, come se ci potessero essere aiuti non ancora comunicati. A questo però i sindaci rispondo “Questo è assurdo e inconcepibile. Questa è una partita ancora tutta da giocare e faremo il possibile per far valere le nostre ragioni”.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.