🔴 «NO a Milano città stato»: invitiamo il sindaco a fare chiarezza sul futuro di Milano

Quali sono i motivi che portano il sindaco a manifestare a nome di tutti i milanesi una volontà che va contro Milano e contro un reale e responsabile rinnovamento dell'Italia?

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da corriere.it
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Lunedì 18 novembre. Il consiglio comunale di Milano assegna la civica benemerenza a Milano città stato. Si tratta di una delle più importanti onorificenze della città, comunemente nota come Ambrogino.
Lunedì 25 novembre. Il sindaco Sala a distanza di una settimana prende le distanze dalla decisione del suo consiglio dichiarando: «No a Milano città stato». Anche se apparentemente fuori contesto, l’occasione è l’inaugurazione del nuovo Campus della Bocconi alla presenza del Presidente Mattarella, in cui Sala afferma: «Milano rifiuta di immaginarsi come città-stato, al contrario vuole mettersi a disposizione».

La doppia contraddizione di Sala

L’uscita di Sala è una contraddizione doppia. In primo luogo per la motivazione. Sala dice che Milano è contro l’idea di diventare una città stato perchè “si vuole mettere a disposizione del Paese”. Il sindaco intenderebbe che ogni territorio con maggiore autonomia si ponga contro gli interessi dello stato di cui fa parte. Secondo questa logica, Ginevra, Basilea, Vienna, Berlino, Amburgo, Madrid o Tokyo, tra le tante, indebolirebbero lo stato di cui fanno parte perchè hanno potere di gestirsi e di rinforzarsi. In più tutte le città più aperte del mondo sono delle città stato. La realtà è l’opposto di quello dichiarato da Sala: oggi Milano non può aiutare il Paese. Per poter aiutare l’Italia deve avere i poteri per farlo. 
La seconda contraddizione è con se stesso. Gli ultimi giorni di campagna elettorale il sindaco aveva firmato una lettera pubblica in cui l’allora candidato sindaco si dichiarava a favore dell’istanza di Milano città stato e si impegnava per il 2017 a mettere in atto l’iter per consentire ai milanesi di esprimersi sul tema. Non solo a distanza di quasi tre anni il sindaco non ha dato seguito alla sua promessa ma addirittura si esprime a nome di tutti i milanesi come se noi cittadini avessimo avuto davvero l’occasione di manifestare la nostra volontà. L’unico dato disponibile sulla volontà dei milanesi sull’autonomia e i poteri della città è ad oggi il sondaggio effettuato su 3000 cittadini che si sono espressi per il 93% a favore di un referendum su questo argomento e per il 94% a favore di una maggiore autonomia della città (per due terzi come città regione). Quindi dire che Milano rifiuta l’idea di diventare una città stato non ha alcun fondamento oggettivo.

Il regalo di Natale a Salvini

Ma l’uscita di Sala rischia di regalare Milano ai presunti avversari del sindaco. Non è un mistero che l’ipocrisia diffusa a livello politico per cui una maggiore autonomia di un territorio sia uno svantaggio per tutti gli altri, è uno dei maggiori motivi di successo del centro destra nel nord Italia. Fino ad oggi a Milano tutti erano stati attenti a non cadere nella tentazione di condannare un’autonomia responsabile, anche perchè Milano è una città che malgrado i limitati poteri e risorse ha sempre manifestato lealtà e servizio al Paese. Una città che grazie ai suoi cittadini provenienti da tutta Italia è in una fase di grande prosperità che si alimenta anno dopo anno, indipendentemente da chi la amministra. Un’amministrazione che di fatto è priva di poteri perchè risorse e competenze rilevanti sul territorio sono gestite dalla Regione e dallo Stato.

L’invito a un confronto pubblico

Non è un mistero che il progetto di Milano città stato stia venendo portato avanti da professionisti e cittadini di ogni settore e di ogni idea politica che, come volontari, si stanno impegnando con un solo obiettivo: fare di Milano una città più forte e in grado di rinnovare il Paese. Fa tristezza come milanesi, prima ancora che come volontari di questo progetto, vedere l’unico sindaco al mondo che si oppone al progetto che, come dimostrano tutti i casi internazionali, porterebbe i massimi benefici per la sua città.

Invitiamo pertanto il sindaco a un pubblico confronto per illustrarci i motivi, che non riusciamo a comprendere, che lo portano a manifestare a nome di tutti i cittadini una volontà che va contro Milano e contro un reale e responsabile rinnovamento dell’Italia.

ANDREA ZOPPOLATO

Perché Milano città stato (far diventare Milano una città regione)?
1. Per avere un solo POTERE sul territorio e nei rapporti con Roma (invece che comune, città metropolitana e regione con confusione di competenze e responsabilità)
2. Per avere una gestione diretta delle RISORSE per risolvere i problemi di Milano
(Invece che dover sempre chiedere a regione o stato le risorse per realizzare qualcosa di strutturale sul territorio) e gestire direttamente i fondi europei (riuscendo anche a farsene assegnare di più)
3. Per avere un MODELLO per consentire a Milano di rilanciare il Paese (diventando un laboratorio di sperimentazione con autonomia di decisioni e possibilità di legiferare norme più efficienti).

 

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo#Madrid#Berlino#Ginevra#Basilea#SanPietroburgo#Bruxelles #Budapest#Amsterdam#Praga#Londra#Mosca#Vienna#Tokyo#Seoul#Manila #KualaLumpur#Washington#NuovaDelhi#HongKong #CittàDelMessico#BuenosAires#Singapore

 

I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

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Andrea Zoppolato
Più che in destra e sinistra (categorie ottocentesche) credo nel rispetto della natura e nel diritto-dovere di ogni essere umano di realizzare le sue potenzialità, contribuendo a rendere migliore il mondo di cui fa parte.

1 COMMENTO

  1. Concordo ASSOLUTAMENTE con il testo e lo spirito di questa MOZIONE per MILANO CITTA’ STATO!

    Agorà Ambrosiana, dal 1980…

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