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Un DAY OFF capita a tutti: come si dice a Milano?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Roberto RASIA: “la mia Milano avrà la CLASSE POLITICA DIRIGENTE che si merita”

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Roberto Rasia dal Polo
Roberto Rasia dal Polo. Genovese, a Milano ha trovato il suo successo da manager. A lungo sembrava il candidato per sfidare Sala ma all’ultimo miglio è stato lasciato da parte per il dottor Bernardo e tutti sanno come è andata a finire. Un liberale autentico che sta cercando di scrollarsi di dosso l’etichetta di candidato abbandonato, di giocatore a cui viene privato il campo da gioco. 

Roberto RASIA: “la mia Milano avrà la CLASSE POLITICA DIRIGENTE che si merita”

Roberto Rasia dal Polo

La cosa che ami di più di Milano?

La sua velocità, è a parer mio la sua caratteristica principale. Viene anche presa a modello per questo, ma anche presa in giro. Le persone sui marciapiedi non camminano, corrono. C’è un perché: è una città iperattiva, una piccola New York italiana, in cui non si viene per fare un solo lavoro. A Milano si viene da fuori per fare più cose.

Credits: allafinediunviaggio.com
andare di fretta Milano

Quella che invece ti piace di meno?

La qualità dell’aria. Non è colpa di Milano però, ma della sua posizione geografica, in una conca padana che non aiuta il ricambio d’aria. I fumi delle caldaie, del trasporto pesante e solo per ultimo del trasporto automobilistico, poi, peggiorano le situazione per i nostri polmoni.

da comeinunbosco.it
da comeinunbosco.it

Il tuo locale preferito?

Refeel in Porta Romana.

Credits: @refeel_milano
Refeel

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Lavorare.

La canzone su Milano a cui sei più legato?

Porta Romana di Gaber, è del ’64.

 Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Pavia, città di una bellezza nascosta.

Credits: @michelisofi_
Certosa di Pavia

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Davvero tantissimi ricordi mi legano alla città che mi ha consentito di fare tutto ciò che ho fatto dai 23 anni in poi. Ma il primo ricordo è di quando ancora non ci vivevo, avevo solo 18 anni e venni in treno per un colloquio con il fratello di una signora che abitava a Genova, dove vivevo all’epoca. Non mi disse che suo fratello era uno dei più noti scrittori del secondo ‘900: Umberto Simonetta. Fu un incontro straordinario. Era già malato e non stava bene, ma fu molto gentile con me. Mi regalò alla fine il compendio dei suoi romanzi, dicendomi che era l’unico a cui l’editore aveva già pubblicato una raccolta prima che morisse, lo considerava di buon auspicio. Aveva una ironia inarrivabile.

Umberto Simonetta

 La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?

Porta Genova, perché mi riporta in un lampo al 1999 quando arrivai a Milano, lavoravo come stagista a Radio24 e la fermata più vicina era la “verde” Porta Genova.

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Ho fatto un giro del Duomo guidato da una guida e sono rimasto a bocca aperta di fronte alle migliaia di statue inserite sui 4 lati esterni del Duomo.

La nostra statua della libertà (Duomo di Milano)

Il quartiere che ami di più?

Porta Romana doverosamente. Il primo dove capitai per puro caso 23 anni fa e quello in cui abito tuttora.

Credits: @kiaciof
Murale Porta Romana

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Tante cose, gliene ho anche parlato personalmente. Se dovessi scegliere la prima, la pulizia, per combattere il degrado (oltre che la sicurezza) che è un tema davvero caldo per Milano.

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Mi piace il concetto in generale e in teoria. Sarei curioso, però, di vedere come possa essere realizzato. Non credo la Regione voglia “mollare” alla città alcune sue competenze.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Zoagli, perché tutti vanno a Portofino, ma alle 15 non c’è più il sole, mentre Zoagli guarda Portofino in faccia, c’è sole fino alle 19.30 ed è la scogliera più bella del mondo.

Credits: @ig_genova_
Zoagli

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Due miliardi di euro? Beh, ci vorrebbe tempo per rispondere, farei una strategia ad hoc e agire. Mi limito ai titoli degli interventi: qualità di vita, qualità dell’aria, sicurezza, Wi-fi gratuito, sistema di trasporto pubblico diverso e servizi per gli anziani.

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Quello di avere una classe dirigente politica che si merita, non quella che altri decidono che abbia.

Roberto Rasia dal Polo

Continua la lettura con: Tutti i personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Vado a vivere in Antartide

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Antartide, sulle orme di Shackleton

Un amico mi ha raccontato che si sta preparando per andare a vivere in Antartide. Dopo un primo choc di perplessità mista a stupore ho iniziato a ragionare che il pianeta su cui viviamo è finito, anche se il modello occidentale lo considera come fosse infinito.

Negli ultimi decenni in tanti pensatori hanno profetizzato la morte dell’Occidente. Ma per voltare pagina occorre capire cosa sia effettivamente morto della nostra civiltà in modo da disfarcene per lasciare spazio a qualcosa di nuovo.

Morto è il sogno novecentesco del benessere diffuso nella società dell’avere.
L’idea di crescita perenne è tramontata perché è in realtà una catena di Sant’Antonio, una crescita basata sulla finanza, sul doping, prima o poi arriva un punto in cui la crescita non si può più fare. Il limite principale che stiamo verificando sono le risorse naturali che non solo non sono infinite ma presentano costi crescenti di reperimento.

Una civiltà al capolinea si sta scontrando con economie più arretrate che si stanno sviluppando seguendo un modello che abbiamo già percorso e che ci stiamo accorgendo che è insostenibile per il pianeta.

Ciò che servirebbe sarebbe un salto, un cambiamento in una nuova dimensione.  
Forse ciò che è morto della nostra società è l’idea di essere umano che la rappresenta. L’idea che fine della società sia garantire sicurezza e benessere di ogni singolo individuo, come se il fine della vita fosse di vivere più tranquilli e il più a lungo possibile.

Inseguendo questo fine sociale si è dimenticata una dimensione piena del vivere, abbiamo perso la componente di evoluzione spirituale e profondamente soggettiva dell’esistenza. Forse la rivoluzione dell’intera civiltà umana potrebbe ripartire dal ruolo e dal fine di ognuno di noi.

Per evitare di ritrovarci come l’equipaggio di Schakleton a vagare disperati in cerca del nulla nel deserto di ghiaccio dell’Antartide. 

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

MILANO CITTA’ STATO 

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A un’ora da MILANO il primo B&B a bordo di un AEREO

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Credits: @naturairsuite naturairsuite

Dormire in aereo per alcuni non è un’impresa facile. A meno che non si sia in business class, bastano i posti scomodi o un vicino di posto fastidioso e l’idea di rilassarsi durante il viaggio è già stata abbandonata. Eppure, a circa un’ora da Milano, si può dormire comodamente all’interno di un aeroplano. Qui non bisogna preoccuparsi di possibili turbolenze, annunci del capitano o in generale di tutte le eventualità del caso di un viaggio in aereo, l’aeroplano in questione è infatti diventato un B&B molto particolare che regala sonni tranquilli ai suoi ospiti.

A un’ora da MILANO il primo B&B a bordo di un AEREO

# Un Fokker 27 del 1968 diventa una suite open space

Credits: @naturooms
naturairsuite

Grazie ad un’iniziativa della società Nature Experience, fondata da Giampiero Bianchi, un Fokker 27 del 1968, della ormai fallita compagnia aerea MiniLiner, è stato portato nel parco comunale di via XXIV Maggio di Brembate Sopra, paese del Bergamasco. Questo aeroplano è stato completamente trasformato ed è diventato una suite open space che ospita fino a 4 persone. All’interno si trovano un letto matrimoniale e due letti singoli, ma, essendo una suite, vengono offerti anche altri servizi: quali un’area relax con sauna e idromassaggio e un piccolo parco giochi per i bimbi.

# La NaturAirSuite: una novità mondiale in un aereo così piccolo

Credits: @naturooms
naturairsuite

Sebbene sia la prima volta in Italia che un vecchio aereo diventa B&B, esempi di questo tipo si trovano anche in altri Stati, come Canada, Olanda e Colombia, che però hanno sempre optato per aerei più grandi. Brembate Sopra ha scelto per un aeroplano più contenuto, lungo circa 30 metri, che stupisce però con la sua ristrutturazione.

Credits: @naturairsuite
naturairsuite

La suite si chiama Naturairsuite ed è stata inaugurata da qualche giorno, è stato infatti possibile soggiornare in questo aeroplano a partire dal 12 marzo scorso. Ma qual è il prezzo di una notte?

# Un prezzo a quattro stelle

 
Credits: @naturairsuite
naturairsuite

Una notte nella Suite costa circa 420 euro, il prezzo cambia dal giorno e anche da quante persone vi soggiornano. Qui si può gustare un aperitivo con le specialità bergamasche e la colazione è inclusa nel prezzo. In più, l’allestimento di NaturAirSuite può essere personalizzato per eventi e occasioni speciali.

Credits: @naturooms
naturairsuite

Continua la lettura con: Dormire dentro una BOTTE DI VINO in Lombardia

BEATRICE BARAZZETTI

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🔴 San Pietroburgo ci ripensa: le OPERE dell’Ermitage rimarranno a Milano fino alla fine delle MOSTRE

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Credits: @hermitage_museum IG

Le opere d’arte prestate all’Italia dalla Russia non torneranno in patria prima del previsto, ma potranno aspettare il termine della collaborazione concordata. Il curatore del museo Hermitage di San Pietroburgo è giunto ad un accordo con il ministro della cultura russo.

San Pietroburgo ci ripensa: le OPERE dell’Ermitage rimarranno a Milano fino alla fine delle MOSTRE

# “La bellezza salverà il mondo”

Credits: @hermitage_museum IG – Adamo Tadolini: Gianimede e l’Aquila, 1823 / presso il museo Hermitage

Questo episodio è la dimostrazione che tramite dialogo e mediazione si può arrivare ad un accordo, anche in situazioni delicate come quelle della guerra. Con una lettera il direttore del museo russo, Michail Piotrovsky, ha fatto sapere al Palazzo Reale e alla Galleria d’Arte milanesi che le opere prestate non dovranno essere smantellate e restituite prima della fine effettiva delle mostre.

Ha dichiarato che “L’odierna situazione museale deve mostrare un modo per risolvere problemi seri in un mondo molto complicato per non diventare uno strumento di lotta politica. Abbiamo bisogno di nuovi approcci e accordi senza un ritorno alla retorica della Guerra Fredda” conclude il messaggio.

# Ma sulla cultura l’Occidente non ci ripensa

Nonostante questa ultima comunicazione per l’Italia da parte di San Pietroburgo, nel nostro paese e in Occidente continuano a manifestarsi episodi di cancel culture e “russofobia”: nessuno ha cambiato idea per quanto concerne le loro scelte riguardanti la presenza di – rispettivamente – corsi, rappresentanti e celebrazioni musicali della cultura russa.

Credits: @paolo.nori IG – Post di Paolo Nori su Instagram, in risposta alla scelta della Bicocca di cancellare il suo corso su Dostoevskij e in generale al dilagante fenomeno della “russofobia”

Continua a leggere con: Anche l’ARTE in GUERRA: l’Ermitage rivuole le opere prestate all’Italia

ALICE COLAPIETRA

Copyright milanocittastato.it

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🔴 Forse ci siamo: conto alla rovescia per l’INAUGURAZIONE delle prime 6 FERMATE della M4. Fissata la nuova data per le ULTIME STAZIONI

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Ph. metro4milano.it

L’annuncio è arrivato da parte del presidente della società M4 nel corso della commissione consiliare congiunta enti partecipati e mobilità. Doccia fredda sull’inaugurazione totale: slitta ancora. 

Forse ci siamo: conto alla rovescia per l’inaugurazione delle prime 6 FERMATE della M4. Fissata la nuova data per le ULTIME STAZIONI

# Entro il 30 settembre sarà operativa la tratta Linate-Dateo

Dateo-Linate M4

Il presidente della società M4 Alessandro Lamberti, nel corso della commissione consiliare congiunta enti partecipati e mobilità nel pomeriggio di martedì 15 marzo, ha comunicato che entro l’autunno, probabilmente entro il 30 settembre, verrà aperta la prima tratta della nuova linea metropolitana milanese tra Linate e Dateo: sei fermate in totale comprese Repetti, Stazione Forlanini, Argonne e Susa.

Ph. metro4milano.it

La mini tratta Linate-Stazione Forlanini, già potenzialmente operativa dal 15 luglio 2021 dopo l’ottenimento del nulla osta di esercizio non è mai entrata in funzione a causa della diminuzione del traffico aereo a Linate e pertanto si è scelto di posticiparne l’apertura con ulteriori 3 fermate per consentire un maggior numero di utenza. Il resto della linea aprirà a scaglioni: entro aprile 2023 fino a San Babila mentre per l’autunno del 2024 fino al capolinea ovest di San Cristoforo FS.

Leggi anche: Le IMMAGINI in ANTEPRIMA della fermata della metro di LINATE M4

# Ulteriori 15 mesi di ritardo, in totale sono due anni e mezzo rispetto all’ultimo cronoprogramma

Linate Ph. metro4milano.it

Con il nuovo aggiornamento sull’inaugurazione completa della linea si aggiungono ulteriori 15 mesi di ritardo, rispetto all’atto integrativo del 2019, per un totale di due anni mezzo complessi rispetto all’ultimo cronoprogramma. Il commento dell’amministratore delegato di M4 Renato Aliberti: “Tre mesi di ritardi si sono accumulati a causa della pandemia nel 2020, tra il fermo lavori e il rallentamento per le norme di sicurezza. Mentre l’ulteriore ritardo è dovuto agli scavi archeologici, ovvero il ritrovamento delle mura medievali nella stazione De Amicis. Sulle singole tratte rispetto all’atto integrativo 2019, c’è un ritardo di 3 mesi, mentre sull’intera linea sono stimati in 15 mesi“. L’amministratore delegato di M4 ha comunque aggiunto che “la posa dei binari è comunque oggi all’ottanta per cento di avanzamento” e che “a febbraio è stato trasferito il primo treno dal deposito di San Cristoforo fino all’aeroporto.” 

Leggi anche: La PASSERELLA ELETTRONICA dalla Metro a Linate

# La nuova linea M4: 15 km, 21 stazioni e 86 milioni di passeggeri trasportati

Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu

Come sarà la nuova linea metropolitana driverless milanese? La M4 o linea blu, quando sarà operativa al 100%, taglierà da est a ovest la città e conterà 15km di tracciato, 21 stazioni, 47 treni e a regime dovrebbe trasportare circa 86 milioni di passeggeri annui, secondo le stime pre-pandemia.

Nel percorso tra i due capolinea di Linate e San Cristoforo FS ci saranno interscambi con le linee suburbane nella fermate di Stazione Forlanini, Dateo e appunto San Cristoforo FS, con la linea M1 a San Babila e M2 a Sant’Ambrogio, mentre ci sarà solo un collegamento pedonale parzialmente in superficie tra Missori M3 e la stazione di Sforza-Policlinico.

Leggi anche: Scoppia lo SCANDALO M4: 100 milioni di euro extra ma zero interscambi tra M3 e M4

Continua la lettura con: M4: la nuova DATA d’inaugurazione e il “nuovo” PRIMO TRATTO

FABIO MARCOMIN

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Che ci fa una CARROZZA della M2 nella CASERMA dei POMPIERI?

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Il vagone della M2 nel piazzale del comando VVF di via Messina (foto R. Bosi)

Cosa ci fa una carrozza di 20 metri nel piazzale della caserma dei pompieri di via Messina? E’ stato un regalo, sicuramente massiccio e ingombrante, ma molto apprezzato dai vigili del fuoco. Atm l’ha donata al Comando provinciale di Milano con uno scopo ben preciso. 

Che ci fa una CARROZZA della M2 nella CASERMA dei POMPIERI?

# Il viaggio da Famagosta a via Messina dove è stato ricostruito un tratto di linea della metro

Il convoglio M2 in partenza dal deposito Atm di Famagosta (Foto ATM)

Il convoglio, in disuso e non in circolazione da tempo, è partito all’alba dai binari del deposito Atm di Famagosta e, attraverso un trasporto eccezionale, è giunto nel piazzale in via Messina. E anche qui è stato collocato su binari ferroviari, predisposti ad hoc da Atm: i tecnici dell’Azienda hanno ricostruito un tratto di linea del tutto simile a quella di servizio. Dal pietrisco adagiato sulla pavimentazione, alla banchina per l’attesa e salita dei passeggeri sul mezzo, fino alla linea aerea e alla piastra da cui i convogli prelevano l’elettricità.

Il vagone della metrò entra in caserma dei VVF (foto R. Bosi)

Alle operazioni, oltre al responsabile Infrastrutture di Atm, Pietro Antonacci, era presente il comandante provinciale, Nicola Micele, che ha permesso la realizzazione di questa operazione, definita «unica in Italia nel suo genere».

# I vigili del fuoco potranno compiere le manovre di emergenza sui convogli direttamente nel piazzale del comando

Il vagone della M2 nel piazzale del comando VVF di via Messina (foto R. Bosi)

La donazione da parte della ex municipalizzata consentirà infatti ai vigili del fuoco di compiere ogni manovra addestrativa utile alla conoscenza delle attrezzature destinate al sollevamento dei convogli in caso di soccorso, come ad altre emergenze che possono incorrere all’interno delle linee metropolitane.

I pompieri milanesi non dovranno più trasferirsi nei depositi di Atm per prendere dimestichezza con i convogli della metrò, come accadeva prima del trasferimento della carrozza. D’ora in poi i soccorritori potranno recarsi solo saltuariamente in galleria, per continuare la formazione specifica nei tunnel della metropolitana, di notte quando dalle 1 alle 5 è sospesa la circolazione dei treni.

Continua la lettura con: TRASPORTO PUBBLICO: NAPOLI spende il DOPPIO di MILANO

LEONARDO MENEGHINO

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🔴 Le PRIME IMMAGINI INTERNE della TORRE GIOIA 22

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Credits Paul Pablo - Vista da 23esimo piano Gioia 22

Il noto fotografo e blogger Paul Pablo svela in esclusiva le immagini dall’interno del nuovo grattacielo di Porta Nuova, Gioia 22, i cui lavori sono terminati da poco. Ecco come si presenta e da chi verrà occupato.

Le PRIME IMMAGINI INTERNE della TORRE GIOIA 22

# Le immagini esclusive dall’interno del nuovo grattacielo

Paul Pablo con il suo blog “Nati pere vivere a Milano ci porta all’interno del nuovo grattacielo di Porta Nuova, Gioia 22, con immagini esclusive. Una visita virtuale dal piano terra, passando per la terrazza del secondo piano, una vista del decimo e infine la salita fino all’ultimo, il piano numero 23.

Leggi anche: Paul PABLO: “la mia Milano avrà mezzi pubblici 24H e un GRATTACIELO da record”

# Gioia 22 sarà la nuova sede di Fideuram – Intesa Sanpaolo

Credits Andrea Cherchi – Gioia 22

Entro la fine dell’anno l’intera divisione Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, si trasferirà dalla sede attuale di via Montebello 18 alla “Scheggia di vetro”. Il nuovo grattacielo Gioia 22 è stato così soprannominato a causa della sua particolare architettura che si sviluppa allargandosi in una tensione verso l’alto e che al contempo si protende verso il basso. Disegnato da Pelli Clarke Pelli Architect ha un’altezza di 120 metri per 26 piani e sarà il primo edificio a emissioni zero ad inaugurare a Milano. 

Fonte: Nati per vivere a Milano

Continua la lettura con: La TORRE A CUBI: sarà questo il NUOVO GRATTACIELO allo SCALO FARINI?

FABIO MARCOMIN

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ANYWAY… come si dice a Milano?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

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Sonia GIUDICI: “nella mia Milano i meritevoli saranno in grado di REALIZZARE SE STESSI”

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Sonia Giudici

Sonia Giudici. L’astrologa della finanza. Laureata in Bocconi, esperta di astrologia, si è sempre più specializzata nell’unire astrologia e finanza diventando un riferimento di banchieri e investitori, oltre che public speaker e formatrice per chi si interessa dell’unione di questi due mondi apparentemente agli antipodi. Nata a Cremona, innamorata di Milano. 

Sonia GIUDICI: “nella mia Milano i meritevoli saranno in grado di REALIZZARE SE STESSI”

Sonia Giudici

La cosa che ami di più di Milano?

La capacità di questa città di assorbire ogni nuovo stimolo culturale e farlo proprio arricchendo sé stessa ed evolvendo verso nuove forme identitarie.

Quella che invece ti piace di meno?

La maggiore difficoltà nel creare relazioni di lungo periodo fra le persone a causa dei tanti stimoli a cui siamo sottoposti che ci fanno essere dispersivi.

 Il tuo locale preferito?

Cambia sempre.

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Curiosare fra i banchi dei mercatini delle pulci.

mercato delle pulci
(da pixabay)

La canzone su Milano a cui sei più legata?

Sorriso (Milano Dateo) di Calcutta.

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Mi piace andare a passeggiare all’abbazia di Chiaravalle…non è esattamente Milano ma è un mio luogo del cuore.

andrea cherchi (c)
andrea cherchi (c)

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Ho incontrato un cantante lirico del Tagikistan che mi ha seguita da via Clerici a San Babila declamando poesie persiane. Siamo stati sposati 10 anni ed abbiamo uno splendido figlio italo-tagiko.

La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?

Porta Romana: la fermata che associo ai tempi dell’Università.

Credits: pinterest.it

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Un russo offrirci 100 euro per indicargli la strada per La Scala.

Credits: Wikipedia

Il quartiere che ami di più?

Rogoredo-Santa Giulia: il nuovo e la tradizione operaia che si incontrano…che è poi l’essenza di Milano.

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Più asili nido comunali…perché la parità di genere è ancora troppo, troppo lontana.

asilo nido
(da pixabay)

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Assolutamente sì: da Lombarda -sono originaria di Cremona- non posso non riconoscere l’estrema specificità dei bisogni e delle opportunità di Milano che richiedono logiche ed interventi totalmente diversi dal resto del Paese e della Regione.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Cambierei radicalmente ed andrei verso la natura che è quello che mi manca a Milano.

campi campagne milanesi

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Il punto non è cosa ma come. Qualunque cosa farei, vorrei fosse fatto senza sottomettere il bene collettivo all’ideologia e all’asservimento ad alcuni specifici interessi.

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Essere una capitale culturale europea aperta alle istanze dei giovani, al rinnovamento, ma che coltivi e nutra le sue tradizioni culturali e le sue radici. Dove, grazie alla mobilità sociale ed ad una mentalità più aperta, tutti i meritevoli ed in particolare le donne, possano davvero realizzare se stessi.

Sonia Giudici

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MILANO CITTÀ STATO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

La dittatura è il pensiero unico

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In questi due anni abbiamo scoperto una cosa fondamentale: la democrazia non esiste se tutti la pensano allo stesso modo, in quanto si trasforma automaticamente in una dittatura.

Se ci si sincronizza tutti sullo stesso pensiero i sistemi di controllo di una democrazia, come la magistratura o i media, agiscono a rinforzare il pensiero dominante e le leggi vengono interpretate e strumentalizzate per avvalorare il pensiero unico, invece che per arginarne gli abusi o per tutelare chi la pensa diversamente.

Il pilastro della democrazia è garantire opinioni diverse. Una vera democrazia per funzionare correttamente dovrebbe prevedere sistemi automatici di dissenso, di creazione di opinioni diverse, per essere compiuta. Così come la libertà va misurata non sulla base della libertà goduta da chi si allinea al pensiero dominante ma si misura sulla libertà goduta da chi si oppone o si dissocia dal pensiero dominante.

Se le persone e i sistemi di controllo si uniformano al pensiero dominante non serve più un atto di prevaricazione per instaurare una dittatura. 

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

MILANO CITTA’ STATO 

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🔴 PROROGA area B: DIESEL euro 4 e euro 5 potranno ENTRARE a MILANO per QUALCHE MESE in PIÙ

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Credits espansionetv - Area B e Area C

I divieti sarebbero dovuti entrare in vigore il primo di ottobre dello scorso anno, ma a causa della pandemia la loro introduzione era stata rinviata a quando sarebbe finito lo stato di emergenza che termina ufficialmente il 31 marzo. Anche questa data però non verrà rispettata e nei prossimi giorni dovrebbe essere definita un’ulteriore proroga. Ecco quando dovrebbero partire le nuove misure e cosa è previsto nel dettaglio.

PROROGA area B: DIESEL euro 4 e euro 5 potranno ENTRARE a MILANO per QUALCHE MESE in PIÙ

# I nuovi divieti di Area C e Area B dovrebbero slittare all’autunno

Area C

Lo stop all’ingresso dei veicoli diesel Euro 4 e Euro 5 ad Area C e Area B slitta ancora. Inizialmente era previsto a inizio ottobre 2021 poi rinviato al giorno seguente la fine dello stato di emergenza fissato dal governo e quindi al primo di aprile di quest’anno. I divieti dovrebbero entrare in vigore a giugno se non, più probabilmente, a ottobre in concomitanza con quelli previsti per i diesel Euro 5 per quanto riguarda Area B.

L’assessore ai trasporti Arianna Censi spiega le motivazioni della proroga che verrà decisa nei prossimi giorni: «Il Comune ha intrapreso delle chiare politiche per limitare l’accesso alle macchine in centro e in generale per contenere l’uso delle auto più inquinanti in tutta la città, con un calendario di progressive restrizioni, comunicato quattro anni fa. Il Covid e le sue conseguenze hanno richiesto una ulteriore riflessione che ha portato alla scelta di sospendere l’entrata in vigore dei divieti previsti per il 2021 fino alla fine dell’emergenza sanitaria che ora il governo ha comunicato essere il prossimo 31 marzo. Siamo coscienti che questa comunicazione è stata recente e che la data è prossima, per questo stiamo valutando se protrarre la sospensione fino giugno o a ottobre facendo entrare in vigore in contemporanea i divieti che scatteranno in quel periodo. La decisione sarà presa nel giro di pochissimo tempo».

# I veicoli che non potranno più entrare in città o nel centro storico

Credits: milanopost.info
Area B

In attesa di conoscere l’ufficialità della nuova data di entrata di vigore per i nuovi divieti, vediamo quali misure saranno introdotte:

  • in Area C, che coincide con il centro storico o Municipio 1, non potranno più accedere i veicoli Euro 2 benzina, diesel Euro 3-4 (anche con filtro antiparticolato) e i diesel Euro 5. Verrà invece introdotto il pedaggio anche per i veicoli ibridi con emissioni di Co2 superiori a 100 grammi per chilometro, si stima circa  il 70% dei 18 mila cittadini che ogni giorno entrano in centro con un’auto ibrida.  
  • in Area B, quindi all’interno dei confini comunali, l’accesso non sarà più consentito alla stessa categoria di veicoli prevista per Area C, quindi Euro 2 benzina, diesel Euro 3-4 (anche con filtro antiparticolato) e i diesel Euro 5. In questo caso saranno però previste alcune deroghe: 50 ingressi garantiti all’anno, come e una percorrenza di 1.800 km per i diesel euro 4, il limite per gli euro 5 è in attesa di definizione, per chi deciderà di installare il dispositivo di Move-In previsto dalla normativa regionale che serve appunto a tenere monitorati i km percorsi. 

Continua la lettura con: Qualità dell’ARIA: Milano TERZULTIMA in Europa

FABIO MARCOMIN

Copyright milanocittastato.it

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Per dormire da DIO: la CHIESA di Milano trasformata in HOTEL di LUSSO

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Credits: alphadistrict.it chiesa hotel

Un hotel divino, nel vero senso della parola. A partire dall’11 aprile di quest’anno una chiesa cittadina avrà un nuovo volto stravolgendo la sua classica funzione. E dove poteva succedere se non a Milano?

Per dormire da DIO: la CHIESA di Milano trasformata in HOTEL di LUSSO

# Da chiesa a hotel

Credits foto chiesa prima della riqualifica: blog.urbanfile.org
Prima e dopo

La vecchia Chiesa di Cristo Re, zona Portello, era ormai da tempo abbandonata. A partire dal 2016, la NH Hotels ha deciso che quella chiesa abbandonata sarebbe diventata un hotel da aggiungere alla sua collezione di alloggi super lussuosi. Così, lo stesso anno, iniziarono i lavori di riqualificazione che oggi stanno giungendo alla fine.

‌La Chiesa di Cristo Re è stata costruita ormai un secolo fa, ma già negli anni ’90 è caduta in disuso. Era stata progettata con uno stile neo-manierista e consacrata dal cardinale Schuster nel 1935. Non ebbe una vita particolarmente lunga, se si pensa anche a cattedrali costruite mille anni fa, ma, dopo 20 e più anni di non utilizzo, questa volta la Chiesa di Cristo Re potrebbe avere la sua rivincita.

# Il progetto di Quattroassociati per NH Hotels

Ristrutturazione Chiesa Cristo Re

Abbandonando il termine chiesa e chiamandola ora hotel, perché è quello che diventerà tra meno di un mese, l’edificio in via Colleoni 14 è stato rivoluzionato dallo studio di architettura Quattroassociati.

Il nuovo progetto in realtà prevede che la struttura della chiesa sia quasi completamente mantenuta. La facciata è rimasta pressoché la stessa, cambiando solamente intonaco, e gli spazi delle navate e, in generale, di quelli adibiti alla preghiera sono stati trasformati nei luoghi di accoglienza dell’hotel. Una grande hall con receptionist e tutte le principali attività di accesso all’hotel. Immediatamente dietro la struttura originaria è stato costruito un edificio ex-novo, all’interno del quale si trovano tutti gli altri servizi dell’hotel.

# Il Chiesa Hotel

Credits: idealista.it
Chiesa hotel

Dopo essere entrati in una hall pulita ma imponente, le stanze, la sala congressi, il ristorante, la piscina con terrazzo sono tutti nel nuovo edificio di 14 piani. La NH Hotels ha fatto diventare la Chiesa di Cristo Re casa sua e casa dei suoi futuri ospiti. A due passi dalla vecchia fiera, la compagnia di hotellerie si aspetta un successo di proporzioni bibliche. 

 

Continua la lettura con: Una NOTTE costa come una CASA: gli HOTEL più CARI del mondo. E tra le città più costose c’è MILANO

BEATRICE BARAZZETTI

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🔴 SCIENZIATI (e tutti i paesi del mondo): Green Pass da ELIMINARE SUBITO. Avremo anche noi un FREEDOM DAY?

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Le dichiarazioni degli scienziati a favore dello stop al Green Pass

Anche le nazioni più intransigenti hanno eliminato il Green Pass. Ultima in ordine cronologico la Francia: a partire dal 14 marzo. Aumenta anche la platea di medici italiani favorevoli alla sua rimozione immediata. Ma il governo italiano tentenna e procede ad una rimozione graduale e parziale. Ecco le ipotesi sul tavolo.

SCIENZIATI (e tutti i paesi del mondo): Green Pass da ELIMINARE SUBITO. Avremo anche noi un FREEDOM DAY?

# Scienziati concordi sull’abolizione immediata dal Green Pass

Le dichiarazioni degli scienziati a favore dello stop al Green Pass

Lo stato di emergenza scade ufficialmente il 31 marzo e non ci sarà alcuna proroga. Dal giorno successivo sarebbe dovuto decadere, secondo la logica che ha portato all’introduzione dello stesso stato di emergenza, lo strumento del Green Pass. Sempre più medici, compresi quelli che hanno avvallato lo strumento del Green Pass per contenere la pandemia da Sars-Cov-2 e spingere quanti più cittadini alla vaccinazione, sono concordi sulla sua immediata abolizione.

Da Andrea Crisanti, che ha guidato la strategia di tracciamento e isolamento dei contagi in Veneto nel primo anno di Covid, a Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova. Matteo Clementi, direttore di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano, sostiene che il certificato “serve, a mio avviso, a creare problemi nella frequentazione di alcuni luoghi, di lavoro, di svago, di socialità, di vita di tutti i giorni. Quindi è più un problema ora, che una reale risorsa“. Maria Rita Gismondo, direttore/responsabile microbiologia clinica, virologia e diagnostica bioemergenze all’Ospedale Sacco di Milano, non ritiene esista alcune ragione scientifica per mantenere il Green Pass.

# Nel resto del mondo si procede spediti alla sua cancellazione

Credits erika.kostialova IG – Ristorante Parigi

La Francia da ieri 14 marzo si è unita alle Nazioni che dall’inizio del 2022 hanno abolito il Green Pass. Nel lungo elenco dei Paesi che hanno detto stop al certificato verde troviamo: Regno Unito, Israele, Irlanda, Danimarca, Svizzera, Olanda, Slovenia, Russia, Austria e Belgio, senza contare Spagna, Svezia e la gran parte di quelli dell’Est Europa che non lo hanno mai attivato. Da ieri quindi i cittadini francesi sono ritornati ad accedere liberamente a scuole, cinema, teatri, ristoranti, negozi e supermercati e con l’obbligo di indossare la mascherina solo sui trasporti pubblici e negli ospedali.

Resiste invece solo l’Italia. 

# Il governo italiano pensa a eliminare il certificato verde in maniera graduale

Credits: tviweb.it Green Pass

Il governo italiano sta programmando solo una rimozione graduale e parziale del Green Pass, seguendo una strategia unica al mondo. Dal primo aprile non sarà più necessario all’aperto, in bar, ristoranti e eventi sportivi o culturali, mentre per soggiornare negli hotel, entrare nei locali al chiuso e salire sui mezzi pubblici servirà ancora il Green Pass base. Solo dal primo maggio dovrebbe cadere l’obbligo del certificato anche per i luoghi al chiuso, dal primo giugno quello delle mascherine all’interno e sui trasporti pubblici e dal 15 giugno il Super Green Pass per i dipendenti over 50 in concomitanza con lo stop all’obbligo vaccinale. Anche se sono tutte solo ipotesi ancora sul tavolo. 

Continua la lettura con: Il mondo l’abbandona, l’ITALIA lo proroga: da dove nasce l’ATTRAZIONE FATALE per il il GREEN PASS?

FABIO MARCOMIN

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7 locali GLUTEN FREE imperdibili a MILANO

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credits: Thefork - Cantina Piemontese

La vita del celiaco (o di chi disdegna il glutine) fuori casa non è di certo fra le più semplici, soprattutto quando si tratta di uscire a mangiare in compagnia e ritrovarsi a scegliere fra la solita bistecchina o insalata sbavando sui piatti degli altri. Ma che sia per moda o per marketing non importa, c’è da dire che ad oggi la quantità di locali che offrono opzioni senza glutine è sicuramente aumentata e anche Milano non fa eccezione. Ormai sono moltissime le insegne che propongono piatti di ogni tipo anche senza glutine e per rendere la vita facile ai celiaci che si trovano nella city, ecco una lista dei posti senza glutine imperdibili se ti trovi a Milano.

7 locali GLUTEN FREE imperdibili a MILANO

#1 Cantina Piemontese

credits: Thefork – Cantina Piemontese

Nel pieno centro di Milano, ma immersa nel verde con arredi in legno e un’atmosfera che ti fa sentire a casa, è Cantina Piemontese. Un’osteria contemporanea che riscopre i veri sapori della cucina tradizionale piemontese e sabauda. A due passi dal duomo, tra le mura di uno storico palazzo anni ’30 potrai scoprire le delizie di una cucina ispirata all’antico Regno Piemontese fatto di sapori artigianali tra mare e terra. Ma soprattutto offre una svariata scelta di opzioni senza glutine dagli antipasti ai piatti del giorno, come ad esempio i rigatoni al sugo di baccalà alla ligure. Un luogo ideale anche per gli appassionati di vini, qui sono custodite più di 500 etichette. 

#2 Trattoria Casa Fontana

credits: tripadvisor – Trattoria Casa Fontana

Sempre per rimanere su sapori tradizionali, ma rielaborati in chiave più moderna e adatta ai celiaci, ci spostiamo in Piazza Carbonari in una trattoria milanese dall’atmosfera calda e accogliente: Trattoria Casa Fontana. i protagonisti della casa sono i risotti, ben 23 versioni del classico della cucina milanese. Il ristorante nasce nel 1979 e da allora non ha mai abbandonato il suo stile che unisce l’attenzione per la materia prima e la passione per la cura dei dettagli. Imperdibile la versione del classico risotto alla milanese preparato con del buono burro bianco arricchito dal sapore deciso dello zafferano di Navelli accompagnato dal vino di Milano: San Colombano.

#3 O’ Peperino

Restiamo a Milano, ma veniamo subito trasportati a Napoli all’ingresso di O’ Peperino in Porta Garibaldi. Questa pizzeria ristorante propone una pizza tradizionale napoletana 100% gluten free anche nella gustosissima versione fritta, praticamente introvabile. Ma non solo, infatti non mancano calzoni, panini, primi piatti, fritti, dolci e birre completamente senza glutine. Tutto questo grazie a Nicoletta Taglialatela, napoletana veracissima, che dal 2009 si è dedicata a trasferire la tradizione napoletana nel mondo senza-glutine per soddisfare il palato dei celiaci con una pizza tradizionale napoletana di altissima qualità. Insomma, Peperino è il locale perfetto per togliersi qualche voglia senza prendere un treno direttamente per Napoli.

#4 Mama Eat

credits: milanodabere – Mama Eat

Due forni, due chef , tutto doppio per impedire contatti che possano creare problemi: a Mama Eat l’attenzione per i celiaci è impeccabile. La catena di ristoranti nasce a Napoli, arriva a Roma e infine anche a Milano. Il menù offre un’ampia scelta di piatti tradizionali della cucina partenopea, tutti disponibili anche senza glutine e senza lattosio. Dai crocchè, montanare, pasta alla genovese, paccheri allo scoglio e tanto pesce. Mama eat si trova in via Giulio Cesare Procaccini 32 ed è perfetta sia per una pausa pranzo veloce, sia per far colpo a cena sorprendendo gli amici celiaci.

#5 Via Dalla Spiga

credits: Valeria gluten free – Via Dalla Spiga

Ci spostiamo verso il mondo della panificazione e della pasticceria con la bottega Via della Spiga. Questo locale offre un po’ di bakery, un po’ di gastronomia proponendo una svariata scelta di tipologie di pane, pasta fresca e prodotti da forno e pasticceria che vengono preparati freschi ogni giorno tutto rigorosamente senza glutine. Il luogo perfetto per assaporare prodotti freschi 100% gluten free come brioche, focacce, biscotti appena sfornati. Lo stesso gruppo di proprietari gestisce anche il Bistrò a pochi passi di distanza, un locale ideale per una pausa pranzo veloce o una cena rilassante a base di piatti di pasta fresca, hamburger e torte salate.

#6 Glufree Bakery

credits: Glufree Bakery

Un’altra imperdibile pasticceria senza glutine a Milano è Glufree Bakery. Nata come panetteria dall’amore di un ragazzo catanese per una ragazza celiaca di Milano, dal 2014 Glufree Bakery propone delizie di ogni genere: pane di ogni forma e dimensione, arancini, brioche e dolci tipici siciliani. I cannoli e le cassate sono imperdibili e si possono gustare in un ambiente caldo per una merenda golosissima in zona Crocetta.

#7 Pan Per Me

credits: travelfreeform – Pan Per Me

E per un brunch domenicale tutto senza glutine Pan Per Me è perfetto. Una pasticceria, panetteria e bistrot con un locale interno di grande charme. Pan Per Me offre prodotti appena sfornati creati dalla continua sperimentazione di mix di farine diverse (grano saraceno, riso integrale, teff, miglio etc) tutto questo per ottenere dolci e prodotti da forno equilibrati a livello nutritivo e dal sapore unico. Ogni settimana il menu varia e si possono trovare primi piatti, secondi, insalate, panini e torte salate oltre che dolci sempre diversi. A Pan Per Me l’unica cosa che manca è il glutine!

È bene ricordare che non tutti i locali che si trovano sono iscritti all’AIC e che, anche se propongono nel menu una selezione di piatti adatti alle persone celiache e l’ambiente è non contaminato da altri ingredienti contenenti il glutine, è comunque una buona abitudine chiedere ulteriori informazioni sul posto. Che dire, a Milano le opzioni su cosa scegliere per uno spuntino senza glutine non mancano ed è sicuramente una città celiaco-friendly dove organizzare pranzi e cene in compagnia!

Continua la lettura con: 15+1 ristoranti nel cuore dei milanesi

SARA FERRI

Copyright milanocittastato.it

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Fabio Massimo NICOSIA: “la mia Milano avrà massima AUTONOMIA e LIBERTÀ GARANTITA per i cittadini”

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Fabio Nicosia

Fabio Massimo Nicosia. Presidente del Partito Libertario, di Diritto e Mercato e di Lega Articolo 822 – Il demanio appartiene ai cittadini. Presidente del Fronte di Liberazione Nazionale. Legale d’assalto, uno dei più attivi difensori dei diritti dei cittadini contro ogni forma di abuso di potere, specie quello dei governanti. Sta dando filo da torcere perfino a Draghi & C. con le sue cause e i suoi ricorsi su Green Pass e obblighi vaccinali. Vive a Cinisello, ama Milano. 

Fabio Massimo NICOSIA: “la mia Milano avrà massima AUTONOMIA e LIBERTÀ GARANTITA per i cittadini”

La cosa che ami di più di Milano?

Di Milano ormai mi piacciono solo i ricordi delle varie fasi della mia vita che ho passato nelle diverse zone della città.

Quella che invece ti piace di meno?

Le rotonde, i salvagente, i boa, le piste ciclabili demenziali e tutti i lavori fatti negli ultimi 20 anni, dopo avere svenduto la Centrale del Latte, che faceva i budini alla vaniglia così buoni.

Credits: ilgazzettinometropolitano.it
pista ciclabile Milano

Il tuo locale preferito?

Il reparto Psichiatria Ovest al nono piano del San Paolo, dove può capitare di incontrare qualche ragazza.

Credits: @angelone.veglia
ospedale san paolo

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Girare a piedi per le zone che mi ricordano qualcosa, tra Cadorna, Cairoli, Castello e dintorni.

Credits: mondointasca.it

La canzone su Milano a cui sei più legato?

Quelle di Alberto Fortis contro i romani e contro Vincenzo.

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

La Val Pusteria.

Credits: @alongtheclimb
Val Pusteria

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Stare le ore in farmacia da mia mamma in via San Giovanni sul Muro a vedere lei che parlava con i clienti.

La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?

Quelle da Conciliazione a San Babila, Cadorna, Cairoli, Cordusio, Duomo.

Cadorna Milano Ovest

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Carlo Torrighelli con il suo carretto e il suo cagnolino, che già negli anni ’70 metteva in guardia dal pericolo delle onde magnetiche di Radio Maria.

Credits: @milano_scomparsa_o_quasi
CArlo Torrighelli

Il quartiere che ami di più?

Corso Magenta, Boccaccio, Monti, Baracca, e poi Corso Vercelli fino a Piazza Piemonte, e poi via Washington fino a Piazza Napoli, perché in Corso Magenta ho fatto le elementari al San Carlo, e poi, più da grande, andavo da Buscemi a comprare i dischi. Uscivo dal San Carlo e andavo in via San Giovanni sul Muro da mia mamma. Invece in via Washington ho abitato con lei fino all’adolescenza.

corso vercelli

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Di distribuire ai cittadini i proventi della Metropolitana Milanese e delle altre partecipate che funzionano, invece che di usarli per una “spesa pubblica” di dubbia utilità.

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Sono favorevole alle autonomie in un quadro di garantita massima libertà, dato che spesso i sindaci hanno abusato del loro potere per limitarla.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Una tra Bologna, Firenze, Roma e Palermo; altrimenti all’estero.

Credits: @rosarifoggia
Bologna campanile

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Li terrei per me, investendoli in iniziative di carattere musicale e culturale di mio gusto, non necessariamente a Milano: le ricadute positive su Milano sarebbero comunque evidenti.

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Che migliori il livello culturale della sua Polizia Locale.

Fabio Nicosia

Continua la lettura con: Tutti i personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

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Meno energia = più energia

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La leva di Archimede

Il rialzo record dei costi dell’energia ha un altro lato della medaglia che potrebbe non essere così negativo.

Uno dei settori più colpiti dal rincaro è quello dei trasporti. Per muovere le cose ci vuole energia. La globalizzazione si regge sul basso costo dell’energia, perché consente di muovere i prodotti in tutto al mondo a basso prezzo. Ma se i costi di trasporto si alzano diventa sempre meno conveniente spostare le merci.

Questo può portare a un punto di rottura per la globalizzazione, rendendo più conveniente approvvigionarsi nelle vicinanze. Questo significa che si potrebbe arrivare a un’affermazione del chilometro zero come reazione al caro energia, privilegiando il ritorno a una economia di prossimità in cui la vicinanza sia un fattore più rilevante dell’economia di scala.

Le conseguenze nel breve periodo possono condurre al ritorno a un consumo locale e alla distruzione dell’economia di scala che potrebbe portare a un impoverimento generalizzato, perché produrre tutto in un posto consente un vantaggio economico.

Però, a fronte di un impoverimento globale causato dai costi energetici si potrà avere un arricchimento culturale a seguito della fine di un mondo omologato e tutto uguale, con la riscoperta invece della diversità figlia dei differenti territori e mentalità. Quindi se il rialzo delle materie prime diventasse strutturale potrebbe essere il preludio a un passaggio dall’economia della quantità, del PIL e degli strumenti finanziari a un nuovo assetto che tenga in considerazione una valutazione più olistica e individuale di ricchezza e di benessere, scollegati da mode generalizzate e connessi di più ai valori e agli stili di vita dei singoli.

Dal generale si tornerà al particolare, alla nicchia, all’unicità. Questo potrebbe aumentare la diversità culturale e l’originalità del complesso delle manifestazioni umane. Meno energia alle macchine forse porterà ad avere più energia nella mente degli esseri umani.

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

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Il RISTORANTE di Milano dove si MANGIA solo PATATA

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Credits: @gialleandco Gialle and Co

A Milano si può sperimentare qualsiasi tipo di cucina. Non c’è di certo solo la famosa Chinatown, meglio conosciuta come Paolo Sarpi, a sperimentare piatti provenienti dall’altra parte del mondo. Ma Milano soddisfa anche chi ama la cucina italiana e vuole rimanere sul classico, anche se, come la città che li offre, qui i piatti sono rivoluzionari e mescolati con altre tradizioni. Un esempio? C’è un ristorante a base solo di patata, anche se rivisitata in modo molto particolare.

Il RISTORANTE di Milano dove si MANGIA solo PATATA

# La celebrazione della baked potato

Credits: @gialleandco
Gialle and Co

In via Alessandro Volta 12, in zona Moscova, si trova il ristorante Gialle and Co.: all’interno si può sperimentare una fusion tra la cucina mediterranea e quella inglese. La specialità del ristorante è la famosa baked potato inglese, farcita però con i più svariati ingredienti della tradizione mediterranea. Gialle and Co. è un ristorante rurale ma allo stesso tempo ricercato, con pochi posti a sedere, ma così particolare da riempirli molto spesso.

# L’idea nata da una sfida agli inglesi: così è nata Threecolore

Credits: @godaddyit
Credits: @godaddyit

L’idea alla base dell’attività nasce da una storia che dimostra la bontà della cucina italiana, nonché la sua probabile superiorità su altre. I proprietari del ristorante milanese, in un tranquillo viaggio a Londra, assaggiarono in un pub la famosa baked potato e ne rimasero delusi. Decisero così di lanciare una sfida al titolare del pub londinese, promettendo di riuscire a fare una baked migliore della loro. Realizzarono così the Threecolore, un omaggio alla cucina italiana: si trattava di una patata ripiena di stracciatella, songino e pomodorini. Naturalmente vinsero la sfida, ma questo fu solo l’inizio. Di ritorno in Italia ebbero un colpo di genio e aprirono Gialle and Co.

# I piatti forti: la Molto Well e la Mortacci yours

Credits: @gialleandco
Gialle and Co

Gialle and Co. è l’esempio di una fusion culinaria andata a buon fine. Gli stessi nomi dei piatti dimostrano questa volontà di mescolare l’inglese e l’italiano. Così nel menù si trovano la Molto Well, con olio al basilico, crema di melanzane, origano fresco e pomodorini confit, o la Mortacci yours, con farcitura a base di guanciale croccante, salsa carbonara e pecorino. I prezzi delle patate si aggirano tra i 7 e gli 11 euro e sulla carta compaiono proposte anche di pesce e vegetariane.

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BEATRICE BARAZZETTI

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Prendere CASA a MILANO: quando è MEGLIO COMPRARE oppure AFFITTARE

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Credits dimitrisvetsikas1969-pixabay - Milano

Uno nuovo studio analizza le preferenze dei milanesi riguardo l’acquisto o lo locazione dell’abitazione dove vivere in città. Ecco cosa è emerso e quali sono le condizioni per scegliere tra le due alternative.

Prendere CASA a MILANO: quando è MEGLIO COMPRARE oppure AFFITTARE

# Il 96% dei milanesi preferisce vivere in una casa di proprietà

Credit: Andrea Cherchi (c)

Un recente studio di Sara Assicurazioni smonta il concetto di società smart secondo cui i giovani sarebbero più propensi a spostarsi di frequente in funzione della carriera lavorativa, con conseguente scelta della soluzione dell’affitto per vivere in città. Dal sondaggio, incentrato sul vissuto dell’acquisto e dell’affitto a Milano, è emerso al contrario come il ritorno all’affitto non è al momento da considerare: il 96% degli intervistati ha dichiarato che preferirebbe vivere in un’abitazione di proprietà, per il 48% dei milanesi i giovani quando lasciano casa dovrebbero avere come obiettivo prioritario l’acquisto della casa e infine il 64% dei milanesi ritiene di sentire veramente sua solo una casa di cui sia proprietario.

# Quando è meglio scegliere l’affitto

Tricolore di Andrea Cherchi (C)

I numeri del mercato immobiliare milanese sembrano confermare come la soluzione dell’affitto non sia quella da preferire quando entri in gioco una di queste tre ipotesi:

  • si stia cercando un’abitazione molto bella e si abbia un reddito sopra la media, tale da poter scegliere di vivere in centro spendendo 50mila euro all’anno di affitto piuttosto che immobilizzare un milione di euro;
  • si ipotizzi di vivere nell’appartamento meno di 5 anni;
  • non si abbiano sufficienti garanzie reddituali o lavorative per l’ottenimento di un mutuo.

In caso contrario, disponendo una cifra utile a coprire almeno il 30% del prezzo della casa o anche senza per gli under 36 che rispettino determinate condizioni previste dal Fondo di Garanzia Mutui per giovani, non ha senso finanziario: un mutuo a 30 anni e spesso anche a 20 ha una rata più bassa di quella che si pagherebbe per un canone di locazione.

# Quando è preferibile optare per l’acquisto

Credits Pexels-pixabay – Soggiorno

Fatte salve queste tre ipotesi, acquistare casa per andare a vivere risulta ancora quindi più conveniente, a livello di esborso economico, rispetto all’affitto. Per fare alcuni esempi, una rata per un mutuo fisso a 30 anni da 250mila euro costa 850 euro al mese a tasso fisso, per acquistare un trilocale nelle aree periferiche a Lorenteggio o al Vigentino. Nelle stesse zone è difficile trovare un canone di locazione inferiori a 900 euro. Stessa situazione in caso di acquisto al Corvetto o alla Bovisa, dove le rate per un mutuo oscillano tra i 700 e i 750 mentre l’affitto non scende sotto la soglia degli 800 euro.

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FABIO MARCOMIN

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I 10 MIGLIORI POSTI per LAVORARE da REMOTO a Milano secondo Domus

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Credits thisiscombo.com - Milano

Da tempo si moltiplicano in città nuovi spazi ibridi: veri e propri luoghi di condivisione in cui si fondono lavoro e vita sociale. Ecco la selezione di Domus (domusweb.it) dei luoghi migliori dove lavorare fuori casa senza pagare un abbonamento.

I 10 MIGLIORI POSTI per LAVORARE da REMOTO a Milano secondo Domus

#1 Combo, l’ostello-bar-coworking in uno stabile della vecchia Milano

Credits thisiscombo.com – Milano

Nel contesto di uno stabile a ringhiera, Combo è un ostello, un bar dove bere qualcosa prima o dopo cena, un ristorante con le specialità locali che incontrano la cucina del mondo, e un luogo dove incontrarsi, lavorare grazie anche al wi-fi gratuito e fare networking.

Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese 83

#2 Sala lettura Fondazione Feltrinelli, all’ultimo piano del nuovo iconico edificio a piramide

Credits Massimo Isola Fb – Sala lettura Fondazione Feltrinelli

Nella nuova sede di Feltrinelli, inaugurata qualche anno fa nell’iconico edificio a piramide, c’è uno spazio dove studiare e lavorare in tranquillità. Nella “sala di lettura”, al quinto e ultimo piano sono presenti quaranta postazioni per la consultazione più altre poltrone a uso libero.

Indirizzo: viale Pasubio 5

#3 Upcycle Milano Bike Cafè, il coworking in uno spazio consacrato al mondo delle biciclette

Credits: @upcyclebikecafe – upcycle bike cafe

Upcycle Milano Bike Cafè è bar e caffè con coworking in uno spazio consacrato al mondo delle biciclette. Realizzato in vecchio edificio riqualificato, ci si può rilassare e lavorare sfruttando il wi-fi veloce in un luogo che ricorda un po’ un’officina meccanica

Indirizzo: via Andrea Maria Ampère 59

#4 Coffice, il coworking con caffè e tè illimitato

Credits coffice FB – Coffice

Coffice è uno spazio coworking giovane e unico nel suo genere, che richiede solo una piccolo fee d’ingresso e una per le ore di permanenza. La caratteristica che lo differenzia dagli altri è il fatto di avere a disposizione caffè e tè illimitato, un buffet di spuntini dolci e salati, oltre al wi-fi per lavorare da remoto.

Indirizzo: via Olona 11

Leggi anche: I migliori CO-WORKING di Milano: i posti dove lavorare in compagnia

#5 Pavè, dalla pasticceria al coworking

Pavè

Pavé è da anni una punto di riferimento in Porta Venezia. Pasticceria, bar, ristorante e luogo per l’aperitivo, mette a disposizione i suoi tavoli per poter studiare o lavorare in un ambiente povero ma ricercato.

Indirizzo: via Felice Casati 23

#6 Gogol & Company, la libreria indipendente con un’atmosfera conviviale

Gogol & Company

Gogol and Company è una delle splendide realtà di librerie indipendenti milanesi. Si divide in libreria, caffetteria e spazio espositivo in un’atmosfera conviviale. Per lavorare o studiare si può scegliere se sedersi sulle poltrone al piano terra o nel piccolo soppalco.

Indirizzo: via Savona 101

#7 Santeria Paladini 8, con un’area progettata su misura per le postazioni in condivisione

Credits: puntarellarossa.it
Santeria Club

Santeria Paladini 8 nasce in Città Studi e si distingue subito dagli altri offrendo non solo spazi di lavoro e area bar/caffè, ma presentandosi come luogo di ritrovo nel bellissimo cortile esterno, area piccoli concerti e libreria. Al suo interno esiste un’area progettata su misura per le postazioni in condivisione, con tanto di stampanti, cassettiere e sedie da ufficio.

Indirizzo: via Paladini 8

#8 Hug Milano, un community hub nell’effervescente Nolo

Credits Hugmilano Fb – Hug Milano

Hug Milano è un community hub di rigenerazione urbana nato nella corte di un’antica fabbrica di cioccolato in via Venini 83, nel cuore di Nolo. L’idea alla base è quella di essere un luogo etico di innovazione e punto di riferimento sul territorio. Si presenta come un bistrot con spazio lavoro, eventi e hospitality in una corte dove sentirsi a casa.

Indirizzo: via Venini 83

#9 Da oTTo, atmosfere nordiche a Chinatown

credit: inthemoodfordesign.eu – Da oTTo

Da oTTo è un locale unico nel suo genere in città. Nascosto in piena ChinaTown, richiama le atmosfere nordiche con proposte di cibo gourmet. L’arredamento è un mix perfetto di vecchio e nuovo dove professionisti e studenti possono trovare spazi adeguati per lavorare e studiare.

Indirizzo: via Paolo Sarpi 8

#10 Colibrì, un piccolo caffé letterario nel cuore di Milano

Colibrì

Colibrì è un piccolo caffè letterario nel cuore di Milano. La salettina di 20 mq viene usata in modo alternativo per concerti, la presentazione di un libro o un incontro su un autore, o dagli studenti e lavoratori per lavorare al computer magari mentre sorseggiano un drink o gustano una torta di carote.

Indirizzo: via Laghetto 9/11

Fonte: Domusweb

Continua la lettura con: A Milano la RETE degli SPAZI IBRIDI: le nuove aree dove svolgere attività completamente diverse tra loro

FABIO MARCOMIN

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