Questi 415 km di strada ferrata, non nascondono solo panorami spettacolari, ma anche un passato terrificante…
Il “TRENO della MORTE” che attraversa PANORAMI da SOGNO
# Sembra una semplice ferrovia, ma i suoi binari nascondono una tragedia
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Ferrovia della Birmania, Burma Railway o Ferrovia Siam-Birmania. Sono molti i nomi associati a questa strada ferrata, ma uno più di tutti è impresso nella mente delle persone: il “treno della morte”.
Per ripercorrere i passi di questi vagoni, bisogna tornare indietro di quasi 80 anni. Erano i primi anni ’40 del secolo scorso quando l’impero giapponese iniziò l’ambizioso progetto. Oggi questa ferrovia non esiste più, o per lo meno è molto diversa da quella di una volta, ma fra i suoi binari si può ancora percepire la sua tragica storia.
# Più di 300mila uomini per costruirla
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La Ferrovia venne costruita con uno scopo principale: favorire il rifornimento di truppe e armi durante la Seconda Guerra Mondiale. Originariamente, il tragitto era lungo circa 420 km e collegava Ban Pong (Thailandia) con Thanbyuzayat (Birmania) e da entrambi i fronti incrociata altre preesistenti ferrovie che permettevano di raggiungere Bangkok da una parte e Rangoon dall’altra.
Un piano complesso che per essere portato a termine necessitava di una manodopera a dir poco cospicua. Nella costruzione, come previsto, vennero impiegati moltissimi uomini: secondo il governo australiano, furono circa 330mila persone a trovare lavoro in questo progetto, tra cui 61mila prigionieri di guerra alleati.
Eppure, nonostante la grande forza lavoro, il progetto andava a rilento. Gli operai non erano sufficienti per portare a termine rapidamente l’opera e ben presto venne trovata una soluzione.
# Treno della morte ancor prima di iniziare la sua corsa: quasi 100mila persone persero la vita
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Il governo decise di affiancare ai militari oltre 250mila civili asiatici, costretti ai lavori forzati. I giapponesi a guardia del cantiere trattarono i lavoratori in maniera terribile, fornendo loro cibo e assistenza medica del tutto inadeguati e obbligandoli a turni estenuanti.
Le stime sui decessi sono terrificanti: circa 90mila civili e più di 16mila prigionieri di guerrapersero la vita durante i lavori, molti dei quali morirono per colera, dissenteria, malaria o semplicemente per fame.
È così che la Ferrovia della Birmania si trasformò ben presto nel treno della morte. Seppur dopo la fine della guerra gran parte della linea cadde in disuso, alcuni dei suoi binari sono arrivati fino ai giorni nostri e per i più temerari un tratto è ancora visitabile.
# Protagonista anche di un film, il treno attraversa paesaggi surreali
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Per omaggiare tutti i lavoratori che vi persero la vita, venne restaurato un lungo tratto che oggi è diventato una meta per molti turisti curiosi, non solo per la storia tormentata, ma anche per poter vedere con i propri occhi i paesaggi spettacolari che corrono lungo i binari.
Ora il capolinea a Nam Tok, ma ci sono anche altri tratti successivi a questa stazione che sono stati rimessi in sesto. Il percorso segue il fiume Kwai e una delle sue attrazioni più suggestive è proprio il ponte che attraversa il corso d’acqua. Reso celebre dall’omonimo film diretto da David Lean, che racconta la storia di questi territori, il Ponte sul fiume Kwai venne pesantemente danneggiato dai bombardamenti durante la guerra chiuse definitivamente nel 2014 sostituito da uno nuovo.
Salire sul treno è un’esperienza da provare. Oggi si viaggia unicamente in terza classe, passando in mezzo al verde di quella Thailandia lontana dalle solite rotte turistiche. Corsi d’acqua, cascate e dirupi ai lati, il percorso del treno della morte offre uno scenario quasi paranormale e della seria “un nome, una garanzia” non poteva mancare il Passo dell’Inferno.
# Un breve pit stop all’inferno
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D’altronde per un treno della morte non poteva saltare la tappa agli inferi. Questo tratto ferroviario si inerpica sui Monti del Tenasserim e venne chiamato così perché è uno dei punti in cui morirono più uomini durante la sua realizzazione.
Purtroppo, l’attuale ferrovia non arriva all’affascinante Passo dell’Inferno, tuttavia questo importante patrimonio storico ha ritrovato il suo valore grazie alla realizzazione dell’Hellfire Pass Memorial Museum. Oggi il tratto ferroviario è diventante di fatto un sito commemorativo, collegato mediante un percorso pedonale ad un museo che espone oggetti, foto e filmati dell’epoca, e che ripercorrono la tragica storia della Ferrovia della Morte.
Che dire, visti i paesaggi mozzafiato (letteralmente) fare un giro su questo treno vale sicuramente la pena, magari però aspettiamo che aggiungano la destinazione “paradiso”.
Nella metropoli milanese la natura è capace di stupire più di quanto si possa immaginare, con la presenza di animali davvero inaspettati. Vediamo quali si possono trovare a Milano.
Gli ANIMALI più STRANI che si vedono a Milano
#1 I ricci al Parco Nord e al Parco della Cave
TomaszProszek-pixabay – Riccio
Uno degli animali più insoliti da trovare a Milano è il riccio. Frequenti gli avvistamenti nel Parco Nord, a Trenno e nel Parco della Cave, dove l’ambiente è più adatto per queste specie in quanto più isolato da strade e cemento.
#2 I pappagalli al Parco Sempione
albertocane.blog – Parrocchetti verdi
Al Parco Sempione vive una nutrita colonia di simpatici pappagallini verdi che sorvolano ogni giorno l’area e si ritrovano ogni sera su un acero americano. Si tratta di parrocchetti dal collare che svolazzano nel parco meravigliando i presenti.
Nella zona di Chinatown, tra via Paolo Sarpi e le altre vie parallele, in alcune occasioni è stato visto, fotografato e filmato un gallo girovagare fuori dai locali incurante dei passanti.
#4 I fenicotteri rosa di Villa Invernizzi
Fenicotteri a Villa Invernizzi – foto di andrea cherchi (c)
I fenicotteri rosa di Villa Invernizzi sono una delle attrazioni più affascinanti e al contempo più nascoste di Milano. Una meravigliosa colonia di dodici esemplari sudamericani importati quasi 30 anni fa dal proprietario della residenza di Porta Venezia nonché fondatore dell’omonima azienda alimentare Romeo Invernizzi.
#5 I cinghiali lungo il Naviglio Grande e nella Conca Fallata
Cinghiale Naviglio
Negli ultimi anni si fanno sempre più frequenti gli avvistamenti di cinghiali in città. Spesso sono stati recuperati all’imbocco della Darsena, trascinati dalla corrente del Naviglio Grande o in altri casi bloccati nella diga della Conca Fallata.
#6 I cigni della Darsena
Andrea Cherchi – Cigni di Darsena
Passeggiando lungo la Darsena è facile imbattersi, oltre ad anatre e germani reali, in almeno una coppia di cigni che ha scelto questo specchio d’acqua per far nascere e crescere i propri piccoli.
#7 Gli aironi nel Naviglio della Martesana
anna.dapote IG – Airone Naviglio della Martesana
Nel Naviglio della Martesana si possono incontrare gli aironi intenti a planare sull’acqua o nutrirsi dei piccoli pesci che la popolano. Il piccolo Naviglio, che riceve le acque dell’Adda, è un approdo ottimale per questi volatili.
#7+1 I falchetti del Pirellone
@delfratec IG – Falchetti
Dal 2014 i falchi pellegrini Giò e Giulia hanno trovato casa in cima al Pirellone, appena sotto il tetto. Sono monitorati 24 ore al giorno con delle webcam che consentono di seguire la vita dei due uccelli rapaci e la nascita dei loro piccoli.
Chi ha avuto il privilegio di visitare, vivere o semplicemente di idealizzare nel proprio immaginario la frenetica e vivace capitale tedesca, all’avanguardia per mode e tendenze, non può non provare una certa nostalgia ricordando questa tormentata città, soprattutto nel periodo della cosiddetta “Wende“, la svolta. E non può non notare le somiglianze tra Berlino e il quartiere milanese della Bovisa.
Direzione OST BERLIN, prossima fermata BOVISA!
# L’aria di rinnovo e prosperità della Berlino di una volta e della Milano di oggi
http://tonyface.blogspot.com
Berlino è sempre stata, fin dagli anni ’20 del Novecento ancora prima dell’avvento del Nazismo, una città moderna e tollerante, un importante centro di produzione cinematografico, una realtà estremamente vivace e dalla mentalità aperta. Dopo la caduta del muro – in special modo nella grigia e fumosa parte est della città – dietro alle facciate annerite e scrostate delle vecchie case d’epoca e dei palazzoni dall’architettura di stampo socialista, il fermento culturale era enorme. Berlino era il luogo dove bisognava esserci.
Questa stessa atmosfera la si respira da un po’ di tempo anche a Milano, nonostante spesso si abbia la sensazione di trovarsi in una città che si comporta più da grande paese invece che metropoli, complici sia i cittadini sia le varie giunte comunali. Nonostante la psicosi pandemica delle congiunture economiche negative e dei governi deboli e inadeguati, Milano non si è mai fermata ed ora è pronta a ripartire con rinnovato slancio. Infatti sono innumerevoli i cantieri aperti e in fase di progettazione.
Milano è la città degli investimenti: tra le decine di progetti, sarà anche la città che ospiterà i giochi olimpici invernali del 2026, é la città scelta da moltissimi architetti che vogliono lasciare il segno, la città in cui la rigenerazione urbana si esprime attraverso futuristiche costruzioni e soluzioni architettoniche innovative.
# Il quartiere più berlinese di MILANO: la BOVISA
https://www.mitomorrow.it
Il quartiere che più di tutti possiamo definire dall’atmosfera berlinese è la Bovisa. Quartiere storicamente operaio, conosciuto per il suo passato anarchico di sinistra (davanti a molte case di ringhiera sono ancora presenti le targhe dei tanti partigiani caduti), polo industriale, referente come centro cinematografico internazionale e distretto giovane prevalentemente universitario.
Situata a Nord – Ovest di Milano, è al centro di enormi sviluppi urbanistici: tra tutti, il progetto del nuovo polo tecnologico sulle ceneri dell’EXPO allo Scalo Farini è tra i più rilevanti e innovativi. In Bovisa si respira davvero una atmosfera speciale: una besondere Stimmung, come la definirebbero lungo la Sprea.
# Una Bovisa giovane e internazionale
Il politecnico https://www.yesmilano.it/quartieri/bovisa
Popolata da numerosissimi studenti provenienti da tutto il mondo, il quartiere si presenta con un respiro davvero internazionale, anche grazie al distaccamento del politecnico cinese (unica sede in Europa). La Bovisa si contraddistingue inoltre per le numerose sedi di start up, importanti realtà di design, laboratori artigiani e bellissimi murales che ricordano i graffiti del muro berlinese.
# La movida del quartiere
Come Berlino, questo quartiere offre anche molte possibilità di svago: numerose trattorie e locali dove trascorrere serate davvero alternative alla riscoperta del dialetto e della cultura popolare. Stranamente a prezzi, per Milano, accettabili.
Come non citare l’incredibile Spirit de Milan? Locale ricavato da una vecchia fabbrica, con il suo fascino decadente, caratterizzato dagli enormi spazi in stile industrial e dalla programmazione ricchissima di eventi, che spaziano dal blues al cabaret, dal dialetto allo swing. Vivacissime serate all’aperto in cui, tra tovaglie a quadretti, caraffe di vino e il fischio e lo sferragliare dei treni in viaggio in sottofondo, pare di tornare indietro nel tempo.
Inoltre, punto a favore di questo quartiere è il fatto che, data la presenza della stazione delle Ferrovie Nord (purtroppo non una struttura degna di nota) è possibile raggiungere diverse località della Lombardia e il centro città comodamente e in pochissimi minuti. Il via vai di persone è sempre frenetico!
In Bovisa, oltre alle tante case d’epoca e qualche cascina, si alternano soluzioni abitative modernissime, edifici colorati e facoltà universitarie. É un quartiere vivacissimo in pieno fermento, in cui nei prossimi anni vedranno la luce importantissimi progetti di riqualificazione, come il progetto MoLeCoLa.
La proposta di Molecola consiste nel creare un distretto tecnologico e innovativo, sostenibile e integrato, che promuove la riqualificazione del quartiere di Bovisa. Il progetto vuole rispondere alle dieci sfide del concorso internazionale promosso da C40 Reinventing Cities, istituito con l’obiettivo di trasformare siti degradati in spazi di rigenerazione ambientale e urbana.
Verranno anche apportante modifiche alla nuova piazza di Via Durando, dove due palazzi (in cui si saranno alcuni appartamenti ad affitto calmierato), botteghe e uffici si affacceranno su un enorme spazio luogo di incontro con panchine e alberi.
Tra i piani di riqualificazione del quartiere c’è anche il recupero della “Goccia”, la zona industriale abbandonata e miracolosamente sopravvissuta a bombardamenti, sventramenti e speculazione edilizia. Verranno preservate (si spera!) le preziose testimonianze di archeologia industriale, i gasometri e la consistente area verde destinata al pubblico. Il Politecnico sarà protagonista di questa rigenerazione.
La riqualificazione della stazione ferroviaria sarà il fulcro pulsante del progetto di riqualificazione e del rinnovo del quartiere. Lo Scalo ferroviario Farini, forse il più importante tra tutti gli scali ferroviari abbandonati, si svilupperà da Piazza Gae Aulenti fino al Mind, ex area expo. La proposta ”Agenti climatici” del famosissimo studio Rem Koolhaas, con il supporto diversi altri autorevoli soggetti, porterà alla creazione di un bosco lineare in grado di depurare l’aria e raffreddare i venti.
Sperando che il tutto si realizzi nei tempi previsti non abbiamo altro da dire se non: BOVISA il quartiere dove bisogna esserci.
Di stranezze gastronomiche se ne sente parlare tutti i giorni. Tuttavia di poter mangiare la terra non se ne era mai parlato: invece in quest’isola rossiccia dove sembra di camminare su Marte, la terra è commestibile e viene usata per preparare alcuni piatti. Ecco dove si trova.
L’ISOLA che sembra MARTE dove si può mangiare la TERRA
# Hormuz: dove a fare il bagno si diventa rossi
@sayezaman Hormuz
Hormuz è un’isola del Golfo Persico non lontana dalle coste iraniane, fa parte del territorio di Hormozgan e conta tremila abitanti. Con un’area di 42 km², la particolarità di Hormuz è il colore delle sue spiagge.
Una sabbia rosso rubino che ha regalato all’isola il soprannome di Rainbow Island, questo perché quando il rosso dell’isola si incontra con le sfumature colorate dell’acqua crea spettacoli naturali. Il rosso della terra di Hormuz è dovuto alla concentrazione di ossidi di ferro nella sabbia, l’ossido è talmente presente che quando l’acqua sfiora la spiaggia si colora immediatamente di un rosso intenso. Fare il bagno nelle acque di Hormuz risulta quindi impossibile, si rischia di rimanere colorati addirittura per qualche giorno.
Credits: @qb_travels Hormuz
Il paesaggio dell’isola è formato da rocce sedimentarie e materiali vulcanici dai diversi colori, caratteristiche che unite al rosso intenso della sua terra ricordano molto Marte. Per andare nel Pianeta Rosso sulla Terra sarebbe meglio però non partire in estate, dati i 45 gradi medi e il 95% di umidità, ma piuttosto è meglio visitarla in autunno o inverno dove il clima è mite.
# L’unico terriccio al mondo commestibile
Credits: cookist.it preparazione con terra di Hormuz
Hormuz non ha acqua potabile, le arriva infatti tramite un acquedotto collegato al Continente, ma la sua terra è commestibile. Sembra un paradosso eppure è così. La terra dell’isola viene spesso usata come colorante alimentare o come base per fare salse e marmellate.
È l’unico terriccio al mondo che può essere letteralmente mangiato. Viene raccolto, purificato, setacciato e trattato con il calore così da poter eliminare l’ossido di ferro, poi viene usato per preparare alcuni piatti tipici iraniani. La terra è unita al curry come spezia, mangiata su un pane tipico dell’isola, o utilizzata per preparare salse e marmellate. Il sapore? Terroso.
È l’estate del 2022, baby. Quanto avevamo aspettato questo momento di rilassamento delle regole? Adesso la nostra foga rischia di essere eccessiva, fomentata da anni di nulla mascherato da contingenza. Cerchiamo quindi di pensare bene cosa fare, dando per scontata una cosa: dovremo sicuramente aggiungere un’esperienza nuova al nostro curriculum fermo da troppo tempo.
10 ESPERIENZE particolari da fare quest’ESTATE
#10 Viaggiare da soli
IG @ms.rearview
Chi scrive non è l’ultimo arrivato in materia e si sente di consigliare questa opportunità molto di più di quelle che seguiranno in questo articolo. In fin dei conti, viviamo la maggior parte del tempo per noi stessi, e questo non deve essere per forza considerato un male. Proiettarci in un mondo sconosciuto, meglio se culturalmente lontano dalle nostre abitudini, non potrà che fare bene alla nostra apertura mentale e al nostro vissuto.
Ormai si può fare di tutto dalla rete: vale veramente la pena di far girare quel mappamondo (dopo averlo pulito dalla polvere) e puntare il dito; assorbiremo ogni sensazione del viaggio, non essendo distratti dalla conversazione abituale. E qualsiasi destinazione può essere la migliore, se affrontata con la determinazione del viaggiatore solitario.
#9 Una vacanza in bicicletta
giteinlombardia.com
Lo abbiamo già scritto in altri articoli: attendiamo l’ufficialità di testate giornalistiche più accreditate, ma il 2022 dovrebbe essere unanimemente ribattezzato ‘l’anno della bici’. Ci ricordiamo tutti, le nostre richieste folli di poter ricevere una bicicletta, durante gli anni del lock down, quando i tempi di attesa erano intorno ai sei mesi e i commessi scortesi ci sbattevano il telefono in faccia alla nostra ennesima telefonata.
Ora tutto ciò è il passato e recenti statistiche dimostrano che anche le piste ciclabili più improbabili (Corso Buenos Aires, Viale Monza) alla fine sono sicuramente un successo. Tutta l’Europa può essere girata facilmente in bicicletta, magari con qualche tappa in treno. Preferite la pianura infinita della Frisia o le salite impervie delle Dolomiti?
#8 Sfidare la paura
Per qualcuno sfidare la paura potrebbe già voler dire percorrere un ponte sospeso, di quelli che ultimamente vengono riscoperti o piazzati anche nelle valli più improbabili. Stesso discorso per le pareti di ghiaccio, dove poter vedere le proprie impronte sullo sfondo dei precipizi più tremendi.
Se invece vogliamo andare oltre la entry level della paura, possiamo contare sull’ormai consolidato bungee jumping, il volo nel vuoto certificato da un elastico che legherà le nostre caviglia al punto di partenza della nostra angoscia. Troppo semplice? Proviamo allora il livello successivo, il lancio in paracadute in tandem, assieme a un istruttore, l’imbracatura non potrà trattenere a lungo la nostra adrenalina.
#7 Vacanza volontariato
masai associazione volontariato kenya milano 2016
Il nostro privilegio sarà sempre molto di più di quello che ci riconosceremo. Una scelta controcorrente, considerando gli arretrati degli anni scorsi, ma in realtà assolutamente consapevole, sia della nostra caducità che della situazione mondiale contemporanea, potrebbe essere quella di dedicare le nostre ferie ad aiutare chi è più in difficoltà di noi.
Alla fine, un campo di volontariato è un modo pratico per mettersi in gioco, dare un contributo concreto, sperimentare uno stile di vita più sostenibile, fare nuove amicizie e scoprire posti nuovi. Le offerte non mancano, in rete, sia a livello nazionale che internazionale: ancora una volta sarà la nostra testa, come sempre, a fare la differenza.
#6 Lavorare viaggiando
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In questo caso ci sono professioni che consentono ovviamente di farlo, una su tutte quella di pilota oppure steward/hostess di compagnia aerea (quanto è desueta questa distinzione in sessi?). Le ore passate sopra le nuvole potrebbero essere tante, all’inizio, ma l’emozione di passare da una città all’altra come una trottola sulla mappa di un gioco da tavolo non è qualcosa da sottovalutare.
Se continuate a pensare che le ore di riposo siano poche in rapporto allo stress di quelle lavorative, ci sono molte altre opportunità per un’estate diversa: insegnare l’italiano in una scuola di lingua all’estero, per esempio. Oppure fare l’istruttore di qualsiasi cosa che richieda spiagge paradisiache e mari cristallini: il sub, il surf, la vela.
#5 Ospitalità in cambio di lavoro
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Workaway esiste ormai dal lontano 2002. Registratevi sul sito con tutte le competenze specifiche che potreste avere, anche quelle che non avete mai messo in pratica. La piattaforma si rivolge principalmente a viaggiatori in economia e studenti di lingue che desiderano immergersi maggiormente nel paese e nella cultura che vogliono compenetrare viaggiando. Vi riconoscete nella definizione e siete curiosi di scoprire nuove tradizioni locali della Terra?
Le opportunità offerte sono disparate, ma la maggior parte comprende giardinaggio, cura degli animali, cucina e agricoltura. Comprate un biglietto di sola andata per una destinazione e tornate a casa col guadagno del vostro lavoro, dopo esservi goduti almeno un paio di paesi!
#4 Scambiare casa
@brette.haus IG
Anche Couchsurfing ha quasi vent’anni di attività alle spalle, dagli esordi della fondazione a San Francisco, anche se recentemente l’utilizzo del sito è diventato a pagamento. Dagli inizi come società senza fine di lucro, molte cose sono cambiate, ma la finalità resta quella di mettere in comunicazione persone disponibili a scambiarsi ospitalità. Cosa vi serve per essere liberi se non una referenza?
E cosa può esserci di più bello di vivere una nuova vita in una nuova città, non importa se poi dovrà finire (e magari anche presto). Come sempre succede a chi ha un’idea di una certa rilevanza (ammesso che sia stato il primo ad averla, perché non è sempre così), fioccano le imitazioni: date un occhio anche a BeWelcome e Hospitality Club, prima di decidere.
#3 Clausura in Monastero
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Se siete tra quelli che hanno riscoperto la propria identità seppellita durante la pandemia, non avrete bisogno urgente di ulteriori momenti di meditazione. Per tutti gli altri, invece, l’isolamento potrebbe portare a tante risposte che nemmeno immaginavamo nel momento in cui ci venivano fatte le domande.
La clausura è volontaria e può essere anche solo di una settimana, previa accordi con il monastero di competenza. Non è necessario amare i canti religiosi di chitarre davanti a un fuoco e nemmeno le penitenze volontarie per espiare i peccati: il silenzio qui non sarà mai accettazione del pensiero unico, ma spiritualità trasmessa dai momenti di preghiera, per riscoprire la fede, la propria vocazione o solamente per vivere un’esperienza straordinaria.
#2 Vivere alla giornata
Non vi piace organizzare? Odiate prenotare? Non siete sicuramente i soli. Un altro dei trend di questa estate dedicata alle esperienze più particolari della nostra vita potrebbe essere quella di viverla semplicemente alla giornata. Cercate di portarvi avanti con il lavoro, perché l’ispirazione prima o poi arriverà.
Potrebbe essere un conoscente che vi svela dove andrà in vacanza, a ispirarvi a imitarlo. Oppure un articolo di Milano Città Stato, che narra del fenomeno del cineturismo, la scoperta dal vivo dei luoghi dei film. Oppure una trasmissione televisiva in cui per un momento si metta da parte la politica internazionale tesa di queste stagioni, per mostrare un acquario, un parco di divertimento, una spiaggia, un’arena di spettacoli estivi…
Se avete un guru, sicuramente lo terrete in grande considerazione in molte delle vostre scelte, dall’abbigliamento allo stile di vita. I giovani, soprattutto, scelgono dove trascorrere le loro ferie scrollando la home page dei social network e guardando cosa consigliano le star della rete, come dimostrato già dall’estate 2021, di cui questa nuova edizione promette di essere un upgrade.
Sicuramente questa è una grande opportunità per le strutture ricettive, che hanno l’occasione di studiare cosa funziona di più e adattare la loro offerta. Di fatto, gli influencer incarnano a pieno il ruolo di tour operator della contemporaneità: basterà vedere un loro post per capire subito che quello che vogliamo, alla fine, è vivere gli stessi luoghi che hanno incantato i nostri idoli.
https://www.milanopocket.it/ago-filo-nodo-milano/ - Ago e filo
Una delle fermate più iconiche e affollate della intera linea metropolitana. Si trova anche nel cuore della città. Vediamo quali sono le attrazioni senza allontanarsi troppo.
La fermata del giorno: 10 cose da fare e vedere intorno alla stazione di CADORNA FS
# L’installazione: Ago, filo e nodo
https://www.milanopocket.it/ago-filo-nodo-milano/
Scultura simbolo di Milano e della stazione di Cadorna FS, si trova proprio in piazza Cadorna ed è un omaggio alla laboriosità milanese e, soprattutto, al mondo della moda, di cui Milano ne è la capitale italiana. Originale è il richiamo alla metropolitana, in quanto la scultura ad un certo punto sembra scomparire per ricongiungersi nel sottosuolo.
In corso Magenta, a pochissimi minuti a piedi dalla stazione, troviamo al numero civico 65-67, la casa quattrocentesca che è stata la dimora di Ludovico il Moro, forse tra i più celebri signori di Milano della Storia. Oggi si propone al pubblico, oltre che come dimora storica, anche come museo. Ma la cosa più particolare è che funge inoltre da alloggio residenziale: infatti all’interno si trovano gli Atellani Appartments, cinque appartamenti vacanza eleganti e unici nel loro genere.
# Il giardino segreto: Aristide Calderini
In via Sant’Agnese, una vietta che si prende da Corso Magenta, è possibile accedere ad un tranquillo e romantico piccolo giardino. Vecchio giardino della vecchia dimora quattrocentesca di una importante famiglia di Milano, oggi, in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, rimangono il portico d’ingresso, qualche statua, le colonne e l’atmosfera incantata.
In via Tamburini, tra le numerose ville e villette che quasi ti fanno venire il dubbio di essere ancora in piena città, c’è Villa Falck, la famosa villa da 800 metri quadri in cui vissero l’imprenditore Giorgio Falck e dell’attrice Rosanna Schiaffino negli anni 80. Anche solo da fuori si può ammirare la bellezza e unicità di questa dimora, progettata dall’architetto Mino Fiocchi.
Il Ghe Sem, in via Vincenzo Monti 26, è una cucina che incontra la tradizione del raviolo cinese rivisti sotto una chiave tradizionale italiana. Sorseggiando un buon cocktail, pranzare o cenare al Ghe Sem è una bellissima esperienza, soprattutto in estate, all’ombra degli alberi di questo pezzo della via Vincenzo Monti.
# Il concept store: Frame Condé Nast Experience Store
In piazzale Cadorna 7 si trova uno spazio che si propone come un experience store. Si articola in tre aree principali (una caffetteria, uno spazio eventi e un negozio) e si tratta di uno “spazio innovativo, nel concept e nel design, che si propone di offrire nuove forme di interazione tra lettori, utenti, follower, redazioni e aziende“. É stato progettato dall’architetto Massimiliano Locatelli usando materiali e lavorazioni che vogliono richiamare Milano e l’Italia.
# L’edificio: Palazzo Edison
https://www.lmblog.it
In Foro Buonaparte, qualche minuto a piedi dalla stazione, si trova il palazzo storico oggi conosciuto come il Palazzo Edison. Estremamente particolari sono le vetrate artistiche realizzate con la tecnica tecnica detta émail-tubé negli anni 20 del 900.
# La casa liberty: Villino Maria Luisa
https://it.wikipedia.org
Sempre in via Tamburini, al numero civico 8, si trova questa villa storica in uno stile liberty contaminato dallo stile architettonico gotico e rinascimentale. Da fuori, oltre alla bellezza dell’edificio, si può ammirare lo stupendo cancello d’ingresso in ferro battuto realizzato dal mastro ferraio Alessandro Mazzucotelli.
# Fast & Luxury Food: Ted lobster and burgers Milano
https://divisare.com/
In via Vincenzo Monti 15 si trova un originale locale in cui mangiare astice e hamburger. Originario di Roma, si propone come un fast food di lusso in un ambiente moderno e giovane.
# Il Ristorante: L’Ov Milano
https://lovmilano.com/bistrot/monti/
Per gli amanti delle uova in tutte le forme, questo bistrot è il paradiso. In via Vincenzo Monti 47 si trova L’Ov, in tutta la sua originalità. Uno “spazio caldo, accogliente, dal respiro internazionale dove sentirsi a casa e dove riscoprire piatti semplici e autentici della tradizione ma non solo, con un’attenzione particolare al comfort food per eccellenza: l’uovo”.
Almeno una volta nella vita chi è che non vorrebbe concedersi un’ottima cena in un ristorante stellato? E se non fosse necessario spendere un patrimonio per togliersi questo sfizio? A rispondere è Top Dollar realizzando una mappa vera e propria dei ristoranti stellati più economici del mondo.
Il ristorante STELLATO più ECONOMICO d’ITALIA, non è in Abruzzo, ma…
# La nuova guida ai ristoranti stellati economici
credits: IG @ristorantecoria
Economico e stellato solitamente non vanno a braccetto, però al contrario di quanto si possa pensare esistono svariati ristoranti stellati in tutto il mondo nei quali si può andare a mangiare menù intero ad un prezzo accessibile (a volte anche più economico di molti ristoranti “normali”).
Ogni anno, dal 1926, la guida Michelin premia i migliori ristoranti al mondo con le sue famose “stelle”. Tuttavia, questo non significa che per mangiare in uno di questi locali sia necessario spendere molto e per sapere dove andare per provare questa cucina ricercata ci affidiamo a Top Dollar. Il sito americano specializzato in finanza ha stilato una lista dei ristornati più economici del mondo con almeno una stella Mischelin e pensare che diversi si trovano anche in Italia, ma dove?
# Verso la punta della Penisola
credits: IG @ristorantecoria
Nella classifica dei cento ristoranti più economici con una stella Michelin c’è anche l’Italia. in particolare, nella nostra penisola per assaporare i piatti tipici del locale stellato meno caro si deve andare in Sicilia. Siamo al Ristorante Coria, fondato nel 2008, si trova nel centro storico di Caltagirone, un sito che rientra tra i beni italiani patrimonio dell’UNESCO.
Ispirandosi alla “bibbia della cucina siciliana”, il ristorante è dedicato a Giuseppe Coria, autore del libro “Profumi di Sicilia”. La storia del ristorante è un racconto di passione e amore per la cucina e la tradizione della propria terra.
# Molto meno di cento euro per una proposta culinaria stellata
credits: IG @ristorantecoria
Dopo anni trascorsi a fare esperienza in alcuni delle migliori cucine siciliane, Domenico Colonnetta e Francesco Patti decidono di scommettere sulle loro capacità di rendere la cucina un’esperienza unica e sorprendente.
Così, grazie al loro lavoro, a partire dal 2009 il Ristorante è stato recensito da alcune delle testate più celebri come il Gambero Rosso, L’Epresso, Sole 24 Ore. Diventando il primo locale nella provincia di Catania ad essere stato premiato con la prestigiosa Stella Michelin nel 2012. Eppure, nonostante il riconoscimento tanto ambito vanta un costo medioper un pasto di tre portate parti a 67,23$.
Il Coria si trova al 63° posto in classifica ed è seguito da un altro italiano. Questa volta ci spostiamo a Roma, al ristornate“Zia”. Anche qui il prezzo per un pasto si aggira attorno a poco più di 67$. Sembra impossibile esistano ristoranti stellati ancora più economici, invece se si risale la classifica…
# La top 100 nel mondo, il primo posto è francese
credits: IG @thomasvalleron Hostellerie La Montagne
Top Dollar ha identificato i cento ristoranti stellati più economici in ben 34 paesi al mondo e il ristorante stellato Michelin più economico in assoluto è l’Hostellerie la Montagne a Colombey-les-Deux-Eglises, in Francia, dove il menu fisso si aggira all’incirca attorno ai 20€ (indicativamente $24,52). A seguire in seconda posizione il ristorante Edward che si trova a Vienna all’interno dell’Hotel Kempinski. Qui è possibile mangiare con 27.06$. Al terzo posto, invece, si trova Borkonyha Winekitchen, un locale stellato di Budapest dove è possibile consumare un ottimo pasto spendendo 28,12$.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il ristorante americano più economico con una stella Michelin è lo State Bird Provisions a San Francisco dove un pasto di 3 portate viene attorno ai 45$. Qui si trova cucina californiana in combinazione con quella cantonese formata da dim sum. Nel Regno Unito, invece, è possibile trovare anche un pub stellato.Si chiama “The Coach a Marlow” e offre un pasto a 35,22$.
# Soluzioni abbordabili anche per le tre stelle, secondo posto italiano
credits: IG @alajmo
Salendo di fascia, invece, troviamo i ristoranti a tre stelle. Nella top ten dei ristoranti con tre stelle Michelin più economici ci sono ben quattro strutture italiane.
Per mangiare nel ristorante “vincitore” della classifica bisogna volare sino a Taipei, città capitale di Taiwan, al ristorante “Le Palais” dove un pasto di tre portate costa NT $3.800 ($138,63). Il secondo posto è invece Italiano, si trova in Veneto, in provincia di Padova, siamo a “Le Calandre”. Il ristorante presenta ai suoi ospiti un menù a tre portate che costa all’incirca 163,75$. Al terzo posto, invece, troviamo una struttura americana: il ristorante “Le Bernardin” di New York che offre il pasto a tre stelle meno caro degli Stati Uniti dato che costa in media $175.
# Un consiglio per i milanesi (e non solo)
Credits: lucafarina88 IG – Risotto allo zafferano
Che dire, concedersi una cena stellata sembra non essere più un privilegio per pochi e per scegliere in quale ristorante vivere questa esperienza gastronomica basterà controllare la classifica Top Dollar. Un suggerimento?
Se siete a Milano il ristorante più “economico” con ben tre stelle Michelin si trova a Cornaredo. Alle porte della metropoli il “Ristorante D’O” dello chef Davide Oldani vi offrirà un menù degustazione da leccarsi i baffi.
L’Italia è Paese di vulcani. Abbiamo quello più alto e quello più famoso d’Europa. Ma non tutti sanno che i nostri mari nascondono anche il più esteso e pericoloso del Continente.
Il VULCANO più ESTESO e PERICOLOSO d’EUROPA è nascosto nel mare di SICILIA
# Alto come l’Etna si estende su una superficie di 2.100 kmq
Credits ingv – Vulcano Marsili
Tutti sanno che l’Italia è un territorio sismico e con una presenza diffusa di aree vulcaniche. In pochi forse sono a conoscenza che nelle nostre profondità marine ci sia il vulcano sommerso più grande d’Europa e del Mediterraneo: il Marsili. Si trova tra Palermo e Napoli, per l’esattezza a 140 km a nord della Sicilia e a circa 150 km a ovest della Calabria. Fa parte dell’arco insulare delle Eolie e ricopre una superficie di 2.100 kmq, oltre 500 kmq più esteso del territorio della Città Metropolitana di Milano, grazie ai suoi 70 km di lunghezza e 30 km di larghezza.
Si alza dal fondo marino per circa 3,4 km, la stessa altezza dell’Etna, e la sua sommità arriva a 450 metri dalla superficie del Mar Tirreno. Non è solo imponente ed esteso: è anche il vulcano più pericoloso d’Europa. Vediamo perché.
Oltre ad essere il più esteso, il vulcano Marsili è inserito nell’elenco dei più pericolosi di tutto il continente europeo. Scoperto nella seconda decade del ‘900, dal 2005 è monitorato per raccogliere informazioni utili a prevedere futuri eventi eruttivi. Tre studi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in collaborazione con altri prestigiosi enti internazionali, hanno confermato infatti il suo stato di attività con numerosi apparati vulcanici satellitari in fase di sviluppo.
L’ultima eruzione dovrebbe risalire a circa 2.000 anni fa ma non è escluso che nel prossimo futuro possa succedere di nuovo con effetti devastanti: se accadesse potrebbe innescare maremoti sulle coste tirreniche meridionali.
Il rischio sembrerebbe comunque estremamente basso in base ai dati disponibili. Molto più probabile che il risveglio del vulcano possa comportare una deviazione temporanea delle rotte navali.
# I campanelli d’allarme
ingveterremoti – Vulcano Marsili
Non mancano però i campanelli d’allarme. Una campagna di studi avviata nel 2010 dalla nave oceanografica Urania del CNR ha rilevato dei rischi di crolli potenzialmente pericolosi che testimoniano una notevole instabilità di tutta l’area vulcanica.
Un’estesa porzione della sommità del Marsili è formata da rocce di bassa densità, fortemente indebolite da fenomeni di alterazione idrotermale, che potrebbero in futuro causare un collasso di grandi dimensioni ed effetti ad oggi non prevedibili.
Con il Nuovo Millennio, il quartiere Isola è stato protagonista di una radicale trasformazione urbana. Oggi, infatti, manifesta una propria identità caratteristica, fatta di negozi e locali, soprattutto serali, che lo rendono meta di un grande afflusso di milanesi in cerca di un buon aperitivo o di un drink post cena, ma soprattutto di una buona colazione, dove?
L’ISOLA delle BRIOCHE COLORATE
# Isola: un quartiere in continua evoluzione
aromanapoletanomilano
In un quartiere che contrappone la Milano passata, fatta di case di ringhiera e palazzine liberty a quella moderna, dalle alte torri futuristiche che hanno modificato lo skyline della zona, suscita attenzione un barettino dalle “deliziose creazioni” di pasticceria tradizionale partenopea sfornate direttamente dal laboratorio artigianale interno. Si tratta di “Aroma Napoletano”, famoso per “il cornetto ischitano che ha conquistato Milano”. E, soprattutto, per le brioche colorate.
# Il cornetto direttamente dall’Isola Verde
aromanapoletanomilano
Ma cosa è esattamente il Cornetto Ischitano? Si tratta di una specialità di pasticceria caratterizzata da un doppio impasto: l’unione tra la pasta brioche e la pasta sfoglia rende questo prodotto maggiormente leggero ed appetitoso rispetto al classico cornetto. La combinazione delle due farine produce quindi una sfoglia fragrante all’esterno, ma con un morbido interno alveolato, rendendo il tutto una via di mezzo tra il cornetto all’italiana e il classico croissant.
Alcuni sono soliti chiamarlo “cornetto ape”, dal momento che la sovrapposizione delle due paste, una più chiara ed una più scura, ricorda il tipico aspetto bicolore delle api.
È possibile provarne numerosi gusti: Classico (vuoto e non), Crema & amarena, Pistacchio, Cacao, Frutti Rossi, Caramel, Siciliano. Risultano tutti molto farciti, ma anche gelosamente ambiti e la coda alla mattina per assaporare questi dolci lo testimonia.
# Non solo cornetti…
aromanapoletanomilano
Chi desidera assaggiare altri prodotti è subito accontentato. La teca in vetro del bancone rivela anche tutta una serie di leccornie, come cannoli, babà, code di aragosta, panzerotti, zeppole di san Giuseppe, maritozzi e crostatine.
aromanapoletanomilano
Inoltre, coloro che sono grandi amanti ed estimatori del caffè possono provare il Caffè Passalacqua, vera e propria istituzione napoletana, in Italia e nel mondo, dal secondo dopoguerra ad oggi.
# Altra curiosità: le brioche XXL
artesya
Entrando nel bar, è impossibile non notare i ripiani del frigorifero posto sulla sinistra. Cosa contengono? Brioche in formato XXL, teoricamente colazione per 6/7 persone, ma anche abbondante e gustoso dolce per tutti i pasti della giornata.
E come se non bastasse è possibile acquistare dei porta chiavi. La forma? Ovviamente il caratteristico cornetto ischitano, a prova di qualunque sfortuna.
Sulla Gioconda si è parlato sempre tanto. A partire dal fatto che i nostri cugini francesi se la sono “rubata” e portata a casa, ancora oggi è una dei quadri più visitati al mondo, ancora oggi è oggetto di discussione, di studio e infine ancora oggi sono poche (se non nulle) le certezze che si celano dietro a questo dipinto.
Sul soggetto, sulla donna ritratta si è detto di tutto, alcuni sostengono addirittura che sia un autoritratto di Leonardo Da Vinci, altri ancora (versione più accreditata) sono giunti alla conclusione che si tratti della nobildonna Lisa Gherardini ritratta dal genio di Leonardo su commissione del mecenate Francesco Del Giocondo, da cui poi deriva il titolo dell’opera la Gioconda. Quindi se sul soggetto ritratto si è arrivati ad una quasi conclusione del mistero, ancora oggi resta segreto e misterioso lo sfondo del quadro.
Scoperto il paese che fa da SFONDO alla GIOCONDA: è BOBBIO
# Come nasce l’ipotesi Bobbio
Credits: @borghi_oro IG
Bobbio è un piccolo paese in provincia di Piacenza. Conosciuto come perla della Val Trebbia e come una delle mete predilette dei milanesi che, soprattutto nei fine settimana d’estate, si riversano sulle sponde del Trebbia. La storica medioevale Carla Gori ha identificato nel quadro un ponte che ricorderebbe l’iconico Ponte Gobbo osservabile dal vicino castello Malaspina Dal Verme. L’ipotesi avanzata scuote il mondo dell’arte convinto, fino a quel momento, che Monna Lisa non sarebbe stata inserita in un paesaggio toscano, ma bensì emiliano.
# Da ipotesi a quasi certezza
Ovviamente la scoperta desta scalpore, ma anche tanta curiosità e desiderio di scoprire la verità. Le prime conferme di quanto ipotizzato, arrivano dagli architetti piacentini Bellocchi che iniziano ad elaborare dei modelli tridimensionali che portano all’identificazione di ben dieci punti di riferimento del paesaggio emiliano, tra cui i più importanti: i rilievi montagnosi della Val Tidone e il corso d’acqua che non sarebbe altro che il Trebbia stesso.
# Il valore scientifico assoluto
Credits: @alberturkana La Gioconda
Anche l’università di Genova e il Museo di Storia Naturale di Piacenza entrano nello studio del caso in breve tempo portano alla luce delle prove schiaccianti che avvalorerebbero la teoria di Carla Gori. Vengono effettuati degli studi sugli iconofossili (le tracce fossili di impronte di antichi esseri viventi) e si arriva alla conclusione che medesime forme rocciose siano state affrontate da Leonardo nel Codice Leicester, quasi a dimostrazione che il genio toscano conoscesse bene le zone e che fosse, probabilmente, molto affascinato dai paesaggi, a tal punto da inserirli nella sua opera più celebre. Questa nuova ipotesi viene pubblicata sulla rivista specializzata RIPS ed è la stessa Carla Gori che dichiara a livello mondiale che non ci troviamo più di fronte ad una teoria, ma ad una certezza molto vicina al valore scientifico assoluto.
# “La verità sola, fu figliola del tempo”
Credits: @eleonora_spagna Gioconda al Louvre
Questa è una frase di Leonardo Da Vinci e molto probabilmente è l’affermazione più vicina alla realtà dei fatti. Di sicuro, come tanti artisti della sua epoca, ha inserito in questa opera, come in tante altre, diversi indizi e diversi misteri (vedi l’Ultima Cena). Al era quasi un obbligo artistico. La verità è che ancora oggi gli studi sul caso sono ancora in corso e i toscani sono poco propensi a concedere agli emiliani la paternità del panorama. La verità la sa solo Leonardo Da Vinci e l’unica certezza che abbiamo è che la Gioconda è un’opera mista di fascino e mistero e se, ancora oggi, è tra i quadri più visitati al mondo, una ragione ci sarà pure.
Credits: ecodibergamo.it
Funivia da Pradalunga a Selvino
Nel weekend le strade che portano dalla città alla Valle Seriana si riempiono di auto e il traffico la maggior parte delle volta diventa insostenibile. Per questo la Comunità montana Valle Seriana vuole trovare una soluzione che faccia dimenticare le auto ai milanesi che vogliono recarsi sull’altopiano. Propone quindi una funivia che collega la stazione dei treni a Selvino, ecco il progetto.
Da Milano sull’altopiano SENZA utilizzare l’AUTO: la FUNIVIA da sogno si farà?
# Una funivia tra Pradalunga e Selvino: si aspetta l’esito dello studio di fattibilità
googlemaps.com Milano-Selvino
Con un investimento tra i 12 e 15 milioni di euro, il Comune di Selvino sta aspettando il progetto esecutivo per iniziare a cercare i fondi a lui necessari per costruire una funivia che permetterebbe ai milanesi di raggiungere la montagna senza auto.
Il progetto prevede la realizzazione di una funivia che unirebbe la stazione della tramvia di Pradalunga fino a Selvino. Ad oggi si sta aspettando lo studio di fattibilità finanziato dal Consorzio BIM (Bacino imbrifero montano) e poi si spera di poter far diventare effettiva l’idea di una funivia del genere. Lo studio di fattibilità, costato 195mila euro, è ancora alle prime fasi ma l’idea è quella, come riportato dall’eco di Bergamo, di partire dalla fermata della stazione Teb tra Nembro e Albino, passare attraverso i colli che portano all’Altopiano per arrivare al monte Purito e giungere a Selvino.
# Un’opportunità per lo sviluppo del turismo in Valle Seriana
ecodibergamo.it Funivia da Pradalunga a Selvino
La funivia è uno strumento per aumentare e migliorare il turismo in Val Seriana, infatti grazie alla possibilità di raggiungere l’altopiano con i mezzi anche chi non ha l’auto potrà andare a Selvino. Come riporta il presidente della Teb Filippo Simonetti infatti “Per la popolazione e per gli scenari di crescita riferiti al turismo sarà importante, ma siamo in una fase iniziale: stiamo pensando anche a questo progetto in totale sintona con la Comunità montana Valle Seriana». L’obiettivo è quello, non appena ricevuto l’ok di fattibilità, di cercare fondi soprattutto sfruttando il Pnrr e i finanziamenti europei.
L’idea di realizzare una funivia del genere era già stata avanzata nel 1971, quando la si voleva far partire da Albino ma, dato che sarebbe passata sopra il centro storico del paese, era stata considerata infattibile. Ora la Comunità montana Valle Seriana e tutti gli enti privati e non coinvolti nel progetto si auspicano di vedere l’effettiva costruzione della funivia, nonostante tutti siano consapevoli che i tempi potrebbero essere lunghi. Collegare Milano all’altopiano sarebbe inoltre un grande passo per l’ambiente, una scelta strategica ed ecologica.
Quindi la domanda rimane: si potrà andare da Milano a Selvino senza auto? Per rispondere bisognerà aspettare gli sviluppi del progetto.
Un tetto verde con campi sportivi aperti al pubblico: per la prima volta in Italia 20 mila metri quadrati tra piano terra e due piani sotterranei diventeranno un vero e proprio parco urbano. Dal Concept innovativo e sostenibile, ecco come sarà il nuovo nuovo deposito Atm in viale Toscana a Porta Lodovica.
Il nuovo PARCO URBANO di Porta LUDOVICA
# A Milano il più grande sotterraneo d’Italia a ospitare bus elettrici
Tutta l’area – ATM
Milano è in vena di cambiamenti e nei giorni scorsi la società Cremonesi Workshop srl, in associazione temporanea d’impresa con Ets spa e Rpa srl, si è aggiudicata l’affidamento del progetto del nuovo deposito dei bus Atm.
Concept innovativo, 20 mila metri quadrati sotterranei, aree verdi e campi sportivi aperti al pubblico in superficie: questo il progetto che i vertici di Foro Buonaparte hanno in testa per il nuovo deposito.
«La nuova infrastruttura hi-tech sarà anche totalmente sostenibile – scrive in una nota Atm – un progetto che contribuisce alla transizione della mobilità e della città». La costruzione impatterà minimamente nel tessuto urbano sia perché quasi completamente interrata, sia perché lo spazio in superficie sarà donato alla collettività: verrà realizzato infatti un parco pubblico che unirà il parco delle Memorie Industriali a sud con il parco Ravizza a nord, creando una nuova ed estesa superficie completamente green per vivere Milano.
# L’organizzazione dei sotterranei
Rendering – ATM
Il nuovo volto di viale Toscana sarà green e sarà anche il primo sotterraneo in Italia ad ospitare bus elettrici.
Il nuovo deposito dei bus elettrici (saranno 1200 in tutta Milano nel giro dei prossimi anni, ad oggi sono 170 in circolazione, saranno 245 entro fine anno) sarà suddiviso tra piano terra e due piani sotterranei. Al livello zero ci saranno l’ingresso e l’uscita dei mezzi e gli uffici per il personale tecnico e amministrativo. Il piano sottostante ospiterà invece l’officina. Qui ci saranno tutte le attrezzature per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle vetture e per il loro lavaggio, mentre al piano meno due saranno presenti gli stalli di sosta e le colonnine di ricarica per il centinaio di mezzi presenti in rimessa.
Anche i materiali di costruzione dell’immobile, che saranno a basso impatto ambientale, manterranno la vocazione green del progetto. Inoltre tutto lo stabile sarà autonomo a livello energetico, grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici e di impianto geotermico, mentre per il consumo di acqua ci sarà un sistema di recupero delle acque piovane che ridurrà del 30% il consumo di acqua.
Ma a sorprendere è Il «tetto» del deposito che sarà un ampio spazio verde a disposizione dei cittadini. Un vero e proprio parco urbano che unirà il parco delle Memorie Industriali a sud con il parco Ravizza a nord, creando una nuova ed estesa superficie completamente green per vivere Milano.
# Una struttura sostenibile al 100%
Rendering – ATM
Green è la parola d’ordine. Si punta tutto sulla transizione ecologica come per la mobilità che per l’intera città e, in linea con questa nuova tendenza, l’intera infrastruttura hi-tech sarà anche totalmente sostenibile con un investimento di 100 milioni di euro.
Tutto verrà interamente realizzato con materiali dal basso impatto ambientale, con materie prime riciclate e riciclabili, e sarà indipendente a livello energetico, grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici e di impianti geotermici. È prevista anche una riduzione del consumo di acqua del 30% per il lavaggio degli e-bus grazie all’utilizzo di un impianto di recupero delle acque piovane, protagoniste anche in superficie
# Il tetto diventerà un vero e proprio parco urbano dove praticare ogni sport
Rendering – ATM
La “piazza dell’acqua”, con fontana e giochi d’acqua e circondata da un ampio parco verde, formerà il “tetto” del deposito che diventerà una gigantesca area multifunzionale a disposizione di tutti i cittadini.
«L’intero tetto del deposito sarà un’ampia area multifunzionale – fanno sapere da Atm -, un ampio prato verde circonderà la piazza dell’acqua, con fontana e giochi d’acqua». E poi campi sportivi, skate park, un climbing wall, terreno da calcetto, padel e tennis.
Per collegare tutti gli spazi sarà completamente accessibile un ascensore ed una rampa e, dall’aspetto futuristico, perfino un ponte ciclopedonale su viale Toscana che si collegherà al Parco Alessandrina Ravizza.
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/ Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Dormire in compagnia di un milione di api, circondati da 9 arnie e godere di un’esperienza sensoriale unica al mondo. È possibile farlo solo in Italia, vediamo dove.
AIR BEE&BEE, apre in ITALIA l’unico posto al mondo dove si può DORMIRE in un VERO ALVEARE
# Il grande sogno di Rocco
Credits: cocoparisienne via Pixabay
Si chiama Rocco ed è un giovane apicoltore della Basilicata. Rocco ha un sogno: condividere il proprio amore per le api con più persone possibili. Ha deciso di trasmettere l’importanza di questi piccoli insetti per l’eco sistema umano in un modo unico al mondo.
In un uliveto di sua proprietà, Rocco Filomeno ha costruito un apiario integrato che è anche la prima struttura ricettiva che permette di soggiornare insieme alle famiglie delle api.
9 arnie per altrettante famiglie collegate al mini appartamento collocato nell’uliveto, per un milione circa di api in totale che abitano il Wonder Bee&Bee di Grottole, in provincia di Matera, insieme agli ospiti umani che soggiornano al Bed&Breakfast.
Gli ospiti possono quindi farsi una vera e propria cultura specifica sull’importanza di questi piccoli insetti. Ma non solo.
Wonder Bee&Bee inaugura il 20 maggio, giornata internazionale dedicata alle api. Rocco ha deciso di estendere questa giornata internazionale tutto l’anno, insegnando ai suoi ospiti il significato del contatto con i produttori di miele.
Il soggiorno nell’apiario integrato di Grottole, però, offre molto di più di una semplice gita didattica intorno al lavoro dell’apicoltore. L’avventura si trasforma in esperienza sensoriale uditiva e olfattiva.
Il suono emesso da milioni di ali che permettono ai laboriosi insetti il volo, è infatti un “ronzio” che fa parte della cosiddetta api-terapia.
Il profumo del dolce nettare prodotto dalle api è, inoltre, l’aroma terapia che trasforma l’Air Bee&Bee «nel primo posto al mondo dove si può dormire immersi nel suono e nell’aroma caratteristico delle api, sperimentando la “bee-therapy” nel modo più autentico e naturale», come ha dichiarato Filomeno.
Salutato da diverse recensioni e lanci di stampa internazionali, il Wonder Bee&Bee di Grottole è già una piccola star mondiale. Ne parla “Hotel Magazine” della Nuova Zelanda, “Apartment Therapy” e soprattutto è possibile trovare la presentazione di AirBnB, la piattaforma con cui Rocco Filomeno ha deciso di gestire il sistema delle prenotazioni.
Nella sezione “News” della piattaforma, Wonder Bee&Bee si trova nella categoria “OMG! Category” e viene definito un-bee-lievable.
La struttura ricettiva è una minicasa in legno, costruita con l’aiuto di una comunità di volontari locali ed è adatta ad ospitare fino a due visitatori nell’unica stanza da letto composta da due letti singoli.
I due umani adulti non sono però gli unici abitanti della mini struttura in legno. Sul soffitto è presente un vero alveare, che permette di osservare e studiare la vita delle api, intente nel loro lavoro. Le 9 arnie sono disposte sul perimetro esterno della minicasa, separate con grate dalle quali “trapelano” i segreti di questi insetti: i suoni e i profumi della produzione di miele e resina d’api.
All’arrivo gli ospiti ricevono dal padrone di casa le prime istruzioni su come vivere con le api, oltre ad imparare questo universo direttamente dall’esperienza dell’apicoltore.
Per chi si reca al Wonder Bee&Bee in auto, non devono mancare una gita a Matera, distante circa mezz’ora verso Ovest, così come a Ferrandina, le cui famosissime olive distano meno di un’ora.
Dopo il “Bed”, c’è “Breakfast“, a base di prodotti esclusivamente locali: ricotta, fragole, biscotti fatti in casa e, naturalmente, il miele
Per trovarsi in un “paradiso tropicale” non serve imbarcarsi su voli transoceanici. Bastano tre ore di auto da Milano per godersi il sole tra le palme e una sabbia bianca finissima. Vediamo dove si trova e tutte le attrazioni da provare.
Le piccole ANTILLE ITALIANE a 3 ore di auto da Milano
# Un angolo del Mar dei Caraibi in Veneto, con palme, chiringuitos, acque cristalline e tanto divertimento
xxkathlynxx IG – Caribe Bay
Caribe Bay, un vero e proprio angolo dei Mar dei Caraibi a poche ore da Milano. Si estende per 80.000 mq, con 2.000 palme, 10.000 tonnellate di sabbia bianca, ombrelloni, chiringuitos, lagune dalle acque cristalline e 27 attrazioni per il divertimento. Questa oasi tropicale è stata inaugurata nel 1989 e si trova alle porte di Jesolo, nella Città Metropolitana di Venezia. Molto più di un parco acquatico, vediamo le novità di quest’anno.
# Playa Paradiso, una terrazza di sabbia sopra una cascata con cabanas private per una privacy assoluta
caribe bay – Cabanas prive Play Paradiso
Una vegetazione lussureggiante circonda questo luogo da sogno, dove adulti e bambini hanno solo l’imbarazzo della scelta in quanto a relax e intrattenimento. La new entry più attesa è Playa Paradiso, una terrazza con sabbia finissima realizzata sopra una cascata, in posizione panoramica, con quattro cabanas dotate di tanti comfort. L’accesso è privato e sono presenti alcuni servizi esclusivi come l’accoglienza dedicata, il parcheggio riservato, l’ingresso prioritario, la piscina con idromassaggio, wifi gratuito, prese usb e frigo bar.
# Pirates’ Bay, il paradiso per bambini e ragazzi
caribebay IG – Pirates’ bay
Pirates’s Bay è invece l’area del parco riservata a bambini e ragazzi, con 13 attrazioni dislocate in una baia d’acqua trasparente circondata da una spiaggia di sabbia bianca.
# Le altre principali novità del parco
nalumatacestovani IG – Galeone pirata Caribe Bay
Le novità di Caribe Bay non finiscono qui. Ci sono gli spettacoli dal vivo con un cast di 25 artisti tra ballerini, acrobati e circensi, uno fra tutti il nuovo musical “Swing Circus” sul palco della Arena Show. Nello show è prevista una vecchia radio che suonerà una melodia d’altri tempi trasformando il teatro in una festa coinvolgente con coreografie e costumi originali dal fascino retrò.
Nel cuore del parco prenderà vita un altro spettacolo, “Mermaids”, all’interno della cornice dello scenografico Galeone Pirata. Ispirato alla conquista di una nuova terra, si alterneranno pirati e sirene alle prese con tuffi spericolati, acrobazie e numeri con il fuoco.
Per chi si trova nella City, ecco le pietanze da assaggiare almeno una volta per considerarsi dei veri milanesi.
I 7 PIATTI che ogni MILANESE deve aver provato almeno una volta
# Il polaster di Giannasi
IG @giannasi1967
Impossibile non essersi mai imbattuti nel chiosco Giannasi. Una sicurezza per i cittadini, solido testimone della Milano del passato e dei suoi cambiamenti degli ultimi 50 anni. Lo sa bene Dorando Giannasi, che ha visto con i propri occhi “i tempi che cambiano”, a partire dagli stessi acquirenti. Se prima era soprattutto una clientela femminile di nonne e mamme a fare la fila per cucinare a casa, ora è prevalentemente più giovane e maschile, abituata a mangiare camminando o sulle panchine.
Ma come ha fatto il suo pollo a diventare di culto? Sicuramente l’amore e la passione che ci ha sempre dedicato, il mix segreto di spezie con cui il pollo viene impregnato per 24 ore, la volontà di diventare un punto fisso per il quartiere ed i tantissimi modi con cui il “polaster” viene cucinato hanno aiutato.
IG @giannasi1967
Ed il menù non finisce qui. Tra altre tipologie di carne, gustosi primi, fritture, contorni con cui accompagnare la portata principale, specialità della casa, piatti freddi e dolci con cui concludere il pasto il cliente è presto accontentato. E per i più affezionati, anche le t-shirt, le felpe ed il cappello, ovviamente con il logo Giannasi.
La storia del panzerotto più famoso di Milano risale al 1949 quando Giuseppina Luini, trasferitasi dalla Puglia, incomincia a lavorare nel centralissimo ed iconico forno, ancora oggi attivo. Trascrivendo le ricette della tradizione culinaria pugliese del nonno, si imbatte in quella dei panzerotti e da qui l’intuizione: proporre ai Milanesi, che ancora non lo conoscevano, questo prodotto. Sarà poi la determinazione del figlio Luigi a rendere il panzerotto, inizialmente non così tanto apprezzato, un vero e proprio must culinario della città.
IG @luini_panzerotti
Quale potrebbe essere il segreto di Luini? Sicuramene il fatto di essere sempre stato sinonimo di qualità e freschezza negli anni, di venire preparato al momento e quindi gustato ancora fumante, di avere dietro una ricetta segreta per l’impasto, tramandata di generazione in generazione, lo hanno reso uno dei principali street food di Milano.
IG @luini_panzerotti
Nonostante il classico panzerotto fritto sia il re incontrastato del menù, non mancano anche tutta una serie di altri prodotti da provare. Partendo dai panzerotti del giorno, il cui contenuto cambia di settimana in settimana passando per altri prodotti da forno e salati, tra cui arancini, focacce e calzoni ed arrivando ai dolci, di tantissimi tipi e tra cui spicca sempre lui, il panzerotto, questa volta dalla farcitura dolce.
Parlando di pizza, la mente corre subito a Spontini, eppure non tutti sanno che c’è tanta Toscana e Sicilia dietro la Margherita più famosa di Milano. Dall’unione di quella che all’inizio era una piccola bottega di cibi pronti della famiglia Mungai, originaria di Pistoia, e la visione della trasformazione della stessa in pizzeria al taglio di un’altra famiglia toscana, la Banti, Giuliano
Innocenti, figlio di Giustina Mungai, inizia a proporre una versione rivisitata dello “sfincione” palermitano: una pizza alta e molto soffice, tassativamente cotta a legna e condita soltanto con pomodoro, mozzarella e acciughe.
La ricetta ha successo, così come il format. Ai Milanesi piace e la piccola attività a conduzione familiare diventa presto un’impresa, aprendo 21 pizzerie in Italia, la maggior parte a Milano ed espandendosi anche all’estero. Nascono così 6 Spontini in Corea del Sud e 3 in Giappone e ne è prevista prossimamente una in Qatar.
IG @spontini_pizza
Un paio di curiosità? Bice, sorella di Giustina Mungai, è la fondatrice dell’omonimo ristorante, in assoluto uno dei locali storici meneghini più apprezzati. Ancora un’altra? In concomitanza dell’uscita del suo nuovo disco, Sfera Ebbasta ha personalizzato le scatole della pizza di Spontini con la copertina del proprio album.
# I cannoncini di Panarello
IG @panarello1885
Considerata a tutti gli effetti una realtà storica genovese, oggi Panarello è simbolo sia della tradizione dolciaria ligure sia di quella milanese. Era il 1885 quando Francesco Panarello, prima garzone, poi capo laboratorio della bottega di pasticceria, prova ad aggiungere burro, zucchero e frutta candita al dolce più genovese che ci sia: il pandolce. L’idea riscuote un enorme successo tanto da riuscire in seguito a rilevare la stessa attività e darle il proprio cognome.
Nei decenni, nonostante il contesto abbia visto un aumento della competizione da parte di nuovi entranti e la figura di un consumatore sempre più esigente, Panarello ha voluto e saputo contraddistinguersi per il rispetto della tradizione nella qualità delle lavorazioni e delle materie prime impiegate.
IG @panarello1885
L’offerta di prodotti è molto ampia, ma il best seller risulta essere sempre lo stesso: il cannoncino. L’inconfondibile pasta sfoglia rivela un cuore di crema pasticciera, tanto da aver conquistato il palato meneghino ed essere solitamente tra i dolci che più si portano quando si viene invitati ad una cena in casa. Il tocco magico? La chiusura del cannoncino è realizzata con la Torta Panarello sbriciolata e ricoperta di zucchero a velo.
# Lo spritz da Camparino
IG @camparinoingalleria
Si sa. L’aperitivo è un rito tutto italiano, uno stile di vita da perseguire, una leggenda scritta nelle pietre della città di Milano. Camparino in Galleria non può che nascere quindi da chi, come vuole la leggenda, proprio in Galleria è venuto alla luce, Davide Campari.
Il locale nasce come “fratello minore” del Caffè Campari, aperto dal padre Gaspare, ma da questo se ne differenzia per l’innovativo sistema in grado di garantire un continuo flusso di acqua gassata proveniente direttamente dalle cantine per offrire ai propri clienti cocktail sempre perfetti e refrigerati. Questo fatto, unito agli arredi liberty, ancora oggi presenti, tipici dell’Art Nouveau europeo, alla location esclusiva e storica ed alla originale caratteristica di essere un “bar di passo”, dove le consumazioni avvenivano al bancone e rapidamente, hanno immortalato il locale come vero e proprio tempio dell’aperitivo meneghino.
IG @camparinoingalleria
Iconica è anche la Sala Spiritello in cui l’ideazione e l’abbinamento di cocktail selezionati e cibo è “un’esperienza disegnata sulla persona, per offrire sensazioni inedite e avvolgenti, contrasti misurati e abbinamenti di gusto sorprendenti”. Questa idea di eleganza senza tempo, convivialità degli spazi, incessante sperimentazione diventata oramai arte ha portato Camparino ad aggiudicarsi nel 2021 il 27° posto nell’ambita ed internazionalmente riconosciuta classifica dei migliori bar, The World’s 50 Best Bars.
# Il Martini sulla Terrazza Martini
IG @terrazzamartinimilano
Se il nome è Terrazza Martini, il soprannome è “Il salotto sul tetto di Milano”. Direttamente dal 15° e 16° piano del grattacielo in Piazza Diaz, si può godere di una vista privilegiata sullo skyline milanese. Simbolo di lifestyle ed icona di eleganza, la Terrazza ha sempre legato il suo nome alle più importanti rappresentazioni della Settima Arte. Per decenni, infatti, si sono tenute le anteprime dei film più importanti, “La Dolce Vita” in primis e tra un cocktail ed un altro si sono susseguiti personaggi dal calibro di Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Anita Ekberg. Non sono mancati all’appuntamento anche intellettuali ed artisti quali Moravia e Pasolini, Renato Guttuso e Luciano Pavarotti.
IG @terrazzamartinimilano
Per tanto tempo i due piani erano riservati esclusivamente ad eventi privati, ma da questa primavera l’offerta delle possibilità si è arricchita di altre due esperienze, accessibili a tutti. La Martini® Cocktail Experience è una lezione di mixologist con i bartender della Terrazza, potendo così usufruire della possibilità di avere un esperto dedicato che spieghi trucchi e ricette per preparare tre cocktail: il nuovo Martini Fiero&Tonic, l’iconico Negroni e lo storico Americano, (servito per la prima volta in assoluto nel 1860 al Caffè Campari). La Martini® Observatory Experience, invece, permette di assaggiare un tipico aperitivo all’italiana, composto sia da cocktail sia da food, preparato ad arte dall’alto della Terrazza.
# I Ravioli cinesi alla Ravioleria Sarpi
laravioleriasarpi.com
Cosa unisce lo street food cinese ed una macelleria italiana? Semplice, la Ravioleria Sarpi! L’idea, nonché punto di contatto di storie, culture e competenze, è il frutto della collaborazione tra Agie Hujian Zhou e Walter Sirtori. L’incontro avviene quasi per caso, quando il primo va dal secondo per chiedergli di affitare il locale accanto alla macelleria Sirtori per il proprio negozio di prodotti in cachemire. Non avendo mai abbandonato il proprio sogno di offrire cibo di strada della sua terra natale, nel sud della Cina, però, Agie ne parla per curiosità con Walter. Ecco che il gioco è fatto, l’idea del cachemire scompare e fa spazio a quella della Ravioleria.
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Vista da via Paolo Sarpi risulta una piccola bottega con cucina rigorosamente a vista, dal bancone arretrato di mezzo metro rispetto alla strada e senza nessuna insegna o cartellone che ne indichi l’ubicazione. Eppure, vengono sfornati migliaia e migliaia di ravioli al giorno. Cosa li distingue dai tanti altri della zona? La possibilità di ordinarli e mangiarli pochissimo dopo, oppure ritirarli appena fatti e cucinarli successivamente a casa.
Il menù prevede i classici ravioli, gli Shuijiao in tre versioni differenti (manzo e porro, maiale e verza e la variante vegetariana) e la tipica crespella di Pechino, Jian Biang, un classico della cucina imperiale, portata per la prima volta a Milano proprio dalla Ravioleria.
Lo Stato del Dragone non è nuovo a imprese impossibili e costruzioni da record. L’ultima infrastruttura realizzata è talmente impressionante da avere lasciato di sasso persino gli esperti del settore.
CINA: il NUOVO PONTE dei RECORD è uno shock per gli esperti
# Il primo ponte del mondo a 6 corsie a superare i 300 metri d’altezza
Credits highestbridge.com – Elevazione ponte
La nuova infrastruttura da record della Cina è stata terminata alla fine del 2021 e ha lasciato a bocca aperta gli esperti del settore. Yangbaoshan Bridge, che fa parte della Guyiang-Huangping Highway, è il primo ponte a 6 corsie al mondo a superare i 300 metri di altezza. Il ponte sospeso con travatura reticolare in acciaio attraversa il corso superiore del fiume Qingshui nella provincia centrale di Guizhou e si trova a circa 360 metri d’altezza.
La gamba inferiore della torre ovest è alta 186,5 metri e sotto la strada misura 110,7 metri, rendendolo come un “ponte sospeso su palafitte”. Ci sono infatti solo altri sei ponti nel mondo con la carreggiata posizionata sopra un pilastro alto almeno 100 metri. Il ponte è lungo 1,11 km e largo 650 metri con una sola campata tra le due sponde.
# I fili dei cavi di acciaio utilizzati coprirebbero due volte il diametro terrestre se fossero uniti insieme
Credits highestbridge.com – Rendering ponte
I cavi, utilizzati per collegare e tenere in tensione le torri e il ponte, pesano complessivamente 4.600 tonnellate eognuno è formato da 36 fili di acciaio zincato ad alta resistenza. Se venissero separati e messi in fila uno dopo l’altro raggiungerebbero una lunghezza di 26.000 km, il doppio del diametro terrestre.
Mentre Milano sogna metro rosa e nuove estensioni, ci sono altre due cittadine lombarde che pensano a come trasformare la mobilità urbana ed extraurbana tramite lo sviluppo di sistemi di trasporto pubblico su rotaia. Vediamo le ipotesi sul tavolo.
Como sogna la METRO LEGGERA, Varese il TRAM-TRENO
# Como vuole rivoluzionare la mobilità cittadina con una metrotranvia leggera
Comune di Como – Tracciato Metrotranvia
A Como esiste un vecchio piano di metrotramvia leggera per collegare, con una monorotaia sopraelevata, la zona di Camerlata al centro cittadino rendendo più veloce e scorrevole la mobilità e senza impattare sul traffico. Più recente e concreta, in quanto inserita nel Pgt della città, l’ipotesi di realizzare un servizio di metrotranvia tra Como e Cantù-Olgiate Comasco sfruttando i binari di Ferrovie Nord Milano da Como Lago a Grandate Breccia e quelli di RFI da Albate Camerlata a Cantù.
In questo modo si verrebbe a creare un’integrazione delle linee Trenitalia, Trenord e TILO nelle stazioni di Albate Camerlata e di Como S. Giovanni che diventerebbero nodi di interscambio tra i servizi ferroviari suburbani, regionali, intercity ed eurocity con
le autolinee e la prevista metrotranvia.
# A Varese avanza il progetto del tram-treno
Malpensa24 – Tram treno Varese
A Varese fa passi avanti il progetto per realizzare una linea servita da un tram-treno. L’idea alla base prevede la trasformazione dell’attuale sede ferroviaria tra Varese e Laveno-Mombello in linea adatta al passaggio del tram.
Il capolinea delle linee Trenord in città andrebbe spostato nell’area dell’ex macello civico, oggi in abbandono, e si ipotizzano passaggi dei tram-treni ogni 4-6 minuti nell’area urbana e ogni 10 sulla tratta extraurbana diretta al Lago Maggiore con capolinea previsto a Laveno Mombello. Un fondo internazionale ha già manifestato nel 2021 le proprie intenzioni ad investire nel progetto che, seppur in fase embrionale, sta suscitando sempre maggiore interesse.
I milanesi avranno anche quest’estate una soluzione alternativa all’auto per raggiungere le spiagge e i borghi marittimi della Liguria, senza lo stress delle code in autostrada, e godersi una giornata di relax. Come funzionano e i principali collegamenti previsti.
Tornano i TRENI del MARE: le novità per Levante e Ponente ligure
# L’alternativa low cost e senza stress per i milanesi diretti in Liguria
Credits luca_perryit IG – Treno del mare stazione Genova Piazza Principe
Con l’estate tornano i “Treni del Mare“: il collegamento tra la Lombardia e le Riviere di Ponente e Levante. Un’alternativa veloce, comoda ed economica per raggiungere le spiagge della Liguria da Milano evitando le code in autostrada e il problema del parcheggio. Tutte le domeniche e i festivi, con alcune corse al sabato, a bordo di Trenord si potrà viaggiare verso le località marittime liguri come Albenga, Ventimiglia, Sestri Levante o Monterosso. Il servizio sarà attivo fino all’11 Settembre 2022.
# I collegamenti con la Riviera di Ponente
Credits Ana Cannone-unsplash – Borgio Verezzi
Tra le destinazioni raggiungibili sulla Riviera di Ponente ci sono: Arenzano, Cogoleto, Varazze, Spotorno, Noli, Finale Ligure, Borgio Verezzi, Loano e Ventimiglia.
I collegamenti di domenica e nei festivi sono:
da Milano Porta Garibaldi a Ventimiglia con partenza alle 06.43 e arrivo alle 11.20, il viaggio di ritorno parte alle 18.05 con arrivo alle 22.38;
da Milano Porta Garibaldi ad Albenga con partenza alle 09.00 e arrivo alle 12.25, il ritorno con partenza alle 17.30 e arrivo alle 21.04, oppure con partenza dalla stazione di Rogoredo alle 7.50 e arrivo alle 10.36 e ritorno alle 19.29 con arrivo a Rogoredo alle 22.40.
Il sabato sono previsti questi viaggi:
da Milano Centrale a Ventimiglia con partenza alle 7.10 e arrivo alle 10.54, il viaggio di ritorno parte invece alle 17.03 e arriva alle 20.57;
dal fine settimana del 28-29 maggio si aggiungono altri due collegamenti fino a Ventimiglia, con partenza da Milano Centrale alle ore 8.30 e arrivo alle ore 13.00, il viaggio inverso parte alle 17:57 e arriva a Milano Centrale alle 22.25.
Per ripristinare i collegamenti soppressi da Thello dal mese di giugno, sulla linea Milano-Ventimiglia circoleranno tre coppie di treni Intercity.
Tutti d’accordo: gli affitti a Milano stanno raggiunto livelli insostenibili. Succede anche che si debba spendere 600 euro per una stanza e se si esce verso la periferia i prezzi non sono comunque sotto i 450 euro. Per studenti e giovani lavoratori la soglia di accesso a Milano sembra insormontabile. Ma la creatività sembra non avere confini…
Una TENDA sul TERRAZZO in AFFITTO. Prezzo? 480 euro
Non siamo a Milano, ma per certi aspetti è come se lo fossimo. Una ragazza ha messo in affitto una tenda da campeggio montata sul proprio terrazzo, a meno di 500 euro.
# 480 euro al mese per una tenda, un materassino gonfiabile e cuscini
Credits: curioctopus.it tenda sul terrazzo
Non siamo così lontani da Milano. Ci troviamo in Svizzera, a Zurigo, dove una ventisettenne ha messo online un annuncio che, al primo sguardo, farebbe ridere molte persone: per 500 franchi svizzeri (circa 480 euro) mette in affitto una tenda da campeggio montata sul proprio terrazzino. Ma attenzione: la tenda è completa di materassino gonfiabile e cuscini. Non solo: la ragazza inoltre mette a disposizione cucina, soggiorno e bagno della propria casa, ma per il dormire l’unica opzione rimane la tenda.
Sandra, è questo il nome della ventisettenne, ha offerto una tenda sul proprio terrazzo perché aveva bisogno di una soluzione per ridurre le spese dell’appartamento. Con una o uncoinquilino, infatti, si possono dividere le spese ma, dice, “A Zurigo è molto difficile, se non impossibile, trovare una stanza in affitto a prezzi accessibili ecco perché mi è venuta l’idea della tenda”.
# Le richieste sono già arrivate
Credits: curioctopus.it tenda sul terrazzo
Sandra ha già ricevuto alcune richieste e ha trovato molte persone interessate alla sua offerta. Come riporta sul sito curioctopus.it: “Molti studenti pensano che la mia idea sia interessante anche se mi rendo conto che potrebbe essere un po’ complicato trovare un coinquilino in inverno, perché il balcone non è coperto”. La domanda che appare spontanea però è: è legale mettere in affitto una tenta sul proprio terrazzo? Sicuramente non è vietato dalla legge, tuttavia se l’affitto tra Sandra e il coinquilino possa essere effettivamente messo a contratto non si sa. Intanto la ventisettenne propone “l’avventura” di vivere in una tenda su un terrazzino a Zurigo, vedremo chi si aggiudicherà la “stanza” sul balcone. E soprattutto se in futuro anche i terrazzi di Milano si affolleranno di tende da campeggio.
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