Credits Andrea Cherchi - Ciclabile umana su viale Monza
Milano 10 novembre. Una fila umana si estende lungo viale Monza. Queste le loro richieste.
La CICLABILE UMANA di VIALE MONZA
# Una fila di persone lunga 200 metri per dire basta ai parcheggi selvaggi e sulle ciclabili
Credits Andrea Cherchi - Ciclabile umana
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Credits Andrea Cherchi - Ne abbiamo piene le ciclabili
Credits Andrea Cherchi - Simone Lunghi in bicicletta
Credits Andrea Cherchi - La ciclabile umana su viale Monza
Credits Andrea Cherchi - Ciclabile umana su viale Monza
Credits Andrea Cherchi - La ciclabile umana in viale Monza
La mattina del 10 novembre, nei 200 metri di viale Monza tra via Popoli Uniti e via Martiri Oscuri, si è tenuta la manifestazione “Proteggimi” per chiedere al Comune di Milano sicurezza per i ciclisti, in una Milano ancora scossa per il terribile incidente che è costato la vita a Luca Marengoni, giovane ciclista milanese falciato da un tram. Una fila di persone, ognuna con la propria bicicletta, si è posizionata lungo la linea tratteggiata che delimita la pista ciclabile, spesso occupata dalle auto in sosta abusiva, a protezione simbolica di chi pedala.
# Il video della ciclabile umana
Nel video di Andrea Cherchi si vede la lunga fila di milanesi, una vera “ciclabile umana”, che hanno partecipato all’iniziativa contro la sosta selvaggia di auto, in doppia fila e sulle ciclabili. Tra i promotori Davide Branca (attivista della ciclabilità), Federico Del Prete (Presidente Legambici – Legambiente per la ciclabilità), Claudio Dolente (FIAB Milano CICLOBBY), Ilaria Fiorillo (Milano in Bicicletta), Tommaso Goisis (Attivista di ‘Sai che puoi?’), Ilaria Lenzi (genitore, attivista), Angelo Lisco (Componente della Consulta per la Mobilità Attiva del Comune di Milano), Elena Milazzo (Sottosopra comunicazione) Francesco Tagariello (attivista e city manager di azienda di micro mobilità).
Tra i sostenitori anche Simone Lunghi, l’Angelo del Naviglio che recupera le biciclette dai Navigli e da sempre in prima linea per una Milano più a misura di persone e di chi si muove a piedi o in bicicletta.
Ogni città ha i suoi angoli bui, alcuni sono piccoli, sporchi e dimenticati ma grazie a questo artista anche i posti più impervi ospitano opere d’arte meravigliose che, seppur in miniatura, sanno farsi riconoscere e affascinare i passanti.
L’artista che trasforma anonimi ANGOLI URBANI in opere straordinarie. Lo invitiamo a Milano?
# Arte nascosta
Tutte le città, compresa Milano, sono caratterizzate dal grigiore dell’asfalto e angoli nascosti poco frequentati da locali e stranieri, alcuni di questi sono talmente piccoli che a mala pena si notano. Spesso questi luoghi si trovano nelle periferie o nelle zone industriali, che quindi vengono dimenticati o sorpassati senza prestarvi troppa attenzione, ma ci sono artisti di strada che sono capaci di trasformare l’ordinario in qualcosa di straordinario. Jamie Paul Scanlon, in arte JPS è uno degli artisti di strada che rende più affascinanti e valorizza questi spazi dimenticati e nascosti.
L’artista, nato nel 1977 in Inghilterra, dedica la sua attività all’abbellimento di spazi urbani poco apprezzati. La sua tecnica è quella di creare disegni in armonia con l’ambiente circostante, di piccole e grandi dimensioni, che spaziano da soggetti più inquietanti a immagini pop. Tutto per questo artista può diventare una tela su cui dipingere, dalla parete scrostata, al palo di cemento abbandonato, tutto può avere una nuova vita. L’artista lavora perlopiù in Inghilterra, lasciando traccia del suo passaggio con immagini che trasformano il paesaggio.
Anche Milano è attraversata dalla sua dose di street art: passeggiando per il centro si incrociano disegnatori che utilizzano gessi colorati per rappresentare magiche figure, spesso tridimensionali. Le periferie invece sono costellate di disegni a bomboletta, tag oppure disegni da colori sgargianti e immagini fumettistiche. Tutte queste rappresentazioni danno colore a zone dimenticate e degradate, caratterizzate da edifici abbandonati oppure aree dismesse. Ospitare JPS o altri artisti porterebbe sicuramente a Milano il vantaggio di un nome riconosciuto nel campo della street art e ancora più colore e simpatia in città, migliorando zone e angoli che hanno una cattiva nomea e immagine.
La street art porta alle zone più oscure delle città una nuova vita, fatta di colore, spirito e qualche risata. Jamie Paul Scanlon è un artista inglese, che trasforma spazi degradati in luoghi visitabili, sarebbe interessante invitarlo a Milano e vedere cosa combina, no? Ecco alcune delle sue trasformazioni.
La catena di negozi specializzata in dolci e caramelle ha dato vita a un hotel unico al mondo nel suo genere, una sorta di “fabbrica di cioccolato” nel settore della hotellerie. Scopriamo come è fatto.
A Milano il primo HOTEL “DOLCE” del MONDO
# ODSweet Duomo Milano Hotel, il primo hotel “dolce” al mondo
Credits odsweet_hotel IG – Ingresso Odsweet Hotel
Aperto dal 2020, l’Ods Sweet Hotel è una sorta di “fabbrica di cioccolato” nel settore della hotellerie. Un hotel di lusso 4 stelle superior progettato dall’architetto Franco Costa e realizzato dalla famosa catena di negozi di dolci e caramelle Ods Store, con diversi punti vendita a Milano e oltre un centinaio in tutta Italia, per essere l’hotel più dolce del mondo. Al momento è anche l’unico nel suo genere.
# 5 piani con rooftop e ristorante panoramico
Credits odsweet_hotel IG – Odsweet Hotel
La struttura si sviluppa su 5 piani, sopra uno dei negozi della catena, in piazza del Duomo angolo via Giuseppe Mazzini 2. All’ultimo piano c’è il rooftop con annesso ristorante che si apre su una vista spettacolare sul Duomo. Il mood e il design sono ricercati e contraddistinti da due colori principali, che si divertono a rincorrersi lungo tutto il percorso sensoriale offerto all’ospite: il rosa e il marrone.
# La camera marshmallow e quella cioccolato
Credits odssweethotel
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Credits odssweethotel - Camera marshmallow
Credits odssweethotel - Camera cioccolato
I due colori si ritrovano nelle camere, di varia tipologia da superior a loft, e sono abbinati a due specifici dolcezze: il rosa per il marshsmallow, le caramelle spugnose e soffici, e il marrone per il cioccolato. Ogni dettaglio delle stanze a tema rimanda alle due specialità dolciarie.
Credit odsweet_hotel IG – Il benvenuto nell’hotel
In più è presente uno Sweet Corner, senza alcun supplemento, con una selezione di dolci da degustare e anche un dolce di benvenuto.
Non solo tram, bus, treni e metropolitane. In Italia ci sono alcuni mezzi di trasporto davvero particolari, da provare almeno una volta nella vita. Scopriamo quali sono.
I MEZZI di TRASPORTO più STRANI con cui puoi viaggiare in Italia
#1 La gondola a Venezia
Credits LunarSeaArt-pixabay – Gondola a Venezia
La gondola è forse il simbolo più riconosciuto di Venezia nel mondo oltre ad essere uno dei più strani mezzi di trasporto in Italia. La forma della prua richiama tutti gli emblemi della città: l’andamento ad S che riprende il percorso del Canal Grande, i sei denti rivolti in avanti che corrispondono ai sei sestieri di Venezia, il dente verso l’interno è l’isola della Giudecca, l’archetto sopra l’ultimo dente simboleggia il Ponte di Rialto mentre l’estremità in alto richiama il cappello del Doge.
Da qualche anno anche lungo il Naviglio Grande a Milano si può provare l’esperienza di essere trasportati a bordo di una vera gondola.
#2 Il minimetrò di Perugia
Credits guidochipa IG – Minimetro Perugia
Il Minimetrò di Perugia è un piccolo treno automatico di 5 metri con capienza massima di 20 persone che collega la periferia con il centro storico lungo un percorso di 4 km. La linea è a doppio binario, corre sia in tunnel che in sopraelevata, ed è composta di 7 stazioni: oltre alla stazione Picetto d’ingresso al Minimetrò, e il capolinea di Pian di Massiano in città, ce ne sono altre cinque intermedie. I trenini sono dotati di ruote gommate, anche ai lati, e vengono trainati da una fune alla velocità costante di 25 km/h.
#3 La funivia a due posti Colle Eletto di Gubbio
Credits chiarla_s IG – Funivia Gubbio
Rimanendo in Umbria, a Gubbio c’è la funivia Colle Eletto, con cabine aperte da 2 posti in piedi, che impiega 6 minuti per salire dal cuore di del borgo a 532 metri di altezza fino al monte Ingino a 908 metri sul livello del mare. Dalla qui si può arrivare a piedi alla Basilica di S. Ubaldo dove è conservata l’urna del Santo Patrono della città e dove riposano i Tre Ceri durante tutto l’anno, sulla cima dell’albero di Natale più alto del mondo.
#4 La funivia più impressionante delle Alpi: Il Matterhorn Glacier Ride
Credits: Mattern Horn Race
Il Matterhorn Glacier Ride è senza dubbio la funivia più impressionante delle Alpi oltre ad essere la funivia trifune più alta del mondo. Nel suo tragitto collega la stazione Trockener Steg in Svizzera con la stazione Piccolo Cervino in Italia a 3.883 metri di quota. Tra gli altri primati vanta anche quello di collegamento in funivia con il maggiore dislivello in Europa.
Sul Lago di Como si può viaggiare a bordo di un idrovolante. Si può volare a pelo d’acqua, i posti variano da due a un massimo di quattro, salendo poi in quota per ammirare da un’altra prospettiva alcune delle ville più belle e alcuni degli scorci più suggestivi del ramo del lago che va da Como a Bellagio. L’esperienza dura circa 30 minuti a un costo di circa 200 euro.
Credits: @duelombardialristorante
Auto Club Milano
Nel capoluogo lombardo si trovano ristoranti sempre più internazionali o stravaganti, dove non è solo la cucina ad essere protagonista, ma anche le esperienze che ti offrono. Ecco allora un altro luogo un po’ particolare dove poter mangiare e vivere un’esperienza unica a Milano, questa volta siamo in uno scuolabus. Ecco dov’è.
A Milano si può MANGIARE in uno SCUOLABUS. Ecco dove
# L’ex-concessionaria trasformata in un ristorante
Credits: @patatagram85 Auto Club Milano
In via Graziano Imperatore, 33 a Milano, in zona Bicocca vicino al quartiere Niguarda, c’è un ristorante molto particolare dove non sono solo i piatti e la cucina il suo punto forte. Si tratta di Auto Club, un’ex-concessionaria trasformata in un ristorante e che ora ogni giorno accoglie clienti affamati e non più persone in cerca di aiuto per pezzi di ricambio della loro macchina. La vecchia concessionaria fu aperta nella stessa location, che ora è il ristorante, nel 1992, ma una volta chiusa fu sostituita da un ristorante che ha voluto comunque ricordarla nel nome. Per questo i proprietari hanno deciso di chiamare il luogo Auto Club Milano. Ma non è solo il nome a ricordare la storia della location, anche l’arredo gioca la sua parte. Seppure non ci sono più pneumatici lucenti appesi alla parete pronti ad essere utilizzati, al centro della sala c’è una bella automobile d’epoca bianca e appese alle pareti ci sono biciclette e oggetti facilmente trovabili nelle officine.
# Mangiare in uno scuolabus o sui sedili di un pullman
Credits: @duelombardialristorante Auto Club Milano
Il ristorante è specializzato nei piatti di carne e organizza spesso serate di musica e karaoke. Ma l’auto bianca in mezzo alla sala del ristorante non è l’unico veicolo presente. Sì perché per essere ancora più particolare, Auto Club Milano ha inserito nella location uno scuolabus, di quelli tipici americani. E proprio vicino al pullmino giallo c’è un tavolo basso fatto con i bancali e accerchiato da sedie particolari, nient’altro che i sedili dello stesso scuolabus, dove potersi rilassare con davanti un drink.
All’interno del pullman, inoltre, c’è un grande tavolo dove poter organizzare magari la propria cena di compleanno un po’ più isolati dal resto dei clienti, mantenendo la propria privacy. Solo a Milano puoi mangiare o berti un drink, comodamente sui sedili dello scuolabus, o addirittura all’interno di esso!
Si sta dissolvendo il vecchio mondo, in tutte le sue forme.
Vecchio mondo nelle sue basi economiche, sociali, nel progresso post illuminista che ha messo la tecnologia al posto delle idee.
# La disintegrazione dei giovani
ph. hugorouffiac – pixabay
Fino a 10-20 anni fa la tecnologia era portata avanti da giovani perché era strumento di innovazione. Oggi viene difesa da persone mature perché da elemento di innovazione è diventata arma di controllo e di potere. E gli stessi giovani che in ogni epoca sono stati l’elemento più vitale della società, oggi sono in gran parte già vecchi, residuati di idee già consumate, dissociati dall’esperienza del vissuto.
Un po’ come è successo con il ’68: gli stessi che combattevano per una rivoluzione sociale, oggi colonizzano i media e si sono trasformati in questurini dell’informazione.
# Va a fuoco il paradigma fondante della modernità
Emslichter – Pixabay
Tutto si sta dissolvendo. Ma l’elemento chiave della fine di un’era è che negli ultimi due anni è andata a fuoco la scienza. Ma chi la sta portando alla distruzione non sono quelli che la stanno rifiutando, al contrario: sono quelli che la stanno utilizzando come arma di dominio.
Il paradigma scientista ha dominato la modernità, è il fondamento della modernità. Prima ha preso un aspetto intellettuale nel positivismo, poi è diventato sempre più un’esaltazione della tecnica più che della conoscenza, in ogni ambito dell’umano.
Dal punto di vista del macro ciclo che ha coinciso con la rivoluzione industriale, che aveva alla base il paradigma scientista nel suo aspetto tecnico, ora siamo al crollo di quel paradigma. Che era nato come risposta alla religione, nello scontro tra dogma fideistico e conoscenza sperimentale, fino a rinnegare proprio la sua ragione di essere.
La scienza che aveva aperto la porta alla conoscenza si è progressivamente trasformata in ciò che ha reso marcia la religione: così come quella ha trasformato la spiritualità in dogma, in uno strumento di potere e di subordinazione, la scienza invece di liberarla ha sequestrato la conoscenza.
# La disintegrazione dell’Io razionale
Tama66 – pixabay
La disintegrazione è multidimensionale a livello sociale e a livello soggettivo. Ogni mondo che finisce corrisponde alla fine di un Io. Ogni Io finisce con la consapevolezza di una realtà che sta svanendo.
Si ha un crollo di strutture propedeutiche a un certo tipo di sviluppo che investe in modo diverso le due grandi categorie di esseri umani a seconda della relazione che hanno con il sistema di cui fanno parte. Quelli che in questo mondo non hanno trovato un loro posto, hanno un desiderio di cambiamento. Quelli che questo ruolo lo hanno trovato, fanno di tutto per non accorgersi che ciò in cui credono sta venendo giù.
Proprio chi crede di aver conseguito un risultato sociale a cui ha dedicato la sua vita fa di tutto per non vedere che gli si sta squagliando in mano.
# Anche le reazioni al sistema stanno finendo in cenere
Fine dell’edonismo, della globalizzazione permanentemente deflattiva, della crescita continua, dell’espansione del debito. Stanno venendo incenerite anche le fasulle risposte al sistema, come i movimenti antagonisti al governo politico o le criptovalute.
Questo è inevitabile perché fino a quando prendi una delle due posizioni della dialettica nel sistema, sei parte della stessa coazione a ripetere che porta a una privazione del contatto con il reale.
Un mondo vecchio è finito, un altro non è ancora nato, viviamo nella dissoluzione. Una dissoluzione che è necessaria per la rinascita. Una delle caratteristiche di chi vive nella dissoluzione è che ci si trova tutti fuori posto. Sia come progressisti che come conservatori. Sia come paladini del potere che come suoi antagonisti.
# L’orizzonte della disintegrazione
KELLEPICS – pixabay
Quale può essere l’esito di questo processo? La risposta potrebbe essere l’affermazione di una nuova grande idea.
Questo processo potrebbe condurre al momento dell’immaginazione come nei primi tempi di ogni rivoluzione. Ma quando l’illusione deve essere tradotta in realtà si scontra con i limiti imposti dalla realtà. Perché è nei limiti della realtà che si struttura la società nuova. Altrimenti ogni porta che si apre è semplicemente un nuovo corridoio del labirinto.
Forse l’unica soluzione sarà qualcosa di ancora più grande, come un intervento ab extra. Potrà essere un’azione umana ma governata da qualcosa di sovra umano, che agisce nella sfera del metafisico.
Per poter approdare a una reale novità di azione e di sviluppo la premessa è la grande rottura di questa rete che sta imprigionando come una ragnatela ogni sviluppo della civiltà umana. Una rete fatta di manipolazione informatica ed elettromagnetica dell’ambiente in cui viviamo.
# Vivere nell’era della disintegrazione
Nell’attesa di questo, l’unica azione sensata sembra quella di porsi in una posizione di affrancamento da un sistema che collassa. Mettersi in disponibilità, di vedetta a ciò che potrà realmente riportarci al contatto con il reale.
La vera redenzione passa attraverso l’apertura, la disponibilità, l’umiltà, tutto ciò che è l’esatto contrario della società dell’ego, del dogma, dell’imposizione autoritaria di un paradigma.
Forse la condizione migliore per vivere questa fase della storia è di scegliere il modo e il luogo per assistere con il maggiore distacco emotivo e materiale possibile al compimento di questa disintegrazione. Sapendo che questa grande rottura sarà combattuta con ogni mezzo da chi governa il mondo che crolla.
“Pensare la realtà è il contrario di viverla” (Confucio)
La città di Dallas ha ricoperto un’arteria trafficata creando un enorme parco urbano a servizio dei suoi abitanti. Vediamo la trasformazione e i benefici apportati, immaginando anche dove si potrebbe fare qualcosa del genere a Milano?
AUTO SOTTO, VERDE SOPRA: Milano come Dallas?
# Da autostrada a parco di 20.000 mq
Autostrada Dallas prima e dopo
Fino al 2012 c’era un’autostrada trafficata, Woodall Rodgers Freeway, poi grazie a 110 milioni di dollari di investimenti e 10 anni di progettazione è nato il Klyde Warren Park: un’area verde di due ettari. Ci troviamo a Dallas, in Texas, una delle tante città americane dove l’auto è il mezzo di trasporto più utilizzato. Questa parte di autostrada c’è ancora solo che non si vede, i suoi cavalcavia sono stati infatti uniti per dare vita al parco che ora collega il quartiere Uptown con l’Art district di Dallas.
# Un parco sostenibile che ha fluidificato il traffico e porterà un beneficio economico alla città pari a 300 milioni di dollari
Credits visit_dallas IG – Klyde Warren Park
Il Klyde Warren Park è stato progettato per essere interamente sostenibile, con la messa a dimora di piante autoctone, l’implementazione di un sistema di recupero delle acque piovane e l’uso di energia solare per alimentare gli edifici del parco.
Tra i benefici che ha apportato c’è stato l’aumento di percorribilità del centro città e una crescita del valore immobiliare della zona circostante. Nel lungo termine inoltre, in base a un’indagine del Dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti d’America, questo intervento generare un impatto economico a beneficio della città di Dallas pari a 300 milioni di dollari, mentre oltre il 90% dei cittadini ha percepito un netto miglioramento della qualità della vita nel quartiere.
# La tendenza nelle metropoli: spostare le auto sotto terra
Dallas è solo uno dei molti esempi di una tendenza in voga nel mondo da almeno due decenni. Uno dei progetti più noti è il Big Dig di Boston, un megaprogetto terminato nel 2007 che ha riconvertito l’Interstate 93, la principale arteria cittadina, in un tunnel sotto la metropoli lungo 5.6 km. Altri esempi sono il Cross City Tunnel a Sydney, il Port Tunnela Dublino e il Carmel Tunnel a Haifa, in Israele. Nel 2019, aprirà un gigantesco tunnel sotto la città di Seattle, coronando un lavoro partito nel 2013. Altri esempi meno mastodontici, ma comunque indirizzati sulla buona strada, sono la messa sotterranea dell’A86 a Parigi, dell’M30 a Madrid, dell’A10 ad Amsterdam.
Città in Europa come Zurigo, Bruxelles, Stoccolma o Marsiglia sono riusciti a spostare vie di scorrimento importanti al di sotto della superficie.
# Il progetto dei tunnel sotto al centro di Milano
Il progetto per potenziare l’offerta di mobilità tra Linate e la Fiera
Si potrebbero fari interventi simili a Milano? In Lombardia abbiamo il modello monzese del tunnel della Valassina, una galleria urbana lunga 1805 metri, cifra che ne fa il tunnel del suo genere più lungo d’Italia e tra i più lunghi in Europa.
Tra il 2008 e il 2009 si parlò di mettere sotto terra traffico e smog milanesi grazie ad un tunnel di 4 km che avrebbe collegato piazza Repubblica con Forlanini, ispirandosi a Madrid o al gigantesco tunnel di San Cristóbal a Santiago, in Cile. Il costo all’epoca era stimato sugli 800 milioni di euro, ricavabili grazie alla formula del project financing, cioè capitali privati di italiani e stranieri che, in cambio della realizzazione dell’opera, avrebbero ricevuto la concessione del tunnel per 48 anni.
Si discusse anche di investire due miliardi di euro, dei quali il 40% pubblici, per un tunnel di 14.5 chilometri che dall’aeroporto di Linate avrebbe dovuto portare al quartiere dell’Expo, per poi concludersi a Molino Dorino. Non se n’è fatto niente.
# Dove si potrebbe fare a Milano
Svincolo autostradale A4
Anche nel capoluogo lombardo non mancherebbero le arterie da ricoprire con aree verdi. Ad esempio i tratti autostradali cittadini, come la A1, la A4 o la A7, altre strade come la Paullese oppure i tunnel come quello in zona Portello. Sarebbe un’ottima strategia per contribuire a ridurre l’inquinamento senza incidere sulla mobilità degli automobilisti.
Pensando ancora più in grande si possono immaginare due tunnel passanti sotto al centro storico, il primo dall’Arco della Pace a piazza Medaglie d’Oro (un percorso di circa 4 km), il secondo da Porta Venezia a piazza Napoli (poco più di 5 km).
Il percorso dei tunnel sotto al centro di Milano immaginati da Milano Città Stato
Il quartiere “newyorchese”, nato sulle ceneri della vecchia fiera campionaria, è tra i preferiti dai ragazzi milanesi: moderno, verde e con ogni tipo di servizio. Scopriamo insieme le cose più belle da vedere.
10 COSE da VEDERE a CITYLIFE, il nuovo quartiere del divertimento dei ragazzi di Milano
# Piazza sei febbraio intitolata alla Rivolta di Milano
La porta d’accesso è in piazza Sei Febbraio, storico luogo da cui si accedeva alla Fiera Campionaria. Pochi sanno qual è la ricorrenza a cui si riferisce la piazza. Si tratta della “rivolta di Milano”, avvenuta il6 febbraio 1853.
Era l’ultima domenica di Carnevale e si sperava di sorprendere le truppe austriache in libera uscita per il giorno di festa. L’attacco ebbe inizio alle 16.45. Un migliaio di persone, in gran parte operai e artigiani, risposero all’appello di Mazzini, in esilio a Londra. Un numero esiguo ma che si sperava potesse attirare la massa dei milanesi. I rivoltosi iniziarono ad assaltare le caserme e ad erigere le barricate, sperando di replicare il successo delle di cinque anni prima. Ma le cose non andarono per il verso giusto. Anzi.
I milanesi seguirono le vicende con distacco. Altri gruppi che avevano annunciato l’impegno a partecipare non si fecero vedere. In particolare ci doveva essere l’azione di alcuni operai che avrebbero proceduto a sabotare l’illuminazione pubblica. Ma invece del blackout a non farsi vedere furono gli operai. Ultima delusione fu il mancato ammutinamento dei soldati ungheresi che erano presenti nell’esercito austriaco. In breve, i 100 rimasero tali, le loro mosse furono più simile a degli sciami che a un’operazione organizzata e l’esercito austriaco ebbe facile gioco a reprimere l’insurrezione e ad arrestare gli insorti. Tutto si concluse prima della mattina successiva. Il bilancio della rivolta contò 10 morti e, 47 feriti fra i soldati austriaci, mentre fra gli insorti, 895 arresti, oltre a sedici rivoltosi che vennero giustiziati in Piazza Castello dove oggi una lapide ricorda l’eccidio.
Qualche giorno dopo Marx così scrisse dell’episodio: “E’ ammirevole in quanto atto eroico di un pugno di proletari che, armati di soli coltelli, hanno avuto il coraggio di attaccare una cittadella e un esercito di 40.000 soldati tra i migliori d’Europa”. La piazza che ricorda il tentativo di insurrezione proletaria è oggi la porta d’accesso del quartiere più alto borghese di Milano. Vediamo le principali attrazioni.
#1 Torre Allianz, il grattacielo “infinito” con il più grande murale del mondo
Credits Andrea Cherchi – Grattacielo Allianz
Il “Dritto” o Torre Allianz è l’edificio più alto d’Italia al tetto, 209 metri, e per numero di piani, 50. Per la sua struttura, che dà l’idea di un grattacielo senza una fine, viene soprannominato anche “endless tower”. Contando l’antenna arriva a 260 metri. Sulla sua sommità si trova come da tradizione una copia della Madonnina. Progettato dell’architetto giapponese Arata Isozaki assieme ad Andrea Maffei il grattacielo ospita al suo interno il più grande murale del mondo: Il giro del mondo in 50 piani. Realizzata dai dipendenti del gruppo Allianz si sviluppa lungo le le scale che salgono fino al tetto.
#2 Torre Hadid, lo “storto” che sembra scomparire nel cielo
Credits pietmassuger – Lo Storto
Lo “Storto” o Torre Hadid è il secondo grattacielo per altezza di Citylife. Disegnato dalla compianta Zaha Hadid, ha un’altezza di 177 metri per 44 piani e si contraddistingue per il suo movimento torsionale che diminuisce più si sale verso l’alto fino a scomparire del tutto negli ultimi piani.
#3 Torre Libeskind, il “curvo” con la corona che si ispira alle cupole rinascimentali
Credits: @deangelinadia (INSTG)
L’ultimo arrivato tra i grattacieli di Citylife è il “Curvo”, o Torre Libeskind, terminato nel 2021. Alto 175 metri per 30 piani ospita circa 3.000 dipendenti del società di revisione Pwc, ha un profilo inconfondibile che salendo verso l’alto esce sempre più dalla sagoma di partenza curvandosi verso l’interno. Sulla sua sommità una corona ispirata alle cupole rinascimentali italiane, un blocco in vetro e acciaio di oltre 30 metri, completa il profilo curvo della struttura.
#4 Lo shopping district, il centro commerciale urbano più grande d’Italia
Citylife Shopping District
Sotto le “Tre Torri” si sviluppa il City Life Shopping District è il più grande distretto urbano dedicato al commercio in Italia con 80 negozi, 1 supermercato, 20 ristoranti e bar, 7 sale cinema per un totale ben 1.200 posti e un poliambulatorio Humanitas. Lo Shopping District è composto da 3 aree collegate tra loro, progettate da Zaha Hadid Architects, One Works e dallo studio ’Mauro Galantino e occupa complessivamente una superficie di 32mila metri quadrati. Al centro si trova poi una piazza all’aperto circondata da locali e negozi.
#5 Le Residenze Hadid, le grandi residenze di lusso a forma di scocca navale
Residenze Hadid Citylife
Oltre al commercio e al terziario nel nuovo quartiere milanese alcune aree sono destinate al residenziale. Le residenze Hadid, conosciute anche come “City Life Milano residential complex”, sono composte di sette grandi palazzi dai 5 ai 13 piani dove lo stile, il verde e la tecnologia sono i grandi protagonisti, che si sviluppano su 38.000 mq. Tutti gli edifici sono caratterizzati dalle stesse linee morbide e dai grandi balconi ricurvi che ricordano le navi da crociera. Al centro si trova un grande giardino pubblico su cui si affacciano queste residenze di lusso.
#6 Le Residenze Libeskind, con imponenti facciate dalle geometrie asimmetriche
Credits: Valter Repossi – Urbanfile
Le residenze Libeskind si caratterizzano per le imponenti facciate dalle geometrie asimmetriche, in dialogo a distanza con le residenze Hadid, e per uno stile costruttivista voluto dal suo progettista. In totale sono otto palazzi con un’altezza che varia dai 5 ai 13 piani, 380 appartamenti di varie dimensioni e uno spazio occupato di oltre 150mila metri quadri a cui si aggiunge il giardino interno.
#7 Palazzo delle Scintille, l’edificio “superstite” della fiera in Art Nouveau
Credits: Andrea Cherchi – Palazzo delle Scintille
L’unico edificio superstite della vecchia feria è il Palazzo delle Scintille, in stileArt Nouveau, realizzato nel 1923 e progettato dall’architetto Paolo Vietti Violi per ospitare un velodromo all’interno della vecchia fiera campionaria. Dopo anni di abbandono è stato recuperato grazie a un restauro conservativo e diventerà uno spazio che ospiterà eventi espositivi, ludici, musicali e sportivi.
#8 Gli orti fioriti, la campagna all’ombra dei grattacieli
Credits Andrea Cherchi – Orti Citylife
La natura in città: gli Orti Fioriti di City Life. Il progetto coinvolge l’associazione Orticola lombarda con l’obiettivo di promuovere il sapere e la tradizione italiana di orticoltura e giardinaggio. L’area di 3.000 mq è gestita dalla società che ha sviluppato City Life e curata dalla Cooperativa del Sole e al suo interno il visitatore può scoprire molte varietà di fiori, piante e ortaggi come si fosse in aperta campagna ma all’ombra dei grattacieli.
#9 Parco City Life, uno dei più grandi parchi cittadini che accoglie la varietà del paesaggio lombardo
Parco Citylife
Il quartiere di Citylife si contraddistingue per avere l’area pedonale più grande di Milano e una delle più grandi d’Europa e al suo interno c’è uno dei parchi più grandi della città: quasi 170.000 mq di verde pubblico. Il progetto paesaggistico riflette le caratteristiche di una città che accoglie in sé la varietà del paesaggio lombardo, ricreando il microcosmo di Milano e del suo territorio, in un’alternanza di prati e zone boscate, numerose aree di sosta, uno spazio dedicato al fitness e con disponibilità di wifi gratuito.
#10 ArtLine, la galleria di arte moderna all’aperto nel parco
Coloris
Il parco ospita una galleria di arte moderna all’aperto: il suo nome è ArtLine ed è un progetto promosso dal Comune di Milano. Si tratta di un percorso articolato in oltre 20 opere permanenti, 8 selezionate attraverso un concorso per artisti under40 e le altre di artisti internazionali già affermati, visitabili gratuitamente 7 giorni su 7 passeggiando tra i vialetti del parco.
Tra le opere troviamo il Beso, il “bacio” tra due grandi rocce, Coloris che raffigura il planisfero terrestre e cento pali metallici di color pastello, la rivisitazione delle bocchello delle fontanelle milanesi (i draghi verdi) e Hand and foot for Milan, una mano e un piede dalle dimensioni gigantesche costruite in mattoni.
Sulla fanpage di Milano Città Stato abbiamo posto questa domanda ai milanesi: “Dove ami mangiare a Milano?”. Vediamo i locali preferiti dai lettori.
Dove MANGIARE a Milano vicino a casa TUA: 3 OPZIONI per ognuno dei 9 MUNICIPI
# Municipio 1
Terrazza Palestro
Credits terrazzapalestro IG – Terrazza Palestro
La Terrazza Palestro si affaccia sui giardini pubblici Indro Montanelli, al quarto piano del Centro Svizzero di Milano. Uno dei rooftop d’eccellenza a Milano, si contraddistingue per il connubio perfetto tra i sapori della cucina italiana e la vista sorprendente sui giardini Montanelli.
Indirizzo: via Palestro, 2
La Schiscetteria
Credits laschiscetteriamilano IG – La Schiscetteria
La Schiscetteria è una piccola gastronomia vegetale nel cuore di Porta Romana. Si presenta come un unico ambiente con pochi tavoli dove il protagonista è il banco gastronomico con preparazioni giornaliere da gustare.
Indirizzo: via Lattuada 17
Rovello 18
Credits mashalexandrova IG – Via Rovello 18
Il Rovello 18 nasce da una lunga tradizione di famiglia, nel 1950 il bisnonno ha ottenuto il riconoscimento della stella Michelin per la sua cucina legata al territorio. Inaugurato nel 2022 dalla nipote Cinzia il ristorante propone una cucina ricercata e genuina accompagnata da una ricca e selezionata cantina.
Indirizzo: via Tivoli 2
# Municipio 2
Spazio Caroli12
Credits spaziocaroli_12 IG – Spazio Cairoli 12
Spazio Caroli 12 nasce da un’iniziativa di Fondazione Pino Cova dalla forte vocazione sociale, in una location con un grande giardino. Questo bistrot solidale offre colazioni artigianali, pranzi, aperitivi e cene a base di ingredienti di altissima qualità.
Indirizzo: via Luigi Caroli 12
Hostaria La Baita
Credits nishikawa_kazu IG – Hostaria la Baita
Hostaria La Baita è una braceria e grigliera con una lunga tradizione a Milano, aperta oltre 50 anni fa. Si trova a pochi passi dalla Stazione Centrale e si distingue per un’ottima selezione di carni e prodotti del territorio.
Indirizzo: via Roberto Lepetit 29
Trattoria Mirta
Credits kollective.moda IG – Trattoria Mirta
Mirta Trattoria nasce nel 2007, su iniziativa dello chef uruguayano Juan Lema e la sua compagna milanese Cristina Borgherini, offrendo una cucina di terra, stagionale e ispirata alle ricette della tradizione regionale italiana.
Indirizzo: piazza S. Materno, 12
# Municipio 3
La Colubrina
Credits jacqualynnmelfi IG – La Colubrina
La Colubrina è un ristorante vegetariano-vegano con una proposta fatta di antipasti, primi e secondi con un tocco vegano creativo, vini biologici, il tutto nella cornice di un ambiente elegante in stile rétro.
Indirizzo: via Felice Casati 5
Glauco
Credits glaucomilano IG – Glauco
Ristorante Glauco è un angolo milanese di pace e di relax, nella zona di Porta Venezia, dove poter gustare menù stagionali sempre innovativi e con sorprendenti contrasti.
Indirizzo: via Achille Maiocchi, 29
La Risacca Blu
Credits larisaccablu IG – La Risacca Blu
La Risacca Blu ha inaugurato nel 2000 ed è ormai un’istituzione per la zona. Si presenta con un arredamento in stile marinaro e la sua specialità è il pesce freschissimo esaltato al massimo in ogni piatto, dall’antipasto al secondo.
Nel suggestivo borgo medioevale di Monluè nasce nel 1450 l’Antica Trattoria Monluè, inaugurata nel XVI secolo da Filippo Boncompagni, cardinale nipote di Papa Gregorio XIII. Un ambiente accogliente e rasserenante, in stile rétro con trompe-l’œil, pianoforte e giardino d’inverno, dove vengono proposte le tipiche specialità lombarde.
Indirizzo: via Monluè, 75
Osteria Tajoli
Credits silviadigio7 IG – Osteria Tajoli
Osteria Tajoli, con affaccio sullo futuro quartiere di Scalo Romana, è intitolata al grande cantante melodico Luciano e propone una cucina classica milanese. Dal risotto gorgonzola e zucchine, alle caserecce fave e pancetta, per arrivare allo stinco, alla cotoletta e alle polpette al sugo.
Indirizzo: Via Brembo, 11
Giulio Pane e Ojo
Credits giuliopaneeojo IG – Osteria Giulio Pane e Ojo
Giulio Pane e Ojo è uno dei ristoranti romani più apprezzati e conosciuti di Milano, nella strada più “romana” di Milano, via Muratori. La tipica osteria che ha in menù i principali piatti tipici della tradizione capitolina, tra questi troviamo: bucatini all’amatriciana, spaghetti cacio e pepe e rigatoni alla pajata.
Indirizzo: via Lodovico Muratori 10
# Municipio 5
Al Garghet
Credits: flwaless.life – Al Garghet
In mezzo ai campi del Parco agricolo Sud c’è un ristorante che pur essendo a Milano, sembra trovarsi altrove: Al Garghet. Il menù è scritto rigorosamente in milanese, la cucina è infatti solo locale, e mette a disposizione sale interne per i periodi più freddi dell’anno e un ampio giardino perfetto per l’estate.
Indirizzo: via Selvanesco 36
Fuorifusto
Credits fuorifusto IG – Fuorifusto Birrosteria
Fuorifusto è una “birrosteria” che unisce la carne cucinata in bassa temperatura e affumicatura alla birra artigianale del birrificio i Tri Bagai. In un ambiente informale si possono mangiare ottima carne insieme ad alcune delle migliori birre milanesi.
Indirizzo: via Silvio Spaventa 19
La Cantinetta
Credits dario_lupo_11 IG – La Cantinetta
La Cantinetta è una tipica trattoria toscana famosa per tagliate e Fiorentine. Aperta dal 1957 mantiene ancora gli arredamenti originali ed è diventata ormai una meta imperdibile per gli amanti della carne.
Indirizzo: via Ripamonti 19
# Municipio 6
Osteria dei Binari
@osteriadeibinari IG
Osteria dei Binari è una trattoria a due passi dalla stazione di Porta Genova che pare nasca da una scommessa. Propone cucina tipica milanese e un gran bel giardino per le serate d’estate in compagnia, ma anche da soli. Un vecchio angolo di Milano che è cresciuto insieme alla metropoli e parla ancora meneghino.
Indirizzo: via Tortona, 1
Chiosco Bar Isola Verde
Credits Chiosco Isola Verde di Mimmo e Anna Fb – Chiosco Isola Verde di Mimmo e Anna
Chiosco Bar Isola Verde è un chioschetto tra piccole aiuole, un minimal fast food grande come un edicola di giornali. Si può scegliere tra una vasta tipologia di panini, tutti buonissimi e ben farciti.
Erba Brusca, un delizioso locale sul Naviglio Pavese con spazio per mangiare all’aperto e un orto privato. Si contraddistingue per una proposta ricca di prodotti a km0 e si può optare per un percorso di degustazione, oppure provare il menù alla carta.
Indirizzo: Alzaia Naviglio 286
# Municipio 7
Ristorante pizzeria La Primula
Credits doctor_on_travel IG – Ristorante pizzeria La Primula
Il ristorante pizzeria La Primula è una trattoria classica con murales rurali alle pareti in zona Fiera. Propone una cucina mediterranea, con antipasti, primi, pesce e frutti di mare e una discreta carta di vini regionali.
Indirizzo: via Spagnoletto 19
Osteria Molo 13
Credits tulliocarlo IG – Osteria Molo 13
Il ristorante Osteria Molo 13 si propone dal 1983 come il primo ristorante di cucina Sardomarinara a Milano, con un menù che punta in particolare su antipasti crudi sempre freschissimi, sulla bottarga, l’aragosta alla catalana e la fregola.
Indirizzo: via Pietro Rubens 13
Osteria alla Grande
Credits luca.comel IG – Osteria alla Grande
Osteria alla Grande è tutto quello che ci si può aspettare da una classica osteria milanese: prezzi bassi, cucina casalinga, familiarità nei modi. Tra i piatti troviamo risotti, tagliatelle con funghi porcini, ravioli al brasato e gnocchi fatti a mano, pappardelle al sugo di lepre, la vera trippa vera alla milanese e l’immancabile cassoeüla con le verze e la polenta.
Indirizzo: via delle Forze Armate, 405
# Municipio 8
Ristorante Pizzeria Garden
Credits ristorantegarden_milano IG – Ristorante Garden Milano
Il Ristorante pizzeria Garden propone un ampio menu di carne, pesce e una pizza a lunga lievitazione cotta a legna. Il locale si presente con arredi semplici e ampie vetrate verso l’esterno.
Indirizzo: via Sabatino Lopez 9
Pizzeria da Giuliano
Credits pizzeriadagiuliano IG – Pizzeria da Giuliano
Pizzeria da Giuliano, nel cuore di Chinatown, è il locale perfetto per mangiare un’ottima pizza al trancio. Tra gli ingredienti di qualità scelti dalla storica pizzeria, aperta dal 1969, c’è la mozzarella italiana del Monte Penice.
Indirizzo: via Paolo Sarpi 60
Rizzo Come a Casa
Credits rizzocomeacasa IG – Rizzo come a casa
Il ristorante “Rizzo come a casa” mette in tavola i piatti della tradizione riletti in chiave innovativa dando luogo a sapori piacevoli, frutto di una produzione rigorosamente artigianale.
Indirizzo: Via Varesina 163
# Municipio 9
Al Pizzino
Credits al_pizzino IG – Al pizzino
Al Pizzino è il ristorante del quartiere Isola specializzato in pinsa romana, con decine di varianti, a cui affianca pizze al trancio arancini siciliano e panuozzi napoletani, tutti realizzati con ingredienti artigianali di alta qualità.
Indirizzo: Via Pietro Borsieri 24
Ristorante La Pianta
Credits phobiax777 IG – Ristorante la Pianta
Il Ristorante “La Pianta”, aperto dal 1944, è uno dei locali storici di Affori. All’interno si presenta con pareti affrescate e lampadari a goccia e la sua proposta culinaria si concentra su pizza e specialità di pesce.
Il nome, Veganfruttariano – Sound of ’70s, spiega già molto del locale. È il ristorante del famoso discobar Sound of ’70s, l’unico in Italia dedicato ai suoni ed alle immagini degli anni ’70 e ’80 con vinili e video originali, e che offre solo una cucina adatta a vegani e fruttariani.
È l’estate di San Martino anche a Milano, con mercatini e concerti. Ci sono anche eventi nazionali dedicati al vino e al caffè. Scopriamo il weekend di Milano 11-14 novembre
Weekend dell’ESTATE DI SAN MARTINO a Milano: gli appuntamenti da non perdere dall’11 al 14 novembre
#Venerdì 11/11: inaugurazione di mostre al Mudec e al Carroponte, la musica di Chainsmokers, Marco Carola e un dream team di jazz
Chainsmokers – Credits: Live Nation
Robert Capa: inaugura al Mudec di via Tortona 56, la mostra con 80 stampe originali di uno dei photoreporter più famosi al mondo. A 110 anni dalla nascita, un testimone del secolo breve viene omaggiato con una mostra fotografica che dura fino al 19 marzo 2023.
Tecnomemorie, Fossili del presente: il rapporto tra tempo, materia e memoria, l’affettività e il digitale, viene esplorato al Carroponte di via Piranesi 10, grazie all’installazione di Teresa Prati. Alle 18.30 apre l’installazione; la serata prevede anche la proiezione di Not even a God can understand a girl with a smartphone, di Jennifer Victoria Barberi.
Una Volta nella vita: la storia di un musicista di strada di Dublino, a cura della Compagnia della Rancia e per la regia di Mauro Simone. Debutta al Teatro San Babila, corso Venezia 2, alle 20.00.
Pane e Musica: si parla di imprenditoria culturale milanese, con le storie della Scala, del Piccolo e del Dal Verme, partendo dallo slogan di Antonio Greppi. Al Teatro Dal Verme di via S. Giovanni sul Muro 1, alle ore 20.00. Letture da Laura Morante.
Chainsmokers: imperdibile concerto per gli amanti della musica elettronica. Alex Pall e Andrew Taggart portano a Milano, al Lorenzini District di via Lorenzini 3, il loro Europe Tour 2022. Inizio alle 21.00.
Aziza: dream team del jazz, creato dal leggendario contrabbassista Dave Holland e altre stelle del jazz, in scena al Blue Note di via Borsieri, con inizio alle 20.30.
Marco Carola: il dj, produttore e compositore, farà ballare il pubblico al Fabrique di via Fantoli, ospite della rassegna Vision dedicata alla musica elettronica. Inizio serata alle 23.30.
#Sabato 12/11: celebrazione a San Martino, teatro per e con i bambini, una cena con delitto e visite guidate al Cenacolo. La musica vede in scena The Script, Alt-j e l’organo più grande d’Italia nel Duomo
L’organo del Duomo – Credits: Duomo di Milano
Il Sabato di Lambrate: edizione speciale per il consueto mercatino che prende vita a Lambrate, in via Conte Rosso dalle 10.00 alle 19.00. Questa settimana si festeggia l’estate di San Martino con laboratori, balli e artisti di strada, insieme a 70 espositori di artigianato.
Little Market: secondo e ultimo appuntamento del mese con il mercatino del collezionismo e design Made in Italy di Piazza S. Eustorgio. Inizio mattutino alle ore 8.00.
I giardini dell’eternità: visita guidata di circa 120 minuti al Cimitero Monumentale, con ritrovo all’ingresso principale del museo a cielo aperto di Milano. Info QUI
La bella e la bestia: la favola per bambini è di scena al Teatro Manzoni. Spettacolo pomeridiano con inizio alle 15.30.
Leonardo e Bramante alle Grazie: visita guidata al Cenacolo Vinciano al Refettorio di Santa Maria delle Grazie. Inizio alle 15.30, ritrovo all’ingresso della Basilica e info QUI
Orizzonti: apre alle 17.30, presso la Click Art in Via dall’Occo 1 a Cormano, una mostra collettiva che resta in allestimento fino al 24/11. 50 gli artisti chiamati a sperimentare sul tema degli orizzonti.
Chiamami, se vuoi, Fantasia: musical per bambini, interpretato da coetanei e diretti da Mitzi Amoroso. In scena a giorni alterni fino al 4 dicembre, al Teatro Ariberto di di via Danele Crespi 9.
Sonorità organistiche in Duomo: inizia per Santa Maria Nascente l’avvicinamento per il tempo dell’Avvento e del Natale. Alle 16.45 e alle 17.15 di ogni sabato, è possibile ascoltare il suono delle 15.800 canne dell’organo più grande d’Italia, affidato al Maestro Alessandro La Ciacera. Il programma completo QUI
Il delitto della scala B: cena con delitto alla Corte della Risaia di via Bardolino 30. Ricco menu e spettacolo alle 20.30 circa.
Volare è umano. Atterrare è divino: se il mondo funzionasse come gli aerei, sarebbe un posto migliore. Questo il concetto dello spettacolo che Enrique Piñeyro porta al Teatro Lirico – Giorgio Gaber, dopo 7 anni di repliche sold out in Argentina e Spagna. Riflessioni e divertimento alle ore 20.45, in scena fino al 4 dicembre.
The Script: recupero della data annullata in precedenza dalla band irlandese. Greatest Hits Tour 2022 in scena dalle 21.00 al Fabrique di via Fantoli 9.
Alt-J: il Dream Tour 2022 torna a Milano, al Mediolanum Forum, per incontrare la band indie rock inglese. L’inizio dello spettacolo milanese è per le ore 21.00.
Di fiabe, visioni e chiara luce: 25ma edizione dell’Estate di San Martino alla chiesa di piazza San Martino 2, con il concerto di pianoforte con il M° Davide Cabassi. Il concerto inizia alle 21.00 e ha in programma musiche di Robert Schumann e Modest Musorgskij.
Adriatique ft. B.Converso: gli Adriatique, affiancati in console da B. Converso, sono in clubbing all’Amnesia di via Gatto, angolo Forlanini, dalle 23.30.
#Domenica 13/11: i tour alla scoperta della M4 e del foliage di Milano, la musica dei The HU – dalla Mongolia – Amorphis ft. Eluveitie, Kodaline e Cesare Cremonini. Il campionato saluta il 2022
Cesare Cremonini – Credits: Varese News
Hai voluto la M4? Ora cammina!: con la scusa dell’inaugurazione della linea M4, si va a spasso alla scoperta di Milano, da Linate a Piazza Tirana, usando la linea blu come guida per l’itinerario. Organizza Christian Busato, info e prenotazioni QUI
Vecchi libri in piazza: libri antichi e da collezione che è possibile ammirare e trovare in Piazza Diaz, al mercatino che apre dalle 9.00 alle 17.00.
AbbracciaMi Foliage Edition: biciclettata di 30 km sull’itinerario ciclabile di AbbracciaMI, nei parchi cittadini per (ri)scoprire il foliage di Milano. Ritrovo alle ore 9.30 alla Cascina Nascosta di viale Alemagna. Durata 4 ore circa.
HPE Safe2Web: workshop dedicato alla sicurezza on-line dei minori e alla consapevolezza digitale. Presso HP Enterprise in via Giuseppe di Vittorio 9, a Cernusco S/N dalle 10.00 alle 13.00.
Terrarium: workshop al Tempio del Futuro Perduto in via Luigi Nono 9, dalle 11.00 alle 17.00. Si imparerà a creare un piccolo ecosistema autosufficiente, all’interno di un contenitore di vetro.
Il Tardo-Romantico tra emozione ed espressione: concerto speciale per violino e pianoforte Conservatorio Verdi di Milano. Alle 17.30 presso Heracles Gymnasium in via Padova 21.
The Hu: folk metal dalla Mongolia direttamente a Milano, all’Alcatraz di via Valtellina 25. La band porta Black Thunder tour con inizio alle ore 20.00.
Amorphis ft. Eluveitie: non solo le due band, ma anche due guests molto speciali, sul palco del Live Club di via Mazzini 58 a Trezzo s/Adda, con inizio alle 20.00.
Kodaline: al Fabrique di via Fantoli è di scena la band irlandese che propone il suo Our Roots Run Deep Tour. Inizio alle ore 21.00.
Cesare Cremonini: un suggestivo sound design di pianoforte e voce, per ascoltare e cantare i grandi successi del presente e del passato, insieme al cantautore bolognese. Apre il sipario domenica 13 al Forum di Assago alle 20.45 e replica lunedì 14.
Milan Fiorentina: ultima giornata di campionato prima della sosta per i mondiali. L’arrivederci al 2023 a San Siro lo danno Milan e Fiorentina.
#Per tutto il fine settimana: Vino, Caffè e Hi-End sono gli ingredienti di 3 grandi fiere milanesi, passeggiate al Parco Nord, la prima volta di Turi Heisselberg Pedersen in Italia e ascoltiamo Lee Ritenour per due giorni al Blue Note
Latte art – Credits: StockSnap, Pixabay
Milano in Vino + Wine & Sound: fiera nazionale del vino da venerdì a domenica in piazza Città di Lombardia, che porta a Milano le piccole e grandi cantine della Lombardia e dell’Italia. Degustazioni e door delivery imperdibile per gli amanti del nettare d’uva.
Milan Coffee Festival: debutta sabato 12, al Super Studio Più di via Tortona, l’evento “con il più alto tasso di caffeina del mondo”. Degustazioni, workshop e latte art fino a lunedì compreso.
EICMA: fino a domenica 13 Novembre il più importante salone delle due ruote d’Italia. Alla Fiera Milano.
I have a dream: primo weekend della mostra contro tutte le discriminazioni alla Galleria MA-EC di Palazzo Durini, con le opere di 50 artisti internazionali. Visitabile fino al 19 dicembre (escluse domeniche e lunedì), dalle 18.00. Ingresso da via Santa Maria Valle 2.
Milano Hi Fidelity: sabato e domenica all’Hotel Melià di via Masaccio 19, sbarca l’edizione milanese della più importante rassegna nazionale dedicata agli appassionati dell’Hi-End. Ingresso gratuito (con registrazione obbligatoria) dalle 9.00 alle 19.00.
Cammina, Foreste Urbane 2022: tre passeggiate per ascoltare e osservare gli alberi del Parco Nord Milano, a cura della Cascina Centro Parco e con partenza dall’ingresso in Viale Suzzani. Info e prenotazioni su Eventbride.
Fragments from a garden: primo fine settimana delle prima mostra italiana di Turi HeisselbergPedersen. Alle Officine Saffi, di via Aureli Saffi 7, in esibizione fino al 23 dicembre.
Ho fatto il classico: lo spettacolo di Pierluca Mariti è di scena per tutto il fine settimana al Teatro Franco Parenti di via Pierlombardo 14. “È tutto molto attuale”, anche se lo hai imparato al liceo ed è stato scritto secoli o millenni fa.
Futuropoli: ovvero la città del domani progettata dai bambini, chiamati nell’ambito della Milano Digital Week a immergersi nei panni di archistar in erba alla Junior Lab di ADI Design di piazza Compasso d’Oro 1. I laboratori gratuiti si terranno sabato alle 14.30 e domenica alle 11 e alle 14.30.
Lee Ritenour: il chitarrista californiano, vincitore di numerosi Grammy, è di scena sabato (alle 20.30) e domenica (con un doppio spettacolo alle 20.30 e alle 22.00) al Blue Note di via Borsieri.
Forse il mondo è davvero cambiato dal 2020 in poi. Milano sta assistendo a una trasformazione radicale. Il 73% di chi vive in centroha dichiarato che vorrebbe spostarsi in periferia o nell’hinterland. Ovunque in Occidente le città vivono una crisi di identità con i cittadini che si spostano nelle aree di campagna. Anche negli USA si stanno verificando fenomeni migratori insoliti: ci si sposta da uno stato all’altro e si registrano record nel trasferimento dagli States al Messico, proprio dove fino a un tempo il problema era l’opposto, con l’immigrazione incontrollata. Vediamo alcuni estratti dal sito zerohedge.com su dati di bloomberg.com.
Gli americani si stanno trasferendo in Messico al ritmo più alto da quando le statistiche sono diventate disponibili per la prima volta nel 2010, con le richieste di status di residente temporaneo che salgono alle stelle dell’85% rispetto ai livelli del 2019.
Il Messico ha concesso 8.412 permessi di questo tipo nei primi tre trimestri di quest’anno, rispetto ai 4.550 nello stesso periodo del 2019. Nello stesso periodo, le borse di residenza permanente messicane sono aumentate del 48% , raggiungendo 5.418.
“Quella che è iniziata come una fuga dalla pandemia per gli americani in cerca di destinazioni convenienti con poche restrizioni di Covid-19 sembra diventare strutturale”, riferisce Bloomberg .
americani in messico – zerohedge.com
# Identikit dell’americano in fuga
Non si tratta solo di pensionati che cercano brezze calde e un basso costo della vita. L’aumento è anche trainato in parte dalla tendenza al lavoro a distanza, incoraggiata dal governo messicano.
Il Messico rende facile per gli americani lavorare a sud del confine. Un visto turistico ti consente di lavorare lì per un massimo di sei mesi, a condizione che tu riceva il pagamento al di fuori del Messico. Molti americani estendono ripetutamente quel lasso di tempo semplicemente tornando negli Stati Uniti e quindi rientrando in Messico con un nuovo visto, riavviando l’orologio a 180 giorni.
Dato questo quadro, i permessi di soggiorno temporanei rappresentano solo una frazione del numero effettivo di americani che vivono a tempo indeterminato in Messico . Il Dipartimento di Stato americano stima il numero a 1,6 milioni.
# Le preoccupazioni dei messicani
Città del Messico è la destinazione principale, e questo è motivo di controversia nella città che è più popolosa di New York e ospita un quinto dell’intera popolazione del paese: “L’aumento degli americani che rimangono più a lungo turba alcuni locali preoccupati per il costo della vita, specialmente in alcuni dei quartieri storici che sono la loro principale destinazione a Città del Messico. I social media sono pieni di lamentele sui cosiddetti nomadi digitali e sul loro presunto impatto sull’aumento degli affitti.”– Bloomberg
Il governo di Città del Messico, tuttavia, sta accogliendo a braccia aperte l’afflusso. La scorsa settimana, i funzionari della città hanno annunciato un’iniziativa con Airbnb per promuovere la città come luogo ideale per i lavoratori a distanza.
# Il boom del quartiere cool di Città del Messico
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“Vogliamo ora promuoverlo ancora di più”, ha affermato il sindaco di Città del Messico Claudia Sheinbaum, che ha cercato di dissipare i timori che il flusso di americani stesse spingendo gli affitti più alti. “La maggior parte dei nomadi digitali predilige quartieri costosi”, ha affermato Sheinbaum, “come Condesa, Rom e Polanco. Gli affitti a Condesa, che l’ Evening Standard del Regno Unito ha soprannominato “il quartiere più cool di Città del Messico”, sono aumentati del 32% nella prima metà del 2022.
Uno di questi nomadi americani è stato descritto in un recente servizio della CNN. Erik Rodriguez, un analista di sviluppo economico di 37 anni per un’agenzia con sede negli Stati Uniti che parla poco spagnolo, si è trasferito a Città del Messico per risparmiare denaro e godersi lo stile di vita. In tal modo, si è trasferito da un monolocale a San Diego a un appartamento con una camera da letto a Città del Messico e ha ridotto il suo affitto da $ 2.500 a $ 800.
# Impatto sui prezzi e scarsa integrazione degli americani con i locali
Credits: meteoweb.eu Città del Messico
Dall’altro lato della medaglia, “I prezzi sono molto più alti”, ha detto uno dei cinque fratelli che avevano rilevato l’attività dal padre, un ristorante. “È difficile perché molti di questi stranieri vengono e hanno un sacco di soldi da poter spendere per questi appartamenti e gli affitti”.
Altri si lamentano del fatto che le ultime ondate di americani fanno poco sforzo per imparare lo spagnolo e si aspettano che i dipendenti dei ristoranti e dei negozi che frequentano parlino inglese. “Non è che ci sia interesse a partecipare e comprendere la cultura locale qui”, ha detto alla CNN un locale .
Nonostante il malcontento, non ci si aspetta che il governo messicano inizi a costruire il proprio muro: gli americani in Messico hanno generato entrate per 11,5 miliardi di dollari per il paese solo nei primi cinque mesi di quest’anno. Nel frattempo, la continua frammentazione della società americana farà sì che molti altri gringo lanceranno i loro occhi erranti a sud del confine.
I milanesi hanno molto a cuore la loro città. E soffrono molto quando vedono qualcosa trascurata o, peggio, in degrado.
10 LUOGHI di MILANO da rimettere a POSTO
#1 L’area della Stazione Centrale
Andrea Cherchi – Stazione Centrale
L’area della Stazione Centrale è ormai da tempo simbolo di degrado. Spiace particolarmente perché rappresenta la porta di accesso alla città per chi viene da fuori. Malgrado i presidi delle forze di polizia e alcuni interventi di riqualificazione, presenta ancora numerosi punti pericolosi. Tra questi il sottopassaggio della metropolitana che arriva da via Vitruvio, “un percorso da brividi dopo le 19” come dice Gabrijela, il lato destro di Piazza Duca d’Aosta guardando frontalmente la stazione e lo slargo successivo vero la torre in demolizione dell’ex hotel Michelangelo.
#2 Le cascine abbandonate
@lucacaroleo IG – Cascina abbandonata Milano
Le cascine sono un patrimonio storico-culturale di Milano e del suo hinterland. Purtroppo sono ancora poche quelle recuperate o in fase di ristrutturazione, mentre sono ancora decine quelle abbandonate e che potrebbe rinascere per nuovi usi. Tra le note dolenti troviamo quelle del Parco Lambro, Cascina Boffalora in zona Calvairate e diverse nella periferia sud della città.
#3 Via Padova e alcuni tratti di viale Monza
Via Padova è oggetto di una riqualificazione che dovrebbe migliorarne l’aspetto e la fruizione, ma ci vorrà tempo prima di vederne i risultati. Per Viale Monza non c’è alcun progetto di riqualificazione soprattutto per alcuni tratti, riguardo a marciapiedi e caseggiati.
Il Giambellino insieme al Lorenteggio è uno degli storici quartieri popolari che hanno avuto poca considerazione negli ultimi decenni da parte delle amministrazioni con conseguente aumento di degrado, disordine e sporcizie. Soprattutto le case popolari sono in pessime condizioni. Un progetto di riqualificazione è in corso ma forse non baserà a ridare la giusta dignità a questa zona di Milano, anche se in molti sperano che con l’arrivo della M4 il quartiere possa riprendere quota. E decoro.
Un altro dei luoghi che attende di rinascere e che si spera venga riportato al più presto ai vecchi splendori è il Lido di Milano. Per decenni è stato il lido dei milanesi, dove prendere il sole, fare il bagno e praticare sport all’aperto, una struttura bellissima. I lavori di ristrutturazione, rinviati più volte, dovrebbero partire nel 2023.
#6 I bagni della stazione Cadorna
Credits: 3giorniamilano.it – Piazzale Cadorna
La stazione Cadorna è una delle più utilizzate dai pendolari lombardi, qui passano anche le linee metropolitana M1 e M2, ma i bagni al suo interno sono un disastro: sporchi, in cattivo stato e spesso rotti. Non va meglio per i bagni pubblici delle altre stazioni dei treni o delle metropolitane e in generale di quelli in città che risultano molto più vicini a quelli di un paese del terzo mondo che a una metropoli europea.
#7 Piazza Mercanti e la sua loggia
@elenaflautomilano IG – Loggia dei Mercanti
Pure in pieno centro storico, a poche decine di metri da Piazza del Duomo, si trova una nota dolente che sarebbe da rivalorizzare: Piazza Mercanti con la sua loggia. Dalle vetrine del McDonald’s con affaccio sulla piazza ai graffiti e rifiuti nella loggia, per non parlare del nuovo monumento in memoria dei partigiani utilizzato come bivacco, questa meraviglia della cittànon viene per nulla valorizzata e nemmeno protetta da usi impropri e imbrattamenti. E dire che si tratta di “un autentico gioiello”, come ricorda Sandro Trapella.
#8 Lampugnano
Lampugnano
Il terminal di Lampugnano è la stazione di arrivo e partenza per chi si muove da e verso all’estero in pullman. Qui è presente anche la stazione della metropolitana M1. Dovrebbe essere una delle porte di accesso dei turisti stranieri a Milano e invece è uno spettacolo raccapricciante: sporcizia, degrado e una struttura da terzo mondo. Forse il peggiore terminal bus tra le grandi città d’Europa. Peggiora anche lo spettacolo l’abbandono del vecchio Palatrussardi, cattedrale cadente che svetta sopra il terminal. Nell’insieme uno dei più degradati luoghi di Milano.
@la_nipote_di_zio_canuzzo IG – Parco di via Cermenate
La zona è diventata un punto di ritrovo e spaccio soprattutto nel parco. A questo si aggiungono panchine e giochi rotti, immondizia e le auto in sosta nel perimetro oggetto di atti vandalici: finestrini sfondati e segni sulle carrozzerie. “Sembriamo a Belgrado durante la guerra” ci scrive Michele.
#10 Il primo tratto di Via imbonati
Foto 2 Redazione – Via Imbonati
Il primo tratto di via Imbonati, circa 100 metri, è un altro di quei pezzi che Milano sta perdendo. Si parte con un’infilata dei peggiori condominii rappresentativi delle decadi ’60-’70, poi delle palazzine totalmente in mano agli occupanti abusivi nonostante siano edifici storici, alcune abitazioni da ricostruire e un traffico fuori controllo per la larghezza della strada. Dove, descrive Davide: “gli irregolari vivono ammassati negli appartamenti di ringhiera in pieno decadimento“.
Per chi non ama l’arte, un giro al museo è sempre qualcosa di pesante, un’attività che si fa solo se si è veramente obbligati. “Troppo grandi, troppo lunghi, dopo un po’ mi annoio”, direbbero alcuni. Tralasciando il fatto che una visita al museo, oltre ad arricchire culturalmente, appaga gli occhi, la visita di questo museo sarà talmente corta che non ci sono scusanti, bisogna assolutamente andarci se si è in zona.
Il MUSEO più PICCOLO del MONDO
# Il museo più piccolo del mondo è una cabina telefonica
Credits: @snailyg214 Warley Museum
Il Warley Museum, che prende il nome dal villaggio nello Yorkshire in cui è stato costruito, è nato dal progetto promosso dalla British Telecom “Adotta una cabina”. L’iniziativa chiedeva di ridar vita alle famose cabine telefoniche londinesi e così la comunità di Warley ha deciso di realizzarci un museo. Sì, si è capito bene, il museo più piccolo del mondo non è nient’altro che una cabina telefonica che è già tanto se arriva ad un metro quadrato di superficie.
# Fotografie e oggetti che raccontano la storia del villaggio
Credits: @di_kitts Warley Museum
La Warley Community Association (WCA) ci ha visto lungo, perché con questo rinnovamento della cabina telefonica fuori dal Maybol Inn, uno dei ristoranti più frequentati del quartiere, si è aggiudicata un Guinness World Record: il museo più piccolo del mondo. E poi il museo non è per niente brutto. Bisogna entrare uno alla volta, ovviamente, e all’interno si trovano fotografie e oggetti che raccontano la storia del paese. E mentre si attende il proprio turno, all’esterno c’è una collezione di vecchi fotografie e incisioni che fanno iniziare la visita del Warney Museum già da un giro fuori.
In più, la comunità di Warley non vuole fermarsi. Ha infatti promesso che il Warley Museum sarà un museo dinamico, l‘esposizioni infatti cambieranno periodicamente.
La meta di un percorso magico su di un tram davvero particolare porta ad una vista mozzafiato. Un viaggio ricco di immagini che porta a spalancare gli occhi, si può affrontare in Italia, con meta finale una delle terrazze con vista più belle della penisola.
Il tram più CURIOSO d’Italia
# Panorama triestino
Nei pressi di Trieste è possibile vedere uno dei panorami più belli d’Italia grazie ad un percorso di 5 chilometri a bordo di un piccolo tram. I territori della città ponte tra Italia e Slovenia, culla di cultura, storia e arte italiana, offrono panorami senza tempo e bellezze malinconiche, è proprio quello che gli amanti del passato e i curiosi possono ritrovare a Villa Opicina. Il quartiere triestino, raggiungibile in tram lascia a bocca aperta: la piazza dell’obelisco, infatti, vanta una straordinaria vista sulla città dall’altopiano del Carso. Fotografi dilettanti e non trovano in questo luogo soggetti stupendi per i loro scatti.
Il percorso per raggiungere questa terrazza panoramica è un’esperienza magica: il viaggio si affronta su di un piccolo tram antico, chiamato in dialetto “tram de Opicina”. Il mezzo viaggia dal 1902 da piazza Oberdan fino al quartiere Opicina, appunto, cavalcando i panorami del golfo di Trieste. La meta è un quartiere senza tempo al confine con la Slovenia, che porta allo scoperto la doppia cultura della zona. Nonostante le origini antiche del quartiere, a renderlo celebre è proprio la presenza del tram, che lo collega al centro di Trieste, su di una delle prime tranvie costruite in Europa.
L’antica tramvia porta ad un quartiere altrettanto antico, ci sono testimonianze che affermano l’esistenza di insediamenti già nel 1842, sulla cima del monte dietro all’attuale quartiere. L’esposizione ai venti freddi ha fatto però spostare gli abitanti verso quello che ora è Villa Opicina, dove poi è stato eretto l’obelisco in onore dell’Imperatore Francesco I, che fu il responsabile per la costruzione della strada che da Trieste portava al luogo nel 1830. L’obelisco è famoso anche per essere il punto di partenza della strada Napoleonica, conosciuta anche come strada Vicentina, uno dei sentieri più celebri della zona triestina, percorso molto frequentato dai turisti proprio grazie alla vista sul golfo, panorama mozzafiato che si può ammirare dal tram de Opicina.
Riaprire subito il Naviglio di Melchiorre Gioia o no?
Da anni si dibatte sulla riapertura dei Navigli. Un referendum del 2011 ne chiedeva lo scoperchiamento integrale per realizzare poi dei nuovi canali che tenessero conto dell’attuale struttura della città, ma nonostante i proclami ancora nulla è stato fatto. L’ultimo progetto prevedeva l’iniziale riapertura di cinque tratti e il primo di questi avrebbe dovuto essere quello di via Melchiorre Gioia. Qui sotto infatti scorre libero il Naviglio e i lavori sarebbero “più facili” che negli altri punti della città. Nell’attesa che arrivino tutti i fondi necessari per la riapertura integrale, saresti d’accordo nel riaprire subito il Naviglio di via Melchiorre Gioia? Rispondi al nostro sondaggio.
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La risposta è volontaria e sarà mantenuta anonima. I risultati non hanno alcun valore statistico.
Se è vero che l’Italia è il paese delle meraviglie storiche, architettoniche e culturali, non possiamo non ricordare che il nostro paese è composto per buona parte da confini marittimi. Che non ci regalano solo località turistiche amate e apprezzate da turisti italiani e non, ma anche dei tesori sommersi di cui pochi sono a conoscenza. L’Italia è infatti un paese che vanta un’importante presenza di relitti subacquei. Pronti per scoprirli? Allora preparate maschera e bombole d’ossigeno.
I RELITTI nei mari d’Italia
# I relitti nei mari d’Italia in Sicilia
Credits: universome.eu Relitto nave Valfiorita
Secondo una stima dell’UNESCO, vi sono oltre tre milioni di relitti navali disseminati sui fondali di tutto il mondo. Nei nostri mari possiamo partire con orgoglio da una delle regioni più rappresentative del Belpaese: la Sicilia. Al largo di Messina, infatti, si trova il relitto della motonave italiana Valfiorita: si tratta di una testimonianza storica molto importante della Seconda Guerra Mondiale e si trova a una profondità di circa 60 metri. L’8 luglio 1943 la nave fu colpita a prua da un siluro lanciato dal sommergibile HMS Ultor della marina britannica sulle coste non lontano da Messina e affondò rapidamente quando si staccò il troncone di prua (più o meno ciò che secondo le inchieste successe al Titanic). La Valfiorita è uno dei più affascinanti relitti storici al largo delle coste italiane e di tutto il Mediterraneo. Sempre in Sicilia rivestono una grande importanza anche i relitti al largo delle Isole Egadi.
# I relitti della Seconda Guerra Mondiale in Liguria
Credits: nautilustdc.com relitto della Bettolina di Cervo
Un’altra testimonianza storica importante della Seconda Guerra Mondiale è il relitto della Bettolina di Cervo: si tratta di un cargo armato (bettolina) tedesco affondato al largo di Capo Cervo, tra Andora e San Bartolomeo al mare (Imperia) dopo essere anch’esso stato silurato nell’autunno del 1943 da un sommergibile inglese. Largo 9 metri e lungo 70, il cargo si trova in assetto di navigazione su un fondale di sabbia e fango a 47 metri di profondità. Il relitto è ancora essenzialmente integro a parte il crollo della base circolare tra le due stive che supportavano la mitragliera. L’elica si trova sul fondale, nascosta dal timone in asse, mentre il ponte a prua è in parte coperto da un grosso verricello orizzontale. Invece a poppa si trova l’officina e la sala macchine che ospita due argani e al centro il motore.
# Le due navi romane trovate all’Isola d’Elba
Credits: visitelba.com relitti di Sant’Andrea
Tra i relitti storici al largo delle coste italiane rivestono una grande importanza i siti archeologici. Per esempio, i cosiddetti relitti di Sant’Andrea sono due navi romane che si trovano a Marciana, lungo la costa nord-occidentale dell’Elba, proprio vicino al Capo di Sant’Andrea. Le due navi furono catalogate come Relitto A e Relitto B: il primo è stato scoperto casualmente il 26 luglio 1958 durante i Campionati nazionali di Pesca Subacquea, a soli 10 metri di profondità. Ciò ha favorito notevolmente lo scavo dei reperti, che è stato effettuato dal 30 maggio 1959 usando per la prima volta una sorbona da 250 mm, cioè un tubo aspiratore sottomarino.
Nella nave, lunga 8 metri, era ancora presente parte del carico, composto da anfore vinarie risalenti al 50 circa a.C., di cui alcune segnate con la lettera R e chiuse con sigilli. In più erano presenti anche oggetti di dotazione all’equipaggio, come un secchio in bronzo e una macina in pietra lavica. Il Relitto B si trova invece a una profondità di 45 metri ed è più antico, in quanto risale al 125-100 a.C.: allo stesso tempo è stato scoperto più tardi, nel 1969. I sommozzatori dell’inglese RAF Laarbruch Subaquea Club hanno recuperato vasellame a vernice nera prodotto in Campania e anfore di forme diverse per il trasporto di vino, di cui una che conteneva ancora il prodotto originario. Tutti i reperti si trovano al Museo civico archeologico di Marciana e al Museo civico archeologico di Portoferraio.
# Un Junker 88 nei mari della Puglia
Credits: underwatertales.net junker 88
Tralasciamo per un momento navi e natanti, e torniamo su in cielo. O meglio, torniamo sott’acqua ma partendo dal cielo. Nel tacco dello stivale italiano e per l’esattezza a Santa Caterina di Nardò, in provincia di Lecce, giace infatti da oltre 60 anni il relitto dell’aereo tedesco Junker 88, situato a circa 35 metri di profondità. Largo circa 20 m e lungo 15 m, il relitto è in ottimo stato di conservazione. È stato raggiunto per la prima volta negli anni 2000, e rappresenta un vanto sepolto in fondo al mare per tutti gli appassionati di tesori e mondi sommersi.
# Isola d’Elba 2.0
Credits: virtualelba.it relitto di Procchio
Tornando sulla più famosa fra le isole italiane del Mar Tirreno, tra i relitti storici che sono anche siti archeologici il più importante dell’epoca romana è sicuramente quello di Procchio: la particolarità del carico lo rende una testimonianza di altissimo valore. L’identificazione archeologica del relitto di Procchio avvenne il 29 maggio 1967, anche se se ne conosceva l’esistenza fin dagli inizi dell’Ottocento con il nome Nave di Tacca. Si trova a una profondità di soli 2 metri e naufragò intorno al 190 d.C. in località La Spiaggiola. Il carico era composto da oggetti di lusso, calici in oro e vetro con decorazioni vitree a conchiglia, una lucerna incisa, una cassetta di legno contenente prodotti per la cosmesi, portaprofumi con tappo raffigurante Dioniso e Pan in oro e avorio, anfore vinarie galliche e un mortaio con timbro.
Vi siete mai tuffati in uno di questi mari e/o conoscevate alcuni di questi relitti? Lo spazio commenti è aperto 24 ore su 24 e 7 giorni su 7!
Prosegue la corsa verso l’alto dei prezzi delle case nel capoluogo lombardo, a una velocità sempre maggiore che nel resto d’Italia. Vediamo i quartieri preferiti da milanesi e quelli con la crescita dei prezzi maggiore.
🔴 VOLANO i PREZZI delle CASE a Milano: questo il QUARTIERE BOOM che ha segnato oltre +10% in sei mesi
# A Milano prezzi in salita del 4%, negli ultimi 5 anni la crescita ha superato il 40%
Credits Andrea Cherchi – Bosco Verticale e BAM
L’osservatorio immobiliare di Tecnocasa registra l’ennesima salita dei prezzi delle abitazioni nel capoluogo lombardo. Una corsa senza sosta e più veloce rispetto al resto del Paese: nel confronto tra primo semestre 2021 e 2022 le quotazioni immobiliari segnano un +4%. Restringendo l’analisi al centro città la crescita si ferma al +1,5%.
Guardando agli ultimi 5 anni, tra il 2017 e il 2022, i prezzi sono saliti in media del 43,2% con picchi in periferia del 50%. Spingendosi ancora più indietro nel tempo, al 2012, si nota ancora di più la differenza di Milano e il resto d’Italia: fatto 100 il valore dei prezzi, nel primo semestre del 2022 a Milano è di 119,3, in tutte le grandi città italiane la media è di 81,1.
# Il boom di San Siro con oltre 10% di crescita del costo delle case in soli 6 mesi
Credits Andrea Cherchi – Zona San Siro
Il quartiere che ha registrato un boom dei prezzi, e che è anche uno dei più richiesti a Milano per la grande presenza di verde, è quello di San Siro-QT8: dal secondo semestre del 2021 al primo del 2022 si è registrato un +10,7%, con quotazioni oltre i 5.000 mq. Considerando l’area più allargata Fiera-San Siro, negli ultimi 5 anni risulta quella con la crescita maggiore dei prezzi in città: +59%.
Tra i quartieri più ricercati c’è anche l’area di zona di San Siro, tra piazzale Brescia e piazzale Lotto, con prezzi fino a 4.000 euro al mq, oltre alle zone di Moscova-Solferino, qui i prezzi superano i 10.000 euro al mq, Monti-Pagano per gli appartamenti più grandi e le tradizionali zone del divertimento come Brera e corso Como.
# L’arrivo della M4 e le Olimpiadi del 2026 spingono in alto i prezzi
Scalo di Porta Romana
Scorrendo la classifica si nota come le zone che stanno segnando una salita dei prezzi più marcata siano quelle più in trasformazione. Dopo San Siro troviamo infatti l’area tra viale Corsica e corso Lodi, con +7% dovuto soprattutto ai progetti di riqualificazione come l’ex macello di viale Molise e all’arrivo della M4 e agli interventi programmati di Scalo Romana per le Olimpiadi 2026 e per la nascita del nuovo quartiere.
L’area tra i Navigli e viale Famagosta, soprattutto per gli aumenti segnalati tra via Ripamonti e via Spadolini, ha visto salire le quotazioni del 6,4% con prezzi fino a 7.000 euro al mq grazie alla vicinanza dello Ied, dello Ieo e della Bocconi. Nelle zone di Ungheria e Forlanini, dove aprirà a breve la M4, la crescita è del 4%.
Tra Bovisa e corso Sempione, si registra un +3,9%, mentre sotto il 3% troviamo le zone Vercelli-Lorenteggio e Città Studi-Indipendenza, l’area tra viale Fulvio Testi, via Melchiorre Gioia e la Stazione Centrale, per via della crescita in zona Bicocca.
Molto lontana da quella da bere degli anni Ottanta, da Expo in poi Milano è diventata “Milano da mangiare”, approdo di chef stellati, luogo di incontro di cucina di tutto il mondo. Non solo. Da qualche anno la tendenza è di trovare un “cibo che non faccia male”, anzi, che abbia un impatto positivo sull’organismo. Nella Milano da mangiare il cibo non è solo un piacere ma qualcosa che ci faccia stare bene. Affrontiamo questo tema con la nutrizionista, fondatrice della Ciboterapia (@laciboterapia), esperta delle proprietà nutriceutiche del cibo, la dottoressa Debora Cantarutti. Da Milano Città Stato, programma in onda tutti i giovedì alle 18 su Kristall Radio, FM 96.2 o su app.
Risotto, aperitivo, panettone, cotoletta: i punti di forza della CUCINA TIPICA MILANESE per la Ciboterapia
Ciboterapia significa usare il cibo come strumento funzionale, come una terapia, qualcosa che può servire o ad alleviare dei sintomi spiacevoli o a infondere più benessere ed energia all’organismo, è corretto?
Non solo. La ciboterapia ha lo scopo di aiutare le persone a scoprire come utilizzare il cibo, trovando le migliori associazioni per ottenere i migliori risultati anche nella risoluzioni di disturbi.
Come si mangia a Milano dal punto di vista del benessere?
Milano offre tantissime possibilità in termini di cucina salutistica. Il problema è che manca fornire le giuste informazioni sulla consapevolezza degli effetti del cibo sull’organismo. Fondamentale è scegliere in modo più consapevole.
Quindi quando usciamo per andare a mangiare, scegliamo le cose in base a ciò che ci piace ma non capiamo che quello che mangiamo, ad esempio il caffé, hanno degli effetti su di noi che non sempre valutiamo.
Soprattutto gli abbinamenti che è meglio fare a seconda del momento della giornata.
Quali suggerimenti daresti a chi va a fare acquisti alimentari al mercato?
Innanzitutto di prepararsi un menù dell’intera settimana con rotazione delle verdure, sia quelle da utilizzare crude che cotte, facendo molta attenzione alla stagionalità. Perché spesso ci dimentichiamo che la stagionalità è indice di benessere perché all’interno ci sono molti più nutrienti e sono quelli più adatti alla stagione che viviamo, come la zucca che adesso è di stagione o la frutta, come mele e pere, che sono al massimo della loro proprietà nutrizionale e ricchi di antiossidanti.
Che cosa guardi nelle etichette dei prodotti al supermercato?
Devono essere comprensibili e pulite. Deve essere una lista comprensibile dalla nostra nonna, perché a volte gli eccipienti o alcuni ingredienti che servono a dare sapore non è detto che facciano bene all’organismo. Partiamo dal cibo vero, più semplice è, meglio è per il nostro organismo.
Consigli per non massacrarsi lo stomaco agli aperitivi?
Il problema fondamentale degli aperitivi è che sono fatti apposta per farci venire sete. Sono ricchi di sale, di carboidrati, e l’orario in cui vengono serviti è un orario negativo dal punto di vista ormonale perché a quell’ora dovremmo tenere sotto controllo l’insulina, soprattutto se si ha più di cinquant’anni, questo problema deve essere tenuto in conto.
Quale consiglio daresti, dunque, a chi va a un’apericena?
Dobbiamo considerare che un alcolico è uno zucchero, va paragonato a un carboidrato, l’assorbimento avviene in modo molto rapido perché è a livello gastrico. Suggerisco di bere un buon vino rosso, invece che cocktail complessi, e di utilizzare verdura cruda perché è anti ossidante.
Significa che a un aperitivo di solito troviamo pizzette e focacce che in aggiunta ai cocktail portano a un boom glicemico: per neutralizzarlo bisogna accompagnarlo a verdure crude, corretto?
Non possiamo pensare che un aperitivo possa essere un pasto completo. Mettendo però una verdura cruda e usando frutta secca in guscio, come mandorle o noci, possiamo ridurre l’impatto glicemico. Poi il vino rosso è più ricco di anti ossidanti che mancano quasi del tutto nel vino bianco.
Parliamo di cibi tipici di Milano. La cotoletta alla milanese, fa bene o non fa bene? A che cosa bisogna fare attenzione dal punto di vista funzionale?
Sono una grandissima fan della cotoletta alla milanese, se fatta bene. Consiglio di mangiarla all’ora di pranzo, perfetta perché dà uno stimolo epatico, accompagnata da verdura cruda e va utilizzato moltissimo succo di limone quando ci viene servita, questo agevolerà l’attività digestiva a livello epatico.
Credits: @chef__pier Risotto alla milanese
E il risotto alla milanese?
Il risotto alla milanese io lo adoro. Perché viene preparato con lo zafferano che è una spezia straordinaria che ha effetti positivi sull’umore e nella fase di mantecatura se si utilizza un buon burro favorisce l’assorbimento di carotenoidi che agiscono come antiossidanti ma soprattutto agevolano la funzione cognitiva, hanno effetti benefici sul sistema nervoso.
Il panettone?
Va consumato preferibilmente a colazione. Soprattutto prima di un’attività fisica, anche una bella camminata, per smaltire i grassi di cui è ricco e gli zuccheri.
Credits altromercato IG – Panettone Don Bosco
E’ vero che è meglio iniziare un pasto con insalata?
Iniziare un pasto con verdura cruda ha tantissime vantaggi dimostrati a livello scientifico. Deve essere verdura di stagione tagliata finemente perché talvolta ci troviamo a mangiare che stiamo parlando e non mastichiamo adeguatamente le fibre presenti nell’insalata. Una volta che raggiungono il nostro stomaco si vanno a distribuire lungo le pareti dell’apparato digestivo creando una specie di gel in grado di controllare il passaggio degli zuccheri dall’intestino al sangue. Con un grande vantaggio dal punto di vista glicemico.
La Ciboterapia è fatta solo per dimagrire?
A me piace parlare di fornire all’organismo tutto quello di cui ha bisogno per stare sempre bene, non per un periodo limitato. Spesso si fa una dieta per un periodo limitato ma poi ci si ributta sulle vecchie abitudini. Invece la ciboterapia ti insegna a stare bene per il resto della vita imparando a gestire al meglio il cibo.
I prossimi appuntamenti per incontrarla
Sul mio profilo Facebook (https://www.facebook.com/debora.cantarutti.3) l’11 Novembre faremo una diretta su questi temi insieme al Prof. Rossi. Per un contatto diretto mi potete scrivere via mail su: debora.cantarutti@gmail.com
Dopo il Bosco Verticale a Milano anche il grattacielo orizzontale. Ecco come è stato realizzato e gli innovativi materiali utilizzati per la sua costruzione.
Il GRATTACIELO ORIZZONTALE di Milano
# Superlab è alto 5 piani e lungo 100 metri
Credits bicoccasuperlab.it – Superlab
Il “grattacielo orizzontale” di Milano si trova in zona Bicocca, in viale Sarca 336. Nasce dal recupero di un edificio di oltre 6.500 mq, in cui erano presenti gli uffici Breda, per fare spazio a Superlab. Ha una lunghezza di 100 metri ed è passato da 3 a 5 piani, 4 più la terrazza panoramica. La trasformazione del piano -1 ha fatto crescere di 1500mq la superficie disponibile mentre la copertura è diventata una terrazza calpestabile e verde, utilizzata come spazio comune di relazione. Gli spazi interni del Superlab sono stati concepiti in modo molto flessibile in modo che gli uffici che si insedieranno possano farlo nel modo più duttile possibile.
# Un edificio ecosostenibile e che produce l’energia in autonomia
Credits bicoccasuperlab.it – Dettaglio edificio
L’edificio è stato certificato LEED Gold, è Carbon Free ovvero tutta l’energia di cui necessita e che non riesce a produrre in autonomia deriva da fonti rinnovabili. L’acqua necessaria per la vegetazione interna ed esterna è invece di recupero.
# Il primo edificio con una facciata in gomma
Credits bicoccasuperlab IG - Superlab
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Credits bicoccasuperlab IG - Facciata in gomma
Credits bicoccasuperlab IG - Superlab
Credits bicoccasuperlab IG - Interno edificio
Il “grattacielo orizzontale” vanta un piccolo primato: è il primo edificio ad essere costruito con una pelle esterna di montanti e traversi in gomma, che cambiano aspetto alle diverse ore del giorno grazie alle colorazioni dei piani interni e alla superficie esterna completamente permeabile alla luce. Anche i pressori verticali e orizzontali della facciata continua in vetro sono in gomma trasparente riciclabile.