Home Blog Pagina 232

CHI va in BICICLETTA a MILANO?

0
credit: cicloriparo.wordpress.com

Si moltiplicano le ciclabili a Milano. L’ultima in ordine di tempo è quella apparsa in Corso Monforte che ha attirato una selva di critiche. Avanzano inoltre altre grandi arterie come la doppia ciclabile su Corso Sempione. Milano accelera per diventare una città a misura di bici. Ma quanti sono i milanesi che si muovono a pedale?

CHI va in BICICLETTA a MILANO?

# Italia: su percorsi brevi 13% italiani in bici

Credits: donnesulweb.it
biciclette sui marciapiedi

 Partiamo dai dati in Italia. Secondo una ricerca di Ipsos del 2022 solo il 10% degli italiani usa la bici per andare al lavoro, percentuale che sale al 13% per chi la usa come mezzo di trasporto principale sui tragitti brevi entro i 2 km.

Il dato contrasta invece la percezione: l’88% pensa che la bicicletta sia importante per ridurre traffico e inquinamento, ma la gran parte di loro, il 62%, ritiene che andare in bici nella propria zona sia pericoloso, e finisce per prendere l’auto. Sempre in Italia, la maggioranza (il 57%) afferma di saper andare in bicicletta e il 49% di possederne una. Il 26% utilizza la bicicletta per fare attività fisica ma soltanto il 10% la utilizza per raggiungere il posto di lavoro o di studio. Da notare che appena il 6% degli italiani non ha accesso a un’automobile.

Ma come si pone Milano rispetto alle altre città nell’uso della bicicletta?

# 6 su 100 usano la bici a Milano per motivi di studio o di lavoro

Credits: bollettino.bici.milano.it

Ma quanti sono gli abitanti che si muovono in bicicletta? 

Le città con la più alta percentuale sono Pesaro e Bolzano con il 33% di cittadini che usano abitualmente la bicicletta. Seguono, tra il 22 e il 27%, Ravenna, Reggio Emilia, Ferrara e Treviso. Poi, attorno al 15%, seguono Cremona, Rimini, Pisa, Padova, Novara e Forlì. Nelle città più grandi la percentuale crolla. 

Tra le più grandi città italiane, quella in cui si utilizza di più la bicicletta è Milano, con il 6% degli abitanti. All’ultimo posto c’è Roma con lo 0,5%.

Questi i risultati del “1° Rapporto sull’economia della bici in Italia e sulla ciclabilità nelle città” realizzato da Legambiente in collaborazione con VeloLove.

Continua la lettura con: I giri di valzer della Giunta Regionale: difende i diesel a Milano, ma non li fa circolare in Lombardia

MILANO CITTA’ STATO

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Il GRATTANUVOLE, l’AVANGUARDIA LIBERTY che avrebbe rivoluzionato MILANO

0

Con un accentuato decorativismo di matrice baroccheggiante, il “Grattanuvole” avrebbe rivoluzionato lo skyline milanese, diventato uno degli edifici più belli ed importanti.

Il GRATTANUVOLE, l’AVANGUARDIA LIBERTY che avrebbe rivoluzionato MILANO

# Progettato in via Mazzini

Un ambizioso progetto di Achille Manfredini del 1909. Il palazzo venne chiamato “Grattanuvole” per sottolineare la sua incredibile altezza. Interamente ideato in stile Liberty barocco, il grattacielo avrebbe contato 13 piani con un’alta torre centrale di oltre 50 metri, alla quale vi erano stati progettati dei corpi più bassi in corrispondenza delle fronti secondarie su strade di minore larghezza. Immaginato verso la fine della via Mazzini.

# BOCCIATO perché TROPPO alto

credits: blog.urbanfile.org

Il Grattanuvole era un edificio con un’altezza importante per l’epoca, forse fin troppo. Giovanna D’Amia, nel suo libro I primi ‘grattanuvole’ milanesi: un esordio contrastato”, racconta: “Presentato in conformità al Regolamento edilizio che determinava l’altezza degli edifici in base alla larghezza delle strade, innesca la polemica avviando una revisione delle norme sull’altezza massima dei fabbricati, che nel 1920 è fissata a 24 metri in tutto il territorio comunale, con l’eccezione degli edifici di particolare “importanza artistica”.

“La bocciatura del progetto da parte della commissione igienico-edilizia comunale provocò accesi dibattiti sui giornali cittadini. Tra i sostenitori del Manfredini erano L. Beltrami e L. Broggi: dalle pagine del Corriere della sera (In difesa dei grattanuvole, 6 nov. 1910), quest’ultimo profetizzava la realizzazione di numerose opere simili a Milano: “bisogna prepararsi, per questi edifici speciali, a speciali criteri di estetica” (Treccani).

Ma pochi sanno che qualcosa di quel progetto è ancora presente a Milano. 

# Il Kursaal Diana porta con sé un pezzo del Grattanuvole

credits: blog.urbanfile.org

Sono tante le opere milanesi di Manfredini, ma tra quelle più rilevanti troviamo il complesso della Kursaal Diana completato nel 1908. Situato a Porta Venezia, tra viale Monforte, oggi via Piave, e via Mascagni, è il palazzo che più si avvicina a livello di estetica di come avrebbe potuto essere il “Grattanuvole” se solo fosse stato realizzato. In particolare, è la sommità del Kursaal Diana che ricorda il Grattanuvole perché realizzata in maniera molto simile al progetto.

Fonte: blog.urbanfile.org

Continua a leggere con: Due GRATTACIELI MILANESI tra i 50 più LUSSUOSI del mondo 

SELENE MANGIAROTTI

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Il PRIMO TRENO a IDROGENO in ITALIA presentato a Milano

0
Credits alstom.com - Coradia Stream

Le novità e le innovazioni passano sempre da Milano, anche il primo treno a idrogeno d’Italia. Come è fatto, quando e dove circolerà.

Il PRIMO TRENO a IDROGENO in ITALIA presentato a Milano

# La presentazione all’interno di EXPO Ferroviaria 2023

Credits tecnelab.it – Treno a idrogenojpeg

Nell’ottica del rinnovo graduale dei treni in servizio sulla rete ferroviaria lombarda, martedì 4 ottobre 2023 è stato presentato all’interno di EXPO Ferroviaria 2023 a Rho Fiera Milano il primo treno a idrogeno d’Italia alla presenza degli assessori regionali Franco Lucente, Trasporti e Mobilità sostenibile, Claudia Maria Terzi, Infrastrutture e Opere pubbliche e Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Nel 2020 il Consiglio di Amministrazione di FNM aveva deliberato l’acquisto di 6 elettrotreni alimentati a idrogeno, con l’opzione per la fornitura di altri 8 per un investimento è di oltre 160 milioni.

Credits alstom.com – Coradia Stream

Le parole dell’Assessore Lucente: “l’investimento nell’idrogeno dimostra che per Regione l’obiettivo della neutralità tecnologica + strategico: entro il 2025 rinnoveremo completamente la flotta dei treni, con mezzi rispettosi dell’ambiente e a emissioni ridotte.” I vecchi convogli diesel che saranno inizialmente sostituiti sono entrati in servizio dai primi anni ’90.

# L’obiettivo è realizzare la prima Hydrogen Valley italiana

Struttura treno a idrogeno

I nuovi treni alimentati ad idrogeno che FNM ha deciso di acquistare sono sviluppati sulla base della piattaforma Alstom Coradia Stream e sono in larga misura identici ai treni Donizetti già in uso a Trenord, in modo da ridurre i tempi di consegna e conseguire possibili sinergie nella manutenzione.

Credits alstom.com – Interno Coradia Stream

Sono i primo treni a zero emissioni dirette di Co2 per l’Italia, dotati di celle a combustibile a idrogeno, con una capacità totale di 260 posti a sedere e un’autonomia superiore a 600 chilometri. L’Assessore alle Infrastrutture e Opere pubbliche della Lombardia, Claudia Maria Terzi, ha spiegato che “Il treno a idrogeno si inserisce nell’ambito del progetto H2iseO, che mira a realizzare la prima Hydrogen Valley italiana nel territorio bresciano.

Entro il 2025 è prevista l’attivazione, nel comune di Iseo, del primo dei tre impianti di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno rinnovabile senza emissioni di CO2, gli altri due nel 2026. L’idrogeno prodotto sarà utilizzato anche per il funzionamento di 40 bus che entro la fine del 2025 sostituiranno l’intera flotta oggi utilizzata da FNM Autoservizi in Valcamonica.

# Tra il 2024 e il 2025 i primi 6 treni in servizio sulla linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo

Treno all’idrogeno. Credits: radiolombardia.it

I primi sei treni entreranno in servizio commerciale in Valcamonica tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 lungo il percorso di 103 km della linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo di Ferrovienord. I restanti otto entro il primo semestre 2026. La scelta dell’idrogeno per decarbonizzare il servizio ferroviario in Valcamonica è risultata essere l’unica applicabile dal punto di vista tecnico ed economico-finanziario dato che l’elettrificazione avrebbe avuto una elevata complessità tecnica e un impatto ambientale molto pesante.

Continua la lettura: In Lombardia la prima HYDROGEN VALLEY: in arrivo i TRENI a IDROGENO

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

BUFFET GRATIS a MILANO: dimmi dove e quando

0
Credits conmollicaosenzanapoli IG - Apertura a Milano

Arriva in centro a Milano il locale del salumiere napoletano con 4 milioni di followers su TikTok. 

BUFFET GRATIS a MILANO: dimmi dove e quando

# Arriva a Milano “Con mollica o senza”

Credits conmollicaosenzanapoli IG – Apertura a Milano

Arriva in centro a Milano la salumeria “Con mollica o senza”, il locale del celebre salumiere di Napoli: Donato De Caprio. Specializzato nella preparazione della marenne, le merende, gli sfilatini che i napoletani mangiano all’ora di pranzo, è diventato celebre su Tik Tok mentre si filmava tra panini stracolmi e sofisticati e pronunciava l’immancabile motto “con mollica o senza“. La domanda è diventata infatti il refrain che si ripete in ogni video pubblicato sulla piattaforma social. Ad accompagnarlo nell’avventura milanese, come già successo per il locale napoletano, c’è Steven Basalari, proprietario del Number One di Brescia, una delle discoteche più conosciute della Lombardia.

# Quali panini si possono provare e come è fatto il locale

Credits conmollicaosenzanapoli IG

La filosofia del locale di Milano sarà la stessa di quello partenopeo con panini per tutti gusti, nella versione con o senza mollica. Tra questi “Napoli” con con salame tipo Napoli, provola di Vico Equense e crema tricolore, “Mamma” con mortadella, olive con mandorle e stracciata e “Vesuvio erutta” con porchetta, scamorza e crema di parmigiano. 

Il locale milanese si sviluppa su tre piani: al -2 un laboratorio dove Donato prepara le sue specialità, con anche un’area vip, al -1 i tavoli per sedersi e gustare i panini in tranquillità e al piano terra un’area esterna e il banco che serve sia dentro che fuori.

# Il giorno dell’inaugurazione buffet gratis per tutti 

I prezzi dovrebbero andare dai 2/3 euro per un panino semplice ai 10/13 euro per quelli più farciti ma il giorno dell’inaugurazione, il 6 ottobre, si mangia senza pagare niente: dalle 18 buffet gratuito aperto a tutti. Il 7 ottobre l’apertura ufficiale. Da quella data il locale sarà aperto tutti i giorni dalle 10.30 alle 22.

Indirizzo: Piazza Diaz, 1

Continua la lettura con: A Milano il PHOTOBOOTH COREANO, il primo d’EUROPA

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

La nuova VESTE dell’Antica FARMACIA di Brera

0
Foto redazione - Cilento-Antica Farmacia Brera

Napoli e Milano: possono trovare un punto di intesa nello stile? Forse sì, proprio a Brera. 

La nuova VESTE dell’Antica FARMACIA di Brera

# Un luogo raro e dal fascino straordinario

Foto redazione – Cilento Brera

Un sontuoso lampadario in vetro di Murano, le specchiere liberty, le cassettiere del ‘700 napoletano decorate con affreschi degli scavi di Pompei che sono diventate originali scrigni per l’esposizione della splendide cravatte rigorosamente sette pieghe, in purissima seta.

Foto redazione – Cilento Brera

Campionari di tessuti pregiati pronte a diventare abiti cuciti a mano e poi le sciarpe, le cinture accanto ad una vasta gamma di antichi cimeli come l’alambicco in rame, l’insegna della farmacia, la stecca in legno massiccio del metro da sartoria – che si usa per misurare la lunghezza delle stoffe – come corrimano. È un luogo raro e dal fascino straordinario, la boutique Cilento 1780 inaugurata giusto un anno fa (il 18 ottobre) in Via Fiori Oscuri 13, a Brera. Un salotto, più che un negozio, come spiega Ugo Cilento, ottava generazione dello storico e prestigioso atelier napoletano, riconosciuto in tutto il mondo come espressione dell’eccellenza sartoriale italiana.Ho voluto creare qualcosa di unico anche a Milano. Questo non è solo uno show room dove si viene per comprare, ma anche un luogo dove ci si incontra, si passa del tempo, circondati solo da cose belle che racchiudono tempo, emozioni, create da mani esperte

# La nuova veste dell’Antica Farmacia di Brera

Foto redazione – Ugo Cilento

Quando spiega come è nata l’apertura della atelier in via Fiori Chiari, Ugo Cilento ha lampi di orgoglio battagliero negli occhi. “Ma lei si rende conto che questo era tutto un mondo dimenticato?. Già, ci voleva un napoletano colto ed elegante come Ugo Cilento a valorizzare un pezzo di storia milanese e riportare allo splendore i locali dell’Antica Farmacia di Brera attraverso una meticolosa attività di restauro e farne lo scrigno ideale per accogliere un intero universo dell’eleganza maschile (e non solo, per le signore Cilento realizza accessori, come foulard, mantelle in lana o cachemire, guanti, borse e scarpe) “Milano ci ha premiati. Siamo stati subito inseriti nel volume Bottega Milano e dintorni sulle eccellenze storiche milanesi. Sono oltremodo orgoglioso di accostare la storia bicentenaria di Cilento1780 alle storiche realtà meneghine“.

# Cosa ha rappresentato e rappresenta per l’azienda l’apertura della sede di Milano?

Foto redazione – Cilento-Antica Farmacia Brera

L’intenzione di aprire una nuova sede nel capoluogo lombardo c’era già da alcuni anni. Ma volevo che la location si fondesse bene con la storia dell’azienda. C’era la paura di perdere qualcosa della nostra essenza. È da lì, dalla nostra eredità, che nascono i nostri abiti. Per questo la scelta del locale è stata ben ponderata, per non snaturare la nostra identità. Per questo sono stati scelti dei locali ugualmente storici. Tempo fa, in maniera del tutto casuale, venni a conoscenza della vendita degli antichi e prestigiosi locali di via Fiori Oscuri 13, che avevano prima ospitato l’Antica Spezieria di Brera nel 1591 e successivamente, dal 1812, l’Antica Farmacia di Brera e dove Carlo Erba iniziò la sua attività di farmacista e imprenditore.

Foto redazione – Cilento Brera

E rimasi affascinato non solo dalla storia e dalla bellezza dei locali, ma anche dall’intero quartiere, con la vicina Pinacoteca e con l’Orto Botanico…capii che era quello il momento di aprire una nuova boutique Cilento 1780 a Milano. Il resto è venuto tutto molto naturalmente, dalla ristrutturazione all’arredamento.

# In che maniera ha ristrutturato e adattato alle sue esigenze dei locali così storici?

Foto redazione – Cilento Brera

Ho voluto non stravolgere l’assetto dei locali e riportare a vita tutto quanto in essi parlava della storia dell’antica Spezieria di Brera, dell’Antica Farmacia di Brera, anche sacrificando degli spazi che potevano essere adibiti a fini espositivi e commerciali. Ha visto la mia vetrina? È piccola perché ho lasciato la porta di ingresso originale e i gradini, avrei potuto eliminarla e fare una grande vetrina affacciata sulla via per dare più spazio all’esposizione di capi.

Foto redazione – Cilento Brera

Guardi queste belle travi in legno a vista, erano quelle del vecchio soffitto della farmacia e le avevo trovate abbandonate, e particolarmente rovinate, le ho fatte risanare. Le colonne in bronzo che adesso le sostengono appartenevano a un grande letto baldacchino stile Carlo X che ho scovato da un antiquario. Proprio in onore di queste storie collegate ai miei locali ho anche disegnato e realizzato la prima cravatta e il primo foulard dedicati alle erbe officinali.

# Cosa è per lei l’eleganza?

Foto redazione – Cilento Brera

L’eleganza non è legata ad un capo di vestiario. È un atteggiamento, un modo di di essere e di porsi, e ha a che fare con la buona educazione, con la capacità di dare valore a piccoli gesti come camminare in un certo modo, sedersi, prendere un oggetto, muovere le mani. Mai copiare, mai imitare, nessun capo va bene per tutti. A chi mi porta le foto con un abito indossato da un personaggio famoso cerco di far capire che lo stile è saper governare quello che si indossa. Se l’abito è più forte della nostra personalità, riusciremo solo a vestire male. Certo, non sono contrario a qualche stravaganza, l’azzardo ci può stare ma va gestito, domato dalla personalità.

# Quale valore aggiunto Ugo Cilento porta a Milano con la sua azienda?

Foto redazione – Cilento Brera

Il savoir faire artigianale. La vera arte sartoriale napoletana riconosciuta in tutto il mondo come sommo esempio di gusto ed eleganza. Processi industriali zero. Ogni capo o accessorio Cilento, ogni singola fase di lavorazione, dal taglio alle rifiniture, viene interamente realizzato nei nostri laboratori da maestranze espressione di una consolidata scuola artigianale e rigorosamente con tessuti unici, pregiati: dai classici lini al tradizionale Sportex, dall’Harris Tweed al Donegal fino all’introvabile Vicuna e le sete purissime.

# Un trend in espansione. Cosa spinge all’acquisto di un abito personalizzato e su misura?

L’affermazione di uno stile unico. L’esclusività. Un abito su misura è unico, proprio perché rispecchia la singolarità di colui che lo indossa. Altro punto di forza: la vestibilità perfetta.

# La clientela milanese com’è?

C’è quello che si diverte a fare tante prove e quello impaziente che vorrebbe l’abito su misura pronto. Diventa allora un divertente costante braccio di ferro. Un abito su misura ha bisogno di tempo. Due, tre, quattro mesi almeno. A contraddistinguere il nostro marchio è proprio l’attenzione e il tempo che riserviamo al singolo cliente, per perfezionare i minimi dettagli e per definire linea e caratteristiche. Un buon sarto è proprio quello che trova il giusto equilibrio tra 3 cose: interpretare i gusti e i desideri del cliente, la sua struttura fisica e il mix sartoriale che permette di far risaltare la sua unicità.

# Cosa distingue la giacca sartoriale napoletana?

Cilento Brera

Ha un taglio più corto rispetto ai modelli di giacca tradizionale. La spalla è morbida, svuotata, poco imbottita, la manica con l’attaccatura “a mappina” leggermente arricciata all’altezza del giro manica, in questo modo anche la manica segue i movimenti delle braccia senza tirare o stringere. Più corta anche la manica per mostrare meglio il polsino della camicia. Spacchi laterali profondi, il taschino “a barchetta”. Lei non immagina neanche quanto l’esercito borbonico, considerato all’epoca l’esercito più elegante d’Europa, abbia influenzato la sartoria artigianale napoletana. Le divise militari non solo erano particolarmente vivaci ma ad alta vestibilità, per poter favorire il maneggiamento delle armi.

# Quella milanese invece?

Più strutturata, con le spalle moderatamente imbottite, le tasche tagliate orizzontalmente, spesso senza alette. Il taschino non è così inclinato come nella giacca napoletana. Esprime uno stile di vita dinamico improntato a rigore e sobrietà.

# Per il bookshop della Pinacoteca di Brera aveva già realizzato quattro cravatte in purissima seta

Pinacoteca di Brera – dimitrisvetsikas1969

L’esperienza di Maison Cilento nel mondo dell’arte è consolidata. Ed è stato un grande onore poter dare vita ad una collaborazione con un emblema come la Pinacoteca di Brera, che rappresenta l’eccellenza artistica a livello mondiale. Ognuna della cravatte raffigura un’icona della Pinacoteca: la facciata dello storico edificio, la statua bronzea di Napoleone Bonaparte del Canova che campeggia nel cortile d’onore, la Rosa di Brera e l’iniziativa Brera ad occhi aperti che invita ad osservare i grandi capolavori facendo attenzione ai dettagli meno conosciuti.

# Milano come la vestirebbe in questo autunno?

Giacca in tweed testa di moro, pantaloni in flanella grigio antracite. Con un pizzico di colore: cravatta fantasia in pura seta color becco d’oca (è il colore della giovialità, è una vibrazione che rimanda all’Acqua per la sua capacità di sciogliere le cose rigide) con un punto di blu royal e un bel verde acqua.

# Come è il caffe a Milano?

Si può bere (Cilento ride,dr). Ma a Napoli preparato con la cuccumella (la caffettiera napoletana, ndr) è un altra cosa: diventa un rito, da gustare con calma e non mandandolo giù tutto d’un sorso in piedi al bar, come spesso facciamo noi milanesi (mi ci metto anch’io) presi dalla fretta. Al caffè non andrebbe mai associato l’aggettivo “veloce”.

Continua la lettura con: NINO FORMICOLA: “Milano? È diventata una REAL ESTATE di case di pregio”

CRISTINA TIRINZONI

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

#73 – La VALLE a MEZZALUNA a due passi da Milano

0
Piani di nava valsassina Stefano corrada

Nasce nell’acqua dolce e termina nella stessa. È la Valsassina, valle di pascoli e di rocce, che a mo’ di mezzaluna inizia appena sopra Lecco, stretta tra Grigna e Orobie, e si sviluppa  “in senso contrario” (ovvero da sud a nord) seguendo il corso del torrente Pioverna. E alla fine muore nuovamente nel Lario da cui aveva avuto origine: il punto finale è all’altezza di Bellano, nella suggestiva gola naturale chiamata Orrido. Che – bene inteso – di orribile e spaventoso non ha nulla ed è un vero spettacolo della natura. 

A poco più di un’ora dalla Madonnina, la Valsassina è conosciuta dai milanesi per il turismo mordi e fuggi della domenica. Ma soprattutto per le numerose (anche troppe) seconde case che si popolano di nonni e nipoti nei mesi di luglio e agosto. 

Ma, detto tra noi, vale la pena di visitarla? Ma certamente sì, eccome. Vediamo allora qualche valido e spassionato motivo. 

VALSASSINA: 10 motivi per visitare la valle a mezzaluna a due passi da Milano

#1 Per il taleggio

Taleggio Stefano corrada

Valsassina vuol dire pascoli, mucche e casere. E quindi formaggi. Il più famoso e suadente, il taleggio, prende il nome dall’omonima valle vicina. È per via dell’origine dei pastori, detti bergamini, che venivano da quelle parti. Ma in Valsassina il latte veniva poi caseificato e affinato nelle grotte naturali. Tutt’oggi sono molti i produttori dell’unico formaggio lombardo a crosta lavata. Ad esempio c’è Invernizzi & Rota nel centro di Pasturo che produce taleggi, pardòn, quartiroli (ci tengono a precisarlo) a media stagionatura, partendo da latte locale non pastorizzato. Per fare ottimi acquisti di questo e di altri formaggi un altro indirizzo imperdibile è Beri Formaggi a Primaluna: vende prodotti per tutti i gusti, dai taleggi alle robiole, ai formaggi di capra a quelli vaccini d’alpeggio. 

#2 Per Morterone, il comune meno popoloso d’Italia

Credits _mo.bas_ IG – Morterone

Piccolo come dimensione non lo è. Anzi nel proprio territorio vanta, come da statuto comunale,  una cinquantina località, quasi tutte disabitate, che alfabeticamente vanno da Bosco e Bruga Alta a Val Boazzo e Zuccaro. Parliamo di Morterone, una trentina di abitanti, 35 al massimo. 

Da Ballabio si sale verso il micro-comune, macinando 15-chilometri-15 di tornanti fino ad arrivare a quota 1200 metri. Il borgo è una conca con abitazioni sparse in mezzo alla natura. Da visitare, il Macam, Museo d’arte contemporanea all’aperto di Morterone, un vero e proprio omaggio alla natura primordiale. Il percorso a cielo aperto conta una trentina di opere di pittori e scultori italiani e stranieri, una poesia disseminata tra i sentieri e i prati del minuscolo villaggio. 

#3 Per le viste mozzafiato dei Piani d’Erna e dei Resinelli

Credits _fuggo_dal_nulla IG – Vista dai Piani dei Resinelli

Per gli sportivi, ma non troppo sportivi, ci sono i Piani d’Erna e i Piani dei Resinelli, si passeggia senza troppa fatica e si può osservare lo spettacolo all’orizzonte. I Piani d’Erna sono il balcone dei lecchesi e si raggiungono con la funivia. I Piani dei Resinelli sono raggiungibili in auto dal centro di Ballabio. In entrambi i casi nelle giornate più terse la vista diventa infinita, lo spettacolo visivo si staglia dal Lario ai laghi prealpini della zona, dai colli della Brianza sino ai riflessi dei grattacieli meneghini. Da segnalare in particolare la passerella del Belvedere ai Resinelli, inaugurata pochi mesi fa: un camminamento mozzafiato che si allunga per 12 metri sul panorama circostante, a strapiombo sul Lario

#4 Per le piste da sci dei Piani di Bobbio

Credits yfalling-pixabay – Piani di Bobbio

Non sarà la Via Lattea né il Sella Ronda. Ma ai Piani di Bobbio si scia bene, soprattutto in settimana. È la località sciistica più vicina a Milano, 65 km di distanza, un’ora di macchina. E per i più attenti alle economie (in milanese leggi piugiàtt, piöcc, tegnùn) non ci sono nemmeno costi autostradali. Gli sciatori trovano qui una decina di impianti di risalita, 14 piste da sci, l’area bob e slittini, la pista da fondo, lo snowpark e il percorso per ciaspole. 

#5 Per un pranzo da re da Gigi a Crandola

Credits ristorantedagigi_crandola IG – Da Gigi

Un locale lontano: Crandola Valsassina è lontana da Milano, distante da Lecco, ai margini settentrionali della Valsassina. Ma il locale una volta arrivati appaga, merita il viaggio. Da Gigi ci sono le due sorelle in sala, Antonella e Angela, che coccolano i visitatori; la terza sorella Giusi è in cucina, a dar man forte al marito-chef Charlie e al cognato Marco. 

I piatti nascono con le materie prime della zona: dalle verdure dell’orto di famiglia alle erbe aromatiche, dalle mele ai frutti di bosco, dal burro di alpeggio fino ai formaggi, taleggi e robiole in primis. E quindi si assaggiano ottimi missoltini con burro di malga, risotto mantecato al polline, scapinàsc burro e salvia, carrè d’agnello alla griglia con patate al fieno e sambuco.

#6 Per salutare Milano dal Pizzo Tre Signori

Credits valefranchi80 IG – Pizzo Tre Signori

Se la Grignone e Grignetta sono le montagne più note della zona, il Pizzo dei Tre Signori è il più particolare. Vetta delle Alpi Orobie, sorge quasi isolata. La sua cima è uno storico punto in cui convergevano i confini tra la Repubblica Veneta, il Ducato di Milano e la Repubblica dei Grigioni. Oggi lo stesso luogo fa da divisione tra le assai meno affascinanti, almeno nella denominazione, province di Lecco, Sondrio e Bergamo. Il panorama viene definito dalle guide “amplissimo”: spazia su tutte le montagne lombarde fino al Monte Rosa, l’Oberlad Bernese, il Bernina, l’Ortles. I più fortunati e sognatori possono tentare di vedere il luccichio della madunina che brilla sül Domm de Milàn.

#7 Per mangiare la polenta anche a ferragosto

polenta valsassina Stefano corrada

Se nel deserto i beduini bevono il tè caldo, il valsassnàtt pranza con la polenta taragna anche in estate. Per chi è stanco del solito prosciutto e melone, delle frittatone, delle insalate di riso e delle grigliate all’aperto si può dirigere a nord di Lecco, dove la polenta e le sue varianti (polenta e formaggio, polenta e spezzatino, polenta e funghi, polenta e chi ne ha più ne metta) la fanno da padrone in tutti i mesi dell’anno. 

In valle infatti il macinato di mais (spesso “tagliato” con una quota di grano saraceno) non è un contorno. È una pietra miliare, un simbolo, un piatto insostituibile da capodanno a san Silvestro. Dove mangiarla? Al ristorante Camino a Ballabio, al Rifugio Buzzoni ai Piani di Bobbio, al Rifugio Cazzaniga Merlini sotto il monte Sodadura e al Rifugio Riva ai Piani di Nava. 

#8 Per il rabarbaro e le piante aromatiche dai sapori incredibili

rabarbaro italiano valsassina – Stefano corrada

Giovanni Mazzucotelli e la moglie Maria Cazzaniga sono giovani agricoltori di Introbio che hanno realizzato a un vivaio di piante ornamentali e commestibili allo stesso tempo. Ma soprattutto hanno iniziato a coltivare rabarbaro e nel 2015 hanno registrato il marchio “Rabarbaro Italiano”. Il vegetale, coltivato in Valsassina in sette varietà, affascina con le sue foglie maestose. E soprattutto soddisfa il palato con gambi colorati e succosi, caratterizzati da una marcata asprezza, ammorbidita però dalla nota dolce. La versatilità in cucina e il particolare profilo aromatico della pianta hanno conquistato diversi chef in tutta Italia, tra cui Cesare Battisti del Ratanà di Milano.

#9 Per i coltelli di Premana

Credits coltelleria_lecco IG – Coltelli di Premana

Il coltello ideale? Viene forgiato a Premana in Valvarrone, alta Valsassina. Il borgo, quasi duemila anime, è aggrappato al ripido versante della montagna. Le miniere di ferro della zona sono state usate sin dall’antichità per produrre utensili metallici: già nel 1574 si contavano 4 spadari, 3 maniscalchi e 40 fabbri capaci di forgiare armi, lame, inferriate, chiavi, serrature. 

Col passare degli anni l’arte premanese si è specializzata verso la fabbricazione di coltelli e forbici, dando nuova linfa al settore. Oggi a Premana conta ben 150 imprese artigiane e circa 50 aziende di medie dimensioni in grado di produrre quasi venti milioni di forbici, i due terzi della produzione italiana, e circa due milioni e mezzo di coltelli, pari alla metà della produzione nazionale. Da visitare per gli appassionati il Museo Etnografico cittadino dove è presente una sezione sulla storia e su antichi attrezzi utilizzati da fabbri e artigiani locali. 

#10 Per i mirtilli della Cascina Coldognetta

Credits cascinacoldognetta – Mirtilli Cascina Coldognetta

Trent’anni hanno iniziato a coltivare ribes, more, mirtilli e lamponi. Poi quelli della Cascina Coldognetta di Barzio non si sono più fermati: frutti dimenticati, erbe aromatiche, erbe officinali. E ancora marmellate, liquori, tisane, caramelle, sciroppi e aceti. Un successo familiare, per il territorio, per l’ambiente. 

Tutta l’esperienza maturata e la passione verso i frutti di boschi e orti è stata riversata nel ristorante annesso all’azienda agricola. Risultato: un gioiellino, tutto di legno color miele, completamente naturale e sostenibile, isolato termicamente con la lana di pecora, con finiture da sogno e colori tenui che possono sciogliere qualunque tensione, ogni rigidità, come neanche un massaggio orientale sa fare. Tra i piatti più interessanti i peperoni caramellati all’aceto ai frutti di bosco, le pappardelle verdi alle erbe spontanee, il risotto alla rosa canina, la faraona alle bacche di ginepro, il millefoglie fragole e mirtilli e un sorbetto al mirtillo da favola.

 

Continua la lettura con: #74 – La REGINA dei dintorni di Milano

STEFANO CORRADA

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

#73 – Il MISTERO IRRISOLTO della FONTANA di Piazza Grandi

2
credits: fontanedimilano.it - Rifugio sotto la fontana in Piazza Grandi

Piazza Grandi all’apparenza sembra solo una tipica piazza di Milano, ma sotto alla grande fontana posta su questa collinetta si nasconde un mondo sommerso. 

Il MISTERO IRRISOLTO della FONTANA di Piazza Grandi

# La fontana di Piazza Grandi e il suo significato

credits: @seagull1928 (Instg)

 

30 novembre 1936. In Zona risorgimento viene inaugurata la fontana dedicata a Giuseppe Grandi, lo scultore italiano autore del monumento alle Cinque Giornate di Milano. La fontana è composta da una vasca rettangolare di 400 mq ai cui angoli opposti troviamo da una parte un blocco di granito bianco di Montorfano, da cui precipita l’acqua che cade nella vasca. Dall’altra parte, su un basamento di pietra, troviamo la statua di un giovane nudo che sembra ammirare l’acqua che scorre. La composizione vuole rappresentare la meraviglia dell’uomo primitivo davanti al grande regalo della Natura e dovrebbe ricordare l’ispirazione alla natura da cui attingeva spesso Giuseppe Grandi. Ma perché un monumento simile in una piazza su una piccola collina artificiale?

# La fontana serviva a nascondere 25 stanze sotterranee che formano un rifugio antiaereo

credits: chiamamilano.it

Sotto alla fontana di Piazza Grandi si nascondono 25 stanze, per un totale di 250 mq di spazio, che durante la Seconda Guerra Mondiale poteva ospitare fino a 400 persone.

La posizione e la struttura della fontana servivano a mascherare ciò che si celava sotto terra: la piccola collina artificiale era stata costruita in modo tale che, in caso di incendio degli edifici attorno, l’anidride carbonica sprigionata dalle fiamme non invadesse il rifugio. Il torrione invece nascondeva il camino che permetteva il ricircolo d’aria necessaria a far respirare chi si trovava all’interno.

Al rifugio si poteva accedere da diverse entrate poste ai lati della vasca che erano nascoste da lastre di ferro, in modo tale da farle mimetizzare con la pavimentazione della piazza. All’interno le stanze sono tutte in cemento armato e come allora sono dotate di panche, secchi per l’acqua potabile e servizi igienici.

# Un mistero ancora irrisolto: il rifugio è stato creato 4 anni prima che l’Italia entrasse in guerra

Rimane ancora un velo di mistero su questa piazza però: la fontana è stata inaugurata 4 anni prima che l’Italia entrasse nel secondo conflitto mondiale. Perché i milanesi avevano già un rifugio antiaereo? Magari inizialmente questo bunker era nato con un altro scopo, ma non si sa quale fosse. 

 

Continua la lettura con: Luogo nascosto #74 – I segreti di CASA FELISARI, il palazzo più MISTERIOSO di Milano

ANDRA STEFANIA GATU

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

I GIRI di VALZER della GIUNTA REGIONALE: DIFENDE i DIESEL a MILANO ma non li fa CIRCOLARE in LOMBARDIA

0

Seguire la politica in Italia può fare l’effetto di un bicchierino di Spyritus, la potentissima vodka polacca con il 96% di gradazione alcolica. Praticamente come bere un bicchiere di Diesel. Che sia quello che stanno bevendo alcuni rappresentanti regionali?

I GIRI di VALZER della GIUNTA REGIONALE: DIFENDE i DIESEL a MILANO ma non li fa CIRCOLARE in LOMBARDIA

# A favore dei DIESEL: approvata la mozione della Lega in consiglio regionale per chiedere il ripristino delle 50 giornate di deroga per Area B

Credits Giovanni Citarda FB – Area B

Martedì 3 ottobre 2023. Il consiglio regionale della Lombardia ha approvato la mozione, promossa dalla Lega, per richiedere al Comune di Milano il ripristino delle 50 giornate di deroga previste per i residenti che devono spostarsi ed entrare in città con veicoli ritenuti inquinanti. Domenica 1 ottobre sono entrati infatti in vigore i nuovi divieti di accesso ad Area B, che colpiscono i veicoli diesel Euro 4 e 5 e Euro 2 a benzina e per i quali bonus ingressi sono passati da 50 a 25 (5 per i non residenti). Il capogruppo Lega in Regione ha dichiarato che si tratta “di una battaglia che portiamo avanti da quando Area B è stata istituita. Siamo sempre stati contrari, ritenendo questo strumento della giunta Sala inutile dal punto di vista ambientale e utile solo per fare cassa, colpendo lavoratori e persone che vengono a Milano per lavorare e portare lavoro“.

Christian Garavaglia, presidente del gruppo Fratelli d’Italia in Regione, ha invece detto che “siamo favorevoli alla mozione proposta in merito alle critiche su Area B perché si cerca di mettere argine alle storture introdotte dal Comune di Milano” perché con i nuovi divieti, “di fatto, il Sindaco Sala implementa ancor di più le limitazioni della libertà“.

Un atto politico che mira a evidenziare come le scelte del Sindaco Sala siano ideologiche e socialmente inique. Una mozione con cui la giunta della Lombardia sconfessa però di pochi giorni… se stessa.

# Contro i DIESEL: la giunta regionale delibera STOP agli EURO 4 in tutte le città della REGIONE per tutto l’anno

Credits lombardianotizie IG – Palazzo Lombardia

Lunedì 25 settembre 2023. Bisogna tornare indietro di appena una settimana per trovare una decisione opposta. La giunta regionale ha deliberato che a partire dall’1 ottobre oltre ai veicoli benzina Euro 0-1 e i diesel Euro 0-1-2-3 che non possono più circolare in 209 comuni di Fascia 1 e 361 comuni di Fascia 2 durante tutto l’anno dal lunedì al venerdì dalle 07.30 alle 19.30, viene esteso il divieto di circolazione a tutto l’anno, quindi non più solo nei mesi invernali, anche ai veicoli equipaggiati con motore diesel Euro 4 pur se dotati di FAP. Una misura, quest’ultima, che va in direzione opposta rispetto alla richiesta formulata nella mozione dato che tra i comuni off limits ci sono anche quelli di Fascia 1 dove è inserita Milano, insieme a quelli di Fascia 2 con almeno 30.000 abitanti.

La domanda che ci si fa è: i nostri rappresentanti politici il Diesel preferiscono berselo?

Fonte: Agenzia Nova

Continua la lettura con: Il D-DAY dei TRASPORTI: l’INFOGRAFICA ESPLICATIVA sui nuovi DIVIETI a MILANO e in LOMBARDIA

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Milano, GOTHAM CITY REALE o solo PERCEPITA?

0
Milano come Gotham City?

Un superpoliziotto per Milano. L’ex capo della polizia Franco Gabrielli è stato nominato come delegato del Sindaco Sala per la sicurezza e la coesione sociale. Si occuperà anche di “migliorare la percezione di insicurezza” crescente dei milanesi. Queste le sue parole: “Se un cittadino vive una condizione di percezione di sicurezza non adeguata alle sue aspettative è un problema e come tale va affrontato“.

Milano, Gotham City REALE o solo PERCEPITA?

# “Se un cittadino vive una condizione di percezione di sicurezza non adeguata alle sue aspettative è un problema e come tale va affrontato

Credits gazzettadimilano IG – Gabrielli e Sala

Il 2 ottobre 2023 il Sindaco Sala ha nominato l’ex capo della polizia Franco Gabrielli suo delegato per la sicurezza e la coesione sociale sociale. Contestualmente nasce un comitato strategico composto dallo stesso primo cittadino, Gabrielli, l’assessore al Welfare Lamberto Bertolè e alla Sicurezza Marco Granelli. Le motivazioni della scelta di Beppe Sala: “Sono stufo del fatto che qualcuno mi butti addosso l’idea che io non mi occupo della sicurezza. Me ne occupo eccome.

Gabrielli oltre a gestire meglio l’aumento della microcriminalità, si occuperà anche di comunicare meglio con la città, in particolare per quanto riguarda la percezione di insicurezza crescente dei milanesi negli ultimi tempi. Queste le sue parole riportate dall’edizione milanese di Repubblica: “Milano non è Gotham City” ma allo stesso tempo l’aspetto della percezione “non è da sottovalutare” e liquidare come “marginale”. Perché “se un cittadino vive una condizione di percezione di sicurezza non adeguata alle sue aspettative è un problema e come tale va affrontato“.

Ma è solo un problema di percezione?

# Milano da anni prima per numero di reati in Italia

Credits milanobelladadio IG – Vetrina sfondata

Da diversi anni Milano detiene un triste primato: è la città con il maggiore numero di reati denunciati, in base all’ultimo dato sono 5.985 all’anno ogni 100.000 abitanti. I più frequenti sono aggressioni, furti, rapine, scippi, anche nelle zone centrali come Brera e Montenapoleone. Tra le più pericolose Corso Como, la Darsena e i Navigli e la zona attorno alla Stazione Centrale. Nel confronto con il 2022 scippi e rapine risultano in crescita, anche se a livello generale si è segnato un calo dei reati in città del 17% dal 2017 ad oggi.

Si tratta comunque di numeri in difetto perché nel conteggio mancano i reati non denunciati e forse anche per questo la percezione dei cittadini è differente rispetto al trend in corso.

# Gli altri problemi reali o percepiti a Milano

Credits gev_milano IG – Protesta contro caro affitti

Non è però solo sulla sicurezza che la comunicazione politica si discosta dal sentiment dei milanesi.

C’è il tema della qualità dell’aria: per il Comune di Milano Area C e Area B hanno contribuito sensibilmente alla riduzione di alcuni tipi di inquinanti, per i cittadini e i siti indipendenti di rilevazione lo smog è sempre la stesso.

La nuova gestione del verde è stata pensata per tutelare la biodiversità: però le erbacce alte fino a un metro, con il degrado che ne consegue, e i nuovi alberi piantumati in marciapiedi e parchi che non vengono curati in modo adeguato, non contribuiscono a una buona percezione. 

Un altro argomento discusso è quello della mancanza di affitti accessibili per giovani e studenti. Per risolvere questo problema l’amministrazione comunale sta favorendo la nascita di nuovi studentati in città. Una soluzione a quanto pare non troppo efficace dato che in diversi casi il prezzo di una camera di uno studentato, anche in periferia, costi di più un appartamento nella stessa zona.

Quindi, sono i cittadini che sbagliano con un’errata percezione oppure chi ha la responsabilità della città deve impegnarsi di più a risolvere i problemi invece che a cercare di camuffarli?

Leggi anche: LODI TENTA i GIOVANI di Milano: costa la metà, siete a 15 minuti, venite qua!

Continua la lettura con: SICUREZZA a MILANO: i TRE LUOGHI più TEMUTI

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Le PASSERELLE VERDI SOSPESE nel NUOVO CAMPUS di Milano

0

In partenza il cantiere per il nuovo campus dell’Università Statale in Città Studi. Ecco come sarà.

Le PASSERELLE VERDI SOSPESE nel NUOVO CAMPUS di Milano

# Il primo nucleo scientifico della Statale diventerà un moderno campus urbano 

Campus via Celoria Statale rendering Ottavio Di Blasi – ODB & Partners – Vista esterna

Inizia il processo di trasformazione del quartiere universitario di Città Studi che dal 2025 non avrà più il comparto scientifico della Statale: si trasferirà nel nuovo campus in costruzione al MIND, proprio a partire dalla prima università pubblica di Milano. Il vecchio complesso risalente agli anni Trenta del Novecento di Via Celoria 10, il primo nucleo scientifico dell’ateneo, diventerà un moderno campus urbano dove troveranno spazio i corsi del dipartimento di Beni Culturali, oggi nella sede di Via Noto, i corsi di area economica, politica e sociale, il Centro Apice (Archivi della Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale) e la nuova sede del Museo Antropologico (MUSA e LABANOF). 

Campus via Celoria Statale rendering Courtesy Ottavio Di Blasi – ODB & Partners – Nuovo campus fronte strada

Nei prossimi giorni il via al cantiere, qualche settimana la firma di un protocollo d’intesa tra la Statale e il Comune di Milano per confermare la vocazione universitaria del quartiere, su un progetto architettonico e di restauro dello studio di architettura Ottavio Di Blasi – ODB & Partners, redatto in ATI con Milan Ingegneria SpA e Tekser s.r.l.

# Dieci edifici collegati da passerelle pedonali e 90% in più di spazi verdi

Campus via Celoria Statale renderint Ottavio Di Blasi – ODB & Partners – Esterno edificio

Per andare oltre il limite dei padiglioni separati e creare un vero campus, che si estenderà una superficie di 25mila mq, i dieci edifici saranno collegati da un sistema di passerelle pedonali coperte che consentirà di metterli in comunicazione rendendoli fruibili indipendentemente dalle condizioni atmosferiche esterne. Per gli studenti ci saranno 2.617 posti nelle aule didattiche e 228 posti nei laboratori didattici, oltre a un auditorium da 250 posti. 

Campus via Celoria Statale rendering Ottavio Di Blasi – ODB & Partners

Il verde cresce di circa il 90% rispetto alla situazione attuale, si passerà da 3.116 mq a 5.846 mq, e verranno incrementati e razionalizzati gli spazi aperti in generale. Si riducono infatti anche le aree destinate ai parcheggi riservati. Il nuovo campus avrà anche un migliore comfort e costi di gestione più contenuti.

Continua la lettura con: Il CAMPUS ESSELUNGA alle porte di Milano

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Le nuove CABINE TOUCH SCREEN: sentirsi SUPERMAN sulle strade di Milano

0
Cabina digitale Tim

Milano si candida per trasformare i cittadini in supereroi. Forse stiamo esagerando…

Le nuove CABINE TOUCH SCREEN: sentirsi SUPERMAN sulle strade di Milano

# Nel 1952 a Milano la prima cabina telefonica in Italia

Prima cabina telefonica

Tra i record di precocità di Milano, come quello della prima centrale termoelettrica dell’Europa continentale e del primo semaforo italiano, c’è anche quello della prima cabina telefonica installata nel nostro Paese: il 10 febbraio 1952 in Piazza San Babila.

La TIM sta smantellando ormai da tempo le vecchie cabine telefoniche ma ha impostato un piano per preservarne una parte e trasformarle in qualcosa di più evoluto, delle cabine touch screen. Al momento sono in lavorazione 2,5 mila cabine digitali che verranno installate nelle 13 principali città italiane, a Milano saranno 450 e proprio qui entreranno in funzione per la prima volta come 70 anni fa.

Leggi anche: Il primo SEMAFORO italiano comparve a Milano il 1° aprile 1925: con quattro colori. UrbanFile: trasformiamolo in MONUMENTO

# Le funzionalità delle nuove cabine touch screen

Cabina digitale Tim

Il progetto è portato avanti da Tim e Urban Vision. Le nuove cabine touch screen si caratterizzano per un design completamente rinnovato e saranno “un presidio evoluto e inclusivo, con applicazioni sensoristiche che consentiranno anche alle persone con disabilità motorie, barriere linguistiche o visive, di accedere alle informazioni e ai servizi digitali in modo personalizzato, semplice e veloce“. Permetteranno di accedere in modalità touch screen a una vasta gamma di servizi e contenuti digitali, tra cui quelli di pubblica utilità, come le informazioni istituzionali che in tempo reale il Comune vorrà fornire alla propria cittadinanza.

Si potrà consultare la programmazione di cinema e teatri, festival, concerti, eventi e iniziative culturali, di cui sarà possibile acquistare i biglietti, prenotare un ristorante e un taxi, verificare le previsioni meteo e gli orari dei mezzi di trasporto, ottenere informazioni sulla viabilità. Si potrà anche ricaricare lo smartphone e chiamare gratuitamente verso numeri fissi e mobili nazionali.

# Il tasto Women+ per chiamare i soccorsi in caso di pericolo

Credits Urbanfile – Touch Screen in Piazza Duomo

Le cabine sono state pensate anche come strumento utile alla sicurezza, fungeranno da punti di sorveglianza, e grazie al tasto Women+ si potranno chiamare i soccorsi in caso di pericolo. Grazie alle nuove tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale, 5G e IoT,  si integreranno alla perfezione nel modello di Smart City. Le prime cabine saranno installate nel 2024.

Continua la lettura con: Il CANTIERE del VILLAGGIO OLIMPICO: le IMMAGINI dall’interno

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

A Milano il PHOTOBOOTH COREANO, il primo d’EUROPA

0
life4cuts.it IG - Photobook

Il primo negozio dell’Europa Continentale. Come funziona?

A Milano il PHOTOBOOTH COREANO, il primo d’EUROPA

# Life4Cuts, la vita in quattro scatti: il primo negozio dell’Europa Continentale

life4cuts.it IG

Sbarca a Milano con il primo negozio dell’Europa Continentale, sull’onda del successo nel Regno Unito, Life4Cuts: The Premium Korean Photo Studio. Il famoso studio fotografico self-service asiatico pensato per registrare i momenti preziosi della propria vita in quattro scatti unici e iconici. In questo piccolo spazio dominato dai colori rosa e fucsia, dalle pareti alle luci al neon, ci sono infatti tre photobooth la cui differenza principale rispetto alle classiche cabine fotografiche è che tutti e quattro gli scatti sono diversi tra di loro. 

life4cuts.it IG – Photobook

Oltre a questo sono disponibili una serie di accessori e articoli di moda coreani più popolari da scegliere e utilizzare per migliorare l’esperienza fotografica, ma anche alcuni tra i più assurdi per una foto davvero fuori dalla righe come degli occhiali stravaganti a forma di occhi di alieno o dei copricapi a forma di hamburger e patatine.

# Le foto con le cornici esclusive di Milano

life4cuts.it IG – Foto

Per il negozio di Milano si possono poi selezionare in fase di stampa delle foto, come già possibile nel Regno Unito, delle cornici speciali esclusive che richiamano i simboli della città come i cartelli stradali e le immagini che riproducono il Duomo.

 

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

Un post condiviso da ALEXIA (@varyaren)

Le foto si possono scegliere tra diversi formati, nella classica striscia verticale o in orizzontale, e con cornice colorata o semplice. Nell’attesa della stampa sullo schermo vengono riprodotti i video musicali delle pop band coreane più famose, per rendere l’esperienza ancora più divertente.

Indirizzo: Via Casale 4/b 

 

Spunto: varyaren

Continua la lettura con: BAZAR e NEGOZI di DESIGN: TRE LUOGHI IMPERDIBILI in cui acquistare gli oggetti più curiosi di Milano

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

#74 – La REGINA dei dintorni di Milano

0
Credits museoduomodimonza.it - Matrimonio Teodolinda e Agilulfo

Per molti è parte di Milano. Nel mondo è nota per il Gran Premio d’Italia. Nella storia ne ha combinate parecchie, capitale dei longobardi, luogo dove venivano incoronati gli imperatori o ammazzati i re. Queste le principali attrazioni che giustificano una gita a meno di 20 minuti di treno da Milano. 

MONZA: cosa vedere nella città REGINA dei dintorni di Milano

121 mila abitanti, praticamente come un municipio di Milano. Non è un mistero che per molti milanesi Monza sia parte della grande Milano. Ancora più parte con l’arrivo della metropolitana che unirà ancora di più le due città. Anche perché Milano ha bisogno di Monza: rappresenta il suo lato più regale. 

Pochi sanno che Monza è la terza città della Lombardia per numero di abitanti, dopo Milano e Brescia. E per rilevanza storica ha avuto un peso decisivo nella storia d’Italia. 

# Una storia gloriosa

Credits museoduomodimonza.it – Matrimonio Teodolinda e Agilulfo

L’apice lo raggiunse durante il VII secolo. L’impero romano si era squagliato e sull’Italia arrivò l’onda longobarda, il primo tentativo di portare la nazione a una indipendenza duratura. Il popolo proveniente dal Nord Europa scelse proprio Monza come capitale estiva del Regno Longobardo. Con la fine del regno, dopo la sconfitta di Desiderio per mano dei Franchi di Carlo Magno che ricevette la Corona Ferrea, Monza divenne parte del Sacro Romano Impero e dall’XI secolo entrò nell’orbita di Milano, con cui condivise destini e dominazioni fino ad oggi.

Il 29 luglio 1900 a Monza, per mano dell’anarchico Gaetano Bresci, fu assassinato il re d’Italia Umberto I a cui un decennio dopo venne dedicata la Cappella Espiatoria, costruita per commemorare il tragico episodio. 

Leggi anche: L’uccisione di Umberto I

# Il Duomo

Credits: ilcittadinomb.it

Edificato tra il XIV e il XVII secolo, si trova al centro della città ed è dedicato a San Giovanni Battista. Al suo interno custodisce la celebre Corona Ferrea e i resti della regina Teodolinda. 

La Corona Ferrea è stata utilizzata per secoli per incoronare i re d’Italia, tra cui anche Napoleone Bonaparte. Secondo la tradizione contiene uno dei chiodi usati per la crocefissione di Cristo. La Chiesa riconosce il carattere di reliquia alla corona: per questo è conservata in chiesa (e non nel museo).

Il Duomo di Monza è l’unica chiesa al mondo insieme a San Pietro in Vaticano che può disporre di proprie guardie armate durante le funzioni più importanti: si tratta di dodici Alabardieri più un Comandante. L’istituzione del corpo degli Alabardieri lo si fa risalire alla fine del VI secolo, in epoca longobarda, dal corpo delle guardie d’onore della regina Teodolinda.

Di Teodolinda sono conservati alcuni resti nell’omonima cappella. Di grande interesse anche il campanile che domina la città, oltre a sculture e affreschi, come il Banchetto delle nozze di Teodolinda.

Una curiosità: nella diocesi di Monza vige il rito romano, non il rito ambrosiano. 

# Torre Teodolinda

Nei pressi del Duomo, si trova una torre di origine medievale che, anticamente, era uno degli ingressi cittadini. Costruita a pianta quadrata, a tre piani, è una residenza privata stretta tra edifici di costruzione molto più recente. Proprio questo suo essere incastrata tra palazzi moderni rende il colpo d’occhio molto suggestivo. 

# L’Arengario, i palazzi storici e i ponti

arengario

In piazza Roma, nel centro storico, si trova l’Arengario, l’antico palazzo comunale, costruito nel XIII secolo. Monza è ricca di ville e palazzi storici. Intriganti anche i suoi ponti, come quello dei Leoni e di San Gerardino. Ma la costruzione più entusiasmante è fuori di dubbio all’ingresso del Parco: Villa Reale. 

# Villa Reale

La Villa Reale di Monza è stata costruita per volontà dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria tra il 1777 e il 1780 come residenza estiva per il figlio Ferdinando d’Asburgo. Fonte d’ispirazione dell’architetto Piermarini è stata la Reggia di Caserta. La villa passò in mano ai Savoia quando la Lombardia venne annessa allo Stato del Piemonte. Umberto I di Savoia fece ornare la villa con i gusti dell’epoca portandola a un cambiamento radicale.

Nel 1900 Umberto fu assassinato proprio a Monza da Gaetano Bresci. Il nuovo re Vittorio Emanuele III non volle più utilizzare la Villa Reale, motivo per la quale venne chiusa e successivamente donata ai comuni di Monza e di Milano. Oggi ospita numerose mostre ed è la casa degli eventi principali che si svolgono nella provincia di Monza e Brianza.

# Il Parco

Credits: parcodimonza IG

“Voglio che i miei giardini siano più grandi di quelli di Versailles”. Da un documento epistolare la madre Giuseppina Bonaparte chiese al figlio Eugenio di costruire un parco più grande di quello di Versailles. E così fu, perché il parco costruito come completamento della Villa arrivò a occupare una superficie di 700 ettari superiore a quello di Versailles che si ferma a 250 ettari. Il Parco di Monza è oggi uno tra i maggiori parchi storici europei, e primo per dimensioni ad essere recintato da mura.

Tra le principali attrazioni del parco ci sono: 

  •  la gigantesca scultura “Lo scrittore”: sedia e tavolo alti 10 metri
  • Villa Mirabello
  • Il Mulino San Giorgio

E, soprattutto, l’Autodromo che ospita quest’anno la centesima edizione del Gran Premio d’Italia. 

Leggi anche: Le 7 attrazioni del parco di Monza

Continua la lettura con: La gita più bella #75 – La CAPITALE della SCARPA: la piazza di Leonardo e il tesoro degli Sforza a mezz’ora da Milano

ANDREA ZOPPOLATO

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

A Milano la PIZZA “più BUONA del MONDO”

0
Credits: @rickycortese Vincenzo Capuano Milano

Ha aperto a Milano la pizza più buona del mondo. Sì perché a farla è proprio il campione mondiale in carica di pizza contemporanea.

È arrivata a Milano la PIZZA “più BUONA del MONDO”

# La pizza campione del mondo

Credits: @pizzeriavincenzocapuano
pizza Vincenza Capuano

Stiamo parlando del locale di Vincenzo Capuano, uno spazio elegante e grande abbastanza da poter servire contemporaneamente 130 persone e, se c’è bel tempo, si aggiungono i tavoli nel dehors. Con le classiche pareti nere e grigie e le luci al neon che ricreano il logo e i motti delle pizzerie di Capuano. La Pizzeria di Vincenzo Capuano si trova in una zona piena di ristoranti: siamo in via Lazzaro Papi in Porta Romana, una zona dove si possono mangiare già “pizze d’autore” da Pizza Am o Pizzottella. Mancava solo “la pizza più buona del mondo”. 

La pizza di Capuano è una pizza contemporanea, più elaborata e moderna. L’impasto è caratterizzato da fermenti particolari, pesi e bilanciamenti di farina e acqua diversi rispetto quella tradizionale. Il risultato è un cornicione più pronunciato e alveolato che però non vuole stravolgere quello classico, ne è solo l’evoluzione, come racconta lo stesso Capuano.

# Vincenzo Capuano, il campione del mondo della pizza

Credits: italiatavola.net
Vincenzo Capuano Milano

Nato a Napoli e classe 1989, Vincenzo Capuano è il campione mondiale di pizza contemporanea in carica. Ha infatti vinto il trofeo nel 2022, ma non è di certo il primo premio che colleziona. Vincenzo Capuano è infatti anche Campione mondiale di Pizza Napoletana, categoria Rosso Pomodoro, vice campione STG (pizza napoletana con delle caratteristiche particolari) e 3° classificato nel campionato di pizze a Las Vegas. Il suo pseudonimo è Capvin e  il suo  motto “Vivere di pizza è meraviglioso”, una frase che racchiude in poche parole tutta la sua carriera. Ma Vincenzo Capuano ha la pizza nel sangue, preparare l’impasto con le proprie mani e farcirlo con mozzarella e pomodoro è infatti una tradizione di famiglia. Il nonno era pizzaiolo e il padre, Luigi Capuano, è proprietario di più di una pizzeria in città, una in via Via Orseolo 1 e l’altra in Via Londonio 22.

# “Ho realizzato il mio sogno: aprire il mio locale nel cuore della città più europea d’Italia”

Credits: scattidigusto.it
Interno pizzeria Vincenzo Capuano

L’ambiente della Pizzeria di Vincenzo Capuano è moderno, con laboratorio e cantina a vista, tavolini in legno e apparecchiati con tovagliette all’americana. Il locale è aperto a pranzo dalle 12 alle 15, mentre la sera dalle 19 a mezzanotte. E’ una delle poche pizzerie che resta aperto fino a così tardi e distribuisce i suoi clienti su tre turni (uno alle 19, l’altro alle 21 e l’ultimo alle 22:30).  Per quanto riguarda la farcitura le proposte sono molte: vanno dalle tradizionali a quelle speciali, ma Vincenzo Capuano ha voluto anche valorizzare la tradizione napoletana proponendo topping che riprendono le tipiche specialità della sua città, dal crocchè di patate alle polpettine di nonno Enzo.

Vincenzo Capuano contava già quattro locali tra Pompei, Vomero, Pozzuoli e Napoli, ma con il suo debutto sulla piazza milanese ha fatto il salto oltre i confini della sua regione: “Per me Milano sembrava una meta irraggiungibile ma ora, a 33 anni, ho realizzato il mio sogno: aprire il mio locale nel cuore della città più europea d’Italia”.

 

Continua la lettura con: Le PIZZERIE MILANESI tra le MIGLIORI d’Italia

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

#74 – I segreti di CASA FELISARI, il palazzo più MISTERIOSO di Milano

0
Credits: @talamascaxx IG

Passeggiando per via Settembrini è impossibile non lo abbiate notato. Basta alzare lo sguardo per imbattersi in un imponente palazzo in stile Liberty, la romantica e inquietante Casa Felisari. Sarebbe l’ambientazione gotica perfetta per uno dei film di Tim Burton, ma forse non tutti conoscono la sua storia, a tratti misteriosa.

I segreti di CASA FELISARI, il palazzo più MISTERIOSO di Milano

# Un palazzo romantico, ma dai dettagli inquietanti realizzato dal grande architetto visionario Arata

Credits: @monicafumagalli2561

Sull’angolo tra via Settembrini e via Boscovich si trova un palazzo romantico, dall’aspetto austero, con dettagli eccentrici e inquietanti.

In molti avranno capito che stiamo parlando di Casa Felisari, o Palazzo Pathè, un’estrosa creazione dell’architetto visionario Giulio Ulisse Arata, esponente della Belle Époque e dell’Art Nouveau a cui si deve anche l’altra bellezza Liberty a Milano, Casa Berri-Meregalli in via Cappuccini.

# Una commistione di stili che conferisce originalità e impatto visivo

Credits: Milano Segreta FB

Inquietante, ma terribilmente affascinante, Casa Felisari è stata realizzata tra il 1902 e il 1914 e il suo stile eclettico crea un perfetto ibrido tra il neoromantico, il decò e il liberty.

Con la sua facciata in mattoni a vista, questo scenografico palazzo spicca tra le costruzioni della zona.

Ma non solo. Ciò che attira ancora di più l’attenzione sono il bel mosaico di Galileo Chini all’ingresso della casa e gli elementi decorativi orientaleggianti e medievaleggianti che si uniscono a quelli a tema animale.

Dunque, una perfetta commistione di stili, materiali e decorazioni, come si era soliti assistere in quel periodo.

# Casa Felisari fu la sede della Pathè Cinema, ma poi rimase disabitata per molti anni

Credits: @pasquarana IG

Per alcuni anni, fu la sede della casa di produzione cinematografica Pathè. Infatti, una delle più antiche case di produzione francesi aveva scelto proprio via Settembrini 11 per avere la propria sede italiana.

Tuttavia, nel 1919 la Pathè Cinema dovette lasciare il palazzo per un ridimensionamento aziendale. Da allora, e per molti anni, rimase vuoto.

# Chi vive in Casa Felisari? “Fuoco”, “Vento” e “Terra”

Credits: @pasquarana IG

Ed è intorno a questo avvenimento che, nel tempo, si sono create molte supposizioni su uno dei palazzi più misteriosi di Milano.

Infatti, ora la casa sembrerebbe abitata, o comunque occupata, da qualcuno. A certe ore della sera le luci sono accese, anche se dall’interno proviene un silenzio tombale.

Ma è singolare e intrigante anche il citofono all’ingresso in via Boscovich. Non sono indicati i consueti nomi e cognomi degli inquilini, ma semplicemente “Fuoco”, “Vento”, “Terra”.

In molti hanno provato a citofonare per chiedere informazioni, nella speranza che qualcuno aprisse, ma con scarsi risultati.

Il mistero su chi viva nella Casa Felisari continua. Quindi, non resta che passarci davanti, ammirare gli elementi architettonici di grande pregio e continuare a fantasticare sulla sua storia misteriosa ed inquietante.

Fonte: blog.urbanfile.org

Continua la lettura con: Luogo nascosto #75 – La CAGNOLA: castelli, crocifissi magici e navi in città? Le sorprese del quartiere più ignorato di Milano

ALESSIA LONATI

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

La NAVE ROVESCIATA sulla DARSENA: la FOTOGALLERY

0
Ph. Ezio Cairoli

Martedì 3 ottobre 2023: dall’acqua della Darsena affiora l’installazione di una chiglia di una nave rovesciata, circondata da 368 crisantemi e braccia che emergono. L’opera intende ricordare la strage di Lampedusa nella decennale della tragedia. La Fotogallery di Ezio Cairoli. 

Continua la lettura con: Sicurezza a Milano: i tre luoghi più temuti

MILANO CITTA’ STATO

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

SICUREZZA a MILANO: i TRE LUOGHI più TEMUTI

0

Milano è la città più pericolosa d’Italia. Nel capoluogo lombardo, infatti, viene registrato il maggior numero di denunce all’anno per furti e rapine. Tuttavia, ci sono zone che risultano più pericolose rispetto ad altre.

Scopriamo insieme quali sono le zone più pericolose della città. Il nuovo video di Milano Città Stato. Iscriviti al canale su YouTube per i video esclusivi.

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

SILVIA AROSIO

ALTRI VIDEO DEL GIORNO A MILANO:

FUGA da MILANO, in quale CITTÀ dell’HINTERLAND vorrebbero andare a vivere i MILANESIDove le MILANESI comprano ABITI di BUONA qualità a POCO PREZZO?Copertina Negozi

L’ESTATE a Milano all’inizio degli anni SESSANTA (a colori)

Le GRIDA nelle STRADE di MILANO (1973)

INFRASTRUTTURE, i 5 GRANDIOSI PROGETTI in arrivo in Italia

L’ADDABAHN, le linee CELERI dell’Adda

Compresenza di veicoli tranviari e metropolitani lungo via Palmanova a Milano (settembre 1970)

Il TRAM di Milano che si crede una METRO

Credit combat tram YT – Tram 7 in sotterranea

La Milano degli anni Sessanta

MILANO è PEGGIORATA in questi ULTIMI ANNI

M1 vs M2, qual è più VELOCE?

ODISSEA sulla GENOVA – VENTIMIGLIA

Com’è la PIZZA dei nuovi DISTRIBUTORI AUTOMATICI di Milano?

In MOTO sulle STRADE più PERICOLOSE di Milano

Vivo solo tra le montagne

Ho riprogettato il biglietto della metro

I metallari di Milano negli anni Ottanta

Come sarà il nuovo PIAZZALE LORETO (Rendering)

La COPPIA che si è trasferita da MILANO per VIVERE in MEZZO a un BOSCO


La TRATTA più LUNGA senza FERMATE della METRO di Milano

Le STRADE SOLARI, la nuova VIA per il futuro di Milano?

La nascita di Milano

Il TUNNEL STRADALE che doveva passare sotto MILANO

Sulla METRO di MILANO nel 1982, l’anno dei MONDIALI

Una GIORNATA in CENTRO a Milano. Con soli 10 EURO. È possibile?

M4 San Babila: MILANO prende il VOLO (foto e video dell’inaugurazione)

VOLANDO sui NAVIGLI di MILANO

Il Naviglio in secca

STAZIONE CENTRALE 1995, com’era trent’anni fa

I TALENTI EMERGENTI sulla SCENA MUSICALE di MILANO

Curiosità e futuro della LINEA VERDE di Milano

MILANO nell’OTTOCENTO

Le tre PIZZE più COSTOSE di Milano

8 progetti del FUTURO della METRO di Milano

La STRADA “TAPPO” di Milano

CHRIS MARTIN (Coldplay) canta OH MIA BELA MADUNINA a San Siro

STEFANIA e le MACCHINE GIGANTI che hanno scavato i TUNNEL della metro 4

“RUBARE è il nostro LAVORO”

La PAURA fa 90. Una notte sulla “linea più pericolosa” di Milano

PERCHE’ VIVI a MILANO?

Il metodo RUMENO per la sicurezza sulla METRO

A bordo di un TAXI VOLANTE

L’EVOLUZIONE di PIAZZA DUOMO nel TEMPO

“Milano è la metafora dell’amore”

I fantasmi di Milano

Emergenza passaporti a Milano

VICOLI SCOMPARSI del centro di Milano

ABBATTERE il TURCHINO per eliminare la NEBBIA e lo SMOG a MILANO

ECCEZZZIUNALE… VERAMENTE, le 7+1 SCENE ICONICHE di un film chiave della commedia italiana

Alla scuola della BIDELLA PENDOLARE da NAPOLI per scoprire la verità

I TRENI della METRO di ogni linea di Milano

AGGRAPPATO al BUS sulla tratta Lodi-sant’Angelo

La via con più DIVIETI DI SOSTA del mondo

MI GUARDO e mi specchio vanitosamente in questi palazzi

Misteri e superstizioni di Milano

Il campanile medievale all’interno di un condominio

VIVAIO e MILANO CITTA’ STATO, le attività per il 2023. Vuoi unirti anche tu?

I mezzi pubblici a Milano negli anni ottanta

FINE ANNO in coda al PANE QUOTIDIANO

Milano – Roma: più veloce in treno o in aereo?

La passerella di Piano sulla M1

Un anno da pendolare sulla Milano Cremona

Dove andavano, cosa facevano i GIOVANI MILANESI nella Milano degli anni ’80

TIBALDI-BOCCONI, la prima stazione della CIRCLE LINE di Milano

La grande nevicata dell’85

La Milano di inizio Novecento

il SUPERATTICO sul tetto della TORRE

M4 – Dateo, la STAZIONE più PROFONDA di Milano

5 angoli INSOLITI da scoprire a MILANO

Un giro sul TurboKart

Il ciclista spericolato

Che cosa pensano i milanesi dei napoletani

Cosa pensano i napoletani di Milano e dei milanesi

3 esperienze gratis da fare nel periodo natalizio a Milano

Quanto spendono gli studenti di Milano?

Il panino più famoso di Milano

In volo sopra i Navigli nascosti

I paninari davanti al Burghy

L’ASFALTO “FERITO” di Milano, la denuncia del comico STORTI

Inaugurazione dell’M4

BAGNI BELLI e GRATIS in CENTRO a Milano

M4: la quiete prima dell’inaugurazione 

L’Italia costruisce la sua Tech Capital

Camminare sul cielo a Milano

Ho aperto un falso ristorante in piazza Duomo

Milano, una città che costruisce METROPOLITANE come nessun’altra

Le tre strade più trafficate di Milano

In TRATTORE in CENTRO a MILANO (scena cult)

Milano ha carenza di posti letto per i senza dimora

Sciare in Porta Nuova

La Ciclabile Umana

Paninari a Milano

Le 10 moto più belle a EICMA

La protesta degli studenti contro la legge anti-rave

Calenda canta Bella Ciao all’Arco della Pace

Quanto paghi d’affitto a Milano

EMO & TRUZZI, i RAGAZZI di MILANO di VENT’ANNI FA

Un milanese a Genova

L’aperitivo più economico a Milano Centro

Milano, risse ai Navigli

Una GIORNATA ALTERNATIVA a Milano

L’arrivo di Totò e Peppino a Milano

Nel regno delle zucche alle porte di Milano

La M4 in anteprima

Cosa succederebbe se scoppiasse una bomba atomica a Milano?

Da DUOMO a LINATE, bus 73 contro METRO 4. Qual è più VELOCE?

48H da LADRO a Milano

Quanto spendo in una settimana a Milano

La trattoria milanese più economica della città

Milano, caldo fuori stagione

Quarto Oggiaro: la periferia che spaventa Milano

Da Milano a Lecco sulla ciclabile

“RE NUDO”: la WOODSTOCK ITALIANA al PARCO LAMBRO. Dove è successo di tutto

Come funziona la linea senza conducente

La Metropolitana Milanese nei secoli

In volo di notte sui grattacieli di Porta Nuova

Le borseggiatrici della metro

Le intrusioni dei maranza

I nuovi poveri di Milano

Ultima corsa della Milano – Limbiate

Le reazioni degli automobilisti al blocca di via Palmanova

Street Style a Milano

Da Milano a Londra con una moto super sportiva

L’incrocio con semaforo rotto e il senso civico dei milanesi

Circle Line: la quasi metropolitana per Milano

La TOP 10 delle cose da vedere vicino a MILANO

NavigaMi, in CROCIERA a MILANO

Avvisi storici sul tram

Cose da NON FARE per trovare una CASA in AFFITTO a Milano

La sfida: di corsa contro la metro

INSEGUO le BORSEGGIATRICI sulla METRO

L’arena di Milano dimenticata da 25 anni

Manzoni occupato contro Giorgia Meloni

Lo show di Moncler in Piazza Duomo

La domenica di Milano vs di Roma

Milano del Futuro: 16+ edifici in arrivo 

Milano alla fine degli ANNI OTTANTA

10 ATTRICI MILANESI che hanno fatto la storia del cinema e del teatro

Tutte le stazioni della metro di Milano in un giorno

Il mio primo mese a Milano: quanto ho speso?

M6 – Il percorso della futura metropolitana di Milano

La mostra più INSTAGRAMMABILE di Milano

Mi sono trasferita a Milano

Gli Ultras della Dinamo Zagabria in giro per Milano

Tour dei chiostri notturni di Milano

Evoluzione animata della metro di Milano

Milano e Vincenzo

I locali più instagrammabili di Milanoa

DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Cosa fare dei BINARI ABBANDONATI di Milano? Le PROPOSTE dei milanesi

0
Binari dismessi a Milano

Cosa si potrebbe fare per evitare di continuare a mettere a rischio l’incolumità di ciclisti e motociclisti? Lo abbiamo chiesto ai milanesi sulla nostra fanpage.

Cosa fare dei BINARI ABBANDONATI di Milano? Le PROPOSTE dei milanesi

# Una rete di circa 18 km di binari inutilizzabili e pericolosi

Binari dismessi a Milano

Sono circa 18 i km di binari di tram abbandonati sulle strade della città. Lasciati lì da tempo, partono dal nulla e non arrivano da nessuna parte. Rimangono come delle ferite aperte perché non possono più essere percorsi dai tram, a volte sono coperti in modo pessimo da colate di catrame, in altri casi rimangono in bella vista in mezzo al pavè. L’unico intervento degno di nota è stato effettuato in Ripa di Porta Ticinese tra il 2015 e il 2016 dove, insieme alla sostituzione dell’asfalto con il pavè, sono stati rimossi 1,5 km di binari in cambio di masselli e binderi, in particolare cordoli in granito.

Ad oggi però, nonostante una mozione ad Aprile 2019 della stessa maggioranza nel Consiglio Comunale di Milano in cui si chiedeva di iniziare il piano di rimozione dei binari in disuso partendo da quelli segnalati dai nove municipi, la situazione è rimasta sostanzialmente la stessa. 

# Le soluzioni proposte dai milanesi

Binari dismessi

Cosa si potrebbe fare allora per evitare di continuare a mettere a rischio l’incolumità di ciclisti e motociclisti? Lo abbiamo chiesto ai milanesi sulla nostra fanpage. Ecco alcuni dei commenti ricevuti:

Toglierli magari? Per quanto sia dispendioso e comunque per alcuni è un pezzo di storia (ma dove, come, quando e perché) non sono comunque belli da vedere. Non ho mai visto una città con binari abbandonati diversamente da Milano” – Nadir Della Valle

Secondo me, almeno una parte, andrebbero rimessi in esercizio per agevolare gli spostamenti dei tram in caso di incidenti, crollo di alberi, etc. Se, infatti, si limitano i tracciati dei binari solo alle linee attive, in caso di ostacoli si corre il rischio di bloccarle, perchè non c’è la possibilità di effettuare deviazioni!” – Federico Barboni

Il “minimo” che si possa fare sarebbe introdurre del cemento nei canali pericolosissimi per biciclette con ruote strette !!!” – Tinnirello Carmelo

In alcuni posti li hanno cementati perché costava meno che toglierli. Non è la soluzione migliore, ma è meglio di niente, almeno non causano incidenti” – Wajo Tajo

Rimettere a posto la pavimentazione e dove si può farne piste ciclabili” – Ugo Mazza

“Basterebbe riempire gli spazi vuoti con una resina trasparente ma resistente così ci si può camminare sopra tranquillamente ma comunque rimangono visibili a ricordarci il passato” – Daaviide Sck

Continua la lettura con: Il “MURETTO” di MILANO: utile, ingombrante o pericoloso?

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

A Milano il CROTTO di MONTAGNA per sentirsi sulle ALPI

0
Credits cebimdekirota IG - Crotto Quartino

Come in una baita sulle Alpi.

A Milano il CROTTO di MONTAGNA per sentirsi sulle ALPI

# Come essere in Valchiavenna

Credits marzipassoni IG – Crotto Quartino

Ha aperto luglio del 2022 a Milano l’avamposto del “crotto n.1 della Valchiavenna“, come recita lo slogan all’interno del logo, Crotto Quartino. Il crotto è l’osteria tipica con cucina tradizionale di quella zona di montagna, oltre che di quelle del lago di Como e del Canton Ticino. Prende il nome dalla cantina naturale climatizzata dalla sorgente d’aria proveniente dal sottosuolo, chiamata localmente “Sorèl”, il respiro della montagna, che aiuta a conservare salumi, formaggi e vino. Dal 1930 questo crotto di Piuro porta avanti la tradizione della cucina chiavennasca.

# La proposta culinaria alla carta o con menu degustazione, con possibilità di chiedere il bis

Credits cebimdekirota IG – Crotto Quartino

Si può mangiare scegliendo alla carta, immancabili i classici pizzoccheri bianchi, quelli affogati nel burro, i taglieri di salumi, i Luganigheri alla Brìsaola, il bastardèll, gli sciatt Frumentùn e la polenta taragna. È previsto anche un menu degustazione “Autentica Valchiavenna” con una selezione dei prodotti e dei piatti più iconici della valle, con possibilità di chiedere il bis di ognuno

# L’all you can eat di carne

 

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

Un post condiviso da Food & Travel blogger Milano e nel mondo (@dove_mangiamo_oggi)

Per gli amanti della carne c’è anche un menu grigliata al costo di 30 euro, sempre in modalità all you can eat come quello degustazione e quindi ci si può fare riempire il piatto fino ad avere la pancia piena.

Credits celiacallavventura IG – Grigliata Crotto Quartino

Di norma non si trova sul menù classico, quindi bisogna specificarlo nelle note al momento della prenotazione, e comprende salsiccette, costine, polenta taragna, verdure grigliate e patate.

 

Spunto: dove_mangiamo_oggi ig

Continua la lettura con: 10 RISTORANTI di Milano dove mangiare almeno una volta nella vita

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

#75 – La CAPITALE della SCARPA: la piazza di Leonardo e il tesoro degli Sforza a mezz’ora da Milano

0
ph. ilturista.info

Da sempre nell’orbita di Milano, si trova però in provincia di Pavia. Una delle località più interessanti da visitare per una breve gita in giornata. 

VIGEVANO: alla scoperta della capitale della scarpa, della piazza di Leonardo e del tesoro degli Sforza a mezz’ora da Milano

Più grande di Pavia per superficie, Vigevano è uno dei centri più importanti nei dintorni di Milano a cui è da sempre legata, anche se amministrativamente è parte della provincia pavese. La città è raggiungibile in una mezzora di treno che percorre la linea Vigevano-Mortara- Milano, inaugurata nel primo tratto nel 1854. Una curiosità? Vigevano è sempre stata una città autonomista, gelosa della sua indipendenza. È stata anche la prima città lombarda ad aver ottenuto in epoca moderna il titolo di “città”. Città che ha grandi motivi di interesse. 

# La prima Peroni

vigevano
vigevano

Nell’Ottocento e nel primo Novecento Vigevano costituiva uno dei più importanti centri industriali dell’intera Europa. Nel 1846 qui è nato il primo birrificio Peroni, per opera del suo fondatore, Francesco. Qui hanno prosperate altre importanti industrie, come quella tessile e, sopra tutte, quella delle calzature. 

# La capitale della scarpa

Credits: vivivigevano.it

Vigevano è stata a lungo uno dei principali centri di produzione di scarpe nel mondo. Il primo calzaturificio industriale è sorto nel 1866 che ha dato via a una serie di produzioni capaci di rendere Vigevano “capitale della scarpa”. Prima della seconda guerra mondiale si contavano nel territorio 873 aziende con 13.000 dipendenti, fino ad arrivare a 900 aziende con 20.000 addetti nel 1965. Dagli anni Settanta il settore si è via ridimensionato sotto i colpi della concorrenza internazionale, specie quella dei mercati emergenti, facendo perdere lo scettro a Vigevano. All’interno del Castello Sforzesco si trova il Museo Internazionale della calzatura, con testimonianze e pezzi unici della storia della calzatura italiana. 

# Il Castello Sforzesco originale

In origine il Castello Sforzesco si identificava con l’intero borgo che era, in pratica, formato dalle abitazioni che gravitavano attorno a questa imponente costruzione gotico-rinascimentale. 

Si tratta di un vasto complesso costituito da un atrio d’ingresso neogotico, un corpo con loggiato detto “Falconiera”, un ponte, un edificio con un tratto di strada sopraelevata coperta, tre grandi scuderie, l’edificio principale, la rocca vecchia e la celebre torre del Bramante che ne vigila l’ingresso. 

L’origine della Torre, situata nel punto più alto della città, presso il castello, risale alla fine del dodicesimo secolo e fu completata dal Bramante alla fine del quindicesimo secolo.  La torre fu il modello per la torre del Filarete nel Castello Sforzesco di Milano. 

Il Castello ospita la Pinacoteca Casimiro Ottone, il Museo Archeologico Nazionale della Lomellina e il già citato Museo internazionale della calzatura.

# La piazza di “Leonardo da Vinci”

Ph. Mirko Bozzato – Pixabay

Una delle piazze più famose e belle d’Italia, con l’inconfondibile stile rinascimentale. Si trova nel cuore della città e venne costruita alla fine del quindicesimo secolo da Ludovico il Moro su disegno di Leonardo da Vinci.  Molto ampia, lunga 134 metri e larga 48, è edificata su tre lati (il quarto è occupato dalla Cattedrale di Sant’Ambrogio) con edifici omogenei e portici uniformi a contorno di un forum che ricalca il modello romano. La sua funzione originaria era di anticamera del castello. All’angolo sud-ovest si trova la rampa che conduce al cortile del castello passando sotto la torre del Bramante. 

# Il Dolceriso del Moro

credits: cucina.fidelityhouse.eu/
credits: cucina.fidelityhouse.eu/

Non si può venire a Vigevano senza provare il Dolceriso del Moro. Si dice sia stato sfornato per la prima volta nelle cucine del Castello Sforzesco della città la primavera del 1491 per volontà della duchessa Beatrice d’Este, come dono speciale per il suo sposo, Ludovico Il Moro. Il dolce, rimasto fedele alla sua origine rinascimentale, è legato al territorio: ripieno del riso tipico del territorio, profumato dall’acqua di rose e ricco di cedri canditi dei confettieri genovesi. Caratteristico anche lo stampo inciso con l’impresa araldica dello “scovino”, caro al Moro.

# Il palio 

ph. ilturista.info

Ogni anno ha luogo presso il Castello il Palio delle Contrade con quattro giochi popolari. Si sfidano le dodici contrade di origine quattrocentesca. Quest’anno il palio ha luogo per la XLI edizione nel fine settimana dell’8-9 ottobre 2022.

# Il parco del Ticino, primo parco fluviale europeo

@milanoeprovincia

Vigevano è anche il centro di riferimento del parco naturale lombardo della Valle del Ticino. Area naturale protetta, è stato il primo parco regionale italiano ad essere istituito, nel 1974, e primo parco fluviale europeo. Rappresenta una cintura verde attorno a Milano, in un’area di 90 mila ettari compresa tra il Lago Maggiore e il Po. Offre molti scenari e atmosfere esotiche sia lungo il corso d’acqua che nei fitti boschi con flora e fauna di interesse internazionale. 

Leggi anche: I percorsi più belli del parco del Ticino

Continua la lettura con: #76 – VAL SANAGRA: 7 MOTIVI per visitare la VALLE che si affaccia su LAGO di COMO

ANDREA ZOPPOLATO

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato

 

 


TLAPSE | Your Project in Motion