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Le TORRI MANGIASMOG alla Triennale: saranno il FUTURO per MILANO?

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Credits: cremonaoggi.it

Uno dei problemi più gravi per la qualità della vita di Milano è l’inquinamento dell’aria, ma proprio nel cuore pulsante della City potrebbe essere stata trovata la soluzione. Dopo i murales cattura polvere, nascono le torri mangiasmog. No, non è fantascienza, ma un progetto di un gruppo di studenti del Politecnico e per scoprire il futuro di Milano basterà fare un salto alla Triennale.

Le TORRI MANGIASMOG alla Triennale: saranno il FUTURO per MILANO?

# Diminuire l’inquinamento costruendo 

IG @cop26uk

Il settore edilizio è uno dei più dannosi per la salute dell’ambiente. A confermarlo questa volta è stato un rapporto stilato dalla Global Alliance for Building and Construction presentato in occasione della COP26 a Glasgow. Dalle analisi è emerso che le costruzioni, i materiali e gli edifici del settore edilizio sono responsabili del 39% delle emissioni di anidride carbonica disperse nell’ambiente. 

Ma se fosse possibile ridurre la pressione degli inquinamenti proprio attraverso delle costruzioni? Non è fantascienza, ma il progetto di un gruppo di studenti che potrebbe essere il futuro per Milano, come per molte altre città.

# A giugno Milano presenta le torri mangiasmog

paysage.it

Le torri “mangiasmog”, ecco come degli studenti del corso di laurea magistrale in Sustainable Architecture and Landscape Design del Politecnico di Milano, immaginano di ridurre la pressione degli inquinanti a Cremona. 

Queste costruzioni all’avanguardia verranno illustrate nel simposio internazionale “City Scape: City_Energy&Tourism Landscape” in programma il 16 e 17 giugno a Milano, a cura di Paysage – Topscape. Realizzato in collaborazione con il consiglio nazionale dell’Ordine degli architetti, si terrà nel palazzo della Triennale. In questa edizione il Simposio Internazionale affronta per la prima volta il tema quanto mai attuale del Paesaggio come Energia, come esplica il sottotitolo: “Il Paesaggio come Energia per il cambiamento climatico, la resilienza urbana e sociale”. 

# Un’architettura di paesaggio più etica e sostenibile

 cremonaoggi.it

L’esplosione della crisi energetica e l’esigenza di una maggiore autonomia produttiva sempre più da fonti rinnovabili investono il paesaggio italiano nel suo complesso facendone contenitore di infrastrutture e al contempo il fornitore stesso di queste energie rinnovabili.

Il progetto delle torri rientra perfettamente nell’obiettivo di promuovere l’architettura del paesaggio nei vari ambiti della progettazione e strategie progettuali efficaci in grado di attribuire valori etici, economici e sociali ai territori. Vediamo il disegno nel dettaglio.

# Non solo estetica, le torri sono in armonia con l’ambiente a 360º

Credits: cremonaoggi.it

Il progetto è stato ideato per riqualificare l’area dell’ex raffineria tamoil a Cremona, come? Costruendo torri in materiale tecnologico in grado di assorbire il particolato sottile, valorizzando allo stesso tempo un elemento tipico del paesaggio urbano cremonese come i campanili. Torri di 21 piani che ospitano funzioni come residenza, uffici e ristoranti, è questa l’idea degli studenti del Politecnico che, coordinati dal professore Alessandro Bianchi, hanno prodotto il lavoro finale.

Rebeca, C. Rodriguez, I. Agrawal, K. Mathews, P. Soundy, P. Rawat, D. Fuentes, V. Cornejo, M. B. Aguirre, ecco i protagonisti del progetto, che come i suoi componenti provenienti da tutto il mondo, sta avendo anche una certa visibilità a livello internazionale.

# Progetti green a lungo termine, ecco la nuova missione

Credits: superscape 2022

Le torri mangia smog sono talmente innovative da aver già guadagnato fama anche all’estero entrando a far parte della shortlist di Superscape 2022. Questo rinomato concorso biennale che si tiene a Vienna mira a stimolare la ricerca di idee innovative di sviluppo urbano, fornendo nuovi impulsi alla produzione architettonica della vita reale e allo sviluppo urbano sul tema “GREEN SHIFT – Visions for sustainable living”.

Per l’architettura moderna l’obiettivo principe dovrebbe essere proprio quello di proteggere sul lungo termine l’ambiente e clima, anche come habitat qualitativo per l’uomo e gli animali. Le torri sono un esempio di come si può rispondere a questa nuova sfida e per questo il progetto è stato selezionato con altri cinque per prendere parte al concorso. Eppure non è la prima volta che sentiamo parlare di torri anti smog. 

# La prima torre ha funzionato, ma si può migliorare 

South China Morning Post

Dopo i murales catturapolvere (che abbiamo anche nella City) il primo esempio di torre anti-smog era stato lanciato nel 2018 in Cina. Alta 60 metri, era stata eretta nell’inquinatissima metropoli di Xian. La torre funziona, di fatto, come un gigantesco purificatore d’aria e dalle analisi condotte ha portato un miglioramento della qualità dell’aria in un’area di circa 10 km quadrati. 

I critici storcono però il naso per il prezzo. La torre è costata ben 2 milioni di dollari, inoltre, per erigere un numero di torri sufficiente per ripulire l’aria anche, oltre al costo, anche l’impatto ambientale risultante non sarebbe indifferente. Questi lati negativi non sembrano però appartenere alle torri mangia smog milanesi che, anzi, valorizzerebbero ancora di più l’ambiente circostante. 

Che dire, non ci resta che recarci alla Triennale per vedere con i nostri occhi questo nuovo progetto che potrebbe essere un futuro non troppo distante per una Milano sempre più attenta all’ambiente.

Continua la Lettura con: A Milano il GREEN WALL MANGIASMOG: per pulire l’aria e rinfrescare l’ambiente. Sarà il primo di una lunga serie?

SARA FERRI

copyright milanocittastato.it

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Un’idea per MILANO: una seconda pelle per i JERSEY antiterrorismo

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Da molti anni tutte le città italiane hanno visto le barriere antiterrorismo, i new jersey, entrare a far parte dell’arredo urbano. Nati come risposta ad un’emergenza, ormai sono diventati degli elementi strutturali per molte città. Quasi sempre hanno un aspetto ben poco elegante che poco si addice al contesto in cui sono posizionati. Ma ci sono soluzioni per migliorarli, eccone una.

Un’idea per MILANO: una seconda pelle per i JERSEY antiterrorismo

# Risposta ad un’emergenza

Eravamo abituati ad osservarli a bordo carreggiata, oppure in occasione di qualche lavoro di manutenzione. Da qualche anno, però, sono diventati parte integrante ed irrinunciabile dell’arredo urbano delle nostre città, con lo scopo di evitare l’intrusione con veicoli in aree cittadine, soprattutto centrali, con grandi flussi pedonali.

Proprio per il loro impiego classico, non c’era mai stato motivo per pensare di come migliorarne l’aspetto rispetto al cemento grezzo con cui vengono prodotti. Ma la nuova collocazione nei nostri centri città impone nuove soluzioni.

# Migliorare non solo l’aspetto estetico, ma anche quello funzionale

Le uniche soluzioni implementate finora sono indirizzate ad abbellire l’estetica, per lo più dipingendo i blocchi di cemento grigio, ma mantenendo e strutture elementi non integrati nel contesto urbano.

Così nasce l’idea dell’architetto Giulia Del Grande e dello studio 3Direct che hanno pensato di realizzare un vestito per queste barriere di cemento che andasse a migliorarne l’estetica, ma anche la funzionalità. Questa seconda pelle trasforma i new jersey in oggetti d’arredo urbano più piacevoli e che diventano parte della vita quotidiana dei cittadini che possono utilizzarli come panchine.

La soluzione installata a Lucca si basa anche sul concetto di eco-sostenibilità, essendo prodotto a partire da TetraPak riciclato, polietilene ed alluminio.

Che possa questo ispirare la nostra amministrazione a rendere i Jersey più belli e funzionali anche a Milano?

Continua la lettura con: Le “scaglie d’Oro”, il nuovo palazzo fusion di Milano

ALESSANDRO VIDALI

copyright milanocittastato.it

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Quando a Milano spopolavano i “CIBI COTTI”, i primi fast food della storia

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Credits: Lombardia Beni Culturali

Antenati dello street food o del fast food, inventori del cibo etnico e da asporto a Milano, i Cibi Cotti hanno accompagnato un pezzo di storia della città. Li rievochiamo grazie al ricordo di Pagina Milano Scomparsa.

Quando a Milano spopolavano i “CIBI COTTI”, i primi fast food della storia

# Ti ricordi quando c’erano i “cibi cotti”?

Milano Scomparsa FB

La domanda ricorre spesso tra i milanesi non più giovanissimi che hanno potuto vedere qualche insegna, che fino agli anni ’70-’80 era più facile incontrare.
Era da quell’insegna con la scritta Cibi Cotti, su sfondo verde, che molti adulti e bambini finivano la giornata, con l’ultima corsa ad accaparrarsi la merenda o la cena.
Sono i capostipiti di una lunga tradizione culturale, che ha preceduto alcuni dei fenomeni tipici di Milano. Non semplici rosticcerie, ma veri e propri antenati dello street food.
Precursori del cibo da asporto, che da quasi 200 anni ha le sue necessità per esistere.

Il “Cibi Cotti” è il capostipite del fast food e, abbinato alla curiosità innata della popolazione milanese, si è evoluto in continuazione, adeguando l’offerta alla domanda di un mercato che a Milano sembra non morire mai.

Leggi anche: Perchè non esistono RISTORANTI di CUCINA MILANESE fuori Milano

# L’intuizione dei polentatt del Canton Ticino 

Milano Scomparsa FB

I famosi “Cibi Cotti” sono in realtà una costola di una scelta culinaria che a Milano ha preso piede fin dal 1850. Ben prima dell’unità d’Italia, alcuni immigrati originari del Canton Ticino, hanno iniziato a servire polenta calda per le strade di Milano.
Sono i famosi polentatt che, con i primi ricavi della propria attività, si sono spostati dai marciapiedi ai negozietti, quasi tutti con la vetrina apribile per permettere di servire la “polenta al volo”.
Alcuni polentatt hanno saputo aprire trattorie e osterie, ingrandendo così l’attività in maniera esponenziale.

Leggi anche: Momento nostalgia: LOCALI MITICI di Milano che NON ci sono più

# Sulle strade arrivano anche i toscani

Wikipedia

Il compito di vendere cibi particolari sulle strade, viene ereditato da alcuni immigrati toscani. Arrivati poverissimi dalla regione di provenienza, con un pentolone e la farina di castagne, i Gigi della Gnaccia (questo il loro soprannome) hanno portato sulle strade il castagnaccio, che è stato subito apprezzato.
La gnaccia veniva presentata nella stessa padella di cottura, servita fredda a fettine, che i milanesi potevano trovare perché il Gigi si metteva sempre nelle zone di passaggio o alle fiere.
I migliori Gigi della Gnaccia, poi, hanno imitato i ticinesi in tutto e per tutto, aprendo le loro trattorie di cucina tipica toscana, che hanno un tale successo da spodestare le trattorie degli ex polentatt. Costretti a soccombere, i polentatt si riciclano in altro modo.

Leggi anche:Il CIBO GIUSTO fa MERAVIGLIE”. Intervista alla dott.ssa De Petris

# Nascono i Cibi Cotti

Lombardia Beni Culturali

Senza più il consenso incondizionato dei milanesi, che preferirono affollare le trattorie toscane, gli imprenditori ticinesi e i loro eredi orientarono la propria attività tornando alle origini.
Tornano nei negozi, dove servono cibi cucinati pronti per essere consumati, sia da asporto che tra i tavolini che arredano i loro negozi.
Nascono così i “Cibi Cotti”, dove è possibile trovare i nervetti e i fagioli lessati, pesciolini di lago fritti nell’olio di lino, patate fritte e lessate, accompagnate da abbondati porzioni dell’immancabile polenta.

Vedono la propria clientela crescere con l’immigrazione dal sud del dopoguerra, quando giovani adulti maschi, che affittano stanze senza cucina, hanno come unica soluzione quella di consumare la propria cena tra i tavolini del Cibi Cotti, oppure portare il cartoccio a casa.

# Il boom economico e la nuova evoluzione

Questo pezzo di storia che, anticipando di oltre mezzo secolo il claim di Expo 2015, ha nutrito Milano e i milanesi, ha traghettato la città fuori dalle macerie della guerra, ispirando tanti.
Nel dopoguerra, insieme ai giovani consumatori di cibi cotti, sono arrivate anche intere famiglie del sud, che hanno visto in questa attività il mezzo per realizzare il sogno di una vita migliore.
Tra i “Cibi Cotti” spuntano quindi anche le pizze napoletane, la pasta cucinata con le usanze del sud e che piace ai milanesi, i fritti siciliani e le cucine regionali di provenienza.

“Cibi Cotti” diventa l’insegna dove si può trovare un’offerta culinaria molto vasta e a prezzi accessibili.
La tradizione dei “Cibi Cotti” è però destinata a soccombere un’altra volta, dietro la concorrenza spietata delle mense aziendali, in cui i lavoratori sono praticamente obbligati a pranzare, ma soprattutto sotto i colpi del benessere, che porta i milanesi a preferire i ristoranti alla cucina povera.

# Come sono i “Cibi Cotti” del nuovo millennio?

Credits: Businesscoot

Molti Cibi Cotti si trasformano così in rosticcerie e salumerie, tanto in voga negli anni ’80.
Oggi è possibile trovare ancora qualche insegna a Milano, ma sono pochissime.
La tradizionale insegna verde con scritta a mano è stata sostituita per lo più da un claim su un sito web, ma ci sono ancora diversi “Bar – Cibi Cotti” a Milano, perché i bar hanno sostituito la scelta per il pranzo lavorativo milanese.

Una tradizione che ha saputo interpretare i cambiamenti, a volte anche repentini, del mercato e dei clienti. Anche se oggi si chiama food, oppure è un camioncino alle fiere o allo stadio e deve accontentare tradizione e innovazione, il cibo resta una delle peculiarità di Milano, una città in cui si pretende sempre di mangiare bene e poter scegliere tra tante offerte diverse

Fonte: Pagina Milano Scomparsa

Continua la lettura con: Quali sono le GASTRONOMIE MIGLIORI di Milano? Ecco la GUIDA PERFETTA (con MAPPA) per chi non ha voglia di cucinare

LAURA LIONTI

copyright milanocittastato.it

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Più grande di DisneyLand Paris: in ITALIA il PARCO TEMATICO più GRANDE d’Europa

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Sarà in Italia, il parco tematico più grande d’Europa. Mentre il nord della penisola vanta del famoso Gardaland, della MiniItalia, Movieland e tanti altri più piccoli parchi tematici, al sud sta per nascere il parco tematico più grande del continente. Il tutto grazie ai fondi del Pnrr. Ecco il progetto.

Più grande di DisneyLand Paris: in ITALIA il PARCO TEMATICO più GRANDE d’Europa

# A Maddaloni il parco più grande di DisneyLand Paris

Ph: vesuviolive.it
Ludo-Felix

Batterà Gardaland e addirittura Disneyland Paris, sarà infatti il parco a tema più grande d’Europa. È stato presentato il progetto per la rivalutazione di una zona vicino a Napoli. Ci troviamo precisamente nell’area dell’ex cava Cementir a Maddaloni, in provincia di Caserta, e qui compariranno attrazioni di ogni tipo, dalla cultura, al turismo, al divertimento. Il parco si chiamerà Ludo&Felix e occuperà un’area di 100 ettari

# Un investimento di 400 milioni di euro con i fondi del PNRR

Ph: appiapolis.it
Presentazione Ludo&Felix

Il nuovo parco tematico sarà possibile grazie ad un investimento di 400 milioni di euro diviso tra fondi privati e del Pnrr. Sarà anche una grande opportunità lavorativa per la zona: nel parco saranno richieste infatti circa 3500 figure, 1500 saranno dipendenti diretti e gli altri 2000 saranno creati dall’indotto. È stato detto come il parco si chiamerà Ludo& Felix, il nome riprende semplicemente la denominazione delle due aree che comporranno il parco: Ludo, il parco tematico su 40 ettari con attrazioni, e Felix, il polo culturale di altri 60 ettari.

# L’unico vero grande parco a tema italiano

Ph: vesuviolive.it
Ludo-Felix

L’area metropolitana di Napoli era l’unica delle grandi città italiane a non avere un parco a tema e in generale una struttura ricettiva turistica-culturale. Per questo il progetto di Ludo&Felix a Maddaloni è tanto atteso dalla città. Attraverso questo nuovo parco tematico, si spera nella creazione di un nuovo prodotto turistico che possa attirare persone provenienti non solo dall’Italia. Il parco potrà ospitare anche fiere internazionali e all’interno ci sarà un cinema da 1000 posti. La particolarità di Ludo&Felix sarà anche che sarà l’unico grande parco a tema del BelPaese completamente italiano, supportato da capitale italiano.

Continua la lettura con: La MINI ITALIA più ANTICA è al parco Trotter (c’era anche l’Istria)

BEATRICE BARAZZETTI

copyright milanocittastato.it

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MONZA è la città più “MILANESE” d’Italia (secondo i milanesi)

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Ph. fabrio_it - pixabay

Monza è in festa: per la prima volta la sua squadra di calcio conquista la serie A, dopo un appassionante spareggio con il Pisa, risolto solo ai supplementari. Ma c’è un motivo in più per festeggiare: secondo un sondaggio la capitale della Brianza è anche la città più milanese d’Italia. Lo hanno sancito i più esperti in materia: i cittadini di Milano. Vediamo i risultati. 

MONZA è la città più “MILANESE” d’Italia (secondo i milanesi)

#5 Santa Margherita Ligure (5,1%)

ph. linfer3 – Pixabay

In Liguria esiste Santa Margherita Ligure, località posta tra Rapallo e Portofino. A Milano c’è solo Santa. La proiezione di Milano sul mare, un territorio formato dalla Piazzetta, da Paraggi, Portofino senza soluzione di continuità. 

#4 Milano Marittima (6,2%)

interris.it

La furbata è stata darle questo nome. In realtà è nata proprio per questo motivo: per portare Milano in Romagna. E non poteva che diventare la località più chic di tutta la riviera. 

Leggi anche: La storia di Milano Marittima, la spiaggia ufficiale di Milano

#3 Bari (11,3%)

Ph. baritoday.it

Se Milano avesse il mare sarebbe una piccola Bari. A furia di sentirselo ripetere sembra che molti milanesi si siano convinti. Al terzo posto tra le città milanesi c’è la piccola metropoli della Puglia che per certi aspetti ha tutto quello che dovrebbe avere Milano, a parte il mare. Prima di tutto il numero di pugliesi, da sempre la comunità più numerose e integrata di Milano. 

#2 Trieste (17,7%)

Ph. sovoque-pixabay – Trieste

Per un pelo non ha raggiunto il primato nella competizione più milanese del mondo. Eppure la città dove si inizia a far l’amore ha tutte le carte in regola per l’eccellenza meneghina. Il comune passato asburgico, qui ancora più forte che a Milano, la sobrietà e quel pensiero proibito di sentirsi una città molto poco italiana. 

#1 Monza (18,1%)

Città di Monza – monzanet.it

Ha il Duomo, ha una squadra in serie A, presto avrà anche la M5. Per molti è già Milano. Non poteva che essere lei la città più milanese d’Italia.

Continua la lettura con: Le 7 attrazioni del parco di Monza

MILANO CITTA’ STATO

copyright milanocittastato.it

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Come TROVARE LAVORO a Milano con il tuo NUOVO CV

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Credits jaydeep_-pixabay - Processo selezione HR

In Italia esistono alcune città in particolare dove le occasioni lavorative sono nettamente superiori, a livello numerico e spesso anche qualitativo, rispetto a molte altre zone del Paese. Una di queste città è proprio Milano, considerata da molti la “capitale economica” dell’Italia, grazie alla massiccia presenza di industrie, attività del settore secondario e terziario in generale e molte altre opportunità di diverso tipo.

Insomma, cercare lavoro a Milano è sempre una buona idea e, se sapete come fare un curriculum con i fiocchi, siete già a buon punto. Sì, perché dopo averne scritto uno, potrete cominciare a cercare lavoro in questa fantastica città. Ecco alcune dritte per trovare lavoro a Milano con il vostro nuovo curriculum vitae, e per rilanciare la propria carriera nella capitale economica dell’Italia.

Come TROVARE LAVORO a Milano con il tuo NUOVO CV

Credits openpolis -Offerte di lavoro

# Consultate le bacheche locali, sia fisiche sia online

Come già detto, Milano è una città nota per le sue numerose opportunità di lavoro, derivate dalle (a loro volta) numerose attività produttive, specialmente nel settore secondario e dei servizi. In altre parole, le occasioni fioccano e c’è sempre modo di trovare qualcosa.

Proprio per questo motivo, nel capoluogo lombardo troverete di sicuro bacheche destinate alla pubblicazione di offerte di lavoro. Queste bacheche possono essere fisiche, presenti in agenzie del lavoro o al di fuori di locali o università, ma anche ovviamente online. Per quanto riguarda quelle fisiche, potreste dedicare una giornata alla ricerca di esse e salvare gli annunci di lavoro che più vi interessano.

Le bacheche online restano sempre le più comode, grazie ai diversi portali dedicati o addirittura ai gruppi sui social network più noti. Di sicuro a Milano troverete molte più bacheche rispetto a qualsiasi altra città: si tratta di un’opportunità da non lasciarsi scappare. Ovviamente, salvate i dati di contatto e preparate il vostro CV per spedirlo.

# Valutate l’iscrizione ad agenzie del lavoro

A Milano, così come in tutte le grandi città, troverete un gran numero di agenzie del lavoro. Questi centri di collocamento si occupano di proporre ai vari utenti offerte di lavoro in linea con le proprie richieste ed esigenze, non appena ne vengono rese di disponibili. L’iscrizione a queste agenzie è del tutto gratuita, e richiede soltanto di recarsi in sede e di parlare con i responsabili risorse umane presenti in ufficio.

Si tratta di un ottimo modo per accelerare il processo di reperimento di un lavoro. Tutto quello che vi serve, oltre ai vostri documenti personali per identificarvi e registrarvi, è un curriculum vitae ben scritto e completo. Certo, spesso le stesse agenzie si occupano di crearne uno temporaneo per conto vostro, ma la scrittura personale è sempre da preferire: potrete inserire tutto ciò che vorrete, con il formato ideale, che vi identifica e vi rende unici rispetto ad altri candidati.

# Frequentate corsi di formazione

percorsi diversi milano 2016
percorsi diversi milano 

Nella città di Milano e nel circondario vengono organizzati praticamente ogni settimana eventi di formazione di diverso target. Milano è una città grandissima, e lo ripetiamo ancora, offre moltissime opportunità di lavoro in diversi settori, motivo per cui c’è sempre bisogno di formare nuovo personale.

Tramite i social network o i principali siti Web potrete reperire facilmente corsi di formazione di varia durata, eventi brevi e quant’altro e potrete aumentare in poco tempo il vostro bagaglio di conoscenze, per arricchire il CV e renderlo molto più appetibile.

# Consegnate il CV a mano, quando possibile

Dopo aver trovato eventuali offerte di lavoro di vostro interesse, siete pronti a spedire il CV. Se vi trovate fuori città ovviamente dovrete spedirlo per e-mail (difficilmente lo spedirete per posta, un metodo ormai vetusto), ma se vi trovaste in città o nel circondario potreste optare per la consegna a mano del cartaceo.

Anche se si tratta di un metodo meno diffuso rispetto ad un tempo (le e-mail restano sempre le preferite), spesso datori di lavoro locali prediligono la consegna a mano per motivi di praticità, oppure per conoscere da subito di persona il candidato.

In ogni caso, prima di consegnare il CV a mano, informatevi al 100% sulla posizione lavorativa in questione e leggete attentamente il relativo annuncio di lavoro: alcuni recruiter potrebbero non tollerare la consegna a mano, ma potrebbero esigere soltanto quella per e-mail o tramite iscrizione ad un preciso portale.

Continua la lettura con: A Milano “il lavoro a modo mio”: FERIE LIBERE e BASTA ORARI. Sarà il futuro del lavoro?

REDAZIONE

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Paninari, Neon e Taxi Gialli: Milano torna negli ANNI OTTANTA. Le immagini di Andrea Cherchi

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Foto Andrea Cherchi (c)

Per due giorni, venerdì 28 e sabato 29 maggio, Piazza del Duomo è tornata agli anni ’80. Per la presentazione della nuova serie Stranger Things di Netflix, Taxi gialli, vecchie cabine telefoniche, edicole e bus d’epoca, moto e le pubblicità iconiche neon si sono “impossessate” della piazza centrale di Milano.

Pubblichiamo alcune immagini pubblicate da ANDREA CHERCHI, il “fotografo di Milano”. 

Paninari, Neon e Taxi Gialli: Milano torna negli ANNI OTTANTA. Le immagini di Andrea Cherchi

Foto Andrea Cherchi (c)
Foto Andrea Cherchi (c)
Foto Andrea Cherchi (c)
Foto Andrea Cherchi (c)
Foto Andrea Cherchi (c)
Foto Andrea Cherchi (c)
Foto Andrea Cherchi (c)
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Continua la lettura con: Il ritrovo dei Paninari

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M5 RADDOPPIA! Le ultime novità sulle FUTURE ESTENSIONI della LILLA

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Sbinamento M5

La linea lilla raddoppierà la sua estensione entro il 2030. Con 13km e 12 nuove fermate a nord e nuovo capolinea Monza Polo Istituzionale sarà così la prima metropolitana a collegare due province. In studio due ulteriori prolungamenti, un altro a nord e uno ovest. Ecco gli ultimi aggiornamenti.

M5 RADDOPPIA! Le ultime novità sulle FUTURE ESTENSIONI della LILLA

# M5: entro il 2030 la linea raddoppierà con nuovo capolinea nord a Monza Polo Istituzionale: 13km e 12 fermate

M5 Bignami-Monza

Entro il 2030 la linea M5 attraverserà i comuni di Milano, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Monza, raddoppiando la lunghezza attuale con i 13 km di binari aggiuntivi. Dopo la stazione di Bignami, ora capolinea, verranno costruite altre 12 fermate: Testi Gorky, Bassini, Rondinella Crocetta, Matteotti, Monza Bettola, Campania, Marsala, Monza Fs, Monza Centro Trento Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo, Polo Istituzionale. L’importo per la realizzazione dell’opera è di 1,3 miliardi di euro, già interamente coperto.

Credits ilcittadinomb.it – Ultime fermate M5 a Monza

Il disegno definitivo dell’opera dovrebbe essere presentato da MM a giugno di quest’anno, rispetto a quanto previsto inizialmente alla fine del 2021. I motivi di questo ritardo sono molteplici: in primis il Covid-19, poi la richiesta di spostamento della stazione Matteotti da parte del comune di Cinisello e di conseguenza quella di Rondinella-Crocetta. A questo si è aggiunta la ridefinizione del nodo di interscambio della stazione Monza Fs con la modifica dell’accesso alla metropolitana, il posizionamento della fermata Villa Reale nel perimetro del Parco, in area naturale protetta, con necessario ottenimento del Procedimento autorizzativo regionale e infine la definizione del capolinea al polo istituzionale. L’assegnazione dei lavori potrebbe essere pubblicata nel primo semestre del 2023, quindi i cantieri potrebbero partire nel 2024 e terminare nel 2030.

# La biforcazione verso Bresso e Cinisello di circa 5,5 km

Sbinamento M5

La linea lilla potrebbe prevedere un ulteriore prolungamento a nord, verso i territori di Bresso, Cusano Milanino e Cinisello, con la biforcazione dei binari da Bignami: da un lato proseguendo verso Monza, dall’altro in direzione Bresso con l’ipotesi di 5 nuove fermate: Parco Nord, Bresso, Cusano e due fermate a Cinisello. Nella legge di Bilancio per il 2021 sono stati inseriti 15 milioni di euro per anticipare la costruzione delle strutture necessarie allo sbinamento della M5 ed è già stato concluso lo studio di fattibilità tecnico ed economica. Il tracciato dovrebbe estendersi per 5,5 km.

# Il prolungamento in direzione Settimo Milanese e il “sogno” Magenta

Prolungamento M5 Settimo Milanese

Nel 2019 è stato presentato un primo studio preliminare di fattibilità per il prolungamento della lilla a ovest da San Siro Stadio verso Settimo Milanese. Le nuove ipotizzate fermate sarebbero 5: Caldera, Quinto Romano, San Romanello, Figino, Settimo Milanese. Una delibera regionale ha in seguito approvato uno studio di fattibilità per estensione supplementare da Settimo Milanese a Magenta per quasi 20 km di nuovo tracciato. In attesa di definire il rapporto costi/benefici di entrambe le alternative, la soluzione più quotata al momento sarebbe quella di allungare la M5 fino a Settimo Milanese e poi proseguire con una metrotranvia o un sistema di BRT (Bus rapid transit).

Leggi anche: La M5 va oltre SAN SIRO: pronto lo STUDIO di FATTIBILITÀ per l’estensione di 11 chilometri

Continua la lettura: I SEDILI della ELIZABETH LINE mettono i BRIVIDI. Un’idea per la nostra metro?

FABIO MARCOMIN

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Le SCAGLIE d’ORO di Buenos Aires: il nuovo volto di un PALAZZO “FUSION” di Milano

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Credits benedettomarcellosocialstreet IG - Palazzo Scarlatti-Buenos Aires

Tra le stravaganti trasformazioni degli edifici di Corso Buenos Aires è in arrivo una new entry. Dopo il palazzo canarino e l’hotel total black arriva quello ricoperto da scaglie d’oro. Scopriamo dove si trova e come è stato realizzato.

Le SCAGLIE d’ORO di Buenos Aires: il nuovo volto di un PALAZZO “FUSION” di Milano

# La fusione di quattro edifici di diverse epoche all’angolo di Corso Buenos Aires

Credits Urbanfile – Complesso immobiliare riqualificato Buenos Aires

Dopo il palazzo canarino e l’hotel total black un altro edificio di Corso Buenos Aires si prepara a stupire i milanesi. Sta per concludersi infatti il cantiere che ha portato alla fusione di un gruppo di quattro palazzi adiacenti di varia epoca e importanza: un edificio di tre piani di edilizia semplice del primo Novecento di Corso Buenos Aires 51A, il palazzo dèco di via Scarlatti 2 che fa angolo con il corso, il palazzo dai decori liberty semplici di via Scarlatti 4 e infine l’edificio d’angolo con via Tamagno 2 in stile tardo eclettismo diviso in due porzioni. Il progetto, realizzato dallo studio POLA, ha previsto una completa ristrutturazione e ammodernamento di tutto il complesso immobiliare. 

Leggi anche: Corso Buenos Aires sarà PEDONALE nei week end?

# La “maglia metallica” con scaglie dorate che avvolge il complesso immobiliare

Credits Urbanfile – Edificio Scarlatti – Buenos Aires

L’elemento distintivo e più scenografico della riqualificazione è la nuova struttura metallica di scaglie dorate che avvolge come in una maglia tutti gli edifici. Nello specifico il rivestimento unisce tutti i quattro edifici nella parte alta, dove sono presenti gli ultimi piani, mentre ricopre interamente solo il nuovo palazzo, sorto al posto di una storica palazzina dell’ottocento di poco pregio, eccetto per gli spazi lasciati alle finestre strette e lunghe con vista sul corso.

 

Fonte: Urbanfile

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FABIO MARCOMIN

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Addio alle tende per le VACANZE ON THE ROAD: in arrivo la MINIVILLA PORTATILE

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credits: IG @michael.jantzen22

Caravan, tende, roulotte: ormai ci si può sbizzarrire nella scelta dell’alloggio per una vacanza on the road. Ma si sa, per gli amanti del glamping, spesso non è facile rinunciare allo stile e al comfort del bagno in camera. Ma se esistesse una villetta montabile e rimontabile in pochi minuti

Addio alle tende per le VACANZE ON THE ROAD: in arrivo la MINIVILLA PORTATILE

# Prefabbricazione, modularità e autosufficienza: la casa pieghevole

IG @michael.jantzen22

In che senso villetta pieghevole? Abituati alle solite case che, anche se prefabbricate e rapide da costruire, di certo non si discostano dal suolo, questa minicasa pieghevole è un’idea che può lasciare sconcertati, ma basterà guardare le immagini per capirne la semplicità rivoluzionaria. Una minivilla che si “spacchetta” e si dispiega, le cui parti si aprono come fossero petali di un fiore all’alba.

Un’idea frutto della mente del progettista Michael Jantzen che si base su tre principi: prefabbricazione, modularità e autosufficienza. “Volevo creare un sistema prefabbricato con molta flessibilità in termini di modularità. L’obiettivo era inventare un sistema di componenti, realizzati con una varietà di materiali, che potessero essere assemblati e smontati molte volte in diverse dimensioni e forme, assolvendo a varie funzioni”, ha spiegato l’architetto.

# Una villetta alla portata di tutti

IG @michael.jantzen22

Ed è così che nasce la casa pieghevole. All’apparenza un semplice cubo, che in realtà si apre dando vita ad una vera e propria villetta con veranda, tetto spiovente, stanze interne e una sorta di staccionata che protegge gli spazi all’aperto. Una struttura così semplice e minimale, che, oltre essere potenzialmente fabbricabile da chiunque, è anche davvero economica.

Infatti, anche se per ora la casetta è solo un prototipo, di certo le premesse sono promettenti. Oltre ad essere semplice da trasportare e da montare, anche realizzarla non è complicato. Si può scegliere da un’ampia scelta di materiali e il legno, alla portata di tutti, è l’opzione più economica, prediletta anche dall’architetto e alla quale di certo non manca il glamour.

# Una svolta per gli amanti del glamping

IG @michael.jantzen22

Ed è così che, al prezzo di uno scooter, attorno ai diecimila euro, con stile e senza rinunciare a nessun comfort, con la casa pieghevole tutti avrebbero la possibilità di portare sempre con sé una villetta su misura. Una svolta per gli amanti del glamping e per tutti gli appassionati delle vacanze on the road che, ovunque si trovino e in un battito di ciglia, avranno il luogo perfetto dove trascorrere le loro notti.

Continua la Lettura con: La CASA GIREVOLE che fa risparmiare SOLDI e ti cambia le VACANZE per sempre

SARA FERRI

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VIVERONE, il lago con il VILLAGGIO preistorico SUBACQUEO a un’ora da Milano

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Credits: IG @Mr.frank0951

Il suggestivo Lago di Viverone è un’ottima meta per passare una giornata lontani dal caos cittadino. A solo un’ora da Milano, le sue sponde sono conosciute per essere immerse nella natura e nel relax. Eppure non tutti sanno che una misteriosa leggenda avvolge le sue acque dalle quali sembra emergere un suono “din-don”…

VIVERONE, il lago con il VILLAGGIO preistorico SUBACQUEO a un’ora da Milano

# Il terzo lago più grande del Piemonte, ma anche uno dei più misteriosi in Italia

Credits: IG @Mr.frank0951

Il Lago di Viverone è una meta particolarmente apprezzata e frequentata da moltissimi turisti che scelgono le sue sponde per rilassarsi al sole, con la possibilità di raggiungere delle piccole spiagge attrezzate o fermarsi in uno dei numerosi bar e ristoranti. Questo lago tanto amato si trova tra la provincia di Biella e la provincia di Torino, più precisamente nei comuni di Viverone e di Azeglio ed è il terzo lago più grande del Piemonte, dopo il Lago Maggiore e il Lago d’Orta.

Inserito in un paesaggio caratterizzato dalla Serra d’Ivrea, la più importante morena glaciale d’Europa, è il luogo ideale per fare lunghe passeggiate e approfittare di un giro in barca alla scoperta della sua sponda più selvaggia. É proprio qui che le sue acque si fanno misteriose e per scoprire il segreto che avvolge il lago si deve tornare indietro di qualche secolo.

# Un intero villaggio sbuca appena sotto la superficie, ma come mai è sprofondato?

Credits: IG @yallerspiemonte

Siamo nell’età del Bronzo, quando il lago di Viverone, sulla sponda sud-occidentale, ospitava un piccolo villaggio palafittico. Il villaggio sorgeva tra Viverone e Azeglio ed è proprio in questa zona che, sotto il livello dell’acqua, sono stati rinvenuti i resti di circa 5000 pali conficcati nel terreno con la funzione di sorreggere proprio queste palafitte.

La bellezza di questo antichissimo insediamento è ancora visibile a pochi metri dalla superficie del lago. I suoi sentieri, all’epoca in legno e pietra, si sono conservati abbastanza da poter delineare l’impianto del villaggio e dare un’idea di com’era costituito e tutti i reperti rinvenuti sono conservati presso il Museo di Antichità di Torino e il Museo del Territorio Biellese. 

Un passato affascinante per il quale nel 2011 è entrato a far parte dei Siti palafitticoli preistorici delle Alpi dell’Unesco. Una domanda sorge però spontanea, come ha fatto il villaggio a sprofondare negli abissi del lago?

# San Martino campanaro…

Credits: IG @yallerspiemonte

A rispondere al mistero che avvolge il villaggio è una leggenda tramandata di generazione in generazione. Il protagonista è San Martino e la storia narra di una chiesa sommersa intitolata proprio al santo cristiano, la “Chiesa di San Martino”. 

Secondo i racconti, il santo si recò nella provincia di Ivrea nel 350, senza però riuscire a trovare ospitalità da parte dei cittadini. A causa dell’egoismo e della mancanza di generosità e ospitalità del luogo, Dio avrebbe deciso di sommergere il borgo per impartire agli abitanti una lezione di umiltà. Da quel giorno, quando sul lago soffia il forte vento della Valle d’Aosta, si dice si possano sentire i rintocchi delle campane dell’antica chiesetta sommersa.

E se siete come San Tommaso, che non crede finché non tocca con mano, ecco come raggiungere questo villaggio.

# Solo un’ora di strada da Milano e una breve passeggiata

Credits: IG @Mr.frank0951

In primis il lago si trova in una posizione a dir poco strategica in prossimità dell’autostrada A5 proveniente dalla Valle d’Aosta e della A4 Torino-Venezia ed è quindi comodamente raggiungibile anche da Milano in una sola ora. Dopodiché, arrivati sulle sue sponde, raggiungere le particolari palafitte richiede solamente una breve passeggiata alla portata di tutti.

Dopo essere arrivati ad Azeglio ci si dirige in Località Boscarina seguendo le indicazioni per la Chiesa di Sant’Antonio. Si prosegue fino ad incontrare il cartello che indica la direzione per l’approdo palafitticolo. Qui si lascia l’auto e si prosegue a piedi lungo una strada sterrata in discesa che in pochissimi minuti ci porta a destinazione. 

# Non solo palafitte, ma anche flora fauna e sentieri per tutti i gusti

Credits: IG @Bookingpiemonte

Ed ecco che fra gli alberi si apre la magia del lago. Da qui, seguendo la strada sterrata sulla sinistra è possibile passeggiare attraverso boschi, prati e paludi per raggiungere una torre panoramica per l’osservazione della fauna locale. Per chi si prende tutta la giornata, lungo il tragitto sono state collocate anche casette in legno, ideali per fare un pic nic. 

Inoltre, poco distante dal Lago, a circa una decina di chilometri, vi è il piccolo Ricetto di Magnano, un gioiello collocato sul crinale della collina sud-orientale della Serra d’Ivrea.

Se siete arrivati fino qui e non siete ancora convinti, ecco un altro motivo per fare questa gita

# Un connubio tra relax, cultura e svago

Credits: IG @Italy.drone

Il Lago non è solo storie e leggende, ma anche il punto di incontro tra percorsi storico-devozionali come la Via Francigena e il Cammino di San Carlo, ma non solo. La sua riva è ideale per chi desidera fare un weekend all’insegna del relax, attività e divertimento. 

Numerosi sono infatti gli itinerari, a piedi e in bici, che si snodano intorno all’affascinante lago piemontese e che vi porteranno alla scoperta di sorprendenti tracce dell’epoca preistorica, longobarda e medievale. Un esempio è l’antico Castello di Roppolo immerso in paesaggi collinari mozzafiato e tra i vigneti che circondano il lago.

Insomma, il lago di Viverone ne ha per tutti i gusti e con l’inizio della bella stagione è sicuramente un posto da segnare il prima possibile sul calendario.

 

Continua la Lettura con: La Piccola Toscana vicino a Milano: inglesi innamorati dell’OLTREPÒ PAVESE. Queste cose lo rendono unico al mondo 

SARA FERRI

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La fermata del giorno: 10 cose da fare e vedere intorno alla stazione di PORTA ROMANA

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https://www.cuccagna.org/

Talmente iconica da essere perfino il titolo di una delle canzoni storiche di Milano. Porta Romana è anche una delle stazioni più importanti della metropolitana di Milano, sulla linea gialla. Che cosa si trova nei dintorni?

La fermata del giorno: 10 cose da fare e vedere intorno alla stazione di PORTA ROMANA

# Il bistrot vegano: VegAmore

IG @vegamoremilano

In via Crema 12 si trova un vegan bistrot in cui si respira un’aria molto attuale e inclusiva. VegAmore si propone come un bistrot anche biologico e naturale, in un ambiente accogliente e giovane.

# Il ristorante etnico: l’Oficina Do Sabor Churrascaria

https://www.thefork.it/ristorante/oficina-do-sabor-r51408

Questo ristorante brasiliano in via Gaetana 17 è uno dei posti di Milano dove è possibile fare un viaggio oltreoceano senza muoversi dalla propria sedia. Presso l’Oficina Do Sabor si viene a conoscere e ad assaporare i piatti della cucina tradizionale brasiliana, come il churrasco, un “rodizio di carni allo spiedo servite con una serie di contorni caratteristici”, serviti in locali colorati e vivaci, pieni di riferimenti al Brasile.

# La galleria d’arte: la Dep Art Gallery

https://www.artribune.com/arti-visive/arte-contemporanea/2019/12/mostra-carlos-cruz-diez-dep-art-gallery-milano/

Fondata da Antonio Addamiano, laureato in gestione aziendale e marketing, questa galleria d’arte si propone come unica e diversa, creata “unendo la conoscenza delle dinamiche dell’economia alla passione per l’arte” riuscendo così “a dare vita ad una nuova concezione di galleria”. La sede di Milano, aperta nel 2015, si trova in via Comelico 40.

# La cascina storica: Cascina Cuccagna, uno spazio per eventi e progetti

https://www.cuccagna.org/

Cascina Cuccagna è una vecchia villa settecentesca che dopo anni di abbandono, ha ritrovato vita come luogo di aggregazione ad uso pubblico, in seguito ad una profonda restaurazione. Si trova nella via privata Cuccagna ed è, grazie all’iniziativa di una rete di cittadini e associazioni, l’Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna, uno spazio in cui ogni anno si organizzano e tengono eventi di ogni tipo, privati e pubblici. Attraverso il loro calendario sul sito web è possibile tenere d’occhio tutte le iniziative e progetti che si svolgono presso la Cascina.

# La SPA: QC Termemilano, un’oasi nel cuore della città 

https://www.viaggiamo.it/qc-terme-milano-orari-e-prezzi/

Le terme di Piazzale Medaglie D’Oro è una delle sedi di QC Terme. A ridosso delle mura spagnole della Porta Romana risalenti al 500, queste terme si trovano all’interno di un edificio in stile liberty. Passare la giornata tra saune e piscine riscaldate ci fa dimenticare che a pochi metri scorre il traffico e la frenesia milanese. 

# Il locale nella metro: Kōhī Tokyo 1982, incontro tra due culture in una tazzina da caffè

https://www.dolcesalato.com/2020/06/22/kohi-tokyo-1982-apre-a-milano/

Questo locale incontra la tradizione giapponese con quella italiana, proponendosi come un “urban coffee experience” per via del suo format innovativo dato dal loro unico e innovativo modo di concepire il caffè: un’esperienza, grazie anche alle loro materie d’altissima qualità prodotte in Italia. Per gustare un caffè non è neanche necessario uscire in superficie, dato che si trova nella stazione della metro.

“La semplicità e la cura del dettaglio della cultura giapponese, la qualità e la freschezza dei prodotti italiani: Kōhī è il perfetto connubio tra i ritmi della città e il desiderio di qualità”.

# Il ristorante: Giulio Pane e Ojo, la cucina romana a Milano

https://www.giuliopaneojo.com/

Se in Porta Romana non ci fosse stato un ristorante romano, sarebbe stato necessario ricorrere ai ripari. Fortunatamente, già è presente. In via Lodovico Muratori 10 si trova Gilio Pane e Ojo, un ristorante nato nel 1999 in una vecchia osteria con le travi a vista, in cui poter gustare dei buonissimi piatti, semplici e d’alta qualità.

# Il negozio: Tempi moderni design, il luogo per gli appassionati di vintage

https://tempi-moderni-design.business.site/

Tempi Moderni Design è un negozio di illuminazione e arredamento vintage e design anni ’50, ’60 e ’70. Si trova in via Seneca 6 ed è un vero e proprio baule del tesoro. Accoglie esclusivamente previo appuntamento telefonico.

# Lo spazio culturale: il Cinemino

https://le-strade.com/milano-cinema-il-cinemino/

Il Cinemino è uno spazio culturale che consiste in una piccola sala proiezione da 74 posti e un piccolo bar che “vuole essere crocevia di cultura, di scambio e di interazione”. Mentre l’accesso al bar è libero a tutti, per poter guardare un film è necessario diventare soci. La sala proiezioni può essere inoltre affittata per proiezioni private, rough cut, presentazioni ed eventi. Si trova in via Seneca 6.

# Il palazzo: Casa Lisio, l’edificio fiorentino di Milano 

https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g187849-d23162807-i480761156-Casa_Lisio-Milan_Lombardy.html

Si tratta di un edificio storico in via Silio Italico 3, all’angolo con Piazzale Libia. Questo grande edificio, costruito negli anni 30 del 900, con i suoi grandi portoni e le bellissime finestre ad arco, richiama molto i palazzi fiorentini rinascimentali. Una delle cose più particolari e curiose che si possono osservare da fuori di questo palazzo sono le decorazioni in ferro battuto poste alle finestre del piano terreno, che raccontano le fasi della lavorazione della seta, partendo dalla raccolta dei bozzoli fino alla filatura.

Continua a leggere con: La fermata del giorno: 10 cose da fare e vedere intorno alla stazione di CADORNA FS

ALICE COLAPIETRA

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A 1 ORA da Milano la PIÙ GRANDE GALLERIA di URBAN ART a cielo aperto al mondo

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Credits: IG @ass.vol.crocecasalese.anpas

Chi l’avrebbe mai detto che la più grande galleria di urban art a cielo aperto al mondo si trovasse a solo un’ora di strada da Milano e per di più in un parco logistico? Ebbene si, per gli appassionati della street art non servirà prendere un volo per New York o Londra, basterà recarsi un po’ più a sud.

A 1 ORA da Milano la PIÙ GRANDE GALLERIA di URBAN ART a cielo aperto al mondo

# Tutto può trasformarsi in arte, anche un parco logistico

Credits: IG @ass.vol.crocecasalese.anpas

Lo scorso settembre è stato inaugurato il “Prologis Park Lodi”, il primo parco logistico ad ospitare una galleria di urban art a cielo aperto. Non solo. Si tratta della più grande mai realizzata a livello mondiale.

A ideare il parco sono stati Prologis, il leader mondiale nel settore immobiliare, e CEVA Logistics, uno dei principali operatori logistici caratterizzato da una strategia non-asset based.

L’obiettivo era cercare un modo per valorizzare gli edifici e il parco creando una migliore integrazione dell’area nel tessuto urbano e allo stesso tempo migliorare il benessere dei dipendenti e dei clienti. E come farlo se non con l’arte?

# Facciate di prefabbricati e serbatoi d’acqua come delle vere tele

Credits: IG @ass.vol.crocecasalese.anpas

Etnik, Font, Hitnes, Made, Macs, Sea Creative, Joys e Vesod: sono gli otto street artist protagonisti del progetto che sono stati invitati a trasformare il parco in una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto. 

Questi artisti di fama mondiale hanno utilizzato facciate di prefabbricati e serbatoi d’acqua come delle vere tele. Murales di ogni forma e colore ricoprono più di 40mila metri quadrati del parco. Si tratta di opere site specific che dialogano proficuamente con l’ambiente circostante, seppur in maniera sorprendentemente diversa. 

«Abbiamo realizzato un itinerario che mette al centro l’individuo e la natura. Un itinerario composto da otto stili differenti, che vogliono creare un ritmo e una cadenza nelle forme e nei concetti lasciando a chi lo visita un senso di nuova identità e di spirito rinnovato, frutto di un perdersi e ritrovarsi nei colori e nelle forme nuove», ha commentato Enrico HEMO Sironi, l’art director a cui è stato affidato l’intero progetto e non solo. 

# La nuova idea di parco logico come un piccolo centro urbano

Credits: IG @ass.vol.crocecasalese.anpas

Il parco si inserisce in un disegno più ampio e Sironi rappresenta il volano di PARKlife, il nuovo piano di sviluppo di parchi logistici di Prologis, in Italia e nel mondo.

Questi progetti seguono una nuova filosofia che cambia il paradigma nello sviluppo dei parchi logistici e mira a mettere al centro non solo le esigenze dei propri clienti ma anche quelle dei propri dipendenti. L’obiettivo è quindi quello di pensare al parco logistico come un luogo di socializzazione, un piccolo centro urbano dove è possibile trovare una serie di servizi che vanno ad arricchire la giornata lavorativa: dal trasporto pubblico alle aree comuni, dalle attività̀ nel tempo libero a occasioni di incontro. 

Per di più molte delle strutture sono state inoltre realizzate riciclando vecchi container per ridurre l’impatto ambientale dell’operazione. L’idea stessa di sostenibilità̀ si allarga e diventa fruibilità̀ e vivibilità̀ degli spazi, grazie anche all’introduzione delle opere degli artisti che ora si possono anche visitare come alll’interno di un museo.

# Da fine maggio il via alle visite gratuite

Credits: IG @ass.vol.crocecasalese.anpas

Il progetto al Prologis Park Lodi apre le “porte” della sua galleria a chiunque voglia vivere un’esperienza alternativa. 

Dal 28 maggio 2022 al 18 giugno 2022, ogni sabato alle 11:00, si potrà prenotare una visita gratuita del parco che sorge a sud del capoluogo meneghino, lungo l’autostrada A1 Milano – Bologna, all’altezza del casello di Casalpusterlengo. 

E per chi si è incuriosito e desidera farsi un’idea sul parco nell’attesa della visita, ecco una piccola guida sugli artisti e le loro opere inedite. 

# Cosa aspettarsi da questa galleria alternativa 

Credits: IG @ass.vol.crocecasalese.anpas

Tutte le opere rappresentano l’identità e i valori che Prologis vuole trasmettere agli osservatori e la prima opera che si incontra entrando nel parco è quella di LUCA FONT. Intitolata Evoluzione, desidera intraprendere un processo di trasformazione, graduale e continuo, che coinvolga il visitatore accompagnandolo dalle origini al futuro. 

Ci si sposta poi sul tema della natura che interessa l’indagine artistica di HITNES dove ritroviamo le rotte migratorie degli uccelli, scorci e suggestioni di luoghi. Cuori e picchia catturano l’occhio dell’osservatore nell’opera di MADE  ispirata a valori come coraggio e cambiamento attraverso l’innovazione. Lo spazio di JOYS spicca invece per sequenza di linee parallele e incrociate che si muovono con regole ben precise rappresentando armonia ed equilibrio.

MACS utilizza fantasiosamente un serbatoio dell’acqua strizzando l’occhio alle opere di Andy Warhol, mentre SEA CREATIVE, sfruttando il secondo serbatoio, gioca sapientemente con le stratificazioni tipiche delle cornici ospitanti i manifesti pubblicitari. VESOD invece proietta in una dimensione onirica il visitatore, astraendolo in un vortice dove si intrecciano figure e luoghi. Il percorso si chiude con ETNIK e la sua opera, dove i volumi architettonici che rappresentano la città in cui l’uomo si muove sono quasi sovrastati dal verde dei giardini verticali in un lavoro realmente tridimensionale. 

Continua la Lettura con: I musei a cielo aperto più belli della STREET ART made in Veneto

SARA FERRI

copyright milanocittastato.it

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Le 7 CITTÀ MURATE più belle del Veneto

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Credits: @marcellinolucam Este (PD)

Una delle tante peculiarità delle nostre splendide Mille e una Italia risiede nel carattere specifico di alcune regioni. Oggi andiamo a passare in rassegna un’attrattiva importante del Veneto, regione che sconta una certa dipendenza turistica dalle sue mete regine, Venezia e Verona. Facilmente raggiungibili in auto da Milano, possono costituire un circuito turistico tematico ad hoc, di quelli che oggi sono più che mai necessari per rilanciare le zone meno battute del paese.

Le 7 CITTÀ MURATE più belle del Veneto

# Asolo, la “città dei 100 orizzonti”

@visit_asolo
Asolo

La “città dei 100 orizzonti”, come da slogan scelto dall’amministrazione comunale sulla base della storica definizione del Carducci, è un borgo della marca trevigiana arroccato su di una collina di 300 metri circa, che emerge improvvisamente dalla pianura con i suoi vigneti dove si producono il Montello DOC.

Il circuito delle mura, costruito nel 1300 e parzialmente demolito successivamente, rimane oggi evidente principalmente nel tracciato delle strade pittorescamente rinascimentali, tra gli archi in pietra e le porte murate nei giardini delle ville nobiliari. Testimonianza principale della città murata resta invariabilmente la Rocca, con il suo camminamento merlato. Di qui, sperando che l’abituale foschia della zona si sia diradata, apprezzeremo a 360° i famosi orizzonti, variegati come la sfaccettatura di un diamante.

# Castelfranco Veneto e la cinta di case settecentesche

Credits: @visitacasteo
Castelfranco Veneto

Restiamo in provincia di Treviso e dirigiamoci verso sud, nel Veneto centrale, da sempre una tappa essenziale nelle vie di comunicazioni diplomatiche, economiche e militari tra Venezia e il nord dell’Europa. Qui le fortificazioni sono ancora ben visibili e tutto sommato integre, per quanto sicuramente bisognose di un restauro. Il sistema murario risale al periodo tra il 1195 ed il 1199 ed essendo così antico circonda solo un francobollo centrale dell’attuale borgo, all’interno del quale c’è anche il Castello. L’attrattiva principale resta il museo casa del Giorgione, ma l’antica atmosfera medievale, acuita dai bei giardini con fossato che circondano la cinta, costituisce quel valore aggiunto che spesso ci fa apprezzare particolarmente una destinazione. All’interno del perimetro, le mura non sono visibili, sostituite dalla stratificazione storica delle case settecentesche.

# Cittadella e il suo centro storico ancora murato

@visit_cittadella
Cittadella

A breve distanza da Castelfranco, già in provincia di Padova, incontriamo la terza tappa dell’itinerario, cittadina famosa anche per l’indomita squadra di calcio che milita nella serie B nazionale. Questa città murata, tra le meglio conservate in Europa, fu fortificata nel 1220. Entrando nel borgo dagli anonimi sobborghi esterni salta subito all’occhio l’incredibile conservazione di questa cinta muraria: la forma ellittica, assai peculiare, circonda il piccolo centro storico dove potremo trovare l’immancabile piazza centrale con il Duomo. Il camminamento sopra torrioni e bastioni era quello di ronda dell’epoca medioevale ed è stato da poco totalmente restaurato. Imperdibile dunque percorrere questo chilometro e mezzo entusiasmante attraverso secoli di storia e leggenda, magari anche in notturna, per fare felici i più piccoli, apprezzando l’illuminazione fascinosa e le luci di questo gioiellino di cittadina.

# Monselice nel Parco Regionale dei Colli Euganei

Credits: @castello_di_monselice
Monselice

Scendiamo ancora, passiamo Padova e arriviamo nella splendida zona del Parco Regionale dei Colli Euganei. La cittadina, parzialmente arroccata su di un alto colle, è abitata fin dall’Età del Bronzo e proprio in funzione del suo ruolo strategico venne dotata di fortificazioni già in epoca bizantina, anche se l’attuale cinta muraria risale al 14° secolo. In realtà delle mura non rimane moltissimo: va detto però che quello che è visibile è ben conservato. Se l’attrattiva principale del borgo potrebbe facilmente essere il Santuario Giubilare delle 7 chiese, quella che più ci permetterà di carpirne l’anima murata medievale è sicuramente il Castello. Salendoci, apprezzeremo uno spettacolo di ingegneria militare e di bellezza architettonica inserita in un integro paesaggio naturale con le rimanenze dei ben 5 ordini di mura che cintavano un tempo il colle. Ora scarichiamo dall’auto la nostra bici e andiamo a fare l’Anello ciclabile dei Colli Euganei!

# Este e il castello degli Estensi

@marcellinolucam
Este (PD)

Procediamo morbidi verso ovest, di pochissimi chilometri, per raggiungere la nostra prossima destinazione, quella che già a partire dall’era romana divenne un grosso centro abitato. Il Castello fu eretto nel 1056 per volere degli Estensi, prima del loro trasferimento a Ferrara, ed è oggi un giardino pubblico che ospita tutti gli anni, in primavera, un’importante Fiera dei Fiori. Le mura, lunghe circa un chilometro, hanno la particolarità di non circoscrivere una porzione del centro abitato, ma unicamente il perimetro militare della Fortezza. Torri e merli seguono leggermente il profilo della collina che spunta alle spalle della cittadina, nel verde diffuso di uno dei tanti intrecci di storia e cultura che raccontano le varie zone d’Italia. Visitate assolutamente il Museo Atestino, dedicato alle testimonianze archeologiche degli Antichi Veneti, che svilupparono una civiltà proprio in queste terre nell’Età del Ferro. Oggi rispetto alle origini il toponimo ha perso le prime due lettere, per farci indovinare più facilmente le voci dei cruciverba che riportino quattro caselle vuote e la definizione “provincia di Padova”.

# Montagnana, il borgo del Palio medievale

@visitmontagnana
Montagnana

Come in un nuovo mantra, continuiamo verso occidente, restando nella Bassa Padovana. Questa tappa è una delle cittadine murate meglio conservate in Veneto, e quando si dice così solitamente significa che si tratta della più conservata in assoluto. Le sue mura, spesse un metro e inframezzate da ben 24 torri e quattro porte fortificate, risalgono al 14°secolo. L’appeal è immediato grazie ai prati verdi che le circondano, dove possiamo ancora immaginare le palizzate e i rovi dei bei tempi andati. Interessante visitare il Museo Civico, ospitato proprio nel Castello di San Zeno, la cui porzione di merli è addirittura antecedente al resto, datando del 1242. In settembre il borgo ospita un famoso Palio, in cui si ricrea l’atmosfera medievale con giochi e costumi: un’occasione perfetta per abbinare una sagra paesana di questa Italia nascosta con una degustazione del rinomato Prosciutto crudo D.O.P.

# Peschiera del Garda, Patrimonio dell’Umanità

@ban1978.af
Peschiera del Garda

Un po’ distante dal resto della compagnia veneta, ormai in odore di Lombardia, l’ultima tappa del nostro itinerario è anche l’unica che può insignirsi del titolo di Patrimonio dell’Umanità, facendo parte (dal 2017) del sito transnazionale “Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo”. La magnifica Fortezza Veneziana che incornicia Peschiera del Garda, in effetti, la rende famosa in tutto il mondo: il centro storico del borgo si snoda su tre isolotti fortificati, collegati tramite dei ponti. Qui è possibile apprezzare tutta l’imponenza dei bastioni, recentemente messi in sicurezza, dalla quiete di un tour in barca di circa mezz’ora. Un luogo storico anche per l’Italia unita, a partire dal quadrilatero risorgimentale per continuare con il convegno della famosa linea del Piave, che rovesciò le sorti della Prima Guerra Mondiale. Passeggiamo quindi con calma per le vie rinascimentali, raccontandoci ancora una volta tutte le sensazioni incredibili di questo nostro viaggio.

Continua la lettura con: 7 STUPENDI BORGHI in Italia che si possono visitare solo a PIEDI

LORENZO ZUCCHI

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I PRIMATI MONDIALI dell’ITALIA che solo pochi conoscono

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Credits ferrettigroup IG - Yatch

L’Italia ha molti primati riconosciuti in tutto il mondo. Ma ce ne sono alcuni noti solo agli intenditori. Ecco quali. 

I PRIMATI MONDIALI dell’ITALIA che solo pochi conoscono

# L’Italia è il maggior produttore di caviale al mondo

Lavorazione del caviale

L’Italia detiene un record in campo alimentare che pochi conoscono: è il maggiore produttore al mondo di caviale battendo di gran lunga la Russia. In Lombardia, vicino Brescia, c’è infatti uno dei più grandi allevamenti al mondo di storioni, da dove le pregiatissime uova partono per soddisfare i palati più sopraffini.

Leggi anche: Il CAVIALE più VENDUTO al mondo è di Brescia

# A Massa è stata realizzata l’opera d’arte più lunga del mondo: oltre 5 chilometri 

katiuscia_sacchelli IG – The walk of peace

“The Walk of Peace” (La Passeggiata della Pace) è l’opera d’arte più lunga del mondo realizzata da un solo individuo. Il lavoro è stato fatto nel maggio 2021 dell’artista Luca Fruzzetti, in arte Dale, a Massa: la lunghezza certificata di 5.310 metri ha battuto il precedente primato statunitense di 3.300 metri.

Leggi anche: L’Italia e i suoi 9 RECORD STORICI (che solo pochi conoscono)

# Il più alto numero di aziende di lusso nella top 100 mondiale: un quarto del totale del pianeta

conoscimilano.it – Prada in Galleria

Nell’elenco delle prime 100 aziende al mondo per fatturato, nel settore del lusso, l’Italia si piazza al primo posto con quasi il 25% delle posizioni ricoperte, ben 24 imprese. Una su quattro delle grandi aziende del lusso al mondo sono in Italia. 

# Prima al mondo per produzione di yacht: uno su due costruito in Italia

ferrettigroup IG – Yacht

Il nostro Paese è al primo posto al mondo per produzione di imbarcazioni di lusso: nel 2021 ha ottenuto il 50% degli ordini. Nella nautica da diporto l’Italia non ha rivali, in termini di bilancia commerciale, con ricavi che sfiorano i due miliardi di dollari.

# A Gubbio l’Albero di Natale più grande del mondo 

flaviogaggiotti IG – Albero Gubbio

Dal 1991 l’Albero di Natale di Gubbio fa parte del Guinness dei Primati. Grazie ai suoi 650 metri di altezza e ai suoi 350 di larghezza è infatti il più grande del mondo. Nessuno è riuscito a scalfire questo primato da oltre 20 anni.

Continua la lettura con: I 7 RECORD GEOGRAFICI più CURIOSI d’Italia

FABIO MARCOMIN

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L’ISOLA “SEGRETA” a nord di Milano

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Credits: @dani_inverness Isola dei Cipressi

Nel cuore della Brianza, a pochi chilometri da Milano, si trova un’isoletta che in pochi conoscono, ma che è abitata sin dall’epoca del Neolitico. L’isola è una vera e propria scoperta, una piccola oasi con una ricca vegetazione e una serie di specie animali provenienti da tutto il mondo che vivono sull’isolotto come fosse casa loro. 

L’ISOLA “SEGRETA” a nord di Milano

# 120 cipressi e animali da tutto il mondo

@dani_inverness
Isola dei Cipressi

A meno di un’ora da Milano si trova l’isola dei Cipressi, un isolotto in provincia di Como nel Lago di Pusiano. È chiamata così per l’enorme quantità di cipressi che la popolano: ci sono infatti circa 120 cipressi, alcuni dei quali addirittura secolari. L’isola è sempre stata abitata fin dal Neolitico, quando c’era un piccolo villaggio di palafitte. Negli anni è diventata piccola città fortificata, fino ad arrivare ad oggi.

L’isola dei cipressi ora è un’area privata, di proprietà della famiglia milanese dei Gavazzi: qui c’è un’unica casa e l’area è popolata da animali provenienti da diversi continenti, come gru coronate, pavoni, cicogne e wallaby.

@escapetobehappy
Isola dei Cipressi

Nonostante le sue piccole dimensioni la storia dell’isola è veramente grande, l’isola dei cipressi ha infatti visto il passaggio di personaggi celebri come il figliastro di Napoleone o l’Arcivescovo di Milano.

# Si è tornati a visitarla

Credits: @dani_inverness
Isola dei Cipressi

La bellezza dell’isola è riconosciuta da tutti e la famiglia Gavazzi, attuale proprietaria, è la prima a saperlo. I proprietari sono infatti molto attivi nella promozione dell’isola e della sua storia. Nel 2011 è nata La Fondazione con lo scopo di conservare e valorizzare l’isola dei Cipressi. L’isola è sempre stata aperta ai turisti, proprio perché la famiglia voleva far conoscere la sua bellezza, ma nel 2019 le visite sono state sospese.

@dani_inverness
Isola dei Cipressi

Sull’isola sono arrivati addirittura dei piccoli canguri, dopo la chiusura dello zoo di Milano si sono “impossessati” dell’isola e hanno vissuto lì per decenni. Ora visitare l’isola dei Cipressi è di nuovo possibile e qui vengono organizzati anche eventi e cerimonie.

Continua la lettura con: L’ISOLA dei PESCATORI, l’incanto medievale a un’ora e mezza da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Quella volta che la STAZIONE CENTRALE doveva essere vicino a piazza Cinque Giornate (ma la Storia ha deciso diversamente)

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Credits specialepasquale IG - Vecchia stazione Centrale Milano

Se si guarda la mappa di Milano, magari una di quelle appese in metropolitana, tra piazza V Giornate e piazza Tricolore si notano alcune vie insolitamente inclinate rispetto alla trama urbana generale: via Sottocorno, via Archimede e via Marcona. Sono l’unica traccia rimasta della stazione di porta Tosa della linea Milano-Venezia. Lo dimostra il fatto che prolungando idealmente quelle vie si raggiunge l’attuale linea ferroviaria.

Quella volta che la STAZIONE CENTRALE doveva essere vicino a piazza Cinque Giornate (ma la Storia ha deciso diversamente)

# La linea Milano-Piacenza-Bologna doveva fermarsi alla stazione di Porta Tosa

openstreetmap.org
Mappa Milano

Nel 1846, quando la stazione fu costruita, la Lombardia faceva parte dell’impero austro-ungarico insieme al Veneto. La direttrice di comunicazione principale era naturalmente Milano-Venezia-Trieste. Il collegamento diretto con Vienna non era ancora possibile perché la realizzazione dei trafori alpini avvenne molti anni dopo. 

Un accordo stipulato con lo Stato della Chiesa e i piccoli stati dell’Emilia portò alla realizzazione della linea Milano-Piacenza-Bologna che doveva attestarsi a Milano presso la stazione di Porta Tosa, che avrebbe subito un importante ampliamento che ne avrebbe fatto una importante stazione di termine.

# La stazione viene “spostata” in piazza della Repubblica

commons.wikipedia.org
stazione piazza della Repubblica

Ma la situazione politica mutò rapidamente ed in modo sgradito agli austriaci: la vittoria dei franco-piemontesi nella seconda Guerra di Indipendenza (1859) scacciò l’impero asburgico e porto in breve tempo all’unità d’Italia (1861).

L’asse politico si riallineò a Milano. La stazione di porta Tosa, progettata sotto gli austriaci, venne soppressa nel 1873 e demolita senza lasciare alcuna traccia, in favore di una nuova stazione centrale situata nell’attuale piazza della Repubblica da una società francese, gradita ai Savoia. Sulla nuova stazione confluivano, oltre alla Milano-Torino, anche le linee per Monza, Venezia, Piacenza e Pavia.

# 1931: ultima fermata. Viene inaugurata l’attuale Stazione Centrale

credits: @stazionemilanocentrale IG

Ma anche questa nuova stazione non ebbe destino felice, sia perché nata già sottodimensionata rispetto al crescente traffico ferroviario, sia per il nuovo cambio politico del primo dopoguerra con l’ascesa al potere di Mussolini, che voleva un edificio grandioso, monumentale e privo di stili stranieri. Nel 1931 fu inaugurata la Stazione Centrale che oggi conosciamo e della stazione di piazza della Repubblica, di nuovo, non rimane alcun segno.

Continua la lettura con: Il binario della VERGOGNA di Stazione Centrale

MARCO GUALMINI (Appassionato di ferrovie ed autore del libro “le ferrovie scomparse di Milano“)

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🔴 La MAGNIFICA FABBRICA: nuova vita per la SCALA

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Credits Comune di Milano - Ingresso Magnifica Fabbrica

L’area ex Innocenti rinasce con la “Magnifica Fabbrica” del Teatro alla Scala che qui trasferirà i laboratori oggi ospitati nell’edificio dell’ex Ansaldo in Tortona. Il progetto riqualificherà un’area abbandonata da anni e apporterà anche benefici all’ambiente. Scopriamo come verrà realizzata.

La MAGNIFICA FABBRICA : nuova vita per la SCALA al Rubattino. Il PROGETTO

# L’area ex Innocenti rinasce con la “Magnifica Fabbrica” della Scala

Comune di Milano – Magnifica Fabbrica vista laterale

Nel quartiere Rubattino si prepara a rinascere l’area in cui sorgeva la fabbrica dell’Innocenti, i cui scheletri sono abbandonati da anni, con un investimento di 120 milioni di euro. In questi spazi traslocheranno i laboratori del Teatro alla Scala, dall’attuale edificio dell’ex Ansaldo in zona Tortona, nella Magnifica Fabbrica. Il progetto vincitore del Concorso internazionale è stato firmato dal gruppo italo-spagnolo composto da FRPO Rodriguez y Oriol e WALK Architecture & landscape di Madrid ed SD partners di Milano. 

# I numeri del progetto

Comune di Milano – Magnifica Fabbrica dall’alto

L’edificio si compone di un’unica enorme costruzione di acciaio e legno di 66.000 mq di superficie scandito da 4 campate di 28,8 metri di lunghezza, i laboratori ne occuperanno 34.000, in cui ci saranno anche le sale prove, le sartorie, i depositi con oltre 2.500 posti container su 4 livelli con 4 linee carroponte, oggi tenuti in alcuni capannoni in affitto nel comune di Pero. L’involucro utilizza policarbonato solido riciclato, e la copertura avrà un impianto fotovoltaico di 3600 kW, rendendo l’edificio uno Zero energy building, oltre ad un sistema di geotermia a ciclo aperto per contribuire alla depurazione delle acque di falda.

Ci sarà uno Spazio dei sogni distribuiti su 4.000 mq che verrà utilizzato per ospitare mostre, laboratori, corsi ed eventi. All’interno, a 8 metri di altezza, si sviluppa l’Anello, un percorso pubblico sopraelevato per i visitatori che consentirà di vedere le prove degli attori e la realizzazione delle scenografie senza creare disturbo.

# Il Palazzo di Cristallo diventerà un giardino d’inverno

Credits Comune di Milano – Magnifica Fabbrica vista esterna serra

Anche il Palazzo di Cristallo farà parte del progetto. Verrà riqualificato per ospitare eventi e celebrazioni legati alla programmazione culturale del Comune di Milano oltre che di enti e associazioni e al suo interno sarà realizzato un giardino d’inverno. Una struttura sopraelevata in legno, chiamata Piazza flottante, consentirà inoltre di scoprire dall’alto il giardino e sarà in connessione con il parco esterno.

# Nel 2024 l’avvio dei lavori partendo dal raddoppio del Parco della Lambretta

Comune di Milano – Parco Magnifica Fabbrica

L’ultimo tassello di questa riqualificazione sarà il raddoppio del Parco della Lambretta, che arriverà a coprire una superficie di 100.000 mq. Sarà caratterizzato da un paesaggio di prati verdi con percorsi sopraelevati che costeggiano argini di canali, frutteti, filari e i Giardini dell’acqua, che saranno un’autentica riserva naturale per le zanzare. I lavori per realizzare la Magnifica Fabbrica inizieranno nel 2024 proprio dal parco per poi proseguire con il nuovo edificio e la trasformazione di quelli oggi in abbandono.

Continua la lettura con: La “FORESTA GALLEGGIANTE” in DARSENA

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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La più buona CUCINA VEGANA d’Europa: MILANO è nella top 10 continentale

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Credits: ruegenwalderde

Né carne, né pesce e neppure ingredienti di origine animale, con risultati premiati dai critici di professione o per passione. Un giro per le città europee alla scoperta dell’alta cucina vegana, premiata da Michelin con le “stelle verdi” create appositamente per questa categoria di ristoranti. Tra le città stellate, la più luminosa è Milano

La più buona CUCINA VEGANA d’Europa: MILANO è nella top 10 continentale

# Cucina gourmet, pratiche sostenibili e le stelle Michelin

 congerdesign via Pixabay

La svolta green in Europa, passa anche dalle cucine dei ristoranti. Sono tanti i professionisti acclamati del settore che hanno deciso di intraprendere questa svolta, proponendo portate o menu interamente vegani, insieme ai piatti classici che li hanno resi famosi.
Ingredienti freschi e stagionali, accuratamente scelti dalla regione per garantire la filiera corta e tanta fantasia, per le alternative gourmet di questi locali.
La guida Michelin ha dovuto creare riconoscimenti speciali e sempre più prestigiosi, per premiare le creazioni di alcuni chef. Dal Bib Gourmand alle stelle verdi, anche gli award diventano vegani.

La rivista National Geographic ha fatto il giro d’Europa con la guida Michelin, per stilare un ranking continentale di alta cucina vegana, svelando che si può fare il giro del vecchio continente, soggiornare nelle città più belle d’Europa e scoprire anche questo piccolo segreto culinario. Questi i 10 ristoranti vegani stellati d’Europa. 

# 1 Il Faux Gras di Gautier, Soho – Londra

silviarita via Pixabay

Londra è quasi il simbolo del veganismo europeo, perché ha scatenato un caso ad inizio 2022.
Chef Daniel Humm è stato allontanato dal Claridge’s hotel per aver suggerito un menu vegano accostato alle tradizionali portate per gli ospiti dell’hotel. I londinesi, però, hanno reagito con un movimento spontaneo di protesta, dimostrando affetto per la cucina vegana.

Il movimento vegano è sicuramente guidato dal Gautier, nel West End londinese, che propone il “faux gras” a base di funghi, noci, lenticchie e cognac, che sta riscuotendo più successi del controverso patè di fegato d’oca, ormai messo al bando dal governo britannico.
Oltre alla versione vegana del foie gras, svettano i tortellini al tartufo e funghi enoki.
* Prezzo medio menu: 82,00 €

Leggi anche: I 5 luoghi imperdibili dove gustare la migliore CUCINA PROVENZALE a Marsiglia e dintorni

#2 I vegetali freschi e fermentati di Gron – Helsinki

RitaE via Pixabay

Alfiere del movimento vegano finlandese è sicuramente il Gron di Helsinki. Il ristorante propone un menu di 8 portate tutte a base di vegetali regionali, sia freschi che fermentati.
Già stellato Michelin, il Gron propone salsa di vellutata di patate arrosto infusa con pepe nero e prezzemolo fermentato, oppure una terrina di ortaggi a radice con mirtilli rossi conservati.
A seguito della COP26, la città di Helsinki ha deciso di non servire più piatti a base di ingredienti animali ai commensali delle riunioni ufficiali.
* Prezzo medio menu: 108,00 €

#3 I funghi a Km. zero di Ark – Copenhagen

RitaE via Pixabay

Funghi freschi coltivati nelle vicinanze dominano i due menu proposti da Ark, che propne una scelta tra 5 o 7 portate.
Già premiato da una stella verde Michelin, Ark porta il concetto di sostenibilità anche negli arredi e nella scelta dei vini, naturali o biodinamici.
Segnalati come imperdibili i funghi ostrica blu, la foglia di ostrica e la glassa umami.
*Prezzo medio menu: 94,00 €

Leggi anche: I PIATTI della cucina italiana DISGUSTOSI all’estero

#4 Il “menu a sorpresa” di Marktküche – Zurigo

MakaraEk via Pixabay

Al Marktküche di Zurigo il menu non si sceglie. Si dichiara il numero delle portate desiderate, scegliendo tra le proposte del giorno, poi lo chef manda al tavolo i piatti ispirati dalla fantasia del momento.
Ingredienti fondamentali sono le verdure di stagione, esclusivamente regionali scelte tra coltivatori sostenibili al 100%.
La pasta e il pane fatti in casa, i funghi di bosco in pasta sfoglia con mousseline di patate tartufata e il menu degustazione di 4 portate, hanno insignito il Marktküche sia del Bib Gourmand che della stella verde Michelin.
* Prezzo medio menu: 65,00 €

#5 I “supper club” serali del Saorsa 1875, Pitlochry – Regno Unito

Sabrina_Ripke_Fotografie via Pixabay

Condotta dallo chef italiano Luca Sordi, la cucina non è l’unica componente vegana del Saorsa 1875. Tutto, dai mobili riciclati agli alcolici, è vegano in quest’angolo nelle Highlands del Perthshire.
Energia sostenibile al 100% proveniente da Ecocitrity, che si trasforma in energia per i commensali che la sera possono condividere il menu a portate fisse ma con ingredienti sempre diversi e stagionali, nelle “supper club” serali, in cui le verdure quotidiane vengono fatte scegliere da un tavolo centrale in bella mostra.
Piatto tipico le capesante saltate con melanzane glassate al miso tamari e alghe
* Prezzo medio menu: 64,00 €

Leggi anche: Milano Capitale della Cucina Straniera: i 7 RISTORANTI più buoni (secondo Vanity Fair)

#6 Le incursioni asiatiche del Lucky Leek – Berlino

RitaE via Pixabay

Dal 2011 il “porro fotunato” di Berlino fa da apripista alla cucina vegana, dettando i tempi di un movimento che nella capitale tedesca, propone oggi un’ampia offerta culinaria.
Lucky Leek è Bib Gourmand dal 2019 e imposta i menu da 3 o 5 portate sulla cucina tradizionale europea, unita a incursioni asiatiche, con il tofu balinese speziato con cetriolo al sesamo, sambal al cocco e pancake verde.
Specialità famose sono consommé di verdure con ravioli di patate e crescione, risotto alle pere e peperoncino con cavolo tandoori e involtini di tempeh nori, oltre ai formaggi vegani.
* Prezzo medio menu: a partire da 39,00 €

#7 La passeggiata nell’orto del Tian – Vienna

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“La passeggiata nell’orto” è il nome del menu più tipico di questo ristorante viennese. Il Tian, oltre a proporre verdure fresche di stagione, coltiva un proprio orto, i cui frutti mirano ad accrescere e dare quel tocco di sapore in più ai piatti del Tian, che vanta tre medaglie Gault & Millau e una stella Michelin.
Il menu di otto portate “Passeggiata nell’orto”, che può essere ordinato vegetariano o vegano, comprende zucca con cedro e zenzero e cavolo cappuccio con radice di prezzemolo e shitake.
* Prezzo medio menu: 139,00 €

Leggi anche: 7 PIATTI POVERI della cucina milanese

#8 Le 24 stagioni del Humus x Hortense – Brussels

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Dalle radici alle foglie e zero rifiuti sono la filosofia di Humus x Hortense, il cui chef Nicolas Decloedt è stato considerato nel 2020 il Miglior Chef di Verdure dalla guida Gault & Millau.
Il menu degustazione di 5 portate, cambia settimanalmente, risuona al ritmo di “24 microstagioni” e propone cucina stagionale, regionale a base di verdura biologica.
Segnalati la radice di prezzemolo arrostita, patate rosse delle Fiandre, salsa di verdure fermentate.
* Prezzo medio menu: 78,00 €

#9 Lo spuntino di lusso del sabato sera per il Växthuset – Stoccolma

Credits: RitaE via Pixabay

Abbinato ad uno dei locali notturni più frequentati di Stoccolma, il Växthuset immerge la cultura vegana nella febbre del sabato sera che si scatena nel quartiere di Södermalm.
Il ristorante resta infatti aperto fino alle ore piccole e, a partire dalle 23:45, serve lo “spuntino di lusso” per rifocillare i discotecari prima dell’ingresso in discoteca. Inoltre vengono serviti vini naturali e biodinamici, birre artigianali e cocktail stagionali.
I piatti tipici sono insaporiti da due griglie, che affumicano e profumano broccoli con mais alla griglia e burro di pomodoro e miso.
* Prezzo medio menu: 38,00 €

Leggi anche: 5 RISTORANTI ETNICI TOP di Milano (con la loro imperdibile specialità)

#10 Il primato europeo delle leggendarie lasagne del Joia – Milano

Credits: ruegenwalderde

Il Joia di Milano è stato il primo ristorante vegetariano d’Europa a guadagnare la stella Michelin.
Non la stella verde dedicata ai ristoranti vegani (ha ricevuto anche quella!): nel 1996 il Joia è stato insignito del prestigioso riconoscimento, diventando un pioniere e un faro per tutto il movimento vegetariano del vecchio continente.
Un destino segnato già nome, perché è nato per portare gioia all’intero pianeta.
Joia offre tre menu degustazione basati su piatti biologici, realizzati con prodotti provenienti in gran parte dalle aziende agricole lombarde circostanti e l’ l’80% della proposta è vegana.
Si impegna anche a pranzo con un menu fisso di due portate tra cui spiccano le leggendarie lasagne o il risotto alla siciliana con carciofi e miso fatto in casa.
* Prezzo medio a pranzo, inclusa l’insalata e una bevanda: 12,50 €

Fonte: National Geographic 

Continua la lettura con: Gli OSCAR DEL BENESSERE: il New York Times pubblica i posti top di Milano per salute, bellezza e relax

LAURA LIONTI

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La TOP 10 dei CENTRI ESTETICI più “STELLATI” di MILANO

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In una città come Milano o si conosce un professionista di fiducia o risulta quasi più facile tirare a sorte da quante sono le possibilità di scelta. Ma se invece ci affidassimo ad un amico che di ricerche è un esperto? Pronta per l’evenienza, ecco una top list dei centri estetici stellati di Milano secondo le recensioni Google. La classifica è calcolata computando stelle e numero di recensioni.

La TOP 10 dei CENTRI ESTETICI più “STELLATI” di MILANO

#10 Becos Club Milano

4,9 Stelle (40 recensioni); Via Angelo Mauri, 3, Milano MI,; +39 02 4851 9487

“Professionalità allo stato puro, con la cura e l’eleganza del vero made in Italy. Tutto lo staff, dal massagio a cura piedi e mani meritano un gran applauso. Il mio checkpoint ogni volta che torno a Milano” Artemida B.

#9 L’estetista Di Rio

4,9 Stelle (50 recensioni); Via degli Imbriani, 40, Milano MI; +39 02 3946 4532

“Non è la prima volta che faccio dei trattamenti, un’esperienza fantastica… sempre al Top!!!” Elsa F

#8 Time to beauty

4,9 Stelle (62 recensioni); Via Enrico Cialdini, 103, Milano MI; +39 02 646 9973

Ragazze molto brave, prezzi economici per la zona. Necessità di prenotare con largo anticipo perché sono sempre molto impegnate. La prenotazione online sul sito treatwell funziona molto bene. Le unghie fatte da Nathalie sono perfette, davvero impeccabili!” Cecilia F.

#7 L’Estetica Di Valentina

4,9 Stelle (62 recensioni); Via Pasquale Sottocorno, 1, Milano MI; +39 02 7602 3355

“Sono stata al centro l’estetica mi sono trovata benissimo ottimi trattamenti ambiente accogliente brava Valentina” Maria V. 

#6 Estetica Solem

5,0 Stelle (24 recensioni); Via Paolo Giovio, 45, Milano MI; +39 02 4391 2646

“Davvero bravi! Complimenti ad Aldo per la professionalità, la cura dei dettagli e gli ottimi consigli. Sempre attento e aggiornato sui migliori trattamenti estetici. Assolutamente consigliato! Grande. “ Giuseppe D. 

Credits: pexels.com

#5 Nénuphar Centro Estetico

5,0 Stelle (25 recensioni); Corso S. Gottardo, 5, Milano MI; +39 02 3823 2570

“Le ragazze sono molto professionali. Il centro è pulito e si trova all’interno di una corte, che rende il posto intimo, lontano dagli occhi di tutti i passanti del corso” Rossella C.

#4 Centro Estetico Wellbeing

5,0 Stelle (38 recensioni); Via Lazzaro Spallanzani, 15, Milano MI; +39 351 565 1362

“Sono stata in questo centro per pressoterapie e massaggi drenanti. Mi è stato spiegato da subito come il trattamento è effettuato ed abbiamo fissato insieme gli obiettivi estetici che vorrei raggiungere. Mi è piaciuto molto il calore con cui le ragazze accolgono i clienti e la grande professionalità con cui i trattamenti sono eseguiti. Inoltre sono stata sorpresa dal vedere benefici già dalle prime sedute! Tutto il centro è molto pulito e ben curato, lo consiglio senza dubbio!” Nicla C.

#3 CRI Estetica Milano

5,0 Stelle (39 recensioni); Via Cesare Battisti, 8, Milano MI; +39 327 847 6279

“Sono ormai 11 anni che Cristina mi segue. Con lei non c’è bisogno di mille parole, lei capisce subito, sa consigliarti, sa coccolarti, a seconda del periodo dell’anno, delle tue esigenze, delle novità in commercio. Non posso fare a meno di lei. È sempre disponibile, è pulitissima lei e il suo centro. È molto professionale e si tiene sempre aggiornata con i corsi di formazione per garantire un servizio di alta qualità” Federica C.

#2 Armònia Centro Estetico Milano

5,0 Stelle (48 recensioni); Via Palmanova, 54, Milano MI; +39 02 8347 8384

“Conosco Celeste da molti anni , oltre ad essere una vera professionista è anche un’amica. Da lei faccio vari trattamenti affidandomi alla sua professionalità. Il centro è estremamente pulito e accogliente. Qui ti senti subito la benvenuta. Dopo ogni trattamento che sia una semplice ceretta o un viso, corpo mi sento più bella Grazie” Laura S.

#1 San Babila Estetica

5,0 Stelle (74 recensioni); Corso Giacomo Matteotti, 1/A, Milano MI; +39 02 8414 3217

“Mi sono sentita subito a mio agio! Il personale cortese ed efficiente: in pochi minuti, ho ottenuto le risposte che cercavo, grazie a un team molto preparato e qualificato. Il mio benessere e la mia bellezza sono davvero in ottime mani!! Consiglio vivamente” Chiara K. 

Continua la Lettura con: La TOP 10 dei FIORAI “STELLATI” di MILANO

SARA FERRI

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