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Alla scoperta di NOALE, il “Borgo più bello del Veneto”

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Viaggio alla scoperta di Noale, cittadina votata dagli utenti di Facebook e Instagram come il “Borgo più bello del Veneto”. L’unica città fortificata del Veneziano, a tre ore da Milano. 

Alla scoperta di NOALE, il “Borgo più bello del Veneto”

# Noale, la sorpresa dell’entroterra veneziano 

La bellezza suggestiva di Venezia non si esaurisce quando si esce dalla città lagunare. L’entroterra veneziano riserva infatti a tutti i suoi visitatori delle sorprese particolarmente positive. Noale è una di queste.

Credits: @venetoeu.it

# L’unica cittadina fortificata di tutto il territorio del Veneziano

Cittadina ricca di storia, Noale sorge al centro del territorio formato da tre importanti città del Veneto: Venezia, Padova e Treviso. Grazie a numerosi reperti archeologici e come si può notare dalla sua forma, ereditata dalla conformazione della tipica centuriazione romana, le sue origini si possono collocare attorno all’epoca preromana e romana.

I portici e i palazzi affrescati, in gran parte databili tra il sedicesimo e diciasettesimo secolo, permettono una forte somiglianza della struttura urbanistica di Noale a quella di Treviso. Novalis, questo il nome latino della cittadina, nel Basso Medioevo venne fortificata per diventare un avamposto militare della città di Treviso. Grazie a questa opera di difesa, recentemente ristrutturata, Noale è diventata l’unica cittadina fortificata di tutto il territorio del Veneziano.

# Una realtà con doppio cuore cittadino

Noale conta 2 torri: la Torre delle Campane e la Torre dell’Orologio. Quest’ultima, fresca di restauro, ospita ora anche il museo della civiltà contadina.

Credits: @proloconoale.it

Le sue 2 piazze principali, Piazza Castello e Piazza Maggiore, le danno un’altra unicità: Noale è infatti l’unica realtà della provincia di Venezia ad avere un doppio cuore cittadino.

# Oasi WWF e l’Aprilia

A due passi dal suo centro, Noale ospita l’ Oasi WWF Cave di Noale. Si tratta di un piccolo gioiello all’interno del quale vige la massima tutela dell’ambiente, con interessanti varietà faunistiche e floreali.

Credits: @francescogastaldo(IG) – Oasi Cave di Noale

Per gli amanti delle motociclette, è ottimo sapere che a Noale si trova la sede storica dell’Aprilia.

Sede dell’Aprilia a Noale (VE)

# Il Palio di Noale e la Bala D’Oro

A Noale vengono organizzati, ormai da molti anni, degli eventi che riportano alla luce alcune tradizioni medievali. Dal 1997, nel week-end della Pentecoste, prende vita il Palio di Noale : una rivisitazione di giochi e cerimonie indetti dai signori Tempesta (antichi padroni della cittadina) nel 1339 e nel 1347. Il Palio consiste in una corsa a staffetta su una distanza di 800 metri che si svolge tra gli esponenti delle sette contrade nel centro storico.

Credits: @paliodinoale(IG)

Un’altra cerimonia tradizionale è invece la Bala D’Oro: questa vede protagoniste le diciottenni noalesi impegnate nell’estrazione di alcune sfere di legno che contengono le cosiddette “bale d’oro“. Una di queste sfere, nella tradizione, conteneva dodici ducati d’oro, donati dall’Ospedale Noalese dei Frati Battuti come dote.

Credits: @paliodinoale(IG)

# Noale votata “Borgo più bello del Veneto”

Visto che oramai il mondo mediatico è nelle mani dei social, è giusto ricordare che nel 2020, proprio Noale ha vinto un contest lanciato su Facebook e su Instagram. I principali borghi veneti, tra cui non mancavano Asolo, Marostica, Caorle ed altri, si sono sfidati e hanno lasciato la scelta agli utenti, che hanno premiato a suon di like proprio Noale come “Borgo più bello del Veneto”.

Credits: veneto.eu, palionoale.it

LUCIO BARDELLE

Continua la lettura con: Le località del giorno (per una gita da Milano)

Vedi anche: BormioIsolino VirginiaLuganoPomponescoMeranoMorcote, Mantova, le “Filippine Italiane”Lodi, PaviaVigevanoBobbio, Cumiana, MonzaValsassinaBardinetoValle d’Intelvi, Como, Maranello, Tremosine, Ricetto di Candelo, Madonna di CampiglioVal VigezzoPunta SassoPortofino, BellagioLegnanoSottomarinaLe 5 TerreBroloPreda RossaLomelloBergamoMadruzzoGaggioPusianoGera LarioChamoisLerici

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Il video del giorno: STREET STYLE a Milano (visto dagli stranieri)

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Milano nel mondo significa stile. Questo il video realizzato in questi giorni dalla fashion blogger internazionale Yana Skvortsova sulle strade di Milano. 

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La PRIMA AUTOMOBILE della storia fu inventata a Milano, mezzo secolo prima della Mercedes

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I tedeschi si vantano di averla inventata loro. Nel 1886 nasce la prima automobile col motore a scoppio prodotta dalla Benz & Cie. E invece non è così. Come è accaduto per tanti altri progetti, il telefono, la televisione, perfino l’aeroplano, il primo progetto è stato realizzato in Italia. E in questo caso addirittura a Milano, opera di Guido da Vigevano nel 1335.

La PRIMA AUTOMOBILE della storia fu inventata a Milano, mezzo secolo prima della Mercedes

guido da vigevano
guido da vigevano

E’ quello che ha messo in luce Serafino Bona dell’associazione DucualiA-onlus con il progetto “The First Car”, in cui ha coinvolto l’università di Pavia, il Politecnico di Milano e quello di Torino.

Nel 1335 Guido da Vigevano ha scritto il Texaurus, un trattato completo di progetti e schizzi, indirizzato a Filippo VI re di Francia. All’interno in un capitolo dedicato all’ingegneria militare atta a sconfiggere gli infedeli nelle crociate, l’autore spiega in dettaglio la costruzione di un “carro a vento”, un carro di legno e metallo in grado di muoversi senza animali, ma con lo sfruttamento dell’energia eolica.

prototipo in 3d
prototipo in 3d

 

MILANO CITTA’ STATO

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E se le CICLABILI le facessimo sul MARCIAPIEDE?

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Stefano dall'Aglio FB - Ciclabile marciapiede

Negli ultimi anni il Comune di Milano ha incrementato i chilometri di piste ciclabili, anche per favorire la mobilità durante la pandemia in cui i posti sui mezzi pubblici erano limitati, in molti casi solo disegnate sull’asfalto e quasi sempre sulla carreggiata stradale. La tendenza diffusa all’estero da tempo è quella invece di realizzarle sui marciapiedi. 

E se le CICLABILI le facessimo sul MARCIAPIEDE?

# Da Monaco di Baviera a Parigi, le ciclabili sfruttano lo spazio dei marciapiedi

Nell’ambito del miglioramento della mobilità cittadina, soprattutto quella individuale, tutte le grandi città stanno investendo sullo sviluppo o l’ampliamento delle reti ciclabili. La tendenza a livello europeo è quella di realizzare piste o corsie ciclabili utilizzando parte dell’ampio spazio dei marciapiedi e lasciando lo quindi intatto quello riservato a veicoli e motoveicoli. Da Monaco di Baviera, in foto, a Berlino, Zurigo, Parigi, Lione, Goteborg sono molte le città che hanno scelto da tempo questa impostazione progettuale

# L’esperienza milanese e lo sviluppo della rete

Anche Milano sta attuando un piano di estensione delle sua rete ciclabile. Oltre i chilometri realizzati in questi anni, con semplice segnaletica stradale o in sede protetta, sono previsti 25 nuovi itinerari per una lunghezza complessiva di 70 km tra il 2023 e il 2024. La gran parte degli interventi prevede o ha previsto la realizzazione delle piste ciclabili sulla carreggiata, togliendo spazio alle auto anche se non necessario, quando soprattutto nelle periferie milanesi ci sono enormi marciapiedi e parterre alberati poco curati che potrebbero ospitare percorsi per ciclisti senza limitare la circolazione di alcun mezzo.

Anche perché molti pedoni si chiedono: se i ciclisti già usano andare sul marciapiede, perchè non delimitarne il passaggio?

Non mancano nel capoluogo lombardo esempi di piste ciclabili che occupano una porzione del marciapiede, ma sono una eccezione e riguardano soprattutto zone soggette a rigenerazione e trasformazione. Tra gli esempi più recenti ci sono il nuovo distretto di Porta Nuova e l’area di Symbiosis oppure Corso Lodi qualche anno fa dopo la dismissione della linea tranviaria, con un parterre centrale per pedoni e ciclisti e alcuni brevi tratti sul tratto tra piazza Medaglie d’Oro e Piazzale Lodi.

Leggi anche: Il BICIPLAN METROPOLITANO: il progetto di 750km di ciclabili tra Milano e hinterland

Continua la lettura con: MILANO CITTÀ CHIUSA: scattano i NUOVI DIVIETI per le AUTO

FABIO MARCOMIN

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La REGOLA del 3-30-300 per avere PIÙ SPAZI VERDI in città: potrebbe funzionare a Milano?

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Credits hotelpalladiomilano IG - Bosco Verticale

Questa regola di pianificazione urbana si focalizza sull’importanza di avere città ricche di vegetazione per promuovere benessere e salute. Vediamo in che cosa consiste.

La REGOLA del 3-30-300 per avere PIÙ SPAZI VERDI in città: potrebbe funzionare a Milano?

#1 Ogni cittadino deve vedere almeno 3 alberi da casa sua

@hotelpalladiomilano IG – Bosco Verticale

Il Dottor Cecil Konijnendijk van den Bosch, che insegna silvicultura urbana a Vancouver, Canada, ha proposto una formula di pianificazione urbana chiamata “regola 3–30–300”: si focalizza sull’importanza di avere città ricche di vegetazione per promuovere benessere e salute.

La prima regola prevede che ogni cittadino debba poter vedere dalla propria abitazione almeno tre alberi. Secondo alcuni studi vedere del verde apporta benefici sia per la salute mentale sia per il benessere fisico. Il comune danese di Frederiksberg da tempo impone che ogni cittadino dovrebbe vedere almeno un albero. 

#2 Il 30% di copertura arborea in ogni quartiere

@mariateresarolla IG – Roggia Vettabbia

La seconda regola introduce il parametro del 30% di copertura arborea in ogni quartiere. Numerosi studi hanno mostrato un’associazione tra copertura arborea e mitigazione della temperatura, miglioramento dei microclimi e di salute fisica e mentale, e riduzione di inquinamento e rumore. Un altro aspetto positivo conseguente è che le persone saranno incoraggiate a passare più tempo all’aperto e ad interagire gli uni con gli altri.

#3 Un parco a non più di 300 metri da casa

@solextra
Parco Nord

L’ultima regola prevede che i cittadini abbiano un parco a non più di 300 metri. Secondo quanto rivelano molti studi, poter accedere accesso ad uno spazio verde di almeno un ettaro in breve tempo, avrebbe un impatto positivo sulla salute fisica e mentale.

La regola del 3-30-300 potrebbe funzionare anche a Milano per renderla finalmente una città verde che possa favorire un maggior benessere fisico e mentale?

Continua la lettura con: E se le ciclabili le facessimo sul marciapiede?

FABIO MARCOMIN

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Sondaggio: Hai mai SUBITO una forma di AGGRESSIONE o un ATTO VANDALICO a Milano?

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Sondaggio sulla sicurezza
Milano si conferma al primo posto per numero di reati in Italia nella classifica aggiornata sulla criminalità elaborata da Il Sole 24 Ore che fa riferimento alle denunce del 2021. Sono 193.749 i reati, quasi 6mila ogni 100.000 abitanti, seppur in calo dell’11,8% rispetto al 2019 e in linea con un trend che si riscontra in tutte le grandi città della penisola salvo qualche eccezione. Il capoluogo lombardo primeggia per densità di furti (2.943 ogni 100mila abitanti), in particolare nei negozi e nelle auto in sosta, è secondo per rapine in strada, terzo per associazioni per delinquere e settimo per denunce di violenza sessuale.  
 
Ma si tratta di fredde statistiche oppure qualcosa che corrisponde al vero? Per capirlo, ti chiediamo:
 
Sei mai stato vittima di una di queste situazioni?
 

Hai mai subito una forma di aggressione o un atto vandalico a Milano?

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Il creatore del questionario è l’unico responsabile del suo contenuto. La risposta è volontaria e sarà mantenuta anonima. I risultati non hanno alcun valore statistico. 

Continua con un altro sondaggio: Sei d’accordo con le nuove regole dell’Area B?

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Il video del giorno: da MILANO a LONDRA con una MOTO SUPER SPORTIVA

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“Sono partito da Milano con una moto sportiva, una yamaha R7, per provare a raggiungere Londra, la mia avventura più grande”. Il video del viaggio di Giovanni Fois

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La MERAVIGLIA del GIARDINO NASCOSTO (sul retro di una delle chiese più belle ma meno conosciute di Milano)

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Francesco del Prete - Giardino Santa Maria presso San Celso

Un piccolo gioiello “verde” sul retro di una delle chiese più belle e meno conosciute di Milano.

La MERAVIGLIA del GIARDINO NASCOSTO (sul retro di una delle chiese più belle ma meno conosciute di Milano)

# La Chiesa di Santa Maria presso San Celso, una delle più belle e meno conosciute di Milano

Credits federsalva IG – Chiesa di Santa Maria presso San Celso

La Chiesa di Santa Maria presso San Celso è una delle chiese più belle e forse meno conosciute di Milano. La facciata è imponente e sontuosa con i suoi magnifici marmi, l’interno è impreziosito da un pavimento straordinario, i dipinti e gli stucchi modellati ad arte e dorati.

Credits francescogarza IG – Interno chiesa Santa Maria presso San Celso

Si trova lungo Corso Italia e la vista è quasi nascosta dal colonnato che corre lungo il marciapiede. La vera meraviglia si trova però dietro la chiesa.

Leggi anche: A Milano c’è una chiesa riservata solo agli sposi, ecco la sua storia! 

# Il meraviglioso giardino nascosto 

Francesco del Prete – Giardino Santa Maria presso San Celso

Sul retro della chiesa, arrivando da via Vigoni, si trova un piccolo gioiellino “verde, un giardino meraviglioso: il Parco di San Celso. All’interno di questa oasi in pieno centro città c’è una piccola fontana, alcune statue di santi, dei grandi alberi, un prato curato alla perfezione e siepi con colori che sfumano dal verde al viola. 

Credits uoscintoneveniu IG – Parco San Celso

Da qui si possono ammirare il campanile, il più antico ancora in funzione a Milano, e l’abside delle due chiese. 

 

Continua la lettura con: Il “GIARDINO delle MERAVIGLIE” a un’ORA da Milano

FABIO MARCOMIN

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Come ARRIVARE a Milano dall’AEROPORTO di ORIO al SERIO 

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Aeroporto Bergamo-Milano in pulmann

Vediamo come arrivare a Milano dall’Aeroporto di Orio al Serio, con prezzi e durata in base al mezzo di trasporto utilizzato.

Come ARRIVARE a Milano dall’AEROPORTO di ORIO al SERIO 

@tpicture-pixabay – Aeroporto Orio al Serio

L’aeroporto di Milano-Bergamo Orio al Serio è il terzo aeroporto del capoluogo lombardo, dopo Linate e Malpensa, secondo per numero di passeggeri e utilizzato principalmente dalle compagnie lowcost. Dispone di un unico terminal ed è l’hub italiano di Ryanair. La distanza dal centro di Milano è di circa 53 km. Vediamo le alternative per arrivarci.

Leggi anche: Come ARRIVARE dal SUD di Milano a RHO FIERA

# In taxi o in auto, il modo più rapido

Aeroporto Bergamo-Milano in auto

L’alternativa più rapida per arrivare da Milano dall’Aeroporto di Orio al Serio, traffico permettendo, è in auto prendendo l’autostrada A4 al casello di Bergamo e poi le tangenziale est, nord o esterna di Milano. Meno stressante ma più costoso c’è l’opzione del taxi. Il tempo previsto è di circa 45 minuti/1 ora.

# Come arrivare a Milano dall’Aeroporto di Orio al Serio in pullmann

Aeroporto Bergamo-Milano in pulmann

Nel piazzale esterno dedicato agli arrivi ci sono numerose compagnie di autobus shuttle che effettuano il servizio di trasporto fino alla stazione centrale di Milano. Il prezzo varia dai 6 ai 12 euro e il tempo di percorrenza è di circa un’ora, la frequenza delle partenze è ogni 15 minuti.

# In treno, l’alternativa più economica

Aeroporto Bergamo-Milano in treno

L’ultima possibilità per raggiungere Milano è in treno, recandosi prima alla stazione di Bergamo prendendo uno degli autobus ATB, dell’Azienda Trasporti Pubblici di Bergamo, che compiono il tragitto dall’aeroporto in circa 10-15 minuti. La durata del viaggio in treno senza cambi fino alla Stazione Centrale di Milano è di circa 48 minuti e il prezzo è di 5,80 euro.

Continua la lettura con: Quale è la LINEA FERROVIARIA più VECCHIA d’Italia?

FABIO MARCOMIN

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Il PREZZO della CRISI: in LOMBARDIA 2 IMMOBILI su 3 all’asta valgono MENO di 100 mila euro

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Ph. Dimitris Vetsikas (Pixabay)

Nell’ultimo anno si è registrato un boom delle case all’asta in Lombardia. A pagare il prezzo la fascia di reddito medio-bassa. Vediamo il quadro della situazione.

Il PREZZO della CRISI: in LOMBARDIA 2 IMMOBILI su 3 all’asta valgono MENO di 100 mila euro

# Boom delle case all’asta in Lombardia, due su tre valgono meno di 100 mila euro

Credit Andrea Cherchi – Porta Romana

Nell’ultimo anno si è registrato un vero boom delle case all’asta in Lombardia, con un aumento dell’11,6%. Sandro Simoncini, professore di Economia e Gestione delle Imprese e direttore scientifico del Centro studi Sogeea analizza questo fenomeno: “Il 64% delle abitazioni all’asta ha un prezzo inferiore ai 100mila euro, percentuale che sale fino all’88% se si prendono in esame anche gli immobili appartenenti alla fascia tra 100mila e 200mila euro. Nella stragrande maggioranza dei casi, insomma, non si tratta certo di case di particolare pregio.”

Leggi anche: MILANO: 8.000 CASE INVENDUTE da più di un anno. I TRE MOTIVI principali della mancata vendita

# Piccoli imprenditori, artigiani e commercianti i più colpiti dalla crisi

Credit Affaritaliani

Simoncini spiega come questo dato, uniforme a livello nazionale, dimostri che “sia sempre la fascia di reddito medio-bassa a pagare il tributo più rilevante alla crisi.” Aggiungendo che “gli effetti della pandemia e della pregressa stagnazione economica che stenta a interrompersi risultano sempre più devastanti con il passare degli anni. Cresce il numero di piccoli imprenditori, artigiani, commercianti che sono riusciti a far fronte per anni alle proprie difficoltà ma che, in questo drammatico periodo, non possono che pagare un dazio altissimo, arrivando a intaccare anche il patrimonio personale più prezioso: la propria casa“.

Leggi anche: Cinema, alberghi e ristoranti a picco: “CLIENTI in FUGA e ZERO TURISTI”

Continua la lettura con: MILAN e INTER scappano da Milano? Le “3 S” alternative a SAN SIRO

FABIO MARCOMIN

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Quando a Milano si mangiava NUDI al ristorante

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Probabilmente solo il pubblico femminile potrà capire quello che sto per scrivere.
Sono le 18, fra due ore ho un appuntamento, ho già deciso cosa mettermi da almeno tre giorni, l’outfit prescelto è li, sulla sedia che mi guarda.
Con due ore d’anticipo lo provo e….non mi piace.
Lo so lo so, può sembrare banale, la ragazza con milioni di vestiti che non ha niente da mettersi eppure questo rimane un grande problema.
Un vestito lungo? Troppo elegante. Magari dei jeans e una camicetta? Non sto andando all’università. Una gonna e una maglia? Non si abbinano i colori.

Sto quasi per impazzire quando poi mi ricordo….non servono vestiti al ristorante dove andiamo.

Poteva capitare questo nella Milano di qualche tempo fa. 

Quando a Milano si mangiava NUDI al ristorante

# Il primo ristorante italiano per nudisti

lastampa.it

Si chiamava “L’italo Americano”, è stato il primo ristorante italiano per nudisti. Lo vogliamo ricordare così. 

Quella dei ristoranti nudisti è una moda che aveva già una sua storia del mondo, da New York a Parigi, quando è approdata in Italia.

Dopo aver ricevuto il via dell’Associazione naturista italiana che ha assicurato la totale legalità della cosa, lo chef Romeo decise quindi di dare il suo contributo alla storia dei ristoranti senza indumenti.

L’italo Americano si trovava a Cerro Maggiore, in via San Clemente 151, e questo piccolo ristorantino aveva una caratteristica che lo rendeva unico: ogni venerdì sera si poteva cenare completamente nudi.

Il piatto di casa per la sera speciale? L’hamburger. Presentava anche un menù fisso con variazioni anche per vegetariani e persino musica live dopo cena. Avete capito bene, tutti nudi in pista!

Questa idea può sembrare strana, in Italia non si era mai visto nulla del genere ma bisogna ricordarsi che il nudismo non ha niente a che vedere col sesso, proprio per questo durante tutto il venerdì sera c’era una guardia presente che controllava che non ci fossero persone che violassero la privacy degli altri o che fossero indiscrete.

L’obiettivo era solo godersi la serata in totale libertà.

# Le regole del venerdì sera

Credit: dissapore.com

Le regole erano semplici: una volta entrati nel ristorante si andava in uno spogliatoio dove ci si spogliava completamente e si ritornava in sala con un telo igienico per coprirsi le parti intime durante la cena e una pochette con gli effetti personali.

Durante tutta la sera era vietato l’uso dei telefonini. Che fosse per vietare la possibilità di fare foto alle altre persone nude nel ristorante o un modo per godersi questa serata speciale senza distrazioni, era bello cenare con qualcuno che non controlla le notifiche del telefono ogni tre secondi, e poi dovrebbe avere altro da guardare no?

# Un appuntamento diverso

Credit: milano.corrierie.it

Ovviamente questo cambiava le carte in tavola di qualsiasi appuntamento: non c’era quel momento del “che bel vestito, dove lo hai preso?” e tantomeno il rischio della macchia di sugo sulla camicetta di seta ma soprattutto, per una volta, non si doveva passare ore e ore davanti allo specchio provando tutti i vestiti che si hanno nell’armadio.

Il ristorante ha avuto molto successo, non solo per persone che credono e “praticano” nudismo spesso, ma anche per tutti quelli che volevano provare qualcosa di nuovo per una sera.

L’italo Americano ha chiuso per sempre, colpito da lockdown e dalla gestione pandemica che hanno portato ben altra atmosfera in città. Si tratta di un capitolo chiuso per sempre oppure nascerà un nuovo ristorante a Milano dove mangiare nudi?

Voi ci andreste? Io ho già deciso cosa mettermi.

Continua la lettura con: Quando i bambini di Milano dicevano Arimo!

ARIANNA BOTTINI

copyright milanocittastato.it

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5 cose che fanno RIDERE SOLO i MILANESI

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Credit: cinematographe.it

A Milano abbiamo un’ironia tutta nostra, snocciolata dai tempi del derby club e propagatasi a macchia d’olio grazie ad artisti meneghini degli anni’70’/’80. Qui nella capitale morale d’Italia abbiamo sempre pensato a come divertirci, anche se spesso in altre parti della penisola ci vedono come chiusi, troppo seri ed eccessivamente concentrati sul lavoro.
Luoghi comuni che col tempo si sono assottigliati, esattamente come la nebbia degli anni
passati. In ogni caso, che il milanese medio sia più o meno simpatico, più o meno aperto e
via dicendo, ci sono alcune cose che qui ai piedi del Duomo ci fanno sorridere non poco. Cose che da altre parti, a quanto sembra, non fanno ridere.

5 cose che fanno RIDERE SOLO i MILANESI

# I vestiti dei provincialotti

Credit: cinematographe.it

Alzi la mano chi non ha mai pensato: ma questo come si veste? Sì, perché al di là dell’alta moda e delle inconcepibili creazioni delle fashion weeks, non si può negare che attorno al mondo dei white collars (ma non solo) qui a Milano si vedano outfit, mode e tendenze decisamente eleganti, che spesso chi viene da fuori città stigmatizza.

Senza sapere che è egli stesso stigmatizzato e deriso da chi sa come vestirsi, e bene. Per la cronaca, lo stile degli yuppies milanesi anni’80 fu di ispirazione per gli agenti di borsa di Wall Street e in generale di New York, dove grazie alle foto di Richard Avedon e agli abiti di Versace e Armani fu creata un vera e propria moda.

# Le battute sul Sud

Terùn è un’espressione che viaggia spedita verso l’estinzione, anche perché per alcuni è
ritenuta offensiva, ma diciamoci la verità: ai milanesi fa proprio ridere. Sia l’espressione in sé, sia il fatto che il ter (ehm…) il meridionale medio quando viene chiamato in quel modo si offende e inizia con la piva della discriminazione, della chiusura di Milano e via dicendo.
Noi, invece, quando ci chiamano polentoni non ci offendiamo affatto. Al di là delle battute,
comunque, le battute sui meridionali a Milano fanno sempre ridere, nonostante
ammettiamo che terrone sia un termine abbastanza antipatico. Nessuno si offenda, eh?

# I cori sulla nebbia


“Avete solo la nebbia”, urlava qualcuno anni fa allo stadio e nelle spiagge del sud quando arrivavano i milanesi.

Anche questo, come gli epiteti terrone e polentone, è un retaggio che inizia ad essere un po’ in disuso. Non solo perché la nebbia come detto si è ben diradata con gli anni, ma soprattutto perché sentendo questo coro i milanesi non si sono mai offesi, e al massimo sono scoppiati a ridere in faccia ai canterini di turno.

# Le battute del Dogui

Credit: fi.pinterest.com

Guido Nicheli detto Dogui, da uno slang derivante dai film dei Vanzina (che utilizzava il
gergo milanese del riocontra) è stato, come più volte abbiamo raccontato, un vero e proprio anchor man di epiteti e modi di dire milanesi. Sicuramente molto stereotipati e abusati negli anni, ma neanche troppo lontani dalla realtà.

Fra l’altro, questo è l’unico dei cinque casi trattati oggi che fa ridere anche al di fuori dei confini di Milano. Il Dogui o ‘cumenda’, maschera dell’imprenditore meneghino di successo, riscuote ancora tanto successo e simpatia, anche a distanza di anni dalla sua scomparsa.

Leggi anche: Le battute del Dogui

# Il non milanese che imita il milanese

L’accento milanese è probabilmente il più difficile da imitare. Ma poi, di quale accento parliamo? Non del dialetto, che in Lombardia è ricco e variegato ma non certo parlato da tutti, e neanche dello slang milanese degli yuppies e dei giovani di successo di cui sopra.

Eppure chissà come mai da Milano in giù provano tutti a imitare il milanese, schiacciando e allargando forse un po’ troppo le vocali di termini come ‘mezzoretta’, ‘sigaretta’ e via dicendo, facendo ridere non poco i milanesi doc, che molto elegantemente (in genere) evitano di smorzare l’entusiasmo dei comici di turno, non ammettendo che le imitazioni medie del milanese fanno pietà.

E voi, avete mai provato a imitare il milanese? Aspettiamo i vostri commenti e… Come
avrebbe detto e come ci ricorda l’epitaffio del Dogui, See you Later!

Continua la lettura con: Le parole del DIALETTO MILANESE derivate da lingue STRANIERE

CARLO CHIODO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

La Milano dei PUNTINI di SOSPENSIONE

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Ph. benfuenfundachtzig - Pixabay

Un’importante editor qualche giorno fa mi diceva che Milano le sembra abitata da puntini di sospensione. 
Mi diceva che i milanesi, sempre così sicuri della loro carriera, della loro posizione sociale, sempre in ordine, per la prima volta sembrano spaesati.

Persone in attesa, che si guardano attorno, che sembrano non sapere più dove è il loro posto. Da punti fermi i milanesi sono diventati dei puntini di sospensione, in cerca di un posto nel mondo.
Ed è la stessa Milano che sembra essersi trasformata: invece di trasmettere sicurezza è un ambiente provvisorio che rende traballante ogni certezza. 

La città che appagava chi era in cerca di un lavoro, di una carriera o di una casa, è ora un luogo dove gli stipendi hanno perso il contatto con il costo della vita, le carriere sono dei fili sottili, le case sono un miraggio. 

Non solo. Quello di cui nella Milano del presente forse si sente di più la mancanza è il futuro. Era l’atmosfera stessa di Milano, messo a disposizione di chiunque, una presenza costante che ognuno poteva attendere con fiducia, ma che ora non si vede più. 

Come affrontare questa situazione per molti aspetti angosciante?
Alcuni pensano di scappare. Ma questo modo di reagire non è all’altezza di chi ha scelto Milano.
In un momento in cui Milano non appare più come la madre protettiva che provvede ai suoi figli, forse è il momento di crescere, di diventare grandi come lo è stata lei.
Di smettere di dipendere dagli altri per ricevere sicurezza e successo, ricercando invece la forza all’interno di noi stessi, per aiutare Milano ad abbracciare una trasformazione che sembra inesorabile.

Perché forse la mutazione da punti fissi a puntini di sospensione non è un fatto incidentale, ma sarà il modo di essere per il tempo che ci resta…

Continua la lettura con: In trappola a Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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🔴 Una STANZA a 800 euro: il nuovo RECORD di Milano. Altre 4 città da ALLARME ROSSO

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Credits fietzfotos-pixabay - Milano centro

Energia e affitti stanno stringendo una morsa le fasce più deboli. Milano sta segnando nuovi record: ormai una stanza nel centro storico quota 800 euro. Ma ci sono altre quattro città che stanno raggiungendo cifre supersoniche. 

🔴 Una STANZA a 800 euro: il nuovo RECORD di Milano. Altre 4 città da ALLARME ROSSO

# +20% il prezzo di una stanza a Milano rispetto a un anno fa

@fietzfotos-pixabay – Milano centro

Uno studio di Immobiliare.it fotografa la nuova situazione del mercato italiano degli affitti. La crescita è in doppia cifra rispetto al 2021 sia dei prezzi per le stanze singole, +11%, che per le stanze doppie, +9%. Il valore medio di mercato è rispettivamente di 439 e 234 euro. Milano è sempre la città più cara per distacco: una stanza si paga in media 620 euro, con picchi di 800 euro in centro, registrando un aumento vertiginoso rispetto all’anno scorso: +20% (dell’8,2% rispetto al periodo pre-pandemia). 

# Il capoluogo lombardo nella top 5 europea per gli affitti: i tre quartieri più cari

Amsterdam @pixabay

Per l’affitto di un appartamento Milano è tra le città più care anche in Europa. La crescita dei prezzi, rispetto al 2021, è stata del 26,5% contro la media europea del 20,7% per un costo medio di 1.833 euro. I tre quartieri più costosi sono Garibaldi, Porta Nuova e Moscova. Nel Vecchio Continente solo tre città sono davanti al capoluogo lombardo: Amsterdam con 1950 euro, Lisbona con 1940 euro e Parigi con 1908 euro. 

# Le altre città italiane con prezzi fuori controllo

Credits Kookay-pixabay – Roma

Nella top 5 delle città più care d’Italia troviamo Roma, Firenze, Padova e Bologna. Nella capitale per una stanza singola servono in media 506 euro, con una crescita del 9,3% rispetto al 2021, mentre un appartamento costa circa 1800 euro, in salita del 25,5%, subito dietro a Milano in Italia e in Europa.

A seguire Firenze dove il canone medio di una stanza singola e di un appartamento è rispettivamente di 500 e 1400 euro, Padova che ha registrato un aumento del 42% e un costo medio per una stanza di 458 euro e infine Bologna con 447 euro.

Continua la lettura con: A MILANO ci vogliono 13 ANNI di STIPENDIO per comprare CASA. Tre volte Torino

FABIO MARCOMIN

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Il video del giorno: incrocio SENZA SEMAFORO e senso civico dei milanesi

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Credits redazione - Video traffico Milano

Che cosa succede a Milano quando un semaforo va in tilt. Non quello che si potrebbe pensare. 

Il video del giorno: incrocio SENZA SEMAFORO e senso civico dei milanesi

# Malgrado i tanti problemi, Milano non perde il senso civico

Diversi problemi e con una situazione generale non delle migliori, ci preme però sottolineare come piccoli gesti tutto sommato normali altrove sarebbero considerati straordinari e che contraddistinguono il senso civico meneghino, senso civico che non é mai venuto meno. Guardate un po’ questi video girati qualche giorno fa. 

In pieno orario di punta di un giorno infrasettimanale, ad un incrocio con tutti i semafori fuori uso, il traffico per quanto intenso riesce a defluire senza particolari intoppi, permettendo il passaggio dei mezzi pubblici senza strombazzamento di clacson, gesticolio di mani, insulti o invocazioni di qualche santo.

Si potrebbe immaginare una cosa simile a Napoli o ancor di più a Roma dove il traffico è già ingovernabile in una situazione di normalità? La risposta ovviamente è no.

Questi eventi ci fanno non solo comprendere perché Milano viaggi ad una velocità diversa rispetto al resto d’Italia, ma anche sperare in un futuro migliore. Con o senza semafori.

ANDREA URBANO

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

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🔴 La mossa di BRUNICO: PANNELLI FOTOVOLTAICI su ogni balcone

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Credits infobuildenergia - Pannello plug & play

L’iniziativa fa parte di una strategia complessiva dell’amministrazione comunale volta a ridurre il consumo di energia elettrica, aumentarne la produzione propria, ottimizzare il consumo energetico degli impianti esistenti e diventare più indipendenti dal gas. 

La mossa di BRUNICO: PANNELLI FOTOVOLTAICI su ogni balcone

# L’impianto fotovoltaico plug & play gratis per le famiglie

Credits altoadigeinnovazione – Pannelli fotovoltaici gratis

Il Comune e l’Azienda Pubbliservizi di Brunico rimborserà i cittadini che installeranno un pannello fotovoltaico plug & play sul proprio balcone. L’iniziativa fa parte di una strategia complessiva dell’amministrazione comunale volta a ridurre il consumo di energia elettrica, aumentarne la produzione propria, ottimizzare il consumo energetico degli impianti esistenti e diventare più indipendenti dal gas. I residenti riceveranno un pannello fotovoltaico, da installare sul balcone o sulla facciata dell’edificio, collegato alla rete elettrica dell’edificio tramite una presa. Le parole del sindaco Gustav Mischi: “per i clienti, questo si traduce in un costante risparmio sui costi senza limite di tempo“.  

# Verrà coperto il 25% del fabbisogno di una famiglia media

Credits Kindel Media-pexels – Panello fotovoltaico

Il risparmio per i cittadini sarà sia per l’acquisto del pannello che per il costo delle bollette. Un impianto fotovoltaico di questo tipo costa in media tra i 650 e 1.200 esclusa l’installazione e consente, al massimo delle potenzialità, di produrre 800kWh di energia che equivarrebbero indicativamente a 240 euro facendo riferimento ad un costo complessivo dell’energia elettrica di 0,30 euro/kwh (mercato tutelato). Si stima che ogni impianto possa coprire fino al 25% del fabbisogno energetico di una famiglia media.

Un’iniziativa da esportare anche nel resto d’Italia per contribuire a ridurre il costo delle bollette di famiglie e imprese?

Fonti: Lucamarcenaro.it, Altoadigeinnovazione

Continua la lettura con: MILANO CITTÀ CHIUSA: scattano i NUOVI DIVIETI per le AUTO

FABIO MARCOMIN

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Quale è la LINEA FERROVIARIA più VECCHIA d’Italia?

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Quale è la LINEA FERROVIARIA più VECCHIA d'Italia?
Credits Fotoworkshop4You-pixabay - Ferrovia

Ecco quale è la linea ferroviaria più vecchia d’Italia, quanto era lunga alla sua inaugurazione e le caratteristiche del treno utilizzato.

Quale è la LINEA FERROVIARIA più VECCHIA d’Italia?

Credits arbalate-wikipedia – Napoli-Portici

La prima linea ferroviaria costruita nella penisola italiana è stata quella di Napoli-Portici, inaugurata ufficialmente il 3 ottobre 1839 con un primo viaggio della durata di 9 minuti e mezzo con 48 personalità, una rappresentanza militare costituita da 60 ufficiali, 30 fanti, 30 artiglieri e 60 marinai. A bordo c’era anche il re Ferdinando II delle Due Sicilie che ha commissionato la ferrovia. Il tracciato era lungo 7,25 km, a doppio binario, con una pendenza massima della linea del 2 per mille e un raggio di curvatura del tragitto media tra i 1300 e i 1400 metri. Oggi fa parte dell’attuale linea Napoli Salerno. 

# La locomotiva “Vesuvio” ha trainato il convoglio del viaggio inaugurale

@marina_ufogirl IG – Treno modello Bayard

A trainare il convoglio di 8 carrozze del viaggio inaugurale fu la locomotiva a vapore di costruzione inglese Longridge dal peso di 13 tonnellate e una potenza di 65 CV battezzata Vesuvio in onore del vulcano napoletano. Il treno di 46 tonnellate complessive viaggiava a 50 km/ora. La concessione per la costruzione in quattro anni della linea ferroviaria fu affidata all’ingegnere Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie, il cui cognome fu utilizzato per intitolare la prima stazione di Napoli e la stessa locomotiva. 

Continua la lettura con: Quale è la CHIESA più GRANDE d’Italia?

FABIO MARCOMIN

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Il PONTE di LEGO nella città dei grandi sbalzi

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Ponte di Lego
Credits: Atamari@wikimedia

Un’associazione di cittadini ha trasformato una vecchia ferrovia dismessa in un nuovo spazio a disposizione della cittadinanza. Un’ispirazione per Milano?

Il PONTE di LEGO nella città dei grandi sbalzi

# La città dei grandi sbalzi

Ferrovia Wuppertal
Wolfgang Bügel – bahnen-wuppertal.de

Siamo a Wuppertal, città del Nord Ovest della Germania, non lontana da Düsseldorf. Nel territorio cittadino vi sono notevoli differenze di quota e vi si trovano molte strade ripide e scale: il punto più elevato si trova a 350 m s.l.m. mentre quello più basso è a 100 m s.l.m. Questo ha portato la città a sviluppare una rete di infrastrutture che rappresentano una vera e propria attrazione. 

Come la Wuppertaler Nordbahn (Ferrovia del nord di Wuppertal), linea ferroviaria costruita tra il 1873 ed il 1879 dalla Rheinische Eisenbahn-Gesellschaft (Compagnia Ferroviaria Renana) che congiungeva le città di Düsseldorf e Dortmund passando da Wuppertal.
La costruzione non fu agevole data la natura movimentata del suolo in quella regione ed il suo tracciato è costellato di ponti, viadotti e gallerie.

Questa linea faceva parte di una densa rete ferroviaria sviluppatasi nella seconda parte dell’Ottocento per sfruttare economicamente sia le miniere di carbone della regione sia per trasportare i passeggeri di quelle popolose zone.
Tuttavia la storia di questa linea non fu sempre felice, culminando nella chiusura della tratta nel 1991 a favore di altre linee più comode e rapide.

Leggi anche: Il TRENO che insegue l’AURORA boreale

# Da ferrovia a pista ciclabile

Pista ciclabile su ferrovia
Wuppertal.de

Dopo la sua dismissione nel 1991, per molti anni rimase inutilizzata, fino all’iniziativa di un’associazione di cittadini che pensò di poter riutilizzare il percorso occupato dalla ferrovia. Fu così inaugurata nel 2014 la Nordbahntrasse, una pista pedonale, ciclabile e per pattini della lunghezza di circa 22 km attraversando anche l’area urbana della città di Wuppertal.
Questo percorso sicuro ha contribuito allo sviluppo urbano sostenibile delle aree che attraversa, contribuendo alla costruzione di scuole e istituzioni pubbliche lungo la pista migliorando la qualità di vita dei cittadini.
Oltre alle cinque gallerie (lunghe fino a 722 m) e ai numerosi viadotti con vista sulla città, si è riusciti anche a rendere la Nordbahntrasse un’attrazione da visitare sfruttando due stazioni riportate al loro aspetto originale.

Leggi anche: Il BICIPLAN METROPOLITANO: il progetto di 750km di ciclabili tra Milano e hinterland

# C’è anche il ponte di lego

Ponte di Lego
@Atamari@wikimedia

Al suo completamento, l’amministrazione cittadina di Wuppertal ritenne che mancasse ancora qualcosa alla nuova infrastruttura creata grazie all’iniziativa dei cittadini. In particolare i grigi ponti di cemento armato che attraversavano la città non erano coerenti con lo spirito dell’iniziativa.

Nel 2011 e 2020 è stato ingaggiato lo street artist MEGX che ha ideato un disegno che richiamasse i classici mattoncini Lego, richiamando alla mente di tutte le persone che li vedono, i momenti piacevoli e spensierati della propria infanzia.

Continua la lettura con: La pista LINGOTTO si trasforma nel GIARDINO SOSPESO più GRANDE d’EUROPA

ALESSANDRO VIDALI

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Sondaggio: sei D’ACCORDO con le NUOVE REGOLE per entrare in area B e in area C?

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Area B e C
Da sabato 1 ottobre i possessori di veicoli Euro 2 benzina, diesel Euro 4 (anche con filtro antiparticolato) e i diesel Euro 5, oltre a quelli già sottoposti a divieti, non possono più circolare o entrare dentro Area B, una ZTL che coincide quasi per intero con il territorio comunale di Milano. Che cosa ne pensi?
 

Sei d'accordo con le nuove regole per entrare in area B e in area C?

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Il creatore del questionario è l’unico responsabile del suo contenuto. La risposta è volontaria e sarà mantenuta anonima. I risultati non hanno alcun valore statistico. 

MILANO CITTA’ STATO

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🔴A MILANO ci vogliono 13 ANNI di STIPENDIO per comprare CASA. Tre volte Torino

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Ph. psychofladoodle - Pixabay

Nel capoluogo lombardo continua il trend, in atto da circa cinque anni, che vede crescere il numero di retribuzioni annue necessarie all’acquisto di un appartamento. Vediamo l’analisi dell’Ufficio Studi Tecnocasa e il confronto con le altre città italiane. 

A MILANO ci vogliono 13 ANNI di STIPENDIO per comprare CASA. Tre volte Torino

# Milano al primo posto dal 2017, quasi il doppio della media italiana

Andrea Cherchi – Skyline di Milano ottobre 2022

L’Ufficio Studi Tecnocasa, con i dati raccolti dalle agenzie affiliate, ha condotto un’analisi relativa al prezzo al metro quadro di un immobile medio usato nel secondo semestre del 2021. Il gruppo immobiliare ha preso come riferimento per la ricerca le retribuzioni contrattuali annue di cassa dei dipendenti a tempo pieno ricavate dalla banca dati Istat, escludendo i dirigenti, e ha ipotizzato l’utilizzo dell’intero reddito per l’acquisto di una casa di 85 mq. Dai risultati Milano si conferma per il quinto anno consecutivo al primo posto in Italia per numero di retribuzioni annue necessarie a comprare un’abitazione, 12,8, quasi il doppio rispetto alla media nazionale di 6,9 anni delle grandi città.

# A Roma e Firenze servono 9,1 anni di stipendio, a Torino meno di 5

Milano Finanza

Nel confronto con le altre città italiane il capoluogo lombardo segna un solco sempre più marcato. Al secondo posto troviamo Roma e Firenze dove servono 9,1 anni di stipendio per l’acquisto di una casa, al terzo Bologna con 7,9, a seguire Napoli con 7,3. Il dato di Milano è superiore di quasi tre volte rispetto a Verona, Bari e Torino dove bastano rispettivamente 5,2, 5,1 e 4,9 anni di stipendio. A Palermo e Genova ne servono rispettivamente “solo” 3,6 e 3,5.

Continua la lettura con: MILANO e ROMA al TOP in EUROPA: le città dove l’AFFITTO è più CARO in base allo STIPENDIO

FABIO MARCOMIN

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