Centoventi anni fa la città di Milano contribuì a formare e a dare disciplina all’indole artistica di Luigi Costa, considerato uno dei maggiori maestri d’arte vetraria del ‘900 italiano.
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Luigi Costa, uno dei maggiori maestri d’arte vetraria del ‘900 italiano
# La partecipazione all’Esposizione Internazionale e l’iscrizione all’Accademia di Brera
Verso i vent’anni di età, il Costa si trasferì dalla natia Mantova alla città meneghina per partecipare all’Esposizione Internazionale: decise poi di studiare presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera. Grazie ai valenti maestri ,che incontrò sul proprio percorso formativo milanese, in breve tempo fu in grado di gareggiare brillantemente anche con le “firme” migliori di questa specializzazione artistica, che è quella di trasformare, attraverso il vetro, le impalpabili ondate di luce in soavi sensazioni e gratificanti emozioni.
Il Maestro Costa nacque nella città virgiliana nel 1887, qui studiò al fianco di allievi che divennero grandi artisti nella scultura e nella pittura, come Alfonso Monfardini e Giovanni Minuti, acquisendo il diploma di primo grado in disegno (era il 1906). Già in questo primo percorso formativo, dimostrò grande attitudine all’arte delle decorazione del vetro, specializzandosi poi proprio a Brera. Tra l’altro era anche un raffinato pittore. Dopo l’esperienza meneghina, torna nella propria Mantova per arruolarsi come allievo sergente, con questo grado da sottufficiale fu poi trasferito ad Alessandria dove, terminato il servizio militare, decise di accasarsi, sposando Luigina Marinetti e mettendo su famiglia. Nel 1910 aprì un laboratorio di vetrate artistiche (in via Vochieri n. 6), a cui seguì un negozio in cui vendeva anche cornici, cristalli e specchi.
# Il giro d’Italia con le sue opere

Della bravura di Luigi Costa ben presto si venne a sapere non solo nella città piemontese che lo adottò, ma soprattutto in giro per l’Italia e oltre i confini nazionali: nel 1922 espone all’Agricola Industriale di Alessandria (Gran Premio e Medaglia d’Oro), nel 1923 propone i propri lavori al Tricolore di Monza (Gran Premio e Medaglia d’ Oro), nello stesso anno si presenta ad Anversa, poi espone a Roma, Londra, Parigi, Bologna, Barcellona e Tripoli, ottenendo, tra il 1923 e il ’29, innumerevoli riconoscimenti.

Intanto, negli anni venti, a Milano un certo Italo Franchi fonda la rivista “Le bandiere dell’Industria e del commercio”, la cui redazione ha sede in via Rivoltana; si tratta di un organo di propaganda dei prodotti italiani, una sorta di turbosovranismo industriale, commerciale e alimentare. Il Franchi viene a sapere della bravura del Maestro Costa e gli commissiona un paravento in vetro artistico. Milano poi sarà la sede di altri momenti dell’attività dell’estroso mantovano, per esempio, la ditta Angelo Oldini, specializzata nella lavorazione di vetri, cristalli e specchi, chiede a questo nostro artista la realizzazione della vetrina.
Il 27 gennaio 1901 a Milano muore Giuseppe Verdi: per la funzione funebre viene ordinato di realizzare i drappi e le passamanerie che addobbano i cavalli e il carro che deve portare la bara del compositore. Questo compito tocca alla meneghina Ditta Baldi e Monti di via Arnaldo da Brescia, della quale, ovviamente una trentina di anni dopo, il Costa divenne un prezioso consulente.
# I riconoscimenti dal Generale Badoglio e da Papa Pio XI

La carriera di questo artista mantovano, che seppe destreggiarsi tra l’immensa Milano e la defilata provincia alessandrina, è raccontata, ancora oggi, dalle importanti vetrate artistiche visibili in molte chiese di Lombardia, Piemonte e Liguria, dalle opere di abbellimento per alberghi, ville, uffici, negozi e dimore di prestigio. Il Costa ebbe riconoscimenti dal Generale Badoglio e da Papa Pio XI, entrambi commissionarono all’artista opere utilizzate in contesti pubblici e privati.
Si spense ad Alessandria nel 1957: la sua memoria viene mantenuta viva dal nipote Enrico e dalla moglie di quest’ultimo Elisabetta, i quali hanno creato due siti: luigicosta.altervistal.org e vetrateartistiche.altervista.org.
FABIO BUFFA
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