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TORRE AURORA MILANO: bellezza o obbrobrio?

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credits: www.modulo.net

In questi anni sono molte le torri che sorgeranno in città, alcune iconiche, altre banali e alcune al limite tra capolavoro e disastro architettonico. La Torre Aurora Milano sembra oscillare sopra questo limite sottile. Vediamo il motivo.

TORRE AURORA MILANO: bellezza o obbrobrio?

# La nuova torre di 18 piani al Portello che sta infiammando il dibattito cittadino

Credits: Urbanfile – Torre Aurora

Torre Aurora è un complesso immobiliare progettato dallo studio Calzoni e Nicolin, che si affaccia sul quartiere Citylife, dove insisteva il Bersaglio militare, quando al posto della Fiera c’era la piazza d’Armi, in seguito area convertita in vivaio prima dell’abbandono. E’ composta da una torre 18 piani e due stecche di 6 piani con mansarde e grandi terrazzi per un totale di 150 appartamenti.

Credits: Urbanfile

A conclusione del progetto, nell’immagine in alto, una gabbia colore oro andrà a rivestire completamente uno dei lati larghi della torre, come già realizzato nella stecca orizzontale, nell’immagine in basso, e parzialmente nei due lati stretti in corrispondenza dei terrazzi, mentre l’altro lato largo sarà caratterizzato da finestre a filo parete.

Alcuni associano il progetto alle case popolari dei quartieri più periferici di Milano come Corvetto o Gratosoglio oppure all’edilizia sovietica o bulgara, altri non lo disdegnano o lo ritengono un progetto di qualità. Chi avrà ragione? Ecco alcuni commenti ripresi dal blog Urbanfile.

Leggi anche: 3 PROGETTI ICONICI nel FUTURO di Citylife

# I commenti discordi, chi la odia e chi la apprezza: ruberà la scena alla Torre Velasca?

Torre Velasca, Studio BBPR
Torre Velasca, Studio BBPR

Partiamo dai commenti negativi: “abito in quella “zona residenziale” e la torre continua ad essere una porcheria. In quella “zona residenziale” non conosco uno che sia uno che ne apprezzi l’estetica. Ci sono tante nuove realizzazioni in zona ex fiera alcune belle altre meno, ma torre aurora batte tutti per banalità, scompostezza, disarmonia.” Oppure “Il concetto di bellezza è relativo ma questo è assolutamente orrendo.” O ancora “Sembra una architettura bulgara. Ma perché approvano certi progetti?”.

Ecco invece chi difende il progetto: “L’invidia è una brutta bestia… non vincerà il premio come miglior edificio 2021 ma non è per nulla paragonabile all’edilizia popolare di periferia… più che bulgaro è semmai scandinavo il design… girate il mondo prima di parlare!!! O ancheNon sono d’accordo. A me non sembra per nulla brutto: al contrario ripropone la poliedricità della città contemporanea, con tutte le finestre di forma e dimensioni differenti, ci sarà molto verde e soprattutto i materiali sono davvero ben studiati. State sereni che è meglio di quanto sembra…!!”

Ruberà lo scettro di grattacielo più divisivo di Milano alla Torre Velasca? 

Leggi anche: TORRE VELASCA: capolavoro o obbrobrio?

Continua la lettura con: 2021-2023: i NUOVI GRATTACIELI in arrivo a Milano (Immagini)

FABIO MARCOMIN

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CV MAP 2021: un’azienda dove trovare lavoro ad ogni fermata della metro

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Cv Map

In un periodo di crisi come quello attuale trovare un impiego è davvero un’impresa titanica. In soccorso arriva la nostra Cv Map: dove lasciare il curriculum per ogni fermata della metro. 

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La Cv Map propone una selezione con le aziende più vicine a ogni fermata della metropolitana di Milano, dove mandare un curriculum vitae per trovare o cambiare occupazione lavorativa.

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FABIO MARCOMIN

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MILANO? Una piccola CERIGNOLA. Sorpresa: diversi paesi pugliesi sono più grandi di PARIGI

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Credits: civico93.it

La Puglia domina tra i comuni più popolati e più estesi d’Italia. Ma quanto sono grandi le città del tacco dello stivale? Nella TOP 3 delle città più estese d’Italia c’è una pugliese e non è il capoluogo di regione. 

MILANO? Una piccola CERIGNOLA. Sorpresa: diversi paesi pugliesi sono più grandi di PARIGI

# La media più alta degli abitanti per comune è in Puglia

Credits: turismopeschici.it

La Puglia è considerata una regione ad alto accentramento urbano. Questo è perchè conta 257 comuni per un totale di circa 4 milioni di abitanti, con una media di 15.000 abitanti per comune che equivale al doppio della media nazionale. In Italia esistono 8000 comuni e 257 tra questi sono pugliesi. La presenza di un forte accentramento nei centri urbani ed un esiguo numero di comuni, ha portato molte città pugliesi a ritrovarsi con un’enorme superficie del territorio comunale. Piccoli comuni con centri di grosse dimensioni risultano essere delle vere e proprie città pur non essendo neanche capoluoghi.

# Il comune pugliese nella TOP3 dei comuni più estesi d’Italia

Credits: civico93.it

Nella classifica tra i comuni italiani più vasti possiamo trovare numerosi comuni pugliesi. Al vertice della classifica troviamo Roma (con una superficie di 1287 km). Seguono a ruota Ravenna e Cerignola, il primo comune pugliese che si estende per 593,7 kmq. Dopo Cerignola troviamo Foggia (509,26kmq) , Altamura (431,38 kmq) , Andria (402,89 kmq), Gravina (384,73 kmq) e Manfredonia.
Manfredonia, sesta in puglia per estensione del territorio comunale e ventisettesima a livello nazionale, si estende per 354,54 kmq di superficie. Il comune sipontino è più vasto rispetto alla provincia di Trieste o di città metropolitane come Milano (181,67 kmq) , Napoli (117,27 kmq) , Parigi (105,4 kmq) e Barcellona (101,3 kmq). La sua vastità però porta numerosi problemi nel gestirlo.

# Manfredonia ha una frazione a oltre 40 km di distanza del centro

Credits: ilsipontino.net

Per assurdo Manfredonia sorge alla periferia del suo stesso territorio comunale, occupando lo spazio dell’estremità settentrionale del suo territorio. Da sottolineare come la città non confina con il comune del paese più vicino, Mattinata, bensì con i comuni di Carapelle, Cerignola e Foggia. La frazione di Borgo Mezzanone fa parte del comune di Manfredonia ma dista oltre 40 km dalla parte centrale.  Il problema sorge nell’amministrare la città, infatti se città come Milano, che raggiunge i 181,67 kmq, faticano nella loro gestione soprattutto nella parte più periferica della città, si può solo immaginare cosa può succedere in città dove le frazioni distano oltre 40 km. Più di una volta si è pensato di rivedere i confini cittadini per facilitarne la gestione ma al momento non c’è stato nessun cambiamento. Intanto Manfredonia continua ad essere uno dei comuni d’Italia più vasti. 

Fonte: manfredonianews

Continua la lettura con Le 7 CITTÀ di MARE più BELLE d’ITALIA

MARCO ABATE

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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Germania PRIMO PAESE europeo a usare CONTRO il Covid gli ANTICORPI presi da Trump

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Credits: quifinanza.it

Dopo l’acquisto, in autonomia dall’Europa, di ulteriori 30 milioni di dosi di vaccino Pfizer, lo Stato tedesco vuole tutelarsi dai ritardi annunciati nella distribuzione delle fiale. La prossima settimana inizierà la somministrazione della terapia degli anticorpi monoclonali sui contagiati dal virus. Il piano del Ministro della salute Jens Spahn.

Germania PRIMO PAESE europeo a usare CONTRO il Covid gli ANTICORPI presi da Trump

# In arrivo 200.000 dosi, con un investimento di 400 milioni di euro, per far fronte al ritardo nella distribuzione dei vaccini

Credits: quifinanza.it

Come riportato da Berlino Magazine, il Ministro della salute federale Jens Spahn durante un’intervista rilasciata alla Bild am Sonntag ha annunciato che la Germania farà ricorso alle terapie a base di anticorpi monoclonali: “primo Paese in Europa a introdurre questo tipo di trattamento”. Alla base della scelta del Governo tedesco, che “ha già comprato 200.000 dosi, per una spesa complessiva attorno ai 400 milioni di euro” la lentezza nella distribuzione dei vaccini in tutta Europa con l’aggiunta di ulteriori ritardi nelle ultime settimane. La somministrazione, che partirà dalla prossima settimana, almeno inizialmente coinvolgerà solo le cliniche universitarie.

# La stessa terapia era stata usata con successo dall’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump 

Credits: wired.it

Lo scorso ottobre l’ex Presidente Trump aveva contratto il Coronavirus, per curarlo era stato usato un cocktail farmacologico a base di anticorpi monoclonali, prodotto dall’americana Regeneron Pharmaceuticals. La cura aveva funzionato, dato che Trump era stato dimesso dall’ospedale pochi giorni dopo.” Tuttavia va sottolineato che essendo l’ex Presidente degli Stati Uniti in una fase avanzata dell’infezione, insieme alla somministrazione degli anticorpi monoclonali era stato utilizzato il desametasone (un anti – infiammatorio) e l’antivirale remdesevir. 

L’efficacia degli anticorpi monoclonali, come specificato il Ministro della Salute tedesco, è maggiore negli stadi iniziali della presenza del virus e dei sintomi nell’organismo: “somministrati durante i primi stadi della malattia possono aiutare i pazienti ad alto rischio a evitare un decorso grave“. 

Fonte: estratti articolo di Marco Gobbetto per “Berlino Magazine” – Germania primo paese UE a ordinare gli anticorpi presi da Trump contro il Covid

MILANO CITTA’ STATO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

«se avessi avuto il potere assoluto, avrei fatto sicuramente qualche sciocchezza»

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discorso di insediamento di Luigi Einaudi

Pensiero del giorno. Torna d’attualità la frase di Andreotti sul potere assoluto. In quest’epoca sta tornando in auge l’idea che ha prosperato negli anni venti e trenta del secolo scorso: il mito dell’autorità onnipotente che fa il bene del suo popolo esercitando ogni forma di imposizione e disponendo della vita delle persone esigendo obbedienza assoluta.

Sembra naturale ormai accettare di affidare ogni scelta della nostra vita a un’autorità esterna. Sembra naturale ritenere che l’accentramento di poteri sia la soluzione per un’emergenza anche se, dopo un anno di poteri accentrati, questa emergenza non è stata minimamente risolta.

L’accentramento del potere non si esercita solo nell’attività legislativa ed esecutiva, ma anche nel modo di agire sull’opinione pubblica. Alimenta un atteggiamento fideistico verso qualunque decisione su cui si determina un tifo calcistico, invece di centrare l’analisi sulla sfera individuale, ossia per capire quanto ogni decisione stia portando beneficio a ognuno di noi e alla nostra comunità. Come le dittature del novecento si sposta il piano del dibattito su una contrapposizione ideologica invece che sul tema della scelta personale.

La politica degli anni del progresso nell’Italia del dopoguerra era una politica di mediazione di interessi, una mediazione che deve essere necessariamente basata sulla tolleranza delle idee diverse e sul rispetto per la libertà del cittadino nella sua sfera privata.
Lo stesso progresso della società si misura sulla base del progresso della libertà di scelta del cittadino, come è stato con il divorzio, l’aborto, il benessere economico fino ad arrivare anche alla riforma elettorale uninominale che ha dato più potere ai cittadini e meno ai partiti.
Adesso che internet ha dato un forte sviluppo alla possibilità di libertà è come se il potere, che si sente franare la terra sotto i piedi, per difendersi si sia messo a limitare l’azione degli individui. Una limitazione realizzata attraverso varie strategie tra cui quella di separare tra chi accetta in modo fideistico le decisioni del potere e chi invece, provando a giudicarle nel merito, viene denigrato e considerato un nemico da combattere. 

La forza dell’Italia degli anni del progresso culturale ed economico è stata la capacità dei governi di essere uno strumento di mediazione e di pacificazione sociale. Mentre ora sono strumento di estremismo e di esasperazione delle differenze.
Anche perché mancando di una visione per il Paese hanno bisogno del conflitto per giustificare il proprio potere.

Continua la lettura con la cicala e la formica: due facce della stessa moneta

MILANO CITTÀ STATO 

🛑 BOLZANO autonoma di nome e di fatto: è ROSSA ma RESTA APERTA

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Credits: tgcom24.com

Due colori diversi per la provincia autonoma di Bolzano. Per Roma deve essere rossa: tutto chiuso. Ma Bolzano prosegue con le regole più attenuate d’Italia. Ristoranti, bar, negozi di abbigliamento e scuole rimangono aperti. Il presidente della Provincia autonoma il 15 gennaio aveva confermato con un’ordinanza le misure più blande già in vigore nel suo territorio. Cittadini e commercianti approvano la decisione.

BOLZANO autonoma di nome e di fatto: è ROSSA ma RESTA APERTA

# Tutto aperto, dai bar alle scuole. Il presidente Kompatscher aveva dichiarato: “la riclassificazione dell’Alto Adige come “zona rossa” è avvenuta valutando in modo inadeguato alcune delle specificità altoatesine”

Credits: ilfattoquotidiano.it – Presidente Trentino Alto Adige

La provincia di Bolzano ha fatto valere la sua autonomia decidendo di non recepire l’ordinanza del Ministero della Salute che l’aveva inserita in zona rossa, insieme alla Lombardia ritornata da poco arancio dopo la querelle sui dati errati e alla Sicilia su espressa richiesta del presidente Musumeci. Il presidente Arno Kompatscher durante la conferenza stampa al termine della riunione straordinaria della Giunta provinciale, aveva annunciato di voler mantenere in vigore le norme stabilite con l’ordinanza n. 1 del 2021 con queste motivazioni: I nostri esperti sulla base dei dati sull’attuale situazione epidemiologica e degli sviluppi costantemente monitorati sono giunti alla conclusione che le regole attualmente in vigore possono essere confermate come tali, e che la riclassificazione dell’Alto Adige come “zona rossa” è avvenuta valutando in modo inadeguato alcune delle specificità altoatesine”. 

Leggi anche: Zona rossa per errore. L’EMAIL della REGIONE: RICALCOLATE l’Rt

# Cittadini e commercianti concordi sull’apertura

Credits: tgcom24.com

Non sono solo i commercianti ad essere d’accordo sul fatto di mantenere tutte le attività aperte, pur con le dovute precauzioni: Tenere tutto aperto magari aumentando le misure di sicurezza“. Anche i cittadini ritengono vitale lasciare più libertà per poter aiutare bar, ristoranti “per sostenere una categoria che è stata dimenticata” e negozi di abbigliamento che più di tutti sono stati colpiti dalla crisi economica dovuta alla pandemia. Le scuole, già con la modalità in presenza dal 7 gennaio, continueranno ad accogliere gli studenti per il regolare svolgimento delle lezioni. 

Fonti: Tgcom24, Tecnica della scuola

# Non è la prima volta che Bolzano fa valere la sua autonomia

Credits: lonelyplanet.com Bolzano

Già a inizio della pandemia il presidente della provincia di Bolzano si era fatto sentire con il  Governo, chiedendo la sospensione del contributo della Provincia autonoma al risanamento del disavanzo statale, ovvero di 476 milioni di euro annui per sopperire il mancato gettito fiscale a causa dell’emergenza coronavirus. “Come Provincia autonoma dobbiamo comunque finanziare i servizi essenziali a nostro carico, come la sanità, la scuola e le strade“.

Leggi anche: BOLZANO: “sospendiamo i versamenti allo Stato”. Se le altre regioni del nord facessero lo stesso avrebbero le risorse per fronteggiare l’emergenza economica

Il peso politico di questo territorio è dettato dal suo status di provincia autonoma che le consente la più ampia libertà gestionale e finanziaria prevista dalla Costituzione Italiana. Questo significa che il 90% delle tasse e delle imposte restano sul territorio provinciale, mentre solo il residuo 10% viene trasferito a Roma, un vantaggio enorme per l’economia locale che infatti registra il tasso di disoccupazione più basso d’Italia con il 3,1%. Il “modello Bolzano” è il più simile all’idea che sta alla base del progetto di Milano Città Stato e se anche Milano avesse avuto tale grado di autonomia il sindaco o governatore metropolitano avrebbe potuto emettere la medesima ordinanza per adottare le misure meno restrittive visto l’andamento dell’epidemia in città.

Leggi anche: Modello BOLZANO: PIL pro capite PIÙ ALTO d’Italia e 9/10 delle proprie TASSE TRATTENUTE sul territorio

Continua la lettura con: BOLZANO tiene testa al Governo e dice NO alla ZONA ROSSA

FABIO MARCOMIN

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Le 5 novità del MERCATO IMMOBILIARE in Italia: al top l’HINTERLAND di Milano e i BORGHI della LIGURIA

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Credits: giroditalia.it

Uscito l’ultimo studio sulla situazione del mercato immobiliare a Milano. Il portale Casa.it ha pubblicato la classifica della case più cercate in Italia nel 2020, suddivise per tipologie e zone: Milano è stata la provincia più cercata, i borghi hanno la meglio sulle altre province, mentre Roma è al primo posto come città. Aumento esponenziale della domanda di baite, chalet e trulli. Ecco le 5 novità più importanti.

Le 5 novità del MERCATO IMMOBILIARE in Italia: al top l’HINTERLAND di Milano e i BORGHI della LIGURIA

#1 La Lombardia la regione più richiesta, poi Lazio e Veneto. Boom del Molise: +76 % rispetto al 2019

Credit: Andrea Cherchi (c)

L’indagine pubblicata di Casa.it con la classifica delle case più cercate del 2020, che mostra i luoghi, le tipologie, le metrature, i prezzi più desiderati dagli italiani, mette davanti a tutti il Nord Italia, seguito dal Centro, dal Sud e dalle isole. Per volumi di ricerca la Lombardia si conferma la regione più ambita, poi il Lazio e il Veneto al terzo posto. Il boom delle domanda è stata però registrato in Molise con un +76% rispetto al 2019, poi Calabria con +58%, il Trentino-Alto Adige +53% e la Puglia con +50%.

#2 I borghi battono tutti i capoluoghi, tranne Milano. Tra i primi tre paesi due sono liguri

Credits: expedia.it

La provincia di Milano è stata la più ricercata in Italia, mentre tutte le altre sono state battute dai borghi. L’incremento nella ricerca è stato del +36% sul 2019, rispetto ai restanti capoluoghi di provincia che sono cresciuti del +33%. Nel 2019 la tendenza era esattamente all’opposto. I tre borghi preferiti sono stati Rapallo, San Benedetto del Tronto e Sestri Levante.

#3 La tipologia di casa più ricercata: appartamento, villa e casa indipendente. Baite, chalet e trulli a +135% rispetto all’anno precedente

Credits: vistivalsugana.it

Rispetto al 2019 non c’è alcuna variazione sulle tipologie di case ricercate: al primo posto troviamo l’appartamento, al secondo la villa e al terzo la casa indipendente, anche se il desiderio di villette a schiera, ville, case indipendenti, rustici/casali è cresciuto in modo più netto rispetto agli appartamenti, in una forbice tra il +56% e il +68%. La crescita esponenziale però si è avuta per baite, chalet e trulli che nel 2020 hanno registrato un +135%

#4 Trilocali primi per l’acquisto, bilocali per l’affitto


La taglia preferita per chi cerca una nuova casa è il trilocale, a seguire bilocale e quadrilocale. Ci sono però differenze decise se scinde tra acquisto e locazione: nel primo caso il trilocale rimane la scelta più frequente davanti a quadrilocale e bilocale, nel secondo caso si inverte la classifica con il bilocale in testa e poi le soluzioni più grandi.

#5 Capitolo prezzi: la fascia più gettonata per l’acquisto è tra i 100.000 e 200.000 euro, per l’affitto tra 401 e 600 euro

Credits: teamclienti.it

A livello di prezzi la classifica rimane invariata rispetto al 2019 sia per la vendita che per l’affitto. La fascia tra i 100.000 e i 200.000 euro è la più scelta per chi opta per l’acquisto di una nuova abitazione, davanti a quella tra i 50.000 e i 100.000 euro e quella con il prezzo compreso tra i 200.000 e i 300.000 euro. Per chi sceglie di andare in affitto al primo posto sono richiesti immobili con un prezzo compreso tra 401 e 600 euro, a seguire nella fascia tra 201 e 400 euro e poi tra 601 e 800 euro.

Fonte articolo: Investire Oggi

Continua la lettura con: La CASA più COSTOSA d’Italia si trova a MILANO

FABIO MARCOMIN

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Mai tanta NEVE in trent’anni: si tornerà a SCIARE dal 15 febbraio?

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credits: @dolomitisuperski

Mai così tanta neve negli ultimi trent’anni in questo periodo, secondo i dati Arpav. Un record che per ora ha il sapore della beffa visto che gli impianti sono rimasti chiusi. Dopo i tanti rinvii forse si potrà tornare sugli sci dal 15 febbraio. 

Mai tanta NEVE in trent’anni: si tornerà a SCIARE dal 15 febbraio?

# Una stagione rimandata più volte

credits: @foto_meister43

Sulle Dolomiti era tutto pronto per la stagione invernale, ma la seconda ondata di contagi ha fatto svanire il sogno di poter iniziare sia a dicembre sia dopo l’epifania. Il 18 gennaio sembrava la data decisiva, invece le condizioni per poter aprire gli impianti non c’erano ancora, e la neve ha continuato ad accumularsi. Tuttavia, tutti gli operatori dell’arco alpino hanno preso atto delle decisioni e con pazienza e responsabilità hanno atteso il momento per poter aprire gli impianti.

# Secondo gli operatori del settore si potrebbe aprire la stagione in sicurezza

credits: @dolomitisuperski

Gli operatori del settore sostengono di aver iniziato già dall’estate 2020 a preparare le piste per garantire il servizio in totale sicurezza, collaborando con autorità e Comitato Tecnico Scientifico. L’approvazione del CTS del protocollo di funzionamento degli impianti di risalita è arrivata il 21 gennaio e fa ben sperare in un’apertura a partire dal 15 febbraio, recuperando ciò che resta della stagione invernale e successivamente tenere aperto a Pasqua.

Fonte: neveitalia

Continua la lettura con: Il National Geographic INCORONA la LOMBARDIA: D’INVERNO è la NUMERO UNO

ANDRA STEFANIA GATU

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In arrivo il TRENO veloce 800 KM/H: da Milano si arriverebbe a Napoli in un’ora, a Venezia in 15 minuti

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credit: tech.everyeye.it

L’uomo continua a sfidare la velocità della luce (senza però riuscirci): in arrivo dalla Cina il treno che raggiungerà gli 800 km/h.

In arrivo il TRENO veloce 800 KM/H: da Milano si arriverebbe a Napoli in un’ora, a Venezia in 15 minuti

Sono passati solo 58 anni da quando Gianni Morandi cantava “andavo a cento all’ora per trovar la bimba mia” come se fosse una velocità ineguagliabile e oggi si parla di treni che sfidano la velocità della luce, nonostante l’obiettivo sia ancora molto lontano. Esistono mezzi di trasporto che raggiungono il triplo della velocità decantata da Morandi ma la Cina sta alzando ancora di più l’asticella: è stato progettato un treno a levitazione magnetica che raggiungerà gli 800 km/h. Ma quando sarà disponibile sul mercato e quali sono le sue caratteristiche?

# Milano-Napoli in meno di un’ora: ecco il nuovo treno super veloce in arrivo dalla Cina

credit: corriere.it

Dalla collaborazione tra China Railway Group, Crcc e i ricercatori della Southwest Jiaotong University di Chengdu è nato il primo prototipo di un nuovo treno Maglev, ovvero a levitazione magnetica. Questo rivoluzionario prototipo consentirebbe di percorrere distanza lunghissime in tempi molto brevi, ad esempio la tratta Milano-Napoli durerebbe un’ora e quella Genova-Venezia mezz’ora scarsa. Al momento la velocità raggiunta dal prototipo è 620 km/h ma il debutto sul mercato avverrà tra sei anni, il tempo necessario per apportare le modifiche necessarie a raggiungere gli 800 km/h. In Cina la comodità del treno raggiungerà quasi la velocità di un aereo.

Il prototipo è stato testato con successo mercoledì scorso su una pista di prova di 165 metri e l’obiettivo più ambizioso del nuovo treno è percorrere la tratta Pechino-Shangai, ben 1.200 chilometri in meno di tre ore.

# Questione di record: è sempre la Cina a battere la Cina

credit: tech.everyeye.it

Il record mondiale dei treni Maglev è detenuto sempre dalla Cina, infatti lo Shanghai Transrapid dal 2004 sfiora i 430 km/h. Nel resto del mondo proseguono i tentativi di raggiungere velocità sempre maggiori ma nessuno ha ancora superato il record cinese. Il Giappone ha annunciato il debutto previsto nel 2027 del collegamento Tokyo-Nagoya che verrà percorso a 500 km/h, ma nello stesso anno è ipotizzata anche l’uscita sul mercato del nuovo treno super veloce cinese. Il treno giapponese supererebbe il record attuale ma dalla Cina arrivano notizie rassicuranti: già adesso il Maglev cinese supererebbe la velocità del convoglio giapponese, raggiungendo i 620 km/h.

# Il principale segreto del nuovo treno? L’azoto liquido

credit: quotidiano.net

Quali sono i segreti dietro a questa strabiliante tecnologia? Secondo gli esperti i segreti sono due: il peso ridotto grazie alla struttura in fibra di carbonio ma soprattutto l’utilizzo dell’azoto liquido invece dell’elio liquido. Una maggior efficienza ad un minor costo: non solo l’azoto liquido riduce quasi a zero la resistenza permettendo ai vagoni di fluttuare sui binari, ma riduce anche i costi. Un ricercatore della Southwest Jiaotong University ha spiegato infatti che «L’elio liquido è molto costoso. Qui otteniamo la superconduttività a una temperatura leggermente superiore utilizzando azoto liquido (-196°C anziché -269°C, ndr), e questo riduce il costo a un cinquantesimo». Sempre a proposito di prezzi, anche la stessa costruzione della linea avrebbe costi minori. L’ingegnere Wu Zili ha spiegato che mentre i prezzi per una normale linea Maglev si aggirano intorno ai 250-300 milioni di yuan al chilometro, per questa nuova tecnologia basterebbero 200 milioni al chilometro (25,5 milioni di euro).

Questo sarebbe il prezzo per veder sfrecciare il treno più veloce del mondo che per il momento unirebbe la Cina, ma in futuro potrebbe collegare anche tutta la nostra Penisola.

Continua la lettura con: Nuove tratte in arrivo: viaggeremo in EUROPA su TRENI superveloci. Anche di NOTTE

ROSITA GIULIANO

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Il TRENO del FOLIAGE torna in azione: a un’ora da Milano uno dei percorsi più belli del mondo

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Credits: akropolismilano.it - Treno del foliage

Torna il Treno del Foliage. Ridimensionato a causa della pandemia Covid-19, torna in azione il noto treno della tratta Domodossola-Locarno, considerato uno dei percorsi più belli del mondo. Le novità: nuove misure di sicurezza e un bonus per ogni biglietto. Andiamo a scoprire di cosa stiamo parlando.

Il TRENO del FOLIAGE torna in azione: a un’ora da Milano uno dei percorsi più belli del mondo

# Il Treno del Foliage riapre i battenti

Il Treno del Foliage è pronto a riaprire i battenti. Il tratto Domodossola-Locarno (Svizzera), noto per i suoi paesaggi dalle sfumature autunnali e per i panorami naturali che lo vedono coinvolto, sarà riaperto nonostante le limitazioni dovute alla pandemia del Covid-19.

# La ferrovia Vigezzina-Centovalli e le valli attraversate

Credits: verbanonews.it/

La ferrovia Vigezzina-Centovalli è stata considerata dalla Lonely Planet la più panoramica d’Italia ed è il punto di partenza per il percorso  che dal 1923 congiunte l’Italia con la Svizzera attraversando la Val d’Ossola e la Valle Vigezzo, chiamata anche la Valle dei pittori. Infine attraversa anche la Centovalli, chiamata così grazie alle valli laterali che la compongono, molto apprezzate dagli appassionati del Trekking e delle escursioni.

# Cosa attraversa il treno nel suo percorso?

Oltre a entrare in un dipinto romantico, un viaggio a bordo del Treno del foliage è anche un’esperienza di pura adrenalina: il convoglio attraversa ben 83 ponti e 31 gallerie in poco meno di due ore lungo un percorso di 52 chilometri di binari con vedute a dir poco spettacolari. Il biglietto, valido per uno o due giorni, prevede un viaggio sull’intera linea con la possibilità di effettuare una sosta intermedia nel viaggio di andata o di ritorno, così da poter visitare una delle affascinanti località attraversate dal treno.

# Cosa si può visitare sul tragitto?

Credits: ascona-locarno.com

Le mete consigliate sono tre:

  • Domodossola, nell’altro Piemonte, nota per la piazza Mercato e per i suoi palazzi storici
  • Locarno, cittadina svizzera che si affaccia sul Lago Maggiore dove è possibile visitare il centro storico, un elegante e romantico lungolago e in fine, nel mese di Ottobre, l’Autunno Gastronomico del Lago Maggiore e Valli, dove è possibile assaporare i prodotti tipici del posto.
  • Il Santuario di Re o il borgo di Santa Maria Maggiore dove viene organizzata la sagra Fuori Di zucca, caratterizzata da eventi autunnali e da mercatini a km zero.

# Sicurezza e precisione svizzera

Credits: sbb.ch

Grazie alle misure di sanificazione costante e al distanziamento fisico, oltre l’obbligo della mascherina, è possibile viaggiare in totale sicurezza a bordo dei treni. Se prima però era possibile giungere sul posto e prendere il primo treno in partenza, ora è necessario prenotare i posti a sedere così da poter rispettare le limitazioni dovute alla pandemia. Inoltre nel 2021 il biglietto di ogni passeggero adulto include un buono di 5 franchi svizzeri da utilizzare per acquistare i prodotti locali presso il mercatino che si svolge tutti i giorni dalle 10 alle 17 nella stazione ferroviaria di Locarno.

Fonte: siviaggia

Continua la lettura con Il TRENO del FOLIAGE: a un’ora da Milano uno dei 10 percorsi più belli del mondo

MARCO ABATE

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100 MURI di Milano messi a disposizione per gli STREET ARTIST

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Credits: 7giorni.info

Dopo l’ufficio della Street Art, arrivano nuovi spazi per esprimere la propria arte. Sono 100 i muri messi a disposizione dal Comune di Milano. Ma dove si trovano?

100 MURI di Milano messi a disposizione per gli STREET ARTIST

# Il Comune mette a disposizione 100 Muri

Dopo la creazione dell’ufficio dedicato completamente alla street art,  che ha il compito di censire le opere di arte urbana presenti nel territorio cittadino, verificarne lo stato di conservazione e promuovere la street art attraverso attività di valorizzazione, il Comune di Milano ha deciso di mettere a disposizioni per gli artisti di strada ben 100 muri cittadini liberi. I muri si trovano sparsi per la città, per un totale di settanta zone coperte. 

# Dove posso trovare i muri liberi?

Credits: 7giorni.info

I muri sono essere localizzati grazie alla mappa georeferenziata online che ne individua il luogo e la sua scheda descrittiva. Sul luogo è presente un cartello in cui è scritto che “L’Amministrazione Comunale declina ogni responsabilità per i danni in cui potrebbero incorrere i soggetti terzi e i fruitori di questa superficie murale, a causa della realizzazione di disegni e/o pitture, qualora non abbiano adottato tutte le precauzioni necessarie a evitarli”. Questo è utile per riconoscere il muro sul quale gli artisti di strada possono sprigionare la loro fantasia realizzando i graffiti che oggi giorno sono sempre più visibile sui muri della città.

# No autorizzazioni e no tariffe. Ma in caso di scritte offensive?

Credits: milano.repubblica.it

L’amministrazione, dopo aver concesso questi spazi, garantisce ai propri cittadini che eventuali scritte offensive a persone, religioni o organi di stato, saranno rimosse nel minor tempo possibile e i costi saranno a carico dell’amministrazione stessa. Per la creazione dei murales non occorre richiedere particolari autorizzazioni e non prevede nessun pagamento di tariffe, motivo per il quale è possibile anche creare nuove opere di street art su quelle già realizzate. Per le vie di Milano ci aspettiamo grandi opere artistiche, e chissà, se un domani dovessero essere riprodotte su tela ed esposte alla Pinacoteca di Brera? Intanto non ci resta che aspettare e goderci la creatività dell’arte di strada e dei suoi artisti.

Fonte: finestresullarte

Continua la lettura con Street Art IMPERDIBILE: 10 graffiti di Milano

MARCO ABATE

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la cicala e la formica: due facce della stessa moneta

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credits: https://blog.luccabimbi.com/

Da un lato ci stiamo dimostrando super-rigorosi, dall’altro spendaccioni spensierati.
Dal punto di vista dell’epidemia siamo formica. Dal punto di vista dei soldi siamo cicala.

Quando si tratta delle nostre libertà siamo super formiche: restrizioni da carcere di Guantanamo, movimenti da cortina di ferro, libertà solo per i cani.
Ma quando si tratta di spendere soldi siamo cicale a manetta: banchi per gli autoscontri, bonus monopattini e caramelle. Sembriamo un bambino che entra in un negozio e qualunque cosa che è colorata e luccica gli viene acquistata.
Tranne che le cose che servirebbero per davvero, come più terapie intensive, trasporti o cure più efficaci.  

Fare la formica non costa nulla: per chiudere le persone in casa bastano due righe su un foglio di carta. Invece fare la cicala costa, comporta una continua questua a benefattori che ci prestano i nostri soldi.  
Da che parte cadrà la moneta oggi?

MILANO CITTÀ STATO

🛑 Zona rossa per errore. L’EMAIL della REGIONE: RICALCOLATE l’Rt

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Credits: milano.corriere.it - Email Regione Lombardia

Continua la querelle su chi abbia la responsabilità per l’errato inserimento della Regione Lombardia nella fascia più a rischio e con le restrizioni più dure. L’ultimo indizio è la richiesta della giunta Fontana del ricalcolo dell’indice Rt. Ma quindi di chi è la colpa?

🛑 Zona rossa per errore. L’EMAIL della REGIONE: RICALCOLATE l’Rt

# Ammissione di colpa della giunta regionale?

Credits: milano.corriere.it – Tg3

Ieri 24 gennaio un servizio del Tg3 ha mostrato in esclusiva l’email inviata dal direttore generale del welfare della Lombardia, Marco Trivelli al direttore dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro lo scorso 19 gennaio in cui si chiedeva un ricalcolo dell’indice Rt con le modifiche inviate: “Con la presente, a seguito delle odierne interlocuzioni, si richiede che venga eseguito un calcolo dell’indice RT Sintomi recependo le modifiche definite a livello tecnico relative al conteggio dei pazienti guariti e deceduti“. 

Dopo la richiesta di sospensione dell’ordinanza del Ministero della Salute il 17 gennaio e il ricorso presentato al Tar da parte di Regione Lombardia per l’attribuzione della zona rossa, non ritirato e in attesa di esito, sono proseguite le interlocuzioni con l’Istituto superiore di sanità che aveva sollecitato una comunicazione più precisa sul numero dei positivi e che questa email testimonierebbe. Un nuovo caricamento dei dati fatto dai tecnici regionali ha fatto scendere l’indice Rt dal 1,4 allo 0,88, riportando la Lombardia in zona arancio. Errore dell’algoritmo e dell’invio incompleto di dati?

# Nel foglio elettronico era assente il dato dei positivi guariti e deceduti: era facoltativo o obbligatorio?

L’Istituto Superiore di Sanità aveva precisato che l’algoritmo era corretto e aveva aggiunto: “La Lombardia, ha segnalato dall’inizio dell’epidemia nell’ultimo periodo, una grande quantità di casi, significativamente maggiore di quella osservata in altre regioni, con una data di inizio sintomi a cui non ha associato uno stato clinico e che pertanto si è continuato a considerare inizialmente sintomatici, in accordo con la procedura sopra descritta. Questa anomalia è stata segnalata più volte dall’ISS alla regione Lombardia“. 

A quanto sembra quindi i tecnici della Regione Lombardia responsabili dell’invio dei dati erano a conoscenza di questa informazione ma ad oggi non è dato sapere se il dato sui positivi ad oggi negativizzati o deceduti sia facoltativo o obbligatorio. Ma non è questo l’unico problema, in quanto il sistema di tracciamento dei dati continua a non funzionare in tutta Italia. Inoltre non c’è nemmeno chiarezza sulle procedure di inserimento dati e sulle procedure di controllo di qualità del dato che possa escludere errori rilevanti che impattano sulla vita dei cittadini e sull’economia del Paese. Pertanto altre regioni potrebbero avere inviato dati incompleti e le relative attribuzione di zone di rischio potrebbero non essere corrette. ‘

Fonte: Il Sole24Ore

# Lo scontro istituzionale continua senza un colpevole. L’unica certezza è che a rimetterci sono cittadini e imprese della Lombardia

Mentre continua lo scontro tra regione e governo anche il Sindaco di Milano era intervenuto per chiedere chiarimenti alla regione: “I lombardi devono sapere la verità, tirate fuori i dati“. “Il sistema è collaudato, essendo in funzione da mesi una sola Regione (la Lombardia per l’appunto) sostiene che l’algoritmo di compilazione ha una falla mentre per tutte le altre Regioni ha sempre funzionato senza problemi. Possibile che ci abbia visto giusto solo la nostra Regione? La cosa più semplice per chiudere la questione è che la Regione Lombardia faccia vedere i dati. Il calcolo dell’Rt è un fatto eminentemente tecnico, non politico!“.

A Roma PD e Lega continuano a rimpallarsi le responsabilità. Il Ministro delle autonomie regionale Boccia dichiara: “I dati sull’Rt sono stati “ricertificati” dalla Lombardia, che giorni dopo li ha “rettificati”. E se l’Istituto superiore di sanità dice che i dati sono stati rettificati io credo all’Istituto“, mentre Massimo Garavaglia esponente delle Lega replica: “Boccia passa da un canale all’altro cercando di scaricare sugli altri i propri fallimenti: odia il Nord e la Lombardia in particolare“.

In questo scenario Confcommercio ha stimato 600 milioni di perdite di fatturato delle imprese in Lombardia a causa dell’istituzione della zona rossa: chi pagherà i danni?

Fonti: Corriere della Sera, Il Sole24ore

Continua a leggere: 🛑 Zona rossa per sbaglio? Sala contro Fontana, Moratti contro Speranza, i LOMBARDI rossi di rabbia

FABIO MARCOMIN

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Chi è FELICE vince il VIRUS

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credits: donnamoderna.com

Essere ottimisti, appagati dalla propria relazione, dalle amicizie e vivere in assenza di stress può fare davvero la differenza. Il benessere mentale è sempre stato un alleato vincente per la salute ma dagli studi effettuati sembra che addirittura migliori la risposta del corpo ai vaccini e, in generale, nella produzione di anticorpi.

Chi è FELICE vince il VIRUS

# Essere felici aumenta la risposta anticorpale dopo il vaccino

Negli ultimi anni sono stati fatti diversi studi nel campo della psico-neuro–immunologia, soprattutto su come gli stati mentali influiscono sul sistema immunitario.

In uno dei primi studi del genere, condotto nel 2006, è stato scoperto che i soggetti sereni e non ansiosi sviluppavano il 73% di anticorpi in più dopo la vaccinazione contro l’epatite B, rispetto a coloro che si consideravano più inquieti, tesi o arrabbiati.

# Pochi amici = pochi anticorpi

credits: donnamoderna.com

Anche la rete sociale influisce sulla risposta del corpo al vaccino. Uno studio ha analizzato 83 studenti chiedendo loro di elencare gli amici che conoscevano bene e con i quali erano in contatto frequente. 13 studenti, che hanno riferito di avere meno di 20 amici, hanno prodotto molti meno anticorpi contro il virus dell’influenza.

# Avere una relazione soddisfacente migliora l’immunità

credits: ansa

L’Università di Birmingham ha studiato gli effetti della relazione amorosa sulla crescita del livello di anticorpi in risposta al vaccino antiinfluenzale nelle persone anziane: coloro che si sentivano appagati dalla convivenza con il partner avevano in media il 10% in più di anticorpi rispetto a coloro che erano single o coinvolti in relazioni non appaganti.

Visti gli studi effettuati è ragionevole pensare che i fattori psicologici saranno importanti anche per la risposta al vaccino anti covid19.

Fonte: lastampa

Continua la lettura con: La grande novità di Berlino nella cintura verde di Milano?

ANDRA STEFANIA GATU

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Dal Rinascimento al Safe Sex: dopo ogni grande EPIDEMIA è CAMBIATO il MONDO. Succederà anche dopo il Covid?

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campagna progresso sull'aids - 1989

Milioni di morti, ma non solo quelli, le epidemie hanno segnato profondamente anche il nostro modo di vivere. Molte delle cose anche positive che oggi diamo per scontate sono proprio il frutto della risposta che le società del tempo diedero ai mali che le affliggevano. Il lascito del Rinascimento fu forse quello più eclatante come ricorda Eugenio Spagnuolo in un articolo su Business Insider di cui pubblichiamo alcuni spunti.

Dal Rinascimento al Safe Sex: dopo ogni grande EPIDEMIA è CAMBIATO il MONDO. Succederà anche dopo il Covid?

Estratti dell’articolo Dal Rinascimento al preservativo: l’eredità inattesa delle grandi epidemie della storia di Eugenio Spagnuolo su Business Insider. 

# La peste nera del 1.300 segna la fine del Medioevo e la nascita del Rinascimento

Credits: greenme.it

“È una semplificazione, ma molti storici ne sono stati sedotti: la peste nera che nei primi anni del 1300 funestò l’Italia e l’Europa segnò di fatto la fine del Medioevo e l’ingresso in una nuova epoca di speranza, da cui prese le mosse il Rinascimento. Le migliaia di morti che il morbo si lasciò dietro misero infatti in crisi la concezione medievale della vita, scuotendo le certezze della fede, che aveva dominato fino ad allora, e stabilendo una nuova economia: la manodopera a buon mercato cominciò a scarseggiare e chi ebbe la fortuna di resistere poté godere di un trattamento salariale migliore, mentre i signorotti persero via via il loro potere sui servi.”

# La peste bubbonica del 1630, contribuì al declino delle città-stato italiane ma fece nascere i sistemi di igiene moderni

Credits: cronachediverona.it

“La peste bubbonica raccontata da Manzoni nei Promessi Sposi “secondo lo storico J. N Hays, autore di Epidemics and Pandemics fu un grave colpo per l’economia delle Città Stato italiane: le paralizzò e in buona misura contribuì al loro declino.” I più importanti centri basati sul commercio e le esportazioni come Milano, Firenze, Venezia attorno alla metà del 1500 videro finire il loro periodo d’oro. Da quanto successo “come ha spiegato l’economista Carlo Cipolla, tra i massimi studiosi dell’economia delle pestilenze, le nostre città seppero rispondere al crollo dell’economia” attraverso la creazione di “sistemi efficaci di prevenzione sanitaria e stabilendo nuove pratiche di salute pubblica” a beneficio anche delle future generazioni.”

Leggi anche: Quando Milano fu l’unica in Europa a salvarsi dalla PESTE NERA

# Dalle epidemie di colera si svilupparono le grandi capitali europee come le conosciamo oggi: Parigi e Londra gli esempi più eclatanti

Credits: slidepalyer.it – Sistema fognario di Parigi

L’ottocento fu il secolo delle epidemie di colera in Europa e negli Stati Uniti e ed “è da esse che bisogna partire per capire lo sviluppo delle grandi capitali europee.” L’epidemia di Parigi del 1832 fu una spinta decisiva alla realizzazione all’imponente rete fognaria della capitale francese e per il restyling monumentale della città dalla metà del 1850 quando “Haussmann, il prefetto urbanista chiamato da Napoleone III, per far fronte all’epidemia mise la prima pietra dei grandi Boulevard di oggi liberando il centro di Parigi dai vicoli pittoreschi ma degradati de “i Miserabili”.

Dopo l’epidemia di colera del 1854 anche Londra “approvò il piano per la costruzione di una rete fognaria di 2.100 km“. Non solo, perché grazie all’intuizione del medico Jon Snow si diede impulso all’uso dei Big Data odierni a vantaggio della salute pubblica: il medico riuscì a individuare “una relazione diretta tra una fontana di Broad Street a Soho da cui sgorgava acqua inquinata e l’epidemia, appuntando i decessi di un mese su una mappa del quartiere” creando una prima raccolta di dati disponibile al pubblico.

# Anche Napoli fu stravolta urbanisticamente dopo l’epidemia del 1884

Credits: lacooltura.it

Anche il Regno d’Italia dopo l’epidemia di colera che colpì Napoli nel 1884 annunciò “un “risanamento”, che prevedeva lo sventramento delle zone più degradate della città. Molte strade e quartieri furono abbattuti e al loro posto spuntarono larghe arterie come Corso Umberto I, oggi una delle zone commerciali più importanti della città. “La Napoli attuale è sicuramente in parte il risultato delle trasformazioni conseguenti all’epidemia di colera”.

# L’influenza spagnola H1N1 portò alla nascita della moderna sanità pubblica

epidemie
Vittime dell’influenza spagnola nei letti di un ospedale del Connecticut, nel 1918. Credits: Royston Leonard

Quanto successe durante l’epidemia di influenza spagnola è simile a quello che stiamo vivendo con il Covid: chiusura di scuole, chiese e teatri e tutti con una mascherina sul volto, al punto che negli Stati Uniti qualcuno ne fece anche questione di libertà civili.” L’alta diffusione e i milioni di morti portarono “le popolazioni di Europa e Nordamerica ad assimilare le regole della moderna salute pubblica: la fumigazione, l’uso di antisettici e le crociate contro gli sputi oltre all’introduzione dei servizi igienico sanitari.”

Il lascito più importante fu certamente “l’idea di un sistema sanitario pubblico”, in quanto fino al quel momento solo la classe media e i ricchi poteva farsi curare da un medico. Nel 1919 fu aperto a Vienna “l’ufficio internazionale per la lotta alle epidemie, precursore dell’attuale Organizzazione Mondiale della Sanità” e successivamente diverse Nazioni introdussero nei successi governi i ministeri della salute pubblica.

# Il lascito dell’epidemia di AIDS fu la fine della rivoluzione sessuale e la nascita del Safe Sex

campagna progresso sull’aids – 1989

L’’AIDS ha fortemente segnato gli anni 80 e 90 del secolo scorso e il suo lascito più evidente è di sicuro il preservativo merito del “dottor Everett Koop, capo della salute pubblica negli Usa che capì la portata dell’emergenza e fece distribuire brochure informative sulla prevenzione e l’uso dei condom nelle case degli americani. Così il preservativo divenne il simbolo di una rinnovata coscienza delle malattie sessuali.

Oltre a questo l’AIDS segnò “la fine della rivoluzione sessuale e la diffusione di una maggiore consapevolezza del rischio legato all’uso delle droghe.

# Dopo il Covid quale insegnamento trarre e cosa potrà emergere di positivo

credits: open.online

Il lockdown forzato in casa, le limitazioni delle proprie libertà nelle vita quotidiana con i negozi chiusi, il lavoro da remoto, le mascherine da indossare sul viso e il distanziamento tra le persone: sono queste le cose negative che il Covid ci consegna oltre ai 2 milioni di decessi e quasi 100 milioni di contagi nel mondo. Il virus ci ha insegnato come le distanze si riducano molto più velocemente di quanto fatto dalla globalizzazione, che in parte ne è causa, e che il mancato rispetto della natura e l’antropizzazione abbiano presentato il conto da pagare all’uomo.

Da quanto è successo e ancora in corso, potrebbe nascere una concezione diversa della presenza dell’uomo sulla Terra, più alleato e rispettoso dell’ambiente, più aperto alla condivisione e all’empatia, capace di ripensare le città non solo come luoghi di lavoro ma luoghi in cui creare le migliori condizioni in cui vivere.

Estratti dell’articolo Dal Rinascimento al preservativo: l’eredità inattesa delle grandi epidemie della storia di Eugenio Spagnuolo su Business Insider

Continua la lettura: Le 3 EPIDEMIE DEL NOVECENTO: come ci hanno colpito, come ci siamo rialzati

MILANO CITTA’ STATO

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🛑 Zona rossa per sbaglio? Sala contro Fontana, Moratti contro Speranza, i LOMBARDI rossi di rabbia

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Foto: Andrea Cherchi (c)

La Lombardia è rossa di rabbia. Si sta scatenando l’inferno dopo il riconoscimento dell’errore di aver inserito la regione in zona rossa con dati che potrebbero essere errati non solo nell’ultimo mese ma addirittura da inizio dicembre. Sala alza la voce con Fontana: «Faccia vedere i dati». Moratti tuona contro Speranza: «Pretendeva dicessimo che l’errore era nostro». E i commercianti minacciano una class action da record. 

Zona rossa per sbaglio? Sala contro Fontana, Moratti contro Speranza, i LOMBARDI rossi di rabbia

#1 L’antefatto: l’errore di calcolo

Oggi, domenica 24 gennaio, la Lombardia torna in zona arancione. Sarebbe dovuta restare zona rossa fino ad almeno il 31 gennaio ma ci si è accorti di un grave errore. L’Rt della Lombardia era in realtà inferiore a quello calcolato per farla ritornare in rosso. Di chi è la colpa dei dati? Subito è divampato lo scarico di responsabilità tra i vertici della Regione che dichiarano di aver inviato dati esatti e i rappresentanti del governo nazionale, che dicono di aver ricevuto dati falsi. Quello che pare certo è cosa avrebbe causato l’errore: sono rimasti nel conteggio dei malati anche i contagiati che nel frattempo erano guariti. Questo ha aumentato il numero di contagiati totali della regione e quindi ha penalizzato la Lombardia. 

#2 Letizia Moratti tuona contro Speranza: «Pretendeva dicessimo che l’errore era nostro»

Non usa mezzi termini Letizia Moratti, nuovo assessore alla Sanità e vicepresidente in regione Lombardia: “Il ministro Speranza, che ha firmato la nuova ordinanza per mettere la Lombardia in zona arancione, pretendeva che dicessimo che c’era stato un errore nostro. Ma non potevamo accettarlo per la dignità della Regione, per le nostre famiglie e le imprese”.

Aggiunge Roberto Anelli, capogruppo della Lega al Pirellone: “Per poter cambiare colore e passare da rosso ad arancione, la Regione avrebbe dovuto attribuirsi l’errore. Una proposta indecente vergognosa e ricattatoria da parte del governo giallorosso.”.

Questa la ferma posizione della Regione. Ma da Milano arriva il contropiede di Sala. 

#3 Beppe Sala contro Fontana: «Faccia vedere i dati. Calcolo dell’Rt fatto tecnico»

“Buttare in rissa la questione dell’Rt lombardo certamente contribuisce a non fare emergere la verità. E i cittadini lombardi, questa volta più che mai hanno il diritto di sapere come stanno le cose”, ha scritto Sala con un post pubblicato su Instagram, aggiungendo che: “La cosa più semplice per chiudere la questione è che la Regione Lombardia faccia vedere i dati. Il calcolo dell’Rt è un fatto eminentemente tecnico, non politico!”.

# I lombardi dopo i sacrifici fatti esigono verità e presa di responsabilità

Dopo tutti i sacrifici fatti suona come una beffa per i lombardi apprendere che le misure restrittive siano state adottate per errore. Significa aver perso libertà e lavoro per ignoranza o superficialità. Mentre le forse politiche sembrano già averla messa sul piano partitico, scaricando ognuno la colpa e le richieste sulla parte avversa, quello che tutti noi cittadini chiediamo a tutte le parti in causa di essere chiari a dirci come sono andate le cose. E che chi ha avuto la responsabilità, se chi avesse inviato dati sbagliati e/o chi avesse preso con superficialità una decisione così grave, lo dica e paghi il suo. 

Continua con: Sopresa! L’Rt della Lombardia era sbagliato

MILANO CITTÀ STATO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

Il DEBITO ITALIANO ha CAMBIATO MANI: a chi DOBBIAMO ora i nostri SOLDI?

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Credits: tgcom24.com

Fino al 2009 la quasi totalità nel nostro debito era posseduto dai mercati finanziari. Dal 2015 in poi grazie ai massici piani di acquisto di titoli da parte della BCE la situazione è cambiata in modo radicale. Ecco l’assetto proprietario del nostro debito pubblico. Meglio? Peggio? Comunque diverso. 

Il DEBITO ITALIANO ha CAMBIATO MANI: a chi DOBBIAMO ora i nostri SOLDI?

# Nel 2015 è iniziato un cambio nell’assetto proprietario del nostro debito pubblico: dal Quantitive Easing al PEPP

Credits: grafici.altervista.com – Luca P.

Dal 2015 con l’avvio del programma di Quantitive Easing voluto dall’allora presidente della BCE Mario Draghi, la Banca Centrale Europea ha iniziato ad acquistare miliardi di titoli di stato soprattutto nei Paesi con spread più elevati come l’Italia, situazione che determina l’accesso ai mercati finanziari a tassi più onerosi.

In aggiunta a questo, per far fronte all’emergenza economica causata dalla pandemia, con il piano PEPP nel 2020 è partito un altro massiccio investimento di 1800 miliardi di euro di liquidità sui titoli di stato dei Paesi membri e in parte sui titoli privati. In poche parole è proseguito il processo di monetizzazione dei debiti pubblici nazionali degli Stati UE. Vediamo la situazione attuale e futura dell’assetto proprietario del nostro debito pubblico.

# Sempre più debito italiano è in mano alle istituzioni dell’Unione Europea: entro la fine del 2021 la quota sfiorerà il 50%

Credits: Will_ita IG

Nel 2009 il mercato possedeva la quasi totalità del debito pubblico italiano, il 96,5%. Come riporta Will_Ita secondo un recente report dell’Osservatorio dell’Università del Sacro Cuore nelle mani dell’istituzioni dell’Unione Europea è presente oggi il 30% del nostro debito pubblico, contro il 70% dei mercati finanziari sul totale di 2.600 miliardi. Entro la fine del 2021, con una crescita del debito di ulteriori 500 miliardi, il peso dei mercati sarà ulteriormente limitato andando quasi a pareggiarlo: quello dell’Europa, in gran parte della BCE, salirà fino al 47% e quello della Borsa scenderà al 53%

Il vantaggio per il nostro Paese è quello di avere un debito con interessi ridotti e più sostenibile nel lungo periodo, ma questo potrebbe significare essere sempre più soggetti a imposizioni dettate dall’Unione Europa e quindi essere meno liberi di adottare politiche economiche e sociali. Soprattutto se a questo si aggiunge la previsione del rapporto debito/Pil al 156% per il 2021, in crescita del 22% rispetto al 2019: una corsa che non accenna ad arrestarsi. E che porta sempre più potere nelle mani dei creditori. 

Fonte articolo: Will Ita IG

FABIO MARCOMIN

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La ritirata strategica

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Napoleone si ritira

Pensiero del giorno

L’unica lezione certa che si può imparare dalla storia è che non si va mai in Russia in inverno. Tutti quelli che ci sono andati l’hanno preso in quel posto.

La ritirata strategica nella lotta col Covid è l’abbassamento dell’ambizione.

Il Covid è il trionfo dell’accontentarsi.

Non più il viaggio dei sogni ma la gita fuori porta.

La rinuncia all’avanzamento di carriera per ripiegare sulla difesa della posizione acquisita.

Rallegrarsi se possiamo uscire, la soddisfazione di stare meglio di chi sta peggio, la denigrazione di desideri e aspirazioni, siamo tutti la volpe con l’uva.

Nessuno fa scelte coraggiose. Anzi lo stesso coraggio che è il motore dell’universo è visto con sospetto, se non con odio.

La sensazione è che tutti tiriamo a campare, a mangiare la minestra per arrivare al giorno dopo.

In attesa del vaccino l’arma più diffusa contro il Covid è la riduzione dell’ambizione.

“Aspettiamo… Vediamo come va…”

Continua la lettura con: Meglio sopra o sotto?

MILANO CITTA’ STATO

 

4 semplici ACCORGIMENTI per DIFENDERCI dal VIRUS

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Credits: sportsmall.it

Prevenire è meglio che curare? Molti concordano su questo. Ma anche se l’attenzione per la prevenzione è concentrata su mascherine, distanziamento o vaccini, ricordiamo qui anche metodi che mirano ad attivare la prevenzione proteggendo e rinforzando l’organismo e il suo sistema immunitario.

4 semplici ACCORGIMENTI per DIFENDERCI dal VIRUS

Il pericolo di una reazione eccessiva a un’infiammazione

Si pensa spesso che più le reazioni del nostro sistema immunitario siano forti contro virus e batteri e meglio sia. In realtà la faccenda non è così semplice. Lo sa bene chi soffre di malattie autoimmuni o anafilassi. L’infiammazione che è un processo difensivo normale attuato dal sistema immunitario può, se si protrae per un tempo prolungato o se fin da subito è troppo marcato, essere esso stesso causa di danno tissutale o d’organo. I medici che si occupano dei pazienti sintomatici per Covid-19 hanno potuto osservare che la malattia si sviluppa secondo tre fasi crescenti per gravità. La terza e ultima, la più preoccupante e fortunatamente più rara, con prognosi pessima anche in pazienti più giovani e senza malattie croniche pregresse, è dovuta proprio ad una iperinfiammazione che è alla base di sintomi importanti come trombosi dei piccoli vasi e lesioni polmonari gravi che possono portare anche a sostituzione del tessuto polmonare con quello cicatriziale attraverso il fenomeno della fibrosi causando un danno permanente. Per questo motivo è importante non focalizzarsi esclusivamente sull’azione del sistema immunitario ma sull’efficiente risposta dell’intero organismo agli attacchi esterni in un armonico e coordinato sistema.

Questi sono quattro semplici accorgimenti che possiamo adottare fin da subito per rafforzare il nostro organismo:

#1 Vitamina D

credits: terranuova.it

Uno studio tutto italiano condotto e coordinato dall’Università di Padova in collaborazione con  diversi atenei e con il CNR, pubblicato sulla rivista Nutrients, ha dimostrato che la somministrazione di colecalciferolo (vit. D nativa) a soggetti colpiti da Covid-19 diminuisce dell’80% il ricorso alla terapia intensiva. Non si conosce ancora in dettaglio la modalità d’azione su questi pazienti ma da studi precedenti si evince che la carenza di vit.D è associata non solo a una maggiore suscettibilità a diverse malattie ma anche a una loro manifestazione clinica più severa. Alcuni studi ad esempio hanno associato l’integrazione di vit. D a un controllo migliore dei sintomi asmatici.

#2 Attività all’aria aperta

Credits: sportsmall.it

È importante svolgere ogni giorno attività fisica all’aperto sia perché sostare per lunghi periodi in luoghi chiusi può facilitare la trasmissione virale e batterica sia perché l’esposizione alla luce solare ha un effetto benefico sull’organismo, anche per la produzione di vitamina D. Una regolare attività fisica all’aperto, basta anche solo una bella camminata di quaranta minuti al giorno di buon passo, rinforza il cuore e i muscoli senza affaticarli eccessivamente, migliora la capacità vitale polmonare (volume d’aria che può essere espirato dopo avere inspirato a fondo), che va ricordato, se non ci si allena diminuisce ogni anno a partire dai 25 anni circa, ed è un toccasana per il nostro sistema immunitario. Ovviamente l’attività fisica dovrà adattarsi al proprio livello di allenamento e al proprio stato di salute.

#3 Lavaggi nasali

credits: pmlaser.it

Conosciuti da secoli e praticati mediante la Lota in Ayurveda, non è raro che vengano consigliati anche in Occidente da otorinolaringoiatri e allergologi per pulire le cavità nasali e mantenere ottimale la loro funzione di filtro allontanando residui inquinanti e allergeni. Possono migliorare notevolmente i sintomi da raffreddamento e di riniti e ovviamente aiutare, anche se in modo non risolutivo, ad allontanare virus e batteri che provano ad infettarci passando proprio per il naso. Sono molto semplici da effettuare e sul web si trovano molte spiegazioni. Si utilizzeranno soluzioni saline o ipertoniche che si possono preparare anche a casa acquistando le bustine da sciogliere in acqua. Uniche accortezze sono quelle di non utilizzare mai acqua del rubinetto e in caso di patologie nasali particolari rivolgersi sempre prima al medico.

#4 Avere un cane (o un gatto)

Foto: Andrea Cherchi

I benefici della pet therapy, della vicinanza con gli animali sono ormai assodati a livello scientifico. Il migliore amico dell’uomo oltre a dare amore incondizionato al suo umano e rallegrargli le giornate, lo costringe a fare quotidiana attività fisica (la famosa passeggiata all’aria aperta tanto benefica!) ma pare, come emerso da diversi studi, aiutare a rafforzare l’organismo aumentando i livelli di ossitocina (l’ormone dell’amore) che fa diminuire pressione sanguigna e frequenza dei battiti, migliora le difese immunitarie e abbassa i livelli di stress e i sintomi depressivi. Va ricordato infine che cani e gatti, come insinuato da una brutta fake news, non sono in grado di infettare l’uomo con il  Covid-19. 

Continua la lettura con: Dobbiamo farcela da soli! Cosa mangiare per rinforzare le difese immunitarie

SILVIA FUSARI IMPERATORI

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meglio sopra o sotto?

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Ercole e Atlante

Ci sono due modi di vivere i problemi. Si può vivere sotto i problemi oppure sopra.
Vivere sotto i problemi significa abbassarsi di fronte al problema. Ossia ridimensionare se stessi e i propri orizzonti.
Vivere sopra i problemi significa invece usarli come base per poter crescere, evolvere e costruire un futuro migliore.

Sembra evidente quale sia il modo in cui ci stiamo ponendo non solo nei confronti dell’ultimo problema, il Covid, ma in generale di fronte a tutti i principali problemi che riguardano in particolare la vita a Milano, come l’inquinamento, la crisi economica o le debolezze dello stato italiano.
Di fronte a ognuno di questi problemi Milano si sta mettendo al di sotto, riducendo se stessa e attendendo che questi problemi se ne vadano per poter risollevare la testa.

Da innamorati di Milano auspichiamo che il Covid che sta flagellando Milano nelle sue fondamenta, a livello mentale, sociale ed economico, sia l’occasione per un vibrante cambio di rotta. Auspichiamo che Milano sia la città che alza la testa sopra i problemi e che guidi in Italia un nuovo approccio di affrontare la vita.

Che significa porsi sopra ai problemi?
Significa porsi la vera questione che ha messo in luce il Covid: se la gente scappa da Milano se può lavorare da casa, il problema è che Milano non concede una qualità della vita all’altezza di altre città o zone d’Italia. E questo aspetto va messo al centro perché non ci possiamo più permettere di vivere in una città in cui le persone scelgano di viverci solo per interessi economici.

Lo stesso vale per un problema più strutturale del Covid: l’inquinamento.
Siamo colpiti come poche aree al mondo per la cattiva qualità dell’aria, ma invece di prendere questo problema come punto di partenza per sviluppare soluzioni innovative per depurare l’aria, stiamo applicando interventi accessori che imitano altre città che però non condividono la stessa causa: la scarsa circolazione dell’aria nella pianura padana.
Vivere sopra e non sotto i problemi significa fare come Tokio con i terremoti: hanno sviluppato delle tecnologie antisismiche d’avanguardia mondiale.  Se avessero avuto invece il nostro atteggiamento di ripiegarsi sotto i problemi avrebbero semplicemente evitato di costruire abitazioni più alte di uno o due piani.

Questo dovrebbe essere l’approccio per Milano: vivere sopra i problemi, non sotto. Affrontare la vita come occasione continua di crescita, di progresso e di sviluppo di intelligenza. Senza la paura di mettere in discussione le regole e soprattutto ciò che dimostra di non funzionare.
Questo è ciò che anima Milano Città Stato: un invito non solo a una riforma amministrativa che metterebbe le ali a Milano e la porterebbe a diventare una sorgente per l’Italia di investimenti internazionali, ma soprattutto l’invito a un nuovo modo di vivere la realtà politica ispirando una svolta radicale di rinascita per l’intera nazione.
Risolvendo il problema Italia, delle sue debolezze croniche, ponendosi al di sopra, non al di sotto. 

Continua la lettura con: io non so di non sapere

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