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La sfida di GRECO: portare nel futuro il passato di Milano

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QUARTIERE SOSPESO tra passato e futuro

A pochi passi (o a poche fermate di 43) dai nuovissimi grattacieli di Porta Nuova sorge quello che anticamente era un comune autonomo, ovvero il quartiere Greco.

quartiere sospeso tra passato e futuro
La Chiesa di San Martino (oggi e nei primi del 900)

In questa area di Milano convivono costruzioni di ultima generazione e vecchie costruzioni, alcune delle quali risalenti ai primi del 1900 quali ad esempio lo stabile sito al civico 5.

un quartiere sospeso

 

Mentre il resto della città sembra correre ad una velocità sempre crescente, in questa piccola area a est della metropoli permangono ancora angoli e realtà che la rendono più simile ad un paese a se’ stante. L’incantevole angolo dove il naviglio Martesana culmina il suo percorso esterno per transitare poi al di sotto del manto stradale sembra appartenere ad un borgo campestre. Un tempo e storicamente sede del bar “Martesana”, ospita ora una birreria frequentata da un pubblico che comprende trasversalmente più fasce di età.

quartiere tra passato e futuroIl ritmo serrato di crescita a cui corre la metropoli sta coinvolgendo lentamente anche quest’area della città; numerosi cantieri stanno costruendo abitazioni di ultima generazione, cedendo quindi anche quest’aera alla cementificazione sempre crescente che sta coinvolgendo la nostra metropoli.

La peculiarità del quartiere risiede nella contraddizione insita tra le vie, tra palazzi vecchi e nuovi. Nel tentativo di resistere all’avanzata dell’urbanizzazione permangono piccole botteghe nelle quali è ancora possibile respirare l’aria di una volta, come lo storico macellaio della piazza o la piccola gelateria Meloni nella quale è possibile degustare uno dei gelati migliori della città.

quartiere tra passato e futuroIl primo tratto della pista ciclabile lungo la Martesana costituisce la linea di demarcazione, il confine naturale del quartiere e in questo tratto la frenesia della città è udibile solo in lontananza. Risalendo sul ponte pedonale di via Rimembranze di Greco e percorrendo a piedi pochi metri sta prendendo piede un nuovo “borgo nel borgo”, ovvero un complesso residenziale di ultima generazione, perfettamente integrato nel contesto urbano. Nei prossimi mesi sorgerà una piazza nuova dove in origine era collocata la più antica cascina di Greco.

Le vestigia del passato visibili all’osservatore più attento testimoniano che, nonostante il tempo scorra, il quartiere Greco sembra conservare una volontà di rimanere ancorato ad un tempo remoto, in antitesi alla rappresentazione della moderna metropoli che si sviluppa sempre più verticalmente.

È questa l’anima di Greco, un ponte tra presente, passato e futuro.

 

VALERIA CAPPONI

 

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The first cars were… ELECTRIC!

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auto elettriche
Jenatzi a bordo della Jamais Contente

Many consider electric mobility as something innovative, almost out of a science-fiction novel or film.
Truth be told, electric cars predate the much more common internal combustion cars by several years.

And this is because, considering and comparing their engineering, developing an electric car, requires far less design and components than a petrol- or diesel-fuelled car. The engine, or, more precisely, the engines, must only spin a wheel, using the energy held within the battery. On the other hand, combustion engines feature many more components than their electric counterparts and must “contain” the explosion following fuel ignition. Therefore, they are heavier and more cumbersome than electric engines.

 

The electric locomotive

In 1828, Ányos Jedlik invented the first, still rudimentary, electric engine and installed it on a small car he himself had built.
In order to give some useful historical context, it is worth noting that , Napoleone Bonaparte had died a mere 7 years before and Italy was to remained a fragmented nation for another 33 years.
A few years later, in 1837, Robert Davidson, a Scottish chemist, designed the first electric locomotive ever fuelled by galvanic cells (the batteries of the time). Even if it was somewhat underperforming compared with the old steam engine locomotives, this was the first instance of a commercial application of electric engines.

 

The first electric cars

However, electric mobility still had a great unknown quantity to contend with at the time: how could energy be effectively stored in order to ensure a suitable driving range for cars?

The answer to this question arrived in 1859, following the invention of lead-acid batteries by Frenchman Gaston Planté, that were then improved by one of his countrymen, Camille Faure, in 1881. These inventors and their breakthroughs allowed the storage significant quantities of electric power, thus warranting tens, when not hundreds, of kilometres of driving range.
Electric cars did also break several automotive records. Indeed, in 1899, the first vehicle to break the 100 km/h barrier was the one called “Jamais Contente” (literally, never content) by Camille Jenatzi. This vehicle had a very streamline shape, resembling a missile, being a tangible result of the first studies on aerodynamics.

 

The golden age of electric engines

Between the end of the XIXth Century and the early 1900s, electric cars became the most common engine vehicles on European streets.
This was made possible as the mass production of petrol- and diesel- fuelled cars by Mr. Ford were still far in coming and a logistical network to recharge electric cars, worthy of admiration even today, was blossoming.
The problem of a network of recharging station, still heartfelt in 2019, was already a burden on electric mobility more than 100 years ago. Therefore, several producers started offering vehicles featuring quickly replaceable batteries (this concept was repurposed within the Fiat Centoventi concept car).

La concept car Fiat Centoventi, presentata nel 2019

Even since 1896, the Hartford Electric Light Company offered a service by means of which owners could, by paying a monthly fee, substitute exhausted batteries with newly charged ones when visiting company stations. So much for car sharing!
The taxi services in many cities, such as London or Paris, used electric cars and the latter were used together with petrol-fuelled cars and horse-drawn coaches. Electric taxis in London were also called “hummingbirds” because of the rustling noise coming from their electric engines.

 

The decline of electric engines

auto elettriche
Thomas Edison con un’auto elettrica nel 1913

Following the mass industrialization of the automotive sector and the establishment of assembly and production lines, several car producers began offering competitively priced petrol-fuelled cars.
Every day, new oil fields were discovered, within the most remote corners of the world. This allowed to have low-cost fuel during a period when, as cities and factories began using electric power, the price of electric current kept on spiking.
The Ford, Daimler-Benz, and many other, still existing, companies, were the forebearers of a kind of mass mobility which, for logistics- and production-based reasons, chose internal combustion, rather than electric engines.
In conclusion, one may very well think that electric mobility, that is a much discussed topic today, is by no means revolutionary, but rather an idea “resurfacing” from the past, as the benefits connected with electric engines are more appreciated nowadays.

 

ALESSANDRO BIANCHI MAIOCCHI

Translated by Antonio Enrico Buonocore

Qui l’articolo in Italiano: Le prime auto erano… ELETTRICHE!

 

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Hai visto un gatto cinese?

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“Trova i gatti cinesi in Via Sottocorno.”
Hai presente i gatti cinesi, no?
Dai, sono quelli gialli con la zampa alzata che fa su e giù.

Ma cosa ci fanno dei gatti cinesi in via Sottocorno?

Ma, soprattutto, perchè li devi trovare?

Questo è proprio quello che devi scoprire.

Quindi, se riuscirai a individuare i gatti cinesi in Via Sottocorno troverai il luogo che stai cercando.

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Cosa fare a Milano a Sant’Ambrogio quest’anno che non c’è il PONTE

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Ogni duemila anni c’è la congiunzione astrale che porta a fare coincidere il ponte di Sant’Ambrogio e dell’Immacolata con il weekend. Per fortuna c’è l’alternativa: stare a Milano.

Cosa fare a Milano a Sant’Ambrogio quest’anno che non c’è il PONTE

#1 Fiera oh bej! oh bej!

Per tradizione. Poi si trova sempre qualche chicca.

#2 La prima della Scala

Perché siamo appassionati di lirica.

#3 Artigianato in Fiera

Per trovare l’idea originale a poco prezzo e per chi ha nostalgie dell’Expo.

#4 Albero in Duomo

Si documenta la costruzione dell’albero in Duomo che anticipiamo anche quest’anno sarà meglio di quello di Roma.

#5 Andare in una trattoria milanese tipica

Perché è giusto conservare le tradizioni gastronomiche milanesi. Obbligatorio mettere le gambe sotto al tavolo e assaporare l’oss büs cunt el risott giald.

#6 Fare l’albero di Natale

A Sant’Ambrogio si fa l’albero di Natale in casa e lo si inaugura in piazza Duomo.

#7 Shopping natalizio

Si va a vedere quello che si comprerà con i saldi.

#8 Si commentano le luminarie in centro

Per vivere l’atmosfera dei giorni di festa come nei Paesi del nord. 

#9 Si vede un film

Film canonico per respirare l’atmosfera natalizia. O si va al cinema. O si va a vedere Inter Roma, ad alto valore simbolico.

#10 Andare a ritirare l’Ambrogino

Il primo atto formale di Milano città stato non poteva che avere luogo il giorno di Sant’Ambrogio. Vi aspettiamo al Teatro Dal Verme per ricevere insieme a noi l’attestato di benemerenza civica.

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Le 5 ragioni che rendono Milano una capitale mondiale del FORMAGGIO

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formaggi
Credits: runvsfood.com

Anche se Bergamo è stata nominata capitale europea del formaggio e ha ospitato nei mesi scorsi le più famose manifestazioni casearie, Milano tra gli addetti ai lavori è ritenuta una grande capitale dei formaggi, non solo in Italia, per diverse ragioni che la rendono unica.

#1 Il concorso “all’ombra della Madonnina”

Innanzitutto Milano è sede del famoso concorso “All’ombra della Madonnina”, dove si selezionano i migliori produttori di formaggi di capra e la delegazione Onaf organizza corsi per diventare maestri assaggiatori e degustazioni.

#2 Il negozio tra i primi al mondo

A Milano, inoltre, si trova la famosa “Baita del Formaggio”, segnalata anche dal Financial Times come uno dei cinque migliori negozi di formaggio del mondo, grazie soprattutto alle varietà esclusive che vengono proposte, abbinate a salse e composte per accompagnarle.

#3 Al centro di una regione leader mondiale

Non solo, la Lombardia è considerata la regione dei formaggi per eccellenza, per la produzione variegata e il maggior numero di prodotti Dop.

Questo titolo è dovuto principalmente alla strutturazione geografica del nostro territorio, alla sua natura, alle tradizioni. Godiamo infatti di un paesaggio che si snoda tra vaste pianure e allevamenti, vallate, alpeggi in quota, che hanno dato vita ai numerosi stabilimenti, grandi e piccoli, che ben rappresentano l’identità e la qualità della storia casearia lombarda.

Alcuni dei nomi più importanti e riconosciuti formaggi sono il Salva Cremasco Dop, il Taleggio D.O.P., il Bitto D.O.P. e il Valtellina Casera, il Provolone Valpadana D.O.P., il Quartirolo Lombardo D.O.P., oltre ai primati di due formaggi noti in tutto il mondo che sono proprio nati nel milanese.

#4 La città del Grana Padano

Proprio nell’estremo sud del Comune di Milano, nei campi coltivati attorno all’Abbazia di Chiaravalle, c’è stata la nascita di uno dei formaggi più famosi al mondo: il Grana Padano, il cui nome deriva dalla sua pasta compatta e punteggiata di granelli bianchi. In quel periodo, l’eccesso di produzione di latte da parte delle mucche, spinse i monaci a trovare un metodo di conservazione. Da lì, maturò l’idea di cuocerlo a lungo, aggiungendo un po’ di caglio e successivamente sottoponendolo a salatura. Così nacque il formaggio a pasta dura: questo “cacio” ruvido e consistente iniziò ad essere prodotto nelle caldaie dei monasteri che divennero così i primi veri e propri caseifici della storia.

#5 La città del Gorgonzola

Narra la leggenda che un mandriano, arrivato a Gorgonzola, lasciò in un recipiente del latte cagliato. Essendo sprovvisto degli utensili necessari per la lavorazione del latte, in un momento successivo aggiunse alla prima cagliata un’altra cagliata. Dopo diversi giorni si accorse di aver ottenuto un formaggio con delle venature verdi molto appetitoso. Nell’Ottocento la produzione di questo formaggio crebbe sensibilmente ed esso venne esportato in diverse parti d’Europa. Nel 1996, il formaggio gorgonzola è stato riconosciuto dalla Comunità Europea e registrato nella lista dei prodotti DOP.

Non c’è modo migliore per concludere se non con quest’antico detto che i nostri avi, da buoni intenditori, ci hanno lasciato: “La bòca l’è minga stràca se la sa nò de vàca”, un’esortazione a terminare il pranzo col formaggio.

 

ALESSIA TARABINI

 

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Avanzi di Balera!

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Nemmeno con il freddo, l’inverno e la pioggia potete liberarvi degli Avanzi di Balera!

E come potreste? Quella che vi attende è una festa degna delle più grandi aspettative, se stavate pensando di partire per le vacanze: rimandate!

Al Serraglio organizzano una Balera, come quella cantata da Battiato, piena di lucine, musica, balli, cocktails, vino e tanta allegria!

Cosa troverete lo sapete già…dalle canzonette anni ‘50 che facevano ballare i nostri nonni, al rock dei Doors, CCCP, miscelati in una formula che piacerebbe anche ai nonni del futuro.

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Friday Sant’Ambroeus Dance

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Con la serata Bobino Friday Sant’Ambroeus Dance il venerdì è salvo, te lo dico io.

Per tutti, aperitivo con Dinner Buffet, dalle 19 alle 22 con specialità di stagione e una scelta di Cocktail, vini e birre top.

Subito dopo, Double Party, TGIF main floor & Upstairs Ballroom.
Non pensare che sia finita qui, dopo cena: Double Party,DJ Set by DJ Davide Povia e Sandro Bani. E, per chi ama ancheggiare…. Studio Gem Ballroom – Salsa y bachata!
Il Bobino si è fatto conoscere per la selezione commerciale che mette d’accordo tutti.

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Gli eventi del 31 dicembre a Milano da non perdere

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capodanno

La notte di Capodanno è sicuramente uno dei momenti più attesi dell’anno, ed è importante trascorrerla nel modo più divertente. La città di Milano è da sempre molto attenta a offrire le migliori soluzioni per festeggiare  gli eventi e gli appuntamenti più importanti.

Moltissime sono le proposte che offre il variegato palinsesto milanese per vivere al meglio l’ultima notte dell’anno in compagnia di amici, parenti o del proprio partner in attesa del nuovo anno.

Per districarsi al meglio tra le molteplici proposte puoi rivolgerti a capodannoamilano.com, una vera e propria guida on line dove che ti offre innumerevoli programmi per il fine anno a Milano tra cui scegliere.

Il portale è suddiviso in diverse categorie, a ogni locale è dedicata un’intera pagina con la descrizione della serata, gli eventuali menù, i prezzi e la possibilità anche di prenotare direttamente on line il proprio tavolo. In tutta comodità e sicurezza.

 

I migliori eventi in programmazione a Milano

Per chi arriva da fuori città, o più semplicemente vuole vivere una lunga notte di festeggiamenti, potrà scegliere la programmazione più in linea con i propri gusti nella categoria dedicata agli Hotel. Per l’occasione i locali organizzano dei veri e propri party che finiscono solo il primo giorno del nuovo anno.

Gran cenoni, o in alternativa ricchi buffet, sono spesso accompagnati da special show per poi proseguire nel dopocena con il vero e proprio party con tanti intrattenimenti, i migliori Dj del momento e tante sorprese. Finita la festa si può optare per prenotare il pernottamento in una delle splendide camere delle strutture, dotate di ogni comfort e agio. Spesso gli Hotel organizzano anche menù dedicati e animazione specializzata per i bambini, che dopo la festa potranno soggiornare in camera con i propri genitori. I pacchetti proposti dalle strutture hanno dei prezzi convenzionati e agevolati, per permettere a tutti di vivere un Capodanno indimenticabile.

I più festaioli opteranno per trascorrere la loro lunga notte di fine anno in una delle meravigliose discoteche di Milano, location alla moda e trendy, conosciute in tutto il mondo per i loro eventi. Per Capodanno le strutture si addobbano a tema creando atmosfere di festa, calde e conviviali. Si potrà iniziare la festa con un ricco buffet di aperitivo o in alcuni casi con un gran cenone servito. Nel dopocena i più bravi Dj Set nazionali e internazionali del momento faranno scatenare tutti in pista con la migliore musica del momento.
Spesso le feste in discoteca terminano con una bella colazione con caffè e brioches.

Gli amanti della buona tavola, coglieranno l’occasione del Capodanno per degustare una buona cena in uno dei tanti ristoranti di Milano che per l’occasione propongono menù ancora più ricchi del solito.
Tante sono le diverse tipologie di cucine proposte: dai ristoranti dalla classica cucina Italiana, alle più ricercate cucine Regionali, fino alle proposte di cucine più particolari, come quelle etniche e orientali.

Anche le atmosfere proposte sono variegate: dalle più semplici e conviviali dove si respira un’aria famigliare, alle più eleganti e raffinate dove nulla è lasciato al caso. Anche in queste strutture spesso vengono proposti menù dedicati per i bambini e animazioni dedicate come la baby dance e il trucca bimbi. Per un fine anno da condividere con tutta la famiglia, anche i più piccoli!

 

Atmosfere uniche, dove vivere un fine anno indimenticabile

Per coloro che ricercano un atmosfera unica, quasi magica, da condividere con le persone più amate, potrà trovare la soluzione più in linea con i proprio gusti nella sezione dedicata alle Ville e Castelli. Luoghi magici, dove degustare raffinati gran cenoni in sale con camini, luci soffuse e candele e dove vivere un’esperienza unica con i party proposti nel dopocena, spesso nel corso di feste a tema, dove è richiesta la maschera. Non c’è nulla di più romantico che trascorrere l’ultima notte dell’anno circondati dalla magia di un castello!

Tanti sono anche gli eventi in programmazione nelle diverse piazze di Milano per festeggiare il Capodanno 2020. Il Concerto in Piazza Duomo è un evento gratuito e tanto atteso da migliaia di persone. Per l’edizione di quest’anno, la piazza ospiterà un concerto-spettacolo sostenibile dal titolo “Milano Capodanno For Future”. Un punto di partenza per pensare in maniera diversa e innovativa, valorizzando la partecipazione del pubblico. Alla conduzione del concerto ci sarà Filippo Solibello di Rai Radio2. Sul palco si alterneranno diversi artisti, tra cui la band Lo Stato Sociale. Anche quest’anno il concertone in piazza si conferma un’imperdibile serata di festa per iniziare al meglio l’arrivo del nuovo anno.

Per qualsiasi dubbio o domanda potrete contattare lo staff di Capodanno a Milano, sia online sia telefonicamente, 24h su 24h (call center informazioni & prenotazioni: 02 84571125).

 

REDAZIONE

 

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🔴 BREAKING NEWS. Sala: “Non parlo di Milano città stato perché altrimenti gli avversari mettono su le difese”

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Sala e Pezzi a Italia Direzione Nord credit: affaritaliani.it
Sala e Pezzi a Italia Direzione Nord credit: affaritaliani.it

Italia Direzione Nord: nell’incontro conclusivo della manifestazione alle Stelline, incalzato sul tema dal giornalista Fabio Massa, organizzatore dell’evento, e da Andrea Pezzi, il sindaco Sala esprime la sua posizione su Milano città stato (qui l’articolo su Affari Italiani):

“Io non parlo di Milano come città-Stato, perché altrimenti gli avversari mettono su le difese. Io porto i fatti: i milanesi senza dirlo già si sentono qualcosa di diverso, parte di una città internazionale che compete con Berlino e altre”

La dichiarazione di Sala da una parte ci rende felici, dall’altra però non riusciamo a condividerla del tutto.

Siamo felici perchè

Proprio la settimana scorsa Sala pareva aver rovesciato una secchiata di acqua gelata sul progetto di dotare Milano dello stesso tipo di autonomia che hanno tutte le principali città del mondo. In un incontro alla Bocconi, il sindaco aveva dichiarato: “No a Milano città stato” con la motivazione, a nostro avviso contraddittoria, che “Milano rifiuta di immaginarsi come città stato ma vuole mettere la sua esperienza a disposizione del Paese”. (qui la notizia Ansa).
Una dichiarazione che ha innescato una consueta voglia di emulazione tra i custodi dello status quo, come lo storico Presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, che giorni dopo ha ripetuto le parole del sindaco accentuandone la contraddizione: “No alla città stato, sì al volano economico“. (qui l’articolo).
Contraddizione perchè come mostrano tutti i casi internazionali, il modello di città stato o di città regione è quello più efficace proprio per fare da volano all’economia delle città e del Paese di cui fanno parte.
Siamo pertanto felici che Sala si sia dichiarato a favore di Milano città stato e sarei felici se i mostri sacri della città per coerenza gli vadano a ruota anche in questo caso, smentendo le loro parole che tradiscono una ignoranza su un tema così importante per gli interessi della città che rappresentano.

Questo non riusciamo però a condividerlo

Il limite della risposta di Sala a nostro avviso è che dichiarare di preferire agire, evitando di parlarne, potrebbe avere senso da manager (sempre che poi porti a casa il risultato) ma non ha senso come politico e come sindaco.
Crediamo infatti che una delle priorità di un sindaco sia proprio quella di delineare chiaramente le visioni a cui mirare e coinvolgere i cittadini per farli partecipi nel processo di raggiungimento. Perseguire un obiettivo così ambizioso e di impatto per la comunità senza coinvolgere i cittadini crediamo sia un grave errore: faremo di tutto per convincere il nostro sindaco a cambiare idea anche su questo punto.

ANDREA ZOPPOLATO
Responsabile progetto Milano città stato

Perché Milano città stato (far diventare Milano una città regione)?
1. Per avere un solo POTERE sul territorio e nei rapporti con Roma (invece che comune, città metropolitana e regione con confusione di competenze e responsabilità)
2. Per avere una gestione diretta delle RISORSE per risolvere i problemi di Milano
(Invece che dover sempre chiedere a regione o stato le risorse per realizzare qualcosa di strutturale sul territorio) e gestire direttamente i fondi europei (riuscendo anche a farsene assegnare di più)
3. Per avere un MODELLO per consentire a Milano di rilanciare il Paese (diventando un laboratorio di sperimentazione con autonomia di decisioni e possibilità di legiferare norme più efficienti).

Aiuta anche tu Milano a diventare una città stato/città regione come #amburgo #madrid #berlino #ginevra #basilea #sanpietroburgo #bruxelles #budapest #amsterdam #praga #londra #mosca #vienna #tokyo #seul #manila #kualalumpur #washington #nuovadelhi #hongkong #cittadelmessico #buenosaires #singapore
Unisciti a noi, sarà bellissimo: info@milanocittastato.it (ci sono anch’io)

 

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Lunga vita alle tagliatelle!

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Ca’ Pelletti è una locanda dove potrai gustare tutti i migliori sapori della Romagna, e non solo, in un ambiente rilassante dove sarai accolto dal calore tipico dei romagnoli.

Ogni giorno scopri e gusta una promozione che ti farà arrivare all’agognato weekend ancora più rapidamente.

Il mercoledì sarà tutto in discesa dopo un buon piatto di tagliatelle al ragù… lunghe, ruvide e saporite, piegandosi e avvolgendosi su sé stesse, permettono al condimento di agganciarsi e accompagnare la pasta a ogni forchettata, una vera festa per le tue papille!

Noi abbiamo già l’acquolina in bocca solo a pensarci!

Vieni a tavola che è prontooo!

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Il futuro delle SCUDERIE DE MONTEL: Milano avrà delle terme fiabesche

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scuderie de montel

Le ex scuderie De Montel, straordinario complesso in stile Liberty costruito tra il 1915 e il 1917-18 all’angolo tra via Achille e via Fetonte, accanto allo stadio Meazza, diventeranno le “vere” terme di Milano. “Vere” in quanto saranno alimentate dall’“acqua marcia” che scorre sotto la città. Un’acqua caratterizzata da un elevato contenuto di solfuri che verrà emunta a 250 metri di profondità (e poi riscaldata) grazie a un pozzo già esistente profondo 350 metri.

Il futuro delle SCUDERIE DE MONTEL: Milano diventerà una città termale

«Stiamo procedendo proprio in questi giorni con la pulizia dell’area e con i rilievi necessari», ha spiegato l’architetto Giancarlo Marzorati, titolare del progetto “Teatro alle Terme” vincitore del bando comunale.
Le notizie apparse nei giorni scorsi su alcuni siti internet che davano tutto per fermo sono, quindi, smentite: «Non c’è niente di anomalo nelle tempistiche – aggiunge Marzorati – ma le problematiche sono svariate, dalle condizioni in cui verte l’area, abbandonata da decenni, ai vincoli monumentali esistenti, che necessitano di un confronto costante con la Soprintendenza per le Belle Arti e l’Area Pianificazione Urbanistica Generale del Comune di Milano».

Le scuderie di lusso del banchiere De Montel

Fu il banchiere Giuseppe De Montel a voler costruire il complesso di lussuose scuderie che oggi si intravede sotto gli edifici fatiscenti, per anni – dopo lo splendore – teatro di degrado e occupazione abusiva.

Prima della Seconda Guerra Mondiale, la zona di San Siro era costellata di scuderie e allevamenti di cavalli pensati sul modello “ippico” di Chantilly in Francia e Newmarket in Inghilterra. Ma con il Fascismo De Montel, a causa delle sue origini, fu costretto a vendere le scuderie che ospitavano i cavalli della borghesia meneghina.

L’area fu inizialmente data alle Pie Opere Missionarie, che la affittarono ad altre scuderie e allenatori.
Nel 1983, la società Ilaria del Gruppo Ligresti, divenuta nel frattempo proprietaria, cedette l’immobile al Comune di Milano per far tornare i conti con gli oneri di urbanizzazione per la lottizzazione del condominio del Cavallino costruito in via Fetonte. Quattro anni più tardi, Ligresti tornò sui suoi passi e chiese la concessione della scuderia per trasformarla in una club house per gli inquilini dei palazzi da lui costruiti. Ma non gli fu concesso.

Altri progetti, avanzati nel tempo, naufragarono uno dopo l’altro: il Gruppo Verde San Siro voleva il restauro delle scuderie per farne un centro culturale aperto alla cittadinanza, il WWF un centro di ippoterapia, l’architetto Giovanna Franco Repellini, nel 2005, presentò un progetto per la costruzione di un centro termale e, nel 2018, gli studenti dell’Istituto Europeo Leopardi di Milano, vinsero il Torneo del Paesaggio del Fai con un disegno che prevedeva scuderie, pista di allenamento, museo dell’ippica e del cavallo, centro medico, ristorante e pet therapy.
Il gioiello Liberty si è trasformato così, negli anni, in un rifugio per senzatetto e sbandati.

Rispetto del patrimonio storico-artistico ed effetti suggestivi nel progetto di Marzorati

scuderie de montelAlcuni mesi fa, il nuovo bando è stato vinto dallo Studio Marzorati Architettura – S+J srl. «La fattibilità del progetto è garantita dal sostegno di un’impresa privata», spiega l’architetto Marzorati. «Attualmente, su un terreno di 16mila e 200 metri quadrati, vi sono due edifici storici su cui sono ancora visibili dettagli artistici dell’epoca. La nostra intenzione è quella di mantenere religiosamente l’architettura delle costruzioni originarie, con piccoli adattamenti necessari per la destinazione di utilizzo. Nei vari sopralluoghi, abbiamo anche scoperto un edificio che probabilmente costituiva l’abitazione del custode e un’area di pertinenza con un sontuoso affaccio su via Fetonte. Nel progetto, abbiamo pensato di utilizzare il parco oltre all’edificio principale, quello a forma trapezoidale, per costruire un anfiteatro dove l’acqua scorrerà sulla cavea, sfruttando il dislivello dei gradoni, per creare un effetto di grande suggestione».

scuderie de montel
Per la realizzazione delle terme ci vorranno un paio d’anni.

 

VALENTINA SCHENONE

 

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C’era una volta il VILLAGGIO DEGLI SPAZZINI di Milano

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borgo degli spazzini

Forse non sapevi che uscendo da Milano in direzione Nord Est, passato il cavalcavia della Ferrovia di Piazza Sire Raul, sulla destra di Via Palmanova sorgeva un secolo fa il Borgo degli Spazzini.

La storia del VILLAGGIO DEGLI SPAZZINI di Milano

Questa zona in cui c’era il Borgo delle Rottole fu annessa al Comune di Milano nel 1873. Si nota tuttora la Chiesa di San Carlo alle Rottole, un edificio bianco in mezzo a palazzoni degli anni 50.

Nei primi del 1900 il servizio di pulizia urbana venne assunto direttamente dal Comune, con il sistema detto in economia: personale ed attrezzi erano messi a disposizione e pagati dal Comune, mentre i cavalli e conducenti erano forniti da appaltatori. Allo stesso tempo il Comune adibì a deposito dell’immondizia una zona adiacente al Borgo delle Rottole.

borgo degli spazziniQuesti spazzini (ruee in dialetto milanese) erano per lo più brianzoli perché in Brianza non c’erano grandi quantità di “materiale organico” per la concimazione dei terreni. Era quindi tradizione secolare che molti agricoltori brianzoli venissero a Milano per procurarsi gli scarti alimentari. I ruee percorrevano al mattino presto tutta la città con carretti a mano o tirati da un asino e con la gerla in spalla entrando in tutti i cortili.

Naturalmente avevano bisogno di un luogo in cui abitare, per cui la zona si riempì di baracche, che presero il nome di «Villaggio degli spazzini». Si calcola che ci fossero fino a 700 spazzini con le rispettive famiglie, dunque in totale qualche migliaio di persone.

Il villaggio di baracche è esistito fino al 1929, quando nello stesso luogo venne costruito un grande impianto comunale dedicato alla cernita, sia manuale che meccanica, dei rifiuti domestici che funzionò sino al 1964.

LUCA SVALUTO

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Non è un sogno

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Al Cinema Beltrade vi attende un film di Giovanni Cioni,un film nel film, con rimandi alla storia del cinema italiano!

Non è un sogno,è un film molto particolare.

Ma di che si tratta?

Siamo in un film nel film, sviluppato intorno alle prove di alcuni dialoghi fra Totò e Ninetto Davoli in Che cosa sono le nuvole? di Pasolini e frammenti di La Vita è sogno di Calderon de Barca. Queste prove interpretate, ripetute, con i ciak, da detenuti di un carcere, diventano gli innesti di racconti di sogni, storie di vita, alcune terribili, tra cui quella di Domenico, ragazzo ergastolano.

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SCENE della Milano di un tempo che vorremmo rivivere

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La Belle Epoque (Film)
La Belle Epoque (Film)

La Belle Epoque  è un film francese che si basa su un’idea curiosa: un’agenzia specializzata nel fare rivivere epoche storiche o momenti del passato vissuti dal cliente. C’è chi si ritrova nella Germania di Hitler, nella Francia prerivoluzionaria oppure chi rivive il primo incontro con la donna amata nella Lione del 1974.
Dopo aver visto il film ci siamo chiesti: quali potrebbero essere i momenti del passato di Milano che ci piacerebbe rivivere?

SCENE della Milano di un tempo che vorremmo rivivere

Passeggiare a Milano con i navigli scoperti

credits: beic.it

Sentirsi come Casanova quando descriveva Milano come una seconda Venezia e capire se davvero avrebbe senso battersi per rifarli come erano un tempo.

Una serata al New Magazine (primi anni ’90)

In viale Umbria si scendono le scale e ci si ritrova in un’ampia sala con dei tavolini con sopra un telefono e un numero ben visibile. Ci si accomoda, si guarda chi c’è negli altri tavoli e se si vede qualcuno di interessante si chiama da un tavolo all’altro. Oppure si attende che qualcuno ci chiami. Primo locale di Milano spazzato via da internet.

Un giorno nella Milano delle cabine telefoniche

Niente cellulari. Darsi appuntamento davanti alla porta del Duomo. Fare la coda davanti a una cabina per telefonare all’amata, sperando che non sia il padre a rispondere.

Via fiori chiari prima della legge Merlin

Ritrovarsi nella Pigalle di Milano, nella Brera a luci rosse dove al posto del Louisiana c’era un bordello, dove da ogni palazzo splendide ragazze adescavano i viandanti. Perdersi nelle stradine confrontando cosa c’era allora al posto dei locali di oggi.

Vivere le 5 giornate

Poter assistere al momento storico in cui la palla di cannone si conficca nel palazzo di Porta Romana 3. Ritrovarsi tra le file dei rivoltosi, spiegando loro che è tutto inutile, che alla fine i Savoia ci avrebbero fregato e riconsegnato la Milano liberata agli stranieri.

Partecipare a una festa a casa del diavolo

Nella Milano falcidiata dalla peste, mescolarsi ai nobili del tempo che con le loro carrozze si recavano alla casa del Diavolo in porta Romana per vivere le sue feste leggendarie.

La nascita del Panettone

Assistere nella cucina di Ludovico il Moro al momento in cui venne sbagliato l’impasto che fece nascere il panettone.

Il quattordicesimo apostolo

Andare a trovare Leonardo che fa il murales più celebre del mondo.

Alle Varesine

luna park delle varesine
luna park delle varesine

Visitare il Luna Park delle Varesine, la mecca degli adolescenti degli anni settanta e ottanta, vivere l’ebbrezza delle montagne russe che si innalzavano a fatica dove oggi si elevano i grattacieli.

La nevicata dell’85

Una delle giornate più incredibili dell’ultimo mezzo secolo di Milano. La città ricoperta da oltre un metro di neve, le auto che slittano, gli autobus che non riescono a ripartire senza spinta, la gente che scia sul Montestella.

La vittoria della coppa campioni dell’Inter a San Siro

La prima storica vittoria dell’Inter nella finale della coppa campioni giocata a San Siro contro il Benfica. L’alternativa per i milanisti: ritrovarsi sugli spalti del Meazza il 19 aprile 1989 a rivivere il 5 a 0 contro il Real Madrid in semifinale di Coppa Campioni in un periodo in cui l’Inter non vinceva niente.

MILANO CITTA’ STATO

Perché Milano città stato (far diventare Milano una città regione)?
1. Per avere un solo POTERE sul territorio e nei rapporti con Roma (invece che comune, città metropolitana e regione con confusione di competenze e responsabilità)
2. Per avere una gestione diretta delle RISORSE per risolvere i problemi di Milano
(Invece che dover sempre chiedere a regione o stato le risorse per realizzare qualcosa di strutturale sul territorio) e gestire direttamente i fondi europei (riuscendo anche a farsene assegnare di più)
3. Per avere un MODELLO per consentire a Milano di rilanciare il Paese (diventando un laboratorio di sperimentazione con autonomia di decisioni e possibilità di legiferare norme più efficienti).

 

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Scendiamo a Nissan o a Dazn? Le 5 (+1) fermate sponsorizzate della METRO

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Fermate metro brandizzate
Fermate metro brandizzate

Le maglie strette del bilancio del Comune di Milano impongono di trovare soluzioni creative rispetto alle entrate della biglietteria e ai trasferimenti regionali e statali, questi ultimi in calo costante negli ultimi anni.

La modalità scelta per aumentare i flussi finanziari è ricaduta da qualche anno sulla sponsorizzazione di alcune fermate della metropolitana, in particolare quella dell’ultima nata, la M5.

Da Prysmiam Group a Dazn

Stazione Nissan Garibaldi
Credits: wired.it – Stazione Nissan Garibaldi

Sono 5 le fermate sponsorizzate che hanno subito un renamingsia all’interno della stazione che sulla mappa, oltre ad aver tappezzato di pubblicità la fermata stessa.
Al momento, delle 19 fermate, ci sono:
#1 Ponale con Prysmian spa (scadenza nel 2023)
#2 Garibaldi con Nissan Italia spa (in attesa di rinnovo o cambio partner)
#3 Cenisio con Banca Widiba (fino al 2020)
#4 Segesta con Irccs Istituto ortopedico Galeazzi (fino al 2020)
#5 San Siro Stadio Dazn (fino al 2021).

L’unicum della fermata Tre Torri

Stazione Tre torri
Credits: well360.it – Stazione Tre torri

C’è poi un ulteriore caso che però rappresenta un unicum: la fermata Tre Torri, da cui il Comune incassa di più grazie a due generosi inquilini dei grattacieli soprastanti.
La fermata Tre Torri infatti è sponsorizzata da Generali e Allianz che, appunto senza cambiarne la denominazione, avranno l’esclusiva degli spazi pubblicitari, corrispondendo a M5 S.p.A. e al Comune di Milano un totale di 5 milioni di euro suddivisi su un periodo di 10 anni, fino al 2026.

FABIO MARCOMIN

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Black Friday Harley Davidson

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Con il Black Friday gli affari sono sempre più allettanti…ad esempio: se hai una moto, una Harley Davidson potremmo avere il posto giusto per te.

Vai in Viale Certosa, cerca il civico 253 ed entra nel negozio di Harley-Davidson!

In questa giornata come questa, avrai il 25% di sconto su tutto l’abbigliamento e merchandising!

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CIRCLE LINE: tutta la verità sul progetto più sognato dai milanesi

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Ipotesi delle 3 Circle line
Ipotesi delle 3 Circle line

Il sistema di trasporti milanese è il più capillare tra tutte le città italiane e compete a livello europeo per numero di km della rete metropolitana e per quantità di linee tranviarie, offrendo una discreta intermodalità. Ma c’è una nota stonata.

CIRCLE LINE: tutta la verità sul progetto più sognato dai milanesi

Il gap principale con le altre metropoli internazionali risiede nel fatto che le linee sotterranee e quelle ferroviarie non garantiscono un interscambio circolare con linee radiali ai pendolari che entrano in centro città dalle stazioni più periferiche delle diverse linee.

Le Circle Line in Europa

Esclusa la futura “semi Circle Line” sul tracciato della linea S9, che vedrà appunto scoperto un quadrante della città, ad ovest, Milano non ha altre ipotesi o progetti in essere per la costruzione di tracciati circolari a cadenza metropolitana. In Europa invece esistono da anni, vediamone alcune.

#1 LONDRA

Mappa Circle Line di Londra
Credits: wikipedia.org – Mappa Circle Line di Londra

A Londra la “Circle Line” esiste nella sua estensione definitiva dal 1905 e ha un percorso a forma di spirale da Hammersmith a Edgware Road. La linea scorre in sotterranea nella parte centrale e le gallerie ferroviarie sono appena sotto la superficie e di dimensioni simili a quelle delle linee principali britanniche.
La sua lunghezza è di 27 km per 36 stazioni, di cui quasi tutte offrono interscambi con la linea ferroviaria principale, e condivide il tracciato con altre linee, amplificando così l’effetto rete.

#2 PARIGI

Mappa Metropolitana di Parigi
Credits: wikipedia.org – Mappa Metropolitana di Parigi

La stessa funzione della “Circle Line” londinese è replicata a Parigi tramite le linee 2 e 6 che, sulla falsa riga della nostre linee filoviarie 90-91, compiono due semicerchi incontrandosi ai due capolinea per intercettare tutte le altre linee metropolitane radiali e tranviarie della città. In totale sono 26 km di linea per 53 fermate.
La differenza con Milano sta nel numero di passeggeri trasportati e nella frequenza di passaggio: grazie a treni al posto di autobus e senza il problema del traffico stradale, le linee della Ville Lumière sono di un’altra categoria.

Progetto Grand Paris, Linea 15
Credits: wikipedia.org – Progetto Grand Paris Express, Linea 15

Un progetto in costruzione è il Grand Paris Express ovvero quattro linee di metropolitana automatica regionale ad anello attorno a Parigi, oltre al prolungamento di due linee di metropolitana esistenti, che raggiungeranno una estensione totale di 200 km nel 2030.

In particolare la linea 15, esterna al comune parigino, garantirà un rapido spostamento circolare tra tutte linee entranti dall’area metropolitana e consentirà di raggiungere pendolari all’esterno della regione metropolitana grazie all’interconessione con le altre linee circolari del progetto, la 16 e la 18.

#3 MOSCA

Nella città natale di Dostoevskij ci sono due linee circolari, una più centrale e una più periferica.

  • La linea 5 (il cerchio di colore marrone nell’immagine sotto) è la prima linea circolare della metropolitana di Mosca, aperta nel 1954 intorno al centro città, che intercetta le linee radiali della città per una lunghezza di 19,4 km con 12 stazioni e una frequenza di 90″ come tutte linee della capitale.
Mappa metro Mosca
Credits: wikipedia.org – Mappa metro Mosca

L’Anello centrale di Mosca, la linea numero 14, è la seconda linea circolare della metropolitana della capitale russa e comprende i quartieri centrali e della prima periferia, ad una distanza media di 4/5 km più esterna rispetto alla linea 5, correndo sul percorso del piccolo anello ferroviario di Mosca, una ferrovia a binario singolo costruita in epoca zarista (1902-1908) ricostruita a doppio binario assieme alle vecchie stazioni presenti sulla linea tra il 2012 e il 2016.

Anello Centrale linea 14
Credits: wikipedia.org – Anello Centrale linea 14

Tra le altre Circle Line esistenti, famosa la Sbahn (S41 in un senso, S42 nel senso opposto) di Berlino, oltre a quella di Madrid.

La situazione Circle Line a Milano: il progetto approvato e le sue lacune

Circle line Milano
Credits: Urbanfile – Circle line Milano

La linea angolare in fase di realizzazione in città prevede l’aggiunta di altre 6 fermate (Tibaldi, Porta Romana in realtà spostata dall’attuale posizione per incrociare M3, Istria con M5, Dergano con M3, Stephenson e MIND-Cascina Merlata) alle 6 esistenti (San Cristoforo, Romolo, Forlanini, Lambrate, Certosa, Rho Fiera) con una rifunzionalizzazione del tracciato ferroviario su cui transita la linea suburbana S9, l’acquisto di 20 treni dedicati e una cadenza di 15′, quindi non una frequenza da linea metropolitana.

Indubbiamente una bassa frequenza è un fattore determinante per renderlo un servizio efficiente e utilizzato, problema risolvibile con l’acquisto di più treni, mentre il ridotto numero di stazioni e la mancanza di tracciato nel quadrante ovest di Milano sono due elementi che lo rendono un progetto deficitario.

Il progetto che ci vorrebbe per chiudere il cerchio

Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 - Progetto Circle line
Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 – Progetto Circle Line
Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 - Progetto Circle line
Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 – Progetto Circle line

Per questo sarebbe necessaria una vera linea metropolitana circolare, sempre su parte del percorso della linea S9, ma con 36 fermate chiudendo l’anello ad ovest come nel progetto in alto nelle due immagini, una linea alla pari di Londra, Parigi e Mosca.

Circle Line una e trina: 90/91 e tangenziale

Ipotesi delle 3 circle line
Ipotesi delle 3 circle line

Per fare un salto di qualità, oltre a prevedere di trasformare la circolare filoviaria 90-91 in una vera linea di forza con corsie totalmente preferenziali e asservimento semaforico, il percorso ideale dovrebbe seguire quello di una se non entrambe le tangenziali:

  • Interna: seguendo il percorso delle tangenziali nord, est e ovest.
  • Esterna: seguendo il percorso della TEEM e della superstrada che sostituisce il progetto della TOEM.

L’immagine in alto serve a delimitare in maniera spannometrica le tre Circle Line, esclusa quella filoviaria, per approfondimenti ne abbiamo parlato qui.

Leggi anche:
Il TRIANGOLO D’ORO: ci vuole una linea rapida degli aeroporti milanesi

La verità che nessuno vuol sentire

La visione è tanto più trasferibile in qualcosa di reale se si hanno competenze, poteri e risorse per attuarla, cosa che il Comune di Milano oggi non ha.

La città deve raccogliere la sfida, diventando una metropoli autentica, e per farlo deve ragionare come tale, chiedendo di poter gestire direttamente il territorio che le compete.

Non sono di certo i confini amministrativi il metro per determinare la giusta area di controllo in capo a Milano, ma il flusso di persone che ogni giorno viaggia all’interno del territorio metropolitano per studio, lavoro o turismo.
In quest’ottica il trasporto pubblico di massa è uno dei primi tavoli in cui Milano dovrebbe agire, perché ha una ricaduta su almeno 5 milioni di persone, in particolare sulla loro qualità della vita in riferimento a comfort del viaggio, sicurezza del servizio, stress e inquinamento.

Il caso della Circle Line è emblematico: un’infrastruttura propugnata come rivoluzionaria non è altro che una linea già esistente a cui verranno aggiunte delle fermate, nessuna visione e progettualità, solo migliorie ad un servizio esistente.
Inoltre non è previsto altro nemmeno sulla carta per i prossimi 30 anni.

L’organismo della Città Metropolitana e dell’Agenzia di Bacino dei Trasporti di Milano, Monza, Lodi e Pavia, oltre ad aver implementato il nuovo sistema tariffario insieme al capoluogo e ai comuni metropolitani, non hanno un piano di sviluppo trasportistico visionario per mancanza di competenze e risorse.
In aggiunta, il giorno 26 Novembre, la Regione Lombardia ha approvato una legge che toglie a Milano (Comune + Città Metropolitana) la maggioranza dell’Agenzia di Bacino dei Trasporti.

Il rimedio a questa situazione di sovrapposizione di organi politici e di centralismo di poteri rimane l’autonomia, che non significa dare più poteri alla Città Metropolitana mantenendolo organo intermedio, ma lasciare un unico ente tra Stato e cittadini.
Il referendum è lo strumento per attuare tutto questo, a beneficio dei cittadini e dei pendolari, ed è previsto dalla nostra carta costituzionale, perché aspettare ancora?

Continua la lettura con: La GRONDA NORD e le altre METROTRANVIE che ruoteranno attorno a Milano

FABIO MARCOMIN

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Un Black Friday appetitoso!

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Quando si parla di Black Friday si pensa sempre ad articolo di elettronica, a vestiti, scarpe e via dicendo… eppure, il Black Friday è molto di più!

Ad esempio, da La MIA gastronoMIA il Black Friday riguarda tutti i piatti del giorno!

Avete sentito bene, solo per oggi, tutti i piatti del giorno costeranno solo 5 Euro! E quindi lasciate stare quelle scarpe e quelle casse per la musica, fate scorta di primi piatti!

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9 idee per una giornata FUORI MILANO

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Stanchi della città? Avete voglia di immergervi in una realtà diversa per un giorno? Ecco alcune idee che abbiamo pensato per voi.

9 idee per una giornata FUORI MILANO

#1 Valtellina

Credits: Hotel Alù - Bagni Vecchi terme QC Bormio
Credits: Hotel Alù – Bagni Vecchi terme QC Bormio

Che sia inverno o estate, sarà la Valtellina la vera protagonista di una giornata diversa dal solito. Se siete sportivi, potete percorrere il Sentiero Valtellina, la pista ciclabile immersa nel verde, lungo il fiume Adda; lunga 114 km, collega Bormio a Colico, entrambe comodamente raggiungibili da Milano in treno.

Se invece puntate a un percorso enogastronomico, non avrete che l’imbarazzo della scelta: pizzoccheri, sciatt e taroz fatti in casa come una volta accompagnati dalla bresaola e da un buon bicchiere di rosso vengono serviti nella maggior parte degli agriturismo della zona. Se nevica, è possibile raggiungere una delle numerose piste presenti nelle diverse località. Se invece il vostro obiettivo è il relax, saranno le terme di Bormio a fare al caso vostro. Sollazzarvi in una piscina calda avvolta dalla neve e con un panorama mozzafiato vi farà sentire in paradiso. 

#2 Lago di Como

lago como, milano
lago como, milano

In primavera, consigliatissimo è un giro sul Lago di Como.

Per una fuga in due, la destinazione ideale è Varenna, con la sua romantica passeggiata lungo il lago per ammirare il piccolo borgo e le sue case variopinte, da cui si può scorgere anche il castello di Vezio; in alternativa, si può optare per l’Orrido di Bellano, una spettacolare gola naturale creata dal fiume, percorribile grazie a passerelle sospese fissate ad una delle pareti di roccia del canyon.

#3 Genova

lanterna sul naviglio, milano
lanterna

Un giorno di mare? È possibile! In auto o in treno, in poco tempo sarete a Genova o sdraiati su una delle suggestive spiagge dei tanti gioielli della riviera, dove potrete godervi sole e sabbia. Per prendere una boccata d’aria, vi basterà anche solo fare un giro in centro, tra antichi palazzi e vicoli, godendo di un piatto di trofie al pesto, e visitando il famoso acquario.

Genova è nella musica, ma anche tanto nella vita dell’apprezzato cantautore De Andrè. Tra i profumi ed i sapori dei portici di Sottoripa, tra friggitorie e drogherie storiche dove si può ancora assaporare “A cimma”, la tradizionale pietanza a base di carne di vitello e verdure, alla quale dedicò una canzone in dialetto.

Boccadasse, il cui nome deriva dalla sua forma vista dall’alto di bocca d’asino, è un incantevole quartiere marinaro al termine del lungomare della Foce, adorno di reti stese ad asciugare e barchette parcheggiate sulla terra ferma: vi sembrerà di essere tornati indietro nel tempo.

#4 Lago d’orta

orta san giulio
orta san giulio

Il Lago d’Orta, in Piemonte, è caratterizzato dall’atmosfera ovatta che si respira passeggiando nel borgo, concedendosi una pausa cappuccino o uno Spritz sul lago. D’obbligo è una visita alla vicina isola di San Giulio, dove potete cenare e godervi il tramonto sull’acqua.

#5 Bergamo Alta

bergamo

Una piccola chicca forse un po’ sconosciuta e sottovalutata, è il borgo medioevale di Bergamo Alta, un piccolo centro storico da girare interamente a piedi e raggiungibile con la funicolare dal centro della città.

#6 Oasi Zegna

Credits: Oasi Zegna
Credits: Oasi Zegna

Nell’Oasi Zegna, in Piemonte, il foliage è uno degli spettacoli più affascinanti che offra la natura. Una sorta di arcobaleno autunnale che sparge sui sentieri le sue tinte poetiche. Una magia che si può vivere partecipando ai tanti eventi organizzati o semplicemente passeggiando in libertà e fermandosi, magari, ad assaggiare la gastronomia locale in una delle strutture presenti nel parco naturale di Trivero Valdilana.

#7 Gardaland

Gardaland! A Castelnuovo del Garda un fiume di fantasia, adrenalina e avventura per grandi e piccini! Il parco divertimenti più grande d’Italia offre un’ampia scelta tra 37 diverse attrazioni; troverete sicuramente quella più adatta a voi! 

#8 Mantova

Magica e misteriosa, andare a Mantova. Più che visitarla, viverla; addentrarsi nei suoi palazzi e perdersi tra vicoli e vicoletti, fermarsi in un’osteria ed assaporare la raffinata cucina del suo ricco passato. Ascoltare la sua storia ricca di misticismo e magia, dagli Etruschi a un fastoso Rinascimento. Piccola e ben disegnata, la città dei Gonzaga è innanzitutto un’originale miscellanea di storia ed arte, tra cui il magnifico Palazzo Te, con la sua spettacolare sala dei giganti. 

Tra le esperienze più originali c’è la gita sull’acqua, resa ancora più magico dalla fioritura dei fiori di loto lungo il fiume Mincio nel periodo estivo tra luglio e agosto. Tutto intorno l’aria si riempie di un meraviglioso profumo, un incanto per gli occhi veder fiorire questo fiore vagabondo che ama spaziare nell’acqua.

#9 Città dei balocchi (Como)

Assolutamente da non perdere,nel periodo che va da novembre a gennaio, la Città dei Balocchi, a Como. Un’opportunità unica per godersi l’atmosfera natalizia ed essere catapultati in un mondo magico, tra mercatini di Natale, proiezioni colorate sui palazzi, giostre e musica ovunque, sembra di essere proprio in quello splendido luogo immaginario descritto da Collodi. 

 

ALESSIA TARABINI

 

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Le 5 migliori BIRRERIE ARTIGIANALI a Milano

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In maniera non dissimile da quanto avviene in Nordamerica, soprattutto in California, anche Milano ha le sue brave birrerie artigianali, generalmente caratterizzate da un approccio che premia l’entusiasmo e la qualità.
Ultimamente, sia i termini italiani birreria artigianale e birra artigianale che i loro omologhi inglesi craft beer e craft brewery vengono utilizzati indifferentemente.

Le 5 migliori BIRRERIE ARTIGIANALI a Milano

Birrificio Baladin


Per quanto riguarda il fenomeno delle birrerie artigianali a Milano, l’esplosione di questo fenomeno si è avuta nel corso degli ultimi 10 anni. Fa eccezione il Birrificio Baladin, nato a Cuneo nel 1986 e che nel 2019 ha prodotto una birra ispirata a quelle belga d’abbazia. Il Birrificio Baladin è stato il primo a focalizzare la sua produzione sulla qualità, scegliendo le materie prime, i batteri per la fermentazione e addirittura costruendo un sistema di tubi specifici, detto in gergo “birrodotto” per il trasporto della produzione senza alterarne la qualità. Via Solferino 56 (Municipio 1). 

Birrificio Lambrate

Importante anche il Birrificio Lambrate, che, dal 1996, serve una varietà di birre artigianali. Oltre alla gradazione, che va dai 5° agli 8°, il Birrificio Lambrate ne serve diverse varietà, dalle chiare alle rosse, tutte con nomi suggestivi, da Gaina a Ligera, da Ghisa a Quarantot. Via Camillo Golgi, 60 (Municipio 3)

Birrerie BQ

Interno birreria bq

Risulta interessante anche una sorta di mini-franchising, quello delle birrerie BQ, di recentissima fondazione, che organizza anche degustazioni ed eventi, ben integrando la dimensione della cerevisia con quella culturale. Piazzale Arduino 5 (Municipio 7), Alzaia Naviglio Grande 44 (Municipio 6)

Birrificio Belgrano

Risale invece al 2014 la fondazione del Birrificio Belgrano, in zona Città Studi. Il nome si ispira a un generale argentino (il Generale Belgrano, appunto) in onore del nonno di uno dei fondatori del birrificio, che era argentino.
Tutte le birre di questo birrificio, come avviene ormai nella totalità di questi casi, si ispirano a (o sono varianti di) tipologie quali la Weiss, la Stout o la Pale Ale. Oltre al canonico shop, il sito del Birrificio contiene una serie di ricette da accompagnare a (o a base di) birre particolari, come pure la possibilità di proporre le loro birre all’interno di altri locali. Da ultimo, è stata presa anche la decisione di utilizzare il crowdfunding per far crescere la struttura. Via Giovanni Pacini 66 (Municipio 3)

Navigli Craft Beer

I Navigli ospitano anche il Birrificio Navigli Craft Beer, di recentissima fondazione (2018), che, oltre a produrre la propria birra, “ospita” e supporta le craft beer più promettenti.

Come sovente avviene a Milano, la dimensione conviviale e quella culturale vanno efficacemente a braccetto. Alzaia Naviglio Grande 44 (Municipio 5).

 

ANTONIO ENRICO BUONOCORE

 

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