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La STAZIONE più BELLA d’EUROPA diventa HOTEL di LUSSO

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Credits: itagnol.com Canfranc

Testimone di un pezzo di storia da non dimenticare, ma neanche da replicare, oggetto di leggende di ogni genere, in Europa c’è una stazione, quella che voleva essere la più bella d’Europa, che si prepara a trasformarsi.

La STAZIONE più BELLA d’EUROPA diventa HOTEL di LUSSO

# Canfranc “il Titanic delle montagne”

Credits: turismodearagon.com
Canfranc

Stiamo parlando della stazione di Canfranc, nel comune Huesca in Aragona. A circa 1000 metri sopra il livello del mare, la ferrovia è conosciuta come il “Titanic delle montagne”, il mausoleo dei Pirenei. La stazione, abbandonata ormai da poco più di cinquant’anni, è stata testimone di alcuni episodi della Seconda Guerra Mondiale. Episodi certamente esagerati da dicerie e leggende, ma che trovano un fondo di verità nelle fonti storiche.

Canfranc è stata infatti usata dal regime franchista come luogo di scambio di tungsteno, materiale necessario per la costruzione di carri armati, con oro nazista. Ma non solo, si dice che fu via di fuga per gli ebrei durante le persecuzioni francesi a Vichy. Storia non accertata, ma sembrerebbe che comunque alcuni ebrei la usarono come passaggio per scappare. Una stazione quindi ricca di storia, ma una storia che non è bastata a valorizzarla e rendere la stazione abbastanza importante da non essere abbandonata. Luogo ora anche in parte turistico per la sua archeologia industriale, quest’anno la stazione si prepara a trasformarsi in un hotel di lusso.

# Il passo da stazione ad hotel

Credits: tag43.it
interno vecchia stazione Canfranc

El Canfranc fu costruita per eguagliare le grandi cattedrali ferroviarie europee. Ideata già nel 1853, fu realizzata solamente nel 1928 e abbandonata poco più di 50 anni dopo. Doveva diventare una delle stazioni più belle d’Europa, non c’era riuscita, ma forse ci riuscirà ora. Con un investimento di 27 milioni di euro, di cui 12 finanziati dallo stato, la stazione sarà trasformata in un albergo lussuoso da 124 camere. I lavori dovrebbero terminare l’anno prossimo. I

l nuovo hotel manterrà pressoché la facciata della stazione con le sue 365 finestre e la banchina lunga 200 metri, mentre l’interno cambierà di molto. Si costruirà un centro congressi da 200 posti, un museo ferroviario, negozi e un rifugio per i pellegrini impegnati nel cammino di Santiago de Compostela.

# Il sogno del collegamento con la Francia

Credits: pinterest.com
Canfranc

Ma come riporta tag43.it il progetto per la riqualificazione di Canfranc non termina qui. Perché se la vecchia stazione sarà riammodernata ad hotel, la regione vuole provare a riaprire lo scambio con la Francia che aveva reso, ai tempi, la stazione tanto importante. Davanti a quello che sarà il nuovo hotel, è stata infatti realizzata una nuova stazione che, per ora, è il capolinea della tratta per Saragozza, ma che spera di riaprire il collegamento internazionale. L’idea è quella di riattivare il tunnel del Somport così da collegare Saragozza a Canfranc a Pau, Francia.

Continua la lettura con: Tra le più belle d’Europa c’è anche una STAZIONE ITALIANA. Ma non è quella che pensate

BEATRICE BARAZZETTI

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I 10 POSTI più FOTOGRAFATI d’Italia

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Credits charlottemsx IG - Valle dei Templi

L’Italia è uno dei paesi più belli del mondo, con migliaia di attrazioni storiche e naturalistiche, ma quali sono i 10 luoghi più fotografati? Vediamo questa selezione fatta dal portale “Destinazione Vacanze”. 

I 10 POSTI più FOTOGRAFATI d’Italia

#1 Il Lago di Braies in Trentino Alto Adige, il lago alpino più bello del mondo

Credits: @lago_di_braies IG

Il Trentino-Alto Adige custodisce un gioiello naturale senza eguali: il lago di Braies, a circa 97 chilometri da Bolzano ed a 1.496 m s.l.m., nell’omonima Val di Braies. Migliaia di foto vengono fatte ogni anno a questo meraviglia lacustre delle Alpi dai colori sorprendenti, dal verde al blu passando per l’azzurro, mutevoli e cangianti a seconda della stagione, del meteo e degli orari della giornata. A detta di molti è il lago alpino più bello del mondo.

 

Leggi anche: Il LAGO ALPINO più bello del mondo è a 3 ORE da MILANO

#2 Venezia, la città dell’amore

credit: gamberorosso.it

Venezia è per tutti la città dell’amore, la città più romantica, una storia millenaria sospesa sull’acqua. La città dei canali è senza dubbio è uno dei luoghi più fotografati d’Italia: il Ponte dei Sospiri, il Canal Grande, Piazza San Marco con la sua Basilica, la Libreria Acqua Alta oppure le casette dagli irresistibili colori pastello di isole come Murano e Burano.

 

Leggi anche: Il BORGO laboratorio di PECCIOLI va a VENEZIA per stupire il MONDO

#3 Il Naviglio Grande a Milano, il luogo più caratteristico e vitale della città

Credits: milanopocket.it – Naviglio Grande

Il Naviglio Grande è certamente tra i luoghi più amati e fotografati di Milano, soprattutto quando è avvolto dalle luci del tramonto e sulle sue acque si riverberano le luci della città, delle case e del cielo infuocato. Forse il luogo più caratteristico e vitale della città, che conserva ancora il fascino della Milano di un tempo.

 

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#4 Il tempio del Valadier nelle Marche, un santuario incastonato tra le rocce

Credits ivanvici IG – Tempio del Valadier

Il Tempio del Valadier è di sicuro una delle architetture da ammirare almeno una volta nella vita. Situato in località Genga, in provincia di Ancona, è un santuario incastonato come una perla all’interno di un minerale, dalla caratteristica forma ottagonale di stampo neoclassico. Realizzato nel 1828 su disegno dell’architetto Giuseppe Valadier per volontà di Papa Leone XII, anche se alcune ricerche più recenti mettono in discussione la storia della sua costruzione. Immerso nella natura straordinaria del Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, non è lontano dall’ingresso delle Grotte di Frasassi ed è adiacente all’Eremo di S. Maria Infra Saxa.

 

#5 Terme di Saturnia in Toscana, la Spa naturale più bella del mondo

Credits: viaggiare.mondo.info – Terme di Saturnia

In Toscana c’è un altro tra i luoghi più fotografati in Italia, sicuramente vanno menzionate le Cascate del Mulino delle Terme di Saturnia, con i loro inconfondibili scalini rocciosi ed il vapore che sale dalle loro acque tiepide. Le terme di Saturnia si trovano in un favoloso contesto naturalistico, riconosciute come la Spa naturale più bella del mondo. Un luogo incantevole e famoso in tutto il globo, situato nel comune di Manciano, di cui Saturnia è frazione, a pochi chilometri dal borgo.

 

Leggi anche: Questo è il BORGO più ANTICO d’ITALIA

#6 Il Gianicolo a Roma, una delle vedute sulla Città Eterna più indimenticabili

Credits: annascrigni.com
colle gianicolo

Il Gianicolo è uno dei colli romani più famosi, sulla riva destra del Tevere, e che regala a tutti i suoi avventori una delle vedute sulla Città Eterna più indimenticabili. Oltre ad ammirare e fotografare il tramonto sui tetti della capitale non perdetevi il cannone che spara quotidianamente, a salve, per segnare il “mezzogiorno” a tutti i cittadini.

 

Leggi anche: Lo sapevate che… a Roma c’è un CANNONE che SPARA tutti i giorni?

#7 Cala Luna in Sardegna, una delle calette più stupefacenti d’Italia

Credits garinodaniela IG – Cala Luna

Raggiungibile via mare o tramite un piacevole ma impegnativo trekking, Cala Luna è una delle calette più stupefacenti d’Italia lungo le coste frastagliate della Sardegna. Una spiaggia a metà fra Baunei e Dorgali, nel golfo di Orosei, è amata per il suo mare cristallino e la sua sabbia bianca. Uno degli scatti più spettacolari si ottiene dalle grotte, da dove si può fotografare l’azzurro del cielo, il blu del mare e l’oro delle rocce e della spiaggia che si mescolano alla perfezione.

 

#8 Alberobello in Puglia, famoso per i trulli, le sue antiche case tradizionali di pietra

trulli-alberobello
trulli-alberobello

Alberobello è un località imperdibile, famosa per i trulli, le case tradizionali di pietra bianca che illuminano il paesaggio e che si distinguono l’una dalle altre dai tetti a cupola ciascuno adornato da un pinnacolo diverso. Situato al centro della Valle d’Itria e della Terra dei Trulli, nell’entroterra della Puglia, il paese è riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

 

#9 La valle dei Templi in Sicilia, uno dei siti archeologici più grandi al mondo

Credits charlottemsx IG – Valle dei Templi

La Valle dei Templi è uno dei luoghi più rappresentativi della civiltà greca classica e uno dei siti archeologici più grandi al mondo. Dal 1998 fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. Gli imponenti templi dedicati alle maggiori divinità elleniche, le antiche tombe ed il paesaggio tipico della Sicilia sono ideali per degli scatti da cartolina. I suoi celebri resti provengono dall’antica Akragas, il vecchio cuore della moderna Agrigento, e la prospettiva migliore è certamente quella che pone in primo piano la statua di Icaro caduto, dello scultore polacco Igor Mitoraj, e che guarda verso il Tempio della Concordia.

 

#10 Marzamemi, il colore della Sicilia

Credits: @simona.ciucci IG

Restando in Sicilia troviamo Marzamemi, una frazione del comune di Pachino in provincia di Siracusa, piccola perla del Sud Italia dove i tavolini e le sedie super colorate che contraddistinguono la sua piazza. Il suo significato in arabo è “piccolo porto”, proprio perché questa località ha da sempre rappresentato un punto d’approdo per tutte le navi che solcavano i mari della Trinacria. Ad appena 3 metri sopra il livello del mare, nella zona di Marzamemi si può ammirare anche la natura più spettacolare, dalle spiagge di sabbia fine e chiara, ai tratti di costa rocciosi.

 

Leggi anche: Un’ISOLA GRECA? No, siamo in ITALIA

Fonte: Destinazione Vacanze

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MILANO CITTA’ STATO

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I luoghi più STRANI del nostro PIANETA

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credits: @geomorphological_landscapes

L’essere umano, in genere, tende a cercare conferme in quello che già sa e conosce. È un’animale razionale. Eppure, la curiosità umana non ha limiti e spesso ci spinge a ricercare ciò che potrebbe sconvolgere tutto ciò che abbiamo sempre saputo. L’uomo è attratto da tutto ciò che è strano, inspiegabile, ciò che stupisce e meraviglia. Ma anche in questi casi, non si limita ad accettare le stranezze per quello che sono, ma cerca sempre di razionalizzarle, di trovarci una spiegazione logica.

Così, la rivista online SiViaggia, ci porta alla ricerca di tutti quei luoghi le cui stranezze hanno incuriosito l’essere umano e lo hanno portato a chiedersi “perché?”.

 

I luoghi più STRANI del nostro PIANETA

 

# La neve APPUNTITA del Cile e dell’Argentina

credits: @geomorphological_landscapes

Ci sono luoghi dove la natura crea cose meravigliose, ma al contempo lasciano perplessi. In alcune zone del Cile e dell’Argentina ci si può imbattere in cumuli di neve appuntita che possono raggiungere i 5 metri di altezza. Questo fenomeno, che prende il nome di “penitentes”, avviene nelle Ande Secche oltre i 4.000 metri, dove il clima freddo e secco delle montagne favoriscono la sublimazione della neve. Questo significa che la neve passa dallo stato solido a quello di vapore prima ancora di sciogliersi, prendendo la forma di una stalagmite. In genere sono di colore bianco, ma col passare del tempo assumono una colorazione nero-grigiastra per via delle radiazioni solari.

# La Terra ancora prima dell’uomo

credits: delphipages.live

Visitando Shark Bay, in Australia, ci si può fare un’idea su come poteva essere la Terra prima che l’uomo vi abitasse. Questo grazie alla presenza di cianobatteri o alghe azzurre presenti sul nostro pianeta da 3 milioni di anni e mezzo, proprio quando l’ossigeno sulla terra era circa dell’1%. In questo luogo si sono formati delle concrezioni calcaree, chiamate stromatoliti, dovuta all’attività di questi batteri, il cui compito era proprio quello di emettere ossigeno e rendere il nostro Pianeta abitabile. È possibile osservare questa particolare formazione di roccia anche in alcune zone della Sardegna centro-meridionale.

# La cattedrale di CRISTALLO messicana

credits: Siviaggia.it

In Messico, nella grotta di Naica, si può assistere ad un fenomeno unico nel suo genere. Sepolta sotto il deserto del Chihuahuan a più di 300 metri, c’è quella che viene chiamata la “Cattedrale di Cristallo”. Una formazione dovuta ai cristalli di selenite che, col tempo, si sono accumulati all’interno di questa cavità di piombo e gesso. La cava, in realtà una miniera attiva, contiene cristalli di selenite con più di un 1 metro di diametro, 15 metri di lunghezza e pesanti 55 tonnellate. Le condizioni di questa grotta, con una temperatura che raggiunge facilmente i 50° C e un’umidità del 90%, hanno permesso la cristallizzazione del minerale.

# I temporali INFINITI del Venezuela

credits: @marielpsz

Anche i temporali hanno il loro fascino. Fulmini e saette illuminano ad intermittenza il cielo plumbeo, lampi di luce nel cielo che creano un’atmosfera quasi pittoresca. In Venezuela, proprio sopra al lago di Maracaibo, si verifica un fenomeno atmosferico che concentra il maggior numero di temporali in questa zona, i quali di protraggono per più di 10 ore a notte per un totale di 160 notti all’anno. In spagnolo viene chiamato “relampago del Catatumbo”. I lampi sono visibili fino a 700 chilometri di distanza. Il meccanismo non è ancora chiaro, ma i Venezuelani assicurano: non è pericoloso.

 

# Il lago KILLER

credits: @sebseb.g

Il mondo è bello perché è vario. A volte, però, è anche piuttosto spaventoso. Tra il Camerun e il confine tra il Rwanda e la Repubblica Democratica del Congo si trovano ben 3 laghi capaci di uccidere a distanza, soprattutto se si è troppo vicini alla superficie. Si tratta dei laghi Nyos, il Monoun e il Kivu. Questo terribile fenomeno accade poiché al loro interno giacciono dei crateri vulcanici ancora attivi, il cui magma rilascia esalazioni di anidride carbonica mortali. Questo gas si va ad accumulare sulla superficie dell’acqua, rendendo l’ambiente estremamente inospitale e potenzialmente dannoso per la nostra salute.

FONTE: SiViaggia

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SELENE MANGIAROTTI

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Il PARCO URBANO CERVIA-MILANO MARITTIMA: il progetto per riconnettere uomo e natura

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Credits: ravenna24ore.it Rendering parco urbano Cervia Milano Marittima

Un progetto ambizioso, quello appena approvato per il nuovo Parco Urbano di Cervia-Milano Marittima, proposto da Alpina SPA di Milano e dai mandanti Daniele Durante_StudioBV36,  Diverserighestudio S.r.l., Agronomi Luca Fontanini e altri.

Il PARCO URBANO CERVIA-MILANO MARITTIMA: il progetto per riconnettere uomo e natura

L’obiettivo generale del progetto è quello di creare un bosco multi-fuzionale, le cui materie prime possano essere utilizzate con finalità produttive (legno, asparagi, pinoli, funghi), idrogeologiche (copertura arborea continua e stratificata), naturalistiche (alto contenuto di biodiversità), ricreative e paesaggistiche. Un parco in grado di contrastare, almeno in parte, gli effetti locali sui cambiamenti climatici. Quando? Con i 10 milioni di euro disponibili, secondo i progettisti, il parco è da realizzare nell’immediato.

# Parola d’ordine: sostenibilità

Credits: ravenna24ore.it
Rendering parco urbano Cervia Milano Marittima

Il nuovo parco sarà progettato all’insegna di uno sviluppo sostenibile, cercando di basarsi sui principi contenuti nel documento della “Strategia europea per i cambiamenti climatici”. L’obiettivo principale è quello di riunire uomo e natura attraverso un parco che insegni nuovamente come rispettare l’ambiente e il paesaggio, cosa che l’uomo si è dimenticato. Un progetto che vuole rieducare sia dal punto di vista ecologico che culturale, il tutto grazie ad interventi in 10 diversi ambiti.  Attraverso un parco che regalerà esperienze emozionali, conoscitive, didattiche e ricreative, si vuole riconnettere, quindi, natura e città.

# Il progetto concreto

Credits: ravenna24ore.it
Rendering parco urbano Cervia Milano Marittima

Se quindi idealmente il parco è stato perfettamente concepito e gli obiettivi stabiliti, concretamente la faccenda è diversa. Quindi ci si chiede, come è stato progettata la sostenibilità e l’educazione ambientale? Attraverso 10 ambiti territoriali che, complessivamente, andranno a creare un parco con specifiche caratteristiche antropiche e naturali. Fortificazione arborea, funzionalizzazione dei bacini d’acqua e dei magazzini comunali limitrofi, mimetizzazione dell’infrastruttura ecologica, riqualificazione di via Stazzone e via delle Aie, un ecosistema di foreste in auto-generazione sono solo alcuni degli interventi per il nuovo parco.

Ciò che si vuole fare è però sottolineare le potenzialità dell’esistente ed è per questo che il rudere in via delle Aie sarà adibito a ristorante, i fabbricati del comparto della Baassona diventeranno hub scientifico-agronomico e la casa in via Stazzone si trasformerà in “Custode 3.0”, un sistema evoluto di monitoraggio del parco.

Fonti: ravenna24ore.it

Continua la lettura con: Il GRANDE PARCO degli ANIMALI a due passi da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

Scoperto un raro CIPPO pomeriale risalente all’epoca dell’imperatore Claudio

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Credits: eventiculturalmagazine.com cippo e claudio

La modernità è un velo. Quando si è obbligati a mettere da parte la patina di attualità, si possono scoprire le meraviglie del passato.

Scoperto un raro CIPPO pomeriale risalente all’epoca dell’imperatore Claudio

# «La città contemporanea per eccellenza»

Credits: finestresullarte.info
cippo piazza augusto imperatore

La definizione più affascinante (per chi scrive) donata a Roma è di un architetto statunitense, che l’ha celebrata aggiungendo che la città eterna è «la versione urbana di internet». A Roma, modernità e storia dell’uomo si condensano in un unico punto, convivono e si celano a vicenda. Tutta l’energia concentrata in questo modo, ogni tanto, ha bisogno di esplodere, come un enorme big bang, rivelando di tanto in tanto qualche meraviglia del passato.

È ciò che è successo qualche giorno fa a Piazza Augusto Imperatore, dove lavori di manutenzione ordinaria alle condutture interrate, hanno permesso di portare alla luce un raro cippo pomeriale, testimonianza dell’ampliamento dei confini dell’urbe, voluto da Claudio imperatore.

# Il monumento invisibile

Credits: ciceroinrome.blogspot.com
confini pomerio

L’antica Roma ha prosperato intorno a tangibili caratteristiche, come le capacità dei suoi cittadini o l’intelligenza di senatori e imperatori. Ma non solo. Forse non tutti sanno che uno dei caratteri più identitari dell’urbe è una sfumatura impalpabile, una specie di astrazione mentale che ne ha segnato per sempre la natura: il Pomerio Sacro.

Il Pomerio è lo spazio che correva intorno alle mura. Considerato da Romolo il “confine invalicabile”, perciò sacro. Era vietato costruire edifici sia laici che religiosi, interdetto alle sepolture ed era impedito di attraversarlo armati. Il fratello di Romolo lo varcò in armi e la conseguenza è forse il primo fratricidio illustre della storia. Nonostante tutte le trasformazioni intervenute nella città nei secoli, il Pomerio conferiva a Roma una propria identità e ha sempre mantenuto la sua forza concettuale.

# Quando si spostava il Pomerio

Se il Pomerio seguiva i limiti della città, è naturale pensare che questo si sia spostato mano a mano che i confini di Roma si sono estesi. Non è proprio così: per la sua importanza il Pomerio veniva “spostato” di rado, agli imperatori era concesso di farlo solo dopo l’approvazione del Senato, perché ampliare il Pomerio era la metafora del fondatore di Roma. Quindi Claudio, nel 49 d.C., diventa uno dei fondatori di Roma, insieme a Romolo, Silla, Vespasiano e Aureliano.

# Il cippo del Pomerio di Claudio

Credits: confinelive.it
cippo rinvenimento

Il cippo ritrovato oggi, ancora infisso nel terreno nella sua posizione originale, è ricondotto con assoluta certezza a Claudio, grazie alle iscrizioni riportate. Le dimensioni del cippo sono notevoli, 193 x 74.5 x 54 e l’imperatore viene ricordato con i suoi titoli e cariche.
L’ampliamento del Pomerio del 49 d.C. è un atto di forza politico, con tutta probabilità osteggiato dal Senato. Ma Claudio aveva appena conquistato la Britannia e, molto più importante, voleva estendere i diritti di cittadinanza romana alle élite della Gallia. Sul cippo pomeriale di Claudio, l’imperatore rivendica l’ampliamento del pomerio come l’allargamento dei confini del popolo romano. Una finezza che permette di leggere tra le righe la sua visione politica, la filosofia e l’ambizione.

# Le esigenze della modernità

Credits: eventiculturalmagazine.com
cippo e claudio

Il cippo consiste in un unico blocco di travertino. È stato trovato ad una quota troppo bassa rispetto al piano moderno, oltretutto in piena falda acquifera. La necessità di conservazione dei prossimi millenni, ha quindi imposto una decisione sofferta: lo spostamento altrove. Adesso è già visibile nella Sala Paladino dell’Ara Pacis, accanto alla statua dell’imperatore Claudio, in attesa della definiva collocazione nell’area del Mausoleo di Augusto. Una visibilmente emozionata Virginia Raggi, ha dichiarato che si tratta di un «ritrovamento eccezionale. Nel corso del tempo, sono stati rinvenuti solo altri dieci cippi relativi all’epoca di Claudio e il più recente, fino ad oggi, è stato ritrovato nel 1909, dunque oltre 100 anni fa».

# C’è un Pomerio nel terzo millennio?

Credits: optimagazine.com
Roma pomerio oggi

Il Pomerio, nella storia, serviva per proiettare sull’urbe la grandezza e i successi dell’impero. È stato uno strumento educativo molto potente, anche nei confronti di imperatori come Costantino, o sovrani stranieri come Cleopatra, che hanno sempre rispettato le regole di quello spazio e l’identità che questo conferiva a Roma e ai suoi cittadini.

Nel 2021, quale potrebbe essere il Pomerio? I confini sono ben definiti: il GRA o l’anello ferroviario, ma il quesito non è dove metterlo, bensì se è possibile ridare ai romani ciò che il Pomerio conferiva a Roma antica.La sindaca Raggi ha dichiarato che, con l’apertura del Mausoleo di Augusto, tutta la bella zona centrale della città tornerà a nuova vita. Sarebbe bello regalare, ai romani di oggi, un’escursione con una breve introduzione del concetto pomeriale e chiedere loro di riappropriarsi sia del monumento invisibile, sia della forza del concetto. 

Continua la lettura con: 7 curiosità che rendono il SETTE il numero magico di ROMA

LAURA LIONTI

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Appennino Bike Tour: il GIRO d’ITALIA che non ti aspetti

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credits: @lovelyitaly95

Con questo nome si racchiudono una serie di itinerari, tutti collegati tra loro, che consentono a chiunque abbia voglia di pedalare, sia con bici tradizionale che a pedalata assistita, di girare l’Italia.

Appennino Bike Tour: il GIRO d’ITALIA che non ti aspetti

# Perchè percorrere questo itinerario?

Credits: appenninobiketour.com

Toccando i più bei borghi del Paese, intersecando altre vie turistiche (vedi la via Vandelli), il Tour mette alla prova anche il più instancabile dei pedalatori.

300 comuni tappa, 26 tra parchi e aree protette, ci si immerge nella natura dello stivale con vie ciclabili durante le quali è possibile rifocillarsi, dormire e possibilità di ricaricare le e-bike con apposite colonnine. Il biking, non più una moda ma una solida realtà che ha contagiato milioni di appassionati. Un modo ecologico e salutare di conoscere le bellezze dell’Italia stando in sella al proprio mezzo.
 
Non ci si aspetti, ovviamente, solamente strade in pianura ma si dovranno affrontare pendii e salite tipiche del tratto appenninico. Ogni fatica sarà, comunque, ripagata da spettacolari panorami e la possibilità di fare conoscenza di altri appassionati che condividono la passione per questa disciplina.

# Un sogno che si realizza

credits: appenninobiketour.com

Grande soddisfazione di Gianluca Galletti che, come Ministro dell’Ambiente, fu grande promotore di questa iniziativa. Un turismo slow e green che promette grande sviluppo e che consente a molti borghi di promuovere le proprie strutture ricettive, specie per gli stranieri che desiderano visitare il nostro Paese senza stress ma con tutta la calma necessaria per assaporare ogni particolare che solo l’Italia sa offrire.

# Work in progress

credits: ansa.it
È in fase di allestimento una cartellonista che consenta di seguire l’itinerario senza perdersi mentre c’è grande fermento per i vari produttori locali che, forti del passaggio di turisti, potranno promuovere le proprie eccellenze rendendo il tour una esperienza che vada oltre il pedalare il luoghi meravigliosi.

 

Continua a leggere con: Via degli Dei? No, via delle DEE. Arriva il TREKKING per sole donne

ROBERTO BINAGHI

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Abitanti a Milano nel 2021: quanti sono?

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Credit: @grattacielimilano.it
Quanto è grande la nostra città, in termini di popolazione?
Dipende.
Milano è una e trina: c’è il Comune di Milano, che è il nucleo storico del territorio ambrosiano, poi c’è la Città Metropolitana di Milano, che rappresenta la vecchia provincia, e infine c’è la cosiddetta Grande Milano, che comprende i comuni esterni all’area metropolitana -quindi ricadenti in altre provincie e persino in altre regioni- ma facenti parte del territorio su cui Milano esercita un’influenza socio-economica determinante.

Abitanti a Milano nel 2021: quanti sono?

# Il Comune di Milano

Il Comune di Milano ha una popolazione di circa 1.398.765 abitanti, in leggera ripresa dopo il calo registrato alla fine del 2020, inclusi i milanesi-non-italiani (comunitari ed extracomunitari con regolare permesso di soggiorno). In ambito italiano la nostra città è la più popolosa dopo il Comune di Roma. In Europa ci sono parecchie città che contano un maggior numero di abitanti, anche se i raffronti, in questo caso, è bene farli con i territori metropolitani, che rappresentano il livello di governo più appropriato per le grandi città.
In ogni caso, il solo Comune di Milano ha una popolazione superiore a quella di alcuni stati membri dell’Unione Europea. Sì, avete letto bene: Milano ha più abitanti di due isole (Cipro e Malta) e di due altri paesi nordeuropei (Estonia e Lussemburgo).

# La Città Metropolitana

Andiamo ora a guardare i numeri della Città Metropolitana di Milano. Qui le cifre si impennano: gli abitanti raggiungono i 3.250.026, anche se in riduzione rispetto al 2020. Anche in questo caso, la nostra metropoli è la più popolosa in Italia dopo Roma Capitale. Nell’Unione Europea, occupiamo il sesto posto.
I quattro stati membri UE -Cipro, Malta, Estonia e Lussemburgo- che abbiamo confrontato in precedenza con il solo Comune di Milano, messi insieme hanno meno abitanti della complessiva Città Metropolitana milanese. Quest’ultima risulta più popolosa anche di altri tre stati membri UE, singolarmente considerati: le altre due Repubbliche Baltiche (Lituania e Lettonia) e la cosiddetta “Svizzera dei Balcani”, ovvero la Slovenia.

# Grande Milano

Passiamo infine alla Grande Milano. In questo caso siamo di fronte ad una vera e propria “regione metropolitana”, comprendente intere porzioni di Lombardia, Piemonte ed Emilia. La Grande Milano è la seconda area urbana di questo tipo nell’Unione Europea, in seguito alla fuoriuscita di Londra, subito dietro a Parigi. La popolazione, a seconda delle differenti stime, oscilla fra i 7 milioni e mezzo e gli 8 abbondanti. Roma ne ha la metà.
Continuando invece il confronto con gli stati membri UE, la Regione urbana di Milano supera anche la Finlandia, l’Irlanda, la Danimarca, la Croazia, la Slovacchia, la Bulgaria.
 
In conclusione: la valorizzazione della componente demografica non è una “gara” fine a se stessa, bensì rappresenta la necessaria presa d’atto del proprio ruolo in Italia, in Europa e, dunque, nel mondo. Basti considerare un fatto: Londra, dopo la Brexit, ha chiesto a gran voce di avere uno status particolare, ai limiti dell’indipendenza. Londra è non a caso la prima regione metropolitana comunitaria ed è il vertice settentrionale della cosiddetta Blue Banana, ovvero quella fascia continentale più produttiva e popolosa, che ha il proprio vertice meridionale proprio in Milano.
No, non è una gara fine a se stessa. È una vocazione ad essere protagonisti che ci lega precisamente a Londra, passando per il cuore d’Europa, e che dobbiamo difendere ed esaltare. Anche Milano e la sua area metropolitana (ex provinciale e grandemilanese) devono avere uno status particolare.
 

Continua la lettura con: Abitanti a Milano nel 2020: quanti sono?

 
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ZONA ROSSA con 30% di TERAPIE INTENSIVE? Con i nuovi parametri l’ITALIA sarebbe stata in LOCKDOWN anche solo per INFLUENZA STAGIONALE

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Credits veronasera - Zone colorate italia

Annunciati nella conferenza stampa dal ministro Speranza i nuovi parametri per determinare il cambio colore delle regioni. La base sarà la quota di occupazione delle terapie intensive invece che l’andamento dei contagi. Questa sembra una cosa positiva, ma c’è un ma: con i nuovi parametri stabiliti l’Italia sarebbe diventata zona rossa quasi ogni anno, durante il picco dell’influenza stagionale. Vediamo le nuove condizioni per la determinazione delle zone di rischio pandemico nel Paese.

ZONA ROSSA con 30% di TERAPIE INTENSIVE? Con i nuovi parametri l’ITALIA sarebbe stata in LOCKDOWN anche solo per INFLUENZA STAGIONALE

# Nuovi parametri per determinare le zone di rischio delle regioni

Credits: piemonteconomia.it – Ministro della Salute Speranza

Tra i principali provvedimenti contenuti nel Decreto Legge varato ieri 22 luglio 2021 dal Consiglio dei Ministri per la gestione della pandemia, oltre al prolungamento dello Stato di Emergenza fino al 31 dicembre di quest’anno e l’allargamento delle funzioni del Green Pass, c’è la rimodulazione dei parametri per determinare l’appartenenza di una regione a una specifica zona di rischio.

In particolare sono due gli indicatori a essere modificati, il tasso di occupazione dei posti letto in area medica e il tasso di occupazione di posti letto in terapia intensiva. Questi, insieme all’incidenza dei contagi ogni 100.000 abitanti, stabiliranno l’area di rischio di un territorio.  

# Da zona bianca a zona rossa con solo il 30% di occupazione delle terapie intensive, a marzo era il 50%

Parametri ospedalizzazione Marzo 2021, dato Lombardia

Per rimanere in zona bianca, dove serve comunque il green pass per partecipare a gran parte della vita sociale, l’incidenza dei contagi dovrà essere inferiore ai 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane consecutive, oppure in caso di numero superiore i posti letto in area medica non potranno essere occupati più del 15% o quelli in terapia intensiva del 10%. Altrimenti la regione passerà in zona gialla.

Con un’incidenza pari o superiore a 150 casi ogni 100.000 abitanti, per rimanere in zona gialla una regione non dovrà registrare un’occupazione superiore al 30% dei posti in area medica o il 20% in terapia intensiva. Se invece si verificano entrambe le condizioni scatterà il passaggio in zona arancione. Infine una regione verrà identificata con la zona rossa, a rischio più alto, se i posti occupati in area medica saranno superiori al 40% del totale e quelli in terapia intensiva del 30%.

Quindi con il 90% di terapie intensive vuote si passa in zona gialla, con il 70% in zona rossa mentre a marzo almeno la metà doveva essere piene. Se avessimo adottato in passato questi parametri quasi ogni anno ci avrebbero messo in lockdown per l’influenza stagionale.

Continua a leggere con: Le TRE FAKE NEWS nella conferenza stampa di Draghi

FABIO MARCOMIN

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Le TRE FAKE NEWS nella conferenza stampa di Draghi

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Telepadova- Draghi

Nella conferenza di presentazione del decreto che introduce il Green Pass per partecipare alla vita sociale, dai ristoranti al chiuso al cinema, il Premier Draghi ha espresso alcuni  concetti, per giustificare l’introduzione di questo strumento di controllo, che non trovano però riscontro nei dati ufficialmente disponibili. Vediamo quali sono.

Le TRE FAKE NEWS nella conferenza stampa di Draghi

#1 “Chi non si vaccina si ammala”

Casi Covid – Il picco di contagi a marzo 2020 è stato di circa 6.203, a marzo 2021 di 24.501

La prima delle dichiarazioni senza rispondenza con la realtà dette dal Presidente del Consiglio Draghi durante la conferenza stampa di presentazione del decreto che introduce il Green Pass è che “chi non si vaccina si ammala. In Italia dall’inizio della pandemia, con i primi casi registrati a febbraio 2020 anche se tracce del virus sono state individuate già l’estate precedente, sono 4.302.393 le persone risultate positive al Covid-19, che su una popolazione di 60.367.884 significa solo il 7,13% sul totale

In 18 mesi di pandemia, di cui solo negli ultimi sette hanno iniziato a circolare i vaccini, sono stati colpiti dal contagio meno dell’7,2% dei cittadini. Di cui gran parte neppure malati ma solo positive al tampone. 

Un altro dato che testimonia il fatto che la dichiarazione “non vaccinarsi significhi ammalarsi” non sia rispondente al vero viene dal raffronto tra i dati dell’anno scorso e quelli di quest’anno: il 21/07/2020 si erano registrati 129 contagi e 15 decessi, il 21/07/2021 4.259 contagiati e 21 morti. Il picco di contagi a marzo 2020 è stato di circa 6.203, a marzo 2021 di 24.501, quattro volte superiore, e questo nonostante quest’anno ci sia una popolazione di vaccinati vicina al 50% del totale. 

Inoltre i dati da inizio maggio di ricoveri, terapie intensive e decessi sono tutti peggiori di quelli dello scorso anno nello stesso periodo. Questo nonostante la campagna vaccinale in stato avanzato, con oltre il 50% della popolazione ad aver ricevuto due dosi e le fasci a rischio alto vaccinate nella quasi totalità: l’80% tra i 70 e i 79 anni, il 90% oltre gli 80 anni.

Leggi anche: Luglio 2021 a CONFRONTO con l’ANNO SCORSO: quale è la situazione di ricoveri, contagi e decessi

#2 “Chi si ammala muore”

Tasso letalità principali malattie virali

La seconda fake news è “chi si ammala muore. Secondo la dichiarazione del Presidente del Consiglio tutti coloro che vengono infettati dal Covid-19 andrebbero incontro alla morte. La prima smentita arriva dalla pericolosità del virus Covid-19 rapportato alle altre malattie virale: il Covid si trova infatti allo stello livello della salmonella e poco sopra la rosolia e distante 60 volte l’aviaria e la peste e 50 l’ebola, con una letalità attorno all’1%, di poco superiore rispetto a quella dell’influenza stagione. 

Percentuali decessi per patologie

Inoltre in base alle statistiche dell’Istituto Superiore di Sanità il 97% delle persone decedute a seguito di positività al virus avevano almeno 1 patologia, il 67% 3 o più patologie. Quindi solo il 3% dei morti Covid non aveva patologie certe prima del decesso e con un’età media superiore all’aspettativa di vita della popolazione. Pertanto dai dati risulta molto bassa per persone sane la possibilità di rimetterci la vita. 

Tasso di letalità

A questo si aggiunge che la letalità, rapporto contagi/decessi, sia alta nella fascia più a rischio oltre gli 80 anni, mentre sotto i 70 si ferma allo 0,8%, sotto i 60 anni allo 0,2%, per poi scendere a 0,05% sotto i 50 anni. La media di letalità risulta dello 0,53%. Dati identici anche nel periodo precedente l’inizio delle campagne vaccinali in tutto il mondo.

Credits Ilsole24ore – Persone vaccinate nel mondo

Un’altra conferma del fatto che ammalarsi di Covid-19 non porti a morte certa arriva dal numero di decessi a causa del virus dichiarati nel mondo: ad oggi sono 4.151.763 su una popolazione globale di 7.881.210.038, quindi solo lo 0,05% con appena il 12,9% della popolazione completamente vaccinata.

#3 “Col Green Pass le persone saranno sicure di stare con chi non è contagiato”

Paesi con più vaccinati in confronto con paesi con meno vaccinati

L’ultima fake news annunciata in diretta nazionale dal Presidente del Consiglio Draghi è “col Green Pass le persone saranno sicure di stare con chi non è contagiato“. Le evidenze mostrano come i tre paesi con il più alto tasso di vaccinazione in Europa, Regno Unito, Malta e Olanda, sono anche quelli con il più alto numero di contagi negli ultimi due mesi: media settimanale tra i 350 i 550 casi al giorno. Al contrario i 15 paesi con meno vaccinati in Europa, dall’Ucraina alla Slovenia, non registrano alcuna crescita della curva dei nuovi positivi che risulta peraltro vicina ai minimi dell’anno.

Nobel vaccini

Il chimico premio Nobel Michel Levitt ha dichiarato come il vaccino non risulta dare protezione per l’infezione da Covid-19, in base agli ultimi dati in Israele dove il numero dei positivi vaccinati è di quattro volte superiore a quelli che non hanno ricevuto dosi. 

Credits twitter – Robert Malone

L’inventore del vaccino MRna Robert Malone ha inoltre recentemente dichiarato che “i vaccini non impediscono l’infezione, la replicazione virale o la trasmissione e quindi non possono avere successo nel condurre all’immunità di gregge. Proteggono dalla malattia e dalla morte.” Ha espresso anche la sua preoccupazione per il fatto che i paesi con il più alto numero di persone vaccinate stia registrando una sensibile crescita dei contagi rispetto ai paesi con poche dosi somministrate.

Malone

Affermazioni e dati che testimoniano quanto già previsto e indicato dalle stesse case farmaceutiche che hanno prodotto i vaccini, le quali hanno specificato che questi farmaci non servono per bloccare la diffusione e l’infezione dal Covid-19, ma per ridurre i danni sulla salute. Pertanto stare vicino a una persona dotata di Green pass non dà alcuna certezza che non possa trasmettere il virus.

Leggi anche: Europa: i CONTAGI nei PAESI con PIÙ VACCINATI a confronto con quelli con MENO VACCINATI. Il risultato è sorprendente

Continua a leggere con: GREEN PASS for DUMMIES: tutte le novità di un decreto SENZA PRECEDENTI

FABIO MARCOMIN

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Le due “TANGENZIALINE” di Milano

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credit: mitomorrow.it

Una novità che migliorerà la mobilità urbana, agevolando in maniera particolare gli spostamenti casa-lavoro. Scopriamo con “Il Giorno” di che cosa si tratta.

Le due “TANGENZIALINE” di Milano

# Le tangenziali che AZZERANO il traffico

credits: motociclismo.it

Grazie alla realizzazione di queste due nuove “tangenzialine”, l’Autostrada azzera-file (33 chilometri interconnessi con A4 Torino-Trieste, A35-BreBeMi e A1 Milano-Napoli) potrà agevolare gli spostamenti casa-lavoro della maggior parte dei milanesi pendolari e fruitori dell’interscambio auto-metro.

# DIMEZZATI i tempi di percorrenza

credits: Lecco Today

Queste due piccole tangenziali accorciano il tratto Casello Gessate di A58-Teem e la stazione della MM2 con effetto decongestionante sul traffico. “I 4,5 chilometri in corso di realizzazione creeranno, infatti, una direttissima tra il casello di A58-Teem e la Fermata della Metropolitana, capace, oltre che di snellire la circolazione, di dimezzare tempi”. Così, dall’attuale quarto d’ora, il tempo di percorrenza diminuirà a ben 7 minuti, in condizioni ottimali di traffico.

# Funzionali quanto la Bretella

credits: tangenziale.esterna.it

Le Tangenzialine saranno funzionali almeno quanto la Bretella che, come fa notare Milano Today “in sei primi e poco meno di 5.000 metri, raccorda il Casello di A58-Teem con la stazione MM2 di Cascina Antonietta.” Di conseguenza, non appena verrà aperta, intorno al 2022, anche la l’Alternativa alla SP 216 Masate-Gessate-Pessano. L’«Agrate-Melegnano» si dimostrerà maggiormente adatta ai pendolari poiché la fermata della metro Gessate offre un parcheggio decisamente più ampio

# L’obiettivo è SNELLIRE il traffico

paradosso del trafficoPer la costruzione delle nuove arterie di Gessate, gli investimenti sono stati finanziati da Regione Lombardia (dieci milioni) e Città Metropolitana di Milano (due milioni) tenendo a mente le richieste del Comune di Gessate “in merito all’esigenza di una Gronda tesa a veicolare fuori dal centro automobilisti, autotrasportatori e centauri non residenti.”

L’Ufficio Tecnico di Palazzo Isimbardi precisa: “Stiamo realizzando una corsia per senso di marcia in direzione est-ovest che sostituisca il percorso odierno della SP 216. Poco dopo, delineeremo un tracciato in direzione nord-sud alternativo alla SP 176. L’obiettivo primario del duplice intervento è quello dichiarato in partenza: allontanare mezzi pesanti e leggeri dal centro come auspicano diversi abitanti”

Continua a leggere con: AUTOSTRADE, TAV, CIRCLE LINE: le infrastrutture che mancano per una grande Milano

SELENE MANGIAROTTI

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L’innovazione non è sinonimo di miglioramento

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Nel Novecento siamo stati abituati a una serie di innovazioni che si sono tradotte in un miglioramento della vita delle persone e quindi si è associato il termine innovazione a quello di miglioramento. In realtà le cose non sono automaticamente così.

Perché una innovazione può portare a un miglioramento, a un peggioramento oppure lasciare le cose come stanno.
Senza considerare che un miglioramento ottenuto in un ambito da una innovazione comporta quasi sempre un altro lato della medaglia di effetti negativi in altri ambiti. Esempio quello dell’automobile che aumenta la libertà delle persone ma aumenta l’inquinamento ambientale.

Questo accade anche a livello politico. Le nuove norme che quasi sempre vengono accolte positivamente non è detto che producano un miglioramento per la vita delle persone.
Ad esempio, stiamo vivendo per la prima volta nella storia una epidemia virale che sta cercando di essere affrontata attraverso una serie di iniziative politiche come mai accaduto nel passato. La linea in precedenza era quella di lasciare libertà alle persone di affrontare i rischi e ci si limitava al massimo a informare e a incoraggiare determinati comportamenti per ridurre il rischio.

In questo caso invece da 18 mesi quasi ogni giorno vengono introdotte novità e normative dalla politica che in realtà hanno come effetto sperimentalmente evidente quello di peggiorare la vita dei cittadini.

È importante che l’innovazione non sia associata per forza a un miglioramento perché altrimenti diventa dogma e non strumento di evoluzione. Vale soprattutto per la scienza e per la politica.

Continua la lettura con: La chiave del successo economico

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🛑 GREEN PASS for DUMMIES: tutte le novità di un decreto SENZA PRECEDENTI

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Credits: tviweb.it Green Pass

Dal 6 agosto entrerà in vigore il Green Pass obbligatorio in Italia, quindi meglio tenersi aggiornati sulle novità stabilite dal decreto che coinvolgeranno tutta la popolazione a partire dal prossimo mese. Per la prima volta nella storia della Repubblica sarà necessario un lasciapassare per poter godere di diritti elementari. 

GREEN PASS for DUMMIES: tutte le novità di un decreto SENZA PRECEDENTI

# Le nuove REGOLE

credits: open.online

Per il momento l’obbligo del green pass vale solo per le feste di matrimonio e le residenze per anziani. Dal prossimo 6 agosto l’obbligo verrà esteso a molte più persone, consentendo l’accesso solamente a luoghi affollati, e soprattutto al chiuso, a chi ha già svolto almeno una dose del vaccino o possiede un tampone negativo. Vediamo più nel dettaglio cosa cambia.

# Chi lo può ottenere

Credits: yahoo.espana

Il Green Pass può essere ottenuto in seguito alla vaccinazione (almeno una dose), con un certificato di guarigione nei 6 mesi precedenti oppure dopo aver effettuato un test molecolare o antigenico o salivare con esito negativo nelle 48 ore precedenti.

Per ottenerlo, è necessario aver ricevuto un sms con il codice authcode da inserire nel sito dcg.gov.it oppure sull’app Immuni. Sull’app IO avviene in automatico. La certificazione verrà rilasciata anche in caso di guarigione dal Covid, in questo caso la validità del documento sarà limitata a soli 6 mesi. Dopo la seconda dose di vaccino, il green pass avrà durata di 9 mesi.

# Dove è richiesto

Credis: @ambraarte IG

Dal mese prossimo, il Green Pass dovrà essere mostrato da tutti i cittadini di età maggiore ai 12 anni, ad eccezione per coloro che presentano un certificato medico idoneo. La certificazione verde servirà per accedere, in zona bianca, a eventi sportivi, fiere, congressi, musei, parchi tematici e di divertimento, centri termali, sale bingo e casinò, teatri, cinema, concerti, concorsi pubblici. Anche per sedersi ai tavoli al chiuso di bar e ristoranti (non sarà necessario, invece, per le consumazioni al banco o all’aperto). Piscine, palestre, sport di squadra, centri benessere, limitatamente alle attività al chiuso, rientrano nelle categorie in cui bisogna aver ottenuto il Green Pass.

# Dove NON è richiesto

credit: dissapore.com

Negozi, farmacie, supermercati ma anche nei bar, ristoranti e piscine all’aperto non è richiesto il Green Pass purché si rispetti il mantenimento della distanza sociale.

# Controllo dei Green Pass e sanzioni

credits: insella.it

A verificare il possesso della certificazione verde saranno i proprietari delle varie attività per le quali è introdotto l’obbligo. Sono previste sanzioni pecuniarie in caso di violazione, da 400 a 1.000 euro sia per l’utente che per il proprietario. Nel caso in cui il decreto sia violato per 3 volte in 3 giorni diversi, l’attività verrà chiusa da 1 a 10 giorni.

# Green Pass e mezzi pubblici

Credits: @amilanopuoi
Piazza Cordusio

Non è previsto, per il momento, mostrare il Green Pass sui mezzi pubblici di qualsiasi tipo (tram, metropolitana, autobus, filobus, treni, ecc.). Rimane però l’obbligo d’indossare la mascherina, mantenere il distanziamento sociale, sedersi a posti alternati quando possibile e viaggiare a capienza ridotta.

# La quarantena per chi ha il Green Pass

credits: Puntosicuro

Nel caso di contatto con un soggetto positivo al Covid-19, anche per chi è in possesso della certificazione verde rimane invariata la durata della quarantena (di 14 giorni). Tuttavia, sta avanzando l’ipotesi che questa potrebbe venire ridotta di qualche giorno. Per ora, rimane solo un’ipotesi.

# Stadi e spettacoli, come comportarsi

Anche in queste occasioni il Pass diventerà obbligatorio, comprendendo cinema, teatri, stadi, concerti, locali con musica dal vivo ed eventi sportivi. I posti dovranno essere sempre preassegnati con il mantenimento di 1 metro di distanza. Aumenta, però, la capienza al 50% per la zona bianca all’aperto con 5.000 posti, mentre al chiuso è del 25% con 2.500 posti.

Continua a leggere con: Il Green pass psicologico

SELENE MANGIAROTTI

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A MILANO arriva una LIBRERIA ITINERANTE

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Credits: @libraccio Ape Libraccio

Un’iniziativa in controtendenza. Dove le librerie chiudono, Libraccio porterà libri e giornali nelle piazze milanesi.

A MILANO arriva una LIBRERIA ITINERANTE

# Dove stazionerà l’Ape Libraccio?

Credits: edicolequisco.it
Road Map

La “road map” prevista per questo primo mezzo passa da Gae Aulenti, Piazza Castello, Arco della Pace, Via Farini e Piazza Dergano, mentre nel pomeriggio farà tappa in Piazza Mentana, Parco Solari, Piazza Risorgimento.

# Non solo libri usati

Credits: mentelocale.it
Ape Libraccio

Libri usati e nuovi scontati, per adulti e bambini, giornali e riviste e, per chi desidera, la possibilità di poter vendere i propri libri con pagamento in contanti. Ape Libraccio è il primo di una serie di mezzi itineranti che porteranno informazione e cultura attraverso le piazze milanesi.

Una partnership tra Edicole Quisco e il Libraccio che sembra una scelta vincente. Andrea Cabrini, ideatore delle Edicole Quisco e Edoardo Scioscia, amministratore del gruppo Libraccio, sono entusiasti di questa iniziativa volta a riportare le edicole per Milano, e non solo. Riportare una funzione importante, servire anche le zone più disagiate e promuovere la cultura. Mission che si spera raccoglieranno i meritati risultati.

Continua la lettura con: Il CONCERTO in TANDEM per le strade di Milano

ROBERTO BINAGHI

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Nasce in Italia la PRIMA SPA MARINA

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Credits lecinquevele IG - Le cinque vele

L’obiettivo di questo esperimento è gettare le basi per una fruizione turistica “slow”, facendo riscoprire il territorio, utilizzando gli elementi naturali caratteristici del mare e della spiaggia. Scopriamo dove si trova questa oasi di benessere.

Nasce in Italia la PRIMA SPA MARINA

# In Puglia nasce “Natural Sea Spa”, la prima SPA marina d’Italia

Credits naturalseaspa IG – Spa marina Le cinque vele

Nello stabilimento balneare Le Cinque Vele a Pescoluse, in provincia di Lecce, parte l’esperimento denominato Natural Sea Spa, la prima SPA marina d’Italia, una novità nel panorama delle strutture dedicate alla cura della persona. Per tutta la stagione estiva i turisti potranno passare dalla sabbia all’acqua marina, dal fico d’india al lentisco, dal rosmarino alla lavanda. Saranno infatti gli elementi naturali caratteristici della spiaggia salentina a diventare percorsi di benessere all’interno di una spa che nasce sulla costa, all’aria aperta, da dove provengono le materie prime successivamente lavorate. Si potrà usufruire di percorsi sensoriali unici grazie a specifici trattamenti per il corpo sotto forma di oli essenziali e composti naturali preparati manualmente utilizzando la sabbia e piccole pietre, il sale, le piante da frutto e gli arbusti mediterranei.

# L’obiettivo del progetto è gettare le basi per una fruizione turistica “slow” del territorio salentino

Credits naturalseaspa IG – Spa marina Le cinque vele 1

Sara Florio, Spa Manager dello stabilimento balneare racconta l’obiettivo del progetto: “Questo progetto intende trasformare il nostro territorio in benessere con una spa che nasce in spiaggia, con la spiaggia. E’ necessario orientarsi verso un approccio consapevole e rispettoso della biodiversità di una terra così ricca e generosa, che offre tutti gli strumenti per godere di benefici non solo per gli occhi e per la mente, ma anche per il corpo.” L’obiettivo di questa SPA naturale è dar vita a un nuovo modo di godere dei benefici del territorio e gettare le basi per una fruizione turistica “slow”, che sia al contempo consapevole e rispettosa dell’ambiente. Terminata la stagione estiva verrà fatto un bilancio per decidere se mantenere l’impianto attivo in modo permanente e anche se replicare in altri luoghi l’iniziativa.

 

Fonte: Ansa

Continua a leggere con: La BAIA del SILENZIO: la SPIAGGIA più BELLA tra quelle più vicine a Milano

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La chiave del successo economico

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Credits: http://www.materainside.it/

Tutti pensano che per avere successo economico la chiave sia di dare qualcosa di più rispetto a quello che uno ha, per migliorare la condizione delle persone. Non avete la televisione, vi diamo la televisione. Non avete l’autostrada, vi diamo l’autostrada. E così via.

Ma una società in cui tutti hanno tutto l’unico modo è di toglierti delle cose che hai già e ridartele a pagamento.

Ad esempio pensi di essere sano, ti diciamo che in realtà non lo sei. E per ritornare a pensare di essere sano devi comprare delle cose.  

È un po’ come il funzionamento del malocchio. Io ti faccio il malocchio e poi ti chiedo un sacco di soldi per togliertelo.

Continua la lettura con: La tattica dei popoli senza esercito

MILANO CITTA’ STATO

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10+1 COSE che i TORINESI invidiano di MILANO

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Credits: @malaga_yegan IG

I chilometri che dividono Milano e Torino superano di poco i 100 ma tra la Metropoli lombarda e la città sabauda la distanza che le separa è infinitamente più profonda. Ci sono alcune cose che i torinesi apprezzano di Milano ma odiano ammetterlo. A quel punto l’apprezzamento si può trasformare in invidia.  

10+1 COSE che i TORINESI invidiano di MILANO

# La fama INTERNAZIONALE

Milano è famosa nel mondo al pari di New York, Parigi, Londra e Tokyo. Torino è conosciuta soprattutto in Francia. 

# La rete METROPOLITANA

La rete metropolitana milanese si estende per tantissimi km su 5 linee, presto verrà inaugurata la M4 e diversi prolungamenti delle linee già esistenti sono già stati pianificati. A Torino ne esiste una sola che fa poche stazioni. Non è un mistero che questa sproporzione faccia soffrire quella che era un’avanguardia italiana nei mezzi di trasporto. 

 # La sua STORIA INTERNAZIONALE

Milano nel secondo secolo D.C, da importante agglomerato celtico, era già diventata capitale dell’impero romano mentre Torino era un accampamento militare. Nel 313 l’imperatore Costantino promulgò da Milano uno degli editti più importanti della storia. Nel 400, Milano ospitava una corte sfarzosissima che attirava artisti e da tutta Europa uno fra i tanti, Leonardo Da Vinci, mentre Torino restava ancora una provincia marginale. Nel 1800 Napoleone scelse Milano per farsi incoronare imperatore e Manzoni scriveva i “Promessi Sposi”. Sebbene Torino ebbe poi un ruolo di primo piano durante il processo di “unificazione”, tale centralità fu breve e fragile.

# Il suo PATRIMONIO ARTISTICO

Quando si pensa a Milano si pensa al Duomo, una delle più grandi e belle cattedrali del mondo. Al Castello Sforzesco simbolo di forza e potenza. Si pensa al Cenacolo, il più importante affresco esistente. Si pensa ai vari stili che si sono succeduti. Nonostante bombardamenti e sventramenti, Milano conserva un patrimonio enorme. Quando si pensa a Torino vengono in mente la Mole, un reperto ambiguo e lo stupendo museo egizio che di torinese però ha piuttosto poco.

# La sua CENTRALITÀ economica e capacità di TRASFORMAZIONE

Mentre l’economia Torinese resta indissolubilmente legata all’annaspante industria automobilistica nel tentativo di ridefinirsi, a Milano l’economia si differenzia e sviluppa in tantissimi settori. Finanza, turismo, moda, eventi, industria, ricerca informazione, edilizia, fiere e gradi eventi. Milano è sempre in grado di attirare capitali italiani ed esteri, una vitalità che molti vorrebbero avesse anche la città piemontese. 

# È una capitale europea del CALCIO

fifa club world cup
San Siro Curva Milan

Milano è l’unica città europea ad avere due squadre vincitrici della coppa dei Campioni, oltre ad essere sempre competitive ai massimi livelli. La Juventus e, in passato, il Torino, hanno fatto incetta di scudetti ma in Europa hanno rimediato solo briciole. 

# Le CONNESSIONI 

credits: frecciarossaig IG

Milano è uno degli snodi ferroviari italiani principali e sicuramente il principale per quanto riguarda le tratte dell’alta velocità esistenti e in costruzione. Su Milano gravitano tre aeroporti, non certo paragonabili a quelli di Francoforte e Zurigo ma che offrono pur sempre una buona accessibilità aerea.

# I CONCERTI e i GRANDI EVENTI

credits: varese news

Le grandi star internazionali se devono scegliere una sola località dove esibirsi, scelgono Milano.

# Il suo SKYLINE

Milano viaggia ad una velocità doppia rispetto a quella torinese, in 20 anni si sono realizzate innumerevoli costruzioni che ne hanno completamente ridefinito lo skyline, da City Life a Garibaldi Repubblica in attesa che siano completate la torre A2A, il distretto tecnologico MIND che siano avviati i lavori per il recupero degli ex scali ferroviari i che sia definito il progetto del nuovo stadio, oltre ad una infinità di altre opere. A Torino a parte la torre Intesa San Paolo e il Lingotto, ben poche innovazioni architettonico-urbanistiche sono previste.

# Il suo FERMENTO di idee politiche e cuturali

Credits attualita_e_politica IG – Salvini

A Milano sono nati e nascono tutti i movimenti che condizionano la politica italiana. Dal socialismo riformista al fascismo, dal leghismo al berlusconismo, perfino la bozza iniziale della Democrazia Cristiana… Forse più ombre che luci però hanno fatto tutte la storia d’Italia. E anche a livello culturale a Milano è nato quello più importante del novecento: il futurismo. 

# Milano INDOMABILE

Conquistata, bombardata, sventrata, Milano risorge sempre. Città mai servile, pronta a manifestare il suo malcontento a differenza di Torino, ossequiosa o deferente persino verso una imbarazzante casata.

Cosa potrebbero invidiare i Milanesi a Torino invece? Sicuramente il cioccolato e grissini! Fenomenali.

Continua a leggere con: Per tre anni Milano è stata sotto TORINO: cosa è successo e che cosa i Savoia hanno lasciato a Milano

ANDREA URBANO

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I 7 SUPERGRATTACIELI che stanno cambiando lo SKYLINE di NEW YORK

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Credits urbancontestmagazine - Central park Tower

Lo skyline di New York continua a cambiare. Nuovi supergrattacieli stanno ridisegnando il suo profilo. Scopriamo quali sono.

I 7 SUPERGRATTACIELI che stanno cambiando lo SKYLINE di NEW YORK

#1 “The spiral” a Hudson Yards di BIG, fine lavori nel 2024

Credits infobuildenergia – The Spiral

The Spiral è un grattacielo “supertall” progettato dallo studio di architettura BIG di Bjarke Ingel in costruzione a New York, che prende il nome dalle terrazze esterne a zig zag che circondano la sua facciata in vetro riflettente. All’inizio di quest’anno ha raggiunto i 314 metri e a conclusione dei lavori nel 2024, con i suoi 65 piani, diventerà il tredicesimo edificio più alto della città.

#2 50 Hudson Yards a Hudson Yards di Foster + Partners

Credits: inhabitat.com – 50 Hudson yards

Il grattacielo 50 Hudson Yards, alto 308 metri per 58 piani, è stato progettato dallo studio Foster + Partners di Norman Foster. La torre, realizzata in cemento e acciaio con una facciata in vetro, è formata da tre volumi che arretrano man mano che salgono in altezza. Arrivato al tetto i primi mesi dell’anno, il grattacielo dovrebbe essere terminato nel 2022.

#3 Central Park Tower di Adrian Smith + Gordon Gill è il secondo grattacielo più alto di New York

Credits urbancontestmagazine – Central park Tower

La Central Park Tower, la cui costruzione è terminata lo scorso anno e in attesa dell’inaugurazione, è ora il secondo edificio più alto di New York grazie ai suoi 472 metri. L’edificio di 98 piani progettato da Adrian Smith + Gordon Gill ha 179 appartamenti e il mall commerciale Nordstrom nei livelli inferiori.

#4 111 West 57th su Billionaire’s Row di SHoP, il grattacielo più sottile al mondo

Credits: pinterest – 111 west 57th street

Il grattacielo 111 West 57th è il più sottile del mondo, grazie a un rapporto larghezza-altezza di 1:24. Dopo una breve interruzione a causa di controversie legali nel 2017, dovrebbe essere concluso entro la fine di quest’anno diventando il terzo edificio più alto di New York. Si trova nell’esclusiva Billionaire’s Row e conterrà al suo interno 60 condomini di fascia alta.

Leggi anche: Il BILLIONAIRE BUILDING: il grattacielo più CARO del MONDO

#5 9 DeKalb a Brooklyn dello studio SHoP, il primo “supertall” fuori Manhattan, raggiungerà i 325 metri

Credits jll.com – Dekalb

Il 9 DeKalb Avenue, progettato dallo studio SHoP con una facciata color bronzo, sarà il primo grattacielo supertall di New York fuori Manhattan. Sebbene non abbia ancora raggiunto lo status di super altezza, la torre ha recentemente raggiunto i 220 metri, è già oggi l’edificio più alto di Brooklyn. Quando sarà concluso toccherà i 325 metri per 93 piani che ospiteranno un mix di appartamenti residenziali in vendita e in affitto.

#6 One Vanderbilt a Midtown Manhattan, di Kohn Pedersen Fox, con i suoi 427 è il quarto edificio più alto della “Grande Mela”

Credits newaltlas.com – One Vanderbilt

Il quarto edificio più alto di New York, One Vanderbilt di Kohn Pedersen Fox, è stato completato nel 2020. Il grattacielo di 427 metri si erge per 59 piani sopra la Grand Central Station a Midtown Manhattan. Lo sviluppatore SL Green Realty si sta ora preparando ad aprire “Summit One Vanderbilt”, che include un ponte di osservazione e ascensori esterni con fondo di vetro in cima all’edificio.

#7 41-47 West 57th Street, il grattacielo a forma di cuneo sulla Billionaire’s Row

Credits: dezeen.com
Nuovo grattacielo nella Billionaire’s Row
Il nuovo grattacielo, chiamato 41-47 West 57th Street, si affaccerà su Central Park e Midtown Manhattan e, con i suoi 63 piani di cui 5 nel podio e i restanti 58 sopra, sarà alto 1100 piedi, equivalenti a 335 metri. Sarà una torre ad uso misto: ospiterà 119 unità residenziali, un hotel, un ristorante e uno spazio commerciale di circa 19000 metri quadrati. Avrà la forma di un cuneo e sembra che sarà inclinato dal lato meridionale. Il progetto è firmato dallo studio di architettura OMA.
 

Continua a leggere con: Regenera: il GRATTACIELO CURATIVO che si dissolve nel vento

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7 curiosità che rendono il SETTE il numero magico di ROMA

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Credits: giuseppebasile.org sette virtù capitali di Giotto

Uno dei numeri, che nasce magico fin da quando il genere umano ha lasciato tracce di pensiero evoluto, è legato a doppio filo alla città eterna. Questo numero è il SETTE, che ricorre a Roma con una frequenza inquietante.

7 curiosità che rendono il SETTE il numero magico di ROMA

Le superstizioni più sono particolari e più eccitano la fantasia degli esseri umani. Il numero sette è un vero oggetto di culto, ammantato di una magia ineguagliabile. In alcune culture antiche indica la completezza, o addirittura la perfezione. Gli egizi associavano il sette alla vita stessa e i pitagorici definiscono il sette “anima mundi”, descrivendolo come veicolo di vita. Nel corso della storia poche civiltà hanno resistito al fascino di questo numero magico e non può fare eccezione quella che ha creato la magia di Roma.

Quanto c’entra la coincidenza e quanto il fato? Settes giò e vediamolo insieme.

#1 I simboli utilizzati per indicare i numeri romani

Credits: savacoolandsons.com
numeri romani

I numeri romani sono lettere sequenziate in un ordine specifico per rappresentare i numeri, i quali si ottengono sommando o sottraendo i valori scritti a gruppi di simboli. Normalmente non si mettono insieme più di tre numeri uguali e, per fortuna, a noi italiani non si deve spiegare come funzionano queste combinazioni.

Quanti sono i simboli usati dai romani per scrivere i numeri? Sono proprio SETTE: I, V, X, L, C, D, M

Il numero sette ricorre nella storia dell’antica Roma, anche sui suoi monumenti.
Sette erano i colossi, gigantesche statue dedicate agli Dèi, che Plinio paragona alle torri alte fin quasi a toccare il cielo. Sette le divinità planetarie come sette il numero dei pianeti conosciuti all’epoca: Saturno, Sole, Luna, Marte, Mercurio, Giove e Venere che hanno poi dato il nome ai sette giorni della settimana. Un’intrigante ipotesi colloca le divinità planetarie nel Septizodium, una monumentale costruzione voluta dall’imperatore Settimio Severo, purtroppo perduta. Sette le meraviglie di Roma decantate nel “Laterculus” da Polemio Silvio. Infine, volutamente sette le lucerne dell’arco di Tito, eretto sui fori imperiali dopo la cattura di Gerusalemme e che rappresentano una Menorah ebraica.

#2 I sette colli

Credits: romanoimpero.com
sette colli

I colli sono alti circa 50 metri, il Campidoglio (Capitolium) soltanto 41 metri s.l.m. ma secondo alcune ipotesi, i romani li chiamavano proprio monti. hissà se i fondatori erano consci di trovarsi in un luogo capace di attrarre la magia per tutti i millenni successivi, fatto sta che cedono alla tentazione di dedicare la nascita della città di Roma appropriandosi del magico numero grazie ai colli. Il nome potrebbe provenire da una festa celebrata dai primi insediamenti proto-urbani, chiamata Septimontium, che, secondo le tesi più accreditate, potrebbe derivare da Septem Montes, sette monti, oppure da Saepti Montes, ovvero monti divisi.

I sette colli, infatti, non sono del tutto uniti tra loro, ma si snodano a Est come se fossero tre lunghe dita di una mano e conferiscono a Roma il suo primo legame con la magia che poi verrà. Anche Costantinopoli, poi capitale dell’Impero Romano d’Oriente, sorge su sette colli e non sembra essere un caso.

#3 I sette Re di Roma

Credits: romanoimpero.com
Sette re

L’età monarchica dell’antica Roma dura ben 244 anni e, calcolando l’aspettativa di vita media del tempo, sette Re possono sembrare un arrotondamento al ribasso. Quando il destino di Roma è stato chiaro, però, laddove il 7 non ricade in maniera naturale, viene adottato in modo ossessivo.

Il primo è stato Romolo, che è anche il più facile da ricordare. Fonda la città sulle rive del Tevere salendo verso il Palatino dopo aver tracciato il pomerio sacro, il limite invalicabile. Gli succede Numa Pompilio, il Re sacerdote, che fa prosperare Roma pacificamente. Durante il regno di Numa Pompilio viene stabilito il calendario suddiviso in 12 mesi. Viene poi il turno di Tullio Ostilio, un vero guerrafondaio, talmente crudele anche con gli dèi che pare sia stato bruciato da un fulmine insieme a tutta la sua casa. Dopo di lui Anco Marzio, un Re mercante. Fondatore di Ostia e artefice del benessere di Roma attraverso le vie commerciali. La scia si conclude con la dinastia Tarquinia, probabilmente di origine etrusca, di Tarquinio Prisco, Servo Tullio e Tarquinio il Superbo. Si deve a questa dinastia la nascita del Circo Massimo e della Cloaca Massima, così come dei primi giochi pubblici, l’ampliamento del pomerio sacro e le mura serviane.

#4 Il destino affidato a sette reliquie

Credits: bimillenariogermanico.it
scudo ancila

Sette sono le reliquie portate a Roma e che diventano pignora imperii, veri e propri talismani a cui è stato affidato il buon destino di Roma. Secondo la narrazione, infatti, questi sette oggetti sacri proteggevano la Roma repubblicana e poi l’Impero, a patto che siano stati custoditi con perizia e onorati con disciplina. È una storia poco raccontata ma è una superstizione a cui gli antichi romani credevano così tanto da renderla reale. Ecco gli oggetti:

i) L’ago di Cibele, una pietra nera piovuta dal celo e associata alla divinità di Cibele, dea della Frigia, portata nel 204 a.C. dalla Grecia sul Palatino ed esposta nel Tempio della Vittoria;
ii) La Quadriga fittile dei Vejenti, un manufatto in terracotta commissionato da Tarquinio il Superbo per ornare il Tempio di Giove Capitolino;
iii) Le ceneri di Oreste, prelevate dai romani per trasferire l’invincibilità alla città di Roma. Oreste infatti era destinatario dell’oracolo di Delfi;
iv) Lo scettro di Priamo, Re di Troia. Probabilmente affidato ai latini a nome di Enea, conservato sul colle Palatino;
v) Il Velo di Ilione, primogenita di Priamo, probabilmente giunto a Roma grazie ai profughi della guerra di Troia, è l’abito che la bella Elena ricevette dalla madre Leda;
vi) Il Palladio, un simulacro di Minerva caduto dal cielo. Portato da Enea e custodito dalle vestali, SETTE vergini incaricate di tenerne sempre accesa la fiamma, per proteggere con il suo fuoco sacro, la città custode;
vii) Gli Ancila, o scudi sacri di Roma. Un altro regalo piovuto dal cielo, uno scudo a forma di infinito (o a forma di otto?) ed è il dono di Marte a Numa Pompilio. Il settimo talismano ha la forma del simbolo dell’infinito. La leggenda di Roma può iniziare.

#5 Scorpacciata di sette per il Giro delle 7 chiese

Credits: giuseppebasile.org
sette virtù capitali di Giotto

Ricordate tutta la tabellina del sette? Conviene iniziare a ripassarla se si parla del Giro delle Sette Chiese. Si tratta di un percorso di devozione che nella storia ha subito numerose trasformazioni, tutte all’insegna del 7. La versione del pellegrinaggio, codificata da San Filippo Neri nel ‘500, prescrive un pellegrinaggio verso le basiliche papali, prevedendo che «durante il cammino fossero recitati i sette salmi penitenziali per invocare il perdono per i sette peccati capitali e per chiedere le sette virtù, meditando sulle sette effusioni di sangue di Gesù, sulle sue sette parole dette in croce, sui sette doni dello Spirito Santo (sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timore di Dio), sui sette sacramenti e sulle sette opere di misericordia» 
Da cornice alla numerologia applicata alla diocesi romana, non può mancare la Chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori, progettata dal Borromini, oppure la chiesa di S. Maria degli Angeli, dedicata al culto da Antonio del Duca dopo la visione di sette angeli, con l’imposizione di portarne il culto alla città di Roma.

#6 Le cariche pubbliche nell’antica Roma

Credits: glickr.com
septemviri

Quando a Roma la religione ufficiale non era il Cristianesimo, le autorità romane davano molta importanza alle feste religiose, a cui tutti i cittadini potevano partecipare gratuitamente. Il collegio che si occupava dell’organizzazione dei banchetti e delle feste era quello dei Septemviri Epulones (i sette uomini degli epuloni, dei banchetti) e, dalla loro istituzione, i giochi e le feste sono state organizzate in modo sempre più grandioso.

Nascono a Roma, sotto l’Imperatore Augusto, i corpi dei vigili del fuoco, come pronta risposta ad una piaga che ha tenuto sotto scacco la città: gli incendi.
Augusto suddivise la città in 7+7=14 regioni e ad ognuna venne assegnata una Cohorte Vigilum, costituita da sette centurie, ognuna con un centinaio di Vigiles.
Gli antenati dei pompieri avevano già a disposizione attrezzi come corde, asce, scale e pompe a sifone. Il trasporto organizzato su un carro trainato a cavallo, con sopra una botte piena di acqua pronta per essere utilizzata contro gli incendi. A loro spettava anche il compito di vigilare le strade nelle ore notturne e tenerle pulite, il che li rende antenati anche dei Vigiles Urbani.

#7 Appena fuori le mura di Roma

Credits: gea-archeologia.it
settebassi

La lunga e appassionante storia che lega Roma e il sette, è come un fiume in piena che nasce nel centro storico e porta il 7 fuori dai confini dell’Urbe. Ci sono località alle porte di Roma: come Settebagni sulla Via Salaria, oppure Settecamini e Sette Ville sulla Via Tiburtina, Sette Vene sulla Via Cassia, Settebassi presso Cinecittà e Sette Frati presso Prima Porta, che probabilmente prende il nome dalla storpiatura di una chiesa dedicata a sette fratelli, figli di una matrona romana, ricordati anche in un borgo medievale nei pressi di Frosinone, Settefrati.

Nel 2021 è uscito uno studio accurato sul gradimento e accesso ai servizi che la PA offre ai cittadini romani. Lo studio conclude che, per i livelli disomogenei riscontrati, ci sono 7 Rome all’interno della stessa città, pertanto il sette continua ad accompagnare Roma, nella buona come nella cattiva sorte.

A noi di Milano gli antichi Romani hanno dedicato amorevolmente il numero sette. Partendo dall’osservazione del cielo, per individuare il Nord, prendevano il riferimento delle sette stelle del Carro Maggiore, in latino septem triones, da cui il Settentrione.
Anche se è impossibile scindere dove il sette è portato dal destino e dalla magia, o dove è stato utilizzato come una forzatura, se i risultati sono quelli che abbiamo tutti sotto gli occhi, lo accettiamo. Evviva il 7.

Continua la lettura con: “Fare il GIRO delle SETTE CHIESE”: da dove nasce questo modo di dire

LAURA LIONTI

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Gli GNOMI del Polesine

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Credits: @ Gli Gnomi del Polesine (FB)

C’era una volta, in un paese lontano lontano, una terra abitata da gnomi… No, non è l’inizio di una storia per bambini, ma pura realtà. Gli gnomi esistono, e sono tra noi! O, meglio, sono in Polesine. Vi ho incuriosito? Continuate a leggere! 

Gli GNOMI del Polesine

A chi non piacevano le favole e i racconti di fantasia, da bambini? A me, per esempio, piacciono ancora adesso. Potete immaginare quanto fossi meravigliata nello scoprire che in Polesine è possibile entrare in contatto con gli gnomi. Si, avete letto bene.

Ma partiamo dall’inizio… 

Credits: @ Gli Gnomi del Polesine (FB)

 # Il Polesine 

Se siete amanti della natura e conoscete un po’ la geografia, avrete senza’altro sentito parlare del Polesine: una terra dominata dall’acqua che si identifica prevalentemente con la provincia di Rovigo, e che è situata tra il basso corso del Po e dell’Adige.

Credits: @ lendinara.italiani.it

I paesaggi quindi non potrebbero essere più vividi e rigogliosi, tra gole, boschi, e valli verdi, incastonate in un territorio che tramanda anche la cultura del suo popolo, con chiese, musei, palazzi storici come Villa Badoer, un’altra delle opere d’arte nate dal genio del Palladio. 

Credits: @ Lorenzo Patoia (iStock)

Vi starete chiedendo che cosa c’entrino gli gnomi in tutto questo… Beh, allora continuiamo il nostro percorso… 

Credits: @ Veneto Segreto

# Gli Gnomi del Polesine

Non tutti sanno che, oltre a paesaggi incantevoli e opere d’arte invidiabili, il Polesine può vantare anche una leggendaria e corposa comunità di gnomi, piccole creature operose che salvaguardano l’ambiente, aiutando a mantenerlo pulito e a trasmettere l’amore per la natura. Ma chi sono questi gnomi? 

Credits: @ Gli Gnomi del Polesine (FB)

Si tratta di un progetto che prende origine dalla grande passione per la montagna e per l’intaglio di gnomi di legno. Gli Gnomi del Polesine nascono quindi dal bisogno di rafforzare l’identità del polesani e di permettere alle tradizioni folkloristiche locali di essere conosciute e riconosciute ovunque. Per questo, gli Gnomi del Polesine si inseriscono perfettamente nel territorio circostante. 

Credits: @ Gli Gnomi del Polesine (FB)

# La storia degli Gnomi

Per capire come mai gli gnomi sono così cari a queste terre, bisogna scavare in fondo nella storia della città di Rovigo, e per conoscere la storia che avvolge di fascino la città di Rovigo, bisogna arrivare fino a Carlo Magno. 

Credits: @ Gli Gnomi del Polesine (FB)

La leggenda ha origine nel racconto “La regina e il Giardino Segreto”, raccontata direttamente dalla voce dell’attrice Francesca La Malfa sui canali social degli Gnomi. In questo racconto, si dice che Ildegarda, moglie di Carlo Magno, vagando per quelle incantevoli terre rimase affascinata dal profumo di un roseto selvatico, e vi si addentrò. Qui la Regina incontra Rodigi, uno gnomo, che la aiuta ad attraversare il roseto impedendo che ella si punga o ferisca in alcun modo, godendo solo del meraviglioso profumo dei boccioli. 

# Chiamali per nome

Gli gnomi sono tutti accomunati dal bisogno di interagire con la loro terra, di proteggerla e di valorizzarla. Come le persone, però, hanno interessi, passioni, caratteri diversi. E nomi. Si, perché gli gnomi non sono tutti uguali! 

Credits: @ Gli Gnomi del Polesine (FB)

Il primo gnomo è Policino che viene dalle montagne, poi ci sono Caligo, Viridio, Filistino e tanti altri ancora, e tutti hanno particolarità diverse e speciali. A Filistino piace l’acqua, a Brina e Galaverna nascondersi tra le foglie fresche al mattino.

Credits: @ Gli Gnomi del Polesine (FB)

Ma gli Gnomi del Polesine sono anche paladini dell’ambiente e della tua protezione: sono molti infatti gli eventi organizzati—e molti ancora quelli in progetto per il futuro—proprio grazie alla collaborazione di questi piccoli tesserini dall’aspetto fiabesco, che attirano l’attenzione e interrompono la routine. Forse è quello che serve, per spegnere il pilota automatico e accorgerci di dove stiamo andando, e di come lo stiamo facendo. Esperio e Viridio hanno dato il buon esempio ad Artessura di Adria cimentandosi nella raccolta differenziata per sensibilizzare tutti a rispettare l’ambiente. 

Credits: @ Gli Gnomi del Polesine (FB)

E se volete conoscere gli altri eventi e fare amicizia con questi simpatici gnometti, seguiteli sulla pagina Facebook ufficiale degli Gnomi! 

Fonte: .ItRovigo, Polesine Tourism

Continua la lettura con: I 5 LUOGHI più STRANI d’Italia

GIADA GRASSO 

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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🛑 Il NUOVO LOOK del POLICLINICO con suite e giardini sui tetti

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Credits: milanotoday.it nuovo policlinico

Uno dei protagonisti del tanto sofferto 2020, per la città di Milano, è stato certamente il Policlinico con i suoi medici. Ed è proprio questo che sarà oggetto di un progetto molto importante che cambierà in gran parte la struttura. Un nuovo volto per uno dei centri della sanità milanese. Un progetto che coprirà un’area di 23mila metri quadri e che farà diventare il Policlinico il più grande e moderno ospedale di Milano.

🛑 Il NUOVO LOOK del POLICLINICO con suite e giardini sui tetti

# 201 milioni di euro per 7 piani

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nuovo policlinico

Tecnologia avanzatissima e sostenibilità saranno alla base del progetto del nuovo Policlinico. La struttura sarà composta da 7 piani: piano terra compreso, 3 piani di blocco centrale e 2 piani di parcheggio interrato che potrà ospitare 500 posti auto per dipendenti, visitatori e pazienti. Per la realizzazione degli edifici, saranno utilizzati materiali innovativi e a ridotto impatto ambientale, nonché tecnologie all’avanguardia per rendere gli edifici il più efficienti possibili.

Un progetto tanto grande “che solo Milano e la Lombardia potevano concepire e realizzare”, riporta Letizia Moratti, e che andrà a richiedere un investimento di 201 milioni di euro. Tra questi 201, 135 milioni sono stati presi dalla valorizzazione del patrimonio immobiliare del Fondo Ca’ Granda, che ha appositamente istituito un fondo per il social housing, 30 milioni saranno stanziati da Regione Lombardia e i restanti 36 dal Ministero della Salute.

# Il punto forte del progetto: il giardino pensile terapeutico

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nuovo Policlinico

Tutti gli ambienti interni saranno progettati in modo tale da rispettare i cicli naturali: colori accoglienti e sereni e un’illuminazione che imiti la luce naturale. Nel corpo centrale saranno create 21 sale operatorie, ma il punto forte del progetto è il giardino terapeutico sopraelevato. Sul tetto dell’edificio sarà realizzato uno spazio apposito per bambini e pazienti. Qui si potranno organizzare laboratori, curare l’orto, fare lezioni di yoga o fitness per anziani o donne in gravidanza e sarà organizzata anche una pet therapy. Un giardino sopraelevato che sarà sfruttato al massimo, anche per regalare un momento di svago ai pazienti.

# Suite e nuove sale parto

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nuove aree Policlinico

Importante sarà anche la parte di progetto riguardante le sale parto. L’edificio sud sarà, infatti, dedicato a donne e bambini, ma la vera particolarità saranno le “Case del Parto”. Si tratta di veri e propri mini appartamenti che daranno la possibilità alle donne di vivere l’esperienza di partorire in casa, rimanendo però allo stesso tempo sicure, essendo in ospedale. Ciò che sorprende è che anche l’accesso alle “Case del Parto” è gratuito, in quanto identico ad un ricovero ordinario. E poi ci saranno le suite, per coloro che sceglieranno di usufruire di un ricovero a regime di solvenza.

# Sarà pronto nel 2024

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progetto nuovo Policlinico

Quando sarà pronto il nuovo Policlinico? Si crede che entro la primavera estate 2024 il progetto potrà essere terminato, ma intanto è stato pianificato ad ottobre un info-point dove si forniranno tutte le informazioni sul progetto attraverso video e immagini. Inoltre, bisogna precisare che il restyling non coinvolgerà tutta l’area del Policlinico: resteranno intoccate la Clinica Mangiagalli e l’area guardia accettazione, ovvero quella del pronto soccorso, dei prelievi, dell’accettazione e dell’endoscopia, realizzata nel 2015.

Fonte: MilanoToday.it

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BEATRICE BARAZZETTI

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