La tattica dei popoli senza esercito

Come un conflitto informativo potrebbe replicare la tradizione militare

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La battaglia di Teutoburgo

Nella storia spesso si è verificato uno scontro tra due parti di cui una con un esercito bene organizzato e l’altra completamente destrutturata con forze sensibilmente inferiori.

Per la tattica militare quando ci sono due forze in campo molto diverse quella meno potente tende a trasformare la guerra in guerriglia per poter sopravvivere. In quanto in uno scontro tradizionale verrebbe spazzata via.

Nella guerra fredda i due episodi di conflitto asimmetrico più celebri sono stati quello degli USA nel Vietnam e dell’Unione Sovietica in Afghanistan.
Nel primo caso, dopo oltre un decennio in cui teoricamente non ci doveva essere storia per la sproporzione delle forze in campo, la tattica di logoramento dei Vietcong di continue azioni di disturbo, parcellizzate e senza punti di riferimento, ha sfiancato la forza degli americani fino al loro ritiro.
Lo stesso è stato sperimentato dai sovietici in Afghanistan. Un decennio di tentata invasione di un esercito imponente e fino allora mai sconfitto è stato respinto dai Mujaheddin che colpivano con piccoli gruppi organizzati diffusi e nascosti sul territorio.

In fondo questi esempi riprendono una tecnica attivata spesso nel passato. A partire dai Germani che con l’imboscata della celebre battaglia di Teutoburgo, in cui Varo perse anche la vita, affossarono i sogni espansionistici dei romani oltre il Reno.

In epoca più recente un teorico della guerriglia organizzata era Garibaldi che imparò questa tecnica nell’America Latina e la portò nella prima e nella seconda guerra di indipendenza italiana, dimostrando che anche solo con mille soldati si può avere la meglio su eserciti imperiali.

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In questo periodo si sta usando, e probabilmente abusando, della metafora bellica per giustificare azioni che non sarebbero consentite in tempo di pace. Si tratta probabilmente di un tipo di guerra diversa, di uno scontro di informazioni che potrebbe replicare quanto accaduto nel passato con combattimenti più tradizionali.

In questo caso la guerriglia sul web e su piattaforme sempre meno controllate potrebbe ribaltare le sorti di un conflitto in cui al momento la sproporzione delle parti è evidente.

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