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Le fiammate del Salvator Mundi

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Salvator Mundi, Leonardo

Il Salvator Mundi, l’ultimo quadro libero da collezioni pubbliche di Leonardo Da Vinci, è stato battuto all’asta per la cifra di record di 450 milioni di dollari, riportando alla ribalta il tema dell’uomo che salva il mondo.

Tema che ha caratterizzato il dopoguerra con i supereroi americani, rafforzando l’idea dell’uomo forte al comando in antitesi con il concetto di intelligenza collettiva innato nella democrazia.

L’uomo forte viene spesso usato in modo schizofrenico dai media per denigrare le dittature ma auspicare la sua affermazione in caso di emergenza.
Per risolvere la questione, gli antichi romani avevano uno stato di emergenza che durava solo sei mesi in cui veniva eletto un dictator che aveva il compito di salvator mundi.

In certi paesi questo ruolo momentaneo diventa permanente, adducendo come motivazione che non c’è nessun altro in grado di espletare quel compito.
Dal governante che si presenta come salvator mundi i cittadini tendono ad accettare qualunque cosa, anche quelle democraticamente più aberranti, per l’idea che non ci sia nessuna alternativa a lui.

Il salvator mundi è derivato dalla tradizione cattolica per cui un singolo uomo viene giudicato come salvatore e che da lui dipenda la fortuna della comunità. Invece in altre tradizioni, come quelle nordiche, il governante è chi si assume la responsabilità di valorizzare l’intelligenza collettiva e di condurre la nave secondo le esigenze dell’equipaggio. Come dice la parola stessa “governare” significa tenere in ordine, condurre, non imporre la propria opinione sugli altri.

La figura del salvator mundi in politica conduce sempre a un fallimento proprio perché riduce l’intelligenza della comunità a un fattore personale, oltre a proiettare sulla propria funzione dei poteri soprannaturali in una visione sciamanistica del governo.

Se ripercorriamo gli ultimi secoli, la storia occidentale è la metafora della perdita di potere dell’uomo forte. L’evoluzione della società avviene proprio attraverso la scomparsa della figura del salvator mundi e l’ascesa dell’intelligenza collettiva.

In un periodo in cui i salvatori del mondo auspicano una informazione non democratica ricordiamo che le fiammate di ritorno dell’uomo forte si sono sempre concluse tragicamente.

Continua la lettura con: No diritti? No doveri

MILANO CITTÀ STATO

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Leggi anche: Nomine Procuratori, la “madre” di tutte le sentenze scritta dal giudice corrotto

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Sta per nascere la prima CITTÀ GALLEGGIANTE del mondo

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Credits: @smithsonianaib città gallegiante

Una nuova visione della città, in grado di far convivere le esigenze dei cittadini alle nuove condizioni climatiche. Una città completamente artificiale e perfettamente sostenibile, stiamo parlando della proposta di Oceanix.

Sta per nascere la prima CITTÀ GALLEGGIANTE del mondo

# Entro il 2025 si avrà la prima città galleggiante

Credits: @cnbcmakeit
città galleggiante

Si tratta di un progetto voluto dall’ONU per rispondere alle esigenze della creazione di nuovi spazi abitativi, che il continuo aumento demografico ha causato. Considerando che i due terzi del Pianeta è costituito da acqua, l’ONU ha individuato come possibile soluzione a questo problema il colonizzare l’oceano.

E così è nata l’idea di creare una città galleggiante, al largo delle coste della Corea del Sud. La realizzazione comporterà un investimento di circa 200 milioni di dollari e dovrebbe terminare nel 2025.

# Una vera e propria città

Credits: @sunchannel
città galleggiante

Si prevede di costruire piccoli moduli esagonali disposti ad anello in modo da creare una vera cittadina. Ogni modulo corrisponderà ad una sorta di quartiere, infatti ospiterà fino a 1650 abitanti. Ovviamente non ci saranno solo case, nella nuova città galleggiante non mancheranno infatti negozi, mercati, centri per al spiritualità e luoghi dedicati alla cultura e allo sport, nonché spazi verdi.

# Il trionfo del green

Credits: @sunchannel
città galleggiante

Il progetto della prima città galleggiante al mondo è già stato affidato ad Oceanix dal governo della città di Busan. La città sarà completamente green: verranno utilizzati materiali locali come il legno e il bambù, si sfrutteranno le energie rinnovabili e sarà creato un ampio spazio dedicato all’agricoltura. E se si ha paura della sicurezza dei futuri cittadini, dato che la città si troverà in mezzo all’oceano, non c’è da preoccuparsi. Tutta la città è stata pensata per resistere anche agli eventi atmosferici più estremi, sopporterebbe addirittura un uragano di categoria 5. Un esempio di soluzione a questo problema è che per resistere al vento non ci saranno edifici più alti di 7 piani.

Tutto è pronto e stato pensato, quindi ora non ci resta che decidere…chi andrà a vivere nella prima città galleggiante al mondo? E soprattutto, se questa sarà la nuova frontiera della città e ne verranno create altre, chi si trasferirebbe in mezzo al mare?

Fonti: siviaggia.it

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BEATRICE BARAZZETTI

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Leggi anche: I rischi del Trattato del Quirinale e il “partito francese” in Italia

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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Il PULMANN che non arriva da NESSUNA PARTE

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Credits rubytuesdayhk IG - Quiet bus

Si parte ma non c’è un punto di arrivo. Ecco dove gira e come funziona.

Il PULMANN che non arriva da NESSUNA PARTE

# I bus turistici a due piani trasformati in un viaggio rilassante verso il nulla

Credits wisermatch IG – Tragitto quiet bus

Alcuni classici bus turistici a due piani di Hong Kong sono stati trasformati in un’esperienza rilassante e rigenerante per fuggire dalla solita pesante routine che si è venuta a creare durante la pandemia. Per la precisione sono dei bus diretti verso il nulla, nati dall’idea dell’imprenditore Frankie Chowun. I primi viaggi sono stati effettuati in una domenica di Novembre, lungo un percorso di 85km della durata di 5 ore con partenza da Kowloon e destinazione le periferie della metropoli, attraversando la selva dei grattacieli. 

Leggi anche: Inaugurata la STAZIONE FANTASMA: si scende dal treno e ci ritrova in MEZZO al NULLA

# Il loro soprannome è “quiet bus”

Credits rubytuesdayhk IG – Quiet bus

“Quiet bus” è il soprannome che lo stesso imprenditore ha dato agli autobus, sono stati addirittura pianificati i percorsi migliori per non disturbare il relax dei passeggeri. Alcuni hanno scelto di trascorrere le ore di viaggio fotografando i panorami più suggestivi e caratteristici, molti altri hanno partecipato a questi tour inaugurali premunendosi di tappi e mascherine per dormire lungo tutto il tragitto. Il costo non è nemmeno troppo proibitivo, vista la durata dell’esperienza: in base ai posti scelti il biglietto varia tra gli 11 e i 50 euro. 

Sono molte le città italiane in cui girano i bus a due piani, vedremo mai questa iniziativa anche nel nostro Paese?

Continua la lettura con: Un piccolo BUS diventa una MINI-CASA dei sogni

FABIO MARCOMIN

Copyright milanocittastato.it

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Leggi anche: “La cultura è lo strumento chiave per uscire dalla pandemia”

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Il TURISMO del BRIVIDO: dormire nella CITTÀ PIÙ FREDDA del mondo

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Credits: @viaggistraordinariit IG

Vanta il primato di paese più freddo del mondo. Per i più coraggiosi è disponibile come meta turistica invernale.

Il TURISMO del BRIVIDO: dormire nella CITTÀ PIÙ FREDDA del mondo

# Temperatura media in inverno: -55 gradi

Credits @wildartandmusicforever IG

Ognuno ha una personale lista delle avventure da intraprendere nella vita e, quasi certamente in moltissimi in questa lista, hanno segnato un viaggio ai confini della Terra. Ojmjakon incarna uno di questi, per le condizioni climatiche estreme.
La stupenda particolarità è che, nonostante la temperatura in inverno si aggiri intorno ai -55 °C, con punte anche più basse, il villaggio è abitato da una comunità di circa 800 persone, che a Ojmjakon hanno la propria casa, rendendolo il luogo abitato più freddo del mondo.
Più in particolare siamo nella Jacuzia e il nome Ojmjakon significa “acqua che non congela” per la presenza nel luogo di un corso d’acqua corrente, il fiume Indigirka, che consente alla piccola comunità di vivere sfruttando la pesca.

Leggi anche: Glaciazione, carenza risorse, crollo in Borsa: in arrivo in inverno la MADRE di tutti i DISASTRI?

# Un’escursione termica di 80°C

 
Credits: @viaggistraordinariit IG

Secondo alcune cronache locali, qualche tempo fa la temperatura più bassa mai registrata a Ojmjakon è stata di 67 gradi sotto zero. Un’interpolazione di dati calcolati da un supercomputer, invece, ha stabilito che nell’inverno del 1926 il termometro si è congelato a -71,2°C.
In estate il villaggio gode di una piacevole parentesi, con le massime che possono arrivare a 22°C.

È evidente che, in queste condizioni, l’agricoltura è impossibile, pertanto il sostentamento principale della comunità sono l’allevamento e la pesca, di conseguenza l’alimentazione basata su proteine e grassi animali fondamentali per dare il giusto apporto alla resistenza al freddo.
La vita degli abitanti si svolge grazie a movimenti molto lenti, spostamenti fatti con molta attenzione nelle 3 ore di luce naturale che l’inverno mette a disposizione, allevando renne e cavalli.

La maggior parte del tempo è dedicato al ritiro nelle case riscaldate a carbone, con piccole escursioni all’emporio locale, unico negozio che fornisce agli abitanti gli ingredienti per le loro provviste e le ricette casalinghe.
In inverno l’acqua è ricavata sciogliendo i blocchi di ghiaccio che la natura fornisce in grande quantità, perché gli impianti domestici sono, ovviamente, congelati e inutilizzabili.
Gli abitanti che a Ojmjakon possiedono un’automobile, si spostano in auto badando sempre bene a non spegnere mai il motore prima di tornare a casa, proprio per evitare che si congeli.

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# Una vacanza in Siberia

Per quanto possa sembrare bizzarro, Ojmjakon e le sue condizioni climatiche estreme sono meta di alcuni coraggiosi viaggiatori, che riescono a spingere la loro voglia di avventura fino ai confini più estremi.
A Ojmjakon non esistono strutture turistiche, ma è la stessa comunità ad essere ricettiva in questo senso: alcuni abitanti mettono a disposizione una stanza o degli spazi per ospitare coraggiosi volti forestieri che si misurano andando in vacanza in Siberia.
Succede così che Ojmjakon (in alternativa Oymyakon) diventa protagonista di foto postate su Instagram, che ritraggono il paesaggio innevato, gli animali di allevamento e i volti sorridenti dei locali o dei turisti con le ciglia congelate.

Svegliarsi a Milano in Dicembre e lamentarsi del freddo non sembra aver più molto senso, vero?

 

Fonte: Si Viaggia

Continua la lettura con: Il CENTRO ABITATO più in ALTO del mondo: più su del Monte Bianco

LAURA LIONTI

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Leggi anche: Altro che GKN, l’anno nero di Top Legal nei bilanci: bruciati 400mila euro

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Traduzioni impossibili: GREEN PASS in milanese

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

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🛑 Lo SPETTACOLO degli ALBERI di NATALE: saranno otto le superstar evergreen di Milano. Ecco DOVE si potranno ammirare

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Credits: licia_trilly77, IG

Quest’anno le superstar di Natale saranno un evergreen. Gli alberi di Natale. Saranno otto. Ecco dove trovarli.

Lo SPETTACOLO degli ALBERI di NATALE: saranno otto le superstar evergreen di Milano. Ecco DOVE si potranno ammirare

# Gli 8 protagonisti del Natale di Milano 

Ad illuminare la metropoli lombarda quest’anno saranno 8 alberi di Natale. Saranno posizionati nelle zone più conosciute e frequentate da milanesi e turisti. Il budget stanziato dal Comune arriva a 2milioni e 375mila euro, quasi il doppio rispetto allo scorso anno. Ecco dove si troveranno questi costosi alberi.

Credits: raffaele_zanni, IG

Leggi anche I MERCATINI di NATALE più belli di Milano e della Lombardia 

# Il tour parte dal Duomo 

La gran parte degli alberi di Natale saranno concentrati nel centro, con l’aggiunta di City Life. Da piazza Duomo, in cui sarà posto l’albero della società immobiliare Gva Redilco & Sigest, si potrà proseguire il tour alla scoperta degli alberi milanesi passando per piazza della Scala, dove si troverà l’albero finanziato dal marchio di profumi Jo Malone e in piazza XXV Aprile con l’albero di Cartoon Network, che finanzia anche l’albero di piazza San Fedele.

A finanziare l’albero di piazza XXIV Maggio è Radio DJ e parlando ancora di profumi, troveremo l’albero di Lancome in Cordusio. A2a si occuperà dell’installazione di piazza San Carlo ed in fine in piazza Tre Torri sarà City Life a caratterizzare il proprio albero di zona.

Citylife

Leggi anche I SOPRANNOMI SEGRETI dei grattacieli di Milano 

# Milano si illumina in anticipo

Un’altra novità del 2021 è l’annuale accensione degli alberi di Natale. Tradizionalmente il 7 dicembre, nel giorno di Sant’Ambrogio, patrono della città, quest’anno le luci saranno accese la sera del 6 dicembre. A stravolgere la tradizione è la partita Milan – Liverpool, che vedrà molti tifosi del calcio attraversare le strade del centro di Milano. Per quanto riguarda le vie centrali non dotate di alberi, ad accenderle saranno Netflix, in Corso Como, Corso Garibaldi e via Padova, e Ralph Lauren che si occuperà di via della Spiga e in parte via delle Forze Armate.

Leggi anche Apre in centro a Milano il NEGOZIO dedicato al NATALE

Continua la lettura con SFIDA al DUOMO: qual è il SIMBOLO “ALTERNATIVO” di Milano 

SARAH IORI

Copyright milanocittastato.it

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Una crociera nel cielo: l’AEREO super LUSSO con dentro anche una discoteca

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credits: https://www.lufthansa-technik.com/

Si sa, non c’è limite al lusso e neanche all’ingegno umano che continua a crearlo. Questa volta ad essere stato progettato è un aereo super lussuoso che non ha nulla da invidiare agli yatch giganti che di solito passano all’orizzonte e si osservano con occhi sognanti mentre si è sdraiati sul proprio salviettone in spiaggia. Questa volta per sognare un po’ bisogna guardare in alto, sì perché il nuovo aereo super lussuoso le ha proprio tutte.

Una crociera nel cielo: l’AEREO super LUSSO con dentro anche una discoteca

# L’aereo progettato da Lufthansa Technik


Credits: https://www.lufthansa-technik.com/

A progettare il nuovo aereo super lussuoso è stata Lufthansa Technik, azienda fornitrice di servizi di manutenzione per gli aeromobili e sussidiaria di Lufthansa, una delle compagnie aereo più lussuose al mondo. La Lufthansa Technik ha voluto rivoluzionare il concept del viaggiare “da vip”, creando cabine esclusive e tecnologiche. Se si vuole andare dall’altra parte del mondo, viaggiando con tutti i comfort possibili immaginari con i nuovi Explorer, così sono stati chiamati, si può fare, o meglio i milionari possono farlo.  I nuovi aerei super lussuosi avranno addirittura una discoteca al loro interno e forniranno ogni comfort. A che prezzo? Bisogna tenersi via un bel po’ di soldi per queste nuove cabine, ben 380 milioni di euro.

# L’aereo che ha proprio tutto

Credits: https://www.lufthansa-technik.com/

Il nuovo aereo della Lufthansa Technik ha tutto quello che un miliardario può sognare. Oltre alla sala da ballo, al suo interno ci saranno: una spa, uffici e sale conferenze, un pavimento trasparente e addirittura un “balcone” retrattile ed espandibile, non accessibile quando si è in viaggio ovviamente, ma creato per avere uno spazio esterno quando l’aere è fermo. Inoltre, nell’area lounge ci sarà un sistema ultra tecnologico che proietterà sulle pareti e sui soffitti gli sfondi preferiti dai passeggeri, dai cieli stellati al mondo subacqueo. Le camere da letto all’interno, poi, sono state pensate come quelle di un hotel a cinque stelle e progettate alla fine del mezzo, in modo tale da regalare relax ai passeggeri. . E poi è un aereo pronto all’emergenza, all’interno ci sarà anche una stanza adibita ad ospedale volante.

# Un concept rivoluzionario

Credits: https://www.lufthansa-technik.com/

Ispirato alle crociere, Explorer è stato pensato per gli Airbus Corporate ACJ330, ma in realtà potrebbe essere adattato anche sugli Airbus A350 o su un Boeing 787, l’importante è che il mezzo sia molto grande. L’aereo potrà ospitare un massimo di 12 persone, poche se si considera la grandezza del posto. L’Explorer sarebbe una vera rivoluzione dei viaggi di lusso in aereo, che ci serva o no un aereo così non ce lo chiediamo, ma bisogna ammettere che l’Explorer fa sognare. Attualmente però è solo un nuovo concept, vediamo se si realizzerà effettivamente.

Continua la lettura con: Il CAMPER più GRANDE e LUSSUOSO del mondo: in pratica una VILLA con le ruote

BEATRICE BARAZZETTI

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No diritti, no doveri

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Una delle più grandi innovazioni della storia della civiltà fu l’estensione della cittadinanza a tutti quelli che risiedevano all’interno dell’Impero Romano. Dapprima osteggiata dal Senato poi si rivelò un’arma importantissima per sedare le rivolte, giustificare il pagamento dei tributi e romanizzare il mondo.

Tutti sappiamo che escludere qualcuno da un consesso crea rancore e spirito di rivalsa. Mentre invitarlo a cena crea una buona relazione e un miglioramento per tutti.
In fondo, tutti i movimenti di indipendenza e di autonomia hanno avuto come miccia la discriminazione di cittadini che a fronte di doveri uguali agli altri godevano di minori diritti.

Uno dei principi fondamentali della modernità è proprio la reciprocità tra diritti e doveri che in ogni società trova il suo equilibrio nel patto sociale.
La punizione per un crimine avviene proprio in questo modo: l’esclusione del reo dai diritti goduti dal complesso della comunità. In questo caso però a fronte di quello che viene giudicato un crimine si ha l’abbattimento non solo dei diritti ma anche dei doveri.

Chi viene escluso dalla società viene anche ovviamente esentato dagli obblighi, come quello di pagare le tasse. Ad esempio, chi viene imprigionato viene escluso dalla società e quindi preso in carico dallo Stato che si occupa del suo sostentamento. Lo stesso avveniva in passato con l’esilio: chi veniva escluso dalla società veniva cacciato e quindi smetteva anche di dover contribuire al bene comune.

L’esclusione dai diritti necessita il ribilanciamento dei doveri.

Continua la lettura con: La politica di Frankenstein

MILANO CITTÀ STATO

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Leggi anche: Mediolanum, serve un erede di Ennio Doris: le sfide fintech e risiko bancario coi francesi

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Il Central Park milanese: le IDEE per vivere l’IDROSCALO tutto l’ANNO

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Credits: lavalsassina.com - Parco Avventura Resinelli

L’Idroscalo di Milano viene vissuto soprattutto durante i mesi più caldi. Per il resto dell’anno è poco frequentato. Ecco alcune idee per renderlo vivo ogni giorno.

Il Central Park milanese: le IDEE per vivere l’IDROSCALO tutto l’ANNO

#1 Piste da sci di fondo

coppa del mondo di fondo a milano
coppa del mondo di fondo a milano

Come nel 1997 quando il Vigorelli ospitò una prova di Coppa del Mondo di sci di fondo oppure nel 2011 quando al Parco Sempione si sono tenute quattro gare del FIS Cross-Country World Cup, l’area verde dell’Idroscalo può essere trasformata in un circuito per gare di sci di fondo. Servirà solo la neve artificiale.

#2 Uno snowpark

credits: @plaskeland

Da affiancare alla area per fare surfing, sull’onda artificiale statica più grande d’Europa in mezzo al lago, si può pensare ad uno snowpark per fare evoluzioni con la tavole da neve. Anche in questo caso la neve non sarà naturale, ma il divertimento non mancherà, con la vista del lago mentre si volteggia in aria con lo snowboard.

Leggi anche: Quello che NATURA non le ha dato Milano se l’è CREATO

#3 Percorsi educativi alla scoperta della natura del parco

credit: idroscalo.org

Per adulti e bambini si possono studiare dei percorsi ad hoc per scoprire la natura del parco, le specie arboree presenti e la fauna che vive tra prati e acqua, come ad esempio nel “giardino della vita” e nel “parco delle rose”.

#4 Un parco avventura

Credtis: tree.experience.it – Parco Avventura Corvetto

Per replicare l’iniziativa del parco di Porta di Mare si potrebbe creare, più in grande, un parco avventura. Ponti tibetani, carrucole per volare sospesi tra gli alberi, percorsi di arrampicata per farsi salire l’adrenalina in mezzo alla natura.

Leggi anche: I 7+1 PARCHI AVVENTURA più EMOZIONANTI a meno di un’ora da Milano

#5 Un ristorante stagionale con sole specialità milanesi o lombarde

Credits santambrogio1981_milano IG – Ristorante Santambrogio1981 Idroscalo

Gli amanti della buona cucina non dovrebbero rimanere delusi. Un ristorante dedicato alle specialità milanesi o lombarde, con piatti esclusivamente stagionali potrebbe essere un’altra buona idea per attirare le persone all’Idroscalo ogni giorno dell’anno.

 

Continua la lettura con: La brughiera di Gaggio: il luogo più COLORATO della Lombardia

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Barbados diventa una Repubblica, addio alla Regina Elisabetta

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L’incanto della FORESTA delle FARFALLE, la guida per le anime perdute

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Credits:@pepe_soho foresta farfalle

In questo autunno si è parlato tanto dei posti più belli dove ammirare il foliage, in Italia, in Europa e in tutto il mondo. Forse però nessuno ha mai visto un foliage così magico. Di che cosa si tratta? Di una foresta popolata da migliaia di farfalle che, come per magia, fanno cambiare colore alle foglie.

L’incanto della FORESTA delle FARFALLE, la guida per le anime perdute

# Lo spettacolo delle farfalle

Credits: @ la_bellezza_splendore_vero
Farfalle monarca

Ci troviamo in Messico, precisamente nello stato del Michoacan. Qui ogni anno, tra fine ottobre e inizio novembre, migrano migliaia e migliaia di farfalle monarca che si riuniscono sugli alberi, si adagiano sui tronchi o sui fili d’erba e trascorrono l’inverno. In Messico le farfalle sono considerate guida per le anime perdute dopo la morte, sono animali talmente importanti che quando arrivano nella foresta, le comunità indigene trattano ciascun insetto come un dono.

# Lo spettacolo della natura

Credits: @iamnotanartist_net
foresta farfalle

Per il mondo intero, la presenza delle farfalle monarca nella foresta del Michoacan è uno degli spettacoli della natura più belli, infatti attira ogni anno milioni di turisti che, nel rispetto di questi insetti magnifici, li osservano silenziosamente senza disturbarli. Le farfalle monarca rimangono in Messico fino a marzo, per poi partire per un altro viaggio verso gli Stati Uniti e poi direzione Canada.

# Una foresta magica

Credits:@naturalhabitatadventures
Foresta farfalle

Per salvaguardare le farfalle, il Governo messicano ha creato la Monarch Butterfly Biosphere, compresa tra gli stati di Michoacan e Estado de Mexico, chiamata ormai foresta delle farfalle. Qui gli alberi non sono semplici alberi e le foglie non hanno i classici colori, sì perché le farfalle monarca che migrano in Messico sono così tante che quando si appoggiano sugli alberi cambiano colore all’intera chioma. E quando spiccano il volo è tutta una magia: le foglie cambiano ancora tonalità e si viene immersi da migliaia di farfalle. È una foresta talmente bella e importante per la salvaguardia del sistema che nel 2008 è diventata patrimonio UNESCO.

 

Fonti: siviaggia.it

Continua la lettura con: I 5 BOSCHI INCANTATI della Lombardia

BEATRICE BARAZZETTI

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Leggi anche: I conti d’oro negli studentati di Fondazione Cariplo

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Il giardino dei MORTI VIVENTI

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Credits: @yatesrachel Giardini perduti di Heligan

Esiste un posto in cui creature fantastiche vivono silenziose in armonia con il paesaggio, non mangiano, non respirano e tolgono il fiato anche a chi le guarda. Sono i giardini che trasportano il turista all’interno di un mondo magico fatto di piante ed esseri mitici.

Il GIARDINO dei MORTI viventi

# I signori dei giardini

Credits: @inkedulondon
Giardini perduti di Heligan

Per oltre 400 anni il territorio di Heligan, in Cornovaglia, è stato proprietà della famiglia Tremayne, abbandonato fu soggetto ad un periodo di decadenza che culminò con un uragano nel 1990. I giardini stavano per scomparire ma gli eredi Tremayne, con l’aiuto di Pete e Sue Hill, riportarono in vita esseri misteriosi che li aiutano ad attirare turisti a partire dal 1992.

# La flora del parco: palmi, ninfee e piante esotiche

Credits: @tonino9539
Giardini perduti di Heligan

I giardini sono popolati da grandi felci tropicali, palme esotiche e stagni di ninfee, tra cui è possibile percorrere un tunnel di bambù e un ponte tibetano di corda. All’interno del parco sono inoltre coltivate frutta e verdura utilizzate all’interno della cucina del territorio. Il microclima creato dalle piante esotiche rende inoltre possibile una coltivazione di ananas, l’unica presente in Europa. Nel territorio c’è anche The Lost Valley, in cui cresce un tappeto di campanule colorate in primavera, il più grande albero di tasso su suolo inglese e l’unica foresta di conifere Wollemie, albero originario dell’Australia.

# I morti viventi

Credits: @hortus_flora
i giardini perduti di heligan

Chi vive in mezzo a queste specie vegetali? la fauna dei giardini è popolata di uccelli (martin pescatore e colibrì) e altre specie di mammiferi come le lontre, ma tra di loro sono presenti esseri mitici che vestono di erbe e lasciano passare gli avventurieri indisturbati. I personaggi più affascinanti sono la ragazza di fango e la testa del gigante.

La ragazza di fango è l’opera di Pete e Sue Hill, statua di una fanciulla addormentata che cambia aspetto in base al ciclo delle stagioni, motivo che per cui è considerata una statua vivente, ha un ciclo di vita proprio! A rendere possibile questo cambiamento è la sua “struttura ossea” costituita di legno, fango e cemento.

Opera degli stessi autori è la testa del gigante, immersa tra muschi e licheni, figura semi-sepolta, spia i visitatori con i suoi grandi occhi, cambiando aspetto a seconda della luce che la avvolge nei diversi momenti della giornata.

Esseri viventi e non portano a questo luogo una magia che ricorda i racconti per i bambini, con foreste abitate da fate, ninfe e folletti. I Giardini perduti di Heligan sono la casa delle statue che cambiano abito e osservano ciò che li circonda.

Continua la lettura con: Il GIARDINO dei VELENI: potrebbe essere l’ultimo luogo che vedrete nel mondo

SARAH IORI

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Leggi anche: Il gran ballo di Cdp tra Cina e Stati Uniti: perché lascia il top manager di Pechino

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Il RISTORANTE di Milano dove si mangia seduti sull’ALTALENA

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Credits magnatilltheend IG - Il Fortino

Al posto delle sedie si può mangiare “dondolandosi” sulle altalene. Ecco dove si trova questo curioso locale

Il RISTORANTE di Milano dove si mangia seduti sull’ALTALENA

# “Il Fortino”, il ristorante di cucina contemporanea ricercata in Porta Romana

Credits ilfortinomilano IG – Il Fortino

La zona di Porta Romana non è nuova a locali fuori dall’ordinario, sia come proposte culinarie che come location. Il Fortino di via Bligny 44 conferma questa tendenza. Questo giovane e moderno bistrot ristorante offre una cucina contemporanea ricercata, focalizzata su carne di alta qualità e piatti gourmet, e un ambiente molto particolare.

# Mangiare seduti sulle altalene circondati da una mangrovia

Il locale è suddiviso in 3 zone separate. La library è perfetta per degustare i propri pasti, la social table è caratterizzata da un lungo tavolo dove generalmente viene servito il buffet di aperitivo, ma il garden la zona più scenografica del ristorante. Lungo i caratteristici mattoni a vista della parete corre una spettacolare mangrovia e gli ospiti possono mettersi a sedere e mangiare su delle altalene al posto delle sedie.

 

Continua la lettura con: Il RISTORANTE di BAMBÙ a forma di NAVE capovolta

FABIO MARCOMIN

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🛑 METRO ROSSA a MONZA: è la volta buona? Stanziati nuovi finanziamenti e fissata la DATA di APERTURA

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Credits: Urbanfile - Prolungamento Monza Bettola

Sono anni che si sente parlare del prolungamento della M1 fino a Monza, ma l’effettiva realizzazione era diventata quasi un sogno. Eppure questa volta sembra esserci una data di fine lavori e una pronta inaugurazione della fermata Bettola, questo anche grazie ai nuovi finanziamenti della Regione Lombardia.

🛑 METRO ROSSA a MONZA: è la volta buona? Stanziati nuovi finanziamenti e fissata la DATA di APERTURA

# Più finanziamenti per il prolungamento della M1: fissata la data di apertura

Credits: trasportinfo.it – M1 Leonardo

I lavori per il prolungamento della M1 sono riiniziati lo scorso settembre, ma a causa di una serie di problemi è stato richiesto un ulteriore finanziamento. È qui che entrano in gioco Comune, Stato e Regione. Per il prolungamento dell’infrastruttura erano stati stabiliti circa 143 milioni di euro, ma interferenze tra la Stazione e il PII Bettola e tra la Stazione e l’interconnessione con la M5 hanno richiesto un aggiunta di 31 milioni di euro. Se quindi la Regione aveva già stanziato 19 milioni di euro per la realizzazione del prolungamento della M1, adesso ne aggiunge altri 9,2 per cercare di risolvere il  problema della variante. Sembrerebbe quindi che si sia veramente intenzionati a portare la metro rossa a Monza, tanto che in effetti è già stata stabilita una data di apertura della Stazione Bettola, siamo nel 2024.

# Il prolungamento avrebbe un impatto su tutto il territorio

Credits: nuovabrianza.it
collegamenti monza

Portare la M1 non più fino a Sesto ma fino a Monza avrebbe un impatto notevole su tutto il territorio milanese del nord-est. Garantire un interscambio tra la città meneghina e la Brianza significherebbe un miglioramento del sistema metropolitano, ma soprattutto renderebbe sostenibile la circolazione da nord est di Milano all’area brianzola. Inoltre, questi finanziamenti della Regione, mostrano come questa sia particolarmente attenta all’area brianzola, consapevoli che il prolungamento della M1 sarebbe strategico sia alla valorizzazione del turismo nel territorio sia per la sua crescita economica. La Stazione Monza Bettola dovrebbe entrare in funzione a dicembre 2024, vedremo se questa sarà la volta buona.

Continua la lettura con: La M3 arriverà fino a PAULLO? La regione dice NO e propone altre due soluzioni

BEATRICE BARAZZETTI

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Le SORPRESE della METRO di Milano

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Credits marilenatourguide IG - Duomo M1 resti Santa Tecla pozzo

La metropolitana milanese nasconde molte curiosità e aneddoti, ma queste tre cose potrebbero lasciarti a bocca aperta. Vediamo quali sono.

Le SORPRESE della METRO di Milano

#1 Il “dancefloor” nel mezzanino di Porta Venezia M1

Credits: @eustacestephen
IG

Nella fermata di Porta Venezia M1 si rischia di finire di rimanere intrappolati in una pista da ballo. Nel mezzanino, che collega l’ingresso alla metro sotto Piazza Oberdan e le uscite di Corso Buenos Aires, giovani ballerini e ballerine di Milano ogni pomeriggio si danno appuntamento per ballare. Dall’Hip-hop alla breakdance, tutti i generi di danza moderna trovano spazio nei corridoi di questa fermata metropolitana.

#2 L’accento corretto sul nome della fermata Gambara

Cartina fermata M1 Gambara
Cartina fermata M1 Gambara

La pronuncia della fermata della linea rossa tra Bande Nere e De Angeli ha sempre fatto discutere, in particolare su quale sillaba andasse posto l’accento. Quella corretta è però una soltanto e forse non quella che crede la maggiore parte dei milanesi. La fermata infatti si riferisce alla piazza che è intitolata a Veronica Gàmbara, poetessa del cinquecento. Gàmbara appunto, da non confondere con Gambàra, paese del bresciano.

 

Leggi anche: Gàmbara o Gambàra? La soluzione all’eterno dilemma sulla pronuncia della FERMATA M1

#3 I resti della basilica di Santa Tecla alla fermata Duomo M1

Nel mezzanino della fermata Duomo della linea rossa sono conservati i resti della Basilica di Santa Tecla, edificata in epoca romana tardoimperiale e distrutta verso la fine del 1.400. In particolare sono visibili una porzione della pavimentazione che conduceva all’altare, un pozzo paleocristiano che era situato in mezzo alla navata centrale e i frammenti di una ventina di boccali in ceramica. Per poterli vedere bisogna però indovinare l’entrata giusta.

 

Continua la lettura con: La METRO spinta da un ventilatore, l’ascensore SPAZIALE e gli altri MEZZI di trasporto più PAZZI mai progettati

FABIO MARCOMIN

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La politica di Frankenstein

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Frankie

Frankenstein è stato uno dei primi romanzi di fantascienza, anche se sembra un’opera dell’orrore.

# Tutto nasce dall’eruzione di un vulcano in Indonesia 

Tambora, rappresentazione eruzione del 1815

Con la battaglia di Waterloo nel giugno del 1815 il clima sembra cambiato. Quel giugno era straordinariamente piovoso, un clima anomalo che ha probabilmente inciso sulle sorti della battaglia, creando molte difficoltà dal punto di vista militare, come i mezzi pesanti da trasportare sul fango.

Nell’aprile di quell’anno il vulcano Tambora in Indonesia aveva avuto una eruzione potentissima che aveva oscurato il cielo con le sue polveri e aveva causato un cambiamento climatico che non si è esaurito in quell’anno.

Con la fine dell’era napoleonica e la ripresa del turismo in Europa, l’anno seguente Mary Shelley con un gruppo di amici decise di andare a Ginevra alla fine di Maggio a trovare Lord Byron. L’estate non arrivò mai a causa dei cambiamenti provocati dall’eruzione del vulcano e per trascorrere il tempo nelle giornate piovose Byron propose che ognuno scrivesse una storia dell’orrore. Così nacque Frankenstein di Mary Shelley.

# La creatura spaventosa e il suo amor tradito

Credits: vesuviolive.it

La trama ruota intorno al dottor Frankenstein, uno scienziato che decide di assemblare pezzi di cadavere per portare in vita un corpo morto utilizzando il galvanismo che, allora, era alla base di molte teorie scientifiche o pseudoscientifiche come l’elettroshock.
Il risultato è una creatura spaventosa che inizialmente è portata a sentimenti di amore verso l’umanità.

Ma il suo aspetto orribile innesca repulsione e disgusto nella gente e questo la induce per reazione a trasformare l’amore in odio. Da questo punto il romanzo scivola sempre più in ambientazioni horror con una catena di eventi tragici fino alla morte finale dello scienziato e della sua creatura.

# Una nuova società sempre più mostruosa

credit: milanoweekend.it

Il sottotitolo di Frankenstein era “il moderno Prometeo” che allude all’aspirazione degli scienziati di fare teoricamente qualsiasi cosa.

Un’ambizione che non ha mai lasciato l’uomo, in particolare in voga di questi tempi in cui non solo la scienza si sta imponendo come legge sociale ma anche la politica si sta trasformando in un nuovo Frankenstein che cerca di vincere la natura attraverso decreti o norme burocratiche.

Sta prendendo così vita una nuova società che si sta trasformando in un corpo collettivo sempre più mostruoso, costituito da un’accozzaglia di tentativi in cui la tecnologia digitale fa le veci del galvanismo.
Forse potrebbe accadere la stessa conseguenza del romanzo, dove tentativi fatti a fin di bene potrebbero tradursi in una società che pur animata dal desiderio di amore collettivo precipita nell’odio e nell’autodistruzione.

Il messaggio che si potrebbe ricavare dal romanzo di Mary Shelley in modo da renderlo utile per i nostri tempi potrebbe essere questo: scienza e politica devono avere dei limiti invalicabili, come le leggi della natura e i diritti fondamentali delle persone.
Perché non è compito né della scienza né della politica di portare in vita un cadavere.

Continua la lettura con: Dissenso criminale

MILANO CITTA’ STATO

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Leggi anche: Le mille bolle finanziarie e la mia fifa blu

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La nuova moda dal Giappone: in TENDA tra i GRATTACIELI. Si diffonderà anche a Milano?

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Credits: Pinterest

Arrivare in Giappone comporta un lungo viaggio, e una volta arrivati ci sono molte cose da vedere ma ci sono anche molte esperienze da fare, ad esempio il campeggio in città. Questa la nuova moda che si sta diffondendo nel Sol Levante. Prenderà piede anche dalle nostre parti?

La nuova moda dal Giappone: in TENDA tra i GRATTACIELI. Si diffonderà anche a Milano?

# Un parco all’aperto per dormire godendo dello skyline

Le città giapponesi attirano visitatori europei per la loro cultura, gli skyline, i fiori di ciliegio in primavera e tanto altro. Non tutti sanno che a Tokyo è possibile praticare un’esperienza unica: il campeggio in centro alla città. Il visitatore può godere delle bellezze della città di giorno e senza allontanarsi può vivere un’esperienza di campo sul fiume durante la notte. Gli abitanti di Tokyo hanno ideato nella baia della metropoli un parco all’aperto dotato di tende e postazioni per la griglia, in questo modo giovani, famiglie e turisti possono ammirare le luci notturne dello skyline da un luogo più suggestivo rispetto alla finestra dell’albergo.

Leggi anche: I 7 GRATTACIELI più IMPRESSIONANTI in arrivo nel MONDO

Credits: precimolobye, IG

# Glamping sui tetti

Il glamping è una pratica che unisce “glamour” e “camping”, indica la possibilità di fare campeggio in una condizione di assoluta comodità, unisce il vantaggio dello stare all’aria aperta  ai servizi degli alberghi di lusso. A Tokyo tende di lusso sono state posizionate sotto la Tokyo Skytree Town, la torre di telecomunicazione più alta del paese, da cui è possibile raggiungere le vie dello shopping e il centro culturale della città. A questa esperienza si aggiunge il glamping sui tetti, infatti postazioni da campeggio di questo tipo si possono trovare anche sui tetti dei grattacieli della capitale.

Leggi anche: A Tokyo inaugurato l’albergo-libreria: con l’ingegno la cultura diventa business 

Credits: wbcafe9, IG

Tokyo offre la possibilità di visitare il quartiere dello shopping Ginza, i santuari e i templi di Ueno, rigenerandosi passando la notte in campeggio senza fuggire dalle comodità della città.

Spesso le mode nate in Giappone si diffondo anche tra le nostre parti. Verrà realizzata anche da noi un’iniziativa simile? Si potrebbe immaginare di trasformare la Biblioteca degli Alberi in un’area glamping, oppure riservare la cima di qualcuno dei nostri grattacieli per ospitare chi vuole godersi in prima fila le luci della città?

Fonte: Siviaggia.it

Continua la lettura con Londra: punti di ricarica per AUTO ELETTRICHE in ogni nuovo edificio. Un’idea per Milano? 

SARAH IORI

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Leggi anche: Winter glamping, il campeggio di lusso anche d’inverno

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Milano 2030: la VISIONE di Tancredi

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credits: mindmilano.it

L’assessore alla Rigenerazione urbana del nuova giunta Sala racconta come si trasformerà la città nei prossimi dieci anni grazie ai 13 miliardi di investimenti pubblici e privati previsti. Oltre 7 milioni di mq di aree rigenerate. Ecco la Milano del 2030.

Milano 2030: la VISIONE di Tancredi

# I numeri della città in trasformazione: 13 miliardi di investimenti e 7 milioni di mq rigenerati

Credits: Urbanfile – Masterplan OMA Scalo Farini

Milano sarà trasformata nei prossimi dieci anni grazie a 13 miliardi di investimenti pubblici e privati, di cui 3,5 dal 2021 al 2025, che porteranno a una riqualificazione e ristrutturazione dell’esistente pari a 7 milioni di metri quadrati di superfici interessate per circa 4.000 interventi. Per fare un paragone questo equivarrebbe a 20 Porta Nuova e 2,8 milioni di aree destinate a verde pari a 10 parchi come il Sempione. 

Leggi anche: La MILANO del FUTURO: 10+1 PROGETTI in arrivo

# Il Pgt, con alla base la città a 15 minuti, si articola su 4 piani: metropoli di quartieri, lo sviluppo sostenibile, la vocazione internazionale e la città pubblica

credits: ehabitat.it – Città a 15 minuti

Il Pgt della città è declinato su 4 piani che si intrecciano tra di loro: la metropoli di quartieri, lo sviluppo sostenibile, la vocazione internazionale e la città pubblica. Alla base rimane sempre la città a quindici minuti dove tutti gli 88 quartieri sono coinvolti e devono essere autonomi grazie alla disponibilità di servizi e sedi di lavoro. Il neo assessore alla Rigenerazione urbana Tancredi, intervistato da “Il Corriere”, evidenzia questi aspetti: “Non ci può essere sviluppo della città se non si dà valore a tutti i luoghi della città se non si rende tutta la città partecipe”. Aggiungendo che: “Ogni progetto deve migliorare l’aspetto ambientale e il verde è l’aspetto più importante. Il Pgt prevede la realizzazione di 20 nuovi parchi. Ogni nuovo intervento prevede zone verdi oltre a un meno 4% di consumo di suolo”. 

# Le università e la cultura: dalla campus scientifico della Statale al trasferimento dei laboratori del Teatro alla Scala

Tra gli interventi di maggiore rilevanza ci sono le nuove sedi universitarie e i luoghi della cultura. Dopo la realizzazione del nuovo campus Bocconi, e i relativi studentati in fase di avvio lavori o in ultimazione, questi sono le prossime opere previste:

  • il nuovo campus scientifico dell’Università Statale nel quartiere MIND;
  • l’ampliamento con nuovi piani interrati dell’Università Cattolica in zona Sant’Ambrogio;
  • la realizzazione di nuovi laboratori al Politecnico;
  • l’avvio al trasferimento di parte dell’Accademia di Brera all’interno dello Scalo Farini;
  • lo costruzione di un nuovo Conservatorio della musica a Rogoredo;
  • la conclusione dei lavori per l’ampliamento del Teatro alla Scala e lo spostamento dei laboratori nell’area un tempo occupata dall’ex industria automobilistica Innocenti al Rubattino;
  • il raddoppio del Museo del Novecento;
  • l’avvio del progetto per la Beic, la biblioteca europea di informazione e cultura, che dovrebbe trovare posta nell’area di Porta Vittoria.

Leggi anche: I PROGETTI del SALA BIS

# La riqualificazione del centro storico tra Castello e Cordusio

Tra le aree pubbliche che verranno riqualificate, quella di maggiore impatto è compresa tra piazza Castello e Cordusio. Nel dettaglio è previsto:

  • la conclusione della riqualificazione di piazza Castello, con nuova pavimentazione in calcestre, filari di alberi aggiuntivi e nuova area pedonale;
  • l’avvio della riqualificazione di piazza Cordusio, con rimozione dell’arredo urbano in accesso, pavimentazione in pietra e livellamento del piano stradala, trasformazione in area semi pedonale con accesso esclusivo di tram, taxi e mezzi di servizio, inserimento di piante in vaso;
  • riqualificazione e semi-pedonalizzazione di via Tommaso Grossi e via Santa Margherita, che discendono da piazza Cordusio e che renderanno il centro ancora più off-limits alle auto e migliorato nell’estetica.

Leggi anche: PIAZZA CASTELLO avrà un nuovo VOLTO: il restyling entra nel vivo

# Il ritorno all’antico della Stazione Centrale

credits: @stazionemilanocentrale IG

Un’altra trasformazione, piccola nella dimensione ma rilevante per la vita di milioni di cittadini, dovrebbe riguardare la Stazione Centrale. Nei prossimi giorni, infatti, l’assessore Tancredi incontrerà l’ad di Ferrovie per capire come fare tornare all’antico la principale stazione dei treni di Milano, semplificando l’accesso ai binari che da tempo è reso complicato a causa dei passaggi obbligati con i tapis roulant attraverso il centro commerciale distribuito su più livelli realizzato nell’ultima riqualificazione dell’edificio.

# Un’alleanza per la rivoluzione urbana di Milano

L’assessore Tancredi crede che serva un patto per attuare la rivoluzione urbana prevista dal Pgt da qui al 2030: “Tutto questo sta nel Pgt non c’è bisogno di altri strumenti. Il potenziale c’è. Bisogna lavorare quanto più possibile. Sarebbe interessante pensare a un patto, a un’alleanza per quella che ritengo sia una rivoluzione urbana. C’è già il tavolo Milano da Fare, molto importante, come sarebbe importante rafforzare la rete di rapporti sia con le istituzioni sia con gli investitori per mettere a terra tutti i progetti in tempi certi».

Fonte: Milano Corriere

Continua la lettura con: E se a Milano si costruisse un PASSANTE TRANVIARIO?

FABIO MARCOMIN

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Un piccolo BUS diventa una MINI-CASA dei sogni

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Credits: curioctopus.it coppia mini casa

Tutti prima o poi vogliono coronare il sogno di comprarsi una casa, piccola o grande che sia, da soli o in compagnia, questo non conta, l’importante è avere un proprio nido dove rifugiarsi. Non sempre però si hanno le possibilità di acquistare una casa e allora c’è qualcuno che con un po’ di ingegno e fantasia decide di costruirsela da sola. Due ragazzi hanno fatto proprio così. E non solo hanno costruito una casa quasi da zero, ma hanno coronato un altro sogno di molte ma molte persone non americane, salire su uno scuolabus giallo, di quelli che si vedono in tutti i film.

Un piccolo BUS diventa una MINI-CASA dei sogni

# Da scuolabus a mini-casa

Credits: curioctopus.it
coppia mini casa

Una giovane coppia ha comprato un vecchio scuolabus giallo e ha deciso di costruirci una mini-casa tutta per loro. Trasformare un mezzo di trasporto in una casa non è un gioco da ragazzi, ma una volta fatto è sicuramente la soluzione migliore per vivere senza stare mai troppo fermi e viaggiare. Così i ragazzi hanno tolto le sedute, installato dei pannelli in legno come pavimento e soffitto, per rendere la casa più accogliente, messo dei pannelli solari per accumulare energia e costruito la loro casa. Una mini-casa fornita di tutti i comfort. La coppia infatti non ha rinunciato a nulla, la loro casa ha cucina e salotto, camera da letto, angolo lavanderia e bagno.

# Una mini-casa da sogno

Credits: @going_boundless
scuolabus mini-casa

Ridipinto l’esterno di un bianco neve, l’interno è arredato come una classica casa moderna. È stato creato un soppalco grazie al quale si è potuto realizzare un angolo lavanderia e poi la zona giorno ha tutto quello che serve, lavandino, fornelli, forno e una stufetta per riscaldare le giornate invernali. Un letto comodo, un bagno perfettamente funzionale e voilà una mini-casa mobile da fare invidia a molti.

Credits: @going_boundless
scuolabus mini-casa
Credits: @going_boundless
scuolabus mini-casa
Credits: @going_boundless
scuolabus mini-casa
Credits: @going_boundless
scuolabus mini-casa
Credits: @going_boundless
scuolabus mini-casa

Continua la lettura con: Il CAMPER più GRANDE e LUSSUOSO del mondo: in pratica una VILLA con le ruote

BEATRICE BARAZZETTI

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La brughiera di Gaggio: il luogo più COLORATO della Lombardia

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credits: @alice.lameraviglia IG

La Lombardia è un luogo fatto di natura che in primavera si colora delle sfumature più vivaci. Ma c’è un luogo, nei dintorni della grande città di Milano, che si colora tutto l’anno.

La brughiera di Gaggio: il luogo più COLORATO della Lombardia

# La storia di Milano attraversa via Gaggio

credits: @pathfinder.ht
IG

Per lungo tempo, Via Gaggio è stata la strada di connessione tra le valli del Ticino. Dal Medioevo in poi la strada è stata ricostruita e distrutta diverse volte a causa di conflitti e cambi di gestione dei territori. Dalla fine dell’Ottocento, la brughiera è diventata un importante centro militare, di cui è possibile percorrere la storia tra le due guerre che hanno danneggiato Milano, fino agli anni Novanta del Novecento, quando è diventata un’attrazione per turisti. Perché via Gaggio attrae turisti? Non certo per il cemento e la pietra che per anni hanno ricoperto le erbe del Ticino.

# Cos’è la Brughiera?

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La brughiera è un ambiente tipico della regione lombarda, il cui terreno è argilloso e sabbioso, non ottimale per la crescita di fiori ed erbe colorate, eppure in primavera e in estate il paesaggio della via di Gaggio si tinge di colori sgargianti, mentre il verde brillante imperversa durante tutto l’inverno. Questo luogo, privato di terreno dalla costruzione dell’aeroporto di Malpensa, riesce a catturare l’attenzione con le sue fioriture stagionali che si stagliano in mezzo alle strade della metropoli milanese.

# La bellezza della natura e il simbolo di Gallarate

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La biodiversità della Brughiera di Gaggio si colora con tinte diverse a seconda delle stagioni, ciò che garantisce la fioritura e la crescita delle differenti piante è la vicinanza del Ticino. In primavera, specificatamente a fine maggio, cresce il fiore caratteristico del terreno gallaratese, la Ginestra dei Carbonai: il fiore giallo che si diffonde in tutto il territorio portando luce laddove si intravedono ancora le ombre della Seconda Guerra Mondiale.

A fine estate invece ricopre il terreno un fiore dalle tinte viola il cui nome, Brugo, è strettamente legato alla natura del territorio. Ma Gaggio non perde i suoi colori neppure d’inverno grazie alla presenza della Brughiera boscata, animata dalla betulla a corteccia bianca e colorata di verde smeraldo dalle conifere del Pino silvestre.

Anche Milano si colora, la grande città la cui immagine è quella della nebbia e delle strade pavimentate possiede la capacità di cambiare in base alle stagioni e la Brughiera di Gaggio ne è la dimostrazione.

Fonte: SIXT

Continua a leggere con: Lo SPETTACOLO DELLA NATURA in autunno a Milano

SARAH IORI

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Il maestro con la maschera da cattivo

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Credits: tirolo.com

In un momento del genere è difficile farsi coraggio con la razionalità. Perché la razionalità può produrre al massimo illusione o speranza, non può produrre evidenza e consapevolezza che sono caratteristiche di un percorso per accedere a un nuovo livello di coscienza.

Ci sono dei periodi che portano ad accelerare questo processo, anche se ogni forma di esperienza che voglia portare a una percezione diversa dell’esistere deve passare necessariamente attraverso una diversa possibilità di esperire l’esistenza.

Questa possibilità è stata a lungo relegata in scuole iniziatiche o all’interno di percorsi esoterici, ossia nascosti alla generalità degli esseri umani.
Questo percorso ha come caratteristica principale la percezione dell’irrealtà dell’esistenza, del velo di Maya che si frappone tra noi e la percezione della realtà.

Quale può essere la via maestra per affrontare questo periodo per chi vuole coglierlo come opportunità di trasformazione?

Il paradosso è che questo percorso iniziatico ci sta venendo imposto.
Si potrebbe dire che la gestione del Covid è un insegnante saturniano: per quanto ci minacciano, la loro minaccia è di toglierci il superfluo.

Una delle prime evidenze che scopre chi affronta questi percorsi di trasformazione è la consapevolezza del nulla che attira i nostri desideri. Stanno impedendo di accedere a luoghi che vengono chiamati di socialità quando invece sono semplicemente una forma di aggregazione superficiale basata su modi di consumismo. Il fatto che la chiamino socialità fa venire la pelle d’oca perché è il contrario di una socialità di valore.

La socialità falsa è una simulazione di una vicinanza fisica ma che rimane in una distanza sostanziale. La socialità autentica si fonda sull’evoluzione interiore dei singoli soggetti che a quel punto non hanno più bisogno di luoghi ma sono essi stessi i fondamenti di una socialità che è seme di evoluzione.

Il consumismo è quello della personalità: più si consuma più si viene consumati. Quando un evento esterno richiama gli uomini al nulla della loro esistenza, allora si apre una nuova porta. Ed  è inutile definire tiranno chi in realtà ha fatto suonare la sveglia e ci ha messo di fronte alla nostra realtà. Come se avessero chiuso le giostre a chi pensava che fossero la vita.  

Quello che stiamo vivendo è un periodo che sembra disperato per chi da tempo si è fatto dannare: in realtà si deve accettare in sé questo dolore, questa sottrazione di superfluo e comprendere che la disperazione che ne consegue è la disperazione per la mancanza di sé, non perché indotta da eventi esterni che, per quanto drammatici, nulla potrebbero se avessimo mantenuto la nostra consistenza interiore.

È inutile affrontare la snervante dialettica indotta dal sistema, perché si cerca solo di saltare con la razionalità sostituendo un pensiero con un altro pensiero, ma il sistema psicorganico è ormai strutturato e pensare che un pensiero possa sostituirsi a quel modo è assolutamente illusorio.

Se si ha il coraggio di abbandonare questa dialettica, ritroveremmo una domanda semplice che è alla base di ogni percorso di ricerca: io chi sono?
Potremmo così individuare nel mostro il maestro, scoprendo il buono che agisce con il viso del cattivo.

Ci siamo ritrovati tutti in un percorso iniziatico che sta costringendo i più capaci a rinunciare al mondo. Una rinuncia che sta venendo imposta non deve suscitare la nostalgia di un mondo che era la reale causa di tutto ciò che stiamo vivendo adesso.

È inutile prendercela con l’effetto, bisogna prendercela con la causa: avere accettato entusiasticamente il luna park.
La giostra è finita, le luci si spengono. È in questo buio che va cercata la scintilla di una luce non più artificiale.

Continua la lettura con: Nudi al gelo

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