Tornano i viaggi notturni sui treni ad alta velocità che collegano Milano a Reggio Calabria nel massimo del comfort. Ecco quando.
Si torna a dormire ad alta velocità: riparte il FRECCIAROSSA NOTTURNO Milano-Reggio Calabria
# Riparte la tratta notturna ad alta velocità Milano-Reggio Calabria per i weekend primaverili
In occasione delle vacanze di Pasqua, aumentano le corse che portano i cittadini fuori Milano per un momento di relax, di mare, di montagna o per una visita ad una città d’arte. Trenitalia ha infatti deciso di riattivare la tratta notturna ad alta velocità Milano-Reggio Calabria a partire dal 13 aprile.
Credits: google maps Milano-Reggio Calabria
Il punto forte di questa tratta sta proprio nel viaggiare di notte. Si parte infatti alle 21:20 da Milano e si arriva alle 8:03 a Reggio Calabria (ad eccezione del 13 aprile che il treno giungerà a destinazione alle 8:18). Mentre per il ritorno la partenza è prevista a Reggio Calabria alle 21:37 per arrivare a Milano alle 8:45 del mattino dopo. Le date fissate, per ora, per il ritorno del treno notturno che collega il capoluogo meneghino alla punta dello Stivale, sono: 13 Aprile, 18 Aprile, 22 Aprile e 25 Aprile. I Frecciarossa fermano anche a Milano Rogoredo, Reggio Emilia AV, Bologna Centrale, Firenze S.M.N., Paola, Lamezia Terme Centrale, Rosarno e Villa S. Giovanni.
# Da una parte all’altra dell’Italia in 10 ore e 45 minuti
Questa tratta notturna FrecciaRossa era già stata attivata nell’estate 2021, ma poi venne tolta dal programma. Per i weekend primaverili fatti di ponti e vacanze pasquali è stato però deciso di far tornare le comodità del notturno anche per chi vuole andare nel Sud Italia. Il treno viaggia per circa 10 ore e 45 minuti.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
L’obiettivo di questa “metropolitana delle Alpi” è quello di rilanciare il turismo di due suggestive vallate tra Italia e Svizzera. Vediamo i dettagli del progetto e quando potrebbe essere inaugurata.
La METROPOLITANA delle ALPI: il progetto per collegare Italia e Svizzera
# Un investimento di 52 milioni di franchi per rilanciare il turismo di due suggestive vallate tra Italia e Svizzera
Credits laratorgano IG – Val Formazza
Fra qualche anno potrebbe inaugurare una “metropolitana delle Alpi“, pensata per rilanciare due vallate splendide tra Italia e Svizzera che soffrono la concorrenza delle località montane più rinomate e preferite dai turisti. Il Bak Economics, autorevole centro studi elvetico, ha pubblicato le cifre di questo incredibile progetto: l’investimento previsto è di 52 milioni di franchi, 26,5 milioni di franchi sarebbe il valore aggiunto lordo generato solo in fase di costruzione e tra occupazione diretta e indotto si verrebbero a creare 235 posti di lavoro.
# La “metropolitana delle Alpi” sarà lunga di 5,8 km e avrà 2 sole stazioni
Credits il giorno – Tracciato metro Italia-Svizzera
La metropolitana transnazionale collegherebbe, tramite un tracciato di 5,8 km interamente in galleria per ridurre l’impatto ambientale, la località di Formazza, a 1.280 metri in Piemonte nell’omonima valle, e la località walser ticinese di Bosco Gurin, in Vallemaggia a 1.500 metri d’altezza. Le fermate saranno solo due, quelle dei due capolinea, e il viaggio durerà 8 minuti. I treni avranno una capienza di 50 posti e effettueranno sei corse all’ora. A regime dovrebbero essere trasportati 115.200 persone ogni anno, molti dei quali dormiranno almeno una notte nelle strutture ricettive e sosteranno a mangiare nei rifugi e nei ristoranti dei due comuni.
Il Comune di Formazza ha avanzato la proposta presso la Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, mentre in Svizzera si attende l’inoltro della procedura all’Ufficio federale dei trasporti entro la fine di giugno. L’obiettivo è inaugurare la “metropolitana delle Alpi” entro la fine del 2027.
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L’amaro sfogo del primo cittadino di Milano, che sfiducia il governo
BUCO di 200 MILIONI di EURO: i servizi a rischio per i milanesi
# «Non posso avere fiducia nel governo»
Credit: @beppesala
Salaall’attacco del governo Draghi: «Non posso avere fiducia in un governo che non ascolta», dichiara nel cuore della seduta del Consiglio comunale, nella quale la giunta si è vista costretta a congelare una parte delle spese. Il Comune deve approvare il bilancio cittadino, ma non ci sono abbastanza voci di entrata che diano la garanzia di affrontare le spese preventivate.
«Se necessario farò dei tagli», dichiara il primo cittadino davanti all’aula in cui erano convocati anche i parlamentari di tutti gli schieramenti. Il “buco” è di 200 milioni e le perdite sono legate ai mancati introiti causati dalla gestione della pandemia.
C’è poco tempo per ragionare con la necessaria serenità, perché il bilancio deve essere votato entro il 31 maggio. Far passare il rendiconto in queste condizioni significherebbe imporre «tagli molto significativi in un momento di grande tensione sociale».
Beppe Sala, che finora ha sempre appoggiato la linea di governo, sfida l’esecutivo rimarcando per ben due volte la mancanza di fiducia nei confronti di chi «non vuole affrontare questo problema e non ascolta una città che ha sempre celebrato come traino del paese».
I servizi per ora sono “rallentati”, nella speranza di non dover procedere a tagli di spesa. Le voci di spesa interessate, riguardano sportelli dell’anagrafe, manutenzione delle scuole e welfare.
# Il buco con la pandemia intorno: guadagni azzerati da SEA e ATM
Le entrate che si sono praticamente azzerate sono quelle di SEA e aeroporti, più ATM. Gli incassi degli aeroporti milanesi sono crollati a causa delle misure intraprese per fronteggiare il virus respiratorio. La decisione poi di mantenere tali restrizioni, uniche nel mondo occidentale ancora così aspre, ha indotto le compagnie nazionali e internazionali a ridurre il traffico aeroportuale, convergendo sulla capitale e meno in “periferia”.
Il trasporto pubblico locale, tornato al 100% della capienza solo dal 1 aprile di quest’anno, ha trasformato ATM da fiore all’occhiello di Milano, ad una compagnia priva di ogni risorsa. Da pilastro a problema è una involuzione troppo severa per ATM.
Beppe Sala sottolinea che Milano ha ricevuto dall’esecutivo, sotto forma di “ristori” 478 milioni nel 2020 e 467 nel 2021. Per il 2022 la previsione è praticamente pari a zero.
«È macroscopicamente evidente che non si può costruire un bilancio equilibrato con numeri del genere», continua Sala, salvo effettuare tagli di spesa così drastici da influire pesantemente sull’amministrazione della città e, quel che è peggio, peggiorare la qualità dei servizi ai milanesi.
Una brutta “spada di Damocle” pende sulle teste dei cittadini di Milano che, non solo devono continuare a trainare il paese, ma anche stringere la cinghia.
Sala ha anche sottolineato la penalizzazione subita da Milano nel conteggio dare/avere col governo centrale.
«Quest’anno Milano registra 133 milioni di penalizzazione […] Lo dico per dimostrare che nei fatti, dalla buona performance di Milano ne abbiamo tratto giovamento tutti». Il nostro primo cittadino ha uno scatto d’orgoglio quando afferma che «Milano ha un profilo di unicità relativamente alle entrate extratributarie che, in condizioni normali, sono più significative ed è evidente che questo se l’è conquistato in decenni di lavoro».
Adesso che Milano è in difficoltà, la risposta alle istanze poste al governo arriva da Maria Stella Gelmini, attraverso una lettera consegnata alla Presidente del Consiglio comunale, Elena Buscemi.
«Il Comune di Milano ha beneficiato, nel 2020 e nel 2021, di circa 900 milioni di euro complessivi, che hanno consentito all’amministrazione di fronteggiare la situazione, senza interruzione di servizi».
# Da Milano col cuore in mano a Milano col cappello in mano
Credits: Parma-La Repubblica
È vero Ministra Gelmini. Ma perché dimenticare di quello che Milano dà al resto del Paese? A fronte dei 40 miliardi l’anno che Milano “crea” con la tassazione ogni anno, il governo restituisce sul nostro territorio solo 450 milioni circa. Milano contribuisce per il 5% al bilancio dello stato italiano, ricevendo indietro l’1% di quello che versa. Adesso che Milano ha un buco di 200 milioni (lo 0,5% di quello che ha versato per decenni) dobbiamo andare a Roma ad elemosinare?
I milanesi potranno ricevere i mobili direttamente a casa o ritirarli presso gli uffici postali. Ecco come funziona il servizio.
La RIVOLUZIONE IKEA: a Milano i MOBILI potranno essere SPEDITI a CASA
# L’accordo Ikea-Poste Italiane per la spedizione a casa dei mobili svedesi
Negozio Ikea
I cittadini di Milano e dei comuni della Città Metropolitana potranno ritirare i mobili di Ikea presso gli uffici postalio riceverli direttamente a casa. L’accordo sottoscritto tra la multinazionale svedese e Poste Italiane permette di fare l’acquisto online o negli store e poi farsi spedire il pacco. La nota di Poste Italiane: “L’accordo conferma ancora una volta che l’azienda è il partner logistico strategico per l’Italia, offrendo ai cittadini della provincia di Milano un’esperienza di acquisto più veloce e flessibile. La garanzia offerta dal brand Poste Italiane e la sua capillarità sono al servizio di tutti i clienti Ikea per acquisti online e negli store presenti su tutto il territorio nazionale“.
# Il peso dei colli non può superare i 50 kg
Creits klc687k IG – Corriere Poste Italiane
Il servizio consente di scegliere l’opzione per il ritiro presso gli uffici postali se il pacco non supera i 30 kg, con un costo massimo di 16 euro e i prodotti acquistati rimarranno in giacenza presso per un massimo di 7 giorni di calendario decorrenti dalla data di ritiro confermata da IKEA. In alternativa, superata quella quella soglia di peso e fino ai 50 kg i mobili saranno consegnati solamente a domicilio tramite il servizio Sda extralarge. Sono esclusi i prodotti considerati fragili o oltre una certa dimensione. I clienti potranno anche scegliere la data di consegna.
Dallo scoppio della guerra in Ucraina la maggior parte dei cittadini europei ha visto i prezzi di molti beni di prima necessità aumentare esponenzialmente. Il caro carburante è stato però uno degli aumenti più sofferti, sia in Italia che in altre nazioni. Una di queste ha trovato un modo, almeno spera, per alleggerire le spese dei consumatori.
La soluzione contro il CARO-CARBURANTE? L’abbonamento LOW-COST del trasporto pubblico in ESTATE
# La Germania è il terzo paese in Europa per il prezzo di benzina e diesel
caro carburante (da pixabay)
Si chiama 9 für 90 (tradotto in italiano 9 per 90) ed è l’iniziativa del Governo federale tedesco volta a dare un po’ di sollievo ai consumatori contro i prezzi del carburante alle stelle. La Germania è il terzo paese in Europa ad aver maggiormente subito le conseguenze dell’invasione dell’Ucraina da parte dei russi per quanto riguarda i prezzi di benzina e diesel: il 4 aprile si registrava ancora una media di 2,06 euro al litro per la benzina e solo il 10 aprile si è notato un leggero calo dei prezzi, 1,995 euro al litro. Si tratta di prezzi superati solo da Danimarca e Paesi Bassi e proprio per questo motivo il Governo ha deciso di promuovere un progetto che ha il fine di incoraggiare i cittadini a utilizzare i mezzi pubblici evitando quindi spese consistenti legate al carburante.
# 9 euro per 90 giorni
stazione berlino (da pixabay)
Il progetto 9 per 90 prevede che dal 1 giugno tutti i cittadini possono acquistare l’abbonamento mensile per mezzi pubblici e treni regionali a 9 euro, questo prezzo rimane fisso anche per luglio e agosto. L’iniziativa verrà definitivamente approvata tra il 18 e il 19 maggio al Parlamento, ma la Commissione dei trasporti del Bundestag ha già confermato che verrà attuata. Per sostenere quest’operazione il Governo dovrà investire 2,5 miliardi di euro, ma l’abbonamento mensile dei mezzi pubblici a 9 euro potrebbe essere un grande aiuto ai cittadini tedeschi. I biglietti potranno essere acquistati online o agli sportelli della Deutsche Bahn, la società ferroviaria tedesca con sede a Berlino, e chi ha già acquistato un abbonamento annuale verrà rimborsato per i tre mesi estivi applicando quindi anche a lui lo sconto. L’abbonamento 9 für 90 sarà valido in tutte le città tedesche.
# Potrebbe essere un’idea anche in Italia?
Credits: @Semplicemente Milano di Andrea Cherchi (FB) Caro benzina
Per quanto riguarda il caro carburante, l’aumento esponenziale del prezzo dello scorso mese è stato gestito dall’Italia bloccando le accise. Una soluzione che ha alleggerito i pensieri degli italiani per almeno un po’ di tempo, sperando però che i prezzi non si rialzino così velocemente. Nel tentativo di trovare un’altra soluzione al caro carburante, quella tedesca del 9 per 90 potrebbe essere applicata anche in Italia? Purtroppo la risposta sembra essere un no. Escludendo la città di Milano, in Italia i mezzi di trasporto non funzionano alla perfezione. Tra ritardi e pochi collegamenti con le periferie, una diminuzione del prezzo degli abbonamenti dei mezzi di trasporto non scoraggerebbe l’uso delle auto, proprio perché spesso per raggiungere le stazioni si necessita del mezzo privato. Quindi se in Germania potrebbe funzionare, in Italia il 9 per 90 non sarebbe la soluzione ideale.
Credits ufficio stampa ATM - Giambellino green wall - lavori in corso APR2022
Iniziati i lavori per installare la prima parete verde su una rimessa Atm. Servirà a raffrescare lo stabile e a risparmiare sui costi di climatizzazione estiva e riscaldamento invernale. Tutti i dettagli del progetto.
A Milano il GREEN WALL MANGIASMOG: per pulire l’aria e rinfrescare l’ambiente. Sarà il primo di una lunga serie?
# Il “green wall” di 350 mq sul deposito Atm abbasserà di 4,5 gradi la temperatura dello stabile
Credits ufficiostampa ATM – Giambellino green wall – dettagli lavori in corso
Entra nel vivo uno degli ultimi progetti “green” di Atm: nei giorni scorsi sono infatti iniziati i lavori per la realizzazione della parete verde di 350 metri quadri sulla facciata del deposito bus di via Giambellino 121, la storica struttura che si sta convertendo all’elettrico e che ad oggi ospita 300 bus e 500 tra conducenti e tecnici della manutenzione. Alla conclusione dei lavori, prevista per fine mese, il “green wall” comporterà una diminuzione della temperatura dell’aria fino a 4,5 gradi, un risparmio energetico fino al 40% per il raffrescamento e di circa il 5% per il riscaldamento dello stabile.
# Una parete interattiva e dotata di sensori per lo smog
Credits ufficio stampa ATM – Il rendering della parete verde, progettata da Paolo Pignataro
La parete sarà inoltre dotata di rilevatori per misurare l’assorbimento del pm10, che saranno inseriti all’interno di tre pannelli realizzati ad hoc che serviranno a spiegare al quartiere i benefici della parete. Inoltre attraverso un QR Code sarà possibile conoscere e approfondire tutti i progetti di Atm in ottica di transizione ecologica e ambientale: dal piano “Full Electric”, alle nuove pensiline ecologiche, fino alla costruzione di nuovi depositi.
La parete verde, la cui progettazione ha visto il coinvolgimento delle associazioni del quartiere, è cofinanziata dal Comune di Milano nell’ambito del bando BE2 e del progetto europeo H2020 CLEVER Cities.
# Il piano di transizione ecologica di Atm con orizzonte 2030
Credits lineadirettaAtm – Bus elettrico
Il green wall di Giambellino si inserisce nel più ampio piano di transizione ecologica di Atm, che procede senza conoscere soste, nonostante il difficile biennio caratterizzato dall’emergenza Covid. Ad oggi sono già in servizio 170 e-bus su 10 linee e altri 75 sono in arrivo nel 2022. L’obiettivo è rinnovare completamente l’intero parco dei 1.200 mezzi entro il 2030. Questo si tradurrà in una riduzione del consumo di gasolio di 30 milioni di litri all’anno e nell’abbattimento delle emissioni di CO2 pari a 75 mila tonnellate annue.
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Emanuele Carlo Maria Gabardi. Docente in più università milanesi, tiene corsi di formazione ed è consulente di strategie di comunicazione.
Emanuele GABARDI: “La mia MILANO deve essere d’ISPIRAZIONE alle altre metropoli italiane”
Emanuele Gabardi
La cosa che ami di più di Milano?
La miacasa, nella quale sono nato e nella quale torno sempre volentieri, anche quando rientro dalle vacanze.
Quella che invece ti piace di meno?
Il delirio urbanistico degli ultimi anni. Dai grattacieli in zona Garibaldi all’insipienza con la quale si pensa di migliorare la viabilità. L’arroganza di chi viaggia su due ruote (in particolare chi lo fa su monopattini elettrici e biciclette, che non ha rispetto per i pedoni, che traversano gli incroci col rosso, che vanno contromano e viaggiano sui marciapiedi, che
pedalano col telefonino in mano …).
Il tuo locale preferito?
Per prendere un caffè il Camparino.
Credits: @travelus876 Il camparino
Il tuo passatempo preferito a Milano?
Visitare mostre e musei.
Credits: @davide_mauri97 Museo del 900
La canzone su Milano a cui sei più legato?
Per la verità nessuna.
Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?
Devo andare nel Lodigiano o in Brianza per trovare dei luoghi fuori Milano che mi piacciano.
lodi
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
Aver visto i Beatles nei due concerti del 24 giugno 1965.
I Beatles a Milano
La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?
Nessuna in particolare. Più facile dire quelle alle quali non sono per niente affezionato: tutte quelle della Linea Lilla e Garibaldi, che è assolutamente caotica.
Credits Atm – Metro M5 nel deposito
La cosa più curiosa che hai visto a Milano?
L’entusiasmo con cui è stata celebrata nel 2011 la vittoria di Pisapia. Non avevo mai visto una partecipazione politica così ampia e così viva per una elezione politica.
Il quartiere che ami di più?
Il Centro.
Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?
Caro Sala, devo essere molto critico con le scelte urbanistiche dissennate che sono iniziate lo scorso anno. Rifacimenti di piazze che sembrano disegnate da bambini e non da professionisti (mi rifiuto di pensarlo solo guardando il pezzo rifatto di Piazza Bacone e lo scempio che è facile prevedere sarà Piazzale Lavater). L’ennesima trasformazione di Corso Buenos Aires è un delirio e l’aumento delle zone nelle quali non sarà possibile viaggiare a più di 30 km all’ora (vale anche per i monopattini elettrici?) trasformerà una città che è storicamente fast in una città slow. Caro Sala, questa è Milano, la New York d’Italia, l’unica città europea del Belpaese, tutto il resto è provincia. Per cortesia, non trasformiamola nella Brescello di don Camilo e Peppone!
Credits: mianews.it – Pista ciclabile Corso Buenos Aires
Milano città stato: sei a favore oppure no che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?
Non sono a favore delle autonomie in genere.
Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?
Senza dubbio Torino. Ma se andiamo oltre i confini nazionali, Parigi. Forse Torino, oltre a piacermi per la sua vita culturale, i suoi musei, la gentilezza della gente (che differenza rispetto alla media dei milanesi scorbutici e spesso aggressivi1) è la mia città preferita proprio perché si respira un po’ un’aria francese.
Torino
Se avessi due miliardi di euro per Milano che cosa faresti?
Non so se mi basterebbero, ma per prima cosa occorre affrontare il problema degli indigenti. Il disagio economico, quando addirittura non è autentica povertà, è aumentato. Chi per età, salute o altri problemi non può permettersi di vivere in un’abitazione decente, di saziarsi a tavola, ottenere le cure sanitarie necessarie ecc. va aiutato. E occorre creare posti d lavoro per tutti, Lavorare non significa solo portare il pane a casa, ma anche avere una vita dignitosa. Per ottenere il rispetto per se stessi.
Credits: leggo.it code alla caritas
Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?
Essere d’ispirazione alle altre metropoli italiane in termini di efficienza e di visione internazionale.
Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano
MILANO CITTÀ STATO
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Ha avuto più attenzione dopo l’esposizione universale che durante l’EXPO, oggetto di ogni sorta di idea e progetto. Eppure è stato un’icona di Milano a livello globale. Il suo futuro torna ora in agenda.
Rinasce l’ALBERO DELLA VITA: deciso il destino di una delle ICONE DI MILANO
Star indiscussa del fotografatissimo e super condiviso Expo di Milano, l’Albero della Vita è stato l’icona milanese a livello mondiale per i 6 mesi di apertura dell’Esposizione Universale, terminata il 31 ottobre 2015.
Il successo degli spettacoli quotidiani, decretato dal pubblico, ha posto “il problema” del dopo Expo. L’Albero della Vita si è infatti guadagnato sul campo il diritto di sopravvivere alla definitiva rottamazione. Dopo aver accantonato l’idea della demolizione, hanno iniziato a “germogliare” rendering di un ipotetico spostamento più centrale.
Lo abbiamo visto immaginare in Piazzale Loreto, alla Darsena, in centro a Rho e altrove, prima di rimanere rinchiuso nel cantiere di MIND. Ora sembra prevalere la linea del ritorno alle origini.
Concluso l’Expo, l’area è stata blindata da un lungo cantiere, dal quale si aspetta la nascita di una serie di iniziative: lo Human Technopole, il MIND District e la realizzazione del nuovo Campus della Statale. Tutto ciò ha richiesto la chiusura del sito, per motivi di sicurezza. L’Albero è rimasto imprigionato in questo recinto e lo rimarrà fino alla conclusione, intorno al 2026.
La proprietà dell’Albero è passata alla società Arexpo, che vorrebbe sposare la linea dei nostalgici di Expo, trovando la via per preservare l’opera di Marco Balich e valorizzarla.
La scultura, alta 35 metri, riprende il motivo di Michelangelo pensato per la pavimentazione del Campidoglio. Nasce come installazione e scultura che, con un intricato gioco di led, giochi pirotecnici e la coordinazione delle fontane della Lake Arena in cui è immersa, può dare luogo a spettacoli commemorativi e di intrattenimento.
Igor De Blasio, AD di Arexpo, insieme ai partner di MIND, è convinto che l’Albero della Vita debba tornare a svolgere la sua primaria funzione. Dopo il 2025 l’installazione verrà rigenerata, sfruttando tecnologie nuove che permetteranno uno sviluppo e una manutenzione più leggere, quindi definitivamente restituito alla città che lo ha amato tanto 10 anni prima.
Innanzitutto verrà lanciata una manifestazione di interesse, volta a raccogliere le idee per la rigenerazione e l’impiego della scultura.
Secondo De Blasio, l’Albero della Vita «può diventare come le Fontane del Burj Khalifa a Dubai». Spettacoli a cadenza quotidiana, in un distretto che ospiterà almeno 60.000 persone ogni giorno.
Le dure regole del BIE, l’istituzione che assegna le Esposizioni mondiali e universali, impongono che nulla di ciò che è stato creato per un Expo, possa essere replicato nel futuro.
Un nuovo impiego dell’Albero della Vita pertanto, non potrà mai essere uguale allo spettacolo che ha incantato i visitatori dell’Expo di Milano.
De Blasio ipotizza un “Albero 4.0”: spettacolo nuovo, tecnologie più all’avanguardia e messa in opera nel 2025. Rigenerarlo prima «non avrebbe senso, perché non sarebbe fruibile dalle persone a causa del cantiere dell’università».
L’Albero della Vita, più di tanti altri manufatti legati ad Expo Milano 2015, ha saputo impersonare la cavalcata che ha accompagnato Milano ad una riscossa. La realizzazione in soli 4 mesi, grazie al Consorzio Orgoglio Brescia, ha trainato l’Esposizione Universale fuori dalle polemiche e dalle cronache giudiziarie. Nonostante i ritardi, le accuse di illeciti e infiltrazioni mafiose sulla manifestazione, il 1 maggio 2015 l’Expo ha aperto i battenti e Milano ha vissuto sei mesi di straordinario successo internazionale, tornando a splendere come non mai in passato.
Nell’immaginario collettivo questa rinascita ha le sembianze dell’Albero della Vita. Il più fotografato, il più ricercato, il più rivisto, il più condiviso. Da una replica quotidiana, si è dovuto fare i salti mortali per proporre almeno 3-4 spettacoli serali, per accontentare la domanda del pubblico.
Le musiche di Roberto Cacciapaglia hanno fatto da colonna sonora agli spettacoli di Expo, proposti da migliaia sulle pagine social di tutto il mondo e la struttura, progettata Giò Forma, è diventata il simbolo di Milano.
Con la realizzazione di MIND, nell’area Expo nascerà il Campus dell’Università Statale, che prevede anche lo spostamento delle facoltà scientifiche da Città Studi all’ombra dell’Albero della Vita. Insieme al trasloco dell’Istituto dei Tumori e del Besta, un’immensa porzione di Municipio 3 verrà quindi interessata da riqualificazione e nuove destinazioni, spostando altre attività, innescando così un gigantesco puzzle di incastri.
Nel pittoresco “tetris allo zafferano“, generato da quel 31 ottobre 2015, Milano cambierà ancora volto?
De Blasio è convinto che «Mind e Arexpo hanno dimostrato che se si programma nei tempi, i risultati si ottengono» e solo Milano sa quanto c’è fame di risultati a queste latitudini.
Chissà che non sia proprio la seconda fioritura dell’Albero della Vita ad accompagnare il prossimo rush di Milano: quello verso i Giochi Olimpici del 2026
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Credits ferrovie.it-FS - Foto parcheggio Stazione Centrale
Il parcheggio sotto la Stazione Centrale fa da apripista ad altre due strutture analoghe che apriranno nella capitale e Napoli e dovrebbe contribuire a risolvere il perdurante problema della sosta selvaggia nei pressi delle stazioni. Vediamo i numeri del progetto attesa da 20 anni.
Inaugura il PARCHEGGIO INTERNO in CENTRALE: con un ritardo di 20 anni raggiunge le grandi stazioni d’Europa
# Inaugura Parkin’ Station sotto la Stazione Centrale dopo 20 anni dall’annuncio
Credits ferrovie.it/Fs – Inaugurazione Parkin Station, Vera Fiorani ad di Rete ferroviaria italiana
Dopo 20 anni dall’annuncio inaugura il parcheggio coperto sotto la Stazione Centrale, che funge da area di sosta e di interscambio. Parkin’ Station, realizzato da Grandi Stazioni Rail, società del gruppo FS Italiane, e cofinanziato dal ministero delle Infrastrutture per un investimento di 15 milioni di euro fa da apripista ad altre due strutture simili che verranno aperte nella capitale, alla stazione di Roma Termini, e a Napoli Centrale.
Questa nuova infrastruttura cittadina è stata pensata per alleggerire la mobilità e eliminare la piaga del parcheggio in sosta vietata e sui marciapiedi. Vera Fiorani, ad di Rete ferroviaria italiana, spiega: “Questo hub è simbolo della libertà di movimento che vogliamo rendere disponibile ai milanesi“. Il Sindaco Sala aggiunge come questo parcheggio si inserisca nella complessiva riqualificazione della zona assieme alla “sistemazione di piazza Duca d’Aosta, la realizzazione del Mercato Centrale e dei giardinetti di piazza Luigi di Savoia“.
# 24.000 mq di superficie, 425 posti auto e a regime 25 colonnine per la ricarica di veicoli elettrici
Credits ferrovie.it-FS – Foto parcheggio Stazione Centrale
Il parcheggio è stato realizzato in un’area di 24.000 mq, nell’ex magazzino sotto i binari dei treni, con ingresso da via Ferrante Aporti e uscita in via Sammartini. Ci sono 425 posti auto, e una serie di servizi che lo trasformano in un hub della mobilità, di cui 10 riservati ai disabili e sei posti “rosa” posizionati in corrispondenza dell’entrata e dell’uscita, oltre a spazi per il car sharing e il noleggio di autovetture.
Nella struttura, a favore della mobilità “green”, sono state installate 9 postazioni per la ricarica di 18 auto elettriche che a regime diventeranno 25 per ricaricare fino a 50 veicoli in contemporanea. Infine, in corrispondenza della banchina che corre lungo i binari 11 e 12, entro la fine del mese di giugno sarà aperto un collegamento pedonale diretto con la stazione.
# Le tariffe partono da 2 euro, nelle ore notturne, per un massimo di 20 euro al giorno
Credits ferrovie.it-FS – Dettaglio parcheggio Stazione Centrale
L’orario di apertura del Parkin’ Station di Stazione Centrale è dalle 5 di mattina all’1 di notte. Le tariffe partono dai 2 ora all’ora per la fascia notturna, dall’1 alle 5, di giorno il costo orario sale a 2,50 euro mentre tutta la giornata il costo per la sosta è di 20 euro. Si può anche acquistare un abbonamento mensile al costo di 200 euro, che scende a 150 euro per i possessori di un carnet ferroviario.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La notizia recentemente rimbalzata su ogni sito cittadino riguardo ai fondi per la futura M6 milanese (e del suo tracciato tutto da decidere), oltre alla situazione di stallo prolungato che vede i cantieri della M4 avanzare faticosamente verso la conclusione, ci porta a essere curiosi di quelli che sono i progetti in divenire in altri paesi che non siano i soliti noti del nostro pianeta. Adunque, facciamo un breve giro del mondo in 7 tappe, procedendo da ovest verso est.
7 PAESI che non ti aspetteresti dove si stanno costruendo METROPOLITANE
#1 ECUADOR
credits: pixabay
Nella capitale Quito, città famosa per il suo incredibile patrimonio culturale coloniale, a giugno 2022 dovrebbe inaugurare la prima linea di metropolitana. Le 16 stazioni percorreranno la città in sotterranea da Quitumbe (sud della città) fino a El Labrador, ingresso sud dell’attuale Parco Bicentenario (nord della città). Altre tre linee, per ora, restano sulla carta.
#2 COLOMBIA
credits: pexels
Nell’estesa e popolosa capitale Bogotà, il trasporto pubblico è stato sinora sorretto dagli investimenti fatti nelle varie linee del Transmilenio, un bus a trasporto rapido (BRT) con corsie dedicate. Ma a ottobre 2020 sono partiti anche i lavori per la prima linea di metropolitana: anche qui 16 stazioni, dal quartiere di Kennedy a sud-ovest fino a quello di Chapinero a nord-est. Una seconda linea, essenziale per coprire il centro città, è già stata annunciata. Ma per completare la prima (sotterranea) bisognerà attendere fino al 2028.
#3 COSTA D’AVORIO
credits: unsplash
La crescita costante del paese africano, già in possesso di infrastrutture che sono l’invidia dei paesi confinanti, ha permesso di iniziare i lavori per l’unica linea di metropolitana della capitale Abidjan. I lavori sono deputati a un consorzio francese, dopo che i partner coreani si sono defilati, e constano principalmente di un viadotto con stazioni sopraelevate, per limitare i costi dei tunnel. 18 stazioni, secondo il sito aggiornato dei lavori, dal sobborgo settentrionale di Anyama sino all’aeroporto internazionale, che entreranno in servizio nel 2025.
#4 NIGERIA
credits: unspalsh
La popolosissima città principale del paese, Lagos, Nollywood del nuovo cinema africano, si sta dotando di ben due linee di metropolitana (Rossa e Blu), già da svariati anni. Il contratto per la costruzione e la manutenzione delle linee di superficie e a viadotti è stato firmato nientemeno che con la compagnia statale della Cina, mentre i treni (oltre a quelli prodotti a Dalian, in Cina) verranno integrati anche con una produzione americana a ‘pendolino’, costruita ma mai utilizzata per la linea da Milwaukee a Madison. Le due linee partiranno dal medesimo capolinea: Marina, a sud, per dirigersi a nord (Red) e a ovest (Blue). Le 24 stazioni dovrebbero essere inaugurate a dicembre 2022.
#5 IRAN
credits: unsplash
Negli ultimi vent’anni, nel silenzio generale dovuto anche alle sanzioni contro il regime degli ayatollah, il paese ha saputo dotarsi di un numero impressionante di metropolitane sotterranee: ben 7 linee nella capitale Teheran, una linea per Mashhad, Tabriz, Isfahan e Shiraz. Oggi si stanno concludendo i lavori (consegna prevista non disponibile, visto che l’ultimo annuncio era per dicembre 2021) della prima linea sotterranea anche nella città santa di Qom, un milione di abitanti alle porte di Teheran, culla della rivoluzione islamica. 14 chilometri per 14 stazioni, il capolinea a nord sarà neanche a dirlo la bella moschea di Jamkaran dalle cupole verdi.
#6 BANGLADESH
credits: unsplash
A Milano è abitudine consolidata essere presi in giro per aver inaugurato la linea 5 prima della 4. A Dhaka (Dacca), la capitale del Bangladesh, hanno deciso di superarci alla grande. La prima linea a essere inaugurata, al momento secondo le previsioni a dicembre 2023 (prima tranche dicembre 2022, o farà la fine di Linate?), sarà addirittura la linea 6! Ben 14 stazioni sopraelevate, a cui lavorano un’azienda cinese, una giapponese e una thailandese con capitale in parte italiano: da Uttara, nel nord, sino a Motijheel, quartiere centrale della capitale.
#7 VIETNAM
credits: unspalsh
Anche il paese del sud-est asiatico ha inaugurato recentemente una prima linea di metropolitana sopraelevata nella capitale Hanoi (la 2A, o verde): non siamo soli al mondo, lo sapevamo… Ma la cosa forse più sorprendente è che in contemporanea stanno avanzando rapidamente i lavori per la linea 1 (rossa) anche nella città meridionale di Ho Chi Minh City (Saigon). In questo caso il sistema è una classica underground, con 14 stazioni, dall’iconico Mercato Bến Thành a nord sino alla stazione del bus appena oltre il Mekong: gennaio 2024 l’inaugurazione prevista.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
In una città come Milano o si conosce un professionista di fiducia o risulta quasi più facile tirare a sorte da quante sono le possibilità di scelta. Ma se invece ci affidassimo ad un amico che di ricerche è un esperto? Pronta per l’evenienza, ecco una top list dei calzolai stellati di Milano secondo le recensioni Google (ottenuta computando stelle e numero di recensioni).
La TOP 10 dei CALZOLAI di MILANO
credits: pixabay
#10 Calzolaio Enzo
4,2 Stelle (31 recensioni) Corso Italia, 46, 20122 Milano MI; 02 5831 0161
“Artigiano come una volta, ma con anche le conoscenze tecniche moderne. Risuola con il Vibram in modo costruttivo e duraturo. Mi ha risistemato scarponcini e scarpe invernali in modo eccellente. Se siete affezionati a delle calzature è veramente un mago.” Francesco D.
#9 L’Officina del Calzolaio
4,3 Stelle (25 recensioni) Via Genova Thaon di Revel, 20159 Milano MI; 338 182 4257
“Bravissimi!! Io ci vado da un po’. Gentili e competenti. Mi hanno risuolato le Blundstone ottimamente quasi come nuove. Il lavoro è fatto bene e con grande professionalità. Consigliato!” Mariano S.
#8 Il Ciabattino
4,7 Stelle (27 recensioni) Via Giorgio Washington, 11, 20146 Milano MI; 338 333 0687
“È una bottega artigiana dove vieni accolto da un sorriso e da una sana cordialità. Il titolare è un vero professionista artigiano! Le sue caratteristiche principali? Ottimo rapporto qualità/prezzo, onestà, versatilità, velocità. Da ammirare anche l’originalità dei manufatti in cuoio e pelle esposti in vetrina. È una bottega piena di sorprese, da visitare!” Lucia S.
#7 Arena Calzoleria
4,8 Stelle (20 recensioni) Via Bergamo, 8, 20135 Milano MI; 02 9415 5036
“Gentile, veloce nella riparazione, sempre disponibile e super onesto. Sa fare il suo lavoro, in zona ne avevo girati tanti che hanno fatto più danni che altro. Consiglio!” Giovanna B.
#6 Calzolaio Costanzo
4,8 Stelle (21 recensioni) Via Digione, 1, 20144 Milano MI; 334 173 7930
“Gentili, disponibili, professionali e ottimo rapporto qualità prezzo. Ho trovato il mio calzolaio di fiducia a Milano, mi hanno anche donato un calendario. Grazie di cuore.” Nina P.
#5 Calzoleria Vismara
4,9 Stelle (10 recensioni) Via Giuseppe Govone, 24, 20154 Milano MI; 338 129 6741
“Gentilezza fuori dal comune e scarpe come nuove!” Marco P.
#4 Calzolai Schuster
4,8 STELLE (74 recensioni) Via Ezio Biondi, 5, 20154 Milano MI; 392 866 8628
“Professionalità e serietà ai massimi livelli! Scarpe riparate e fatte tornare nuove in brevissimo tempo, a prezzi onestissimi” Daniel S.
#3 Calzoleria Ciccone – Milano, Missori
4,9 Stelle (53 recensioni) Corso di Porta Romana, 40, 20122 Milano MI; 02 3928 9267
“Mi sono trovato benissimo nel suo negozio. Sono stato accompagnato nella scelta della scarpa con professionalità e onestà. La qualità della scarpa si vede e si sente in quanto il giorno dopo l’acquisto le ho indossate per quasi tutto il giorno e sono stato felice di approvare la comodità della scarpa.” Emanuele C.
#2 Calzoleria moderna Milano
4,8 Stelle (380 recensioni) Via Giuseppe Pecchio, 3, 20131 Milano MI; 340 676 8246
“Disponibili professionali simpatici! Ho fatto risuolare i miei scarponi, la tomaia era ancora in buone condizioni e mi spiaceva doverli buttare, tramite internet sono venuto a conoscenza del loro servizio e sono molto soddisfatto.” Alessandro M.
#1 Calzoleria Ciccone – Milano, Albani
4,9 Stelle (103 recensioni) Via Francesco Albani, 52, 20148 Milano MI; 02 3928 9267
“servizio eccellente, ottima scelta, prodotti eccellenti, consigliatissimo” Francesco M.
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A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Dopo le stazioni Università, Museo, Vanvitelli e soprattutto Toledo, la città del Vesuvio ha inaugurato un’altra meraviglia artistica sulla linea L1. Vediamo come è e perché la nostra città dovrebbe seguire la stessa strada per rendere le stazioni un’attrazione turistica.
INAUGURATA la nuova FERMATA DUOMO a Napoli: un’ispirazione anche per Milano
# Un’altra stazione capolavoro ha inaugurato sulla linea metropolitana L1 di Napoli
Le metropolitana dell’arte di Napoli continua a stupire. La linea metropolitana L1 del capoluogo campano dopo le stazioni Università, Museo, Vanvitelli e soprattutto Toledo, progettata da Oscar Tusquets, che nel 2012 è stata premiata come la più bella al mondo, ha inaugurato alla fine della scorsa estate un altro capolavoro: la stazione Duomoprogettata da Massimiliano e Doriana Fuksas. La cupola esterna dovrebbe essere terminata entro la fine del 2023.
A livello strada un’enorme cupola realizzata in vetro e acciaio Corten farà da copertura alla stazione e grazie al ritrovamento degli scavi del Gymnasium, il tempio dei giochi Isolimpici voluti dall’Imperatore Augusto nel 2 dopo Cristo, i passeggeri vivranno un’esperienza unica: potranno ammirare la suggestiva commistione tra antico e moderno che si verrà a creare.
Metro Napoli Duomo
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Credits metropolitana di napoli spa - Entrata metro Duomo Napoli
Credits leggofuorigrotta IG - Banchina fermata Duomo Napoli
Credits nick_mediavertigo IG - Scale mobili metro Duomo Napoli
La qualità estetica della stazione prosegue anche lungo i corridoi, le scale mobili e le banchine di attese dei treni colorate.
# 58 milioni l’investimento per le opere d’arte a Napoli, a Milano solo un bando a costo zero per le nuove stazioni della nuova M4
L’ANM, Azienda Mobilità di Napoli, sta facendo investimenti ingentiper rendere le stazioni della linea 1 delle attrazioni turistiche e infatti il 4% circa dell’intero budget, di 3,8 miliardi di euro per la linea 1 e 790 milioni per la linea 6, è stato destinato alle sole opere d’arte, in totale al momento 58 milioni di euro.
A Milano la strada intrapresa è completamente opposta, non solo le uscite delle stazionidella nuova linea M4 sono di qualità estetica discutibile e appena un passo in avanti rispetto a quelle della linea M5, ma per valorizzare le rifiniture modeste degli interni è stato previsto un bando, per realizzarvi all’interno delle installazioni artistiche, totalmente a carico del committente e con zero risorse da parte del Comune di Milano e di Metro4 Spa. Il risultato non potrà quindi che essere deludente viste le premesse, perché non fare come l’amministrazione napoletana?
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Debora Cantarutti. Nutrizionista, cofondatrice di Bon “cibo buono che fa bene”, ha ideato la ciboterapia con cui divulga le proprietà e gli effetti degli alimenti sull’organismo. Lavora a stretto contatto con il mondo medico occupandosi di predisporre una dieta personalizzata da integrare con quella farmacologica. Friulana di Cividale, innamorata di Milano.
Debora CANTARUTTI: “la mia MILANO sarà una città più UMANA”
Debora Cantarutti
La cosa che ami di più di Milano?
È la città che ti dà le maggiori opportunità per realizzare i tuoi sogni, se sei una persona sveglia e capace.
Quella che invece ti piace di meno?
La qualità dell’aria. Poi la fuffa: si promuove la forma ma senza contenuti all’interno. Ora siamo entrati in un’epoca che richiede invece tanta sostanza.
Credits: milanofanpage.it – Inquinamento a Milano
Il tuo locale preferito?
Don Lisander. Il miglior risotto di Milano. Uno dei pochi che usa i pistilli.
Credits: @donlisandermilano don lisander milano
Il tuo passatempo preferito a Milano?
In Parco Sempione. A inseguire i pappagallini verdi sulla grande Magnolia e ad assaporare i profumi che cambiano da una settimana all’altra. Il mio punto preferito è il vialetto che divide in due la parte del parco che ricorda la campagna inglese fino al Castello e dall’altra l’Arco della Pace.
Parco Sempione
La canzone su Milano a cui sei più legata?
Il Duomo di notte.
Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?
Montevecchia. Insieme all’Oltrepò pavese e ai percorsi di trekking sopra Como e Lecco.
Credits: @lauracarla.magni montevecchia
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
Conoscere la persona più importante della mia vita.
La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?
Moscova. Un crocevia di zone che amo. In un solo punto tante possibilità, come nella vita.
Credits bakeca.it – Largo La Foppa
La cosa più curiosa che hai visto a Milano?
L’alberello nato nel marciapiede di via Canonica. Oppure quando durante il lockdown ho scoperto un anziano pittore che dipingeva gatti seduto su una panchina.
Il quartiere che ami di più?
Tra Procaccini e l’Arco della Pace.
credits: @andreacherchi_foto
Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?
Tutti i palazzi di Milano dovrebbero avere un roof garden. Sarebbe positivo per l’estetica e per il verde della città. Impegnarsi seriamente per depurare l’aria. Rendersi più autonoma da Roma e guardare di più a città come Londra.
Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?
Sì. Non solo lei, anche per altre città e territori. Sono per una decentralizzazione tra realtà piccole che cooperano e competono per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Territori che invece di chiedere allo Stato devono organizzarsi per rendersi autosufficienti.
Credits: @Semplicemente Milano di Andrea Cherchi (FB)
Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?
A Londra. Perché è la sorella maggiore di Milano. Altrimenti in Provenza perché è il luogo del cuore.
pexels
Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?
Investirei in due cose. La renderei la città in grado di creare verdure e frutta di alto profilo nutrizionale “a metro zero” a disposizione di tutti. Migliorerei la qualità dell’aria e dareianche alle famiglie più povere la possibilità di accedere a cibo sano.
Debora Cantarutti
Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?
Diventare una città più umana. Non solo luogo dove si lavora e si dorme.
Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano
MILANO CITTÀ STATO
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C’è chi a Milano ci è nato e chi l’ha scelta come trampolino di lancio per la propria carriera. Chi non ha alternative e chi invece la sceglie ogni giorno. Ma ecco la fatidica domanda: “se non fosse per lavoro o per affetti, vivresti a Milano oppure dove?”. Un colpo al cuore per la City, ma scopriamo le 10 mete dove i milanesi scapperebbero da Milano.
I 10 LUOGHI dove i milanesi SCAPPEREBBERO da MILANO
#1 Mare, non importa quale
Credits: solariamare.it
Rimini, Croazia, Sanremo o Caraibi, non importa dove. Al primo posto non c’è un luogo definito, ma tutti sono d’accordo su una cosa: se dovessero rinunciare a Milano sarebbe solo per il mare. Effettivamente, la mancanza dell’acqua salata si fa sentire, soprattutto per chi nato e cresciuto al mare è poi stato costretto a trasferirsi per lavoro nella Big City.
“Milano è la mia città e la amo tanto ma mi piacerebbe vivere in una cittadina di mare però, quando mi prende la nostalgia, ritornare ogni tanto” Annamaria P.
“Un posto sul mare tipo Croazia (con una barca ormeggiata nel molo privato sotto casa)”
#2 Liguria, non solo seconde case
Nota per essere già la residenza estiva di molti milanesi e il mare più vicino, non c’è da sorprendersi che la Liguria sia tra le prime destinazioni che i milanesi sceglierebbero per evadere dalla città.
“Milano oppure Liguria uno di quei deliziosi paesi sul mare” Nicoletta I.
#3 Lago, il richiamo della natura
Lago di Como (pixabay)
Il richiamo della natura spesso si fa sentire e anche se Milano potrebbe sembrare una giungla, c’è chi preferisce evadere dalle sue regole frenetiche e rifugiarsi nella campagna. E senza spostarsi troppo dalla città fortuna vuole che la Lombardia sia pullulante di laghi. Al primo posto il lago di Como, seguito dal lago Maggiore, ma anche Lecco e Lago di Garda sono tra i più gettonati.
“Milanese doc trasferita sul lago di Lecco dal 2001, famiglia a Milano dove vado spesso, la mia Milano non c’è più, moltissimo è cambiato, la gente è cambiata , non mi piace più , non ci tornerei mai a vivere , continuo ad andarci x visite parenti , dentista & co, ma la strada del rientro la faccio con molta felicità” Patrizia B.
“Sono scappato al lago di Como e non tornerei più a Milano vengo a trovare mia figlia e nipote e genero” Edoardo B.
#4 Spagna, sole e relax
credits: pexels
Al primo posto fra gli stati per cui si lascerebbe volentieri Milano c’è la cugina del Belpaese per gastronomia e clima: la Spagna. E anche se il ritmo milanese è difficile da perdere, alla Costa del Sol e alle Canarie si fa presto ad assimilare uno stile di vita più rilassato.
“Farei dei trasferimenti stagionali alle Canarie” Manuela C.
“Se potessi vivrei a metà tra Milano e l’Andalucía” Sabrina G.
#5 Londra, un upgrade di Milano?
pexels
C’è chi lascerebbe Milano, ma non la vita da metropoli. Ma se si cambia, o lo si fa in grande, oppure non si inizia nemmeno. E sarà per lo skyline o per il clima effervescente che le accomuna, ma una delle città preferite per trasferirsi è Londra. Una delle metropoli per eccellenza perfetta per fare carriera e mantenere un tenore di vita alto.
#6 Sydney, il connubio tra città e natura
credits: pexels
Sebbene sia l’aspirazione di molti, trovare un equilibrio fra il comfort della vita cittadina e il desiderio di godersi la natura, non è per niente facile. Ma fra le città con il miglior connubio tra la dimensione urbana e la natura troviamo Sydney, la metropoli australiana che dimostra come una grande città possa vivere in armonia on l’oceano. E tra buone opportunità lavorative e baie mozzafiato a due passi, Sydney è tra le mete più ambite per chi desidera cambiare vita.
#7 Hong Kong, la sicurezza in primis
credits: pexels
Si sa, vivere in una grande città può comportare dei rischi e tra furti e continui fatti di cronaca nera, per molti una pecca di Milano è proprio la sicurezza. Una motivazione non da poco e che porta, soprattutto le donne, a desiderare una città con pari opportunità di carriera, ma più confortevole. La ricerca si dirige ad est e tra le destinazioni ritenute più sicure troviamo Tokyo e Hong Kong.
“Mi piacerebbe vivere in una città senza furti e delinquenza, dove una donna sola può tornare a casa di notte senza avere paura…. forse a Hong Kong.” Marina S.
#8 Bergamo, non si rinuncia al comfort
Credits: @comunedibergamo Città alta Bergamo
C’è invece chi desidera città più a misura d’uomo e una di queste è Bergamo. Sebbene non ci si sposti molto da Milano, lo stile di vita qui è di tutt’altro regime. Con il suo centro storico ricco di storia, la sua comoda vicinanza alle montagne, alla città e al suo rinomato aeroporto, Bergamo è una zona molto ambita per vivere in tranquillità senza rinunciare alla comodità di una grande città.
“Milano è stupenda, ma visto che sono vicina, Bergamo mi piace di più, più a misura…preferisco vivere a Bergamo, oggi poi ci sono le montagne con la neve, panorama stupendo” Santina T.
#9 Bologna, Firenze: città a grandezza d’uomo
Sempre sulla stessa scia, anche altre le città a grandezza uomo vengono puntate dai Milanesi. Città storiche, con un centro stimolante e vivo, ma ritenute più vivibili in termini di grandezza. Ma sarà un caso che siano note anche per il buon vino e l’ottima cucina?
#10 Milano ma..
Credits Andrea Cherchi – Milano verticale
E infine c’è… Milano. Si, perché in fondo la gran maggioranza dei milanesi non lascerebbe mai la sua amata City. E anche dopo aver girato diverse città, alla fine “Milan le semper Milan” e una separazione drastica è quasi impossibile, al massimo una seconda casa o un weekend fuori porta.
“Nonostante alcuni piccoli “difetti”, vivo e vivrei sempre a Milano, anche perché, in un paio d’ore si arriva al mare, in meno di un’ora al lago, in un’oretta in montagna..Un cinema, un teatro, un museo, un concerto, una partita, una mostra… una visita medica specialistica. Non manca nulla e ti salvi dai pettegolezzi dei Paese.” Elena B.
“Nato a Milano, vivo a Milano, vivrei a Milano. Alternativa: Londra. Però Milano è Milano” Andrea M.”
“Penso che non avrò mai coraggio di lasciare completamente Milano” Roberta R.
“Ci stiamo trasferendo con 5 figli e tanto coraggio, dalla Sardegna a Milano per offrire migliori opportunità ai nostri figli. Invece che vederli andare vis ad uno ad uno, come fanno i figli dei nostri amici e colleghi, abbiamo deciso di investire nel loro futuro e sacrificare le nostre abitudini e agiatezza in Sardegna. Milano è l’unica città d’Italia per cui lascerei Cagliari” Alice M.
“Non solo non me ne andrei da Milano, ma avrei delle resistenze anche solo a cambiare zona” Daniele G.
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Credits le formazioni dei semiprofessionisti FB - Sant'Angelo
Per la prima volta una squadra diversa da Inter e Milan disputò una partita casalinga alla Scala del Calcio.
Quando a SAN SIRO giocò in CASA il SANT’ANGELO LODIGIANO
# Il 17 novembre 1974 il derby lombardo a San Siro tra Sant’Angelo e Monza
Credits le formazioni dei semiprofessionisti FB – Sant’Angelo
Il 17 novembre 1974 a San Siro avvenne un fatto storico: per la prima volta una squadra diversa da Inter e Milan disputò una partita casalinga alla Scala del Calcio. Il Sant’Angelo, prima squadra del comune di poco più di 13.000 abitanti di Sant’Angelo Lodigiano, giocò infatti nello stadio milanese il derby con il Monza valido per la decima giornata del campionato di Serie C nella stagione 1974-1975. La squadra di “casa”, con la maglia rossonera e la “S” sul petto, era in testa al campionato e tra le sua fila giocavano due ex-interisti: Ferruccio Mazzola ed Evert Skoglund.
# Gli spettatori sugli spalti furono circa 30.000: la partita finì zero a zero
Nata nel 1907, il Sant’Angelo ha militato nella serie C nei primi tre campionati del dopoguerra dal 1945 al 1948, con gli anni migliori dal 1973-74 al 1983-84 con ottimi piazzamenti in C1 e C2. La società, rifondata nel 2014, gioca oggi in Eccellenza.
La partita allo stadio di San Siro venne giocata sfruttando una sosta del campionato di serie A. Per la cronaca il match finì con un pareggio emozionante ma senza reti, con circa 30.000spettatori presenti sugli spalti, di cui 4.000 per la squadra di casa e il resto in maggioranza tifosi dell’Inter al seguito dei due ex-beniamini tra le fila del Sant’Angelo.
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A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI
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Un hotel divino, nel vero senso della parola. Sul sito si possono già prenotare i primi soggiorni,per dormire in una chiesa cittadina che ha cambiato il proprio volto stravolgendo la sua classica funzione. E dove poteva succedere se non a Milano?
Una notte da DIO: aperte le PRENOTAZIONI per la CHIESA trasformata in HOTEL di LUSSO
# Cristo Re: da chiesa abbandonata a hotel di lusso
Credits foto chiesa prima della riqualifica: blog.urbanfile.org Prima e dopo
Della vecchia Chiesa di Cristo Re in zona Portello, da tempo abbandonata, è rimasto ormai solo un ricordo o meglio ne è stata preservata una buona parte della struttura ma per una funzione completamente diversa. A partire dal 2016, la NH Hotels ha deciso che quella chiesa abbandonata sarebbe diventata infatti un hotel da aggiungere alla sua collezione di alloggi super lussuosi. Così, lo stesso anno, iniziarono i lavori di riqualificazione oggi ormai terminati.
La Chiesa di Cristo Re è stata costruita ormai un secolo fa, ma già negli anni ’90 è caduta in disuso. Era stata progettata con uno stile neo-manierista e consacrata dal cardinale Schuster nel 1935. Non ebbe una vita particolarmente lunga, se si pensa anche a cattedrali costruite mille anni fa, ma, dopo 20 e più anni di non utilizzo, questa volta la Chiesa di Cristo Re potrebbe avere la sua rivincita.
# Il progetto di Quattroassociati per NH Hotels
Ristrutturazione Chiesa Cristo Re
Abbandonando il termine chiesa e chiamandola ora hotel, perché è quello che diventerà tra circa un mese, l’edificio in via Colleoni 14 è stato rivoluzionato dallo studio di architettura Quattroassociati.
Il nuovo progetto in realtà prevede che la struttura della chiesa sia quasi completamente mantenuta. La facciata è rimasta pressoché la stessa salvo il timpano che è stato rimosso, cambiando solamente intonaco. Gli spazi delle navate e, in generale, quelli adibiti alla preghiera sono stati trasformati invece nei luoghi di accoglienza dell’hotel. Una grande hall con receptionist e tutte le principali attività di accesso all’hotel. Immediatamente dietro la struttura originaria è stato costruito un edificio ex-novo, all’interno del quale si trovano tutti gli altri servizi del nuovo albergo di lusso milanese.
# Il Chiesa Hotel ha 185 stanze e una piscina sul tetto. Dal 16 maggio è possibile soggiornarci
Credits: idealista.it – Chiesa hotel
Dopo essere entrati in una hall pulita ma imponente, le stanze, ben 185, la sala congressi, il ristorante e la piscina con terrazzo sul rooftop sono tutti nel nuovo edificio di 14 piani. Sul sito è già possibile prenotare un soggiorno a partire dal 16 maggio. La NH Hotels ha fatto diventare la Chiesa di Cristo Re casa sua e casa dei suoi futuri ospiti. A due passi dalla vecchia fiera, la compagnia di hotellerie si aspetta un successo di proporzioni bibliche.
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