Quando se l’ITALIA giocava a SAN SIRO non si vedeva in TV a Milano

Quando il presente non soddisfa si rievoca il passato, torniamo ai tempi in cui per vedere l'Italia si doveva per forza andare allo stadio quando giocava a Milano

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Brucia ancora l’eliminazione dai mondiali dell’Italia a opera della Macedonia del Nord. Quando il presente non soddisfa si rievoca il passato, torniamo dunque a quei tempi in cui per vedere l’Italia si doveva per forza andare allo stadio quando giocava a Milano. 

Quando se l’ITALIA giocava a SAN SIRO non si vedeva in TV a Milano

# Gli albori del calcio in TV: Juventus – Milano 1-7

E’ doveroso ricordare la prima partita trasmessa da una televisione in Italia: era il 5 febbraio 1950 e Juventus-Milan finì con un sonoro 1-7. Trasmessa sul primo canale della RAI, allora non ancora RAI1, fu commentata da Carlo Bacarelli. Si trattò di un vero esperimento, infatti venne filmata in presa diretta grazie alle telecamere dei Vigili del Fuoco e trasmessa in differita solo nella zona di Torino per i pochi fortunati possessori di un apparecchio televisivo.

# La prima partita trasmessa della nazionale: Italia – Egitto

L’11 Ottobre 1953 vide la nascita una trasmissione storica, “La domenica sportiva”. Il calcio stava muovendo i primi passi attraverso un media nuovo e diverso dalla radio cui ci si affidava maggiormente all’epoca. Il 3 Gennaio 1954, per le qualificazioni al Mondiale di Svizzera ’54, l’Italia affrontò l’Egitto. In quell’occasione la partita venne trasmessa in differita in 3 spezzoni, addirittura con 3 cronisti diversi.

# Il primo anticipo televisivo: Monza – Verona

Dopo questi primi esperimenti, sia RAI che Lega Calcio iniziarono a rendersi conto che l’interesse attorno al calcio stava crescendo, testimoniato dagli assembramenti nei bar dei paesi, fra i pochi possessori di un televisore all’epoca. Fu così che per la stagione 1955-1956 Rai e Lega siglarono un accordo che prevedeva la trasmissione di una partita a rotazione fra Serie A, B e C al sabato. Si trattava dei primi anticipi della storia del calcio italiano, la cui prova generale fu un Simmenthal Monza-Verona di Serie B.

Dal 1960 venne trasmessa in televisione la telecronaca differita di un tempo di una partita di Serie A la domenica alle ore 19:00, senza il pagamento di diritti televisivi o senza che questo generasse transizioni finanziarie di tipo commerciale. Con l’istituzione di Novantesimo Minuto nel 1970, la RAI permise la diffusione delle immagini delle partite a tutta la popolazione italiana, aumentando sempre più l’interesse per uno sport che diventerà seguitissimo.

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# Per i bilanci contava molto di più il botteghino

San Siro negli anni 60 – Fotografia di Sergio Borsotti

Per alcuni decenni, gli introiti da botteghino furono preponderanti nei bilanci delle società e la Lega faticava ad accettare di vederli a rischio per far trasmettere le partite in diretta. Anche lo storico programma radiofonico “Tutto il calcio minuti per minuto” mandava in onda inizialmente solo i secondi tempi.

La RAI stessa, prima degli anni ’80, non aveva intuito le potenzialità economiche dello sfruttamento commerciale della televisione, tanto che fino al 1977 concentrò le attività commerciali nel famosissimo Carosello.

# Nazionale e partite di coppa non trasmesse nella città ospitante

Quindi, per un accordo con la lega calcio, la RAI, nel caso di dirette televisive di partite del campionato italiano, mandava in onda le partite sul territorio nazionale con l’esclusione della provincia della squadra di casa, proprio per non ridurre l’affluenza allo stadio. Stessa sorte toccò anche alle partite interne delle squadre italiane nelle coppe europee. Questa consuetudine è durata fino ai primi anni ’90.

In questa logica rientrò anche la Nazionale Italiana le cui partite, se giocate in grandi città come Milano e Roma, non venivano trasmesse sul territorio limitrofo, mentre erano trasmesse senza limitazioni nei casi in cui si giocasse in città con stadi di capienza minore e quindi più facilmente riempibili dagli spettatori.

L’ultima volta accadde con le partite di qualificazione dell’Italia agli europei del 1984. In seguito, si concordò che l’Italia sarebbe stata trasmessa in diretta anche nella città dove si giocava.

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# Gli anni ’80 e i diritti TV

L’indebitamento complessivo delle società professionistiche crebbe nel corso degli anni Settanta, passando da 18 a 86 miliardi di lire tra il 1972 e il 1980, costringendo la Lega a trovare nuovi fonti di introiti e iniziando l’era dei diritti TV, sulla falsa riga di quanto già succedeva nel Regno Unito e negli Stati Uniti per altri sport.

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ALESSANDRO VIDALI

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Alessandro Vidali
Originario di Verona, ha abitato anche a Trento e Cork (Irlanda) prima di arrivare a Milano, dove ha messo radici da ormai 15 anni. Quarantenne in continua ricerca di stimoli. "Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare".