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Le TIGRI del Covid: 7 nuove soluzioni di aziende italiane per gestire in sicurezza la fase due

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pj20tracer

Gli italiani stanno dimostrando un grande senso di responsabilità in questa emergenza e così stanno facendo le aziende che si stanno trasformando per trasformare la fase due in una grande opportunità di crescita.

Le TIGRI del Covid: 7 nuove soluzioni di aziende italiane per gestire in sicurezza la fase due

#1 Test per verifica positività da Coronavirus in 60 minuti (Diasorin)

La DiaSorin Group, azienda del vercellese, ha realizzato un kit di test molecolare che permetterà di effettuare 100mila controlli sulla presenza del Coronavirus in soli 60 minuti. Il sistema di test adottato dalle strutture di triage, consente di  le analisi senza dover entrare nelle strutture ospedaliere ma direttamente nelle tensostrutture poste all’esterno. Il risultato di questa tecnologia, che ha sfruttato una piattaforma pensata ai tempi dell’operazione Desert Storm (la Diasorin Group ha rilevato nel 2016 l’azienda americana che l’ha sviluppata), quando tutti i militari statunitensi furono tutti vaccinati contro l’antrace, è frutto del lavoro H24 di 25 ricercatori in collaborazione con lo Spallanzani di Roma e il San Matteo di Pavia italiane che in sole 8 settimane hanno portato a temine un lavoro che di solito impegna 12 mesi. Presto farsi un tampone potrebbe diventare un’attività fai da te, disponibile anche per il grande pubblico.

Leggi anche: 🔴 Pronto TEST per verifica positività da Coronavirus IN 60 MINUTI: l’Italia potrebbe seguire il modello Corea del Sud

#2 Kit diagnostico tracciato con la blockchain (EZ Lab e AB Analitica)

Dalla collaborazione di due aziende italiane, EZ Lab e AB Analitica, è già in commercio un kit che permette di analizzare in circa 3 ore fino a 100 campioni provenienti dai tamponi nasofaringei, in grado di estrarre l’RNA virale, amplificarlo e replicarlo in tempo reale per individuare l’eventuale presenza di infezione da Covid-19, e verificare fino a 400 campioni al giorno. L’innovazione di questo strumento garantisce agli operatori di laboratorio, tramite la semplice lettura di un QR Code posizionato sulla confezione, di essere in possesso di materiale a norma di legge e dalla provenienza certificata, grazie alla blockchain. Nel dettaglio il sistema di tracciabilità tramite blockchain fornito da EZ Lab sarà applicato sul kit diagnostico RQ-2019-nCoV, interamente progettato e prodotto all’interno di AB Analitica,  fornito ai laboratori del territorio che effettuano i test diagnostici e di screening.

Siamo soddisfatti di poter proseguire una partnership con AB Analitica che avevamo inaugurato già un anno fa, collaborando sui biomarcatori per la diagnostica personalizzata in ambito oncologico – afferma Massimo Morbiato, Ceo e fondatore di EZ Lab –. Andremo ad applicare la blockchain su tutti i kit, in modo che chi li acquisterà avrà la garanzia della loro provenienza. Mettiamo la nostra innovazione al servizio degli operatori sanitari per dare loro più sicurezza, in un momento in cui è ancora più necessario garantire materiale sanitario a norma“.

Fonte: industriaitaliana.it

#3 Test sierologici per la “patente immunitaria” (Diasorin)

I test sierologici mostrano chi ha gli anticorpi che sono in grado di impedire la proliferazione del virus per consentire di avere una patente di immunità e riprendere l’attività lavorativa senza correre rischi o farli correre ad altre persone che non hanno contratto il virus. Il merito è da iscrivere anche in questo caso a Diasorin Group che grazie agli studi condotti presso il Policlinico San Matteo di Pavia è in grado di fornire un test ad alto volume di processamento per rilevare la presenza di anticorpi in persone che sono state infettati dal Sars-CoV-2. I laboratori potranno processare fino a 170 campioni di sieri di pazienti ogni ora, con un livello minimo di intervento richiesto agli operatori del laboratorio. Il funzionamento prevede il prelievo di una goccia di sangue, inizialmente a chi è risultato positivo al Covid-19 e successivamente guarito dopo due test negativi, poi alle persone che hanno continuato a lavorare nel periodo di “lockdown”.

Il 21 Aprile la Regione Lombardia partirà con questo test nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi, agli operatori sanitari e ai contagiati, mentre grazie ad un accordo tra il Sindaco Sala e l’università legata all’Ospedale Sacco nello stesso periodo verranno controllati 4000 dipendenti ATM essendo Milano esclusa dalla prima tornata di controlli.

Leggi anche:
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#4 La barella “bioingegnerizzata” per trasportare pazienti affetti da patologie contagiose (OMP Engineering)

La barella “bioingegnerizzata” è un sistema di trasporto aereo in biocontenimento, che consente sia di curare la persona affetta da patologie trasmissibili, sia di evitare la diffusione degli agenti patogeni e proteggere così personale sanitario e militare è stata prodotta dalla OMP Engineering di Vicenza. L’azienda da fine Anni ’90 è fornitrice di soluzioni “life support systems” e “solution provider” per l’esercito italiano, gli eserciti del Nord Europa e, più in generale, dell’area NATO. Il sistema A.T.Isol. è stata ad esempio utilizzata per il trasporto di un ragazzo italiano bloccato per due settimane a Wuhan a causa della febbre, riportato in patria dal nostro esercito.

Fonte: quifinanza.it

#5 La sanificazione degli ambienti grazie alla fotocatalisi (Idrobase)

Il sistema sperimentato da Idrobase, validato dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, potrà consentire una rapida sanificazione senza che siti produttivi e uffici restino chiusi a causa del contagio. L’azienda padovana ha costruito un macchinario che genera elettroni in grado di “aspirare” l’aria e purificarla attraverso una reazione chimico-fisica di fotocatalisi che, sfruttando una sorgente di luce naturale o artificiale, permette di eliminare il 95% di virus, batteri e muffe presenti in un ambiente.

A causa dello stop degli impianti in Cina in seguito alla diffusione del Covid-19, ha deciso di sfruttare una tecnologia utilizzata anche dalla Nasa nei suoi laboratori e per rendersi utili in questa emergenza.

Fonte: quifinanza.it

#6 Il sistema di tracciamento per mettere in sicurezza chi lavora nelle aziende (Vetrya)

Vetrya, la società con base a Orvieto esperta nel settore tecnologico e informatico di servizi digitali, ha sviluppato un sistema in grado di tracciare gli spostamenti all’interno delle aziende. Ci si potrà avvalere di due modalità: l’utilizzo di un dispositivo Bluetooh indossabile oppure con l’app Pj20Tracer che monitora in tempo reale la distanza che c’è tra persone che lavorano all’interno dello stesso contesto lavorativo. L’A.D. Luca Tomassini ha assicurato che “non sarà effettuato alcun tracciamento di posizioni assolute di ogni singola persona all’interno dell’azienda ma le posizioni relative rispetto ad altri collaboratori” e quindi la privacy è garantita.

Per abilitare la tecnologia non sarà necessaria nessuna nuova infrastruttura e come riporta una nota di Vetrya, il funzionamento avviene in questo modo: “quando due o più dispositivi Bluetooth Pj20 Tracer e/o all’app Pj20 Tracer App si avvicinano al di sotto di una determinata distanza (ad esempio 1 metro) la persona sarà avvertita da un suono, una vibrazione o una segnalazione luminosa. La memoria del dispositivo e/o dell’applicazione smartphone registrano l’evento e, in caso di necessità, la piattaforma PJ20 mostra la mappa delle correlazione dei contatti.”

Fonte: firstonline.it

#7 L’app di tracciamento dei contatti approvata dal governo (Bending Spoons)

Il supercommissario Arcuri ha annunciato tramite ordinanza la softwarehouse vincitrice del bando di ricerca per la realizzazione dell’app utile a geolocalizzare i contatti affetti dal virus, si tratta di “Immuni” prodotta dalla milanese Bending Spoons assieme alla rete lombarda di poliambulatori del Centro Medico Santagostino e alla società di marketing di Milano Jakala, con il supporto di un partner pubblico.

La licenza dell’applicazione sarà concessa a titolo gratuito e come afferma Arcuri “verrà avviata una sperimentazione in alcune regioni pilota per progressivamente estendere la facoltà volontaria, ma speriamo massiccia dei nostri cittadini a sopportare e supportare questo sistema che ci serve a evitare che si possa replicare la drammatica fase precedente“. Oltre alle regioni verrà testata, senza obbligo, anche dai dipendenti del cavallino rampante negli stabilimenti di Modena e Maranello. Quando sarà disponibili per tutti, a Maggio, occorrerà un’adesione di almeno il 60% della popolazione per produrre risultati attendibili.

Il software per smartphone avrà due sezioni: una con il diario clinico evolutivo della persona e un’altra per il tracciamento dei contatti basata sulla tecnologia bluetooth: chi risultasse positivo al test di Sars-Cov-2 verrà poi interrogato dal medico, dotato di una sua versione della applicazione, sulla possibilità di sbloccare, ancora volontariamente, con un codice la lista dei contatti anonimizzati di chi ha incrociato per far arrivare una notifica a chi è a rischio contagio. Rimane solo l’ultimo avvallo della task force capitanata da Colao per partire con il test.

Fonte: corriere.it

FABIO MARCOMIN

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Vado avanti e indietro per la casa come un LEONE IN GABBIA

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Foto: Andrea Cherchi (c)

Lo smoking nero mi veste a pennello.

Mi toglie dieci anni e almeno dieci chili. Avanzo disinvolto nella sala sapientemente illuminata, fumosa e affollata. Soppeso le fiches e penso a dove mettere a prova la mia fortuna. Sarà la roulette, che qui ha pure il doppio zero verde… o magari un black jack: ma non ho voglia di stare a contare le carte. La moquette è folta e morbidissima, sembra di fluttuarci sopra. O forse m’avranno drogato.

Sono assorto in questi gravi pensieri quando, al di là del bar affacciato sul mare illuminato da una luna vitrea, colgo fissarmi due splendidi occhi celesti. Ed è proprio uno di quegli, sguardi. C’è dentro provocazione, un’alchimia di dominazione e sottomissione. Non può restare non ricambiato. Ah, Macao, così corrotta. Qui si gioca d’azzardo con tutto e su tutti. Al gioco della seduzione non sono ammesse debolezze. Solo calcolo. Ed io, lucido nel mio smoking blu notte (strano. Pensavo fosse nero), sono una vera faina, uno che le ha già viste tutte, brillante fuori e marcio dentro. Ostento indifferenza dando la precedenza a un pelucco su una manica della mia giacca bianca (bianca, sì. E allora?) e scambio un cenno d’intesa con qualcuno mai visto prima. Calmo, m’avvicino con aria annoiata al bancone, pronto alla collaudata liturgia che precede l’intreccio selvaggio dei corpi. Lo smoking è di nuovo nero.

Neanche il tempo di ordinarmi un armagnac che quella magnifica creatura balza agile sul banco e, con sguardo predatorio, s’allunga muta fino a strusciare languidamente il suo viso al mio. Avverto la carezza d’una morbida peluria che non avevo notato, ma non mi scompongo.

È solo quando Seducciòn mi lecca il naso con alito fetido e lingua rasposa,

che inizio ad agitarmi e mi sveglio di colpo, ansimando come un mantice. È ancora buio. Donna Adelaide è sulla mia faccia e ha deciso che è l’ora delle sue coccole. Tutto il resto può andare affanculo, comprese le mie fantasie da James Bond con la frequenza di cambi d’abito della Carrà. Ammetto di non averla presa bene. Preferivo il sogno, e ammetto d’aver anche tentato di rientrarci. Ma niente.

Mentre dispenso a Donna Adelaide i suoi agognati grattini e il Benny mi fissa incuriosito – lui che ha appeso le palle al chiodo e certe mestizie più non patisce – cerco di mettere a fuoco il problema. Insomma, non sono più un ragazzino, tutto è sotto controllo, la domanda di ammissione alla Banda Barzotti è ancora lontana, ma è innegabile che questo isolamento forzato stia iniziando a farsi sentire anche ad altre latitudini.

Certo, mi sono tenuto aggiornato con la (ehm) formazione a distanza, ma i (ehm) convegni online dopo un po’ annoiano. E la traversata del deserto continuerà ancora. Bisogna pensare ad altro e in fretta. Concentrarsi su qualcosa di costruttivo e completamente asessuato. Alati pensieri.

Apro il cellulare per distrarmi con le notizie del giorno.

Coronavirus, coronavirus e coronavirus. Che palle. Infetti tot, guariti tot, deceduti tot, risorti uno. Ma insomma cos’è che non funziona, fermati tot, sanzionati tot, le solite cose. Poi salta fuori che due panda giganti dell’Ocean Zoo di Hong Kong, dopo dieci anni, hanno colto l’occasione della chiusura dello zoo per farsi la tanto sospirata trombata; che a Taranto due amanti, allontanatisi dalle rispettive abitazioni con la scusa di far spesa, sono stati pinzati nel parcheggio del supermercato a giocare a wurstel e patatina; idem a Erice, stesse circostanze, beccati che giocavano all’intubazione, versione COVID-19 dell’intramontabile gioco del dottore, ometto dettagli; che in Francia tiene banco la protesta delle lavoratrici del sesso che, pur avendo scelto – precisa l’articolo – di praticare “volontariamente” il mestiere più antico del mondo, e sono rimaste fregate da un virus ancora più antico del loro mestiere; e che il re di Thailandia è in isolamento in Baviera con venti concubine: un topo nel groviera!

Da lì è una valanga. Implacabili, gli algoritmi di google e dei social non fanno che ripropormi storie di sesso clandestino ai tempi del coronavirus. Consigli per ritrovare la passione in una coppia. Per gestire il calore degli animali domestici. Per rimediare alla calvizie (immancabile). Per tonificare i glutei. C’è da picchiare la testa contro il muro.

Forse dovrei farmi una doccia gelata per placare queste pulsioni ancestrali. L’ultima volta in cui ho fatto ricorso a questi mezzucci ero a militare, trent’anni fa, ed era anche peggio che essere forzati in casa con due gatti nevrastenici in un condominio di cariatidi e vecchi della montagna. Le tempie pulsano. Vado in cucina a bermi un caffè ed accendo la radio, che in quel momento sta inspiegabilmente passando una rassegna di lasciva musica brasiliana. Accendo la tv e ovviamente c’è l’immancabile documentario sul focoso accoppiamento delle manguste. E basta, cazzo!

Vado avanti e indietro per la casa come un leone in gabbia.

È notte fonda, ma di tornare a dormire non se ne parla. Le alternative sono due. O si tromba, e alla svelta, o si trova una qualche distrazione.

L’opzione uno non è concretamente percorribile. Nell’epoca che fu, il sesso metropolitano aveva i suoi rituali sociali. Over 40: aggancio all’aperitivo, fraseggio di circostanza, mangiamoci qualcosa in quel ristorante stellato, che belli i Navigli di sera, beviamoci ancora qualcosa, abito qui a due passi, ti mostro l’appartamento, esito: buca / mal di testa / sono appena uscito/a da una storia / domani lavoro sai / ci sentiamo. Under 40: chat, buca. Under 25: hey, buca. E per tutti la regola aurea: dopo il terzo mojito basta sia un bipede e che respiri, dal quinto in avanti è la mattanza dei tonni.

Superata la fase 1, che rischi correvi mai? Praticamente nessuno – a parte sifilide, clamidia, candida, epatite B e C, HIV, scolo, gonorrea, condiloma, herpes zoster, mononucleosi, congiuntivite e comunque, anche con tutte le precauzioni del caso, gli spiacevoli effetti collaterali dell’alitosi e del meteorismo incendiario congenito. Una passeggiata!

Un sogno, nell’epoca del COVID-19.

L’altro giorno al super, quella che in altri tempi avrebbe potuto essere la preda perfetta s’è avvicinata a 80 centimetri e quest’intimità m’ha mandato in acido. Che o-r-r-o-r-e solo l’idea di questo scambio di umori, oddio sto male.

Urge un rimedio, sono al limite della sopportazione. Ho deciso, scendo nel box e lavo la macchina. Se non altro, avrò per le mani un corpo solido, flessuoso e virus free. E pazienza se, al posto della solita strafiga insaponata delle foto sui calendari dei carrozzieri, ci sarà un avvocato cinquantenne sovrappeso e con sindrome delirante da isolamento, a contorcersi isterico sul cofano.

Oggi non c’è la bisca clandestina nell’appartamento degli Shaeffer. Butto un occhio dalla finestra e l’occhio si schianta di sotto. Tanto sono un personaggio inventato e me ne ricresce subito un altro. Il cortile è tranquillo, nessuno in giro. Neanche il corriere dell’erba della Petting e – ahimè, ci sono cadute – delle un tempo ineccepibili vedove Speranza. Via libera.

M’infilo una muta da sub che mi fa sembrare un insaccato andato a male, ma non voglio infradiciarmi. Il neoprene, inoltre, obbliga ad un controllo ferreo dei pensieri impuri. È l’ideale. Scendo furtivo ai garage. M’accingo ad aprire cautamente la saracinesca. La so lì ad aspettarmi, languida e sinuosa. Alcuni punti di ruggine rivelano torbidi del passato e ti fanno pensare con rimpianto all’antitetanica, che tempi meravigliosi. M’immagino il muso della Jaguar E-Type oscenamente proteso, le curve morbide dei parafanghi posteriori e quel codino stretto che…

Tento d’inserire la chiave nella basculante,

parola normalmente innocua ma che ora evoca tutt’altro, con buona pace della mia muta da sub. Amara allegoria di quest’ora oscura, la chiave non entra. Arretro d’un passo e constato due cose: a) non è il mio box e b) da sotto la cler, una luce si spegne improvvisamente.

M’inchiodo sul posto. Nessun rumore. Nessun movimento. Mah… Trovo il mio garage e apro cautamente la serranda. Ogni tanto fa lo scherzetto di fare uno scatto repentino, c’è una molla mezza marcia che dovrei sostituire. Ma ci sto attento e non produco alcun rumore.

Prendo su il secchio e m’avvio felpato al rubinetto, situato all’angolo dei due bracci dei garage. Potrei sbagliarmi ma giurerei d’aver visto spegnersi di colpo delle luci in almeno altri due box dell’altro braccio. Qua c’è maretta, cazzo!

Sono paralizzato dall’indecisione.

Il controllato avvocato meneghino s’imporrebbe di defilarsi alla svelta, ma l’uomo di Cro-Magnon che s’è impossessato delle mie membra è un gavettone di adrenalina. Il neoprene frustra il titanico sforzo di dominare i turpi pensieri. È estremamente imbarazzante. Opto per un ripiego tattico ma, mentre mi dirigo verso le scale, vedo aprirsi dall’interno un box nel corsello perpendicolare. Corro a nascondermi nel mio box tenendo d’occhio le scale. Scorgo avvicinarsi i coniugi Bortoli della scala D, due o tre figli piccoli. Lei è in uniforme da vigile urbano e lui in mutande e canottiera. Giurerei che, messi i figli a letto, sono andati nel garage a fare la scenetta in cui lui è in macchina, lei lo ferma per multarlo, lui se la sbatte sul cofano. Sto regredendo nella scala evolutiva.

Dal garage di fianco al mio, quello che avevo tentato di aprire per errore, quello della (tutt’altro che) impenetrabile dottoressa Morelli, arrivano nitidi ansimi inequivocabili, e non giurerei che si tratti soltanto di due persone. Da quello di fronte giunge soffocato il cigolio delle sospensioni. Sento uno scalpiccìo nell’altra ala. No cazzo, non è possibile. Sono venuto qua a cercare di calmarmi e sono circondato da ogni sorta di turpitudine -che non posso impedirmi dall’immaginare a tinte vivissime- mentre io ho un solo, affannoso, pulsante, insopprimibile pensiero in testa.

Sudore palustre.

La sola idea che qualcuno possa vedermi aggirarmi di notte così conciato, con una muta da sub parlante, mi fa impazzire dalla vergogna. Mi sento il Pacciani della situazione. Bisogna che me ne vada e alla svelta. Cerco di chiudere la serranda facendo il minimo rumore. Ci sono quasi riuscito, quando quella cazzo di molla scatta, la cler mi centra in pieno mento e mi spinge indietro fino a sbattere la testa contro la serranda del box di fronte.

Per lo schianto, l’antifurto sballato della Jaguar inizia a strombazzare e lampeggiare dritto su di me, sulla mia tuta di neoprene e su tutti i miei turpi pensieri in bella vista. Prima di perdere i sensi, sono quasi certo d’aver sentito qualcuno biasimare le mie tendenze sadomaso.

Mi sveglio in un ambiente illuminato, scrutato senza empatica da due profondissimi occhi verdi.

Non sapevo che il personale delle ambulanze potesse essere così sensuale, né sapevo che avessero uniformi nere. Qualcuno si china sul mio viso per controllare la sclera e mi lecca un occhio con lingua rasposa.

Ma che… mi risveglio di botto.

Sopra le coperte c’è il Benny che fa le fusa: è il suo turno di molestarmi. È giorno fatto. Scoppio a ridere come un pirla e avverto un profondo senso di sollievo. Era solo un incubo, un incubo concentrico. Pensavo d’essermi svegliato dopo il sogno di Macao e invece no, non era vero niente! Non ho perso la faccia davanti a nessuno! Sono diventato un personaggio di Inception… pazzesco. Te guarda la mente che scherzi che fa.

Completamente rincoglionito da questa notte tormentosa, corro a far pipì con gli occhi chiusi continuando a ridacchiare tra me e me.  Ma è ormai  troppo tardi. La tuta di neoprene ha la cerniera sul retro.

ANDREA BULLO

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Mike Bongiorno, Demetrio Stratos… 7 VIE di Milano tributo a contemporanei che forse non sai localizzare

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Dubai, Milano

La toponomastica e l’odonomastica di Milano, negli ultimi anni, sono particolarmente in fermento. Aree cittadine del tutto nuove sono sorte velocemente, vecchi quartieri hanno ripreso vita e, nel contempo, nomi illustri della storia contemporanea italiana ci hanno lasciato. Personaggi, dei più svariati campi, tutti meritevoli di un riconoscimento.
A finire su una targa, Demetrio Stratos, Mike Bongiorno, Moratti e tanti altri.


Mike Bongiorno, Demetrio Stratos… 7 VIE di Milano tributo a contemporanei che forse non sai localizzare


Cosa dice la legge

La legge n. 1188/1927 prevede che l’intitolazione di nuove strade e piazze pubbliche, la variazione del nome di quelle già esistenti, nonché l’approvazione di targhe e monumenti commemorativi a persone decedute da oltre dieci anni, può avvenire soltanto previa autorizzazione del Prefetto.

Invece, per le intitolazioni a persone decedute da meno di dieci anni che si siano distinte per particolari benemerenze, è consentita, a norma dell’articolo 4 della legge appena citata, la deroga da parte del Ministero dell’Interno al divieto posto dagli art. 2 e 3.

I 7 riconoscimenti della contemporaneità

1# Via Mike Bongiorno

via mike bongiorno

E’ la via pedonale parallela a Viale della Liberazione, che collega Porta Nuova a Repubblica e che passa attraverso i grattacieli della nuova area. Il presentatore, che ha sempre avuto Milano nel cuore è scomparso nel 2009.


2# Giardino Franca Rame

giardino franca rame

Realizzato nel 2004, è un giardino di oltre 51mila metro quadrati, progettato con spazi di ricreazione, percorsi, giochi per bambini, campi da bocce, un pergolato, un’area cani e architetture verdi. L’attrice teatrale, drammaturga e politica è scomparsa nel 2013.


3# Piazza Gae Aulenti


E’ una piazza circolare sopraelevata, rialzata di 6 metri rispetto al livello della strada, con un diametro di di 100 metri. Situata nel Centro Direzionale di Milano, è stata premiata dal Landscape Institute come una delle piazze più belle del mondo. La piazza è stata progettata dall’architetto argentino César Pelli, ma dedicata alla designer e architetta, scomparsa nel 2012.

Dubai, Milano


4# Via Demetrio Stratos

Dedicata alla voce degli Area, una delle più famose band progressive rock italiane, è la via più lunga del Parco CityLife. Stratos, cantante, polistrumentista e ricercatore musicale, era di origine greche, ma milanese di adozione, ed è scomparso nel 1979.


5# Piazzale Angelo Moratti

moratti milano
1966–67 Serie A – AC Mantova v Inter Milan – Gian Marco, Massimo and Angelo Moratti

Di fronte agli ingressi dello stadio Meazza, questo ampio spazio è intitolato al presidente dell’Inter dal 1955 al 1968. Protagonista dell’economia milanese e italiana, è scomparso nel 1981.

Credit Il Giorno


6# Ponte Alda Merini

alda merini navigli

E’ il ponte più celebre del Naviglio Grande, all’altezza di via Corsico, costruito negli anni 30. Da pochi mesi è dedicato alla poetessa, scrittrice e aforista Alda Merini, che viveva proprio di fronte.


7# Via Carlo Maria Martini

cardinal martini
MILANO 22 Mag 1983 – VISITA DEL PAPA GIOVANNI PAOLO II, KAROL WOJITILA A MILANO

Via dell’Arcivescovado, la strada che costeggia il palazzo arcivescovile fra Piazza Duomo e Piazza Fontana, ha cambiato nome in Via Carlo Maria Martini per volontà dell’amministrazione comunale nel 2016. Il cardinale Martini, che ha guidato la Chiesa ambrosiana dal 1979 al 2002 con grande dedizione, è scomparso nel 2012.


Per chi vuole Milano sul frigo

Emanuele Mantovani, artista milanese, come professione riproduce in miniatura le targhe delle vie, dei corsi e delle piazze di Milano, trasformandole in calamite da collezione. Nel suo laboratorio di via Giordano Bruno realizza la sua “opera di cristallizzazione della città” perpetuando la memoria della Milano che è e che fu.


Le prossime titolazioni papabili

Umberto Eco, Dario Fo, Bettino Craxi, Umberto Veronesi, Bernardo Caprotti…
E voi a chi la dedichereste una targa?

BARBARA VOLPINI

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Leggi anche:
10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
* E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
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Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

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🔴 Dati 16 aprile. Lombardia: forte calo dei ricoveri, stabili contagi (+941) e decessi (+231). Milano migliora

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Foto: Andrea Cherchi (c)

16 aprile 2020. Situazione stabilmente positiva anche se “siamo ancora in stato di epidemia”, dichiara il vicepresidente Fabrizio Sala. Dopo quattro giorni i contagi tornano a crescere a +941 dai +827 di ieri, ma considerando l’incremento di tamponi (quota record di 10.706) si tratta di una notizia positiva.

Lieve calo per i decessi: 231 (ieri erano stati 235)

Dagli ospedali. Sensibile miglioramento negli ospedali. Le persone ricoverate diminuiscono di 687 (ieri erano diminuite di 34). Altri 42 posti liberati in terapia intensiva (ieri erano stati 48). In 541 hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri erano stati in 34).

Situazione delle province. Prosegue il miglioramento a Milano: nell’area metropolitana i nuovi contagi risalgono a +277 (ieri +325) e in città a +102 (ieri +144).

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)***
16/4: +941 (+1,5%)
Totale: 63.094

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)***
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
Totale: 11.608

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)***
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
Totale: 14.952

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
Totale: 6.160

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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Il coronavirus me l’ha portato via. La sua passione politica vivrà con me

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Mi ritorna in mente l’ultimo momento con lui. Due mesi fa, la sua solita risata, l’abbraccio forte ma forse non abbastanza, la mia promessa non mantenuta di rivederci dopo qualche settimana a causa del “lockdown”.

Il coronavirus me l’ha portato via, ma la sua passione politica mi sarà da esempio

# Il ricordo di mio nonno, dalle sponde del Fiume Po, una testimonianza che non avrei mai voluto raccontare

Ricordo una persona dall’animo gentile, discreta nella sua presenza, autoironica, dalla battuta dissacrante a smorzare anche le situazioni più drammatiche, sempre disponibile con me e miei fratelli. Il legame con lui era speciale, forse perché ci somigliavamo sotto tanti aspetti sia caratteriali che nel modo di vedere la vita. Tifoso nerazzurro da sempre, una passione condivisa, ha visto la Grande di Inter di Helenio Herrera e ha vissuto con me il Triplete di Mourinho.

L’altra sua passione era la politica, quella locale del piccolo paese, intesa come servizio alla comunità: Sindaco in due paesi del Polesine, nel Veneto più povero, Canaro e Occhiobello dove è ancora ricordato per il suo impegno disinteressato. Il Comune di Occhiobello, noto alla cronache come luogo in cui nel ’51 il Fiume Po ha rotto gli argini causando la più grande alluvione dell’epoca contemporanea in Italia, è anche quello dove mio nonno ha trascorso quasi tutta la sua vita e dove il suo impegno politico e sociale è stato attivo fino a che la “malattia che porta a dimenticare le cose quotidiane” ha preso il sopravvento. Questo era mio nonno, ora non c’è più.

Ricoverato per una brutta caduta e poi contagiato dal coronavirus nell’ennesimo focolaio ospedaliero, di cui nessuno era conoscenza, è stato trasferito in un centro covid-19 dove ieri è venuto a mancare dopo quasi un mese senza la visita di un famigliare. La lontananza da rispettare dovuta alle misure di prevenzione imposte agli ospedali non ci hanno consentito nemmeno di seguire l’ambulanza al momento del ricovero e a causa del “lockdown” vivendo in Lombardia non potrò accompagnarlo nel suo ultimo viaggio in Veneto: la sensazione di abbandono che mio nonno avrà provato nei suoi momenti di lucidità, l’impossibilità di fargli avere non solo la nostra presenza ma nemmeno qualche “straccio” in più di quei pochi avuti con sé al momento del trasporto in ambulanza è straziante.

# La necessità di nuova responsabilità politica

Il dito puntato dai politicanti contro noi cittadini è inaccettabile e insopportabile, a fronte di una loro totale irresponsabilità nel preservare la salute delle persone più fragili e degli operatori sanitari impegnati in uno sforzo sovrumano senza protezioni, nell’incapacità di pensare ai sentimenti negati di famiglie che non hanno più notizie dei loro cari ricoverati fino al giorno della loro dipartita. Non riuscirò a mettermi il cuore in pace finché non avrò profuso ogni sforzo per contribuire a cambiare il paradigma di una politica che ha smarrito la bussola e lasciato gli uomini soli a combattere disarmati contro le stesse istituzioni che dovrebbero esser al loro fianco.

Lo devo ancor di più oggi per onorare le memoria di mio nonno, a tutti coloro a cui è stata tolta la dignità di morire circondati dai loro affetti e a tutte le famiglie allontanate dai loro cari negli ultimi giorni della loro vita.

FABIO MARCOMIN

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I 5 BUCHI NERI della sanità lombarda che potrebbero avere favorito il coronavirus

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Foto: Andrea Cherchi (c)

11.377 morti al 15 aprile. Un numero colossale: oltre la metà dei morti in Italia sono in Lombardia. Per capirci sono morte in Lombardia tante persone quante quasi in tutta la Gran Bretagna e quattro volte di più che in Germania o in Cina, nonostante che i suoi abitanti siano di molto inferiori. Con un lockdown totale la Lombardia ha avuto finora 10 volte i morti che ci sono stati in Svezia che non ha fatto il lockdown (1.200).

La Lombardia è ad oggi la zona al mondo dove si concentra il più alto numero di vittime con un tasso di mortalità agghiacciante. Alla domanda: perchè è capitato proprio qui? nella conferenza del 15 aprile l’assessore Caparini ha trovato questa motivazione: perchè la Lombardia è un luogo a grande traffico di commercio. Ma è proprio così? Noi crediamo che invece bisognerebbe assumersi la responsabilità di individuare cause legate a quello che si è fatto o non si è fatto di diverso nella nostra Regione.

In questa tragedia si evidenziano infatti almeno 5 buchi neri della gestione della sanità lombarda nell’affrontare l’emergenza, che se coperti avrebbero limitato sensibilmente i danni e forse consentito a centinaia, se non migliaia, di anziani di essere ancora in vita.

I 5 BUCHI NERI della sanità lombarda che potrebbero avere favorito il coronavirus

#1 Delibera sullo spostamento di malati COVID dagli ospedali alle RSA

8 marzo. La delibera emanata dalla Regione Lombardia: “a fronte della necessità di liberare rapidamente posti letto di Terapia Intensiva e Sub Intensiva e in regime di ricovero ordinario degli ospedali per acuti, occorre mettere a disposizione del Sistema Regionale i posti letto delle “Cure extra ospedaliere”: “l’individuazione da parte delle ATS di strutture autonome dal punto di vista strutturale (padiglione separato dagli altri o struttura fisicamente indipendente) e dal punto di vista organizzativo, sia di strutture non inserite nella rete dell’emergenza urgenza e POT, sia di strutture della rete sociosanitaria (ad esempio RSA) da dedicare all’assistenza a bassa intensità dei pazienti COVID positivi.

Un’ulteriore delibera datata 30 marzo  in merito alla gestione dei malati nelle RSA, RSD e case di riposo con lievi sintomi influenzali o positivi al covid con discrete condizioni di salute prevede “la semplice misura della saturazione periferica di ossigeno e nel caso di bassa saturazione e presenza di situazioni di precedente fragilità nonché presenza di più comorbilità, è opportuno che le cure vengano prestate presso la stessa struttura per evitare ulteriori rischi di peggioramento dovuti al trasporto e all’attesa in Pronto Soccorso”, rischi non previsti in precedenza.

La conseguenze di tale delibere, abbinata all’assenza di dispositivi di protezione individuale per medici, infermieri e malati avrebbe favorito la diffusione del virus e l’alto numero di decessi, in quanto essendo le residenze “abitate” da persone anziane ed affette da più patologie sono i luoghi in cui vive la categoria di popolazione più fragile.

Cosa avrebbe potuto evitare la strage dei nostri anziani?
L’indicazione mancante negli atti regionali, forse ancora più grave di quanto prescritto, è quella che avrebbe consentito di trasferire tutte le persone anziane non gravi dagli ospedali e dalla RSA a domicilio e/o in strutture apposite separate. All’estero, abbiamo numerosi esempi, uno fra tutti quello di Dotmund dove il Westfalen Stadion è stato trasformato in un ospedale da campo e l’area della tribuna Nord un centro di trattamento per valutare la gravità del virus e decidere se il paziente può continuare ad essere curato in regime ambulatoriale o ha bisogno di cure ospedaliere.

Non è stata disposta inoltre una strategia per evitare i contagi intrafamigliari tramite la gestione di quarantene specifiche per i malati intrafamigliari. Per rimanere a Milano, tarda ancora la distribuzione dei malati in strutture aperte per la quarantena come l’Hotel Michelangelo in funzione da quasi un mese e che al momento, come afferma l’assessore Maran, “vede poco più di 100 persone: circa 60 appartenenti alle forze dell’ordine, una decina di casi segnalati per motivi sociali e una quarantina di persone dimesse dagli ospedali”.

Fonti:
DELIBERAZIONE N° XI / 2906 Seduta del 08/03/2020
DELIBERAZIONE N° XI / 3018 Seduta del 30/03/2020

#2 Persone a rischio COVID portate in ospedale in ambulanza ma, se risultate positive al tampone,  se non sono gravi devono tornare a casa con mezzi propri o mezzi pubblici

Problemi anche sul trasporto a casa per trascorrere la quarantena di pazienti trovati positivi al virus, i quali si sono dovuto organizzare per conto proprio anche utilizzando i servizi di trasporto pubblico e favorendo la diffusione del contagio. Come ha riportato una lettrice di TGcom24, portata in ambulanza al Sacco perché positiva al Covid-19, dopo la visita e successive dimissioni è stata rimbalzata più volte da Croce Rossa, 118 e 113 dopo che gli inservienti dell’Ospedale le hanno riferito che le disposizioni regionali prevedono l’accompagnamento presso la propria abitazione solo per i malati dimessi dopo un ricovero e non anche per chi registra pochi sintomi. Solo a seguito di proteste contro la polizia un’ambulanza si è resa disponibile al trasporto, ma in altre situazioni i contagiati hanno potuto prendere solo i mezzi di trasporto pubblico.

Un estratto della lettera: “Chiami il 118”. L’ho fatto, ma l’operatore mi ha risposto che la mia non era un’emergenza sanitaria: “Torni a casa con mezzi propri: si faccia dare un passaggio da un amico o un parente, oppure prenda i mezzi pubblici”.

Fonte: Tgcom24

Cosa avrebbe potuto evitare contagi di persone positive fatte uscire dagli ospedali con mezzi propri o mezzi pubblici?
Predisporre nei protocolli l’uso di ambulanza per il rientro a casa per tutti i positivi al COVID insieme alla verifica del loro isolamento intrafamigliare.

#3 No tamponi: contagi incontrollati e no strategia dell’isolamento

Sul fronte tamponi si è registrata un’altra mancanza nella gestione del sistema sanitario in quanto come riportano diversi operatori di case di riposo: “la situazione sta diventando pesante. Gli infermieri presenti sono meno della metà, stanno facendo molta fatica e turni molto faticosi. Ci sono diversi operatori sanitari positivi al virus, è difficile coprire i turni e lavorare in maniera adeguata“, racconta. Inoltre la positività è difficile verificarla attraverso i tamponi perché in realtà non arrivano quasi mai presso le strutture e “infemieri e Oss non sono mai stati sottoposti al test e le precauzioni non sono mai state prese e non vengono tuttora prese” e anzi se presentano febbre e difficoltà respiratorie vengono solamente sospesi provvisoriamente dal lavoro.

La mancata verifica della positività e nessuna strategia di isolamento in quarantena, possibile appunto utilizzando luoghi chiusi per il lockdown come stadi, palestre, hotel, anche per i positivi con pochi sintomi, ha favorito una diffusione incontrollata del virus sopratutto in RSA e case di riposo con conseguenze di un alto numero di decessi.

Fonte: Milanotoday

Cosa avrebbe potuto evitare la diffusione incontrollata dei contagi?
Mettere al centro della strategia l’individuazione e l’isolamento dei contagiati, impiegando le forze dell’ordine per tracciare i loro ultimi contatti, così come accade in Germania o in Corea del Sud.

#4 No servizio di assistenza per i parenti dei ricoverati

Uno degli effetti collaterali più tragici della gestione dell’emergenza è nella necessaria separazione dei malati COVID dalle loro famiglie. Morire da soli e non avere più notizie dei propri cari rende ancora più tragico il dramma dei decessi COVID.

Sono molte le testimonianze di anziani portati in ospedali di cui non si sa più niente o di compagni di vita lasciati a casa in quarantena obbligatoria anche se non positivi e magari non autosufficienti, i quali non possono essere assistiti dai parenti per evitare al loro volta il contagio così si crea un limbo che mette in evidenza un vuoto organizzativo. I servizi per gli anziani ci sono, ma sono prestati da volontari ed addetti che comunque non hanno competenze e dispositivi per assistere le persone che non possono essere autosufficienti.

Cosa avrebbe potuto aiutare ad avere più prossimità umana tra malati e loro cari?
Bisognava creare un protocollo di assistenza a distanza per assicurare che le famiglie potessero avere informazioni e contatti anche virtuali con i loro cari, invece di vederli finire in un buco nero di totale assenza, in molti casi, di informazioni.

#5 No messa in sicurezza di medici e di malati tra di loro: a distanza di 50 giorni dall’inizio dell’emergenza RSA e ospedali sono ancora luogo di contagio

La magistratura è già partita per accertare la responsabilità dei contagi e decessi nelle RSA e negli ospedali, che potrebbero essere stati aggravati anche dalla carenza di dispositivi di protezione per gli inservienti e malati. In un video riportato da Milano Today un operatore ha assicurato che “In tutto questo tempo le procedure messe in atto da regione e Ats sono state scarse e sono arrivate in ritardo. Le mascherine agli operatori sono state date a metà marzo, una per turno” e comunque le mascherine chirurgiche risultano pressoché inutili perché “Con quelle possiamo evitare di contagiare noi le persone che ci stanno di fronte, colleghi e ospiti, ma noi chiaramente possiamo essere contagiati dai pazienti“.

A questo si aggiunge la denuncia del presidente dell’Uneba Lombardia, che raggruppa oltre 400 case di riposo lombarde “In molte case di riposo lombarde ancora si aspettano le mascherine. C’è chi ha provato a ordinarle senza aspettare la Regione e la Protezione civile. È riuscito a ottenerle camuffando l’ordine d’acquisto e la bolla di accompagnamento per evitare il sequestro e i controlli in dogana!

In alcuni casi manca addirittura i termometri, gli strumenti principali per evidenziare i sintomi principali della malattia: “C’è una notevole mancanza di strumenti, da noi scarseggiano anche i termometri – sottolinea l’operatore -. Noi siamo forniti di un termometro, a volte anche non funzionante, e ci dobbiamo attrezzare personalmente, con qualcuno che lo porta da casa“.

Fonti:
MilanoToday
Vita.it

Cosa si sarebbe dovuto fare?
Invece di focalizzare come priorità di azione quella del confinamento a casa di tutti i cittadini che ha portato a concentrare tutti gli sforzi delle forze dell’ordine per controllare gli spostamenti delle persone, si sarebbe dovuto seguire l’esempio di altri paesi che hanno messo al centro l’individuazione e l’isolamento dei contagiati e la messa in sicurezza dei luoghi a rischio, anche attraverso l’uso delle forze dell’ordine. Si sapeva fin dall’inizio che si trattava di una patologia particolarmente pericolosa per le persone più anziane e più fragili. La mancanza di una strategia che avesse avuto la priorità di mettere in sicurezza RSA, medici e ospedali fin dalle prime avvisaglie epidemiche potrebbe essere costato carissimo.

# Una soluzione necessaria per il futuro: una nuova sanità milanese

Le somme si tireranno alla fine, ma già ora è possibile capire come una gestione della sanità autonoma in capo a Milano avrebbe potuto produrre risultati differenti.

  • Un primo fattore di vantaggio nel gestire l’emergenza in un territorio più ristretto e con un’alta densità abitativa sarebbe stato un coordinamento più rapido e produttivo tra le ATS, le RSA e il relativo approvvigionamento di materiale sanitario di protezione e di verifica del virus, tamponi e test di vario tipo.
  • Un secondo fattore riguarda la vicinanza dell’ente amministrativo alla popolazione: avrebbe determinato un maggiore controllo e una diversa sensibilità, riducendo la pura logica dei numeri e andando più a fondo nelle situazioni personali. L’apertura dell’Hotel Michelangelo per ospitare persone obbligate alla quarantena è un segnale, seppur minimo, di quanto avrebbe potuto fare Milano: se fosse stata autonoma avrebbe potuto disporre subito il trasferimento dei malati non gravi in strutture di questo tipo, cosa che ad oggi è in capo alla Regione Lombardia che infatti non sfruttato questa opportunità.

Emblematica è l’ultima vicenda dello scontro tra Comune e Regione sui test per l’immunità, in cui l’ente governato da Fontana ha escluso il capoluogo lombardo dalla lista delle prime province interessate alla verifica della presenza di anticorpi nei suoi cittadini, per la quale il Sindaco si è visto costretto a sottoscrivere un accordo parallelo con l’Ospedale Sacco per certificare la patente immunitaria sui dipendenti ATM.

Leggi anche: Coronavirus: quello che potrebbe fare MILANO se fosse una città stato

FABIO MARCOMIN

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🔴 Sala nominato alla guida della TASK FORCE del C40 per rilanciare le città del mondo

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Il sindaco di Milano è stato scelto da sindaci del network internazionale delle metropoli C40 per guidare la “Global Mayors COVID-19 Recovery Task Force“, con l’obbiettivo di stabilire le modalità di ripresa post emergenza coronavirus “che permetta ai cittadini di tornare a lavorare, evitando al contempo che il degrado climatico generi una crisi ancora più grave in grado di arrestare l’economia globale e di minacciare la vita e la capacità di sostentamento delle persone“. Il confronto verterà principalmente sull’utilizzo degli investimenti pubblici nella ripresa per creare una “nuova normalità” per le economie cittadine con alcuni punti fermi: eliminazione inquinamento e povertà, miglioramento della salute pubblica e aumento della resilienza agli shock. Un nuovo ruolo da leader Milano nel mondo?

🔴 Sala nominato alla guida della TASK FORCE del C40 per rilanciare le città del mondo

Per coordinare un’azione congiunta di rilancio per le metropoli mondiali e per ritrovare una nuova leadership internazionale della città

Il presidente della task force del C40 sul post covid-19 coordinerà il lavoro dei rappresentanti di 40 tra le più importanti capitali e metropoli distribuite tra 25 Paesi, tra le quali Londra, Parigi, Los Angeles, Dubai, Berlino, New York, per condividere le competenze per la protezione dei cittadini implementate durante la crisi pandemica. Il presidente del Board di C40, Michael Bloomberg (sindaco di New York dal 2002 al 2013), sta mettendo a disposizione risorse per le città di C40 attraverso la Partnership for Healthy Cities e sta includendo i sindaci C40 nella Bloomberg Harvard Local Coronavirus Response Initiative e collaboreranno con i sindaci una rete di economisti, imprese, città, sindacati e giovani.

Nell’immediato la nostra priorità è proteggere la salute dei nostri cittadini e superare la pandemia. Tuttavia, mentre affrontiamo i devastanti effetti quotidiani di una crisi senza precedenti, dobbiamo anche guardare a come proteggeremo i nostri cittadini in futuro – ha spiegato Sala, che è anche vicepresidente di C40 -. E’ nostra responsabilità di sindaci garantire che costruiremo solide fondamenta così che le nostre città possano apparire come luoghi più sani, equi e sostenibili in cui vivere“.

Milano che guida il network delle più importanti città del mondo, per la rinascita dopo l’emergenza globale, potrà essere un primo banco di prova per rinnovare il ruolo di locomotiva d’Italia e porta d’Europa, sperimentando una leadership internazionale a lungo assente e sarà utile per capire se e come possa ritornare “the place to be” di Expo2015.

Fonte: repubblica.it

FABIO MARCOMIN

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“Napoli TAX-FREE per tutto il 2020”. Ora la palla passa a Sala

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Fonte: Virgilio.it

Di fronte all’inerzia del Governo o meglio al timido aiuto riservato a cittadini e contribuenti sotto forma di sussidi e prestiti agevolati ancora da ricevere e il rinvio nel pagamento di imposte e contributi previdenziali, il Sindaco di Napoli de Magistris è andato oltre cancellando le tasse comunali per tutto il 2020.

De Magistris “Napoli Tax-Free per tutto il 2020”. Milano cosa aspetta?

Il sindaco del capoluogo campano aveva già avanzato l’idea di una città stato, ora fa uno scatto in avanti per far ripartire la sua città

De Magistris ha firmato “La delibera NapoliRiparte” che “mira a tamponare l’impatto della crisi sul tessuto produttivo locale con tutte le misure espansive possibili per far riaprire i battenti all’intero sistema produttivo, dai servizi turistici all’attività alberghiera, dalla ristorazione all’artigianato. Settori spesso caratterizzati da un’economia informale che nessun aiuto di Stato potrà intercettare”.

Nello specifico ai contribuenti non verranno richiesti i tributi previsti di Tari, Imu, Cosap, con l’obbligo per i titolari di attività quali commercianti, artigiani, operatori turistici e culturali di non licenziare i dipendenti operativi prima della chiusura. L’impegno finanziario è di 600 milioni di euro e per coprire questa misura l’amministrazione partenopea, come afferma il primo cittadino, “ha già provveduto a richiedere il ristoro, da parte del governo, di risorse finanziarie equivalenti” essendo la casse comunale pesantemente indebitate con il passivo previsto vicino ai 2,5 milioni di euro.

Altre azioni in valutazione sono “un tavolo di lavoro con le associazioni dei proprietari immobiliari allo scopo del contenimento del costo degli affitti sui locali commerciali” mentre “i dipendenti comunali continueranno a lavorare quasi tutti da casa, ad eccezione di quelle mansioni che non possono essere espletate nella propria abitazione” ed è previsto “un premio, una sorta di tredicesima di fine emergenza, per tutte quelle lavoratrici e lavoratori del Comune e delle aziende partecipate che hanno lavorato costantemente in strada o in ufficio senza mai mollare

Fonte: ItaliaOggi

# Ora la palla passa a Sala: prenderà esempio da Napoli per dare un segnale forte al Governo e Regione

Di occasioni in cui si è detto “ora o mai più” ne sono passate tante, situazioni in cui chiedere più poteri, soprattutto in questa emergenza dove si è capito sin da subito che Governo e Regione erano troppo distanti e impegnati a coordinare un’area troppo vasta e eterogenea da garantire misure efficaci e sufficienti a tutelare la salute e l’economia dei cittadini.

Decidere di cancellare le tasse per un intero anno è una misura coraggiosa anche perché fatta senza attendere il sì del Governo sulla copertura a ristoro, ma mettendolo di fronte al fatto compiuto, e a chi potrebbe obbiettare che è facile aggiungere del debito a quello già enorme del comune napoletano ricordiamo che le casse di Milano hanno passività almeno doppie. Tutti i comuni italiani sono indebitati, sia quelli virtuosi che quelli meno rispettosi delle regole, principalmente per la difficoltà di una gestione autonoma locale di competenze e risorse causata da un decentramento inesistente.

Sala deve scegliere se essere un po’ meno meneghino nei confronti di Stato e Regione, in primis prendendo esempio da Napoli, poi avanzando senza esitazioni la richiesta di riconoscimento dello status di città autonoma, giustificato dalla condizione di emergenza che porterà a fine anno ad avere un bilancio disastroso, complice la forte riduzione ad esempio di entrate da tassa di soggiorno e biglietti dei mezzi pubblici. L’alternativa è muoversi un passo alla volta è restare sempre al servizio di tutti. Rivendicando qualche pretesa ogni tanto non basta più. Almeno non a Milano.

FABIO MARCOMIN

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🔴 Sala contro le 4D di Regione Lombardia: “Sono solo SLOGAN!”. Si aggrava la frattura tra Milano e Lombardia

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Il sindaco è apparso molto risoluto stamattina nel suo consueto messaggio ai cittadini dal suo profilo facebook.

“Voi vi ricordate gli sguardi terrei nella conferenza stampa di commento dei numeri e l’allarme su Milano?” dice il sindaco, facendo riferimento ai giorni di Pasqua e alla preoccupazione manifestata da Fontana, dal suo vice Fabrizio Sala e dall’assessore al Welfare Gallera sul comportamento dei milanesi. Aggiunge poi che Regione ha voluto tenere chiuse le librerie, nonostante l’apertura arrivata da Roma, per paura di far circolare troppa gente in Lombardia.

E poi, all’improvviso, il cambio di strategia.

Si chiede Beppe Sala: “Cosa è successo ieri? Lascio ad ognuno di voi le vostre riflessioni. La mia idea è che ieri mattina Salvini ha detto: gli Italiani sono stufi di stare in casa, riapriamo! E Regione Lombardia ha eseguito”.

L’ira di Sala non è sull’ipotesi di riaprire, ma sull’assenza – a suo dire – di una strategia per farlo in maniera responsabile. “Ho passato la mia vita a costruire le cose che ho fatto, più o meno bene, pianificando. Non me la sono mai cavata con slogan. E le 4 D sono uno slogan”.

Le 4 domande di Sala sulla strategia di riapertura della Regione

Conclude con 4 domande a Regione Lombardia per sulle fantomatiche 4D. Eccole:

DISTANZA: – Come faremo con ATM e con Trenord a garantire la distanza per i passeggeri?

DISPOSITIVI – Verranno fornite le mascherine o andranno bene anche le sciarpe? “Guardate che comincia a far caldo” chiosa il sindaco, con una battuta velenosa.

DIGITALIZAZIONE– E’ stato fatto almeno un tavolo con l’associazione degli imprenditori per capire come attuare lo smart working?

DIAGNOSI – I Test sierologici che danno la patente di immunità: quanti milanesi potranno usufruire del test prima di rientrare al lavoro il 4 maggio visto che si è deciso di cominciare la sperimentazione il 21 aprile, ma non da Milano?

“Buona giornata a tutti” chiude Sala: lo sarà davvero?

Leggi anche: 🔴 Lo strappo di Sala: Milano parte con i TEST D’IMMUNITA’ senza attendere la Regione

 

ALBERTO OLIVA

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La CALIFORNIA “si stacca” per fronteggiare l’emergenza: e se Milano facesse lo stesso?

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Credits: italiani.it - California

Il governatore Newson in disaccordo con le politiche di Trump sulla gestione dell’emergenza da pandemia e su altre cose ha deciso di procedere in modo autonomo e, nel caso, anche in contrasto con le disposizioni del governo federale. Ha scelto di sfruttare le risorse a disposizione per acquistare in autonomia tutte le attrezzature e materiale sanitario che il Governo Centrale non ha fornito e nel caso di necessità di esportare le forniture anche agli stati della Nazione.

La California “si stacca” per fronteggiare l’emergenza: e se Milano facesse lo stesso?

Lo “Stato del Sole” con 2700 miliardi di PIL, il 13,2% degli USA, si muove in autonomia, Milano con oltre il 10% del PIL nazionale non potrebbe fare altrettanto?

Le carenze di materiale sanitario riguarda principalmente i dispositivi di protezione personale ovvero le mascherine e lo stato californiano ha fatto ricorso a più fornitori per procurarsene 200 milioni a cadenza mensile. La stato della Capitale Sacramento è primo per popolazione e terzo per estensione negli USA, sede della Silicon Valley, produce il 13,2% del PIL statunitense e sarebbe da solo la quinta economia mondiale: ha quindi tutte le risorse per sostenere un piano d’azione massiccio senza aiuti esterne. Oltre alla difficoltà nell’affrontare l’emergenza il Senatore Scott Wiener afferma che “Il governo federale non è più un partner affidabile nella fornitura di assistenza sanitaria, nel sostegno agli immigrati, nel sostegno alle persone LGBT, nella protezione dell’ambiente, quindi dobbiamo costruire il nostro percorso“.

L’azione del governatore Newson è stata la più rapida dall’inizio della pandemia. Grazie alla tempestività nonostante i 40 milioni di abitanti ha registrato molti meno contagi e decessi della Città di New York che di abitanti ne ha meno di 9 milioni.

Fonte: bloomberg.com

# Milano potrebbe forzare la mano?

Gli scontri di poteri in Italia sono all’ordine del giorno, su responsabilità dirette ed indirette dei vari livelli istituzionali. La gestione dell’emergenza sanitaria ha evidentemente manifestato grosse falle nel sistema e in Lombardia le conseguenze sono state devastanti, con Milano che nelle ultime settimane sta registrando un aumento costante di casi di contagi arrivati oltre quota 5.000 e di decessi soprattutto nelle residenze sanitarie assistenziali, perché gli operatori sanitari e gli ospiti erano privi di dispositivi di protezione individuali e i tamponi ad oggi effettuati sono stati solo una minima parte del necessario.

L’ultimo strappo con la Regione è stato sui test di immunità che verranno fatti in Lombardia ma non a Milano. 

Leggi anche: Altro schiaffo a Milano: test sierologici al via in Lombardia ma non a Milano 

Milano produce un PIL superiore al 10% sul totale italiano, rappresentando la principale area economica, con 124 miliardi di euro a livello metropolitano. Perché quindi non forzare la mano e gestirsi come una città-stato? I benefici sono evidenti come riportano le esperienze internazionali sia in termini sanitari che finanziari, pertanto una Milano Città Stato avrebbe potuto garantire tempestivamente rifornimenti diretti di DPI, tamponi e protezione per la persone più fragili, sussidi mirati ai lavoratori interessati dalla misure di restrizione e alle fasce di cittadini a rischio povertà, investimenti cruciali nel tessuto economico locale e nei laboratori di ricerca per sviluppare test sull’immunità. Sarà forse un caso se i territori in cui la pandemia è stata affrontato con velocità e ottimi risultati, pochi contagi e decessi, godono tutti di una specifica autonomia?

Leggi anche: Hong Kong Berlino Singapore: la città stato rappresenta lo status ideale anche per fronteggiare il virus 

FABIO MARCOMIN

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🔴 Dati 15 aprile. Lombardia: nuovi contagi sotto quota mille, 235 morti, Milano peggiora di nuovo

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Foto: Andrea Cherchi (c)

15 aprile 2020. Buona notizia sul fronte contagi della Lombardia che scendono per il quarto giorno di fila: sono +827 dai +1.012 di ieri, dato ancora più positivo considerando che i tamponi giornalieri sono cresciuti a 6.828 dai 3.778 di ieri.

Calo più lieve per i decessi: 235 (ieri erano stati 241)

Dagli ospedali. Prosegue la riduzione della pressione negli ospedali. Le persone ricoverati diminuiscono di 34 (ieri erano cresciute di 49). Anche la terapia intensiva sembra sempre più sotto controllo con altri 48 posti liberati, erano erano stati 21. 34 persone hanno lasciato gli ospedali lombardi nelle ultime 24 ore (ieri sono state 344).

Situazione delle province. Calo generalizzato ad eccezione di Milano che segna una nuova crescita, quasi doppia rispetto a ieri: nell’area metropolitana i nuovi contagi risalgono a 325 dai 189 di ieri e in città a +144 dai +57 di ieri.

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)***
Totale: 62.153

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)***
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
Totale: 11.377

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)***
15/4: +325 (+2,2%)
Totale: 14.675

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
Totale: 6.058

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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Milano è la città al mondo dove i cittadini si stanno MUOVENDO DI MENO (Economist – City Mapper) AGGIORNAMENTO 14/04

 

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Il SILENZIO di Milano ritratto in 20 foto di Andrea CHERCHI

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Quando Cherchi mi ha proposto l’idea di pubblicare le foto di Milano in lockdown gli ho detto sì con entusiasmo. Ci unisce uno sconfinato di amore per Milano, ci divide il fatto che lui ha uno sconfinato talento mentre io non ce l’ho. O forse il mio unico talento sta nel riconoscere il talento negli altri. Gli ho detto sì come avrei detto sì a qualunque sua proposta perché qualunque cosa fa Cherchi è sempre una bella cosa. Ma quando ho scaricato le sue foto e mi sono apparse tutte insieme le miniature ho visto che questa volta non ha realizzato solo qualcosa di bello: sono stato assalito dai brividi e, confesso, mi sono venuti gli occhi lucidi. Un’emozione forte: Milano c’è e ci sta aspettando, perché così deserta è bellissima ma ha bisogno di noi per tornare viva.

ANDREA ZOPPOLATO

Ho visto e fotografato Milano in tutte le stagioni. Quando pioveva, io c’ero, quando nevicava, io c’ero, quando faceva un caldo pazzesco, io c’ero. Ogni evento, ogni week, ogni manifestazione di piazza, che fossi in servizio o meno, io c’ero. La mia missione di fotografo, di giornalista e di cantore della città non prevede il classico “oggi non ho voglia, ci andrò domani”. Io fotografo sempre per raccontare a chi è meno fortunato di me la quotidianità, talvolta lenta talvolta veloce, della città che amo. La considero come madre, moglie e figlia. Non c’è un giorno in cui non senta il bisogno di essere circondato dalla mia famiglia. Non c’è giorno in cui uno non voglia essere circondato da Milano. Quando ho iniziato questo lavoro giornalistico di documentazione fotografica della Milano vuota e immobile, qualcuno mi ha detto: “Dai, lascia perdere, è come la Milano d’agosto. Non vedrai nulla di nuovo”. Quelle parole me le sono ricordate in ogni piazza e in ogni via. Si, davvero, perché ad agosto può anche essere così, ma non senti questo silenzio di adesso. C’è sempre una voce che arriva da lontano, una musica, un annuncio. In questi giorni c’è il silenzio di una città immobile che nessuno ha mai visto e sentito. In queste venti foto provo a raccontarlo, ma non è facile. Come fotografo ho sognato mille volte di avere la città tutta per me. Oggi chiedo di svegliarmi in fretta da questo sonno così inquieto.

 

La Milano Deserta di Andrea Cherchi

 

 

 Come fotografo ho sognato mille volte di avere la città tutta per me. Oggi chiedo di svegliarmi in fretta da questo sonno così inquieto.

ANDREA CHERCHI

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🔴 Lo strappo di Sala: Milano parte con i TEST D’IMMUNITA’ senza attendere la Regione

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Beppe Sala mostra un grafico dell'Economist di settimana scorsa, rilanciato ieri su milanocittastato.it

Dopo l’annuncio della Regione Lombardia dell’avvio dei primi test sierologici per certificare l’immunità in alcune province, escludendo inspiegabilmente Milano, come abbiamo raccontato in questo articolo in cui oltre a chiedere più rispetto per i milanesi abbiamo chiesto a Beppe Sala di pretenderlo con coraggio, oggi il Sindaco ha fatto un annuncio che rappresenta un altro strappo di Milano con la regione.

🔴 Lo strappo di Sala: Milano parte con i TEST D’IMMUNITA’ senza attendere la Regione

Accordo con il Sacco: 4000 dipendenti ATM verranno sottoposti a controlli per la presenza di anticorpi al Covid-19


Il primo cittadino ha stretto un accordo con l’Ospedale Sacco per il tramite del Responsabile del Reparto Malattie infettive Massimo Galli e i sindacati con l’obbiettivo di sottoporre al controllo degli anticorpi da Covid-19 tutti i 4000 lavoratori ATM che durante tutto questo periodo di lockdown hanno continuato a lavorare per fornire il servizio di trasporto pubblico ai cittadini obbligati a spostarsi per lavoro o altre necessità essenziali.

L’invito a Sala: fare pressioni sulla Regione o stringere altri accordi per testare anche il resto dei milanesi

Durante il consueto video quotidiano, il Sindaco ha anche rilanciato una classifica pubblicata dall’Economist rilanciata ieri dal nostro sito (Milano è la città al mondo dove i cittadini si stanno MUOVENDO DI MENO (Economist – City Mapper) che Milano è la città al mondo in cui i cittadini hanno ridotto di più la mobilità.  Anche se avremmo ritenuto corretto che il sindaco avesse citato anche il nostro sito che ha pubblicato e proprio ieri rilanciato la ricerca dell’Economist (che al contrario di quanto da lui dichiarato è stata pubblicata la settimana scorsa), lo invitiamo a chiedere con forza alla Regione Lombardia di inserire nei test per l’immunità anche i cittadini di Milano insieme a quelli di Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi che verranno testati a partire dalla prossima settimana. O in alternativa lo invitiamo a stringere analoghi accordi a quelli con il Sacco per testare un numero ampio di cittadini in modo da poter tornare con più sicurezza alla vita lavorativa.

Un primo passo verso quella fase 2 tanto auspicata, speriamo non rimanga un caso isolato ma che si proceda per gradi al test per l’immunità a quanti più cittadini possibili per rimettere in moto la città più produttiva d’Italia.

Leggi anche:
🔴 Altro SCHIAFFO a Milano: test sierologici al via in Lombardia. Ma non a Milano
Milano è la città al mondo dove i cittadini si stanno MUOVENDO DI MENO (Economist – City Mapper)

FABIO MARCOMIN

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In futuro Milano sarà una BIOREGIONE: i 5 fattori chiave di trasformazione

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L’occasione di ripensare Milano in chiave di bioregione arriva dal pensiero di Jeremy Rifkin, il guru mondiale dell’economia applicata all’ecologia che intervistato da Repubblica fa il punto sulla situazione del nostro pianeta a seguito dello stop forzato causato dal coronavirus. Il primo impatto ha visto “l’abbattimento delle energie fossili e della CO2 nell’atmosfera che sono anni che vado predicando” e nell’affermare che “bisognerà studiare nuove modalità di comportamento, studio, lavoro, vita sociale” introduce le bioregioni quale nuovo ecosistema propedeutico al “Green New Deal” e al nuovo mondo che uscirà dopo l’emergenza. Quale potrebbe essere la bioregione di Milano?

Fonte: repubblica.it

In futuro Milano sarà una BIOREGIONE: i 5 fattori chiave di trasformazione

# Il fallimento delle globalizzazione come lo conosciamo, farà ripensare il modo di vivere le nostre città e i nostri territori

Rifkin è convinto in prima istanza che, oltre al cambiamento di tutte le abitudini sociali, “sarà necessario uno screening globale, come ha fatto la Corea, con test anti-corona per tutti. I dati andranno depositati, trovando qualche forma di tutela della privacy, in una piattaforma modello Blockchain a disposizione delle autorità anche internazionali” se non si vuole che il virus rimanga sempre con noi e visto che non potremo rimanere sempre chiusi in casa dobbiamo comunque aspettarci che gli ospedali rimangano in allerta. Il cambiamento non si fermerà qui, anzi “la rivoluzione dovrà andare ancora oltre, ridisegnando la governance mondiale“.

Il professore si riferisce a “un progetto della commissione europea, parallelo e in parte propedeutico al “Green deal” lanciato dalla presidente Ursula von der Leyen. Si tratta delle “bioregioni”, cioè aree anche sovranazionali con particolare omogeneità e vocazione, dal punto di vista industriale, agricolo, culturale.” Il lavoro di Rifkin sul progetto è indirizzato a valorizzare gli ecosistemi territoriali, in un’ottica glocal, senza eliminare le connessioni con il resto del mondo ma limitando l’impatto dell’uomo. Sulla scorta della prima area studiata la dorsale da Lione su fino a Dunquerque, una “rust belt” storica dove si immagina “uno sviluppo industriale altrettanto importante e ovviamente più moderno” e sono già in fase di analisi alcuni territori italiani.

# La bioregione Milano: verde, smart e a inquinamento zero

Le bioregioni sono aree anche sovranazionali con particolare omogeneità e vocazione, dal punto di vista industriale, agricolo, culturale, ad esempio per gli USA ne sono state pensate cinque, dai grandi laghi del nord al deserto della California. L’italia avrebbe un’area particolare dove pensare una prima bioregione, nella Pianura Padana, e in particolare il territorio metropolitano milanese perché è al contempo la zona più popolosa d’Italia ed è prima per produzione agricola.

Cosa potrebbe prevedere la prima bioregione italiana?

#1 Finalmente il Parco Orbitale

il progetto di parco orbitale

La bioregione Milano dovrà avere in “funzione” il Parco Orbitale, non solo come gestione unitaria di tutti i parchi che circondano l’area metropolitana, ma studiando la copertura a verde e percorsi ciclo-pedonali di tutte quelle strade e interconnessioni che interrompono fisicamente tutte i parchi compresi nel progetto. Gli scali ferroviari riqualificati, con molto più verde, dovranno servire alla creazione di nuovi ecosistemi ambientali nei quali categorie di fauna e flora scomparse dai centri urbani ritorneranno a integrarsi perfettamente con l’uomo.

#2 Forestazione capillare, andando oltre ai progetti comunali

Tre milioni di alberi non bastano, ogni strada dovrà avere piante, essenza o arbusti di vario genere per eliminare le isole di calore in città, ridurre l’inquinamento e ripopolare le vie di specie volatili scomparse da anni, accelerando oltre i progetti Forestami e Cool Milano del Comune.

#3 Mezzi elettrici, app per parcheggi liberi, piattaforme di scarico merci centralizzate

La circolazione dovrà essere ammessa a biciclette e ai soli veicoli elettrici, con finanziamenti consistenti per la sostituzione dei veicoli privati con motore a benzina e diesel, e i parcheggi liberi dovrebbero essere segnalati tramite app per consentire la riduzione del tempo speso dalle macchine in circolazione per cercane uno disponibile. Il car sharing dovrà essere estese a tutti i comuni dell’area metropolitana per favorire la riduzione del possesso di auto private e il trasporto merci dovrà beneficiare di piattaforme logistiche integrate al di fuori dell’area urbana per favorire il trasporto in città con piccoli mezzi elettrici che possano ridurre l’impatto sul manto stradale e sul disturbo acustico.

#4 No pollution area: sanificazione quotidiana di strade e mezzi, torri mangiasmog e riscaldamenti a impatto zero

Credits: https://questure.poliziadistato.it/ – Polizia di Stato in azione per la pulizia delle strade

La continuazione delle buone pratiche introdotte per combattere la diffusione del Covid-19, come la sanificazione delle strade e marciapiedi, mezzi pubblici e luoghi di lavoro dovrà diventare una prassi obbligatoria. Questa soluzione servirà anche a ridurre le polveri sottili nell’aria, ma accanto a questo si dovranno prevedere soluzioni più drastiche, come ad esempio l’installazione in tutte le aree della città e dell’hinterland di torri mangiasmog, già viste all’estero, e di riscaldamenti pubblici e privati ad alimentazione geotermica o gas metano.

#5 Smartworking, videoconferenze e consegne con i droni

Una delle conseguenze forzate alle quali ci ha imposto l’emergenza coronavirus, per chi non poteva fare altrimenti, è stata l’applicazione massiccia dello smartworking. Questa modalità di lavoro dovrà essere quella preponderante anche in futuro, limitando le attività in presenza alle figure essenziali, puntare alle videoconferenze quando possibile e ripensare alla struttura degli eventi, in modo da favorire la trasformazioni in una smart city. Per ridurre e alleggerire il lavoro di trasportatori e rider occorrerà sistematizzare la consegna tramite droni e sistemi automatizzati su ruote sfruttando l’intelligenze artificiale.

# Città in connessione dinamica con il resto del mondo

L’essenza delle bioregioni è di creare connessioni e scambi tra aree omogenee. La vocazione di Milano è da sempre quella di essere in connessione con il mondo. Diventare bioregione significa dare a Milano la libertà di poter condividere con altre are del mondo le best practice e informazioni per stimolare una continua ricerca di una maggiore eccellenza per la qualità della vita dei cittadini. 

FABIO MARCOMIN

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🔴 Dati 14 aprile. Lombardia: calano contagi e decessi, scende l’allarme a Milano. “Ora la ripresa economica”

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Foto: Andrea Cherchi (C)

14 aprile 2020. “Ora la priorità sarà la ripresa economica” è l’annuncio dell’assessore Gallera. “Siamo riusciti a piegare la curva”, conferma Davide Caparini che dichiara che la Regione sta preparando l’avvio a una “nuova normalità”. Ieri i risultati negativi suonano oggi come, si spera, uno degli ultimi colpi di coda dell’emergenza. Nelle ultime 24 ora tutti i dati volgono al sereno se confrontati con quelli di ieri.

I nuovi contagi in Lombardia proseguono la discesa a +1.012 da +1.262, anche se in parte potrebbero rispecchiare il calo dei tamponi: +3.778 dai +5.260 di ieri. Tornano a scendere anche i decessi a 241 dai 280 di ieri.

Dagli ospedali. Si riduce ancora di più la pressione sui pronto soccorso dove “le persone senza covid superano quelli con covid”. I ricoveri aumentano di +49 da +59. Buon segnale dalla terapia intensiva dove si liberano altri 21 posti dai 33 di ieri. Crescono i dimessi: 343 persone hanno lasciato gli ospedali lombardi nelle ultime 24 ore (ieri sono state 312).

Situazione delle province. Calano Brescia e Bergamo. Rientra l’allarme su Milano: nell’area metropolitana i nuovi contagi crollano a 189 (ieri erano stati 481) e in città calano fortemente a +57 dai +296 di ieri: dal picco più alto degli ultimi 18 giorni al livello più basso dall’inizio del lockdown.

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)***
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
Totale: 61.326

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)***
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
Totale: 11.142

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)***
Totale: 14.350

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
Totale: 5.914

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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🔴 Altro SCHIAFFO a Milano: test sierologici al via in Lombardia. Ma non a Milano
Milano è la città al mondo dove i cittadini si stanno MUOVENDO DI MENO (Economist – City Mapper) AGGIORNAMENTO 14/04
Finirà: la Milano che verrà
https://www.milanocittastato.it/coronavirus/%f0%9f%94%b4-dati-13-aprile-lombardia-forte-rialzo-dei-decessi-si-aggrava-milano-nuovo-picco-degli-ultimi-18-giorni/
🔴 Dati 13 aprile. ITALIA: superati i 20.000 morti. +566, con crescita del 30% da ieri. Nuovo forte rialzo in Lombardia

 

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🔴 Altro SCHIAFFO a Milano: test sierologici al via in Lombardia. Ma non a Milano

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La prossima sarà accusare i piccioni? Foto: Andrea Cherchi (c)

Da fine Aprile sarà disponibile il test per verificare l’immunità dal Covid-19 che potrebbe garantire un rientro alla normalità dei cittadini in sicurezza e rapidità, soprattutto se venisse accolta la nostra proposta di impiegare le forze dell’ordine per effettuare i test al posto di effettuare i controlli stradali con posti di blocco. Nella speranza che venga accolta dal 21 aprile saranno effettuati 20.000 test sierologici al giorno in regione partendo dagli operatori sanitari e i cittadini che devono tornare al lavoro, con particolare riferimento alle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi. Milano con il più alto numero di contagi, in crescita costante, è esclusa da questa prima fase di controlli, perché?

🔴 Breaking news. Test sierologici al via tra una settimana in Lombardia, ma Milano al momento è ESCLUSA

# Si partirà da Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi, nonostante il capoluogo sia il più colpito

Una data che può essere uno spartiacque tra la fase 1 e la fase 2, ovvero la ripresa graduale della vita quotidiana per quanto riguarda lavoratori o semplici spostamenti di cittadini per interessi personali, è il 21 aprile, giorno di partenza dei test sierologici per certificare l’immunità al virus delle persone ovvero come spiega Fontana “individuando le persone che hanno avuto questa malattia e che hanno un numero di anticorpi sufficienti per garantire la copertura“. Il programma prevede 20.000 controlli giornalieri indirizzato principalmente agli operatori sanitari e chi sarà obbligato a tornare al lavoro: le città scelte per queste analisi sono Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi.

Bergamo, Brescia e Lodi sono state le aree più colpite e per prime del resto della Regione, ma questo però non giustifica l’esclusione di Milano, che risulta oggi l’area urbana più colpita d’Italia e che, di conseguenza, richiede un’attenzione maggiore.

# Prima la Lombardia, poi Milano, ancora l’ultima ruota del carro

Milano ha registrato un aumento costante dei contagi nelle ultime settimane, ieri uno dei dati peggiori, superando la quota di 14.000 positivi nella Città Metropolitana e centinaia di decessi nelle RSA, dati che al momento non sembrano mostrare miglioramenti a breve, tutto questo nonostante gli spostamenti siano quasi azzerati e stabili al 3%. Come rileva l’app citymapper, da cinque settimane Milano risulta la città al mondo con la maggiore riduzione degli spostamenti: il 97% delle persone non si muove. Nonostante i dati dicano il contrario l’Assessore alla Sanità Gallera continua a ripetere che la mancata discesa della curva dei contagi è colpa “della troppa gente in giro“.

Credits: ecomomist.com – Statistiche degli spostamenti dei cittadini a piedi e con i mezzi di trasporto pubblico nelle principali città del mondo

Non si capisce quindi la logica della scelta fatta da Fontana di escludere Milano, la prima ad essere colpita in negativo a livello di immagine mediatica, si pensi solo alla cancellazione dell’evento di design più importante al mondo ovvero il Salone del Mobile grazie al quale e insieme ad altri eventi nel corso degli ultimi anni hanno portato il capoluogo lombardo a ricevere oltre 10 milioni di turisti che di riflesso hanno dato lustro anche le Regione. Milano motore dell’Italia deve essere la prima città a ripartire e la prima a fare sapere al mondo che parte la sperimentazione sierologica: la prima dove fare i test per l’immunità ai propri cittadini. Più tempo passa più l’economia cittadina, della regione e del Paese rischia il collasso.

L’ennesimo paciugo di una giunta regionale che come abbiamo denunciato vede una rappresentanza quasi inesistente di Milano. Su 17 membri della giunta presieduta dal presidente varesino Attilio Fontana, ci sono solo due milanesi: Fabrizio Sala e Giulio Gallera. Una percentuale ridicola se si confronta a quanto spetterebbe a Milano sia considerando il suo apporto al PIL (50%) che la sua popolazione. E questo deficit di rappresentanza può spiegare alcune scelte, considerate da molti poco assennate, prese da questa giunta nei confronti di Milano durante l’emergenza coronavirus.

Dopo lo scaricabarile di incolpare i milanesi “indisciplinati” per il mancato calo dei contagi, dopo il mancato invio in città di strumenti di protezione, dopo la malagestione delle RSA del territorio, arriva un nuovo schiaffo dei vertici della Regione contro Milano.

Se nemmeno questa vicenda spingerà Sala a richiedere più autonomia, non capiamo sinceramente cosa altro potrebbe farlo smuovere. I milanesi cominciano ad essere stufi di prendere schiaffi, lui no?

Leggi anche: “Lombardia LADRONA”? Autonomista con Roma, centralista con Milano

FABIO MARCOMIN

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Finirà: la Milano che verrà

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Foto: Andrea Cherchi (c)
In Italia, come in altri Paesi, la strategia per rispondere alla pandemia da Covid-19 è stata quella del lockdown: forse non la strategia migliore ma molto probabilmente l’unica attuabile, almeno all’inizio. Questa risposta alla crisi sanitaria ha trasformato le città in luoghi deserti: metropoli da milioni di persone, brulicanti e piene di vita, di scambi e di relazioni ora svuotate. Tutti chiusi in casa a combattere una guerra il cui fronte non è una linea ma un sistema discontinuo di punti.
Ora che ci stiamo abituando a vivere chiusi nelle nostre case, a passare il tempo scoprendo o inventando nuovi hobby si pone una domanda: “come ci riapproprieremo delle nostre città, delle vie, dei palazzi, dei mezzi di trasporto?” Perché si ciò avverrà, torneremo per le vie della nostra amata Milano ma sarà diverso: Sala, Fontana e il governo centrale devono fare tutto il necessario per riavviare la città il prima possibile, e nel modo più sicuro possibile.
Il teorico americano di studi urbani Richard L. Florida, e il professor presso University of Texas di Austin Steven Pedigo, hanno provato a rispondere a questa domanda stilando 10 punti, vediamo insieme quali sono e come potrebbero applicarsi a Milano.

Finirà: la Milano che verrà

#1 Aeroporti a prova di pandemia

Gli aeroporti sono un motore fondamentale per lo sviluppo economico, non possono quindi essere fermi al minimo a tempo indeterminato. Dobbiamo assicurarci che possano rialzarsi e funzionare di nuovo rapidamente, e ciò significa mobilitarsi come abbiamo fatto sulla scia degli attacchi terroristici dell’11 settembre aggiungendo controlli di temperatura alle misure di sicurezza già in atto. Significa anche ridurre l’affollamento: cose semplici come compartimentazioni o linee dipinte sui pavimenti possono favorire il distanziamento sociale nelle aree di attesa. Gli aeroporti dovrebbero disporre di grandi quantità di maschere e disinfettanti per le mani e le compagnie aeree dovranno ridurre il numero dei passeggeri e mantenere aperti i posti medi durante le future crisi sanitarie.

#2 Riprogettare i luoghi per grandi eventi

Questi sono parte integrante e importante della città e della sua economia. Quanto prima Milano saprà riaprire luoghi come San Siro, la Fiera (e con essa garantire lo svolgimento di tutte le attività connesse, si veda per esempio il fuori salone), i teatri, i cinema… tanto più velocemente la sua economia sarà in grado di rimbalzare a seguito della pandemia. Per far ciò potrebbe rendersi necessario una riduzione dei numero dei posti che garantisca il distanziamento sociale, la misurazione della temperatura e la distribuzione e l’obbligo di mascherine e di gel disinfettanti.

#3 Riorganizzare le infrastrutture della mobilità

Saranno necessari cambiamenti di organizzazione e di progettazione nelle stazioni e nei posti a sedere di treni e metropolitane. Anche le strade potrebbero aver bisogno di alcuni adattamenti: Il Governatore di New York, Andrew Cuomo, ha chiesto di pedonalizzare alcune strade di Manhattan per promuovere il distanziamento sociale durante il COVID-19.
In caso di compromissione del trasporto pubblico le città devono inoltre implementare e proteggere meglio anche le loro piste ciclabili, ridefinendo al contempo i programmi di bike-sharing, scooter-sharing e car-sharing…

#4 Istituzioni chiave pronte per nuove ondate del virus

Centri medici, ospedali, RSA e università sono in prima linea nella battaglia contro COVID-19. Con dormitori, sale da pranzo e grandi gruppi di persone, saranno però altamente vulnerabili alle ondate secondarie di contagio. Per garantire che questi istituzioni chiave possano continuare ad operare, e farlo in reale sicurezza, le istituzioni politiche devono garantire controlli di temperatura e garantire un adeguato distanziamento sociale.

#5 Promuovere lo smartworking sostenibile

Siamo nel mezzo di un enorme esperimento di lavoro a distanza. La maggior parte delle persone alla fine tornerà nei propri uffici, ma alcuni lavoratori e aziende potrebbero trovare il lavoro a distanza più efficace. In questo caso le aziende dovrebbero aiutare i propri dipendenti in smartworking a stabilire connessioni civiche e comunitarie. Le città possono imparare le une dalle altre su come supportare al meglio il crescente gruppo di lavoratori remoti e renderli parti connesse, impegnate e vitali nelle loro comunità..

#6 Assicurare la sopravvivenza delle attività commerciali di prossimità

Non solo luoghi di movida come i navigli e corso Como, ma anche tutti quei distretti come Tortona, NoLo, Isola, Lambrate, Porta Romana, che costituiscono una parte fondamentale, non solo del tessuto economico della città, ma anche sociale devono essere preservati. Per impedire, come suggeriscono alcune proiezioni, che il 75% di loro potrebbe non sopravvivere all’attuale crisi, i governanti devono attivare al più presto programmi di prestiti, assistenza e consulenza legislativa e finanziaria. Se Milano avrà protetto in modo efficace questo insieme di attività commerciali avrà un decisivo vantaggio competitivo quando si tornerà alla normalità.

#7 Proteggere l’arte e l’economia creativa

Anche l’economia creativa delle gallerie d’arte, dei musei, della moda, dei teatri e dei locali musicali, insieme agli artisti, ai musicisti e agli attori che li alimentano, è a rischio. Milano dovrà attivarsi al più presto per collaborare con gli alti livelli di governo, con il settore privato e le filantropie per mettere insieme i finanziamenti e le competenze necessarie per mantenere vive le sua scena culturale. Una volta che saranno autorizzati a riaprire, questi luoghi dovranno anche apportare modifiche temporanee e di lunga durata nel modo in cui operano. Le città dovrebbero fornire consulenza e assistenza sulle procedure necessarie.

#8 Salvaguardare le industrie e i cluster principali

Non sono le singole aziende ma i cluster di industria e talenti a guidare lo sviluppo economico. Alcuni di questi gruppi sono a maggior rischio di altri: settori come i trasporti, i viaggi, il settore turistico e le arti creative saranno i più colpiti, mentre l’e-commerce e la distribuzione o la produzione avanzata per l’assistenza sanitaria e la trasformazione degli alimenti potrebbero crescere. Milano deve studiare le industrie e i cluster più vulnerabili nel suo territorio, valutare gli impatti che le future pandemie potrebbero avere sui mercati del lavoro e sulle comunità, quindi progettare di rendere le loro economie più resistenti e robuste. Dovrebbe attivarsi immediatamente per riunire gruppi di lavoro a rappresentanza delle imprese, delle associazioni senza fine di lucro, degli accademici e degli esperti locali, per valutare al meglio l’impatto della pandemia e pianificare insieme una risposta, senza dimenticare piani a medio termine per tutelarsi da nuove pandemie.

#9 Upgrade (economico e di sicurezza) dei lavoratori in prima linea

Soccorritori, assistenti sanitari, medici di famiglia, addetti alle pulizie di uffici e ospedali, impiegati di negozi di alimentari, addetti al magazzino, addetti alle consegne – sono solo alcuni delle categorie in prima linea durante la pandemia. Farli sentire più importanti attraverso la distribuzione di dispositivi sanitari e salari più alti permetterà di avere una squadra di lavoratori chiave in grado di mantenere le nostre comunità sicure e funzionali. Ciò ci aiuterà a proteggerci dalla futura ondata di questa pandemia e da altre che potrebbero arrivare.

#10 Proteggere le comunità meno svantaggiate

La ricaduta economica delle pandemie danneggerà maggiormente i quartieri meno avvantaggiati e i loro residenti. La povertà concentrata, la disuguaglianza economica e la segregazione etnica ed economica non sono solo moralmente ingiuste, ma forniscono anche terreno fertile affinché le pandemie possano mettere radici e diffondersi. L’inclusione economica e uno sviluppo più equo sono fattori imprescindibili per la salute, la sicurezza e la competitività economica delle nostre città. Il Comune dovrebbe quindi muoversi tempestivamente, promuovendo un’adeguata interfaccia con le comunità, verso lo stanziamento dei fondi necessari, dei servizi di supporto e dell’assistenza tecnica per queste aree.

Il momento giusto per la città stato

È evidente che se Milano godesse dell’autonomia derivante dall’essere una “città stato” , sul modello delle grandi città del mondo (vedi lista in fondo all’articolo), potrebbe implementare con maggiore prontezza ed efficacia un gran numero di queste soluzioni. Esse infatti appaiono tanto impellenti quanto è la gravità di questo momento. Avendo piena disponibilità del timone l’autorità cittadina potrebbe infatti guidare, approfittando della crisi, Milano verso uno sviluppo più sostenibile, diventando un punto di riferimento e un fattore di accelerazione per tutte le altre città italiane.
A questo proposito, ed in questo momento di grande sofferenza e di oscurità per tante persone vorrei concludere con uno scritto del poeta norvegese Jon Fosse:
“Va da sé che l’oscurità ha a che fare con la notte, con il sonno e con la morte, e non essere in grado di vedere nulla, o di vedere le stelle, in un certo senso essere in grado di vedere l’universo. Non puoi mai vedere oltre che nel buio. Senza oscurità non può esserci luce.”*
FEDERICO POZZOLI
* Testo originale: “Its goes without saying that darkness has to do with night, with sleep, and with death, and not be able to see anything, or to being able to see stars, in a certain sense being able to see the universe. You can never see further than in the dark. Without darkness there can be no light.”

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🔴 Dati 13 aprile. Lombardia: forte rialzo dei decessi. Si aggrava Milano (nuovo picco degli ultimi 18 giorni)

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Foto: Andrea Cherchi (c)

13 aprile 2020. Altra giornata pesante. Malgrado il lockdown di quasi 40 giorni continuano ad arrivare dati non buoni. Nelle ultime 24 ore si è registrato un nuovo rialzo nei decessi. Contagi in calo in Lombardia, ma si sono quasi dimezzati i tamponi. Situazione sempre più grave a Milano.

I nuovi contagi in Lombardia tornano scendono a +1.262 da +1460, calano però fortemente anche i tamponi +5.260 dai +9.530 di ieri. I decessi aumentano in un giorno di oltre il doppio: 280 dai 210 di ieri.

Dagli ospedali. Aumentano anche i ricoveri: +59 (ieri erano calati di 57).  Buon segnale dalla terapia intensiva dove si liberano 33 posti (ieri erano aumentati di 2). Stabili i guariti: 312 persone hanno lasciato gli ospedali lombardi (ieri sono state 323).

Situazione delle province. Ormai il focolaio più caldo è diventato Milano: nell’area metropolitana i nuovi contagi sono 481 (ieri erano stati 412) e in città si sfiorano i 300: +296 dai +193 di ieri. Nuovo picco più alto degli ultimi 18 giorni, ormai prossimi al triste primato di +310 del 26 marzo.

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DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)***
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
Totale: 60.314

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)***
13/4: +280 (+2,6%)
Totale: 10.901

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)***
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
Totale: 14.161

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)***
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
Totale: 5.857

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

Articoli ultime 24 ore:
Quello che ameremo fare di nuovo: le 5 ABITUDINI “mai più senza” del dopo-quarantena
10 luoghi dove andare la prossima PASQUETTA
🔴 Dati 12 aprile. Lombardia: forte calo dei decessi (110 – numero più basso dal 14 marzo). Migliora Milano
🔴 Dati 12 aprile. ITALIA: 431 morti, il numero più basso dal 18 marzo

 

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🔴 Dati 13 aprile. ITALIA: superati i 20.000 morti. +566, con crescita del 30% da ieri. Nuovo forte rialzo in Lombardia

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Bollettino 13 aprile (Protezione Civile)

13 aprile 2020. Superata quota 20.000 decessi con un rialzo di oltre il 30% sui dati di ieri (566 morti nelle ultime 24 ore, ieri erano stati 431). Dati in crescita soprattutto a causa del peggioramento in Lombardia, dove i morti più che raddoppiano rispetto al giorno prima: +280 dai +110 di ieri. Tra le regioni più colpite Piemonte e Veneto sono stabili, l’Emilia in forte calo. Il resto d’Italia sembra sotto controllo. Decessi a zero in Molise, Basilicata e, per la terza giornata consecutiva, in Umbria.

In un confronto con il resto del mondo, l’Italia si conferma terza per numero di morti nelle ultime 24 ore con +566 (1. Usa +843, 2. UK +717, entrambi stabili rispetto a ieri) ed è quarta per nuovi contagi con + 3.153, superata anche dalla Turchia  (1. UK  2. USA).

Dati di sintesi:

  • 159.516 i casi totali dall’inizio della pandemia. Le persone attualmente positive sono 103.616, 20.465 deceduti e 35.435 guariti.

Variazioni rispetto al precedente bollettino:

  • 3.153 nuovi casi positivi
  • 566 deceduti
  • 1.224 guariti

Tra i 103.616 attualmente positivi (+ 1.363):

  • 72.333 si trovano in isolamento domiciliare (+ 1.270)
  • 28.023 ricoverati con sintomi (+176)
  • 3.260 in terapia intensiva (-83)

Sono 1.046.910 (+36.717) i tamponi effettuati.

 

I dati Regione per Regione

Decessi del giorno (tra parentesi i dati di ieri con la percentuale di incremento sul totale)

  1. 1. Lombardia +280 (da +110, +2,64%)
    2. Piemonte +97 (da +96, +5,6%)
    3. Emilia-Romagna +51 (da +83, +2,0%)

      Quota tre regioni sul totale: 75%

4. Veneto +26 (da +25, +3,0%)
5. Toscana +23 (da +28, +4,6%)
6. Marche +13 (da +11, +1,8%)
7. Abruzzo +12 (da +6, +5,7%)
8. Liguria +11 (da +15, +1,5%)
9. Trento +9 (da +7, +3,1%)
10. Sicilia +8 (da +9, +4,9%)

11. Friuli-Venezia Giulia +7 (+10, +3,6%)
12. Bolzano +7 (da +5, +3,4%)
13. Puglia +7 (da +7, +2,7%)
14. Campania +6 (da +4, +2,5%)
15. Lazio +5 (da +6, +1,8%)
16. Valle d’Aosta +3 (da +5, +2,7%)
17. Sardegna +2 (da +0, +2,7%)
18. Calabria +1 (da +0, +1,5%)

A zero:
Umbria 0 (da 0, +0%)
Molise 0 (da +1, +0%)
Basilicata 0 (da +1, 0%)

Totale: +566 (da +431, +2,8%)

Contagi totali (tra parentesi la differenza rispetto a ieri)

Lombardia 60.314 (+1.262, +2,1%)
Emilia Romagna 20.440 (+342, +1,7%)
Veneto 14.251 (+174, +1,2%)
Piemonte 17.134 (+474, +2.8%)
Marche 5.381 (+78, +1.5%)
Liguria 5.596 (+102, +1.9%)
Campania 3.670 (+66, +1.8%)
Toscana 7.390 (+155, +2.1%)
Sicilia 2.458 (+42, +1.7%)
Lazio 4.968 (+123, +2.5%)
Friuli Venezia-Giulia 2.482 (+51, 2.1%)
Abruzzo 2.213 (+53, +2.5%)
Puglia 3.065 (+76, +2.5%)
Umbria 1.320 (+1, +0,1%)
Bolzano 2.149 (+51, +2.4%)
Calabria 928 (+5, +0.5%)
Sardegna 1.128 (+15, +1.3%)
Valle d’Aosta 927 (+6, +0.7%)
Trento 3.126 (+73, +2.4%)
Molise 257 (-, -)
Basilicata 319 (+4, +1.3%)

Dati: Protezione Civile

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Quello che ameremo fare di nuovo: le 5 ABITUDINI “mai più senza” del dopo-quarantena

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aperitivo milano

La vita non è questa, ce lo ripetiamo come un mantra. Ma è di dovere, almeno per ora, usare un tempo imperfetto. Imperfetto nella grammatica e nella realtà: ecco cosa ci piaceva fare ed ecco quali sono i piccoli piaceri della vita a cui ci dedicheremo nuovamente una volta tornata la normalità.

Quello che ameremo fare di nuovo: le 5 ABITUDINI “mai più senza” del dopo-quarantena

#1 Il calcetto del giovedì sera

calcetto

Partitella? Partitella! Con un giro di whatsup si organizzavano campo e squadre e, senza far caso di quanto fosse bello, ci si trovava a passarsi il pallone e poi a fare sfotto’ davanti a una birra.


#2 Il giro da Zara del sabato pomeriggio

shopping

Non compro, ci faccio solo un giro veloce. Per passare un paio di ore staccando la testa, per una ricerca vera, d’altronde l’armadio aveva sempre bisogno di qualcosa, o per accompagnare due chiacchiere con l’amica del cuore. E poi si usciva con almeno un sacchetto, che era un peccato farlo a mani vuote.


#3 Il cinese sotto casa a tutte le ore

Che, per quanto si sia nazionalisti, il caffè, il bagnoschiuma, la piega o il take-away dopo una giornata stancante, lo abbiamo preso tutti. E tutti avevamo il nostro bazar cinese preferito, sotto casa o nel quartiere.

Leggi anche: Le 10 cose che non sapevi dei parrucchieri cinesi a Milano


#4 L’ape sui Navigli il venerdì sera

aperitivo milano

C’erano almeno una ventina di posti perfetti per l’aperitivo a Milano. Si passava dal locale design, al cortile interno di una ex fonderia, dal parco nascosto di un’hotel alla piscina anni 30, dal baracchino finger food alla terrazza con vista.


#5 San Siro la domenica 

concerto partita

Per il cantante, per la band, per la squadra di calcio, o anche solo per sentire quella particolare sensazione dei decibel che sfondano il suo perimetro e si propagavano nell’aria e sulla pelle fino a Trenno.   

Leggi anche: I 7 primati mondiali di San Siro

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BARBARA VOLPINI

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