“Lombardia LADRONA”? Autonomista con Roma, centralista con Milano

La Milano global-city, capitale economica italiana e quarta economia europea ha un deficit di attenzione e risorse dalla regione di cui è capoluogo

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Pil Milano

In un periodo storico in cui la Regione rivendica con Roma il diritto all’autonomia e alla autodeterminazione, sorprende l’atteggiamento opposto nei confronti di Milano. Autonomista con Roma, centralista con Milano questo in sintesi quello che emerge dai rapporti della Regione con la sua città più rappresentativa. Più rappresentativa ma più penalizzata come risorse, poteri e rappresentanza politica. E per il futuro le cose sembrano ancora peggiorare per Milano. Ma procediamo con ordine.

OCSE E FLUSSI ECONOMICI: MILANO IN LOMBARDIA E’ UN MONDO A PARTE

Per capire quanto poco Milano pesi in Regione Lombardia, partiamo dai dati che ne esprimono la sua rilevanza.

  • Milano produce da sola quasi l’11% del Pil nazionale, il 50% circa del Pil della Lombardia
  • La popolazione dell’area metropolitana è 1/3 della regione, la popolazione che gravita attorno a Milano (dati OCSE) supera il 50% della popolazione regionale
  • Dal punto di vista della forza economica e delle connessioni, Milano è un mondo a parte rispetto al resto della Lombardia, questo si evince: dal numero di aziende multinazionali nell’area milanese, dal flusso di pendolari provenienti dalle altre province e da fuori regione, dal turismo, dall’economia, dalla finanza, dall’agricoltura, dalle università, dalle startup, dai brevetti registrati, dalla percentuale di residenti stranieri etc… in cui Milano fa storia a sé rispetto alla Regione.

Anche perché, parliamoci chiaro, quanti conoscono la Lombardia nel mondo e quanti conoscono Milano? Non c’è partita.

E’ incontrovertibile il fatto che se la Lombardia deve la sua principale rilevanza a un fattore in particolare, questo fattore si chiama Milano. Tenendo conto della rilevanza di Milano ci si aspetterebbe che questa sia anche proiettata all’interno dell’istituzione Regione Lombardia, in termini di rilevanza politica e di risorse disponibili.

Invece basta una rapida analisi per scoprire che non è così. Tutt’altro.

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Tenendo conto della rilevanza di Milano ci si aspetterebbe che questa sia anche proiettata all’interno dell’istituzione Regione Lombardia, in termini di rilevanza politica e di risorse disponibili.                Invece basta una rapida analisi per scoprire che non è così. Tutt’altro.

IL DEFICIT DI RAPPRESENTANZA E DI POTERI DI MILANO IN LOMBARDIA

Praticamente in tutto ciò che amministra la Regione Lombardia Milano risulta ben al di sotto del suo peso teorico che dovrebbe essere del 50% nella produzione di ricchezza o, almeno di un terzo nel numero complessivo di abitanti. Vediamo alcuni esempi.

I TAGLI AL TRASPORTO PUBBLICO MILANESE

Un esempio lampante è il tema dei trasporti, oltre allo Stato anche la Regione ha ridotto i fondi per il trasporto pubblico, dove Milano gioca il ruolo principale: nonostante l’aumento di 12 milioni di km percorsi dai mezzi Atm negli ultimi anni la Regione ha tagliato complessivamente circa 70 milioni di euro, circa 7 milioni all’anno.
In base ai chilometri percorsi Milano avrebbe dovuto vedere accrescere la propria quota di fondi, invece è successo l’esatto contrario.

Unica azione di impatto mediatico della Regione sui trasporti milanesi è stato il muro contro muro con il Comune sull’adozione del nuovo sistema tariffario dell’area metropolitana il STIBM, con aumento costo biglietto da € 1,50 a € 2,00. La Regione ha fatto solo opposizione alla manovra invece di proporre risorse aggiuntive per sostituire l’aumento del biglietto oppure pretendere che a Milano ci fossero interventi compensativi all’aumento, come corse 24h almeno nei week end o maggiore frequenza dei treni. Quindi non solo non assegna risorse coerenti con il peso di Milano nell’economia della Regione ma ostacola le decisioni del Comune sul suo territorio di competenza.

nonostante l’aumento di 12 milioni di km percorsi dai mezzi Atm negli ultimi anni la Regione ha tagliato complessivamente circa 70 milioni di euro

CHI L’HA VISTO? I POLITICI MILANESI IN LOMBARDIA

Altro tema è la rilevanza politica, sia in tema di peso politico dentro la regione sia come rappresentanza verso gli altri livelli o enti istituzionali nazionali e internazionali.

Come sappiamo l’organo che esercita il potere della Regione è la Giunta.

Su 17 membri della giunta presieduta dal presidente varesino Attilio Fontana, ci sono solo due milanesi: Fabrizio Sala e Giulio Gallera.

Una percentuale ridicola se si confronta a quanto spetterebbe a Milano sia considerando il suo apporto al PIL (50%) che la sua popolazione.

Ma oltre al numero di membri della giunta vale l’esperienza diretta di chiunque abbia a che fare con le istituzioni della Lombardia. Al di fuori di Milano la Regione è il principale riferimento per le principali politiche sul territorio. Ovunque tranne a Milano, dove è difficile che vi siano politiche dedicate esclusivamente alla città. Basta frequentare la Regione per capire che Milano è vista quasi come un corpo estraneo che, se si vuole realizzare qualche progetto, bisogna collegare sempre Milano ad altre aree della regione.

Su 17 membri della giunta presieduta dal presidente varesino Attilio Fontana, ci sono solo due milanesi

PROMOZIONE DEL TERRITORIO

Un terzo esempio è la scarsa considerazione che a Milano nelle politiche di promozione territoriale della Lombardia. La città che risulta tra le prime in Italia per affluenza di turisti, viene poco promossa dalla regione che preferisce valorizzare altri luoghi. Un esempio di questo è il numero di siti Patrimonio dell’Unesco, la cui domanda viene fatta proprio dalla Regione.

La Lombardia è molto attiva in tal senso: è la regione italiana che vanta più siti Unesco.

Ne abbiamo ben 11, eccoli:

Undici siti patrimonio dell’umanità di cui solo uno a Milano. Nessuna traccia di eccellenze milanesi come il Duomo, Sant’Ambrogio e le altre chiese storiche, la Scala, il teatro più celebre del mondo, i Navigli o il distretto della moda e del Design. Nessuna traccia di tutto questo, tanto che a fronte di una Lombardia prima in Italia, Milano risulta tra le ultime città per siti Unesco, molto distante da città come Napoli, Torino, Roma o Ravenna che collezionano molti più siti.

Per capire la scarsa valorizzazione che la Regione dà a Milano basta fare un giro sul sito della Regione, dove la città che produce il 50% della ricchezza è trattata come qualunque altro territorio. Ultimo affronto sono gli spazi che la Regione ha in città e che, come l’ultimo piano del palazzo della Regione, invece di costituire una delle attrazioni turistiche della città vengono tenute chiuse al pubblico fatto salvo casi eccezionali.

Un esempio di questo è il numero di siti Patrimonio dell’Unesco, la cui domanda viene fatta proprio dalla Regione. LA LOMBARDIA CONTA Undici siti patrimonio dell’umanità di cui solo uno a Milano

LO SCANDALO DELLE RISORSE ECONOMICHE

Ma, come lamentano le regioni del nord contro Roma, il caso più emblematico di penalizzazione di Milano è il residuo fiscale. Degli oltre 23 miliardi che la Regione Lombardia riceve dallo Stato, Milano riceve come trasferimenti da Regione e Stato solo 450 milioni circa.

Se Milano potesse godere di un’autonomia da regione, sulla base di un principio economico gestirebbe circa la metà dei 23 miliardi oggi in capo alla Regione, ossia attorno a 11 miliardi.

Una differenza abissale tra quanto Milano produce e quanto riceve, tanto da fare diventare Milano di gran lunga la città con il maggiore residuo fiscale al mondo, sideralmente maggiore a quello lamentato dalla Lombardia verso lo Stato italiano.

Milano è di gran lunga la città con il maggiore residuo fiscale al mondo.               Se potesse godere di un’autonomia da regione, sulla base di un principio economico MILANO POTREBBE GESTIRE circa la metà dei 23 miliardi oggi in capo alla Regione, ossia attorno a 11 miliardi, OLTRE 20 VOLTE DI PIù DEI 450 MILIONI ATTUALI.

L’UNICA STRADA: L’AUTONOMIA

L’unica via di uscita equa si chiama autonomia. Per molti aspetti si tratta di seguire l’identica logica che porta la Lombardia e il Veneto a rivendicare più poteri con Roma. Lo stesso vale anche per Milano che, in questo caso, potrebbe ottenere poteri e risorse senza causare alcuna differenza allo Stato. L’unico ostacolo potrebbe essere la Lombardia, ma in quel caso sarebbe difficile motivare la contraddizione: autonomista con Roma ma centralista con Milano?

L’unico ostacolo PER L’AUTONOMIA DI MILANO potrebbe essere la Lombardia, ma in quel caso sarebbe difficile motivare la contraddizione: autonomista con Roma ma centralista con Milano?

FABIO MARCOMIN

Si tratta di una strada ampiamente percorribile, anche se non sarà un processo banale: la partenza a Ottobre con il Referendum Day, non rimane che accompagnarci in questo viaggio. Chi voglia darsi da fare in modo attivo invece che lamentarsi rimanendo sorpreso per questo e altri problemi derivanti da assenza di risorse e di poteri per Milano, ci scriva: info@milanocittastato.it (Oggetto: CI SONO ANCH’IO). Non sarà facile, ma ce la faremo.

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.