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Il TIBET d’Italia: il paese del SILENZIO

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elcito- Credit: @principinopix (INSTG)

Milano è la quarta città più chiassosa d’Italia: questo è invece il paese più silenzioso.

Il TIBET d’Italia: il paese del SILENZIO

# Palermo è la città più chiassosa d’Italia: questa è invece la più silenziosa

Credits: siviaggia.it/

Nella classifica delle città più caotiche troviamo al primo posto Palermo (92, 6 dB) seguito da Firenze (88,6 dB), Torino (86,8 dB) e Milano (86,4 dB). La lista è molto lunga ma Elcito, piccolo borgo nelle Marche, si aggiudica l’ultimo posto per essere il paese più silenzioso d’Italia.

# Sullo sperone di roccia è considerato il Tibet d’Italia

Credits: iluoghidelsilenzio.it

Elcito sorge su uno sperone di roccia, posto a oltre 820 metri sul livello del mare, nell’entroterra marchigiano, alle pendici del Monte San Vicino. Se l’inquinamento acustico reca danni tanto all’ambiente quanto all’essere umano (può causare malattie cardiocircolatorie e ipertensione), non è un problema riscontrabile nel piccolo paesino marchigiano.

 

La tecnologia non è di casa, al punto da non avere una connessione ad internet. Elcito è anche conosciuto come il “Paese del silenzio” o “Il Tibet delle Marche” per via della sua posizione che lo isola da qualsiasi inquinamento acustico che siamo abituati a sentire nelle città.

# Ci sono più gatti che persone

Credits: civetta.tv

Il ristoro “Il cantuccio” offre ai propri clienti vari prodotti tipici della zona come: coppa di testa, ciauscolo, lardellato, salame di fegato e la lonza. Roberta, proprietaria della piccola attività nel comune di Elcito, ha dichiarato che sono circa 10 i residenti anche se domiciliati non c’è più nessuno se non 19 gatti. 

# Marialuisa, nata e cresciuta ad Elcito

Credits: corriereadriatico.it/

Marialuisa, nata nel comune di Elcito, ricorda che negli anni ’50 erano circa 130 gli abitanti ma, nonostante oggi sia quasi disabitato, non rinuncia a passare qualche giorno nel paese più silenzioso d’Italia. Con l’inverno alle porte e la neve assicurata, bisognava fare una grande scorta per affrontare al meglio il periodo invernale. Marialuisa ricorda inoltre che nei suoi primi anni di scuola elementare erano solo 3 i compagni di classe che intrapresero gli studi con lei.

Fonte: ThePillow

Continua la lettura con Le tre città più GRANDI a confronto: Milano, Roma, Napoli

MARCO ABATE

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10 COSE in cui MILANO è RIMASTA AUSTRIACA

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Ingresso solenne a Milano dell’imperatore Ferdinando I d’Asburgo-Lorena (1771)

Tra Milano e l’ultima dominazione straniera rimane un legame indissolubile. Ecco 10 esempi.

10 COSE in cui MILANO è RIMASTA AUSTRIACA

#1 Il dialetto milanese: ha influenze della lingua tedesca

credit: proverbimilanesi.blogspot.com

Il dialetto milanese è il risultato delle influenze linguistiche delle varie popolazioni che hanno attraversato Milano nel corso della sua storia, dai celti fino agli austriaci. Tra le parole di derivazione austriaca troviamo baüscia, ghεll da “geld” soldi e skosu da “Schoss” grembo.

Leggi anche: I 7 incredibili SEGRETI del dialetto MILANESE

#2 La michetta: deriva dal Keisersemmel, un pane a forma di rosa portato in Lombardia da funzionari asburgici

Credits: pianetapane.it -Michetta

Il pane più amato dai milanesi oltre a quello più rappresentativo. Dal 2007 è specialità a Denominazione Comunale e rappresenta a pieno le pause pranzo milanesi ma ha origini austriache. La sua tipica forma a stella infatti deriva dal Keisersemmel, un tipo di pane a forma di rosa che i funzionari asburgici portarono in Lombardia. Allora i milanesi presero la novità e adattarono i Keisersemmel: il pane con tutta l’umidità non restava croccante e da qui l’idea di fare un pane senza mollica.

Leggi anche: I 10 PIATTI più TIPICI di MILANO

#3 I numeri civici teresiani sui palazzi milanesi

Fu il marchese Ferdinando Cusani, giudice delle strade, su incarico del ministro austriaco Wilczeck per volontà dell’imperatore d’Austria Giuseppe II, a far appendere nel 1786 sulle strade di Milano il nome della rispettiva via. A ogni casa venne assegnato un numero nominato “teresiano”, perché utilizzato sotto Maria Teresa d’Austria. Secondo un sistema progressivo unico, che partiva dal Palazzo Reale col numero 1, per poi proseguire in senso circolare a spirale, dal centro alla periferia che allora era cinto dalle mura spagnole, fino ad arrivare all’ultimo numero, il 5314. Su diversi palazzi sono visibili ancora oggi.

Leggi anche: I numeri TERESIANI: gli strani NUMERI CIVICI su alcuni palazzi di Milano

#4 Il Teatro alla Scala: costruito per ordine dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria

architetture
Teatro alla Scala, Giuseppe Piermarini, 1776-1778

Il Teatro alla Scala fu costruito in conformità a un decreto dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, emanato su richiesta di famiglie patrizie milanesi, per sostituire il vecchio teatro di corte milanese distrutto a causa di un incendio nel 26 febbraio 1776. Il “Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala”, da 3.000 posti, fu inaugurato il 3 agosto 1778 con la prima rappresentazione assoluta de L’Europa riconosciuta di Salieri.

Leggi anche: I 10 SEGRETI che si nascondono nel TEATRO ALLA SCALA, il tempio della lirica mondiale

#5 La Biblioteca Nazionale Braidense: istituita nel 1770 dall’imperatrice 

brera
Biblioteca Braidense – Via Brera, 28

La Biblioteca Nazionale Braidense fu istituita nel 1770 dall’imperatrice Maria Teresa, per supplire alla mancanza “di una biblioteca aperta ad uso comune di chi desidera maggiormente coltivare il proprio ingegno, e acquistare nuove cognizioni”. La Biblioteca è ancora oggi titolare del deposito legale relativo a tutte le pubblicazioni cittadine.

Leggi anche: Il mondo di BRERA: da quartiere a luci rosse a icona della Milano colta e raffinata

#6 L’Accademia di Brera: anch’essa opera dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria nel 1776

pinacotecaL’Accademia venne fondata nel 1776 da Maria Teresa d’Austria con lo scopo di «sottrarre l’insegnamento delle belle arti ad artigiani e artisti privati, per sottoporlo alla pubblica sorveglianza e al pubblico giudizio». Il progetto prevedeva la creazione di un centro culturale gravitante attorno al secentesco Palazzo di Brera che comprendesse anche l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, la Biblioteca Nazionale Braidense, l’Osservatorio astronomico e l’Orto botanico. 

Leggi anche: 7 capolavori che rendono LA PINACOTECA DI BRERA unica al mondo

#7 L’Arco della Pace con lo sberleffo degli austriaci ai francesi: i cavalli ruotati con il fondoschiena verso Parigi

andrea cherchi fotografo

Progettato dal Cagnola per festeggiare la vittoria francese di Napoleone nella battaglia di Jena dell’ottobre 1806 contro l’esercito prussiano, i lavori si interruppero poco prima del loro completamento quando il regno d’Italia cadde nelle mani degli austriaci. Questi ultimi nel 1826 ne ripresero l’edificazione, cambiandone la dedica alla pace fra le nazioni europee raggiunta con il Congresso di Vienna del 1815.

La modifica più eclatante fu però un’altra: per farsi beffa dei francesi, i cavalli vennero ruotati di 180 gradi affinché il loro fondoschiena fosse orientato verso la Francia.

Leggi anche: Arco della Pace: una delle più grandi PRESE IN GIRO della storia

#8 La sobrietà 

Una delle caratteristiche di Milano e dei suoi cittadini è la sobrietà, tipica della tradizione asburgica. Dal modo di fare dei milanesi, mite e poco chiassoso insieme all’eleganza e del vestire, fino ai cortili dei palazzi che rimangono nascosti alla vista dei passanti: qui niente è esibito, ostentato o sfacciato.

Leggi anche: I 7 piccoli SPREZZANTI LUSSI del MILANESE DOC

#9 Il Bar Radetzky: ricorda il generale austriaco sconfitto nelle 5 giornate di Milano

Credits: flawlessmilano.com

Un’istituzione per gli amanti della movida, il vero locale simbolo della Milano da bere, tra Brera e Corso Como. Il nome è un richiamo al generale austriaco Radetsky a lungo governatore del Lombardo-Veneto, sconfitto e cacciato insieme all’esercito austriaco durante le “5 giornate di Milano” che decretarono una prima momentanea liberazione della città prima del tradimento di Carlo Alberto di Savoia.

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#10 Villa Reale: abitata anche da Napoleone e Radetzky

La costruzione della villa fu commissionata dal conte Ludovico Barbiano di Belgiojoso, consigliere dell’imperatore austriaco. Affidò l’incarico all’architetto ufficiale della Casa d’Austria, Giuseppe Piermarini. L’architetto, già autore dei giardini pubblici realizzati sui terreni vicini, ne passò l’incarico al suo principale allievo, l’austriaco Leopoldo Pollack, che la completò nel 1796. Con l’arrivo di Napoleone, l’imperatore francese la scelse come sua residenza a Milano. 
Con il ritorno del governo austriaco sulla città l’edificio divenne proprietà dei Viceré austriaci, abitata fra gli altri dal maresciallo Josef Radetzky che qui stipulò la Pace di Milano del 1849 che decretò la resa della città all’Austria.

P.S. Palazzo Reale: nelle sue attuali vesti neoclassiche

milano deserta

La sua costruzione si pone il XIII – XIX secolo, ma agli austriaci si deve soprattutto la ristrutturazione dell’esterno del Palazzo nelle forme che possiamo vedere ancora oggi. Con l’intervento di Piermarini, chiamato a corte dal 1770 al 1778, scomparve ogni testimonianza architettonica dell’arte lombarda e tutto il Palazzo assunse le vesti neoclassiche.

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DOVE si potrebbe realizzare oggi l’ISOLA DELLE ROSE? 5 possibili LUOGHI ideali

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“L’incredibile storia dell’Isola delle Rose” è il film del giovane regista salernitano Sydney Sibilia, che narra della controversa vicenda veramente accaduta del microstato creato dall’ingegnere Giorgio Rosa nel 1968 al largo della costa romagnola. La storia con protagonista Elio Germano ha portato alla ribalta moderna ricordi di ragazzi cresciuti nell’era del boom economico, scatenando fantasie dei giovani d’oggi e guadagnandosi a pieno titolo l’etichetta di film cult.

Credits: fuoriseries.com

Molti italiani, da sempre popolo di naviganti e sognatori, hanno sognato di realizzare ciò che l’inventore bolognese mise in pratica contro qualunque previsione, tanto che sia fra chi conosceva la storia, sia fra chi l’ha scoperta grazie al film, è da qualche mese che in molti stanno fantasticando dove sarebbe possibile, oggi, realizzare un simile progetto

DOVE si potrebbe realizzare oggi l’ISOLA DELLE ROSE? 5 possibili LUOGHI ideali

#1 Isola della Magna Grecia – Sicilia: la terra del libero pensiero

Credits: marcopolo.tv

A nord-est di Linosa, viaggiando in linea retta o quasi (al netto della navigazione marittima) sulla rotta che porta a Porto Empedocle, la distanza misura esattamente 175 km, ovvero 94 miglia nautiche. Dopo la convenzione di Montego Bay del 1982 il limite delle acque territoriali è stato stabilito essere di massimo 12 miglia nautiche, circa 22 km, quindi si sarebbe fuori dalle acque territoriali.

L’Isola della Magna Grecia, così nominata in onore della civiltà sviluppatasi nell’VIII sec a.C. nel sud della penisola, avrebbe come fondatori e abitanti una comune di letterati, filosofi, poeti e scrittori che passerebbero le proprie giornate fra letture, buon cibo naturalmente mediterraneo e meditazione. Senza pericolo di ricevere censure o ostracismo per il loro pensiero. 

#2 Isula Shardana – Sardegna: il micro test per una Sardegna indipendente

Credits: larivista.ch

Il Regno di Sardegna ha avuto, nei secoli, nomi e appellativi fra i più svariati, fra cui Shardana. La più antica menzione del popolo Shardana si trova infatti nelle lettere egizie di Amarna, famose corrispondenze tra il faraone Akhenaton e Rib-hadda, databili al 1350 a.c, che parlavano degli Shardana come pirati e mercenari disposti ad offrire servizi ai signori egiziani. Quest’isola potrebbe essere costruita in linea retta da Olbia in direzione est verso l’isola di Ponza, a circa 40 km dalla costa sarda, dove potrebbe essere tranquillamente approvvigionata di viveri e beni di prima necessità sia dalla Regione Lazio che dalla stessa Sardegna.

Fra le tante peculiarità di Shardana, siamo certi che, proprio come la terra d’origine, l’isola sarebbe popolata da robusti sardi, abili nella pesca, nella pastorizia, nella produzione di formaggio e di birra artigianale, così come nella navigazione. Potrebbe rappresentare un test per l’indipendenza della Sardegna. 

#3 L’Isola del Tricolore – Alto Tirreno: la terra della massima qualità della vita (libera)

Credits: radiomontecarlo.net

In direzione sud ovest da Livorno verso Bastia, a 50 km dalla Corsica e dall’Italia, diciamo a metà navigazione (nei pressi dell’isola di Capraia) potrebbe sorgere un terzo microstato italiano dal nome alquanto intuitivo.

Il battesimo nasce naturalmente dalla condivisione della bandiera a tre colori, che ci accomuna ai cugini transalpini, e l’Isola potrebbe diventare il luogo della diplomazia pacifica del sud dell’Europa, con un miniparlamento eletto dall’Europa stessa e composto da soli deputati francesi e italiani, pacificamente conviventi in una terra dove nessuna nazione prevalga sull’altra ma dove, siamo certi, non mancherebbero né le prelibatezze della cucina francese né tantomeno le squisitezze di quella italiana. Una terra libera tra i paesi simbolo della qualità della vita non potrebbe che rivelarsi il luogo dove si vive e si mangia meglio al mondo. 

#4 Regno Veneto Croato – Alto Adriatico: il sequel dell’Isola delle Rose

Credits: diventabiologoperungiorno.com/

Al largo del Parco Regionale del Delta del Po sarebbe bello realizzare un’altra piccola nazione che unisse le peculiarità del popolo veneto a quelle della Croazia, in un parallelo storico che ricorda fasti medioevali della Repubblica Marinara della Laguna con quelli più recenti del paese balcanico, e delle vicende che resero l’Istria indiscussa protagonista di lotte politiche fra la fine dell’800 e l’inizio del secondo conflitto mondiale.

Il Regno Veneto Croato sarebbe (precisiamo) uno staterello pacifico di gran lavoratori in svariati campi. Per la vicinanza potrebbe rappresentare un sequel più fortunato dell’isola delle Rose e rinverdire la gloriosa tradizione della Serenissima, per secoli massimo simbolo di libertà in Europa. 

#5 L’occhio dello Jonio – Mar Jonio: l’isola della libera cooperazione marina

Credits: greenme.it

Se arrotondassimo un po’ i confini del ferro di cavallo stretto fra Calabria, Basilicata e Puglia potremmo quasi disegnare un semicerchio, al centro del quale calzerebbe a pennello la pupilla di un occhio immaginario che ha come iride, appunto, le acque salate del mare stretto fra Tirreno e Adriatico.

Il regno Occhio dello Jonio sarebbe un mini stato centro della pesca di tutto il Mediterraneo del nord, che costituirebbe un consorzio cooperativo di pesca fra le tre regioni italiane sovra citate, contro qualunque criminalità organizzata e con il messaggio di una pesca che sia sempre più sostenibile, mirata a un approvvigionamento sensibile e rispettoso della fauna marina. Utopia pura? Probabile. Come del resto poteva esserlo l’idea dell’Isola delle Rose. Eppure, tutti sanno che realizzare l’impossibile è sempre stato una grande sfida che non ha mai sfiduciato gli essere umani. Soprattutto gli italiani.

E voi, dove costruireste e come chiamereste la vostra personalissima Isola delle Rose?

Continua la lettura con L’ISOLA delle ROSE: la favola della libertà che incantò l’ITALIA

CARLO CHIODO

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M4 e le altre: le NOVITÀ della METRO di Milano attese per il 2021

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Credits: architetti.com

Quest’anno assisteremo all’apertura delle prime stazioni della linea blu, la quinta linea milanese. Ma ci sono altre importanti infrastrutture che inizieranno o proseguiranno i lavori. Ecco cosa succederà.

M4 e le altre: le NOVITÀ della METRO di Milano attese per il 2021

#1 M4 Aeroporto Linate – Forlanini FS: 3 stazioni operative da Aprile 2021

Terminati tutti i lavori di scavo a settembre di quest’anno la linea M4 aprirà alcune stazioni nel 2021. Nella prima fase attuativa garantirà l’esercizio nella tratta Linate – Forlanini F.S. con queste 3 fermate:

  • Linate Aeroporto, a servizio dell’aerostazione, qui il viaggio in anteprima al suo interno;
  • Repetti, che sostituirà quasi certamente il nome previsto inizialmente di “Forlanini Quartiere” per non confondersi con “Forlanini F.S.”, anch’esso rinominato. Sarà a servizio della zona di Via Marco Bruto e Piazza Ovidio, oltre ad essere interscambio con la linea 27 per il centro di Milano e per Viale Ungheria e capolinea della futura metrotranvia che attraverserà il quartiere di Santa Giulia fino a Rogoredo M3.
  • Stazione Forlanini, quale interscambio con le linee S5 – S6 – S9 con destinazione centro di Milano (Porta Venezia – Repubblica – Garibaldi, o verso l’esterno come Treviglio, Pioltello, Saronno o Albairate). 
Credits: wiikipedia.org

L’inaugurazione inizialmente prevista per fine gennaio, dovrebbe avere luogo per il mese di aprile 2021, anche se la vera svolta sarà a giugno del 2022 con l’arrivo a Dateo. A quel punto infatti, la linea blu servirà il quartiere di Argonne e si interscambierà con la circonvallazione filoviaria a Susa e con le linee del Passante a Dateo.

Leggi anche: La M4 sarà la METRO più BELLA? Il nuovo BANDO e le STAZIONI ARTISTICHE che ci piacerebbe vedere a MILANO

#2 Prosecuzione del prolungamento nord della M1 Sesto F.S. – Monza Bettola M1. Inaugurazione nella prima parte del 2023

Credits: Urbanfile – Prolungamento M1 Monza-Bettola

I lavori per prolungamento della linea M1 a nord, con due nuove fermate a Restellone e Monza Bettola, procedono dopo i numerosi stop e nel 2021 dovrebbero terminare tutte le opere principali. L’entrata in funzione dei 1,9 km aggiuntivi è programmata per la prima parte del 2023.

#3 Avvio ai lavori del prolungamento nord della M5 Bignami – Monza Polo Istituzionale. L’apertura completa è programmata per il 2030

Credits: Urbanfile – M5 Bignami-Monza

Entro il 2021 dovrebbero partire i lavori per il prolungamento della linea M5 a nord, in entrambi i lotti Bignami-Monza Bettola e Monza-Bettola- Polo Istituzionale. In totale la linea sarà prolungata per 13 km e 12 fermate con inaugurazione prevista nel 2030.

Leggi anche: Perché è stata costruita l’M5 PRIMA dell’M4?

#4 Approvazione del progetto definitivo e indizione gara per affidare i lavori per il prolungamento M1 Bisceglie-Quartiere degli Olmi: 3 fermate e 3,5 km di estensione

Credits: Urbanfile – Prolumgamento Bisceglie-Quartiere degli Olmi

Dopo l’approvazione dello studio di fattibilità a dicembre di quest’anno, nel 2021 è attesa quella del progetto definitivo e l’indizione della gara per l’affidamento dei lavori. Il prolungamento si estende per circa 3,5 chilometri dall’attuale capolinea Bisceglie della Linea M1. Sono previste tre nuove stazioni e, in particolare, quella di Parri-Valsesia, Baggio e Olmi, tutte interrate e all’interno del territorio comunale. Il nuovo tragitto aggiunto ai 4,46 chilometri del ramo di linea già in esercizio fra le stazioni Pagano e Bisceglie, comprendente 7 stazioni, consente di raggiungere uno sviluppo complessivo di circa 8 chilometri e 10 stazioni, per un totale, su tutta la Linea 1, di 43 stazioni per circa 32 chilometri di lunghezza.

#5 Prosecuzione dei lavori del prolungamento della metrotranvia 7 Anassagora – Quartiere Adriano. Nel 2030 il capolinea sarà Cascina Gobba M2

Metrotranvia nord
Metrotranvia nord – In rosso la tratta in costruzione

Entro il 2030 l’intera metrotranvia Niguarda-Cascina Gobba, lunga 4,5 km, attraverserà trasversalmente il nord della città partendo dall’ospedale Niguarda e incrociando la fermata M5 Bicocca, la fermata M1 Precotto e dopo aver attraversato il quartiere Adriano farà capolinea ad est attestandosi alla fermata M2 Cascina Gobba. Nel 2021 proseguiranno i lavori di costruzione della tratta tra Via Anassagora e il quartiere Adriano, segnato in rosso nell’immagine.

Fonte articolo: Urbanfile

Continua la lettura con: Entro il 2030 la METRO CRESCERÀ del 34%: le 38 NUOVE FERMATE in arrivo

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I 5 DELITTI più ATROCI della storia di Milano

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Credits: ardemagni.blogspot.com

Milano è una città frenetica, sempre all’opera, VIVA. Spesso nasconde il fatto che sia anche stata, e continua ad essere, teatro di MORTE. Ma quali sono gli omicidi più macabri che si sono svolti tra le sue vie?

I 5 DELITTI più ATROCI della storia di Milano

#1 Il primo serial killer italiano è il Mostro di Milano. Sarà l’ultimo civile ad essere condannato a morte

Credits: trentaminuti.it

1859. Sono gli ultimi anni del dominio austriaco su Milano quando Ester Maria Perrocchio, la proprietaria di alcuni stabili nella zona di via Torino, scompare. Il figlio inizia ad indagare, finchè scopre che Antonio Boggia, inquilino della donna, sostiene di essere stato dichiarato amministratore del palazzo dove risiede. Solo qualche mese dopo, un notaio scrupoloso si accorge che la procura in mano all’uomo è un falso, si aprono allora le indagini sulla sparizione della Perrocchio e Boggia diventa il primo sospettato. A quel punto alcuni vicini si fanno avanti dichiarando di aver visto l’uomo uscire con una grossa gerla dopo un incontro con la proprietaria e il corpo di Ester Perrocchio viene ritrovato ormai in decomposizione nel sottoscala del palazzo. L’uomo confessa, ma l’intuito del giudice incaricato delle indagini gli suggerisce di continuare ad indagare: qualcosa non quadra. Boggia possiede infatti altre tre procure, ovviamente false, e non si deve faticare molto per trovare i rispettivi cadaveri. L’uomo, non solo aveva il vizio di uccidere i proprietari di immobili, ma anche quello di nasconderne i corpi nello stesso scantinato del locale in Stretta Bagnera, una piccola via non accessibile a carrozze o cavalli e poco frequentata. Boggia viene condannato a morte e la sua sarà l’ultima condanna di un civile fino alla Seconda Guerra Mondiale. Dopo la morte, il celebre Cesare Lombroso, primo pseudo-scienziato forense, analizzerà il suo cranio dichiarando che la fisionomia era quella tipica di un assassino.

#2 La verità viene sempre a galla…in questo caso in una valigia. La condanna è di 1 settimana di carcere e 135 lire

Credits: reccom.org

Genova, 1903. Una valigia contenente il cadavere di una donna viene ripescata nel porto. Ma cosa c’entra questo con Milano? La risposta arriva con un po’ di ritardo, sono altri tempi infatti e la comunicazione non è rapida come oggi, ma il caso riesce comunque ad essere ricondotto alla scomparsa di una donna milanese, Ernestina Beccaro. Il marito, Alberto Olivo, contabile di 48 anni, viene interrogato dagli inquirenti e confessa: il 16 maggio, durante una violenta lite ha ucciso sua moglie. Torniamo quindi a quel giorno. Olivo uccide la consorte, ma non si limita a questo. Nel tentativo di evitare la prigione, cerca in ogni modo di disfarsi del cadavere: seziona il corpo, butta gli organi nello scarico, sfregia il viso per rendere difficile l’identificazione e mette ciò che resta della donna in una valigia. Come nulla fosse, non perde un giorno di lavoro e il weekend seguente prende un treno diretto a Genova, dove, durante una breve escursione in barca, si disfa del pesante bagaglio buttandolo in acqua. Durante il processo, alcuni vicini testimoniano che la donna urlava troppo spesso pesanti insulti al marito e che spendeva molti soldi tra vestiti nuovi e frequentazione di locali. L’uomo viene allora ritenuto colpevole solo di vilipendio e occultamento di cadavere e il delitto viene dichiarato uxoricidio d’onore. La condanna per Alberto Olivo è una settimana di carcere e 135 lire di sanzione.

#3 Suicidio o insabbiamento? La storia della Povera Rosetta

Credits: ardemagni.blogspot.com

Elvira Andrezzi, conosciuta da tutti come Rosetta, era una giovane prostituta e canzonettista la cui vita si spense una notte di agosto del 1913. Molti dubbi avvolgo ancora la sua morte e diverse teorie sono state formulate negli anni, ma cosa successe veramente? Quella sera del 27 agosto, Rosetta e altre cinque persone vengono fermate dalla polizia per disturbo della quiete pubblica. La situazione presto degenera: i giovani rifiutano di obbedire agli ordini e i poliziotti passano alle mani. Secondo i verbali della polizia, Rosetta viene colpita da una bastonata e durante il trasporto in ospedale ingerisce volontariamente delle pillole di sublimato corrosivo per evitare l’arresto, viene dichiarata morta suicida all’ospedale Maggiore. La stampa, però, non è convinta: il giornale “L’Avanti!”, diretto allora da Benito Mussolini, indaga e scopre che in effetti nel lavaggio gastrico praticato alla ragazza in ospedale, non è stata trovata alcuna traccia del veleno. L’ipotesi più accreditata sembra essere quindi quella che Rosetta, di appena 17 anni, sia morta a causa delle percosse. Questa versione non viene mai confermata ufficialmente e i poliziotti indagati vengono assolti. Il caso, però, non viene dimenticato e Rosetta diventa una leggenda. La sua storia viene tramandata nella mitologia popolare dalla canzone La povera rosetta e Leonardo Sciascia le dedica un saggio intitolato proprio Storia della povera Rosetta.

#4 La gelosia è una brutta Bestia. Dopo aver ucciso una madre e i suoi figli ottiene la grazia dal Presidente della Repubblica

Credits: www.corriere.it

È il 1946, l’Italia sta cercando di rimettere insieme i pezzi dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando una sera di novembre Francesca Pappalardo e i suoi tre bambini, di 10 anni, 5 e 10 mesi vengono uccisi a colpi di spranga nella loro casa in via San Gregorio. Per la polizia non ci sono dubbi: la colpevole è Caterina (Rina) Fort, amante di Giuseppe Ricciardi, marito e padre delle vittime. L’ipotesi è che la donna, resa folle da un attacco di gelosia, abbia ucciso la famiglia dell’amante. Si viene infatti a sapere che la famiglia dell’uomo, originaria del Sud Italia, si era da poco trasferita a Milano, raggiungendo il capofamiglia, proprio per mettere fine alla loro tresca. La Fort all’inizio nega tutto, ma torchiata da numerosi interrogatori confessa solo una volta di essere colpevole. Negli interrogatori successivi cambia più volte versione, sostenendo anche di aver avuto dei complici o di aver ucciso solo la madre, ma non i bambini. I giudici, però, non si lasciano convincere e, certi della sua piena colpevolezza, la condannano all’ergastolo, pena che sconta fino al 1975, quando riceve la grazia dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone. Data l’efferatezza degli omicidi, l’opinione pubblica soprannominerà la donna: La Bestia di San Gregorio.

#5 Omicidio all’Università Cattolica. Ragazze uccise a coltellate da un serial killer o pura casualità?

Credits: viaggiatoricheignorano.blogspot.com

Un giorno di luglio del 1971, Mario Toso, giovane seminarista iscritto alla facoltà di filosofia dell’Università Cattolica di Milano, si reca in ateneo e, con occhio attento, nota che nel bagno delle donne c’è un rubinetto rimasto aperto. Una volta superata l’indecisione e l’imbarazzo, dopotutto quello è il bagno delle donne, decide di entrare e trova in terra una ragazza trafitta da 42 coltellate. Il corpo è quello di Simonetta Ferrero, 26 anni, ex-studentessa della Cattolica, la cui scomparsa era stata denunciata due giorni prima dai genitori. Gli inquirenti seguono ogni pista, le indagini vanno avanti per anni, ma nessuno sembra essere il responsabile dell’efferato omicidio. A distanza di quasi 50 anni il delitto di Simonetta rimane ancora irrisolto, ma un altro dubbio accompagna la sua storia. Sembra infatti che tra il 1970 e il 1975 altre undici donne siano state uccise a Milano a coltellate, proprio come lei, che sia stata dunque l’opera di un serial killer?

Continua la lettura con I 7 CRIMINALI più famosi e romanzeschi della MALA MILANESE

CHIARA BARONE

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Il primo ministro scozzese: “SCOZIA INDIPENDENTE ed EUROPEA”

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Sembra che con la Brexit il Regno Unito non abbia raggiunto ancora la serenità. Anzi. Scozia e Irlanda del Nord mordono i freni per restare nell’Unione Europea. In particolare ha fatto molto rumore le dichiarazioni del primo ministro scozzese in una intervista rilasciata sul Corriere della Sera. Rivediamo alcuni dei passaggi più significativi e ripercorriamo la situazione nelle highland, dove pure la Scozia si deve guardare alle spalle: le isole Shetland vogliono staccarsi e diventare indipendenti. Ma procediamo con ordine. 

Il primo ministro scozzese: “SCOZIA INDIPENDENTE ed EUROPEA”

Nicola Sturgeon: “La stragrande maggioranza degli scozzesi ha votato per restare in Europa”

Nicola Sturgeon, primo ministro scozzese

Nicola Sturgeon, primo Ministro scozzese e leader del Scottish National Party (SNP) si è affidata alle pagine del Corriere della Sera per rimarcare le differenze nelle sue azioni politiche e nei desideri del suo Paese rispetto a Westminster.
Innanzitutto, ha dichiarato la Sturgeon, “La stragrande maggioranza delle persone in Scozia ha votato a favore della permanenza nell’UE. Non c’è da sorprendersi. I valori fondanti dell’UE […] sono i valori della Scozia”.

In occasione del voto popolare che ha attivato il processo di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, la Scozia era stata la nazione costituente del Paese a pronunciarsi maggiormente a favore del Remain, con un netto 62%.

“Ci troviamo ad affrontare una Brexit contro la nostra volontà”

bandiere di inghilterra scozia e gran bretagna
bandiere di inghilterra scozia e gran bretagna

La Sturgeon ha inoltre chiarito che “Nel corso dei nostri quasi 50 anni di appartenenza all’Unione, abbiamo tratto enormi benefici dalle quattro libertà”. Si tratta, nello specifico, della libera circolazione di merci, persone, servizi e capitali che caratterizza il Mercato Unico Europeo. Perderne i benefici, come già è avvenuto per L’Erasmus, ritenuto da Londra troppo costoso, è qualcosa che Edimburgo non ha la minima intenzione di fare.
Anzi, ha proseguito il Primo Ministro scozzese, “ci troviamo ad affrontare una Brexit «dura» contro la nostra volontà, nel peggior momento possibile e nel bel mezzo di una pandemia e di una recessione economica. Ciò creerà disagi nel breve termine e la creazione di nuove barriere a lungo termine. Il nostro popolo sarà meno tutelato e il diritto di studiare, lavorare e vivere altrove in Europa sarà soggetto a restrizioni”.  
L’importanza che l’UE ha per la Scozia si può rilevare anche dal fatto che le opportunità (ed i fondi) UE sono considerate dallo SNP come strumenti molto importanti e significativi per lo sviluppo del Paese. Il sito del partito ha infatti dedicato una sua pagina all’ammontare dei fondi europei che la Scozia ha ricevuto per il periodo dal 2013 al 2020 ed alle opportunità e ai progetti realizzati per mezzo di questi.

La richiesta: un nuovo referendum per l’indipendenza scozzese entro la fine del 2021

L’azione indipendentista (uno dei valori fondanti dello SNP) si era manifestata appieno anche nel 2014: il referendum di quell’anno espresse una maggioranza del 55%, affinché il Paese continuasse a far parte del Regno Unito. Tuttavia, già allora, Edimburgo stava vivendo una certa disaffezione e lontananza dalle politiche decise a Westminster.

Ed è stato sempre lo SNP ad aver promosso la seconda possibilità per l’indipendenza del Paese del Vallo di Adriano.
In questo caso, l’iniziativa indipendentista è ripartita a seguito del referendum sulla Brexit, vista come ulteriore esempio delle scelte che Londra impone ad Edimburgo, anche quando gli scozzesi non sono d’accordo.
Le elezioni generali per il Regno Unito tenutesi nel 2019 hanno leggermente frenato l’abbrivio del Paese dov’è nato il golf, ma certamente lo SNP indicherà la possibilità dell’indipendenza dal resto del Regno Unito come uno dei punti principali (se non il principale) della sua campagna elettorale per le elezioni nazionali di quest’anno. Il referendum potrebbe essere già indetto per la fine del 2021.

“Abbiamo fatto parte dell’Unione Europea per 50 anni: non volevamo andarcene e speriamo di unirci di nuovo a voi”

Va precisato che, sempre secondo quanto la Sturgeon ha dichiarato al Corriere della Sera, la Scozia indipendente che si profila all’orizzonte “non si basa sul separatismo, ma poggia piuttosto sul diritto del popolo di decidere la forma di governo che meglio si adatta alle proprie esigenze”. Non solo: Edimburgo è perfettamente conscia del ruolo di “ponte” (sono sempre parole del Primo Ministro scozzese) che il Paese potrebbe rivestire tra la Gran Bretagna e l’UE, dato che, come ha proseguito la Sturgeon nel suo editoriale sul Corriere “sempre più persone in Scozia ritengono che le nostre aspirazioni possano essere soddisfatte al meglio continuando a contribuire allo sforzo comune e alla solidarietà che l’Unione europea rappresenta. A causa della Brexit, adesso potremmo farlo soltanto in qualità di Stato indipendente a pieno titolo. Abbiamo fatto parte della famiglia dell’Unione Europea per quasi 50 anni. Non volevamo andarcene e speriamo di unirci di nuovo a voi al più presto come soci alla pari, per affrontare insieme le opportunità e le sfide che ci prospetta il futuro.”

La Scozia si deve guardare anche alle spalle: le isole Shetland vogliono diventare una nazione indipendente

Isole Shetland

Aumenta l’instabilità della zona anche la richiesta di indipendenza dalla Scozia delle isole Shetland. L’11 settembre del 2020, infatti, l’organo amministrativo delle isole, coordinato dal consigliere Malcolm Bell, ha votato, con una schiacciante maggioranza di 18 favorevoli a fronte di soli 2 contrari, la mozione di avviarsi verso l’indipendenza, politica e finanziaria, dalla Scozia. Lo stesso Bell ha affermato che “Le Shetland si sentono troppo poco valorizzate, ricevono pochi fondi e restano subordinate al Parlamento scozzese

Alla base di questa decisione c’è anche il fatto che Edimburgo sia percepita come molto lontana dalle isole (che contano appena 23.000 abitanti) e che le politiche poste in atto dallo SNP vengono viste come molto inefficaci dai locali. Non è un caso che proprio approfittando proprio della volontà indicata dalla Sturgeon di un secondo referendum sull’indipendenza scozzese, anche le Shetland intendono rendersi indipendenti o, almeno, provare a farlo, tra l’altro seguendo il proprio approccio, che sarà diverso da quello di Edimburgo.

Si prospettano sviluppi molto interessanti, degni di essere seguiti fin dall’inizio, giacché alcuni avvenimenti particolarmente importanti, iniziati anni fa, si giocheranno e si risolveranno durante l’anno che è appena cominciato.

Continua la lettura con Le isole Shetland vogliono l’indipendenza dalla Scozia

ANTONIO BUONOCORE

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La “CITTÀ NELLA CITTÀ”: come diventerà l’ex-area EXPO

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Credits: Urbanfile - 6 - Westgate

L’area di 1,1 milioni di mq ereditata dall’Esposizione Universale del 2015 è in corso di trasformazione: per metà sarà a verde con il parco lineare più grande d’Europa e nel resto sarà suddivisa in 6 aree con specifiche destinazioni d’uso. Vediamo nel dettaglio come diventerà questa piccola città nella città.

La “CITTÀ NELLA CITTÀ”: come diventerà l’ex-area EXPO

# Il masterplan del Milano Innovation District – Mind: 1,1 milioni di mq di nuova città nella città

Masterplan Mind suddiviso per aree funzionali

Il sito dell’ex-Area Expo Tutti si sta trasformando nel Milano Innovatation District, una piccola città nella città di 1,1 milioni di mq. Al suo interno saranno ospitati:

  • il parco lineare più grande d’Europa lungo 1,5 km;
  • un lab-hub per l’innovazione sociale nel terzo settore con sede a Cascina Triulza, eredità dell’Esposizione Universale del 2015;
  • il nuovo polo ospedaliero ICRSS Galeazzi;
  • l’istituto di ricerca Human Technopole, che avrà sede a Palazzo Italia e in alcuni edifici circostanti;
  • il nuovo Campus Scientifico per l’Università Statale di Milano.
  • il “West Gate”: l’area commerciale e residenziale 
  • il Mind Village: il parco scientifico e tecnologico con gli HQ delle multinazionali

Scopriamoli le 7 aree nel dettaglio.

#1 Il parco lineare più grande d’Europa, lungo 1,5 km, nei complessivi 460.000 mq a destinazione verde

Credits: lifegate.it

Lungo tutto il decumano per circa un chilometro e mezzo, il parco lineare più grande d’Europa si estenderà anche nei piani terra degli edifici che saranno aperti con spazi comuni accessibili a tutti, tra cui orti giardini e laboratori, per favorire la socializzazione. Nei complessivi 460mila metri quadrati di verde, ci saranno tremila alberi in aggiunta a quelli già esistenti, quattro parchi tematici, quello dello sport, del cibo e della salute, l’orto botanico e il parco attrezzato, oltre a quattro chilometri di piste ciclabili, quattromila metri quadrati di specchi d’acqua in più.

#2 Il social hub di Cascina Triulza rimasto in attività da Expo 2015

Credits: Mind.it – Fondazione Triulza

Fondazione Triulza è la rete delle principali organizzazioni italiane del Terzo Settore e dell’Economica Civile che dopo aver dato vita durante Expo Milano 2015 al primo Padiglione della Società Civile è rimasta operativa in Cascina Triulza per caratterizzare dal punto di vista dell’innovazione sociale la nuova vita dell’ex-area Expo ovvero il Milano Innovation District.

#3 Il nuovo Ospedale Galeazzi: concluso entro la fine del 2022

da expo a mind Sul sito di “MIND” proseguono le attività per la costruzione del nuovo Ospedale Galeazzi, arrivato all’altezza massima, con i lavori al civile quasi conclusi ed in realizzazione il cladding e le opere impiantistiche. Ha una superficie complessiva di 150.000mq e con i suoi 16 piani per quasi 90 metri altezza, si candida ad essere uno tra gli 8 ospedali più alti d’Europa e tra i 75 ospedali più alti del mondo. Conclusione programmata per la seconda metà del 2022.

#4 L’edificio di Piuarch al centro del Campus Human Technopole: un’area di 11.000 mq che verrà inaugurata nel 2024

Credits: Urbanfile – Human Technopole

Proseguono le attività di realizzazione del polo di ricerca promosso da Human Technopole, insistente lungo il cardo. Progettato dallo studio di architettura Piuarch, il nuovo edificio del Campus dello Human Technopole, conterà dieci piani in altezza, oltre 16.500 metri quadri esclusivamente dedicati a laboratori per la ricerca scientifica e 3.000 metri quadri di terrazze e coperture verdi. L’investimento complessivo è di 94,5 milioni di euro. Lo Human Technopole, che comprende anche i fabbricati oggi già presenti, cioè Palazzo Italia, edificio iconico di Expo Milano 2015, il Padiglione Nord e il Padiglione Sud, avrà una superficie di oltre 11.000 mq e la sua conclusione è prevista per il 2024.

#5 Il campus scientifico dell’Università Statale di Milano: consegna  programmata per l’anno accademico 2025/2026

Credits: Mind Milano – Campus Scientifico Statale

Sono partite da poco le prime attività per realizzazione del nuovo polo universitario dell’Università Statale di Milano che trasferirà parte delle sue facoltà nell’area MIND per dare vita al suo campus scientifico. Il nuovo polo si estende su un totale di oltre 190.000 metri quadri e ospiterà una comunità di oltre 23 mila persone. Le facoltà scientifiche previste sono 4: scienze e tecnologia, scienze agricole e dell’alimentazione, medicina e chirurgia, farmacologia. L’inaugurazione avrà luogo nell’anno accademico 2025/2026.

#6 “West Gate”: l’area commerciale e residenziale di Mind. Inizio lavori previsti per il prossimo anno

Credits: Urbanfile – Westgate

Le aree più prossime alla stazione metropolitana di Rho Fiera M1, nella zona dove c’era il Padiglione zero, entro il 2021 vedranno iniziare la realizzazione della prima parte privata inserita all’interno del masterplan di Mind. In particolare nei 200 mila metri quadrati complessivi si prevedono 155.000 mq di uffici commerciali, 15.000 mq per il retail e il rimanente è destinato al residenziale

#7 Il Mind Village: il parco scientifico e tecnologico con gli HQ delle multinazionali farmaceutiche e di ricerca medico-scientifica

Saranno 55 le prime aziende che insedieranno i propri quartier generali nel Mind Village per sperimentare dar vita a progetti di innovazione tecnologica, scientifica e digitale con una metodologia innovativa e collaborativa, il “Federated Innovation Model”, che unisce l’open innovation a quella più tradizionale delle aziende. Alcune di queste sono: ABB, Bracco, Cisco, Cariplo factory, Aecom, Indaco, Ambrosetti, iGenius, Fluentify, Bird&Bird, Confindustria Dispositivi Medici, Fabrick (Banca Sella), Johnson Controls, Gellify, Planet Farms, Pwc e Umana. I lavori inizieranno entro il 2021.

Fonte principale articolo: Urbanfile

Continua la lettura con: I 7 NUOVI GRATTACIELI in partenza o in arrivo nel 2021

MILANO CITTA’ STATO

Leggi anche: Riciclare le mascherine è davvero impossibile?

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I MALNATT: l’origine dei “nati male”, gli outsider di Milano

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Ludovico, il padre dei Malnatt

Ogni epoca storica è caratterizzata da un gruppo dominante e da chi gli si oppone che viene così definita con termini di dispregio. Un tempo il modo di chiamarli era Malnatt. Vediamo cosa significa esattamente. 

I MALNATT: l’origine dei “nati male”, gli outsider di Milano

Quatter amis, quatter malnatt, 
vegnu su insemma compagn di gatt
Giorgio Strehler, Ma mi.

Il termine malnatt è usato dai milanesi per indicare un personaggio poco raccomandabile. Letteralmente significa “nato male”. Da dove deriva questa espressione?

L’origine di tale epiteto risale a Ludovico il Moro. Egli, pur essendo sposato con Beatrice D’Este, ebbe una serie infinita di amanti e di figli illegittimi. Tra questi Maddalena e Bianca Giovanna e Giovanni Paolo I Sforza. Il popolo iniziò malignamente a chiamare con l’appellativo “malnatt” tutti i figli illegittimi del signore trasformando il termine in un vero marchio ingiurioso.

la corte di ludovico

Facendo un salto in avanti nella storia troviamo un altro episodio curioso che riguarda tale termine. Nel 1848, all’epoca delle Cinque giornate di Milano vi erano due fazioni tra gli insurrezionisti: i mazziniani e i democratici di Cattaneo. Costoro vennero chiamati appunto “i malnatt” dai monarchici per essere colpevoli di essere sì rivoluzionari, ma dalla parte sbagliata.

Continua la lettura con: Le 10 PAROLE che fanno più RIDERE del milanese

GIULIA PICCININI

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3 PROGETTI ICONICI nel FUTURO di Citylife

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Credits: Sceproject

Dopo la conclusione del parcheggio sotterraneo ad integrazione dei posteggi esistenti e della realizzazione della porzione residua di parco che avverrà nel 2021, queste saranno le tre opere più di impatto che arriveranno a Citylife. 

3 PROGETTI ICONICI nel FUTURO di Citylife

#1 Le nuove “residenze basse” a firma Libeskind (in consegna per giugno 2022)

Credits: Valter Repossi – Urbanfile

Prosegue la costruzione delle residenze “Libeskind” basse, firmate appunto dall’archistar che ha progettato anche il Curvo. In tutto sono previste 3 palazzine sul lato di via Spinola, di cui 2 da 5 piani ed una da 9 per un totale di 102 appartamenti dove era presente la buca del campo prova di golf. La consegna degli immobili è fissata a giugno 2022.

#2 Il quarto grattacielo di Citylife: “The Gate” (inaugurazione nel 2023)

Credits: corriere.it – Il quarto grattacielo

La nuova porta di ingresso a CityLife “The Gate”, nonché quarto grattacielo del parco, vedrà partire i cantieri nella prima metà del 2021. Disegnato da un architetto d’eccezione, Bjarke Ingels, socio fondatore di BIG-Bjarke Ingels Group, è composto da due edifici asimmetrici, trasparenti, circondati da un sottilissimo colonnato. Il porticato, interamente realizzato in pannelli solari, richiama la mezza luna, fornendo al contempo occasione di dialogo ai due edifici e offrendo una copertura alla grande piazza pubblica, integrata con il parco. Data inaugurazione nel 2023.

#3 Il “Palazzo delle scintille”: ex-Padiglione 3, trasformato nel “CityLife Square Garden” (ristrutturazione nell’estate del 2022)

Credits: Andrea Cherchi – Palazzo delle Scintille

Il Gruppo Generali, che si è aggiudicato l’asta, ha deciso di rinominare il Palazzo delle Scintille in “CityLife Square Garden”. CityLife Square Garden declinerà in chiave contemporanea l’idea originale dell’architetto Vietti Violi di un luogo versatile e multifunzionale. La prima delle due fasi dei lavori di ristrutturazione comincerà nell’aprile del 2021 e si concluderà nell’estate del 2022. 

Credits: Andrea Cherchi – Interno Palazzo delle Scintille

L’imponente arena centrale potrà accogliere attività ed eventi dell’agenda milanese che si alterneranno a momenti in cui potrà invece essere utilizzata come una grande piazza coperta.

Fonte principale articolo: Urbanfile

MILANO CITTA’ STATO

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I MAGNIFICI SETTE: I SUPEREROI con qualità tipiche dei MILANESI

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Credits: milanotoday.it

Molti supereroi hanno anche qualcosa di molto milanese che li contraddistingue. 

I MAGNIFICI SETTE: I SUPEREROI con qualità tipiche dei MILANESI

#1 Anthony Edward Stark, Iron Man

Credits: flipboard.com

Inventore geniale, costantemente attento alle innovazioni tecnologiche (ha moltissimi modelli di armature tecnologiche diverse, che migliora e aggiorna di continuo), ha un’etica del lavoro, una leadership e un conto in banca invidiabili. Ed è anche uno dei leader del più importante gruppo di supereroi dell’Universo Marvel. Memorabile una sua entrata in smoking nel film Iron Man 2, dopo un volo in armatura (che, evidentemente, stira anche gli abiti).

#2 Daniel Dreiberg, Nite Owl/Gufo Notturno

Credits: nerdpool.it

Nell’universo di supereroi umani, troppo umani (tranne uno) di Watchmen, il signor Dreiberg è un pilastro di efficienza ed inventiva. Tra le poche figure risolte e serene a livello umano dell’intera opera, con la sua empatia fa da sostegno ad almeno altri due personaggi, rappresentando anche il primo vero amore della bella Laurie. E poi ha un covo pieno di costumi, gadget e macchinari in un tunnel dismesso della metropolitana di new York.

#3 Anne January, Starlight

Credits: the-boys.fandom.com

Personaggio di spicco della fortunata serie televisiva “The Boys”, la quale presenta diverse differenze rispetto al fumetto che l’ha ispirata, Anne January è una ragazza che non rinuncia mai a pensare con la sua testa, senza farsi soggiogare da nessuna dinamica di potere nell’ambito delle sue attività, ma senza mai risparmiarsi, col vero intento di rendere il mondo un posto migliore. Le sue azioni riescono anche a scuotere una sua “collega” dall’apatia e dalla sfiducia che l’avevano colta dopo tanti anni di militanza in un gruppo di supereroi che nasconde diverse nefandezze dietro una facciata apparentemente (e mediaticamente) immacolata.

#4 Peter Parker, Spiderman/L’Uomo Ragno

Credits: vigamusmagazine.com

Simpatico, ironico, attento alla città in cui vive (ama definirsi l’amichevole Uomo Ragno di quartiere), il buon Peter Parker è uno dei difensori della Grande Mela, ha molta stampa contro, nonché un enorme senso di responsabilità (l’unica volta che non ha fermato un ladro, questo ha poi ucciso zio Ben, unica figura paterna del giovane Peter) ed il rispetto dell’intera comunità supereroistica della Marvel. Ha fatto propria una frase dello zio: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”.

#5 (Varie incarnazioni) The Flash/Flash

Credits: inema.everyeye.it

Ci sono diversi supereroi con questo nome in tutto l’Universo DC Comics, in quanto la Forza della Velocità (il potere cosmico che dona appunto i poteri della velocità e che credo sia in sintonia con molti di noi e dei nostri concittadini) si è legata a molte figure differenti. Tutte contraddistinte da velocità, efficienza ed amore per la propria città.

#6 Obi-Wan Kenobi, Star Wars/Guerre Stellari

Credits: starwarsnews.it

Cavaliere Jedi di altissimo sentire, Generale della Repubblica Galattica durante le Guerre dei Cloni (che fu tra i primi a trattare da esseri umani, amici e compagni d’arme), resta conscio di appartenere ad una grande tradizione e memore di un modo migliore di fare le cose. Nonostante la tragedia del suo allievo Anakin Skywalker che diventa Darth Vader (e che lo abbatte in combattimento) addestra Luke Skywalker, che redimerà il padre e salverà la Galassia.

#7 Din Djarin, The Mandalorian/Il Mandaloriano

Credits: wired.it

Cacciatore di taglie su scala galattica votato all’efficienza, ma non privo di cuore, l’orfano Din Djarin, per tutti o quasi “Il Mandaloriano” o “Mando”, fa parte dell’omonimo ordine di guerrieri e ad un pragmatismo con poco spazio per le chiacchiere, che gli assicura il successo oltre al rispetto di molti con cui viene in contatto, associa un certo umorismo ed un’empatia, di solito ben nascosta. Spesso taglia corto (o spiega il suo agire) con un laconico “This is the Way”, letteralmente “Questa è la Via” (riferendosi, in questo caso, al codice di condotta dei Mandaloriani), oppure traducibile come “Questo è il modo (giusto) di fare le cose”.

Continua la lettura con 7 FUMETTISTI milanesi che hanno creato PERSONAGGI noti in tutto il MONDO

ANTONIO ENRICO BUONOCORE

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità

 

La festa di CAPODANNO più strana di Milano: STREAMING dal duomo (IMMAGINI IN ANTEPRIMA) e FLASHMOB dai balconi

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Anteprima Capodanno 2021 (foto: Andrea Cherchi - c)

La notte di Capodanno verrà festeggiata in una Piazza Duomo digitale. L’evento streaming vuole avvicinare i cittadini milanesi al rituale di buon auspicio per il nuovo anno. Intanto si preparano i flash mob nei quartieri per un brindisi a distanza. 

La festa di CAPODANNO più strana di Milano: STREAMING dal duomo (IMMAGINI IN ANTEPRIMA) e FLASHMOB dai balconi

# Milano non rinuncia alla festa in Piazza Duomo

Anteprima Capodanno 2021 (foto: Andrea Cherchi – c)

Giunti alla fine del 2020, anno travagliato soprattutto per la pandemia Covid-19, la città di Milano è pronta a dare il benvenuto al 2021 senza rinunciare alla grande feste in Piazza Duomo che quest’anno verrà trasmessa in streaming. Piazza Duomo sarà illuminata dalle luci del progetto che unisce musica, colori, video istallazioni ed arte.

# I pensieri proiettati sulla facciata del Duomo

Anteprima Capodanno 2021 (foto: Andrea Cherchi – c)

“Pensieri Illuminati”, realizzato da Felice Limosani e Beatrice Venezi con la regia di Marco Boarino, è il progetto che il Comune ha scelto per celebrare il nuovo anno. Tutti i cittadini possono scrivere i propri pensieri ispirati dai temi dell’opera: creato, umanità e futuro. Una volta scritti è possibile inviarli all’indirizzo www.pensierilluminatimilano.it per essere proiettati insieme ad immagini digitali animate sulla facciata del Duomo. 

# La diretta streaming per un countdown in compagnia

Anteprima Capodanno 2021 (foto: Andrea Cherchi – c)

L’orchestra di 52 “I Pomeriggi Musicali” accompagnata dalla voce del soprano Francesca Manzo e dagli attori della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, sarà diretta dalla maestra Beatrice Venezi. Sarà invece Alessandro Preziosi a scandire il countdown per la mezzanotte grazie alla collaborazione della Veneranda Fabbrica del Duomo. Dalle ore 22.30 sulle piattaforme Live-now.com, Repubblica.it e YesMilano.it sarà possibile godersi lo spettacolo che, nonostante la distanza, unirà migliaia di famiglie milanesi e italiane.

# Flash Mob tra i palazzi di Milano

Credits: video.corriere.it

In alcuni quartieri si vocifera di possibili flash mob improvvisati con musica e brindisi dai balconi tra i palazzi della città, mantenendo pur sempre la distanza di sicurezza ma senza rinunciare alla festa. Questo per festeggiare il nuovo anno ma soprattutto per lasciarsi alle spalle il 2020, anno al quanto tumultuoso che difficilmente finirà del dimenticatoio. Come dice il detto “La speranza è l’ultima a morire” , ma nel frattempo non ci resta altro che augurarvi “Buon anno”.

Fonte: Settenews

MARCO ABATE

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.  

I 5 SIMBOLI della SOLIDARIETÀ di scena a Milano quest’anno

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@andreacherchi

Milan col coer in man è molto di più di un proverbio. È una lunga e solida tradizione di solidarietà attiva e spontanea che da secoli si tramanda di generazione in generazione, un modo di essere che è arrivato integro fino a noi, attivandosi soprattutto nei mesi in cui la pandemia ha chiesto una risposta immediata. Abbiamo scelto di raccontare e mettere in evidenza 5 esempi di quanto di meglio Milano anche durante questa emergenza.

I 5 SIMBOLI della SOLIDARIETÀ di scena a Milano quest’anno

#1 Fondo di mutuo soccorso: 15 milioni di euro raccolti dai cittadini per aiutare i milanesi in difficoltà

A marzo, nel pieno della confusione pandemica, il Comune di Milano ha istituito il Fondo di Mutuo soccorso per raccogliere e accantonare fondi da utilizzare dopo il lockdown per aiutare più cittadini e imprese possibili a ripartire.
Milano città Stato ha pubblicato un articolo sulla storia del mutuo soccorso milanese, scritto da Alberto Oliva:

🔴 Il Comune lancia un FONDO di MUTUO SOCCORSO per Milano

Il fondo di mutuo soccorso è rendicontato in maniera trasparente, come si può vedere dal sito del comunedimilano con una raccolta complessiva che dovrebbe aver superato i 15 milioni di euro.

#2 Ospedale in fiera: velocità record e zero fondi pubblici per far fronte all’emergenza

Credit: Gian Mattia D’Alberto – LaPresse
Milano Italia

La Lombardia è stata la regione più colpita, probabilmente del mondo. Milano ha risposto presente con una raccolta fondi privati per istituire un reparto di terapia intensiva e sub intensiva nei padiglioni della vecchia fiera.
Accompagnato da ogni tipo di polemica fin dal primo momento, è stato comunque completato in 2 settimane, è rimasto inutilizzato e intonso fino all’autunno, mai smantellato e diventato operativo durante la seconda ondata.
Si poteva fare meglio? Sì, esattamente come molte altre iniziative sanitarie e politiche a livello locale e nazionale. Ma non è costato un solo centesimo alle casse pubbliche impegnate già su molti fronti a destinare fondi per iniziative più o meno utili. 

#3 Taxi Service: un’isola di solidarietà nell’arcipelago delle macchine pubbliche

@andreacherchi

Forse non tutti sanno che i taxi sono soggetti a rigide regole nazionali: un’ordinanza regionale che ha concesso ai taxi deroghe in fase 1, ha permesso ad una categoria completamente ferma di mettersi a disposizione per consegnare pasti a domicilio, medicinali e la spesa, oltre al trasporto di personale sanitario.

Il gruppo Taxi Service è andato addirittura oltre, consegnando gratuitamente per 5 domeniche consecutive pasti caldi e medicinali a cittadini soli o in quarantena. Una delle categorie più colpite dalla crisi e simbolo di Milano, ha mantenuto alta la reputazione della categoria.

#4 Re Giorgio: Armani ha saputo interpretare l’emergenza

 
credit: affaritaliani.it

Giorgio Armani da solo ha compiuto 5 gesti significativi che valgono un articolo. Da subito ha saputo interpretare le condizioni dell’emergenza e non ha mai abbandonato la linea.

1 Alla Milano Fashion Week di fine febbraio Armani decide di sfilare senza pubblico, per salvaguardare la salute dei dipendenti, anticipando quella che diventerà una regola tassativa.

2 Stessa sorte per la Fashion Week di settembre, andata in diretta TV e cha ha trasformato la chiusura di un evento riservato, alla più grande apertura verso il pubblico più vasto ed eterogeneo possibile.

3 A inizio marzo anticipa le decisioni del governo chiudendo albergo, negozi e locali, fedele alla linea già intrapresa.

4 A fine marzo riconverte la sua produzione per fornire camici monouso a diversi ospedali italiani.

5 Al momento delle aperture di maggio al posto della storica pubblicità di Via Broletto, ha fatto trovare ai milanesi il murale simbolo di ringraziamento al personale sanitario. Ha continuato sulla stessa lunghezza d’onda destinando in autunno lo stesso spazio pubblicitario iconico per un messaggio di amore e di speranza ai suoi concittadini. 

La decisione più lungimirante di tutte, però, è stata investire sul futuro di Milano riportando nella capitale della moda la sfilata Armani Privé destinata inizialmente a Parigi. La voglia di ringraziare Milano e ripartire da qui.

Nella Milano di una volta c’era un detto: mi fo, mi go, mi do. Un detto interpretato perfettamente da re Giorgio. 

#5 La comunità dei milanesi

@andreacherchi

La più grande risorsa che sia mai esistita, non quotata sul trade delle materie prime perché inestimabile. Semplici cittadini si sono presi cura di vicini anziani, fragili, stranieri, piccoli, malati e sani, in una gara di solidarietà che va celebrata per ricordare a noi stessi quanta bellezza c’è a Milano.

Food Crossing solidale nelle ceste sospese, traduzioni delle raccomandazioni sanitarie nelle lingue che il Ministero della Salute ha dimenticato, le Brigate Volontarie che si sono occupate della distribuzione di cibo e medicinali ai primi milanesi in difficoltà.
Non solo, oltre a beni di prima necessità, si è portato anche spettacolo e allegria. Sono state fatte donazioni straordinarie ad ospedali e protezione civile.
In ogni supermercato della città si è vista la solidarietà circolare della spesa sospesa, che ha permesso alla Food Policy del Comune di Milano di garantire assistenza a chi si è trovato senza reddito e possibilità.

E non finisce qui. Perché quest’anno c’è stato il boom delle partecipazioni ad attività di volontariato, un segnale che tradotto vuol dire #tiremminnanz.

Si conclude forse l’anno più duro per Milano dai tempi della guerra. Ma forse è da questi esempi che si può ripartire per fare rinascere una città che sia ancora più modello e ispirazione, non solo per business e lavoro. 

Continua la lettura con: MilanoperMilano: tutte le iniziative principali dei cittadini per aiutare chi ha bisogno 

LAURA LIONTI

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I 5 PROLUNGAMENTI PIÙ IMPORTANTI per la METRO di Milano

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Credits: Urbanfile

La strategia di sviluppo di trasporto pubblico milanese si sta concentrando sui prolungamenti più che sulla costruzione di linee ex-novo, salvo la M4 di prossima inaugurazione. Tra quelli approvati e quelli ipotizzati da tempo, quali hanno la priorità maggiore?

I 5 PROLUNGAMENTI PIÙ IMPORTANTI per la METRO di Milano

#1 M1 fino a Baggio: dopo anni di attesa, nel 2021 l’approvazione del progetto definitivo. I lavori dureranno 4-5 anni.

Credits: Urbanfile – Prolumgamento Bisceglie-Quartiere degli Olmi

Dopo l’approvazione dello studio di fattibilità a dicembre di quest’anno, nel 2021 è attesa quella del progetto definitivo e l’indizione della gara per l’affidamento dei lavori. Il prolungamento si estende per circa 3,5 chilometri dall’attuale capolinea Bisceglie della Linea M1. Sono previste tre nuove stazioni e, in particolare, quella di Parri-Valsesia, Baggio e Olmi, tutte interrate e all’interno del territorio comunale.

Il nuovo tragitto aggiunto ai 4,46 chilometri del ramo di linea già in esercizio fra le stazioni Pagano e Bisceglie, comprendente 7 stazioni, consente di raggiungere uno sviluppo complessivo di circa 8 chilometri e 10 stazioni, per un totale, su tutta la Linea 1, di 43 stazioni per circa 32 chilometri di lunghezza. La durata dei lavori è stimata in 4-5 anni.

#2 Allo studio la M2 da Cologno Nord a Vimercate

Un’area così densamente abitata e trafficata, nell’est della Brianza, necessita di collegamenti veloci di trasporto pubblico per ridurre il numero di auto in ingresso a Milano e relativi ingorghi e inquinamento. Il vecchio progetto di prolungamento della linea M2 prevedeva la connessione di Cologno Nord con Vimercate attraverso 5 fermate. Ad oggi è in valutazione la scelta tra metropolitana, metrotranvia o bus veloci, con queste ultime due modalità favorite. Una ulteriore destinazione da raggiungere potrebbe essere Rozzano a sud prolungando la M2 dalla fermata di Assago Forum.

#3 Paullo M3: nulla di nuovo all’orizzonte 

Prolungamento M3

La Paullese è uno delle arterie stradali più trafficate che entrano a Milano, intercettando i flussi di auto provenienti da Cremona e Crema. La M3 si ferma ad oggi al confine con il Comune di Milano, con il capolinea di San Donato ancora dentro la città. L’ipotesi allo studio vede un mini prolungamento a San Donato Est e il resto del tracciato con S-bus, ma arrivare fino a Paullo vorrebbe dire dare ascolto alle richieste trentennali dei pendolari.

#4 Trezzano sul Naviglio con il prolungamento della M4 a sud-ovest: sei ipotesi al vaglio

Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest

Ormai scontato il prolungamento della M4 ad ovest oltre il capolinea di San Cristoforo Fs, resta da decidere il percorso, la lunghezza e il numero di fermate. Sono 6 le ipotesi al vaglio su cui dovrà ricadere la scelta definitiva. L’ipotesi numero 4 spingerebbe la linea fino a Trezzano sul Naviglio con fermate con fermate che toccherebbero i comuni di Corsico, Buccinasco e Cesano Boscone. In questo modo si intercetterebbe il traffico esterno alla città, attestandosi la fermata appena oltre la tangenziale ovest. Ad est invece è quasi certo il prolungamento della linea con 2 fermate, Idroscalo e Segrate, di cui è già stato realizzato lo studio di fattibilità.

Leggi anche: Perché è stata costruita l’M5 PRIMA dell’M4?

#5 La linea M5 fino a Settimo Milanese: approvato lo studio di fattibilità

Prolungamento M5 Settimo Milanese

Ad oggi sono 4 le fermate che potrebbero estendere la linea M5 a ovest: Sant’Elena, Quarto Cagnino, Quinto Romano e il capolinea con deposito di Settimo Milanese. Lo studio di fattibilità è stato realizzato, ma in caso di approvazione del progetto i lavori non termineranno prima del 2030.

Continua la lettura: Entro il 2030 la METRO CRESCERÀ del 34%: le 38 NUOVE FERMATE in arrivo

MILANO CITTA’ STATO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

Le tre città più GRANDI a confronto: Milano, Roma, Napoli

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Credits: idealista.it

Milano, Roma e Napoli: le tre città più popolate d’Italia a confronto. Vediamo le differenze più curiose. 

Le tre città più GRANDI a confronto: Milano, Roma, Napoli

# Grandezza. La diversità nel calcolo dei confini urbani

Credits: news.tecnocasagroup.it

Roma, Milano e Napoli, possono essere paragonate per il numero di residenti ma non per la superficie sulla quale si estendono, per la forma urbana e per le performance economiche. Soprattutto il terzo fattore, l’aspetto economico, rappresenta da sempre il divario tra il Nord e il Sud del Paese.

Al primo posto delle città più estese d’Italia troviamo Roma (536mila ettari), seguono Milano e Napoli che messe insieme raggiungono 274 mila ettari, insieme sono grandi poco più della metà di Roma. La differenza non si trova soltanto nelle dimensioni ma anche nel fatto che Roma ingloba ampie porzioni di campagna a differenza di Milano e Napoli i cui confini urbani le separano dai territori circostanti. 

# Reddito medio annuo. I paesi più ricchi nell’hinterland delle tre città

Credits: eticaeconomia.it

Per quanto riguarda il reddito medio annuo per contribuente quasi l’intero territorio della città metropolitana di Milano si colloca nella fascia di reddito superiore a 20.000 euro. Da sottolineare però che Milano non è il comune più ricco della zona (reddito medio di 30600 euro) bensì viene superato da cinque comuni dell’hinterland i cui redditi medi superano i 31.000 euro (Basiglio, Cusago, Segrate, San Donato e Arese).

La città metropolitana di Roma, a differenza di Milano, ha solo due comuni che superano i 25 mila euro di reddito medio annuo e sono Formello e Grottaferrata. Roma rimane poco al di sotto (24.700 euro) con la maggior parte dei comuni dell’hinterland che si collocano nella fascia tra 15 e 22.000 euro.

A Napoli invece la situazione è ben diversa perchè solo Capri, San Sebastiano la Vesuvio, Procida e Sorrento superano i 20000 euro di reddito annuo, mentre tutti gli altri si collocano tra i 12.000 e i 20.000 euro l’anno tra cui Napoli che raggiunge i 19.900 euro l’anno.

# Istruzione. A Roma e Milano più laureati in centro, a Napoli più in zone periferiche

Credits: eticaeconomia.it

La distribuzione della popolazione residente con più di venti anni per titolo di studio è simile nelle città di Milano e Roma dove la quota di laureati più elevata si osserva nei quartieri centrali, in particolare nell’area C a Milano e ai Parioli a Roma, a differenza invece di Napoli dove i titoli di studio più elevati sono concentrati soprattutto nelle zone benestanti semicentrali.

Se per la capitale e il capoluogo lombardo i laureati delle zone centrali raggiungono circa il 50% della popolazione mentre non raggiungono il 10% nelle aree semicentrali, nel capoluogo campano abbiamo una situazione opposta. In città come Posillipo, Chiaia e Vomero si raggiunge circa il 40% di laureati a differenza di zone come Scampia, San Giovanni e Teduccio, nel centro della città, dove la percentuale raggiunge il 4,5%. 

# Tasso di occupazione. A Milano più alto in centro, a Napoli il più alto è a Posillipo

Credits: eticaeconomia.it

A Roma il tasso di occupazione rispetto alla popolazione con più di 15 anni supera il 55% solo nei nuovi insediamenti periferici caratterizzati da giovani coppie, mentre poco superiore al 40% nei quartieri popolari della periferia.

A Milano invece il tasso di occupazione è mediamente più alto di Roma e si aggira tra i 55 e il 60% nei quartieri attorno al centro. In periferia invece rimane inferiore al 45%. Nell’Hinterland sono molti i comuni che sfiorano il 60% di occupati a differenza della zona nord tra Milano e Monza dove si sfiora il 50%.

La situazione di Napoli invece marca la delimitazione dei quartieri. Se a Posillipo si ha un tasso di occupazione del 43%, a Scampia si ha la metà, circa il 22%. Nell’hinterland il tasso di occupazione supera il 40% esclusivamente nelle isole e nella penisola Sorrentina.

# Periferia vs Centro. Combattere la diversità per le pari opportunità

Credits: studiodca.it

Da questo confronto si può arrivare alla conclusione che sono presenti forme di esclusione sociale e di polarizzazione tra le periferie scarsamente dotate di opportunità e il centro. Napoli e Roma mettono in evidenza questo fenomeno che è presente però anche a Milano. Poca attenzione è stata data alle aree periferiche andando a non utilizzare una strategia per la riduzione della povertà ma andando a marcare ulteriormente la diversità tra periferia e centro. Per combattere le disuguaglianze nelle realtà metropolitane è importante mettere al centro delle politiche gli individui ripartendo innanzitutto dai loro bisogni.

Fonte: eticaeconomia

Continua la lettura con Le 5+1 REGOLE NON SCRITTE nella METROPOLITANA MILANESE

MARCO ABATE

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I 7 PAESI dell’hinterland di MILANO che piacciono di più per COMPRARE CASA

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@globalsystem - Città Metropolitana Milano

Milano è diventata una delle città fondamentali per l’Italia: moltissime sono le persone che si trasferiscono qui per lavoro e i servizi offerti. Negli ultimi anni però c’è stata un’inversione di rotta per quanto riguarda l’acquisto delle case a Milano: le persone non cercano più un’immobile nel pieno centro della città bensì preferiscono una casa nei paesi circostanti. Quali sono i paesi della provincia di Milano dove si compra di più casa? E a quali prezzi?

I 7 PAESI dell’hinterland di MILANO che piacciono di più per COMPRARE CASA

# Pioltello

Pioltello, paese di 35.000 abitanti a circa 11 km da Milano. Qui si possono avere le comodità di un paese di campagna, tutti i servizi necessari e la vicinanza alla grande città. Il prezzo medio degli appartamenti in vendita è di 1.700 €/m², il 9% in meno rispetto alla quotazione regionale.

# Cinisello Balsamo

Cinisello Balsamo è la seconda cittadina più grande dell’hinterland di Milano con più di 73.000 abitanti. Il suo nome deriva dall’unione di Cinisello e Balsamo che si sono unificati per formare un unico paese a nord della città. Il prezzo medio di vendita è di 1.833 €/m². È facile capire perché le persone si vanno a vivere a Cinisello Balsamo: un luogo tranquillo e ricco di storia, lontano dal caos di Milano ma ottimamente connesso con la città.

Leggi anche: i motivi per trasferirsi a Cinisello

# Novate Milanese

Novate è un comune di circa 20.000 abitanti, situato nella prima cintura della città di Milano, a nord. È perfetto per chi non desidera spostarsi troppo da Milano e non vuole rinunciare a collegamenti veloci con il centro della città. La posizione è ottima anche per portarsi sull’autostrada dei laghi. Qui il prezzo medio di vendita è 2.339 €/m².

# Sesto San Giovanni

È il comune con più abitanti dell’hinterland milanese: 81.822 per la precisione. Qui una casa costa in media 2.241 €/m².  Nel XX secolo è stata sede di una delle più grandi ed estese concentrazioni industriali d’Italia, mentre oggi è densamente abitata e urbanisticamente fusa alla città di Milano, tanto da non riuscire a capire dove finisce la città e dove inizia il comune di Sesto. Anche le connessioni sono ottime, grazie alla metropolitana. 

Leggi anche: Sesto: le 10 attrazioni dell’ex Stalingrado d’Italia

# Corsico

Corsico è al confine con la zona sud-ovest di Milano. Nacque nel territorio che sarebbe stato percorso dal canale del Naviglio Grande, costruito 50 anni dopo, ad oggi ospita 35.000 abitanti. Una casa a Corsico costa in media 2.009 €/m². I vantaggi principali sono la presenza del Naviglio e gli ampi spazi verdi. 

# Cerro al Lambro

Cerro al Lambro

Cerro al Lambro è un comune di 5.000 abitanti, un piccolo centro di pianura, al confine con le provincie di Lodi e Pavia, di antiche origini, la cui attività principale è stata l’agricoltura. Sorge sulla sponda destra del fiume Lambro, che con le sue acque ha permesso di incrementare la produttività nel tempo. Le case qui costano in media 1.665 €/m². Cerro è perfetto per chi vuole veramente assaporare la campagna e la tranquillità dei piccoli paesi trovando casa a prezzi quasi d’occasione. 

# Gessate

Gessate è un comune di 8.654 abitanti che si trova nelle campagne ad est di Milano, non lontano dal fiume Adda e segnato dal passaggio del Naviglio. Qui il prezzo medio delle case è di 1.792 €/m². Il grande vantaggio è il collegamento con la metropolitana. 

# Le cause della scelta di vivere nei centri più piccoli sono minori traffico, caos e inquinamento

Quali sono le principali motivazioni a spingersi fuori Milano? Le prime sono il traffico milanese e l’inquinamento. Quello che si cerca a vivere fuori da Milano è una migliore qualità della vita con minori livelli di stress, stati d’ansia, insonnia e nervosismo.

Continua la lettura con: Questi sono i cinque paesi dell’HINTERLAND più amati dai milanesi: vince MONTEVECCHIA

ANDRA STEFANIA GATU

copyright milanocittastato.it

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I 7 NUOVI GRATTACIELI in partenza o in arrivo nel 2021

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Credits: corriere.it - Il quarto grattacielo

Milano continua a puntare in alto: nuove torri e grattacieli vedranno presto la luce. Tra inaugurazioni e avvio di nuovi cantieri, cosa vedremo entro la fine dell’anno?

I 7 NUOVI GRATTACIELI in partenza o in arrivo nel 2021

#1 Inaugurazione della “Scheggia” in via Melchiorre Gioia: alto 120 metri per 26 piani, sarà il nuovo HQ di UBI Banca

Credits: Urbanfile.org – Gioia 22

Il primo grattacielo a inaugurare sarà la “Scheggia”, chiamato in questo modo per via della sua forma a punta verso l’altro e del vetro utilizzato per la sua copertura esterna, o ufficialmente “Gioia22”. Disegnato da Pelli Clarke Pelli Architect ha un’altezza di 120 metri per 26 metri e sarà il HQ di UBI Banca. La peculiarità di questa nuova torre è di essere la prima torre ad emissioni zero. Taglio del nastro previsto tra febbraio e marzo del 2021.

Leggi anche: CITY LIFE vs PORTA NUOVA: la sfida presente e futura tra verde e architettura

#2 Avvio lavori per i “fratelli di Gioia 20”: due torri alte 98 e 64 metri

Credits: Urbanfile – Gioia 20

Il progetto di “Gioia 20” è suddiviso in “Gioia 20 Est”, alto 98 metri di fronte a “Gioia 22”, e “Gioia 20 Ovest” di 64 metri. A fine 2020 sono state predisposte le aree di cantiere e le opere speciali propedeutiche a scavi e fondazioni che partiranno nei primi giorni del 2021. Le due torri ad uso terziario, che rientrano nel vasto progetto di Porta Nuova Garibaldi Varesine, andranno a coprire gli ultimi due buchi rimasti in questa porzione del Centro Direzionale. Termine lavori entro Aprile del 2024.

#3 Avvio lavori di ristrutturazione e riqualificazione di “Pirelli 35”, ex-sede Telecom. Previsto un attico sopra il ristorante sul tetto e un edificio ponte

Credits: professionarchitetto.it – Pirelli 35

L’edificio in via Pirelli 35, ex-sede telecom, vedrà partire nel 2021 i lavori di ristrutturazione e riqualificazione sulla base del progetto di Park Associati e Snøhetta, vincitori del concorso internazionale per il recupero del complesso. Oltre alla ristrutturazione dell’edificio esistente, in continuità di scala e sulle linee degli edifici attigui, è prevista la creazione di un nuovo spazio urbano all’interno della città. Inoltre vengono aggiunti all’edificio un nuovo volume e creato un attico sospeso sopra il ristorante sul tetto, mentre sulla parellela via Bordoni viene creata un’estensione di sei piani collegata al volume principale da un edificio ponte

#4 Nel 2021 inizieranno i lavori preliminari per il “Pirellino”

Credits: Urbanfile – Ipotesi del futuro grattacielo

Anche l’area di Pirelli 39, ovvero il Pirellino o Ex UTC, attigua all’area di Pirelli 35, , vedrà l’avvio dei lavori preliminari il prossimo anno, anche se le opere propedeutiche di strip out e di rimozione materiali contenti amianto, in carico al Comune risultano già in corso. Nei prossimi mesi Coima procederà all’aggiudicazione finale ad uno dei 6 studi già selezionati nella primavera 2020 che hanno partecipato alla fase di progettazione.

#5 Il nido verticale: 23 piani per 120 metri d’altezza, pronto entro la fine del 2021

Credits: urbanup.it – Torre Unipol

La torre Unipol, ormai nota come il “Nido verticale” di Cucinella, così soprannominato per la sua forma e struttura, ha già raggiunto la quota massima in altezza con il core e ora, si sta provvedendo alla realizzazione degli impianti e dell’intelaiatura esterna che ne comporranno la maglia. Entro la fine del 2021 il grattacielo di 120 metri per 23 piani dovrebbe essere completamente realizzato.

Leggi anche: PORTA NUOVA fa il bis: dal Nido Verticale a the Edge i nuovi progetti del cantiere più grande d’Europa

#6 Il quarto grattacielo di Citylife “The Gate”: parte con i lavori entro giugno 2021

Credits: corriere.it – Il quarto grattacielo

La nuova porta di ingresso a CityLife “The Gate”, nonché quarto grattacielo del parco, vedrà partire i cantieri nella prima metà del 2021. Disegnato da un architetto d’eccezione, Bjarke Ingels, socio fondatore di BIG-Bjarke Ingels Group, è composto da due edifici asimmetrici, trasparenti, circondati da un sottilissimo colonnato. Il porticato, interamente realizzato in pannelli solari, richiama la mezza luna, fornendo al contempo occasione di dialogo ai due edifici e offrendo una copertura alla grande piazza pubblica, integrata con il parco. Data inaugurazione nel 2023.

Leggi anche: Il BACIO DI PIETRA: l’ultima opera d’arte nel Parco d’Arte Contemporanea di CITYLIFE (FOTO GALLERY)

#7 Inizio dei lavori per la “Torre Faro A2A” di 145 metri allo Scalo di Porta Romana

Credits: fanpage.it – Torre Faro A2A

La caratteristica più importante del grattacielo, progettato dallo studio di architettura Antonio Citterio – Patricia Viel, sarà la sua forma tubolare e un’originale spaccatura a circa 60 metri di altezza con dei giardini pensili. Oltre allo sky garden, che sarà alto circa tre piani, ci sarà un belvedere che con molta probabilità sarà accessibile al pubblico. Dopo le demolizioni e pulizie dell’area già effettuate, l’inizio vero e proprio dei lavori dovrebbe essere alla fine del 2021 con conclusione tra il 2023 e 2024.

Leggi anche: Un nuovo GRATTACIELO di 144 metri con GIARDINO PANORAMICO sopra Milano

Fonte principale dell’articolo: Urbanfile

Continua la lettura con: Le 4 PIAZZE di Milano che saranno TRASFORMATE nel 2021: ecco come diventeranno

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L’altro VOLTO di ISOLA

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credit: arterivista.it

Sveliamo l’altro volto del quartiere Isola: la street art. Pochi sanno che il livello degli street artist qui è tra i più alti a livello internazionale. Scopriamo qualche opera e le loro storie. 

L’altro volto di ISOLA

Negli ultimi dieci anni il quartiere Isola è stato travolto da una profonda riqualificazione urbana che l’ha trasformato in una delle aree più d’élite della città. Porta Nuova e Piazza Gae Aulenti sono solo alcuni degli esempi della ventata di modernità arrivata in questa zona meneghina. Ma non tutti conoscono anche l’altra faccia della medaglia del quartiere Isola: i suoi graffiti. Insieme ai grattacieli sono spuntate anche opere di street art nazionali e internazionali che la rendono un vero e proprio museo a cielo aperto. Andiamo alla scoperta di questo volto ancora poco conosciuto ma immensamente affascinante del quartiere.

# Dipinti a più mani… internazionali

credit: jamesmagazine.it

Iniziamo il tour da un muro ricoperto interamente da opere eseguite da artisti di tutto il mondo: la facciata del negozio di autoricambi di Via Pergola. Dal 2006 infatti, noti steet artist come Microbo, El Gato Chimney, Ryan Spring Dooley, Ozmo e Zibe continuano ad impreziosirlo con le loro opere. Sulla facciata a destra Ozmo ha ritratto la Vergine di Guadalupe, a sinistra troviamo l’Angelo di Ryan Spring Dooley e la saracinesca centrale rappresenta Arnold, disegnato da Zibe. La cosa più interessante di questo muro è l’armonia che i diversi artisti sono riusciti a creare mantenendo ognuno il proprio stile, dando vita ad un dipinto collettivo sorprendente. Poco distante dall’autoricambi un’altra opera a più mani degli artisti Microbo, Ozmo, Santy e C215. 

 

# Dalla realtà cittadina al sogno de “Il piccolo principe”

credit: garffitiamilano.blogspot.com

Passeggiando per le vie del quartiere si possono apprezzare opere a più mani, create con cooperazione e sinergia, ma non solo. La street art di Isola offre la possibilità di viaggiare nel tempo e nello spazio illustrando tre delle scene più significative del libro “Il piccolo principe”, grande classico per adulti e bambini. L’opera anonima, rappresentata sui muri di via della Pergola 12, dona la parola ai muri e per chi ha letto il libro è quasi impossibile non associare le immagini alle citazioni di Saint Exupéry: “Conta solo il cammino, perché solo lui è duraturo e non lo scopo, che risulta essere soltanto l’illusione del viaggio.” Lo scrittore ha centrato tutta l’opera attorno all’importanza dei sogni e l’anonimo artista ne ha rappresentato perfettamente l’essenza. 

credit: garffitiamilano.blogspot.com

# Street Art per valorizzare il verde urbano?

credit: arterivista.it

Proseguendo il tour alla scoperta della street art del quartiere Isola non si può non notare un esempio perfetto di connubio arte-natura. Accanto a dei cassonetti si trova il volto di una donna caratterizzata da una folta criniera di foglie verdi. L’arte sa sempre come sorprenderci e infatti le foglie rappresentate dal graffitaro si nascondono tra quelle di un vero e proprio albero. L’artista ha trovato il modo di inserire la sua opera nel contesto preesistente senza alterarlo, anzi, valorizzandolo. Potrete godervi questo particolare murales sorseggiando un cocktail del Frida, un locale giovanile e informale in cui troverete questa e altre opere street.

Isola nasconde graffiti in ogni angolo e questi sono solo i primi dei tanti passi che dovrete percorrere per scoprire l’altro volto del quartiere più chiacchierato di Milano.

Fonti:  James Magazine, Milano Sguardi Inediti

Leggi anche: I CASSONETTI d’ARTISTA: l’ultima frontiera della Street Art (video)

ROSITA GIULIANO

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Dove si beve il CAFFÈ più BUONO di MILANO? I 10 BAR TOP per il Gambero Rosso

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credit: flawless.life

La guida Bar d’Italia 2021 del Gambero Rosso celebra anche quest’anno il rito del caffè al bar. Quali sono dunque i migliori bar per bere il caffè a Milano?

Dove si beve il CAFFÈ più BUONO di MILANO? I 10 BAR TOP per il Gambero Rosso

Quest’anno anche le azioni quotidiane più scontate ci sono state proibite, un esempio? Il caffè al bar. In Italia il caffè al bar è più un rito piuttosto che un semplice gesto e il Gambero Rosso ha voluto celebrarlo nonostante tutto. E’ uscita il 29 ottobre 2020 la guida Bar d’Italia 2021 che riconferma al primo posto in Italia la Lombardia. Quali sono dunque i migliori bar per bere il caffè a Milano? E in Lombardia? Vediamo i 10 locali che sono stati premiati con il massimo di 3 tazzine (caffè più buono) e 2/3 chicchi (offerta complessiva migliore).

#1 Pavè

credit: viadeigourmet.it

La panetteria, pasticceria e bistrot Pavè, in via Felice Casati 27 a Milano offre il migliore caffè della città. Premiato con 3 tazzine e 3 chicchi, per il Gambero Rosso sarebbe il locale con il caffè più buono e l’offerta complessiva migliore non solo in città: è tra i 10 più buoni della Lombardia.

#2 Besuschio

credit: flawless.life

L’unico locale meneghino con 3 tazzine e 3 chicchi è il Pavè, ma anche gli altri non scherzano e lo segue con ben 3 tazzine e 2 chicchi un bar dell’hinterland. Infatti anche alla storica pasticceria Besuschio, in piazza Guglielmo Marconi 59 ad Abbiategrasso, potrete assaggiare un caffè stellato.

#3 Savini Milano 1867

credit: fanpage.it

Può sembrare scontato ma una guida stellata può sempre sorprendere: dove poter assaggiare un ottimo caffè se non in Galleria Vittorio Emanuele II? Anche Savini si è aggiudicato un posto sul podio con 3 tazzine e 2 chicchi.

#4 Cracco Caffè

credit: mixerplanet.com

Restando in Galleria c’è anche il Cracco Caffè che fa concorrenza a Savini e ha raggiunto secondo il Gambero Rosso lo stesso punteggio. Ne proverete solo uno oppure entrambi?

#5 Cova

credit: tripadvisor.it

Dalla Galleria a via Monte Napoleone è un attimo. Nella zona più lussuosa della città non poteva mancare un caffè premiato dal Gambero Rosso: da Cova (via Monte Napoleone 8) potrete assaggiare un caffè davvero di lusso.

#6 Illy Caffè

credit: living.corriere.it

Nella guida 2021 hanno raggiunto il podio ben due locali Illy Caffè: la sede di via Monte Napoleone 19 e quella in piazza Gae Aulenti 36. Scegliete pure la sede che preferite, in entrambi in casi non resterete delusi.

#7 Martesana

credit: flawless.life

Se al lusso del centro preferite la particolarità dei quartieri residenziali, in viale Cardinale Cagliero 14, nel quartiere Maggiolina si trova la pasticceria Martesana. Anche qui non assaggerete un caffè come tutti gli altri, infatti è stato premiato con 3 tazzine e 2 chicchi.

#8 L’Ile Douce

credit: iledoucemilano.it

In zona Isola c’è letteralmente una dolce isola, premiata tra i paradisi del caffè: l’Ile Douce. Non potete non assaggiare questo caffè paradisiaco in viale Porro Lambertenghi 15.

#9 Gattullo

credit: flawless.life

La maggior parte dei bar premiati sono in centro? Non esattamente. Oltre al bar Besuschio, ad Abbiategrasso, ci sono locali con caffè strepitosi anche allontanandosi un po’ dal centro. In zona Ticinese, a piazzale di Porta Lodovica 2, troviamo la pasticceria Gattullo.

#10 Clivati

credit: dolcegiornale.it

Se da Porta Ticinese ci spostiamo verso Sant’Agostino, in viale Coni Zugna 57 non si può non provare il caffè della pasticceria Clivati magari accompagnato da un buon dolce.

# La Lombardia è la regione più premiata d’Italia

La Lombardia è la regione con il maggior numero di bar premiati in tutta Italia. E’ riuscita ad aggiudicarsi il primo posto sul podio con ben 10 locali premiati con il massimo punteggio. Eccoli tutti e 10, incluso Pavè che abbiamo già citato prima come miglior locale di Milano:

  • Pavè a Milano
  • La Pasqualina ad Almenno San Bartolomeo (Bergamo)
  • Sirani a Bagnolo Mella (Brescia)
  • Bedussi a Brescia
  • In Croissanteria Lab a Carobbio degli Angeli (Bergamo)
  • Colzani a Cassago Brianza (Leccco)
  • Pasticceria Sartori a Erba (Como), new entry di questa edizione
  • Pasticceria Roberto a Erbusco (Brescia)
  • Marelet a Treviglio (Bergamo)
  • Morlacchi a Zanica (Bergamo).

Continua la lettura con: Le 10 migliori PASTICCERIE di MILANO

Fonte: Mentelocale 

ROSITA GIULIANO

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I 21 ALBERI del DESIGN: dove si TROVANO e fino a quando si possono VEDERE (Fotograllery)

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Il progetto “Natale degli alberi” quest’anno illumina, con 21 alberi, le piazze e le strade milanesi. Dove si trovano e fino a quando è possibile vederli?

I 21 ALBERI del DESIGN: dove si TROVANO e fino a quando si possono VEDERE (Fotograllery)

Dal 7 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 le strade di Milano si illuminano con i 21 alberi del Natale degli Alberi.

# Natale degli alberi: un progetto creativo che guarda al futuro

Il progetto è stato ideato da Marco Balich e donato al Comune di Milano dalla Fondazione Bracco. L’assessora al Turismo Roberta Guaineri ha dichiarato che «Grazie a questo progetto, caratterizzato da installazioni suggestive e portatrici di messaggi universali come speranza, sostenibilità e solidarietà, Milano si illumina per il Natale» e Diana Bracco, presidente della Fondazione Bracco, aggiunge «Nel rispetto dei tanti lutti che stiamo vivendo, dobbiamo riuscire a far diventare il Natale 2020 anche un momento di serena fiducia nel futuro». Al centro del futuro di Milano c’è sicuramente la creatività, ad esempio nella moda e nel design, e questo aspetto è anche il cuore del progetto che porta un po’ di spirito natalizio dal centro alle periferie. Marco Balich, chairman e creative director di Balich Worldwide Shows, ha affermato che il progetto «in questo particolare momento ha la responsabilità di creare attimi di gioia rivolti in particolare alle persone che hanno scelto Milano come città per la vita, pur non essendoci nati, e si trovano a rimanere lontani dai loro cari durante le feste senza però sentirsi soli». Ma dove si trovano esattamente?

 Ecco l’elenco dei 21 alberi del Natale degli Alberi e una breve descrizione.

#1 Piazza Duomo, Albero del Dono

L’Albero del Dono, acceso in piazza Duomo da domenica 6 dicembre 2020, intende ricordare agli osservatori l’importanza di donare. Non è composto da un solo albero: vi è un grande albero centrale e altri 18 piccoli alberi vivi lo circondano e saranno poi ripiantati al termine del periodo natalizio per entrare a far parte dell’eredità verde della città di Milano. Le musiche che accompagnano i giochi di luce sono di Roberto Cacciapaglia, Michele Centonze, Maurizio D’Aniello, Marco Grasso, Domenica Cimarosa e Pyotr Ilyich Tchaichowsky. Lo Sponsor è Coca Cola.

#2 Piazza XXV Aprile – Albero del Cambiamento

credit: mentelocale.it

L’architetto lombardo Giorgio Palù ha creato un albero che cambia, mai uguale a sé stesso, in cui Milano e i suoi cittadini possano rispecchiarsi. Grazie ad uno schermo trasparente e all’effetto caleidoscopio, l’albero trasforma le bellezze di Milano in uno stupefacente albero di Natale. Con il suo continuo mutamento non può che simboleggiare il cambiamento e la rinascita, oltre ad essere un omaggio a una città in continua evoluzione. Lo Sponsor è Accenture.

#3 Piazza Vigili del Fuoco – Albero della Conoscenza

L’Albero della Conoscenza, come suggerisce il suo nome, ha l’obiettivo di sottolineare l’importanza del sapere, inteso come patrimonio collettivo che viene trasmesso attraverso l’istruzione. L’installazione, posizionata in un’area periferica, intende avvicinare il pubblico alla scienza attraverso tre azioni complementari: immaginare, conoscere e vivere. La particolarità di questo albero sono gli approfondimenti scientifici inediti, accessibili a tutti, che confluiscono in un quadro infografico che sarà successivamente donato alle scuole. Lo Sponsor è il Gruppo Bracco.

#4 Piazza della Scala – Albero del Vento

L’Albero del Vento celebra l’Arte e infatti è stato collocato a Piazza della Scala. Ma perché è chiamato Albero del vento? Perché l’albero è carbon neutral e si ispira alla turbina eolica: con un moto rotatorio continuo abbinato a luci led, riproduce la musica del vento interpretata dai grandi compositori. Utilizza il principio generativo della natura (sequenza Fibonacci) che ne regola le proporzioni, la forma, lo sviluppo, e lo rende armonico. La struttura è composta interamente da travi lamellari con certificazione di sostenibilità legata alla filiera forestale. Lo Sponsor è Engie.

#5 Piazza Gramsci – Albero del Gioco

Quest’albero è invece dedicato ai bambini ed è stato per questo posizionato in uno spazio conosciuto e frequentato dalle famiglie, destinato ad essere poi donato al Comune di Milano per diventare una struttura gioco permanente. Il cuore dell’istallazione è un grande scivolo colorato e personalizzato con i cuccioli di Paw Patrol, gli squaletti di Baby Shark, e ancora SpongeBob, le Tartarughe Ninja e i protagonisti di A Casa dei Loud e I Casagrande. Lo Sponsor è Nickelodeon.

#6 Corso Garibaldi – Albero delle Stelle

L’Albero delle Stelle si ispira al cinema e alle star che lo rendono magico. L’installazione è realizzata in metallo riciclabile e alla base della struttura vi sono un’infinità di stelle incise che riflettono e illuminano lo spazio circostante. Lo Sponsor è Paramount Network.

#7 Piazza XXIV Maggio – Albero della Musica

L’albero della musica è dedicato non solo alla forza della musica ma, più in generale, a tutto il mondo dello spettacolo. Proprio per questo, è composto da una struttura metallica con 40 cubi luminosi, ciascuno dei quali offre una rappresentazione delle grafiche iconiche del brand e degli stili che hanno reso Mtv popolare nel corso del tempo. Alle light box, personalizzate da artisti e cantanti, è collegata un’asta di beneficenza interamente a favore di Scena Unita e al fondo Covid-19 Sosteniamo la Musica. Lo Sponsor è Mtv.

#8 Piazza Greco – Un Albero per Greco

Dal nome è possibile dedurre dove si trova questo albero. E’ una cartolina natalizia dai commercianti, le associazioni e tutte le persone che vivono a Greco. L’albero vuole essere un simbolo di coraggio e speranza per il presente e futuro. Lo Sponsor è Greco Immobili.

#9 Piazza San Carlo – Albero di Domani

Un albero che è un invito alla ricerca e intende ispirare una tecnologia sostenibile orientata alla natura. E’ centrale l’elemento della riflessione, che moltiplica il singolo albero in una foresta, visibile da ogni lato. Il classico abete natalizio diventa un albero di luce, realizzato in fibra ottica, che parte da una radice di tessuto bianco intrecciato a cui dà colore con il suo riflesso. Lo Sponsor è Stone Island.

#10 Via Luca Beltrami – Golden Tree

credit: mentelocale.it – Natale degli alberi

Quest’installazione collettiva è formata da 22 canestri realizzati con la collaborazione di alcuni street artist. Un albero perfetto nella sua imperfezione, esattamente come la street art. Lo scopo è raccontare delle storie autentiche offrendo un tributo alla cultura di strada, ma è anche un atto di amore verso la città meneghina. Al termine del periodo natalizio i canestri verranno donati. Lo Sponsor è Golden Goose.

#11 Piazza San Fedele – Whispering Trees

I Whispering Trees sono una coppia di alberi posizionati in due punti diversi della piazza. I due alberi ospitano una nicchia che permette di vivere lo spazio pubblico in modo diverso e poter condividere il senso del Natale, pur rispettando il distanziamento sociale. La coppia di alberi è chiamata così perché all’interno del nido è possibile ascoltare i suoni del bosco, il rumore del vento tra i rami, i passi veloci di scoiattoli e volpi che attraversano la foresta mentre scende la neve. Un angolo protetto, per adulti e bambini. Lo Sponsor è Cimento.

#12 Largo La Foppa – Albero del Futuro

L’albero del futuro invita a guardare avanti e a pensare a ciò che sarà. Un’imponente struttura alta 6 metri caratterizzata da quattro fasce led, oltre da decine di anelli di luce bianca, su cui si leggono frasi legate al domani e alle risposte che cerchiamo. Un albero interattivo che dialoga con gli utenti grazie al web e che prende vita grazie alle emozioni e ai pensieri di chiunque abbia nuovi progetti, soluzioni e idee per il cambiamento e l’evoluzione. Lo Sponsor è Saipem.

#13 Galleria del Corso – One Filament Paper Tree

Questo particolare albero è stato realizzato interamente in carta ecologica, stabilizzata e impermeabile, partendo da un nastro di 5 cm di altezza per una lunghezza complessiva di circa 366 metri. Il nastro forma una spirale elicoidale che raggiunge un’altezza di ben 4 metri. La carta utilizzata verrà riciclata ma la cosa più interessante è che con i suoi 366 metri di carta potrebbe risultare come l’albero di Natale più lungo del mondo. Lo Sponsor è Qwarzo.

#14 Piazza San Simpliciano – Levi’s Tree x Milano 2020

Levi’s® Tree x Milano 2020 ha preso la forma tradizionale dell’albero di Natale ma stilizzata, interpretata con gli elementi distintivi del brand: il denim e il legno di recupero, il disegno iconico della tasca, il rosso delle luci e del marchio. Lo Sponsor è Levi Strauss.

#15 Piazza Tre Torri – Ad Lumen

L’albero, creato da scarti di alluminio riciclato, è il simbolo di una rinascita positiva e una metafora di riscatto. L’obiettivo è invitare tutti i CityLifers al riciclo e alla sostenibilità, oltre ad esortarli ad affidare all’albero i propri desideri: sul sito dello Shopping District o direttamente sul posto è possibile scrivere messaggi che verranno poi appesi alla struttura rendendola unica. Lo Sponsor è CityLifersXSustainability.

#16 Piazza San Marco – The Wall Paper Tree

Questo albero è stato acceso dopo gli altri, martedì 8 dicembre 2020. E’ composto da circa 1200 microluci con palline stilizzate rivestite da scarti di carta da parati resinata. Le decorazioni saranno successivamente riciclate e riutilizzate. Lo Sponsor è Londonart.

#17 Piazza Cadorna – Albero dei Bauli

L’Albero dei Bauli è il simbolo del lavoro dietro le quinte, quel lavoro che per sua natura è invisibile ai più, con un chiaro riferimento alla manifestazione del 10 ottobre in piazza Duomo. Ha lo scopo di tenere viva l’attenzione dell’opinione pubblica e delle Istituzioni verso i lavoratori dello spettacolo ed eventi, che la crisi legata alla pandemia di Covid ha privato del lavoro, legandosi al clima di solidarietà che caratterizza in particolare il periodo dell’anno con le festività natalizie. Lo Sponsor è Bauli in Piazza.

#18 Piazza Sempione – Albero di Luce

Una danza di luce accanto all’Arco della Pace. Un’installazione in canniccio con led luminosi sospesi e in movimento che vanno a comporre un’oasi di luce. Fasci luminosi e sonori disegnano l’albero generando una coreografia naturale. Lo Sponsor è A2A.

#19 Piazza Croce Rossa – Albero di Luce

Quest’installazione più che un albero di natale è una vera e propria scultura. L’artista fiorentina Roberta Cipriani ha messo a disposizione la sua arte per simboleggiare la celebrazione di un Natale insolito. L’opera, alta 3 metri e impreziosita da decorazioni dorate, è un inno alla pace e all’amore che si esplicita nel messaggio inciso nel tronco. La luce si irradia e dalle radici giunge ai rami, metafora del percorso che ognuno compie sulla Terra. Lo Sponsor è Montenapoleone District.

#20 Biblioteca degli Alberi – Albero dei Ghiacci

Credits: notiziemondoimmobiliare.it

Opera innovativa di urban light art, l’Albero dei Ghiacci si accende dal 18 dicembre 2020 al 17 gennaio 2021 ed è tra le installazioni della prima edizione di Illumina: storie di Natura e Luce. È un albero ispirato ai boschi del profondo nord, ricoperti di neve e ghiaccio, e trasporta i visitatori in un regno magico fatto di sculture ghiacciate ed orsi specchiati. Un progetto che vuole puntare i riflettori sul riscaldamento globale, uno dei temi più urgenti legati alla sostenibilità ambientale. Lo Sponsor è Enel.

#21 Largo de Sabata – Abbraccio all’Umanità

Credits: glistatigenerrali.it – Abbraccio all’umanità

Quest’installazione è stata progettata dall’architetto Michele De Lucchi e si trova di fronte al santuario di San Giuseppe, una piccola perla del Barocco milanese. Costituita da tanti alberi, è un’installazione che rappresenta un abbraccio all’umanità. Lo stile è ispirato al colonnato del Bernini e ai giardini all’Italiana: piccoli alberi crescono su un grande colonnato, che si illumina di notte animando la città. E’ un albero caratteristico per la tecnica costruttiva utilizzata, detta delle scandole di legno e basata sul sovrapporre l’una sull’altra piccole tavolette di legno. Lo Sponsor è Intesa Sanpaolo.

Leggi anche: A MILANO arrivano gli ALBERI di NATALE DIGITALI

Fonte: Mentelocale

ROSITA GIULIANO

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La UPPER CLASS abbandona Milano per la MONTAGNA?

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Credits: @germandrones (INSTG)

Il sociologo Aldo Bonomi l’aveva teorizzato: la montagna avrebbe iniziato ad avere un ruolo centrale nella società. Quest’anno è stata capace di orientare le scelte di vita delle classi più agiate come riporta un articolo di Repubblica.

La UPPER CLASS abbandona Milano per la MONTAGNA?

# Non ci si trasferisce in montagna solo per sfuggire al Covid: c’è uno spostamento del capitale economico e intellettuale fuori dalle città

Il cambiamento in atto nella nostra società era già presente da qualche anno ma nel 2020 il fenomeno è stato evidente più che mai: manager, imprenditori e professionisti hanno iniziato a spostarsi verso le mete di montagna più rinomate come Gstaad, Crans-Montana e St. Moritz in Svizzera, Courchevel, Megève e Saint-Gervais-les-Bains in Francia, o Courmayeur e Cortina d’Ampezzo in Italia, come riporta Repubblica.

Questo allontanamento dalle grandi città, però, non è dovuto solo a una questione di sostenibilità e del miglioramento della qualità della vita, in particolare legato all’emergenza Covid: quello in corso è proprio un processo di spostamento del capitale economico ed intellettuale fuori dai centri urbani.

# La pandemia ha accelerato il processo di trasferimento in montagna delle classi agiate

Credit: @uniqchalets (INSTG)

Il Financial Times ha fatto un’inchiesta su questo fenomeno concentrandosi sullo studio di ciò che è accaduto in località come Saint-Gervais-les-Bains, ai piedi del Monte Bianco. L’analisi è stata svolta dopo il primo lockdown e durante l’estate: l’economia della località è stata sostenuta dai turisti francesi, per la maggior parte composti da benestanti di Parigi e Lione che hanno cercato un modo di fuggire dal confinamento in casa e da una possibile seconda ondata.

Qui i turisti hanno notato di essere di fronte alla possibilità di un trasferimento a lungo termine: lo smartworking era praticabile con una buona connessione internet e il luogo offriva inquinamento ridotto, elevata qualità delle risorse idriche e vasti spazi all’aperto fruibili in tutte le stagioni.

# Giovanni Semi studierà nei prossimi due anni il rapporto fra classi elevate e luoghi di montagna

Il fenomeno è così importante che verrà studiato per due anni da Giovanni Semi, docente di sociologia delle culture urbane all’università di Torino. Sempre su Repubblica, il professore sostiene che questo trasferimento può dimostrare chiaramente “il nesso tra ecologia, economia e società”. I benestanti hanno colto il nesso fra ecologia, pandemia e la divaricazione globale delle ricchezze e hanno deciso di prendere il proprio chalet di montagna sia per garantirsi un investimento sicuro (si parla di chalet di lusso da milioni di euro al metro quadro) sia per migliorare la propria qualità di vita.

Il fenomeno si stava già studiando ma oggi risulta necessario per capire quali saranno le conseguenze sia per i luoghi di montagna interessati sia per le grandi città.

# Le possibili conseguenze: la fine di un ciclo per le grandi città

@luxury.chalets.collection

Dal punto di vista demografico, il professor Semi sostiene che non ci saranno grandi cambiamenti per le città poiché si trasferirà solo una una bassa percentuale della popolazione. Nei luoghi di montagna invece questo fenomeno avrà un impatto forte perché si alzerà la densità della popolazione e verrà smossa l’economia.

Il cambiamento in città sarà di tipo simbolico e probabilmente economico: le grandi città come Milano si interrogano sul futuro degli investimenti immobiliari e di tutte le attività economiche terziarie e cognitive, questo trasferimento delle classi superiori potrebbe portare ad effetti rilevanti.

Fonte: Repubblica

Continua la lettura con: BOOM delle CASE in CAMPAGNA: le 10 PROVINCE in cui gli italiani hanno preferito SCAPPARE dalle città

ANDRA STEFANIA GATU

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