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La sfida tra i building: meglio ORIZZONTE EUROPA di ROMA o il DIAMANTE di Milano?

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credits: bnl.it

Una nuova visione del gruppo BNP Paribas che prende in considerazione entrambi gli edifici, i quali cercano di portare innovazione e sostenibilità. Ma quale dei due ci riesce meglio?

La sfida tra i building: meglio ORIZZONTE EUROPA di ROMA o il DIAMANTE di Milano?

# Diamond Tower di Milano ha il più alto livello di SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

credits: @lombradia_mania_ su IG

Sviluppato su 28 piani, con una superficie complessiva di 30.000 mq e finalizzato ad ospitare ben 21.000 postazioni di lavoro, la Diamond Tower è la sede milanese della BNL situata nel complesso direzionale Garibaldi/Porta Nuova. È stata realizzata con la più attenta cura dei dipendenti garantendo il loro benessere grazie al design di numerose aree relax, di supporto, spazi condivisi di co-working posti su ogni piano.

Il grattacielo “di diamante” – chiamato così per la sua struttura irregolare che ricordano le sfaccettature di un diamante – sorge all’insegna del benessere e della sostenibilità, in seguito al progetto di riqualificazione del quartiere di Porta Nuova, puntando a ridurre sensibilmente i consumi di energia. Ciò è possibile grazie alle vetrate, le quali fanno sì che gli ambienti vengano inondati di luce naturale, massimizzando la luminosità degli spazi interni e garantendo un’efficienza elevata del sistema di riscaldamento e di raffreddamento.

Anche la posizione dell’edificio è strategica: situato in una zona centrale, ampiamente servita dai mezzi pubblici, così vengono incentivati i cittadini ad usufruire dei mezzi per ridurre l’inquinamento.

# Orizzonte Europa di Roma, l’edificio che non ha né un davanti né un dietro

credits: bnl.it

Nei pressi della stazione Tiburtina sorge l’Orizzonte Europa, la nuova sede degli headquarters insieme ad altre due situate in Aldobrandeschi e Crescenzo del Monte. Gli uffici sono disposti su 12 piani in 75.000 mq di superficie e sono un totale di 3.300, collegati ad aree che rispondono ad ogni eventuale esigenza dei dipendenti: asili nido, sala ristorazione, palestra, auditorium e infermeria. Anche qui, l’obiettivo è quello di ottenere un luogo di lavoro adatto a tutti che possa conciliare lavoro e benessere.

Anche la sede romana, al pari di quella milanese, può vantare una posizione importante: è situata proprio accanto alla stazione dei treni ad alta velocità e così alcune aree del piano terra risultano accessibili anche al pubblico.

La facciata è ciò che rende veramente iconica questa struttura: 15.000 mq di superficie disposti in orizzontale seguendo un andamento sinusoidale e vetrate tridimensionali a forma di cuspide. In questo modo si creano numerosissimi giochi di luce e sfaccettature che la rendono incredibile da vedere. “La scelta di non avere un “fronte e un retro” è voluta, l’edificio si presenta come uno spartito orizzontale capace di creare stupore con le sue metamorfosi”, così viene descritta sul sito della BNL.

# Milano versus Roma

Il sito della BNL parla dell’Orizzonte Europa sostenendo che “L’immobile si distingue per l’elevata sostenibilità ambientale. Si stima, infatti, una riduzione del 30% dei consumi energetici e si punta ai più alti livelli di certificazione LEED del Green Building Certification Institute, grazie a sistemi a basso consumo idrico, elettrico e a un’illuminazione naturale modulata in funzione delle necessità.

Anche per gli interni, curati dall’Architetto Paolo Mantero, sono stati scelti materiali rinnovabili ed ecocompatibili mentre il design è ispirato a principi di efficienza e sobrietà”. Inoltre, alla sede romana è riconosciuto il premio “Best of the Best / Architecture” assegnato dal German Design Council l’Iconic Awards 2017.

Anche la Diamond Tower non scherza in quanto a sostenibilità ambientale e innovazione poiché l’edificio milanese è vincitore della certificazione LEED GOLD, uno dei più alti livelli riconosciuti. Inoltre, la Torre Diamante è la costruzione più alta mai realizzata in struttura portante in Italia e rientra nella top 10 dei grattacieli di Milano.

Tuttavia, mentre la sede milanese è completamente volta al nuovo e all’innovativo, lanciata verso il futuro Quella romana, invece, non dimentica le sue radici passate. Il grattacielo di Roma include un pezzo di storia: una cisterna del 1940 che sorgeva accanto alla vecchia stazione ed è stata mantenuta.

Continua a leggere con: La Torre DIAMANTE è l’edificio in acciaio più alto d’Italia

SELENE MANGIAROTTI

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Il social degli insulti

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Credits: @film_skeptic IG

Cencio La Parolaccia: è un’osteria a Roma dove si va per venire insultati dai camerieri.
È un luogo pittoresco che in realtà riprende un’antica tradizione. I romani prevedevano per i cittadini dei momenti di sfogo, a questo servivano i circenses, situazioni in cui si poteva dare manifestazione agli istinti peggiori.

Ogni epoca storica prevedeva dei momenti di situazioni conflittuali, come un immondezzaio dove sfogare le frustrazioni dell’esistenza.
Questo periodo in cui i grandi eventi sono chiusi e in generale si è costretti a mantenere le distanze e un distacco dagli altri, si stanno sempre più reprimendo le occasioni per sfogarsi.
Anche il “bar virtuale” dei social non ti permette più di dire quello che pensi veramente.

Questa mancanza di luoghi in cui sfogarsi rischia di creare danni perché queste pulsioni in qualche modo vanno espresse e il rischio è che ciò accada in luoghi pericolosi. In famiglia, in strada, a scuola, sul lavoro, con gli amici o in altri ambiti.

Cosa bisognerebbe fare per riportare la funzione di circenses nell’era dei social?

Andrebbe creato un social apposta in cui lo scopo è quello di sfogarsi, un punching ball delle idee, in cui chi si iscrive accetta questa condizione come base per l’adesione.
Ci sarebbe il gusto di sfogarsi e sentirsi trattati male però per propria decisione non perché trascinati dalla frustrazione.

Come un fight club virtuale dove il rischio di essere bannati deriverebbe da un’eccessiva educazione. Sarebbe una palestra utile per buttare fuori le proprie frustrazioni in totale libertà, senza rischio di querele o di reazioni pericolose, consapevoli che si tratta di un gioco e non della realtà.

Sarebbe anche un modo utile per prendere coscienza del fatto che l’uomo ha bisogno di avere un rapporto anche conflittuale con la realtà e che la società è uno spazio che alimenta la frustrazione ma reprime e conforma le naturali tensioni umane.

Continua la lettura con: Il lockdown degli indios

MILANO CITTA’ STATO 

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LAVORARE a Milano VIVENDO altrove: ecco in QUALI CITTÀ conviene di più

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Milano vista da Bergamo. Credits: Moris Lorenzi

La pandemia e il conseguente smartworking non hanno inciso sul costo degli immobili a Milano, che continuano a essere spesso proibitivi. Secondo uno studio effettuato dalla startup Maiora Solutions per chi lavora in città è più vantaggioso vivere in un grande centro collegato velocemente con la metropoli lombarda. Vediamo quali sono.

LAVORARE a Milano VIVENDO altrove: ecco in QUALI CITTÀ conviene di più

# Calcolando affitti e spese di spostamento queste quattro città sono più convenienti per chi lavora a Milano

Credits: Andrea Cherchi – Stazione Centrale

Uno studio effettuato dalla startup Maiora Solutions ha evidenziato come per chi lavora a Milano risulta più conveniente vivere in un grande centro collegato velocemente con la metropoli lombarda. Nonostante il costo elevato dell’abbonamento all’alta velocità abitare a oltre 50 Km di distanza conviene infatti dal punto di vista economico.

A Milano il prezzo medio al metro quadro è pari a 4.740 euro, quindi per un appartamento di 80 metri quadri si arriva a una spesa 380.000 euro, con una rata mensile di 1.000 euro in caso di mutuo. Nelle grandi città considerate dall’analisi, Torino, Bergamo, Brescia e Genova, con un prezzo al metro quadro inferiore ai 2.000 per un immobile di identica metratura si spendono invece tra i 130 e i 145.000 euro, con una rata di mutuo da 350/390 euro al mese, oltre il 60% in meno rispetto a Milano.

Vediamo il risparmio combinato rata del mutuo e costo dell’abbonamento ferroviario.

# Torino: 30% di risparmio

Credits: @igers.torino
Porta Palazzo Torino

Chi lavora a Milano e sceglie di vivere a Torino risparmia circa il 30% al mese. Il costo mensile totale ammonta a 745 euro: 375 euro di abbonamento AV Milano-Torino e 370 euro di rata del mutuo.

# Bergamo: 40% di risparmio

Credits: milanoguida.it – Bergamo

Per i lavoratori che scelgono Bergamo per vivere il risparmio sale al 40%. Su un costo mensile di 615 euro, 155 sono imputabili all’abbonamento ferroviario Bergamo-Milano e il rimanente alla rata del mutuo.

# Genova: 40% di risparmio

credits: @ila_mou_

Leggermente maggiore il risparmio per chi compra casa a Genova. La spesa complessiva di 610 euro e distribuita tra i 260 euro di abbonamento della tratta Genova-Milano e i 350 euro delle rata del mutuo.

# Brescia: 50% di risparmio

Brescia

Il risparmio maggiore si ha vivendo a Bergamo, con un risparmio che sale fino al 50%. Sono infatti 550 euro i costi totali, 160 euro per l’abbonamento Milano-Bergamo e 390 euro di rata del mutuo.

# La soluzione hinterland

Mappa hinterland

L’hinterland milanese rimane sempre una valida alternativa, un’ampia area dove il costo delle abitazioni è sensibilmente più basso rispetto ai grandi centri e da dove bastano tra i 30 e i 60 minuti per raggiungere Milano in treno, rispetto ad esempio ai 90 minuti necessari per raggiungere la metropoli lombarda da Genova.

Continua a leggere con: L’IDENTIKIT di chi SCEGLIE MILANO: le 7 caratteristiche di chi ci viene a vivere

FABIO MARCOMIN

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I TRANS-EUROP EXPRESS: i nuovi treni notturni per andare all’estero

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Credits touringclubitliano - nightjet_new_2021

Il piano dei trasporti ferroviari dell’Unione Europea prevede di triplicare il traffico passeggeri ad alta percorrenza entro il 2050. Il nuovo piano d’azione con il ripristino del servizio TEE va in quella direzione. Ecco le nuove tratte previste nel breve periodo e quando partiranno i primi viaggi notturni.

I TRANS-EUROP EXPRESS: i nuovi treni notturni per andare all’estero

# La rete TEE 2.0: le nuove tratte diurne-notturne previste

Credits touringclubitaliano – Rete TEE

Al vertice dei ministri dei trasporti europei dello scorso maggio è stata firmata una lettera d’intenti per la nascita di una rete europea di servizi diurni e notturni di treni veloci, il programma Trans-Europ-Express 2.0 che si richiama allo storico network con la sigla TEE che ha messo in connessione in Paesi Europei nel Dopoguerra.

In questa lettera sono stati indicati le linee guida per garantire uno standard minimo del servizio ferroviario: la rete dovrà prevedere percorsi tra almeno tre Stati, o tra due stati su una distanza di almeno 600 km, con i treni che dovranno viaggiare almeno a 160 km/h su gran parte del percorso e una velocità media complessiva di almeno 100 km/h con servizi accessori a bordo quali aria condizionata, wifi e ristorante.

Le tratte previste nel breve periodo sono:

  • TEE 1/2 Parigi-Varsavia passando per il Belgio e la Germania
  • TEE 3/4 Amsterdam-Roma con fermate Colonia, Basilea e Milano
  • TEE 5/6 Berlino-Barcellona passando per la Francia
  • TEE 7/8 Amsterdam-Barcellona con fermate in Belgio e Francia

Ancora non è stata indicata una prima data per i viaggi diurni, mentre quelli notturni ripartiranno il prossimo anno sulle direttrici già esistenti.

# I primi viaggi notturni previsti con l’orario invernale 2022

Credits touringclubitliano – I nuovi treni notturni delle ferrovie austriache

In attesa dei primi viaggi diurni, con l’orario invernale 2022 in vigore dal prossimo dicembre dovrebbero partire i primi collegamenti notturni sulle tratte Vienna-Monaco-Parigi e Vienna-Zurigo-Amsterdam, nel 2023 dovrebbero partire le le linee Vienna-Berlino-Bruxelles e Vienna-Zurigo-Barcellona.

Credits touringclubitaliano – Rendering cabina nuovo treno notturno ferrovie austriache

Per agevolare nuovi collegamenti notturni la Commissione Europea ha previsto di studiare delle misure ad hoc e entro fine anno presenterà un piano d’azione per promuovere i servizi ferroviari passeggeri a lunga percorrenza. Rimane infatti intatto l’obiettivo del Green Deal comunitario: il raddoppio del traffico passeggeri su rotaia a lunga percorrenza entro il 2030, per poi triplicarlo entro il 2050.

Continua a leggere con: Nuove tratte in arrivo: viaggeremo in EUROPA su TRENI superveloci. Anche di NOTTE

FABIO MARCOMIN

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🛑 Il “SOGNO PROIBITO” del CentroDestra e le ANIME di Sala e Paragone: ultimissime sulle ELEZIONI di Milano

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Sala-Paragone

Mancano poco di più di tre mesi alle prossime elezioni amministrative del 10-11 ottobre. Il sindaco uscente detta le condizioni minime per riconfermarsi sulla poltrona di primo cittadino, mentre l’outsider ex M5S Gianluigi Paragone si candida per “smontare” il “modello Milano”. Sul fronte centro destra è sfida a due, con un possibile colpo a sorpresa. Vediamo le ultime novità sulle prossime elezioni.

🛑 Il “SOGNO PROIBITO” del CentroDestra e le ANIME di Sala e Paragone: ultimissime sulle ELEZIONI di Milano

# Sala: le tre anime per Milano. Per vincere serve anche il centro

Credits: www.open.online

Il sindaco uscente Beppe Sala prosegue al momento “in solitaria” verso le elezioni del 10-11 ottobre prossimo 2021, vista l’assenza di uno sfidante ufficiale per il centrodestra. In un incontro con Carlo Calenda, organizzato dalla lista riformista Lavoriamo per Milano al Teatro Parenti, ha dichiarato che per riconfermarsi sulla poltrona di primo cittadino di Milano al centro sinistra servano tre anime: quella del Partito Democratico, l’area ecologista e quella centrista-riformista: “La somma dei partiti di centrosinistra deve arrivare al 40 per cento e, per farlo, c”è bisogno di almeno tre componenti: il Pd, i Verdi e i riformisti“. Una formula che, secondo Sala, potrebbe essere replicata e utile anche per un modello nazionale in vista delle future elezioni politiche del 2023. 

# Paragone: Sala ha venduto l’anima (popolare) di Milano

Credits: catanianews – Paragone

Gianluigi Paragone, giornalista e senatore, ex Cinque stelle adesso passato al Gruppo misto è l’unico candidato ufficiale anche se outsider, in attesa che il centrodestra proponga uno suo nome, a sfidare il sindaco uscente a Milano. Il fondatore di Italexit ha scelto di candidarsi alla guida della città perché è convinto che Sala ne abbia svenduto l’anima popolare: “Il modello di Sala è un modello che non mi piace, un modello in cui l’anima anche popolare di questa città viene meno e viene ceduto a un modello che è fatto di fondi finanziari, di grande finanza, di multinazionali.” Anche il ruolo di città internazionale secondo lui si è ormai perso: “Milano l’ha sempre avuta con le proprie aziende, anche con le proprie banche, che però stavano ancorate all’economia reale. Oggi non è una città internazionale: è una metropoli globalizzata e quindi priva di anima.”

# Centro destra: testa a testa Bernardo – Munari. Ma il sogno proibito è Cairo

Il nome del candidato del centro destra ancora non c’è, ma le ultime novità riportano di un testa a testa tra l’avvocato Alessandro Munari, professore, membro del consiglio di amministrazione del Giornale e della Pbf e Luca Bernardo, responsabile del reparto di Pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli, professionista le cui doti sono riconosciute a destra e a sinistra e che parrebbe in leggero vantaggio. 

In base ad alcune indiscrezioni ci sarebbe però un altro profilo papabile a ricoprire il ruolo di sfidante di Sala, Urbano Cairo: proprietario di LA7, Rcs e del Torino Calcio, forse il vero sogno proibito del centro destra visto che secondo alcuni sondaggi interni avrebbe maggiori possibilità di insidiare il sindaco uscente rispetto ai nomi in circolazione. In passato si era anche parlato di lui come possibile erede di Silvio Berlusconi alla guida di Forza Italia.

Continua a leggere con: Il buono, il brutto e il cattivo: le TRE NUOVE IPOTESI per il CANDIDATO del CENTRO DESTRA

FABIO MARCOMIN

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🛑 Opere d’arte fatte con i FIORI: la meravigliosa installazione che colora VIA DELLA SPIGA

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credits: Andrea Cherchi

Un’iniziativa che parte da Hines e collabora con l’Associazione Amici di Via della Spiga, e i patrocini del Comune di Milano e del Comune di Noto, per colorare le strade di Milano portando un po’ di buon umore. Una collaborazione, oltre che essere magnifica, riesce a evidenziare la vera identità di Milano con il suo grande bagaglio artistico e culturale.

Vediamo cosa si tratta con le foto di Andrea Cherchi.

Opere d’arte fatte con i FIORI: la meravigliosa installazione che colora VIA DELLA SPIGA

# Milano a COLORI

credits: Andrea Cherchi

Per celebrare e rendere omaggio Milano nella sua ripartenza, il Comune ha preso la decisione di portare un po’ di colori e profumi in una delle sue vie più importanti: Via della Spiga. Per questa occasione, la via si prepara ad ospitare la tradizione antica dell’infiorata, ispirandosi alla regina delle infiorate: quella di Noto.

# 13 protagonisti incarnano l’identità della città

credits: Andrea Cherchi

Saranno proprio i principali maestri dell’infiorata siciliana a realizzare la “Semina delle idee”, un percorso realizzato esclusivamente con fiori, petali, e boccioli con i quali vengono disegnate immagini ispirate ai 13 protagonisti che da sempre rappresentano i settori chiave di Milano, come il design, la moda, il lifestyle, la cultura. Ogni immagine creata con cura e pazienza incarna l’identità sociale e culturale di Milano, a partire da personalità di spicco come Piero Lissoni, Patricia Urquiola, oppure Carla Sozzani e Giuliano Calza.

# Milano rinasce come un fiore

credits: gazzetta del sud

L’iniziativa ha come obiettivo principale quello di celebrare Milano e la sua rinascita attraverso quadri floreali che incantano chi passa per la Via Della Spiga e li accompagna per tutta la sua lunghezza con messaggi ispirazionali, mostrando come la bellezza e l’arte possano nascere dalle piccole cose, seminando (letteralmente) idee per la strada. Impossibile non fermarsi qualche minuto ad osservare questo spettacolo colorato, così suggestivo e inaspettato.

# Milano non si ferma

credits: @fiori_per_passione su IG

La città, ancora una volta, dimostra la sua resilienza e la sua capacità di rinnovarsi con stile ed eleganza.  In questa iniziativa, Nord e Sud s’incontrano e uniscono le loro forze: “il progetto vuole sottolineare quanto un tessuto urbano sia anche un tessuto culturale, di vero interscambio tra luoghi, persone e bellezza. Il Nord e il Sud, l’unione dei valori locali per la nuova rinnovata energia di Milano che di tutta l’Italia vuole essere motore ed energia”. Così ne parla Mario Abadessa del gruppo imprenditoriale Hines.

# La prima edizione è iniziata il 1 Luglio

credits: Andrea Cherchi

Già da ieri la Via Della Spiga è piena di fiori e colori, e rimarrà così fino a sabato 3 luglio, ospitando ben 60 infioratori di Noto, i quali trasformeranno oltre 100 metri della strada in una mostra a cielo aperto, ravvivato da 13 tele dipinte dai petali di 200 mila fiori.

Continua a leggere con: Il BORGO CELTICO a un’ora da MILANO

SELENE MANGIAROTTI

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Il lockdown degli indios

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Sbarco di Colombo nel Nuovo Mondo, incisione di Theodore de Bry (1594)

La storia insegna che una delle cause della vittoria degli spagnoli sulle civiltà precolombiane è stata l’arma biologica.

L’America, isolata da almeno diecimila anni dal resto dell’umanità, non aveva avuto la possibilità di sviluppare gli anticorpi contro le comuni malattie che circolavano liberamente nell’Eurasia.

Uno dei virus che provocò il numero maggiore di morti tra gli indios fu il virus del raffreddore. Un virus innocuo per sistemi immunitari abituati alla sua presenza, fatale per chi non l’aveva mai incontrato.

La lotta tra virus e organismi viventi è una lotta che si gioca giorno per giorno. Il virus si adatta all’uomo e l’uomo si adatta al virus. Più frequente è l’esercizio del sistema immunitario nei confronti del virus e più efficace è la risposta dell’organismo.

Tanto più una società è aperta verso il resto del mondo e tanto più sviluppa gli anticorpi nei confronti degli elementi patogeni dell’ambiente. Ed è anche più resistente nei confronti dei pericoli potenziali. Invece le civiltà che si sono più chiuse si sono rivelate impreparate alle sfide della realtà e dei nuovi pericoli.

Questo avviene anche per le idee e per la cultura. Le società che si chiudono o che non si confrontate con le altre culture tendono ad avere una visione del mondo incompatibile con la realtà.
L’unica via di uscita possibile in una situazione di emergenza è avere il coraggio di affrontare i pericoli. La fuga o la chiusura non sono mai state la soluzione.

Continua la lettura con: La variante italiana

MILANO CITTA’ STATO

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Le feste di paese più STRANE d’Italia

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Credit: turismo.it

Nel Belpaese abbiamo feste di tutti i tipi. Folklore, tradizione, scontri secolari risalenti al Medioevo e dispute di tutti i tipi hanno lasciato in eredità eventi popolari degni di nota in tutta la Penisola.
Certamente il Palio di Siena e il calcio in costume fiorentino (che non è proprio una festa quanto un torneo a sé stante) sono fra i più celebri, così come i variegati carri del carnevale viareggino.

Ma a parte le festività pagane e cristiane, ci sono molte feste di paese sconosciute ai più che val ben la pena di ricordare. Andiamole a vedere assieme.

Le feste di paese più STRANE d’Italia

# Il Carro di Terlizzi

Credit: baritoday.it

Narrarvi la Festa Maggiore di Terlizzi, meglio conosciuta come festa del Carro, non è affatto impresa semplice, non tanto per le molte fasi in cui si articola quanto per l’emozione di assistere a un evento, a cui ho personalmente avuto la fortuna di assistere durante l’infanzia, così fortemente sentito dal territorio e tanto particolare da essere unico al mondo.

Il primo fine settimana d’agosto, un enorme carro ligneo su quattro ruote, smontato e rimontato ogni anno, percorre le vie strette del paese spinto esclusivamente da persone che si collocano nella pancia cava del carro, seguendo la direzione data dai timonieri.

Sono loro la vera particolarità della festa: i timonieri, vestiti da elfi, con movimenti strani e quasi saltellanti indirizzano il carro nella giusta direzione, procedendo lungo strade strettissime, in cui il carro quasi sfiora i balconi che affacciano sulle strade e affrontando, tra i vicoli e le piazze, curve impressionanti.

L’aspetto curioso è che sopra di esso, ogni anno, siedono incuranti del pericolo tanti bambini delle scuole terlizzesi, paesino del barese soprannominato “Città dei Fiori”.

Ogni abitante di Terlizzi ha la sua curva preferita, quella che ritiene più difficile o con una vista più coinvolgente, ma è certamente la curva finale, quella più ripida, che tiene tutti con il fiato sospeso.

# Gli scacchi umani di Marostica

Credit: ilturista.info

Gli scacchi di Marostica risalgono addirittura agli anni ‘50 del XV secolo, ovvero agli sgoccioli del Basso Medioevo, che per alcuni storici finì con la scoperta dell’America (1492), per altri con la presa di Costantinopoli da parte dei Turchi Ottomani (1453).

Marostica era fedelissima della Repubblica di Venezia e il suo governo era retto da un podestà. Pare che due guerrieri, Vieri da Vallonara e Rinaldo d’Angarano, avessero perso la testa per tal Lionora, il cui papà Taddeo Parisio per evitare spargimento di sangue propose che i duellanti deponessero le armi e si sfidassero a scacchi ma non degli scacchi qualunque.

La partita dove avvenire all’interno di uno scenario di piazza con pezzi della scacchiera composti da figuranti e, come cornice, sbandieratori, menestrelli e fuochi.

A spuntarla, conquistando partita e cuore della bella Lionora fu Vieri da Vallonara, e l’evento divenne presto leggenda, ritrovando vita dal 1923 con una partita simbolo e poi definitivamente riproposto a cadenza biennale, ogni secondo weekend di settembre, dal 1954.

Naturalmente senza dispute amorose e cavalieri a contendersi il premio, ma per il solo gusto di una meravigliosa tradizione medioevale che non aspettava altro che d’esser resuscitata. Lo spettacolo da non perdere comprende più di 500 figuranti e dura non meno di due ore.

# La Battaglia delle Arance di Ivrea

Credit: fabiocamadona.com

Nell’incipit abbiamo parlato dei carri del carnevale viareggino, ma pochi carnevali, in Italia, hanno il sapore esplosivo e la potenza della vitamina C del carnevale di Ivrea. Una festa a dir poco assurda, dove si inizia a bere dalla mattina presto e dove la cittadina piemontese viene messa letteralmente a ferro e a fuoco da milioni di arance, scagliate da figuranti sul carro protetti da maschere in cuoio verso gli aranceri a piedi (e viceversa) che simboleggiano la lotta al tiranno, proprietario terriero e padrone di questo prezioso frutto.

La battaglia è un concentrato di lealtà ed ardore, e si tiene con una divisione in nove squadre ognuna delle quali occupa una zona diversa della città.

Se volete avere un’idea della follia che regna nei giorni della Battaglia a Ivrea, gustatevi
le immagini che il cantautore piemontese Cosmo ha fatto girare e montare nel videoclip di una sua famosa hit, il cui titolo è non a caso “L’ultima festa”.

# La Macchina di Santa Rosa a Viterbo

Credit: varesenews.it

La tradizione del trasporto della Macchina di Santa Rosa, simile per certi versi al Carro di Terlizzi, è una delle tante cose di cui la città di Viterbo va fierissima, e ogni anno questa tradizione si rinnova e viene portata avanti con grandissimo fervore.

A Viterbo il culto di Rosa, da molti considerata santa quando ancora era in vita, ebbe inizio subito dopo la sua morte (6 marzo 1251).
Il 4 settembre del 1258 la salma di Rosa, rinvenuta incorrotta, fu traslata a spalla da alcuni
cardinali, alla presenza di papa Alessandro IV, nel monastero di San Damiano (attuale chiesa di Santa Rosa) dove tuttora è custodita e venerata.

Da questo evento ha origine la tradizione del trasporto della Macchina di Santa Rosa: da più di 800 anni per le vie di Viterbo viene trasportata una struttura alta 30 m e pesante 5000 kg.

Sulla cima della macchina la statua di Rosa veglia sulla città, mentre il termine “macchina” deriva dal latino machina per indicare una struttura di un’opera in muratura o di legno.

Nel corso del XVIII secolo la Macchina cominciò ad assumere enorme importanza e crebbero anche le sue dimensioni. Ancora oggi, cento valorosi uomini grazie alla loro
forza e devozione fanno si che ogni viterbese possa ricordare e rendere omaggio a Rosa, la “santa bambina”.

# La torta dei Fieschi a Lavagna (Ge)

Credit: turismo.it

Sbarchiamo in Liguria, nella riviera di Levante, e leggiamo la leggenda secondo cui il conte Opizzo Fiesco nel lontano 1.230 torna vittorioso dalla guerra, decidendo di celebrare l’evento sposando un’elegante dama che rispondeva al nome di Bianca dei Bianchi.

Le nozze vennero celebrate con grande sfarzo, tanto da offrire alla popolazione una gigantesca torta nuziale. Talmente grande che la sua eco ha attraversato otto secoli. La manifestazione dei Fieschi di Lavagna è una delle più antiche oltre che più belle e suggestive del panorama folkloristico italiano.

Dal 1949, ogni 14 agosto, un sontuoso corteo storico in costume medievale attraversa le vie del comune genovese di Lavagna e si conclude ai piedi della Torre Fieschi, ricostruzione di un’antica costruzione militare tuttora inglobata nel tessuto urbano.
Ancora oggi, dopo la lettura del proclama delle storiche nozze, si effettua il “taglio della torta”: un dolce di tredici quintali confezionato dai maestri pasticceri di Lavagna.

La distribuzione del dolce ai presenti (una folla che, da anni, non scende mai sotto le quindicimila persone) avviene solo a chi si presenta con la compagna di biglietto. Ai partecipanti infatti si danno dei biglietti, blu per gli uomini rosa per le donne, con scritta una parola. Chi trova la parola corrispondente su un biglietto di colore opposto ha diritto a due fette di torta che celebrano la nuova coppia. Si susseguono i festeggiamenti in onore dei Conti sposi, con momenti spettacoli ricreati dai figuranti della manifestazione: giochi d’arme e duelli cortesi, bandiere, danze e musiche medievali, mangiafuoco e molto altro ancora.
Ora, come sempre, tocca a voi, amici lettori di Milano Città Stato.

Avete mai preso parte a una di queste feste?

Continua la lettura con: I 10 migliori RISTORANTI ITALIANI all’ESTERO

CARLO CHIODO

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Il ponte TIBETANO nella città metropolitana di MILANO

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credits: @smoke_onee su IG

Nell’immaginario comune, è probabile che ci si aspetti di vedere un ponte tibetano in luoghi un po’ sperduti, dove per essere raggiunti è necessario percorrere sentieri scoscesi e stradine impervie immerse nella natura. A volte, però, si possono osservare a pochi passi dalla città senza il bisogno di partecipare a lunghe e stancanti escursioni.

Dove possiamo vederlo, dunque, questo ponte? Scopriamolo con MB News.

Il ponte TIBETANO nella città metropolitana di MILANO

# Il ponte a due passi da Milano

credits: @giovignale su IG

Si chiama “Ponte dei 3 salti” ed è il ponte tibetano che possiamo facilmente trovare alle porte di Milano, più precisamente, si trova a Turbigo. La cittadina, che si sviluppa lungo il Naviglio Grande, è ospite di un’inaspettata sorpresa.  Proprio nel Parco Lombardo della Valle del Ticino, si erge questo bellissimo ponte a 8 metri di altezza dal livello dell’acqua. Il nome del ponte è certamente curioso: deriva semplicemente dal nome della località in cui si trova, Via Tre Salti.

# Una passeggiata tra i boschi a 8 metri da terra

credits: vareseperibambini.it

Il ponte, lungo circa 70 metri, è stato costruito nel 2008 ispirandosi alla tradizione tibetana ma mantenendo sembianze più moderne e in linea con la cittadina di Turbigo. Costruito in acciaio e in legno, il ponte si snoda in direzione Nord-sud, costeggiando il Ticino e offrendo una panoramica sulle sponde del fiume e sui boschi nel quale si immerge. Qui, ci si può godere il paesaggio aggiungendo quel tocco di brio rimanendo sospesi a 8 metri sull’acqua. Non sarà un’altezza da brividi, ma sicuramente fa il suo effetto.

# …e dopo un tuffo nel Ticino

credits: @ernica_la54 su IG

L’accesso al ponte è libero e sicuro, purché si osservino le dovute precauzioni come attraversare in fila indiana senza correre, saltare o fare bruschi movimenti. Dopo aver attraversato il ponte, ci si può comodamente rilassare tra le piccole spiagge di sassi del Ticino e, perché no, provare a fare un bel bagno rinfrescante.

Continua a leggere con: In Lombardia si sta costruendo il PONTE TIBETANO più LUNGO del MONDO

SELENE MANGIAROTTI

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🛑 L’open air più STILOSO di Milano: inaugura il CINEMA all’APERTO di FONDAZIONE PRADA

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Foto Delfino Sisto Legnani e Piercarlo Quecchia. Courtesy Fondazione Prada

Per la prima volta le pareti del Cinema della Fondazione Prada di Milano scompariranno per dare vita a un inedito cinema all’aperto. Ecco come sarà la sala open air e il cartellone in programma.

L’open air più STILOSO di Milano: inaugura il CINEMA all’APERTO di FONDAZIONE PRADA

# Inaugura il 2 luglio il cinema all’aperto della maison milanese

Credits fondazioneprada IG – Cinema

Per la prima volta le pareti del Cinema della Fondazione Prada di Milano verranno fatte slittare aprendo completamente la sala all’esterno, scoprendo un inedito cinema open air. Multiple Canvases è il titolo del programma delle proiezioni curato da Luigi Alberto Cippini che debutterà il 2 luglio e proseguirà fino al 25 settembre, con spettacoli dal giovedì al sabato alle ore 21.45.

twitter – Cinema fondazione Prada

Le superfici specchiate dell’edificio “scompariranno” per tutto il periodo estivo e si potranno ammirare “le poltrone in velluto giallo, Battaglia, l’opera in ceramica e vernici fluorescenti realizzata nel 1948 da Lucio Fontana oggi affissa nel Foyer” e i film in programmazione. 

# Il cartellone delle pellicole è stato selezionato da artisti con un legame speciale con Fondazione Prada

Credits fondazioneprada IG – Apertura pareti cinema

Il cartellone è una selezione di pellicole cinematografiche scelte da quattro artisti che hanno un legame speciale con Fondazione Prada: Simon Fujiwara presente con la mostra “Who the Bær” allestita al piano terra del Podium, Peter Fischli in mostra a Venezia, Goshka Macuga che presentò “To the Son of Man Who Ate the Scroll” nel 2016 e Betye Saar nel 2017 con la sua mostra antologica.

Credits fondazioneprada IG – Interno cinema

Sono queste cinque i film che saranno in programma fino al 24 luglio:

  • Orphée noir (1959) di Marcel Camus (selezionato da Betye Saar)
  • Bara No Soretsu – Funeral Parade of Roses (1969) di Toshio Matsumoto e Nippon Sengoshi (selezionato da Simon Fujiwara)
  • Madamu Onboro No Seikatsu – History of Postwar Japan as Told by a Bar Hostess (1970) di Shohei Imamura (selezionato da Simon Fujiwara)
  • Nostalgia de la luz (2016) di Patricio Guzmán e Sayat Nova / Nran Guyne (selezionato da Goshka Macuga)
  • Il colore del melograno (1966) di Sergej Paradžanov (selezionato da Goshka Macuga).

Continua a leggere con: A Milano l'”ARTE NON NEI MUSEI”: il tour di teatri e cinema dove ammirare opere d’arte

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Il MERCATO COPERTO PREALPI rinasce con un RESPIRO EUROPEO: ecco il progetto

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Credits: milanoevents.it Mercato coperto

Un canone di affitto di 17.500 euro annui e tutte le ristrutturazioni a carico del nuovo locatario per poter rilanciare il mercato coperto in Piazza Prealpi nel quartiere Cagnola, nel municipio 8.

Il MERCATO COPERTO PREALPI rinasce con un RESPIRO EUROPEO: ecco il progetto

# Da luogo di degrado a centro polifunzionale

Credits: blog.urbanfile.org
Mercato coperto prealpi

Dopo gli antichi fasti la struttura ha vissuto un lento degrado che ha visto diminuire le presenze dalle 35 previste a 12. In cerca di un meritato rilancio, per una situazione che non dovrà essere solo vendita ma spazio di aggregazione, il Comune, attraverso Palazzo Marino, informa gli interessati che nel progetto c’è proprio una ricerca di rilancio con interventi strutturali che diano vita a un luogo polifunzionale che rilanci la vita del quartiere.

# Il progetto si ispira ai mercati coperti delle grandi città europee

Credits: urbanpost.it
Mercato coperto Barcellona

Certamente sono importanti i lavori che si dovranno effettuare a causa del degrado in cui versa l’intera struttura, ma la direzione non è solamente quella già segnata da altri mercati rionali che sono stati riportati alla piena operatività quali Lorenteggio, Wagner e altri ancora. Ci si ispira ai famosi mercati al chiuso delle capitali europee, quelle strutture che già solo per l’architettura richiamano non solo clienti ma turisti da tutto il mondo. Libera iniziativa a chi vorrà cimentarsi nella nuova gestione che prevede 20 anni di contratto, quanto basta per rientrare degli investimenti che verranno effettuati.

# E’ tutto nelle mani dei futuri investitori

Credits: milanoevents.it
Mercato coperto

Saranno vagliati i progetti partendo dal presupposto che, chi si porterà a casa il contratto, dovrà adeguare tutti gli impianti e, soprattutto, dovrà garantire l’impegno lavorativo al personale che sta operando nella struttura. Cristina Tajani, assessore politiche per il lavoro, attività produttive e commercio, crede molto nel progetto e nel fatto che bisogna puntare molto sui food market come futuri centri di aggregazione. Ora la palla è in mano dei futuri investitori.

 

Fonti: milanotoday.it

Continua la lettura con: A Milano ha aperto il SUPERMERCATO dove NON SI PAGA

ROBERTO BINAGHI

Leggi anche: Panzerotti di Luini a Milano, per il forno un nuovo traguardo: il “vecchio” Luigi compie 90 anni

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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Andare in SPIAGGIA su MARTE: si può fare in Italia

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Credits: @lapolodelo Cava di Bauxite

Mentre la NASA e tutte le agenzie aerospaziali del mondo stanno cercando di mandare l’uomo su Marte, gli italiani possono già fare un passo sulla terra rossa, almeno in parte. Nel BelPaese c’è infatti una spiaggia che sembra proprio far parte del Pianete Rosso, come se fosse stato preso un pezzo di Marte e catapultato sulla Terra.

Andare in SPIAGGIA su MARTE: si può fare in Italia

# La Cava di Bauxite: sabbia rosso fuoco, laghetto verde smeraldo

Credits: @salento.inunoscatto
Cava di Bauxite al tramonto

Si chiama Cava di Bauxite ed è uno dei posti più belli e incredibili del Salento. Più precisamente si trova ad Otranto, vicino al Faro di Punta Palascia e al Monte Sant’Angelo, ed è un posto dove la sabbia è rosso fuoco e il laghetto verde smeraldo.

Dal 1940 la Cava di Bauxite è stata usata come area di estrazione della bauxite, roccia sedimentaria e principale fonte per la produzione di alluminio. Nel 1976, però, si bloccò l’attività, lasciando la cava a sé stessa. Non fu per niente un male, perché nella cava si creò un vero e proprio nuovo ecosistema lacustre. Le infiltrazioni d’acqua in una delle falde del terreno portarono alla formazione un laghetto verde smeraldo, dal colore così sgargiante proprio per la presenza della bauxite.

# La spiaggia rosso fuoco

Credits: @lapolodelo
Sabbia Cava di Bauxite

Sempre a causa, o grazie, alla presenza di sedimenti della roccia, il terreno assume una colorazione rosso fuoco, che, insieme al verde smeraldo del laghetto e alla vegetazione circostante, crea una combinazione di colori tale da ricordare i grandi Parchi Americani, o addirittura Marte. Se poi si visita la cava durante il tramonto, lo spettacolo è indescrivibile.

Unico problema è che il laghetto non è balneabile perché l’acqua è acida e urticante, alcuni dicono addirittura che ci siano serpenti all’interno. Considerando però che si è in Puglia e a circa 1 km da uno dei mari più belli d’Italia, il fatto di non potersi tuffare nel laghetto non è così male.

# Le altre bellezze nelle vicinanze

Credits: @salentoland
Laghi Alimini

La Cava di Bauxite è a circa 1,5 km da Otranto, in una posizione perfetta se si pensa che prima si visita la città e poi ci si gode il tramonto dalla Cava di Bauxite. La vicinanza con la città rende la cava facilmente raggiungibile sia in macchina che a piedi, ma non è solo una visita ad Otranto quello che si può fare dalla cava. Vicino alla Cava ci sono: il Faro della Palascia, il punto più a est dello stivale da cui ammirare il sorgere del sole, la Torre del Serpe, raggiungibile attraverso una camminata, oppure si può andare a vedere l’oasi di pace e relax dei laghi Alimini.

Continua la lettura: In Puglia la “SPIAGGIA più BELLA del mondo”: celebrata all’estero, sconosciuta in Italia

BEATRICE BARAZZETTI

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La “CRISI della CASA” può essere RISOLTA? Oltre 10.000 case POPOLARI VUOTE a MILANO

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Credits: @webantv IG Murales AMA in via del Turchino a Milano

La “crisi della casa” a Milano prosegue da anni ed è stata ulteriormente accentuata dalla pandemia. La buona notizia? Potrebbe essere risolta in modo relativamente semplice.

La “CRISI della CASA” può essere RISOLTA? Oltre 10.000 case POPOLARI VUOTE a MILANO

Nel territorio milanese sono circa 16.000 le famiglie in attesa di un appartamento, di cui sono ben 10/12 mila quelle davvero in crisi. La cifra fa rabbrividire e la situazione diventa ancor più raccapricciante se si considera che al momento sono circa 10.000 gli alloggi Aler e Mm totalmente vuoti. La “crisi della casa” milanese sarebbe dunque risolta se questi appartamenti venissero utilizzati, perché ciò non avviene?

# 10.000 appartamenti vuoti tra sfitti e inagibili

credit: milano.corriere.it

Prima di capire il perché gli alloggi non vengano utilizzati occorre specificare che non sono tutti pronti all’uso: di questi 10.000, ben 3.000 sono ad oggi inagibili ma restano comunque oltre 7.000 le case sfitte. Considerando che il patrimonio di edilizia pubblica milanese è il più esteso d’Italia e conta circa 58.000 case di proprietà dell’Aler e di Mm, che gestisce le case per conto del Comune, 10.000 abitazioni vuote non sono poche.

# Ma non solo: sono oltre 5.000 gli alloggi che andrebbero liberati

credit: masterx.iulm.it

E se già con questi 10.000 appartamenti si potrebbe quasi annullare la “crisi della casa” in città, non è finita qui. Si aggiungono a questa cifra anche 400 abitazioni su cui pende ad oggi un “decreto di rilascio” che è esecutivo sin dal momento della firma. Cosa significa? Che sono case da liberare. Non per abusivismo come si potrebbe pensare. Gli inquilini, inizialmente regolari, hanno perso il diritto ad abitarci per varie illegalità: subaffitti, alloggi lasciati vuoti per oltre 6 mesi (magari perché si ha una casa altrove), subentri o ospitalità non dichiarati, abitazioni utilizzate per spaccio o prostituzione. Inoltre sono circa 5.000 gli alloggi che dovrebbero essere liberati per “decadenza economica”, poiché i proprietari nel tempo hanno aumentato di molto il loro reddito e in parole povere: non ne hanno più bisogno né diritto (la soglia Isee per poter accedere all’edilizia popolare è di 35 mila euro). Nonostante i decreti siano chiari a livello teorico, spesso a livello pratico vengono ignorati e non rispettati.

# L’abusivismo è un capro espiatorio? Assegnazioni rallentate per problemi amministrativi ed economici… ma non solo

credit: difesapopolo.it

Dunque non esiste solo il problema dell’occupazione abusiva? Assolutamente no. In confronto alle casistiche elencate sopra, gli alloggi abusivi appaiono davvero come un problema marginale. La politica ha influenzato per anni l’opinione pubblica, affermando che la lenta assegnazione delle case popolari era fortemente influenzata dall’abusivismo, quando ad oggi sappiamo che sono circa 3.000 gli alloggi abusivi e nonostante sia di fondamentale importanza far rispettare le leggi, gli oltre 15.000 appartamenti fantasma risolverebbero di gran lunga l’emergenza abitativa. Un dirigente pubblico che segue da anni la questione case infatti è dubbioso, si chiede: “Perché si guarda così tanto agli abusivi? Case vuote da ristrutturare e assegnare ne abbiamo migliaia. […] Da anni stiamo insinuando nelle famiglie il dubbio che le case mancano perché sono occupate da abusivi. Non è vero. Migliaia di alloggi restano sfitti. Affondano nelle sabbie mobili.

Nel biennio 2018/2019 le abitazioni assegnate dal Comune sono state 1.344 e ancor meno sono quelle assegnate dall’Aler: solo 1.160. Indubbiamente ci sono dei problemi amministrativi e gestionali che rallentano le assegnazioni ma è lo stesso dirigente di Aler a sottolineare come non siano questi gli unici ostacoli: “Sono le sabbie mobili amministrative, mescolate alle difficoltà economiche, gravate da problemi antichi, impastate da interessi politici“, interessi politici che da anni utilizzano l’abusivismo come capro espiatorio per affossare i loro interessi. Infatti, i quartieri popolari assicurano moltissimi voti durante le elezioni e alterarne gli equilibri può essere una mossa azzardata e sconveniente.

Il problema ad oggi persiste e riutilizzare le case ancora vuote o da liberare permetterebbe di risolvere due questioni: la crisi abitativa ulteriormente peggiorata dalla pandemia, e la continua costruzione di nuovi edifici quando moltissimi risultano inutilizzati. In Giappone è molto diffusa la pratica del Kintsugi – letteralmente “riparare con l’oro” in cui oggetti di ceramica rotti vengono riparati e impreziositi da oro e argento liquido. Dovremmo prendere esempio da questa concezione orientale secondo cui tutto può essere riutilizzato, e dare nuova vita alle vecchie e inutilizzate abitazioni popolari.

Leggi anche: La CASETTA nel GRATTACIELO

ROSITA GIULIANO

Continua la lettura con: L’anarchia è un principio naturale

MILANO CITTA’ STATO

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10 passi per TRASFORMARE chiunque in MILANESE

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Olandese milanese. Credits: @ blue_gold_fish_amsterdam IG

Come diceva Manzoni la milanesità è un’attitudine che non è innata ma può essere acquisita. In un momento in cui l’Italia sta andando a picco, può essere utile a tutti sapere come si fa a trasformarsi in milanese. 

10 passi per TRASFORMARE chiunque in MILANESE

#1 Accelerare

E’ la prima condizione. Bisogna abituarsi a fare qualunque cosa più veloce: nei modi di fare, parlare senza divagare, ma soprattutto quando ci si muove. Il milanese quando passeggia cammina, quando cammina corre. Perché camminare a Milano è spostarsi dal punto A al punto B nel modo più veloce del mondo. Non dimenticare poi di imparare ad infuriarsi con chi va lento.

#2 Bisogna essere in grado di rispondere senza tentennamenti alla domanda “di cosa ti occupi?”

Il milanese deve sempre sapere che cosa sta facendo. Deve saperlo dire preferibilmente usando termini inglesi, specie se non fa nulla. Obiettivo non è di soddisfare la curiosità di chi ha fatto la domanda, ma è di impressionare sempre. Deve trasformare ciò che fa in qualcosa di immaginifico.

#3 Abituarsi a parlare di lavoro sempre

Deve sempre fare finta di fare sempre qualcosa. Arrivare in un posto sapendo già di dover andare da un’altra parte, essere da una parte ma avere già tre altri appuntamenti in tre luoghi differenti, al limite andare in posti inutili. E in tutti i posti bisogna passare per 5 minuti per poter dire “non ci siamo visti ma io c’ero”.

#4 Saper dire ueeeeee, feeeeega, con l’accento giusto

Credits affaritialiani.it – ibrahimovic-milan10

E capire il corretto significato di sticazzi a Milano, che ha un significato diverso da Roma. Può servire frequentare degli anziani con il solo scopo di apprendere degli aneddoti sulla città da sfoderare all’occorrenza, ma senza entrarci in confidenza. E imparare a dire con disinvoltura Taaaccc!

#5 Avere sempre un posto da millantare quando chiedono cosa fai nel week end

Studiarsi durante la settimana gli eventi cool nel raggio di millecinquecento chilometri per poter dire “sono andato a Londra perchè c’era una mostra imperdibile”, “ho mangiato il Tofu ad Anversa perché è il migliore del mondo” o “come il salmone del fiume Tweed non c’è nulla al mondo”.

#6 Correggere la toponomastica

Si dice Santa, non Santa Margherita Ligure. Courma, non Courmayer eccetera eccetera. Non sognarsi di chiamare Parco Aniasi il Parco Trenno, mai dire Stadio Meazza invece di San Siro. Non sbagliare a inserire le denominazioni usate dai milanesi sui programmi di navigazione, non corrispondono quasi mai: tipo se digiti Courma ti manda in un paesino dell’India.

#7 Mettere l’articolo davanti ai nomi propri

@belenrodriguezreal
(instagram)

Si dice IL Mario, IL Gianni, IL Pirla. Dare nomignoli, tipo Francesco è Franz, meglio se tedeschi o nordici. Avere sempre amici stranieri da nominare nelle conversazioni e una certa propensione per tutto ciò che è austroungarico. Dire sempre “questa è una cosa di design, design, design” (ripetuto con tono più smorzato), tipo “Voglio fare un ristorante di design”, “ho dei piatti di design…”

#8 Imparare a parcheggiare in una mossa

A Milano vale più della carta d’identità.

#9 Cosa studiare

Serve sorbirsi un po’ di film e di scene tipiche con Pozzetto, Celentano, Paolo Rossi dei tempi d’oro, Abatantuomo quando non fa il terruncello, gli Aldo Giovanni e Giacomo ma solo d’annata, non di quelli di oggi che piacciono ai non milanesi. Occhio che spesso i milanesi di successo nel resto d’Italia a Milano sono terribilmente out. Di solito erano famosi quindici anni fa.

#10 Laurearsi in sharing

A Milano il senso della vita è come ti muovi. Occorre avere almeno 3 tessere di car sharing, sapersi districare con la migliore combinazione tra mezzo pubblico, passaggio dell’amico, car sharing, uber, senza dimenticare di fare almeno tre minuti a piedi per avere l’odore di CO2 e di PM10.
Poi devi comprare lo scooter o la bici.
La bici deve costare più dello scooter, la prima regola è quella. Se no non hai capito come funziona. E poi te la devi fare rubare perché a tutti i milanesi gliel’hanno rubata almeno una volta. E’ un rituale di iniziazione.

Continua la lettura con: Parole per mimetizzarti quando arrivi a Milano

MILANO CITTA’ STATO

Special thanks to Ivan Salvagno

Continua la lettura con: L’anarchia è un principio naturale

MILANO CITTA’ STATO

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La variante italiana

1

È stato pubblicato il documento ufficiale riguardante il Green Pass tradotto in tutte le lingue d’Europa. La traduzione italiana non corrisponde al testo originale.

L’articolo 36 infatti recita in inglese la seguente disposizione a tutela della libertà di scelta dei cittadini nei confronti del vaccino:

“è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici […] o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate“.
 

In tutte le lingue è stata tradotta fedelmente, tranne una. Solo nella versione italiana è stata cancellato “o hanno scelto di non essere vaccinate“.

Regolamento certificato europeo

La cosa grave è che non si tratta di un documento che poteva essere declinato o adattato dai singoli stati, ma è una traduzione.
L’omissione nella traduzione di un contratto o di una legge è una truffa.

In questo caso la truffa è nei confronti dell’Unione Europea che ha definito una tutela da adottare per un documento abilitato su tutto il suo territorio, ma che nella traduzione in italiano tradisce la volontà originaria e condivisa dagli stati.

Quali saranno le conseguenze dei cittadini per questa omissione?

Nascerà una doppia serie di problemi. Da un lato i cittadini italiani che non avranno deciso di vaccinarsi non saranno tutelati in Italia, mentre all’estero sì ma senza saperlo.
Dall’altro lato i cittadini stranieri che verranno in Italia pensando di essere tutelati potranno subire discriminazioni inaspettate, nonostante le garanzie previste dall’Europa.

Il fatto che su un documento così cruciale e vitale, perché rappresenta una possibile contraddizione al valore fondante della libera circolazione in Europa, sia stato omesso il punto fondamentale di tutela della libertà di scelta dei cittadini, non è solo un fatto molto grave dal punto di vista giuridico e dei rapporti internazionali.

Ma è anche la prova documentale che esiste una volontà di manipolazione a livello istituzionale in Italia nella gestione dell’emergenza sanitaria.

Continua la lettura con: Green Pass europeo: nella traduzione in italiano è scomparsa la libertè di scelta

MILANO CITTA’ STATO

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🛑 Green Pass Europeo: nella traduzione in italiano è SCOMPARSA la LIBERTÀ di SCELTA

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Regolamento certificato europeo

Sul sito ufficiale dell’Unione Europea è pubblicato il documento uscito sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea che norma il Green Pass su tutto il territorio dell’Unione. Sul sito si trovano i PDF di tradizione del documento in tutte le lingue. Solo nella versione italiana appare un’anomalia. Nel testo tradotto in italiano è scomparso un elemento fondamentale del documento a tutela dei cittadini. Vediamo il raffronto tra il documento tradotto in italiano e le altre traduzioni che, invece, riportano fedelmente il testo originario. 

🛑 Green Pass Europeo: nella traduzione in italiano è SCOMPARSA la LIBERTÀ di SCELTA

# Nella traduzione italiana è stata censurata la libertà di scelta

Regolamento certificato europeo

Nel regolamento sul green pass europeo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, tradotto nelle lingue dei Paesi che hanno finora deciso di aderire a questa sorta di “passaporto vaccinale”, al punto 36 è specificato cheè necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici […] o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate“.

In tutte le Nazioni dell’Unione il contenuto originale è stato tradotto letteralmente. L’unica eccezione è la versione italiana in cui è stata rimossa la possibilità di decidere se vaccinarsi: la frase “o hanno scelto di non essere vaccinate” è stata omessa nella traduzione.

Non è un dettaglio, visto che l’assenza di questa frase trasforma il documento europeo da una forma di tutela dei cittadini contro ogni forma di discriminazione al suo opposto: un documento che nella traduzione italiana consente di discriminare chi abbia scelto volontariamente di non vaccinarsi. Eliminando la libertà di scelta vaccinale dalle ipotesi previste nel punto 36 del regolamento europeo, vengono poste le basi per rendere legittimo discriminare i cittadini italiani che hanno scelto di non vaccinarsi e/o che sono contrari ai vaccini. 

Link: testo integrale italiano e in lingua inglese

# In tutte le altre lingue viene confermata la libertà di scelta

Facendo una verifica approfondita sul sito Eur-Lex, il sito che riporta i documenti di leggi e regolamenti europei, risulta che nei regolamenti sul green pass tradotti nelle lingue di tutti gli altri Stati europei hanno mantenuto il testo originario, ossia come fattore di non discriminazione anche la scelta di non vaccinarsi. Vediamo gli estratti dei testi di ogni Nazione.

# Spagnolo

(36) Es necesario evitar la discriminación directa o indirecta de las personas que no estén vacunadas, por ejemplo, por motivos médicos, porque no forman parte del grupo destinatario al que se administra o autoriza actualmente la
vacuna contra la COVID-19, como los niños, porque aún no han tenido la oportunidad o han decidido no vacunarse. 

# Portoghese

Regolamento green pass Portogallo – Link testo integrale

# Greco

Regolamento green pass Grecia – Link testo integrale

# Maltese

Regolamento green pass Malta – Link testo integrale

# Francese

Regolamento green pass Francia – Link testo integrale

# Ungherese

Regolamento green pass Ungheria – Link testo integrale

# Sloveno

Regolamento green pass Slovenia – Link testo integrale

# Slovacco

Regolamento green pass Slovacchia – Link testo integrale

# Ceco 

Regolamento green pass Repubblica Ceca – Link testo integrale

# Bulgaro

Regolamento green pass Bulgaria – Link testo integrale

# Rumeno

Regolamento green pass Romania – Link testo integrale

# Polacco

Regolamento green pass Polonia – Link testo integrale

# Croato

Regolamento green pass Croazia – Link testo integrale

# Tedesco

Regolamento green pass Germania – Link testo integrale

Nota: nel testo tedesco la frase in questione è stata tradotta in modo ancora più esplicito a tutela della libertà di scelta: “perché non ne hanno avuto l’opportunità o perché sono contrari alla vaccinazione”

# Irlandese

Regolamento green pass Irlanda – Link testo integrale

# Estone

Regolamento green pass Estonia – Link testo integrale

# Lituano

Regolamento green pass Lituania – Link testo integrale

# Lettone

Regolamento green pass Lettonia – Link testo integrale

#Danese

Regolamento green pass Danimarca – Link testo integrale

# Olandese

Regolamento green pass Olanda – Link testo integrale

Nel testo tradotto in lingua olandese è tradotto in questo modo: “perché non hanno ancora avuto la possibilità di esserlo vaccinati, o perché preferiscono non essere vaccinati.”

# Svedese

Regolamento green pass Svezia – Link testo integrale

# Finlandese

Regolamento green pass Finlandia – Link testo integrale

Continua a leggere con: Singapore cambia strategia: “è come un’INFLUENZA. Presto stop a ogni restrizione”

FABIO MARCOMIN

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Nel CILENTO la VACANZA a DUE EURO al giorno

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San Mauro La Bruca. Credits: @cilentonature

Il Cilento viene spesso sottovalutato come meta per le proprie vacanze. Se le acque cristalline, i siti archeologici e i borghi arroccati non sono sufficienti, a San Mauro La Bruca hanno trovato la soluzione: affittare alloggi a 2 euro.

Vediamo insieme quest’iniziativa per incentivare il turismo.

Nel CILENTO la VACANZA a DUE EURO al giorno

# Vacanza in Cilento

Credit: @cilentomeraviglie

Il Cilento si trova in provincia di Salerno, nella Campania meridionale ed è un meta forse sottovalutata per trascorre le proprie vacanze.

Tra acque cristalline, borghi arroccati, siti archeologi e grotte mozzafiato il Cilento sembra invece essere un vero e proprio paradiso per l’estate.

A renderlo ancora più interessante c’è un “piccolo” dettaglio: nel Cilento le vacanze possono costare due euro al giorno. Vediamo dove. 

# Il paese che propone alloggi a 2 euro

Credit: @cilentoautentico

Nel Cilento c’è un paesino che per il secondo anno di fila propone alloggi a 2 euro al giorno a persona per una settimana.

Si tratta del piccolo comune di San Mauro La Bruca e questa proposta nasce dal desiderio di incentivare il turismo.

L’iniziativa era stata lanciata un anno fa dall’amministrazione comunale del sindaco Scarabino per rilanciare il turismo dopo le chiusure a causa della pandemia e quest’anno si farà il bis.

Funziona così: l’Amministrazione Comunale di San Mauro La Bruca metta a disposizione gratuitamente 6 camere doppie, in piazza Monsignor Pasquale Allegro, per 7 pernottamenti consecutivi.

Vacanze a 2 euro si rivolge a cittadini maggiorenni, italiani e stranieri, residenti fuori dalla regione Campania o all’estero, all’unica condizione che non abbiano parenti o affini residenti nel comune di San Mauro La Bruca.

# Un’iniziativa di successo e il rilancio dell’economia

Credit: @cilentonature

Nel 2020 l’iniziativa degli alloggi a 2 euro ha avuto un successo clamoroso che ha portato il sindaco del paesino a riproporre nuovamente il progetto.

L’anno scorso ci sono state più di 1500 richieste, che ovviamente non è stato possibile soddisfare.

Ma da dove nasce quest’iniziativa? La promozione del turismo permette, oltre a far scoprire questa zona, anche ai produttori locali di vendere i loro prodotti artigianali come formaggi, oli ecc.

Molti viaggiatori, dopo aver scoperto il Cilento, hanno infatti deciso di rimanere anche più giorni dopo l’offerta dei due euro, sostenendo quindi altri hotel e airbnb della zona.

Il Sindaco ha sottolineato che “tutte le attività commerciali del paese, tra cui ristoranti e pizzerie, si sono riempite per tutta l’estate e addirittura il bar del paese ha messo i tavolini in piazza trasformandosi praticamente in ristorante perché c’era tanta richiesta. La nostra iniziativa è stata un vantaggio per tutta la cittadinanza”.

# Un’idea per altre città

Quella di dare gli alloggi a due euro può sembrare una perdita a livello economico ma, come dimostrato da San Mauro La Bruca, non è così.

Offrire alloggi economici è un incentivo per i turisti che, comprando da negozi, ristoranti e botteghe locali, permettono comunque di avere un incasso elevato e positivo per questi paesini che hanno ricevuto un grande colpo dalla pandemia.

L’iniziativa delle vacanze a due euro potrebbe non fermarsi qui, il sindaco Scarabino ha infatti accennato alla possibilità di offrire alloggi a 2 euro in paese anche nel periodo autunnale e sotto le feste di Natale e Pasqua.

Potrebbe essere un’idea per altre città?

Continua la lettura con: Una VITA IN VACANZA: 10 LUOGHI in cui si può VIVERE SENZA (quasi) LAVORARE

ARIANNA BOTTINI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore       

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

La SPIAGGIA DEI MILANESI si trova in Sardegna

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Credits: @marianoaresuphotography IG

Se per caso vi dovesse capitare di sentire qualcuno che sta raccontando che quest’anno vorrebbe andare a fare una gita alla “Spiaggia dei Milanesi” non dovete alzare gli occhi al cielo pensando: “Oh caspita, che modo buffo per chiamare l’Idroscalo!”. In realtà chi vi sta comunicando il suo programma non ha nessuna intenzione di rimanere in territorio lombardo, la meta prescelta infatti è ben oltre i nostri amati confini, per l’esattezza dista da Milano 795 km.

La SPIAGGIA DEI MILANESI si trova in Sardegna

# Lido di Orrì: la bellezza selvaggia della Sardegna

Tortolì, cittadina situata nella costa centro orientale della Sardegna, possiede una piccola spiaggia incantevole chiamata comunemente: “Spiaggia dei Milanesi”, anche se il suo nome ufficiale è Lido di Orrì. Si trova nell’Ogliastra, terra di una bellezza selvaggia come molte zone della Sardegna. Siamo ben lontani dagli ambienti chic di Porto Cervo e Porto Rotondo, qui la natura è ancora in gran parte incontaminata e questo è il motivo per cui accontenta vari tipi di turisti: dagli amanti del mare a chi cerca una vacanza immersa nella tranquillità non modaiola.

Di tratta di una piccola spiaggia lunga 250 metri, caratterizzata da sabbia chiara, punteggiata da qualche scoglio. Il mare è cristallino, il fondale basso e sabbioso e determina una gamma di colori che vanno dall’azzurro al verde. L’accesso alla spiaggia non è comodo né immediato e nei periodi di alta marea non è raro infradiciarsi gli abiti per giungere sulla riva. La cala che la avvolge è tranquilla e riparata, circondata dal verde. Degli scogli delimitano il lato sud insieme al promontorio di Punta Musculedda.

# Perché si chiama “Spiaggia dei Milanesi”?

Il motivo risale a molti anni fa: una famiglia milanese decise di costruire una villetta con accesso diretto a tale spiaggia. Nel tempo tale villetta è rimasta l’unica con tale raro privilegio, motivo per cui le persone del luogo hanno iniziato a chiamarla facendo riferimento a questa quanto meno “intraprendente” famiglia.

# Come arrivare alla meta

Bisogna procedere lungo la Strada Statale 125 in direzione di Tortolì, prendere l’uscita per il paese e poco prima di entrarvi, svoltare a destra seguendo le indicazioni per il Lido di Orrì. Superato quest’ultimo, troverete uno spiazzo sterrato: a quel punto dovrete attraversare un sentiero in mezzo alla macchia mediterranea, camminare lungo gli scogli e poi saltare direttamente sulla spiaggia.

 

GIULIA PICCININI

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30 SQUAT per un biglietto della metro: potrebbe funzionare anche a Milano?

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credits: greenme

Le metropolitane sono luoghi curiosi.
Marc Augé li chiama non-luoghi.
Spazi dove tante personalità diverse s’incontrano, ma non si scontrano. Ognuno vive la sua vita e prosegue per la sua strada. Ci sono persone che con passo veloce si spostano con destrezza tra la gente per raggiungere il primo vagone disponibile, altre che cantano, suonano e intrattengono i passanti, altri ancora che cercano di venderti qualche oggetto.

Per questo, non è raro trovare anche qualche stranezza. Come vedere persone vestite in abiti formali che cercano di eseguire perfettamente 30 squat davanti a una macchinetta che vende biglietti per la metro. Fattistrani.it ci parla di questa curiosa quanto stancante iniziativa presa dalla Russia che si svolge proprio in metropolitana.

30 SQUAT per un biglietto della metro: potrebbe funzionare anche a Milano?

# Un nuovo modo di pagare

credits: greenme

Milano: potrebbe nascere un nuovo modo completamente gratuito per comprare i biglietti della metro. Prendendo come esempio quanto è avvenuto nella metropolitana di Mosca, in Russia. In occasione delle Olimpiadi di Sochi nel 2014, la città russa ha lanciato una nuova iniziativa per incentivare i cittadini a svolgere più attività fisica. Così, alla fermata metropolitana di Vystavochaya è stata aggiunta una macchinetta erogatrice molto speciale: facendo 30 squat (piegamenti) si poteva ottenere gratuitamente un biglietto della metro.

# Si potrebbe fare anche a Milano per promuovere le future Olimpiadi?

credits: fattistrani.it

La metropolitana è il mezzo di trasporto più utilizzato dai milanesi ed è per questo che l’iniziativa russa potrebbe funzionare bene anche nel capoluogo lombardo. In vista dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina del 2026, si potrebbe implementare questa nuova e divertente emettitrice di biglietti per avvicinare maggiormente i milanesi al prossimo evento delle Olimpiadi e, allo stesso tempo, spronarli a fare più movimento, sensibilizzando la popolazione sull’importanza dell’esercizio fisico e coinvolgendola sulle future Olimpiadi.

Fonte: fattistrani.it 

Continua a leggere con: 10 curiosità sulla METROPOLITANA di Milano che POCHI conoscono

SELENE MANGIAROTTI

Leggi anche: Pirelli 39, il bonus volumetrie nelle mani di Sala e Maran. Catella e Boeri attendono Palazzo Marino

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In Puglia la “SPIAGGIA più BELLA del mondo”: celebrata all’estero, sconosciuta in Italia

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Baia delle Zagare. Credits: @federicograziati IG

Che l’Italia sia uno dei Paesi più belli del mondo è cosa nota, quel che ancora ci sorprende è che all’estero celebrano alcuni paesaggi che a noi spesso sfuggono perché, forse, abituati a tale bellezza. E’ il caso della “spiaggia più bella del mondo”.

In Puglia la “SPIAGGIA più BELLA del mondo”: celebrata all’estero, sconosciuta in Italia

Credits: @
destinationpuglia IG

La baia delle Zagare è situata nel territorio di Mattinata, a circa 30 km da Vieste. Siamo quindi in Puglia e la baia, nota anche come Baia del Mergoli, è bagnata da un mare cristallino, avvolta da alte scogliere bianche e vanta 2 faraglioni in roccia calcarea che la rendono unica e meravigliosa.

# Celebrata da importanti riviste internazionali, tra cui il National Geographic

Una spiaggia di ciottoli bianchi accompagna i fortunati visitatori fino al mare cristallino dove potersi immergere e lasciarsi coccolare dalle acque diafane che nulla hanno da invidiare ai migliori mari del mondo. Definita dal National Geographic come “una delle spiagge più belle del mondo“, titolo rilanciato anche da altri siti stranieri, da anni raccoglie il premio di Legambiente che la inserisce tra le ambite tre vele, simbolo delle migliori località balneari italiane.

# Two Spiagge is megl che one

Credits: @garganomio IG

A onor del vero le spiagge sono 2, la Baia delle Zagare e la baia dei Faraglioni, separate da una scogliera. La provincia di Foggia, già ricca di posti da sogno, può così ergersi a locali ambita per chi ama posti da cartolina ma che offrono, oltre alla natura indiscutibilmente meravigliosa, una serie di fattori quali il clima, la cucina e l’ospitalità che non a caso la rendono una delle mete più ambite e frequentate degli ultimi anni.

# La perla del Gargano

Ricordiamo che la Baia è inserita nel Parco nazionale del Gargano dove anche l’entroterra con pini e i celeberrimi ulivi secolari, le accoglienti materie spesso trasformate in strutture ricettive, prodotti enogastronomici dai sapori decisi e una popolazione che fa dell’ospitalità un marchio di fabbrica sono un biglietto da visita che ci mobilità in tutto il globo.

Continua la lettura con: la Pelosa, una delle spiagge più amate dai milanesi

ROBERTO BINAGHI

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