Lo sbarco sui navigli di “The Sign”: il nuovo polo che sfida lo smart working per rivoluzionare lo skyline milanese.
THE SIGN: il nuovo polo sui NAVIGLI che rivoluziona lo SKYLINE di Milano
La cerchia dei Navigli divide le periferie dal centro città, dentro la cerchia, fuori la cerchia. Ma è proprio in questa terra di mezzo – nel quartiere «nascosto» tra i Navigli, Romolo e la Barona – che sono sbarcate due multinazionali con i loro uffici, per contrastare quella che sembra essere la più grande sfida per la Milano post-covid: lo smart working. Tra le contraddizioni dell’incontro periferia-centro, tra le fattorie didattiche e il design, le case popolari e i loft, è arrivato il nuovo polo “The Sign” sui terreni dell’ex fonderia Vedani.
# Contro lo smart working: una scossa elettrica simboleggia il flusso dei lavoratori in movimento
credit: en.progettocmr.cc
Il cuore del progetto che intende ripopolare gli uffici mentre tutto il resto della città si dedica allo smart working, è un complesso di tre grandi edifici, le cui facciate alternano vetrate a lembi dorati. Al centro c’è il simbolo, o meglio il “segno“, che ha dato il nome all’intero polo: un movimento trasparente che corre lungo le facciate, simbolo del flusso dei lavoratori in movimento. La notte il flusso si illumina, sembrando una continua scossa elettrica.
# Convivio: “Siamo ottimisti. I nostri spazi sono occupati al 95%”
credit: progettocmr.com
Le multinazionali che occupano i 40 mila metri quadrati di uffici e spazi flessibili sono al momento due, ma una terza è già in trattativa: Aon (assicurazioni), che già da marzo scorso occupa gli spazi, e Ntt Data (information technology), che è entrata alla fine del mese di aprile. La società che gestisce il progetto, Convivio, punta tutto sulla qualità dei propri spazi e l’ad – Alexei Dal Pastro – ha dichiarato: «Nonostante il calo degli investimenti stranieri e la pandemia, siamo ottimisti. Perché in città lo stock di uffici è di bassa qualità e c’è grande domanda di sostituzione. E i nostri spazi sono occupati con tassi oltre il 95%».
# Nel quarto edificio arriverà la nuova sede di L’Oréal
Il centro direzionale The Sign avrà presto un quarto edificio, il D, che si aggiunge ai tre già esistenti e ospiterà la nuova sede italiana di L’Oréal in trasloco dal quartiere Primaticcio. Il nuovo palazzoriprende i tratti che caratterizzano gli altri tre edifici, un’alternanza ritmica di vetro e materiali opachi cangianti che dinamizzano la facciata con nuances che virano al blu, ed è stato progettato per ottenere le certificazioni LEED Platinum, WELL e Wiredscore.
Dietro al nuovo edificio verrà realizzata la nuova grande Biblioteca per lo IULM su progetto dello studio di architettura Citterio Viel, che prevede la trasformazione di un complesso esistente in un edificio sospeso su un grande anfiteatro, con aule, laboratori e una grande terrazza. Il termine dei lavori è previsto per il 2023.
# Il progetto è parte di un più ampio scopo: la rivoluzione dello skyline milanese
credits: repubblica.it – Skyline
“The Sign” ha dovuto rispettare degli obblighi mirati alla riqualificazione dell’area circostante, ad esempio sono stati costruiti e sistemati marciapiedi, alberi, piste ciclabili, illuminazioni e aiuole per il rifacimento di via Calindri, via Bo, via Filargo, via Svevo e via Santander, senza contare la riqualifica di piazza Bilbao. Il commento dell’ex-assessore Maran ad aprile di quest’anno: «L’area tra la Barona e Famagosta è in grande trasformazione con il fermento dei Navigli e l’insediamento di aziende con progetti che riqualificano gli spazi pubblici».
Il nuovo polo, costruito con le migliori tecnologie sostenibili, è parte di un più ampio scopo: la rivoluzione dello skyline milanese. «Progetti come The Sign – spiega l’architetto Massimo Roj, di progetto Cmr (Torri Garibaldi) – rigenerano la città, restituendo vita a luoghi dimenticati».
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Nella parte più settentrionale della Finlandia, paese che ha aderito all’Unione Europea nel 1995, adottando l’euro come valuta (simultaneamente a molti altri stati membri) nel 2002, giace, nascosta dalla sua fama di regione estrema e fredda, la terra di Lapponia. Gli abitanti originari adesso preferiscono farsi chiamare Sami e considerano il loro paese la Sàpmi estesa, che comprende anche tre contee in Norvegia, tre contee in Svezia e un oblast in Russia (quello di Murmansk). Ma la Lapponia finlandese ha saputo conquistarsi la fama mondiale per motivi indipendenti da quelli della sua popolazione autoctona. Utilizzando la grande popolarità della figura di Babbo Natale, è riuscita a creare una destinazione che è divenuta in breve tempo un must per grandi e piccoli innamorati della parte più kitsch del Natale.
Rovaniemi: il paese di Babbo Natale
Se la location alternativa del grande vecchio dispensatore di doni è sempre stata nientemeno che il Polo Nord, qui si è ovviato alla cosa con il fatto che appena a nord della cittadina di Rovaniemi, capoluogo amministrativo della regione lappone, passa il Circolo Polare Artico.
# Come raggiungerlo
Come si arriva a Rovaniemi? C’è chi comodamente utilizza l’aereo, sfruttando i voli interni finlandesi e lo scalo appositamente concepito, che deve sopportare un traffico maggiore in ogni dicembre della stagione dei viaggi consentiti. Naturalmente ci sarà sempre tempo per dedicare qualche ora alla capitale Helsinki, all’andata o al ritorno dall’escursione in Lapponia, a osservare lo stile elegante dei palazzi di Engel, l’architetto di San Pietroburgo, dall’alto di un tramonto sulla ruota panoramica.
# Scoprire la Finlandia direzione Rovaniemi
Credits: Luigi Zucchi Rovaniemi
Ma noi consigliamo sempre di raggiungere Rovaniemi con un’auto a noleggio, perché questo vi darà l’opportunità di conoscere meglio quel paese fondamentalmente sconosciuto ai più che è la Finlandia, attraversando le sue pianure tappezzate di laghi a profusione dove solo qualche capanna in legno consente una pausa dal lungo cammino, come in un film di Kaurismaki. Oulu potrebbe essere una sosta piacevole, con il suo vecchio quartiere di case di legno e il mercato antico dove potrete assaggiare ogni varietà possibile di salmone. E se siete nel pieno della stagione fredda, cioè pochi giorni prima del Natale, potreste trovare anche l’hotel costruito interamente di ghiaccio a Kemi, pochi chilometri di statali di foreste e fattorie da Rovaniemi.
# Cosa fare a Rovaniemi
Credits: Luigi Zucchi Rovaniemi
Ma cosa possiamo aspettarci, una volta arrivati a Rovaniemi, in questa cittadina di 60 mila abitanti dove a dicembre il sole sorge intorno alle 10 e tramonta poco dopo le 14? L’aspetto urbano è razionale, sono sicuro che questa non sarà una sorpresa, e potrebbe anche sembrare di essere in Russia, in certe stradine laterali alberate, oppure nel nord della Germania, per via della squadratura estrema degli edifici commerciali. In città, sono pochi i negozi di souvenir legati alla figura di Babbo Natale, proprio perché questa parte della città vive tutto l’anno, e i turisti con la letterina piena di richieste sono solo un breve passaggio di inizio inverno. Non temete: se non altro, l’assenza di attrazioni è compensata da un certo numero di ristoranti di recente tradizione, e sono sicuro che potrete trovare un ottimo fish burger in un piccolo bistrot dedicato allo street food, prima di allontanarvi dalle vie illuminate del centro, per cercare in cielo una possibile aurora boreale.
# L’attrazione per eccellenza: il Santa Park
Credits: Luigi Zucchi Rovaniemi
La prima delle due grandi attrazioni dedicate al mondo di Babbo Natale a Rovaniemi è il Santa Park, chiamato anche ‘The Home cavern of Santa Claus’. Appena fuori paese, a nord, verso la successiva grande attrazione, si presenta nascosta da un bosco ai margini della statale. L’ingresso è incredibilmente suggestivo e costituisce forse il punto di interesse principale, con il suo lungo tunnel che scende verso le profondità della Terra, buio e popolato di grida di lupi, indubbiamente suggestivo. L’incognita nascosta da ogni corridoio si svela con un mondo a parte, quello degli elfi che fanno uno spettacolo sul palcoscenico. C’è anche un trenino che in un arcade semplice porta a spasso per le ricostruzioni della terra dei folletti. E tra una crepe al cioccolato, una partita a memory, una palandrana da indossare a meno cinque o un biscotto in panpepato alla panetteria, il must di ogni visita rimane la coda per l’udienza da Babbo Natale. Chiedete solo un regalo, il secondo ve lo farà comunque lui, a sorpresa, mentre sorriderete per la più classica delle foto ricordo.
# La collezione di slitte, il giro attorno al passaggio del circolo polare artico e l’ufficio postale di Babbo Natale
Credits: Luigi Zucchi Rovaniemi
Ma questa piccola attrazione non può realmente competere con il grande parco tematico del Santa Claus Village, situato pochi chilometri più avanti, lungo la stessa strada. Fate attenzione agli autovelox, fare cassa è più facile, in certe situazioni. Il villaggio natalizio è in realtà aperto tutto l’anno, con flussi turistici minori, e ospita in ogni caso anche un albergo, un paio di ristoranti e un complesso di appartamenti. La location, fatta di edifici sparsi in legno, è particolarmente suggestiva alle prime ore del mattino, quando l’alba deve ancora sorgere tra i tronchi onnipresenti delle betulle della taiga, nel silenzio mantenuto dalla neve abbondante. Se volete fare il pieno di peluche, magneti, maglioni, pigiami e altre amenità a tema natalizio, il negozio di souvenir all’ingresso potrebbe fare per voi, ma ci sono in ogni caso anche più edificanti outlet di marche finlandesi importanti come Iittala (oggetti per la casa di design) e Fazer (cioccolato).
Alla fine di un corridoio mal segnalato potreste trovare un Babbo Natale accessorio, per domande che sorgono spontanee tra i più piccoli, visto che la sua casa in loco è (anche) in un bellissimo cottage in legno. Non dimenticate ovviamente, le attrazioni principali: la collezione di slitte, il giro attorno al passaggio del circolo polare artico con le renne di Babbo Natale (lente e poco magiche) e soprattutto l’arcinoto ufficio postale dove una nutrita schiera di impiegati in uniforme aiuta a compilare e a spedire le lettere di richiesta per il Babbo. E se vi dovesse salire l’allergia alla folla, sappiate che nei boschi poco distanti, lontano abbastanza dagli assembramenti, potrete trovare chalet in legno da favola dove passare una delle notti più belle della vostra vita.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
In un sondaggio sulla fanpage di Milano Città Stato abbiamo chiesto: “Che regalo di natale faresti a Milano?“. Scopriamo quelli più desiderati dai milanesi per la città.
10 REGALI di Natale che vorremmo fare a MILANO
#10 Una rete sicura di piste ciclabili
Credit: @pisteciclabilimilano
Le piste ciclabili sono cresciute e stanno continuando a crescere negli ultimi anni, ma non sempre seguendo una logica e non sempre sicure per i ciclisti. Tra i regali che i milanesi vorrebbe per Milano a Natale c’è una rete di piste ciclabili ben progettata e realizzata con tutti gli accorgimenti per tutelare chi la utilizza.
“Molte piste ciclabili sicure” Cit.Matteo P.
#9 La riapertura dei Navigli
Credits: @eventiatmilano IG
Un sogno dei milanesi e della città che sembrava essere vicino al concretizzarsi, la riapertura integrale dei Navigli. Tornato forse solo un sogno, sarebbe un bel regalo da far trovare sotto l’albero a Milano.
“Apertura di tutti i Navigli” Cit.Piero D.
#8 Il mare
mare milano milano panoramica
Si dice sempre che a Milano non manca niente, tranne il mare con il quale non avrebbe rivali. Ecco allora che spiagge bianche e acqua trasparente potrebbero essere un regalo perfetto per la città.
Il mare Cit.Lorella B.
#7 Una città più solidale che non lasci nessuno indietro
Credits: Roberto Binaghi – Senza tetto in centro
Milano è da sempre la città che accoglie chiunque abbia la voglia di impegnarsi e al contempo si prodiga, anche grazie alla sua rete di volontariato, di aiutare le persone in difficoltà. Nonostante questo però non sono pochi quelli a rimanere indietro, costretti a vivere per strada al freddo, per questo Milano dovrebbe riuscire a non lasciare nessuno da solo.
“La possibilità di ospitare i senza tetto in luoghi caldi. In questi momenti con questo freddo, mi stringe il cuore vedere come vivono” Cit.Maria Grazia O.
#6 Affitti più abbordabili per i giovani
credit: masterx.iulm.it
Milano è ormai da anni una delle mete più ricercate dai giovani, per studio e lavoro, ma non ha ancora risolto il problema del caro affitti soprattutto per questa fascia di cittadini. Un regalo speciale per la città sarebbe proprio quello di trovare finalmente una soluzione e garantire a tutti un accesso più agevolato alle abitazioni, in particolare per chi vuole formarsi e crearsi una carriera sotto la Madonnina.
“Possibilità di pagare affitti con prezzi giusti per i giovani” Cit.Tiziana G.
#5 Pulizia, decoro e sicurezza
Credits Urbanfile – Mancata manutenzione arredo e libreria con tag
Tra le città italiane Milano è senza dubbio una delle più pulite e meglio tenute, ma se si sposta lo sguardo oltre confine il paragone non è certo edificante. Arredo urbano disomogeneo, superfluo e poco curato, scarsa pulizia in alcuni luoghi anche centrali a cui si aggiunge una percezione di sicurezza non troppo elevata. Un pacco natalizio sotto l’albero della città dovrebbe contenere proprio maggiore pulizia, decoro e sicurezza in ogni quartiere.
“Più pulizia, più sicurezza” Cit.Elena F.
#4 Eliminare il traffico
credit: chiamamilano.it
Uno dei problemi più endemici di Milano è il traffico. Nonostante tutte le misure messe in campo per la riduzione della congestione dei mezzi privati e l’ampliamento della rete del trasporto pubblico le strade in città sono spesso intasate. L’eliminazione del traffico è uno dei regali che farebbero i milanesi alla propria città.
“Toglierei il traffico” Cit.Gaia A.
#3 Più natura e meno inquinamento
Torri anti-smog
Il problema dell’inquinamento è forse quello più complicato da risolvere per la città, a causa di molti fattori, taluni non controllabili. Un regalo grande per Milano e i milanesi sarebbe quello di avere tanti alberi, più natura in generale e aria pulita tutto l’anno.
“Aria pulita e tanti alberi” Cit.Sara C.
#2 Diventare una città-stato
Credits: andreacherchi_foto, IG
Diventare una città-stato sarebbe una svolta fondamentale per Milano, per essere artefice del suo destino e competere con le altre metropoli mondiali che hanno tutte autonomia di poteri e risorse dal governo centrale. Un regalo pieno di risorse, poteri e autonomia.
“Autonomia da Roma” Cit. Marco A.
#1 L’indipendenza dall’Italia
Un po’ a sorpresa forse al primo posto dei regali che si vorrebbe dare a Milano c’è l’indipendenza. Forse per il periodo cupo che si sta vivendo, ma aumenta notevolmente il numero di persone che sogna l’indipendenza di Milano. Anche se molti desidearno staccarsi dall’Italia e autogovernarsi con una vera Nazione indipendente, probabilmente è impossibile rispetto a diventare una città-stato sul modello delle città tedesche, che potrebbe racchiudere in un colpo solo tutti gli altri regali.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità
Ci sono dei locali a Milano dove si possono provare delle esperienze davvero fuori dal comune. Ci sei mai stato in uno di questi?
I LOCALI di Milano dove succedono COSE STRANE
#1 Potafiori, un luogo dalla doppia anima dove si cena con la “cantafiorista”
Credits fracipxx IG – Potafiori
Il Potafiori è un luogo dalla doppia anima. Fondata da Rosalba Piccini, che da poco a replicato l’iniziativa all’interno del Mercato Centrale, di giorno è un negozio di fiori, mentre la sera è ristorante. Durante la cena si esibisce la fondatrice, che si autodefinisce “cantafiorista“, per allietare con il suo canto i clienti.
Indirizzo: Via Salasco 17
#2 Crazy cat caffè, dove i gatti sono i padroni indiscussi
Credits anna_rossiiyskaya IG – Crazy Cat Cafè
Il Crazy Cat Café è stato il primo locale di questo genere ad aprire a Milano. I padroni indiscussi sono dei simpaticissimi gattini che dominano gli interi spazi, sopra i tavolini si sviluppano piccole tettoie e speciali percorsi dove possono girare girare indisturbati. Il menu del locale è formato da gustosissimi brunch, merende e pranzi, da gustare mentre si accarezzano questi gatti trovatelli che prendono il loro nome da cantanti famosi come Bowie, Freddie, Patti, Mina. Bisogna solo rispettare due regole: non dar loro da mangiare e non prenderli in braccio.
Indirizzo: Via Napo Torriani, 5
#3 Aperitivo al buio all’Istituto dei Ciechi
Credits silviadel77 IG – Dialogo nel buio
“Dialogo nel buio” è iniziativa promossa dall’Istituto dei Ciechi” di Milano, che dal 2005 permette di sperimentare la percezione della realtà e della comunicazione in modo più profondo in mancanza di luce. Il percorso al buio dura un’ora e quindici minuti e si passa per alcune ambientazioni che richiamano situazioni di vita quotidiana, tutte diverse, da scoprire attraverso i cinque sensi e il dialogo con la guida non vedente. L’ultima tappa è un bar dove, sempre nell’oscurità più totale, si commenta l’esperienza vissuta e si può gustare una tazza di caffè o un aperitivo.
Indirizzo: Via Vivaio, 7
#4 Pizza Aut, il primo ristorante in Italia e in Europa gestito da autistici
Credits pizz_aut IG – PizzAut
PizzaAut, inaugurato a maggio del 2021, è il primo ristorante in Italia e in Europa ad essere gestito interamente da ragazzi autistici. Fondato da Nico Acampora, è nato per sopperire a un bisogno avvertito da molte famiglie, ovvero quello di un locale dove le persone autistiche possano lavorare e al contempo socializzare. Un’iniziativa di successo dove tutti i ragazzi impegnati hanno trovato la loro dimensione lavorativa, dal pizzaiolo al cameriere, e che punta ad essere replicata altrove.
Indirizzo: Via Don Verderio, 1, 20060 Cassina de’ Pecchi (MI)
#5 “Locanda alla Mano”, il locale gestito da ragazzi con la sindrome di down nel Parco Sempione
Credits mfb_arch IG – Locanda alla mano
“Locanda alla Mano” è un progetto di integrazione lavorativa nato nel 2013 per aiutare giovani speciali a superare le proprie difficoltà e a entrare nel mondo del lavoro con entusiasmo e autonomia. Questo locale si trova all’interno del Parco Sempione ed è gestito da otto ragazzi con sindrome di down. Un luogo dove si incontra buona cucina e solidarietà nel cuore di Milano.
Indirizzo: Piazza Del Cannone
#6 Il “Cocktail Society” della Sacrestia farmacia alcolica
Credits kikichiari IG – Oro Secret Room
La Sacrestia Farmacia Alcolica sorge all’interno di uno storico edificio del ‘900, trasformato da casa chiusa a farmacia dopo l’acquisto da parte della Curia. Una struttura che conserva ancora tutto il suo vecchio stile e l’atmosfera retrò, tra affreschi a tema ecclesiastico, libri, vecchi alambicchi, ampolle, tendaggi e tappezzerie, e in grado di trasportare gli utenti in un’altra epoca grazie ai suoi due livelli e quattro differenti ambienti. La vera chicca è la Oro Secret Room, al piano inferiore, una zona segreta, un vero e proprio “Cocktail Society” in stile speakeasy a cui si accede solo tramite appuntamento, con drink list e accoglienza firmata dalla bartender alchimista Terry Monroe.
Indirizzo: via Conchetta, 20
#7 “Rob de matt”, il locale dove lavorano persone con problemi psichici
Credits robdemattmilano IG – Rob de Matt
Rob de Matt è un ristorante e bistrot che è anche associazione di promozione sociale. Si basa su un progetto di inclusione sociale e lavorativa rivolto a persone con storie di marginalità e svantaggio, tra cui persone con problemi psichici, da qui il nome. Oltre a questi a servire ai tavoli ci sono anche rifugiati politici, migranti in difficoltà, ex carcerati e NEET.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
In una Milano che continua ad evolversi e a cambiare, avevamo già accennato dei progetti per i nuovi grattacieli milanesi. Però, uno in particolare si merita qualche parola in più.
Sarà forse per il suo nome molto evocativo o magari per la sua impronta verso un futuro più sostenibile o ancora per il suo design elegante, ma sta di fatto che questo nuovo edificio non può passare inosservato.
La scoperta del NIDO VERTICALE, la prossima superstar dello Skyline di Milano
# Milano è pronta ad accogliere un edificio dal design innovativo che si sposa perfettamente con l’ambiente circostante
Credits: www.mcarchitects.it
Il suo nome richiama sicuramente il progetto architettonico di Stefano Boeri. Il suo design all’avanguardia gli permetterà di entrare di diritto nella classifica dei grattacieli europei più interessanti. La sua sostenibilità prometterà a Milano di conquistare riconoscimenti a livello internazionale.
Tutto questo sarà la Unipol Tower, o meglio il Nido Verticale, il progetto di prossima realizzazione alla cui guida c’è lo studio Mario Cucinella Architects.
I lavori, iniziati nel 2017, si dovrebbero concludere entro la fine del 2022 e il risultato incrementerà ulteriormente il valore architettonico di Milano.
# Il Nido Verticale, alto 125 metri, sarà la nuova sede milanese del Gruppo Unipol
Credits: www.mcarchitects.it
Il progetto per il nuovo headquarter del Gruppo Unipol si colloca nel nucleo pulsante di Porta Nuova e, come la Unicredit Tower, sdoganerà il concetto di avere una torre come sede, ponendosi in modo incisivo nello skyline milanese.
Questo nuovo grattacielo comprenderà 23 piani fuori terra e 3 piani interrati, per una superficie totale di 31.000 mq e un’altezza complessiva di 125 metri. Ma sarà la sua forma, scelta dal progettista Mario Cucinella, a lasciare un segno indelebile nella città.
# Un ellittico grattacielo scenografico di vetro e legno
Credits: www.mcarchitects.it
Il grattacielo avrà una particolare struttura ellittica che gli permetterà di inserirsi armoniosamente nell’ambiente circostante. E la geometria a rete della sua facciata non sarà altro che una metafora del sistema che caratterizza le relazioni e la società contemporanea. Infatti, sarà realizzata con pilastri curvilinei in legno che, incontrandosi in un determinato punto, formeranno uno scenografico nido verticale.
Inoltre, i materiali utilizzati per la costruzione saranno il vetro ed il legno e ciò esprimerà la possibilità di utilizzare materiali naturali anche per la realizzazione di questi enormi colossi architettonici.
# L’esterno del grattacielo avrà una “doppia pelle”, isolante d’inverno e in grado di limitare il surriscaldamento d’estate
Credits: www.urbanupunipol.com
La Unipol Tower sarà sicuramente un edificio eco-sostenibile ed innovativo che sfrutterà ogni opportunità di efficienza energetica. Infatti, la stessa società, molto sensibile alle tematiche ambientali, ha richiesto alti standard di sostenibilità per il progetto.
Detto, fatto. L’involucro esterno dell’edificio sarà formato da una “doppia pelle” in grado di isolare l’ambiente dal freddo invernale e, allo stesso tempo, di limitare il surriscaldamento estivo.
In più, grazie all’installazione di pannelli solari e all’integrazione di sistemi di raccolta dell’acqua piovana, il consumo di risorse è ridotto al minimo.
Tutte queste caratteristiche potrebbero permettere al nuovo edificio milanese di ottenere una certificazione LEED Platinum.
# Non solo uffici: la Unipol Tower avrà una forte vocazione urbana
Credits: www.mcarchitects.it
La torre avrà anche una forte vocazione urbana. Infatti, oltre agli uffici, i quali potranno accogliere circa 2.000 persone, ospiterà una sala congressi di oltre 220 posti e diversi giardini pensili interni.
Ma non solo: verrà realizzato anche uno sky restaurant all’interno della serra-giardino panoramica dove verranno organizzati anche eventi pubblici e culturali.
Insomma, sembrerebbe che il Nido Verticale abbia tutti gli elementi per diventare un landmark elegante e turisticamente attrattivo.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Credits: mos.ru - Cartina nuove linee metropolitane Mosca
Se si contano anche le nuove metrotranvie si arriva a un aumento del 55%: si passerà dai 127 km attuali di rete ai 195 km. Non solo, trasformando anche tutti gli studi di fattibilità già realizzati in progetti esecutivi, si potrebbe arrivare a 260 km entro il 2050. Ecco come ci si muoverà a Milano.
Entro il 2030 la METRO CRESCERÀ del 34%: le 38 NUOVE FERMATE in arrivo
# Oggi Milano ha una rete metropolitana di 113 stazioni e 96,8 chilometri di binari. Entro il 2030 avrà l’ottava rete metropolitana per estensione in Europa con 130,5 km
Mappa metropolitana di Milano
Ad oggi la metropolitana di Milano conta 113 stazioni e 96,8 chilometri di binari, è la più estesa d’Italia e al contempo una delle più recenti d’Europa con l’inaugurazione della linea M1 avvenuta nel 1964. Nel 2023 la lunghezza della rete sarà di 114 km, superando quella della Svezia ora al decimo posto in Europa, mentre con 136 stazioni consoliderà il settimo posto della graduatoria per le metropolitane con più fermate. Nel 2030 con 130,5 km di estensione salirà all’ottavo posto davanti a San Pietroburgo e le stazioni saranno 151. Vediamo nel dettaglio le nuove infrastrutture che saranno inaugurate nei prossimi dieci anni e quelle possibili entro il 2050.
# La nuove metropolitane entro il 2030: la nuova M4, il raddoppio della M5, estensioni a nord e ovest della M1, per 33,5 km e 38 fermate
In un post sulla sua pagina Facebookl’assessore alla mobilità Marco Granelli ha fatto il punto della situazione sul futuro del trasporto milanese, illustrando tutte le nuove linee metropolitane o estensioni che verranno inaugurate tra il 2023 e il 2030. Tre le linee protagoniste.
#1 M1 Sesto FS-Monza Bettola: 2 fermate e 1,9km di lunghezza
L’estensione della linea rossa a nord vedrà l’inaugurazione nei prossimi anni di due nuove fermate, ormai in costruzione dal 2010 e rallentate da alcuni fallimenti dell’aziende, di Restellone e Monza Bettola per una lunghezza complessiva di 1,9 km.
# M1 Bisceglie-Quartiere degli Olmi: 3 fermate e 3,5 km di estensione. La M1 supererà per lunghezza la M2 e con 43 fermate consoliderà anche questo record
Credits: Urbanfile – Prolungamento Bisceglie-Quartiere degli Olmi
La linea rossa si prolungherà anche ad ovest con 3 nuove fermate dal capolinea Bisceglie, le stazioni: Parri, Baggio e Quartiere degli Olmi. In tutto 3,5 km con deposito e parcheggio di interscambio oltre la tangenziale ovest. Un progetto del valore di 350 milioni di euro che avrà un potenziale bacino d’utenza che comprenderà i comuni di Cesano Boscone, Settimo Milanese, Cusago e la connessione della statale 114 con la tangenziale per l’ingresso in città delle auto provenienti da Cisliano, Albairate, Abbiategrasso. In totale la M1 raggiungerà circa 32 km di estensione, superando la M2, e con 43 fermate si confermerà anche come linea con più stazioni della città.
#2 M4 Linate-San Cristoforo: 21 stazioni per 15 km
Credits: wiikipedia.org – Il tracciato delle linea blu
La quinta linea di Milano, la M4, dovrebbe inaugurare nella sua interezza entro la fine del 2023 collegando l’aeroporto di Linate a est con la stazione di San Cristoforo Fs a ovest passando per il centro storico sul percorso della cerchia dei Navigli. Gli scavi si sono già conclusi e le prime 3 fermate dovrebbero aprire entro il primo semestre del 2021. In totale la linea blu avrà 21 stazioni per 15 km di estensione.
Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu
#3 M5 Milano Bignami-Monza Brianza: 13km e 12 fermate, quasi raddoppiata l’estensione della lilla
Credits: Urbanfile – M5 Bignami-Monza
La linea attraverserà i comuni di Milano, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Monza. Dopo la stazione di Bignami, ora capolinea, verranno costruite altre 12 fermate, quasi raddoppiando la lunghezza attuale della M5: Testi Gorky, Bassini, Rondinella Crocetta, Matteotti, Monza Bettola, Campania, Marsala, Monza Fs, Monza Centro Trento Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo, Polo Istituzionale.
# Le metrotranvie veloci in sede protetta pronte nei prossimi dieci anni: 34,9 km complessivi di rete
Non solo metropolitane ma anche metrotranvie nel futuro prossimo di Milano. Tre interesseranno il quadrante nord e una quello a est.
#1 Metrotranvia Ospedale Niguarda-Cascina Gobba M2: lunga 4,5 km intersecherà le stazioni della metro M5 Bicocca, M1 Precotto, M2 Cascina Gobba
La metrotranvia Niguarda-Cascina Gobba attraverserà trasversalmente il nord della città partendo dall’ospedale Niguarda e incrociando la fermata M5 Bicocca, la fermata M1 Precotto e dopo aver attraversato il quartiere Adriano farà capolinea ad est attestandosi alla fermata M2 Cascina Gobba. L’intero percorso sarà lungo 4,5 km.
#2 Metrotranvia Milano-Desio-Seregno: estesa 14,2 km attraverserà 6 comuni dopo Milano
Progetto Metrotranvia Milano-Seregno
La prima parte fino a Paderno Dugnano (loc. Calderara) sarà a doppio binario e la seconda (da Calderara a Seregno) a binario singolo con raddoppi per gli incroci. Il progetto prevede la trasformazione dell’obsoleta tranvia interurbana Milano-Desio, con prolungamento a Seregno, in una moderna metrotranvia. Lunga 14,2 km attraverserà 6 comuni: Bresso, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Nova Milanese, Desio e Seregno.
#3 Tramvia Milano-Limbiate: 11,7 km per 18 fermate
La metrotranvia Milano-Limbiate non è altro che la storica linea tranviaria che collega da fine ‘800 il quartiere Comasina a Limbiate. La riqualificazione delle linea in metrotranvia, lunga 11,7 km per 18 fermate, la renderà più veloce perché in sede protetta e con un servizio migliore.
#4 Metrotranvia Rogoredo M3-Repetti M4 (ex Quartiere Forlanini M4): 4,5 fermate km per 15 fermate, una fermata servirà l’arena del ghiaccio delle Olimpiadi 2026
Il percorso della nuova metrotranvia partirà dalla stazione M4 Repetti, nuovo nome della stazione che avrebbe dovuto chiamarsi “Quartiere Forlanini” e terminerà a M3/FS Rogoredo. I tram partendo da viale Forlanini proseguiranno sullo stesso percorso del tram 27, poi verso le vie Monlué e Bonfaldini, attraverseranno il quartiere nuovo di Santa Giulia terminando nel piazzale dell’entrata delle Stazioni FS e Metropolitana linea 3 di Rogoredo. In totale saranno 4,5 km per 15 fermate.
Tutti i progetti sono stati approvati e finanziati, tranne il prolungamento Adriano-Gobba la cui domanda di finanziamento sarà presentata a gennaio 2021.
# Entro il 2050 Milano potrebbe arrivare a 260 km di rete grazie ad altri 12 studi di fattibilità presentati
Oltre a queste opere interamente finanziate e solo in attesa di avvio o conclusione lavori, ci sono altre infrastrutture per le quali sono già stati effettuati gli studi di fattibilità e che stanno proseguendo l’iter di valutazione. Nel caso venissero approvate e realizzate tutte, si arriverebbe ad avere una rete di metropolitane e metrotranvie estesa per 260 km nel 2050.
#1 M3 Comasina-Paderno Dugnano: l’ipotesi più accreditata vede l’aggiunta di due stazioni ovvero Cormano e Paderno Dugnano
Credit: nord24milano.it
#2 M4 Linate-Segrate: lo studio prevede una stazione intermedia “Idroscalo” oltre a quella di Segrate che servirà il “Westfield Center” e l’hub AV
#3 M4 San Cristoforo-Buccinasco: ad oggi ci sono 6 ipotesi al vaglio
Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest
Ormai scontato il prolungamento della M4 ad ovest oltre il capolinea di San Cristoforo Fs, resta da decidere il percorso, la lunghezza e il numero di fermate. Sono 6 le ipotesi al vaglio su cui dovrà ricadere la scelta definitiva.
#4 M5 San Siro-Settimo Milanese: 4 fermate ipotizzate
Prolungamento M5 Settimo Milanese
Ad oggi sono 4 fermate che potrebbero estendere la linea M5 a ovest: Sant’Elena, Quarto Cagnino, Quinto Romano e il capolinea con deposito di Settimo Milanese.
#5 Sbinamento della M5 per portarla a Bresso e Cusano Milanino
Sbinamento M5
Lo sbinamento, già finanziato con 15 milioni di euro, è fondamentale per l’eventuale prosecuzione della linea M5 verso Cinisello passando per Bresso.
Questo tratto di metrotranvia si collegherebbe con il tratto “Ospedale Niguarda-Cascina Gobba”, già approvato e in attesa di fondi, formando la cosiddetta “Metrotranvia Nord”.
#7 Un trasporto rapido di massa da Cologno Nord M2 a Vimercate
Prolungamento Cologno Nord – Brugherio
In fase di valutazione c’è la scelta della tipologia di trasporto più conveniente a livello di costi benefici, ovvero tra metropolitana, metrotranvia o bus veloci.
#8 Un trasporto rapido di massa da San Donato M3 a Paullo (ed eventualmente fino a Crema)
Prolungamento M3
Qui vale lo stesso discorso fatto per il prolungamento da Cologno Nord M2 a Vimercate, anche se in questo caso sembra più fattibile un primo tratto con la metropolitane di 2 fermate fino a San Donato Est e il resto del percorso utilizzando infrastrutture meno impattanti sia a livello costruttivo che finanziario.
Altre infrastrutture in fase di studio avanzato:
Un trasporto rapido di massa nel quadrante sud di Milano
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Credits: @mdkinla
Academy Museum of Motion Pictures
Il 30 settembre 2021 è stato inaugurato il museo più grande del mondo. E non poteva che essere qui. Un omaggio alla storia del cinema firmato Renzo Piano.
Inaugurato il MUSEO del CINEMA più GRANDE del mondo. È firmato Renzo Piano
# Il più grande museo del cinema mai visto
Credits: @mdkinla IG Academy Museum of Motion Pictures
Nulla da togliere al nostro museo del cinema torinese, ma una struttura del genere dedicata interamente all’arte del cinema non si era mai vista. Circa 28 mila metri quadrati di spazio espositivo distribuiti su più piani, è questo quello che è stato ideato e realizzato da Renzo Piano a Los Angeles, precisamente nel quartiere Miracle Mile. il più grande museo al mondo dedicato al cinema. Riqualificando un ex magazzino degli anni Trenta, Renzo Piano ha progettato una struttura spettacolare, degna di ospitare un museo interamente dedicato all’arte dello spettacolo. Così, sopra alla struttura, ha ideato un volume in vetro e cemento a forma di sfera.
# L’industria dei sogni
Credits: @brianfizzy Academy Museum of Motion Pictures
Il museo ospita sia una mostra permanente che esposizioni temporanee. Video, poster, fotografie d’epoca, costumi e oggetti di scena, collezioni legate a personaggi che hanno fatto la storia del cinema e pezzi di film riempiranno le sale del museo, facendolo diventare una sorta di industria dei sogni. Nel museo ci sono anche una sala cinematografica con 1000 posti a sedere e il Ted Mann Theatre da 288 posti.
# Il percorso espositivo
Credits: @ograham26 Academy Museum
L’Academy Museum of Motion Picturesapre al pubblico con la mostra principale intitolata “Stories of Cinema” e organizzata su tre piani espositivi occupando circa 3000 metri quadrati. Si parte dalla videoinstallazione che racconta la storia del cinema, a partire dai fratelli Lumière fino ai giorni nostri, nella Spielberg Family Gallery. Si passa alla Wanda Gallery, una galleria d’ingresso con proiezioni dal pavimento al soffitto di spezzoni di film, per poi arrivare alla Significant Movies and Moviemakers.
Sala immancabile è poi quella dedicata agli Academy Awards, dove si racconta della statuetta più importante di sempre, l’Oscar, con le sue più famose vittorie e i suoi rifiuti che hanno fatto la storia. Non solo. Nella The Oscar Experience, i visitatori possono simulare di aver vinto la statuetta e accettare l’Oscar nel Dolby Theatre.
# La mostra temporanea
Credits: @academymuseum Academy Museum of Motion Pictures
Le sale del museo del cinema più grande al mondo non si esauriscono qui. Ce ne sono molte altre come quella dedicata agli effetti del cinema sul sociale, ad esempio sui rapporti di lavoro e il movimento #MeToo. Ma oltre alle stanze dell’esposizione “Stories of Cinema”, l’Academy Museum of Motion Pictures dedica i suoi primi mesi di apertura a Hayao Miyazaki, mago del cinema di animazione.
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Nonostante la pandemia il desiderio di un’esperienza di istruzione all’estero è ancora comune tra i giovani italiani e non solo, ma prima di partire per un’avventura simile bisogna scegliere una meta. Quali sono le città più accoglienti per uno studente straniero?
Le migliori città dove studiare all’estero
#Scegliere
La scelta di iscriversi in università all’estero deriva da molti fattori: il giudizio negativo delle strutture d’istruzione nel proprio paese, la supposizione che i corsi di studi all’estero siano migliori o che producano un vantaggio inseriti nel curriculum, la maggiore possibilità di trovare lavoro dopo la laurea. Ma più di tutto, chi fa un’esperienza di studio all’estero è alla ricerca di un periodo di immersione all’interno di una cultura altra. Le città ospitanti devono quindi soddisfare non solo il requisito di competenza scolastica, ma anche offrire esperienze sociali e culturali che facciano sentire lo studente accolto e affascinato. Sono tre le città più ambite, una delle quali si trova in Europa.
Al primo posto troviamo Kuala Lumpur in Malesia. È la più grande città del paese, fondata nel 1857 è passata dall’occupazione inglese a quella giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale. La città vanta un grande numero di moschee e musei visitabili, è il centro economico e finanziario di tutta la Malesia e meta turistica per milioni di persone ogni anno. Kuala Lumpur offre numerosi servizi per arricchire la propria cultura, imparando la storia del luogo ma anche per divertirsi, sono infatti numerose le vie dello shopping e le discoteche. L’accoglienza dei locali è molto apprezzata dagli stranieri e il costo della vita è tra i più sostenibili al mondo, garantendo la possibilità di mantenere un equilibrio tra vita professionale e privata.
La città europea posizionata nella top 3 delle mete preferite dagli studenti universitari è la spagnola Màlaga, nella comunità autonoma dell’Andalusia. La città ha origini antiche, ci sono testimonianze di insediamenti addirittura preistorici. La sua espansione protratta nei secoli è incora in atto grazie al settore del turismo e del terziario. La lunga storia ha donato alla metropoli europea un patrimonio artistico ampio e ricco di bellezze passando dal Teatro Romano del primo secolo al Centro Pumpidou Màlaga inaugurato nel 2015. È il centro economico della regione grazie al settore marittimo, delle costruzioni e delle nuove tecnologie, vanta inoltre numerosi eventi festivo-religiosi e folkloristici che trasportano all’interno della tradizione andalusa. Questo clima insieme ai bassi costi della vita permettono di avere una movimentata vita sociale e stringere legami duraturi.
La grande città negli Emirati Arabi Uniti è caratterizzata da una grande varietà di lingue e culture che fanno in modo di non fare sentire lo studente uno straniero. Formalmente istituita nel XIX secolo, Dubai hai origini risalenti al 1000 e il suo sviluppo economico è dovuto alla dominazione inglese nell’Ottocento, che ha scelto la città per via della sua collocazione geografica. Un punto a favore di Dubai è la presenza di trasporti urbani accessibili e diffusi. Le possibilità lavorative offerte dalla città sono concentrate nel settore petrolifero ed immobiliare ma anche in quello turistico. Queste caratteristiche fanno in modo che ogni anno siano numerosi gli studenti che decidono di restare in città anche dopo il completamento del loro corso di studi.
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Al posto di una storica centrale elettrica in disuso nasce un polo culturale scenografico a firma dell’archistar genovese Renzo Piano. Dove si trova questa incredibile struttura e come è stata trasformata.
Il nuovo CAPOLAVORO di Renzo Piano: apre la CATTEDRALE di LUCE
# Nasce la “Casa della cultura” nel centro di Mosca a firma Renzo Piano
Credits eugenykorolev IG – Ges-2
Renzo Piano con il “Renzo Piano Building Workshop” firma il progetto della “Casa della cultura GES-2” nel centro di Mosca che rigenera una storica centrale elettrica del 1907 in disuso, nel frequentato quartiere Ottobre Rosso sul Bolotnaya Embankment.
Questo polo della cultura è uno spazio accessibile a tutti grazie a: cinema, sala concerti, biblioteca, negozi, ristorante, alla caffetteria, parco giochi, laboratori, atelier e una zona dedicata alle residenze per artisti, alle sale espositive e all’auditorium che ospiteranno performance ed eventi pubblici. L’obiettivo di questo immenso spazio, acquistato nel 2015 dalla Fondazione V-A-C creata dal magnate russo Leonid Mikhelson (Ceo di Novatek), è di reimmaginare le tradizionali “case della cultura” russe, centri ricreativi nati sul finire dell’Ottocento e ancora oggi molto popolari.
# Il progetto della “Cattedrale di Luce” si sviluppa su un’area di due ettari
Credits arquitectturavica.com – Progetto Ges-2
Gli interni dell’ex centrale elettrica sono strutturati come prosecuzione dello spazio pubblico e fanno sembrare la Casa della Cultura come una cattedrale di vetro, inondata dalla luce. Tutto il polo culturale si estende su una superficie complessiva di due ettari.
Ges-2
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Credits che_eireen IG - GeS- 2 giorno
Credits cherenova72 IG - Bosco di betulle Ges-2
All’esterno è stata realizzata una collinetta artificiale con un bosco di oltre 600 betulle e 80.000 cespugli e un sentiero che lo attraversa che conduce alla piattaforma d’osservazione esterna.
# Gli edifici e gli spazi principali del nuovo polo culturale della capitale russa
Credits eugenykorolev IG – Ges-2 laterale
L’edificio del GES 2 è composto da cinque parti: l’edificio frontale, l’edificio principale, l’ala destra, l’ala sinistra e l’auditorium:
la parte anteriore dell’edificio ospita la Piazza, sopra la quale trova spazio una biblioteca, uno degli ingressi principali del complesso;
l’ala destra ospita alloggi e spazi per il lavoro collettivo e collaborativo;
nell’ala sinistra ci sono il ristorante e alcuni uffici;
l’edificio principale ospita il Prospekt e la passerella principale del GES-2 al livello 1, mentre attorno sono disposti gli spazi dedicati ai programmi artistici e didattici, la caffetteria, diversi negozi e dall’Auditorium;
al livello -1, ricco di luce naturale, si trovano i principali luoghi espositivi.
All’interno di un edificio ottocentesco, appartenuto in passato all’importante imprenditore Petr Smirnov, sorge il “Vaults Art Production Centre” con laboratori dotati di attrezzature all’avanguardia a disposizione dei creativi di vari ambiti artistici, per lavorare legno, metallo, ceramica e tessili, oltre a un laboratorio di fotografia, atelier per la serigrafia e la stampa 3D e uno studio di registrazione audio-video.
Nella parte posteriore del complesso si sviluppa il cortile, che in estate sarà luogo di concerti e proiezioni cinematografiche, mentre al di sotto un parcheggio a due livelli che può ospitare fino a duecento auto. Al di sopra, un’area che può essere utilizzata per concerti e rave. Al di sotto del parcheggio, un archivio di 2000 mq.
# L’Auditorium ospita un cinema cittadino e una sala concerti con 10 possibili configurazioni di allestimento
Credits che_eireen IG – GeS- 2 interni
L’Auditorium è l’elemento centrale del progetto. Si tratta di una struttura modificabile, il cinema cittadino GES-2 Kino e una sala concerti che dispone di dieci possibili configurazioni di allestimento e che può accogliere fino a 420 persone. Lo spazio è stato studiato per ospitare conferenze, produzioni teatrali, concerti e proiezioni.
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Pubblicata un’analisi su 11 città per prevedere l’andamento del prezzo al metro quadro nel 2022. Vediamo le previsioni per il prossimo anno, con molte sorprese.
PREZZI delle case: la PREVISIONE per il 2022 in 11 città. Atteso un BOOM in questi quartieri di Milano
# A Torino la crescita record, Milano rimarrà la città più cara
Credits: @igers.torino Porta Palazzo Torino
Immobiliare Insights, l’unità di Immobiliare.it, ha elaborato un algoritmo predittivo che consente di avere le proiezioni dei prezzi per i 12 mesi successivi prendendo come dati di riferimento i prezzi unitari medi (€/mq) calcolati ogni mese per ogni Comune dal 2012. Tramite questo strumento è stata effettuata un’analisi i su 11 città italiane da cui è emersa Torino come quella che nel 2022 dovrebbe registrare una crescita record del +5,3% con il costo medio delle abitazioni che dovrebbe crescere da 1.893 a 1.994 euro al mq. A seguire c’è Milano che dovrebbe rivalutarsi in media del 4,2% restando però la più cara in assoluto, con un prezzo medio al mq di 5.107 euro. Tra le altre città esaminate solo Bari e Bologna, rispettivamente al +1,8% e +1,2%, e Roma, con un +0,3%, dovrebbero segnare una crescita dei prezzi.
# A Catania il calo più marcato
Credits: siciliafan.it – Catania
Tra le città con uno scenario negativo Genova, Napoli e Venezia dovrebbero registrare un calo compreso tra il – 2,8% e il -2,1%, Palermo del -3,2%, Firenze del -3,6%. La città con la discesa dei prezzi più marcata dovrebbe essere Catania, con una perdita dei valori immobiliari del 4,8%, passando dai 1.229 euro al metro quadro ai 1.170 per l’acquisto di un’abitazione.
# I quartieri più caldi: gli aumenti maggiori attesi in periferia. In testa Corvetto a sud e Turro a nord
Credits Andrea Cherchi – Piazzale Ferrara
Nel focus su Milano si evidenzia come le aree con una salita più sensibile dei prezzi degli immobili dovrebbero essere quelle periferiche. Corvetto, a sud della città, potrebbe registrare la performance migliore con +8,9%, seguita da Turro con +8,4%. Poco sotto la soglia dell’8% troviamo altri quartieri periferici: a nord-ovest Viale Certosa con un +7,9% atteso, Cimiano a nord-est +7,7% e infine Pasteur e a sud Abbiategrasso-Chiesa Rossa con +7,6%.
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A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI
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Quindici statue a grandezza naturale, realizzate con 10 tonnellate di ghiaccio a -12°C, trasformano il Natale in magia
# Jesolo e la magia di Natale
Il Natale è oramai alle porte e sempre più grandi e piccini avvertono tutt’intorno un’atmosfera degna dello speciale momento dell’anno. Dopo la scorsa puntata sulle ottime iniziative per il Natale di Jesolo, sembra che alla cittadina sia stato attribuito un altro record, sempre legato alle Feste di fine anno.
Credits: @cittàdijesolo.it (FB)
# Il presepe di ghiaccio più grande d’Italia
Jesolo ha organizzato il periodo natalizio in maniera assolutamente speciale. Quest’anno si è trasformata in una città di ghiaccio incantata, pronta ad accogliere persone di tutte le età. Fino a domenica 9 gennaio 2022 il centro storico di Jesolo Paese ospita il Presepe di ghiaccio più grande d’Italia.
La rappresentazione della natività, che talvolta passa in secondo piano rispetto agli immensi alberi addobbati, è qui resa spettacolare dall’utilizzo del ghiaccio.
Credits: @cittàdijesolo.it (FB)
Il ghiaccio è normalmente conosciuto come un materiale effimero, che si scioglie, almeno in pianura, quando appare il primo raggio di sole. In questa situazione speciale, viene invece utilizzato come una materia prima magica e preziosa, che viene trasformata dagli artisti: su di essa viene impresso il lavoro degli scultori, ne raccoglie l’idea. Il ghiaccio cattura la luce rifrangendola in mille gradazioni di colore.
L’esposizione jesolana è composta da quindici statue a grandezza naturale, create partendo da circa 10 tonnellate di ghiaccio e ospitata in una teca refrigerata di 65 mq, con un fronte lineare di 14 m, mantenuta ad una temperatura interna di -12°.
# L’Accademia Italiana Ghiaccio Artistico
L’opera spettacolare è frutto del lavoro del un team di scultori che costituisce l’accademia Italiana Ghiaccio Artistico. Il gruppo è guidato da Francesco Falasconi, maestro intagliatore che ha al suo attivo numerosissimi riconoscimenti e che ha formato una squadra di artigiani che si sono “esibiti” in diversi luoghi d’Italia. Tra gli artisti Francesco Carrer e Matteo Renato.
# Quando visitare il Presepe
Le date disponibili per visitare il Presepe di ghiaccio sono:
18-19 dicembre dalle ore 10.00 alle 19.30
Dal 20 al 23 dicembre dalle 14 alle 19.30
Dal 24 dicembre al 9 gennaio dalle ore 10.00 alle 19.30
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Celebre l’esperimento di Konrad Lorentz nell’anello di Re Salomone in cui descrive come sia diventato mamma di un gruppo di papere, essendo l’unico vivente presente al momento della schiusa delle loro uova. A quel punto tutte le papere lo seguivano ovunque.
Questa è la perfetta rappresentazione del meccanismo della dipendenza.
Il tossicodipendente testimonia come la dipendenza mentale nei confronti della droga nasce nel tentativo invano di replicare la prima esperienza che era concisa con il massimo piacere provato.
La prima volta di un’esperienza che trasmette piacere, emozioni o sicurezza condiziona l’esistenza perché è come se creasse il contenitore psicologico di tutte le esperienze successive.
La grande cassettiera della vita è fatta di cassetti “prima volta” che tendono a riempirsi di tentativi successivi fatti per replicare la prima esperienza.
Gran parte dell’esistenza si conduce cercando di inseguire le sensazioni della prima volta però inutilmente, perché la forza della prima volta è proprio nel suo essere una novità.
In fondo, il consumismo ci induce proprio questo: a riempire sempre gli stessi cassetti con esperienze emotivamente sempre più insignificanti.
Invece di vivere una vita di riproduzione di esperienze già vissute è più vitale aggiungere sempre nuovi cassetti invece che continuare a riempirli.
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Non solo le più famose “Lucine di Natale” ma anche tante altre sorprese in una rinomata località di lago che, in questo periodo, si veste della stessa materia di cui è fatto il Natale: la magia. Tanto da essere stato definito “il villaggio di Natale più magico d’Italia”.
Il “villaggio più magico” del Natale è nella CAPITALE LOMBARDA del Lago Maggiore
# 500.000 led di magia
Credits: @lucinedinatale.it IG
Sono oltre mezzo milione di lucine che addobbano alberi, sculture, piazze, fontane e installazioni. Nessun dettaglio del Parco del Gaggetto e dei luoghi urbani di Laveno Mombello viene sottovalutato, per rendere questa località a pochi chilometri da Milano, il villaggio di Natale più magico di tutti.
Tutto curato nei minimi particolari, per lasciare a bocca aperta gli spettatori delle “Lucine di Natale”, titolo della manifestazione. Anche gli oggetti urbani di tutti i giorni, come ad esempio le fontane, con le Lucine di Natale si vestono di atmosfera natalizia, trasformando la loro essenza in un piccolo gioco di prestigio che regala meraviglia e un sorriso a grandi e piccini.
Quest’anno arriva a Laveno Mombello lo spettacolo che ha fatto innamorare migliaia di visitatori di Leggiuno, dove si sono tenute le scorse edizioni.
Basta varcare la soglia del Parco del Gaggetto, per venire catapultati in un paesaggio da fiaba, in cui i led vestono le installazioni per dar vita alla magia tridimensionale del gioco di luci. Il percorso poi segue l’itinerario ispirato da un’idea di Lino Betti del lontano 1999.
L’installazione è aperta tutti i giorni fino al 9 gennaio, lo spettacolo gode della compagnia di mercatini con prodotti enogastronomici e momenti di gioco e cultura, dalle 17:30 alle 23:00 tutti i giorni dalla domenica al giovedì, i fine settimana con prolungamento fino alle 24:00, sono invece gli orari per immergersi nella magia delle lucine.
Da non perdere poi la suggestiva cornice del Presepe Sommerso. Durante questo periodo, con particolare attenzione nei weekend di dicembre, l’associazione “Amici del Presepe Sommerso”, propone una curiosa rivisitazione del classico presepe, accogliendo in una Piazza Caduti del Lavoro a Laveno Mombello addobbata a festa, insieme a dell’ottimo vin brûlé o della cioccolata calda.
L’edizione del 2021 vede come ospiti d’onore sia Babbo Natale che la Befana, i quali animeranno le giornate e le serate degli ospiti di Laveno Mombello. Fino al 25 dicembre sarà possibile incontrare Babbo Natale tutti i giorni. Per gli impegni natalizi di Santa Claus, a Laveno Mombello si potrà incontrare esattamente negli orari di apertura delle Lucine.
Al Parco del Gaggetto Babbo Natale ha portato la sua famosa cassetta delle lettere, per imbucare la lista dei regali dopo aver fatto una chiacchierata magica con lui.
Dal 26 dicembre in poi, invece, entra in scena la Befana con la sua scopa, in una ideale staffetta con Babbo Natale e i folletti.
Portate la calza e la vecchina più curiosa della tradizione natalizia sarà disponibile fino al 6 gennaio per spargere un po’ della magia del Natale, sotto forma di caramelle per i più buoni, o carbone per i più birichini.
📌 I folletti si prenderanno solo una piccola pausa il 24 dicembre e il 31 dicembre, in cui il villaggio sarà chiuso 📌
A corredo di questa bella manifestazione, che sembra fatta apposta per i grandi che la visitano con la scusa di portarci i più piccoli, sono previsti momenti di lettura di fiabe, accompagnate da spettacoli di danza, i titoli proposti, intervallati, sono Frozen e Lo Schiaccianoci.
Questi momenti avvengono sulla pista da ghiaccio che completa l’offerta di Laveno Mombello.
Una proposta incredibile e, guardando le immagini, assolutamente imperdibile.
Non state già acquistando il biglietto online?
A Laveno Mombello, da Milano, si arriva con la macchina percorrendo la Strada Provinciale 233, con due linee ferroviarie, sulla linea di Gallarate o di Trenord. Dal Piemonte si può arrivare … in barca!
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Cenare comodamente seduti attorno al tavolo e intanto godere di un panorama ogni istante diverso. Questa è la caratteristica dei ristoranti girevoli in cima a grattacieli o a torri. Ma dove si trovano i più famosi e qual è stato il primo della storia?
I RISTORANTI che RUOTANO più belli del mondo: dove si potrebbe fare a Milano?
Secondo gli archeologi, addirittura, il primo ad inventarlo fu Nerone. Sembra infatti che l’imperatore romano avesse una sala da pranzo rotante in cima alla Domus Aurea. Verità o leggenda, ciò che è sicuro è che nell’era moderna il primo esemplare conosciuto sorse a Dortmund nel 1959, sulla vetta di una torre della televisione. Mentre nel 1961 fu costruito a Seattle il primo ristorante girevole brevettato. Da allora decine di strutture girevoli dedicate alla ristorazione sono state costruite in tutto il mondo, ne presentiamo cinque che risultano particolarmente significative.
# Il Ristorante “181” di Monaco di Baviera
Credits: @docogermany 181
Il ristorante “181” di Monaco di Baviera è posto sulla torre del villaggio olimpico, aperta al pubblico nel 1968 in anticipo di quattro anni rispetto all’inizio dei giochi. Ben lungi dal limitarsi a ruotare, è diventato uno dei ristoranti più ambiti della città, dato che la cucina dello chef Otto Koch ha meritato una stella Michelin. Potrebbe essere definito il ristorante girevole più serio del mondo.
# The TWIST Mediterranean Buffet a Guangzhou
Ph. Julia Cui
Il ristorante girevole a buffet mediterraneo TWIST, situato al 106° piano della Canton Tower, è “Il ristorante girevole più alto in un edificio” insignito del Guinness World Records. Ruota sospeso a 422 metri sulla città di Guangzhou, sul delta del fiume Pearl, in un ambiente decisamente accattivante. Purtroppo, leggendo i commenti dei clienti, sembra essere la classica trappola per turisti: cucina appena mediocre, servizio scadente e prezzi alti…come il ristorante.
# Il Drehrestaurant Allalin sul Mittelallalin
Credits: @redzebraus Drehrestaurant Allalin
Il Drehrestaurant Allalin non è sorretto da alcuna torre e non ne ha bisogno, perché pur ruotando vicino al suolo è posto sul Mittelallalin (3456 m s.l.m.) da dove si gode un panorama superbo ed ineguagliabile per estensione. Posto nel cuore della catena dei Mischabel, una ghirlanda di eleganti 4000 delle Alpi, consente alla vista di spaziare dalle Alpi Bernesi fino a Milano e alla Pianura Padana. Per raggiungerlo si parte da Saas-Fee (Svizzera) con due opzioni: o a piedi con 1700 metri di dislivello e attrezzatura da ghiacciaio, oppure col Metro Alpin, la funicolare sotterranea più alta del mondo, una corsa della quale, purtroppo, costa il doppio dell’abbonamento annuale a tutte le autostrade della Svizzera.
# Il Casinò Stratosphere Hotel & Tower di Las Vegas
Ph. Rudi Nockewel
Il Casinò Stratosphere Hotel & Tower di Las Vegas, sorregge un ristorante girevole posto all’altezza di 257 metri. Lo stile del locale risponde all’atmosfera del luogo, tutta tesa a stupire ed emozionare. Non solo il menù prevede piatti stravaganti come il lecca lecca di cheesecake, ma non è raro, pranzando durante il giorno, rischiare di strozzarsi alla vista di una figura umana che precipita fuori dalla finestra. In realtà non si tratta di un avventore, rovinatosi nella sala da gioco sottostante, che vuole suicidarsi: è un amante degli sport estremi che sta provando il nuovo skyjump, sito proprio sopra il ristorante.
Il ristorante Star-Plucking a Taipei ruota attorno alla ciminiera dell’inceneritore di rifiuti di Beitou. All’inaugurazione 7000 persone si sono messe in coda per accedere al locale, che può ospitare 120 clienti. Gli avventori sono stati rassicurati con la dichiarazione che” il tasso di diossina dell’inceneritore è molto al di sotto del tasso standard” e le comunicazioni di marketing recitavano: “dallo Star-Plucking si può godere della vista di Taipei ed esaminare anche la pulizia del nostro inceneritore di immondizie”. Sicuramente il ristorante girevole più bizzarro della serie.
# Revolving Restaurant: dove si potrebbe fare a Milano?
Le opzioni per un revolving restaurant a Milano potrebbero essere una struttura leggera sulla vecchia torre Branca del parco Sempione, oppure (più promettente) una nuova costruzione da abbinare ai lavori per il rifacimento dello Stadio, che si avvantaggerebbe anche della vicinanza dei parchi di Trenno e delle cave.
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Tutto il mondo conosce La Scala, ma non molti milanesi sanno dell’esistenza di una Scala in miniatura. Il piccolo teatro ha circa 150 anni ed è un gioiello nascosto in pieno centro città. Ora rilanciato nella serie The Ferragnez.
La SCALA in MINIATURA nel centro di Milano
# La Scala in miniatura
A Sanremo 2021 Francesca Michielin e Fedez hanno portato la canzone “Chiamami per nome”. Il videoclip del brano presenta inquadrature a palco vuoto di diversi teatri italiani, costretti alla chiusura nel periodo più intenso della Pandemia. Tra questi troviamo un piccolo teatro che somiglia molto al grande teatro lirico de La Scala. E’ il teatro Girolamo, fondato nel 1868 e costruito dalla stessa impresa che si occupava della Galleria Vittorio Emanuele. Il soprannome deriva dalla sua architettura, il cui loggione in legno e i due ordini di palchi ricordano il tempio della lirica, ma i posti disponibili arrivavano solo ad un numero di 600, contro i duemila del più celebre teatro.
Ma perché queste dimensioni ridotte? E dove si trova?
Il piccolo teatro si trova in Piazza Beccaria ed è dimensioni ridotte perché il palco era pensato non per gli esseri umani, bensì per le marionette. Alla sua nascita fu affidato al marionettista Giuseppe Fiando, che lasciò spazio anche al teatro dialettale. Con la morte di Fiando il teatro non ha smesso di svolgere il suo compito di teatro di marionette: molte compagnie hanno calcato il suo palco, tra cui Carlo Colla & figli, a cui il teatro fu affidato dal 1911 al 1957. Dopo la prima, ma non ultima, minaccia di chiusura, evitata dall’intervento di Paolo Grassi, la “scala in miniatura” ha smesso di ospitare marionette e tra gli anni 60 e 70 è diventata sede privilegiata per il teatro dialettale milanese.
Nonostante i numerosi passaggi di gestione, conseguenza di continue chiusure e riaperture dovute alla messa a norma del teatro, il Gerolamo non ha mai sentito la lirica inondare la sua platea. La produzione dialettale è continuata con Umberto Simonetta fino al 1983, anno della seconda chiusura. Oggi il teatro ospita monologhi, prosa, musica da camera e ancora una volta marionette, inoltre grazie alla riapertura nel 2017, anche conferenze, mostre e proiezioni. I nuovi spazi ospitano anche una sala per pianoforte e una biblioteca. La scala in miniatura è così ancora ridimensionata, arrivando ad ospitare 209 spettatori. L’ultima chiusura è quella dovuta alla Pandemia, che ha accomunato il teatro Gerolamo con la sua grande sorella: La Scala.
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Dopo anni di dissesti finanziari, rinasce l’ex galleria commerciale realizzata all’interno di un complesso di storici edifici industriali del capoluogo piemontese. Scopriamo la “piazza lineare” più lunga d’Europa.
Inaugurata a Torino la “PIAZZA LINEARE”
# La “piazza lineare” più lunga d’Europa
Credits officineS – Rendering esterni officine S
Il 16 dicembre ha inaugurato a Torino la “piazza lineare” più lunga d’Europa. Si sviluppa per 300 metri sia all’interno e all’esterno della struttura originale delle storiche Officine Savigliano. L’ex galleria commerciale cambia pelle dopo anni di dissesti finanziari e mette a disposizione 12.600 mq di spazi, 26 nuove attrazioni e una promenade di 160 metri con dehors nella parte esterna nelle nuove Officine S di corso Mortara 24.
# Shopping, cibo e sport nel nuovo polo torinese
Credits requadro.com – Rendering Officine S
Negli spazi dell’ex stabilimento SNOS hanno preso il via quattro giornate di eventi, con show cooking, spettacoli musicali e intrattenimento per i bambini, per presentare il nuovo polo alla città. Oltre alle solite attività commerciali aprono in esclusiva tra gli altri: Zero Gravity, la palestra di tappeti elastici più grande d’Italia, Miniso, il primo gadget store nel Nord Italia di ispirazione giapponese, Ma Bookstore, la prima libreria contemporanea made in Italy esperienziale e green e Doppio Malto, un birrificio artigianale italiano che ha conquistato l’Europa.
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A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI
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Credits : repertoriodimilano.wordpress.com - dalla Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli
Una stella eretta dagli spagnoli intorno al Castello Sforzesco ha trasformato la corte in una cittadella a sé stante. A prova di assalto.
La STELLA che ha reso il Castello Sforzesco INESPUGNABILE
Il Castello Sforzesco di Milano è oggi uno dei simboli più importanti della città. Uno dei castelli urbani più grandi d’Europa è tra i monumenti più visitati e ricercati di Milano, dagli stessi milanesi che si recano a passeggio o in visita ai meravigliosi musei interni. Ma il rapporto tra il castello e i milanesi non è sempre stato un idillio, perché fin dalla nascita ogni signore o dominatore straniero ha stabilito lì la sua casa. E non si è trattato sempre di personaggi molto apprezzati dai cittadini.
Chissà se per tenere lontane le potenze straniere o per fronteggiare possibili rivolte popolari, gli spagnoli hanno deciso di costruire una fortificazione a protezione del Castello. Già perché i milanesi, popolo tradizionalmente pacifico, a volte può scattare di rabbia contro il loro signore.
# La distruzione del Castello ad opera dei milanesi
Credits: @giannicongiu IG
Con la fine della prima signoria dei Visconti, i milanesi entrano nelle mura del castello, depredando ogni bene e distruggendo il più possibile dell’odiata struttura, immagine di tirannide.
Dopo questa insurrezione, seguono il bel periodo dell’AureaRepubblica Ambrosiana e la Signoria degli Sforza, che sanciscono l’abbellimento della città con il contributo, seppure ancora contraddittorio, del Bramante, di Leonardo da Vinci e del Filarete.
La fine della dinastia Sforza consegna Milano all’instabilità e porta all’abbandono del castello, fino a che gli spagnoli con Carlo V sconfiggono definitivamente i francesi e diventano signori di Milano nella seconda metà del 1500.
Milano sembra debole di fronte alle mire di governanti di mezza Europa, pertanto gli spagnoli, dopo aver abbandonato l’idea di rottamare il Castello Sforzesco per costruirne uno nuovo, decidono per l’opzione più economica: costruire bastioni di rinforzo alla città, includere nella fortificazione anche il Castello e completare l’opera con una bastionatura dello stesso.
Credits: repertoriodimilano.wordpress.com – dalla Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli
La fortificazione delle mura del castello arriva 12 anni dopo l’inizio dei bastioni intorno alla città: costa ben 60.000 ducati, anticipati da un banchiere emergente, quel Tommaso Marino che vede la sua fortuna nascere e crescere intorno all’influenza degli spagnoli. Il primo baluardo è quello che punta verso via Quintino Sella, a seguire vedono la luce quello di Via Ricasoli, poi Largo Cairoli, per finire con il sesto e ultimo verso Corso Sempione.
In spregio ai sogni di indipendenza dei milanesi, ogni punta della stella viene intitolata a un’autorità spagnola.
Da questo momento il Castello, così circondato, diventa una delle cittadelle più grandi di tutta Europa. Il fossato di protezione intorno al Castello è alimentato dai canali artificiali dei Navigli e una parte del progetto di Ludovico il Moro sta così prendendo forma.
Credits : repertoriodimilano.wordpress.com – dalla Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli
Terrorizzati dalle nuove tecnologie belliche, gli spagnoli ritengono Milano e la loro residenza al Castello non ancora sufficientemente protette, pertanto puntano al raddoppio dei baluardi, aggiungendo alla già complessa struttura a sei punte, altrettante “mezzelune” conficcate nel fossato e che protendono verso l’esterno, portando il Castello Sforzesco ad avere una fortificazione a 12 punte per un totale di oltre tre chilometri di bastionatura.
Di tutte le opere dell’epoca, forse la più fedele vista prospettica dell’edificio, è quella ritratta in un affresco di Villa Arese Borromeo a Cesano Maderno.
Credits: qr.villegentilizielombarde.org – Affresco Villa Arese Borromeo
Finalmente viene coronato il sogno di Ludovico il Moro: quello di creare una cittadella nella città di Milano, complesso a sé stante lontano dalle abitazioni, ambizione perseguita con fissazione anche dagli spagnoli con espropri e abbattimenti delle case nate a ridosso del Castello. Dei costi preventivati ad inizio lavori, per il Castello, non si sa più quante volte sono lievitati: le punte della stella sono raddoppiate, ma tra lavori, guarnigione e soldatesca da mantenere, il consuntivo è aumentato di 16 volte, praticamente più della cifra pagata da Francesco II di Sforza all’Imperatore Carlo V per comprarsi i diritti di governo sul Ducato di Milano qualche decennio prima.
Se i milanesi l’avessero saputo prima, probabilmente, anziché offrirsi agli spagnoli alla morte degli Sforza, avrebbero potuto contrattare per ricomprarsi la loro stessa libertà, continuando a perseguire il sogno dell’autogoverno iniziato con l’Aurea Repubblica Ambrosiana.
Questa insana paura degli spagnoli nei confronti degli attacchi esterni, l’ossessione per la difesa di Milano e della loro cittadella nel Castello, ha inevitabilmente portato all’unico utilizzo possibile dell’edificio: riempito di soldati, armi e fortificato a quella maniera, il Castello Sforzesco diviene la più lussuosa ed elegante caserma militare post rinascimentale d’Europa.
La bella torre del Filarete, zeppa di polvere esplosiva, salta per aria e scompare, così l’esistenza di un’opera d’arte si tramuta in un cumulo di mattoni e macerie ammucchiate alla meno peggio.
Quando Milano cambia dominatore straniero, da Napoleone agli austriaci, il primo pensiero del nuovo padrone di casa è quello di abbattere queste mura e far contenti i milanesi.
Credits: @andreacherchi_foto IG
Anche quando il Comune, suo malgrado, ne diviene proprietario, il primo pensiero è lo stesso di tutti i predecessori: la demolizione. Si deve alla testardaggine del Beltrami se invece il Castello Sforzesco è stato ristrutturato, restaurato, la Torre del Filarete ricostruita il più possibile fedele alle stampe e affreschi dell’epoca e lo spazio adibito a luogo museale pieno di storia, cultura e identità.
Ora il Castello Sforzesco è proprietà di una cittadinanza più consapevole di avere tra le mani un capolavoro di cui andar fieri, sempre un po’ altezzoso e lontano dalle case del circondario. Ma adesso sappiamo il perché.
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