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Milano Città Stato

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Nel momento in cui un determinato percorso di sviluppo di una civiltà arriva ad incontrare i suoi limiti, inizia un periodo di stallo che porta all’inevitabile collasso che consiste in una rapida semplificazione della complessità, finché si riparte dai frammenti della civiltà precedente che diventano germogli della società futura.

L’esempio più chiaro è quello dell’Impero Romano che dopo aver raggiunto il massimo splendore si è diviso in due, Impero Romano d’Occidente e d’Oriente, finché anche queste forme provvisorie hanno ceduto a una frammentazione dei singoli territori.
Perdendo gli effetti benefici della globalizzazione del tempo la civiltà si è ricomposta in piccole forme di autarchia.

Forma di autarchia tipica dell’Italia Medievale è il Comune, dal latino bonum comune che significa piccole comunità che mettono in comune beni e li proteggono attraverso alture e mura fortificate, rispetto al periodo precedente quando la difesa era garantita dall’Impero.
Da questi semi germoglia la civiltà moderna.

Alla società contemporanea sta succedendo qualcosa di simile.
Negli anni Ottanta si è arrivati ai limiti dello sviluppo, compensati dall’enorme ricorso al debito: l’edonismo degli anni Ottanta nascondeva, attraverso lustrini e paillettes, il fetore di un corpo putrescente.

Si è proseguito per una trentina d’anni nell’illusione di una crescita che ormai non c’era più, provocando peraltro una pessima allocazione di risorse sempre più scarse,  fino ad arrivare in prossimità della frantumazione. Che è il momento che ci stiamo trovando ad affrontare.  

Una volta che Milano sarà cosciente della dinamica di questo processo potrà ritrovare una forma di protagonismo completamente diverso da quello attuale, rispondendo alla necessità di ricostruire con le sue sole forze il nucleo di una nuova società.
Perché gli esseri umani, una volta che sono sottoposti alle inesorabili leggi della natura, prendono coscienza di dove stanno e delle reali possibilità di progettare un nuovo futuro.  

Continua la lettura con: Il secolo delle campagne

LA FENICE

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Halloween alle porte: i più bei CAMPI per raccogliere ZUCCHE vicino a MILANO

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Credits tulipaniaworld IG - Il campo di Tulipania

Per chi vuole immergersi nell’atmosfera di Hallowen ecco cinque campi poco distanti da Milano dove raccogliere e intagliare le zucche preferite.

Halloween alle porte: i più bei CAMPI per raccogliere ZUCCHE vicino a MILANO

#1 Nel Campo di Zucche di Tulipania, in provincia di Bergamo, si pagano solo le zucche che si portano a casa

Credits tulipaniaworld IG – Il campo di Tulipania

A Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, il Campo di Zucche di Tulipania è aperto in tutti i fine settimana di ottobre, con ingresso gratuito e si pagano solamente le zucche che si portano a casa. Il nome Tulipania è dovuto al fatto che in primavera questi campi sono pieni di tulipani in fiore. Nel mese autunnale più classico troverete invece le zucche già staccate dalla pianta, pulite e mature di cui tante già decorate, oppure si possono scegliere quelle che piacciono per decorarle o intagliarle nelle postazioni prestabilite. Al banco, oltre alla classica zucca di Halloween, si trovano le zucche ornamentali e quelle commestibili. Non mancano attrazioni e giochi realizzati con materiali naturali sparse per il campo per divertire i bambini.

Indirizzo: Via Roma, 61 Terno d’Isola (BG)

 

#2 Il Campo di Federica a Nerviano, appena fuori Milano, a ottobre si trasforma in “Pumpkin Patch”

Credits steraku IG – Il Campo di Federica

Il Campo di Federica, a Nerviano, si trasformerà per tutto il mese di ottobre in un suggestivo Pumpkin Patch, con laboratori di intaglio e pittura delle zucche. Si potrà camminare tra centinaia di zucche e scegliere la preferita da decorare o intagliare immersi in una calda atmosfera autunnale. Ci sono poi anche balle di fieno, fiori, pannocchie, gattini e oche. Il prezzo del biglietto è di 15 euro dal martedì al venerdì e di 18 euro dal sabato alla domenica, gratuito sotto i 2 anni di età.

Indirizzo: Via Tonale, 20014 Nerviano (Mi)

 

#3 Il Campo dei Mirtilli di San Vito, nell’ovest milanese, in autunno diventa una distesa di zucche

Credits ilariacastano IG – Il Campo dei Mirtilli

Nel Campo dei Mirtilli di San Vito, a Gaggiano, si potrà trascorrere un pomeriggio raccogliendo zucche di diverse varietà e partecipare al laboratorio di intaglio e decorazione. Sarà possibile dal weekend del 9/10 ottobre e per i successivi weekend del mese, nel pomeriggio dalle ore 14.30. Oltre a questo ci sono la vasca del mais, il castello di paglia e tanti altri giochi in pieno stile campagna per i bambini, merenda con tè caldo per tutti e vendita diretta dei prodotti. Il costo del biglietto è di 15 euro per bambino, gratis per i bambini con età inferiore a 1 anno.

Indirizzo: Cascina Nuova, Gaggiano (Mi)

 

#4 Il Villaggio delle Zucche, in provincia di Pavia, dedica ogni weekend a un tema speciale per intrattenere i più piccoli

Credits lalu3384 IG – Villaggio delle zucche

Presso il club Puravida a San Martino Siccomario, in provincia di Pavia è stato inaugurato il Villaggio delle Zucche, aperto tutti i weekend dalle 10:00 alle 18:30. Potrete scegliere la vostra zucca da intagliare e decorare per Halloween e trascorrere una giornata all’aria aperta tra la vasca del mais, con gli animali da fattoria galline, conigli e un asinello, con giri in carrozza o con i pony. Ogni weekend è dedicato ad un tema speciale tra cui: laboratori creativi di decorazione delle zucche, labirinto di paglia e gonfiabili e trattorini giocattolo per bambini. In caso di maltempo, meglio munirvi di stivali da pioggia, impermeabile o giacca a vento e ombrello per tutta la famiglia. L’accesso è consentito solo con green pass e il costo del biglietto è di 11 euro, gratis sotto i 3 anni.

Indirizzo: Via Piemonte, loc. La Lanca, San Martino Siccomario

 

#5 Nel Campo di Zucche a Galbiate, nel lecchese, ogni tipo di zucca, da quella mangereccia a quella ornamentale

Credits sllsnn IG – Campo di Zucche Galbiate

In provincia di Lecco è aperto fino al 31 Ottobre il Campo di Zucche a Galbiate, parte del campo dei Fiori dove si trovano alcune specie che fioriscono come le zinnie, i cosmos ed i girasoli. Tra le zucche ci sono: quelle mangerecce delle principali varietà quali violino, butternut, mantovana, chioggia, hokkaido e la zucca spaghetti, quelle ornamentali tra cui le protagoniste della festa di Halloween e tante zucche decorate a mano. Ingresso gratuito (obbligo Green Pass) con i seguenti orari: dal lunedì al giovedì dalle 16:00 alle 18:30 senza prenotazione, il weekend dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 14:00 alle 18:30 con obbligo di prenotazione.

Indirizzo: SP51 N. 4, Sala al Barro, Galbiate

 

Fonte: Mamme a Milano

Continua la lettura con: Il TRENO del FOLIAGE: a un’ora da Milano uno dei 10 percorsi più belli del mondo

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: “Cicatrici – l’arte di ripartire”. L’iniziativa del Bullone per raccontare le cicatrici della pandemia

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Starter Kit per l’apocalisse

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Sta facendo molto scalpore il piccolo filmato tedesco in cui spiegano cosa fare in mancanza di energia. Uno spot prodotto per promuovere una esercitazione tra i cittadini, simulando un evento catastrofico, che testimonia la preoccupazione per possibili balckout energetici nel prossimo inverno.

Negli ultimi giorni stanno aumentando gli allarmi in tutto il mondo: il Presidente americano ha parlato di un meteorite che potrebbe abbattersi sull’economia americana.

E anche nel nostro Paese i media stanno iniziando a ipotizzare un “black out” energetico per il periodo invernale.

L’Italia, sempre premurosa per i propri cittadini, non ha ancora preso in considerazione il problema. Per i nostri lettori abbiamo così immaginato un survivor starter kit.

In primis la sopravvivenza passa attraverso il cibo. Bisogna procurarsi una scorta alimentare di lunga durata che possa mantenere il proprio nucleo famigliare per almeno tre settimane. In particolare, occorre scegliere conserve e alimenti che si possano assumere anche in mancanza di gas o elettricità.
Da non sottovalutare anche le scorte d’acqua minerale, perché in caso di catastrofe energetica si potrebbero avere guasti alla rete idrica o acque inquinate.

La seconda priorità dovrebbe essere quella di avere un kit medico per far fronte a esigenze di pronto soccorso o comunque di cura, immaginando che ci possano essere carenze nell’assistenza sanitaria degli ospedali o di medici. Il kit dovrebbe prevedere dai farmaci fondamentali fino a cose più meccaniche per approntare suture o riparare piccole fratture.

Per i trasporti è importante avere sempre il serbatoio pieno nei propri mezzi per poter raggiungere almeno il confine o luoghi  in grado di garantire una maggiore autosufficienza.

Per l’energia servirebbero dei fornelletti a gas e ad alcol, insieme a candele e fiammiferi. Per i più attrezzati anche un piccolo generatore elettrico con relativi carburanti e mini pannelli solari. Inoltre servono power bank per cellulare e computer.

Consigliati tenda e sacchi a pelo per poter creare un ambiente più caldo in casa se c’è assenza di riscaldamento.

Fondamentale infine avere dei punti di riferimento dove poter trovare rifugio nei luoghi tipici dove si sfollava durante la guerra nel caso in cui le carenze energetiche, con relativi effetti collaterali, rendessero la coesistenza nella città pericolosa e difficile.
Per la sopravvivenza in natura sono indispensabili corda, ami e fili da pesca oltre a un coltello, una piccola sega e una scure.

Per ogni evenienza è sempre utile l’intramontabile manuale delle Giovani Marmotte.

Continua la lettura con: Prove generali di Apocalisse

MILANO CITTA’ STATO

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🛑 RECORD di GIOVANI a Palazzo a Marino: chi sono gli UNDER 40 ELETTI a Milano

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Eletti under 40 consiglio Milano

Aria fresca a Palazzo Marino. Tra la coalizione di centrosinistra e centrodestra sono 11 gli eletti under 40 in Consiglio comunale a Milano. Un record. Scopriamo chi sono.

RECORD di GIOVANI a Palazzo a Marino: chi sono gli UNDER 40 ELETTI a Milano

# Centro Sinistra: 6 gli eletti under 40, di cui cinque donne

Nel Partito Democratico sono tre gli eletti più giovani:

Gaia Romani PD
  • Gaia Romani, 25 anni praticante consulente del lavoro e coordinatrice delle donne democratiche di Milano, è arrivata quarta con 2.200 preferenze nella lista del Partito democratico. Negli ultimi 5 anni è stata consigliere nel Municipio 8. 
  • Federico Bottelli, anche lui 25enne e dei Giovani democratici, ha ottenuto oltre 1.600 preferenze. Nel precedente quinquennio è stato consigliere nel Municipio 7.
  • Luca Costamagna, di anni 31, è l’assessore uscente alla cultura nel Municipio 3.

Una eletta per la Lista Sala:

Martina Riva Lista Sala

Martina Riva, capolista della Lista Sala, di 28 anni, è stata eletta grazie a quasi 1.600 voti. Praticante avvocato ed ex consigliera nel Municipio 7.

Una consigliera per la Lista dei Riformisti:

Giulia Pastorella Riformisti-Calenda

Per la Lista dei Riformisti entra in Consiglio Comunale Giulia Pastorella, 35 anni, manager di Zoom e dirigente nazionale di Azione (Carlo Calenda).

Una eletta per il partito dei Verdi:

Francesca Cucchiara Verdi

Il partito dei Verdi porta in Consiglio Comunale Palazzo la 28enne Francesca Cucchiara, co-portavoce nazionale dei giovani del movimento ed esperta in sviluppo sostenibile.

# Centro Destra: 5 eletti con meno di 40 anni, la maggioranza in quota Lega

Tre gli eletti per la Lega:

Silvia Sardone Lega

Silvia Sardone, 38enne giuslavorista e europarlamentare, è la più votata tra gli under 40 del centrodestra in quota Lega. Consigliera uscente a Palazzo Marino quando fu eletta tra le fila di Forza Italia.

Il 26enne Alessandro Verri, sempre tra i candidati espressi dalla Lega, è risultato il secondo più votato. È consigliere uscente del Municipio 4.

Samuele Piscina di 31 anni è il presidente uscente del Municipio 2 sempre per la Lega. 

Un eletto tra le file di Fratelli d’Italia:

Francesco Rocca Fratelli d’Italia

Francesco Rocca, 32enne di Fratelli d’Italia, è arrivato quinto per preferenze nel suo partito e ultimo degli eletti.

Un consigliere in quota Forza Italia:

Marco Bestetti

Entra in Consiglio Comunale anche Marco Bestetti, il presidente uscente del Municipio 7. Il 34enne di Forza Italia ha ottenuto più preferenze di tutti nel suo partito.

Continua la lettura con: I PROGETTI del SALA BIS

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Lo tsunami “Generazione Milano”: 17 eletti e migliaia di voti, ora con gli under 30 bisogna trattare

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Il PALAZZO col PIERCING

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credit: @ dida_torino IG

Un’installazione artistica che potrebbe facilmente passare inosservata a uno sguardo poco attento, in particolare se non si è abituati a guardare all’insù. Ma una volta notata, potrebbe far sollevare qualche domanda. Perché mai un palazzo dovrebbe avere un piercing?

Il PALAZZO col PIERCING

# Piercing e baci rubati

credits: @danila.napolitano IG

Corrado Levi, insieme al gruppo di architetti Cliostraat, ha iniziato a sperimentare nel campo architettonico e artistico e da questa sperimentazione ne è scaturita questa particolare quanto buffa installazione. L’opera d’arte moderna è stata nominata “Baci Rubati”, anche se ormai i torinesi preferiscono chiamarla “Il palazzo con il piercing”, e la si può osservare in piazzetta Corpus Domini, nel centro di Torino, più precisamente sullo spigolo del 4° piano di un palazzo risalente al ‘700, al numero civico 19.

# Il significato dell’opera

credit: @dida_torino IG

La storia di quest’opera è datata 1996, in occasione della prima edizione di Biennale Giovani di Torino. Faceva parte di un’esposizione temporanea che non è mai stata smantellata. Il piercing è concepito come un simbolo di modernità e di ribellione; infatti, prestando più attenzione si può notare che da un lato del piercing, proprio dove il “gioiello” è incastonato nel muro, fuoriescono delle macchie di sangue rosse, mentre dall’altro lato le gocce sono di colore blu.

Il sangue rosso che sgorga dal lato che dà verso Porta Palazzo andrebbe a rappresentare “l’anima proletaria”, mentre quello blu nella facciata che dà verso il centro indicherebbe “l’animo nobile”.

# Due ceti sociali uniti da un piercing

credits: @caterinacugnasco
IG

“Un bacio rubato, appunto, della modernità che si inserisce nella tradizione senza volerla sovrastare, ma condividendo con essa lo spazio e il tempo”. Il significato dell’opera è ancora discusso, ma la teoria più accreditata è che l’installazione rappresenti l’unione di due ceti sociali diversi attraverso la ribellione per le norme e le convenzioni sociali. Come Milano, anche Torino è una città molto legata alla sua storia e alle sue tradizioni, ma allo stesso tempo sa accogliere le novità, a volte anche un po’ “ribelli”.

 

Fonte: guidatorino

Continua a leggere con: Per tre anni Milano è stata sotto TORINO: cosa è successo e che cosa i Savoia hanno lasciato a Milano

SELENE MANGIAROTTI

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Inaugurato alle porte di Milano il BENZINAIO del FUTURO

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flagship Q8 Credits: q8.it.

Inaugurata alle porte di Milano una stazione di servizio che abbraccia il futuro, un hub dove trovare molte attività e piaceri, con un design innovativo e accattivante, unico nel suo genere. Ecco dove si trova e che cosa si trova. 

Inaugurato alle porte di Milano il BENZINAIO del FUTURO

# Sulla Milano – Meda l’energia del futuro

Archiviato da decenni il concetto di “benzinaio”, la stazione di servizio è uno dei luoghi che più di tutti ha saputo reinventarsi nel tempo. Nella galassia sterminata dei punti di rifornimento carburante, nasce in piena Città Metropolitana, a Paderno Dugnano, un vero e proprio hub in grado di accontentare qualsiasi utente che si trovi a viaggiare sulla Milano-Meda.
Il distributore Q8 di Paderno, si presenta infatti con un look innovativo e una molteplicità di servizi da fare invidia alle capitali internazionali.

 

# Ricarica elettrica ultrafast

La transizione del futuro è praticamente alle porte di Milano. L’area di servizio si sviluppa su 8.000 mq e sul piazzale sono presenti, oltre al rifornimento per mezzi a motorizzazione tradizionale, anche 6 postazioni di ricarica elettrica (di cui 2 ultrafast), nonché il metano, che sarà disponibile a breve.

La stazione di servizio è già improntata alla interconnessione digitale con gli utenti, tutto il progetto nasce all’insegna della sostenibilità: l’illuminazione è a led con sensori di movimento e c’è ampio uso di materiali rigenerati.

L’efficientamento energetico è di dimensioni notevoli: è previsto il recupero delle acque piovane e il futuro compressore del metano sarà a zero emissioni. Il fabbricato, anche quello commerciale, filtra la luce solare e offre termoregolazione a zone. Tutte le pensiline sono invece realizzate con materiali ad elevata riflettenza solare, che finisce per essere convogliata sugli impianti fotovoltaici posti sulle superfici di ognuna.

# Il restyling a vela

flagship Q8 Credits: q8.it.

Un restyling dedicato a tradizione e innovazione, gioca un ruolo d’effetto e conferisce alla stazione un look scenografico. Il progetto richiama le vele della “Dhow”, imbarcazione tipica del Kuwait e simbolo stilizzato del brand della catena. Un albero maestro centrale, alto ben 25 metri, collega le due pensiline a forma di vela triangolare e riesce a coprire 2.000 mq dell’area. Una vela copre e quindi identifica, le pensiline di distribuzione dei carburanti tradizionali. Con un ideale transizione al futuro, la successiva “pensivela” copre gli erogatori dei prodotti alternativi.
Anche il fabbricato commerciale richiama le forme e i colori della tradizione mediorientale.

# “Il fiore all’occhiello”

L’edificio che ospita i servizi commerciali è anch’esso realizzato all’insegna della sostenibilità. 1.200 mq a basso impatto ambientale, per ospitare utenti e clienti e soddisfare decine di esigenze. Con a disposizione oltre 60 stalli per la sosta delle auto, “Svolta” ospita soluzioni di Food&Beverage come il tradizionale bar, una catena di bakery e un noto brand di offerta di carne di qualità.

All’inaugurazione della stazione di servizio del futuro, sono venuti dal Kuwait il Presidente di Kuwait Petroleum, Nawaf S. Al-Sabah, insieme al Vice Presidente esecutivo, Azzam Al Mutawa, a testimoniare l’importanza e il rispetto che il colosso petrolifero nutrono nei confronti dell’Italia e del mercato di area sud europea.

I pionieri dell’automotive elettrico, potranno trovare ricarica e ingannare il tempo in un gioiello di architettura e design, prima di arrivare a Milano con le batterie completamente cariche.

Fonti: Gazzetta.it e Q8.it

Continua la lettura con: Il rilancio dell’astronave di Milano

LAURA LIONTI

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Completato l’ICEBERG, la “montagna di ghiaccio” di Milano

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Credits Urbanfile - Iceberg San Raffaele

Credits e foto copertina: Urbanfile

Conclusi i lavori per il nuovo edificio iconico e ecosostenibile nel polo ospedaliero del San Raffaele. Le caratteristiche tecniche e di design adottate.

Completato l’ICEBERG, la “montagna di ghiaccio” di Milano

# Terminati i lavori del nuovo padiglione dell’Ospedale San Raffaele 

Credits Urbanfile – Iceberg lato

Sono arrivati a conclusione i lavori per la costruzione del nuovo padiglione, nato da un investimento di oltre 50 milioni di euro del Gruppo San Donato e progettato dallo studio di Mario Cucinella Architects, per il nuovo Polo Chirurgico e delle urgenze I.R.C.C.S. dell’Ospedale San Raffaele di Milano.

Il nuovo edificio, in via Olgettina nel quartiere di Cascina Gobba, è stato realizzato con materiali e soluzioni sostenibili come l’utilizzo della luce naturale convogliata anche nei collegamenti sotterranei con il resto dell’ospedale.

# Un edificio iconico soprannominato “Iceberg” per la sua somiglianza a una montagna di ghiaccio

Un nuovo edificio iconico a Milano, soprannominato “iceberg” per la sua somiglianza a una montagna di ghiaccio, al centro del complesso ospedaliero tra i prestigiosi in Italia. La struttura si compone di “due grandi elementi complementari sul piano architettonico e funzionale: la piastra tecnica, che ospita le funzioni ospedaliere più importanti come il nuovo pronto soccorso, e la parte alta, all’interno della quale sono collocati i reparti di degenza, gli studi medici e gli ambulatori.”

L’involucro dell’edificio è stato progettato puntando alla sostenibilità grazie all’utilizzo “di tecnologie e materiali ecosostenibili, come le lamelle esterne in ceramica in grado di disintegrare le particelle di smog, al pari di quaranta alberi, e preservare il calore, abbattendo i consumi energetici del 60%.”

 

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: Rinasce il GIARDINO SEGRETO di porta Magenta

FABIO MARCOMIN

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Le 7 CITTÀ più RICCHE d’Italia: Milano è in classifica?

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Credits: Andrea Cherchi (c)

Quali sono le città più ricche d’Italia? Scopriamo insieme le prime 7 basandoci sui dati per depositi bancari ossia sulla giacenza media dei conti correnti pro capite per ogni città.

Troveremo Milano sul podio?

Le 7 CITTÀ più RICCHE d’Italia: Milano è in classifica?

#7 Aosta: 31.867 euro

Credit: @20regionsin2yearsc IG

Al settimo posto troviamo Aosta. Il capoluogo della Valle d’Aosta rientra nelle 7 città più ricche d’Italia. Ed è anche la più piccola per dimensioni. 

#6 Trieste: 34.775 euro

Credit: @earth_frommyeye IG

La città più ricca del Friuli Venezia Giulia, l’ultima città italiana prima di passare il confine con la Slovenia, Trieste si pone al sesto posto della classifica.

Il porto in continua espansione gioca un ruolo molto importante nell’economia italiana ma nonostante la ricchezza di questa città, Trieste sembra perdere sempre più abitanti: che stiano cercando fortuna nella top 5?

#5 Bologna: 34.794 euro

Bologna è la città più ricca dell’Emilia-Romagna.

La città emiliana viene spesso vissuta come località universitaria e culturale, spesso dimenticando che invece è sede produttiva di importanti aziende Italiane, motivo per cui si aggiudica il quinto posto tra le città italiane più ricche.

#4 Roma: 38.179 euro

credits: @manutoni24 IG

Ad un passo dal podio troviamo la capitale.

Sede delle più grandi aziende e istituzioni pubbliche nazionali, Roma è il primo comune in Italia per prodotto interno lordo forte delle sue dimensioni. E’ l’unica città del centro-sud presente in classifica e perde per un soffio la possibilità di salire sul podio.

#3 Bolzano: 39.934 euro

Credit: @bolzano_city IG

Conquista invece il podio la Provincia Autonoma di Bolzano.

In vetta a moltissime classifiche sul tenore di vita, i bolzanini si distinguono anche per i loro depositi bancari pro-capite. Contribuirà al successo la grande autonomia della loro provincia?

#2 Treviso: 41.399 euro

Credit: @igers_treviso IG

I trevigiani possiedono uno dei livelli medi di depositi bancari più alti di tutta i Italia mantenendo così alta la reputazione dei veneti come grandi risparmiatori.

 

#1 Milano: 62.521 euro

Credit: @milano IG

La capitale della finanza e della moda, la città della Borsa e delle maggiori aziende italiane, Milano non poteva che posizionarsi al primo posto, confermandosi unica città italiana a poter competere con le altre città europee. Addirittura con circa 20 mila euro in più sul conto corrente rispetto alla seconda in classifica. 

Definita spesso “la città che non si ferma mai”, ancora una volta Milano sembra fare una gara tutta da sé.

Fonte: Notizie Business

Continua la lettura con: Milano è in TERZA FASCIA tra le città del mondo: 10 COSE da CAMBIARE per scalare la classifica

ARIANNA BOTTINI

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Il secolo delle campagne

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Orto di guerra, Milano (Seconda Guerra Mondiale)

In un mondo globalizzato la città è il punto che fornisce know how e personale alla globalizzazione, inteso come sistema complesso. È l’amministrazione della complessità: fornisce i manager, le società di revisione, gli hub logistici e finanziari, fornisce le competenze amministrative per gestire la complessità.

In cambio la città prende dal sistema una importante fetta di energia e beni di consumo. Quando l’energia che entra nel sistema va in diminuzione il processo si inverte: l’impossibilità di mantenere la complessità (aumento delle funzioni) porta alla frantumazione e la città diventa un luogo che consuma senza produrre niente. Ci si sposta dalla priorità di amministrazione alla necessità di beni materiali, cibo ed energia.

Nello stesso tempo la propaganda governativa tende a impedire la presa di coscienza di questo processo, continua a trasmettere rassicurazioni o depistaggi, e costringe a restare passivi fino a che le soluzioni diventano difficili o quasi impossibili.

Il posto peggiore dove trovarsi durante il processo di riduzione della complessità è la città perché non ha una sua autonomia e vive in massima dipendenza dal governo, che è l’ente meno capace di affrontare qualsiasi tipo di problema reale.

Anche durante una guerra succede la stessa cosa e le campagne acquisiscono una forza che nei periodi di crescita e prosperità è all’opposto.

Si è aperto il millennio con la profezia che questo sarebbe stato il secolo delle città e invece come spesso accade alle previsioni avverrà probabilmente il contrario: sarà questo il secolo delle campagne?

Continua la lettura con: Piromane di notte, pompiere di giorno

LA FENICE

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Leggi anche: “Le prossime sfide di Milano? Cambiamento climatico ed aumento dell’energia rinnovabile”

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I PROGETTI del SALA BIS

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Nuovo stadio San Siro

In questo secondo mandato il sindaco Beppe Sala è chiamato a portare a conclusione o far decollare numerosi progetti di rilevanza per Milano. Vediamo i più importanti dei prossimi 10 anni. 

I PROGETTI del SALA BIS

# Gli operatori di mercato stimano 50 miliardi di investimenti per almeno 22 progetti in città

Credits: Milanofinanza – Progetti di Milano

La stima degli operatori di mercato è di circa 50 miliardi di investimenti per almeno 22 progetti che dovrebbero nascere a Milano nei prossimi dieci anni. Nel conteggio sono compresi quelli in cantiere, definiti e in fase di consegna e quelli le cui tempistiche sono ancora da stabilire, senza considerare però i progetti in fase di approvazione e che potranno emergere. Vediamo quali sono. 

# Infrastrutture di trasporto pubblico: M4, estensione M1 e M5, alta velocità Milano-Genova

Treno M4

Le infrastrutture di trasporto pubblico che entreranno in funzione nei prossimi anni cambieranno radicalmente la mobilità di tutta l’area metropolitana milanese:

  • tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 inaugurerà per intero la linea M4 dall’aeroporto di Milano alla periferia sud-ovest del Giambellino e Lorenteggio fino alla stazione di San Cristoforo FS;
  • entro il 2024 l’alta velocità dovrebbe collegare Milano-Genova in circa 40 minuti.

Oltre a questo sono previsti il prolungamento dalla M1 a ovest fino a Baggio entro il 2027 e a nord fino a Monza-Bettola nel 2024, senza dimenticare la costruzione della metrotranvia tra la stazione M4 Forlanini e Rogoredo FS. I lavori per il raddoppio della linea M5 fino a Monza Polo Istituzionale dovrebbero partire tra la fine di questo secondo mandato e l’inizio di quello del successivo sindaco. 

Leggi anche: Entro il 2030 la METRO CRESCERÀ del 34%: le 38 NUOVE FERMATE in arrivo

# Nuovi quartieri e trasformazioni urbanistiche

Milano Sesto. Credits:
©Foster+Partners

Nei prossimi dieci anni sono numerosi i quartieri che vedranno la luce:

  • nel 2023 dovrebbero partire i lavori per la realizzazione della porzione nord del quartiere di Santa Giulia, con conclusione prevista nel 2031;
  • la nuova Città della Salute di MilanoSesto, per la quale sono partiti i lavori di bonifica, e che dovrebbe inaugurare nel 2032;
  • la “Città Giardino” di SeiMilano nei pressi della M1 Bisceglie, un nuovo quartiere residenziale immerso nel verde che dovrebbe essere concluso tra il 2024 e il 2025;
  • la seconda fase di sviluppo di MIND, con inizio dei lavori nel 2022 e conclusione nel 2029;
  • la consegna del villaggio olimpico nello Scalo Romana nel 2025 e la successiva realizzazione del nuovo quartiere con annesso parco entro il 2028;
  • lo Scalo Farini e l’ex Macello, con tempistiche ancora da definire, e la riapertura dei Navigli annunciata in pompa magna ma rimasta al momento nel cassetto.

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# Riqualificazioni scali ferroviari e piazze: Cordusio e Loreto

Credits: archiportale.com Plastico Piazzale Loreto

Le due principali riqualificazioni attese nei prossimi anni sono quelle della pedonalizzazione e riordine di piazza Cordusio, con deadline ancora da stabilire, e di piazzale Loreto con il progetto LOC con orizzonte 2025. A questi interventi si aggiungeranno le riqualificazioni degli altri scali ferroviari con tempistiche ancora da definire nel dettaglio.

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# Nuovi spazi per la cultura e la formazione

Nuovo campus Statale al MIND

Nell’ambito della cultura e della formazione ci sono quattro progetti di rilievo:

  • il 2025 è la data prevista per l’inaugurazione del campus scientifico dell’Università Statale di Milano al MIND;
  • altri progetti che attendono una definizioni di date sono quelli riguardanti la realizzazione dell’accademia di Brera nello Scalo Farini, i nuovi spazi di prova e realizzazione scenografie per il Teatro alla Scala negli ex-edifici industriali al Rubattino e il raddoppio del Museo del ‘900 nel palazzo gemello dell’Arengario in piazza del Duomo.

Leggi anche: La “CITTÀ NELLA CITTÀ”: come diventerà l’ex-area EXPO

# Nuovi impianti sportivi

Nuovo stadio San Siro

Entro le olimpiadi Milano potrebbe arricchirsi di nuovi impianti sportivi di rilevanza internazionale, la nuova arena del ghiaccio nel quartiere di Santa Giulia pronta nel 2025, che sarà il palazzetto più grande d’Italia, e il nuovo stadio di San Siro il cui destino si saprà nei prossimi mesi. Oltre a questi è in programma la riqualificazione dell’ex-Palasharp, da utilizzare per le gare olimpiche.

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# Nuove sedi istituzionali

Credits: milano.repubblica.it – Possibile Sede Tribunale dei Brevetti

Potrebbero essere due le future nuove sedi istituzionali ad approdare a Milano, il Museo Nazionale dell’Arte digitale dovrebbe inaugurare nel 2026, per il Tribunale dei Brevetti Europei la città dovrà attendere un responso alla candidatura proposta. 

Leggi anche: Tribunale dei BREVETTI: la PRIMA BEFFA per Milano. Sede provvisoria assegnata a Parigi e Monaco

# L’Olimpiade Milano-Cortina 2026

Futura

Le olimpiadi di Milano-Cortina 2026 saranno l’evento internazionale a fare da cornice a molte delle infrastrutture che verranno realizzate nei prossimi 5 anni e faranno da chiusura al secondo mandato di Beppe Sala.

Leggi anche: Olimpiadi 2026: il TRENO MONOROTAIA potrebbe diventare realtà

Fonti: MilanoFinanza, PNRR, ATM

Continua la lettura con: Milano fa ALL IN sulla sinistra: Sala sindaco al primo turno, al CENTROSINISTRA tutti i MUNICIPI. Gli eletti in consiglio

FABIO MARCOMIN

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L’autosabotaggio governa il mondo

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In Psicologia si studia che il principale problema nella vita di una persona è l’autosabotaggio. Esiste una componente inconscia attivata da complessi irrisolti e da superficialità che porta l’individuo a compiere atti che gli recano danni.
Il meccanismo di difesa dell’autosabotaggio è scaricare la colpa su altri o su eventi esterni.

Ciò che avviene a livello individuale si riproduce a livello di sistema. Se si guardano le decisioni di chi governa e i loro effetti spesso si verifica che i danni provocati sono molto superiori rispetto ai benefici prodotti.

Spesso i problemi vengono affrontati da chi governa con superficialità, senza considerare tutti gli effetti provocati dalle proprie decisioni.
Per esempio, limitare l’accesso a dei luoghi aperti al pubblico per ragioni sanitarie determina soprattutto un danno ai gestori di tali locali che perdono clienti: li si porta ad andare contro la finalità economica della loro attività che consiste nel trovare e servire i clienti.

Lo stesso discorso vale nella limitazione dell’accesso al posto di lavoro che produce conseguenze negative in primis sui datori di lavoro che perdono la forza della loro attività e in seconda misura sui clienti perché riduce se non elimina i servizi e i prodotti che possono ricevere.

È un anno e mezzo che la politica cade nello stesso errore. Di considerare semplicisticamente problemi molto complessi pensando che la soluzione ipotizzata per uno specifico problema non produca effetti anche gravi sulle altre componenti della società.

La società è il risultato di un equilibrio che si è generato attraverso decine se non centinaia di anni, un equilibrio che non può essere ribaltato in pochi istanti con l’illusione di aver trovato una soluzione geniale per affrontare un fenomeno inaspettato.

Nel caso in cui appaia un problema nuovo su cui ogni intervento possa produrre effetti imprevedibili, il vero atto di coraggio e di responsabilità per chi governa è mantenere l’umiltà di non agire.

Continua la lettura con: Prove generali di apocalisse

MILANO CITTA’ STATO

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Leggi anche: Che cos’è l’inflazione green? La rivoluzione ambientale va pagata a caro prezzo

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Il “cammino della morte”: la STRADA PIÙ PERICOLOSA del mondo

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Credits: gulliver.com.es

Una strada sterrata, senza parapetti, guardrail o muretti che delimitino il bordo stradale, costeggiata da precipizi ricoperti da una fitta vegetazione che non permette di vedere il fondo… Insomma, già solo dalla descrizione questo percorso non sembra essere molto sicuro.

Ed è dalle migliaia di persone che hanno perso la propria vita su questo sentiero che deriva il suo nome, per il quale non c’è bisogno di molte spiegazioni: “El Camino de la Muerte”.

Il “cammino della morte”: la STRADA PIÙ PERICOLOSA del mondo

# Un viaggio che sfida il destino sulla strada più pericolosa del mondo

Credits: @boliviamarcapais IG

Una strada relativamente breve di circa 60 km è considerata la più pericolosa del mondo. Si tratta della via degli Yungas, il collegamento tra La Paz, capitale amministrativa delle Bolivia, e la selva amazzonica.

Ma c’è un “piccolo” problema: il dislivello è notevole, pari a circa 3600 metri. Questo significa che chi percorre la strada passa da un clima freddo ad uno caldo-umido tipico della foresta amazzonica. E ciò comporta incredibili disagi: infatti, le variazioni climatiche tipiche della Bolivia creano pericolosi banchi di nebbia intervallati da piogge incessanti. La visibilità ridotta, unita alla larghezza della strada di appena 4 metri, trasforma senza alcun dubbio questo viaggio in una sfida contro il destino.

# A causa dell’erosione, ci sono state molte vittime

Credits: @caravanasviviryviajar IG

El Camino de la Muerte fu costruita all’inizio degli anni ’30 scavando lungo i pendii delle montagne. La sua conformazione l’ha sempre resa soggetta alla caduta di massi, pietrame e frane, soprattutto a causa delle piogge e del clima tropicale del luogo.

E questa erosione causata dall’acqua ha provocato molte vittime per cedimento stradale, per l’impossibilità di mantenere il controllo dei mezzi o di vedere chiaramente il bordo stradale.

# Dopo le numerose morti, sul Camino de la Muerte è stata adottata la “guida all’inglese” che ha risolto il problema solo parzialmente

Credits: ermes.blog

Proprio su questo percorso si è verificato l’incidente più grave della storia della Bolivia che provocò quasi 100 morti.

Era il 1983 quando un autobus precipitò giù dal dirupo mostrando tutta la crudeltà della strada più pericolosa del mondo.

Ma gli incidenti si susseguirono numerosi e sono testimoniati dalle tante croci poste per commemorare i morti. Nel 1990 fu chiara la necessità di apportare modifiche in grado di tutelare la sicurezza dei frequentatori del Camino de la Muerte. Così, si cambiarono le regole della strada: gli autisti devono tenere la sinistra in modo da vedere più chiaramente dove finisce il bordo stradale.

Questa “guida all’inglese” ha diminuito il tasso di mortalità collegato alla percorrenza di questa strada, ma non l’ha cancellato. Infatti, ogni anno si registrano almeno 200 morti, numero in cui sono inclusi anche i numerosi ciclisti che sfidano la strada più pericolosa del mondo.

# Un percorso che mette alla prova le capacità dei ciclisti più esperti: il coraggio è ricompensato dall’impagabile panorama

Credits: @jukka.lora IG

Dal 2007 l’ultimo tratto della strada è stato sostituito ed è percorribile soltanto in bici con l’aiuto di guide esperte. E, nonostante questo, il suo fascino è rimasto immutato: ogni anno attira numerosi ciclisti esperti che vogliono mettere alla prova le loro capacità sfidando lo sterrato del Camino de la Muerte.

Sicuramente un percorso adrenalinico, ma la bellezza dei panorami è davvero unica: gli alberi della foresta amazzonica e delle Ande ricoprono come un tappeto tutta la superficie.

Continua la lettura con: La STRADA più CORTA del MONDO: 2 metri e 5 centimetri

ALESSIA LONATI

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🛑 ATM va all’ESTERO: dopo Copenaghen punta su Spagna, Francia e Medio Oriente

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Credits Ufficio Stampa Atm - Metro Copenaghen

L’Azienda dei Trasporti Milanese continua la sua crescita oltre i confini nazionali. Dopo la gestione della metropolitana di Copenaghen guarda verso il resto dell’Europa e i Paesi arabi. Ecco i piani per il futuro.

🛑 ATM va all’ESTERO: dopo Copenaghen punta su Spagna, Francia e Medio Oriente

# Atm gestisce la metropolitana di Copenaghen (che va 24 ore al giorno)

Credits medium.atm – Metro Copenaghen

Il sistema di metropolitane di Copenaghen è un modello di modernità, efficienza e rigore finanziario. Inaugurata nel 2002 è stata una delle prime reti totalmente automatizzate e l’unica che funziona 24 ore al giorno in Europa. Dal 2008 è gestita da ATM tramite la società Metro Service A/S controllata al 100% da InMetro, dove l’azienda di trasporti milanese detiene il 51% delle quote sociali, mentre il 49% è in capo ad Ansaldo STS.

Mappa metro Copenaghen

Le linee attualmente in funzione sono quattro, l’ultima è l’anello circolare inaugurato nel 2019, per complessive 37 stazioni e 36 chilometri. Nel 2024 verrà completata il tratto della M4 verso sud. Nel 2019 in occasione dell’inaugurazione del Cityringen è stata firmata l’estensione dei contratti di gestione e manutenzione di tutte le linee per ulteriori tre anni ad Atm fino al 2027. A questo si è aggiunta di recente anche la gestione di una “light rail”, un treno di superficie che contribuirà a far salire a 140 milioni gli introiti complessivi derivanti dall’attività in Danimarca, il 10% del bilancio consolidato.

Leggi anche: A Copenaghen la METRO è GESTITA dall’ATM di Milano

# I piani del futuro, dall’Europa al Medioriente

Credits Ufficio Stampa Atm Copenaghen inaugurazione Cityringen

I piani di sviluppo di Atm non si fermano a Copenaghen. Atm infatti pur essendo una controllata del Comune di Milano può partecipare ad altri bandi in Italia e in Europa e in prospettiva l’idea è di partecipare ad una decina di bandi pubblici all’anno, prevalentemente all’estero. L’accelerazione voluta dalla dirigenza, per puntare a gestire altri sistemi di trasporti fuori dai confini nazionali, è arrivata anche dalla conferma che le minori entrate dovute allo smart working perdureranno in futuro e l’azienda ha necessità di diversificare l’operatività per mantenere un bilancio sostenibile.

Credits ferpress.it – Metro Riyadh

Uno dei mercati più promettenti è quello del Medioriente, nello specifico in Qatar, Arabia Saudita e Emirati Arabi dove ci sono ampi progetti di crescita infrastrutturali e dove Atm parteciperà a gare aperte probabilmente in partnership con altre società di altri paesi. Nel 2018 proprio Ansaldo STS partner di ATM a Copenaghen, ha ottenuto una maxi commessa per gestire la metro di Riyadh insieme ad altre aziende. Le altre opportunità possono esserci in alcuni Stati europei, come Spagna, Francia e Germania, oltre ai paesi scandinavi grazie anche alla positiva esperienza con la vicina Danimarca.

Fonte: Atm

Continua la lettura con: Tre nuove linee di BUS ELETTRICI a Milano: quali sono e quali caratteristiche hanno

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Lo tsunami “Generazione Milano”: 17 eletti e migliaia di voti, ora con gli under 30 bisogna trattare

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I segreti delle GRANDI INSEGNE dei grattacieli di CityLife

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credits: @m_a_r_k_m_a_i_l_a_n_d IG

Milano, la città dei grattacieli. In particolare, il trittico di CityLife presenta alcune singolarità che donano un valore aggiuntivo agli edifici e che potrebbero essere sfuggite ai milanesi più indaffarati. Andiamo a scoprirle insieme al noto sito Grattacielimilano.it

I segreti delle GRANDI INSEGNE dei grattacieli di CityLife

# Il grattacielo con il cappello rosso

credits: @m_a_r_k_m_a_i_l_a_n_d IG

L’insegna del grattacielo più imponente della città, quella di Torre Generali. Chiamata simpaticamente “Red Hat”, o cappello rosso, occupa l’intera lunghezza dell’edificio, di circa 140 metri, e lo abbraccia su tutti i lati.

Alta 15 metri, l’insegna rosso acceso non è direttamente ancorata al tetto del grattacielo, ma è sospesa in aria grazie ad un’intricata impalcatura di acciaio con elementi tridimensionali che la sorregge. L’effetto ottenuto è decisamente scenografico in quanto sembra volare e ondeggiare al di sopra dell’edificio.

Un’insegna che di certo non passa inosservata ed è anche stata vittima di polemiche in quanto molti milanesi si sono pronunciati delusi dal suo posizionamento, considerandolo addirittura un “pugno in un occhio” non solo per il colore brillante, che stona accanto all’insegna elegante e soft di Allianz, ma anche per la scelta di sospendere l’insegna a mezz’aria, spezzando così l’eleganza dell’intero edificio.

# Torre Allianz, il più alto d’Italia con la Madonnina sul tetto

credit: grattacielimilano.it

Accanto alla Torre Generali troviamo la Torre Allianz, attualmente l’edificio più alto di tutta Italia con i suoi 209 metri. La sua insegna, considerata più elegante per la forma, il posizionamento e il colore rispetto a quella della Torre precedente, conta una lunghezza di 35 metri e un’altezza di 8 ed è posta su entrambi i lati dell’edificio. La particolarità di questo grattacielo che forse non tutti conoscono, è che proprio in cima è stata posta la quarta copia della Madonnina del Duomo, come per dargli il ruolo di protettore di CityLife.

La tradizione, infatti, vuole che sia la Madonnina a dominare sulla città e così sono state poste diverse copie e posizionate sui tetti dei grattacieli più importanti.

Leggi anche: le 4 madonnine di Milano

# La Torre Libeskind è multicolor

credits: @cinziatibe
IG

La nuova arrivata. L’insegna del PwC è stata completata il 4 marzo 2020 e posizionata nella parte frontale dell’edificio. La torre è chiamata anche Libeskind, mantenendo quindi il cognome del suo architetto Daniel Libeskind, ed è alta 175 metri. Anche in questo caso quello che balza all’occhio è l’insegna, anche se risulta essere significativamente più piccola rispetto alle sue compagne accanto. Inoltre, ha un elemento aggiuntivo che le altre insegne di CityLife non possiedono: la multicromaticità.

Semplice, colorata ma comunque d’effetto.

Fonte: Grattacielimilano.it

Continua a leggere con: CityLife allo sprint finale: via libera all’ULTIMO GRATTACIELO. Ecco come sarà lo SDRAIATO

SELENE MANGIAROTTI

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Questa è la città “più GREEN d’Italia” (sesta in Europa)

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Credits: @treviso360 IG

Quest’anno è stata eletta lei come città più green d’Italia. Andiamola a scoprire. 

Questa è la città “più GREEN d’Italia” (sesta in Europa)

# Treviso, città di arte e cultura esaltata dal NY Times

Credits: @laura_palmer86
IG

Treviso, complice la vicina Venezia, non è di certo la città più famosa del Veneto.

Da molti anni, le istituzioni si stanno dando da fare affinché tutto il mondo non la veda come una semplice alternativa per fuggire dal sovraffollamento alimentato dai turisti mordi e fuggi che intasano Venezia nelle ore diurne sostanzialmente tutto l’anno.

Lo stesso sindaco Mario Conte insiste con il concetto, dicendo che “Vogliamo che le persone vengano qui perché scelgono Treviso, non perché Venezia è piena di turisti”.

Si vuole invece inquadrare Treviso come una protagonista assoluta del mondo turistico veneto. E chi ne conosce bellezza, eleganza, cultura e tradizioni, non può che certificare che si stia parlando di un luogo semplicemente stupendo. Lo stesso New York Times l’ha recensita elogiandone le qualità estetiche, consigliandola ai viaggiatori per un momento di pausa dal caos alla ricerca di arte e cultura.

# La più Green d’Italia (e sesta in Europa)

Credits: @oggitreviso IG

Da qualche giorno, è giunta una notizia che permette a Treviso di poter offrire un nuovo motivo per cui vale davvero la pena di essere visitata: la sua particolare attenzione all’ambiente e alla sostenibilità.

Il concorso European Green Capital Leaf Award, che ogni anno riconosce e premia i risultati ambientali dei territori europei, ha nominato Treviso la città più green d’Italia.

Per merito di tutti i progetti avviati a difesa della natura, dell’ambiente e della biodiversità, Treviso si è piazzata al sesto posto tra le città più green d’Europa. E’ la prima e unica città italiana che può fregiarsi di questo riconoscimento.

# I motivi

Le ragioni di questa elezione sono facili da elencare. In questi ultimi anni l’amministrazione cittadina si è impegnata moltissimo affinché i cittadini potessero vivere in un ambiente più salutare e rispettoso della natura. Questo grazie a progetti che hanno come obiettivo il miglioramento della qualità dell’aria, l’educazione a una raccolta differenziata sempre più diffusa ed eco-sostenibile e la promozione della mobilità alternativa. Questa grande strategia attenta all’ambiente circostante, ha fatto sì che Treviso entrasse di diritto nella top ten del concorso.

# I vincitori in Europa: Portogallo e Olanda a pari merito

Valongo. Credits: @nmgrocha IG

In testa alla classifica troviamo Valongo (Portogallo) e Winterswijk (Paesi Bassi), vincitrici a pari merito del titolo di città più green d’Europa.

Per quanto concerne invece l’elenco delle capitali più verdi del continente,  troviamo al primo posto Tallinn, che ha ottenuto il premio come Green capital 2023.

Winterswijk. @frank_bosvelt_ IG

Continua la lettura con: I 2 PARCHI ITALIANI nella Green List mondiale

LUCIO BARDELLE

copyright milanocittastato.it

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Piromane di notte, pompiere di giorno

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Un film svedese, Kops, racconta la storia di una centrale di polizia di un piccolo paese in cui non succede mai nulla. Per scongiurare il rischio di venire trasferiti dove ci sia più bisogno, i poliziotti iniziano a provocare dei crimini in modo da poter essere loro poi a doverli risolvere. In questo modo salvano il loro lavoro e si ergono a eroi della piccola comunità locale.

Spesso chi propone le soluzioni è colui che ha creato il problema. Problema e soluzione sono due facce della stessa medaglia: apparentemente in contrasto fanno parte della stessa strategia di condizionamento sociale.

Vi ricordate gli scandali di quando Microsoft venne accusata di diffondere dei virus informatici per vendere gli antivirus?
Colpisce la similitudine con quello che stiamo vivendo adesso. La pandemia generata da un virus su cui ci sono ombre sulla sua possibile origine artificiale che poi ha condizionato la vita del pianeta per oltre un anno finché sono arrivati i salvatori con un vaccino realizzato a tempo di record.

È di ieri la notizia che i social network del gruppo Facebook sono stati resi inutilizzabili per il periodo più lungo da quando sono stati creati. Cosi è diffusa la paura sul collasso dei sistemi di comunicazione e di accesso ai servizi bancari che il perdurare di questa situazione avrebbe creato. Così, a piccoli passi, una nuova paura si instilla nella percezione umana: nello stesso tempo il sistema invoca a gran voce soluzioni che comportano una sempre maggiore dipendenza dal sistema.

La gestione del potere attuale è un modello di condizionamento di massa che si basa sul principio hegeliano di tesi, antitesi e sintesi come motore del mutamento storico.
Un processo in cui le stesse mani sono artefici della tesi, dell’antitesi e della conseguente sintesi.

“Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario. È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale, possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto, visibile, conclamata (Mario Monti) 

LA FENICE

Continua la lettura con: Aggravare la situazione fingendo di risolverla

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Leggi anche: Comunali Milano: la “variante meneghina” una costante del panorama politico

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Prove generali di Apocalisse

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Ieri abbiamo avuto il sentore di quello che può accadere in un mondo interconnesso e digitale. Basta un server in panne e si fermano i tre principali servizi social del mondo, innescando a cascata montagne di problemi, mandando in tilt banche e servizi alternativi.
Ma per una vera apocalisse non basta questo.

Ci vorrebbe anche che il Canada producesse metà del grano del solito o che la Russia ci fornisse metà del gas che ci fornisce normalmente. E visto che il gas serve anche per produrre fertilizzanti le conseguenze si ripercuoterebbero nel settore agricolo, riducendo drasticamente la produzione e facendo salire i prezzi alle stelle dei prodotti alimentari.

Tutte le materie prime, compreso il petrolio, dovrebbero triplicare o quadruplicare il prezzo rispetto a un anno prima. E le fonti alternative come l’uranio dovrebbero aumentare di prezzo fino a quaranta volte.

Occorrerebbe poi che le aziende che producono microchip e semilavorati non fossero in grado di soddisfare la domanda del mercato e i materiali da costruzioni, dal legno, rame, ferro o alluminio, raggiungessero quotazioni stellari rendendo quasi insostenibile la realizzazione di nuovi manufatti.

Contemporaneamente a questo sarebbe necessario un divieto al 20% di lavoratori di entrare nelle aziende, una bella riforma del catasto, una nuova tassa sulla spazzatura, lo sblocco delle cartelle esattoriali e forti vincoli all’organizzazione di eventi, fiere e alla libera circolazione dei turisti. E oltre a questo che lo Stato si facesse carico di ogni attività facendo esplodere il suo debito oltre il 160% del PIL.

Tutto questo dovrebbe avvenire con salari e stipendi che si riducono come valore reale tornando ai livelli del 1990 e che il Presidente della più grande potenza mondiale dichiarasse che è in arrivo un meteorite sull’economia del Paese.

Questi sarebbero gli ingredienti perfetti per un’apocalisse. La cosa interessante è che sono tutti in atto.

Ps. I nostri nonni raccontano che l’estinzione dei dinosauri è stata meno eclatante.

Continua la lettura con: Il partito del popolo

MILANO CITTA’ STATO

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Leggi anche: Lo tsunami “Generazione Milano”: 17 eletti e migliaia di voti, ora con gli under 30 bisogna trattare

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🛑 Milano fa ALL IN sulla sinistra: Sala sindaco al primo turno, al CENTROSINISTRA tutti i MUNICIPI. Gli eletti in consiglio

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Credits alessiobazzani.eu IG - Beppe Sala

Nelle elezioni comunali di Milano il centrosinistra segna una vittoria senza precedenti. Oltre al sindaco eletto al primo turno, si prende anche tutti i nove municipi, cinque dei quali erano governati dal centrodestra. Questi sono i risultati definitivi e chi siederà a Palazzo Marino e nei municipi.

Milano fa ALL IN sulla sinistra: Sala sindaco al primo turno, al CENTROSINISTRA tutti i MUNICIPI. Gli eletti in consiglio

# Beppe Sala vince al primo turno con quasi il doppio dei voti su Luca Bernardo

Beppe Sala
Beppe Sala

Giuseppe Sala, con il Pd e le liste collegate, si riconferma sindaco di Milano battendo il candidato di centrodestra Luca Bernardo al primo turno, prima volta per un candidato di centrosinistra.

Il sindaco ha quasi doppiato il principale sfidante: 57,73% contro 31,97%, 277.478 preferenze contro 153.637.

# Il vero sfidante di Sala è l’astensionismo: la maggioranza dei milanesi non si è presentata ai seggi (la prima volta nella storia)

L’unica ombra sul trionfo di Sala è però è l’astensionismo record: la maggioranza dei milanesi non si è presentata alle urne. Solo il 47,72% degli aventi diritto è andata ai seggi, l’affluenza più bassa di sempre a Milano.

# Terzo Paragone: superati i 5 Stelle

Sotto il 3% si ferma Gianluigi Paragone, appoggiato da Milano Paragone sindaco e Grande nord con il 2,9% dei voti e Layla Pavone del M5s 2,70%, che non prendono seggi. Tutti gli altri candidati non arrivano alla soglie del 2%. 

# Tutti i municipi vanno al centrosinistra: record di voti per Sala in centro

Credits: wikipedia.org – Municipio 1

La vittoria netta del centrosinistra è evidente anche dal successo in tutti i nove municipi, cinque dei quali erano governati dal centrodestra nel precedente mandato. Il Municipio 1, del centro storico, è quello in cui Sala ha vinto con maggiore distacco: Mattia Abdu, il nuovo presidente del municipio, ha vinto con il 62,48% delle preferenze contro il 32,98% di Federico Benassati.

Vicino al 60% anche nel Municipio 6 con la conferma di Santo Minniti, che ha ricevuto 58,51% dei voti contro i 32,44% di Piermario Sarina e nel Municipio 3 con Caterina Antola che si è confermata grazie al 58,23% dei voti contro il 31,10% di Maurizio Gussoni.

Gli altri presidenti eletti sono: Simone Locatelli nel Municipio 2, Stefano Bianco nel Municipio 4, Natale Carapellese nel Municipio 5, Silvia Elena Rosa Maria Fossati nel Municipio 7, Giulia Pelucchi nel Municipio 8 e infine Anita Pirovano nel Municipio 9.

# Gli eletti in Consiglio: Maran si conferma re delle preferenze

Pierfrancesco Maran, Anna Scavuzzo e Lamberto Bertolé sono i più votati nel Pd e in assoluto, il primo ha superato le 8mila preferenze, la vicesindaco uscente è arrivata a 4.000. Tra i più votati del Pd la giovane Gaia Romani, che ha preso più voti dell’assessore uscente ai trasporti Marco Granelli, poi Diana De Marchi e Federico Bottelli. 

Nella lista Sala i cinque consiglieri sono Emmanuel Conte e Martina Riva, l’assessore uscente Gabriele Rabaiotti, Marco Mazzei e l’imprenditore digital Mauro Orso. L’ambientalista Enrico Fedrighini e Marzia Pontone, pur senza i voti necessari, entreranno in consiglio grazie ai posti ceduti dai futuri assessori.

Per i Verdi entreranno Carlo Monguzzi, Elena Grandi, Francesca Cucchiara, Tommaso Gorini, mentre per i Riformisti i due consiglieri saranno Lisa Noja di Italia Viva e la dirigente di Azione Giulia Pastorella, con un assessorato alla lista Marino Gianmaria Radice e con un seggio Marco Fumagalli, medico capolista di Milano in Salute.

# All’opposizione Sardone prima nella Lega, Feltri per Fdi e Bestetti per Forza Italia

La Lega ottiene sei seggi, con Sardone la più votata con oltre 2.000 voti e a seguire Alessandro Verri, Pietro Marrapodi, Samuele Piscina, Deborah Giovanati e la capolista Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia.

Fratelli d’Italia acquisisce cinque seggi, oltre duemila le preferenze ottenute da Vittorio Feltri che si mette davanti a Riccardo Truppo, Chiara Valcepina, Andrea Mascaretti e infine Francesco Rocca.

Per Forza Italia, che si prende tre seggi, è Marco Bestetti il più votato. Seguono Gianluca Comazzi e Alessandro De Chirico. Manfredi Palmeri è l’unico eletto per la lista civica di Bernardo.

# Tre liste a supporto del sindaco rieletto non entrano in consiglio

Giuseppe Sala si era presentato a questa tornata elettorale con il supporto di 8 liste, che comprendevano tra le altre Pd e Europa Verde. Tra queste ce ne sono tre che non ottengono voti sufficienti per entrare a Palazzo Marino: Milano Unita, Milano Radicale e Volt.

Leggi anche: Amministrative: le 8+1 LISTE di Sala per un’ALLEANZA RIFORMISTA. Sarà modello per un nuovo centrosinistra?

Continua la lettura con: I 13 CANDIDATI SINDACO: Foto e Programma

FABIO MARCOMIN

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🛑 Ripartono i CANTIERI del prolungamento della M1: prossima fermata MONZA-BETTOLE

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Credits: urbanfile.org - Prolungamento M1 Monza-Bettola

Dopo diversi rinvii riprendono i cantieri per prolungare la M1 a Monza, una storia che sembra non avere mai fine. Sarebbe andata diversamente con una Milano più autonoma?

Ripartono i CANTIERI del prolungamento della M1: prossima fermata MONZA-BETTOLE

# Odissea metropolitana

Dopo anni di vicissitudini, tra interruzioni e lavori a singhiozzo, riaprono i cantieri per la realizzazione del nuovo capolinea della M1, a Nord dell’attuale Sesto I Maggio.
Si tratta sostanzialmente di tre opere: la nuova stazione di Cinisello-Monza-Bettola, un centro commerciale e le infrastrutture di interscambio, la cui esecuzione si è rivelata un’odissea.
Gli accordi e gli impegni sono stati finalmente definiti tra i comuni interessati, MM S.p.A., che riveste il doppio ruolo di operatore ed impresa e le imprese che si sono aggiudicate le aree commerciali.

# Lo snodo critico

Intorno a questo prolungamento della linea rossa ruotano alcune delle arterie fondamentali, che alimentano la Città Metropolitana e che costituiscono dei veri e propri asset. È normale che ogni infrastruttura inserita in questo punto debba servire ed asservire le arterie in maniera appropriata.
Oltre al capolinea Monza-Bettola è prevista anche la fermata intermedia di Sesto Restellone, nei pressi del Palasesto. Confluiranno intorno a queste due fermate anche i bus provenienti dalla Brianza, un parcheggio di interscambio per 2.500 posti auto, strizzando l’occhio al tratto milanese della A4, la Milano-Lecco e l’arrivo della Rho-Monza, tutte arterie che devono al più presto essere alleggerite dal traffico pubblico e privato, almeno al confine di Milano.
Per completare questo insieme già bello carico, non deve mancare la possibilità di prevedere un passo del futuro: passerà dal nuovo capolinea l’interscambio con la linea lilla, la M5, il cui prolungamento è pensato per far correre i treni da Bignami a Monza.

# Quanta attesa ancora?

Linea rossa verso Bisceglie
Linea rossa verso Bisceglie

La notizia degli accordi e della ripresa dei cantieri, è senza dubbio una novità da accogliere con un sospiro di sollievo. Senza ulteriori ritardi ed indugi, questo mastodontico processo di integrazione del prolungamento M1 sarà pronto non prima di dicembre 2024. Si aggiungono, in pratica, altri due anni alla già tristemente lunga attesa dei pendolari più sotto pressione della Città Metropolitana.
Purtroppo i lavori si sono interrotti numerose volte, a causa delle bonifiche necessarie scoperte in corso d’opera, nonché i problemi tra le varie imprese responsabili di una porzione di progetti che, sovrapposti con gli altri, hanno dato vita a scontri e modifiche importanti.

Per la definizione degli accordi più recenti, è stata anche trovata l’integrazione finanziaria, si spera definitiva: 15 milioni di Euro provengono dalla legge di Bilancio 2019, già approvati e quindi intoccabili; una quota di 9,2 milioni da Regione Lombardia e 7,1 dal Comune di Milano.
Al di là degli imprevisti, più o meno grandi capitati alla realizzazione di questi lavori, sapendo che Milano genera un flusso di necessità particolari ed uniche, il quale potrebbe essere soddisfatto dalla propria capacità finanziaria, come sarebbe finita se Milano avesse fin da subito goduto di una grande autonomia dai partner istituzionali, come Regione Lombardia e Stato Italiano?

Continua la lettura con: Estensioni della metro

LAURA LIONTI

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Leggi anche: I dolori dei giovani leoni di Fratelli d’Italia a Milano

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🛑 Ha aperto il TEMPORARY STORE del PANETTONE ARTIGIANALE: ecco dove si trova

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Credits pasticceria.dolcestilnovo iG - Temporary Store Panettone Day

Nella boutique temporanea dei panettoni si potranno gustare le ricette esclusive e originali del dolce tipico di Milano ad opera dei finalisti del concorso Panettone Day 2021. Tutti i panettoni da provare e dove farlo.

Ha aperto il TEMPORARY STORE del PANETTONE ARTIGIANALE: ecco dove si trova

# Nel “Temporary Store Panettone Day” i panettoni dei 25 finalisti del concorso Panettone Day 2021

Credits lasicilianadal1956 IG – Miglior panettone tradizionale 2021

Nel “Temporary Store Panettone Day” si potranno provare le interpretazioni del dolce tipico milanese per mano dei migliori artigiani italiani della pasticceria. Le creazioni dei 25 pasticceri finalisti del concorso Panettone Day sono state selezionate da una giuria di esperti composta tra gli altri dal Presidente Iginio Massari, lo chef stellato Carlo Cracco e il vincitore dell’edizione 2020 di Panettone Day, Gianluca Prete. Il vincitore della nona edizione del concorso, per la categoria tradizionale, è stato Alessio Rannisi della pasticceria La Siciliana dal 1956 a Milano.

# Nello store si potranno gustare 26 ricette esclusive e originali 

Credits panettone-day.it – Tutti i panettoni da provare

Nello store si possono scoprire e acquistare 26 ricette esclusive e originali, dei pasticceri finalisti dell’edizione 2021 del Panettone Day e dal vincitore dell’edizione 2020, declinate in diverse categorie: panettoni tradizionali, tradizionali glassati, creativi al cioccolato, fruttati e trendy al cioccolato ruby, realizzati con i migliori ingredienti delle diverse regioni d’Italia. 

# La boutique nel cuore di Brera sarà aperta fino al 31 ottobre

Credits pasticceria.dolcestilnovo iG – Temporary Store Panettone Day

Per la boutique temporanea dei panettoni, aperta fino al 31 ottobre, quest’anno è stato scelto uno spazio rinnovato ampio e luminoso nel cuore di Brera, in Corso Garibaldi angolo via Palermo 21, per dare ancora più rilievo ai migliori panettoni italiani. Per questa edizione, inoltre, la presenza sarà anche in Rinascente, con una preview natalizia da metà ottobre per poi tornare sotto le feste nel mese di dicembre.

 

Continua la lettura con: Quali sono le GASTRONOMIE MIGLIORI di Milano? Ecco la GUIDA PERFETTA (con MAPPA) per chi non ha voglia di cucinare

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Gianluigi Paragone a True News: “Chiediamo il riconteggio delle schede. Non ci arrendiamo”

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