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🛑 Lo storico cinema ODEON si ridimensiona: diventerà un CENTRO COMMERCIALE

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Credits milanotoday - Odeon nuovo

L’ultimo grande multisala del centro cede il passo a un nuovo polo del lusso e della ristorazione. Ecco come verrà trasformato e cosa verrà preservato.

🛑 Lo storico cinema ODEON si ridimensiona: diventerà un CENTRO COMMERCIALE

# Nel 2024 al posto del grande multisala in centro nascerà un nuovo polo del lifestyle retail contemporaneo 

Credits milanotoday – Odeon nuovo

L’edificio che ospita l’ultimo grande cinema presente in pieno centro, il multisala “The Space Cinema Odeon”, si avvia alla chiusura o meglio verrà drasticamente ridimensionato. Nato come teatro agli inizi del 1800, poi Centrale termoelettrica, cinema nel 1929 e nel 1986 primo multisala di Milano.

Il progetto di restyling, affidato a Progetto Cmr per il Fondo Aedison, gestito dalla proprietà Dea Capital Real Estate sgr., prevede quasi un dimezzamento delle sale che verranno ricollocate al piano interrato insieme ad altri servizi. In totale 5.000 mq saranno dedicati a “un grande nome del lifestyle retail contemporaneo, protagonista del mondo fashion o tech, ma anche dell’automotive o dell’entertainmentcon negozi ristoranti e uffici.

Negli anni scorsi erano circolate le voci di un possibile interesse da parte di Harrods o Galeries La Fayette. I proponenti dichiarano che “sarà uno spazio innovativo, un hub esperienziale”. Ci sarà da attendere il 2024 per vedere il risultato finale.

# Cosa verrà conservato dello storico edificio

Credits milanotoday – Odeon foyer

Non tutto però verrà distrutto o cancellato. La trasformazione stravolgerà lo storico multisala Odeon, ma grazie ad alcuni vincoli della Soprintendenza verranno preservati i “pregi architettonici”. In particolare rimarranno così come li conosciamo oggi il foyer d’ingresso, il pavimento in marmi policromi, lo scalone principale e la gigantesca e storica sala al piano terra con la scritta che campeggia in alto “Ex tenebris vita”, dalle tenebre la (nuova) vita.

Renzo Misitano di DeA Capital Real Estate sgr spiega che l’obiettivo del progetto è stato quello “di reinventare l’edificio esistente conciliando i vincoli architettonici con le esigenze odierne e tecnologiche, soprattutto quelle inerenti la sostenibilità. È stato studiato il miglior rapporto possibile tra la storia dell’immobile e un nuovo ruolo in una città contemporanea e in evoluzione come Milano”.

 

Fonti: Corriere Milano, Milano Today

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FABIO MARCOMIN

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Gli INCONTATTATI: le TRIBÙ ISOLATE che vivono sulla Terra

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Credits: alchetron.com

È stato il sogno nascosto dei boomer: perdersi in una giungla o in una foresta tropicale e vivere con una tribù indigena fino all’arrivo dei soccorsi.

Gli INCONTATTATI: le TRIBÙ ISOLATE che vivono sulla Terra

# Gli “incontattati”, un mito del ‘900

Toromona Credits travelgeo.org

Il mito si percepisce dalla prolifica produzione culturale del secolo scorso: libri, film e situazioni improvvisate, riportano alla possibilità di venire in contatto con una tribù indigena che vive nelle parti più sperdute del globo.
L’industria culturale è stata senz’altro influenzata dalle vere esperienze di antropologi ed esploratori, i quali sono venuti a conoscenza delle popolazioni indigene sconosciute ai più, che in gergo si definiscono “incontattati”. L’Amazzonia e in generale le giungle del Sud America hanno la presenza di più tribù, ma vediamo quali sono e dove si trovano con l’aiuto di Curioctopus .

# I Sentinelesi dell’India

L’unica tribù segnalata fuori dal Sud America, vive sull’isola di North Sentinel, nell’arcipelago indiano delle Andamane. La tribù vive di caccia e agricoltura e, nei pochi contatti con il resto delle popolazioni si sono sempre rivelati molto ostili, uccidendo i malcapitati visitatori.
Non avendo contatti con il mondo esterno, sono senza difese immunitarie per virus e batteri coi quali entriamo normalmente in contatto da questa parte del mondo, pertanto il loro desiderio di rimanere isolati è protetto dal Governo delle Andamane, perché rischierebbero l’estinzione.

 

# I Toromona in Bolivia, i re degli alberi

Una popolazione, quella dei Toromona, che ha avuto così pochi contatti col mondo esterno, che qualcuno ancora dubita dell’esistenza di questa tribù.
Chi racconta di averli incontrati, dal canto suo, parla di una popolazione della giungla, abile come le scimmie negli spostamenti tra gli alberi.
Esistono sul serio, ed anche il Governo della Bolivia con una risoluzione del 2006, ha dichiarato una parte del Parco Nazionale Madidi “inviolabile e ad uso esclusivo dei Toromona”, per garantirne la sopravvivenza.
La loro lingua è detta Toromona o Tacanan.

 

# I Mashco-Piro del Perù, gli amici dei fiumi

Nella foresta pluviale peruviana, vive la popolazione nomade dei Mashco-Piro. La tribù vive di caccia e raccolta dei frutti della foresta e si sposta all’interno di un’area protetta, una parte del Parco Nazionale Manù nella regione denominata Madre de Dios.
La popolazione Mashco-Piro ha sempre evitato i rapporti con esploratori e lavoratori della foresta peruviana, ma negli ultimi anni hanno mostrato un’accentuata curiosità nei confronti del mondo esterno, tanto che è più facile trovarli sulle rive dei fiumi che salutano e sorridono alle imbarcazioni di passaggio.
Parlano una lingua molto simile al dialetto Piro peruviano, detta Cujareňo o Arawakan.

 

# I Taromenane dell’Ecuador, i nomadi della foresta pluviale

Taromenane Credits: lahora.com.ec

La tribù dei Taromenane è costituita da una popolazione nomade, che vive in isolamento volontario nella foresta pluviale in Ecuador. Dovrebbero essere lontanamente imparentati al popolo Huaorani, nativi sud americani della regione. Sono continuamente minacciati dal disboscamento illegale della foresta pluviale, per questo le Autorità dell’Ecuador stanno monitorando la piccola popolazione, stimata tra le 300 e le 500 unità, investigando sulla scomparsa o uccisione di alcuni di loro.

 

# I Kawahiva e Moxatetèu del Brasile, le tribù nomadi dell’Amazzonia

Kawahiva Credits:unbelievable-facts.com

In Brasile si trovano due tribù scoperte solo recente, grazie alle attività di estrazione delle materie prime amazzoniche.
I Kawahiva sono una tribù nomade, precedentemente chiamata “Indiani del Rio Pardo”, vivono a Nord del Mato Grosso.
La tribù è incontattata per scelta, preferiscono non avere contatti col mondo che li minaccia costantemente col disboscamento o per ridurli alla schiavitù.
Parlano una lingua che è una derivazione del distretto brasiliano di appartenenza, con prevalenza della lingua Tenharim.

 

I Moxatetèu vivono invece nello Stato di Roraima. Entrambe le tribù sono state scoperte a fine anni ’90 e i Moxatetèu sono seriamente minacciati a causa delle massive estrazioni d’oro della regione in cui vivono.
Pochissimi i dettagli a disposizione su questa popolazione, che si sposta per scelta e per non farsi trovare.

 

# I Passè e i Carabayo della Colombia 

Tra Perù e Colombia esiste il Parco Nazionale Rio Purè, che ospita due popolazioni incontattate: i Passè e i Carabayo.

I Passè abitano la foresta pluviale, incontaminati dal resto del mondo come lo conosciamo noi, monitorati da vicino dal Governo, a causa delle continue minacce portate a questa popolazione, da narcotrafficanti e taglialegna illegali.

I Carabayo, che negli ultimi anni si sono rivelati particolarmente ostili, sono una popolazione che vive stanziale nella foresta colombiana.
Li contraddistingue la tipologia delle abitazioni, le “malokas”, case di forma allungata sviluppata appunto da questa tribù. Il Governo fa rispettare la loro volontà di isolamento, nel Parco Nazionale Rio Purè.

 

Continua la lettura con: Le città più strane del mondo 

LAURA LIONTI

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L’anziana sulla PANCHINA: la toccante scultura contro la SOLITUDINE. Un’idea per Milano?

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credits: @Hiperrealista - Ruben Orozco Loza FB

La morte non arriva con la vecchiaia, ma con la solitudine” affermava Gabriel Garcia Marquez.

L’opera cerca di far riflettere sul tema della solitudine e della depressione, peggiorate con la pandemia e l’isolamento, che moltissimi anziani affrontano ogni giorno. Vediamo dove si trova e perchè potrebbe essere un’idea per Milano. 

L’anziana sulla PANCHINA: la toccante scultura contro la SOLITUDINE. Un’idea per Milano?

# La statua che prende vita

credits: @Hiperrealista – Ruben Orozco Loza FB

A Bilbao, capitale dei Paesi Baschi spagnoli, c’è una signora seduta su una panchina. A prima vista, potrebbe sembrare una signora qualsiasi che si riposa le gambe stanche dopo una passeggiata, immersa nei suoi pensieri. In realtà, si tratta di una scultura iperrealista, simile in tutto e per tutto a una persona in carne e ossa, realizzata dall’artista messicano Rubén Orozco Loza.

# “L’ultima persona morta in solitudine” 

credits: @Hiperrealista – Ruben Orozco Loza FB

L’opera si chiama “L’ultima persona morta in solitudine” e vuole rappresentare in maniera semplice e diretta una condizione che ormai colpisce moltissimi anziani, i quali spesso si trovano a dover vivere in isolamento e in stato di abbandono, senza alcun contatto con i propri cari o amici, entrando in stati depressivi e diventando “invisibili” a coloro che proseguono con le loro vite, ignari.

# Come morire da vivi

credits: @Hiperrealista – Ruben Orozco Loza FB

Rubén Orozco Loza si è ispirato a Mercedes, una signora di 89 anni che ormai da tempo vive da sola, per attirare l’attenzione e sensibilizzare un tema piuttosto delicato e ancora poco considerato. La stessa donna ha affermato che “è quasi come morire da vivi“.
La solitudine è la cosa più terribile che possa esistere, si tratta di un qualcosa che non si può nemmeno immaginare. Sono tante le ore che bisogna rimanere in casa, al punto che la solitudine ti divora. Prima avevo la mia vita, ma ora non ho più nulla; non ho più vita. Gli amici muoiono, i familiari muoiono e questo è terribile. È come se fossi morta in vita” 

# Lo scultore iperrealista

La ragazza che annega

Sempre a Bilbao è presente un’altra celebre installazione dello stesso autore: Bihar, la ragazza che annega.  Ruben Orozco Loza è un artista messicano iperrealista che si sta affermando sulla scena internazionale con le sue sculture che sembrano viventi. Lo invitiamo a realizzare qualcosa di iperrealista anche a Milano?

Continua a leggere con: Aprono in Olanda le CASSE RELAX nei supermercati. Un’idea per Milano?

SELENE MANGIAROTTI

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Consumatori in catene

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Youtube recentemente ha deciso di togliere la possibilità di vedere il numero di dislike sotto a un video. Di fatto opera una censura sui contenuti e impedisce alle persone di orientarsi sui video più interessanti. Ufficialmente lo fa in nome di una maggiore libertà per i piccoli creatori di contenuti che notoriamente a Youtube non interessano minimamente.

Una ragione forse più plausibile di questa sostanziale modifica è che gli inserzionisti e i politici spesso hanno un rating molto basso in quanto i contenuti sono giudicati poco interessanti ed evidentemente manipolatori.

Un principio base di una sana concorrenza del mercato prevede la libertà di dissenso da parte dei consumatori. Anzi, sono proprio i consumatori insoddisfatti la leva per migliorare i prodotti e orientare i produttori a soddisfare in modo superiore le esigenze delle persone. Come dice Richard Branson: “La migliore fonte di innovazione sono i consumatori insoddisfatti”.

L’informazione e il potere non accettano il dissenso. Invece di accogliere le istanze di chi non è soddisfatto per migliorare la loro proposta, cercano di denigrare chi non accetta quello che gli viene proposto. E questo si rivela spesso un boomerang.
Non a caso nella storia dell’umanità i flop più grandi sono avvenuti da persone di potere che si circondano di yes man.

Questa tendenza di cercare di annullare o depistare ogni critica posta dal cittadino o dal fruitore si sta pericolosamente propagando anche tra le aziende private.
Sempre più spesso, ad esempio, aziende delle telecomunicazioni o dei servizi di base rendono ostico il contatto da parte di consumatori insoddisfatti.

E iniziano a diffondersi anche casi di aziende che forniscono prodotti incapaci di mantenere le promesse ma in cui gli utilizzatori invece di protestare sono invitati ad incrementare l’utilizzo dei loro prodotti.

Se uno vi somministra un prodotto che non funziona, voi come reagite?

Continua la lettura con: Il pazzo cortocircuito che stiamo vivendo

MILANO CITTÀ STATO

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Leggi anche: “La cultura è lo strumento chiave per uscire dalla pandemia”

 

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La TORRE WOMB: la nuova PIRAMIDE con il BOSCO SOSPESO sopra Milano

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Credits milanotoday - Torre Womb

Ecco la nuova torre “verde” che arricchirà lo skyline milanese.

La TORRE WOMB: la nuova PIRAMIDE con il BOSCO SOSPESO sopra Milano

# La Torre Womb accoglierà verde, aria e luce e raggiungerà gli 88 metri d’altezza

Credits Urbanfile – Torre Womb dettaglio

A Milano sorgerà presto una nuova torre: Torre Womb, acronimo di Wellness Over Milan Bureaus che in inglese significa anche “grembo”.  Progettata dallo studio di architettura romano Labics con la collaborazione di Arup e Gad sarà alta circa 88 metri con le guglie, si estenderà su 6.300 mq e prenderà il posto di un edificio a cubo di 8 piani sede di Reale Immobili, in via Tito Speri 8. Gli elementi distintivi saranno il verde, l’aria e la luce. I tempi di realizzazione ancora non sono stati comunicati.

# Un edificio a forma piramidale con un bosco di lecci sospeso a 70 metri d’altezza

Credits milanotoday – Torre Womb

La torre, realizzata in acciaio e calcestruzzo, avrà una forma piramidale con una struttura esterna che si stacca dall’involucro per inglobare aria, luce e verde facendola sembrare un’enorme serra. Si caratterizza per delle terrazze in quota e logge dove riposarsi tra una riunione di lavoro e l’altra, o per lavorare all’aperto, ma in particolare per un bosco di lecci sospeso a 70 metri d’altezza.

Credits Urbanfile – Torre Womb piano strada

Al piano strada verrà invece realizzata una piccola oasi verde accessibile da tutti i cittadini.  

 

Fonti: Urbanfile, Il Giorno, Il Sole24ore

Continua la lettura con: L’EDIFICIO con il BOSCO ALL’INTERNO

FABIO MARCOMIN

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SQUARCI di NATURA nei PALAZZI: sarà questa la nuova via delle archistar?

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credits: @modernindenver IG

Un nuovo progetto mai visto prima che, chissà, forse un giorno potrebbe prendere forma a Milano e rivaleggiare con i suoi edifici più belli, sfoggiando il suo caratteristico “squarcio”.

SQUARCI di NATURA nei PALAZZI: sarà questa la nuova via delle archistar?

# L’edificio più cool nel quartiere più cool

credits: @modernindenver
IG

Si chiama One River North ed è un edificio residenziale di 16 piani verrà costruito nella città di Denver, in Colorado (USA). Il team di architetti MAD Architects si è impegnato per realizzare un progetto che fosse in linea con la topografia drammatica dello Stato e ridefinire il paesaggio urbano con la sua facciata artistica.

Non a caso, l’edificio verrà costruito proprio nel quartiere “più cool dell’America”, ovvero il quartiere d’arte di RiNo (River North Art District), famoso per le sue strade colorate e ricche di disegni e opere “street art”.

# Uno scorcio paesaggistico dentro l’edificio

credits: @modernindenver
IG

Il One River North si erge lungo 16 piani (65 metri) e si presenta con una base di più di 740 metri quadrati e una forma abbastanza squadrata realizzata in vetro, 187 appartamenti per un totale di 1240 metri quadrati. Potrebbe sembrare un edificio come un altro se non fosse per l’enorme spaccatura che divide la sua facciata, rivelando forme irregolari ma sinuose nascoste sotto l’involucro di specchi. La struttura sottostante sembra ricordare il complesso di edifici residenziali a City Life.

Lo “squarcio” prosegue per 10 dei 16 piani ed è stato realizzato per imitare l’esperienza di percorrere uno dei tanti sentieri dei Canyon del Colorado, unendo così la natura e numerosi spazi aperti all’architettura urbana.

# Tutt’uno con la natura

credits: @architecture_critic
IG

Lo “squarcio” presenta 1240 metri quadrati di spazi aperti, sorgenti d’acqua, piante native ed elementi naturali ispirati alla natura e alla conformazione del terreno del Colorado. Inoltre, ben 633 metri quadri sono destinati alla terrazza panoramica in cima all’edificio con tanto di SPA, piscina e uno splendido giardino.
Oltre agli appartamenti, ci saranno anche numerosi spazi commerciali al piano terra, un centro fitness, uno studio di yoga, un’area co-working, una SPA per animali domestici e una gigantesca lounge.

Il fondatore del gruppo MAD ha affermato che “se iniziassimo a considerare le città come veri e proprio paesaggi costruiti dall’uomo, dovremmo riprodurre canyons, foreste, crepacci e cascate trasformando montagne di cemento in una “seconda natura”.

Continua a leggere con: I nuovi GRATTACIELI a MATITA di New York. E se li portassimo a Milano?

SELENE MANGIAROTTI

Copyright milanocittastato.it

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Leggi anche: Trump, altro che buen retiro: è ancora lui a dettare la linea ai Repubblicani Usa

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Il CAMMINO più BELLO del Sud Europa alla scoperta del DUCATO di MILANO

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Tesserete-Ponte Tresa Credits: sentierodileonardo.jpg

Un percorso che parte da e arriva a Milano, è stato premiato come “il cammino più bello” con un autorevole riconoscimento.

Il CAMMINO più BELLO del Sud Europa alla scoperta del DUCATO di MILANO

# L’ala di Leonardo ha vinto il “GoSlow 2021”

Un cammino di 540 km totali, per completare il quale servono 26 giorni di cammino, inaugurato nel 2019 in occasione del 500° anniversario della morte di Leonardo da Vinci, ha vinto il prestigioso “GoSlow2021”, il più importante premio del settore assegnato ai cammini lenti e alle buone pratiche.

Il percorso è un’intuizione turistica e culturale dell’Associazione “Cammino di S. Agostino” ed è costituito da un itinerario chiuso, parte da Milano e finisce nel capoluogo lombardo, a forma di ala di uccello per evocare il più grande sogno visionario di Leonardo: il volo dell’uomo.

Il sentiero di Leonardo, ispirato alla presenza del genio vinciano alla corte di Ludovico il Moro, si sviluppa attraverso il territorio che un tempo costituiva il Ducato di Milano e tocca la Lombardia, il Canton Ticino e il Cantone Grigioni in Svizzera, andando a stimolare la storia legata ai luoghi di Leonardo

# I numeri del sentiero

Credits: siviaggia.it

Questo percorso è formidabile. Abbiamo già visto l’impressionante lunghezza e la “lentezza” necessaria a percorrerlo. In realtà il sentiero è fruibile a piedi ma anche in bicicletta e, soprattutto, è attrezzato per essere percorso in 26 spezzoni da completare in giornata.

Sono oltre 50 i luoghi dell’ex Ducato di Milano meta di questo itinerario, tra questi ben 5 siti patrimonio dell’Unesco (Milano, Crespi d’Adda, Bellinzona, Castelseprio e il Sacro Monte di Varese); il giro completo offre ben 30 castelli da visitare, custodi della storia e della memoria.
Due le nazioni su cui insiste il sentiero, Italia e Svizzera, per un totale di 6 provincie lombarde e 2 cantoni svizzeri, che trasformano l’anello in un cammino moderno e internazionale.

Essendo tracciato da esperti di cammino, il sentiero di Leonardo è diviso infine in due rami, orientale che va dalle Alpi a San Bernardino, per un totale di 240 km, oppure occidentale, che collega il San Bernardino a Milano attraverso il territorio pavese, per i restanti 300 km.

# In mezzo Milano

Imbersago-Lecco Credits: @sentierodileonardo.jpg

In mezzo a questo sentiero, come punto di partenza e meta di arrivo, la nostra Milano, da cui un tempo tutto questo territorio era governato ed amministrato.
La metropoli oggi frenetica si gira indietro e guarda il suo prestigioso passato, strizzando l’occhio ad un turismo lento da percorrere a piedi o al massimo in bicicletta, alla ricerca di un ritmo naturalmente più adatto ai luoghi che la circondano.

Il turismo slow deve diventare un’arma formidabile per i milanesi amanti dei cammini, per contrastare la frenesia della vita di città e contrapporsi alle giornate lavorative mordi e fuggi. Il contrasto appare ancora più evidente se si pensa al panorama proposto: grattacieli e asfalto dal lunedì al venerdì (o per i lunghi mesi di lavoro), opposto alla natura, ai castelli e i corsi d’acqua antichi, per il tempo del riposo siano essi vacanze o weekend.

# Undertourism

Naviglio-Grande-Abbiategrasso Credits: @Si Viaggia.jpg

Dopo aver subito passivamente lo svuotamento della città, spopolata dalla pandemia (nella maggior parte dei casi per scelta, per fortuna), oppure dopo che Francesco Mazza ha azzardato un Flash Forward , Milano e i milanesi si sono rimboccati le maniche e ripreso a trottare, salvaguardando anche la qualità della vita

Non scopriamo adesso le meraviglie che abbiamo a portata del “vecchio” concetto di gita, la scampagnata che si può compiere in giornata, la meta vicinissima che permette di lasciare per qualche ora alle spalle le fatiche della settimana.
Ad un’ora da Milano c’è veramente tutto
quello di cui gli esseri umani hanno bisogno per ritemprarsi e riprendersi dalla routine metropolitana. Anche a piedi!

Lo avevano capito bene le popolazioni del passato: questa città e i suoi dintorni sono contesi da millenni, fin da quando l’umanità ha lasciato tracce di memoria. Si tratta di introdurre questo semplice concetto anche nella quotidianità del 2021, come ha fatto il premio “GoSlow2021”, che ha omaggiato in maniera dolce il valore turistico e culturale del Ducato di Milano, riportando alla luce il concetto di undertourism, il contrario del turismo mordi e fuggi, ovvero lo spirito che completa perfettamente la natura internazionale di Milano

# Suggerimenti di percorso

I tratti più significativi di antichi tracciati toccati anche dal Grande Sentiero di Leonardo e segnalati su una mappa dal sito ufficiale (https://sites.google.com/view/sentierodileonardo) sono:
• Alzaia della Martesana, da Milano a Trezzo sull’Adda;
• Alzaia del fiume Adda, da Trezzo sull’Adda a Lecco;
• Sentiero lungo i Piani Resinelli, da Lecco ad Abbadia;
• Sentiero del Viandante, da Abbadia Lariana a Piantedo;
• Via Francisca, da Piantedo a Chiavenna;
• Via Spluga, da Chiavenna a Madesimo;
• Passo del Baldiscio, da Madesimo a San Bernardino;
• Val Mesolcina, da San Bernardino a Bellinzona;
• Sentiero svizzero n. 7, da Bellinzona a Ponte Tresa;
• Via Francisca, da Ponte Tresa a Busto Arsizio;
• Alzaia del Naviglio Grande, da Busto Arsizio ad bbiategrasso;
• Sentieri del Parco del Ticino, da Abbiategrasso a Pavia;
• Alzaia del Naviglio Pavese, da Pavia a Milano.

Alla ricerca di ospitalità lungo il percorso, si può fare una ricerca direttamente dalle risorse messe a disposizione dal sito ufficiale del percorso.

Fonte: Siviaggia.it 

Continua la lettura con: Il piccolo cammino di Santiago italiano

LAURA LIONTI

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Leggi anche: Olimpiadi 2026, costi e rischi: Milano-Cortina e lo spettro di Torino 2006

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Il Castello da fiaba nella VALLE dei LAGHI a due ore da Milano

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Credits: @buongiornotrentino IG

Nella Valle dei Laghi, in provincia di Trento, si può raggiungere un luogo pieno di magia e mistero: Castel Toblino.

Il Castello da fiaba nella VALLE dei LAGHI a due ore da Milano

# Castel Toblino

Castel Toblino si trova nella Valle dei Laghi, nel comune di Madruzzo, in provincia di Trento. Il castello medievale affonda le sue origini intorno all’XI secolo. L’architettura che possiamo ammirare oggi però è quella del XVI secolo, in seguito ai lavori di ammodernamento decisi dai vescovi di Trento Cles e Madruzzo.

Castel Toblino | Valle dei Laghi | Trentino
Credits: @dolomiti.it

Unico esempio di castello lacustre, è particolarmente famoso per numerose leggende qui ambientate. Forte della sua singolare posizione, è uno dei castelli più fotografati del Trentino.

# Le leggende del lago

Circa 2000 anni fa, il livello del lago era più alto di circa due metri e il lembo di terra, su cui oggi sorge il castello di Toblino, era un’isola nel mezzo del lago. Gli antichi abitanti del luogo credevano che quel luogo fosse sacro. Infatti, Nel III secolo, lì venne edificato un tempietto dedicato al culto dei Fati, antiche divinità romane capaci di predire il destino.

Credits: @TrentinoWow

Un’altra leggenda narra invece di un tunnel sotterraneo che collegherebbe il castello a Castel Madruzzo e di un ricco tesoro seppellito sotto il lago.

La più famosa leggenda legata al castello racconta l’amore proibito tra il vescovo di Trento, Carlo Emanuele Madruzzo e Claudia Particella. La leggenda si conclude tragicamente.

# Escursioni attorno al Castel Toblino

Castel Toblino è la meta ideale per una rilassante passeggiata sulle sponde del lago, seguita da una cena a lume di candela nell’elegante ristorante, ospitato nelle antiche sale del palazzo.

Ristorante Castel Toblino |
Credits: @casteltoblino.com

Da Castel Toblino partono alcune interessanti escursioni che permettono di scoprire la Valle dei Laghi. Un piccolo sentiero conduce fino al borgo di Ranzo da cui si può godere di una vista mozzafiato su tutta la valle. Da Castel Toblino è possibile raggiungere anche Castel Madruzzo…senza utilizzare il leggendario tunnel sotterraneo.

Il castello è di proprietà privata. E’ comunque visitabile previa prenotazione.

Credits: visittrentino.info

Continua la lettura con: 5+1 luoghi che forse non conosci da vedere in Veneto

LUCIO BARDELLE 

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Leggi anche: Nuove Greta Thunberg crescono: chi sono i giovani attivisti per il clima

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La NUOVA mappa dei PREZZI delle CASE di Milano

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Credit: Andrea Cherchi (c)

I prezzi delle case a Milano stanno registrando una crescita costante. Ecco i valori immobiliari zona per zona.

La NUOVA MAPPA dei prezzi delle CASE di Milano

# I prezzi delle case a Milano sono in crescita costante: +2,7% rispetto allo stesso semestre 2020

Credit: Andrea Cherchi (c)

In base alle rilevazione effettuare dalle reti di agenzie immobiliari Gabetti, Professionecasa e Grimaldi i prezzi delle case a Milano continuano a crescere. Si è registrato infatti un +2,7% di aumento medio da gennaio a giugno rispetto al secondo semestre del 2020. A questo si è accompagnato un balzo del 31% nel numero di compravendite immobiliare nel residenziale confrontando il primo semestre del 2020 con lo stesso del 2021.

# Per un’abitazione nuova in centro si spende in media tra gli 8.000 e i 10.000 euro mq 

Credits: milanoweekend.it – Via Montenapoleone

Le quotazioni medie per mq all’interno del centro storico oscillano tra i 6.500/7.550 euro per l’usato e 7.960/9.050 euro per abitazioni nuove o ristrutturate. In tre zone si superano i 10.000 euro. Analizzando nel dettaglio i singoli quartieri questi sono i valori immobiliari rilevati:

  • tra i 10.800 e gli 13.700 euro al mq per un immobile nuovo o ristrutturato nel Quadrilatero;
  • dai 9.400 agli 11.500 euro al mq in zona Brera;
  • tra gli 8.800 e i 10.300 euro al mq in Palestro – Duse;
  • dagli 8.050 ai 9.600 euro al mq tra Magenta, Pagano e Castello;
  • in zona Indipendenza si arriva a 6.500 euro al mq per l’ottimo stato.

# Fuori dalle mura spagnole servono tra i 4.000 e i 6.000 euro al mq

Credits conor.adam IG – Ticinese

Rimanendo appena fuori o nei pressi del perimento delle mura spagnole i prezzi variano tra i 4.000 e i 6.000 al mq per un immobile di nuova costruzione o ristrutturato e in ottimo stato. Fuori media le zone di Solari e Tortona. Ecco le quotazioni nel dettaglio:

  • in Solari e Tortona le quotazioni salgono fino a 7.500 euro al mq per l’ottimo stato;
  • in zona Ticinese per abitazioni in ottimo stato la media dei prezzi è attorno ai 6.200 euro al mq;
  • tra le zone di Fiera, Silva, Amendola, Pagliano e De Angeli si oscilla in una forbice compresa tra i 5.200 e i 6.450 euro al mq;
  • in zona Lodi – Porta Romana si arriva fino a 5.500 euro/mq in caso di immobili signorili in ottimo stato;
  • tra XXII Marzo e Cadore le quotazioni per le soluzioni signorili in buono stato sono di 5.000 euro al mq;
  • tra Bocconi, San Gottardo, Tabacchi e Navigli, si va dai 4.650 ai a 5.500 euro al mq per un appartamento in ottimo stato;

# In periferia i prezzi variano dai 1.500 fino a punte di 4.800 euro al mq

Credits savecittastudi IG – Città Studi

La disponibilità di immobili in ottimo stato nelle periferie è in numero inferiore rispetto alle zone più centrali e questo si riflette sui prezzi che solo in alcuni casi raggiungono quotazioni elevate. Nello specifico ecco i valori immobiliari dai quartieri più costosi a quelli più abbordabili:

  • in zona Lambrate, Città Studi, Corsica, Bande Nere e San Siro i prezzi al mq per un immobile in ottimo stato oscillano tra 3.400 e 4.800 euro;
  • in zona Farini si passa dai 3.300 euro al mq per immobili signorili, fino a 3.750 euro al mq per il signorile ottimo;
  • a Nolo i prezzi sono in aumento costante, servono fino a 3.370 per abitazioni in buono stato;
  • tra Parco Lambro e Cimiano, ma anche Ripamonti, le quotazioni si attestano attorno ai 3.000 euro;
  • nella periferia nord nell’area compresa tra Dergano, Affori, Zara, Istria, Niguarda i prezzi sono attorno ai 2.500 euro al mq per gli immobili in buono stato;
  • a Turro le quotazioni sono tra i 2.300 e 3.000 euro al mq per l’usato medio in buono stato;
  • nella periferia sud tra Barona e Famagosta siamo su una media di 2.400 euro al mq per l’usato medio in buone condizioni;
  • tra Monza, Precotto, Gorla i prezzi vanno tra i 1.900 e i 2.450 euro circa al mq per l’usato in buono stato, anche n
  • infine tra Lodi e Corvetto i prezzi sono compresi tra i 1.500 euro e i 2.100 euro al mq, valori simili anche in zona Certosa – Villapizzone.

Continua la lettura con: La casa più COSTOSA venduta quest’anno a Milano. E i 5 quartieri con PREZZI STELLARI

FABIO MARCOMIN

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A pochi minuti da MILANO si trova il MUSEO delle STAZIONI di SERVIZIO

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credit: motori.ilgiornale.it

Il Museo delle stazioni di servizio è un vero e proprio viaggio nel tempo, e si trova a pochi minuti da Milano.

A pochi minuti da MILANO si trova il MUSEO delle STAZIONI di SERVIZIO

Per gli amanti delle curiosità e dei record del mondo targati Milano, il Museo Fisogni delle stazioni di servizio di Tradate è una meta obbligata. Un vero e proprio viaggio nel tempo che inizia nei primi del ‘900 quando la benzina si comprava… in farmacia. Sì perché una volta, quando le automobili erano poco diffuse, questo prodotto si reperiva laddove i cittadini trovavano il petrolio per le lampade o una serie di rimedi petroliferi – nelle versioni inodore o di gradevole profumo – contro la calvizie, la forfora e la cura delle ciglia.

# Una collezione da Record: dalle pompe a manovella ai dispositivi moderni

credit: milanoneisecoli

Al Museo delle stazioni di servizio ci sono le latte, i carrelli mobili, le pompe a manovella, la pompa di benzina disegnata dall’architetto Piacentini e voluta da Mussolini, quella posizionata a Buckingham Palace con tanto di corona, fino ad arrivare ai dispositivi che abbiamo usato più o meno tutti per fare il pieno alle nostre auto.

Una collezione che racchiude migliaia di esemplari rari ed unici tra pompe di benzina, insegne, attrezzature, utensili e pubblicità di settore ed è oggi la collezione più grande del mondo, certificata Guinness World Record dal 2001.

# Il primo esemplare della collezione? un inaspettato ritrovamento

credit: museo fisogni

Il Museo Fisogni nasce a Palazzolo Milanese nel 1966 per volontà di Guido Fisogni.
Imprenditore nel campo della ristrutturazione delle stazioni di servizio, un giorno Fisogni si imbatte in una delle prime pompe di benzina a pentalitri abbinati della Società Anonima Bergomi di Milano, abbandonata in una cava di sabbia.

L’istinto lo porta a raccogliere quel pezzo di storia industriale milanese e a farne il primo esemplare della serie.
Guido Fisogni ha candidamente confessato in un’intervista del 1997 di aver pagato cifre strabilianti per i pezzi più rari, o di aver resistito alle lusinghe di un ricchissimo petroliere texano intenzionato ad acquistare alcuni esemplari.
«Non se ne parla neanche» ha risposto il collezionista brianzolo, che ha mantenuto sempre intatta la propria collezione.

# L’arrivo a Palazzo Castiglioni dopo una lunga chiusura

 
credit: meetingecongressi.com

Seguendo una serie di vicissitudini societarie e personali, il Museo di Palazzolo Milanese ha chiuso nel 2000 per riaprire nel 2015 grazie alla volontà della famiglia Fisogni, che ha restaurato un’ala del palazzo di proprietà di Villa Castiglioni per poi trasferirvi la collezione. Attualmente il museo occupa una parte dell’edificio, in un ambiente che può essere sfruttato anche per eventi e congressi.

Due pompe di benzina della collezione sono esposte alla Triennale di Milano, che ha inserito il museo in un circuito dedicato al modernariato e all’archeologia industriale. Il Museo Fisogni fa parte sia della Rete dei Giacimenti del Design Italiano (sostenuta dalla Triennale), sia di altri circuiti museali come il Circuito Lombardo Musei Design (MUDE) e la rete Musei Industriali del Varesotto (MIVA).

Oltre al fascino degli oggetti industriali, il Museo Fisogni ha un «folto archivio di materiale pubblicitario e di disegni tecnici, continuamente consultati dagli studenti e dai designers». 

Rettifica: il Museo Fisogni è stato riaperto nel 2015 per volontà della stessa famiglia Fisogni e non per opera della Triennale di Milano come precedentemente riportato nell’articolo.

Continua la lettura con: 5 attrazioni uniche del MUSEO DEL NOVECENTO

LAURA LIONTI 

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Leggi anche: In viaggio seguendo il vento: alla scoperta dei parchi eolici

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Nudi al gelo. Ce lo chiede l’Europa

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C’è fibrillazione tra gli appassionati di Meteorologia. Sono anni che aspettano un cambiamento per l’inverno e sembra che questo sia l’anno buono.

Gli studiosi del clima stanno osservando che diverse configurazioni emisferiche indicherebbero l’approssimarsi di un inverno old style per l’Europa Centrale.
I due principali centri di calcolo Meteo globali, il GEFS e il Reading, convengono nelle previsioni modellistiche che ci possiamo aspettare un inverno in controtendenza, segnato da un gelo che potrebbe mettere in crisi i sistemi di approvvigionamento energetico in Europa.

Questo rischia di avvenire anche per errori fatti dalla stessa Unione Europea che ha rifiutato di stipulare con i fornitori russi dei contratti a lungo termine a prezzo fisso.
La UE ha infatti preferito al prezzo fisso il prezzo spot che è quello del giorno.
Per questa scelta pagheremo dalle 4 alle 5 volte un prezzo più alto che, ovviamente, ricadrà sui consumatori europei.

Non solo. Questo errore rischia di sommarsi alla strategia di integrare i nostri sistemi con rinnovabili non affidabili: nel caso di un grande stress l’innesto delle rinnovabili rischia di essere il trigger che provocherà il collasso sistemico.

D’altronde la relazione tra eventi climatici ed economia è da sempre molto stretta. Non è un caso che la caduta delle temperature sia correlata a choc sui mercati finanziari e nell’economia.
Basta osservare un grafico delle temperature dagli anni Ottanta ad oggi per accorgersi che tutte le grandi crisi finanziarie (1987, 2001, 2007, 2011) sono avvenute in concomitanza con una discesa delle temperature medie mondiali.

Secondo le ultime previsioni sembra che dalla fine di Novembre l’Europa Centrale potrebbe trovarsi ripetutamente sotto irruzioni artiche persistenti. E di fronte a questa ondata di gelo la nostra cara Europa si presenta nuda.

Continua la lettura con: L’aritmia del pianeta

LA FENICE

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MILANO IMITA NEW YORK: ridisegna le STRADE sulla falsariga della Grande Mela

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Credits comune.milano.it - Ridisegno strade - Spazio pubblico. Linee guida di progettazione -

Il comune di Milano ha realizzato un vero e proprio manuale per il ridisegno degli spazi pubblici della città. Ecco quali sono le linee guida delle trasformazioni attuate e per quelle future.

MILANO IMITA NEW YORK: ridisegna le STRADE sulla falsariga della Grande Mela

# Le idee per la nuova mobilità della Grande Mela ipotizzate dal magazine New York insieme al sito Curbed

Credits bikeitalia.it – New_York_problematiche-Strade_attuali_CURBED_design

Per ripensare la mobilità della Grande Mela, renderla meno ostaggio del traffico e dell’inquinamento e più vivibile per pedoni e ciclisti, il magazine New York insieme al sito Curbed hanno ipotizzato quali potessero essere gli interventi migliori da mettere in campo. Un lavoro realizzato con un team di designer e progettisti con proposte di cambiamento delle strade di New York, come già aveva iniziato a fare Janette Sadik Khan, ex assessora alla mobilità della città e responsabile di Bloomberg Associates con la quale sta trasformando Milano. Un esempio su tutti è l’applicazione dell’urbanistica tattica. 

Ritornando a New York, le suggestioni lanciate da questo studio immaginano questo tipo di strada ideale: ampi marciapiedi attrezzati, alberature e aree verdi, pochissimi parcheggi se non aree di carico e scarico (anche per le cargo bike), piste ciclabili, linee del trasporto pubblico con fermate sicure e preferenziate, attraversamenti pedonali ben visibili e soluzioni, come i rain garden, per gestire le acque meteoriche e tanto altro ancora. 

# Il manuale di progettazione dello spazio pubblico di Milano

Credits comune.milano.it – Ridisegno strade – Spazio pubblico. Linee guida di progettazione –

A Milano si è fatto un passo avanti rispetto a New York grazie alla realizzazione di vero manuale di progettazione dello spazio pubblico, intitolato “Spazio pubblico. Linee guida di progettazione”, da parte degli uffici del comune, insieme all’Agenzia per la Mobilità, l’Ambiente e il Territorio (AMAT), National Association of City Transportation Officials (Nacto) e Bloomberg Associates.

Questo strumento sarà molto utile, nell’ottica della “Città dei 15 minuti”, per la trasformazione completa e ordinata della mobilità, per la fruizione degli spazi pubblici e per dare maggiore logica all’arredo urbano. Inoltre servirà a chiarire alcuni interventi innovativi, già implementati o da implementare, come le nuove corsie ciclabili, le soluzioni di urbanismo tattico, la gestione della sosta delle biciclette, i sistemi di drenaggio urbano e molto altro.

# Il documento è strutturato in cinque sezioni e contiene le linee guida della “nuova Milano”

Il documento prevede delle specifiche linee guida, compresa la conformazione degli spazi, la tipologia dei materiali da utilizzare in relazione agli specifici ambiti urbani, ed è strutturato in cinque sezioni:

  • Sezione 1, con i presupposti e le finalità del documento, illustra anche il quadro normativo di riferimento;
  • Sezione 2, che descrive le strategie applicative sullo spazio stradale, riconducendole nell’ambito degli obiettivi di sviluppo sostenibile adottati dal Comune di Milano;
  • Sezione 3, che analizza e definisce le tipologie e gli ambiti di applicazione delle linee guida in relazione ai caratteri e alle specificità del contesto milanese;
  • Sezione 4, che descrive le componenti progettuali della strada e offre specifiche indicazioni tecniche per la loro progettazione secondo i principi enunciati nella seconda e terza sezione.
  • Sezione 5, in cui trovano spazio diversi casi studio illustrati, che mostrano gli esiti e gli effetti di interventi improntati ai principi progettuali contenuti nelle linee guida.

All’interno del documento, ad esempio, è illustrata e dettagliata quale dovrà essere: la logica della trasformazione di zone di traffico in aree pedonali e nello specifico l’urbanismo tattico delle “piazza aperte”, la conformazione di ogni arteria stradale, sia lato traffico veicolare che pedonale, il tipo di pavimentazione da utilizzare, dall’asfalto alla beola, le parigine o le panchine più adatte per ogni quartiere, fino alle alberature da piantumare. 

Fonte: BikeItalia

Continua la lettura con: VIA I CANTIERI: ecco come saranno le ZONE della M4 senza i lavori

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Trump, altro che buen retiro: è ancora lui a dettare la linea ai Repubblicani Usa

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Il pazzo cortocircuito che stiamo vivendo

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Ha fatto molto scalpore il comizio di Robert Kennedy Junior venuto in Italia apposta per sostenere la lotta contro le attuali misure del governo italiano.

Nell’intervento all’Arco della Pace tra le altre cose è emerso un concetto molto significativo, storicamente appartenuto alla sinistra gramsciana e storicamente in America al partito democratico.

Il valore della libertà da tutelare contro l’autoritarismo e il controllo di stampo dittatoriale. Per Gramsci in nome della libertà si può sacrificare la vita ma non viceversa. Sue celebri frasi come “Poche mani, non sorvegliate da controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa” oppure “Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri”  vengono oggi rilanciate da alcuni intellettuali che sostengono le istanze del movimento no pass.

Intellettuali come Cacciari, Agamben, Freccero, Fusaro, Mattei, Barbero, tutti appartenenti al mondo della sinistra più colta e integralista, si ritrovano improvvisamente e senza saperlo catapultati in un mondo etichettato come fatto di ragazzotti ignoranti ed estremisti di destra.

Forse il caso più eclatante di questo cortocircuito è proprio Robert Kennedy Jr. Figlio del grande paladino della sinistra liberal internazionale, Bob assassinato negli USA, appartenente alla famiglia icona per i democratici italiani e impegnato da sempre nella difesa dei diritti delle minoranza e nella lotta per la difesa dell’ambiente.

Ritratto che sarebbe perfetto come testimonial del governo attuale e di chi lo fiancheggia se non fosse che la pensa all’opposto.

Credits twitter Robert F. Kennedy Jr

Questo cortocircuito ideologico sta dilagando in ogni ambito. Nel mondo cattolico c’è una frattura tra chi segue l’autorità del Papa e che si identifica con la politica dominante e chi invece si riconosce nei principi evangelici e che prendono le distanze da Bergoglio e dalle misure restrittive adottate.
Misure estreme che hanno creato una frattura radicale nella società attivato da un governo definito di “unità nazionale”. Misure che sembrano per molti critici tipiche dei regimi totalitari del Novecento che sono sostenute dalla maggioranza cosiddetta moderata e avallate dai partiti di posizioni più di centro del nostro ordinamento costituzionale. Mentre le posizioni più estreme si stanno riunendo per difendere i valori costituzionali e dei diritti universali storicamente conquistati nelle democrazie liberali.

Questa sorta di inversione dei poli si profila come una cosa solo temporanea oppure indica una rivoluzione di paradigma nel mondo occidentale?

Continua la lettura con: La controrivoluzione degli artisti

MILANO CITTA’ STATO

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Una NOTTE costa come una CASA: gli HOTEL più CARI del mondo. E tra le città più costose c’è MILANO

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Lagonissi. Credit: @smaro872 IG

Quante volte ti è capitato di passare di fronte ad un hotel che ha tutto l’aria di essere super lussuoso e immaginarti quanto possa costare dormire lì. E mentre pensi ti fermi davanti all’entrata, ma poi vedi un uomo in giacca e cravatta con una valigietta in mano che ti osserva, forse anche con un’aria un po’ di superiorità. Ma il voler sapere quanto costa quell’hotel batte tutto e rimani lì a provare ad indovinare, magari anche in compagnia di un amico, così da poter rendere il gioco ancora più divertente facendo partire una gara. Ecco qui allora alcuni indizi con le città dove dormire in un hotel costa di più, ma soprattutto la top 3 degli hotel più costosi al mondo.

Una NOTTE costa come una CASA: gli HOTEL più CARI del mondo. E tra le città più costose c’è MILANO

# San Francisco, Ginevra e Milano: le città dove dormire costa di più

Credits: @lesarmures_geneva
Les Armures a Ginevra (più di 1000 euro a notte)

Investireoggi riporta come la città dove un alloggio costa di più è San Francisco: in media infatti una notte si aggira intorno ai 350 euro. Complice di questi prezzi è sicuramente il boom di viaggi per lavoro che hanno coinvolto la città e che hanno fatto alzare i prezzi dei suoi hotel. Subito dopo San Francisco, con una media di 255 euro a notte c’è Ginevra, la città svizzera. Si è più che coscienti della ricchezza di questa città. Alcuni potrebbero invece essere sorpresi che terzo posto c’è proprio una città italiana, e quale se non Milano? Gli hotel della città meneghina infatti costano di media 235 euro a notte. I prezzi sono così alti anche perché in tutte e tre le città ci sono hotel extra-lusso che alzano la media, d’altronde i servizi in più si devono pagare.

# I 3 hotel più costosi al mondo

Ma se si pensa ai prezzi soprariportati, sembra quasi siano prezzi nella media, o comunque sostenibili non da tutti ma neanche da una minuscola parte del globo. Se ci si focalizza però alla categoria di hotel extra-lusso e si prendono in considerazione i singoli hotel, le cifre iniziano a salire in modo spropositato.

Al terzo posto degli hotel più costosi al mondo c’è il Four Seasons di New York con i suoi 26900 euro a notte circa.

Credits: @forbestravelguide
Four seasons New York

Al secondo posto troviamo il Palm Casino Hotel a Las Vegas dove una camera costa oltre i 30 mila euro.

Credits: it.hotels.com
The Palms Casino Resort Las Vegas

Al primo posto, invece, c’è trova il Grand Resort Lagonissi ad Atene. Con quasi 40 mila euro a notte è l’hotel più caro al mondo.

Credits: @grandresortlagonissi
Grand Resort Lagonissi, Atene

Continua la lettura con: I 10 HOTEL più belli di MILANO: guida per un soggiorno da favola (Mappa)

BEATRICE BARAZZETTI

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Leggi anche: Lo stadio Meazza, ovvero il fallimento (per ora) della politica e della comunicazione

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Le CASE del FUTURO saranno fatte di SALE?

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Credits chiaracampofiorito_architetto IG - Wetland

Imitando i processi della natura e utilizzando un materiale di scarto, come il sale, si potrebbero realizzare da semplici abitazioni fino a interi palazzi. Vediamo un primo prototipo e lo studio alla base del progetto.

Le CASE del FUTURO saranno fatte di SALE?

# Wetland, “l’igloo” di sale premiato alla Biennale di Venezia

Credits chrisalv IG – Wetland

Durante la Biennale di Venezia 2021, il più importante evento mondiale della cultura architettonica, l’installazione Wetland, il Padiglione degli Emirati Arabi Uniti, ha ricevuto il Leone d’Oro per la miglior partecipazione nazionale.

Si tratta di una piccola struttura a pianta ellittica senza copertura, assomigliante a un igloo allungato, e realizzato con dei “mattoni di sale”, piccoli blocchi solidi sintetici, formati dai sotto-prodotti dei processi di dissalazione dell’acqua marina. La scelta di questo materiale costruttivo è stata fatta per rispondere alla domanda dal critico libanese Hashim Sarkis curatore di questa della Biennale veneziana: “How will we live together?”. 

# Nel futuro si vivrà in case costruite con il sale?

Credits chiaracampofiorito_architetto IG – Wetland

Un gruppo di ricercatori ha voluto capire se fosse possibile costruire edifici con il sale, come succede in natura nell’ecosistema delle sabkhah degli Emirati Arabi. In queste enormi distese di sale i processi millenari di solidificazione dell’acqua salata, grazie a evaporazione e azione del vento, hanno prodotto piccole formazioni minerali ognuna di forma diversa.

In base ai primi risultati dello studio sviluppato in collaborazione con alcune università internazionali, in futuro si potrebbero edificare da piccole strutture abitative fino ad interi palazzi e città sfruttando il sale estratto dall’acqua marina, imitando i processi della della natura, e ridare quindi nuova vita a quello che oggi è uno scarto.

# A regime si creerebbe un’economia circolare virtuosa

A regime si andrebbe a realizzare un’economia circolare virtuosa, trasformando un rifiuto in un materiale costruttivo, e essendo il sale un sotto-prodotto dei processi di potabilizzazione dell’acqua marina si potrebbe ampliare più rapidamente la platea di persone sul pianeta servite dall’acqua potabile.

Continua la lettura con: L’EDIFICIO con il BOSCO ALL’INTERNO

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Fabrizio Rondolino scriveva sciocchezze prima di Renzi (e lo faceva in pubblico)

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🛑 BALZO di 40 posti in un anno: Milano entra nella TOP 5 in Italia per la la QUALITÀ della VITA

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Credits Andrea Cherchi - Skyline Milano

Grande balzo in avanti di Milano. Risale nella top 5 figurando al primo posto tra le grandi città, al di sopra del milione di abitanti. Le migliori per la qualità della vita sono tutte al Nord. Vediamo i principali cambiamenti rispetto al 2020.

BALZO di 40 posti in un anno: Milano entra nella TOP 5 in Italia per la la QUALITÀ della VITA

# Milano passa dalla 45esima alla quinta piazza

Credits: @mi_tomorrow
IG

Nella classifica annuale di Italia Oggi sulla qualità della vita, prodotta insieme all’Università La Sapienza di Roma e in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, Milano fa un balzo di 40 posizioni passando in un anno dalla 45esima alla quinta piazza. I motivi di questa risalita e dello stravolgimento generale di tutta la graduatoria è da imputare a due motivi: il primo è la maggior resilienza e capacità di ripresa dimostrata dalle grandi città durante la pandemia, rispetto ai centri più piccoli, il secondo è il ridimensionamento del peso dell’indicatore relativo alla popolazione, che comprende tra gli altri le classifiche di densità demografica, emigranti, morti in percentuale e numero medio dei componenti della famiglia, attribuendogli un peso uguale o di poco superiore ad Affari e lavoro, Ambiente, Sicurezza, Salute, Tempo libero e Reddito.

# Parma è la regina della qualità della vita

Credits: @vivoparma
Parma 2021

Davanti a Milano, nei primi quattro posti della classifica troviamo Bologna alla quarta posizione, anche lei in grande crescita rispetto alla 27esima del 2020. Sul gradino più basso del podio c’è Bolzano che passa dall’ottava alla terza, Trento si prende il secondo al posto mentre al primo posto, con un miglioramento di 38 posizioni, si issa Parma

# Vita da incubo a Crotone, Napoli la peggiore tra le città metropolitane 

Credit: @flying_fox_94

Se in generale il rapporto inquadra una qualità della vita “buona” o “accettabile” in 63 province su 107, solo Perugia, Macerata, Ancona, Terni, Ascoli Piceno, Fermo e Grosseto si trovano nella prima metà della classifica per il centro, mentre solo dieci del centro nord si trovano nella metà peggiore. Le cinque peggiori sono tutte città del sud: Crotone occupa l’ultima piazza, segue Napoli che è anche la peggiore tra le città metropolitane, poi Foggia, Siracusa e infine Taranto al quintultimo posto.

# La capitale rimane lontana delle migliori, Torino recupera 45 posizioni

Credits: museicapitolini.org

La capitale arranca nella classifica della qualità della vita, perdendo 4 posizioni dalla 50esima al 54esima, sempre lontana dalle migliori. Solo Napoli fa peggio di lei tra le città metropolitane con il suo penultimo posto, tre gradini più in basso rispetto al 2020.

Tra le performance migliori Firenze sale dalla 31esima alla sesta posizione, Trieste dalla 40esima alla sesta, Torino ne recupera ben 45 passando dalla 64esima alla 19esima. Tra i centri più piccoli si registra un crollo in classifica per Como, L’Aquila, Belluno, Udine, Varese, Rovigo, Prato, Benevento, Fermo, Rieti e Nuoro.

Continua la lettura con: Le 7 CITTÀ più RICCHE d’Italia: Milano è in classifica?

FABIO MARCOMIN

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Apre in centro a Milano il NEGOZIO dedicato al NATALE

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Credits: @cuore_di_argilla La Casa di Nonna Luisa

-40. Il countdown è iniziato, manca poco più di un mese alla festività più attesa dell’anno. Il giorno più magico e felice di tutti, il 25 dicembre, Natale. E mentre c’è chi non aspetta Sant’Ambrogio e l’Immacolata per fare l’albero e addobbare casa, nei negozi e per le strade iniziano a comparire i primi festoni rossi e i primi “Auguri”. Esattamente in centro Milano, però, non solo le vie si stanno preparando alla grande festa, ma è nato anche un temporary shop dedicato al Natale.

Apre in centro a Milano il NEGOZIO dedicato al NATALE

# La Casa di Nonna Luisa

Credits: @poiarriviamilano
Lacasa di nonna Luisa

“La Casa di Nonna Luisa”, in via della Spiga 30, ha aperto il 12 novembre e chiuderà il 24 dicembre. Si tratta di un negozio interamente dedicato al Natale, ma di un Natale all’italiana. Un negozio di stile, dove, una volta entrati, sembra di essere in una casa della Milano di una volta, calda e accogliente.  Se la vetrina ti incuriosisce, dopo aver varcata la soglia de “La Casa di Nonna Luisa” si è immediatamente colpiti dall’atmosfera natalizia. 3 piani di addobbi, vasi, fiori, portacandele, giochi e regali per i più piccoli, distribuiti su un totale di 600 metri quadri. Ogni stanza ha un allestimento diverso, ma ogni angolo della casa è unito dall’atmosfera natalizia.

Credits: @vincenzodascanio
La Casa di nonna Luisa

Dà quasi l’idea di essere in un libro illustrato. Ma il temporary shop non è solo un semplice negozio dove fare acquisti per Natale, è un posto dove potersi rilassare prendendo un caffè o gustandosi un pasticcino.

# Capolavoro che racchiude tutta la tradizione natalizia italiana

Credits: @cuore_di_argilla
La Casa di Nonna Luisa

Ma chi è che ha progettato questo magnifico negozio che sa trasportarti indietro nel tempo a quei Natali in famiglia dalla nonna? È stato colui che potremmo definire il flower designer più famoso e forse più bravo d’Italia, Vincenzo Dascanio. Collaborando con lo studio Pictalab, realtà milanese specializzata nel campo della progettazione e realizzazione di decori, Dascanio ha creato un negozio unico, all’interno del quale è racchiusa tutta la tradizione natalizia italiana. E con il tocco di stile milanese, è nato un capolavoro: “La Casa di Nonna Luisa”.

Credits: @vincenzodascaniostudio
La casa di nonna Luisa

Continua la lettura con: Il villaggio delle MERAVIGLIE di MILANO: dove e quando inaugura

BEATRICE BARAZZETTI

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Le PIAZZE più BELLE nei piccoli BORGHI d’Italia

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Credits back_home_pienza_toscana IG - Piazza Po II a Pienza

Scopriamo le più belle e caratteristiche dei borghi dello stivale.

Le PIAZZE più BELLE nei piccoli BORGHI d’Italia

#1 Piazza Unità d’Italia a Gradisca d’Isonzo – Friuli Venezia Giulia

Credits comuniitaliani- Piazza Unità d’Italia Gradisca d’Isonzo

Nel borgo di Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia, troviamo l’imponente Piazza Unità d’Italia. Tra gli edifici noti che la circondano ci sono il monumento alla Redenzione con il Leone di San Marco, palazzi nobiliari e il teatro comunale, oltre alla nota fontana illuminata.

 

#2 La piazzetta tra le case colorate di Vernazza – Liguria

Credits madacharmapartmentsvernazza IG – Piazza Vernazza

Vernazza, uno dei meravigliosi borghi delle Cinque Terre, ospita una piazzetta circondata da case colorate e sovrastata dalla chiesa di Santa Margherita di Antiochia. Nello slargo davanti al mare cristallino affacciano ristorantini e locali caratteristici.

 

#3 Piazza a Castell’Arquato con il Castello Visconteo – Emilia Romagna

Credits ushas_91 IG – Castell’Arquato

La piazza di Castell’Arquato, in provincia di Piacenza, è incastonata tra la Collegiata di Santa Maria e il Palazzo del Podestà, con il bellissimo scalone che porta verso la Loggia dei Notari. Le mura di cinta del Castello Visconteo fanno da sfondo alla piazza e sono un punto di osservazione incredibile per la vallata sottostante.

 

#4 Votigno di Canossa con un graziosa scacchiera nella piazza – Emilia-Romagna

Votigno di Canossa ig_italia

In provincia di Reggio Emilia c’è un piccolo borgo famoso per essere stato il primo paese in Europa ad ospitare un monastero buddista: Votigno di Canossa. Al centro di questo meraviglioso gruppo di case in pietra si apre una graziosa piazza in cui si trova una scacchiera

 

#5 Castelvetro di Modena e la suggestiva piazza della Dama – Emilia Romagna

Credits ariannina88 IG – Piazza della Dama Castelvetro di Modena

A pochi chilometri da Bologna c’è Castelvetro di Modena, uno splendido borgo medievale. La suggestiva piazza della Dama, ospita la Torre dell’Orologio, la Torre delle Prigioni e Palazzo Rinaldi, regala una vista suggestiva verso le colline modenesi.

 

#6 Piazza del Duomo a San Gimignano, punto di incrocio della via Francigena – Toscana

Credits simi.verrecchia IG – Piazza Duomo San Gimignano

A San Gimignano troviamo Piazza del Duomo, incrocio della via Francigena verso Siena. La piccola piazzetta di mattoncini rossi è circondata dal Duomo, Palazzo Vecchio del Podestà con la Torre Rognosa, la Torre Chigi, le torri dei Salvucci, Palazzo nuovo del Podestà, con la loggia del Comune, e la Torre Grossa.

 

#7 Piazza del Duomo a Spoleto con la caratteristica forma triangolare – Umbria

Credits hackman00 IG – Piazza del Duomo Spoleto

Piazza del Duomo a Spoleto è una delle piazze più belle d’Italia. Famosa per la sua caratteristica forma triangolare con la scalinata a gradoni che porta alla Cattedrale di Santa Maria dell’Assunta. Sulla piazza si affacciano anche casa Fabricolosi, la casa dell’Opera del Duomo e il teatro Caio Melisso.

 

#8 Piazza Pio II a Pienza dalla forma trapezoidale – Umbria

Credits back_home_pienza_toscana IG – Piazza Po II a Pienza

Nella perla rinascimentale della Val d’Orcia, il borgo di Pienza, c’è una piazza meravigliosa: Piazza Pio II. Conosciuta per la sua forma trapezoidale con pavimentazione a spina di pesce,  vi affacciano bei palazzi, un pozzo e la Cattedrale dell’Assunta.

 

#9 La terrazza panoramica di Piazza Grande a Gubbio – Umbria

Credits idri84 IG – Piazza Grande Gubbio

Piazza Grande a Gubbio, di stile tardo-medievale, e una terrazza panoramica con vista mozzafiato sulle campagne umbre e senza dubbio una delle piazze più scenografiche d’Italia. Ospita numerosi edifici: Palazzo dei Consoli, che ospita il Museo Civico, Palazzo Pretorio, e Palazzo Ranghiasci-Brancaleoni, oltre a diverse botteghine artigiane.

 

#10 Piazza Vittorio Emanuele III a Cisternino, il simbolo del borgo – Puglia

Credits valleditria2020 IG – Piazza dell’Orologio Cisternino

Cisternino è uno dei borghi della Valle d’Itria, circondato da trulli ed ulivi. Piazza Vittorio Emanuele III, conosciuta anche come Piazza dell’Orologio per la presenza della Torre dell’Orologio, è il simbolo del borgo. Qui si concentra tutta la vita del paese. 

 

Fonte: Si Viaggia

Continua la lettura con: I 7+1 BORGHI più BELLI da vedere a Natale

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Il paese dei Commissari Straordinari: da Arcuri a Bertolaso, uno ogni due giorni

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Il MUSEO delle CERE più BRUTTO del mondo

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Credits museu_izidoroarmacollo IG - Museo delle Cere di Rolandia - Regina Elisabetta

Le statue di questo museo assomigliano poco ai personaggi che dovrebbero rappresentare e soprattutto hanno sembianze deformi e espressioni inquietanti dei volti. Scopriamo la galleria degli orrori.

Il MUSEO delle CERE più BRUTTO del mondo

# Un “tesoro” sconosciuto fino a qualche anno fa

Credits museu_izidoroarmacollo IG – Museo Armacollo

Fino a qualche tempo fa la presenza di questa esposizione di statue di cera, a Rolandia in una chiesa del sud del Brasile, era conosciuta solo dagli abitanti della zona. Quando circa sei anni fa il canale brasiliano UnitTv ha fatto un reportage della chiesa, diffuso poi via twitter, tutto il mondo ne è venuto a conoscenza. Il museo delle cere è stato presto ribattezzato “storia dell’orrore brasiliana”.

Da allora questa collezione poco riuscita, realizzata dall’artista locale Arlindo Armacollo, è per molti il museo delle cere più brutto del mondo. Nel 2015 è stato realizzato un nuovo edificio per ospitare tutte le opere in un percorso guidato.

# La galleria degli orrori: dalla Regina Elisabetta a John F. Kennedy

I personaggi rappresentati in questo museo delle cere non solo sono poco fedeli agli originali, ma sembra di trovarsi dentro una galleria degli orrori. Tra sembianze deformi, espressioni contorte e inquietanti dei volti e corpi sproporzionati, non c’è una statua di cera che si salvi.

Troviamo un Charlie Chaplin grasso, la Regina Elisabetta con il viso squadrato, Ayrton Senna irriconoscibile, Lady Diana somigliante a Heather Parisi, Mahatma Gandhi terrificante. Tra le figure poco somiglianti ci sono anche Nelson Mandela, Papa Francesco, Martin Luther King, John F. Kennedy e Madre Teresa di Calcutta. 

 

Continua la lettura con: Inaugurato il MUSEO del CINEMA più GRANDE del mondo. È firmato Renzo Piano

FABIO MARCOMIN

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L’UNICA CAPITALE al mondo con ZERO ABITANTI

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credit: https://www.caribbeanislands.com/it/montserrat/

E’ la capitale. Ma nessuno ci abita. Scopriamo perché e dove si trova.

L’UNICA CAPITALE al mondo con ZERO ABITANTI

Benvenuti a Plymouth, l’unica capitale al mondo senza abitanti che sembra proprio l’ambientazione di un episodio di Scooby-Doo. Perché nessuno abita più qui? Scopriamolo.

# Plymouth: una piccola capitale nel mar dei Caraibi

credit: theatlantic.com

La città di Plymouth è la capitale dell’isola di Montserrat, un territorio inglese d’oltremare che si trova nel bel mezzo del mar dei Caraibi, più precisamente nelle Piccole Antille.

La città contava 4.000 abitanti, che per essere la capitale di una piccola isola caraibica non è affatto male. Ma gli abitanti della piccola cittadina non potevano dormire sonni tranquilli con il vulcano Soufrière Hills poco distante da loro.

# Dopo 100 anni di inattività, nel 1995 il vulcano si riaccese

credit: worldnomads.com

Il vulcano era ormai spento da oltre 100 anni ma si sa, la natura sorprende sempre. Così nel 1995 il vulcano interruppe la tranquilla vita degli isolani con un’eruzione detta esplosione freatica. Cosa significa esplosione freatica? Questa avviene quando il magma sottostante riscalda l’acqua in superficie, trasformandola immediatamente in vapore e provocando un’eruzione.

Una curiosità: se pensavamo che Pompeii fosse un’esclusiva italiana ci sbagliavamo, anche qui infatti è stato ritrovato il corpo di un anziano signore completamente intatto, ricoperto da cenere vulcanica.

# Una nuova esplosione allontanò anche i più temerari

credit: worldnomads.com

Nonostante l’eruzione, alcuni abitanti di Plymouth lasciarono la città solo temporaneamente. Decisero poi di tornare per far ripartire la loro vita proprio lì dove era stata interrotta. Ma questo lodevole tentativo fu nuovamente spazzato via da un’altra inaspettata eruzione nel 1997, ancor più forte della prima e che raggiunse i 100 km/h. A questo punto gli abitanti ne ebbero davvero abbastanza e anche gli ultimi valorosi lasciarono la capitale per trasferirsi altrove: molti scelsero come meta l’Inghilterra e l’isola di Montserrat passò da 12.000 a soli 1.200 abitanti.

# Plymouth divenne città fantasma e Brades la capitale de facto

Questa rapida desertificazione però non determinò la fine dell’isola. La zona attorno al vulcano fu isolata e tutt’oggi non è possibile entrarvici, ma la vita di Montserrat fu ricostruita in un’altra città: Brades. Ad oggi a Montserrat si contano circa 5.200 abitanti e la città più popolosa risulta essere proprio Brades.

Nonostante la capitale de facto sia Brades, Plymouth resta l’unica capitale ufficiale al mondo ad essere una città fantasma.

Mappa dell’isola di Montserrat nei Caraibi

Leggi anche: L’ “ISOLA FANTASMA”: dove il LOCKDOWN è PER SEMPRE

ROSITA GIULIANO

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Leggi anche: “La cultura è lo strumento chiave per uscire dalla pandemia”

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