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Il pifferaio magico

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La leggenda del pifferaio magico (Der Rattenfänger von Hameln) racconta di come il borgomastro di Hameln accettò la proposta di un pifferaio di allontanare dalla città con le sue ammalianti melodie tutti i topi colpevoli della diffusione della peste, in cambio di una lauta ricompensa.

L’esperimento riuscì perfettamente, tuttavia la cittadinanza non volle pagare il pifferaio che, per vendicarsi, rapì con il suono del suo piffero i bambini di Hameln, portandoli in una caverna da cui non fecero più ritorno.

Di questi tempi pare straordinariamente attuale questa leggenda antica relazionata alle performance canore di noti scienziati televisivi che hanno trasformato una nota canzone natalizia esponendosi al pubblico ludibrio.

Mentre gli adulti in generale li hanno ricoperti di insulti, i bambini potrebbero venire ammaliati da questa dolce canzoncina.

Continua la lettura con: La prima volta non finisce mai

MILANO CITTÀ STATO

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Palazzo Italia, la TRASFORMAZIONE dopo Expo

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Credits luigitradani IG - Interni Human Technopole

Durante Expo2015 l’edificio è stato il Padiglione Italia, ospitando un percorso espositivo sulle bellezze e la creatività del nostro Paese. Oggi è il fulcro di uno tra i più importanti centri di ricerca internazionale. Ecco come è stato trasformato e il futuro dell’area circostante.

Palazzo Italia, la TRASFORMAZIONE dopo Expo

# L’edificio simbolo di Expo2015

Palazzo Italia è stato il Padiglione italiano durante l’Expo 2015. Concepito come un oggetto geometricamente complesso, un solido cavo sospeso su una piazza che attacca a terra per mezzo di grandi basamenti scultorei e da quattro grandi stecche, si sviluppa per 35 metri d’altezza e 14.400 mq di superficie su un piano interrato, 5 piani fuori terra ed una terrazza panoramica. Al suo interno tre livelli erano erano adibiti a sito espositivo, dedicati al potere della bellezza e del futuro per sottolineare il potenziale e la creatività dell’Italia, i restanti a sede delle strutture dirigenziali dell’organizzazione.

# La trasformazione per ospitare la sede istituzionale di Human Tecnopole

Credits luigitradani IG – Interni Human Technopole

L’edificio che ospitava il Padiglione Italia è stato l’unico ad essere pensato per rimanere dopo l’esposizione universale, senza ricostruzioni o demolizioni, in base all’accordo di programma. A dicembre 2017, dopo un paio di mesi di lavori di ristrutturazione interni, un piano di Palazzo Italia fu adibito a sede dello Human Technopole per ospitare i primi dipendenti. A Novembre 2019, dopo la conclusione della ristrutturazione di tutto l’edificio, fu inaugurato ufficialmente la sede istituzionale nel nuovo polo di ricerca sulle tecnologie in grado di garantire una terza età sempre più in salute e cure mediche sempre meno invasive. Lo spazio ristorante, l’auditorium, la terrazza panoramica e la corte interna non sono state interessate dai lavori. Durante il 2021 sono stati superate le 100 persone impiegate nella sede, tra ricercatori, manager e addetti.

# Entro il 2026 sarà completato tutto il centro di ricerca

Credits jpius.it – Human Technopole

Attorno a Palazzo Italia procede la riqualificazione di vecchi edifici, in aggiunta alla costruzione di nuovi, che consentirà di completare lo Human Technopole entro il 2026. In totale, oltre a Palazzo Italia, sono previsti altre quattro strutture:

  • gli Incubator labs distribuiti su tre edifici, operativi dalla metà del 2021;
  • il North Pavillon che ospita i microcospi crio-elettronici e ottici, già in funzione da quest’anno;
  • il South Pavillon che ospiterà laboratori sperimentali di ricerca;
  • il South Building, l’edificio principale del campus di Human Technopole, che metterà a disposizione laboratori per 800 scienziati e sarà l’ultimo ad essere realizzato.

Nel nuovo campus di ricerca lavoreranno a regime circa 1.500 gli addetti.

Leggi anche: In arrivo 400 MILIONI DI EURO per lo sviluppo di MIND nell’ex area EXPO

Continua la lettura con: La STELLA che ha reso il Castello Sforzesco INESPUGNABILE

FABIO MARCOMIN

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Le COSE più ODIATE a Milano

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Credits: mianews.it - Pista ciclabile Corso Buenos Aires

L’articolo meno natalizio di sempre. Le cose più odiate a Milano. Proposito per il 2022: smettiamo di odiare e cerchiamo tutti di essere più tolleranti con chi è un po’ diverso da noi?

Le COSE più ODIATE a Milano 

#1 I “No Vax”, la causa di tutti i mali

corteo no green pass milano

Un male nazionale più che milanese: la ricerca costante di un capro espiatorio per qualcosa che non va, soprattutto su temi che riguardano decisioni governative. Qualunque problema si cerca qualcuno a cui scaricare la colpa. D’altronde è roba antica, come descriveva Manzoni nella storia della Colonna Infame. Oggi il nemico pubblico numero uno sono i No Vax. Crisi del commercio? Colpa delle manifestazioni dei No Vax. Contagi crescono? Colpa dei No Vax. Il vaccino non protegge abbastanza? Colpa dei No Vax. Smog, Freddo, traffico, invasione delle cavallette? Colpa dei No Vax. Siamo così sicuri che sia davvero colpa loro? 

#2 I terribili monopattini

Credits: Andrea Cherchi – In Monopattino a Milano

Sono in tutte le principali città del mondo. In una Milano ingolfata dal traffico e dallo smog dovrebbero essere visti come una gradita presenza, giusto? Invece no. Sono odiatissimi. Anzi, prima dell’arrivo dei No Vax erano loro il bersaglio preferito dell’odio di molti milanesi. La loro colpa? Sfrecciare in mezzo al traffico, disturbare la quiete dei marciapiedi, insidiare la supremazia dei ciclisti, mostrarsi incuranti del pericolo. Colpe tremende nella Milano dell’odio. 

#3 Le auto, il pericolo pubblico numero uno delle ultime giunte

Automobili

Sembra che con l’aumentare della ricchezza e del successo, capitino due cose: la prima è che si può permettersi di abitare in una zona sempre più centrale. La seconda, forse collegata alla prima, è di iniziare a odiare le auto (altrui) come se non ci fosse un domani.

L’odio per le auto sembra colpire soprattutto chi vive nella fortuna di poterne fare a meno. E’ vero che Milano non è una città a misura di auto ma è anche vero che l’auto per quasi tutti quelli che la prendono non è un divertimento ma una necessità. Soprattutto quelli che si devono muovere da fuori o da zone poco servite, o anche semplicemente per accompagnare persone in difficoltà con altri trasporti. Capire questo forse potrebbe favorire soluzioni di transizioni più efficaci e meno punitive. Un approccio ormai in disuso però nell’era dell’odio.

#4 Le piste ciclabili, da odiati a odiatori

Credits: mianews.it

Un po’ per ripicca degli odiati automobilisti, un po’ per conseguenza della loro trasformazione in ideologia, le ciclabili stanno diventando un’ossessione per i milanesi. Chi le attacca lamenta che spuntano come funghi, riducendo lo spazio destinato al transito delle auto, eliminando i parcheggi e senza una progettazione logica alla base. Nella campagna elettorale più asfittica di sempre erano diventato il primo cavallo di battaglia dell’opposizione. Sappiamo tutti come è andata a finire. 

#5 Torino, una storica antipatia 

@torino_city

Per molti milanesi Torino significa Savoia. E Savoia significa per molti tradimenti, usurpazioni, perdita di autonomia. Un’antipatia reciproca che pare nel capoluogo sabaudo motivata anche da un certo complesso di inferiorità nei confronti di Milano.  Invece di collaborare, i dispetti da campanile nell’era dell’odio trovano più fertile contesto. 

Leggi anche: Torino batte Milano: ospiterà l’EUROVISION 2022

Continua la lettura con: Le STAZIONI di Milano più scomode: dove se sei di fretta, perderai il treno

MILANO CITTA’ STATO

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Come si dice COMMENTARE SU FACEBOOK in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: come si dice QUARANTENA in milanese?

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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RAGE ROOM a MILANO: dove sfogare tutta la RABBIA in piena sicurezza

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credits: @anger_games IG

La rabbia serve a renderti efficiente. Questa è la sua funzione per la sopravvivenza. Ecco perché ti è stata data. Se ti rende inefficiente, mollala come una patata bollente, scriveva un tempo Philip Roth.

Chi di noi non ha mai provato il sentimento della rabbia? Forse tra tutti i sentimenti che l’uomo prova questo, è quello più comune. Vuoi perché viviamo in una società molto competitiva, vuoi perché è impossibile che tutto quello che ci circonda ci vada sempre bene, vuoi perché perdere il controllo, da un certo punto di vista medico e psicologico, fa bene.

Personalmente credo sia importante, qualunque sia il sentimento, bello o brutto, invalidante o non, saperlo controllare o comunque sfogarlo in qualche modo. A Milano, hanno trovato forse la soluzione alla rabbia.

RAGE ROOM a MILANO: dove sfogare tutta la RABBIA in piena sicurezza

# La rabbia come emozione

Ammettiamolo, una volta per tutte, la rabbia è uno dei sentimenti più forti che attanaglia le nostre esistenze. È praticamente quasi impossibile eliminarla e inoltre è diventata, volente o nolente, una parte del nostro carattere, del nostro vivere comune. A tal punto che anche le persone hanno imparato quasi a conviverci. È uno dei pochi sentimenti che non si riesce a smaltire così facilmente, ancora peggio se una persona ci ammonisce dicendogli che tutta questa rabbia non serve, che è inutile, tutte frasi che non fanno altro che montare il nostro disagio, la nostra rabbia e infine quando si arriva al culmine non si può fare altro che scoppiare. Il più delle volte senza ragione apparente o logica.

# Come non lasciarsi sopraffare dalla rabbia

Ci sono soluzioni per evitarla? Un tempo ci si affidava a psicologi, psicoterapeuti, neurologi, mentre altri decidevano di iscriversi in palestra che, ancora oggi, è il toccasana più pulito per sfogare le tensioni di ogni giorno. Senza tralasciare la Fit Boxe, che pare sia lo sport più ideale per sfogare tutta la rabbia che abbiamo in corpo. A mio parere, l’unico modo per vincere la rabbia, è quello di accettarla, imparando a conviverci in maniera pacifica. Ho detto che è impossibile eliminarla, ma non che si possa domare. E se anche questo non dovesse servire, allora è necessario recarsi in via Graziano Imperatore 1 e provare l’esperienza della Rage Room.

# Da Torino a Milano

credits: @anger_games
IG

La prima Rage Room è nata a Torino e non poteva essere altrimenti. La città piemontese è sempre stata molto aperta alle novità più estreme, forse complice il fatto che sia considerata una delle tre città che costituisce, insieme a Londa e San Francisco, il triangolo della magia nera. Esoterismo a parte, Torino decide di puntare in alto e investire sui sette peccati capitali, uno in particolare: l’ira. Non molto distante dagli argini del Po, apre la prima Rage Room e il successo è quasi immediato. I fondatori, allora, decidono di allargare i confini torinesi e portare l’idea anche a Milano aprendo uno store non molto distante dall’Ospedale Niguarda (ironia della sorte).

# Cosa succede dentro l’Anger Games?

credits: @anger_games IG

Il franchising in realtà si chiama Anger Games, letteralmente giochi per la collera, ma esattamente cosa succede al suo interno? Sarò onesto, è difficile da spiegare a parole, ma solo adocchiando il sito ufficiale si ha la netta sensazione di trovarci di fronte a qualcosa di veramente originale.

Lo store parte dal presupposto che la rabbia, la collera, l’ira fa parte del nostro quotidiano e che non sempre è facile sfogarla nel modo giusto. Allora, ecco l’idea! Offrirti una sala attrezzata e insonorizzata dove all’interno si possono trovare una serie di oggetti di diverso genere pronti a essere spaccati e distrutti per sfogare tutta la rabbia che hai dentro. Il “trattamento” dura quindici minuti e in questo quarto d’ora potrai dare sfogo a tutta la collera accumulata e che non sei mai riuscito a eliminarla. Un quarto d’ora vissuto a 180 battiti al minuto e alla fine potrai richiedere un video da poter condividere, rivedere e ridere.

Continua a leggere con: MILANO mi fa RABBIA

MICHELE LAROTONDA

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Ha aperto in Europa il primo NEGOZIO AMAZON: si esce “SENZA PAGARE”

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Credits: @techdale.it IG

E’ arrivato nel nostro continente un negozio in cui “basta semplicemente uscire”, senza pagare. Ma dove si trova e come funziona?

Apre in Europa il primo NEGOZIO AMAZON da cui si esce “SENZA PAGARE”

Quante volte capita di andare a far la spesa correndo perché si ha poco tempo e poi una volta arrivati in cassa, ci si accorge che correre è stato inutile? Tantissime. Le file immense nei supermercati creano disagi a molte persone ma soprattutto a chi ha sempre i minuti contati. Da anni Amazon ha avviato un progetto che potrebbe risolvere questo problema anche a noi italiani. E’ possibile uscire da un negozio senza pagare? La risposta è sì. Scopriamo come e perché quest’innovativa modalità di fare acquisti si sta avvicinando sempre più all’Italia.

# Un negozio in cui “basta semplicemente uscire”

credit: supermarketnews.com – Store di Seattle

In America già da tempo esistono gli Amazon Go: negozi in cui si esce senza pagare. Beh, non è che non si paga, però non si deve pagare in alcuna cassa. Grazie al meccanismo del “Just Walk Out”, ovvero “Basta semplicemente uscire”, è possibile fare la spesa e uscire dal supermercato senza passare dalla cassa: serve solamente scansionare un codice relativo al proprio account Amazon all’entrata e poi il pagamento verrà effettuato mediante quest’ultimo. Adesso il colosso dell’e-commerce ha aperto il primo negozio cashierless nel Regno Unito, precisamente a Londra, e noi italiani giustamente ci chiediamo se questa geniale catena aprirà anche in Italia.

# Supermercati hi-tech: machine learning e telecamere intelligenti

credit: londraitalia.com – Store di Londra

Rispetto ai fratelli americani, i supermercati cashierless inglesi sono stati chiamati Amazon Fresh, come il servizio di consegna di generi alimentari di Amazon già disponibile in moltissime città, tra cui anche Milano. Ma questo store londinese ti consente di fare acquisti al supermercato, scegliendo anche prodotti freschi direttamente dal bancone, senza però avere la seccatura della fila. Visto che “fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio”, gli store cashierless sono dotati di telecamere “intelligenti”, in grado di rilevare quali oggetti sono stati presi dagli scaffali, e affinché il pagamento venga effettuato correttamente ci sono delle machine learning.

# Dove si trova esattamente e il precedente “temporaneo” a Milano

credit: foodweb.it

Sembra fantastico eppure, nonostante i moltissimi aspetti positivi, ci sono alcune persone che all’idea di un supermercato senza cassieri storcono il naso. Quali sono le possibili complicazioni? Sicuramente il dubbio funzionamento delle machine learning e di conseguenza del pagamento di tutti gli articoli, ma soprattutto ci si preoccupa della diminuzione del personale. Infatti se gli store non hanno casse, non ci sono neppure cassieri.

Ma il negozio, aperto a Londra 7 giorni su 7 dalle 07:00 alle 23:00, è davvero una rivoluzione in questo campo. Si trova nel quartiere di Ealing, nella zona ovest della capitale britannica, al numero 59 di Broadway di fronte al supermercato Morrison’s di Ealing Broadway che da tempo è partner Amazon per le consegne di prodotti freschi nella City. E la rivoluzione non si ferma: al primo negozio si è aggiunto anche un altro punto format di negozi Amazon ‘Just Walk Out’, dedicato ai prodotti freschi. Si chiamano Amazon Fresh e il primo di questi punti vendita è stato aperto sempre a Londra vicino allo stadio Wembley.

Una rivoluzione di cui Milano era stata a suo modo un’avanguardia. Già nel 2019 era sbarcato un negozio fisico temporaneo, l’Amazon Xmas San Babila, che aveva lasciato a bocca aperta bambini e adulti. Dall’America gli store Amazon si sono avvicinati, approdando in Inghilterra. Quando arriveranno anche in Italia?

 

Leggi anche: Milano: la più PICCOLA LIBRERIA del MONDO lancia la sfida ad AMAZON

Continua la lettura con: L’anarchia è un principio naturale

ROSITA GIULIANO

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DORMIRE in una CAPANNA in cima alle ALPI con vista stelle

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Credits capannagambarogno.ch - Starbox vista lago

Volete dormire tra le stelle a stretto contatto con la natura? Ecco dove è possibile vivere questa esperienza incredibile. 

DORMIRE in una CAPANNA in cima alle ALPI con vista stelle

# Una capanna sulle Alpi Svizzere per dormire tra le stelle

Credits capannagambarogno.ch – StarsBOX

C’è un luogo dove è possibile addormentarsi guardando le stelle in cima alle Alpi, all’interno di un piccolo box fatto a capanna con il tetto apribile. Queste casette di legno sono dotate di un comodo materasso e cuscini, oltre a una coperta da campeggio, e consentono di vivere un’esperienza unica, immersi in un ambiente splendido a contatto con la natura. Non esiste però nessun altro comfort: manca l’elettricità quindi ricordatevi di portare con voi i power bank per caricare i vostri dispositivi e delle torce, dei sacchi a pelo e vestiti pesanti e portatevi dell’acqua o bibite e alimenti.

Credits capannagambarogno.ch – Starbox

Da qui si gode di una vista a 360 gradi sul lago Maggiore e sulle Alpi, il locarnese, il bellinzonese e il luganese. Nei giorni di forte vento da nord è possibile scorgere anche la Pianura Padana e i suoi agglomerati.

# Come raggiungere queste casette di legno

Credits starboxofficial – Monte Gambarogno

Per raggiungere la destinazione e godere di notti da sogno dovrete andare nel Canton Ticino e spingervi fino alla cima del Monte Gambarogno, a 45 minuti a piedi dall’Alpe di Neggia che si trova a 13km d’auto da Vira Gambarogno. Le casette disponibili sono due quindi assicuratevi di avere prenotato prima di organizzare il vostro viaggio. 

 

Fonte: Starbox

Continua la lettura con: 5 NOTTI STRAORDINARIE da vivere a un’ORA da MILANO

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Caro Cingolani, inquinano più le sciocchezze dei social network

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La TRASFORMAZIONE di Milano dall’ottocento agli anni settanta: online 3000 FOTO d’epoca dell’Archivio Storico di ATM

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Visita a un deposito Atm

Ripercorrono la storia di Milano e del suo trasporto pubblico, da fine Ottocento sino agli anni ’70.

La TRASFORMAZIONE di Milano dall’ottocento agli anni settanta: online 3000 FOTO d’epoca dell’Archivio Storico di ATM

# Online il sito dell’Archivio Storico Atm

Lavori sui binari

Ha spento 90 candeline proprio quest’anno, ma ha ancora tanta voglia di viaggiare e far muovere milioni di passeggeri. Era il 22 maggio 1931 quando venne costituita l’Azienda Tranviaria Municipale, che nel 1965 cambiò il nome in Azienda Trasporti Municipali, fino a diventare Azienda Trasporti Milanesi il 1° gennaio 1999. 

Nell’anno del novantesimo che si sta chiudendo, l’Azienda di Foro Buonaparte regala a cittadini e appassionati una parte del suo album di famiglia. È infatti online il sito dell’Archivio Storico Atm, che mette in digitale al link archiviostorico.atm.it tremila immagini in bianco e nero. Si va dalla fine Ottocento dove si viaggiava con omnibus e tram a cavalli, fino ai quei primi anni settanta contraddistinti dal boom economico, dal traffico e dalle prime metropolitane.

# Il legame tra Atm e la città di Milano

Il Duomo di Milano

Tremila foto sono un grande patrimonio eterogeneo che testimonia inscindibile legame tra  Atm e la città di Milano. Il trasporto pubblico come elemento fondante l’identità cittadina e dei milanesi. Nell’enorme album fotografico digitale la storia viene ripercorsa scatto dopo scatto, osservando i quali si scorge l’inesorabile evoluzione urbanistica cittadina, il cambiamento di scorci, panorami, elementi urbani ma anche del “paesaggio umano”. 

# Le persone

Le persone sono infatti una sezione portante dell’album dei ricordi di casa Atm. Che non raffigura soltanto le proprie persone, e quindi manovratori, armatori, bigliettari (con la “r” come si chiamavano ufficialmente un tempo), macchinisti, controllori, operai. Ma anche passeggeri comuni che salgono in tram, scolaresche in visita alla centrale operativa, studenti che vanno a scuola e lavoratori che varcano i vecchi tornelli della linea 1 della metropolitana.  

# I mestieri sopravvissuti

Tram al deposito di via Messina

Nonostante il passare degli anni abbia cambiato molti elementi, le immagini rivelano che esistono ancora mestieri che sono sopravvissuti. Hanno resistito alla tecnologia, ai ritmi frenetici, alla automazione. Armatori, tranvieri, manutentori delle linee aeree, i cosiddetti trabattellisti, continuano oggi ad evolvere nella tradizione, tramandandosi di generazione in generazione.

# Centomila foto catalogate

È stato necessario un certosino lavoro di raccolta, catalogazione, documentazione e digitalizzazione per mettere on line a disposizione di tutti gli appassionati questo progetto. Ma soprattutto è la passione ad aver consentito di scegliere quelle emozionanti tremila immagini su ben centomila catalogate, tra negativi, stampe e diapositive. Parte delle quali non rimarrà per sempre celata. Sono infatti previsti prossimi step per implementare di nuove fotografie l’archivio, in particolare quelle della storia milanese più recente, dalla fine degli anni Settanta ai primi Duemila. 

Foto: Archivio Storico Atm

Continua la lettura con: La SABBIERA: il TRAM passe-partout, l’unico senza passeggeri di Milano

LEONARDO MENEGHINO

Copyright milanocittastato.it

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Leggi anche: Più che una scommessa una certezza: Draghi al Colle

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Continua con: come si dice MASCHERINA in milanese?

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Leggi anche: Case di Comunità: a Milano 71 strutture, la mappa. I nodi? Governance e medici

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THE SIGN: il nuovo polo sui NAVIGLI che rivoluziona lo SKYLINE di Milano

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credit: progettocmr.com

Lo sbarco sui navigli di “The Sign”: il nuovo polo che sfida lo smart working per rivoluzionare lo skyline milanese.

THE SIGN: il nuovo polo sui NAVIGLI che rivoluziona lo SKYLINE di Milano

La cerchia dei Navigli divide le periferie dal centro città, dentro la cerchia, fuori la cerchia. Ma è proprio in questa terra di mezzo – nel quartiere «nascosto» tra i Navigli, Romolo e la Barona – che sono sbarcate due multinazionali con i loro uffici, per contrastare quella che sembra essere la più grande sfida per la Milano post-covid: lo smart working. Tra le contraddizioni dell’incontro periferia-centro, tra le fattorie didattiche e il design, le case popolari e i loft, è arrivato il nuovo polo “The Sign” sui terreni dell’ex fonderia Vedani.

# Contro lo smart working: una scossa elettrica simboleggia il flusso dei lavoratori in movimento

credit: en.progettocmr.cc

Il cuore del progetto che intende ripopolare gli uffici mentre tutto il resto della città si dedica allo smart working, è un complesso di tre grandi edifici, le cui facciate alternano vetrate a lembi dorati. Al centro c’è il simbolo, o meglio il “segno“, che ha dato il nome all’intero polo: un movimento trasparente che corre lungo le facciate, simbolo del flusso dei lavoratori in movimento. La notte il flusso si illumina, sembrando una continua scossa elettrica.

# Convivio: “Siamo ottimisti. I nostri spazi sono occupati al 95%”

credit: progettocmr.com

Le multinazionali che occupano i 40 mila metri quadrati di uffici e spazi flessibili sono al momento due, ma una terza è già in trattativa: Aon (assicurazioni), che già da marzo scorso occupa gli spazi, e Ntt Data (information technology), che è entrata alla fine del mese di aprile. La società che gestisce il progetto, Convivio, punta tutto sulla qualità dei propri spazi e l’ad – Alexei Dal Pastro – ha dichiarato: «Nonostante il calo degli investimenti stranieri e la pandemia, siamo ottimisti. Perché in città lo stock di uffici è di bassa qualità e c’è grande domanda di sostituzione. E i nostri spazi sono occupati con tassi oltre il 95%».

# Nel quarto edificio arriverà la nuova sede di L’Oréal 

Credits Urbanfile – Nuova sede L’Oreal

Il centro direzionale The Sign avrà presto un quarto edificio, il D, che si aggiunge ai tre già esistenti e ospiterà la nuova sede italiana di L’Oréal in trasloco dal quartiere Primaticcio. Il nuovo palazzo riprende i tratti che caratterizzano gli altri tre edifici, un’alternanza ritmica di vetro e materiali opachi cangianti che dinamizzano la facciata con nuances che virano al blu, ed è stato progettato per ottenere le certificazioni LEED Platinum, WELL e Wiredscore.

Credits Urbanfile – Biblioteca Iulm

Dietro al nuovo edificio verrà realizzata la nuova grande Biblioteca per lo IULM su progetto dello studio di architettura Citterio Viel, che prevede la trasformazione di un complesso esistente in un edificio sospeso su un grande anfiteatro, con aule, laboratori e una grande terrazza. Il termine dei lavori è previsto per il 2023.

# Il progetto è parte di un più ampio scopo: la rivoluzione dello skyline milanese

credits: repubblica.it – Skyline

“The Sign” ha dovuto rispettare degli obblighi mirati alla riqualificazione dell’area circostante, ad esempio sono stati costruiti e sistemati marciapiedi, alberi, piste ciclabili, illuminazioni e aiuole per il rifacimento di via Calindri, via Bo, via Filargo, via Svevo e via Santander, senza contare la riqualifica di piazza Bilbao. Il commento dell’ex-assessore Maran ad aprile di quest’anno: «L’area tra la Barona e Famagosta è in grande trasformazione con il fermento dei Navigli e l’insediamento di aziende con progetti che riqualificano gli spazi pubblici».

Il nuovo polo, costruito con le migliori tecnologie sostenibili, è parte di un più ampio scopo: la rivoluzione dello skyline milanese. «Progetti come The Sign – spiega l’architetto Massimo Roj, di progetto Cmr (Torri Garibaldi) – rigenerano la città, restituendo vita a luoghi dimenticati». 

Fonte: Il corriere

Leggi anche: TRAP-ARCH: la nuova frontiera dell’urbanistica milanese?

ROSITA GIULIANO

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Rovaniemi: il paese di Babbo Natale

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Rovaniemi

Nella parte più settentrionale della Finlandia, paese che ha aderito all’Unione Europea nel 1995, adottando l’euro come valuta (simultaneamente a molti altri stati membri) nel 2002, giace, nascosta dalla sua fama di regione estrema e fredda, la terra di Lapponia. Gli abitanti originari adesso preferiscono farsi chiamare Sami e considerano il loro paese la Sàpmi estesa, che comprende anche tre contee in Norvegia, tre contee in Svezia e un oblast in Russia (quello di Murmansk). Ma la Lapponia finlandese ha saputo conquistarsi la fama mondiale per motivi indipendenti da quelli della sua popolazione autoctona. Utilizzando la grande popolarità della figura di Babbo Natale, è riuscita a creare una destinazione che è divenuta in breve tempo un must per grandi e piccoli innamorati della parte più kitsch del Natale.

 Rovaniemi: il paese di Babbo Natale

Se la location alternativa del grande vecchio dispensatore di doni è sempre stata nientemeno che il Polo Nord, qui si è ovviato alla cosa con il fatto che appena a nord della cittadina di Rovaniemi, capoluogo amministrativo della regione lappone, passa il Circolo Polare Artico.

# Come raggiungerlo

Come si arriva a Rovaniemi? C’è chi comodamente utilizza l’aereo, sfruttando i voli interni finlandesi e lo scalo appositamente concepito, che deve sopportare un traffico maggiore in ogni dicembre della stagione dei viaggi consentiti. Naturalmente ci sarà sempre tempo per dedicare qualche ora alla capitale Helsinki, all’andata o al ritorno dall’escursione in Lapponia, a osservare lo stile elegante dei palazzi di Engel, l’architetto di San Pietroburgo, dall’alto di un tramonto sulla ruota panoramica.

# Scoprire la Finlandia direzione Rovaniemi

Credits: Luigi Zucchi
Rovaniemi

Ma noi consigliamo sempre di raggiungere Rovaniemi con un’auto a noleggio, perché questo vi darà l’opportunità di conoscere meglio quel paese fondamentalmente sconosciuto ai più che è la Finlandia, attraversando le sue pianure tappezzate di laghi a profusione dove solo qualche capanna in legno consente una pausa dal lungo cammino, come in un film di Kaurismaki. Oulu potrebbe essere una sosta piacevole, con il suo vecchio quartiere di case di legno e il mercato antico dove potrete assaggiare ogni varietà possibile di salmone. E se siete nel pieno della stagione fredda, cioè pochi giorni prima del Natale, potreste trovare anche l’hotel costruito interamente di ghiaccio a Kemi, pochi chilometri di statali di foreste e fattorie da Rovaniemi.

# Cosa fare a Rovaniemi

Credits: Luigi Zucchi
Rovaniemi

Ma cosa possiamo aspettarci, una volta arrivati a Rovaniemi, in questa cittadina di 60 mila abitanti dove a dicembre il sole sorge intorno alle 10 e tramonta poco dopo le 14? L’aspetto urbano è razionale, sono sicuro che questa non sarà una sorpresa, e potrebbe anche sembrare di essere in Russia, in certe stradine laterali alberate, oppure nel nord della Germania, per via della squadratura estrema degli edifici commerciali. In città, sono pochi i negozi di souvenir legati alla figura di Babbo Natale, proprio perché questa parte della città vive tutto l’anno, e i turisti con la letterina piena di richieste sono solo un breve passaggio di inizio inverno. Non temete: se non altro, l’assenza di attrazioni è compensata da un certo numero di ristoranti di recente tradizione, e sono sicuro che potrete trovare un ottimo fish burger in un piccolo bistrot dedicato allo street food, prima di allontanarvi dalle vie illuminate del centro, per cercare in cielo una possibile aurora boreale.

# L’attrazione per eccellenza: il Santa Park

Credits: Luigi Zucchi
Rovaniemi

La prima delle due grandi attrazioni dedicate al mondo di Babbo Natale a Rovaniemi è il Santa Park, chiamato anche ‘The Home cavern of Santa Claus’. Appena fuori paese, a nord, verso la successiva grande attrazione, si presenta nascosta da un bosco ai margini della statale. L’ingresso è incredibilmente suggestivo e costituisce forse il punto di interesse principale, con il suo lungo tunnel che scende verso le profondità della Terra, buio e popolato di grida di lupi, indubbiamente suggestivo. L’incognita nascosta da ogni corridoio si svela con un mondo a parte, quello degli elfi che fanno uno spettacolo sul palcoscenico. C’è anche un trenino che in un arcade semplice porta a spasso per le ricostruzioni della terra dei folletti. E tra una crepe al cioccolato, una partita a memory, una palandrana da indossare a meno cinque o un biscotto in panpepato alla panetteria, il must di ogni visita rimane la coda per l’udienza da Babbo Natale. Chiedete solo un regalo, il secondo ve lo farà comunque lui, a sorpresa, mentre sorriderete per la più classica delle foto ricordo.

# La collezione di slitte, il giro attorno al passaggio del circolo polare artico e l’ufficio postale di Babbo Natale

Credits: Luigi Zucchi
Rovaniemi

Ma questa piccola attrazione non può realmente competere con il grande parco tematico del Santa Claus Village, situato pochi chilometri più avanti, lungo la stessa strada. Fate attenzione agli autovelox, fare cassa è più facile, in certe situazioni. Il villaggio natalizio è in realtà aperto tutto l’anno, con flussi turistici minori, e ospita in ogni caso anche un albergo, un paio di ristoranti e un complesso di appartamenti. La location, fatta di edifici sparsi in legno, è particolarmente suggestiva alle prime ore del mattino, quando l’alba deve ancora sorgere tra i tronchi onnipresenti delle betulle della taiga, nel silenzio mantenuto dalla neve abbondante. Se volete fare il pieno di peluche, magneti, maglioni, pigiami e altre amenità a tema natalizio, il negozio di souvenir all’ingresso potrebbe fare per voi, ma ci sono in ogni caso anche più edificanti outlet di marche finlandesi importanti come Iittala (oggetti per la casa di design) e Fazer (cioccolato).

Alla fine di un corridoio mal segnalato potreste trovare un Babbo Natale accessorio, per domande che sorgono spontanee tra i più piccoli, visto che la sua casa in loco è (anche) in un bellissimo cottage in legno. Non dimenticate ovviamente, le attrazioni principali: la collezione di slitte, il giro attorno al passaggio del circolo polare artico con le renne di Babbo Natale (lente e poco magiche) e soprattutto l’arcinoto ufficio postale dove una nutrita schiera di impiegati in uniforme aiuta a compilare e a spedire le lettere di richiesta per il Babbo. E se vi dovesse salire l’allergia alla folla, sappiate che nei boschi poco distanti, lontano abbastanza dagli assembramenti, potrete trovare chalet in legno da favola dove passare una delle notti più belle della vostra vita.

Continua la lettura con: Il “villaggio più magico” del Natale è nella CAPITALE LOMBARDA del Lago Maggiore

LORENZO ZUCCHI

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Leggi anche: Inflazione e caro bollette: così il nucleare torna di moda

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10 REGALI di Natale che vorremmo fare a MILANO

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Credits Andrea Cherchi - Piazza Duomo Natale

In un sondaggio sulla fanpage di Milano Città Stato abbiamo chiesto: “Che regalo di natale faresti a Milano?“. Scopriamo quelli più desiderati dai milanesi per la città.

10 REGALI di Natale che vorremmo fare a MILANO

#10 Una rete sicura di piste ciclabili 

Credit: @pisteciclabilimilano

Le piste ciclabili sono cresciute e stanno continuando a crescere negli ultimi anni, ma non sempre seguendo una logica e non sempre sicure per i ciclisti. Tra i regali che i milanesi vorrebbe per Milano a Natale c’è una rete di piste ciclabili ben progettata e realizzata con tutti gli accorgimenti per tutelare chi la utilizza.

“Molte piste ciclabili sicure” Cit. Matteo P.

#9 La riapertura dei Navigli

Credits: @eventiatmilano IG

Un sogno dei milanesi e della città che sembrava essere vicino al concretizzarsi, la riapertura integrale dei Navigli. Tornato forse solo un sogno, sarebbe un bel regalo da far trovare sotto l’albero a Milano.

“Apertura di tutti i Navigli” Cit. Piero D.

#8 Il mare

mare milano milano panoramica
mare milano milano panoramica

Si dice sempre che a Milano non manca niente, tranne il mare con il quale non avrebbe rivali. Ecco allora che spiagge bianche e acqua trasparente potrebbero essere un regalo perfetto per la città.

Il mare Cit. Lorella B.

#7 Una città più solidale che non lasci nessuno indietro

Credits: Roberto Binaghi – Senza tetto in centro

Milano è da sempre la città che accoglie chiunque abbia la voglia di impegnarsi e al contempo si prodiga, anche grazie alla sua rete di volontariato, di aiutare le persone in difficoltà. Nonostante questo però non sono pochi quelli a rimanere indietro, costretti a vivere per strada al freddo, per questo Milano dovrebbe riuscire a non lasciare nessuno da solo.

“La possibilità di ospitare i senza tetto in luoghi caldi. In questi momenti con questo freddo, mi stringe il cuore vedere come vivono” Cit. Maria Grazia O.

#6 Affitti più abbordabili per i giovani

credit: masterx.iulm.it

Milano è ormai da anni una delle mete più ricercate dai giovani, per studio e lavoro, ma non ha ancora risolto il problema del caro affitti soprattutto per questa fascia di cittadini. Un regalo speciale per la città sarebbe proprio quello di trovare finalmente una soluzione e garantire a tutti un accesso più agevolato alle abitazioni, in particolare per chi vuole formarsi e crearsi una carriera sotto la Madonnina.

“Possibilità di pagare affitti con prezzi giusti per i giovani” Cit. Tiziana G.

#5 Pulizia, decoro e sicurezza

Credits Urbanfile – Mancata manutenzione arredo e libreria con tag

Tra le città italiane Milano è senza dubbio una delle più pulite e meglio tenute, ma se si sposta lo sguardo oltre confine il paragone non è certo edificante. Arredo urbano disomogeneo, superfluo e poco curato, scarsa pulizia in alcuni luoghi anche centrali a cui si aggiunge una percezione di sicurezza non troppo elevata. Un pacco natalizio sotto l’albero della città dovrebbe contenere proprio maggiore pulizia, decoro e sicurezza in ogni quartiere.

“Più pulizia, più sicurezza” Cit. Elena F.

#4 Eliminare il traffico

credit: chiamamilano.it

Uno dei problemi più endemici di Milano è il traffico. Nonostante tutte le misure messe in campo per la riduzione della congestione dei mezzi privati e l’ampliamento della rete del trasporto pubblico le strade in città sono spesso intasate. L’eliminazione del traffico è uno dei regali che farebbero i milanesi alla propria città.

“Toglierei il traffico” Cit. Gaia A.

#3 Più natura e meno inquinamento

Torri anti-smog

Il problema dell’inquinamento è forse quello più complicato da risolvere per la città, a causa di molti fattori, taluni non controllabili. Un regalo grande per Milano e i milanesi sarebbe quello di avere tanti alberi, più natura in generale e aria pulita tutto l’anno.

“Aria pulita e tanti alberi” Cit. Sara C.

#2 Diventare una città-stato

Credits: andreacherchi_foto, IG

Diventare una città-stato sarebbe una svolta fondamentale per Milano, per essere artefice del suo destino e competere con le altre metropoli mondiali che hanno tutte autonomia di poteri e risorse dal governo centrale. Un regalo pieno di risorse, poteri e autonomia.

“Autonomia da Roma” Cit. Marco A.

#1 L’indipendenza dall’Italia

Un po’ a sorpresa forse al primo posto dei regali che si vorrebbe dare a Milano c’è l’indipendenza. Forse per il periodo cupo che si sta vivendo, ma aumenta notevolmente il numero di persone che sogna l’indipendenza di Milano. Anche se molti desidearno staccarsi dall’Italia e autogovernarsi con una vera Nazione indipendente, probabilmente è impossibile rispetto a diventare una città-stato sul modello delle città tedesche, che potrebbe racchiudere in un colpo solo tutti gli altri regali.

“L’indipendenza dall’Italia” Cit. Jarin P.

Continua la lettura con: I LUOGHI più BELLI nei dintorni di Milano dove ABITARE in COLLINA

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Boric, l’erede di Allende. Fra lavoro e sanità, il Cile chiude i conti con Pinochet

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I LOCALI di Milano dove succedono COSE STRANE

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Credits kikichiari IG - Oro Secret Room

Ci sono dei locali a Milano dove si possono provare delle esperienze davvero fuori dal comune. Ci sei mai stato in uno di questi?

I LOCALI di Milano dove succedono COSE STRANE

#1 Potafiori, un luogo dalla doppia anima dove si cena con la “cantafiorista”

Credits fracipxx IG – Potafiori

Il Potafiori è un luogo dalla doppia anima. Fondata da Rosalba Piccini, che da poco a replicato l’iniziativa all’interno del Mercato Centrale, di giorno è un negozio di fiori, mentre la sera è ristorante. Durante la cena si esibisce la fondatrice, che si autodefinisce “cantafiorista“, per allietare con il suo canto i clienti.

 

Indirizzo: Via Salasco 17

#2 Crazy cat caffè, dove i gatti sono i padroni indiscussi

Credits anna_rossiiyskaya IG – Crazy Cat Cafè

Il Crazy Cat Café è stato il primo locale di questo genere ad aprire a Milano. I padroni indiscussi sono dei simpaticissimi gattini che dominano gli interi spazi, sopra i tavolini si sviluppano piccole tettoie e speciali percorsi dove possono girare girare indisturbati. Il menu del locale è formato da gustosissimi brunch, merende e pranzi, da gustare mentre si accarezzano questi gatti trovatelli che prendono il loro nome da cantanti famosi come Bowie, Freddie, Patti, Mina. Bisogna solo rispettare due regole: non dar loro da mangiare e non prenderli in braccio. 

 

Indirizzo: Via Napo Torriani, 5

#3 Aperitivo al buio all’Istituto dei Ciechi

Credits silviadel77 IG – Dialogo nel buio

“Dialogo nel buio” è iniziativa promossa dall’Istituto dei Ciechi” di Milano, che dal 2005 permette di sperimentare la percezione della realtà e della comunicazione in modo più profondo in mancanza di luce. Il percorso al buio dura un’ora e quindici minuti e si passa per alcune ambientazioni che richiamano situazioni di vita quotidiana, tutte diverse, da scoprire attraverso i cinque sensi e il dialogo con la guida non vedente. L’ultima tappa è un bar dove, sempre nell’oscurità più totale, si commenta l’esperienza vissuta e si può gustare una tazza di caffè o un aperitivo.

 

Indirizzo: Via Vivaio, 7

#4 Pizza Aut, il primo ristorante in Italia e in Europa gestito da autistici

Credits pizz_aut IG – PizzAut

PizzaAut, inaugurato a maggio del 2021, è il primo ristorante in Italia e in Europa ad essere gestito interamente da ragazzi autistici. Fondato da Nico Acampora, è nato per sopperire a un bisogno avvertito da molte famiglie, ovvero quello di un locale dove le persone autistiche possano lavorare e al contempo socializzare. Un’iniziativa di successo dove tutti i ragazzi impegnati hanno trovato la loro dimensione lavorativa, dal pizzaiolo al cameriere, e che punta ad essere replicata altrove.

 

Indirizzo: Via Don Verderio, 1, 20060 Cassina de’ Pecchi (MI)

#5 “Locanda alla Mano”, il locale gestito da ragazzi con la sindrome di down nel Parco Sempione

Credits mfb_arch IG – Locanda alla mano

Locanda alla Mano” è un progetto di integrazione lavorativa nato nel 2013 per aiutare giovani speciali a superare le proprie difficoltà e a entrare nel mondo del lavoro con entusiasmo e autonomia. Questo locale si trova all’interno del Parco Sempione ed è gestito da otto ragazzi con sindrome di down. Un luogo dove si incontra buona cucina e solidarietà nel cuore di Milano.

 

Indirizzo: Piazza Del Cannone

#6 Il “Cocktail Society” della Sacrestia farmacia alcolica

Credits kikichiari IG – Oro Secret Room

La Sacrestia Farmacia Alcolica sorge all’interno di uno storico edificio del ‘900, trasformato da casa chiusa a farmacia dopo l’acquisto da parte della Curia. Una struttura che conserva ancora tutto il suo vecchio stile e l’atmosfera retrò, tra affreschi a tema ecclesiastico, libri, vecchi alambicchi, ampolle, tendaggi e tappezzerie, e in grado di trasportare gli utenti in un’altra epoca grazie ai suoi due livelli e quattro differenti ambienti. La vera chicca è la Oro Secret Room, al piano inferiore, una zona segreta, un vero e proprio “Cocktail Society” in stile speakeasy a cui si accede solo tramite appuntamento,  con drink list e accoglienza firmata dalla bartender alchimista Terry Monroe.

 

Indirizzo: via Conchetta, 20

#7 “Rob de matt”, il locale dove lavorano persone con problemi psichici 

Credits robdemattmilano IG – Rob de Matt

Rob de Matt è un ristorante e bistrot che è anche associazione di promozione sociale. Si basa su un progetto di inclusione sociale e lavorativa rivolto a persone con storie di marginalità e svantaggio, tra cui persone con problemi psichici, da qui il nome. Oltre a questi a servire ai tavoli ci sono anche rifugiati politici, migranti in difficoltà, ex carcerati e NEET.

 

Indirizzo: Via Enrico Annibale Butti, 18

Continua la lettura con: 5 RISTORANTI ETNICI TOP di Milano (con la loro imperdibile specialità)

FABIO MARCOMIN

Copyright milanocittastato.it

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Leggi anche: La resa dei conti fra magistrati e prefetti nelle carte del “processo Lucano”

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La scoperta del NIDO VERTICALE, la prossima superstar dello Skyline di Milano

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Credits: www.mcarchitects.it

In una Milano che continua ad evolversi e a cambiare, avevamo già accennato dei progetti per i nuovi grattacieli milanesi. Però, uno in particolare si merita qualche parola in più.

Sarà forse per il suo nome molto evocativo o magari per la sua impronta verso un futuro più sostenibile o ancora per il suo design elegante, ma sta di fatto che questo nuovo edificio non può passare inosservato.

La scoperta del NIDO VERTICALE, la prossima superstar dello Skyline di Milano

# Milano è pronta ad accogliere un edificio dal design innovativo che si sposa perfettamente con l’ambiente circostante

Credits: www.mcarchitects.it

Il suo nome richiama sicuramente il progetto architettonico di Stefano Boeri. Il suo design all’avanguardia gli permetterà di entrare di diritto nella classifica dei grattacieli europei più interessanti. La sua sostenibilità prometterà a Milano di conquistare riconoscimenti a livello internazionale.

Tutto questo sarà la Unipol Tower, o meglio il Nido Verticale, il progetto di prossima realizzazione alla cui guida c’è lo studio Mario Cucinella Architects.

I lavori, iniziati nel 2017, si dovrebbero concludere entro la fine del 2022 e il risultato incrementerà ulteriormente il valore architettonico di Milano.

# Il Nido Verticale, alto 125 metri, sarà la nuova sede milanese del Gruppo Unipol

Credits: www.mcarchitects.it

Il progetto per il nuovo headquarter del Gruppo Unipol si colloca nel nucleo pulsante di Porta Nuova e, come la Unicredit Tower, sdoganerà il concetto di avere una torre come sede, ponendosi in modo incisivo nello skyline milanese.

Questo nuovo grattacielo comprenderà 23 piani fuori terra e 3 piani interrati, per una superficie totale di 31.000 mq e un’altezza complessiva di 125 metri. Ma sarà la sua forma, scelta dal progettista Mario Cucinella, a lasciare un segno indelebile nella città.

# Un ellittico grattacielo scenografico di vetro e legno

Credits: www.mcarchitects.it

Il grattacielo avrà una particolare struttura ellittica che gli permetterà di inserirsi armoniosamente nell’ambiente circostante. E la geometria a rete della sua facciata non sarà altro che una metafora del sistema che caratterizza le relazioni e la società contemporanea. Infatti, sarà realizzata con pilastri curvilinei in legno che, incontrandosi in un determinato punto, formeranno uno scenografico nido verticale.

Inoltre, i materiali utilizzati per la costruzione saranno il vetro ed il legno e ciò esprimerà la possibilità di utilizzare materiali naturali anche per la realizzazione di questi enormi colossi architettonici.

# L’esterno del grattacielo avrà una “doppia pelle”, isolante d’inverno e in grado di limitare il surriscaldamento d’estate

Credits: www.urbanupunipol.com

La Unipol Tower sarà sicuramente un edificio eco-sostenibile ed innovativo che sfrutterà ogni opportunità di efficienza energetica. Infatti, la stessa società, molto sensibile alle tematiche ambientali, ha richiesto alti standard di sostenibilità per il progetto.

Detto, fatto. L’involucro esterno dell’edificio sarà formato da una “doppia pelle” in grado di isolare l’ambiente dal freddo invernale e, allo stesso tempo, di limitare il surriscaldamento estivo.

In più, grazie all’installazione di pannelli solari e all’integrazione di sistemi di raccolta dell’acqua piovana, il consumo di risorse è ridotto al minimo.

Tutte queste caratteristiche potrebbero permettere al nuovo edificio milanese di ottenere una certificazione LEED Platinum.

# Non solo uffici: la Unipol Tower avrà una forte vocazione urbana

Credits: www.mcarchitects.it

La torre avrà anche una forte vocazione urbana. Infatti, oltre agli uffici, i quali potranno accogliere circa 2.000 persone, ospiterà una sala congressi di oltre 220 posti e diversi giardini pensili interni.

Ma non solo: verrà realizzato anche uno sky restaurant all’interno della serra-giardino panoramica dove verranno organizzati anche eventi pubblici e culturali.

Insomma, sembrerebbe che il Nido Verticale abbia tutti gli elementi per diventare un landmark elegante e turisticamente attrattivo.

Continua la lettura con: PANORAMICAL LIVING: la nuova TORRE con VISTA a 360 GRADI su Milano (fotogallery)

ALESSIA LONATI

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Come si dice MASCHERINA in milanese?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: come si dice DECORAZIONI NATALIZIE in milanese?

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Leggi anche: Vinted è il futuro della moda. Ma gli startupper lituani devono vendere ancora molte borsette

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Entro il 2030 la METRO CRESCERÀ del 34%: le 38 NUOVE FERMATE in arrivo

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Credits: mos.ru - Cartina nuove linee metropolitane Mosca

Se si contano anche le nuove metrotranvie si arriva a un aumento del 55%: si passerà dai 127 km attuali di rete ai 195 km. Non solo, trasformando anche tutti gli studi di fattibilità già realizzati in progetti esecutivi, si potrebbe arrivare a 260 km entro il 2050. Ecco come ci si muoverà a Milano.

Entro il 2030 la METRO CRESCERÀ del 34%: le 38 NUOVE FERMATE in arrivo

# Oggi Milano ha una rete metropolitana di 113 stazioni e 96,8 chilometri di binari. Entro il 2030 avrà l’ottava rete metropolitana per estensione in Europa con 130,5 km

Mappa metropolitana di Milano

Ad oggi la metropolitana di Milano conta 113 stazioni e 96,8 chilometri di binari, è la più estesa d’Italia e al contempo una delle più recenti d’Europa con l’inaugurazione della linea M1 avvenuta nel 1964. Nel 2023 la lunghezza della rete sarà di 114 km, superando quella della Svezia ora al decimo posto in Europa, mentre con 136 stazioni consoliderà il settimo posto della graduatoria per le metropolitane con più fermate. Nel 2030 con 130,5 km di estensione salirà all’ottavo posto davanti a San Pietroburgo e le stazioni saranno 151. Vediamo nel dettaglio le nuove infrastrutture che saranno inaugurate nei prossimi dieci anni e quelle possibili entro il 2050.

Leggi anche: Curiosità e record delle 7 METROPOLITANE nelle città italiane

# La nuove metropolitane entro il 2030: la nuova M4, il raddoppio della M5, estensioni a nord e ovest della M1, per 33,5 km e 38 fermate

In un post sulla sua pagina Facebook l’assessore alla mobilità Marco Granelli ha fatto il punto della situazione sul futuro del trasporto milanese, illustrando tutte le nuove linee metropolitane o estensioni che verranno inaugurate tra il 2023 e il 2030. Tre le linee protagoniste.

#1 M1 Sesto FS-Monza Bettola: 2 fermate e 1,9km di lunghezza

Credits: Urbanfile – Prolungamento M1 Monza-Bettola

L’estensione della linea rossa a nord vedrà l’inaugurazione nei prossimi anni di due nuove fermate, ormai in costruzione dal 2010 e rallentate da alcuni fallimenti dell’aziende, di Restellone e Monza Bettola per una lunghezza complessiva di 1,9 km.

# M1 Bisceglie-Quartiere degli Olmi: 3 fermate e 3,5 km di estensione. La M1 supererà per lunghezza la M2 e con 43 fermate consoliderà anche questo record 

Credits: Urbanfile – Prolungamento Bisceglie-Quartiere degli Olmi

La linea rossa si prolungherà anche ad ovest con 3 nuove fermate dal capolinea Bisceglie, le stazioni: Parri, Baggio e Quartiere degli Olmi. In tutto 3,5 km con  deposito e parcheggio di interscambio oltre la tangenziale ovest. Un progetto del valore di 350 milioni di euro che avrà un potenziale bacino d’utenza che comprenderà i comuni di Cesano Boscone, Settimo Milanese, Cusago e la connessione della statale 114 con la tangenziale per l’ingresso in città delle auto provenienti da Cisliano, Albairate, Abbiategrasso. In totale la M1 raggiungerà circa 32 km di estensione, superando la M2, e con 43 fermate si confermerà anche come linea con più stazioni della città.

#2 M4 Linate-San Cristoforo: 21 stazioni per 15 km

Credits: wiikipedia.org – Il tracciato delle linea blu

La quinta linea di Milano, la M4, dovrebbe inaugurare nella sua interezza entro la fine del 2023 collegando l’aeroporto di Linate a est con la stazione di San Cristoforo Fs a ovest passando per il centro storico sul percorso della cerchia dei Navigli. Gli scavi si sono già conclusi e le prime 3 fermate dovrebbero aprire entro il primo semestre del 2021. In totale la linea blu avrà 21 stazioni per 15 km di estensione.

Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu
Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu

Leggi anche: La nuova STAZIONE di LINATE: M4 vicina al DECOLLO (fotogallery)

#3 M5 Milano Bignami-Monza Brianza: 13km e 12 fermate, quasi raddoppiata l’estensione della lilla

Credits: Urbanfile – M5 Bignami-Monza

La linea attraverserà i comuni di Milano, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Monza. Dopo la stazione di Bignami, ora capolinea, verranno costruite altre 12 fermate, quasi raddoppiando la lunghezza attuale della M5: Testi Gorky, Bassini, Rondinella Crocetta, Matteotti, Monza Bettola, Campania, Marsala, Monza Fs, Monza Centro Trento Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo, Polo Istituzionale.

# Le metrotranvie veloci in sede protetta pronte nei prossimi dieci anni: 34,9 km complessivi di rete

Non solo metropolitane ma anche metrotranvie nel futuro prossimo di Milano. Tre interesseranno il quadrante nord e una quello a est.

#1 Metrotranvia Ospedale Niguarda-Cascina Gobba M2: lunga 4,5 km intersecherà le stazioni della metro M5 Bicocca, M1 Precotto, M2 Cascina Gobba

Credits: Urbanfile – Metrotranvia Niguarda Cascina Gobba

La metrotranvia Niguarda-Cascina Gobba attraverserà trasversalmente il nord della città partendo dall’ospedale Niguarda e incrociando la fermata M5 Bicocca, la fermata M1 Precotto e dopo aver attraversato il quartiere Adriano farà capolinea ad est attestandosi alla fermata M2 Cascina Gobba. L’intero percorso sarà lungo 4,5 km.

#2 Metrotranvia Milano-Desio-Seregno: estesa 14,2 km attraverserà 6 comuni dopo Milano

Progetto Metrotranvia Milano-Seregno

La prima parte fino a Paderno Dugnano (loc. Calderara) sarà a doppio binario e la seconda (da Calderara a Seregno) a binario singolo con raddoppi per gli incroci. Il progetto prevede la trasformazione dell’obsoleta tranvia interurbana Milano-Desio, con prolungamento a Seregno, in una moderna metrotranvia. Lunga 14,2 km attraverserà 6 comuni: Bresso, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Nova Milanese, Desio e Seregno.

#3 Tramvia Milano-Limbiate: 11,7 km per 18 fermate

Credits: wikipedia.org – Metrotraniva Milano-Limbiate

La metrotranvia Milano-Limbiate non è altro che la storica linea tranviaria che collega da fine ‘800 il quartiere Comasina a Limbiate. La riqualificazione delle linea in metrotranvia, lunga 11,7 km per 18 fermate, la renderà più veloce perché in sede protetta e con un servizio migliore.

#4 Metrotranvia Rogoredo M3-Repetti M4 (ex Quartiere Forlanini M4): 4,5 fermate km per 15 fermate, una fermata servirà l’arena del ghiaccio delle Olimpiadi 2026

Il percorso della nuova metrotranvia partirà dalla stazione M4 Repetti, nuovo nome della stazione che avrebbe dovuto chiamarsi “Quartiere Forlanini” e terminerà a M3/FS Rogoredo. I tram partendo da viale Forlanini proseguiranno sullo stesso percorso del tram 27, poi verso le vie Monlué e Bonfaldini, attraverseranno il quartiere nuovo di Santa Giulia terminando nel piazzale dell’entrata delle Stazioni FS e Metropolitana linea 3 di Rogoredo. In totale saranno 4,5 km per 15 fermate.

Tutti i progetti sono stati approvati e finanziati, tranne il prolungamento Adriano-Gobba la cui domanda di finanziamento sarà presentata a gennaio 2021.

Leggi anche: La GRONDA NORD e le altre METROTRANVIE che ruoteranno attorno a Milano

# Entro il 2050 Milano potrebbe arrivare a 260 km di rete grazie ad altri 12 studi di fattibilità presentati 

Oltre a queste opere interamente finanziate e solo in attesa di avvio o conclusione lavori, ci sono altre infrastrutture per le quali sono già stati effettuati gli studi di fattibilità e che stanno proseguendo l’iter di valutazione. Nel caso venissero approvate e realizzate tutte, si arriverebbe ad avere una rete di metropolitane e metrotranvie estesa per 260 km nel 2050.

#1 M3 Comasina-Paderno Dugnano: l’ipotesi più accreditata vede l’aggiunta di due stazioni ovvero Cormano e Paderno Dugnano

Credit: nord24milano.it

#2 M4 Linate-Segrate: lo studio prevede una stazione intermedia “Idroscalo” oltre a quella di Segrate che servirà il “Westfield Center” e l’hub AV

Leggi anche: Estensione Metro più Stazione Alta Velocità a SEGRATE: finanziato lo studio di fattibilità

#3 M4 San Cristoforo-Buccinasco: ad oggi ci sono 6 ipotesi al vaglio

Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest

Ormai scontato il prolungamento della M4 ad ovest oltre il capolinea di San Cristoforo Fs, resta da decidere il percorso, la lunghezza e il numero di fermate. Sono 6 le ipotesi al vaglio su cui dovrà ricadere la scelta definitiva.

#4 M5 San Siro-Settimo Milanese: 4 fermate ipotizzate

Prolungamento M5 Settimo Milanese

Ad oggi sono 4 fermate che potrebbero estendere la linea M5 a ovest: Sant’Elena, Quarto Cagnino, Quinto Romano e il capolinea con deposito di Settimo Milanese.

#5 Sbinamento della M5 per portarla a Bresso e Cusano Milanino

Sbinamento M5

Lo sbinamento, già finanziato con 15 milioni di euro, è fondamentale per l’eventuale prosecuzione della linea M5 verso Cinisello passando per Bresso.

#6 Metrotramvia Ospedale Niguarda-Stazione Certosa

Credits: Urbanfile: Metrotranvia Niguarda- Certosa

Questo tratto di metrotranvia si collegherebbe con il tratto “Ospedale Niguarda-Cascina Gobba”, già approvato e in attesa di fondi, formando la cosiddetta “Metrotranvia Nord”.

#7 Un trasporto rapido di massa da Cologno Nord M2 a Vimercate

Prolungamento Cologno Nord – Brugherio

In fase di valutazione c’è la scelta della tipologia di trasporto più conveniente a livello di costi benefici, ovvero tra metropolitana, metrotranvia o bus veloci.

#8 Un trasporto rapido di massa da San Donato M3 a Paullo (ed eventualmente fino a Crema)

Prolungamento M3

Qui vale lo stesso discorso fatto per il prolungamento da Cologno Nord M2 a Vimercate, anche se in questo caso sembra più fattibile un primo tratto con la metropolitane di 2 fermate fino a San Donato Est e il resto del percorso utilizzando infrastrutture meno impattanti sia a livello costruttivo che finanziario.

Altre infrastrutture in fase di studio avanzato:

  • Un trasporto rapido di massa nel quadrante sud di Milano
  • Un trasporto rapido di massa da MIND ad Arese
  • Un trasporto rapido di massa intorno alla futura città della salute
  • Un trasporto rapido di massa intorno Settimo Milanese-Magenta

Continua la lettura con Le estensioni della metro più desiderate dai milanesi

FABIO MARCOMIN

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Inaugurato il MUSEO del CINEMA più GRANDE del mondo. È firmato Renzo Piano

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Credits: @mdkinla Academy Museum of Motion Pictures

Il 30 settembre 2021 è stato inaugurato il museo più grande del mondo. E non poteva che essere qui. Un omaggio alla storia del cinema firmato Renzo Piano.

Inaugurato il MUSEO del CINEMA più GRANDE del mondo. È firmato Renzo Piano

# Il più grande museo del cinema mai visto

Credits: @mdkinla IG
Academy Museum of Motion Pictures

Nulla da togliere al nostro museo del cinema torinese, ma una struttura del genere dedicata interamente all’arte del cinema non si era mai vista. Circa 28 mila metri quadrati di spazio espositivo distribuiti su più piani, è questo quello che è stato ideato e realizzato da Renzo Piano a Los Angeles, precisamente nel quartiere Miracle Mile. il più grande museo al mondo dedicato al cinema. Riqualificando un ex magazzino degli anni Trenta, Renzo Piano ha progettato una struttura spettacolare, degna di ospitare un museo interamente dedicato all’arte dello spettacolo. Così, sopra alla struttura, ha ideato un volume in vetro e cemento a forma di sfera.

# L’industria dei sogni

Credits: @brianfizzy
Academy Museum of Motion Pictures

Il museo ospita sia una mostra permanente che esposizioni temporanee. Video, poster, fotografie d’epoca, costumi e oggetti di scena, collezioni legate a personaggi che hanno fatto la storia del cinema e pezzi di film riempiranno le sale del museo, facendolo diventare una sorta di industria dei sogni. Nel museo ci sono anche una sala cinematografica con 1000 posti a sedere e il Ted Mann Theatre da 288 posti.

# Il percorso espositivo

Credits: @ograham26
Academy Museum

L’Academy Museum of Motion Pictures apre al pubblico con la mostra principale intitolata “Stories of Cinema” e organizzata su tre piani espositivi occupando circa 3000 metri quadrati. Si parte dalla videoinstallazione che racconta la storia del cinema, a partire dai fratelli Lumière fino ai giorni nostri, nella Spielberg Family Gallery. Si passa alla Wanda Gallery, una galleria d’ingresso con proiezioni dal pavimento al soffitto di spezzoni di film, per poi arrivare alla Significant Movies and Moviemakers.

Sala immancabile è poi quella dedicata agli Academy Awards, dove si racconta della statuetta più importante di sempre, l’Oscar, con le sue più famose vittorie e i suoi rifiuti che hanno fatto la storia. Non solo. Nella The Oscar Experience, i visitatori possono simulare di aver vinto la statuetta e accettare l’Oscar nel Dolby Theatre.

# La mostra temporanea

Credits: @academymuseum
Academy Museum of Motion Pictures

Le sale del museo del cinema più grande al mondo non si esauriscono qui. Ce ne sono molte altre come quella dedicata agli effetti del cinema sul sociale, ad esempio sui rapporti di lavoro e il movimento #MeToo. Ma oltre alle stanze dell’esposizione “Stories of Cinema”, l’Academy Museum of Motion Pictures dedica i suoi primi mesi di apertura a  Hayao Miyazaki, mago del cinema di animazione.

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BEATRICE BARAZZETTI

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Le 3 migliori città dove studiare all’estero

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Credits: pexels-pixabay.com

Nonostante la pandemia il desiderio di un’esperienza di istruzione all’estero è ancora comune tra i giovani italiani e non solo, ma prima di partire per un’avventura simile bisogna scegliere una meta. Quali sono le città più accoglienti per uno studente straniero?

Le migliori città dove studiare all’estero

#Scegliere

La scelta di iscriversi in università all’estero deriva da molti fattori: il giudizio negativo delle strutture d’istruzione nel proprio paese, la supposizione che i corsi di studi all’estero siano migliori o che producano un vantaggio inseriti nel curriculum, la maggiore possibilità di trovare lavoro dopo la laurea. Ma più di tutto, chi fa un’esperienza di studio all’estero è alla ricerca di un periodo di immersione all’interno di una cultura altra. Le città ospitanti devono quindi soddisfare non solo il requisito di competenza scolastica, ma anche offrire esperienze sociali e culturali che facciano sentire lo studente accolto e affascinato. Sono tre le città più ambite, una delle quali si trova in Europa.

Credits: pixabay.com

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#1 Kuala Lumpur

Al primo posto troviamo Kuala Lumpur in Malesia. È la più grande città del paese, fondata nel 1857 è passata dall’occupazione inglese a quella giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale. La città vanta un grande numero di moschee e musei visitabili, è il centro economico e finanziario di tutta la Malesia e meta turistica per milioni di persone ogni anno. Kuala Lumpur offre numerosi servizi per arricchire la propria cultura, imparando la storia del luogo ma anche per divertirsi, sono infatti numerose le vie dello shopping e le discoteche. L’accoglienza dei locali è molto apprezzata dagli stranieri e il costo della vita è tra i più sostenibili al mondo, garantendo la possibilità di mantenere un equilibrio tra vita professionale e privata.

Credits: pixabay.com

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#2 Màlaga

La città europea posizionata nella top 3 delle mete preferite dagli studenti universitari è la spagnola Màlaga, nella comunità autonoma dell’Andalusia. La città ha origini antiche, ci sono testimonianze di insediamenti addirittura preistorici. La sua espansione protratta nei secoli è incora in atto grazie al settore del turismo e del terziario. La lunga storia ha donato alla metropoli europea un patrimonio artistico ampio e ricco di bellezze passando dal Teatro Romano del primo secolo al Centro Pumpidou Màlaga inaugurato nel 2015. È il centro economico della regione grazie al settore marittimo, delle costruzioni e delle nuove tecnologie, vanta inoltre numerosi eventi festivo-religiosi e folkloristici che trasportano all’interno della tradizione andalusa. Questo clima insieme ai bassi costi della vita permettono di avere una movimentata vita sociale e stringere legami duraturi.

Credits: pixabay.com

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#3 Dubai

La grande città negli Emirati Arabi Uniti è caratterizzata da una grande varietà di lingue e culture che fanno in modo di non fare sentire lo studente uno straniero. Formalmente istituita nel XIX secolo, Dubai hai origini risalenti al 1000 e il suo sviluppo economico è dovuto alla dominazione inglese nell’Ottocento, che ha scelto la città per via della sua collocazione geografica. Un punto a favore di Dubai è la presenza di trasporti urbani accessibili e diffusi. Le possibilità lavorative offerte dalla città sono concentrate nel settore petrolifero ed immobiliare ma anche in quello turistico. Queste caratteristiche fanno in modo che ogni anno siano numerosi gli studenti che decidono di restare in città anche dopo il completamento del loro corso di studi.

Credits: @visit.dubai
Dubai

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Fonte Mollo tutto e vado a studiare all’estero: le città migliori e peggiori per l’avventura da expat 

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SARAH IORI

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Il nuovo CAPOLAVORO di Renzo Piano: apre la CATTEDRALE di LUCE

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Credits che_eireen IG - GeS- 2 interni

Al posto di una storica centrale elettrica in disuso nasce un polo culturale scenografico a firma dell’archistar genovese Renzo Piano. Dove si trova questa incredibile struttura e come è stata trasformata.

Il nuovo CAPOLAVORO di Renzo Piano: apre la CATTEDRALE di LUCE

# Nasce la “Casa della cultura” nel centro di Mosca a firma Renzo Piano

Credits eugenykorolev IG – Ges-2

Renzo Piano con il “Renzo Piano Building Workshop” firma il progetto della “Casa della cultura GES-2” nel centro di Mosca che rigenera una storica centrale elettrica del 1907 in disuso, nel frequentato quartiere Ottobre Rosso sul Bolotnaya Embankment.

Questo polo della cultura è uno spazio accessibile a tutti grazie a: cinema, sala concerti, biblioteca, negozi, ristorante, alla caffetteria, parco giochi, laboratori, atelier e una zona dedicata alle residenze per artisti, alle sale espositive e all’auditorium che ospiteranno performance ed eventi pubblici. L’obiettivo di questo immenso spazio, acquistato nel 2015 dalla Fondazione V-A-C creata dal magnate russo Leonid Mikhelson (Ceo di Novatek), è di reimmaginare le tradizionali “case della cultura” russe, centri ricreativi nati sul finire dell’Ottocento e ancora oggi molto popolari.

# Il progetto della “Cattedrale di Luce” si sviluppa su un’area di due ettari

Credits arquitectturavica.com – Progetto Ges-2

Gli interni dell’ex centrale elettrica sono strutturati come prosecuzione dello spazio pubblico e fanno sembrare la Casa della Cultura come una cattedrale di vetro, inondata dalla luce. Tutto il polo culturale si estende su una superficie complessiva di due ettari.

All’esterno è stata realizzata una collinetta artificiale con un bosco di oltre 600 betulle e 80.000 cespugli e un sentiero che lo attraversa che conduce alla piattaforma d’osservazione esterna.

# Gli edifici e gli spazi principali del nuovo polo culturale della capitale russa

Credits eugenykorolev IG – Ges-2 laterale

L’edificio del GES 2 è composto da cinque parti: l’edificio frontale, l’edificio principale, l’ala destra, l’ala sinistra e l’auditorium:

  • la parte anteriore dell’edificio ospita la Piazza, sopra la quale trova spazio una biblioteca, uno degli ingressi principali del complesso;
  • l’ala destra ospita alloggi e spazi per il lavoro collettivo e collaborativo;
  • nell’ala sinistra ci sono il ristorante e alcuni uffici;
  • l’edificio principale ospita il Prospekt e la passerella principale del GES-2 al livello 1, mentre attorno sono disposti gli spazi dedicati ai programmi artistici e didattici, la caffetteria, diversi negozi e dall’Auditorium;
  • al livello -1, ricco di luce naturale, si trovano i principali luoghi espositivi.

All’interno di un edificio ottocentesco, appartenuto in passato all’importante imprenditore Petr Smirnov, sorge il “Vaults Art Production Centre” con laboratori dotati di attrezzature all’avanguardia a disposizione dei creativi di vari ambiti artistici, per lavorare legno, metallo, ceramica e tessili, oltre a un laboratorio di fotografia, atelier per la serigrafia e la stampa 3D e uno studio di registrazione audio-video.

Nella parte posteriore del complesso si sviluppa il cortile, che in estate sarà luogo di concerti e proiezioni cinematografiche, mentre al di sotto un parcheggio a due livelli che può ospitare fino a duecento auto. Al di sopra, un’area che può essere utilizzata per concerti e rave. Al di sotto del parcheggio, un archivio di 2000 mq.

# L’Auditorium ospita un cinema cittadino e una sala concerti con 10 possibili configurazioni di allestimento

Credits che_eireen IG – GeS- 2 interni

L’Auditorium è l’elemento centrale del progetto. Si tratta di una struttura modificabile, il cinema cittadino GES-2 Kino e una sala concerti che dispone di dieci possibili configurazioni di allestimento e che può accogliere fino a 420 persone. Lo spazio è stato studiato per ospitare conferenze, produzioni teatrali, concerti e proiezioni. 

 

Fonte: Professione Architetto

Continua la lettura con: MERDEKA! È in arrivo il SECONDO GRATTACIELO più ALTO del MONDO

FABIO MARCOMIN

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PREZZI delle case: la PREVISIONE per il 2022 in 11 città. Atteso un BOOM in questi quartieri di Milano

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Credits Andrea Cherchi - Piazzale Ferrara

Pubblicata un’analisi su 11 città per prevedere l’andamento del prezzo al metro quadro nel 2022. Vediamo le previsioni per il prossimo anno, con molte sorprese.

PREZZI delle case: la PREVISIONE per il 2022 in 11 città. Atteso un BOOM in questi quartieri di Milano

# A Torino la crescita record, Milano rimarrà la città più cara

Credits: @igers.torino
Porta Palazzo Torino

Immobiliare Insights, l’unità di Immobiliare.it, ha elaborato un algoritmo predittivo che consente di avere le proiezioni dei prezzi per i 12 mesi successivi prendendo come dati di riferimento i prezzi unitari medi (€/mq) calcolati ogni mese per ogni Comune dal 2012. Tramite questo strumento è stata effettuata un’analisi i su 11 città italiane da cui è emersa Torino come quella che nel 2022 dovrebbe registrare una crescita record del +5,3% con il costo medio delle abitazioni che dovrebbe crescere da 1.893 a 1.994 euro al mq. A seguire c’è Milano che dovrebbe rivalutarsi in media del 4,2% restando però la più cara in assoluto, con un prezzo medio al mq di 5.107 euro. Tra le altre città esaminate solo Bari e Bologna, rispettivamente al +1,8% e +1,2%, e Roma, con un +0,3%, dovrebbero segnare una crescita dei prezzi.

# A Catania il calo più marcato 

Credits: siciliafan.it – Catania

Tra le città con uno scenario negativo Genova, Napoli e Venezia dovrebbero registrare un calo compreso tra il – 2,8% e il -2,1%, Palermo del -3,2%, Firenze del -3,6%. La città con la discesa dei prezzi più marcata dovrebbe essere Catania, con una perdita dei valori immobiliari del 4,8%, passando dai 1.229 euro al metro quadro ai 1.170 per l’acquisto di un’abitazione.

# I quartieri più caldi: gli aumenti maggiori attesi in periferia. In testa Corvetto a sud e Turro a nord

Credits Andrea Cherchi – Piazzale Ferrara

Nel focus su Milano si evidenzia come le aree con una salita più sensibile dei prezzi degli immobili dovrebbero essere quelle periferiche. Corvetto, a sud della città, potrebbe registrare la performance migliore con +8,9%, seguita da Turro con +8,4%. Poco sotto la soglia dell’8% troviamo altri quartieri periferici: a nord-ovest Viale Certosa con un +7,9% atteso, Cimiano a nord-est +7,7% e infine Pasteur e a sud Abbiategrasso-Chiesa Rossa con +7,6%.

Continua la lettura con: Affitti a Milano: le ZONE che RENDONO di PIÙ (con sorpresa)

FABIO MARCOMIN

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