I NO PASSANTE: come ci immaginiamo il passante noi che non l’abbiamo mai preso

I No Passante, quelli che il passante non lo hanno mai preso. E non riescono a immaginarselo neanche

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Ph. @vandalos13 IG

Un movimento silenzioso diffuso nelle strade di Milano. I No Passante, quelli che il passante non lo hanno mai preso. E non riescono a immaginarselo neanche. Queste le ipotesi che circolano tra chi non lo frequenta.

I NO PASSANTE: come ci immaginiamo il passante noi che non l’abbiamo mai preso

# “Dubitiamo della sua stessa esistenza”

Alcuni di quelli che non hanno mai preso il passante dubitano perfino della sua esistenza. Forse perché in alcune fermate è in coabitazione con la Metro, forse perché in certe zone è talmente deserto da fare invidia alle distese di sale del Nevada. Tra di loro gira voce che proprio come il Molise il Passante ferroviario non esista ma sia solo una manovra di marketing per fare sembrare più estesa la linea metropolitana milanese.

# “Non riusciamo a concepire che un treno possa passare sottoterra come una metropolitana”

il treno che passa sotto Milano. Credit: Repubblica Milano

Una delle meraviglie agli occhi di vede il passante per la prima volta. Sembra come una metro salvo vedere l’arrivo di un treno vero invece di quello della metropolitana. Con trambusto e sferragliare assordante.  Se è un treno dovrebbe partire da Centrale, Garibaldi o Lambrate, se è una Metro al massimo potrebbe fare spola fra Porto di Mare e il Duomo, o fra QT8 e Molino Dorino. Ma i suoi creatori lo sapevano bene, e per confondere i No Passante non lo hanno chiamato né Metro né treno. Bensì, appunto, Passante.

# “Deve essere un universo di persone stranissime”

gente sul passante

Chi non lo ha mai preso si può scordare i passeggeri tipici di Metro e treni regionali o nazionali. Sul passante si può trovare di tutto. E chi non c’è stato si immagina personaggi al limite della fantasia. Forse a ragione. 

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# “L’idea che sia tipo una funivia, piccola, corta”

passante ferroviario

Chi lo immagina come qualcosa di più simile a una funivia che a un treno. Breve, con corse avanti e indietro. E poi ci sono anche dei No Passante che lo identificano come un mezzo fatto apposta per trasportare le persone fuori dai confini urbani. Riescono a concepirlo come un treno di sola andata, senza fermate, per la terra di nessuno. 

# “Non riesco a immaginare il passaggio da fuori a sottoterra”

Credits: en.wikipedia.org
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Il momento in cui il treno si infila sottoterra è un’altra delle immagini che i no passante non riescono a rappresentare nella mente. Si apre un buco, si casca in una voragine o la discesa è più dolce, a poco a poco? Così come l’opposto. Che effetto può avere scendere per prendere un treno sottoterra e vedere poi la luce? C’è l’idea che i binari di una ferrovia dovrebbero essere in piano, o quasi. Ma non scendere sottoterra. 

# “L’idea inconcepibile che possano arrivare sullo stesso binario treni per diverse direzioni”

Ecco un altro caposaldo del movimento No Passante. Nella metro ogni linea ha il suo treno e il suo binario. Mentre nel caso del passante no. Sullo stesso binario scorrono treni che possono poi andare in direzioni diverse e bisogna fare attenzione a dove si sale. Sulla metro al massimo si può sbagliare diramazione, qui si può finire dalla parte opposta della Lombardia.

# “Dalla metro al passante è come scendere all’inferno…”

Per i no passanti abituati alla metro, il passaggio al passante nella stessa stazione assomiglia a una discesa agli inferi. Si vedono allontanarsi persone che non si vedranno mai più, spesso rifornite di bagagli e borse come se dovessero affrontare un viaggio infinito. Tutto il contrario della metropolitana, insomma. Il luogo degli incubi sono le fermate divise a metà fra Metro e Passante (come ad esempio Milano Repubblica o Garibaldi): per prendere quest’ultimo bisogna fare un’infinità di scale mobili ripide e minacciose, al cui fondo pare esserci un buco nero.

Continua la lettura con: Il “TRENO FANTASMA”: il passante che non passa mai

CARLO CHIODO

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Carlo Chiodo
Nasco a marzo del 1981. Milanese moderno, ostinato e sognatore, alla costante ricerca di una direzione eclettica di vita. Laurea in Lingue e Comunicazione, sono appassionato di storia contemporanea, amante del cinema e del surf da onda. Dopo il romanzo d'esordio (Testa Vado Croce Rimango, 2016) ho pubblicato con Giovane Holden edizioni una silloge di racconti (Diario di Bordo, 2020).