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Shutter Island a colazione

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C’è un posto a Milano in cui il cinema d’autore si unisce al mistero di un luogo segreto. Vai verso Ca’ Granda, lì ti tufferai nel mondo di Hollywood e Cinecittà, godendoti intramontabili film del passato.

Il tutto, in una cornice d’eccezione: il suggestivo antico Sepolcreto della Chiesa dell’Annunciata.

Questa volta la proposta è più che allettante: Shutter Island + colazioni inclusa, il tutto abbinato ad un luogo spettacolare, ti consentirà di scoprire una parte segreta di Milano e vivere un’esperienza unica rivedendo film che difficilmente trovi nei cinema o in tv.

Cosa aspetti? Corri a prenotare il tuo biglietto!

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C’è un Gallo a Milano e si chiama Ron!

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Il suo nome è Ron, Ron Gallo.

Anche se sembra un po’ spiantato, Ron Gallo è un musicista navigato.

Cresce con il blues, il rock ed il soul a Philadelphia, dove inizia a suonare con la sua band precedente, i Toy Soldier. Come sempre e da sempre, ha l’anima di chi suona il garage punk.

La sua personalità sopra le righe, spavalda e frizzante lo porta a trovare la sua via musica: un mix di glam, blues rock e punk. Strano? No, unico! E ora è pronto per voi milanesi, al Circolo Magnolia!

Ma, voi siete pronti per lui?

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Urban Practice: 6 cose fatte dal Comune di ANTIBES che sarebbero utili anche a Milano

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Quadro didascalico (Antibes- Juan Les Pins)
Quadro didascalico (Antibes- Juan Les Pins)

Non so voi, ma quando sono all’estero mi capita di osservare ciò che sarebbe bello importare da noi. Qualche volta mi succede di ammirare qualcosa del settore privato, molto più spesso, invece, mi sorprende l’amministrazione pubblica. Quando vivevo in Germania ciò che mi meravigliava era il funzionamento della burocrazia e dell’apparato pubblico, sempre al servizio del cittadino e orientato a un miglioramento continuo, un approccio che, ahimé, noto di rado in Italia.

Qualche giorno di vacanza ad Antibes-Juan Les Pins e volevo condividere con voi sei cose fatte dall’amministrazione locale che mi piacerebbero venissero imitate anche da Milano.

Urban Practice: 6 cose fatte dal Comune di ANTIBES che sarebbero utili anche a Milano

#1 I tombini livellati

tombino livellato (Antibes- Juan Les Pins)
tombino livellato (Antibes- Juan Les Pins)

A Milano mi muovo quasi solo su due ruote. E chi lo fa come me sa bene che cosa significhino i tombini sulle nostre strade. Sono sempre rialzati rispetto all’asfalto e creano delle sconnessioni fastidiose e pericolose che si cerca in tutti i modi di evitare.

tombino livellato (Antibes- Juan Les Pins)
tombino livellato (Antibes- Juan Les Pins)

In Francia, come ho notato anche in Germania, si presta molta più attenzione al manto stradale e, in particolare, ai tombini che sono perfettamente livellati all’asfalto. Se ci si possa sopra non si avverte il minimo sobbalzo. Non credo si tratti di un costo maggiore ma credo ci voglia soprattutto più cura.

#2 Asfalto antipioggia e senza buche

Stesso discorso per l’asfalto. Questi giorni sono stato poco fortunato e ha piovuto a dirotto. Quando succede a Milano l’asfalto si riempie di buche.

Girando per Antibes di buche non ne ho trovata mezza, invece ho notato un asfalto perfetto, spesso del tipo antipioggia che a volte si trova per qualche tratto d’autostrada. Ho anche notato che se devono riparare una buca, spesso sistemano un intero tratto inserendo asfalto più performante.

asfalto rifatto (Antibes- Juan Les Pins)
asfalto rifatto (Antibes- Juan Les Pins)

#3 La cura dei marciapiedi

Poche volte a Milano mi è capitato di imbattermi in lavori per migliorare i marciapiedi.

lavori sul marciapiede (Antibes- Juan Les Pins)
lavori sul marciapiede (Antibes- Juan Les Pins)

Ad Antibes invece ho trovato diversi microcantieri sui marciapiedi che mostrano una cura perfino superiore rispetto a quelli per intervenire sulla carreggiata. E sorprende anche in questo caso la qualità di asfalto utilizzato.

marciapiede rifatto (Antibes- Juan Les Pins)

In certi casi chi passeggia può perfino scegliere il tipo di superficie su cui camminare: asfalto o parquet.

asfalto o parquet? (Antibes- Juan Les Pins)
asfalto o parquet? (Antibes- Juan Les Pins)

#4 La promozione del luogo

Alcuni cantieri hanno attorno dei pannelli che reclamizzano manifestazioni o attrazioni del luogo. L’ho visto più volte quindi mi fa pensare che sia il Comune a richiedere a chi svolge dei lavori che venga fatta pubblicità al territorio.

Cantieri promozionali (Antibes- Juan Les Pins)
Cantieri promozionali (Antibes- Juan Les Pins)

Con tutti i cantieri che abbiamo penso che sarebbe straordinario utilizzarli per valorizzare la nostra città, pensiamo solo all’impatto di pannelli sui grattacieli in costruzione.

#5 Quadri davanti ai monumenti

I francesi sono dei maestri della mise en place. Qualunque cosa abbiano tra le mani riescono a trasformarla in modo magnifico. Guardate quello che hanno fatto con la Gioconda del nostro Leonardo, che non credo sarebbe considerata una così grande attrazione se fosse in qualcuno dei nostri musei. In questo i francesi sono un esempio da cui dovremmo imparare con umiltà, in particolare nella valorizzazione dei nostri monumenti. Nei pressi di monumenti o di scorci di particolare interesse di Antibes hanno posizionato delle immagini di dipinti che rappresentano l’interpretazione artistica di tali luoghi.

Quadro didascalico (Antibes- Juan Les Pins)
Quadro didascalico (Antibes)

Un piccolo espediente che serve ad aumentare l’attenzione su alcuni luoghi di interesse e al contempo trasmette l’idea di città d’artisti che l’amministrazione della città vuole trasmettere ai turisti.

#6 Luci colorate

A mio avviso uno dei maggiori punti di debolezza di Milano è la notte. Non solo per gli orari che rendono la città meno vivibile, ad esempio nei trasporti. Soprattutto trovo l’illuminazione della nostra città antiquata e inadeguata, incapace di valorizzare le straordinarie bellezze che si trovano a cielo aperto. In questo siamo anche peggio di Roma. Nell’uso delle luci i francesi sono dei giganti, non è un caso che la loro capitale sia la ville lumiere. Ho notato che hanno appena rifatto l’illuminazione sul lungomare di Juan Les Pins con dei lampioni d’avanguardia, che illuminano in basso e in alto, ma quello che mi ha colpito ancora di più è l’utilizzo di luci colorate perfino per valorizzare dei comunissimi alberi. Mi fanno immaginare come potrebbero diventare i nostri parchi, i viali alberati (pensiamo a corso Sempione, ora così sciatto) o molti nostri monumenti con un intelligente uso di luci che cambiano colore.

Questi sono solo alcuni esempi. Si parla tanto di best practice: sarebbe bellissimo se la nostra amministrazione studiasse di più le altre città del mondo e introducesse a Milano innovazioni grandi o piccole che possano portare benefici a chi vive e a chi la visita.

ANDREA ZOPPOLATO

I 500 anni di autonomia di CASTELL’ARQUATO, tesoro medievale in stile milanese

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A circa un’ora e mezza di auto da Milano, nel piacentino, sorge la cittadina di Castell’Arquato, un borgo che conta poco meno di cinquemila abitanti.

Fin dalla sua fondazione come cittadina (probabilmente a partire dal perimetro di un castrum, ossia un accampamento militare di epoca romana, come lascerebbe intuire anche l’antica denominazione di Communitas Castri Arquati) nell’VIII secolo d.C., Castell’Arquato fu vivace centro di attività, innanzitutto per via della sua felice posizione, molto vantaggiosa dal punto di vista logistico, come pure grazie all’alto grado di autonomia concesso dai vari podestà e, successivamente, dai vescovi. L’autonomia della cittadina venne poi pienamente sancita, attraverso la creazione di appositi organi di governo, nel 1220.

Risulta interessante notare anche come la storia di Castell’Arquato e quella di Milano siano legate. Già nel 1290, Alberto Scotti (degli Scotti Douglas, casato nobiliare locale di origine scozzese) conquista Castell’Arquato, costruendovi il Palazzo Ducale ed il Palazzo del Podestà (oggi ancora in piedi, praticamente immutati), legandosi poi alla famiglia Visconti di Milano. Dopo diversi capovolgimenti, l’autonomia del borgo venne mantenuta e potenziata dai Visconti, i quali si insediarono nuovamente, nel 1316 e governarono fino al 1446. La stesura di documenti attestanti l’autonomia del borgo, che furono la base di analoghe concessioni nei territori circostanti e la Rocca Viscontea, che domina la valle del fiume Arda, furono i lasciti più evidenti del governo dell’importante famiglia milanese sul borgo.

Rocca Viscontea
Rocca Viscontea

Il successivo governo degli Sforza su Castell’Arquato, iniziato nel 1447 sotto Francesco I, che fu anche signore di Piacenza e delle terre annesse, terminò circa tre secoli dopo, nel 1707, allorché la cittadina passò sotto il Ducato di Parma e Piacenza.

Le principali attrattive turistiche del borgo (i già citati Palazzi del Duca e del Podestà, nonché la Rocca Viscontea, la Collegiata ed il Torrione Farnese) sono tutte collegate allo straordinario stato di conservazione delle costruzioni medievali. Tuttavia Castell’Arquato non è da sottovalutare come addentellato della food valley, soprattutto in quanto si trova sulle terre che hanno dato vita a vini come il Barbera, il Bonarda, e l’Ortrugo.

cena a castell'arquato
cena a castell’arquato

ANTONIO BUONOCORE

Musica Elettronica al Gattò

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Sapete che esiste una nuova professione, il sound designer? Se vi chiedete chi sia, possiamo dirvi che è una persona talentuosa, che ha la musica nel sangue e che dà il sottofondo a film e cortometraggi.

In poche parole: è quello che fa Luca Maria Baldini. Un artista più che poliedrico, che sfrutta la passione per la musica elettronica mixandola a colonne sonore. Il risultato è eccezionale!

Classe 1985, ha realizzato colonne sonore per cortometraggi, installazioni e performance. Ha presentato i suoi lavori in gallerie e musei nazionali e internazionali, suonando sui migliori palchi italiani ed europei.

E’ un’occasione unica questa per sprigionare la vostra anima elettronica!

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Sapete qual è il Comune più indebitato d’Italia? MILANO! La città che produce più ricchezza rischia il PATATRAC

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Debito Comuni. Fonte: Il Sole 24 ore
Debito Comuni. Fonte: Il Sole 24 ore

Si sta scoperchiando il vaso di Pandora del debito dei Comuni.

Il decreto Salva Roma

Non sappiamo se sia il più grande, sicuramente è il più chiacchierato. Il debito di Roma, che sia Comune, Roma Capitale, Provincia, Città Metropolitana, Regione o Partecipate, è da oltre un decennio oggetto di dibattito politico e di salvataggi arditi. Nel 2009 con la legge di “Roma Capitale” il debito di Roma era stato rapportato a una bad bank e coperto per tre quinti da tutti gli italiani. Sembrava già troppo, invece no: nel decreto crescita approvato dal precedente governo è stata inserita una norma già definita “Salva Roma” con cui si trasferirà allo Stato tutto il debito della galassia romana.

Leggi anche: 12 miliardi di debiti di Roma passano allo Stato

O tutti o nessuno. Ma quali sono questi tutti?

Lo scorso 23 aprile Il Sole 24 ore ha pubblicato i dati comparati sul debito dei principali comuni italiani. Nell’articolo Non solo “salva Roma”: gli altri comuni con la mina debito il primo quotidiano finanziario del Paese mostra la situazione di sofferenza di diverse nostre città. Si parla di Napoli, Genova, Torino e Reggio Calabria, ma la tabella comparata mostra un dato sconosciuto ai più: il primo comune d’Italia per debito è Milano.

Fonte: Il Sole 24 ore
Fonte: Il Sole 24 ore

Come si vede nella tabella, Milano ha 3,7 miliardi di debiti, di gran lunga il più alto d’Italia. Debito molto alto anche se lo si calcola per abitante: ogni milanese ha 2.733 euro di debito comunale, secondi in Italia solo ai torinesi. Un debito che ci costa oltre 300 milioni di euro all’anno per interessi, ossia pari a sei volte l’incasso previsto dal Comune per l’aumento dei biglietti ATM.

IL debito DEL COMUNE ci costa oltre 300 milioni di euro all’anno per interessi, ossia pari a sei volte l’incasso previsto per l’aumento dei biglietti ATM.

E’ un dato che sconvolge e che spiega anche il declassamento del rating di Milano a BBB (quasi spazzatura) con previsione negativa, confermato anche nel settembre 2019, che era stato motivato dai media come dovuto principalmente al rischio Paese. Qui l’articolo: Milano, rating BBB con Outlook negativo: declassamento legato a sorti Italia. 

Altro che rischio Italia! E’ Milano che è a rischio fallimento. Un fallimento che si può scongiurare, almeno nel breve, attraverso tre scenari. Il primo è umiliante e ingiusto, il secondo disastroso, il terzo l’unico di buonsenso.

Primo scenario: un decreto “salva Milano”

Questo è lo scenario che a breve risolverebbe tutto. A spese degli italiani. L’intervento dello Stato per trasferire il debito di Milano a tutti gli italiani, esattamente come ha fatto e vuole fare ancora con il debito di Roma: sarebbe una partita di giro o, per dirla in modo più gergale, un magheggio truffaldino.

Sarebbe un intervento ingiusto perchè scaricherebbe sui cittadini dei comuni virtuosi il debito contratto dal Comune di Milano. Ma soprattutto sarebbe un intervento umiliante. Perchè è da incapaci irresponsabili risolvere i propri debiti scaricandoli sugli altri. Infine rappresenterebbe una soluzione nel breve, ma un incentivo ad aggravare la situazione nel lungo periodo: come dimostra Roma, Alitalia o ogni altro salva debiti effettuato dallo Stato, trasferire i debiti da un soggetto a un altro ha sempre l’effetto di incentivare nuovo debito nel soggetto insolvente.

è da incapaci irresponsabili risolvere i propri debiti scaricandoli sugli altri

Secondo scenario: andare avanti così

Si tratta dello scenario dello status quo attuale. Significa andare avanti cercando di tenere in pari i conti, confidando ogni anno di trovare le risorse addizionali per pagare i 300 e passa milioni di interessi. Visto che le leve per raccogliere proprie risorse per un Comune senza autonomia come Milano sono poche, questo scenario fa prevedere queste scelte obbligate per pagare gli interessi sul debito comunale:

  • taglio dei servizi, partendo ad esempio da quelli meno utilizzati, come bus e tram dopo le 20 o nei festivi, o la metro dopo le 21
  • aumento dei ticket di ingresso alla città (area B- area C)
  • aumento delle tasse locali (per residenti o esercizi commerciali)
  • introduzione di metodi creativi per finanziare il Comune (es. multe, ticket, addizionali)

Nella migliore delle ipotesi si riuscirebbe a pagare gli interessi però sottraendo risorse all’economia privata, col rischio di innescare una depressione. L’effetto più rischioso sarebbe quello di dover aumentare ancora di più il debito per incapacità di coprire gli interessi con le nuove imposte. In breve, questa soluzione è quella tipica italiana del tirare a campare che alla lunga porta ad aumentare il debito, riducendo i servizi e distruggendo l’economia.

Qual è allora l’unica soluzione di buonsenso per risolvere strutturalmente il problema del debito?

Terzo scenario: Milano città stato (o città regione o città autonoma o chiamatela come vi pare)

Come può la città che produce più ricchezza in Italia (10,6% del PIL), circa 180 miliardi all’anno, con un gettito per lo Stato superiore ai 40 miliardi di euro, come può rischiare la bancarotta per meno 4 miliardi di euro di debito?

La risposta è semplice: perchè la ricchezza che Milano produce è dello Stato, non di Milano. Questo perchè Milano ha la stessa autonomia di tutti gli altri comuni d’Italia, ossia pari a zero.

La dimostrazione che l’autonomia è la soluzione è prendere uno dei pochi esempi di comuni perfettamente virtuosi d’Italia. Bolzano. La città altoatesina ha festeggiato il 2018 raggiungendo “debito zero”, ossia non ha debiti verso lo Stato.

Leggi anche: Tasse leggere, il modello altoatesino. E Bolzano diventa uno dei primi comuni a debito zero

Qual è l’unica differenza sostanziale tra Bolzano e Milano, entrambe città ricche e produttive? Bolzano è l’unica città italiana che si può definire una “città stato”, insieme a un altro comune tra i più virtuosi come Trento. Bolzano infatti trattiene sul territorio gran parte delle risorse che produce e può amministrarsi in autonomia rispetto allo stato italiano.

Si può continuare a nascondere la testa sotto la sabbia, a dare la colpa alla parte politica avversa o alle amministrazioni precedenti, a fingere di non capire o a trattare con superficialità il tema della città stato. La realtà è che l’unico modo per smettere di vivere con il cappello in mano e avere la dignità di poter gestire i propri debiti si chiama autonomia. La nostra Costituzione lo consente a qualunque territorio con almeno un milione di abitanti. Per avviare l’iter basta un atto di volontà della giunta di Milano. Quanto debito e nuove tasse ci vorranno per arrivare a farlo?

l’unico modo per smettere di vivere con il cappello in mano e avere la dignità di poter gestire i propri debiti si chiama autonomia. La nostra Costituzione lo consente. Per avviare l’iter basta un atto di volontà della giunta di Milano. Quanto debito e nuove tasse ci vorranno per arrivare a farlo?

Leggi anche: Milano città regione? Avrebbe 11 miliardi di euro in più all’anno

ANDREA ZOPPOLATO

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come#amburgo #madrid #berlino #ginevra #basilea #sanpietroburgo #bruxelles             #budapest #amsterdam #praga #londra #mosca #vienna #tokyo #seul#manila     #kualalumpur #washington #nuovadelhi #hongkong#cittadelmessico #buenosaires   #singapore

 

Leggi anche:
10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
* E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

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Referendum per Milano: l’IDENTIKIT di chi sta votando e i retroscena del sondaggio sull’autonomia

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La storia d’Italia è stata fatta anche grazie a referendum che hanno affrontato temi che la politica non poteva o non voleva affrontare, come aborto, divorzio o l’adozione del sistema uninominale. Iniziative popolari che hanno in comune due caratteristiche:

1. Dare più potere e più libertà ai cittadini
2. Ricevere l’ostilità o l’indifferenza dalle principali forze politiche

Il referendum infatti è lo strumento che dà ai cittadini il potere di indicare se e cosa cambiare dello status quo che i politici non possono o non vogliono modificare.

Di questo ce ne siamo accorti anche noi quando abbiamo promosso il sondaggio #votoMilano per capire se i milanesi siano a favore di un referendum per dare più autonomia a Milano. E per verificare quale sia il tipo di autonomia preferito tra le diverse possibilità garantite dalla costituzione.

Informare i cittadini sulla possibilità di esprimersi su un referendum, ci sembrava un principio democratico condivisibile da chiunque, a prescindere dal parere dei singoli sull’autonomia della città di Milano.

Per questo abbiamo contattato i rappresentanti di tutte le forze politiche che in passato ci avevano fatto sapere di essere a favore dell’autonomia di Milano.
Ed abbiamo chiesto a ognuno di loro NON di esprimersi a favore dell’autonomia di Milano ma unicamente di segnalare sui social il sondaggio per chiedere un parere su un eventuale referendum.
Su 12 politici contattati solo uno ha segnalato in un post su Facebook l’esistenza del sondaggio (qui il suo post).

Dagli altri silenzio o scuse imbarazzate per spiegare che il loro partito non ama che si faccia un ulteriore passo verso il dare ai cittadini il potere di scelta sull’autonomia di Milano.
Curioso anche il comportamento dei media più attivi a Milano. Hanno segnalato il sondaggio i siti indipendenti, e a nostro avviso più credibili, come Semplicemente Milano, Milano Panoramica, Nati per vivere a Milano e Urban File.

Gli altri ci hanno risposto che non possono. Uno, in particolare, noto per l’atteggiamento irriverente, ci ha risposto che “se non è un’iniziativa del Comune non ne possiamo parlare“.

L’identikit di chi sta votando

Finora si sono espressi oltre 2.000 votanti che rappresentano un campione statisticamente significativo, al di sopra della maggior parte dei sondaggi politici normalmente realizzati (i principali istituti di ricerca utilizzano un campione tra i 600 a 1200 intervistati).

Google Analytics fornisce qualche informazione in più su chi sta votando:
Età: la fascia più rappresentata è quella tra i 25 e i 34 anni (22,9%). Segue quella tra i 35 e i 44 (19%). Più disinteresse tra i più giovani (dai 18 ai 24) col 5,7%.
Città: fuori Milano le città in Italia che hanno partecipato più al voto sono Roma (4,1%), Bologna (2,5%), Torino (2,1%) e Monza (2%). Tra le città straniere prima è Londra (0,4%) seguita da New York (0,1%). Quasi l’80% dei voti proviene dalla Lombardia.
Sesso: Maschi (52,1%), Femmine (47,9%)

Risultati provvisori

  • il 93% di chi ha votato è a favore di un referendum sull’autonomia della città 
  • il 95% è per dare più autonomia a Milano (in maggioranza sono per una “città regione” sul modello di Berlino, Madrid o Amburgo).

Vedremo se questo risultato che si profila al di là di ogni dubbio o interpretazione riuscirà a scuotere la coscienza dei più quotati politici della città o se semplicemente aumenterà l’imbarazzo del loro silenzio.

Da parte nostra, quello che faremo è mantenere come sempre la parola data: ci impegneremo con tutte le nostre forze a dare seguito alla volontà che è stata espressa, qualunque essa sia. Mettendo al di sopra di tutto il bene di Milano.

MILANO CITTA’ STATO

Se non hai ancora votato, puoi farlo cliccando qui: #VotoMilano: scegli il futuro di Milano

Kiss the Frog!

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Kiss the Frog è un nuovo evento/mostra realizzato dal Politecnico di Milano per raccogliere, in modo divertente e diverso dal solito fondi per creare un nuovo laboratorio. Una bella e giusta causa no?

 

Quello che vedrete a Kiss the Frog è un’esposizione di rane di Cracking Art: invaderanno l’università! Si arrampicheranno sui muri e si caleranno dalle pareti degli edifici.

Ricordatevi che potete anche acquistare le rannocchiette! Prendetene qualcuna, sono carine, sono simpatiche, sono colorate e specialmente sono per una buona e giusta causa!

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Musica Elettronica al Gattò

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Chi è il sound designer? Io non lo sapevo fino ad oggi… è una persona talentuosa, che ha la musica nel sangue e che dà il sottofondo a film e cortometraggi.

In poche parole: è quello che fa Luca Maria Baldini. Un artista più che poliedrico, che sfrutta la passione per la musica elettronica mixandola a colonne sonore. Il risultato è eccezionale!

Classe 1985, ha realizzato colonne sonore per cortometraggi, installazioni e performance. Ha presentato i suoi lavori in gallerie e musei nazionali e internazionali, suonando sui migliori palchi italiani ed europei.

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Ex Scalo FARINI: punti di forza e due fattori di debolezza del progetto che trasformerà Milano

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Alla fine il fantomatico masterplan Farini-S.Cristoforo è arrivato. Lo Scalo Farini inizia finalmente a prendere forma e, ad una prima occhiata, non parrebbe all’altezza delle aspettative: troppo poco verde, binari a vista, molti edifici bassi al posto delle torri iconiche a cui negli ultimi anni ci eravamo abituati.

I Limpidarium per acqua e aria più pulite

Ma partiamo dall’inizio. Questo è il progetto vincitore presentato da OMA, studio internazionale specializzato in architettura, urbanistica e ricerca transdisciplinare e Laboratorio Permanente, studio milanese che integra una visione architettonica contemporanea con una profonda attenzione al contesto urbano. Il progetto punta a inserirsi nella strategia del comune di Milano per l’adattamento ai cambiamenti climatici e la resilienza urbana attraverso il ruolo delle alberature e degli specchi d’acqua che permettono di raffrescare l’aria per la città e ridurre l’impatto dell’inquinamento sulla salute delle persone.

Nel caso del parco Farini, il Masterplan prevede un Limpidarium d’aria che ha l’obiettivo di ridurre l’effetto “isola di calore” generata dalla città e di depurare l’aria.

Nel caso del Parco San Cristoforo, invece, il Limpidarium d’acqua funziona come un filtro che, mediante un procedimento naturale, depura l’acqua e consente la creazione di piscine atte alla balneazione e ad attività nuove per la città di Milano.

Inoltre, in ogni aspetto funzionale del quartiere vengono adottate strategie ecologiche: dalla riduzione della domanda energetica degli edifici sulla base delle caratteristiche fisiche dei materiali e delle colorazioni delle facciate, allo stoccaggio e riuso delle acque meteoriche; dalla climatizzazione delle piazze e dei percorsi pubblici tramite corridoi ecologici, alla centralizzazione del sistema di raffrescamento e riscaldamento dell’intero quartiere.

Che fine ha fatto il grande parco?

Al primo impatto tuttavia questo progetto potrebbe apparire un po’ deludente. Forse perché avevamo fatto l’occhio ai rendering di Boeri presentati al pubblico nel 2017, che ci avevano abituato a immaginare un enorme parco sulla maggior parte della superficie dell’area, costellata da alcuni (pochi) boschi verticali ai margini, e nessuna traccia della ferrovia.  Ora invece ci troviamo con un masterplan deliberatamente anti-iconico, che prevede un parco di dimensioni molto meno generose, con una forma stretta e lunga che difficilmente potrà dare la sensazione immersiva di un grande parco urbano, e i binari che tagliano l’area i due parti distinte, collegate solo da due lunghi ponti pedonali. Ma non doveva essere il nostro Central Park?

Gli obiettivi del Comune: collegamenti e quartiere in continuità

Per comprendere la scelta occorre evidentemente collocarla nel contesto dell’Accordo di Programma sottoscritto nel 2017 e nel più ampio Piano di Governo del Territorio, che ha una prospettiva su scala metropolitana. L’obiettivo dichiarato del Comune infatti è quello di creare un nuovo collegamento ciclo-pedonale tra il Parco di Porta Nuova e il Parco Palizzi e oltre, in un continuum di verde che colleghi l’area di Farini a Porta Nuova e poi più in là fino ad arrivare a Mind, l’ex area Expo, e il parco di Farini si inserisce evidentemente in questa prospettiva.

L’altro obiettivo del Comune era quello di creare in questa zona un vero e proprio quartiere in continuità con quelli adiacenti, creando nuovi contesti abitativi caratterizzati da ampi spazi pubblici, verde attrezzato e mobilità dolce. E’ una strategia di sviluppo urbano per poter vivere e lavorare nel nuovo quartiere di Farini, creando spazi qualificati e soluzioni abitative accessibili a tutti i cittadini. In questo senso difficilmente una serie di poche torri alte e iconiche avrebbero potuto svolgere questa funzione, a meno di non voler destinare all’housing sociale (previsti nell’accordo di programma) appartamenti del valore di 10.000 euro al mq e spese condominiali da capogiro. Ovviamente questa scelta ha sottratto un po’ di superficie verde al parco vero e proprio, dal momento che anche viali e piazze più o meno alberate sembrano venire computate nel famoso 65% di verde (minimo) previsto dall’AdP.

Infine la ferrovia. Questo sembra in effetti il punto più critico del masterplan, come ha ammesso lo stesso Maran nell’incontro dello scorso 17 aprile. Risulta evidente infatti che i due ponti previsti difficilmente rispondono all’obiettivo di individuare un nuovo assetto urbanistico con funzione di “cerniera” fra i quartieri oggi separati dalla linea ferroviaria, che tali sembrerebbero rimanere. A meno che non sia previsto un intervento successivo che esula da questo masterplan, dal momento che tra i progetti del Comune è prevista una copertura parziale della linea ferroviaria in esercizio, tale da consentire significative connessioni trasversali prevalentemente sistemate a verde e spazi pedonali. Questa prospettiva darebbe chiaramente più respiro al parco e consentirebbe una connessione vera e propria delle due aree della città.

Infine è da considerare che la finalità del Concorso non era la redazione di elaborati analoghi ad un “Piano attuativo” né un progetto planivolumetrico dell’area, bensì la rappresentazione di una strategia di rigenerazione, con particolare riferimento alle aree pubbliche, le connessioni e le infrastrutture verdi. In questo senso evidentemente la strategia di prevedere diverse possibili soluzioni per altrettanti scenari economici di sviluppo della città è risultata vincente, così come la possibilità di procedere per fasi rendendo fruibile l’area nel più breve tempo possibile.

ROBERTA CACCIALUPI

Ps. Le due criticità principali sollevate dal Municipio 9

Dopo l’approvazione del progetto, abbiamo chiesto un parere al Presidente del Municipio 9, Giuseppe Lardieri, e ad altri consiglieri. Ci hanno risposto in modo univoco. Il progetto Farini avrebbe due limiti fondamentali:
Il primo è che non ha un centro di aggregazione. Rischia di non essere frequentato da chi non ci abita o ci lavora, come è capitato per la Bicocca.
Il secondo limite è che le aree verdi sono separate in due parti, divise dalla ferrovia: rischia di fare la fine di Rogoredo.

Dall’India al Costa Rica con YearOut

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yearout

YearOut è un’associazione Onlus che offre l’opportunità di fare esperienze di volontariato internazionale di breve e lunga durata.

Partecipa ad una delle giornate informative previste per il 27 aprile 2019 o il 18 maggio 2019 dalle ore 9.45 alle ore 16.00 presso la Fabbrica del Vapore, Lotto 15, per scoprire le differenti proposte di viaggio di volontariato e come partire.

yearoutDurante la mattinata saranno proprio coloro che hanno già partecipato ai progetti, attraverso supporti fotografici e video ad accompagnarvi con i loro racconti ed aneddoti attraverso zone rurali dell’India, in Tanzania presso una comunità Masai, per passare ai piedi del Kilimangiaro presso una piccola scuola che ha bisogno di ragazzi che insegnino inglese e diverse discipline.

Il viaggio proseguirà in Namibia, dove passerete per i parchi Nazionali in cui le specie in via di estinzione hanno bisogno di cure. In Costa Rica, dove sarà possibile lavorare a favore delle tartarughe marine e pulire le spiaggia dalla plastica.

Sia nei progetti sociali che in quelli ambientali avrai la possibilità di evadere dalla routine e di abbandonare i sentieri più battuti per scoprire nuovi popoli e nuovi luoghi da vicino.  

Ci rivolgiamo a giovani, e mendo giovani, che abbiano voglia di dare un contributo per il miglioramento di progetti di cooperazione allo sviluppo, di acquisire nuove competenze mettendosi alla prova, e nello stesso tempo fare un’esperienza indimenticabile.

Vi aspettiamo: è arrivata l’occasione ideale!

yearoutSabato 27 aprile 2019 o il 18 maggio 2019 lo staff di YearOut sarà a tua disposizione gratuitamente per accompagnarti virtualmente alla scoperta delle tante opportunità di volontariato internazionale.

Per ora non serve un biglietto aereo ma solo un po’ di curiosità!

Iscriviti al link sotto:

http://www.yearout.it/it/diventarevolontario/iscrizione.asp

 

Cosa aspettarti all’InfoDay?

Foto mozzafiato, storie di viaggio e racconti affascinanti, informazioni pratiche, un gruppo di persone simili a me, desiderose di aiutare gli altri e di fare nuove esperienze.

 

Cosa aspettarti da un viaggio di volontariato internazionale?

Esperienze che ti cambiamo la vita, nuove amicizie, un nuovo modo di mettersi alla prova e di vedere il mondo da una nuova prospettiva.

 

ALICE RIVA

 

 

We are the world: sette simboli di una Milano MONDIALE

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Milano è internazionale in molte sue espressioni, compresi alcuni dei suoi figli più celebri.

#1 L’uomo che ha rivoluzionato il tedesco


Primo fra tutti, Giovanni Trapattoni.
Classe 1939, il Trap è benvoluto anche in un mondo incazzato e settario come quello del calcio, che non ha mai abbandonato. Da centrocampista dell’Italia fermò Pelé in una partita memorabile. Da allenatore ha vinto dieci titoli in quattro diversi campionati nazionali (sette in Italia, uno in Germania, uno in Portogallo ed uno in Austria).

Certe sue interviste, in Germania e in Irlanda, hanno fatto la storia, come quella in cui dice: “Strunz ist ein Strunz!”. L’Isola di Smeraldo gli ha anche dedicato una canzone, nella quale il suo celebre intercalare “non dire gatto se non l’hai nel sacco” ha generato la frase “The cat is in the sack”.

#2 In orbita tra le galassie


Un altro milanese celebre nel mondo è l’ex astronauta Paolo Nespoli, nato nel 1957.
Graduato scelto dell’esercito in forza al IX Col Moschin, ha conseguito due lauree in Ingegneria, una a New York e una a Firenze. Presso il Politecnico della città statunitense, ha conseguito anche un Master.
In forza all’Agenzia Spaziale Europea dal 1991, ha accumulato, nelle sue missioni tra il 2007 ed il 2017, un totale di 313 giorni, 2 ore e 36 minuti, passati tra lo Shuttle, la Stazione Spaziale Internazionale e la Soyuz. Protagonista di una storia di Topolino nella sua versione fumettistica chiamata Paolo Nexp, figura anche nella storia a fumetti “C’è Spazio per tutti” a firma di Leo Ortolani, realizzata in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana e quella Europea. Gli è stato anche dedicato un asteroide.

#3 Sognare Milano in California


Matteo Bittanti, classe 1975, è stato fra i primi studiosi del medium videoludico a livello professionale in Italia. Noto anche come MBF, alla maniera dei nomi che era possibile inserire dopo aver completato le partite dei vecchi cabinati, ha vissuto e lavorato tra Milano e la California, in alcune università della quale ha tenuto docenze. Attualmente è in forza allo IULM.

#4 Il primo consolato in Italia


Il primo vero Consolato straniero in Italia, che espletò tutte le funzioni tipiche di una tale sede diplomatica dopo che il nostro Paese fu riunito nel 1861, è stato quello di Milano. Ancora oggi, è un punto di riferimento per i cittadini britannici in Italia, specie per quelli residenti al Nord. Prevediamo un superlavoro per lo staff del Consolato, comunque vada la Brexit.

#5 L’ufficio UE che nessuno conosce


Un’altra istituzione di respiro internazionale con sede a Milano è la Rappresentanza della Commissione Europea. L’Italia è uno dei pochi Stati membri UE che ha due sedi della Rappresentanza (l’altra è a Roma), entrambe molto attive nel “portare l’Europa in Italia” e coinvolgere la cittadinanza.
Analogamente a quanto accade per il Consolato Britannico, la sede milanese della Rappresentanza, che si trova nello splendido Palazzo delle Stelline, è competente per l’intero Nord Italia.
Data l’alta missione della Rappresentanza, il Palazzo delle Stelline, vero centro nevralgico di molte attività culturali milanesi di respiro internazionale potrebbe essere rinominato in Palazzo delle Dodici Stelle e via Magenta, ove tale Palazzo si trova, in Via Maistanca.

#6 La Fiera dei record


Sulla Fiera Campionaria, primo esempio del suo genere in Italia (fondata nel 1920, ha avuto la sua più recente evoluzione nella sua versione che dal 2006 ha sede a Rho), vera vetrina delle eccellenze italiane, capace di aprirsi anche all’allora Unione Sovietica, rimandiamo ad un nostro eccellente articolo.

#7 Dove l’Italia non perde mai

Il nome Inter, per esempio, è una contrazione di Football Club Internazionale Milano, laddove il Milan ha adottato la grafia in inglese del nome della città. In entrambi i casi, la matrice degli inglesi, inventori del calcio, è presente fin dal nome. Et nomina rera sunt. Milan e Inter sono da sempre degli alfieri del calcio italiano, dentro e fuori del Belpaese. Il Milan detto dei tre olandesi ha fatto la storia e l’Inter figura sempre bene nei vari ranking calcistici europei.
Come nelle leggende più avvincenti (solo che questa è vera), l’Inter è stata fondata nel 1908 da un gruppo di soci fuoriusciti dal Milan (che è stato invece fondato nel 1899).
Lo Stadio San Siro, che sorge in un piazzale dedicato ad uno storico presidente dell’Inter, è uno dei pochissimi in cui la Nazionale è imbattuta, è il secondo per numero di partite degli Azzurri ospitate (44, contro le 57 ospitate all’Olimpico di Roma) ed è da sempre un tempio del calcio. Già dagli anni ’50 del secolo scorso, precisamente nel 1955, la capienza di questo stadio raggiungeva i 100.000 spettatori, poi ridotti ad 85.000 per ragioni di sicurezza.
Dopo due grosse operazioni di restyling, una in occasione di Italia ’90 ed un’altra nel 2009, i posti sono stati ridotti a poco più di 80.000 e gli inconfondibili tre anelli dello stadio sono diventati un simbolo dello skyline di Milano.

 

ANTONIO ENRICO BUONOCORE

 

Leggi anche:
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* “Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

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Un Nuovo Lucio Fontana al Diocesano

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Di Lucio Fontana tutti conosciamo i famosi “Tagli”. Quelle strane attività che sembrano apparentemente volte a deturpare una tavola e che, negli anni, vennero considerati capolavori.

Quel che non tutti sanno è che Fontana realizzò anche opere molto diverse, piene di significati spirituali e particolarmente interessanti dal punto di vista tattile ed estetico.

Per questo motivo il Museo Diocesano organizza fino al 5 maggio una mostra sull’artista.

Cosa vedrete? Un confronto ravvicinato tra due versioni di una scultura dedicata alla Pietà. Insomma, un’occasione rara per scoprire lati nascosti di un artista che tutti pensano di conoscere.

 

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Nella vigna sul Naviglio

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Cantina Urbana è un sogno che si avvera: quello di fare il vino in città. Vini buoni e rispettosi della natura. Il tutto si basa sulla passione, il gusto e l’accessibilità. E il Wine Collective si fonda su questi principi.

Il Wine Collective Club prende vita grazie a una serie di eventi eno-gastronomici legati a persone e prodotti. Tra un assaggio e l’altro, hai l’occasione di conoscere non solo le storie dei “vignerons” compagni di avventura della cantina, ma anche quelle di alcuni produttori illuminati la cui gastronomia “artigianal-geniale” incontra i vini di Cantina Urbana.

Ad attenderti c’è un interessantissimo tour, con i protagonisti produttori di vino e di eccellenze gastronomiche regionali. Potrai degustare le loro specialità e leccarti i baffi!

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Il WORK IN PROGRESS dei prossimi progetti che arriveranno a Milano

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In Italia molti arrivano per ammirare il passato. A Milano si viene per guardare il futuro.

Il work in progress dei prossimi progetti che arriveranno a Milano

Human Technopole

Il centro di ricerca multidisciplinare con sede nel Palazzo Italia di EXPO 2015: dovrebbe essere completamente attivo entro il 2024 e si occuperà soprattutto di studi sul genoma umano. Lo scorso giugno il Consiglio di sorveglianza ha nominato direttore della Fondazione Human Technopole il biologo scozzese Iain Mattaj. Nell’area sorgeranno anche il nuovo Ospedale Galeazzi e il campus della Statale. Al momento solo uno dei sette centri di ricerca dello Human Technopole esiste già. Intesa San Paolo vorrebbe costruire nell’ex area Expo un grattacielo clone della sua sede di Torino. Ancora dibattuta l’ipotesi di trasferire nell’area il Politecnico e le sedi della Statale ora in città studi.

Per approfondire: La Milano del futuro riparte dall’area Expo

Nuovo stadio

Rischia di diventare l’hot topic dei prossimi progetti di Milano. Se ne parla da molti anni ma ancora la città risulta divisa sulla sua realizzazione. Negli ultimi tempi però l’idea ha avuto un’accelerazione e ormai sembra plausibile che verrà costruito il nuovo impianto sul parcheggio di fianco al Meazza. I costi saranno a carico di Milan e Inter. Il Comune ha proposto la mossa di vendere l’attuale Meazza ai due club che così sarebbero liberi di demolirlo.

bozza progetto nuovo stadio
bozza progetto nuovo stadio

Il nuovo Linate

Dal 27 luglio l’aeroporto di Milano Linate è stato chiuso per lavori di ristrutturazioni che dovrebbero terminare il 27 ottobre 2019 . Le novità riguarderanno soprattutto l’area ristorazione, i palazzi SEA, l’integrazione con l’M4 e dovrebbe esserci anche un nuovo collegamento pedonale per arrivare all’Idroscalo.

Per approfondire: Linate 2030: come diventerà 

M4

Riprende la tradizione di inaugurare una nuova linea prima delle elezioni: a fine gennaio 2021 si potranno percorrere le prime tre fermate della linea blu, da Linate a Forlanini e ritorno. Nel 2022 si potrà andare fino a San Babila e nel 2023 si dovrebbe aprire l’intera linea. Tra le questioni ancora da risolvere c’è quella degli interscambi con le altre linee oltre ai progetti già sul tavolo per l’estensione a sud-ovest (Buccinasco) e a est (Segrate).

Per approfondire: Linea 4: le 5 questioni controverse ancora aperte

Estensione M5 a Monza

Governo, Regione e Comune si sono trovati tutti d’accordo, caso più unico che raro. I soldi sono stati stanziati, il progetto approvato, i monzesi si sono tranquillizzati sulla paura di diventare città dormitorio, sembra tutto a posto per passare all’esecuzione dopo la presentazione dello studio di fattibilità il prossimo autunno. La conclusione dei lavori si ipotizza attorno al 2030: Milano diventerà così la prima città d’Italia a collegare con la metro il capoluogo di un’altra provincia.

M5 a Monza: il tracciato definitivo
M5 a Monza: il tracciato definitivo

M1

Aperto il tunnel tra le future fermate di Sesto Restellone e Cinisello Bettòla. Il capolinea della M1 avrà anche l’interscambio con la linea 5. Le prime corse previste per la fine del 2020.
Via libera anche al prolungamento da Bisceglie a Baggio con la realizzazione di tre stazioni per un prolungamento di tre chilometri e mezzo, con nuovo capolinea in via degli Ulivi.

Per approfondire: Metro prossima fermata: quali saranno le estensioni della metropolitana

Ex Scali

A Farini, in una parte ci andrà una sezione distaccata per gli studenti di Brera. Per il resto è stato scelto il progetto dello studio OMA. Il progetto vincitore sarà sottoposto ad istruttoria pubblica, mentre la posa della prima pietra è prevista per il 2021. Le due questioni critiche ancora da risolvere riguardano la mancanza di un polo di attrazione che faccia vivere l’area anche per chi non ci lavora e il collegamento tra le due aree verdi che risultano divise dalla ferrovia. Leggi anche: OMA si aggiudica il concorso per lo scalo Farini
Porta Genova diventerà un orto urbano con il progetto Agroscalo 2020 guidato da Lorenzo Castellini, ex di Esterni.
A Porta Romana sono iniziati i lavori per un quartiere smart finanziato dall’Unione Europea (tramite il programma Horizon 2020). Sull’area sorgerà il villaggio olimpico che verrà poi riconvertito come housing sociale. Allo studio anche la creazione di un polo culturale insieme alla Fondazione Prada. La sensazione è che Porta Romana possa diventare la nuova frontiera urbanistica della città.

Agroscalo 2020
Agroscalo 2020

Per approfondire: A che punto siamo con i progetti degli ex scali

Grattacieli di Melchiorre Gioia

Avviati i lavori della “scheggia di vetro“, il nuovo grattacielo Gioia 22 di 30 piani al posto del vecchio palazzo dell’INPS. Completamento previsto entro il 2020.
La Torre UnipolSai è in costruzione all’incrocio tra via Melchiorre Gioia e via Fratelli Castiglioni. Il completamento del grattacielo di 23 piani per un’altezza di 125 metri è previsto per il 2021.
Pirelli 39 sarà venduto. Non si sa se lo abbatteranno per costruirne uno più grande oppure se lo risistemeranno. Con il ricavato della vendita il Comune intende costruire un suo nuovo edificio.

Per approfondire: Porta Nuova fa il bis: i nuovi progetti del cantiere più grande d’Europa

Due nuovi grattacieli a CityLife

Nel 2020 sarà ultimata la Torre Libeskind che sarà affittata a Price Waterhouse Cooper. Oltre a questa, nell’area mancano ancora le ultime residenze firmate da Libeskind al posto del campo pratica golf.
Ci potrebbero essere ancora due grattacieli perché dei 292 mila metri quadri edificabili inizialmente previsti ne sono stati realizzati 220 mila.
La quarta torre sorgerebbe tra piazza VI Febbraio e piazza Tre Torri, la quinta nell’area più prossima al MiCo e al Vigorelli.

Westfield Milano: il centro commerciale più grande d’Europa

In una cava di Segrate sorgerà il centro commerciale più grande d’Europa con i suoi 240 mila metri quadrati di superficie (il doppio di Arese). Il lavori appena iniziati dovrebbero terminare nel 2021 nell’area dell’ex Dogana.

Navigli: si riapre la partita?

Sembrava fatta per la riapertura di alcuni tratti dei navigli. Poi la bocciatura di governo e regione ha spento le luci sul progetto. Poi il colpo di scena con l’Unione Europea che ha espresso parere favorevole al finanziamento della riapertura dei navigli ma solo se totale. Da qualche mese sul tema si è messo il silenziatore anche se c’è chi dice che tornerà in auge durante la campagna elettorale. In quel caso la domanda che molti si fanno è: la riapertura dei navigli si rivelerà ancora una volta una carta vincente per Beppe Sala o, al contrario, potrà avere un effetto boomerang?

Per approfondire: Navigli riaperti al 100%: il progetto

Circle line

Sulla linea S9 ci saranno dei treni che faranno esclusivamente il percorso in semicerchio da Rho Fiera fino a San Cristoforo. Un primo tratto di Circle Line?

La goccia della Bovisa

Il “bosco segreto di Milano“. Si sta procedendo al piano di recupero della Goccia rimasta intoccata dagli anni trenta, dove ci sono dei reperti di archeologia industriale. Sulla goccia si allargherà il PoliMI e in parte A2A dovrebbe costruire una nuova centralina. Il problema è che il terreno è molto inquinato e si dovrà procedere a una bonifica radicale.

fonte: http://cielosumilano.blogspot.com
fonte: http://cielosumilano.blogspot.com

Leggi anche: La goccia della Bovisa, il bosco segreto di Milano 

Olimpiadi Milano-Cortina

Dopo l’aggiudicazione è sceso il silenzio. Succederà come Expo che dopo un avvio stentato sarà capace di trasformare la città? 

MILANO CITTA’ STATO

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La catena degli SCANDALI della Galleria Vittorio Emanuele II

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Se pensassimo che corruzione e tangenti siano un fenomeno recente, ci sbaglieremmo ampiamente. Con l’occupazione di Milano da parte dei savoiardi, il malaffare comincia a diffondersi come prassi.
Il primo grande scandalo coinvolse la costruzione della Galleria Vittorio Emanuele.

Nel 1860, viene eletto Sindaco di Milano Antonio Beretta. Uno dei suoi primi atti, il 1° maggio, fu una delibera comunale per indire una gara di idee per costruire una galleria che collegasse la Piazza del Duomo con la Piazza della Scala.
Una galleria su modello della celebre Galleria De Cristoforis di San Babila, ma molto più grandiosa e bella.

I lavori per la costruzione della Galleria iniziarono con le demolizioni dei quartieri preesistenti nella primavera del 1864.
Il progetto definitivo venne presentato dall’architetto Mengoni nel settembre dello stesso anno, contestualmente venne firmato il contratto tra il Comune di Milano e la società inglese The City of Milan Improvements Company Ltd, che aveva vinto la gara per la realizzazione della Galleria, dei portici e delle relative demolizioni.

Il 7 marzo 1865 il Re pone la prima pietra dell’inizio lavori. Il cantiere fu gestito in modo esemplare dagli ingegneri capo Chizzolini e Solmi, e il numero degli operai coinvolti fu almeno di 1000, con punte fra i 3000 e 4000 nell’inverno 1866-67 per la copertura finale. Purtroppo ci furono molti incidenti mortali.

Il fallimento della City of Milan Ltd portò il Comune a rilevare l’operazione. La costruzione dei portici fu affidata all’ing. Chizzolini con inizio lavori nell’aprile del 1870.
Il palazzo ad est dell’arco fu affidato alla ditta Haas che completò l’edificio nel luglio 1873 che venne inaugurato nel giugno successivo. La cupola e la copertura della Galleria sono completate.

Nel marzo 1867 iniziano gli scandali: l’architetto Giuseppe Pestegalli scopre che gli edifici della Galleria sono alti un piano in più di quanto previsto dal progetto, per un accordo segreto fra il sindaco Beretta e la società costruttrice inglese. E’ il primo di una serie di scandali relativi alla Galleria.

Un parente del sindaco aveva infatti acquistato e rivenduto al Comune a prezzi gonfiati alcuni edifici da demolire. Anche l’assessore Marzorati aveva rivenduto con
profitto personale alcune sue proprietà nell’area. Il 18 luglio 1867 il sindaco Beretta si dimette.

ANDREA URBANO

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Dopo Roma soldi pubblici anche a TORINO: firmato il decreto che la definisce AREA DI CRISI

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Foto: torinoggi
Foto: torinoggi

Mentre noi restiamo in attesa di più autonomia e responsabilità per le città, il governo fa piovere soldi pubblici. Ha iniziato con Roma a cui sono stati condonati 12 miliardi di euro (qui l’articolo: 12 miliardi di debiti di Roma passano allo Stato), ora rilancia con Torino.

Il vicepremier Luigi Di Maio ha infatti firmato il decreto che fa di Torino una area di crisi complessa. Lo ha annunciato lo stesso ministro a Torino per presentare la Casa delle Tecnologie Emergenti, un incubatore di startup e aziende innovative che sarà aperto nella città sabauda.

Felice il sindaco Chiara Appendino che ha commentato: “Torino area di crisi complessa è uno strumento fondamentale, certifica il fatto che la città ha vissuto anni di crisi, in particolare per le aziende di alcuni settori, accompagnando queste imprese per aiutarle a compiere quella rivoluzione tecnologica che permetterà loro di tornare competitive”.

Di Maio ha concluso rivelando che “Torino sarà riferimento per il Nord Italia e il 5G sarà l’autostrada su cui viaggerà il futuro della tecnologia“.

Dopo la pacata reazione al condono dei debiti di Roma vediamo se sarà questa l’occasione giusta perchè il sindaco di Milano alzi la voce.

Leggi anche: Torino area di crisi, Di Maio ha firmato il decreto (La Repubblica)

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Io ti salverò

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Si dice che l’amore possa nascere in ogni luogo…anche in una clinica psichiatrica?

Dicono che l’amore non conosca barriere….e se ci si innamorasse di un pazzo?

Beh, “Io ti salverò” è la prova che tutto può succedere! Ed il Cinema Bianchini proietta una grande classico del cinema solo per voi! Come se non bastasse, il tutto è frutto della regia del superbo Hitchcock, quindi non potete far altro che rimanere col fiato sospeso!

Per chi è stufo di film su supereroi, macchine ed alieni, non c’è nulla di meglio di una grande classico, ed il Cinema Bianchini ve ne propone uno eccezionale!

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New Rooftop Party

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L’aperitivo di Pasqua vi attende! Ed è solo New Rooftop in Terrazza Duomo 21

La terrazza più bella di Milano è pronta per voi, con un aperitivo che, a dire il vero, possiamo considerare anche un evento. A questa serata particolare, infatti, non troverete solo tartine, patatine, cocktail e amari, ma ci sarà anche musica!

E quindi potete scatenarvi e ballare guardando a tu per tu il Duomo.

Si inizia alle 19.00, ma attenzione: per mangiucchiare qualcosa avete tempo fino alle 22.00. Per ballare, invece, quella è un’altra storia…

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A Pavia la CICLABILE FLUO che si illumina di notte. La facciamo anche a Milano?

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Foto dal sito dell'Istituto tecnologie del futuro di Pruszkow
Foto dal sito dell'Istituto tecnologie del futuro di Pruszkow

Una delle nuove tendenze nel mondo riguarda l’asfalto. Si stanno utilizzando sempre di più asfalti mangia smog, quelli che producono elettricità e, ora, arriva anche in Italia l’asfalto che si illumina di notte. A pochi chilometri da Milano.

E’ Pavia a fare d’avanguardia, costruendo una pista ciclabile a sud del fiume Ticino che si illumina durante la notte grazie a un asfalto autoilluminante trattato con resine particolari che assorbono la luce del sole e la rilasciano di notte.

La ciclabile sarà realizzata tra via Cà Bella, nel quartiere di Borgo Ticino, e il comune di Travacò Siccomario.
La tecnologia è polacca, ideata dal TPA Sp. z o.o. – l’Istituto Tecnologie del Futuro di Pruszkow – che non solo illumina ma colora il manto stradale dal blu al verde, consentendo anche di evitare l’illuminazione artificiale dei lampioni, così da essere ancora più rispettosa dell’ambiente.

Il progetto della ciclabile illuminata è nato da un’iniziativa dei cittadini, che si sono organizzati nell’associazione “Mei stò in burgh”, che dopo aver raccolto firme hanno presentato la proposta al Comune di Pavia ottenendo l’assegnazione di un budget del bilancio partecipativo.

Il costo del progetto è di 260mila euro e verrà finanziato per il 50 per cento da Regione Lombardia, perseguendo anche l’obiettivo di incentivare l’attrazione turistica nella zona.
Siamo felici che si potrà godere di questa intelligente novità a pochi chilometri della città. Ci auguriamo di poter presto percorrere ciclabili che si illuminano di notte anche da noi.

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