We are the world: sette simboli di una Milano MONDIALE

0

Milano è internazionale in molte sue espressioni, compresi alcuni dei suoi figli più celebri.

#1 L’uomo che ha rivoluzionato il tedesco


Primo fra tutti, Giovanni Trapattoni.
Classe 1939, il Trap è benvoluto anche in un mondo incazzato e settario come quello del calcio, che non ha mai abbandonato. Da centrocampista dell’Italia fermò Pelé in una partita memorabile. Da allenatore ha vinto dieci titoli in quattro diversi campionati nazionali (sette in Italia, uno in Germania, uno in Portogallo ed uno in Austria).

I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

Certe sue interviste, in Germania e in Irlanda, hanno fatto la storia, come quella in cui dice: “Strunz ist ein Strunz!”. L’Isola di Smeraldo gli ha anche dedicato una canzone, nella quale il suo celebre intercalare “non dire gatto se non l’hai nel sacco” ha generato la frase “The cat is in the sack”.

#2 In orbita tra le galassie


Un altro milanese celebre nel mondo è l’ex astronauta Paolo Nespoli, nato nel 1957.
Graduato scelto dell’esercito in forza al IX Col Moschin, ha conseguito due lauree in Ingegneria, una a New York e una a Firenze. Presso il Politecnico della città statunitense, ha conseguito anche un Master.
In forza all’Agenzia Spaziale Europea dal 1991, ha accumulato, nelle sue missioni tra il 2007 ed il 2017, un totale di 313 giorni, 2 ore e 36 minuti, passati tra lo Shuttle, la Stazione Spaziale Internazionale e la Soyuz. Protagonista di una storia di Topolino nella sua versione fumettistica chiamata Paolo Nexp, figura anche nella storia a fumetti “C’è Spazio per tutti” a firma di Leo Ortolani, realizzata in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana e quella Europea. Gli è stato anche dedicato un asteroide.

#3 Sognare Milano in California


Matteo Bittanti, classe 1975, è stato fra i primi studiosi del medium videoludico a livello professionale in Italia. Noto anche come MBF, alla maniera dei nomi che era possibile inserire dopo aver completato le partite dei vecchi cabinati, ha vissuto e lavorato tra Milano e la California, in alcune università della quale ha tenuto docenze. Attualmente è in forza allo IULM.

#4 Il primo consolato in Italia


Il primo vero Consolato straniero in Italia, che espletò tutte le funzioni tipiche di una tale sede diplomatica dopo che il nostro Paese fu riunito nel 1861, è stato quello di Milano. Ancora oggi, è un punto di riferimento per i cittadini britannici in Italia, specie per quelli residenti al Nord. Prevediamo un superlavoro per lo staff del Consolato, comunque vada la Brexit.

#5 L’ufficio UE che nessuno conosce


Un’altra istituzione di respiro internazionale con sede a Milano è la Rappresentanza della Commissione Europea. L’Italia è uno dei pochi Stati membri UE che ha due sedi della Rappresentanza (l’altra è a Roma), entrambe molto attive nel “portare l’Europa in Italia” e coinvolgere la cittadinanza.
Analogamente a quanto accade per il Consolato Britannico, la sede milanese della Rappresentanza, che si trova nello splendido Palazzo delle Stelline, è competente per l’intero Nord Italia.
Data l’alta missione della Rappresentanza, il Palazzo delle Stelline, vero centro nevralgico di molte attività culturali milanesi di respiro internazionale potrebbe essere rinominato in Palazzo delle Dodici Stelle e via Magenta, ove tale Palazzo si trova, in Via Maistanca.

#6 La Fiera dei record


Sulla Fiera Campionaria, primo esempio del suo genere in Italia (fondata nel 1920, ha avuto la sua più recente evoluzione nella sua versione che dal 2006 ha sede a Rho), vera vetrina delle eccellenze italiane, capace di aprirsi anche all’allora Unione Sovietica, rimandiamo ad un nostro eccellente articolo.

#7 Dove l’Italia non perde mai

Il nome Inter, per esempio, è una contrazione di Football Club Internazionale Milano, laddove il Milan ha adottato la grafia in inglese del nome della città. In entrambi i casi, la matrice degli inglesi, inventori del calcio, è presente fin dal nome. Et nomina rera sunt. Milan e Inter sono da sempre degli alfieri del calcio italiano, dentro e fuori del Belpaese. Il Milan detto dei tre olandesi ha fatto la storia e l’Inter figura sempre bene nei vari ranking calcistici europei.
Come nelle leggende più avvincenti (solo che questa è vera), l’Inter è stata fondata nel 1908 da un gruppo di soci fuoriusciti dal Milan (che è stato invece fondato nel 1899).
Lo Stadio San Siro, che sorge in un piazzale dedicato ad uno storico presidente dell’Inter, è uno dei pochissimi in cui la Nazionale è imbattuta, è il secondo per numero di partite degli Azzurri ospitate (44, contro le 57 ospitate all’Olimpico di Roma) ed è da sempre un tempio del calcio. Già dagli anni ’50 del secolo scorso, precisamente nel 1955, la capienza di questo stadio raggiungeva i 100.000 spettatori, poi ridotti ad 85.000 per ragioni di sicurezza.
Dopo due grosse operazioni di restyling, una in occasione di Italia ’90 ed un’altra nel 2009, i posti sono stati ridotti a poco più di 80.000 e gli inconfondibili tre anelli dello stadio sono diventati un simbolo dello skyline di Milano.

 

ANTONIO ENRICO BUONOCORE

 

Leggi anche:
* 10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
* E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
* Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
* Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
* Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
* “Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

VUOI CONTRIBUIRE ANCHE TU A TRASFORMARE IN REALTA’ IL SOGNO DI MILANO CITTA’ STATO?
SERVE SCRIVERE PER IL SITO, ORGANIZZARE EVENTI, COINVOLGERE PERSONE, CONDIVIDERE GLI ARTICOLI, PROMUOVERE L’ISTANZA, AIUTARE O CONTRIBUIRE NEL FUNDING, TROVARE NUOVE FORME UTILI ALL’INIZIATIVA.
SE VUOI RENDERTI UTILE, SCRIVI A INFO@MILANOCITTASTATO.IT (OGGETTO: CI SONO ANCH’IO)


Articolo precedenteUn Nuovo Lucio Fontana al Diocesano
Articolo successivoDall’India al Costa Rica con YearOut
Antonio Enrico Buonocore
Traduttore di lingua inglese ed esperto di fondi europei, crede fermamente che la cultura salverà il mondo. Una parola alla volta, se necessario.