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🔴 Lockdown a Milano: ATM -94% ingressi metro, Serravalle -88%, Malpensa -95%

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Numeri che rasentano il 100% per la mobilità urbana. Ma anche per quella extra-urbana i dati non sono più incoraggianti. Le merci, come le persone, hanno viaggiato meno dando un colpo di grazia all’economia milanese. Ecco i numeri.

🔴 Lockdown a Milano: ATM -94% ingressi metro, Serravalle -88%, Malpensa -95%

#1 ATM: -94%

Le cifre riportate dal magazine di Assolombarda, Genio e impresa, parlano chiaro. Ad aprile per Atm ha comportato una diminuzione degli ingressi nella metro milanese del 94%, dopo aver già registrato un drammatico -82% per il mese di marzo.
A risentire economicamente del lockdown, oltre ai mezzi pubblici, anche chi ne usufruisce attraverso un abbonamento. Ha, però, fatto sapere l’amministrazione comunale che “sta lavorando con Governo e Anci per il prolungamento degli abbonamenti e per il loro rimborso. Il decreto rilancio ha infatti introdotto il rimborso dei costi sostenuti per l’acquisto di abbonamenti di viaggio per servizi ferroviari e di trasporto pubblico dai viaggiatori.


#2 Centro Città: -75%

Ph. credits: sicurauto

Risultati negativi si sono registrati anche per quanto riguarda gli accessi in città: nonostante la sospensione del blocco di ingresso, le entrate in Area B segnano un calo del 70%, in Area C del 75%. Il Comune di Milano ha dato notizia di aver prorogato la sospensione totale di Area B e Area C fino al 31 maggio 2020.


#3 Tangenziali: -88%


Il calo riguarda anche le tangenziali che, causa lockdown, sono rimaste vuote per mesi. Secondo Milano Serravalle, si è registrata, rispetto all’anno scorso, una flessione dei transiti dei veicoli pesanti del 50%, e dell’88% di quelli leggeri.


#4 Malpensa: -35% merci, -95% viaggiatori

Ph. credits: trasportinfo

Anche il trasporto aereo delle merci ha subito un grave colpo: nell’aeroporto di Malpensa, il traffico commerciale a marzo è calato del 29% e ad aprile del 35%. Il calo dei viaggiatori è invece di oltre il 95%

I numeri registrati non si discostano molto da quelli registrati in altre capitali colpite, eccezion fatta per quelle tedesche e statunitensi, dove gli spostamenti hanno subito meno limitazioni.

Fonti: askanews, milanotoday, linkiesta

 

BARBARA VOLPINI

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L’Europa ci offre soldi in cambio di riforme? Le TRE RIFORME che dovremmo fare (per noi, non per l’Europa)

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Credit: https://www.ednh.news/it/

“I paesi che chiedono i prestiti, facciano le riforme”. Austria, Olanda, Danimarca e Svezia si schierano contro il recovery fund proposto da Germania e Francia: vogliono fondi strettamente vincolati a un piano di riforme.  

A questa proposta si è alzata una levata di scudi da parte delle forze politiche italiane che esigono finanziamenti a fondo perduto senza alcuna condizione. Eppure qualche ragione i paesi a nord delle Alpi potrebbero anche averla: le finanze pubbliche di paesi come l’Italia erano in condizioni disastrose già da prima dell’emergenza coronavirus e il rischio che i nuovi fondi aggravino la situazione finanziaria del Paese, alimentando spese assistenzialiste o inefficienti, dobbiamo ammettere che è reale. 

Ma c’è anche un altro aspetto in quello che loro chiedono. E’ il nostro interesse: siamo così convinti che riformare l’Italia sia un problema? O, al contrario, potrebbe essere invece questa l’occasione di fare quelle riforme necessarie per rilanciare l’Italia, che i governi del passato non hanno mai avuto il coraggio di fare? 

L’Europa ci offre soldi in cambio di riforme? Le TRE RIFORME che dovremmo fare (per noi, non per l’Europa)

Soldi in cambio di riforme? Qual è il problema? Ci possiamo guadagnare due volte: per i soldi e perchè possiamo apportare quelle riforme strutturali necessarie al Paese ma che i governi non hanno avuto il coraggio di fare. Partendo da queste tre: 

#1 Semplificazione fiscale

Posso portare il mio esempio. Per diversi anni ho vissuto in Germania dove ho aperto un’agenzia di comunicazione, fotocopia di quella che avevo in Italia. Alla fine dell’anno in quella italiana non sapevo quanto avrei dovuto pagare e c’era una grande differenza tra quello che il fisco pensava che avessi guadagnato e quello che mi ritrovavo in banca.

In Germania invece tu paghi le tasse su quello che hai sul conto corrente, su soldi veri non fittizi. Questo perchè in Germania, come in altri paesi, l’imponibile è costituito da quello che hai incassato non da quello che hai fatturato, che potresti pertanto non incassare mai. Inoltre le spese sono scaricate al 100%, non come in Italia che esistono parametri cervellotici. Ultimo esempio: se sei in credito con l’Iva alla fine di ogni mese lo Stato ti accredita sul conto corrente l’importo dell’Iva che ti deve. Senza attendere compensazioni future.

Il risultato di questo sistema era che il commercialista lo vedevo una sola volta all’anno, il primo gennaio di ogni anno sapevo esattamente quello che avrei versato in tasse dal conto corrente, non c’era lo stress degli anticipi su guadagni ipotetici e alla fine, la percentuale di tasse si applicava su guadagni reali, non presunti. La domanda: perchè non prendiamo ad esempio i paesi che funzionano, come la Germania, dove le imprese sono più libere senza penalizzare i servizi pubblici che, anzi, sono di standard molto alto? E qui si passa alla seconda riforma.

#2 Pubblica amministrazione

Altro esempio personale. Circa un anno dopo aver aperto l’attività in Germania ho ricevuto la telefonata della “finanza” tedesca che ha preso un appuntamento presso la mia agenzia per un controllo fiscale. Potete immaginare la mia reazione, imprenditore in un paese straniero, a malapena conoscevo il tedesco, temevo di aver fatto errori che mi sarebbero stati fatali. Dopo alcuni giorni si è presentata una signora molto distinta, in abiti borghesi, che con modi gentili si è accomodata nel mio ufficio. Ha chiesto carte e documenti che ha analizzato, segnando ogni tanto qualcosa con una matita. Mentre lavorava io e i miei collaboratori abbiamo proseguito come se niente fosse, anche se io con una certa ansia. Il controllo è durato tre giorni e alla fine la signora aveva diviso i documenti in due pile: da una parte c’erano quelli in regola, dall’altra quelli con dei problemi. Purtroppo la seconda pila era molto più alta e già mi vedevo in fuga in direzione Brennero.

Mi ha mostrato uno ad uno gli errori fatti, spesso opera dei fornitori, e alla fine ho chiesto: quanto devo pagare di multa? Niente, mi ha risposto. Mi ha spiegato che il controllo lo Stato tedesco lo fa per aiutare le aziende a non fare errori, non per punirle. E’ nell’interesse dello Stato che le cose siano fatte in regola, ha concluso, visto che lo Stato è socio di tutte le aziende della Germania. Questo è solo un esempio di un approccio diverso in Germania e in altri paesi del nord: da loro la pubblica amministrazione e la burocrazia sono al servizio dei cittadini e delle imprese. Da noi sono più orientate al controllo e su una sfiducia preventiva.

Siamo sicuri che introdurre anche nella nostra PA un orientamento al cittadino e non contro il cittadino sarebbe così dannoso? A chi può obiettare che funziona con i tedeschi ma non con l’Italia, posso rispondere che in Germania ci sono quasi un milione di italiani e non mi risulta che si approfittino del sistema tedesco come di un albero della cuccagna. 

#3 Architettura dello Stato 

Per secoli l’Italia ha fatto parte del Sacro Romano Impero, un modello di organizzazione federale che lasciava la massima autonomia ai territori. Un’autonomia così grande che i comuni e i territori italiani che facevano parte del Sacro Romano Impero noi li consideriamo nella nostra storia come indipendenti, ma se si va in Germania vengono invece studiati come parte del Reich, dell’impero germanico. Gli altri paesi che facevano parte del Sacro Romano Impero hanno proseguito nella tradizione autonomista, mentre l’Italia ha scelto un’architettura centralista, effetto dell’amministrazione sabauda da sempre influenzata dalla Francia. Un centralismo che da sempre si è scontrato con la straordinaria diversità che costituisce il tratto distintivo del nostro Paese.

Eppure i vantaggi del decentramento e di una reale autonomia locale non era ignoto ai padri costituenti, che nell’articolo 5 della Costituzione avevano prescritto che la Repubblica “attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo” e “adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento“. La Svizzera, ad esempio, modello di decentramento amministrativo esemplare, assegna a comuni e cantoni i massimi poteri, mentre lascia al governo federale solo poteri residui di coordinamento. Per capirci, la Svizzera ha meno abitanti della Regione Lombardia ma è suddivisa in 26 cantoni autonomi. E funziona benissimo. Per una ragione elementare: più un governo è vicino ai cittadini e più è capaci di rispondere alle specifiche esigenze dei suoi cittadini, con tempestività e trasparenza. Se invece è lontano, aumentano le inefficienze e le zone d’ombra dove prolifera la corruzione.

Una riforma coraggiosa dovrebbe ripartire proprio da questo: dalla constatazione del fallimento di un modello centralista e l’adozione di un sistema di autonomie locali, così come avviene in Germania, in Svizzera e nei tanti stati federali in Europa e fuori. Questo sarebbe il fondamento per un rilancio del Paese, attraverso l’introduzione di un sistema più responsabile e trasparente di gestione delle risorse e di valorizzazione delle eccellenze locali. 

Leggi anche: La Svizzera, il paese a cui le città stato del mondo guardano

Queste potrebbero essere le prime tre riforme da fare, ma ce ne sono tante altre, come una seria riforma della giustizia, del welfare o del mercato del lavoro. Quello che chiedono i Paesi europei non è uno scandalo e accettare soldi in cambio di riforme strutturali non sarebbe un gesto di sottomissione, al contrario. Sarebbe un atto di reciprocità e di dignità che farebbe guadagnare tutti. Perchè un’Italia che funziona meglio sarebbe un vantaggio soprattutto per gli italiani, anche se a chiedercelo è l’Europa dal cuore di pietra. 

ANDREA ZOPPOLATO 

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7 LUOGHI SOLD OUT di Milano da vedere prima del ritorno dei turisti

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Ph. credits: milano.repubblica

E’ davvero difficile trovare lati positivi al periodo che stiamo trascorrendo, ma guardare il bicchiere mezzo pieno aiuta a superare meglio lo shock del lockdown. Una passeggiata in Piazza Duomo deserta, un posto in prima fila sulla terrazza Aperol, nessuna coda chiassosa o prenotazioni online che vanno al mese successivo per eventi e spazi espositivi… Ecco 7 posti che rappresentano delle istituzioni per Milano e che normalmente sono presi da assalto dai turisti. I musei non sono ancora aperti, ma presto lo saranno, e i turisti potranno rientrare in Italia (forse) solo dal 15 giugno.
Questo è il momento giusto per farci una capatina.

 

7 LUOGHI SOLD OUT di Milano da vedere prima del ritorno dei turisti


#1 La torre d’oro della Fondazione Prada

Ph. credits: @Giusto Manetti Battiloro

E’ la torre degli incredibili contrasti di Milano e del genio del suo creatore: tra le architetture industriali della vecchia fabbrica ricostruita, lei svetta completamente ricoperta di foglia d’oro. L’olandese Rem Koolhaas, il grande maestro di architettura minimale, al tempo della sua creazione, dichiarò: “La torre d’oro vuole essere solo un segnale, un modo per far capire la ricchezza di questa parte poco conosciuta della città, un ulteriore invito al confronto. Perché, ne sono convinto, l’arte, l’architettura e la cultura in generale possono solo trarre beneficio dal confronto. La filosofia alla base di questa Fondazione è che non ci devono essere più opposti, che è giusto scegliere la via di convivenza pacifica tra gli estremi. Per farlo capire ho pensato che l’oro, il simbolo più evidente della ricchezza, potesse essere lo strumento più efficace: é bastato solo utilizzarlo per dare valore a quello che c’era prima, per trasformare quello che era povero in ricco”.

Leggi anche: Fondazione Prada


#2 I panzerotti da Luini

Ph. credits: streetfoodmilano

Quando si va in centro la tappa da Luini è un must irrinunciabile, la mecca dei panzerotti, che ha il suo forno proprio dietro la Rinascente. La grande intuizione di portare la Puglia a Milano la si deve alla signora Giuseppina Luini che nel 1949 rileva a Milano il Forno di Via Santa Radegonda 16 e ci crea il suo impero. Universitari, pause pranzo di colletti bianchi, turisti, pellegrini del gusto: questo è un punto fermo che non si tocca.


#3 Le terrazze del Duomo

Ph. credits: milano.repubblica

Il Duomo è uno dei luoghi sacri più visitati d’Italia, uno dei più begli esempi di architettura tardo gotica, in marmo di Candoglia. Ma se è difficile varcare la soglia e ammirarlo al suo interno, ancora più ostico è raggiungere le sue splendide terrazze a settanta metri d’altezza e ammirare, occhi negli occhi, la Madunina, le guglie, i pinnacoli, le statue, oltre che le piazze circostanti e l’intera città.
A
piedi per 251 gradini o in ascensore, questo è il periodo giusto per approfittarne. Clima perfetto e atmosfera raccolta, ad un passo dalle nuvole.

Leggi anche: 10 segreti del Duomo di Milano


#4 L’ultima cena

Ph. credits: milanotoday

Milanesi o non, per visitare il Cenacolo Vinciano ci vuole una grande pazienza. E una prenotazione con qualche mese di anticipo. Questa quindi potrebbe essere l’occasione per godersi una visita in santa pace. La ragione delle lunghe attese è dovuta certamente all’interesse culturale che un capolavoro di tale portata suscita, ma anche perché la sua tutela richiede condizioni ambientali ottimali che prevedono i turni di visita di 15 minuti per un numero massimo di 35 persone per volta.

Leggi anche: I sette motivi che rendono l’Ultima Cena un’opera unica al mondo


#5 Le vie in di Louis, Miuccia e Re Giorgio 

Ph. credits: milano fanpage

Via Monte NapoleoneVia ManzoniVia della Spiga e Corso Venezia, anche detto il “Quadrilatero della moda”, cioè il quartiere dove il lusso e il bello si offrono agli occhi degli amanti dello shopping di tutto il mondo. C’è chi viene per gli showroom, chi per acquistare nelle boutique e chi, semplicemente, per ammirare le vetrine, vere e proprie quinte di teatro. Qui i migliori stilisti italiani e internazionali offrono le loro straordinarie creazioni all’interno di atelier da sogno. Non per niente, Via Napoleone è la sesta strada più costosa al mondo per quanto riguarda gli affitti…
La situazione al momento potrebbe essere divertente: niente modelli e nessun giapponese con decine di shopper per mano, a farci sentire inadeguati, ma tutte le meravigliose vetrine (per i più sfacciati, anche gli scaffali) a disposizione.


#6 Le mostre a Palazzo Reale

Ph. crdits: milano.repubblica

Guggenheim. La collezione Thannhauser“ è stato uno dei tanti esempi di code chilometriche sotto qualsiasi cielo, per visitare gli spazi espositivi di Palazzo Reale. Ma ricordiamo quelle del 2014 per “Klimt alle origini del mito”, o le 8 ore di coda per la mostra su Chagall nel 2015. Prenotazioni online fanno sì che si riesca a saltare la coda, ma impongono orari e tolgono l’effetto improvvisazione culturale alla passeggiata in centro.


#7 La stella Michelin e la cucina POP

Ph. credits: corrierecucina

L’attesa per un tavolo da due è sempre stata lunga, lunghissima da Davide Oldani, nel suo D’O a Cornaredo. Si parlava di mesi, non di giorni. Ora invece, purtroppo, il posto c’è, senza aspettare e senza dover scegliere orari impossibili, quelli che non vuole nessuno. Si può quindi approfittare del periodo, si spera, transitorio del post lockdown e, si spera ancora di più, della fine della fobia collettiva.

BARBARA VOLPINI

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🔴 L’Italia ci teme: rischio di blocco dei confini della LOMBARDIA anche a giugno

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Ultime notizie. Anche se i contagi continuano a calare, oggi addirittura solo 8 nuovi contagi a Milano, il governo starebbe lavorando a un piano per riaprire il 3 giugno i confini delle regioni, ad eccezione della Lombardia.  

🔴 L’Italia ci teme: rischio di blocco dei confini della LOMBARDIA anche a giugno

# Il rischio di lockdown incombe sulla Lombardia

Ci sono concrete possibilità che a giugno venga impedito lo spostamento di persone dalla Lombardia verso le altre regioni. Non solo, ci sarebbe anche un piano b per il ripristino in Lombardia del lockdown. 

Come riporta affaritaliani.it, tra le ipotesi al vaglio la più soft prevede la possibilità del ritorno all’autocertificazione per gli spostamenti, il divieto di incontrare amici e parenti e di fare passeggiate oltre alla nuova chiusura di esercizi commerciali appena riaperti. La più dura quella di una nuova totale chiusura. La preoccupazione dei governatori è dettata dalle scene di assembramenti durante gli aperitivi, soprattutto al Nord Italia, e vorrebbero evitare che la ripresa più ampia delle attività commerciali del 18 maggio nella Regione lombarda, che registra contagi ancora oggi in tripla cifra sfiorando i 300 casi e in doppia cifra dei deceduti con 65, possa far ricrescere la curva epidemica in tutta la Nazione.

Fonte: affaritaliani.it

# 3 giugno il D-Day: libertà solo per alcune regioni?

Secondo alcune indiscrezioni alcuni Governatori di Regioni del Sud starebbero facendo pressioni sul Governo per tutelarsi contro l’arrivo di persone provenienti dalle regioni più colpite dal Coronavirus, richiedendo nuove restrizioni per lasciare isolati i territori più colpiti.  

Già nei mesi scorsi i presidenti delle Regioni Campania e Calabria avevano minacciato di chiudere i propri confini ai milanesi e lombardi, in caso di aperture anticipate di alcune zone del Paese, e ora che i dati continuano a confermare che i positivi in Lombardia sono la metà del totale italiano potrebbero passare dalle idee ai fatti. Oltre alla pressione esercitate nei confronti del governo, che si è preventivamente tenuto la possibilità di chiudere le area a rischio medio-alto di diffusione del virus, le regioni potrebbero usare “l’arma” del blocco delle frontiere. De Luca ha affermatoDal 3 giugno ho sentito, anche  dal premier, liberi tutti. Io ragionerò il 2 giugno per capire a che punto è il contagio, ma che significa liberi tutti se abbiamo ancora curve epidemiologiche alte in alcune parti dell’Italia?” confermando che se le aree più a rischio apriranno la Campania rimarrà chiusa.

Alla guida della richiesta delle regioni del sud di avere aperture differenziate ci sarebbe il Ministro Boccia che, come riporta bresciatoday.it, alla Commissione bicamerale sul federalismo fiscale della Camera ha dichiarato che ci sarà il via libera agli spostamenti tra regioni diverse a partire dal 3 giugno prossimo, ma con una postilla: tali spostamenti saranno vietati nelle regioni considerate ad alto rischio di contagio. 

Il Ministro delle Autonomie Regionali Francesco Boccia ha affermato infatti che: «Si riaprirà il 3 giugno alla mobilità infraregionale per le regioni che hanno rischio medio o basso, ma se per alcune ci dovesse essere un rischio alto questo non sarà ritenuto opportuno. Speriamo che al 3 giugno arrivino tutte alle condizioni per poterlo fare» e ancora “La Regione che dovesse avere un problema avrà lo Stato sempre al proprio fianco, ma non possiamo fermare le altre Regioni. Al momento l’unica area a rischio è la Lombardia al nord. Per i milanesi e lombardi sarà davvero un’estate da reclusi?

Fonti:
Il MURO del Sud contro il Nord: la riconoscenza non è di questo Paese
🔴 Al Sud che vieta l’ingresso ai lombardi risponde la ROMAGNA: “Noi non chiuderemo mai a chi ha reso grande il nostro turismo”

FABIO MARCOMIN

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Milano: La paura di RICOMINCIARE (Fotogallery📸 & Video)

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Natalia Molchanova

Galleria fotografica di Natalia Molchanova

 

🎥 VIDEO (click sull’immagine per visualizzare, by Natalia Molchanova):

 

NATALIA MOLCHANOVA
Natalia è coordinatrice di comunicazione di Accessibility Days 2020, in programma il giorno 23-24 maggio in occasione del Global Accessibility Awareness Day: www.accessibilitydays.it

 

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🔴 Dati 20 maggio. Solo 8 contagi a MILANO città! LOMBARDIA: 65 morti, 849 guariti, nessuna provincia sopra i +50 contagi. Rapporto positivi/tamponi al livello più basso (2,6%)

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20 maggio 2020. Risultato straordinario di Milano che in città scende sotto gli 8 nuovi contagi. In città metropolitana si scende per la prima volta da inizio marzo sotto ai 50. Scende la percentuale di positivi per tamponi eseguiti: al 2,6% dal 3,45%. Morti in lieve crescita ma guariti in forte crescita. Possiamo tirare un sospiro di sollievo, si sbilancia l’assessore Bolognini che ha presenziato la conferenza stampa. 

Tornano a calare i contagi giornalieri di nuovo prossimi ai minimi:  +294 dai +462 di ieri. Un valore forse ancora più significativo è il nuovo record minimo nel rapporto tra positivi e tamponi: si scende al 2,6% dal 3,45% di ieri, determinato dagli 11.508 tamponi nelle ultime 24 ore.   

Leggera crescita dei decessi: 65 morti dai 54 di ieri.

Dagli ospedali. Sempre più tranquilla la situazione dei ricoveri: -145 dai -56 di ieri. In terapia intensiva si scende di altri 13 (ieri erano -8) per un totale di 231 ancora in cura. I guariti aumentano di 849 (ieri erano stati 167).

Situazione delle province. Straordinario il calo di Milano che in città segna la cifra record di appena 8 nuovi positivi (dai 49 di ieri). Record anche per la città metropolitana con +48 dai +102 di ieri, per la prima volta sotto i 50 nuovi contagiati da inizio marzo. Per la prima volta da inizio dell’emergenza nessuna provincia lombarda supera i 50 nuovi contagi. Sotto quota 10 ci sono tre province: Mantova (+6), Sondrio (+5) e Lecco (+4).

Italia. Stabili i decessi, +161 da +162 di ieri, in lieve calo dunque al di fuori della Lombardia. Scendono i nuovi contagi nel Paese: +665 da +813 di ieri. Altre 2.881 persone hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri 2.075). -40 in terapia intensiva (ieri -33). 

Mondo. La situazione sembra volgere al meglio in tutto il mondo, finalmente anche nelle Americhe, ultime zone a esser colpite. I decessi calano in USA (da +470 a +215) e soprattutto in Brasile (+138 da +522 di ieri). Al primo posto per morti nelle ultime 24 ore passa il Messico con 334. L’Italia resta insieme a UK in vetta all’Europa. Sopra i 100 c’è anche la Russia (135) che è sempre prima per nuovi contagi (anche se in calo a +8.764), anche se in calo, proseguendo con i tamponi a tappeto, quasi 200.000 nelle ultime 24 ore (quasi 7,6 milioni totali). Dopo la Russia per numero di contagi giornalieri cresce l’India con +5.126, davanti a USA e Brasile, entrambe in calo. 

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
25/4: +713 (+1,0%)
26/4: +920 (+1,2%)
27/4: +590 (+0,8%)
28/4: +869 (+1,1%)
29/4: +786 (+1,0%)
30/4: +598 (+0,7%)
1/5: +737 (+0,9%)
2/5: +533 (+0,6%)
3/5: +526 (+0,6%)
4/5: +577 (+0,7%)
5/5: +500 (+0,6%)
6/5: +634 (+0,8%)
7/5: +689 (+0,8%)
8/5: +609 (+0,7%)
9/5: +502 (+0,6%)
10/5: +282 (+0,3%)
11/5: +364 (+0,4%)
12/5: +614 (+0,4%)
13/5: +394 (+0,4%)
14/5: +522 (+0,6%)
15/5: +299 (+0,3%)
16/5: +399 (+0,4%)
17/5: +326 (+0,4%)
18/5: +175 (+0,2%)***
19/5: +462 (+0,5%)
20/5: +294 (+0,3%)
Totale: 85.775

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
25/4: +163 (+1,2%)
26/4: +56 (+0,4%)
27/4: +124 (+0,9%)
28/4: +126 (+0,9%)
29/4: +104 (+0,8%)
30/4: +93 (+0,7%)
1/5: +88 (+0,6%)
2/5: +47 (+0,3%)
3/5: +42 (+0,3%)
4/5: +63 (+0,4%)
5/5: +95 (+0,7%)
6/5: +222 (+1,5%)
7/5: +134 (+0,9%)
8/5: +94 (+0,6%)
9/5: +85 (+0,6%)
10/5: +62 (+0,4%)
11/5: +68 (+0,5%)
12/5: +62 (+0,4%)
13/5: +69 (+0,5%)
14/5: +111 (+0,7%)
15/5: +115 (+0,7%)
16/5: +39 (+0,3%)
17/5: +69 (+0,4%)
18/5: +24 (+0,2%)***
19/5: +54 (+0,3%)
20/5: +65 (+0,4%)
Totale: 15.662

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
25/4: +219 (+1,2%)
26/4: +463 (+3,1%)
27/4: +188 (+1,0%)
28/4: +278 (+1,4%)
29/4: +284 (+1,5%)
30/4: +216 (+1,1%)
1/5: +364 (+1,8%)
2/5: +249 (+1,2%)
3/5: +118 (+0,6%)
4/5: +186 (+0,9%)
5/5: +144 (+0,7%)
6/5: +243 (+1,1%)
7/5: +182 (+0,8%)
8/5: +201 (+0,9%)
9/5: +178 (+0,8%)
10/5: +104 (+0,5%)
11/5: +114 (+0,5%)
12/5: +136 (+0,6%)
13/5: +105 (+0,4%)
14/5: +169 (+0,7%)
15/5: +66 (+0,3%)
16/5: +75 (+0,3%)
17/5: +110 (+0,5%)
18/5: +71 (+0,3%)
19/5: +102 (+0,4%)
20/5: +48 (+0,2%)***
Totale: 22.372

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
25/4: +80 (+1,0%)
26/4: +241 (+3,1%)
27/4: +79 (+1,0%)
28/4: +149 (+1,8%)
29/4: +86 (+1,0%)
30/4: +56 (+0,7%)
1/5: +177 (+2,1%)
2/5: +115 (+1,3%)
3/5: +41 (+0,4%)
4/5: +48 (+0,5%)
5/5: +50 (+0,5%)
6/5: +91 (+1,0%)
7/5: +86 (+0,9%)
8/5: +101 (+1,1%)
9/5: +98 (+1,1%)
10/5: +54 (+0,6%)
11/5: +52 (+0,6%)
12/5: +51 (+0,5%)
13/5: +63 (+0,6%)
14/5: +66 (+0,6%)
15/5: +30 (+0,3%)
16/5: +34 (+0,3%)
17/5: +56 (+0,6%)
18/5: +24 (+0,2%)
19/5: +49 (+0,5%)
20/5: +8 (+0,1%)***
Totale: 9.452

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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🔴 Affondo di SALA al Governo: “Perché un Paese già indebitato come l’Italia si può indebitare e non può farlo una città solida come Milano?”
Lo STATO DI EMERGENZA “non prorogabile” è stato prorogato: l’Italia resta sotto la SPADA DI DAMOCLE di restrizioni illimitate
COVID: più letale e più persistente in Italia. Le tre RAGIONI secondo l’OMS
 

 

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COVID: più letale e più persistente in Italia. Le tre RAGIONI secondo l’OMS

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ospedale in fiera

Due specificità dell’Italia colpiscono gli studi internazionali sulla pandemia Covid-19. L’altissimo tasso di letalità, oltre 32.000 morti in massima parte in alcune regioni del nord, e la durata: l’Italia è stata il primo paese europeo colpito quando ancora il virus si stava diffondendo soprattutto in Asia, è rimasto tra i tre più colpiti quando si è poi diffuso in Europa e, anche ora che il virus sta infiammando le Americhe, l’Italia rimane ancora tra i paesi al mondo con più decessi giornalieri. Quali sono le ragioni di questi tristi risultati? Secondo l’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) si riferiscono a tre debolezze del nostro sistema sanitario. 

COVID: più letale e più persistente in Italia. Le tre RAGIONI secondo l’OMS

Nel rapporto stilato dall’OMS An unprecedented challenge. Italy’s first response to Covid-19 viene esaminato l’operato del governo italiano e del sistema sanitario dal paziente zero al 30 aprile. Sono emerse tre criticità:

#1 Carenza di posti in terapia intensiva

L’insufficienza iniziale di posti disponibili in terapia intensiva è stato aggravato dal fatto che  che il 20% dei pazienti ricoverati vi è rimasto per almeno 2 settimane e questo ha favorito il decesso di molte persone non sono nemmeno arrivate negli ospedali per mancanza di letti.

#2 Mancanza di dispositivi di protezione individuale per operatori sanitari e pazienti

I contagi hanno toccato medici e infermieri per una quota del 10% sul totale e di questi 153 sono morti per aver contratto il Coronavirus. La conseguenza della mancanza di dispositivi di protezione individuali hanno alimentato la diffusione del virus nelle Rsa dove sono deceduti il 3,3% degli ospiti, più alto in Lombardia (6,7% sul totale): in Italia poco meno della metà dei contagi per Covid-19 si sono originati proprio nelle RSA. Altri fattori determinanti sono stati la difficoltà di isolamento e di effettuare tamponi sugli ospiti.

Leggi anche: I dati sui contagi: oltre il 44% nelle RSA

#3 Almeno 100.000 anziani con patologie croniche sono rimasti senza cure

Il sistema sanitario impegnato sulla gestione della pandemia ha potato a trascurare i pazienti affetti da patologie diverse dal Coronavirus. Secondo lo studio realizzato da Codice Viola, un’associazione di persone affette da cancro al pancreas, il 37% delle prime visite oncologiche è stato cancellato, mentre il 40% di quelle di follow-up è stato rinviato,  oltre al rinvio del 66% degli interventi chirurgici. Inoltre almeno 100.000 anziani con patologie croniche non hanno avuto accesso alle cure presso gli ospedali per la trasformazione degli stessi in centri Covid-19 e l’occupazione dei letti di terapia intensiva.

# Il record della Provincia di Trento: più che triplicati i posti della terapia intensiva dall’inizio dell’emergenza

Il dato sull’occupazione delle terapie intensive nei periodo di massimo affollamento mostra la capacità delle Regione di incrementare i posti in terapia intensiva rispetto alla disponibilità iniziale. 
La Lombardia si posiziona nella parte alta della classifica, al quarto posto con il 161,50% di posti letti occupati in terapia intensiva rispetto a quelli disponibili all’inizio, il record spetta però a Trento con il 253,70%, seguito dalla Valle d’Aosta con 192,60% e dalla Provincia di Bolzano con 163,2%. Oltre a Piemonte e Marche, nessun’altra regione è andata in sofferenza sotto questo punto di vista avendo avuto sempre posti letti liberi, la Calabria non ha avuto particolari problemi. Vediamo questa particolare classifica.

Provincia di Trento: 253,70%
Valle d’Aosta: 192,60%
Provincia di Bolzano: 163,2%
Lombardia: 161,50%
Piemonte 142,40%
Marche: 114,2%
Liguria: 96,2%
Toscana: 78,8%
Veneto: 73,3%
Abruzzo: 69,8%
Umbria: 64%
Puglia: 52,6%
Friulia Venezia Giulia: 47,80%
Emilia Romagna: 43,3%
Lazio: 36,3%
Molise: 29,2%
Campania: 26,7%
Sardegna: 25,2%
Sicilia: 20,5%
Basilicata: 18,4%
Calabria: 14,3%

Fonte: ilsole24ore.com

FABIO MARCOMIN

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Lo STATO DI EMERGENZA “non prorogabile” è stato prorogato: l’Italia resta sotto la SPADA DI DAMOCLE di restrizioni illimitate

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milano deserta
Credits: tg24.sky.it

Lo stato di emergenza approvato dal 31 gennaio al 31 luglio e “non prorogabile”, ha consentito al Governo di istituire il lockdown e governare con poteri straordinari e applicando misure di restrizione delle libertà dei cittadini superando, è stato prorogato di ulteriori 6 mesi fino al 31 gennaio 2021, grazie a un articolo inserito nel “decreto rilancio”. Vediamo quali conseguenze può determinare questa proroga. 

Lo STATO DI EMERGENZA “non prorogabile” è stato prorogato: l’Italia resta sotto la SPADA DI DAMOCLE di restrizioni illimitate

# “I termini degli stati di emergenza in scadenza entro il 31 luglio 2020 e non più prorogabili…sono prorogati di ulteriori sei mesi”

Proroga stato di emergenza nel Decreto Rilancio

Come in sordina era stato istituito, così viene rinnovato: lo stato di emergenza. Non solo è stato inserito in un decreto che in realtà si occupa di altro (del rilancio dell’economia), ma addirittura contravviene a se stesso: i termini di scadenza dello stato di emergenza previsti al 31 luglio e NON PROROGABILI (così avevano stabilito)…sono stati prorogati di ulteriori sei mesi dall’ultimo Decreto Rilancio. L’istituzione dello stato di emergenza ha consentito al governo con l’utilizzo dello strumento dei DPCM, quindi senza passare per il Parlamento, di chiudere tutto il Paese dall’8 marzo, limitare le libertà personali dei cittadini fino all’inizio della “Fase 2”, inserire obblighi ai comportamenti delle persone e imporre il rispetto di protocolli e responsabilità straordinari per le aziende che hanno riaperto o decideranno di riaprire. 

La proroga prevista, che sposta la scadenza al 31 gennaio 2021, non è un fatto di poco conto perché, al netto delle possibili restrizioni delle prossime settimane in caso di rialzo della curva epidemica, questo consente alle nostre istituzioni di “chiudere” di nuovo il Paese in qualunque momento. Senza gli aiuti economici necessari, in ritardo quelli del Decreto Cura Italia e insufficienti quelli del Decreto Rilancio, in un Paese sotto la spada di Damocle di interventi repressivi e improvvisi stabiliti dal governo, senza alcuna mediazione democratica, si rischia di precipitare.

Fonte: Ilsole24ore

# I gravi rischi per l’economia e per il futuro degli italiani: un debito pubblico fuori controllo, una burocrazia sempre più oppressiva e ora la spada di damocle dello stato di emergenza per altri sei mesi

Se anche l’economia dovesse riprendere a pieno ritmo è stata stimata una perdita di PIL del 10% e il deficit supererebbe il -11%, dato peggiore tra gli Stati europei. La possibilità prevista dal Governo di introdurre un nuovo lockdown va vista come un segnale gravissimo, perché se attuato darebbe il colpo di grazia al nostro Paese che versando già in uno stato comatoso non sarebbe più in grado di rialzarsi.

Dopo tre mesi dall’inizio dell’emergenza infatti manca ancora una reale strategia di contenimento di nuove ondate, come avviene negli altri Paesi che si sono attrezzati con il sistema delle tre T (test a tappeto, tracciamento dei contatti e trattamento dei contagiati con un sistema di isolamento organizzato). E’ fondamentale che si sostituisca l’ipotesi del lockdown con una strategia più efficiente e che ha dimostrato di dare risultati migliori, sia per contenere il virus che per salvaguardare l’economia. 

Fonte: VIA COL COVID: le 10 iniziative del governo che potrebbero spazzare via le nostre aziende

FABIO MARCOMIN

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🔴 Affondo di SALA al Governo: “Perché un Paese già indebitato come l’Italia si può indebitare e non può farlo una città solida come Milano?”

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Credits: milano.repubblica.it - Sala e Conte

Intervistato su Rtl 102.5 il Sindaco Sala a proposito della crisi economica conseguente all’emergenza Coronavirus afferma “Se Milano riparte, riparte il Paese ma se Milano non riesce a ripartire sarà un segno drammatico” e attacca il governo sull’impossibilità degli enti virtuosi di aumentare risorse a debito per coprire il costo dei servizi ai cittadini.

🔴 Affondo di SALA al Governo: “Perché un Paese già indebitato come l’Italia si può indebitare e non può farlo una città solida come Milano?”

# Pochi soldi alla città e i limiti delle finanze degli enti locali sono un ostacolo al rilancio 

Il Sindaco insiste per far ripartire Milano a pieno ritmo  “Bisogna tornare al lavoro in fretta, sostenere il tessuto economico di piccole e medie imprese che soffrono e bisogna dare loro ossigeno, motivo per cui voglio dimenticarmi dei conti stretti del Comune per cercare di aiutare quelli che hanno creato la Milano che avevamo visto prima della pandemia. I successi li creano i cittadini e il tessuto economico e sociale“.

Poi l’attacco diretto al premier Conte: “Ho stima di Conte l’ho detto più volte e lo dico anche oggi ma patti chiari e amicizia lunga: i sistemi del pre Covid oggi non funzionano, non è che si possono prendere 3 mesi per risolvere questa cosa, si prendono 15 giorni come si fa nei momenti di crisi e poi ci riferiscono” annunciando battaglia a oltranza per chiedere al governo che i Comuni virtuosi come Milano possano indebitarsi per sostenere la città in un momento di crisi come questo. “Siccome io a Milano non voglio tagliare servizi perché un governo si può indebitare e una città come Milano no? Mi devono convincere” visto che “il governo parte da una situazione debitoria gravissima, noi come Comune in questi anni abbiamo ridotto il debito e abbiamo partecipazioni, immobili da vendere. Qualcuno mi spieghi perché un Paese già indebitato come l’Italia si può indebitare e non può farlo una città solida come Milano“.

In chiusura un ritorno sui pochi contributi destinati agli enti locali: “C’è l’abitudine di dare pochi soldi agli enti locali, questo discorso poteva andare bene in situazioni normali ma oggi no, abbiamo sotto i cittadini che manifestano. Ma mi preoccupano anche di più quelli che non manifestano ma sono a casa che soffrono o hanno i negozi chiusi“. 

La richiesta di maggiori risorse per una città come Milano. Non sappiamo però se fare ulteriori debiti sia la strada giusta, soprattutto considerando che il Comune di Milano è già adesso il più indebitato d’Italia. La via ottimale forse è una svolta radicale: Milano deve diventare regione. Così potrebbe avere insieme alle risorse i poteri necessari per gestirle. 

Fonte: Il Giorno

Leggi anche: Milano città regione? Avrebbe miliardi di euro ogni anno

Sapete qual è il Comune più indebitato d’Italia? Milano 

FABIO MARCOMIN

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🔴 Dati 19 maggio. Lombardia: 54 morti. Crescono i contagi (+462) ma si riduce il rapporto positivi/tamponi

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Foto: Andrea Cherchi (c)

19 maggio 2020. Morti e nuovi contagi in aumento, anche se scende il rapporto positivi/tamponi totali (dal 3,45% al 3,10%). Bergamo torna prima per nuovi contagi. Situazione negli ospedali sempre più tranquilla: terapia intensiva sotto i 250 ricoverati. Anche in Italia i contagi raddoppiano. Nel mondo al primo posto per morti nelle ultime 24 ore c’è ora il Brasile. 

In rialzo i contagi giornalieri dai minimi di ieri:  +462 dai +175 di ieri, che era stato il record da fine febbraio. Però considerando la grande crescita dei tamponi, triplicati a +14.918 dai +5.078 di ieri, la percentuale dei tamponi positivi sul totale scende invece dal 3,45% di ieri al 3,10% di oggi. 

Crescono anche i decessi: 54 morti dai 24 di ieri e i 115 di venerdì. Anche in questo caso il rialzo è stato dal livello registrato ieri che era il valore minimo da inizio marzo. 

Dagli ospedali. Sempre più tranquilla la situazione dei ricoveri: -56 dai +2 di ieri. In terapia intensiva si scende di altri 8 (ieri erano -3) per un totale di 244 ancora in cura. I guariti aumentano di 167 (ieri erano stati 873).

Situazione delle province. Tornano sopra quota 100 nuovi contagi giornalieri la città metropolitana (+102 dai +71 di ieri) e soprattutto Bergamo che con +144 torna a essere la provincia più colpita. Milano città risale dal minimo ieri: da +24 a +49. Le altre province restano sotto quota 50. Sotto quota 10 ci sono tre province: Sondrio (+9), Varese (+9), e Mantova (+3). 

Italia. Il rialzo della Lombardia incide anche sui dati italiani: i morti nelle ultime 24 ore tornano dal minimo di 99 di ieri sopra ai 100, a +162. Raddoppiano i contagi giornalieri in 24 ore, anche in questo caso dal minimo di ieri: +813 dai 451 di ieri e gli 875 di sabato. Altre 2.075 persone hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri 2.150). -33 in terapia intensiva (ieri -13). 

Mondo. I focolai più gravi dell’epidemia si sono ormai spostati nelle Americhe, dove si registrano i maggiori incrementi. Al primo posto per morti nelle ultime 24 ore c’è il Brasile (+522) che supera gli USA (+470). Restano sopra i 100 morti nelle ultime 24 ore, insieme all’Italia, anche UK, Russia e Messico. Migliora ancora la situazione in Spagna. Russia sempre prima per nuovi contagi (+9.263), anche se in calo, proseguendo con i tamponi a tappeto, quasi 200.000 nelle ultime 24 ore (quasi 7,4 milioni totali). Dopo la Russia per numero di contagi giornalieri si confermano anche oggi USA e Brasile, entrambe sopra i 6.000. Sopra i 3.000 nuovi contagi crescono India e Cile. 

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
25/4: +713 (+1,0%)
26/4: +920 (+1,2%)
27/4: +590 (+0,8%)
28/4: +869 (+1,1%)
29/4: +786 (+1,0%)
30/4: +598 (+0,7%)
1/5: +737 (+0,9%)
2/5: +533 (+0,6%)
3/5: +526 (+0,6%)
4/5: +577 (+0,7%)
5/5: +500 (+0,6%)
6/5: +634 (+0,8%)
7/5: +689 (+0,8%)
8/5: +609 (+0,7%)
9/5: +502 (+0,6%)
10/5: +282 (+0,3%)***
11/5: +364 (+0,4%)
12/5: +614 (+0,4%)
13/5: +394 (+0,4%)
14/5: +522 (+0,6%)
15/5: +299 (+0,3%)
16/5: +399 (+0,4%)
17/5: +326 (+0,4%)
18/5: +175 (+0,2%)***
19/5: +462 (+0,5%)
Totale: 85.481

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
25/4: +163 (+1,2%)
26/4: +56 (+0,4%)
27/4: +124 (+0,9%)
28/4: +126 (+0,9%)
29/4: +104 (+0,8%)
30/4: +93 (+0,7%)
1/5: +88 (+0,6%)
2/5: +47 (+0,3%)
3/5: +42 (+0,3%)***
4/5: +63 (+0,4%)
5/5: +95 (+0,7%)
6/5: +222 (+1,5%)
7/5: +134 (+0,9%)
8/5: +94 (+0,6%)
9/5: +85 (+0,6%)
10/5: +62 (+0,4%)
11/5: +68 (+0,5%)
12/5: +62 (+0,4%)
13/5: +69 (+0,5%)
14/5: +111 (+0,7%)
15/5: +115 (+0,7%)
16/5: +39 (+0,3%)
17/5: +69 (+0,4%)
18/5: +24 (+0,2%)***
19/5: +54 (+0,3%)
Totale: 15.597

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
25/4: +219 (+1,2%)
26/4: +463 (+3,1%)
27/4: +188 (+1,0%)
28/4: +278 (+1,4%)
29/4: +284 (+1,5%)
30/4: +216 (+1,1%)
1/5: +364 (+1,8%)
2/5: +249 (+1,2%)
3/5: +118 (+0,6%)
4/5: +186 (+0,9%)
5/5: +144 (+0,7%)
6/5: +243 (+1,1%)
7/5: +182 (+0,8%)
8/5: +201 (+0,9%)
9/5: +178 (+0,8%)
10/5: +104 (+0,5%)
11/5: +114 (+0,5%)
12/5: +136 (+0,6%)
13/5: +105 (+0,4%)
14/5: +169 (+0,7%)
15/5: +66 (+0,3%)
16/5: +75 (+0,3%)
17/5: +110 (+0,5%)
18/5: +71 (+0,3%)***
19/5: +102 (+0,4%)
Totale: 22.324

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
25/4: +80 (+1,0%)
26/4: +241 (+3,1%)
27/4: +79 (+1,0%)
28/4: +149 (+1,8%)
29/4: +86 (+1,0%)
30/4: +56 (+0,7%)
1/5: +177 (+2,1%)
2/5: +115 (+1,3%)
3/5: +41 (+0,4%)
4/5: +48 (+0,5%)
5/5: +50 (+0,5%)
6/5: +91 (+1,0%)
7/5: +86 (+0,9%)
8/5: +101 (+1,1%)
9/5: +98 (+1,1%)
10/5: +54 (+0,6%)
11/5: +52 (+0,6%)
12/5: +51 (+0,5%)
13/5: +63 (+0,6%)
14/5: +66 (+0,6%)
15/5: +30 (+0,3%)
16/5: +34 (+0,3%)
17/5: +56 (+0,6%)
18/5: +24 (+0,2%)***
19/5: +49 (+0,5%)
Totale: 9.444

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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Italia sì, Italia no? Le regioni dove potremo andare in VACANZA senza brutte sorprese

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Foto Andrea Cherchi (c)

Venti regioni, venti, o quasi, modi di concepire il proprio territorio, soprattutto quando è la sicurezza sanitaria a poter essere compromessa. Come hanno reagito le varie regioni, da nord a sud? Ecco le condizioni imposte da alcune regioni possibili meta di vacanze estive.

Italia sì, Italia no? Le regioni dove potremo andare in VACANZA senza brutte sorprese

# Sardegna: per entrare ci vuole il passaporto sanitario

La Sardegna riapre ai turisti ma dal presidente della Regione, Christian Solinas, arriva la notizia che per passare le proprie vacanze nella regione servirà presentare un passaporto sanitario. E dichiara: ‘’Prima di arrivare si dovrà fare il test. Cosa che può sembrare un aggravio ma permetterà, una volta arrivato, di fare vacanze in serenità sapendo di trovarsi in un territorio dove il rischio è quasi zero”.
La domanda sorge spontanea: i sardi sono stati tutti sottoposti a tampone?

 

# Liguria: ok ma con mugugno 

Caratteristica la posizione di Toti: “Senza la Lombardia questo Paese, non solo la Liguria, non va da nessuna parte. È chiaro che vada tenuta protetta, ma è uno dei motori della ripresa. Non credo sarà un bel successo aver salvato l’Italia dal Covid-19 per farla morire di fame”. Caratteristica, alla luce della divertente, quanto tristemente vera, fotografia che si legge in un articolo pubblicato qualche giorno fa: Noi liguri, che adoriamo dare la colpa ai milanesi, abbiamo con il coronavirus un’occasione unica. Premessa: i liguri chiamano milanesi o tedeschi tutti quelli che arrivano dal nord, qualsiasi nord. La divisione, come tutte le generalizzazioni che diventano dogma, è talmente semplice che funziona. Se parlano italiano o un dialetto che sembra italiano: milanesi. Sennò tedeschi. Gli svedesi, gli svizzeri, i danesi, gli austriaci, gli olandesi, pure i veneti se parlano dialetto stretto. Tutti tedeschi.” E continua: “I milanesi sono malvisti, chiassosi, usano le vocali aperte e camminano per strada senza guardare le strisce, sia da pedoni che in automobile. Noi liguri siamo riservati, abbiamo le vocali strette e sulle strisce ci fermiamo, sia a piedi che in macchina, solo per far pesare all’altro che lo facciamo passare.”.
Esilarante.


# Campania: per ora stop a chi viene dal nord

Dice il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: “Io non lo so cosa succederà il 3 giugno, io cercherò di ragionare il 2 giugno per sapere qual è la situazione epidemiologica”. E aggiunge: “La Campania non è d’accordo e non ha sottoscritto l’intesa Stato-Regioni che alcuni media presentano come condivisa all’unanimità”.
Va attesa, perciò, la fatidica data del 2 giugno per capire se la Campania sarà pro-Italia o meno.

Leggi anche: Al sud che vieta l’ingresso risponde la Romagna 


# Piemonte: “situazione complessa”

Per il Piemonte è ancora in forse la riapertura ai viaggi e, perciò, la libera circolazione con le altre regioni. Da una parte dal governo è trapelato che il Piemonte, per quanto sia inserita tra le regioni a rischio basso, risulti essere tra le realtà territoriali con una “situazione complessa”.
Il presidente della Regione Alberto Cirio spiega: “L’immagine di un Piemonte fermo perché malato è quanto di più fuorviante tanto è vero che allo stato attuale in tutto il Paese le tre regioni che il governo e il comitato tecnico scientifico considerano sorvegliate speciali sono Lombardia, Umbria e Molise. La nostra esigenza è quella di una ripartenza sostenibile ed è quello che gli operatori ci hanno chiesto abbiamo voluto bilanciare la giusta cautela con la necessità della ripartenza e abbiamo trovato un giusto equilibrio tra il diritto al lavoro e il diritto alla salute. Insomma: un’ottima mediazione tra la prudenza e l’economia, per una regione che vuole aprire tutto ma aprire per sempre”.


# Emilia Romagna: massima apertura per tutti, italiani e stranieri

La regione, famosa per la sua propensione al turismo e la sua apertura, si dichiara preoccupata soprattutto per la questione “estero”. Aperta agli spostamenti interregionali, vorrebbe però che ci fosse un’apertura delle frontiere anche da parte dei paesi stranieri da cui provengono i suoi turisti abituali, tipo la Germania che potrà viaggiare solo dal 15 giugno. ”Non possiamo far finta di non vedere che in Europa sta prendendo forza un orientamento che mira a tagliare fuori Italia e Spagna dai grandi corridoi turistici anglosassoni e tedeschi a favore di Croazia e Grecia”, contesta Andrea Gnassi, sindaco di Rimini, che chiede un intervento deciso da parte del governo per far sì che la riapertura delle frontiere diventi un’opportunità e non un’occasione persa.


# Alto Adige: alleanza alpina

Aperto e senza vincoli, l’Alto Adige ha creato una sorta di alleanza alpina per rafforzare il turismo italiano: “Da tre settimane siamo in contatto con le altre aree alpine per lanciare una campagna comune, Dalla Valle d’Aosta al Trentino e Friuli Venezia Giulia. È una idea partita dai colleghi della Val d’Aosta, cui abbiamo aderito”.
Pinzger dichiara, inoltre: “Immaginiamo che il turismo italiano estivo, poco o tanto che sarà, si concentrerà soprattutto in Italia. E allora noi della montagna abbiamo ottime chance di offrire mete con un forte appeal di sicurezza”.
E aggiunge, come lo ha fatto l’Emilia Romagna: ”gli sforzi adesso sono tutti rivolti all’apertura da nord”.


# Sicilia: prima il no ora il nì ai turisti del nord

Come era facile da prevedere, la dichiarazione fatta da Musumeci a fine febbraio “Se i turisti arrivano dal Nord sarebbe bene che non arrivassero” non è piaciuta per niente all’opinione pubblica. L’ultima posizione del presidente della Regione Siciliana, in realtà, è ben diversa e accoglie le misure varate dal governo nazionale in toto, cioè anche quella della riapertura dei confini tra regioni il 3 giugno.
Speriamo che non siano in molti ad essersela presa…

Via libera per spostamenti e viaggi per il Molise, per l’Umbria, anche se salterà l’Umbria Jazz, e per l’Abruzzo.

Fonti: akronos, genova.24, meteoweek, rainews, ansa

 

BARBARA VOLPINI

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🔴 I NUOVI dati ISS sui morti con CORONAVIRUS: 1% sotto i 50 anni, 97% con altre patologie (il 60% con almeno tre)

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Del 14 maggio, l’ultimo aggiornamento dei dati dell’Istituto superiore di Sanità relativi all’identikit dei deceduti per Covid-19. L’analisi si basa su un campione di 29.692 pazienti e conferma le caratteristiche che erano già emerse nelle scorse settimane.
Leggi anche
CHI, DOVE E PERCHÈ è morto di CORONAVIRUS: il 99% aveva più di 50 anni, il 97% aveva patologie pregresse


CHI, DOVE E PERCHÈ è morto di CORONAVIRUS: i dati aggiornati dell’Iss


Età media: 79 anni per gli uomini, 85 per le donne

# Lʼetà media dei deceduti è di 80 anni
# Solo l’1,1% del campione, cioè 332 vittime, aveva età inferiore a 50 anni. In particolare, 74 di loro avevano meno di 40 anni
# L’età media delle donne decedute è di 85 anni, contro il 79 anni degli uomini


Sesso: oltre il 60% sono uomini

# Più del 60% sono uomini, il restante 39,8% sono donne
# Su 74 persone decedute sotto i 40 anni, 25 sono donne, 49 uomini


Sintomi: per
3 su 4 prima febbre e dispnea

# 3 persone su 4 presentavano febbre e dispnea prima del ricovero (76% e 73%)
# Meno frequenti diarrea e emottisi
# Il 5,8% delle persone non presentava alcun sintomo


Patologie: 3,2 il numero medio

# Su 2.848 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche, il 59,8% delle vittime presentava almeno tre patologie

Secondo lo studio realizzato da ISS, l’Istituto superiore di sanità, e ISTAT, aggiornato al 7 maggio: 

Malattie correlate: il 97% dei morti aveva malattie pregresse

Secondo lo studio del quadro clinico di 2621 persone decedute il risultato è il seguente:
#circa il 60% dei deceduti avevano 3 o più patologie pregresse
#il 21,3% avevano 2 patologie pregresse
#il 15% presentava 1 patologia pregressa
#il 3% non aveva patologie


Complicanze insorte: la più comune, l’insufficienza respiratoria

# L’insufficienza respiratoria ha colpito il 96,8% dei pazienti
# Il 22%, ha avuto danni renali acuti
# Il 12,2% ha avuto una sovrainfezione
# Il 10,6% ha subito un danno miocardico acuto


Cure adottate: i più usati, gli antibiotici

# In più di 5 pazienti su 6 è stata adottata la terapia antibiotica
# Per il 58% è stata adottata una terapia antivirale
# Solo il 37% quella steroidea


Tempi del decesso: 11 giorni

Dall’insorgere dei sintomi al decesso, la media dei giorni trascorsi è di 11: 6 giorni dal ricovero in ospedale al decesso, 9 giorni se trasferiti in rianimazione.

Inoltre (dati aggiornati al 7 maggio): 

Dove: uno su due è in Lombardia

In Italia, secondo l’analisi dei dati raccolti fino al 7 maggio, risulta che:
#il 52,3% sono in Lombardia
#il 13,4% in Emilia Romagna
#il 7,8% in Piemonte
#il 5,7% in Veneto
#sotto l’1% in SiciliaValle d’Aosta, Sardegna, Calabria, Umbria, Basilicata, Molise
#sotto il 4% le restanti

Fonti: www.epicentro.iss.it, tgcom24

BARBARA VOLPINI

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I lombardi alla ricerca del TEST PERDUTO

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credit: ravenna24ore.it

In mancanza di un piano sanitario serio e di una strategia per un monitoraggio epidemiologico su larga scala, i cittadini lombardi si chiedono come fare a sapere se hanno contratto il virus nei mesi passati. Magari con la recondita speranza di aver già contratto la malattia, dato che in Lombardia il virus circola da almeno fine gennaio e le testimonianze di molti cittadini che hanno riportato polmoniti e influenze anomale potrebbero addirittura anticipare questa data a Natale 2019.

Vediamo quindi quali sono i test che ci possono aiutare a capire se abbiamo contratto il virus e se e dove è possibile farli.

I lombardi alla ricerca del TEST PERDUTO

#1 Test sierologici

I test sierologici misurano gli anticorpi che il nostro organismo produce per difendersi dal virus e sono quindi in grado di dirci se abbiamo contratto l’infezione.

Esistono essenzialmente due tipi di test sierologici: quelli rapidi o qualitativi, che sono in grado di stabilire solo la presenza o meno degli anticorpi, e i quantitativi, che misurano la quantità effettiva di anticorpi presenti nel sangue. I primi si effettuano pungendo il polpastrello di un dito, da qui il nome pungi-dito, e mettendo la goccia di sangue su uno stick con delle asticelle che si colorano in presenza degli anticorpi. I test quantitativi, invece, richiedono il prelievo di un campione di sangue che viene analizzato in laboratorio per “dosare” gli anticorpi presenti. Entrambi i test misurano due tipi di anticorpi: gli IgM, prodotti nei primi giorni della malattia e la cui presenza indica un’infezione recente, e gli IgG, che si sviluppano dopo 7-14 giorni e rimangono a testimonianza del nostro incontro con il virus.

Questi test possono essere utilizzati per fare degli studi epidemiologici e verificare la diffusione del virus in un dato territorio, informazioni estremamente importanti soprattutto alla luce del fatto che molte persone con Covid-19 hanno avuto sintomi leggeri o sono addirittura asintomatiche. Inoltre avere informazioni sulla letalità del virus, sulla sua diffusione geografica e sulla distribuzione per fasce di età sarebbe stato fondamentale per pianificare in maniera precisa e mirata la fase due e l’allentamento delle misure restrittive.

I test sierologici possono però essere utili anche per fare uno screening veloce a chi lavora in settori a rischio, come medici e infermieri, ai lavoratori a contatto con il pubblico, come gli autisti dei mezzi pubblici, ma anche per chi deve e vuole rientrare al lavoro in sicurezza. Questi test potrebbero quindi essere utili anche per aumentare la capacità diagnostica. Infatti la capacità dei nostri laboratori di analizzare i tamponi è limitata, quindi i sierologici potrebbero essere utilizzati per “selezionare” i positivi da sottoporre a tampone per verificare la presenza del virus.

I positivi ai sierologici, infatti, devono essere sottoposti a tampone per verificare se sono infettivi in quel dato momento. La positività agli anticorpi non permette però di sapere se siamo portatori o meno dell’infezione ma solo se siamo entrati in contatto con il virus per cui i positivi ai test sierologici devono essere sottoposti a tampone per verificare se sono infettivi in quel dato momento.

#2 Tampone

Il tampone naso-faringeo è al momento l’unico test approvato a fini diagnostici per confermare la presenza del coronavirus. Questo test fotografa un istante ed è in grado di dirci se l’infezione è attiva e il virus è presente in quantità significative nelle nostre mucose in un determinato momento. Si effettua prelevando del muco dal naso o dalla gola tramite un bastoncino cotonato. Il campione viene poi inviato ai laboratori di analisi che andranno alla ricerca del genoma virale tramite una metodologia chiamata real-time PCR. In pratica si utilizza una sonda in grado di legarsi al genoma del virus, se presente, e amplificarlo per renderlo “misurabile”.

Chi risulta positivo al sierologico ma negativo al tampone, ha contratto la malattia in passato ma non è più infettivo e può tornare a svolgere le sue attività quotidiane. Chi invece risulta positivo al sierologico e positivo al tampone, ha la malattia in corso e dovrà pertanto essere sottoporsi a isolamento e cure specifiche.

#3 La situazione in Lombardia

Fino a qualche giorno fa, in Lombardia i tamponi e i test sierologici quantitativi erano gestiti dalla Regione e quindi non era possibile per un singolo cittadino richiedere questo tipo di test. Privatamente era possibile fare solo i test sierologici qualitativi, con dei grossi limiti legati principalmente all’affidabilità dei kit utilizzati e alla mancanza di un controllo sulle strutture che li eseguivano. Dal 13 maggio la Regione ha autorizzato le strutture private a fare i test sierologici quantitativi con l’obbligo di segnalare e sottoporre i positivi anche al tampone. Non ha fissato un prezzo per i sierologici mentre per i tamponi la tariffa di riferimento è 62,89 euro, ma possono essere fatti solo a seguito di positività al test sierologico.

Il provvedimento regionale prevede comunque una serie di ostacoli che limitano la portata di questa apertura ai singoli cittadini che vogliono scoprire se sono stati contagiati. Innanzitutto per avere l’autorizzazione a fare i sierologici, i centri privati devono essere in grado di effettuare il tampone a tutti i sospetti positivi e la regione ha imposto che i laboratori garantiscano l’80% della quota aggiuntiva di tamponi al SSN e il restante 20% al libero mercato, ovvero a chi si è sottoposto a test sierologico ed è risultato positivo. Questo meccanismo agevola i grossi laboratori privati che avranno maggiori capacità di negoziazione e potranno siglare degli accordi per far processare i tamponi anche da laboratori fuori regione. Inoltre se il privato cittadino decide di sottoporsi al sierologico e risulta positivo, è costretto non solo a fare il tampone ma anche a pagarselo. Questa decisione ha attirato numerose critiche, in quanto se i test sierologici non sono ritenuti utili a fini diagnostici, e di conseguenza non rimborsabili, non si capisce perché far pagare al privato cittadino anche il tampone, che invece è lo strumento diagnostico per eccellenza.

A seguito delle polemiche, il governatore Fontana ha quindi fatto una parziale retromarcia, dichiarando che il tampone verrà rimborsato solo se confermato positivo, ma ribadendo che con l’ultima delibera si è data la possibilità ai medici di base di prescrivere i tamponi anche agli asintomatici, in caso di sospetto positivo, e aggiungendo che sarebbe meglio che il cittadino si rivolgesse al proprio medico anziché affidarsi al “fai da te”. Esigenza che forse non sarebbe nata se la Regione Lombardia avesse adottato fin da subito delle politiche concrete per aumentare la capacità dei tamponi e garantire un test a tutti i sintomatici acuti fuori dagli ospedali.

Leggi anche:
La telenovela di TAMPONI e TEST in Lombardia: si fanno, non si fanno, a che punto siamo?
🔴 Galli (Ospedale Sacco): va fatto il massimo sforzo per aumentare i tamponi e PROTEGGERE MILANO

LAURA COSTANTIN

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Segreti e leggende dei 5 GRANDI LAGHI della Lombardia

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Durante queste splendide giornate è d’obbligo sognare delle mete per le vacanze e, data l’eccezionalità del momento che stiamo vivendo, bisogna avere pronto un piano B alternativo alle classiche vacanze al mare. La Lombardia, per anni considerata una regione fredda, grigia e solo dedita al lavoro, in realtà possiede un così grande numero di risorse paesaggistiche, culturali, balneari da rifiutarsi di essere considerata piano B!

In territorio lombardo ci sono cinque laghi maggiori, tutti da visitare senza esitazione e non solo per le loro bellezze paesaggistiche o per la presenza di spiagge. Chi, come me, ama le curiosità e gli aneddoti stravaganti e misteriosi, in questi territori trova pane per i suoi denti.


Segreti e leggende dei 5 GRANDI LAGHI della Lombardia


#1 Lago d’Iseo

E’ il più piccolo dei grandi laghi. E’ situato tra le province di Bergamo e Brescia e al suo interno sono racchiuse Monte Isola, l’isola lacustre di maggior altitudine e dimensione in Italia, e le piccole isole di Loreto e S.Paolo.

 

#La Matta di Montisola
Tutti qui si ricordano il giorno della Matta e molti giovani ne sono ancora terrorizzati. Ma chi era la Matta? Si racconta che il 14 luglio di ogni anno le acque del lago di Iseo si tingano di un colore cupo e che una misteriosa strega, la Matta appunto, afferri per le gambe i bagnanti mentre nuotano e li trascini nei fondali. Realtà o fantasia, rimane il fatto che durante la giornata ci sono molte morti per annegamento che rimangono misteriose.

#La madre di San Pietro
La Matta di Montisola non sembra essere la sola ad afferrare le gambe dei bagnanti. Una leggenda infatti narra che la madre di San Pietro fosse una donna molto malvagia, per questo alla sua morte andò all’inferno. Pietro però, grazie alle sue preghiere, riuscì ad ottenere il permesso di portare in Paradiso sua madre. Dal Paradiso venne quindi buttata una lunga e grossa corda fino all’Inferno. Quando la madre si attaccò per salire molte anime dannate si attaccarono dietro di lei per scappare da quel luogo terribile. La donna cercò furiosamente di scacciarle e lo fece con così tanta foga che perse la presa e ricadde all’Inferno. La corda venne ritirata e non le fu più concesso di risalire. La madre di Pietro da quel giorno, cieca di rabbia verso tutti, esce dall’Inferno proprio nel giorno della festa dedicata a suo figlio, il 29 giugno, scatenando temporali furiosi e aggirandosi nel lago per afferrare le gambe dei bagnanti al fine di vendicarsi e trascinare un’anima all’Inferno.

#Le sorella Federici
Spostandoci verso Ome troviamo la leggenda delle due sorelle Federici: Calveria e Guercina. Siamo attorno all’anno 1000. Le due donne erano mogli di altri due fratelli, Giraldo e Marzucchio. Spinte dalla sete di potere, uccisero il loro anziano padre e un fratello, indossarono poi abiti maschili e, armate di frecce avvelenate, assalirono e uccisero due consoli bresciani colpevoli di essersi dimostrati troppo favorevoli al popolo. Successivamente studiarono un piano per porre a capo della città i loro mariti. Furono però scoperte e costrette a fuggire. Mentre abbandonavano la città incontrarono una schiera di uomini corrotti e ricercati e si unirono a loro. Forti di questi nuovi alleati attaccarono ancora per molti anni la provincia bresciana assalendo, uccidendo e provocando incendi. La loro macabra carriera terminò con la morte di entrambe durante uno scontro armato.


#2 Lago di Garda

E’ il più grande degli specchi d’acqua italiani e appartiene alla Lombardia, al Veneto e alla Provincia autonoma di Trento. La parte occidentale, lombarda, è contraddistinta da numerose residenze storiche, giardini e castelli. Sull’Alto Garda si trova il Vittoriale degli Italiani, cittadella costruita da Gabriele D’Annunzio. A nord le coste sono scoscese ma si addolciscono scendendo verso sud dove si forma il golfo di Desenzano e Peschiera. Questa zona rappresenta una delle mete balneari più gettonate dai turisti.

#Un lago cornuto
Il lago ha due nomi, Garda e Benaco. Il secondo gli fu attribuito dai Romani nel I sec a.C.  e potrebbe derivare dal celtico, dove Bennacus significava ‘cornuto’ o ‘dai molti promontori’.

#Un lago da brividi
Lo sapevate che il lago di Garda si è gelato interamente per tre volte negli ultimi 2000 anni? Ebbene sì, pur avendo un clima mite si è gelato la prima volta dopo la caduta dell’impero romani, poi nel 1547-1548 e l’ultima nel freddo gennaio del 1709.

#Il fiume più corto del mondo
Nel lago di Garda sfocia il fiume più corto del mondo, l’Aril, che è lungo 175 metri e si trova nel comune di Malcesine a Cassone. Tutto il corso del fiume è ben visibile transitando sulla Gardesana Orientale.

#La profetessa Manto
Anche il lago di Garda ha la sua sibilla: la profetessa Manto. La leggenda racconta che Mantova fu fondata dall’indovina Manto che, dopo aver vagato per molti luoghi, si fermò sulle sponde del Mincio e, piangendo la morte del padre, formò con le proprie lacrime un lago su cui sarebbe sorta la città. Il rapporto con il lago di Garda nasce però grazie alle nozze tra il dio Sarca e la ninfa Garda. Pare infatti che Manto fosse stata invitata ai festeggiamenti e, alla fine dello sposalizio, fece delle importanti predizioni sul futuro degli sposi e della loro genia.

#La dea Minerva
Manerbio, Manerba del Garda, Minerbe: sono solo alcuni dei luoghi della regione attorno al lago di Garda che, nel corso del tempo probabilmente sono stati attraversati dal culto di un’unica dea, Minerva. La dea infatti ha lasciato la propria firma tra toponimi e altre testimonianze. Nelle testimonanze epigrafiche romane a Manerbio viene menzionato il Vicus Minervius, un santuario celtico dove fu trovato un tesoro: una collezione di dracme che su una facciata riportano uno dei simboli di Minerva, una civetta.


#3 Lago di Como

Il Lario è il bacino che presenta il maggior sviluppo delle coste. E’ formato da tre rami: a sud i rami di Como e Lecco, convergenti nel promontorio di Bellagio e, a nord, il ramo di Colico. La penisola di Bellagio, il promontorio di Menaggio e il borgo di Varenna sono tra i paesaggi più celebri al mondo.


#Nessie comasco
Anche il lago di Como vanta il suo Nessie. Si chiama Larrie e ha fatto la sua comparsa nel lago nel 1946, anno del primo avvistamento. Nel corso dei decenni ci sono stati vari avvistamenti ma la descrizione della creatura variava di continuo. Secondo molti testimoni sembra che nel lago nuoti un discendente del Lariosaurus Balsami, un rettile vissuto nelle acque del lago oltre 200 milioni di anni.

#Set di film famosi
A Cernobbio c’è la cinquecentesca villa d’Este, usata da Alfred Hitchcock come location del film Giardino del piacere. Moltrasio e Lenno sono state anch’esse utilizzate come set di molti film come Guerre stellari e Agente 007-Casinò Royale.


#4 Lago Maggiore

Il lago Maggiore è il secondo lago italiano per superficie e si estende su Lombardia, Piemonte e Svizzera. Alla Lombardia appartiene, fino al confine svizzero, la costa orientale in cui si trovano i meravigliosi golfi di Laveno e Luino, l’imponente rocca di Angera e il pittoresco eremo di Santa Caterina.


#La Lollo, Silvana Pampanini e Lucia Bosè
Stresa inaugurò e benedì la carriera di queste tre attrici e donne strepitose. Nei primi anni del dopoguerra infatti si teneva qui la competizione di bellezza con il nome di Miss Italia. Tutte e tre le donne ricevettero la corona di più bella d’Italia e negli anni divennero tre stelle del cinema italiano nel mondo.

#Le spoglie di Cadorna
I reduci della prima guerra mondiale, nel 1930, decisero di costruire sulle sponde del lago Maggiore, a Pallanza, un mausoleo in cui conservare le spoglie del generale Luigi Cadorna.

#Primo aliscafo a essere testato
Nelle acque del lago Maggiore venne testato il primo aliscafo al modo che venne inventato, progettato e provato dall’ingegnere Enrico Forlanini agli inizi del 1900.

#5 Lago di Lugano

Nonostante si trovi per la maggior parte in territorio svizzero, non tutti sanno che c’è anche una parte in territori italiano. Ha un paesaggio pittoresco con coste scoscese. Lugano ha una storia molto antica. Le prime tracce della comunità si trovano nel 875 d.C

#La fabbrica di cioccolato
A due passi da Lugano, a Caslano, c’è una delle famosissime fabbriche di cioccolato svizzero. E’ possibile fare un tour al suo interno per poter scoprire tutti i suoi dolci segreti.

#Leggenda del ponte del diavolo
In un quartiere di Lugano, Castagnola, la leggenda narra che un indemoniato girasse tra i boschi e le montagne. Pare quindi che il diavolo fosse uscito da una roccia sul lago per riprendersi l’uomo. Questa roccia conserva ancora l’impronta dello zoccolo del diavolo.

#Il suo secondo nome
In pochi sanno che il secondo nome del lago di Lugano è Ceresio. Il nome deriva dalla lingua celtica. Esiste anche una leggenda che vede come protagonisti un pesce enorme e il signore del lago di nome Ceresio. Dalla battaglia di questi due personaggi nasce il lago Ceresio.

Continua la lettura con: le migliori spiagge raggiungibili in poco tempo da Milano

GIULIA PICCININI

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D-day: cronache da Milano nel primo giorno di RIAPERTURA TOTALE (FOTO)

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Mi ripeto, mentre percorro in auto la circonvallazione semi vuota, viale Zara libera, Via Farini mezza chiusa, “è lunedì“. Mi convinco che sarebbe così in un qualsiasi lunedì di un anno meno funesto di questo. Eppure vedo serrande abbassate, tavolini impolverati e accatastati un po’ ovunque, e questo non è un lunedì qualsiasi, ma il primo giorno di un “liberi tutti” tanto atteso. Ecco un breve viaggio nella mia Milano, principessa addormentata.


D-day: cronache da Milano nel primo giorno di RIAPERTURA TOTALE

 

# I tappa: Corso Como

Trovo parcheggio davanti all’Anteo Palazzo del Cinema. Questo già è estraniante. Corso Como è irriconoscibile: quella che, fino a qualche settimana fa, era la via dello struscio milanese, oggi è un tratto pedonale senza anima. I locali a quest’ora, con centinaia di tavolini all’aperto ben attaccati l’uno all’altro per evitare perdite di clienti e relativi incassi, dovrebbero sparecchiare dal pranzo tardivo dei turisti e prepararsi all’happy-hour anticipato della tipica movida milanese. Ma lo spettacolo è triste.
Alcuni tavolini ci sono ma sono vuoti, e credo che molti locali abbiano rinunciato ad aprire.
I negozi lungo la via sono deserti, alcuni bui riportano sulla porta le norme di sicurezza per l’entrata, semmai qualcuno decidesse di varcare la soglia.
Arrivo in Garibaldi e salgo la scalinata verso Piazza Gae Aulenti.

 

# II tappa: Gae Aulenti

Ero certa che il negozio della Ferragni mi avrebbe dato soddisfazione, ma nemmeno lei mi risolleva il morale. La commessa all’interno, con la sua bella mascherina d’ordinanza, è angosciata dal vuoto cosmico a cui è destinata.
Alla fine della scalinata la scultura Le voci della città, l’opera scultorea di Alberto Garutti, suona a vuoto nei suoi 4 piani di tristezza.
La piazza offre un po’ più speranze, ma la fontana non funzionante toglie la poesia ai soliti fotografi compulisivi. I negozi sono aperti e in alcuni c’è addirittura vita.
Lo sport e la cosmesi vanno sempre, evidentemente a prescindere dalle pandemie. All’entrata del grande magazzino di beauty una commessa prende la temperatura e fa entrare una persona alla volta. Questo è quanto è scritto all’ingresso, ma al momento le persone all’interno di uno spazio di, così ad occhio, trecento metri quadri sono solo 2.
Il negozio sportivo a fianco, invece, fa sanificare le mani.
Il bar con i tavolini fuori ha clienti. Sorrido.

 

# III tappa: la Biblioteca degli Alberi

La natura sembra, al momento, l’unica amica fedele dei milanesi. Il plein air rilassa gli animi, distende le tensioni, evita di pensare alle conseguenze dei luoghi chiusi, dà una tregua alle mascherine. La gente si muove liberamente, con le dovute distanze, e sul bel prato, tra Solaria e Bosco Verticale, dei cerchi rossi delimitano gli spazi in cui il “liberi tutti” appare assoluto. Al suo interno sei salvo, nessun virus ti raggiungerà, nessun agente di polizia potrà dirti cosa fare. Sei come a casa.
Mi ci siedo un attimo all’interno e capisco il senso della libertà delimitata e limitata. Rabbrividisco e mi domando dove debba arrivare la mano dello stato e dove l’autodeterminazione del singolo. La mente corre al concetto della sindrome della capanna, una paura che non mi sembra così lontana dal sentimento che provo ora.


# Ultima tappa: corso Garibaldi

Altro luogo cult del passeggio milanese. Locali da aperitivi dove se non hai occhiali da sole e tacchi alti non sei nessuno, pasticcerie note in cui il numerino del taglia-code è uno status symbol, sono punti di incontro e di misurazione della posizione occupata nella scala sociale. O ci sei o non ci sei. Non ci siamo. Per la triste descrizione, leggere sopra “I tappa: Corso Como”.


# Caro Stato, caro Sindaco

Il ministro Boccia ha dichiarato: “Sono preoccupato perché oggi comincia la settimana più difficile”.
Caro ministro e caro sindaco, Milano oggi è una bellissima principessa addormentata. Sfiancata da 2 mesi di chiusura totale, sfinita da promesse e piani vacui, esausta dall’emergenza sanitaria che forse poteva essere gestita in modo diverso.
E se il principe sono le istituzioni, temo che il risveglio sarà lento e doloroso.
Confido nell’“atto d’amore”, per parafrasare il premier, dei milanesi, che sanno essere orgogliosi, forti, e andare oltre le basse aspettative di chi li governa.

Fotogallery di Natalia Molchanova:

La Rinascente rinasce con Alberto Fortis (di Andrea Cherchi):

BARBARA VOLPINI

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🔴 Dati 18 maggio. Lombardia: nuovi contagi (+175) e morti (24) al livello più basso da inizio marzo. In Italia meno di 100 morti

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Foto: Andrea Cherchi (c)

18 maggio 2020. Morti e contagi, in Lombardia e a Milano, segnano i nuovi minimi da inizio marzo. Milano città con soli 24 nuovi contagi. Sette province con meno di 10 contagi giornalieri: Mantova e Cremona sono a zero. In Italia ci sono stati meno di 100 morti e anche i contagi sono al minimo. 

Nuovo valore più basso dei contagi giornalieri:  +175 dai +326 di ieri, record da fine febbraio. In forte calo però anche il numero di tamponi a +5.078 dai 11.809 di ieri. La percentuale dei tamponi positivi sul totale sale invece dal 2,76% di ieri al 3,45% di oggi. Solo aumentando i tamponi si potrà capire se il calo dei contagi è effettivo o se dipende dal numero di tamponi. 

Sui decessi nessun dubbio: 24 morti dai 69 di ieri e i 115 di venerdì. Da inizio marzo non erano mai stati così pochi 

Dagli ospedali. Sempre tranquilla la situazione dei ricoveri: +2 dai -41 di ieri. In terapia intensiva si scende di altri 3 (ieri erano -13) per un totale di 252 ancora in cura. I guariti aumentano di 873 (ieri erano stati 823).

Situazione delle province. Tutte le province della Lombardia sotto quota 100 nuovi contagi giornalieri: la più colpita resta la città metropolitana, che pesa quasi per il 50% sui contagi regionali, a +71 da +110 di ieri. Milano città segna un nuovo minimo: da +56 a +24. Tra le altre province solo Pavia è sopra 20 (+43). Sotto quota 10 ci sono sette province: Monza e Brianza (+9), Como (+4), Lecco (+3), Lodi (+2), Sondrio (+2), mentre Mantova e Cremona sono a zero. Non erano mai state così tante. 

Italia. I morti nelle ultime 24 ore scendono a un nuovo minimo di 99 dai 145 di ieri e dai 242 di venerdì. Scendono anche i contagi giornalieri in 24 ore, segnando un nuovo minimo: +451 dai 675 di ieri e gli 875 di sabato. Altre 2.150 persone hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri 2.366). -13 in terapia intensiva (ieri -13). 

Mondo. La situazione migliora in tutta Europa. Restano sopra i 100 morti nelle ultime 24 ore solo USA, UK e Messico. Anche la Spagna sempre meglio, con il nuovo minimo di 59 morti. Russia sempre prima per nuovi contagi (+8.926), anche se in calo, proseguendo con i tamponi a tappeto, quasi 200.000 nelle ultime 24 ore (quasi 7,2 milioni totali) ma con decessi giornalieri che restano inferiori ai 100. Dopo la Russia per numero di contagi giornalieri si confermano anche oggi USA, Brasile e UK.  

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
20/4: +735 (+1,1%)
21/4: +960 (+1,4%)
22/4: +1.161 (+1,6%)
23/4: +1.073 (+1,5%)
24/4: +1.091 (+1,5%)
25/4: +713 (+1,0%)
26/4: +920 (+1,2%)
27/4: +590 (+0,8%)
28/4: +869 (+1,1%)
29/4: +786 (+1,0%)
30/4: +598 (+0,7%)
1/5: +737 (+0,9%)
2/5: +533 (+0,6%)
3/5: +526 (+0,6%)
4/5: +577 (+0,7%)
5/5: +500 (+0,6%)
6/5: +634 (+0,8%)
7/5: +689 (+0,8%)
8/5: +609 (+0,7%)
9/5: +502 (+0,6%)
10/5: +282 (+0,3%)***
11/5: +364 (+0,4%)
12/5: +614 (+0,4%)
13/5: +394 (+0,4%)
14/5: +522 (+0,6%)
15/5: +299 (+0,3%)
16/5: +399 (+0,4%)
17/5: +326 (+0,4%)
18/5: +175 (+0,2%)***
Totale: 85.019

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
20/4: +163 (+1,3%)
21/4: +203 (+1,6%)
22/4: +161 (+1,3%)
23/4: +200 (+1,6%)
24/4: +166 (+1,3%)
25/4: +163 (+1,2%)
26/4: +56 (+0,4%)
27/4: +124 (+0,9%)
28/4: +126 (+0,9%)
29/4: +104 (+0,8%)
30/4: +93 (+0,7%)
1/5: +88 (+0,6%)
2/5: +47 (+0,3%)
3/5: +42 (+0,3%)***
4/5: +63 (+0,4%)
5/5: +95 (+0,7%)
6/5: +222 (+1,5%)
7/5: +134 (+0,9%)
8/5: +94 (+0,6%)
9/5: +85 (+0,6%)
10/5: +62 (+0,4%)
11/5: +68 (+0,5%)
12/5: +62 (+0,4%)
13/5: +69 (+0,5%)
14/5: +111 (+0,7%)
15/5: +115 (+0,7%)
16/5: +39 (+0,3%)
17/5: +69 (+0,4%)
18/5: +24 (+0,2%)***
Totale: 15.543

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
20/4: +287 (+1,8%)
21/4: +408 (+2,5%)
22/4: +480 (+2,9%)
23/4: +277 (+1,6%)
24/4: +412 (+2,3%)
25/4: +219 (+1,2%)
26/4: +463 (+3,1%)
27/4: +188 (+1,0%)
28/4: +278 (+1,4%)
29/4: +284 (+1,5%)
30/4: +216 (+1,1%)
1/5: +364 (+1,8%)
2/5: +249 (+1,2%)
3/5: +118 (+0,6%)
4/5: +186 (+0,9%)
5/5: +144 (+0,7%)
6/5: +243 (+1,1%)
7/5: +182 (+0,8%)
8/5: +201 (+0,9%)
9/5: +178 (+0,8%)
10/5: +104 (+0,5%)
11/5: +114 (+0,5%)
12/5: +136 (+0,6%)
13/5: +105 (+0,4%)
14/5: +169 (+0,7%)
15/5: +66 (+0,3%)
16/5: +75 (+0,3%)
17/5: +110 (+0,5%)
18/5: +71 (+0,3%)***
Totale: 22.222

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
20/4: +160 (+2,4%)
21/4: +246 (+3,6%)
22/4: +161 (+2,3%)
23/4: +105 (+1,4%)
24/4: +246 (+3,4%)
25/4: +80 (+1,0%)
26/4: +241 (+3,1%)
27/4: +79 (+1,0%)
28/4: +149 (+1,8%)
29/4: +86 (+1,0%)
30/4: +56 (+0,7%)
1/5: +177 (+2,1%)
2/5: +115 (+1,3%)
3/5: +41 (+0,4%)
4/5: +48 (+0,5%)
5/5: +50 (+0,5%)
6/5: +91 (+1,0%)
7/5: +86 (+0,9%)
8/5: +101 (+1,1%)
9/5: +98 (+1,1%)
10/5: +54 (+0,6%)
11/5: +52 (+0,6%)
12/5: +51 (+0,5%)
13/5: +63 (+0,6%)
14/5: +66 (+0,6%)
15/5: +30 (+0,3%)
16/5: +34 (+0,3%)
17/5: +56 (+0,6%)
18/5: +24 (+0,2%)***
Totale: 9.395

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

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5 MOTIVI INCONFESSABILI della riapertura del Governo

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Credits: lavocedelnordest.eu - Conferenza stampa Conte

Oggi 18 maggio 2020 possono riaprire quasi tutte le attività commerciali: bar, ristoranti, negozi di abbigliamento, parrucchieri e estetisti, in anticipo rispetto alla data in precedenza fissata al 3 giugno. Il Premier Conte nella conferenza stampa del 16 maggio, motivando questo passo, ha parlato di “dati incoraggianti, affrontiamo un rischio calcolato“. Siamo certi che le motivazioni siano queste? Ci sono cinque possibili risposte dietro questa decisione. 

5 MOTIVI “non ufficiali” della riapertura del Governo

#1 Per i dubbi sull’efficacia del lockdown come strumento per affrontare il Covid-19

Dopo 2 mesi e mezzo non ci sono segnali univoci che il lockdown sia stato utile. A parte il calo fisiologico della curva dei contagi che si è registrata in tutti i paesi a prescindere dalle misure attuate, dalla chiusura totale, l’8 marzo si era arrivati a 7.375 positivi e 366 decessi, i dati di ieri 17 maggio riportano un totale di 225.435 contagiati e 31.908 decessi. In certe regioni i dati sui contagi e/o sui morti giornalieri sono ancora superiori rispetto a quando si è introdotto il lockdown. Ma il problema vero è che la riapertura avviene in una situazione in cui non è stato organizzato un sistema di test, tracciamento e isolamento dei positivi. I casi sono due: o si pensa che il lockdown sia l’unica misura efficace contro il virus e dunque è un controsenso aprire quando contagi e decessi sono ancora in corso. Oppure si prende atto che il lockdown non ha un’incidenza comprovata sui contagi e, anzi, consente solo di rimandare il problema invece di risolverlo. Paesi che non hanno attivato un lockdown totale, come Svezia e Germania, segnano ormai un numero di decessi marginali, e pur essendo stati colpiti dopo rispetto all’Italia ne stanno uscendo prima. Anche in altri Paesi che hanno adottato metodi più restrittivi, si sta dibattendo sull’efficacia del lockdown anche solo per arginare i contagi, come accade ora nel regno Unito, ad esempio. 

Leggi anche: E’ servito il lockdown? un confronto tra cinque coppie di paesi che hanno adottato strategie diverse

#2 Perchè l’emergenza economica ha superato quella sanitaria

Gli 85 miliardi di nuovo debito sono una zavorra che sarà difficile da sostenere nei prossimi anni per il Paese e che, nonostante lo sforzo del governo, oltre a non avere prodotto l’immissione di liquidità prevista nei confronti di aziende e famiglie non potrà essere più replicabile perché le risorse sono esaurite. Per la precisione l’Italia non può spingersi oltre nell’aggiungere ulteriore debito che è previsto sfiorare il 200% in rapporto al Pil e portare il deficit al -11% nel 2020, quindi riaprire il prima possibile le aziende consentirà allo Stato di incassare quanto prima imposte e tributi a coprire parte delle uscite previste.

Leggi anche: I danni economici del lockdown

#3 Per paura di rivolte sociali

Gran parte dei lavoratori a casa non hanno ancora ricebuto il pagamento della cassa integrazione, le partite iva hanno visto azzerate le loro entrate e solo in parte hanno incassato il bonus del governo, i piccoli commercianti anche riaprendo dovranno fare i conti con fatturati ridotti per i mesi a venire. Numerose proteste di ristoratori e esercenti si sono viste in queste ultime settimane in tutta Italia, segnali di disagio e disperazione dei cittadini si erano avvertite da tempo. Il governo forse per paura dello scatenarsi di rivolte sociali ha preferito dare il via libera per non rischiare che la situazione possa sfuggire al controllo.

Leggi anche: I primi focolai di rivolta

#4 Per non perdere ulteriore terreno dai Paesi che sono già ripartiti

Quasi tutte le altre Nazioni europee hanno permesso il ritorno alla vita quotidiana, con meno limitazioni e restrizioni dell’Italia e con aiuti economici reali alle imprese sin dall’inizio nonostante un lockdown meno lungo e stringente, e addirittura Paesi come la Svezia non si sono mai fermate. Il turismo è un settore che risentirà di questo handicap e già Svizzera, Croazia, Germania e altri Paesi si stanno organizzando per favorire un reciproco flusso di persone durante l’estate, garantendo massima libertà senza imporre l’utilizzo di mascherine all’aperto. Il governo ha deciso di riaprire i confini verso i paesi europei dal 3 giugno, ma a causa dei mancati aiuti al comparto turistico questa misura potrebbe non essere sufficiente.

Anche l’export ha risentito della chiusura forzata imposta dalle istituzioni italiane favorendo un calo del 29% della produzione, doppio rispetto alla media europea, che si ripercuoterà a lungo, la riapertura anticipata servirà a ridurre i danni.

Leggi anche: Partita la caccia ai turisti lasciati fuori dall’Italia

#5 Per la pressione delle Regioni (e la possibilità di dare loro la colpa in caso di un rialzo dei contagi)

Il termine fissato inizialmente per la riapertura delle attività commerciali e di ristorazione, era il 1 giugno, ma le fughe in avanti di alcune regioni e la pressione di altre ad anticipare questa data ha spinto il governo a cedere alle richieste degli enti, trasferendo loro tutte le responsabilità del caso. Se ci fosse un peggioramento della curva epidemica lo Stato potrà decidere di ripristinare delle misure più restrittive alla libera circolazione dei cittadini e alla prosecuzione dell’attività lavorativa presso uffici e aziende, potendo quindi riprendere in mano la gestione dell’emergenza, imputando le colpe di questa azione alle regioni che hanno voluto a tutti i costi riaprire prima del previsto.

FABIO MARCOMIN

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“Frutti futuri”: Quattro SOLUZIONI INNOVATIVE perchè Milano sappia far fronte al peggiore futuro possibile

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hope for the best but prepare for the worst

Qualche anno fa lessi un libro che si intitolava Strumenti per la Creatività (Il manuale completo di tecniche per generare velocemente nuove idee). Non era altro che un insieme di tecniche da utilizzare per sviluppare nuove idee. In questi tempi di crisi, di inconsueto, di speranze e paure mi è soggiunto alla mente uno di quei giochetti: “frutti futuri”. Non di certo fra i più curiosi o stravaganti contenuti nel libro, neanche probabilmente il più efficace, ma di certo il più adatto al momento in cui viviamo.

“Frutti futuri”: Quattro SOLUZIONI INNOVATIVE perchè Milano sappia far fronte al peggiore futuro possibile

Riassumendo in breve, “frutti futuri” consiste nell’elencare una serie di scenari futuri correlati ad una specifica opportunità o problematica, dal più pessimista al più positivo. L’obiettivo di “frutti futuri” risiede tanto nel stimolarti a generare idee innovative, a partire dai vari scenari, quanto nel preparare chi la usa ad affrontare tempestivamente stimoli altrimenti imprevisti. Solo Dio sa quante vite e quanti miliardi sarebbero stati salvati se i politici mondiali avessero giocato a “frutti futuri”, e avessero avuto pronto nel cassetto, con le conseguenti contromisure, uno scenario da “Covid 19”!

Un esempio di quello che sarebbe potuto essere è rappresentato da Taiwan.

Siccome non è mai troppo presto per prepararsi, in questi noiosi giorni di quarantena ho deciso che, se i nostri politici non lo fanno, giocherò io a “frutti futuri” per loro, e mi sono domandato: “Quale sarà il peggior scenario per Milano e per il mondo, per cui vale la pena di prepararsi?”.

“Quale sarà il peggior scenario per Milano e per il mondo, per cui vale la pena di prepararsi?”

Un’altra pandemia? Sì certo, ma abbastanza ovvia come risposta, serve spingersi oltre… Arrivo degli alieni? Forse un po’ troppo oltre… Che ne dite di shock politici, economici e sociali, nonché psicologici, causati da un annunciato innalzamento delle temperature e conseguente crollo economico? Per alcuni di voi questa è un’eventualità inverosimile, per altri invece è ormai data per assodata, quel che è certo è che analizzandola oggettivamente è uno scenario pessimista, vero, ma di certo possibile. Perfetto per il nostro scopo.

Tutti voi avrete sentito parlare di Greta Thunberg e dei Fridays for Future. Vi sarà capitato almeno una volta di aver fra le mani un articolo sui cambiamenti climatici. Magari i più interessati fra voi avranno addirittura letto qualche libro sull’argomento… Di certo tutti voi vi chiederete (come me) se sia vero che stiamo andando incontro ad un cambio epocale dei nostri stili di vita, e forse all’estinzione. Il bello di “frutti futuri” è che non importa se hanno ragione i 15.364 scienziati provenienti da 184 paesi che nel 2017 hanno scritto un articolo in cui si spiega che senza un intervento rapido e radicale, l’umanità rischia di estinguersi[1]. O se la ha il Presidente Trump che definisce tutto ciò come fesserie… lo scopo del nostro gioco è immedesimarsi, come se fosse vero, al solo scopo di prepararci!

 

Crisi ambientale e come affrontarla

hope for the best but prepare for the worstIl tema dei cambiamenti climatici è relativamente recente e ancora tutto da scoprire, per questo la bibliografia che lo riguarda è in continuo arricchimento, sia dal punto di vista quantitativo che da quello della diversificazione degli approcci.

Si basa, comunque, su numerosi presupposti: innalzamento della temperatura, scioglimento dei ghiacci, inquinamento, diminuzione della biodiversità, acidificazione dei mari, siccità, aumento dei fenomeni naturali estremi, sovrappopolamento, iper-consumismo, economia malata, finanza senza controllo, terrorismo, migrazioni, fine delle risorse non rinnovabili, depressione… Si affiancano altrettante soluzioni. Alcuni, come Paul Mason nel suo Postcapitalismo (Una guida al nostro futuro), affrontando solo uno di questi temi, quello economico, immagina un futuro che non sia capitalista, ma basato sulla condivisione. Chi ne immagina addirittura 4 di differenti futuri: Peter Frese nel suo 4 modelli di futuro gioca come un alchimista con varie dosi di automazione e crisi ecologica per immaginare cosa ci attende. Di avvenire parla anche Il nostro futuro di Martin Rees: con più ottimismo di tutti, lascia intendere che le soluzioni tecnologiche a cui arriveremo ci assicureranno una lieta sopravvivenza. Similmente, anche J. N. Harari sostiene nel suo libro Sapiens che, come sempre nella storia nelle situazioni di crisi, la razza umana ha saputo trovare le risorse per andare oltre. Senza futuro è invece la visione di Timothy Morton nel suo visionario Dark Ecology. Secondo Morton ogni gesto che l’uomo compie sulla natura, persino cercare di preservarla, è un inaccettabile gesto di antropocentrismo, che va pertanto demistificato: ci resta solamente che sorseggiare Coca-Cola, compiacendoci della bellezza di oggetti kitsch ascoltando musica techno, aspettando la fine. Continuando su questo filone, Tra le ceneri di questo pianeta, di Eugene Thacker, è un libro intriso di pessimismo e nichilismo che intravede in un misticismo “inumano”, o “planetario”, la soluzione per una possibile esistenza dopo l’estinzione. Differentemente Donna Haraway nel suo Chthulucene intravede una possibile sopravvivenza dell’essere umano tramite un’ibridazione col mondo animale…

Abbiamo già l’attuale sistema economico a spaventare e deprimere l’essere umano. A correlare in modo netto economia e depressione è stato infatti Mark Fisher nel suo libro Realismo capitalista: ne riporta diretta testimonianza anche D. F. Wallace. Se poi Bifo nel suo Heroes Suicidio e omicidi di massa delinea il collegamento tra l’aumento esponenziale dei suicidi negli ultimi decenni, le politiche economiche e le dinamiche socio-culturali del Warholiano “15 minuti di fama”, figuriamoci cosa può generare nella psiche umana una crisi complessa e diffusa come quella ecologica. In UN’ALTRA FINE DEL MONDO È POSSIBILE, gli autori, introducendo al concetto di “collassosofia”, cercano proprio di affrontarne l’aspetto psicologico: “Il suo scopo non è quello di convincerci di un probabile collasso – esercizio del resto già completato – ma di prepararci intimamente ad affrontarlo e, in un certo senso, a superarlo, preparando sin d’ora il futuro, il mondo che, tra l’altro, dovrà essere ricostruito su nuovi principi” [2].

Tutto questo elencare libri solo per dire che l’argomento è oltremodo complesso e controverso: anche fra chi condivide la certezza di una imminente crisi ecologica, si apre una varietà ampissima di soluzioni da adottare.

Come affrontare la domanda che “frutti futuri” ci porta dinnanzi? Come affrontare la crisi ecologica? Chi ascoltare? Come trovare risposte concrete a problemi astratti?

 

 

#1 Un convegno per salvare Milano e il mondo

hope for the best but prepare for the worstÈ fondamentale e oltremodo urgente che Milano organizzi ed ospiti un convegno per prepararsi alla prossima grande crisi che l’umanità si troverà ad affrontare: quella ecologica. Un luogo dove scambiarsi idee, affrontare problemi e proporre soluzioni. Dovranno partecipare filosofi, economisti, biologi, ecologi, botanici, climatologhi, chimici, fisici, imprenditori, capitani d’industria, architetti, ricercatori universitari di ogni campo, creativi, artisti e chiunque altro vorrà. Da tutto il mondo. Ogni esponente della cultura settorializzata sarà chiamato a dare un contributo, senza però dimenticare i cosiddetti dilettanti per professione[3] (ovvero quelle figure in grado di tradurre gli specialismi, di fare da intercessore fra le varie nicchie specialistiche).

Le migliori menti di tutto il mondo, riunite con l’obiettivo di redigere un documento la cui attuazione possa salvare la città da una crisi che altrimenti non le lascerebbe scampo. A confronto quella da Covid 19 sembrerà una piacevole anticipazione: alla perdita del lavoro, di riferimenti e abitudini, alla povertà e alla paura, si sommerà la scarsità di cibo, senza più però la prospettiva della riapertura, del vaccino, e che tutto torni come prima.

Io immagino la Triennale come ente ospitante, una grande Agorà ad accogliere figure scientifiche provenienti da tutto il mondo, che si interfaccino con le peculiarità sociali, culturali e le istanze lavorative locali, per stilare un piano che possa governare il cambiamento.

Se poi le soluzioni emerse da questo convegno mondiale potranno/dovranno essere adottate senza aspettare l’imminente catastrofe, tanto meglio. Ci permetterà di rendere Milano all’avanguardia nella corsa green di questi anni, preparandoci non solo a parole, ma nei fatti, nel caso lo scenario delineato della crisi ecologica si realizzasse.

 

#2 Rivoluzione della mentalità

hope for the best but prepare for the worst

Urge trovare soluzioni pratiche a problemi che non solo sono astratti, e per certi versi lontani, pertanto percepiti come non urgenti, ma anche di una vastità che sfugge all’immaginazione umana. L’obiettivo di questo convegno infatti non sarebbe quello di far firmare malvisti accordi a sindaci e governanti di tutto il mondo, in modo da imporre limiti irrispettabili alle emissioni, ma quello di studiare strumenti e tecniche di potere da mettere in atto immediatamente. Si è dimostrata per più e più volte la non efficacia nel porre dei limiti a chi non vuole o non sa come rispettarli. Ha più senso suggerire piani pratici, inerenti a cultura, economia, mondo produttivo, sfera ecologica, mobilità… che i governanti possano semplicemente adattare al territorio ed applicare.

C’è molto da fare: modificare la città, incentivare nuovi comportamenti, studiare ed adottare nuovi paradigmi di misurazione dell’economia (abbandonando il PIL), studiare ed organizzare filiere end-to-end sul territorio, predisporre un’economia circolare, ideare e realizzare una poderosa campagna di informazione seria e responsabile, convertire processi produttivi non sostenibili, innovare prodotti, fondare start-up, modificare e convertire la mobilità, incentivare comportamenti socio-culturali positivi, adottare nuove tecnologie energetiche, aumentare la resilienza delle città, aumentare la coscienza ecologica, ma sopratutto, inventare nuove soluzioni pratiche…

Stiamo parlando di cambiamenti epocali per problemi epocali: nuove occasioni di impresa, più ricerca scientifica, un nuovo movimento culturale, più lavoro per tutti insomma… ma un lavoro nuovo, innovativo, che arricchisca non solo l’uomo, ma anche l’ambiente.

A confronto, il piano presentato il 24 aprile dal Comune di Milano per affrontare la ripartenza dopo la pandemia rispettando l’ambiente sembrerà acqua fresca. Intendiamoci, tutti provvedimenti doverosi e positivi. La maggior parte sono però modificazioni morfologico-viabilistiche che si dibattono ed attendono da ANNI. È dovuta arrivare una pandemia mondiale per vedere qualche chilometro di piste ciclabili in più…

Serve prepararsi per tempo per non dover subire, come successo con la crisi da Covid-19, bensì governare il cambiamento.

 

#3 Network delle città per la rinascita

hope for the best but prepare for the worstUno degli aspetti positivi che questa disarmante pandemia sta portando con sé è quello di mostrarci che è possibile collaborare a livello mondiale in maniera più matura e responsabile. Albania, Cina, Stati Uniti hanno inviato materiale per aiutarci. La Germania ha ospitato diversi malati italiani di Covid-19 nelle sue terapie intensive. La Russia ha inviato una squadra per la disinfezione delle RSA e degli ospedali… Quello che serve capire però è che è vitale una condivisione non solo a livello materiale, ma anche di idee. Per esempio ci sarebbe la possibilità di giungere in maniera più rapida ad un vaccino, se gli stati del mondo mettessero in rete i loro laboratori. L’idea del sindaco di New York di pedonalizzare strade per dare più spazio ai pedoni in tempo di distanziamento sociale è stata ripresa ed adattata a Milano. Qualche giorno fa da questo sito partiva la proposta di copiare le strategie adottate da Berlino per una migliore ripresa.

Alcuni pensano che sharing sia la parola del futuro. Di certo, se ci aiutiamo a vicenda condividendo idee e saperi, riusciremo non solo ad uscire prima e più forti tutti insieme da questa pandemia, ma anche a prepararci più efficacemente a sfide future.

Il sindaco di Milano è stato scelto per presiedere la “Global Mayors COVID-19 Recovery Task Force”, la task force dei sindaci del mondo per la ripresa post emergenza coronavirus della rete internazionale C40 Cities. Questa è una straordinaria occasione da non lasciarsi scappare.

In una prima fase questo tavolo garantirebbe di coinvolgere le maggiori città europee e mondiali, al fine di scambiarsi pratiche, protocolli, innovazioni, soluzioni e idee da includere nel documento finale della Commissione. Come detto, il potere della condivisione e dello sharing è immenso.

In una ipotetica seconda fase quello che è stato studiato, redatto ed approvato a Milano potrà essere testato in città sparse in tutto il mondo. Sicuramente ci saranno città più avanti in alcune buone pratiche, mentre potrebbero essere carenti in altre, un’attivazione personalizzata delle soluzioni individuate garantirebbe una maggiore velocità ed efficacia.

Milano comunque si costituirebbe come città sperimentatrice e pertanto come esempio mondiale da seguire.

 

#4 Milano Città Stato

hope for the best but prepare for the worstLe città sono l’ecosistema ideale per agire in modo diretto e rapido sulle cause del cambiamento globale. Nonostante siano uno dei luoghi maggiormente responsabili dell’inquinamento a livello globale, sono anche l’ambiente con più innovazione. In esse si intrecciano relazioni e nascono idee. Spesso il problema è parte integrante della soluzione.

Le città hanno soppiantato lo stato nazionale come place to be, per questo si sono dotate in giro per il mondo degli strumenti legislativi e finanziari necessari per prendere decisioni comparabili al livello di importanza che oggi ricoprono a livello mondiale.

Milano può subito attivarsi per organizzare un simile convegno, ma non avrebbe né l’autonomia, né le risorse economiche, né gli strumenti per attuare le soluzioni individuate. E ciò sarebbe un vero peccato.

Per evitare la beffa di essere la città che ha ideato e promosso parte della soluzione ecologica, non potendola però poi applicare, è necessario equiparare Milano alle sue colleghe: Berlino, Madrid, Vienna, Mosca Hong Kong… È per questo che Milano Città Stato promuove l’idea, in accordo all’articolo 132 della costituzione Italiana, di equiparare l’Area Metropolitana Milanese a Regione. Questo sarebbe l’unico modo per non ripetere la dannosa inattività in cui è stata costretta in questa crisi. La doterebbe di tutti i mezzi per prepararsi in modo adeguato al cambiamento che ci aspetta e raccogliere i tanto sperati “frutti futuri”.

[1] William J. Ripple et al., World Scientists’ Warning to Humanity. A Second Notice, “BioScience”, 2017, 67, 12, pp. 1026-1028.

[2] Pablo Servigne. Un’altra fine del mondo è possibile (Visioni), Treccani.

[3] https://www.minimumfax.com/shop/product/la-cultura-in-trasformazione-1924; pag 71

FEDERICO POZZOLI

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Alla scoperta di CALVIGNASCO, il più piccolo Comune del milanese

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La città metropolitana di Milano è un agglomerato di comuni che mettono assieme una popolazione di 3.263.206 abitanti. Nella città metropolitana regna sovrana Milano, la seconda città italiana per numero di abitanti. Ma fanno la loro figura anche Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo che risultano nella top 10 dei comuni più popolosi della Lombardia, tra i primi 100 in Italia.

In questo concentrato urbano sul lato opposto svetta un Comune extra mignon: Calvignasco (Calvignasch in dialetto milanese). Si tratta del Comune con meno abitanti dell’intera città metropolitana: 1221, praticamente quanti quelli di una grande strada di Milano. Ma andiamo alla scoperta di questo piccolo e misterioso paesino del milanese.

Alla scoperta di CALVIGNASCO, il più piccolo Comune del milanese

L’altro record: il comune più pianeggiante d’Italia

Calvignasco è posto a sud ovest di Milano, in aperta campagna e oltre a essere il comune più piccolo nel milanese, vanta anche un altro record, questa volta nazionale: insieme al comune di Alzano Scrivia (provincia di Alessandria) viene considerato il comune più pianeggiante d’Italia, vantando un dislivello massimo del territorio comunale pari a 1 metro.

Nome e stemma

Calvignasco è attraversato e irrigato dalle acque del Canale Ticinello e il suo nome sembra sia derivato dal nome latino Calvinius.

Lo stemma è attraversato da due strisce azzurre che alludono al Naviglio di Bereguardo ed al Naviglio Pavese, all’interno dei quali si estende il territorio del paese.

Calvignasco confina con il comune di Bubbiano.

Leggi anche: Parlateci di Bubbiano

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🔴 La FRENATA di Sala: i musei riaprono in Italia ma non a Milano

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Non si può vivere di solo cibo per sempre, non ci si può reggere in piedi se la testa punta a terra e non all’infinito, non si può andare oltre se gli occhi cercano il passo e non l’orizzonte. La cultura a Milano si è sopita, ma dentro i Milanesi scalpitano. Hanno fame. Non a caso le iniziative digitali, in questi mesi, hanno puntellato i nostri schermi: musei online, canali social presidiati, video conferenze, stagioni digitali dei teatri di tutto il mondo con dirette di balletti, concerti e opera.

Ma cosa succederà nei prossimi giorni ai luoghi di cultura milanese mentre negozi, bar e ristoranti aprono?


🔴 La FRENATA di Sala: i musei riaprono in Italia ma non a Milano


Milano è in fermento e lo è dalla base: dal tessuto sociale, ancor prima che da quello istituzionale. E mentre le regioni si accordano sulla riapertura di negozi, aziende, bar, ristoranti e parrucchieri, la cultura a Milano deve aspettare.

Secondo il Dpcm, seguito dall’intesa tra governo e regioni, ogni territorio può muoversi a modo suo. Perciò linee guida e i protocolli di sicurezza comuni da adottare, ma ogni singolo governatore potrà fissare un programma più o meno restrittivo rispetto a quello previsto dal governo. Quindi, in linea di massima, in Italia il 18 maggio riaprono bar, ristoranti, negozi, parrucchieri, estetisti, musei e stabilimenti balneari, il 25 maggio aperti palestre, piscine e centri sportivi, il 15 giugno aperti cinema, teatri concerti e centri estivi.


I musei a Milano rimandati al 25 maggio, come le palestre

Per intenderci, martedì 19 maggio Roma riapre i musei Capitolini, Palazzo Braschi e Palazzo delle Esposizioni con prenotazioni obbligatorie e regole di visita.
Il 18 maggio, Napoli riapre il Museo Madre e il Pio Monte della Misericordia.
Aprono i musei di Prato, il museo Ferragamo a Firenze, ad Arezzo riaprono il museo Archeologico Mecenate, Casa Vasari, la basilica di S.Francesco.
E sì, da lunedì 18 maggio, riaperti anche i musei cittadini a Bergamo.

“Aprire al pubblico gli istituti culturali, musei e biblioteche, è un’operazione complessa e articolata, e non può essere disposta da un giorno all’altro”, lo ha dichiarato l’assessore alla Cultura del Comune, Filippo Del Corno, sulla sua pagina Facebook. L’assessore ha, poi, chiesto alla Regione Lombardia di convocare un tavolo ufficiale “alla presenza almeno di tutte le città capoluogo, per condividere un piano strategico di ripresa delle attività culturali. Chiediamo a Regione Lombardia di farci capire che cosa hanno in mente per ciò che riguarda la Cultura, il suo stato di crisi, le sue prospettive di rilancio”. Stesso destino per le biblioteche.

Perciò, chi sperava di tornare a visitare mostre, spazi museali, esposizioni permanenti o temporanee, verrà deluso e si troverà a passeggiare in una città aperta, ma non troppo.
Porte chiuse quindi per il Museo del Novecento, per la Galleria di Arte Moderna, per il Museo archeologico, per i Musei del Castello Sforzesco, per il Mudec, per… la lista è lunga.

L’amministrazione del Comune di Milano ha deciso di rimandare l’apertura e di utilizzare la settimana prossima come test a porte chiuse di tutti i protocolli di sicurezza e sanificazione. Eppure l’8 maggio, l’assessore Filippo Del Corno aveva presentato in Commissione Cultura e Turismo il piano di riapertura sperimentale di musei civici e sedi espositive. Secondo il piano sperimentale, i musei civici avrebbero dovuto riaprire le porte ai visitatori, a giorni alterni, con ingressi contingentati e su prenotazione, da martedì 19 maggio. In particolare, si era disposto che il 19, il 20 e il 21 maggio venissero riaperti i Musei del Castello Sforzesco, il Museo di Storia Naturale, il GAM, l’ Acquario Civico e la Casa Museo Boschi-Di Stefano. Il tempo per test a porte chiuse, quindi, non è mancato…

Invece confermata, anche quest’anno, l’Estate Sforzesca, la manifestazione estiva, arrivata alla sua 8° edizione, organizzata e realizzata dall’Assessorato alla Cultura. Le date indicative sono dal 5 giugno al 30 agosto.

Fonti: milano.repubblica.it, ansa.it, ecodibergamo.it, milanoevents.it

BARBARA VOLPINI

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