Il MURO del Sud contro il Nord: la riconoscenza non è di questo Paese

I quattro schiaffi dati dal Sud al Nord durante questa emergenza

8
Credits: thelostavocado- Sicilia

Al 20 aprile le quattro regioni del Nord Italia più colpite contano 143.830 contagi che sommano quasi l’80% di tutti i casi nazionali e 20.914 decessi che sfiorano il 90% di quelli accertati in Italia. Per capire quanto sia grave e straordinaria anche a livello internazionale la situazione del nord Italia, basta vedere l’immagine qui sotto. La Lombardia da sola ha avuto da solo lo stesso numero di morti dei paesi del nord e dell’est Europa messi assieme.

Si tratta per queste regioni della più grave tragedia dai tempi della guerra. Nel dopoguerra, se si eccettua solo il terremoto del Friuli, si tratta della prima volta che alcune regioni del Nord vengono colpite da un dramma simile. In passato, infatti, le principali sventure territoriali sono legate ai terremoti che spesso hanno colpito le regioni del centro-sud Italia, come nel caso dell’Irpinia, delle Marche e Umbria o dell’Abruzzo. E’ successo in passato che territori del nostro mezzogiorno abbiano avuto bisogno di aiuto e le regioni del nord Italia hanno sempre risposto con la massima solidarietà, mobilitandosi per inviare ogni tipo di supporto, economico o di volontari. Per la prima volta ci si è trovati a parti inverse. Si dice che l’amico si veda nei momenti del bisogno. Vediamo chi si è rivelato un amico delle regioni del nord massacrate dal Covid-19. 

Il MURO del Sud contro il Nord: la riconoscenza non è di questo Paese

#1 La risposta ai primi contagi: “Vergogna, statevene a casa”

Appena ricevute le notizie dei focolai nelle regioni del Nord, a Codogno in Lombardia e Vo’ Euganeo in Veneto, si sono iniziati a registrare diversi episodi incresciosi di regioni del sud nei confronti di cittadini settentrionali trattati come appestati: come il caso di Ischia dove il Sindaco ha aveva introdotto un’ordinanza per vietare lo sbarco dei lombardi, poi bloccata dal prefetto, e gli insulti rivolti sull’isola verso un pullman proveniente dal Veneto:Ci avete chiamati per anni terroni e ora venite qui a fare le vacanze. Vergogna, statevene a casa.” Inoltre dopo le misure stringenti decise dal primo DCPM dell’8 marzo che istituiva la zona “arancione” per tutto il settentrione, regioni e singoli comuni del Sud Italia si sono subito mosse in autonomia per bloccare e mettere in isolamento chi proveniva da quelle zone del Paese.

La prima regione ad alzare i muri è stata la Calabria che in base ad un’ordinanza della sua governatrice Jole Santelli ha deciso di blindare rigorosamente i propri confini, il cui scopo principale era quello di evitare un nuovo esodo di corregionali dal Nord al Sud, con quarantena per chiunque fosse entrato

I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

De Luca, presidente campano, ha stabilito l’obbligo per chi arrivava dalla Lombardia o altre zone rosse di mettersi in quarantena. E c’è anche l’obbligo dei “per i concessionari di trasporto aereo, ferroviario e autostradale di acquisire e mettere a disposizione delle forze dell’ordine e dell’unità di crisi regionale, dei Comuni e delle Asl i nominativi dei viaggiatori“. A Salerno il sindaco ha fatto sottoporre i passeggeri di bus e treni provenienti dal nord all’identificazione. Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia e Sicilia hanno fatto altrettanto.

Tutte iniziative che potrebbero essere comprensibili. Forse meno comprensibile che non si sia registrato da quegli stessi che hanno alzato dei muri nessun gesto di solidarietà o di supporto, economico o morale verso i loro connazionali del nord. 

#2 La fuga dal nord “infetto” di molti studenti e lavoratori di origine meridionale

La bozza del decreto uscita nella notte del 7 marzo che anticipava il lockdown su tutto il territorio ha indotto molti cittadini di origine meridionale, domiciliati o residenti per lavoro in Lombardia, la regione più colpita dal virus, a una fuga di massa. Le immagini della stazione di Milano presa d’assalto hanno fatto il giro del mondo, con treni alta velocità, intercity e regionali stipati di gente. Un comportamento che, oltre a creare un potenziale pericolo di diffusione del contagio nelle loro terra di origine, è stato visto da molti di quelli che sono rimasti a Milano e in Lombardia un gesto vile e di scarsa riconoscenza nei confronti di quella comunità che li accolti nella loro esigenza di studiare e lavorare.

Fonte: agi.it

3. Dallo Stato più aiuti per il sud che per le aree più colpite e il gesto di solidarietà che è arrivato solo da nazioni straniere

Il 29 marzo il Governo, per conto della Protezione Civile, ha emanato un’ordinanza per destinare risorse per misure urgenti di solidarietà alimentare verso le famiglie più bisognose. La somma totale di 400 milioni di euro è servita ai Comuni per donare buoni spesa alle fasce della popolazione più indigenti: il parametro per la distribuzione dei fondi è stato determinato per l’80% in base alla popolazione e per il restante 20% in base all’indice di povertà di ogni comune, secondo la regola del bilanciamento tra reddito pro capite e numero di abitanti.

Questo metodo di calcolo ha visto quindi favorire comuni meno colpiti dall’emergenza sanitaria, in termini di contagi e decessi, rispetto a quelli più colpiti. Il risultato è che si sono verificate alcune disparità di trattamento visto il differente grado emergenziale: – Alzano Lombardo tra i comuni più colpiti dal virus con 13.655 abitanti ha ricevuto 72.392 euro mentre Bellizzi (SA) con 13.546 abitanti ne ha ricevuti quasi il doppio, 125.446 euro.
– *Nembro (refuso corretto) con 11.526 abitanti ha ottenuto 63.992 euro, mentre S. Maria La carità (NA) con 11.711 abitanti ne ha ricevuti 118.042 euro
Milano, la città in Europa più colpita dal virus insieme a Madrid, con 1.4 milioni di abitanti ha ricevuto meno di Napoli che di abitanti ne ha 959 mila e che al tempo in cui si scrive è a contagi zero: 7,2 milioni di euro del capoluogo lombardo contro i 7,6 della città partenopea.

Fonte: Fondazione Ifel

Si potrebbe forse discutere sulla procedura di riparto, ma non è questa l’occasione. Ci sarebbe da riflettere invece sull’opportunità data ai Comuni del sud Italia che più hanno ricevuto e che forse avrebbero potuto rinunciare in parte alle somme loro destinate, con un gesto di solidarietà, per dirottare ai comuni più colpiti come Codogno, Nembro, Alzano Lombardo e Vo’ Euganeo. Un bel gesto di solidarietà che però non è arrivato.

E dire che invece altre nazioni, colpite anch’esse in misura non grande dal virus, pur in condizioni economiche non floride non hanno fatto mancare il loro sostegno alle regioni del Nord Italia come Albania, Polonia, Romania, Tunisia, Ucraina, che con forme diverse di supporto hanno fatto sentire la loro vicinanza.

Toccante il discorso del Presidente dell’Albania Rama che nell’occasione dell’invio di 30 medici e infermieri in Italia per aiutare a combattere il virus, arrivato già nella sua Nazione colpita mesi fa da un devastante terremoto, ricordando che “gli albanesi non dimenticano chi li ha aiutati” ha detto “È vero che tutti sono rinchiusi dentro le loro frontiere, anche Paesi ricchissimi hanno girato la schiena agli altri, ma forse perché non siamo ricchi ma neanche privi di memoria, non ci possiamo permettere di non dimostrare all’Italia che gli albanesi e l’Albania non abbandonano mai l’amico in difficoltà“.

Un tipo di discorso che al nord molti avrebbero apprezzato se fosse stato fatto da uno dei governatori delle regioni del sud. 

4. Verso la riapertura? Sì, ma senza le regioni del nord più colpite (con minaccia di chiudere i confini)

Nei giorni in cui il governo sta valutando la riapertura del Paese, anche in questo caso non si è fatta attendere la premura di alcuni politici meridionali verso le zone più colpite. Premura per le vittime, le loro famiglie o per gli ospedali in difficoltà? No: premura affinché il governo eviti di riaprire anche loro. Preoccupati solo dell’ipotetico rischio di contagio da cittadini infetti del nord, i governatori di Campania e di Calabria hanno minacciato il governo che in caso di riapertura totale avrebbero chiuso i confini delle loro regioni a chi proviene da Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia.

L’unica voce che ha espresso umanità è arrivata da altrove. Il sindaco di Riccione di fronte a questo atteggiamento ha invece dichiarato che la sua città rimane aperta per i turisti provenienti dalle regioni “che hanno fatto grande il suo turismo“.

Fonte: Il Grande Sud

# Nessuna polemica, ma solo alcune domande

Le polemiche in una situazione di così grave emergenza sanitaria ed economica sarebbe controproducenti, per questo siamo qui a chiedere delle risposte ad alcune nostre domande. Visto che:

  • quando ci sono disgrazie naturali come terremoti e alluvioni nelle regioni del sud, i cittadini e le istituzioni del nord si mobilitano con uomini e risorse per prestare soccorso,
  • quando si chiede di aiutare economicamente il mezzogiorno, da sempre in disavanzo, le regioni del nord non si rifiutano di bloccare i trasferimenti del proprio gettito allo stato che andrà redistribuito maggiormente a quei territori,
  • nessuna regione del nord si è mai sognata di alzare muri per impedire l’arrivo di emigranti di qualsiasi parte d’Italia, dando dimostrazione di accoglienza, certificata anche dal più alto numero di volontari di tutto il Paese,
  • il Veneto, la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Piemonte garantiscono le cure migliori nei propri ospedali ai numerosi emigranti della salute provenienti dal Sud Italia,

Visto tutto questo, perché il Sud nella prima occasione della storia in cui è il Nord a trovarsi in difficoltà, non sente il dovere morale di esprimere una solidarietà e un supporto come hanno dimostrato altri Paesi anche poveri come l’Albania, la Tunisia o l’Ucraina?

FABIO MARCOMIN

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

🍾 ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 


Articolo precedente🔴 Dati 20 aprile. Lombardia: il numero più basso di nuovi contagi nel lockdown. Stabili i morti (163). Ancora in crescita i contagi a Milano
Articolo successivo🔴 Dati 21 aprile. Lombardia: tornano ad aumentare contagi e decessi. Nuovo allarme a Milano (nuovo picco)
Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

8 COMMENTI

  1. Purtroppo è questo tipo di pensiero, retorico e scontato, proposto ai più attraverso lo sconfinato mondo web, che si crea discordia, diseguaglianza e divisione tra persone che si devono, in questo momento ancor più, sentire cittadini e parte di un unica nazione.

  2. È Strano che ti dimentichi degli infermieri e medici del sud che sono venuti al nord a curare i malati covid, degli ospedali del sud che si sono presi in carico malato della bergamasca….. Qui gli unici da incolpare e da mettere in galera sono i governatori di Lombardia (dove vivo e sono nato) e Piemonte (leghisti) che hanno avuto talmente a cuore il proprio “popolo” (purtroppo bue in questo caso) che ne hanno fatto morire, DELIBERATAMENTE, qualche migliaio. Ma non ti preoccupare che ci ricorderemo anche di persone come te che la butta sempre con sta divisione nord sud.

  3. Sonosono un meridionale e mi sono sentito in dovere di dare anche il mio contributo, prima di farlo ho riflettuto potevo farlo alla protezione civile, ma ragionando lo fatto direttamente a Regione Lombardia per evitare che fosse sprecato.
    Questo per affermare che approvo pienamente quanto ho letto, e quanta poca fiducia ho dei miei concittadini meridionali.
    Peccato è una grande occasione per dimostrare che siamo una vera comunità solidale dovremmo essere uniti come come una famiglia dove i sacrifici si fanno per il bene di tutti.
    Ma c’è solo egoismo e ognuno pensa per sé, sempre presenti quando c’è da chiedere, al contrario si girano le spalle. Posso comprendere la povera gente che è pur generosa ma non capisco le gli enti locali, ingordi, spreco, sciuponi che non si accontentano mai.
    La cosa che mi da più fastidio di tutto e la politica, che anche in un momento così devastante fanno del tutto per discreditare l’operato della lombardia, ci saranno sicuramente degli errori ma sono comprensibili nessuno sapeva quello che sarebbe successoe poi non è il momento di indebolire, la sanità con inchieste giudiziarie, e una politica vergognosa.

  4. Forse, un’analisi più attenta, le avrebbe permesso di capire che l’unico modo per bloccare il virus, era quello di bloccare gli spostamenti tra il nord, zona più colpita, ed il Sud. Ed in effetti, oggi si è visto che i governatori avevano pienamente ragione.
    Forse, un’analisi più oggettiva, le avrebbe permesso di comprendere come questi fantomatico aiuti di cui parla lei, riguardo le alluvioni ed i terremoti, non sono mai arrivati, e che le popolazioni meridionali si sono sbracciate, termine in uso al nord, ma sempre applicato dai meridionali.
    Forse, se avesse fatto un’analisi più attenta, avrebbe scoperto che i meridionali che vengono a curarsi al nord, lo fanno perché lo stato ha investito risorse per la sanità, esclusivamente al nord, penalizzando la sanità meridionale, e pertanto, è quasi un obbligo spostarsi dal Sud al nord. Peraltro, le farei notare che tutti i servizi sanitari, sono spropositamente pagati dalle regioni di provenienza.
    Forse, se avesse fatto una analisi più attenta, saprebbe che i 400 milioni stanziati dal governo, per le fasce deboli, sono stati dati in base al reddito, che al Meridione, proprio per la mancanza di investimenti, ed il continuo esproprio di risorse, è più basso.
    Forse, ci vorrebbe una maggiore onestà intellettuale nel raccontare i fatti, e fare analisi veramente attente e puntuali. E lasciare stare da parte la banalità e l’ovvietà, che sono servite soltanto a screditare il Sud
    Franco Calderone

  5. Purtroppo il vero male del nostro paese sono gli articoli come questo, a mio parere volutamente faziosi.
    Il popolo meridionale è noto in tutto il mondo per la sua accoglienza e generosità.
    Purtroppo il fatto che esista il citato “pendolarismo sanitario” è di per sé sintomatico del fatto che la sanità al sud sia stata dai nostri governanti talmente trascurata ed inesistente da obbligare i meridionali a curarsi a migliaia di chilometri dai propri cari.
    Chi avrebbe mai, per sua scelta, un desiderio del genere??
    Aiutare gli altri, in questo caso, significa inviare medici (come hanno fatto Tunisia ed Albania), non accogliere nel proprio territorio chiunque, in modo indiscriminato, generando un potenziale suicidio di massa.
    Ci fossero 5000 necessità di terapia intensiva al sud, la gente morirebbe per strada.
    Prima di scrivere articoli come questo, bisognerebbe accertarsi di avere un po’ di coscienza.

  6. Se fosse capitato al Sud quelli del Nord avrebbero fatto di peggio!
    Non dimenticate mai i cartelli “non si fitta a meridionali” nel periodo in cui i meridionali arricchivano con il loro lavoro le industrie del Nord!

  7. Il suo articolo e’ Fazioso e, nasconde un filo di razzismo, i viaggi della speranza del popolo del sud c/o qualsivoglia struttura del nord ,viene ben pagata, non ci viene regalato nulla, egregio giornalista .
    Volersi tutelare da contagi non credo sia una forma di chiusura verso il popolo del nord anzi a tal proposito se il nord avesse avuto rispetto del sud non avrebbe permesso migliaia di partenze ,basta pensare che qui in Sicilia abbiamo avuto 250.000 di arrivi di cui 30.000 dalla Lombardia, pertanto, smettiamola con questa divisione sterile e di cattivo gusto,oppure il sud e’ solo solidale quando c’e’ da prendere in materia elettorale e di finanziamenti pubblici con il trasferimento momentaneo di aziende del nord per poi delocalizzare le aziende nuovamente c/o la sede centrale.Il Sud da nella misura delle possibilita’, e quando diamo lo facciamo con tutto il cuore senza chiedere nulla in cambio.La mia terra e’ stata orgogliosa di aver contribuito alla guarigione di amici bergamaschi e lo saremo sempre ad offrire il nostro aiuto,abbiamo dimostrato di non essere Inferiori a nessuno, contrariamente alla dichiarazione di qualche anziano in cerca ancora di visibilita’.
    Noi del sud non abbiamo alzato nessun muro e laddove ci e’ stato chiesto, abbiamo aperto le braccia ad accogliere. La prossima volta si informi meglio chi e’ la gente del sud. Concludendo, auguro agli amici delle zone rosse del nord, una pronta guarigione .W l’Italia da Nord al Sud….e lei egregio giornalista,Si Vergogni!!!

  8. Il solito articolo razzista! Ciò che veramente mi fa pensare è come una persona laureata come Lei possa rincorrere ancora questo tipo di stereotipo, vomitando un articolo così povero di contenuti. Se Lei rappresenta la classe intellettuale di questo Paese, allora siamo messi davvero bene… Il Nord non è migliore del Sud ed il Sud non è migliore del Nord! La verità è che l’Italia non funziona nella sua interezza, soprattutto se paragonata a Paesi come il civilissimo Giappone. Le consiglio di prendere lezione di umiltà e di ricercare la verità (magari con un bel viaggio spirituale) e di smetterla di scrivere sempre la solita solfa sui Meridionali. Sinceramente lo trovo un argomento vecchio, logoro ed abusato.

La sezione commenti è chiusa.