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Le 30 CONTRADE di Milano

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Le 30 contrade di Milano
Le 30 contrade di Milano

Non solo Siena. Anche Milano aveva le sue contrade. C’era la Contrada dell’Agnello (nei pressi di via dell’Agnello), la contrada dei Rostri, la contrada Capitana (Porta Nuova), la contrada della Lupa, come attesta la testina di lupa sul palazzo d’angolo tra via Torino e via Lupetta. Nel Sestiere di Porta Romana c’erano la Contrada della Cicogna e quella delle Capre. Altre contrade dai nomi evocativi erano quella del Torchio, della Piscina e della Mazza.

In totale la Milano del Rinascimento era divisa in 30 contrade e 6 Porte o sestieri.

Le 30 CONTRADE di Milano

# Le contrade più importanti a livello storico, economico e sociale

Le 30 contrade di Milano
Le 30 contrade di Milano

Le sei contrade caratterizzate dal titolo “nobile, ovvero le più importanti contrade di Milano, da un punto di vista storico, economico e sociale erano: la Nobile Contrada del Cordusio, la Nobile Contrada della Cicogna, la Nobile Contrada di Sant’Ambrogio, la Nobile Contrada della Rosa, la Nobile Contrada delle Farine, la Nobile Contrada dei Bossi. Confinavano con la Contrada dei Rostri, formando una fascia circolare intorno ai suoi confini, e questo consentiva loro di essere le uniche a fregiarsi del titolo “nobile” vista anche la loro posizione centrale rispetto all’abitato di Milano. Ci poteva essere solo una contrada nobile nei sestieri e per questo ce n’erano solo 6.

La Contrada dei Rostri invece che era al centro di Milano, circondata dalle Contrade Nobili, era chiamata la Capitana di Milano per il fatto che all’interno dei suoi confini c’era il municipio della città, il Palazzo della Ragione, al cui interno era custodito il gonfalone municipale di Milano, senza contare il Carroccio: un simbolo molto importante per la Milano medievale.

# La scomparsa e l’oblio nel ‘700

Esaurita la loro funzione militare e sociale, per le contrade di Milano iniziò un progressivo fenomeno di oblio che portò alla loro scomparsa ufficialmente dalle mappe di Milano nel 1889 in occasione dell’approvazione del primo piano regolatore della città di Milano, il Piano Beruto. Dal Settecento il termine “contrada” iniziò a indicare, anche nella toponomastica ufficiale, le strade invece dei rioni. Infini dal XIX secolo, le strade iniziarono a essere a prendere il titolo di vie: via Monte Napoleone è un esempio di questo cambiamento, infatti fino al Settecento era conosciuta come contrada di Sant’Andrea.

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.    

Il Governo inizia a stanziare il Recovery Fund europeo: MENO TASSE al SUD

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Credits: corriere.it - Guarnieri e Conte

La promessa è stata mantenuta. Dopo la campagna mediatica e politica incentrata su indirizzare i fondi del Recovery Fund nel Sud Italia, arriva il primo provvedimento. Anche se ancora i soldi dell’Europa non sono arrivati, il Governo stanzia sgravi contributivi per le aziende del Mezzogiorno, per un totale di 5 miliardi e 200 milioni di euro, che saranno ricoperti dai fondi del Recovery Fund. Lo prevede il decreto di agosto, ecco la misura.

Leggi anche: Giornali, Ministri e Conte uniti: “RECOVERY FUND: la priorità è il SUD”

Il Governo inizia a stanziare il Recovery Fund europeo: MENO TASSE al SUD

# Il decreto di agosto in dirittura di arrivo: iniziano gli aiuti al mezzogiorno

Sarà sotto forma di un pacchetto di incentivi, proposti dal Ministro per il Mezzogiorno Provenzano, la prima misura di aiuto nei confronti del sud. In sostanza chi assumerà nelle imprese del mezzogiorno avrà un consistente sgravio fiscale. Lo prevede il decreto di agosto atteso oggi in consiglio dei ministri, che stabilisce una decontribuzione del 30% per ciascuno dei 3,5 milioni di lavoratori attualmente assunti dalle imprese private nel Sud. Il provvedimento scatterà dal 1° ottobre al 31 dicembre e costerà, a valere sui 25 miliardi stanziati dallo scostamento di bilancio 1,2 miliardi, mentre saranno 4 miliardi nel 2021.

# Un anticipo degli aiuti che arriveranno con il Recovery Fund

Potranno beneficiare della misura tutte le aziende del Sud che a partire dal primo ottobre assumeranno con un contratto stabile o stabilizzeranno un precario. Nelle intenzioni dovrebbe essere una misura stabile e per i prossimi anni l’idea è di pescare dal Recovery plan dell’Unione europea, mentre i fondi del 2020 sono stati presi dal “bonus ristoranti” che non ci sarà più del decreto e che si sarebbe configurato in un rimborso al cliente del 20% sul conto, incentivo che si sarebbe dovuto allargare anche al settore dei mobili e dell’abbigliamento per tutte le attività del Paese Italia. 

# Perchè dirottare la maggior parte dei fondi al Sud è una scelta miope

Per una volta il governo ha mantenuto le promesse: la quota più consistente dei fondi per la ripresa del Paese andranno al Sud. Intanto arrivano gli sgravi fiscali, che andranno coperti con le risorse del Recovery Fund e poi si penserà al resto. Una scelta miope che non fa altro che proseguire la tradizione italica, da 50 anni a questa parte, di privilegiare un assistenzialismo nel mezzogiorno, che di fatto non ha prodotto mai nessun risultato. Tutto questo ha poco a che vedere con una visione strategica e unitaria di rilancio del Paese, ma piuttosto con ideologie vecchie e stantie basate sull’assistenzialismo che hanno reso il Sud sempre meno capace di responsabilizzarsi e soprattutto un terreno fertile per utilizzare voti come merce di scambio.

Leggi anche:
10 BUONI MOTIVI per non destinare al SUD la maggior parte del RECOVERY FUND
Il Ministro SPERANZA: la maggioranza del RECOVERY FUND deve finire AL MEZZOGIORNO
“I FONDI europei VADANO AL SUD” lo ha detto il ministro del mezzogiorno? No, IL MINISTRO PER LE AUTONOMIE
Giornali, Ministri e Conte uniti: “RECOVERY FUND: la priorità è il SUD”

Fonti: 
Corriere della Sera
La Repubblica

FABIO MARCOMIN

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🔴 Il CTS propose al GOVERNO di istituire ZONA ROSSA in VAL SERIANA. E Conte dichiarò ai magistrati: «Il verbale sulla zona rossa di Alzano e Nembro? Io non l’ho mai visto»

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Credits: secoloditalia.it - Governo Italiano

Il Comitato tecnico scientifico il 3 marzo, come riporta il verbale ufficiale, invitò il governo a istituire la “zona rossa” anche a Nembro e Alzano Lombardo, due comuni della Val Seriana, cuore produttivo della provincia di Bergamo, provincia di Bergamo nei quali si stava registrando una preoccupante crescita di nuovi casi positivi. E Conte dichiarò ai magistrati: «Il verbale sulla zona rossa di Alzano e Nembro? Io non l’ho mai visto»

Pubblichiamo estratti articolo di Isaia Invernizzi per “L’eco di Bergamo” – Mancata zona rossa, ecco il verbale «Alto rischio a Nembro e Alzano»

🔴 Il CTS propose al GOVERNO di istituire ZONA ROSSA in VAL SERIANA. E Conte dichiarò ai magistrati: «Il verbale sulla zona rossa di Alzano e Nembro? Io non l’ho mai visto»

# Il testo del verbale: “Il Comitato propone di adottare stesse misure restrittive degli altri comuni della zona rossa

Le righe che inchiodano il governo: “Il Comitato propone di adottare le opportune misure restrittive già adottate nei comuni della zona rossa anche in questi due comuni, al fine di limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue“. I due comuni di cui si parla sono Alzano Lombardo e Nembro e questo è il passaggio decisivo del verbale ufficiale numero 16 redatto martedì 3 marzo 2020 al termine della riunione del comitato tecnico scientifico nazionale. È un invito inequivocabile rivolto al governo, chiamato ad adottare provvedimenti più restrittivi a causa della netta crescita di contagi comunicata da Regione Lombardia all’Istituto superiore di sanità. Un invito che è rimasto inascoltato.

# Il consiglio del CTS e i militari rispediti indietro

Nelle motivazioni del CTS si spiegava perchè fosse necessario imporre le stesse misure restrittive già imposte a Vo’ Euganeo e ai comuni del lodigiano: “I due comuni si trovano in stretta prossimità di Bergamo e hanno una popolazione rispettivamente di 13.639 e 11.522 abitanti. Ciascuno dei due paesi ha fatto registrare attualmente oltre 20 casi, con molta probabilità ascrivibili ad un’unica catena di trasmissione. Ne risulta, pertanto, che l’R0 è sicuramente superiore a 1, il che costituisce un indicatore di altro rischio di ulteriore diffusione del contagio“. In effetti due giorni il verbale, il 5 marzo, e in seguito a successivi colloqui tra il presidente lombardo Fontana, l’Iss, il CTS e il governo, erano stati inviati 250 uomini delle forze ordine messi a disposizione per “sigillare” i due comuni bergamaschi. Poco dopo ci fu il dietrofront e la Val Seriana non divenne mai zona rossa.

# I rimpalli di responsabilità tra Governo e Regione. E Conte disse ai magistrati: «Il verbale sulla zona rossa di Alzano e Nembro? Io non l’ho mai visto»

Si è discusso molto dopo che Alzano Lombardo e Nembro erano diventati i focolai più pericolosi d’Italia, con la più massiccia diffusione del virus e il più alto numero di decessi in rapporto alla popolazione del nostro Paese, con rimpalli di responsabilità tra Governo e Regione. Il primo sosteneva che la Regione avrebbe potuto decidere in autonomia, come fatto successivamente dal presidente Bonaccini dell’Emilia Romagna con il comune di Medicina, la seconda invece che il Governo aveva già schierato tutti le forze di polizia e che si aspettava quindi che i due comuni venissero chiusi nelle ore successive. Di chi è quindi la responsabilità? In base al verbale emerso sembrano non esserci dubbi sul fatto che questa debba ricadere in toto sull’esecutivo del premier Conte.

Premier che, come ricorda oggi il Corriere della Sera, ai magistrati che indagavano sulla mancata zona rossa dichiarò: «Il verbale sulla zona rossa
di Alzano e Nembro? Io non l’ho mai visto»

Leggi anche: Covid-19: tutti gli scontri Governo-Regione. Chi ha RAGIONE?

Fonte: L’Eco di Bergamo

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🔴 “Il Governo renda PUBBLICO il resto dei verbali del Comitato Tecnico Scientifico”

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Se il governo Conte non renderà pubblico il resto degli verbali del Comitato tecnico scientifico, “valuteremo se fare un’altra richiesta di accesso civico“. Lo afferma all’AGI l’avvocato Rocco Mauro Todero che, insieme ai colleghi Andrea Pruiti Ciarello e Enzo Palumbo, per conto della Fondazione Einaudi, hanno ottenuto dopo quasi quattro mesi la desecretazione dei primi documenti. “Noi – racconta Todero – andavamo leggendo i vari decreti, da fine febbraio, che ci imponevano restrizioni a libertà fondamentali. Senza pregiudizio ideologico, ci siamo chiesti quali fossero le motivazioni scientifiche alla base delle misure. I Dpcm citavano a fondamento i verbali del comitato scientifico, ma questi non erano riportati nè allegati”. 

A fronte di oltre tre migliaia di pagine di verbali il Governo ha infatti reso pubbliche solo alcune centinaia sono state rese pubbliche.

Fonte: AGI

Leggi anche: Il GOVERNO svela SOLO 5 DOCUMENTI del CTS: mancano circa 3.000 pagine. Che fine hanno fatto?

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ARENE, DRIVE-IN, CINE MOBILE e MARE: i film sotto le stelle di Milano

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Credtis: IG Fabrizio Cappelloni - Drive in Milano

Cinema sotto le stelle a Milano durante l’estate 2020. Parchi, piazze, cortili dei centri culturali stanno rivivendo la magia del cinema regalando la possibilità di godere delle migliori pellicole della stagione, così come grandi classici del passato, rassegne d’eccezione e qualche anteprima.

Leggi anche: A MILANO riaprono i CINEMA ALL’APERTO: quali sono e i primi film in calendario

ARENE, DRIVE-IN, CINE MOBILE e MARE: i film sotto le stelle di Milano

# Il Cinemobile Summer Tour 2020

Credits: integrationmag.it – Cinemobile

Tra gli appuntamenti più interessanti, ricordiamo il CineMobile Summer Tour 2020. Il mitico camioncino Cinemobile Fiat 618 del 1936, che negli anni 30 attraversava tutta l’Italia, perfettamente restaurato dalla Regione Lombardia e custodito presso il MIC, il Museo interattivo del cinema, trasformerà il Lido Milano Live in Piazzale Lotto, 15, in una sala cinematografica all’aperto offrendo proiezioni nel pieno rispetto delle norme sulla sicurezza.

# Il cinema all’aperto di Anteo in 3 location suggestive

Credits: milanoevents.it – Cinema all’aperto Palazzo Reale

Anche la grande ripartenza del cinema Anteo è cominciata con le arene estive che sono situate in 3 location: 2 schermi sono posizionati al Chiostro dell’Incoronata in Via Milazzo 9 presso Anteo Spazio Cinema, 1 schermo si trova nella sede storica Arianteo Palazzo Reale in Piazza del Duomo 12, e poi c’è la novità assoluta di quest’anno Arianteo Triennale in Viale Alemagna 6. Altra divertente novità è la collaborazione di Anteo con Zelig Media Company. Una volta a settimana, prima della proiezione del film in programma, in ciascuna arena ci sarà uno spettacolo di cabaret in compagnia degli artisti di Zelig.

 

# In spiaggia al Mare Culturale Urbano

Mare Culturale Urbano

L’arena estiva di cinema all’aperto in cuffia di mare culturale urbano torna invece nella piazza di Cenni di Cambiamento per tutta l’estate con la sua rassegna “Il Lungomare di Milano” e una selezione dei migliori titoli in collaborazione con Anteo Palazzo del cinema.

 

# Il Mega Drive-In al Parco Nord

Per gli amanti del cinema non poteva poi mancare il Drive-in Meneghino, in via Senigallia 18, nelle vicinanze di parco Nord. Come nella più classica tradizione, all’interno di Drive-in Milano si accede a bordo della propria auto, oppure in bicicletta a cui sono riservate le prime file. Con distanziamento assicurato e il completo rispetto delle normative sanitarie, gli spettatori possono così godersi i film grazie ad un impianto maxi ledwall di oltre 200 mq. E’ disponibile anche un servizio food che prevede la consegna del cibo direttamente in auto mentre si guarda comodamente il film.

 

Leggi anche: Un MEGA DRIVE-IN al Parco Nord: la storia del cinema sotto le stelle

VALENTINA PETRACCA

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Il GOVERNO svela SOLO 5 DOCUMENTI del CTS: mancano circa 3.000 pagine. Che fine hanno fatto?

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Dopo settimane di attesa tra richieste, ricorsi, sentenze del TAR e impugnazioni che avevano visto protagonisti la Fondazione Luigi Einuadi e il Governo, ieri sera è arrivato l’annuncio a sorpresa: lo svelamento da parte del Governo dei verbali del Comitato Tecnico Scientifico, con i quali sono state prese le decisioni sulla gestione dell’emergenza della pandemia. 

Oggi però la doccia fredda: a fronte di oltre tre migliaia di pagine di verbali solo alcune centinaia sono state rese pubbliche, senza neppure rispettare un ordine o un criterio cronologico. Su alcuni media e sul web si infiamma la protesta: “questa non è trasparenza, è una presa in giro”.

Leggi anche: 🔴 Breaking News. Tolto il SEGRETO sui verbali del Comitato tecnico scientifico: nelle prossime ore saranno resi pubblici

Il GOVERNO svela SOLO 5 DOCUMENTI del CTS: mancano circa 3.000 pagine. Che fine hanno fatto?

# Solo 5 verbali per totale di 200 pagine, a fronte di 3.000, sono stati rese pubblici

Dopo le richieste degli avvocati della Fondazione Einaudi sono stati resi pubblici i verbali del CTS. Si tratta di 5 verbali per oltre poco più di 200 pagine. La prima cosa che emerge è che mancano dei verbali, oltre a esserne stati pubblicati solo 5, gli stessi non sono in ordine sequenziali, nello specifico i numeri 12, 14, 21, 39 e 49 e non si sa dove siano gli altri. Si parla di quasi 3.000 pagine mancanti. 

Alcuni dei verbali resi pubblici risultano inoltre incompleti. Tra le informazioni più significative sono assenti le valutazioni relative sulla zona rossa mancata in Val Seriana. In particolare mancano i verbali delle prime 11 riunioni, tra cui quelle tra il 22 e il 27 di gennaio, quando non si sa bene perché l’ordine di testare tutte le polmoniti virali anomale si trasformò nell’ordine di testare solo quelle di chi proveniva dalla Cina. Mancano poi i verbali del periodo tra l’1 e il 7 marzo, i giorni in cui si decise di non fare la zona rossa ad Alzano e Nembro, fatto su cui sta indagando la magistratura perchè avrebbe causato centinaia di vittime altrimenti evitabili. 

# La “falsa notizia” della divergenza tra CTS e Lockdown sulle aree in cui applicarlo 

Molti giornali stanno rimarcando che mancano anche i verbali dell’8 e del 9 marzo, quelli in cui si decise il lockdown di tutta l’Italia, ma che curiosamente c’è quello del 7, in cui il CTS suggeriva chiusure parziali e differenziate. In realtà quel giorno c’era stato pieno accordo tra Governo e CTS, in quanto l’esecutivo aveva in tale data deciso inizialmente di istituire le zone arancioni in Lombardia e in altre 14 province il 7 marzo, come tra l’altro indicato nel documento del TS desecretato. Mancando i rapporti dei giorni successivi non si può pertanto capire chi è responsabile della scelta di estendere il lockdown in modo generalizzato all’intero Paese, decisione attuata il 9 Marzo.

# La notizia più grave è l’assenza di trasparenza. Quando verranno pubblicati gli altri verbali?

Ma la vera questione è: che senso ha mettere a disposizione in maniera del tutto casuale solo 5 verbali, dopo aver detto che si sarebbero resi pubblici tutti?  Cosa hanno gli altri di così compromettente da nascondere? Avendo il CTS svolto una funzione di pubblico interesse, verranno resi pubblici tutti i loro atti durante l’emergenza? E se sì, quando il governo decidere deciderà di fare apprendere ai cittadini quanto venne deciso e perchè?

Fonte: dagospia e affaritaliani

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L’identità

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Trascrizione integrale del video del Direttore Andrea Zoppolato “I mercoledì di FILOSOFIA POLITICA con Milano città stato: L’IDENTITA’”

“I mercoledì di filosofia politica di milano città stato. Dopo aver parlato di autonomia e responsabilità oggi parliamo di un altro valore fondamentale per il progetto di Milano città stato: l’identità. L’identità non è semplicemente importante dal punto di vista di un progetto amministrativo, ma è anche il nocciolo base per quanto riguarda il tema della persona, che a nostro avviso deve essere sempre messo insieme rispetto al progetto.”

Leggi anche: 
Lezione di autonomia
La Responsabilità: perché così fondamentale

L’identità – Il mercoledì di filosofia politica

#1 Significato di identità: uguale a, idem

“Allora che cosa significa identità, soprattutto come la intendiamo? Perché l’identità è un concetto che è visto in tantissimi modi da tantissime scuole filosofiche. Noi la intendiamo in modo radicale, cioè partiamo proprio dall’etimologia. Identità che cosa vuol dire? Identità viene da idem, cioè deriva da una parola latina che significa “uguale a”, si dice ancora: idem significa uguale. Tra l’altro è un concetto che riprende una parola greca che è “tautótes” che significa appunto identità, però nel suo significato originale cos’è il “tautótes”? E’ il calco. Dato un qualcosa, un oggetto, si fa il calco, cioè si replica quell’oggetto. Quindi identità significa “uguaglianza a”,  teoricamente “uguaglianza a se stesso”. Ma il vero tema su cui hanno dibattuto tutti i filosofi, e ancora è aperto, è questo “se stesso”: cioè uguaglianza a che cosa? Su questo “se stesso” si apre un mondo. Ad esempio, faccio riferimento a qualche anno fa, il più grande bestseller del mercato tedesco era “Wer bin ich?”, chi sono io?, un saggio in cui si cercava di investigare chi siamo noi, perché su questo nessuno o pochi sono d’accordo. Quindi il tema è “l’uguaglianza a che cosa”? Anche Amleto si chiedeva “essere o non essere?”, cioè alla fine la risposta all’identità è alla radicalità di tutto il pensiero filosofico.”

“Prima di affrontare quindi cosa vuol dire l’identità applicata all’essere umano e poi a una città, vorrei prendere una metafora che è molto semplice per capire  il legame fra l’identità e l’azione storica. Se prendiamo un albero, ad esempio, l’albero nasce dal seme, non esiste un albero senza il seme, e qua credo che siamo tutti d’accordo. Però una volta che nasce l’albero il seme non c’è più. Però anche se non c’è questo seme l’albero dipende comunque sempre dal seme, inteso come progetto, nel senso che se impiantiamo un seme di pesco nascerà un pesco, non può nascere un melo. Quindi è come se questa cosa invisibile in qualche modo entra in azione storica, con la terra e col sole…Sparisce, diventa invisibile però rimane: cioè alla fine dal seme di pesco nasce l’albero di pesco che rimane sempre fedele alla sua identità, che era il seme inteso come progetto. Quindi identità se la vediamo dal punto di vista dell’albero è un’uguaglianza al progetto originario, in azione storica.” 

#2 Essere Umano (Parmenide, Eraclito, Platone, Aristotele)

Passiamo all’essere umano. Per capire cosa si intende questo “uguaglianza a” prendo alcuni filosofi che secondo me sono i filosofi base per quanto riguarda l’identità, almeno a mio avviso, visto che noi diciamo sempre che Milano Città stato si ricollega a una visione filosofica e del pensiero classica, un’epoca classica che era Aristotele, presocratici etc…

Tornando a loro, i quattro pensatori, a cui poi se ne aggiunge uno nel novecento, che secondo me sono quelli a mio avviso di riferimento, su questo modo di intendere l’identità della persona sono: il primo è Parmenide che un po’ era il totem del pensiero prima che arrivasse Aristotele, era il punto riferimento. Parmenide è noto per la frase essenziale “l’essere è, il non essere non è”. Secondo Parmenide l’identità è l’uguaglianza all’essere, quindi qualcosa di immutabile. Dall’altro lato, apparentemente in contraddizione, metto Eraclito. Eraclito sosteneva che l’essere, cioè noi, siamo sempre in divenire. Quindi nel momento in cui dico “io”, sono già superato. In realtà non esiste l’essere immutabile bensì un continuo divenire come se l’essere nascesse e morisse in ogni momento, in ogni istante. Questi sono i due concetti dell’identità: essere qualcosa di immutabile, però siamo anche in divenire. Un altro che si riallaccia sempre a Parmenide, è Platone. Platone diceva sostanzialmente che è vero che siamo in divenire, però l’identità cos’è? L’identità, che tra l’altro ha anche la radice eidos, cioè idea, lui diceva sostanzialmente che l’identità è quel qualcosa di immutabile che viene prima, un po’ come il seme per l’albero, che appartiene al mondo delle idee, cioè c’è un’idea di cavallo prima del cavallo, lui la chiamava l’idea prima del seme. Anche per ogni essere umano si appartiene a un’idea che era prima di lui, che è immutabile nel divenire storico. Forse il filosofo più preciso che infatti ha forgiato un po’ il concetto dell’identità fino almeno all’illuminismo fu Aristotele. Aristotele è stato il primo a identificare sostanzialmente l’identità come due concetti, due modi di intenderla sull’essere umano. 

#3 Identità: unità di azione e unità di essere molteplice

La prima: l’identità è la coerenza all’essenza in azione storica. Sostanzialmente l’identità la definiva come unità d’azione, cioè diceva che è questa unità di azione che aderisce alla sostanza, all’essenza, essenza che però è anche al tempo stesso progetto di unità di azione, attraverso un metabolismo della realtà, cioè di azione storica. Quindi l’identità è esattamente come per l’albero, il seme, l’uguaglianza al progetto originario che però evolve in azione storica. Per cui lo stesso seme impiantato in due ambiti differenti dà vita a due alberi della stessa natura, ma con modalità di unità di azione differenti.

Ma l’altro aspetto che forse è quello più illuminante soprattutto in ottica politica, sappiamo che Aristotele si occupava molto del ruolo politico delle persone, era il discorso che l’identità è anche “unità di essere nel molteplice”. Aristotele diceva identità che per l’uomo significa consapevolezza, cioè non esiste identità scissa da un insieme più grande. Cioè l’identità di cellula non può precludere il fatto che la cellula, anche se ha un’identità di cellula, è anche parte di un organismo, parte dell’occhio, parte del corpo umano e così via. Tornando all’albero, lui ha una sua identità, ma è anche parte dell’identità del bosco e quindi per Aristotele è basilare, fondamentale, cioè non può esistere un’identità scissa dal molteplice. Quindi c’è un unità di azione interna e unità di azione con l’esterno, cioè come se l’identità e realtà, estremizzando, l’identità non avesse più confini. Ricapitolando, quindi, l’identità è sia unità di azione, che si può dire che è naturale, che esiste in azione storica, quindi c’è una forma, un’essenza che però evolve in azione storica per cui anche se lo stesso seme in azione storica può dar vita a cose differenti, perché è una risposta differente a momenti differenti, e dall’altra parte è appartenenza al molteplice.

Husserl che è l’unico che cito tra i filosofi moderni diceva sostanzialmente: questa essenza, questo modo, questa cosa che tra l’altro pervade il nostro corpo, perché quell’identità è anche quella cosa che unisce ogni singola cellula a tutte le altre. Così come armonizza tutte le attività, cioè l’occhio ha una sua identità però al tempo stesso appartiene a un identità più grande quindi appartiene a quella che Husserl diceva “l’intelligenza di natura”, cioè l’identità è l’intelligenza di natura in quella individuazione. Tra l’altro Husserl ha fatto anche un passo in più, cioè diceva quindi sostanzialmente, riprendendo Aristotele, l’identità è l’uguaglianza all’intelligenza di natura in azione storica che ognuno di noi ha. E’ l’essenza, è la parte di un insieme più grande che è la natura, un mondo più grande. Husserl, che poi natura, essere, essenza alla fine sono la stessa cosa, così come l’anima dal punto di vista filosofico, è anche esponente della fenomenologia, cioè diceva sostanzialmente qual è il criterio per vedere che una persona in un dato momento storico, in un istante è uguale a se stessa, è uguale al suo essere in quell’azione?

Husserl diceva che l’unico criterio di identificazione dell’essere nella fenomenologia è quello estetico: diceva che l’estetica è il vero criterio di natura, che non significa che la persona più bella è più identità, è più essere rispetto a quella meno bella. Bensì Husserl intendeva che la stessa persona, nel momento in cui incarna in quel momento, in quell’azione, la sua identità, raggiunge la massima espressione estetica di se stessa. Scusate se la strumentalizzo per questo contesto, prendiamo la Gioconda: c’è chi dice che l’eccezionalità e la straordinarietà della Gioconda è che Leonardo ha immortalato lo stato di grazia e di massima bellezza proprio per il suo essere donna, una donna che non era un modello di estetica secondo un’estetica rinascimentale. Leonardo ha fatto vedere come l’essere ti consente raggiunge la tua massima espressione estetica a prescindere dai canoni estetici del momento. Quindi a questo punto c’è il passaggio, così come l’albero è anche parte di un bosco, dall’essere umano, dal singolo, alla città.

#4 Città: identità in una visione “centralista”, identità in una visione “autonomista”

Diciamo che sulla base di questo ci sono due visioni d’identità, applicata alla città. La visione centralista qual è: la visione centralista dice l’identità è “uguaglianza a qualcosa di esterno”. Cioè la visione centralista non vede l’uguaglianza, è una conformità e quindi un azzeramento dell’identità, in quanto non è “uguaglianza a qualcosa che mi differenzia” bensì “uguaglianza e identità a qualcosa che mi conformizza”. Dati “x” territori, il riferimento sono standard esterni, a volte imposti ancora da enti ancora più esterni. Però diciamo che c’è un ente esterno che è l’ente centrale che appiana sostanzialmente, quello che vuole misurare è l’identità come “uguaglianza a qualcosa che può essere dal punto di vista individuale paragonato all’io cosciente, alla volontà che ti uniformizza”. Quindi questa è la visione di identità: qualcosa che non è esterno o estraneo a delle regole della consuetudine o a degli standard comuni.

Invece la visione autonomista cos’è? Dice che l’identità è, esattamente come quella classica, “l’uguaglianza al progetto, a quella che è la caratteristica originale di una città o di un territorio”. Una caratteristica distintiva che è data da due cose: dalle caratteristiche diciamo naturali, da questa intelligenza che ogni luogo può avere, quella che chiamavano i latini genius loci, insieme al metabolismo, cioè l’azione storica richiesta dal contesto. Quindi riprendendo Aristotele e Husserl. il concetto di autonomia, la presunzione di autonomia, dice che è questa identità che fa in modo che Milano risponda e debba rispondere con azioni differenti e modalità differenti rispetto a Venezia o Berlino o Bari. Questo modo di procedere per una distinzione, per una diversità propria, in realtà è essa stessa parte di un’intelligenza che ci fa essere parte di un molteplice: cioè non esiste per un autonomista l’idea della città come parte estranea, ma per forza così come il cittadino è, anche se agisce secondo un suo movente, parte di una comunità, la città appartiene a una comunità più grande e quindi sviluppando la sua identità, per definizione sviluppa in modo armonico l’identità di tutto l’insieme.

#5 Identità => autonomia => responsabilità

Quindi per chiudere il tema, l’identità è alla base dell’autonomia. Nel senso che non c’è identità senza autonomia, nel senso che autonomia significa un movente interiore. “Autonomous” significa sapere che una città come una persona ha comunque un suo movente interiore, che nasce da che cosa? Dalla sua identità, cioè dall’uguaglianza al suo essere e l’effetto di questo è la responsabilità, che significa dover rispondere. Rispondere però a che cosa? Dover rispondere al proprio essere in azione storica e al proprio essere parte di un molteplice. Quindi per questo l’identità è un valore fondamentale, il terzo punto di questi valori che stiamo utilizzando, che è la base di Milano città stato. Tra l’altro questi incontri che abbiamo virtualmente sono anche un’introduzione alla scuola politica che avverrà da Settembre in poi. La scuola di formazione politica a Milano città stato, all’autonomia.” 

Leggi anche: Scuola di formazione politica di Milano città stato 

ANDREA ZOPPOLATO

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10 COSE da fare GRATIS a Milano durante l’ESTATE 2020

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MAUA - Museo della realtà aumentata

Sono tante le cose da vedere a Milano senza mettere la mano al portafogli nell’estate 2020. Oltre alle mete più “classiche”, ci sono tante meraviglie meno comuni ma ugualmente suggestive. Scopriamole insieme.

10 COSE da fare GRATIS a Milano durante l’ESTATE 2020

# 1 La Pinacoteca di Brera dove ammirare Mantegna, Raffaello e Hayez

Pinacoteca di Brera

La Pinacoteca offre l’ingresso gratuito ai suoi visitatori per tutti i mesi estivi. Per poter ammirare i capolavori di Mantegna, Piero della Francesca, Raffaello e Hayez, gli ingressi sono contingentati, la permanenza massima è di 90 minuti e la prenotazione online obbligatoria.

 

#2 La Triennale di Milano all’interno del Parco Sempione

Triennale Milano

Un altro importante istituto culturale milanese che ha scelto la gratuità per il suo pubblico è la Triennale di Milano: il Museo del Design Italiano e il Giardino Giancarlo De Carlo saranno visitabili in piena sicurezza nella fascia d’orario scelta in fase di prenotazione online.

 

#3 Il Pirelli Hangar Bicocca, uno dei musei d’arte contemporanea più innovativi

Pirelli Hangar Bicocca

Il Pirelli Hangar Bicocca è uno spazio espositivo di arte contemporanea alla periferia di Milano, con ingresso gratuito. All’interno è molto spazioso e ospita un’installazione artistica permanente con 7 torri intitolata I sette palazzi celesti dell’artista Anselm Kiefer, oltre a 5 maxi dipinti sui muri dell’hangar. Diverse aree dello spazio espositivo sono dotate di sistemi di illuminazione d’atmosfera, che rendono ancora più suggestiva la presentazione delle opere in mostra.

 

#4 Gae Aulenti e il Bosco Verticale plurivincitore di premi internazionali

Gae Aulenti e Bosco Verticale

Piazza Gae Aulenti è uno spazio sopraelevato rispetto alla sede stradale e concepito come un’immensa panchina circolare che invita a sostare e a rilassarsi tra giochi d’acqua, artifici luminosi, pannelli fotovoltaici e vetrate. Inaugurata nel 2012, intende ripristinare la funzione originaria delle piazze come luoghi di aggregazione sociale. La “piazza del futuro”, come l’hanno definita in tanti, è stata infatti concepita come un punto d’incontro e socialità con vista sullo skyline meneghino. Se si alza lo sguardo si vedrà la spirale del grattacielo Unicredit e, più a est, la sagoma inconfondibile del Bosco Verticale, un complesso formato da due grattacieli nelle cui forme architettoniche sono stati integrati 800 alberi, 15000 piante perenni e 5000 arbusti.

 

#5 Il MUDEC, con reperti delle culture di tutto il mondo

Mudec

Il Museo delle Culture, visitabile ogni giorno gratuitamente, custodisce un’ampia collezione di reperti dalle Culture di tutto il mondo, dalle antiche civiltà andine all’Estremo Oriente. Qui è esposta una collezione etnologica con più di 7000 pezzi tra opere d’arte, strumenti musicali e oggetti d’uso quotidiano provenienti da diverse aree geografiche.

 

#6 In tour tra le chiese sconsacrate

Chiesa – Museo Messina

Un giro per le chiese sconsacrate di Milano non implica alcuna eresia o blasfemia. Molte di esse sono state trasformate in luoghi di cultura o divertimento. Ad esempio, la Mediateca di Santa Teresa che da chiesa barocca è stata trasformata in una fornitissima biblioteca multimediale, attrezzata di computer, sedie e scrivanie e sempre piena di studenti e amanti della cultura. All’interno della chiesa sconsacrata di San Sisto al Carrobbio, nel cuore della zona romana della città, si trova il museo-studio Francesco Messina. L’ex studio dell’artista siciliano, milanese di adozione, espone 80 sculture, tra cui gessi, terrecotte policrome e bronzi e una trentina di opere grafiche, come litografie, pastelli e acquerelli.

La cinquecentesca chiesa di San Paolo Converso, che oggi ospita uno spazio espositivo dedicato alle arti contemporanee. La chiesa sconsacrata di San Carpoforo, invece, è un piccolo edificio situato nel centro storico di Milano, che nel 1993, fu data in uso gratuito all’Accademia di Belle arti di Brera che ancora oggi la utilizza come sede per i corsi di decorazione, restauro e arte sacra contemporanea. La chiesa dei Santi Simone e Giuda, dopo essere stata sconsacrata è diventata un teatro, dove debuttò Edoardo Ferravilla, grande attore milanese. Dal 1978 è un centro di iniziative artistiche teatrali ed è sede della Scuola di Teatro ‘Arsenale’, che realizza spettacoli e iniziative tutte legate all’arte teatrale.

# 7 L’orto botanico e il museo astronomico

Orto Botanico di Brera

Palazzo Brera nasconde un prezioso Orto Botanico del Settecento e un Museo Astronomico. Circa 5mila metri quadri di sogno da mettere nell’elenco delle cose da fare gratis a Milano in estate perché ne vale davvero la pena e, appunto, l’ingresso, contingentato per far fronte alle normative post emergenza Covid 19, è gratuito.

 

#8 Un giro per le vie del colorato villaggio di via Lincoln

Villaggio Lincoln

In zona Cinque Giornate si trova un quartiere formato da una serie di villette coloratissime che lasciano il visitatore a bocca aperta. Il villaggio di via Lincoln ricorda un po’ Murano. Nasce alla fine dell’800 per ospitare gli operai della vicina Porta Vittoria. Con il tempo, gli abitanti di quelle case hanno cominciato una vera e propria sfida alla facciata più sorprendente della propria abitazione.

 

#9 MAUA: il museo di arte urbana aumentata

MAUA – Museo di arte urbana aumentata

Innovativo e particolare, non ha un indirizzo preciso perché si trova in diversi punti della città. Le pitture murali sono concentrate in cinque aree periferiche: Giambellino-Lorenteggio, Adriano-Padova-Rizzoli, Corvetto-Chiaravalle-Porto di Mare, Niguarda-Bovisa e QT8-Gallaratese. I soggetti sono stati selezionati proprio dagli abitanti dei quartieri e il progetto ha coinvolto numerosi artisti, dai writer che hanno lavorato direttamente sui muri agli animation designer che hanno curato gli effetti digitali. Arrivati sul posto, l’esperienza prosegue in forma digitale: occorre infatti inquadrare con lo smartphone, l’opera che si trasforma in un lavoro di digital art, animata in realtà aumentata.

#10 La street art sui muri dell’Archivio Diocesano

Archivio Diocesano

Sul vicino Ospedale Gaetano Pini e addirittura sul Monastero della Visitazione, un intero quartiere cittadino è stato rivoluzionato dai colori e dalla fantasia degli artisti di strada chiamati a realizzare questo progetto. Circa 1000 metri quadrati sono stati trasformati da diverse celebrità di questa moderna forma d’arte. Di Ivan Tresoldi sono ad esempio le parole dipinte proprio sulla facciata d’ingresso dell’archivio: le lettere riprendono i caratteri antichi, un tempo tracciati sulla pergamena e ora sull’intonaco. Le composizioni astratte sui muri perimetrali dell’ospedale sono di Paolo Bordino, detto Pao, famoso per i paracarri trasformati in pinguini. Gli Orticanoodles hanno realizzato i ritratti dei milanesi illustri lungo i muri del monastero.

 

VALENTINA PETRACCA

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La Responsabilità

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Trascrizione integrale del video del 22 luglio del Direttore Andrea Zoppolato “Le notizie del giorno per una nuova Milano. Video di Filosofia Politica. RESPONSABILITÀ: PERCHÉ È COSÌ FONDAMENTALE”

“Ventidue luglio notizie per una nuova milano. Come avevo annunciato ieri quello di oggi è un video un po’ speciale nel senso che sono quelle che potrei definire piccoli incontri di filosofia politica. In realtà questo è il secondo, trovate qui il link al primo video chiamato “Lezione di autonomia”.

Come sapete abbiamo un obiettivo di rinnovamento politico attraverso Milano città stato e questo rinnovamento parte da una visione sia del cittadino che una visione che intendiamo chiarire con questo tipo di video. Quindi dopo aver parlato autonomia, un altro dei valori e dei principi fondamentali per la nostra riforma è quello della responsabilità.
La responsabilità è collegata strettamente alla libertà. Il tema di questo video è come mai la responsabilità è così fondamentale, fondamento sia per l’azione sociale che per l’azione individuale. Lo vediamo in questi cinque punti.”

Leggi anche: Lezione di autonomia

#1 Legge della causalità

“Il primo presupposto è di tipo filosofico: il mondo è governato da una legge fisica che è la così detta legge della causalità, cioè non esiste effetto senza causa, non esiste causa che non produca un effetto. Quello che Husserl definiva sostanzialmente la concatenazione fra “noumenon” e “phenomenon”. Il “noumenon” è il mondo delle cause. Per fare un esempio molto semplice, il noumenon è il seme una volta che viene messo nella terra, il “phenomenon” è il mondo degli effetti visibili, quelli che si possono vedere con i sensi. Quindi, riprendendo il seme, una volta che viene messo nella terra, dal seme si genera l’albero che è visibile: dall’albero non si vede più il seme, non esiste più quel seme lì, però il seme è la causa dell’effetto visibile. Secondo Husserl un limite di tutte le scienze contemporanee è quello che studiano il mondo dei “phenomenon”, spesso però dimenticando il mondo delle cause che risiedono nell’invisibile.”

#2 Responsabilità <=>  Libertà

Il tema della causalità è strettamente collegato al tema della responsabilità. Come è facile intuire dalla stessa parola, responsabilità significa rispondere a qualcosa, cioè significa banalmente rispondere delle proprie azioni. Il concetto di responsabilità significa accettare le conseguenze delle proprie azioni. Il tema vero è, e su cui ci si può domandare dal punto di vista filosofico, rispondere delle proprie azioni: ma in base a che cosa? E questo apre il discorso sulla libertà. Come detto, responsabilità e libertà sono due concetti strettamente collegati, cioè la responsabilità presuppone una situazione di libertà. Se io non fossi libero di compiere nessun’azione non potrei assumermi la responsabilità della mia “non azione”, cioè tanto più io sono libero, quindi tanto più è vasta e ampia la gamma di azioni che posso porre in essere secondo la mia volontà, tanto più a quel punto posso essere chiamato a rispondere alle azioni che pongo in essere.

Quindi il concetto è libertà e responsabilità e questo determina un impatto sociale e un impatto individuale. L’impatto sociale è questo: il tema della libertà e della responsabilità è che, come detto, tanto più uno è libero tanto più poi può rispondere o meglio deve rispondere delle sue azioni perché responsabilità significa rispondere a degli effetti che si pone in essere. In un mondo invece in cui ci sono solo obblighi o divieti, a prescindere quindi prima ancora che si possa mettere in atto determinate azioni, si limita l’individuo a livello di libertà  e quindi lo si limita a livello di responsabilità, perché a quel punto la persona non risponde, in un sistema dominato da divieti e obblighi, non risponde più alle azioni che ha posto in essere, ma risponde al fatto di essere stato conforme o non conforme al rispetto di quella norma.

Tra l’altro, spesso si parla di responsabilità in termini negativi cioè rispondere dei danni che si provocano, che sicuramente questo è un po’ il principio del diritto ma nel principio dell’economia responsabilità è anche in termini positivi, cioè responsabilità significa godere degli effetti positivi delle proprie azioni. Quindi il principio liberale dice: tanto più uno produce azioni benefiche tanto più dovrebbe guadagnarci, tanto più produce delle azioni negative per gli altri tanto più dovrebbe perderci e dovrebbe compensare i danni che provoca.”

#3 Società: Libertà/Responsabilità, se cura, non prevenzione

“Quindi a livello sociale tra l’altro qual è la conseguenza di questo tema? Innanzitutto la differenza tra gli Stati liberali e quelli non liberali è che i primi, gli stati liberali, prevedono proprio che chi compie un’azione risponda degli effetti, come dire chi rompe paga i cocci sono suoi. “Chi rompe paga” significa che se tu compi qualcosa e gli effetti sono negativi devi rimborsare tu, pagare, compensare, pagare tu il karma in senso filosofico, “i cocci sono tuoi” è come dire che però c’è anche una componente di guadagno, cioè è giusto anche che tu possa guadagnare del fatto di quello che hai prodotto, se c’è qualcosa di positivo.

Lo Stato illiberale è uno Stato in cui tendenzialmente le persone non sono libere di poter rispondere delle proprie azioni. E di norma cosa succede? Che c’è una dissociazione fra chi fa compiere determinate azioni e chi paga le conseguenze di queste azioni. Cioè se c’è un danno nello Stato illiberale, il danno viene pagato da una persona diversa da chi l’ha provocato. Ad esempio, il danno provocato dal seguire e attenersi a una norma: se io mi attengo a una norma prevista e creo un danno a qualcun altro, se ho seguito quella norma o quell’imposizione, quel divieto, un altro può averne pagato gli effetti. Il classico esempio è di un divieto che ti impedisce di godere di una determinata cosa: io che ho imposto il divieto non ne rispondo minimamente, a te che ti impongo quel divieto e che magari in nome di quel divieto tu non puoi godere di qualcosa di positivo, tu ne paghi gli effetti, quindi tu rispondi di un’azione determinata da qualcun altro.

Idem anche per l’effetto positivo, di solito uno Stato illiberale è uno stato in cui spesso la persona che guadagna gode i frutti prodotti da qualcun altro. Ogni paese soprattutto nelle democrazie attuali non sono totalmente liberali e non sono totalmente illiberali, c’è una diversa proporzione. Probabilmente il nostro Paese, in questo momento anche per una struttura centralistica e burocratica, tendenzialmente nelle moderne democrazie, si pone sicuramente tra gli stati meno liberali, anche perché è uno Stato che ha creato un impianto giuridico che è l’opposto di quello che aveva sperato e aveva auspicato Zanardelli, grande liberale di inizio Novecento. Secondo Zanardelli il tema era questo: tanto più un impianto giuridico è sbilanciato sulla prevenzione del crimine o di danni e di effetti negativi rispetto che alla cura, cioè intervenire dopo che questi effetti sono stati provocati, tanto più è sbilanciato sulla prevenzione tanto più riduce la libertà e la responsabilità dei cittadini. Quindi il detto “meglio prevenire che curare”, dal punto di vista giuridico Zanardelli e tutti i liberali sostengono l’opposto: “meglio curare che prevenire”, perché la differenza è che se, estremizzando, impostiamo tutto sulla prevenzione, cioè sull’impedire che chiunque possa compiere un’azione considerata legalmente negativa, si impedisce a tutti di compiere quella azione, qualunque azione. Quindi a quel punto si riduce la libertà e si riduce la responsabilità, cioè il fatto di rispondere a una norma lo esime dal dover pagarne le conseguenze che è il principio del nazismo e di tutti i totalitarismi, quando in difesa di azioni totalmente malefiche, si diceva “io ho obbedito a una norma”, cioè io ho risposto al dovere della legge di seguire quell’imposizione o di seguire quel divieto. Altro è invece un impianto fatto per curare: curare significa intervenire sugli effetti positivi o negativi, cioè lasciare il più possibile le persone libere e a quel punto le persone devono essere giudicate sull’impatto, sugli effetti prodotti dagli altri: se sono positivi dovrebbero guadagnarci, se negativi dovrebbero risponderne loro in prima persona. Non essendoci un divieto alla fonte sono loro che ne rispondono direttamente.”

4. Autonomia: Responsabilità <=>  Reciprocità/Funzionalità

A livello sociale il principio dovrebbe essere: se si vuole impostare una società sulla responsabilità e sulla libertà, si deve riportare l’attenzione sul dare la possibilità alle persone di agire e intervenire solo qualora ci siano effetti negativi. Qui ritorniamo a quello che avevo detto nel video dell’autonomia: si torna all’idea di cittadino che abbiamo in mente. In una struttura burocratica centralistica basata sul controllo, basata sulla repressione invece che sulla cura, cioè su divieti e obblighi, si considera il cittadino come innanzitutto un suddito, cioè qualcuno che deve subire passivamente le regole imposte dall’altro. C’è qualcuno che è molto meno intelligente e capace del cosiddetto monarca illuminato che decide anche per lui e non ne risponde, perché i danni che provocano vanno sul cittadino. Quindi il cittadino si prende responsabilità altrui, quindi diventa sostanzialmente irresponsabile delle sue azioni in un sistema irresponsabile. Sostanzialmente quindi è un cittadino passivo che deve obbedire alle norme e tendenzialmente giudicato come, se fosse libero, un soggetto tendenzialmente portato ad agire il male per sé e per gli altri, quindi sostanzialmente quello che si dice in gergo “incapace di intendere e di volere”. Quindi meglio evitare alla fonte che possa essere libero in modo da evitare che questa libertà lui la possa utilizzare per creare dei danni. 

Il pensiero invece dell’autonomia, e il pensiero liberale in generale, non pensa che i cittadini siano tutti illuminati però semplicemente dice che lasciando liberi i cittadini si ha innanzitutto la presunzione che il cittadino è portato a cercare di produrre qualcosa di positivo per sé e per gli altri. Dopodiché se, e solo se, produce effetti negativi per gli altri allora lì deve intervenire la legge o l’autorità per fare in modo che lui paghi, risponda. E questa è la responsabilità: delle azioni che ha prodotto. Quindi queste sono le due visioni del mondo: l’autonomia è sicuramente questa seconda visione del mondo che si basa tra l’altro sull’idea che l’essere umano è, come definiva Bernard Shaw, “una forza della natura”. Ci sono due idee di essere umano: c’è l’idea dell’essere umano che risponde alla sua razionalità e quindi è totalmente centralizzato dal punto di vista della sua razionalità, quindi la razionalità dovrebbe controllare tutto l’organismo, questo è il presupposto a livello sociale dello stato centralista. Mentre invece intenderlo come forza della natura significa intendere che l’essere umano oltre la razionalità è mosso da un’intelligenza che si può chiamare natura, si può chiamare in tanti modi, che è quella che governa l’intero organismo. E’ quella che in ogni cellula, svincolata dalla razionalità, produce comunque un benessere per sé e per l’intero organismo. In questo senso è una forza della natura, nel senso che è appartiene a questo mondo della natura.

E, quindi, qual è il principio dell’autonomia dal punto di vista della responsabilità? Il principio dell’autonomia è quello che si potrebbe definire innanzitutto la libertà. Cioè autonomia significa poter consentire a un territorio di poter essere libero di poter rispondere delle sue azioni. In un modello centralista, se l’autorità centrale dispone di tutti i poteri, gestisce le risorse a livello territoriale, il territorio non ha alcuna responsabilità di quello che viene fatto. Dall’altro lato se invece avesse massima autonomia può risponderne. Però il principio, o meglio i due principi guida della collaborazione in un sistema di autonomie è quello che tra l’altro si vede anche in Europa. L’autonomia sostanzialmente funziona se ci sono due caratteristiche: la reciprocità e la funzionalità. La reciprocità significa che sostanzialmente perché possa esserci una evoluzione armonica di un insieme, occorre che le diverse parti contribuiscano, cioè che non ci sia sempre una parte che riceve e l’altra che dà, che è il problema ad esempio dello stato italiano, tra le regioni. Ma è quello che ci viene detto anche in Europa: si dà e si riceve, ad esempio in questo momento abbiamo, ricevuto però è ovvio che non può diventare una condizione strutturale, perché se no si perde il principio guida di una federazione o di una Unione Europea. La funzionalità significa invece che tanto più i territori sono autonomi, quindi sviluppano le loro eccellenze e loro diversità, tanto più possono collaborare proprio perché essendo diversi possono essere funzione uno dell’altro.

# Individuo: Azione → Evoluzione

Arrivando a livello individuale perché così fondamentale la responsabilità? Qua si torna al discorso del rispondere a che cosa? Cioè il discorso di rispondere anzitutto dal punto di vista ontologico. Husserl direbbe che la vera responsabilità individuale è quella del rispondere alla forza della natura: se noi siamo forza della natura, è nella nostra capacità di rispondere a questa intelligenza che governa il nostro essere e che fa parte sostanzialmente della natura. Però, fuor di metafora, perché è così importante la responsabilità? Qua ritorniamo al concetto che ho detto all’inizio, che la responsabilità s’innesta nel principio base del mondo, quello tra causa ed effetto. Perché è così importante la responsabilità? Perchè significa rispondere adeguatamente alle cause ma non solo. Causa-effetto significa questo: c’è un vecchio detto che dice che “noi abbiamo l’obbligo di mietere, ma abbiamo libertà in ciò che seminiamo”, cioè noi possiamo scegliere il tipo di seme da impiantare nel terreno, ma una volta inserito non possiamo scegliere che cosa noi ricaviamo da quel terreno. E quindi che cosa significa in termini di responsabilità: significa che sulla base di questo non possiamo agire sugli effetti delle cause, come Husserl direbbe che è il limite delle scienze contemporanee, ma scoprendo dagli effetti se sono effetti che non ci soddisfano, allora possiamo agire sulle cause, sul cambiare i semi per agire in termini migliorativi di quello che accadrà. In sostanza il principio è che ogni essere umano alla fine incide a livello storico attraverso le sue azioni. Il principio della responsabilità che può essere applicato solo se è libero è quel principio per cui attraverso l’analisi degli effetti delle sue azioni l’essere umano può intervenire per decidere se continuare con le azioni, in quel caso proseguendo con la causa degli effetti, oppure intervenire per modificare le azioni che hanno determinato l’effetto che uno non vuole più avere.

Quindi, la responsabilità è così importante perché solo se si ha una società che misura gli effetti e non li predefinisce sulla base di norme, consente che le persone siano libere e solo persone libere possono essere autenticamente responsabili, che è il principio base per l’evoluzione individuale e della società. Per finire con le parole Saint-Exupéry, “cosa è la caratteristica dell’essere umano? Essere responsabile. Se non sei responsabile non sei un essere umano.” Tra l’altro sì è detto, se sei libero devi essere responsabile, ma anche l’opposto, come abbiamo visto: la responsabilità ti dà la possibilità di controllare e lavorare sulle cause e quindi solo chi è responsabile può essere libero.

ANDREA ZOPPOLATO

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AUTONOMIA ON THE BEACH: 7 modi per restare ISPIRATI anche durante le vacanze

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C’è chi dice che il successo lo si costruisce nel tempo libero. Se volete restare ispirati anche durante le vacanze questi sono sette spunti che vi suggeriamo per non perdere la voglia di una sana rivoluzione. 

AUTONOMIA ON THE BEACH: 7 modi per restare ISPIRATI anche durante le vacanze

#1 Le ali della libertà

Film del 1994 con Tim Robbins e Morgan Freeman.  La rivista Empire lo ha collocato al quarto posto nella lista dei cinquecento migliori film della storia. In un momento in cui il valore della libertà ha scarsa considerazione, questo è il film giusto per non perdere mai la speranza. 

#2 Qualche giorno in Svizzera

Un altro sistema è possibile. Per capire cosa intendeva Cattaneo quando sosteneva che il modello migliore per l’Italia era un federalismo di tipo elvetico, suggeriamo qualche giornata in Svizzera, la terra di riferimento per le moderne città stato. Più piccola della Lombardia, divisa in 26 cantoni con poteri maggiori delle nostre regioni. 

Leggi anche: Svizzera, il Paese a cui tutte l città stato guardano

#3 Carlo Cattaneo

Visto che lo abbiamo citato, niente di meglio in questo agosto che riscoprire la storia e gli scritti del più grande esponente del federalismo italiano. A lui si sono ispirati tutti i più grandi statisti italiani, da De Gasperi a Einaudi. Forse gli unici due veri statisti italiani del dopoguerra. 

Leggi anche: Carlo Cattaneo

#4 Milano Città Stato (il libro)

Molto meglio del sito o della fan page“. Un lettore. 

Qui il link alla pagina del LIBRO Milano Città Stato – il grande sogno dei milanesi

#5 Braveheart – Cuore Impavido

La storia, romanzata, del patriota ed eroe nazionale scozzese William Wallace che guidò gli scozzesi contro l’esercito invasore degli inglesi.  Secondo alcuni il film ha svolto un ruolo chiave nel risveglio della coscienza nazionale scozzese, che ha portato al referendum sulla devoluzione dell’11 settembre 1997 (74,3% sì) e alla conseguente ricostituzione del parlamento scozzese, nel 1998.

Si dice che Bossi lo guardasse prima dei suoi discorsi e che Ranieri lo mostrasse ai suoi giocatori prima di ogni partita. 

#6 Apocalipse Now

Film epico centrato sulle figure del colonnello Walter Kurtz (Marlon Brando), un disertore, il quale, sommariamente, dovrebbe incarnare il male, la follia e la devianza anti sistema, e del capitano Benjamin Willard (Martin Sheen), al quale spetta, genericamente, l’impersonificazione del bene, del raziocinio e del rispetto delle “regole”. In realtà tutto poi risulta capovolto. 

#7 Invictus – L’invincibile

Concludiamo con il film che mostra uno dei momento più vibranti dell’ascesa politica di Nelson Mandela che persuade la maggioranza nera, che lo ha sostenuto, a cambiare opinione e a salvare la squadra degli Springboks, la selezione di Rugby simbolo del potere oppressivo dei bianchi. 

In questo estratto un modello di leadership che tanto vorremmo vedere in Italia. Leader è chi persuade gli altri delle proprie idee, non chi segue il consenso. “Voi mi avete eletto vostra guida, lasciatevi guidare”.

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🔴 Breaking News. Tolto il SEGRETO sui verbali del Comitato tecnico scientifico: nelle prossime ore saranno resi pubblici

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Credits: atlanticoquotidiano.it - Conte, Borrelli e Speranza

Dopo numerose pressioni su social e diversi organi di informazioni, in particolare dopo l’ultimo affondo dal Copasir, il Governo ha tolto il segreto sui verbali del Comitato tecnico scientifico che ha gestito l’emergenza Covid-19.

🔴 Breaking News. Tolto il SEGRETO sui verbali del Comitato tecnico scientifico: nelle prossime ore saranno resi pubblici

La documentazione alla base dei Dpcm è stata consegnata alla Fondazione Einaudi che ne aveva fatto richiesta. Dopo la sentenza del Tar del Lazio che aveva dato ragione alla Fondazione, il governo aveva fatto ricorso ottenendo la sospensiva da parte del Consiglio di Stato. Dopo una nuova richiesta del Copasir è arrivata la mossa a sorpresa: la stessa Fondazione nella tarda serata del 5 agosto annuncia in una nota come “da pochi minuti” hanno ricevuto “dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri la documentazione a suo tempo secretata del Comitato tecnico scientifico posta a base dei Dpcm“.

A quanto si apprende gli atti sono arrivati alle 21.14 da Chigi. “E’ stato così accolto l’appello che il presidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto, ha rivolto al presidente del Consiglio Conte di far prevalere informazione e trasparenza rispetto ad elementi di tale rilevanza per la vita dei cittadini italiani – scrive la fondazione -. La Fondazione Einaudi, nel ringraziare la presidenza del Consiglio dei Ministri per la sensibilità dimostrata, annuncia che nella giornata di domani renderà pubbliche tutte le informazioni ottenute attraverso il proprio sito web“.

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10 MODI per muoversi a MILANO: in sharing, con i mezzi pubblici o perfino in barca – PARTE 2

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Credits: Andrea Cherchi - Mobilità a Milano

Seconda parte revisione articolo di Ida Artiaco per “Fanpage” – Nove modi per muoversi a Milano senza spendere troppo

SEGUE: CAR SHARING

#6 Bike Sharing: due i servizi operativi in città

Credits: touringmagazine.it – BikeMi e Mobike

I servizi in città attualmente sono due: BikeMi e Mobike.

# BikeMI è gestito da ATM con 3.650 bici tradizionali e 1.150 a pedalata assistita. Il servizio è operativo dalle 7 del mattino all’1 di notte e funziona con un sistema di 280 stazioni nelle quali ritirare e lasciare le bici dopo l’uso. Le tariffe sono a tempo: con le bici tradizionali la prima mezz’ora è gratis, ogni mezz’ora successiva costa 50 centesimi, dopo la quarta mezz’ora ogni ora o frazione costa 2 euro. Con le bici a pedalata assistita la prima mezz’ora costa 25 centesimi, la seconda mezz’ora 50 centesimi, la terza mezz’ora 1 euro, la quarta mezz’ora 2 euro. Successivamente, ogni ora o frazione costa 4 euro. Il servizio prevede anche degli abbonamenti: 4,5 euro per il giornaliero, 9 per il settimanale, 36 per l’annuale.

# Mobike arrivato nel 2017 in Italia è stato rilevate dalla società italiana Idri Bk. Opera in modalità free floating, ovvero è possibile lasciare e prendere le biciclette in qualunque spazio all’interno dell’area urbana individuata dall’azienda, a Milano. Le bici si sbloccano attraverso una app dedicata. Le tariffe vengono calcolate a tempo, ma esistono anche i Mobike Pass, ovvero dei pacchetti di abbonamenti che permettono agli utenti di effettuare un numero illimitato di corse gratuite durante periodi di: 30, 90, 180 e 360 giorni, rispettivamente al prezzo di 9,90, 19,99, 37,50 e 54,99 euro. La durata massima di una corsa gratuita effettuata con un Mobike Pass è di 2 ore: dopodiché verrà applicata la tariffa normale vigente nell’area in questione.

#7 Scooter sharing: Milano ospita il maggior numero di scooter in condivisione

Credits: dueruote.it

In città si può scegliere fra ben 7 modelli di scooter sharing differenti. Eccoli nel dettaglio.

# Cityscoot: gli scooter biancoazzurri di Cityscoot hanno debuttato a Milano nel dicembre 2018. L’attivazione avviene tramite app, raggiungono una velocità massima di 45 km/h, che può anche essere limitata a 30 km/h se non si è utenti particolarmente esperti. I prezzi di base sono tra i più alti, da 29 centesimi al minuto, mentre con i pacchetti promozionali la tariffa può scendere fino a 22 centesimi.

# Govolt: è il servizio di scooter sharing elettrico più divertente da usare. Merito dello scooter con cui è facile entrare in confidenza. La sella è la più alta tra gli scooter in circolazione, il design è futuristico e la tariffa base è di 26 centesimi al minuto. Sono anche disponibili pacchetti molto convenienti sul lungo periodo come quello da 100 euro di credito al costo di 75, grazie al 25% di sconto.

# MiMoto è l’app italiana di scooter sharing, con i mezzi dall’inconfondibile colore giallo. La guida è meno fluida degli altri modelli e la tariffe partono 26 centesimi al minuto con la possibilità di pacchetti prepagati e di ottenere minuti gratis semplicemente invitando gli amici ad iscriversi a questo servizio e a utilizzarlo.

# Ecooltra utilizza lo stesso modello di scooter di Mimoto. La reperibilità del servizio è buona, così come la funzionalità nella geolocalizzazione. A parte i pacchetti extra la tariffa parte da 29 centesimi al minuto.

# Zigzag offre due modelli di scooeter in condivisione, quello a due ruote a una tariffa di 26 centesimi al minuto e quello a 3 ruote, Yamaha Tricity a 29 centesimi di euro al minuto.

# Acciona: la società spagnola offre un servizio di scooter sharing elettrici da 125 cc, con un costo del servizio che varia da 0,29 a 0,34 euro al minuto a seconda della modalità di guida scelta, ovvero con limite impostato a 50 km/h oppure a 80km/h per l’uso autostradale. L’iscrizione al servizio è totalmente gratuita e comprenderà 20 minuti di guida in omaggio.

Fonte: Due ruote

#8 La novità dell’anno: i monopattini in sharing

Credits: moto.it – Monopattini in Duomo

La modalità è la stessa per tutti gli operatori dei monopattini elettrici a Milano: si scarica l’app per il proprio smartphone, ci si iscrive con numero di cellulare e/o email e si inseriscono i dati della propria carta di credito. Per iniziare il noleggio, quando si sarà davanti al monopattino, si dovrà effettuare la scansione del codice a barre o del QR code, mentre per chiudere la corsa si agirà tramite l’app.

Attualmente gli operatori del servizio di monopattini in sharing a Milano sono 6: Bit Mobility, Helbiz, Wind Mobility, Dott, Go Volt e Bird. Tutti prevedono una tariffa di sblocco di 1€ e una tariffa standard di 0,15€ al minuto tranne Bird che ce l’ha meno conveniente

Leggi anche: MONOPATTINI IN SHARING a Milano: la sfida delle APP

#9 Milano CitySighteen: tour a bus scoperto per ammirare comodamente la città

Credits: zaniviaggi.it – Milano Citysightseeing

Anche a Milano è disponibile City Sightseeing ovvero il servizio a pagamento dedicato  ai turisti che consente di ammirare la città stando comodamente seduti all’interno di un autobus, coperto o scoperto, e ascoltando le indicazioni di una guida locale. I prezzi dei tour variano in genere dai 9 ai 29 euro, a seconda del tragitto e delle attrazioni da visitare: in tutto ci sono 3 linee, 6 bus e commento in 9 lingue che permettono di scoprire il Castello Sforzesco, la Basilica di Sant’Ambrogio, il Parco delle Basiliche e Università Statale, fino al Teatro alla Scala e al Duomo. I biglietti sono acquistabili online, oppure direttamente sui bus, dal personale di terra dove presente e nei Visitor Center.

#10 Gite in barca sui Navigli

Credits: manoxmano.it – Navigazione sui navigli

Il viaggio in barca sui navigli potrebbe diventare in futuro una nuova linea di trasporto, nel frattempo nei mesi estivi è possibile effettuare delle gite in barca partendo dalla Darsena. Ci sono diversi destinazioni da poter raggiungere: la Martesana, Corsico, Trezzano, la Diga del Panperduto. Su Navigazionenavigli.it e Naviglilombardi.it si trovano tutti gli itinerari e le possibilità di acquistare i biglietti.

FABIO MARCOMIN

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La MAPPA del Wi-Fi gratis e illimitato a Milano: i 650 hotspot in città

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OpenWi-fiMilano è il servizio di wifi gratuito messo a disposizione dal Comune di Milano. Copre 371 aree della città dal centro alle zone più periferiche, sia all’aperto che in alcuni edifici pubblici. La navigazione illimitata e gratuita è consentita senza registrazione su tutti i siti istituzionali, mentre per usufruirne su tutti i siti web occorre registrarsi. Vediamo come fare e dove potersi connettere in libertà.

La MAPPA del Wi-Fi gratis e illimitato a Milano: i 650 hotspot in città

Fonte: articolo di Isa Artiaco per “Fanpage” – Mappa e istruzioni del Wi-Fi gratis di Milano

# Sono 650 gli hotspot wifi in di città: come funziona il servizio

 

Il servizio di Wi-Fi libero a Milano è nato nel 2012 e ad oggi sono circa 650 gli hot spot di accesso alla rete in 371 aree della città, all’aperto tra centro e periferia in piazze, parchi e giardini, stazioni della metropolitana, a cui si aggiungono 70 diverse sedi comunali aperte al pubblico come uffici, biblioteche, piscine, centri ricreativi, servite dalla rete gratuita del Comune. Chiunque può usufruire della rete wireless libera, basta avere un dispositivo, smartphone, tablet o pc portatile, dotato di antenna Wi-Fi. Dopo aver rilevato la rete, apparirà sullo schermo la pagina di benvenuto, che proporrà una selezione di siti istituzionali e di pubblico interesse su cui si potrà navigare liberamente, senza limiti di tempo e senza registrazione. Per consultare tutto il web, invece, bisogna necessariamente registrarsi.

# La procedura di registrazione e login alla rete

Il primo passo da fare è collegarsi su openwifimilano e cliccare sul pulsante “come navigare”, oltre ad avere il dettaglio di tutte le funzionalità del servizio. All’interno della pagina sono spiegate. A questo punto occorre seguire le indicazioni a questo link: vi verrà chiesto di inserire il numero di cellulare sul quale si desidera ricevere via sms la password di accesso al servizio, oltre e dati personali quali nome, cognome e email Se si perde o si dimentica il codice d’accesso, o passa un anno dal primo login, se ne può richiedere uno nuovo cliccando su “Password dimenticata”. Riceverete immediatamente un sms con una nuova password. Al termine della navigazione è opportuno non chiudere la pagina di accesso con il contatore dei minuti trascorsi e del traffico generato, salvandola tra i Preferiti.

# Dove vedere la copertura del segnale in città, zona per zona, e le isole digitali presenti

Per trovare velocemente se la propria zona o quartiere è coperto dal wifi basta selezionare il municipio di riferimento, come da immagine, cliccando sulla relativa immagine presente nelle home page del sito. Nella mappa è possibile anche capire dove sono state realizzate le isole digitali, ovvero delle aree dedicate con panchine per ricaricare smartphone e notebook oltre a un touch screen con i servizi operativi in città.

Fonte: articolo di Isa Artiaco per “Fanpage” – Mappa e istruzioni del Wi-Fi gratis di Milano

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10 MODI per muoversi a MILANO: in sharing, con i mezzi pubblici o perfino in barca

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Credits: Andrea Cherchi - Mobilità a Milano

L’uso dell’auto a Milano non è certo il modo più efficace per muoversi, perché tra traffico, Area B, Area C, ZTL, i pochi parcheggi su strada ridotti ulteriormente nell’ultimo periodo, per far spazio ai dehors dei locali che devono tener conto delle restrizioni anti-covid, il tempo alla guida è sempre oltre il limite della sopportazione. Ecco quindi la guida definitiva dei 10 modi alternativi all’auto di muoversi in città, risparmiando soldi, arrabbiature e tempo.

10 MODI per muoversi a MILANO: in sharing, con i mezzi pubblici o perfino in barca

Fonte: revisione articolo di Ida Artiaco per “Fanpage” – Nove modi per muoversi a Milano senza spendere troppo

#1 Le 4 linee metropolitane e le 100 linee di autobus

Il sistema di linee metropolitane milanese conta 4 linee, ognuna identificata da un numero e un colore:

  • la linea 1 o Rossa che collega la zona che da Sesto 1 Maggio, nel comune di Sesto San Giovanni, arriva fino a Rho Fiera e a Bisceglie con una diramazione
  • la linea 2 o Verde collega la città da nord-est, con doppio capolinea a Cologno Nord nel comune di Cologno Monzese e Gessate nell’omonimo comune a sud, attestandosi ai due capolinea di Piazza Abbiategrasso nel comune di Milano e Assago Milanofiori Forum nel comune di Assago
  • la linea 3 o Gialla ha un capolinea a Comasina e un altro a San Donato
  • la linea 5 o Lilla collega invece la città da nord, con capolinea Bignami nel comune di Milano, a ovest, presso lo San Siro Stadio.

Il servizio è attivo tutti i giorni dalle 05:30 alle 00:30, ad eccezione della linea 5 che inizia il servizio alle 5.40 termina a mezzanotte. I treni viaggiano con una frequenza di due/tre minuti. Il costo del biglietto singolo urbano è di 2 euro, valido per il Comune la prima cerchia di Comuni dell’hinterland, con una durata di 90 minuti e può essere utilizzata più volte per entrare e uscire dai tornelli. Tutta la rete è l’Azienda Trasporti Milanesi (ATM) e da luglio 2019 è entrato in vigore il Sistema Tariffario Integrato del Bacino di Mobilità (STIBM), basato su tariffazione a corone e che consente di viaggiare con un unico biglietto nella città metropolitana di Milano e nella provincia di Monza Brianza utilizzando tutti i mezzi pubblici compresi i treni.

 

Nei prossimi anni la rete metropolitana aumenterà ulteriormente: si aggiungerà un’intera nuova linea, la 4 o linea Blu, oltre al prolungamento di alcune linee come la linea 1 fino a Monza Bettola a nord e a fino a Baggio a sud ovest, la linea 5 fino a Monza Polo Istituzionale oltre ad altri progetti in fase di studio.

Leggi anche:
METRO PROSSIMA FERMATA: quali saranno le estensioni delle linee della metropolitana
ABBONAMENTO ATM: da oggi SI PAGA anche con L’APP

Per quanto riguarda gli autobus, Milano dispone 100 linee, per una lunghezza complessiva di oltre 870 km e la loro frequenza è di uno ogni 15 minuti dalle ore 05:30 alle 00:30, salvo limitazione nelle giornate festive. A questo si aggiunge il servizio “Radiobus di Quartiere”, fornito sempre da ATM, che effettua il servizio di trasporto all’interno del quartiere tutti i giorni dalle 22:00 alle 02:00. 

#2 18 linee urbane di tram, con il suggestivo ATMosfera

Il tram è uno dei simboli più rappresentativi di Milano. La rete tranviaria è composta da 18 linee urbane, per una lunghezza complessiva di 170 chilometri. Soltanto il 15, che arriva a Rozzano, e il 31, che arriva a Cinisello Balsamo, oltrepassano i confini comunali, nei prossimi anni si dovrebbero aggiungere il ripristino completo della Milano-Limbiate e la realizzazione della linea Milano-Seregno. Il servizio è attivo dalle 04:30 fino alle 02:00, con una frequenza nelle ore di punta tra i 3 e i 6 minuti e in quelle successive tra i 10 e i 15. Il biglietto è valido per più corse al prezzo di 2 euro: acquistabile in biglietteria, online sul sito dell’ATM o sull’app dedicata oppure tramite SMS.

Tra i  servizi speciali c’è ATMosfera: un servizio di ristorante effettuato da due tram, dove è possibile mangiare pietanze tipiche, scegliendo tra diversi menù e facendo suggestivo un giro per la città. Un altro servizio speciale è ATM City Tour, dedicato ai turisti  e che permette loro di seguire percorsi prestabiliti che toccano alcuni dei maggiori luoghi di interesse della città, e infine c’è la possibilità di noleggiare vetture storiche per uso privato.

Leggi anche:
ATMosfera: tutte le cose da sapere per cenare sul TRAM nella Milano di notte

#3 Filobus: le 4 linee fuori dal centro

A Milano ci sono anche 4 linee di filobus: la 90 detta Circolare Destra, che va dalla fermata Lodi della linea 3 della metropolitana a quella di Lotto della M1; la 91 detta Circolare Sinistra, che compie il percorso inverso sull’altro arco della circonvallazione; la 92, da via Varè alla fermata Lodi della MM3; la 93, dalla fermata Lambrate della MM2 a viale Omero. Le circolari effettuano servizio continuativo con una frequenza di 3/6 minuti nelle ore di punta, esclusi i giorni festivi e il prezzo del ticket è il medesimo per tutti gli altri mezzi di trasporto pubblico ovvero 2 euro per 90 minuti di tragitto.

#4 Il passante ferroviario: un sistema di 12 linee che collega Milano con tutta la lombardia

passante ferroviarioIl passante ferroviario è una infrastruttura quasi interamente sotterranea che attraversa il centro di Milano, l’unica linea pesante che taglia la città in diagonale, collegandolo con la periferia da nord-est ovvero Certosa e Bovisa, a sud-est fino a Rogoredo e lungo le linee ferroviarie di superficie. Si tratta delle linee suburbane S (S1 da Saronno a Lodi, S2 da Camnago a Milano Rogoredo, S5 da Treviglio a Varese, S6 da Novara a Pioltello, e S13 da Milano Bovisa a Pavia), la cui frequenza massima, nel tratto comune Lancetti-Porta Vittoria, è di un treno ogni 6 minuti. Gestite da Trenord, le linee sono attive tutti i giorni dalle 06:00 alle 24:00. Il biglietto integrato di 2 euro è valido nel Comune di Milano e in quelli della prima corona.

Leggi anche: IL PASSANTE STRATEGICO: le tratte in città dove il treno è più rapido della metro (anche se pochi lo sanno)

#5 Car Sharing: per brevi e lunghe percorrenze senza preoccuparsi di pagare il parcheggio e girando senza limitazioni in città

Il car sharing a Milano è un servizio attivo già dal 2013 con l’allora “Guidami” gestito da Atm e che ha fatto vincere il prestigioso riconoscimento alla città di “Car Sharing City Award” nel 2020. Meno conveniente dei mezzi pubblici, può comunque tornare utile per diverse esigenze, anche per viaggiare fuori città, e consente di parcheggiare gratuitamente nei parcheggi a pagamento, nei parcheggi per residenti e transitare in Area C senza pagare. Vediamo i servizi attualmente disponibili.

# Ubeeqo: è il servizio di car sharing, in precedenza si chiamava “Guidami” ed era gestito da Atm, adatto principalmente a noleggi di almeno un’ora e viaggi lunghi in quanto non esistono le tariffe al minuto, ma solo orarie e giornaliere, oltre a pacchetti per più giorni. Si paga il costo del noleggio e quello per i chilometri percorsi, le tariffe partono da 3,50 all’ora. L’auto va restituito nel raggio di 1 km dal luogo in è stata ritirata.

#Enjoy: è stato il primo servizio di noleggio di auto condivisa privato a sbarcare a Milano. Nato dalla collaborazione con Eni e Trenitalia. Si prenota il veicolo più vicino e al termine del noleggio lo si lascia liberamente in tutti i parcheggi consentiti nell’area di copertura. La prenotazione, da effettuare tramite l’app o il sito internet, è gratuita entro i primi 15 minuti, mentre per i successivi 75 scatta la tariffa di 10 centesimi al minuto. Si paga al minuto 25 centesimi: il prezzo è valido per i primi 50 Km percorsi.

# Sharenow è l’operatore nato dopo la fusione tra Car2Go e Drivenow. I passaggi per l’utilizzo prevedono l’iscrizione sulla piattaforma dedicata, la scelta della macchina più vicina e salire a bordo. Il vantaggio di questa soluzione è quello di poter terminare il noleggio su strada in tutti gli spazi pubblici consentiti, all’interno dell’area operativa del gestore. Le auto da scegliere sono Smart, Mini Cooper e Bmw. Da poco è stato introdotta la possibilità di prenotare in anticipo l’auto, anche un mese prima, e noleggiarla a prezzi competitivi fino a 30 giorni. La tariffa al minuto parte da 19 centesimi.

10 MODI PER MUOVERSI A MILANO: SECONDA PARTE (Continua a leggere)

FABIO MARCOMIN

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La nuova frontiera di FISCOZEN: “Da milanesi per scelta sogniamo che Milano abbia la LEADERSHIP IDEOLOGICA per tutta la nazione”

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I 3 fondatori di Fiscozen

 Altra innovazione nata a Milano che potrebbe rendere più efficiente la gestione contabile delle partite IVA, Un sistema completo di gestione di tutti gli aspetti che ruotano attorno al possesso di una partita iva, con piani per ogni tipo di utente: base, forfettario, semplificato. Il servizio è totalmente online e garantisce il supporto dall’apertura della partita iva alla gestione degli accertamenti, con costi a pacchetto tutto compreso. Abbiamo intervistato Vito Lomele, uno dei fondatori. 

La nuova frontiera di FISCOZEN: “Da milanesi per scelta sogniamo che Milano abbia la LEADERSHIP IDEOLOGICA per tutta la nazione”

Intervista con Vito Lomele, imprenditore digitale, co-fondatore Fiscozen

#1 Come potrebbe cambiare il settore causa Covid e come il vostro business risponde a queste nuove esigenze?

Con il lockdown, le imprese si sono trovate in piena crisi da un giorno all’altro. Si tratta di un evento eccezionale che il sistema era impreparato a gestire, non solo banalmente dal punto di vista organizzativo, ma anche dal punto di vista emotivo. La paura non fa bene alla società e ancora peggio all’economia. Sono quindi un convito sostenitore che dobbiamo tornare il prima possibile alla normalità.

Quando saremo finalmente tornati alla normalità, credo che alcuni dei comportamenti imposti dal covid (es. lavoro da casa, scuola da casa, ristorante a casa, fitness a casa, ecc.) verranno meno a favore di un ritrovato piacere per la socialità. Tuttavia mi aspetto che alcune delle nuove abitudini rimarranno, specialmente nei casi in cui piuttosto che di “piacere” si tratta di “dovere”. Intendo tutte le faccende noiose ma necessarie, come fare la spesa, andare in banca o in posta, e nel nostro caso… gestire la burocrazia della Partita IVA.

Nel settore delle Partita IVA infatti la trasformazione causata dal covid è stata evidente. Da un lato, durante il 2020 sono scese nettamente le aperture di nuovo Partita IVA (il Ministero Economia e Finanza indica un calo del 20% rispetto al 2019). D’altro canto, a Fiscozen siamo stati testimoni di una crescente affluenza di utenti, che per la gestione della loro Partita IVA preferiscono rivolgersi ad un servizio online invece che ad un consulente tradizionale

#2 Che cosa rende la vostra iniziativa unica a livello nazionale

Lamentarsi della burocrazia è un tema così ricorrente in Italia, che ormai è parte della cultura nazionale. Più o meno come lamentarsi delle mezze stagioni. Ironicamente, si lamentano della burocrazia anche gli stessi commercialisti, cioè proprio quelli a cui in teoria ti affidi per risolverti la questione.

Invece a Fiscozen abbiamo fatto di necessità virtù. Siamo partiti dalla convinzione che il fisco e la burocrazia si possano drasticamente semplificare. Abbiamo messo giù un piano per farlo, basato su tre elementi: un software che divora tutta quella complessità fiscale; una app semplice ed esteticamente piacevole per l’utente finale; una assistenza clienti che ti parla in italiano, non in “burocratese”.

Tuttora nessun altro ha provato ad affrontare questa sfida, quindi siamo di fatto l’unico servizio per la gestione della Partita IVA online. Credo che nessun’altro si sia avventurato in questo terreno prima e dopo di noi, perché è abbastanza un rompicapo. Anche per noi è stato complesso progettare il software. Ma ora l’abbiamo completato e l’abbiamo validato su migliaia di dichiarazioni dei redditi. Siamo fieri di poter offrire una gestione fiscale semplice e economica a tanti artigiani, commercianti e liberi professionisti in tutta Italia.

#3 Che cambiamenti prevedi per Milano?

Noi tre fondatori di Fiscozen, Enrico, Fabio proveniamo da tutt’Italia: Veneto, Lazio, Puglia. Siamo fieri delle nostre origini e altrettanto felici di vivere a Milano, perché questa città rispecchia il nostro carattere.

La crisi economica mette Milano in una posizione di comodo rispetto al resto del Paese, banalmente perché quando l’economia nazionale peggiora, l’attività economica tende a concentrarsi in pochi luoghi principali. Questo è tuttavia lo scenario che mi auspico meno per Milano, perché equivale vivere di rendita.

Lo scenario che invece mi auspico, è quello in cui Milano abbia la leadership ideologica per tutta la nazione. Una leadership basata sulla libera iniziativa, sul lavoro, sull’eccellenza dei prodotti e servizi. Più di tutto una leadership basata sulla capacità di valorizzare la cultura Italiano a nel mondo, in modi sempre nuovi, al passo con i tempi.

#4 In altri settori quali sono le opportunità maggiori che individui?

Il mio settore preferito è il Turismo! Sembrerà contro intuitivo, perché il turismo è tragicamente il settore più colpito dal covid. Ma il covid passerà e io penso ai prossimi 30 anni.

L’Italia è seduta su una risorsa enorme, sfruttata marginalmente. Quando si comincia appena appena a sfruttarla, succede per esempio che Milano ha fatto un balzo enorme, raddoppiando il fatturato da turismo nel giro di dieci anni. Questi sono tassi di crescita da economia Cinese! L’economia Italiana è rimasta piatta negli ultimi dieci anni. Invece l’economia del turismo a Milano è quasi raddoppiata. Dice qualcosa?

Il turismo risolve un sacco di problemi strutturali. Primo, non è un prodotto copiabile da altre nazioni, al contrario della manifattura e anche della tecnologia avanzata. Perché esiste solo un affresco dell’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci, solo una Costiera Amalfitana – una lista lunghissima di luoghi e tradizioni uniche per cui l’UNESCO riconosce all’Italia il 1° posto al mondo per Patrimonio dell’Umanità.

Secondo, il turismo potrebbe assorbire milioni di lavoratori Italiani che hanno perso il lavoro nella manifattura, per via della competizione dei paesi in via di sviluppo o che lo perderà per via della progressiva automazione delle fabbriche. Tutti questi cambiamenti non toccano il turismo, nemmeno di striscio. Perché il turismo è un prodotto esperienziale, non è un oggetto. Puoi copiare un comune capo di abbigliamento e realizzarlo con dei robot in un’altra parte del mondo. Ma una serata sotto le stelle, seduti nella Arena romana di Verona, ascoltando un tenore che intona “Nessun dorma” è una esperienza magica, inimitabile!

Terzo, il turismo è export. Denaro estero che entra nel nostro Paese. Rafforza la nostra capacità di acquisire le risorse energetiche e tecnologiche da cui dipendiamo. Posizionandoci solidamente nel settore del turismo, avremmo un vantaggio strategico addirittura rispetto alla stessa Germania, che invece si trova a competere faccia a faccia con la Cina, nello stesso campo della tecnologia e della manifattura.

#5 Che lezione o apprendimento hai appreso da quello che ci ha colpito?

Ricordiamoci che il covid, come altre epidemie storiche, è un incidente transitorio, non è un problema strutturale. Però questa emergenza ha messo in evidenza le debolezze strutturali del nostro Paese. Economia debole, società frammentata, politica disorientata. Per me la lezione è che fino quando il nostro popolo non avrà l’unità e il coraggio di affrontare queste debolezze, la tendenza non cambierà.

Servono esempi positivi di impegno, unità, e coraggio. A Fiscozen ci sforziamo di essere un esempio positivo per i nostri collaboratori e per i nostri clienti. Vogliamo aiutare milioni di piccoli imprenditori Italiani a risparmiare tempo e soldi, nella convinzione che questo contribuisca al loro successo e al successo del nostro Paese.

Le caratteristiche di FISCOZEN

# Una gestione completa della partita IVA

Il titolare di partita iva può creare e organizzare le proprie fatture, gestire il portafoglio di clienti e fornitori, ottenere una previsione sempre aggiornata delle tasse e scaricare direttamente online gli F24. Se ha redditi aggiuntivi, come ad esempio un immobile, può affidare la gestione anche di quelli a Fiscozen. Infine può visualizzare e scaricare la dichiarazione dei redditi che verrà compilata e inviata per dai commercialisti partner del servizio.

# Controllo degli adempimenti fiscali

Tutti gli adempimenti fiscali da pagare durante l’anno, saranno gestiti per l’utente da un team di esperti. In qualsiasi momento troverà sulla piattaforma gli F24, MAV, e dichiarazioni IVA e/o IMU da pagare e quelli già pagati. Grazie alle notifiche puntuali l’utente non sarai più in ritardo su nessun pagamento e potrà pianificare al meglio le proprie spese.

# Assistenza dedicata a 360 gradi

In caso di dubbi l’utente ha a disposizione un consulente dedicato per tutte le domande tramite chat o telefono. Il consulente dedicato si farà carico di studiare e monitorare costantemente la posizione dell’assistito al fine di ottimizzare la tassazione.

# Gestione degli accertamenti

In caso di accertamento l’utente si può avvalere del supporto dei commercialisti partner di Fiscozen che lo accompagniamo nel processo risolutivo. Viene gestita qualsiasi tipo di accertamento in ogni parte d’Italia.

Link al servizio: Aprire e gestire la partita iva online con FiscoZen

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RECOVERY FUND già BRUCIATO: in sette mesi fabbisogno di oltre 100 miliardi. Più del fondo perduto promesso dall’Europa

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Elaborazione grafica: @fwred

Le risorse europee devono ancora arrivare, ma l’Italia le ha già spese. A fronte degli 82 miliardi di euro previsti a fondo perduto, il fabbisogno delle casse statali ha già superato i 100 miliardi (in aumento di 72 miliardi rispetto l’anno precedente) e si prevede salirà ulteriormente mancando ancora 5 mesi al termine dell’anno. E non è la sola cattiva notizia: malgrado aver immesso nell’economia una cifra record l’effetto sul PIL non si vede. Anzi. Il reddito del paese è calato nel secondo trimestre del 12,4% con un tendenziale per il 2020 a -17,3%. Un calo che ci ha fatto tornare ai livelli di inizio anni novanta (vedi il grafico in copertina) e che rischia di fare impennare il rapporto debito/PIL tra il 160% e il 200%. Ora resterebbero altri 100 miliardi di prestiti. Riusciremo a non bruciare anche questi prima che ci vengano effettivamente corrisposti? 

RECOVERY FUND già BRUCIATO: in sette mesi fabbisogno di oltre 100 miliardi. Più del fondo perduto promesso dall’Europa

# È di 102,4 miliardi il fabbisogno fino a luglio, 20 miliardi più di quanto arriverà dall’Europa a fondo perduto 

Nei mesi di buio produttivo, con le aziende costrette alla chiusura forzata e collettiva, e con la gente asserragliata nelle case a causa del Covid, ogni dato è sempre stato declinato al ribasso. Questo ha provocato un peggioramento del fabbisogno, anche a causa delle minori entrate fiscali: a luglio il saldo del settore statale si è infatti chiuso con un fabbisogno di 7,2 miliardi, in peggioramento di 10,5 miliardi rispetto a un anno prima. Il fabbisogno dei primi sette mesi è di 102,4 miliardi, in aumento di 72,3 miliardi sempre rispetto a 12 mesi prima.

# Unica nota positiva: l’indice Pmi manifatturiero è tornato a superare quota 50

Dal punto di vista macro, la discesa agli inferi che si è finalmente interrotta in luglio, non appena allentate le restrizioni. L’indice Pmi manifatturiero, che misura lo stato di salute dell’industria, è tornato in Italia a superare quota 50, lo spartiacque fra contrazione ed espansione dell’attività. I 51,9 punti registrati il mese scorso, dai 47,5 di giugno, sono un risultato superiore appunto alle previsioni, rappresentano il miglior score dal giugno 2018 e, soprattutto, potrebbero essere la prima pietra posta sulle fondamenta di una ripresa che rimane incerta per tempistica ed entità. A far ben sperare, è però il generale miglioramento in Europa dell’indice Pmi. In particolare quello di un partner di peso per il nostro Paese come la Germania, dove il manifatturiero è salito a 51 punti, dai 45,2 a giugno. Era da giugno 2018 che non veniva oltrepassata la quota 50, e il recupero lascia margini per centrare il rimbalzo nel terzo trimestre.

Estratti articolo di Rodolfo Parietti per “Il Giornale” 

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7 MERAVIGLIE NATURALI poco conosciute nel NORD Italia (MAPPA)

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Credits: diariodime.it - Piramidi di Zone

L’Italia è una terra non solo ricca di storia e arte, ma anche di grandi bellezze naturali, dalle montagne ai mari, dai suoi vulcani alle sue cascate. Ecco quindi alcune piccole meraviglie che si possono ammirare dal Piemonte al Trentino Alto Adige ma che non tutti conoscono.

7 MERAVIGLIE NATURALI poco conosciute nel NORD Italia

 

#1 Monte Isola: l’isola lacustre più grande d’Europa

Credits: podistirecoaresi.it – Monte Isola

Si tratta dell’isola lacustre più grande d’europa, e la si può ammirare in tutta la sua grandezza dalle sponde del Lago d’Iseo. La sua mole boschiva emerge dalle acque come il guscio di una tartaruga, e per raggiungerla basta prendere un traghetto dai porti di Sulzano o Sale Marasino. Caratteristico è il borgo dei pescatori di Carzano, mentre per i più sportivi il consiglio è di mettervi in cammino fino al Santuario della Ceriola, il punto più alto dell’isola da cui godere della miglior vista sul paesaggio alpino circostante.

 

#2 Terre ballerine

Credits: viaggiaescopri.it – Terre ballerine

Un percorso naturalistico in cui sembra quasi di camminare, o saltellare, su un morbido materasso elastico, queste sono le cosiddette “Terre ballerine”. A poca distanza da Ivrea, tra i laghi Sirio e Pistono, sorge questo bosco magico, dove gli alberi sembrano muoversi quasi a ritmo di danza.

In realtà questo fenomeno è dovuto alla presenza, in passato, del Lago Coniglio, divenuto in parte una torbiera e quindi prosciugato nel 1895 per volere dell’industriale valdostano Francois Mongenet, padre della siderurgia italiana, per ricavarvi materiale combustibile per le sue industrie. Grazie allo strato d’acqua presente nel sottosuolo si ha la sensazione di camminare su un materiale talmente morbido da sembrare di gomma…provare per credere.

 

#3 Lago della Vecchia, paesaggi scozzesi a 2 mila metri

Credits: varesenews.it – Lago della Vecchia

In Alta Valle Cervo, a 1865 metri, si trova questo fantastico specchio d’acqua da cui nasce il torrente Cervo che da il nome all’omonima valle biellese. Per raggiungerlo basta salire dal borgo di Piedicavallo attraverso un percorso antico e intriso di leggende popolari. La bellezza del paesaggio e la sua pace vi ripagheranno della salita appena compiuta, un luogo tanto affascinante da ricordare il paesaggio scozzese e su cui aleggia una leggenda che ha per protagonisti una donna e un orso.

 

#4 Ponte di Veja: il più grande ponte naturale d’Europa 

Credits: infovalpolicella.it – Ponte di Veja

Si tratta del più grande ponte naturale d’Europa, con un arcata di 40 metri e una larghezza di 20, situato nel Parco Regione della Lessinia. Un luogo sospeso nel tempo, abitato durante l’epoca preistorica ed utilizzato come ponte vero e proprio per il passaggio di carri e uomini, tanto da affascinare sia Dante che Andrea Mantegna, il quale raffigurò il ponte naturale nella celebre “Camera degli Sposi” di Mantova.

 

#5 Cascate dell’Acquafraggia, le più spettacolari della Lombardia, descritte nel Codice Atlantico di Leonardo

Probabilmente la cascata più spettacolare della Lombardia, quest’alta parete da cui l’acqua del torrente Acquafraggia compie dei salti spettacolari poco distante dal borgo montano di Chiavenna e dal confine con la Svizzera. Una meraviglia che ha affascinato, tra i tanti, il genio di Leonardo da Vinci, che qui vi giunse nel 1495 annotandone lo stupore nel suo Codice Atlantico.

 

#6 Cascate di Vallesinella nel Parco Naturale Adamello-Brenta

Credits: visittrentino.info – Cascate di Vallesinella

Immerse nel Parco Naturale Adamello-Brenta, sulle omonime dolomiti trentine, si trova quest’altra spettacolare cascata. Per raggiungerla basta compiere una piacevole passeggiata nel mezzo di un verde bosco di faggi dall’abitato di Madonna di Campiglio e, se si è fortunati, oltre a questo triplice salto potrete scorgere animali come cervi e camosci.

 

#7 Piramidi di Zone, le guglie naturali create dall’erosione dell’acqua

Credits: diariodime.it – Piramidi di Zone

Uno spettacolo unico a pochi chilometri dalle acque del lago d’Iseo, quello offerto dalla vista delle cosiddette “Piramidi coniche di Zone”, in provincia di Brescia. Queste sculture naturali sono state create nel corso dei secoli dall’erosione dell’acqua a contatto con il terreno, dando origine a queste alte guglie, a volte protette dalla presenza di questi massi conici che ne hanno rallentato, o preservato, il processo erosivo. Per ammirarle basta prendere un facile sentiero all’interno della Riserva Naturale delle Piramidi di Zone che vi condurrà ad un punto panoramico in cui la vista spazia dalle piramidi coniche alle sponde del lago d’Iseo, fino alle sue montagne circostanti.

 

MATTIA GALBIATI

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🔴 4 agosto. LOMBARDIA: un solo decesso (5 in Italia), 44 positivi (190 in Italia)

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Nel giorno che l’Istat ha pubblicato i nuovi dati sui contagi reali che dovrebbero essere sei volte quelli ufficiali (Articolo: COVID: 6 volte più dei casi ufficiali. Il TASSO DI LETALITÀ crolla dell’85%) anche gli ultimi dati confermano il trend in continuo miglioramento. 

I decessi in Lombardia si avvicinano a quota zero: dai 3 di ieri a 1 di oggi. I positivi restano vicini ai minimi a +44 da +25. I guariti aumentano di +86, nove persone restano in terapia intensiva. 

Situazione sotto controllo anche in Italia: 5 decessi con 190 nuovi positivi. 

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Il Governo respinge l’ASSALTO ai documenti segreti del COMITATO TECNICO SCIENTIFICO: cosa nascondono di così inconfessabile?

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Avevamo raccontato come il 13 luglio una sentenza del Tar del Lazio, su ricorso della Fondazione Luigi Einuadi, aveva stabilito che i verbali sulla gestione dell’emergenza Coronavirus dovevano essere essere resi visionabili. Facendo cadere il segreto di Stato sul Covid. Pochi giorni dopo, però, il Governo aveva fatto ricorso contro questa sentenza, riuscendo ad ottenere la sospensiva dal Consiglio di Stato. Mantenendo così la segretezza sugli atti del CTS che hanno fatto da guida alle scelte dell’esecutivo. In un momento in cui il governo pare perdersi in mille ritardi, sorprende la rapidità con cui ha bloccato il TAR dal rendere pubblici gli atti di un ente, il Comitato Tecnico Scientifico, che svolge natura pubblica. Ma ripercorriamo le tappe della vicenda. 

Leggi anche:
🔴 STOP al SEGRETO di Stato sul Covid: il Tar ordina al governo di rendere PUBBLICI I VERBALI del CTS
🔴 Il GOVERNO ricorre al CONSIGLIO DI STATO contro la decisione del TAR di togliere il segreto dai verbali del CTS. Cosa ci sarà di così inconfessabile?

Il Governo respinge l’ASSALTO ai documenti segreti del COMITATO TECNICO SCIENTIFICO: cosa nascondono di così inconfessabile?

# La Fondazione Luigi Einaudi chiede di far luce sulle carte che hanno guidato le manovre del governo

Come riporta una nota sul sito della Fondazione:La Fondazione Luigi Einaudi sostiene e incentiva l’azione intrapresa dagli avvocati Rocco Mauro Todero, Andrea Pruiti Ciarello (membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione) e Enzo Palumbo (membro del Comitato Scientifico della Fondazione), i quali nell’azione giudiziaria sono stati affiancati dagli avvocati Federico Tedeschini (membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione), Ezechia Paolo Reale (membro del Comitato Scientifico della Fondazione) e Nicola Galati.”

L’obbiettivo dell’azione: “I Giuristi hanno richiesto l’accesso agli atti al Dipartimento di Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, per ottenere copia dei verbali e degli atti allegati del Comitato Tecnico Scientifico a supporto dei DDPCM emanati dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, nel corso dell’emergenza da Covid.19.”

# La cronistoria per scoprire i verbali secretati sulla gestione dell’emergenza Covid: dalla prima richiesta di accesso agli atti del 14 aprile, al sospensione dell’esecutorietà delle sentenza del Tar da parte del Consiglio del 31 luglio

Il primo atto è la richiesta di poter ottenere copia dei verbali del Comitato Tecnico Scientifico di supporto ai DPCM emanati durante l’emergenza, in data 14 aprile. Dopo il successivo diniego del 4 maggio, la Fondazione Einuadi ricorre al Tar il 26 maggio vedendosi accogliere la sua richiesta il 22 luglio. Una settimana dopo, arriva l’appello dell’Avvocatura di Stato che il 31 luglio emetto decreto si sospensione della sentenza del Tar. Si dovrà ora attendere il 10 settembre quando si riunirà la camera di consiglio per una valutazione collegiale.

Tutti i passaggi, con tutti gli atti ufficiali, che vogliono portare a fare luce sulla gestione dell’emergenza del governo, che lo stesso vuole tenere nascosta. Cosa ci sarà di così tanto spaventoso da fare sapere ai cittadini?

#1Richiesta di accesso agli atti del 14 aprile 2020;

#2Sollecito di riscontro all’accesso agli atti del 18 aprile 2020;

#3Diniego all’accesso agli atti del 4 maggio 2020;

#4Ricorso avverso il diniego all’accesso agli atti innanzi al TAR Lazio del 26 maggio 2020;

#5Sentenza del TAR Lazio di accoglimento del ricorso del 22 luglio 2020;

#6Richiesta di spontaneo adempimento del 24 luglio 2020;

#7L’appello dell’Avvocatura dello Stato alla sentenza del Tar Lazio del 28 luglio 2020;

#8Consiglio di Stato: decreto presidenziale di sospensione efficacia sentenza TAR Lazio del 31 luglio 2020.

Fonte: Fondazione Luigi Einuadi

Leggi anche:
🔴 STOP al SEGRETO di Stato sul Covid: il Tar ordina al governo di rendere PUBBLICI I VERBALI del CTS
🔴 Il GOVERNO ricorre al CONSIGLIO DI STATO contro la decisione del TAR di togliere il segreto dai verbali del CTS. Cosa ci sarà di così inconfessabile?

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FUOCO AMICO su SALA. I VERDI: “ecologista solo di facciata”. Il FATTO: “Beppe Slalom” sta trasformando Milano in un rosso gamberone

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Credit: https://www.twebnews.it/

I Verdi hanno scaricato il Sindaco: non lo appoggeranno in un’eventuale nuova candidatura per le elezioni amministrative del Comune di Milano nel 2021. L’accusa è di utilizzare il suo impegno per una città verde e resiliente solo come strumento di marketing, senza riscontro nella realtà. Ai Verdi si aggiunge il Fatto che in un articolo di Paolo Martini critica Sala e la sua “politica da slalomista“, più orientato all’opportunismo che a una linea chiara. E che a fronte di qualche passo in avanti rischia di portare la città a fare un brusco salto indietro.  

FUOCO AMICO su SALA. I VERDI: “ecologista solo di facciata”. Il FATTO: “Beppe Slalom” sta trasformando Milano in un rosso gamberone

Pubblichiamo estratti articolo di Paolo Martini per “Il Fatto Quotidiano” – Sala, il futuro di Milano è verde? No, rosso gamberone

# Beppe Slalom: dopo il pentimento per la prima reazione al Covid e i dubbi sulla candidatura bis, insiste su Milano città resiliente e verde

Nel presentare la recente lettera ad Angela Merkel di alcuni sindaci europei che reclamano più investimenti a favore delle città green, Giuseppe Sala detto Beppe-slalom non si è limitato al solito nuovo mantra della sostenibilità ecologica ma ha cominciato ad infilare anche il concetto di resilienza, attribuito come insolito aggettivo a Milano. La città sarebbe, bontà sua, tra le metropoli più ‘resilienti’ e verdi. Mentre continua a sfogliare la margherita social-mediatica della ricandidatura, Sala ostenta pentimenti per la sua prima superficiale reazione al Covid e ama ripetere frasi fatte come nell’ultima intervista di luglio: “La nostra è una città che deve recuperare nell’oggi il suo dinamismo, che è la sua vera natura. In senso generale, poi, il futuro di Milano è verde. Lo dico come impegno, lo dico come convinzione, lo dico anche come utilità. A Milano lavoriamo molto sulla transizione ambientale”. Sic. (…)

# Non bastano le piste ciclabili disegnate sull’asfalto, per fare una città green, viste le cementificazioni a Expo, Scali Ferroviari, Città Studi e per le Olimpiadi 2026

(…) Sono il dinamismo e soprattutto la resilienza tirata ad aggettivare una caratteristica milanese, a tradire le vere intenzioni del nostro Beppe-slalom

(…) Per venire a Sala e alla transizione green di cui riempie i profili online, non bastano certo le piste ciclabili appena tracciate e quelle ridipinte a nuovo, i fantomatici limiti a 30 km all’ora per le auto accanto alle nuove direttrici per le bici e i cicli vari, i tanti nuovi monopattini in sharing, per ridipingere la facciata di una città che fino a ieri svettava nelle peggiori classifiche dell’inquinamento.”

“E certo lasciano pensare al peggio gli appelli a far uscire presto i lavoratori dallo smart-working, i piani di marketing per rilanciare il turismo a Milano, le ennesime cementificazioni nell’area già Expo e negli scali ferroviari, i progetti per San Siro e gli alberi tagliati a Città Studi per il nuovo Campus. E che dire anche solo della preparazione dei Giochi Olimpici invernali 2026 tra Milano e Cortina, un progetto che in epoca di ‘global warning’ fa quasi il paio con l’arroganza anti-ecologica mostrata da Putin nel 2014, quando ha scelto una località subtropicale come Sochi per le sue Olimpiadi della neve. (…)

# I Verdi hanno già scaricato Sala, in caso di nuova candidatura per le elezioni del 2021 non lo appoggeranno “Ecologista di pura facciata

Qualche giorno fa c’è stata la presa di posizione ufficiale dei Verdi milanesi, che hanno annunciato di voler correre da soli e di sfilarsi da un’eventuale coalizione elettorale bis per Sala, additato come un ecologista di pura facciata.”

# Sala rischia di far virare la città al rosso gamberone, dopo qualche passo in avanti ecco un bel salto all’indietro

“Al di là delle beghe della politica, in realtà il sospetto di molti è che Sala si stia facendo interprete, come la stessa lettera alla Merkel suggerirebbe, della preoccupazione diffusa nella Milano ‘dei dané’ che il flusso di capitali europei del Recovery Fund in Italia finisca inevitabilmente più verso Sud, con un governo e delle leadership politiche interessate in prima battuta alla rinascita di Roma che alle sorti della fu Capitale Morale. Così che, alla fine, altro che la Milano resiliente e verde: tutta questa stagione su cui Sala ha voluto mettere la faccia rischia di far virare la città al color rosso gamberone, dopo qualche passo in avanti ecco un bel salto all’indietro.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Leggi anche:
SALA scrive all’EUROPA: “città più eque e più green”. Nessun cenno all’AUTONOMIA e a poteri all’altezza di una città internazionale
Beppe Sala, PRIGIONIERO del PASSATO (da Il Foglio)

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