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I CASSONETTI d’ARTISTA: l’ultima frontiera della Street Art (video)

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L’iniziativa “Masken Pflicht”, “mascherine obbligatorie”, diffusa sui cassonetti di Berlino dal trio dei Mentalgassi utilizza per la loro performance gli elementi urbani forse più trascurati da ogni forma d’arte: i cassonetti. Possono essere uno spunto per gli artisti di Milano?

I CASSONETTI d’ARTISTA: l’ultima frontiera della Street Art (video)

# Gli street artists Mentalgassi hanno lanciato la loro nuova performance Masken Pflicht ricoprendo i cassonetti della città con delle mascherine

La street art mette nel mirino anche i cassonetti della spazzatura. Questa l’iniziativa stravagante del trio di Mentalgassi di scena a Berlino affrontando un tema di attualità come le regole anti contagio. Le nuove installazioni sono comparse nei quartieri berlinesi di Neukölln e di Kreuzberg riprendendo le tecniche innovative tipiche dell’arte del collettivo berlinese. Vari cassonetti sono stati coperti con poster di persone a cui sono state aggiunte mascherine. Ma chi sono i Mentalgassi?

# Gli street artists Mentalgassi portano Berlino in giro per il mondo

 

Il successo del trio Mentalgassi è riconosciuto da oltre un decennio anche al di fuori della Germania, propri lavori sono infatti presenti in città come San Paolo e New Dehli. La loro arte non è solo urban ma si è fatta voce anche di campagne di sensibilizzazione internazionali. La più nota è quella per Amnesty International nel 2011 quando il collettivo di Berlino, in collaborazione con il duo inglese Lisa Jeliffe and Kirsten Rutherford, ha preso parte alla campagna Making Invisibles Visible per sensibilizzare la cittadinanza verso i diritti della popolazione carceraria. Il trio ha dipinto 6 detenuti sulle grate di varie città del Regno Unito. In particolare ricordiamo Troy Davis, un afroamericano condannato a morte negli Stati Uniti dichiaratosi innocente fino al giorno della propria esecuzione.

# I Mentalgassi, un trio di street artists cresciuto per le vie di Berlino

 

Come scrive Lorenzo Fusca per Berlino Magazine, “Gli street artists Mentalgassi sono tre amici berlinesi che si conoscono fin dall’infanzia. Cresciuti come writer, il collettivo incomincia a interessarsi a nuove tecniche come la fotografia e la stampa appena diventati maggiorenni. Inizia così nel 2007 il loro viaggio verso la street art che li ha portati alla fama internazionale. In quell’anno installano per la prima volta i propri poster tridimensionali Metalheads per i cassonetti di Berlino. Da lì a poco il gruppo incomincia a espandersi sviluppando le proprie idee per tutta la città. Il vero motivo del loro successo non è chiaro nemmeno ai soggetti interessati. Forse, come affermato da un membro del trio, è da ricercare nella messa in risalto del rapporto dell’uomo con l’ambiente circostante.”

Fonte: articolo di Lorenzo Fusca per “Berlino Magazine” – Mentalgassi, il trio di street artists berlinesi che trasforma i cassonetti in volti e sguardi

# I Cassonetti d’Artista: una nuova frontiera per l’arte da strada a Milano?

L’iniziativa dei Mentalgassi potrebbe fare da ispirazione anche agli street artist di Milano? Pao ha valorizzato i panettoni anti sosta con i suoi celebri pinguini, altri street artist hanno colorato i Jersey antiterrorismo. La prossima frontiera sarà dare più identità ai cassettoni per la raccolta differenziata?

Continua la lettura con: I pinguini di Pao

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ISOLAMENTO DOMICILIARE? 7 informazioni fondamentali per chi è positivo o in quarantena domiciliare

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credit: ilmeteo.it

L’iniziativa “Milano per Milano” intende rispondere ai bisogni dei cittadini che si sono creati a causa del Coronavirus, direttamente e indirettamente. I cittadini chiamano e Milano Città Stato risponde. Avviamo la rubrica con questo articolo: come ottenere le informazioni socio sanitarie per chi risulta positivo al tampone o in isolamento domiciliare?

ISOLAMENTO DOMICILIARE? 7 informazioni fondamentali per chi è positivo o in quarantena domiciliare

Durante il lockdown e nelle fasi che lo seguono, la parola che descrive al meglio la situazione sociale è: confusione. Sono poche le persone che sanno esattamente cosa bisogna fare in caso di positività o di isolamento domiciliare. A chi puoi rivolgerti per ottenere informazioni esatte? E quali sono le regole base da seguire?

#1 Sei positivo al Covid e non sai come procedere? Portale Milano COR di ATS Città Metropolitana di Milano

Se sei risultato positivo al Covid ma non sai come procedere, il Portale Milano COR attivato da ATS Città Metropolitana di Milano fa al caso tuo. Registrandoti sul sito potrai:

♦ leggere istruzioni sulle modalità dell’isolamento domiciliare

♦ scaricare un diario in cui segnalare l’insorgenza di eventuali sintomi

♦ effettuare la prenotazione self service del tampone di guarigione dopo il periodo di isolamento, ricevendo direttamente sul portale l’esito dello stesso (questa funzione è attiva solo a partire dal decimo giorno successivo al tampone positivo)

♦ segnalare i dati anagrafici di eventuali conviventi che dovranno rimanere in quarantena

#2 Hai bisogno di aiuto a domicilio? Sportello di orientamento del centro sociale Cantiere

Anche il centro sociale Cantiere offre uno Sportello di orientamento per rispondere a diverse tipologie di esigenze:

♦ stai vivendo una situazione di emergenza, non ti senti bene fisicamente o emotivamente, casa non è un luogo sicuro e subisci violenza, ma non sai a chi rivolgerti?

♦ hai bisogno che qualcuno ti porti la spesa o medicinali?

♦ hai bisogno di sapere quali sono gli sportelli e i servizi, gli ambulatori attivi in questo momento ma non riesci a orientarti?

♦ cerchi informazioni o consulenza legale, sindacale, per abortire, per un familiare in carcere, per i tuoi documenti o inoltrare richiesta d’asilo?

♦ hai bisogno di consulenza su casa, affitti, sfratti e mutui?

#3 Qualunque tipo di bisogno? Numero unico 020202 del Comune di Milano

Il Contact center del Comune di Milano, attivo 24/24 e 7/7 è stato attivato appositamente per offrire servizi e informazioni ai cittadini. I cittadini potranno chiamare lo 020202 e saranno accolti da operatori che orienteranno le richieste o i bisogni verso i servizi disponibili. É anche possibile contattare lo 020202 su Whatsapp, troverai un assistente virtuale che ti darà informazioni affidabili e precise. La chatbot si attiva salvando il numero tra i contatti e iniziando la conversazione con un “Ciao”. E’ importante specificare che questo servizio non offre informazioni solo riguardo al Covid ma vi potete trovare risposte a domande generiche sulla città di Milano.

 secondi. 

#4 Come assistere un malato COVID a casa

Il Gruppo San Donato ha redatto un vademecum su come gestire un isolamento domiciliare: “Per evitare il contagio, i conviventi della persona malata devono seguire scrupolosamente una serie di regole, soprattutto nei casi in cui l’assistenza preveda un contatto fisico:

  • assistere il familiare indossando una mascherina chirurgica. Le mascherine non devono essere toccate durante l’utilizzo, non possono essere riutilizzate e vanno eliminate dopo l’uso (secondo le regole);
  • evitare il contatto diretto. Se l’assistenza prevede contatto con secrezioni respiratorie, feci o urine, è necessario l’utilizzo dei guanti, che devono essere gettati dopo l’uso;  
  • chi si occupa di rimuovere l’abbigliamento o le lenzuola del paziente in isolamento, deve indossare la mascherina chirurgica e i guanti. La biancheria deve essere inserita in un sacco e gestita separatamente da quella del resto della famiglia; può essere lavata in lavatrice a 60° per almeno trenta minuti o a tempi più brevi per temperature superiori, utilizzando il comune detersivo;.
  • igienizzare una volta al giorno, o più, le superfici dei locali utilizzati dalla persona in isolamento con i tradizionali detergenti e disinfettarle con prodotti a base di cloro (candeggina) oppure con alcol al 70%.  Chi effettua la pulizia deve indossare camice e guanti (se non sono monouso, devono essere subito disinfettati).”

#5 Monitoraggio delle proprie condizioni di salute

Sempre seguendo il Vademecum del Gruppo San Donato, è “importante tenere un diario clinico all’interno del quale annotare quotidianamente: 

  • temperature corporea (due volte al giorno e al bisogno);
  • comparsa di sintomi come tosse, secrezioni nasali, mal di gola, mal di testa. 

Ogni peggioramento del proprio stato di salute, deve essere comunicato tempestivamente al medico di medicina generale o contattando il numero verde regionale dedicato 800 894545. In caso di emergenza rivolgersi al 112

#6 Gli obblighi di legge

È importante ricordare che per i pazienti positivi al coronavirus, in condizione di isolamento domiciliare obbligatorio:

  • sono vietati spostamenti o viaggi;
  • è obbligatorio rimanere raggiungibili per le attività di sorveglianza;
  • non è possibile ricevere visite;
  • in caso di paziente sintomatico, i divieti permangono fino alla guarigione clinica (negatività al test).

#7 Lasciamoci ispirare: cosa hanno fatto all’estero per gestire i positivi a domicilio?

♦ All’estero hanno dato la priorità alla spiegazione della differenza tra isolamento (allontanamento dei contagiati o delle persone fragili a contatto coi contagiati, o di chi una casa non ce l’ha) e quarantena (auto isolamento fiduciario nella propria abitazione per la durata del periodo di incubazione, per verificare l’eventuale comparsa di sintomi). Sono stati sviluppati per questo servizi e strutture per isolare i malati che non possono restare nella propria casa ma che non necessitano ospedalizzazione.

In Italia sono state trasformate alcune strutture alberghiere in “covid hotel” per ospitare ed isolare i positivi ma è necessario sottolineare che i posti disponibili sono ancora altamente insufficienti.

♦ Lo Stato del Maine ha creato un form in cui i cittadini possono segnalare segnalare le proprie richieste e bisogni specificandone l’urgenza (da soddisfare entro 1 o 24/48 ore). In questo modo gli operatori possono avere una lista di bisogni da soddisfare in base all’urgenza e il servizio, qualunque questo sia, diviene più efficiente.

In Italia questo tipo di form ancora non è stato creato e potrebbe divenire anche nel nostro paese molto utile.

Leggi anche: Le RESIDENZE a Milano per isolare i POSITIVI: quelle operative e quelle in arrivo

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🛑 15 novembre. Il Covid già a Milano nell’estate 2019. Italia di nuovo prima per morti in Europa

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Occupazione terapie intensive al 13/11

La notizia del giorno sono i risultati della ricerca dell’Istituto dei Tumori: a Milano il Covid era già presente almeno dall’estate del 2019. Nel sangue prelevato a ottobre del 2019 il 14% del campione è risultato aver sviluppato gli anticorpi del Covid. Siccome è necessario un certo periodo di tempo affinché si sviluppino, “l’incontro” con il virus evidentemente va spostato un po’ più indietro, almeno alla fine dell’estate. Questo significa che dall’estate 2019 (almeno) a inizio marzo 2020 il Covid ha circolato liberamente nelle nostre zone. La domanda che molti si fanno è: perchè si è arrivati all’emergenza sanitaria solo dopo che è stato identificato? Ma passiamo ai dati del giorno. 

🛑 15 novembre. Il Covid già a Milano nell’estate 2019. Italia di nuovo prima per morti in Europa

#1 181 morti in Lombardia, 546 in Italia

Crescono i decessi in Lombardia: dai 187 di giovedì e ii 158 di ieri oggi sono 181 i morti in Regione.  Come riferimento: nel picco del 21 marzo i morti del giorno in Lombardia erano stati 546.
Stabili i decessi in Italia: dai 544 di ieri ai 546 di oggi. 

#2 Decessi nelle ultime 24 ore: Italia di nuovo prima in Europa 

Secondo gli ultimi dati disponibili al momento, l’Italia risulta di nuovo prima in Europa, con i suoi 546 morti. Tra gli altri paesi Francia +354*, Russia +352, Polonia +303, Belgio +197, UK +168, Austria +83, Germania +16. Nel mondo l’Italia è terza, dopo USA e Messico. 

*dati aggiornati al 14 novembre. Fonte: Worldometers.com

#3 Stabili nuovi ricoveri in terapia intensiva in Lombardia, in crescita in Italia

Sembra stabilizzato il numero dei nuovi ricoveri in terapia intensiva in Lombardia con una curva che risulta più piatta dopo i rialzi delle settimane precedenti: oggi ci sono stati 20 nuovi ricoveri in terapia intensiva dai +16 di ieri, per un totale di 837 ricoverati.
Per un riferimento: negli ospedali lombardi ci sono 1.530 posti letto attivati o attivabili in terapia intensiva. Il tasso di occupazione è del 55%.
In Italia continua invece a crescere il numero dei nuovi ricoveri in terapia intensiva: dai 79 di ieri ai +116 di oggi.

#4 Stabili i nuovi contagi in Lombardia (ma crescono i tamponi)

I nuovi contagi in Lombardia restano sotto quota 10.000: dai +8.129 di ieri agli 8.060 di oggi. Le province più colpite si confermano la città metropolitana di Milano, in rialzo dai +2.895 di ieri ai +3.302 di oggi. 

Scendono i contagi in Italia che dopo aver sfondato venerdì per la prima volta quota 40.000, dai 37.255 ieri passano ai 33.979 di oggi.  
Calano però anche dei tamponi: in Italia dai 227.695 di ieri ai 195.275 di oggi. Crescono invece in Lombardia: ieri erano stati 35.550, oggi sono stati 38.702.

#5 Scende il tasso di positività in Lombardia, sale in Italia

Il tasso di positività (nuovi positivi/tamponi) in Lombardia torna a scendere: dal 22,8% di ieri al 20,8% di oggi.  
Cresce in Italia: dal 16,3% al 17,4%.

#6 Tasso di crescita dei contagi: +2,6% in Lombardia

Il tasso di nuovi contagi in Lombardia scende ancora, dal 3,6% di venerdì e il 2,7% di ieri al 2,6% di oggi, tra i più bassi in Italia (il minore è in Liguria con l’1,9%).
Il più alto è in Campania, Sicilia e Calabria con il +3,5%.

Fonte dati: Protezione Civile

#7 RT a Milano: 1,2. Lombardia attorno all’1,5

L’RT a metà ottobre aveva raggiunto il massimo a Milano: 2,35. Da quel momento la curva ha iniziato a scendere passando sotto il 2 intorno al 25 ottobre e arrivando questi giorni a 1,25. Anche in Lombardia è in calo attorno all’1,5. Anche il secondo e il terzo parametro base (nuovi ricoveri e nuovi accessi in terapia intensiva) hanno cominciato a calare tra fine ottobre e inizio novembre. (Fonte: ATS Milano Metropolitana)
Da notare che il lockdown è iniziato il 6 novembre. Ossia quando tutti gli indici e le medie mobili erano già in calo a Milano da almeno una settimana.

continua la lettura con: Perchè l’ITALIA per decidere sul VIRUS non usa i due PARAMETRI utilizzati in tutto il mondo?

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Questa è l’OSTERIA più ANTICA del MONDO

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Credits: bizzottoraoul IG

Nel guinness dei primati come osteria più antica del mondo c’è lei, ritrovo di grandi vip rinascimentali.

Questa è l’OSTERIA più ANTICA del MONDO

# Un’osteria da Guinness dei primati: l’osteria “Al Brindisi” di Ferrara

credits: albrindisi.net

Nel passato le osterie erano luoghi di socialità e di rifugio molto importanti in ogni parte del mondo. Vi si poteva trovare vitto, alloggio e compagnia. Infatti erano frequentate da persone di diverso tipo che qui si incontravano e bevevano conversando.

Credits: tripadvisor.it

L’osteria più antica al mondo, inserita all’interno dei Guinness World Record, ce l’abbiamo proprio noi in Italia. Si trova a Ferrara e per non lasciare in secondo piano il suo ruolo di enoteca si chiama proprio “Al Brindisi“. Quest’antica osteria risale al 1435 ed era conosciuta, non solo dai ferraresi, come “Hostaria del Chiuchiolino” ovvero l’osteria dell’ubriaco, da “ciucco”.

# Un luogo di ritrovo anche per i vip dell’epoca, da Torquato Tasso a Ludovico Ariosto

Targa Ariosto

Sono stati diversi i personaggi illustri che hanno soggiornato e frequentato la medievale osteria, tra cui: Torquato Tasso, Niccolò Copernico e Ludovico Ariosto. Copernico, il celebre astronomo polacco, si laureò a Ferrara soggiornando al primo piano dell’edificio, sopra a quella che oggi è l’enoteca. Ma la più celebre citazione dell’Hostaria del Chiuchiolino appartiene ad Ariosto che scrive nella sua commedia “La Lena” dei versi ricordando questo luogo:

“…gli occhi di cuchiolin più confarebbonsi
di Sabbatino Mariano e simili,
quando di Gorgadel ubriachi escono….”

# Un tempo semplice osteria, oggi simbolo dell’enogastronomia ferrarese

credits: albrindisi.net

Ha conquistato il titolo di Locale Storico d’Italia e oltre ad essere rimasto una meta turistica, è un locale molto frequentato dagli stessi cittadini di Ferrara e dagli amanti della cucina tradizionale ferrarese. Oggi i proprietari dell’osteria sono la famiglia Pellegrini, che se ne occupano dagli anni ’70 e l’hanno resa un luogo di cultura e offrendo un percorso enogastronomico di eccellente qualità, curato ma che richiama la tradizione. La caratteristica più apprezzabile del locale è sicuramente la sua varietà enologica e di menù degustazione: vini locali poco conosciuti e piatti in grado di soddisfare ogni palato.

ROSITA GIULIANO

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🛑 14 novembre. Quasi dimezzati i CONTAGI a Milano. In Lombardia il tasso di crescita dei contagi più BASSO d’Italia

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La situazione migliora in Lombardia anche oggi: calano i contagi e il tasso di crescita dei contagi risulta il più basso d’Italia, l’unica sotto il 3%. Si attenua anche la crescita delle terapie intensive. Tornano invece a crescere i decessi e il tasso di positività.

🛑 14 novembre. Quasi dimezzati i CONTAGI a Milano. In Lombardia il tasso di crescita dei contagi più BASSO d’Italia

#1 158 decessi in Lombardia, 544 in Italia

Tornano a crescere i decessi in Lombardia: dai 187 di giovedì e i 118 di ieri, oggi sono 158. Come riferimento: nel picco del 21 marzo i morti del giorno in Lombardia erano stati 546.
Stabili i decessi in Italia: dai 550 di ieri ai 544 di oggi. 

#2 Decessi nelle ultime 24 ore: Italia terza in Europa 

Secondo gli ultimi dati disponibili al momento, l’Italia risulta terza in Europa, dopo Francia e Polonia. Tra gli altri paesi UK +462, Germania +55. Sotto i 10 Svezia e Danimarca. 

Fonte: Worldometers.com

#3 Continua a calare la curva dei nuovi ricoveri in terapia intensiva in Lombardia

Continua a calare il numero dei nuovi ricoveri in terapia intensiva in Lombardia con una curva che si fa più piatta dopo i rialzi delle settimane precedenti: +16 dai +19 di ieri, per un totale di 817 ricoverati.
Per un riferimento: negli ospedali lombardi ci sono 1.530 posti letto attivati o attivabili in terapia intensiva. Il tasso di occupazione è di poco superiore al 53%.
In Italia cresce invece il numero dei nuovi ricoveri in terapia intensiva: dai 60 di ieri ai +79 di oggi.

#4 Scendono i contagi soprattutto a Milano (ma calano anche i tamponi)

I nuovi contagi in Lombardia tornano sotto quota 10.000: dai +10.634 di ieri agli 8.129 di oggi. Le province più colpite si confermano Milano, che quasi dimezza i contagi da +4.451 a +2.895) e Varese (+1.341), in leggera crescita. 
Scendono i contagi anche in Italia che ieri aveva sfondato per la prima volta quota 40.000: dai +40.902 di ieri ai +37.255 di oggi.
Calano però anche dei tamponi: in Italia dai 254.908 di ieri ai 227.695 di oggi. Calano i tamponi anche in Lombardia: ieri erano stati 55.636, oggi sono stati 35.550.

#5 Risale il tasso di positività in Lombardia 

Il tasso di positività (nuovi positivi/tamponi) in Lombardia torna a salire sopra il 20%: dal 19,1% di ieri al 22,8% di oggi.  
Stabile in Italia: dal 16% al 16,3%.

#6 Tasso di crescita dei contagi: +2,7% in Lombardia, il più basso d’Italia

Il tasso di nuovi contagi in Lombardia scende dal 3,6% di ieri al 2,7% di oggi, il più basso in Italia, l’unica sotto il 3%.
Il più alto anche oggi in Basilicata (+5,8%), seguita dalla Puglia (+5,5%)

Fonte dati: Protezione Civile

#7 RT a Milano: 1,2. Lombardia attorno all’1,5

L’RT aveva raggiunti il massimo a metà ottobre raggiungendo 2,35. Da quel momento la curva ha iniziato a scendere passando sotto il 2 intorno al 25 ottobre e arrivando oggi a 1,25. Anche in Lombardia è in calo attorno all’1,5, come dichiarato oggi da Gallera. Da notare che anche il secondo e il terzo parametro base (nuovi ricoveri e nuovi accessi in terapia intensiva) hanno cominciato a calare tra fine ottobre e inizio novembre. (Fonte: ATS Milano Metropolitana)
Da notare che il lockdown è iniziato il 6 novembre. Ossia quando tutti gli indici e le medie mobili erano già in calo a Milano da almeno una settimana.

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7 COSE che un NON MILANESE AMA di più di Milano 

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Foto: Andrea Cherchi (c)

Cosa apprezza di più un non milanese delle nostra città? Lo abbiamo chiesto a un campione non rappresentativo formato da persone di fuori Milano. Questi sono i sette principali motivi di apprezzamento. 

7 COSE che un NON MILANESE AMA di più di Milano 

#1 L’energia che ti spinge a fare tanto, una città in movimento senza essere frenetica

Credits: mariateresa toledo via photopin cc

“Milano è sempre in movimento”, “la sua energia ti spinge a correre, fin sulla scala mobile della metropolitana”, “Milano ti accelera ma ti concede spazi per pensare”. “Veloce, ma non frenetica”, “è un invito a dare il proprio meglio e a spingersi sempre più in alto”.

#2 La libertà di fare quello che vuoi (quasi) a ogni ora

Non sarà la Grande Mela, ma non si può certo dire che gli orari della città siano limitati. Infatti è stata la prima in Italia ad aprire supermercati h24, la Biblioteca degli Alberi è il nuovo parco cittadino totalmente senza recinzioni, lockdown a parte è una città dove si trova qualcosa a qualsiasi ora, l’unica in Italia con orari da città internazionale.

#3 Una piccola metropoli, un grande borgo

Credits: wikipedia.org

Una metropoli ma con le dimensioni del borgo. Milano è il doppio di Parigi, ma se si vuole attraversare il centro storico da una parte all’altra ci vogliono 30 minuti a piedi. “E’ troppo grande per essere piccola, è troppo piccola per essere grande”. Questo le consente di avere i vantaggi del paese e della grande città assieme. 

Leggi anche: i confini di Milano

#4 Andare in scooter fino in piazza Duomo

Credits: milano.repubblica.it – Scooter in Piazza Duomo

I milanesi si lamentano di auto e traffico. Ma poche sono le città che ti consentono di arrivare in scooter o in auto fin nel loro cuore. Ti trasmette l’idea che la città è accessibile e senza steccati. 

#5 Funzionamento dei mezzi pubblici

Credits: martesana.it – Metropolitana di Milano

In Italia è indiscutibilmente al top nel trasporto pubblico: la metropolitana la fa da padrona con la quinta linea in arrivo. Ha la più estesa rete metropolitana e tranviaria e, soprattutto, ha una buona puntualità. A questo si aggiunge il numero e il tipo di servizi in sharing, auto, bici, scooter, monopattini, che come rapporto mezzi/abitanti ha pochi eguali nel mondo. 

Leggi anche: la metropolitana di Milano a confronto con le altre del mondo

#6 L’internazionalità

Milano è “l’unica città europea d’Italia”. Una delle capitali mondiali della moda, con una storia e un’immagine più mitteleuropea che mediterranea, ospita il numero maggiore di multinazionali e di studenti internazionali di tutto lo stivale. Il suo stesso simbolo, il Duomo, richiama più uno stile nord Europeo che italiano. 

#7 È chic senza tirarsela

cortili di milano
Casa Atellani
Indirizzo: corso Magenta, 65

Donne e uomini con gusto nel vestire. A questo si pensa nel mondo quando immaginano i milanesi. Una città sorta in una pianura paesaggisticamente povera, ha saputo ricercare la bellezza in ogni sua veste: nell’arte, nell’architettura, nella moda, nel suo stile. Una città chic e raffinata ma che si deve scoprire, spesso più bella nei cortili che nelle sue piazze.  

Continua la lettura con: quello che le milanesi amano delle milanesi

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“Fermati un istante”: la MOSTRA sui MURI di Milano

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Credits: Andrea Fasani

A Milano arriva la mostra di Andrea Fasani “Fermati un istante” in cui il museo è la stessa città. Il fotografo con questo progetto invita i passanti a fermarsi e ad osservare, sui muri e i marciapiedi della metropoli, le sue fotografie.

“Fermati un istante”: la MOSTRA sui MURI di Milano

# Il nuovo street project fotografico di Andrea Fasani

credits: Milano Today

La prima foto di questo nuovo progetto “Fermati un istante” del fotografo Andrea Fasani è stata esposta a piazzale Baiamonti. Le altre sono state stampate, incorniciate e appese sui muri in diversi luoghi della città. Da considerare che le opere non danneggiano gli edifici poiché sfruttano chiodi preesistenti e ringhiere.

La descrizione delle opere si potrà leggere grazie ad un Qr code posizionato sotto ogni fotografia.

L’idea del progetto nasce quando il fotografo di ritorno a casa dal lavoro, riflettendo su dove fare una mostra ha capito che non poteva esserci luogo migliore per esporre le sue foto delle strade della città che quotidianamente lo ispirano.

# Una mostra per strada per permettere ai passanti un istante di fuga dalla routine

credits: Milano Today

“Perché in una città caotica come Milano è importante ogni tanto fermarsi, non lasciarsi fagocitare dalla routine, dai tempi stretti, dagli orari di tram e metro. L’istante è amico della fotografia, perché viviamo d’istanti” spiega il fotografo. Questo l’obiettivo del museo a cielo aperto è questo: permettere alle persone di fuggire dalla routine cittadina facendosi trascinare dalle fotografie esposte.

Fasani rimpiange i tempi in cui le foto venivano stampate, custodite, osservate anche a distanza di tempo e per questo ha pensato: “Perché non stampare delle mie foto e lasciarle in vari luoghi della città?”. E ancora affermaAbbiamo cellulari, computer, cloud pieni di foto ma si è smarrito il gusto per l’unicità e la magia che può restituirci una foto stampata. Avevo bisogno di rendervi partecipi, donarvi un immagine che potesse rappresentare una linea di fuga dalla vostra quotidianità e che spero vi spinga a fermarvi ed osservare. Ho sentito il bisogno di farlo in strada, perché la strada è il mio ufficio, da sempre ne respiro l’odore”.

# “Se le fotografie verranno prese e portate a casa, sarà per me gioia”

Il fotografo scherza sulla possibilità che le sue fotografie possano essere rubate: “Queste foto vengono dalla strada, per la strada. Se le fotografie verranno prese e portate a casa, sarà per me gioia il sapere che a qualcuno é piaciuta così tanto da tenerla nel luogo più intimo che si ha”. Aggiunge però che “Se verranno rotte o buttate beh, fa parte anche questo della strada. Sono un omaggio a qualsiasi cittadino che voglia fermarsi e guardare quello che vedo io. Non esiste un filo conduttore tra le varie foto ma semplicemente quello che mi viene in mente di stampare e regalare”. 

Fonte: Milano Today

Continua la lettura con: Il PARCO d’ARTE a cielo aperto di CITY LIFE: le 12 opere più CURIOSE attuali e future con i loro significati (foto)

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Il TIRAMISÙ: dove è nato davvero?

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Credits: discoveritaly.alitalia.com - Tiramisù

La sfida sull’origine di uno dei dolci più amati dagli italiani, nonché il più famoso al mondo, è sempre aperta: non solo Friuli Venezia Giulia e Veneto ne rivendicano la paternità, ma c’è anche un terzo incomodo. Scopriamo il vincitore e tutte le storie curiose legate alla nascita di questo dessert.

Il TIRAMISÙ: dove è nato davvero?

# Dal vice cuoco friulano della Regia Marina, all’Albergo Roma di Tolmezzo: gli indizi che portano in Friuli Venezia Giulia

La prima porzione di Tiramisù sarebbe stata servita per la prima volta il 19 maggio 1938 sul panfilo reale verso Siracusa, da Mario Cosolo, allora vice cuoco friulano della Regia Marina. A Pieris invece al ristorante “Il vetturino” viene preparata dagli anni ’40 la ‘Coppa Vetturino’, tradizionalmente realizzata con mousse al cioccolato, pan di Spagna bagnato con Marsala, zabaione e panna montata e, dagli anni Cinquanta, viene chiamata ‘Coppa Vetturino Tirime su’ e poi, successivamente, solo ‘Tirime su’.

In base al numero 649 de “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi” le origine del dolce viene attribuito all’Albergo Roma di Tolmezzo che negli anni ’50 ad opera di Norma Pielli, come versione modificata del Dolce Torino, che sarebbe stata realizzata sostituendo il burro con il mascarpone e l’alchermes con il caffè.

# Ma il Veneto rilancia: nel settecento era il dolce afrodisiaco nelle case di piacere di Treviso

La ricetta del tiramisù non è presente nei libri di cucina precedenti agli anni sessanta del XX secolo. Ciò consente di supporre che il tiramisù, come lo si conosce ora, sia un’invenzione recente. Tuttavia secondo una tradizione verbale veneta tramandata nei secoli, il Tiramisù sarebbe nato a Treviso nella seconda metà del ‘700/’800 grazie all’idea di una geniale “maitresse” di una casa di piacere ubicata nel centro storico della città. Il dolce afrodisiaco e corroborante sarebbe stato pensato per offrirlo ai clienti alla fine delle serate allo scopo di rinvigorirli e risolvere i problemi connessi ai doveri coniugali al momento del loro rientro in famiglia.

La ricetta deriverebbe dallo “sbatudin” un composto di tuorlo d’uovo sbattuto con lo zucchero, utilizzato comunemente dalle famiglie contadine trevigiane come ricostituente o per i novelli sposi. A questo è stato poi aggiunto mascarpone, caffè e cacao. Il Tiramisù dei giorni nostri, secondo un’evoluzione della tradizione locale di Treviso, è un dolce anche per i bambini ecco perché la ricetta tradizionale non contiene liquore.

# Il terzo incomodo: una leggenda lo fa nascere in Toscana alla fine del seicento

Una delle leggende sulla nascita del tiramisù richiama la “zuppa del duca” di Siena, come dolce preparato in occasione di una visita del granduca Cosimo III de’ Medici. Questa versione sarebbe in teoria compatibile con l’introduzione in Italia di uno degli ingredienti principali del tiramisù, il caffè ma non si può dire lo stesso per l’utilizzo del mascarpone, che è un formaggio tipico lombardo, e per i savoiardi, biscotti originari della Savoia, difficilmente presenti nella pasticceria senese fra il XVII e il XVIII secolo. Il mascarpone, in particolare, non poteva essere conservato e trasportato in tempi brevi dalla Lombardia alla Toscana.

# Il verdetto finale dice Friuli Venezia Giulia, forse

Le ultime prove raccolte indicano che il dolce a base di savoiardi, mascarpone, caffè e cacao fu ideato tra i due comuni di Pieris di San Canzian d’Isonzo (Go) e Tolmezzo (Ud). A questo va aggiunto che nel 29 luglio 2017, la ricetta tradizionale friulana del tiramisù è stata inserita dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali friulani e giuliani della regione Friuli-Venezia Giulia. Siamo quindi giunti al punto di mettere la parola fine all’annosa questione sulla paternità di uno dei dolci più amati dagli italiani?

Continua la lettura con: i dolci più famosi del Nord Italia

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🛑 Breaking News: se si va avanti così Lombardia ZONA ARANCIONE. Ecco quando e cosa cambierebbe

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Foto: Andrea Cherchi (c)

Lombardia verso la “promozione” in zona arancione? Affaritaliani.it rivela l’indiscrezione che circola a Palazzo Lombardia. Se dovesse proseguire il trend attuale, in particolare sul calo della curva di crescita dei contagi, dell’RT, della crescita nelle terapie intensive e del tasso di positività, lunedì 23 novembre la Lombardia potrebbe passare da zona rossa ad arancione, in una fascia di allerta intermedia.

Questo significherebbe poter tornare a muoversi in città dalle 5 alle 22, senza dover motivare lo spostamento.

Continua la lettura con: 🛑 13 novembre. Record di contagi in ITALIA per la prima volta sopra i 40.000. Migliora la LOMBARDIA: in calo decessi e tasso di positività

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🛑 13 novembre. Record di contagi in ITALIA per la prima volta sopra i 40.000. Migliora la LOMBARDIA: in calo decessi e tasso di positività

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La situazione migliora in Lombardia: calano i decessi e il tasso di positività, perchè a fronte di un grande aumento dei tamponi i contagi crescono meno. Situazione meno limpida in Italia dove calano i decessi (restando però sempre i più alti in Europa) ma i contagi raggiungono un nuovo record, anche se con tasso di positività costante (per il record dei tamponi). 

🛑 13 novembre. Record di contagi in ITALIA per la prima volta sopra i 40.000. Migliora la LOMBARDIA: in calo decessi e tasso di positività

#1 Calano in decessi in Lombardia e in Italia

Tornano a calare i decessi in Lombardia: dai 187 di ieri ai 118 di oggi. Come riferimento: nel picco del 21 marzo i morti del giorno in Lombardia erano stati 546.
Calano i decessi anche in Italia dopo il doppio record dei due giorni passati: dai 636 di ieri ai 550 di oggi. 

#2 Decessi nelle ultime 24 ore: Italia ancora prima in Europa 

I 636 decessi di ieri avevano portato l’Italia al primo posto per morti nelle ultime 24 ore. Secondo gli ultimi dati disponibili al momento, l’Italia resta prima in Europa, l’unica sopra i 500 decessi, mentre nel mondo è superata dal Messico. In Europa dopo l’Italia ci sono la Polonia (419), UK (376), la Spagna (349)* e la Francia (328)*. Minore pressione sempre su Germania con 116, Olanda con 54 e sempre in coda la Svezia con 10.

*Dati aggiornati al 12 novembre. Fonte: Worldometers.com

#3 Stabili i nuovi ricoveri in terapia intensiva

Stabile il numero dei nuovi ricoveri in terapia intensiva in Lombardia: +19 dai +18 di ieri, per un totale di 801 ricoverati.
Per un riferimento: negli ospedali lombardi ci sono 1.530 posti letto attivati o attivabili in terapia intensiva. Il tasso di occupazione è di poco superiore al 52%.
In Italia è in calo il numero dei nuovi ricoveri in terapia intensiva: dagli 89 di ieri ai +60 di oggi. In isolamento domiciliare restano più di seicentomila persone.

#4 Nuovo record di contagi in Italia: superata quota 40.000 (ma con record dei tamponi)

Continuano da giorni a oscillare i contagi in Lombardia nell’intervallo compreso tra 9.000 e 11.000: dal picco di +10.955 di martedì e i 9.291 di ieri oggi si risale a +10.634. Le province più colpite si confermano Milano (+4.451), Varese (+1.236) e Monza (+1.231), tutte e tre poco sopra i livelli di ieri. 
Nuovo record di casi invece in Italia che sfonda per la prima volta quota 40.000: dai +37.978 di ieri ai +40.902 di oggi, superando il precedente record di 39.811 del 7 novembre. 
Nuovo record anche dei tamponi: in Italia dai 234.672 di ieri ai 254.908 di oggi. Crescono i tamponi a livelli record anche in Lombardia: ieri erano stati 42.933, oggi sono stati 55.636.

#5 Scende il tasso di positività in Lombardia 

Il tasso di positività (nuovi positivi/tamponi) in Lombardia torna a scendere sotto il 20%: dal 21,6% di ieri al 19,1% di oggi.  
Stabile in Italia: dal 16,2% al 16%.

#6 Tasso di crescita dei contagi: +3,6% in Lombardia

Il tasso di nuovi contagi in Lombardia si mantiene nello stesso intervallo da giorni, dal 3,7% di mercoledì e il 3,3% di ieri, oggi è al 3,6%, tra i più bassi d’Italia.  
Il più alto anche oggi in Basilicata (+7,2%), seguita da Friuli (+4,9%) e Piemonte (+4,7%)

Fonte dati: Protezione Civile

#7 Prosegue il calo dell’RT a Milano. Lombardia torna attorno all’1,5

L’RT aveva raggiunti il massimo a metà ottobre raggiungendo 2,35. Da quel momento la curva ha iniziato a scendere passando sotto il 2 intorno al 25 ottobre e arrivando oggi a 1,25. Anche in Lombardia è in calo attorno all’1,5, come dichiarato oggi da Gallera. Da notare che anche il secondo e il terzo parametro base (nuovi ricoveri e nuovi accessi in terapia intensiva) hanno cominciato a calare tra fine ottobre e inizio novembre. (Fonte: ATS Milano Metropolitana)
Da notare che il lockdown è iniziato il 6 novembre. Ossia quando tutti gli indici e le medie mobili erano già in calo a Milano da almeno una settimana.

continua la lettura con: Perchè l’ITALIA per decidere sul VIRUS non usa i due PARAMETRI utilizzati in tutto il mondo?

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La nuova RIVOLUZIONE francese: 200 KM di METROPOLITANE circonderanno PARIGI

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Credits: uspa24.com

Nel 2030 saranno completate quasi tutte le linee, per un investimento complessivo di 3,5 miliardi di euro. Rivoluzioneranno il trasporto di 7 milioni di cittadini collegando tra loro e il centro tutte le periferie e i paesi che circondano Parigi. 

La nuova RIVOLUZIONE francese: 200 KM di METROPOLITANE circonderanno PARIGI

# Il sistema di metropolitane lungo 200 km connetterà quasi tutti i comuni dell’Île-de-France

 

Il Grand Paris Express è un progetto visionario che punta sulla mobilità sostenibile per migliorare la qualità della vita di una grande città. Un’occasione unica per integrare le periferie con il centro e uno strumento efficace per valorizzare grandi aree extraurbane. Il nuovo Grand Paris prevede anche la modernizzazione della rete esistente, nuove linee di metrotranvia, i prolungamenti delle linee di metropolitana e la modernizzazione della rete.

La linea metropolitana sarà lunga 200 chilometri, con un investimento pari a 3,5 miliardi di euro, e capace di collegare quasi tutti i comuni della Île-de-France, promettendo di trasformare la fisionomia stessa di una delle più grandi metropoli europee. Il Grand Paris Express diventa così l’infrastruttura della Grande Parigi, la risposta sostenibile al crescente bisogno di mobilità che esprimono i residenti di questi territori.

# 4 nuove linee con 68 stazioni + estensione di alcune linee attuali

Credits: wikipedia.org – Grand Paris Express

L’opera è la naturale evoluzione della metro parigina, la cui prima linea è stata inaugurata nel 1900, e della RER poi, ovvero il treno regionale che collega il centro della città con le aree esterne. È prevista la costruzione di quattro linee metropolitane, con 68 stazioni aggiuntive, che collegheranno tutte le aree periferiche, oltre al prolungamento della linea 14. 

  • la linea 15 sarà circolare ed esterna all’area del Comune,
  • la linea 16 e 18 saranno invece due linee semicircolari più esterne a est e ovest della linea 15. La 18 collegherà l’Aeroporto di Orly con Versailles
  • la linea 17 metterà in connessione due aeroporti parigini, lo “Charles de Gaulle” e “Le Bourget”, e si innesterà nella linea 16.
  • la linea 14 invece sarà l’estensione esterna di una già presente e si collegherà a nord con le linee 16 e 17, mentre a sud con la linea 18

Nel progetto sono previsti anche:

  • il CDG Express, linea rapida di connessione tra l’aeroporto di Parigi Charles de Gaulle a la Gare de l’Est di Parigi.
  • Eole, un prolungamento ad ovest della RER E da Saint-Lazare verso Mantes-la-Jolie passando da La Défense e Nanterre

L’opera rivitalizzerà l’area e il tessuto economico dei comuni che rientrano nella regione della Grande Parigi, tra le aree metropolitane più grandi d’Europa con i suoi 7 milioni di abitanti. Un progetto che rientra tra le iniziative dell’ambizioso programma di far diventare Parigi una città carbon neutral, interamente alimentata da energie rinnovabili, entro il 2050.

Continua la lettura con: le metropolitane più estese del mondo a confronto con Milano

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L’anomalia SVIZZERA: contagi da RECORD MONDIALE ma la METÀ dei morti dell’Italia

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Credits: marylinecabras IG

La confederazione elvetica ha visto schizzare nelle ultime settimane il tasso di positività, ma nonostante questo in rapporto alla popolazione è lontana dai morti registrati in tutto il resto del mondo, Italia compresa. Vediamo i dati e come si stanno comportando. 

L’anomalia SVIZZERA: contagi da RECORD MONDIALE ma la METÀ dei morti dell’Italia

# Il tasso di positività in Svizzera è doppio della media europea

La Svizzera ha raggiunto la vetta nella classifica delle nazioni più contagiate da Covid-19 in Europa. Il Paese al confine con l’Italia ha superato gli altri paesi considerati hot spot del virus in Europa. Dopo aver oltrepassato il Belgio, ha davanti solo la Repubblica Ceca per candidarsi come principale focolaio Covid-19 d’Europa. Le infezioni sono circa il triplo di quelle registrate negli Stati Uniti.

Inoltre c’è da sottolineare che l’incidenza di Covid in Svizzera è il doppio di quella media dell’Unione europeaIl tasso di positività al test del paese alpino si attesta a un enorme 27,9%, rispetto al 16% dell’Italia, all’8,5% in Svezia o all’8,3% negli Stati Uniti. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, un tasso di positività al test superiore al 5% segnala che il virus è da allarme rosso

Fonte: Businessinsider

# Nonostante il picco di decessi dell’ultima settimana, si registrano la metà dei morti dell’Italia per milione di abitanti

Secondo le proiezioni si stima che gli ospedali elvetici potrebbero esaurire la capacità di terapia intensiva entro il 13 novembre. La stessa Francia, pur molto colpita, si è resa disponibile di curare pazienti svizzeri COVID-19 per dare un po’ di respiro agli ospedali del paese. Nell’ultima settimana si è registrato un picco di decessi, circa 600 morti per una media giornaliera di quasi 90 al giorno, molto alto ma se rapportato alla popolazione si mantiene in linea con quello che sta accadendo nelle altre nazioni. Malgrado il record dei contagi, infatti, la Svizzera mantiene un numero di morti da Covid per milione di abitanti inferiore di quasi la metà rispetto all’Italia, 371 contro 721, che la posiziona al 32esimo posto mondiale rispetto al 14esimo dell’Italia e dietro anche a Uk, Spagna, Francia, Usa, Brasile e Argentina.

Fonte: Worldometers

Continua la lettura con Lo STRANO CASO del Covid in Svizzera: 0,15% in TERAPIA INTENSIVA, 86 anni l’età dei DECESSI

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Perchè l’ITALIA per decidere sul VIRUS non usa i due PARAMETRI utilizzati in tutto il mondo?

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Credits: wired.it

In nessun altro posto al mondo risulta esserci al momento un automatismo così complicato che mette assieme un numero così alto di parametri quantitativi e qualitativi molto diversi tra di loro per realizzare un sistema di chiusure differenziato sul territorio. Tutti i principali paesi per valutare il livello di rischio e di evoluzione della pandemia utilizzano solo due indicatori. Se si applicassero questi le zone rosse potrebbero risultare diverse. 

Perchè l’ITALIA per decidere sul VIRUS non usa i due PARAMETRI utilizzati in tutto il mondo?

Pubblichiamo estratti articolo di Gianluca Dotti per “Wired” – E se usassimo solo questi due parametri per decidere le regioni da chiudere?

# La complicata matrice di rischio frutto della combinazione di 21 indicatori

Ormai l’approccio a semaforo scelto per regolare le restrizioni anti-Covid-19 nelle regioni italiane è diventato chiaro a tutti in termini di attuazione. L’attuale impianto normativo è un insieme di ben 21 parametri decisivi per stabilire il livello di rischio di ciascuna regione, con una matrice del rischio che inserisce gli indicatori in una valutazione unica. Da questa poi discenderebbe la decisione finale ufficiale in base ai dati elaborati da Istituto superiore di sanità, Comitato tecnico scientifico e ministero della Salute.

Già in partenza, però, sono emerse ipotesi di potenziali manipolazioni dei dati da parte di alcune regioni. Molti dati sui contagi da coronavirus sono in ritardo rispetto al progredire dell’epidemia. E pure che alcune regioni nemmeno riescono a trasmetterli in modo completo. Quindi è davvero necessario un sistema così complesso? 

# Quali parametri vengono utilizzati nel resto d’Europa

Francia, Germania, Paesi bassi, Repubblica ceca, Danimarca, Irlanda e Grecia, tanto per citare alcuni stati, hanno di fatto imposto lockdown nazionali più o meno rigidi, regolando i singoli provvedimenti ma estendendoli a tutto il territorio nazionale.

Tra le eccezioni figura invece il Portogallo, che dal 4 novembre ha attivato una serie di misure restrittive che valgono in 121 municipalità, corrispondenti a poco più di due terzi dell’intera popolazione. Secondo quanto si legge dal sito del governo, il criterio di scelta delle municipalità da mettere in zona rossa è basato su soli due parametri, di cui uno quantitativo e uno qualitativo. Il primo è il numero di casi registrati ogni 100mila abitanti, e il secondo è banalmente la prossimità geografica con un’area ad alta incidenza di casi. Tutti i paesi i dati della sorveglianza epidemiologica su Covid-19 fanno da guida alle decisioni governative, ma in nessun caso risulta esserci al momento un automatismo tra i parametri quantitativi e le chiusure.

# L’OMS ha previsto 6 parametri, lo studio scientifico pubblicato su Frontiers in Public Health 2 soltanto

Secondo quanto comunicato già in primavera l‘OMS aveva individuato un insieme di sei parametri generici per stabilire quando togliere o reinserire un lockdown su un certo territorio: l’indice di trasmissione Rt, l’abilità di eseguire il contact tracing, la possibilità di isolare e trattare i pazienti infetti, la probabilità di avere focolai in situazioni specifiche come ospedali, scuole e case di cura, il monitoraggio e il controllo dei casi di importazione e l’aderenza della popolazione alle norme anti-contagio.

La conclusione di uno studio scientifico pubblicato a giugno sulla rivista Frontiers in Public Health, all’interno di un modello matematico e di computazione estremamente complesso, ha stabilito che per ottimizzare l’attivazione e la rimozione delle misure di lockdown molto dipende da appena due parametri: il solito indice di trasmissione Rt e poi il recovery rate (tasso di guarigione), ossia il rapporto tra persone guarite e nuovi casi di positività. Soprattutto in una strategia on-off, in cui le misure di contenimento vengano adottate o rimosse in blocco, l’esito dell’epidemia valutato da simulazioni numeriche si è visto essere definito dalla regolazione fine di queste due quantità.

Molto significativi nello stesso studio, oltre alla conferma della soglia critica del 30% per le terapie intensive, il valore di soglia di questi parametri. Si parla di 0,64 per il recovery rate, e di appena 0,30 per Rt. In sintesi per non essere in lockdown dovrebbe essere infettata solo una nuova persona ogni tre individui infetti, e in Italia salvo alcune regioni durante i mesi estivi, siamo ovunque sopra quota 1.

# Utilizzando solo i due parametri più diffusi la Lombardia non sarebbe tra le regioni più a rischio

Nonostante l’indice Rt più aggiornato della Regione Lombardia risalga alla settimana del 25 ottobre/1 novembre, quindi più alto degli ultimo periodo in cui ad esempio a Milano si è dimezzato a 1,25 rispetto al momento di picco, combinandolo con il recovery rate la nostra regione sarebbe meno a rischio di altre. Sicuramente non sarebbe tra quelle più in pericolo.

La mappa del recovery rate (rapporto guariti/nuovi positivi) applicata agli ultimi sette giorni, dal 2 al 9 novembre mostra che la Lombardia si troverebbe ad un livello di rischio medio.

Credits: wired.it

Leggermente più a rischio facendo una media ponderata di Rt e recovery rate in modo che abbiano lo stesso peso nel determinare il valore finale, che viene poi normalizzato in una scala da 0 a 1. In questo caso va sottolineato che con un indice Rt aggiornato, il livello di rischiosità si abbasserebbe notevolmente.

Credits: wired.it

Fonte: Wired

Continua la lettura con: l’evoluzione dei contagi. Calcolando la media mobile la Lombardia non è tra le regioni peggiori

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Le FORESTE CASENTINESI, luogo magico e meraviglioso, sono candidate al “NOBEL” della NATURA

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Credits: parcoforestecasentinesi IG

Uno dei luoghi meno noti tra le tante meraviglie del nostro Paese è una foresta che consente all’Italia di candidarsi nuovamente, dopo la vittoria del Gran Paradiso, al “Nobel” per la natura. Si tratta del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, già patrimonio Unesco. Vediamo dove si trova e che cosa lo rende unico.

Le FORESTE CASENTINESI, luogo magico e meraviglioso, sono candidate al “NOBEL” della NATURA

# Foreste Casentinesi: dove si trovano e perché sono uniche

credits: parcoforestecasentinesi.it – Cascata dell’Acquacheta

Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi si trova sull’Appennino tosco-romagnolo ed è stato istituito nel 1993. Offre ai visitatori un’esperienza panica unica, attraverso i suoni e i profumi della natura circostante. All’interno di questo immenso parco vi sono più di 20 luoghi che non dovrebbero essere tralasciati, alcuni esempi sono:

  • La cascata dell’Acquacheta: l’acquacheta è il principale affluente del Montone e l’omonima cascata è alta oltre 70 metri. Non a caso la storica cascata venne descritta anche da Dante nel XVI canto dell’Inferno.
  • La Lama: il pianoro della Lama rappresenta la parte più selvaggia e naturale delle Foreste Casentinesi in cui non si può non desiderare perdersi tra i sentieri.
  • Il Monte Penna: questo è il miglior punto panoramico per osservare dall’alto la Lama e le altre valli del parco. La vista dalla cima del Monte è una delle più suggestive dell’Appennino in cui si perde lo sguardo tra le foreste secolari e, nelle giornate più terse, si può scorgere persino la costa adriatica.

 

#  Green List: nel mondo il riconoscimento dato a sole 49 aree protette su 200.000. Le Foreste Casentinesi sono già patrimonio Unesco

Questa perla naturale italiana è candidata quest’anno alla Green List dell’Unione internazionale per la conservazione della natura il riconoscimento internazionale, l’IUCN. Questo è il primo standard mondiale che certifica la qualità ambientale delle aree e premia le migliori aree naturali protette del pianeta per governance e conservazione. Il presidente del parco, Luca Santini, afferma che entrare in questa elitaria lista equivale a vincere il premio Nobel della Natura.

Ad oggi solo 49 aree protette del mondo su 200.000 hanno avuto la fortuna di ottenere questo riconoscimento e tra queste solo una è in Italia: il Parco del Gran Paradiso. Entrare nella Green List non è affatto semplice ma il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi sembra avere tutte le carte in regola essendo già stato riconosciuto nel 2017 come Patrimonio dell’umanità Unesco.

# Far parte della “Green List” ha risvolti decisivi sulle politiche di sostenibilità del Pianeta

Entrare nella Green List significa che gli standard sono talmente alti da necessitare un riconoscimento che certifichi le capacità del Parco, ma non è importante solo per questo. Il presidente Federparchi e vice presidente del Comitato italiano della IUCN, Giampiero Sammuri, afferma che “Il valore di Green List non risiede unicamente nel giusto  riconoscimento per le capacità di un Parco, ma ha risvolti molto importanti per le politiche di sostenibilità di tutto il Pianeta. Le finalità di un parco sono a servizio di tutta la comunità sia locale che globale. Oggi è diventato parte determinante di una sfida che impegna i responsabili politici ed economici di tutto il mondo. I parchi, soprattutto quelli riconosciuti Green List, rappresentano un importante  riferimento tecnico e di governance per il mantenimento delle risorse naturali fondamentali per la salute dei cittadini e per una economia sostenibile più a misura d’uomo”.

Fonte: Italia che cambia

Continua la lettura con: 7 MERAVIGLIE NATURALI poco conosciute nel NORD Italia (MAPPA)

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Finanziato il TRENO più VELOCE del MONDO: farebbe Milano-Roma in 1 ora

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Maglev

Il progetto è stato finanziato per 9 mila milioni di yen, circa 72,3 miliardi di euro. Entrerà in funzione nel 2027 e impiegherà 40 minuti per percorrere circa 300 km.

Finanziato il TRENO più VELOCE del MONDO: farebbe Milano-Roma in 1 ora

# La tecnologia del treno più veloce al mondo

Credits Greece-China News from Pexels – Maglev

Il Maglev (Magnetic Levitation) si basa sulla tecnologia contactless che permette al treno di levitare per circa 10 centimetri sopra ai binari, generando un campo magnetico tra i magneti superconduttori a bordo e le spirali a terra. Siccome il sistema non causa attrito tra ruote e binari, la velocità del treno può raggiungere e facilmente superare i 500 chilometri orari. La differenza di polarità nel campo magnetico genera una forza che allo stesso tempo spinge e tira il treno.

# Attualmente in uso solo in una tratta urbana di 9 Km

Il sistema al momento è in uso in Giappone solo in una tratta urbana circoscritta nella regione di Aichi, a livello metropolitano, costruita in occasione dell’Expo 2005, su una lunghezza di soli 9 km. 

# Il percorso del treno iperveloce: Tokyo-Nagoya in 40 minuti

Credits: ohayo.it

Per la prima volta un’intera linea ferroviaria utilizzerà il treno veloce Maglev, tra Tokyo e Nagoya. Attualmente è operativo solo un tracciato di prova di 42,8 km, più altri 18,4 km in realizzazione, denominato Yamanashi Maglev Line e che diventerà parte della linea alla sua apertura. La Chūō Shinkansen, questo il nome definitivo della ferrovia a conclusione dei lavori, verrà costruita per permettere al treno di raggiungere queste incredibili velocità attraversando le prefetture di Kanagawa, Yamanashi, Nagano e Gifu e sarà lunga 286 chilometri

Correndo a una velocità media di circa 430 km/h, con punte di 505 km/h, ci impiegherà 40 minuti per percorrere la tratta. Se fosse esercitato sulla tratta Milano-Roma, lunga 477 km, il viaggio durerebbe poco più di un’ora. Mentre se fosse utilizzata per collegare Milano a Genova potremmo arrivare al mare in circa un quarto d’ora.

# Pronto nel 2027: 4 fermate e un tunnel di 246 chilometri tra le montagne

Credits Satoshi Hirayama from Pexels – Osaka

Sono previste quattro fermate: Samigahara, Kofu, Iida e Nakatsugawa, situate nelle rispettive prefetture citate. Siccome la maggior parte del percorso attraversa un terreno montagnoso, circa l’86%, ovvero 246 chilometri, verranno percorsi in tunnel con alcune sezioni 40 metri di profondità. Lo scopo di questo percorso oltre a tagliare attraverso le montagne, consiste nell’ottenere una linea ferroviaria alternativa da poter utilizzare in caso di terremoti o tsunami. La linea sarà inaugurata nel 2027, mentre è previsto l’approdo a Osaka nel 2037 invece che nel 2045, come inizialmente previsto, grazie ad un prestito del governo giapponese.

# Il record mondiale di velocità per un treno: 603 km/h

Ma qual è l’attuale primato di velocità per un treno? Il record è stato registrato martedì 21 aprile 2016 durante una corsa test condotta sulla linea sperimentale che si trova vicino al monte Fuji, nella prefettura di Yamanashi. Il maglev L0 Series, composto da sette vagoni, ha superato la soglia dei 600 km/h per 11 secondi, spingendosi fino all’incredibile velocità di 603 km/h.

Continua la lettura con: Con gli aerei supersonici si potrà volare da Milano a New York in meno di un’ora

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

Da dove nasce la parola NEWS?

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Si usa la parola News per definire un’informazione su un fatto o un avvenimento in corso o concluso, comunicata da un giornalista a mezzo di stampa, trasmissione televisiva, radio, pubblicazione online o con altri mass media. Ma l’origine di questa parola inglese è sorprendente e inaspettata.

Da dove nasce la parola NEWS?

# Da punto di riferimento dei marinai a punto di riferimento per tutti

Credits: pikist.com

Erroneamente si è portati a pensare che news sia il plurale di new, ovvero il plurale di nuovo o nuova. L’origine invece si deve ad un banchetto che era situato fuori dai Lloyd’s di Londra sul quale venivano affisse le notizie delle navi che transitavano per i mari e alle quali erano legati i destini dei trasporti. Sopra questa bacheca era stato impiantato un segnale che indicava i punti cardinali (in inglese North, East, West e South) e serviva ai marinari per avere i punti di riferimento delle varie traiettorie di navigazione.

# “Go to the news”, molto più di quattro punti cardinali

Nell’uso comune dei londinesi entrò così in uso la frase “go to the news” per indicare di andare a informarsi sulle notizie che riguardavano le navi e di conseguenza tutto ciò che era legato all’andamento economico dovuto al trasporto marittimo dove “NEWS” era riferito ai punti cardinali. Da qui l’accezione che news era la notizia, l’aggiornamento e l’avere informazioni nuove riguardo qualcosa.

Continua la lettura con: I 10 ERRORI più comuni che i MILANESI fanno quando parlano in INGLESE

ROBERTO BINAGHI

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Ristorante Xiongdi: All you can eat a domicilio a Milano

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Milano sta vivendo uno dei suoi periodi più difficili di sempre. La pandemia causata dal Covid-19 ci ha costretti a modificare le nostre abitudini.
I decreti si susseguono e tra chiusure anticipate o totali il mondo della ristorazione è in continuo cambiamento. Con il nuovo DPCM anche godersi un buon pasto al ristorante non è più concesso, almeno nella zona rossa lombarda.
Per fortuna le consegne a domicilio sono permesse, e i vari ristoranti si sono adeguati per offrire i loro prelibati piatti da degustare nella sicurezza e tranquillità di casa propria.

Ristorante Xiongdi: All you can eat a domicilio a Milano

Da ormai 5 anni, il ristorante Xiongdi di Milano propone la sua particolare cucina giappo/pugliese, fatta di sapori nuovi e tutti da scoprire. Una cucina che ha conquistato moltissimi clienti, curiosi e dediti alla continua scoperta di gusti moderni e particolari.
L’innovativa cucina giappo/pugliese nasce dalla curiosità e dalla voglia di ottenere un risultato unico e sorprendente partendo da materie prime di per sé fantastiche, unite e mescolate insieme, per creare una nuova arte e per ottenere qualcosa di unico tra tradizione e innovazione.

# Xiongdi e Consegna a domicilio

Il ristorante Xiongdi – per affrontare al meglio l’emergenza dovuta alla pandemia del Covid-19 – ha attivato un comodo servizio di consegna a domicilio dei suoi speciali piatti giappo/pugliese. Nella piena sicurezza di casa vostra, potrete degustare tutta la bontà di una cucina unica nel suo genere. La consegna è sempre gratuita se effettuata entro i 3 chilometri dal ristorante, che si trova in Via Schiapparelli al civico 21 all’angolo con Via Melchiorre Gioia. Molteplici sono i menù studiati per l’asporto, tutti visibili direttamente sul sito del ristorante. Tra le varie proposte è immancabile quella in formula ALL YOU CAN EAT, che permette a ogni commensale di provare tutti gli speciali piatti ma anche quelli della tradizione. Il qualificato e premuroso staff è sempre molto attento a soddisfare le esigenze di ogni cliente, offrendo un accurato servizio di consigli telefonici personalizzati sulla base dei gusti e sulle esigenze di ognuno.

# La consegna a domicilio a Milano ai tempi del Covid

Ma come funziona il servizio di consegna del cibo a domicilio Milano?
La consegna a domicilio è sicuramente un servizio utile sia per i ristoranti, che possono continuare a lavorare anche se devono restare chiusi, sia per i clienti che possono continuare a gustarsi i loro piatti preferiti. Il servizio di delivery legato al cibo nasce pochi anni fa ed è subito stato molto apprezzato soprattutto per le pause pranzo in ufficio o per le cene casalinghe con gli amici. Con l’arrivo della pandemia, le consegne a domicilio si fanno soprattutto perché i ristoranti sono chiusi. Il food delivery in un momento come questo è sicuramente un servizio prezioso; si effettuano gli ordini al telefono, spesso tramite whatsapp, per poi ricevere il proprio ordine direttamente a casa. Per una maggiore
sicurezza sanitaria è possibile richiedere di lasciare fuori dalla porta di casa il sacchetto con il cibo, per evitare ogni contatto diretto anche con il rider.

I ristoratori mettono a disposizione del proprio personale dei prodotti igienizzanti da utilizzare prima e dopo ogni contatto con il cliente. Inoltre raccomandano sempre di mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
Il cibo preparato viene chiuso in appositi contenitori tramite adesivi chiudi sacchetti, graffette o simili, per assicurare la massima protezione. Viene subito riposto negli zaini termici o nei contenitori per il trasporto, che devono essere mantenuti puliti con prodotti igienizzanti, per assicurare il mantenimento dei requisiti di sicurezza alimentare.
Per qualsiasi dubbio o consiglio potrete contattare lo staff del ristorante Xiongdi di Milano, sia online sia telefonicamente, 24h su 24h (call center informazioni & prenotazioni: tel: +390284571125 o 02 84571125).

REDAZIONE

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🛑 12 novembre. Italia prima per decessi in Europa. In crescita il tasso di positività in Lombardia, RT in calo a Milano

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Fonte: @bollettinocoronavirus

Lombardia. I dati di oggi. Nuovo record di decessi in Italia da aprile. Italia prima in Europa. RT in calo a Milano. 

🛑 12 novembre. Italia prima per decessi in Europa. In crescita il tasso di positività in Lombardia, RT in calo a Milano

#1 Decessi: in crescita in Lombardia (187), nuovo record in Italia da aprile (636)

Decessi in Lombardia: dai 152 di ieri ai 187 di oggi. Come riferimento: nel picco del 21 marzo i morti del giorno in Lombardia erano stati 546.
Nuovo record del numero di morti in Italia dal 15 aprile: dai 623 di ieri a 636 di oggi.

#2 Decessi nelle ultime 24 ore: Italia prima in Europa 

I 636 decessi portano l’Italia al primo posto in Europa per morti nelle ultime 24 ore, seconda nel mondo. Secondo gli ultimi dati disponibili al momento, dopo l’Italia c’è la Francia, in calo a 425, poi la Spagna con 356. Minore pressione su Germania con 104, Olanda con 89 e sempre in coda la Svezia con 10.

Fonte: Worldometers.com

#3 Calano i nuovi ricoveri in terapia intensiva

Cresce il numero dei nuovi ricoveri in terapia intensiva in Lombardia: +18 dai +56 di ieri, per un totale di 782 ricoverati.
Per un riferimento: negli ospedali lombardi ci sono 1.530 posti letto attivati o attivabili in terapia intensiva. Il tasso di occupazione è di poco superiore al 50%.
Anche in Italia è in calo il numero dei nuovi ricoveri in terapia intensiva: dai +110 di ieri ai +89 di oggi. In isolamento domiciliare restano più di seicentomila persone.

#4 Vicini al record di contagi in Italia (+37.978) ma con record di tamponi

Oscillano i contagi in Lombardia: dai +10.955 di martedì e gli 8.180 di ieri, oggi sono 9.291. Le province più colpite si confermano Milano (+4.066), Varese (+1.160) e Monza (+1.028). 
Crescono i nuovi casi anche in Italia: dai +32.961 di ieri ai +37.978 di oggi, vicini al picco di 39.811 del 7 novembre. 
Crescono i tamponi: in Italia dai 225.640 di ieri ai 234.672 di oggi. Calano invece i tamponi in Lombardia: ieri erano stati 52.711, oggi sono 42.933.

#5 Risale il tasso di positività in Lombardia e in Italia

Il tasso di positività (nuovi positivi/tamponi) in Lombardia risale: dal 15,5% di ieri al 21,6% di oggi.  
Risale anche in Italia: dal 14,6% al 16,2%.

#6 Cala il tasso di crescita dei contagi: +3,3% in Lombardia

Cala il tasso di nuovi contagi in Lombardia, dal 3,7% di ieri al 3,3% di oggi. 
Il più alto in Basilica (+5%), seguita da Calabria (+4,9%), Puglia (+4,9%) e Sicilia (+4,8%)

Fonte dati: Protezione Civile

#7 Prosegue il calo dell’RT a Milano

L’RT passa dal 23 settembre a metà ottobre da un valore inferiore all’1 a un massimo di 2,35. La curva inizia a scendere passando sotto il 2 intorno al 25 ottobre e arrivando oggi a 1,25. Da notare che anche il secondo e il terzo andamento (nuovi ricoveri e nuovi accessi in terapia intensiva) iniziano a calare tra fine ottobre e inizio novembre. (Fonte: ATS Milano Metropolitana)
Da notare che il lockdown è iniziato il 6 novembre. Ossia quando tutti gli indici e le medie mobili erano già in calo a Milano da almeno una settimana.

continua la lettura con: Il grafico dell’evoluzione dei contagi: le tre regioni più a rischio

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La classifica delle SCUOLE di MILANO nell’anno del COVID

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Quest’anno è stato un anno difficile per tutti ma in particolar modo per i giovani, che hanno dovuto stravolgere il loro modo di imparare e di socializzare. Nonostante le evidenti difficoltà le scuole hanno tentato di continuare a svolgere al meglio il proprio ruolo educativo. Come ogni anno la guida della Fondazione Agnelli stila la classica delle migliori scuole dell’anno della città. Ecco quali sono.

La classifica delle SCUOLE di MILANO nell’anno del COVID

# I parametri di valutazione per stilare le classifiche

Le graduatorie sono stilate in base ai risultati degli alunni dopo il diploma. La classifica di Eduscopio si basa su un indice statistico che misura la performance dei ragazzi al primo anno di università: numero di esami sostenuti e media dei voti. Per gli istituti tecnici e i professionali esiste anche una seconda classifica, basata sugli sbocchi lavorativi: tasso di occupazione e coerenza fra studi fatti e lavoro trovato. Vediamo quindi tutte le classifiche suddivise per categoria.

# Licei classici in città: cambio al vertice rispetto al 2019

Sul podio ci sono tre licei privati, Sacro Cuore, nuova numero uno, Alexis Carrel e San Raffaele. Tra gli statali primo il Berchet, seguito da Carducci e Manzoni. 

# Il migliore liceo scientifico del 2020 è il “Leonardo da Vinci” che soffia la prima piazza al liceo “Alessandro Volta”

 

Sul podio dei migliori licei scientifici ci sono invece solo licei statali: Leonardo, Volta e Vittorio Veneto. Il migliore tra i privati è il Sant’Ambrogio. 

# Per le scienze applicate il “Molinari” succede all’Istituto della Comunità Ebraica

Per quanto riguarda il liceo delle scienze applicate, ovvero che non include lo studio del latino, primeggiano quest’anno il Molinari di Milano e il Breda e lo Spinelli di Sesto San Giovanni.

# Tra i licei linguistici, due dei primi tre posti sono dei privati

I primi tre posti dei licei linguistici migliori di Milano sono occupati da due licei privati, il liceo civico Manzoni al primo e Maria Consolatrice al terzo posto, al secondo posto si posiziona invece il liceo statale Virgilio.

# Il liceo “Virgilio”, nelle Scienze Umane, in un anno passa dal terzo al primo posto della classifica

Il Virgilio si posiziona al primo posto tra i licei delle scienze umane, nel 2019 era al terzo. Viene seguito dall’Erasmo da Rotterdam di Sesto San Giovanni e dal Cardano.

# Tra le scienze umane a indirizzo economico-sociale il “Fabio Testa” si conferma primo nella graduatoria

Tra i licei delle Scienze Umane con opzione economico-sociale resta al primo posto come l’anno scorso, il Besta. Al secondo posto si posiziona il Virgilio che supera l’Erasmo da Rotterdam.

# Per gli istituti tecnici con sbocchi universitari si conferma il Falcone – Righi. New entry sul podio per il Pasolini e il Moreschi.  

Tra gli istituti tecnici con sbocchi universitari ci sono due classifiche per due indirizzi di studi diversi. Per gli istituti tecnico-economici arrivano sul podio il Falcone-Righi di Corsico, il Pasolini e il Moreschi. Sul podio dei tecnico-tecnologici abbiamo invece Natta, Da Vinci e Cattaneo. In entrambe le graduatorie si conferma come migliore liceo lo stesso dell’anno precedente.

# Il Falcone Righi è primo anche tra gli istituti tecnici economici con sbocchi lavorativi, invece per quelli a indirizzo tecnologico il miglio è l’Enrico Mattei

L’ultima graduatoria si riferisce agli istituti tecnici con sbocchi lavorativi: l’istituto Falcone-Righi resta al primo posto anche in questo caso per i tecnico-economici, vince invece l‘Enrico Mattei di San Donato per quelli a indirizzo tecnico-tecnologici.

Fonte: Il Corriere 

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Da STATALE io dico: TAGLIAMOCI LO STIPENDIO per aiutare i più colpiti dalla crisi

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Foto: Andrea Cherchi (c)

Un maestro di scuola si rende disponibile a devolvere parte del suo stipendio di dipendente pubblico in favore dei precari più in difficoltà. La nostra proposta di riduzione delle retribuzioni degli statali, che aveva ricevuto forti critiche, era centrata proprio su questo assunto: i tutelati dovrebbero aiutare chi non ha tutele per un principio di equità e per alimentare un senso di comunità. 

Da STATALE io dico: TAGLIAMOCI LO STIPENDIO per aiutare i più colpiti dalla crisi

# “Ha ragione Massimo Cacciari: anche gli statali devono pagare la crisi”

Alex Corlazzoli, dipendente pubblico in quanto maestro di scuola, in un articolo per il Fatto Quotidiano si rende disponibile a devolvere parte del suo stipendio nei confronti delle categorie più colpite. “Ha ragione Massimo Cacciari: anche gli statali devono pagare la crisi.”, scrive Corlazzoli, “Io sono uno di loro. Sono un “protetto” dallo Stato. Covid o no, il 23 di ogni mese, puntuale come la sveglia al mattino, mi ritrovo lo stipendio accreditato“.

# “Da mesi quando percepisco la mia retribuzione mi sento in colpa”

Corlazzoli aggiunge che: “Da mesi quando percepisco la mia retribuzione mi sento in colpa. Ogni volta penso a quel mio amico siciliano che ha percepito con ritardo il 45% dello stipendio dopo settimane che non alza la saracinesca del suo negozio. Penso a quelli che non hanno preso ancora un centesimo di euro. Mi vengono in mente tutte le persone che prima si arrangiavano in qualche modo anche con qualche lavoro “in nero” e ora non possono più uscire di casa. E soprattutto penso ai più poveri: i senza fissa dimora che non hanno più neanche i dormitori, chiusi per il virus.”

La lezione ai suoi studenti sull’articolo uno della Costituzione “ai bambini dico sempre che l’Italia è fondata sul lavoro perché ciascuno di noi possa ricevere un contributo in grado di vivere una vita dignitosa ma anche di aiutare gli altri.

Leggi anche: 🛑 Cacciari: “Devono PAGARE la CRISI anche gli STATALI”

# “La mia proposta: un’auto-detrazione dal 5 al 15% sullo stipendio”

Il maestro ipotizza “un’auto-detrazione dal 5 al 15% in base allo stipendio, per un paio di mesi, sulle nostre retribuzioni di statali, da devolvere al nostro vicino di casa, all’amico, al fratello che da tempo deve fare i conti con l’emergenza economica dovuta al Covid” con l’esclusione dei sanitari e i medici di famiglia.

La proposta è semplice: chi prende più di 1000 euro di stipendio e di pensione per un paio di mesi contribuisce per la quota stabilita a sostenere le categorie più colpite. “Iniziamo noi. Io da statale son pronto. Voglio evitare una catastrofe sociale. E’ un atto egoista il mio: voglio evitare di stare peggio anch’io in un Paese che potrebbe prima o poi vedere la gente reale in piazza.

Fonte articolo: Il Fatto Quotidiano

# La nostra idea di contributo di solidarietà da parte dei dipendenti pubblici

Ad Aprile, in pieno lockdown e durante la massima crisi sanitaria, avevamo proposto un taglio deciso dei costi dei dipendenti pubblici pari alla perdita del PIL, fino all’uscita dalla crisi per finanziare le imprese e soprattutto distribuire il sacrificio su tutti i lavoratori per coprire il bisogno di chi è costretto a non lavorare. Evitando altro ricorso al debito che poi andrebbe a ricadere soprattutto su quelli del settore privato che in questo periodo non hanno guadagnato nulla.

Una misura eccezionale che tutelerebbe anche i dipendenti pubblici, consentendo loro di fare ripartire chi paga le tasse che servono a finanziarli ed evitando il default dello Stato. In più riducendo gli stipendi per una cifra corrispondente a PIL significa che il potere d’acquisto reale degli statali resterebbe invariato, pur destinando risorse extra per sostenere imprese e lavoratori non garantiti che, in questo modo, possono contribuire a risollevare il PIL. 

Dopo Massimo Cacciari che si è detto favorevole a un’azione di questo tipo (Massimo Cacciari: anche gli statali devono pagare la crisi) e l’intervento di un dipendente statale che si è dichiarato disponibile a dare il suo contributo, non sembra così utopistico trasformare questa proposta in un atto concreto.

Continua la lettura con: “Siamo tutti sulla stessa barca”. C’è un’eccezione: i DIPENDENTI PUBBLICI. La proposta: una parte del loro stipendio per aiutare i non garantiti

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