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CIRCLE LINE: tutta la VERITÀ sul PROGETTO più sognato dai milanesi

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Ipotesi delle 3 Circle line
Ipotesi delle 3 Circle line

Il sistema di trasporti milanese è il più capillare tra tutte le città italiane: compete a livello europeo per numero di km della rete metropolitana e per quantità di linee tranviarie, offrendo una discreta intermodalità. Il gap principale con le principali metropoli internazionali risiede nel fatto che le linee sotterranee e quelle ferroviarie non garantiscono un interscambio circolare con linee radiali ai pendolari che entrano in centro dalle stazioni più periferiche delle diverse linee. Vediamo un confronto con le principali città europee e il futuro progetto della circle line milanese.

CIRCLE LINE: tutta la verità sul progetto più sognato dai milanesi

In Europa le Circle Line esistono da anni in diverse metropoli. Vediamo le principali.

#1 A Londra la “Circle Line” esiste dal 1905

Mappa Circle Line di Londra
Credits: wikipedia.org – Mappa Circle Line di Londra

A Londra la “Circle Line” esiste nella sua estensione definitiva dal 1905 e ha un percorso a forma di spirale da Hammersmith a Edgware Road. La linea scorre in sotterranea nella parte centrale e le gallerie ferroviarie sono appena sotto la superficie e di dimensioni simili a quelle delle linee principali britanniche.
La sua lunghezza è di 27 km per 36 stazioni, di cui quasi tutte offrono interscambi con la linea ferroviaria principale, e condivide il tracciato con altre linee, amplificando così l’effetto rete.

#2 A Parigi c’è un servizio di metropolitana circolare svolto da due linee e un anello metropolitano in costruzione

Mappa Metropolitana di Parigi
Credits: wikipedia.org – Mappa Metropolitana di Parigi

La stessa funzione della “Circle Line” londinese è replicata a Parigi tramite le linee 2 e 6 che, sulla falsa riga della nostre linee filoviarie 90-91, compiono due semicerchi incontrandosi ai due capolinea per intercettare tutte le altre linee metropolitane radiali e tranviarie della città. In totale sono 26 km di linea per 53 fermate.
La differenza con Milano sta nel numero di passeggeri trasportati e nella frequenza di passaggio: grazie a treni al posto di autobus e senza il problema del traffico stradale, le linee della Ville Lumière sono di un’altra categoria.

Progetto Grand Paris, Linea 15
Credits: wikipedia.org – Progetto Grand Paris Express, Linea 15

Un progetto in costruzione è il Grand Paris Express ovvero quattro linee di metropolitana automatica regionale ad anello attorno a Parigi, oltre al prolungamento di due linee di metropolitana esistenti, che raggiungeranno una estensione totale di 200 km nel 2030.

In particolare la linea 15, esterna al comune parigino, garantirà un rapido spostamento circolare tra tutte linee entranti dall’area metropolitana e consentirà di raggiungere pendolari all’esterno della regione metropolitana grazie all’interconessione con le altre linee circolari del progetto, la 16 e la 18.

#3 Mosca ha inaugurato parzialmente la sua terza circle line che a regime sarà anche la più lunga del mondo

Credits: mos.ru – Cartina nuove linee metropolitane Mosca

Nella città natale di Dostoevskij ci sono ben tre linee circolari, una più centrale e due più periferiche:

  • la linea 5, il cerchio di colore marrone nell’immagine sotto, è la prima linea circolare della metropolitana di Mosca, aperta nel 1954 intorno al centro città, che intercetta le linee radiali della città per una lunghezza di 19,4 km con 12 stazioni e una frequenza di 90″ come tutte linee della capitale;
  • la seconda è l’Anello centrale di Mosca, la linea numero 14, e comprende i quartieri centrali e della prima periferia, ad una distanza media di 4/5 km più esterna rispetto alla linea 5, correndo sul percorso del piccolo anello ferroviario di Mosca, una ferrovia a binario singolo costruita in epoca zarista (1902-1908) ricostruita a doppio binario assieme alle vecchie stazioni presenti sulla linea tra il 2012 e il 2016;
  • infine la Big Circle Line, la linea circolare più lunga del mondo con suoi 70 km di estensione, parzialmente aperta e che sarà completamente operativa entro la fine del 2022. Interscambia con 20 stazioni su 11 linee metropolitane radiali, tre stazioni sulla ferrovia Moscow Central Circle (MCC), 13 stazioni delle linee suburbane Moscow Central Diameters e 11 stazioni ferroviarie.

Tra le altre Circle Line esistenti, famosa la Sbahn (S41 in un senso, S42 nel senso opposto) di Berlino, oltre a quella di Madrid.

Leggi anche: Finiti i tunnel per la CIRCLE LINE più GRANDE del MONDO

# La situazione Circle Line a Milano: il progetto approvato e le sue lacune

Circle line Milano
Credits: Urbanfile – Circle line Milano

La linea angolare in fase di realizzazione in città prevede l’aggiunta di altre 6 fermate (Tibaldi quasi terminata, Porta Romana in realtà spostata dall’attuale posizione per incrociare M3, Istria con M5, Dergano con M3, Stephenson e MIND-Cascina Merlata) alle 6 esistenti (San Cristoforo, Romolo, Forlanini, Lambrate, Certosa, Rho Fiera) con una rifunzionalizzazione del tracciato ferroviario su cui transita la linea suburbana S9, l’acquisto di 20 treni dedicati e una cadenza di 15′, quindi non una frequenza da linea metropolitana.

Nuove stazioni circle line Milano MIND-Merlata e Milano Stephenson

Indubbiamente una bassa frequenza è un fattore determinante per renderlo un servizio efficiente e utilizzato, problema risolvibile con l’acquisto di più treni, mentre il ridotto numero di stazioni e la mancanza di tracciato nel quadrante ovest di Milano sono due elementi che lo rendono un progetto deficitario.

Leggi anche: I rendering della futura STAZIONE MIND-MERLATA della CIRCLE LINE

# Il progetto che ci vorrebbe per chiudere il cerchio

Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 - Progetto Circle line
Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 – Progetto Circle Line
Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 - Progetto Circle line
Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 – Progetto Circle line

Per questo sarebbe necessaria una vera linea metropolitana circolare, sempre su parte del percorso della linea S9, ma con 36 fermate chiudendo l’anello ad ovest come nel progetto in alto nelle due immagini, una linea alla pari di Londra, Parigi e Mosca.

# Il tracciato da sud-ovest e nord della futura M6 potrebbe essere una delle possibili alternative

Credits Urbanfile – Metro M6 lato ovest

La futura M6 potrebbe idealmente chiudere il percorso circolare, pur con un cambio di linea, secondo quanto detto dall’Assessore alla mobilità di Milano Arianna Censi: “Al ministro presentiamo una proposta che ha un obiettivo: completare il percorso di Circle Line per cui chiediamo il finanziamento con lo scopo di connettere tutte e cinque le linee e costruire una rete capillare che faccia da moltiplicatore delle potenzialità del sistema del trasporto pubblico.Il blog Urbanfile immagina ulteriori 14 fermate da sud-ovest a nord, oltre a quelle ipotizzate per il tracciato da Ponte Lambro all’Ospedale San Paolo, con capolinea alla fermata della Circle Line di Mind-Merlata.

Leggi anche: METRO ROSA: come immaginare il LATO NORD

# Circle Line una e trina: 90/91 e tangenziali

Ipotesi delle 3 circle line
Ipotesi delle 3 circle line

Per fare un vero salto di qualità però, oltre a prevedere di trasformare la circolare filoviaria 90-91 in una vera linea di forza con corsie totalmente preferenziali e asservimento semaforico, il percorso ideale di una “circle line” dovrebbe seguire quello di una se non entrambe le tangenziali:

  • Interna: seguendo il percorso delle tangenziali nord, est e ovest.
  • Esterna: seguendo il percorso della TEEM e della superstrada che sostituisce il progetto della TOEM.

L’immagine in alto serve a delimitare in maniera spannometrica le tre Circle Line, esclusa quella filoviaria, per approfondimenti ne abbiamo parlato qui.

Leggi anche: Il TRIANGOLO D’ORO: ci vuole una linea rapida degli aeroporti milanesi

Continua la lettura con: COME si VIAGGIA in TRENO in Svizzera: le COSE MIGLIORI che si dovrebbero importare in Italia

FABIO MARCOMIN

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Come un ANIMALE che morde l’ARIA

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Ph. Kelly L - Pexels

Si dice che la nostra civiltà abbia smarrito il senso dello spirito.

Come scrive il Prof. Capozzi, “la civiltà occidentale, un tempo cristiana, ora pressoché disgregata nella secolarizzazione radicale, ha trasferito e distorto il senso religioso del peccato, dell’espiazione, della redenzione sul piano socio-politico e su quello dei rapporti tra uomo e natura.”

Il problema è che non è l’essere umano che può produrre il risveglio. È lo spirito che può coinvolgere gli uomini.
L’uomo è vuoto perché è estraneo a questo processo. Come fa l’essere umano a riproporre un modo di sé che non ha più?

È necessario produrre assenza, non presenza.
Non è facile, perché siamo educati a un continuo sforzo razionale, siamo educati all’attività non alla sua remissione. Ma questa nuova percezione dovrebbe nascere dalla fine di questo sforzo che continua a rincorrere se stesso come un animale che morde l’aria.

Quando si resta assenti, improvvisamente si percepisce, ma quando si cerca di descrivere la percezione questa sfugge.
Serve stimolare gli inconsci per farli finire in mare aperto perdendo ogni approdo, soprattutto l’idea di se stessi.

C’è una grande dispersione e difficoltà nel gestire questo processo. Anche perché ognuno di noi ha soprattutto bisogno di un’idea di sé, per quanto sbagliata, per esistere. Quando metti in crisi quella idea sbagliata di te, si apre un vuoto che fa paura.

Tutte le nostre azioni di ogni giorno, anche se non ce ne accorgiamo, rimandano a un fine che siamo noi, all’idea di noi stessi. Se quell’idea di noi, conscia o semi conscia, crolla, di conseguenza crolla l’interazione tra noi e il reale che abbiamo intorno.

Bisogna avere il coraggio di lasciare spazio a questa paura. Di vivere la paura della perdita di sé, il vuoto di non avere un Io per integrare il rapporto tra noi e l’esistenza.
Solo lasciando spazio al vuoto, a questa voragine che annichilisce nel terrore, si può cedere allo spirito che ci educa alla novità di noi stessi.

Continua la lettura: La fine del whatever it takes

LA FENICE

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La PANCHINA a FORMA di UFO per “incoraggiare la contemplazione del cielo”

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Credits peternewman - Skystation

Una panchina pensata per incoraggiare le persone a fermarsi, adagiarsi e guardare il cielo. Scopriamo chi l’ha progettata e dove si trova.

La PANCHINA a FORMA di UFO per “incoraggiare la contemplazione del cielo”

# Una panchina pensata per incoraggiare le persone a fermarsi, adagiarsi e guardare il cielo

Credits peternewman – Skystation

Nel distretto finanziario londinese di Canary Wharf, nella Crossrail Place vicino all’ingresso della stazione ferroviaria Elizabeth Line di recente apertura, l’architetto britannico Peter Newman ha installato Skystation: una panchina pensata per incoraggiare le persone a fermarsi, adagiarsi e guardare il cielo. Il designer l’ha definita come “una scultura pubblica interattiva e un sedile” i cui contorni sono stati progettati per “adattarsi alla forma umana distesa e incoraggiare la contemplazione del cielo e dell’architettura che lo incornicia“. Newman ha aggiunto che la panchina “crea un’opportunità di pausa, riflessione e interazione all’interno di uno spazio pubblico. La gravità mette il passato sotto di noi, quindi guardare in alto è come pensare al futuro“.

# A forma di UFO e realizzata in alluminio e bronzo

Credits robotrobbiethe IG – Skystation Londra

La particolarità più curiosa di questa panchina, per se non voluta di proposito dal famoso designer, è la sua forma che ricorda quella di un UFO. Realizzata in alluminio e bronzo, ha tutte le sembianze di un disco volante e ha preso ispirazione dalla forma della chaise longue LC4, uno dei mobili più conosciuti del 20° secolo progettato dagli architetti Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand.

# Non è l’unico esemplare al mondo

Credits ricardo.randall.313 IG – Skystation Salisbury

Skystation è stata ideata per essere un luogo confortevole in cui sedersi e può ospitare fino a 12 persone, ma non è l’unica al mondo. Si tratta infatti solo dell’ultima della serie installata in varie località del Regno Unito e in Lussemburgo.

Fonte: Dezeen

Continua la lettura con: Il PONTE degli UBRIACHI: sembra farti fare un salto nel nulla

FABIO MARCOMIN

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Le tre sedi di municipio dell’ORRORE

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ph. MilanoToday - Municipio 5

Lo scollamento sempre più accentuato tra la cittadinanza e la politica, si accentua anche da come quest’ultima viene percepita. Ecco l’accusa di Massimiliano Tonelli dalle pagine di “Milano Today”

Le tre sedi di municipio dell’ORRORE

# Milano allo specchio vede i suoi difetti

ph. MilanoToday – Municipio 4

Dopo il trauma delle strade deserte, riempite solo dai suoni delle ambulanze in sirena, Milano si è guardata spesso allo specchio nel tentativo di trovare una nuova identità da cui ripartire. Molto spesso sono emerse le eccellenze della città che, raccontate forse con troppa enfasi, hanno comunque dato la carica ai milanesi.

Negli ultimi mesi, invece, succede che si mettano in luce più i difetti rispetto ai pregi. A costo di uscirne con le ossa rotte, Milano fa la conta dei “danni” e, insieme alla pandemia, vuol scacciare anche altri incubi metropolitani. Oggi è Massimiliano Tonelli di “Milano Today” che riporta la sua esperienza.

Leggi anche: Il simbolo di RINASCITA per MILANO è la PISTA CICLABILE più LUNGA d’Italia

Dimensioni del comune piccole, ma soggezione grande

ph. MilanoToday – Municipio 5

Piccola premessa logistica: la ripartizione in 9 circoscrizioni, è una scelta voluta per portare la politica più vicino ai problemi dei cittadini. Purtroppo in alcuni casi, sembra aver portato i problemi della politica proprio sotto casa dei milanesi.
Massimiliano Tonelli, cui capita di transitare davanti ad alcune di queste sedi, denuncia l’aspetto «assai scadente esternamente quanto a qualità architettonica e manutenzione» di alcune di loro.

Tonelli prende in mano il biglietto da visita con cui si presentano i Municipi 4, 5 e 6 e si domanda se «Un’istituzione collocata in un contesto inadeguato, trascurato, disorganizzato, scrostato e cadente ci comunica autorevolezza». Auspica poi «un piano per dare ai territori delle sedi istituzionali all’altezza, di cui poter andar fieri e non da avvicinare con soggezione o raccapriccio».

Leggi anche: FUGA da MILANO: prima per cancellazioni anagrafiche. Dove scappano i milanesi?

# Amministrazioni che non scaldano i cuori. Anzi…

ph. MilanoToday – Municipio 6

Tutta qui la critica? È solo un fatto squisitamente estetico?
Assolutamente no: Massimiliano Tonelli critica i «Malintesi nati della scelta di una segmentazione della città in 8 spicchi», i cui confini sono stati tracciati perché in qualche modo si doveva dividere Milano i 9 zone. (8 spicchi più più il cuore, rappresentato dal Municipio 1).
Peccato che i confini degli “spicchi” siano stati decisi a scapito delle identità dei quartieri, assegnando in due circoscrizioni uno stesso territorio.

Il suo distretto, il Corvetto, che ha una grande componente identitaria, si ritrova così amministrato dai Municipi 4 e 5, con Chiaravalle totalmente nel municipio 5 e slegato da Corvetto, col quale invece ha un legame indissolubile. «I municipi invece non scaldano granché i cuori».

Leggi anche: 9 SIMBOLI per i 9 MUNICIPI di Milano

# «Quello del Municipio sia l’edificio più bello»

Cosa si può fare per riavvicinare i milanesi ai Municipi e viceversa?
Massimiliano Tonelli suggerisce di trasformare i piccoli progetti già attuati in «piani organici o visionari».
Immagina una città dove le sedi istituzionali siano le più belle di ogni quartiere, efficienti e architettonicamente interessanti.
Edifici da cui i milanesi siano attratti; non respinti con raccapriccio perché «trascurati, disorganizzati, scrostati» e decadenti. Sedi istituzionali degne di questo nome, che comunichino autorevolezza, stimolando fiducia.

Continua la lettura con: La denuncia: la Milano che raccontano? Ormai ESISTE SOLO NELLE BROCHURE

LAURA LIONTI

copyright milanocittastato.it

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Il crocevia di TUNNEL sotto la Biblioteca degli Alberi

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Credits: foto di Marco Gualmini schema dei tunnel

Molti milanesi si recano al parco pubblico “Biblioteca degli Alberi” a Porta Nuova per trovare relax, tranquillità e il contatto con la natura. Ma forse non molti sanno che sotto di loro c’è molto più movimento di quanto si può pensare stando in superficie. Diverse gallerie attraversano questo sottosuolo e solo alcune griglie di ventilazione che si possono osservare nei prati e tra i cespugli ne tradiscono la presenza. Ma quanti tunnel ci sono veramente in zona Porta Nuova? Contiamoli…

Il crocevia di TUNNEL sotto la Biblioteca degli Alberi

# Una parentesi storica

Credits: blog.urbanfile.org
Stazione delle Varesine

Prima del 1840 la zona di Porta Nuova era extraurbana e rurale. Dal 1840, sul terreno oggi occupato dalla Biblioteca degli Alberi passava la linea ferroviaria Milano-Monza, la seconda attivata in Italia. Il tracciato antico partiva dalla stazione milanese il cui edificio esiste ancora oggi all’angolo tra via Melchiorre Gioia e via Monte Grappa e attraversava da sud a nord il parco.

Nel 1864 fu aperta la prima Stazione Centrale di Piazza della Repubblica e, sempre nel nostro parco, passava da ovest a est la linea che arrivava da Torino e proseguiva lungo l’attuale viale della Liberazione. Per concentrare il traffico sulla nuova stazione, la linea per Monza fu deviata sulla linea per Torino. Quest’area era diventata un bivio ferroviario.

Nel 1931, con l’attivazione della Stazione Centrale moderna, la zona di Porta Nuova perse importanza dal punto di vista ferroviario. Le linee per Monza e per Torino furono infatti intercettate a monte, presso Greco e presso Certosa rispettivamente, per essere condotte alla nuova stazione lungo la cintura ferroviaria nord. Il vecchio bivio fu dismesso e rimase attiva solo una parte dello scalo. Era la famosa stazione delle Varesine, che si trovata fino agli anni ‘60 all’angolo tra via Galileo Galilei e viale Liberazione. Molti ricorderanno il luna park costruito al suo posto dopo la sua dismissione e attivo fino agli anni ‘90.

# Tunnel 1: la ferrovia Milano-Monza

Credits: foto di Marco Gualmini
Tunnel 1

Negli anni ‘60 del ‘900 per la zona compresa tra Porta Nuova, Piazza della Repubblica e la Stazione Centrale era in progetto la costruzione di un Centro Direzionale, con molti grattacieli, nuove arterie stradali e sviluppo del trasporto pubblico. Il piano, che fu realizzato solo in parte, comportò la costruzione della Stazione di Porta Garibaldi.

Per collegare la stazione Garibaldi a Monza, fu aperta nel 1963 una nuova linea che ricalcava il tracciato della ferrovia Milano-Monza storica fino a Greco, ma in sotterranea. Pertanto sotto la Biblioteca degli Alberi si trova un ampio tunnel ferroviario che scende dalla stazione lungo l’edificio basso di colore rosso che si può osservare verso sud-ovest e curva per passare alla sinistra del Palazzo della regione Lombardia, sotto via Restelli, a nord. I viaggiatori che partono dalla stazione Garibaldi in direzione di Monza, Lecco o Bergamo dai binari delle banchine 13-20, percorrono questo tunnel.

# Tunnel 2: la M2

Credits: foto di redazione
M2

La prima tratta della metropolitana verde M2 fu aperta tra le stazioni di Caiazzo e Cascina Gobba nel 1969, poi prolungata alla stazione Centrale nel 1970 e a Garibaldi FS nel 1971. Il tratto di tunnel compreso tra la fermata Moscova e Garibaldi passa marginalmente sotto la Biblioteca degli Alberi. Proviene da via Pirelli, prosegue lungo via Sassetti dove incrocia il tunnel ferroviario per Monza e curva verso sud, al di sotto degli edifici circostanti il giardino verticale, per giungere sotto piazza Freud davanti alla stazione Garibaldi ed entrare nella fermata omonima.

Leggi anche: M5: 7 CURIOSITÀ che forse non sai sulla METRO dell’EXPO

# Tunnel 3: la M5

Credits: foto di redazione
M5

Nel luglio 2007 iniziarono i lavori per la costruzione della linea 5 lilla la cui prima tratta partiva dalla stazione Garibaldi in direzione di viale Zara. Il progetto iniziale fu notevolmente rivisto in corso d’opera tanto che avrebbe dovuto essere costituito da due linee distinte  : M5 e M6. Una difficoltà importante fu l’attraversamento del sottosuolo con l’incrocio dei tunnel preesistenti a Porta Nuova e le fondamenta dei costruendi grattacieli di piazza Gae Aulenti. Il percorso attuale giunge da viale Zara attraverso il quartiere Isola con fermata in via Volturno, quindi prosegue sotto il parco della Biblioteca degli Alberi in direzione nord-sud per poi curvare a sud di piazza Gae Aulenti al di sotto di via Castiglioni. Sotto via Giuseppe Ferrari, alla profondità di  ben 20 metri di profondità.

Una curiosità: un breve tunnel, sempre sotto la Biblioteca degli Alberi, mette in collegamento la linea M5 con la stazione della linea M2. Il portello di accesso a questa galleria può essere visto per un istante viaggiando sulla M5 tra le fermate Garibaldi e Isola.

# Tunnel 4: il passante ferroviario

Parallelamente alla M5 ma più in superficie si trova la fermata del passante ferroviario di Garibaldi, il cui tunnel prosegue parallelamente alla metropolitana lilla per un buon tratto sotto via Ferrari e via Castiglioni.

# Tunnel 5: il sottopasso stradale dei giardini di Porta Nuova

Credits: foto di Marco Gualmini
schema dei tunnel

Infine non poteva mancare un tunnel stradale: il “tunnel dei giardini di Porta Nuova”, che dal 2009 collega viale Liberazione con via Luigi Sturzo e la Stazione Garibaldi. Non si tratta però di un tunnel sotterraneo in quanto l’asfalto è al livello stradale della città, ma è coperto dal terrapieno su cui poggia piazza Gae Aulenti.

# La superstrada mai realizzata

Sopra i binari della stazione Garibaldi passa un cavalcavia molto particolare. Appare infatti molto largo, come se dovesse ospitare una superstrada, ma termina alle due estremità con piccole rampe di accesso curve, del tutto inadeguate: è il cavalcavia Eugenio Bussa.

Sarebbe stato parte di un asse viario ad alto scorrimento diretto tra corso Sempione e viale Zara, la cui realizzazione avrebbe comportato lo sventramento di diversi quartieri, tra cui Isola. Il piano regolatore del 1953 prevedeva anche la realizzazione di due strade tra piazza Freud e viale Melchiorre Gioia. Per fortuna l’opera è rimasta incompiuta e il cavalcavia Bussa è l’unica vestigia rimasta a ricordare quest’opera eccessiva, concepibile solo nel pieno del boom economico di Milano.

Continua la lettura con: Quella volta che la STAZIONE CENTRALE doveva essere vicino a piazza Cinque Giornate (ma la Storia ha deciso diversamente)

MARCO GUALMINI (Appassionato di ferrovie ed autore del libro “le ferrovie scomparse di Milano“)

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QT8 – UN MESSAGGIO IN CODICE?🔴🧮

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Lo sapevi che QT8 è nato per celebrare l’ottava triennale? La stazione è stata attivata l’8 novembre 1975 come prolungamento proveniente da Lotto divenendo così il nuovo capolinea della M1 fino al 1980.

Il nome? Q sta per quartiere, T equivale a Triennale, 8 è l’ottava edizione della manifestazione indetta dal Palazzo dell’Arte e dell’architettura di Milano nel 1947.

QT8

Altre curiosità sulla fermata di QT8: 

  • Fu proprio Piero Bottoni, commissario straordinario della Triennale di Milano, che nel 1945 promosse la realizzazione del “Quartiere sperimentale” QT8 e al suo interno del Monte Stella che fu realizzato con le macerie degli edifici distrutti a seguito dei bombardamenti subiti da Milano
  • Le case del quartiere furono costruite seguendo undici modelli diversi, progettati da architetti che avevano vinto un concorso nazionale
  • QT8 è stato negli ultimi anni reso noto al grande pubblico italiano dal rapper Matteo Professione, conosciuto con il nome d’arte di Ernia, originario del quartiere, di cui parla spesso nelle sue canzoni (come “QT” e “King QT”)

Continua la lettura con: Bonola, la fermata in superficie

MILANO CITTA’ STATO

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“Vengo a vivere a Milano dove mi consigli di CERCARE CASA?”

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Un classico. Con l’arrivo dell’estate arrivano anche richieste come questa. La domanda che mi ha fatto un amico che si trasferisce a Milano. Gli ho consigliato queste zone per unire comodità (ha l’ufficio vicino a Porta Nuova), costi e qualità della vita. Che ne pensate?

“Vengo a vivere a Milano dove mi consigli di CERCARE CASA?”

#1 Isola

Per Milano è quella che Prenzlauer Berg è per Berlino: il quartiere dei fighetti (specie se ci si avvicina a Porta Nuova). 
Anche i prezzi delle case ne hanno risentito. Decisivo per il suo successo lo spostamento a Porta Nuova del centro di gravità permanente della città e l’apertura della lilla. Il punto debole è che non si trova un albero.
Prezzi case (Acquisto): 4.500 – 5.000 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1200-1500 euro

#2 Chinatown – Procaccini 

Altro quartiere supertrendy in grande crescita. Da ghetto di immigrati cinesi è ormai uno dei posti più alla moda della città. Il fulcro è via Paolo Sarpi. La posizione è fantastica: vicina a Porta Nuova e al Parco Sempione. Altro vantaggio è che si trovano un sacco di negozi con merce a basso prezzo. 
I prezzi delle case sono aumentati ma girando per le vie secondarie del quartiere si possono trovare ancora buone occasioni.
Prezzi case (acquisto): 4.500-5.000 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1200-1600 euro

#3 Centrale

Si dice sia la nuova frontiera di una Milano il cui centro si sta spostando verso nord. La creazione della city a Porta Nuova ha rilanciato una zona a lungo poco frequentata e ancora vissuta con sospetto. I pro sono la vicinanza con la Stazione che prima o poi dovrà essere riqualificata e l’apertura di centri ufficio e di spazi di coworking di successo (in particolare gli spazi di Copernico). Il grande vantaggio sono i collegamenti: stazione e due linee della metro. Il punto debole è che è ancora quartiere di passaggio o di lavoro, ma non residenziale: basta visitarla di sabato o domenica per soffrire di solitudine.
Prezzi case (acquisto): 4.000-5.000 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1200-1500 euro

#4 Maggiolina

Il quartiere più residenziale della zona compresa tra la Centrale e viale Zara. Si trovano villette molto gradevoli, spesso con giardino e piuttosto isolate. Punto debole è l’alto tasso di insicurezza (furti in casa).
Prezzi case (acquisto): 4.000-5.000 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1200-1400 euro

#5 Lambrate

Indicato per chi non si preoccupa di essere vicino al centro ma desidera ritrovarsi un un quartiere ben servito e in cui si respira aria da vecchia milano. Ha anche molti spazi verdi e il Lambro può riservare scorci sorprendenti. A cercare bene si possono trovare case di una bellezza unica, specie dalle parti di via Ventura. Anche i prezzi sono più che abbordabili.
Punto debole: la lontananza.
Prezzi case (acquisto): 3.500 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 900-1300 euro

#6 Bicocca

Credits: blog.urbafile.com

Quartiere molto moderno, con una popolazione giovane che beneficia dell’Università, dell’Hangar Bicocca e delle nuove costruzioni attorno all’Arcimboldi. Apprezzato da chi ci vive e ben servito dai mezzi.
Punto debole: occorre cercare il luogo giusto per non sentirsi in un deserto posturbano.
Prezzi case (acquisto): 3.000-3.500 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 900-1200 euro

#7 Via XX Settembre

Per chi se lo può permettere la zona attorno a via XX settembre (Triennale) presenta alcuni tra i più bei palazzi e villette della città. Si tratta di una zona residenziale molto sicura che ha dalla sua la vicinanza con il centro e la presenza di spazi molto ampi. Punto debole: il costo, anche se meno alto rispetto ad altre aree di pregio. E cercando bene si possono trovare belle occasioni.
Prezzi case (acquisto): 5.000-6.000 mq
Prezzi affitto (bilocale di 50mq): 1300-1700 euro

Ultimo consiglio generale: sta migliorando molto la vivibilità lungo la linea gialla a sud di Milano. Porta Romana, Corso Lodi fino a Brenta possono presentare ottime soluzioni.

Per chi vuole provare fuori Milano: I migliori paesi dove vivere nell’hinterland milanese

ANDREA ZOPPOLATO

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Hỳbris, tamponi e i giapponesi di Ponte Sisto

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Pensieri del giorno

#1 I giapponesi di Ponte Sisto

Roma. 7.30 del 4 luglio. Un gruppo di turisti giapponesi ha pulito il Ponte Sisto. Lezione di dignità.

#2 Ridiamo umanità alla cura

In nome del principio del salvare anche una sola vita si sono imposte restrizioni, obblighi, limitazioni alla libertà individuale come mai avvenuto nella storia.
Se prendiamo per buono lo stesso principio, ora bisogna capire che il sistema attuale sta costando molte vite.
 
Se chi arriva in ospedale per qualche brutto male ha un tampone positivo, diventa automaticamente difficile curarlo, perché si deve isolarlo e ricoverarlo in un’area ad hoc.
 
La verità ora è che se uno è positivo per un male che ha una letalità inferiore allo 0,1% (da rapporto decessi/contagi nell’ultimo mese), non può più venire curato al meglio per la patologia più grave che ha.
Questo sta costando ogni giorno morti, altrimenti evitabili, oltre che devastare gli ultimi momenti di vita di persone private dei loro cari e di un contatto umano.
 
Occorre fare quanto prima come i Paesi che hanno eliminato l’uso dei tamponi e che trattano il Covid come qualunque altra malattia.
Dobbiamo ridare umanità alla cura dei malati.
 

#3 La hybris e i problemi del mondo

hỳbris 〈ìbris〉 s. f. – Traslitterazione del gr. ὕβρις
 
Nella cultura greca antica è personificazione della prevaricazione dell’uomo contro il volere divino: è l’orgoglio che, derivato dalla propria potenza o fortuna, si manifesta con un atteggiamento di ostinata sopravvalutazione delle proprie forze, e come tale viene punito dagli dèi.
 
Credo che la hybris sia il grande male dei nostri tempi. 
 

Continua la lettura con: La libertà sempre più in basso

 
ANDREA ZOPPOLATO
 

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ABACUS: nuovo CONCEPT di TRAM che sfrutta i BINARI FERROVIARI

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Credits futuroprossimo.it - Abacus vista laterale

È in arrivo la nuova frontiera del tram? E’ stato presentato un concept di tram elettrico che potrebbe rivoluzionare il modo di spostarsi tra le città e i dintorni, senza inquinare. Vediamo come è stato immaginato e come funziona.

ABACUS: nuovo CONCEPT di TRAM che sfrutta i BINARI FERROVIARI

# Abacus: il tram elettrico che sfrutta le tratte ferroviarie abbandonate

futuroprossimo – Abacus

Nell’ambito di un concorso globale di design istituito dalla compagnia di veicoli elettrici Arrival, Future Mobility Competition, i tre designer Lea Haats, Erik Mantz-Hansen e Konstantin Wolf hanno presentato un concept di tram elettrico pensato per migliorare la mobilità tra le aree rurali e le città della Germania settentrionale, recuperando vecchie infrastrutture e tratte ferroviarie abbandonate.

Implementando questo mezzo di trasporto si ridurrebbero le emissioni provocate dai mezzi privati che si muovono per le strade e si costruirebbe un collegamento efficiente e pulito tra città e campagna. I binari verrebbero dotati di sistemi ad induzione per evitare di installare pesanti batterie su Abacus.

Leggi anche: Il primo TRAM-TRENO in partenza nella città Ticino: lo stesso modello in arrivo a Milano per le OLIMPIADI

# Guida autonoma e una vetrata per ammirare i panorami esterni delle campagne

futuroprossimo – Abacus vista laterale

Ricalca il sistema hop-on hop-off di alcuni tram di San Francisco, dove i passeggeri possono fermarli con il classico gesto del saluto ma in questo caso sarà un software di guida autonoma a riconoscere la gestualità umana. Il rivestimento esterno è composto da una superficie vetrata che consentirà di osservare a 360 gradi i panorami delle campagne tedesche per un’esperienza di viaggio amplificata. 

Leggi anche: SNAP, la MINI AUTO a PEDALATA ASSISTITA: sarà il futuro dell’area C?

# Un corrimano multifunzionale

Credits dezeen-futuroprossimo.it – Corrimano Abacus

All’interno del tram è presente un corrimano che, oltre ad essere un piccolo capolavoro minimalista, svolge più di una funzione: ci si può aggrappare, ci si può sedere o usarlo come supporto per appoggiarsi. Per agevolare i passeggeri con problemi di mobilità è invece previsto il pianale ribassato e una rampa retrattile per gli utenti su sedia a rotelle.

Si potrebbe in futuro sperimentare a Milano come alternativa alle metrotranvie?

 

Fonte: Futuro prossimo 

Continua la lettura con: La GRONDA NORD e le altre METROTRANVIE che ruoteranno attorno a Milano 

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Le OASI più FRESCHE di Milano: parchi, piscine, spiagge urbane

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Credits Andrea Cherchi - Parco Sempione

In questa calda, torrida, infuocata estate ci si ritrova a Milano come nel Sahara, alla ricerca disperata di qualche oasi di refrigerio. 

Le OASI più FRESCHE di Milano: parchi, piscine, spiagge urbane

# I parchi cittadini: dal Parco Sempione al Parco Nord

Credits Andrea Cherchi – Parco Sempione

I parchi sono la prima “risorsa” per trovare refrigerio in città. A Milano è il Parco Sempione il re indiscusso, in pieno centro e il più facilmente raggiungibile con la metropolitana ed è anche il più scenografico con il Castello Sforzesco da un lato e l’Arco della Pace dell’altro e in mezzo un laghetto dove nuotano indisturbati pesci, anatre e germani reali.

Credits lavalecate IG – Parco Monluè

In Porta Venezia c’è il Parco Indro Montanelli, adatto sia per rinfrescarsi che per immergersi nella cultura del Museo di Storia Naturale o del Planetario, oppure il Parco Monlué, nella zona orientale della città, che sorge tra il lato destro del fiume Lambro e la tangenziale est. 

Credits eastriver_martesana IG – Eastriver

A nord e est della città troviamo due dei parchi più estesi, il Parco Nord e il Forlanini, mentre tra le novità ci sono la Biblioteca degli Alberi nella cornice dei grattacieli di Porta Nuova o l’Eastriver, un giardino lungo il naviglio della Martesana aperto a tutti con diverse attrezzature dedicate ai cittadini e affacciato direttamente sull’acqua.

Leggi anche: Cascate, laghetti, torrenti: 6 POSTI dove RINFRESCARSI in Lombardia

# Le piscine all’aperto: dalla più storica alla più suggestiva

Credts: IG @milanosport_official – Piscina Romano

Le piscine all’aperto sono un’altra meta imprescindibile per combattere il caldo. La piscina Romano è la più storica di Milano ed è anche quella più frequentata, oltre 110.000 presenze a giugno, molto apprezzata anche la piscina Saini immersa nel Parco Forlanini.

https://natipervivereamilano.com/2020/07/17/i-bagni-misteriosi-una-delle-piu-belle-piscine-di-milano/

In Porta Romana ci sono i Bagni Misteriosi, forse la piscina più suggestiva della città, dove si tengono anche spettacoli e concerti nelle sere d’estate. In alternativa ci sono la piscina Argelati tra il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese, la Sant’Abbondio e la Cardellino.

surf all'idroscalo
surf all’idroscalo

All’interno dell’Idroscalo per gli amanti del surf c’è Wakeparadise di Milano, un impianto che crea onde vertiginose grazie a potenti pompe è consente di allenarsi e fare acrobazie con la tavola rimanendo in città.

Leggi anche: Quello che NATURA non le ha dato Milano se l’è CREATO

# Le spiagge urbane di sabbia o erba

Credits: @maremilano
mare culturale urbano

Ci sono infine le spiagge urbane. La spiaggia per eccellenza è quella di Mare Culturale Urbano all’interno Cascina Torrette in zona San Siro: qui è stata ricreata una vera spiaggia di sabbia con sdrai e ombrelloni per immaginare di essere in riva al mare.

Idroscalo.org – Spiaggia Idroscalo

All’Idroscalo si può prendere invece il sole nella spiaggetta posta nel lato sud-ovest del lago artificiale e fare il bagno. 

Continua la lettura con: 4 piscine, aree verdi e attività: il NUOVO MULTI SPAZIO SPORTIVO di Milano

FABIO MARCOMIN

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L’angolo di THAILANDIA, dall’accesso segreto, a tre ore da Milano

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Credits: @sapi80 Lerici, La Caletta Nascosta

Un paradiso esotico nascosto sotto circa 400 gradini. Un angolo che ricorda molto la Thailandia, ma invece è in Italia, a poco più di 3 ore da Milano.

L’angolo di THAILANDIA, dall’accesso segreto, a tre ore da Milano

# La piccola Thailandia di Lerici dall’accesso segreto

@sapi80
Lerici, La Caletta Nascosta

Liguria, riviera di Levante. Tra Lerici e Tellaro, sull’ultimo lembo di costa ligure oltre le Cinque Terre, c’è un angolo di paradiso che assomiglia alla Thailandia. In pochi lo conoscono, persino alcuni locali non ne hanno mai sentito parlare, e chi sa della sua esistenza custodisce il segreto senza rivelarlo. Individuare l’accesso per quest’angolo esotico non è facile, ma una volta trovato se ne rimane stupiti.

# La “Caletta di Lerici”: nascosta dietro un cancellone e un vicolo di 400 gradini

Si chiama la “Caletta di Lerici” ed è un’insenatura stretta come un fiordo che tra grotte e faraglioni si allunga verso il mare. Per raggiungerla bisogna prendere la direzione per Tellaro, si può parcheggiare gratuitamente sulla strada verso il camping Maralunga e poi camminare circa 150 metri. L’ingresso è pressoché irriconoscibile: dopo un cancellone verde c’è una scritta sul muro e un piccolo vicolo fatto di gradini, tra i 300 e 400 per la precisione. Basta iniziare a scendere i gradini e si arriverà a La Caletta.

# Una liana che oscilla con il vento

Credits: @ruggiero_russo76016
Lerici, La Caletta Nascosta

La Caletta di Lerici è nascosta tra il Golfo dei Poeti. Qui si può trovare la pace dei sensi, nessun rumore, solo le cicale e i grilli che cantano, accompagnati dal rumore del mare. La spiaggia è intima e molto piccola, in mezzo al mare emerge un alto faraglione e, guardando attentamente verso l’acqua, si può vedere una liana che oscilla al vento e raggiungibile solo a nuoto. La Caletta è un’area selvaggia, pressoché incontaminata. Le sue acque infine creano un gioco di colori tra l’azzurro del mare e il verde degli alberi riflessi, o il rosso del tramonto ligure.

Fonti: instagram.com

Continua la lettura con: I CARAIBI ITALIANI a tre ore da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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BONOLA – UNA DELLE 4 FERMATE CON L’EDIFICO ESTERNO🔴🏪

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Bonola M1

Lo sapevi che la M1 ha pochissime stazioni esterne? Sono quasi tutte completamente sotterranee ad eccezione di Lampugnano, San Leonardo, Molino Dorino e Bonola che hanno l’ingresso in superficie e non a livello interrato.

Altre curiosità sulla fermata di Bonola: 

  • Bonola non doveva essere il nome della fermata: avrebbe dovuto chiamarsi “Olona” come il fiume che nasce presso il Sacro Monte di Varese e si sviluppa interamente in Lombardia. Alla fine però si decise per Bonola, prendendo il nome da una vicina piazza.
  • A Bonola si trova l’omonimo centro commerciale, il primo nato a Milano, inaugurato nel 1988. 
  • La piazza è intitolata a Federico Bonola, esploratore milanese che visse a lungo in Egitto e tracciò diverse mappe nei territori attorno al fiume Nilo. 

Continua la lettura con: Porta Romana, la fermata delle terme

MILANO CITTA’ STATO

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La GRONDA NORD e le altre METROTRANVIE che ruoteranno attorno a Milano

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Ipotesi Linee T Pums

Nei prossimi anni Milano potrebbe essere circondata da metrotranvie: a differenza delle metropolitane non viaggiano in sotterranea, ma traggono beneficio dal transitare in corsie riservate e dall’asservimento semaforico.

Da nord a sud, da est a ovest, alcuni progetti sono già partiti, altri partiranno in futuro, qualcuno non è stato nemmeno ipotizzato ma è fortemente auspicato.

La GRONDA NORD e le altre METROTRANVIE che ruoteranno attorno a Milano

I lavori in avanzamento e quelli attesi

#1 La metrotranvia nord (o Gronda Nord): operativa nel 2030

Metrotranvia nord
Metrotranvia nord

La metrotranvia nord, soprannominata anche “Gronda Nord”, è la prima linea in parte realizzata: in realtà è l’attuale tram 7 da Precotto a Piazzale Lagosta. In futuro costituirà un collegamento tangenziale nel nord milanese tra Cascina Gobba M2 e Certosa FS, intercettando quindi anche la linea M3, utilizzando il canale urbano già previsto per il progetto, ora abbandonato, della strada interquartiere.

I lavori interessano al momento il tratto dal capolinea ad est fino all’interno del quartiere Adriano, che dovrebbe avere le fermate operative entro il 2023, dopo l’interruzione a causa del ritrovamento di amianto nel terreno e per la cui bonifica sono stati stanziati 4,4 milioni di euro. Per la altre tre tratte da realizzare, da piazzale Bausan a Villapizzone, da Fulvio Testi a Niguarda e dal Quartiere Adriano a Cascina Gobba M2 sono stati messi a disposizioni tutti gli 86,3 milioni di euro necessari tramite il PNRR. L’orizzonte 2030 potrebbe essere quello più plausibile.

#2 La metrotranvia Milano-Seregno in attesa dell’avvio cantieri

Metrotranvia Milano Seregno
Credits: MM – Metrotranvia Milano Seregno

La prima parte fino a Paderno Dugnano (loc. Calderara) sarà a doppio binario e la seconda (da Calderara a Seregno) a binario singolo con raddoppi per gli incroci. Il progetto prevede la trasformazione dell’obsoleta tranvia interurbana Milano-Desio, con prolungamento a Seregno, in una moderna metrotranvia, intervenendo sulle vie di corsa, la tecnologia impiantistica, la tipologia dei treni e i criteri di esercizio.

È prevista inoltre la realizzazione di un nuovo deposito tranviario ubicato al confine fra i comuni di Desio e Seregno. La linea sarà lunga 14 km e attraverserà 8 comuni attraversati. Tra ricorsi, contro-ricorsi, richiesta di modifiche di cittadini e associazioni, la partenza dei lavori è stata posticipata in più occasioni. L’ultimo avvio dei cantieri era stato programmato per l’estate del 2022 ma ancora Palazzo Isimbardi attende l’ultima autorizzazione del Cipess, il comitato intergovernativo di programmazione economica per liberare i 260 milioni stanziati dagli ultimi governi a copertura integrale della realizzazione dell’infrastruttura.

#3 La metrotranvia Milano-Limbiate pronta nel 2027 salvo ulteriori stop

Milano-Limbiate

La metrotranvia Milano-Limbiate non è altro che la storica linea tranviaria che collega da fine ‘800 il quartiere Comasina a Limbiate e che ha rischiato seriamente la dismissione per via dell’obsolescenza dell’infrastruttura e dei mezzi di trasporto che la percorrono.

La trasformazione in metrotranvia è prevista da anni e al momento, tra sostituzione del servizio in alcune tratte con dei bus e riammodernamento dei binari, il servizio è sempre in bilico e in autunno potrebbe essere rimpiazzato da bus sino all’inizio dei cantieri. Per cause di varia natura, burocratica e finanziaria, la scadenza per l’affidamento dei lavori è slittata al 31 dicembre 2022 mentre la partenza a settembre 2023. Di conseguenza l’apertura al pubblico dal 2025 ad aprile 2027.

I progetti futuri

#1 La metrotranvia sud-est entro le Olimpiadi del 2026

Credits: artecna.it – Tracciato e fermate

Il percorso della nuova metrotranvia partirà dalla stazione M4 Quartiere Forlanini e terminerà a M3/FS Rogoredo. I tram partendo da viale Forlanini proseguiranno sullo stesso percorso del tram 27, poi verso le vie Monlué e Bonfaldini, attraverseranno il quartiere nuovo di Santa Giulia fino alla nuova piazza davanti a Sky Italia e terminando al capolinea nel piazzale dinanzi all’entrata delle Stazioni FS e Metropolitana linea 3 di Rogoredo. Sarà lunga 4,7 km e avrà in totale 17 fermate, di cui 9 già esistenti e in condivisione appunto con il tram 27. La linea dovrebbe essere operativa entro le Olimpiadi Invernali del 2026.

Leggi anche: OLIMPIADI: ci sarà anche la METRO 13

#2 Linea E o T Sud: l’attuale 24 fino a Noverasco

Ipotesi Linee T Pums

Non diventerà probabilmente una metrotranvia ma costituirà una delle future linee di forza del trasporto di superficie, le cosiddette linee T, che beneficeranno dell’asservimento semaforico, adeguamento delle banchine e fermate (in parte già realizzato) e l’impiego di mezzi ad alta efficienza.

L’ipotesi allo studio è il prolungamento della linea fino a Noverasco passando per Opera e Locate Triulzi. In previsione di questo tracciato Viale Ripamonti è stata riqualificata attraverso uno spartitraffico centrale alberato ai lati e adatto ad ospitare i binari, oltre a piste ciclabili e messa in sicurezza degli incroci tramite realizzazione di rotatorie.

La prima tratta potrebbe essere quella che arriva fino al complesso ospedaliero dello IEO, per una lunghezza di 900 metri, con nuovo capolinea in via Ripamonti e attestamento a binari tronchi nel mezzo della strada presso lo IEO. Il 23 dicembre 2020 infatti, con Decreto Dirigenziale, il Comune di Milano ha designato il Responsabile Unico del Procedimento del prolungamento della linea 24 all’IEO.

# Cosa si potrebbe ancora realizzare

Certamente queste linee, insieme ad altri prolungamenti tranviari ipotizzati e in fase di studio, potranno portare notevoli benefici ai fruitori del trasporto pubblico milanese e a quelli che vorrebbero usarlo.

Se però si volesse pensare a completare il lavoro di programmazione trasportistica, altre linee sarebbero sicuramente utili, ad esempio:

  • Metrotranvia Est tra Cascina Gobba M2/futuro capolinea Metrotranvia Nord e il capolinea a Quartiere Forlanini della metrotranvia sud-est;
  • Metrotranvia Sud che colleghi l’altro capolinea della metrotranvia sud-est a Rogoredo M3/FS e intercetti le linee tranviarie 24, 15 e 5 oltre alla linea metropolitana M2 e la futura M4;
  • Metrotranvia Ovest che partendo dalla metrotranvia sud intersechi le linee metropolitane M1 e M5, ai limiti dei confini comunali, per poi ricongiungersi a Certosa FS, capolinea della futura metrotranvia nord per realizzare così una “metrotranvia circolare”, anticipo di una futura circle line sul tipo della S-bahn berlinese.Queste ultime due ipotesi di metrotranvie potrebbero diventare realtà come linea metropolitana, la numero 6 o linea rosa, in base a a quanto immaginato dall’attuale amministrazione del Comune di Milano.

Il progetto potrà non essere magari realizzabile così come sommariamente ipotizzato, ma è una visione d’insieme che dovrebbe portare a dei seri ragionamenti per il futuro dei trasporti circolari di superficie a Milano.

Leggi anche: METRO ROSA: come immaginare il LATO NORD

Continua la lettura con: 5 progetti di NUOVE LINEE della METRO più d’AVANGUARDIA nel mondo

FABIO MARCOMIN

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SNAP, la MINI AUTO a PEDALATA ASSISTITA: sarà il futuro dell’area C?

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Snap in viaggio

Le regole sempre più stringenti per accedere ad Area C, e in futuro anche per varcare i confini comunali quando il sistema di Area B sarà a regime, favoriranno l’incremento della micromobilità, dalle biciclette ai monopattini. Un’idea tutta italiana potrebbe dare un aiuto a chi rischia di non potersi muovere a Milano. Vediamo di cosa si tratta e perché potrebbe essere utile per i milanesi.

SNAP, la MINI AUTO a PEDALATA ASSISTITA: sarà il futuro dell’area C?

# Milano città senza veicoli privati entro il 2050?

Credits espansionetv – Area B e Area C

Il futuro di Milano sarà sempre di più senza veicoli con il motore a combustione, benzina e diesel, e anche lo spazio per quelle elettriche sarà ridotto vista l’idea di rendere il capoluogo lombardo una città senza auto entro il 2050. Già oggi le zone con limite di velocità a 30 km/h, le piste ciclabili e le misure anti-traffico e anti-inquinamento come Area C e Area B stanno limitando la circolazione di auto private.

Leggi anche: Milano e il nuovo “SOCIALISMO a 4 RUOTE”: in futuro MAI PIÙ AUTO PRIVATE in città

# Snap, la mini auto a pedalata assistita

Snap

La micromobilità giocherà quindi un ruolo estremamente importante, sono ormai migliaia le biciclette e i monopattini in giro per le strade. Dalla Puglia arriva una soluzione che potrebbe aiutare molti milanesi, che preferiscono mezzi più comodi, a spostarsi nonostante le limitazioni. Stiamo parlando di Snap, una mini auto a pedalata assistita con motore elettrico frutto dell’idea di un ingegnere meccanico e di un designer grazie ad un finanziamento regionale.

# 60 km di autonomia e solo 130 kg di peso

Snap in viaggio

Questo veicolo è pensato appositamente per circolare nelle aree urbane e nelle ZTL, come Area C e Area B, e con due batterie da 20 chili ha un’autonomia di 60 Km. La versione da 250 W è comparabile a una bici, mentre servono targa e assicurazione per quelle più potenti da 1000 W e da 4.000 W, quest’ultima omologata come quadriciclo leggero L6e. Il peso di questo mezzo di trasporto è di soli 130 kg e il bagagliaio ha una capienza di quasi 400 litri. Il prezzo? Il listino parte dai 7.000 euro per arrivare ai 10.000 euro.

Fonte: Automoto.it

Continua la lettura con: Il CAMPER più PICCOLO del mondo: costa come una Panda

FABIO MARCOMIN

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La NUOVA METRO FRENA: Bresso e Cusano si allontanano?

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Credits Atm - Passeggeri alla stazione M5

La metro lilla potrebbe estendersi verso nord, oltre che in direzione Monza con il già progetto interamente finanziato, anche nei comuni di Bresso e Cusano Milanino. Lo studio di fattibilità tecnica di MM sembra però allontanare questa ipotesi. Vediamo le ultime novità e come dovrebbe essere il prolungamento.

La NUOVA METRO FRENA: Bresso e Cusano si allontanano?

# L’analisi costi-benefici è insoddisfacente per portare la M5 fino a Bresso e Cusano Milanino 

Credits corriere-L’Ego Hub – Estensione metro 2030

Nei 200 km di rete metropolitana, che il Sindaco Beppe Sala si augura possa raggiungere Milano entro il 2030, non rientrano quelli che la estenderebbero nei comuni di Bresso e Cusano Milanino. Il rischio concreto è che non lo siano nemmeno dopo quella data. Infatti, nel documento di MM sull’aggiornamento di fattibilità tecnica, per lo sbinamento della linea lilla verso i due Comuni, l’analisi costi-benefici ha evidenziato un risultato insoddisfacente con un coefficiente di 0,51. Il rapporto minimo richiesto deve essere uguale o superiore a 1 altrimenti non viene garantita la sostenibilità dell’opera e pertanto l’intervento non è giustificato. Nonostante quindi il prolungamento sia stato in parte già finanziato, con 15 milioni di euro, al momento resterà fermo al palo.

La nota di MM: Non si procederà con lo sviluppo progettuale della predisposizione di un grande manufatto realizzato a cielo aperto a valle dell’asta di manovra di Bignami (attuale capolinea M5), che consentirebbe di non interrompere l’esercizio durante i lavori di allacciamento della linea esistente con quella da realizzare verso Bresso e Cusano Milanino“. 

# La palla passa alla politica 

Credits Atm – Passeggeri alla stazione M5

Il commento del sindaco di Cinisello Giacomo Ghilardi, che ha partecipato all’assemblea pubblica di Bresso tra i Comuni coinvolti. “È il metro usato dai tecnici per fare le opere […] L’importante ora è la spinta politica perché sono le istituzioni poi a dover decidere se finanziare il progetto. […] è un’opera indispensabile per la mobilità del Nord Milano. Lo sbinamento andrebbe a prendere Comuni non toccati dal metrò”.

L’opposizione nel Comune di Cinisello insiste invece sulla metrotranvia in quanto complementare alla M5, così come già emerso dal progetto di fattibilità del 2019” e che solo grazie alla sua realizzazione sarebbe possibile alzare il coefficiente e fare lo sbinamento

# Il progetto di prolungamento: 5 fermate e 5,5 km di tracciato

Sbinamento M5

Lo sbinamento della linea M5 alla fermata Bignani sarebbe propedeutico all’estensione della linea M5 di circa 5,5km dal Parco Nord a Cinisello Balsamo. Nelle ipotesi iniziali erano state previste cinque fermate: due a Bresso, una a Cusano Bresso, e due a Cinisello Balsamo. Quest’ultimo comune potrebbe vedere aggiungersi altre fermate oltre alle 4 già previste nel prolungamento della linea verso Monza.

Fonte: Il Giorno

Continua la lettura con: Una rete di 200 km di METROPOLITANA a Milano entro il 2030: sarà più estesa di quella di Berlino?

FABIO MARCOMIN

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Il PALAZZO SENZA TEMPO: la via maestra per il futuro dell’Italia?

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ph. quinewsvaldera.it

Il progetto di riqualificazione di un frammento importante del centro storico medievale, che si divide tra il recupero di una proprietà storica della famiglia de’ Medici e la collina circostante, proiettando il grande passato d’Italia nel futuro. Vediamo come si sviluppa e dove si trova.

Il PALAZZO SENZA TEMPO: la via maestra per il futuro dell’Italia?

# La “Fusione dei tempi”: mix di Medioevo e contemporaneo

ph. archdaily – Sezione verticale

Questa è la storia di uno dei tantissimi borghi medievali italiani, che non ci sta a cedere al depopolamento e lotta con tutte le sue forze per interrompere il flusso in uscita dei propri cittadini. Il borgo è Peccioli, in provincia di Pisa e la sua amministrazione ha ingaggiato Mario Cucinella Architects, per far rivivere una parte del borgo medievale e ristrutturarlo.
Lo scopo del progetto è recuperare una parte del paese diroccato, riutilizzare gli spazi medievali e ricucirli al presente, stratificando un’opera che ha il pregio di osare.

Appartamenti, spazi polivalenti, co-working e una terrazza con vista spettacolare sulla collina toscana prospiciente, sono il risultato di questo progetto, che prende il nome di Palazzo Senza Tempo.

Leggi anche: La VALLE con CASCATE e BORGHI ANTICHI a due ore da Milano (che pochi milanesi conoscono)

# Vicoli incapsulati da moderne vetrate

ph. archdaily – Dai vicoli alla nuova terrazza a sbalzo

Il progetto gioca con gli spazi, ricavando una nuova piazza a sbalzo di 600 m² “appoggiata” sul borgo. L’azzardo continua con Palazzo Senza Tempo che incapsula le case storiche.
La luce per queste ultime è garantita dal perimetro del Palazzo, che è rifinito da moderne vetrate, lucernari e bow window.
Uno dei volumi più importanti ricavati dal progetto, è il recupero di un edificio diroccato di Via dei Bastioni, che si unisce al Palazzo Senza Tempo: il legame crea una specie di dialogo tra gli edifici e la storia di Peccioli.

Leggi anche: La storia triste del BORGO SOSPESO costruito su un PONTE

# La piazza con il murale

ph. archdaily – la vista

«La nuova terrazza è come un ponte che collega un paesaggio che sembra un dipinto del 1500 con il mondo moderno», afferma Mario Cucinella. «Con l’apertura di Palazzo Senza Tempo, Peccioli lancia un tema importante: quello delle comunità e dei loro luoghi pubblici. Dimostra il coraggio di fare qualcosa di ambizioso rispettando la storia».

La terrazza rappresenta la ciliegina sulla torta dell’intero progetto. Inoltre la nuova piazza è impreziosita dal murale dell’artista francese Daniel Buren.
Sempre secondo l’Arch. Cucinella per garantire un buon processo di rigenerazione «occorre intervenire laddove è necessario ricreare un luogo di incontro per la Comunità». Ecco perché la piazza, la terrazza e i nuovi spazi commerciali.

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# Capolavoro o architerror?

ph. domusweb

Quando un’opera divide gli animi, significa che ha fatto in qualche modo centro. E Palazzo Senza Tempo  raccoglie commenti eterogenei. C’è chi lo ritiene “un pugno nello stomaco“, chi un’appendice di Architerror “arrogante e distruttiva, perché altera irrimediabilmente un equilibrio“. Ma ci sono anche gli estimatori, che ritengono il progetto un bell’inserto moderno nel contesto toscano. Anche tra i follower di Urban File ci si pone la questione se interventi così, non siano la strada maestra per il recupero dei borghi medievali italiani.
Peccioli può essere il laboratorio capostipite per il futuro di uno dei patrimoni architettonici e storici della penisola?


Continua la lettura con: La rinascita dell’ANTICO BORGO RURALE che domina Milano

LAURA LIONTI

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Milano non fa schifo ma… i progetti di URBANISTICA TATTICA abbandonati all’incuria?

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credits: labsus.org

Forse uno dei principali difetti delle ultime amministrazioni. Grande slancio all’innovazione e al momento dell’inaugurazione, ma poi minore attenzione per la manutenzione e la cura di ciò che è stato introdotto di nuovo. Un esempio? L’urbanistica tattica

Milano non fa schifo ma… i progetti di URBANISTICA TATTICA abbandonati all’incuria?

# Servirebbero controlli e velocità mentre si fanno gli interventi di urbanismo tattico

Tiziana Venti ci segnala quanto segue: ”vi inviterei a vedere cos’è  diventato lo spazio tattico a ridosso del complesso scolastico Tommaso Grosso di viale Molise, Piazzale Cuoco: durante la settimana, soprattutto verso sera, dormitorio e bivacco (sporcizia e residui di cibo dappertutto) e, la domenica, mercato abusivo (vendita di merce di dubbia provenienza e con scarsissime norme igieniche) con assembramenti anche durante il periodo di lockdown. Pochissimi i controlli.

Noi abitanti ci siamo rivolti alle autorità preposte, abbiamo raccolto firme per non lasciare in degrado il nostro quartiere già  difficile…In questi anni solo pochi ci hanno ascoltato e continuano a farlo, come la consigliera del Municipio 4, Rosa Pozzani, sempre pronta ad accogliere le nostre segnalazioni e il nostro disagio. Dispiace vedere lo stato di abbandono di un quartiere vivo e storico. Ci si starebbe bene…42 anni fa, quando sono arrivata, non era così.”

Gli interventi di urbanistica tattica possono costituire un’ottima soluzione temporanea per testare i futuri interventi definitivi. Serve ad evidenziare criticità, apportare miglioramenti, accogliere i pareri dei cittadini, ma tutto questo deve durare il tempo strettamente necessario. E comunque per non cedere all’incuria devono accompagnarsi a controlli e manutenzione continua.

Vedi qualcosa che non va a Milano? Segnalacelo scrivendo (mettendo foto se possibile) qui: info@milanocittastato.it (oggetto: milano non fa schifo ma…)

 

Continua la lettura con: Milano non fa schifo ma… la preferenziale incompiuta sì

ANDREA URBANO

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PORTA ROMANA – LA FERMATA DELLE TERME🧖🏻‍♀️🟡

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Stazione di Porta Romana

Lo sapevi che dal 2007 anche a Milano ci si può rilassare alle terme? Bisogna scendere proprio qui, in Porta Romana. Ma soprattutto, lo sapevi che la stazione della M3 doveva essere chiamata Medaglie d’Oro? Questo perché il nome di Porta Romana sarebbe dovuto essere attribuito all’attuale stazione di Lodi TIBB.

https://www.viaggiamo.it/qc-terme-milano-orari-e-prezzi/

Altre curiosità sulla fermata di Porta Romana: 

  • All’inizio era capolinea: la stazione entrò in servizio il 16 dicembre 1990, come capolinea provvisorio della tratta da Duomo
  • Non va confusa con la stazione di Porta Romana che è una fermata ferroviaria sulla cintura sud di Milano, tra le fermate di Romolo e Forlanini, vicina alla fermata Lodi TIBB della linea M3
  • Le Terme Milano sono delimitate dalle mura spagnole, sorgono su spazi di proprietà ATM che in precedenza ospitavano la discoteca Il Ragno d’Oro

Continua la lettura con: Moscova, per passeggiare in Corso Garibaldi

MILANO CITTA’ STATO

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Il PONTE degli UBRIACHI: sembra farti fare un salto nel nulla

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Credits: @german_introvert Storseisundet Bridge

Una curva strana che sembra finire nel nulla, un trampolino, una rampa di lancio. Ecco cosa sembra il ponte che è stato soprannominato il “Ponte degli Ubriachi” probabilmente progettato e costruito da qualcuno non troppo sobrio. Eppure il ponte in questione è una costruzione d’eccezione, originale.

Il PONTE degli UBRIACHI: sembra farti fare un salto nel nulla

Per aggiungere suspense a chi percorre il ponte, è su una delle strade più pericolose al mondo. La domanda allora sorge spontanea: le macchine che lo percorrono finiscono veramente nel nulla?

# Una curva molto stretta che finisce nel nulla

Credits: @3600bob
Storseisundet Bridge

In Norvegia, sull’Atlantic Ocean Road, si incontra un ponte che sembra farti fare un salto nel vuoto. Si chiama Storseisundet Bridge e collega la penisola di Romsdal con l’isola di Averøya. L’infrastruttura è lunga 260 metri e alta 23, ma la sua particolarità è che un’illusione ottica fa sembrare che il ponte si interrompa in una curva molto stretta e poi finisca nel nulla. Sono stati i locali a soprannominarlo “ponte degli ubriachi” e il motivo è facile da intuire: il ponte sembra camminare parecchio storto.

Credits: @3600bob
Storseisundet Bridge

Come si è detto però è tutto un’illusione ottica, le macchine arrivano sane e salve alla fine del ponte e anche alla fine della strada. Sì perché il ponte è il più lungo degli otto della Atlantic Ocean Road, una strada panoramica norvegese costruita tra scogli e isolotti. L’Atlantic Ocean Road è stata però classificata come la strada più pericolosa al mondo, questo perché, in caso di avverse condizioni meteo, il forte vento e le forti mareggiate renderebbero la guida impegnativa.

# Una costruzione burrascosa

Credits: @thomaseckhoff
ponte degli ubriachi

Il ponte fu inaugurato nel luglio del 1989 e per 10 anni fu una strada a pagamento. Per costruire il ponte ci si impiegò circa 6 anni, un tempo breve se si pensa che nel frattempo gli operai hanno dovuto fronteggiare 12 uragani e condizioni meteo ingestibili. Eppure il ponte degli ubriachi è stato su e con un investimento di 22 milioni di corone norvegesi (pari a poco più di 2 milioni e 100 mila euro) fu finalmente completato.

Fonti: instagram.com

Continua la lettura con: PONTE o MONTAGNE RUSSE? In auto come al LUNA PARK

BEATRICE BARAZZETTI

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MONTENAPOLEONE – LA FERMATA DELLA MODA🟡👗

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Chi non sa che scendendo a Montenapoleone si arriva direttamente nel Quadrilatero della moda milanese? Difficile non saperlo, ma sai anche che la stazione della M3 è stata inaugurata nel 1990 come parte della prima tratta della metro gialla da Centrale a Duomo?

In più avremmo potuto non avere la fermata Montenapoleone…la stazione doveva chiamarsi infatti “Manzoni” proprio perché sorge nel punto in cui via Manzoni incrocia via Monte Napoleone e via Croce Rossa.

Credits: milanotoday.it – Montenapoleone M3

Altre curiosità sulla fermata di Montenapoleone: 

  • Venne costruita a binari sovrapposti, per evitare il passaggio sotto gli edifici (come succede nella stazione di Duomo). Al livello più basso si trova il binario in direzione di San Donato, al livello superiore il binario in direzione Comasina
  • Il nome della fermata non presenta lo spazio tra le parole Monte e Napoleone, a differenza del nome della strada (Via Monte Napoleone)
  • Via Monte Napoleone è nota come la terza via più cara d’Europa 

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MILANO CITTA’ STATO

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