I pro e i contro dell’URBANISMO TATTICO, la nuova moda importata a Milano dalle piazze di New York

Luci e ombre di una modalità di azione che sta dilagando in città ma che sta dividendo i cittadini

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Credit: milano.repubblica.it - Nolo

Gli interventi di urbanistica tattica stanno venendo realizzati dal Comune di Milano su iniziativa dei delegati di Bloomberg Associates che hanno portato a Milano un modello di intervento sperimentato nella città di New York. L’urbanistica tattica consiste nel ridisegnare in maniera leggera e quindi non definitiva dei “non luoghi”, per vivacizzarli riducendo degrado e problemi di sicurezza.

Le esigenze di modifiche dell’assetto, di quelle che diventeranno nuove piazze, può arrivare direttamente dal Comune o da richieste di gruppi/comitati cittadini.

Gli effetti principali di questi interventi

Il primo effetto è il divieto di transito e sosta alle auto, il secondo è la trasformazione in area pedonale e quindi piazza ad uso esclusivo di chi si muove a piedi.
La trasformazione consente nel delimitare l’area con alberi in vaso, dipingere la pavimentazione con diverse colorazioni, inserire panchine e arredi quali tavoli da ping pong per favorire l’utilizzo del luogo e la socializzazione in generale.

Piazza Angilberto II
Credits: Urbanfile – Piazza Angilberto II

Tra le trasformazioni effettuate: Piazza Angilberto II, la nuova piazza nel quartiere Dergano, il piazzale di Porta Genova e l’area tra le vie Venini e Nolo, North Of Loreto, termine coniato per identificare quella porzione di città.

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Luci e ombre di una modalità di azione che sta dividendo i cittadini

Il processo di cambiamento della città messo in atto con questa modalità mostra sia luci che ombre.

LUCI

#1 BASSA SPESA, ALTA RESA
Con l’impiego di risorse ridotte, visto l’utilizzo di vernici, panchine amovibili e vasi, si è in grado di modificare la percezione di un luogo adibito a transito e parcheggio auto in una piazza vivibile dai pedoni. A questo si aggiunge che i progetti sono attivati su iniziativa dei delegati di Bloomberg che stanno supportando a costo zero per il Comune le attività dell’amministrazione locale.

#2 STIMOLO AI RAPPORTI SOCIALI
La possibilità di avere uno spazio all’aperto in cui sedersi
a parlare, giocare a carte o a ping pong favorisce i rapporti sociali e rinforza la vita di quartiere.

#3 VALUTAZIONE DELL’IMPATTO PER SUCCESSIVA SISTEMAZIONE DEFINITIVA
Un approccio urbanistico leggero consente di valutarne l’impatto
nel contesto del quartiere e la risposta dei cittadini, decidendo quindi se studiare una progettazione definitiva della piazza oppure se tornare indietro all’assetto precedente.

OMBRE

#1 ELIMINAZIONE DEI POSTI AUTO E AUMENTO DEGLI INGORGHI
Come si è visto per il caso di Porta Genova o anche per quello di Piazza Angilberto II la trasformazione di queste aree senza prima prevedere un serio impatto viabilistico ha prodotto la rimozione di posti auto, non reintrodotti in zone limitrofe, e l’aumento della congestione dei veicoli a motore a causa di percorsi obbligati e della chiusura di aree adibite prima al traffico.

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#2 COMMERCIANTI DANNEGGIATI ECONOMICAMENTE
Alcune delle proteste,
che si sono levate al termine dei lavori, sono giunte dai commercianti che vedendo l’eliminazione del transito e della sosta delle auto in prossimità delle loro attività temono una riduzione di passaggio dei clienti e quindi degli incassi, considerando in particolare che si tratta di via periferiche o lontane da percorsi pedonali ad alto scorrimento.

#3 ALTA PROBABILITA’ CHE DIVENTINO SOLUZIONI DEFINITIVE
La paura
di chi ha valutato negativamente l’intervento, ma anche di chi l’ha valutato positivamente, è che le piazze rimangano per anni così, carine per una soluzione di breve durata, ma di scarso impatto estetico-funzionale a livello urbanistico se dovessero rimanere tali. Una paura che può trovare fondamento dal fatto che il Comune ha già stanziato i fondi per il mantenimento dei luoghi allo stato attuale, senza che ci sia all’orizzonte l’ipotesi di un progetto definitivo di risistemazione.

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.

5 COMMENTI

  1. Chi ha scritto questo articolo purtroppo non ha fondamenti ne di mobilità ne si è degnato di fare un minimo di ricerche e approfondimenti sui luoghi che già hanno avuto questi tipi di interventi (in Italia e all’estero). E’ stato a Dergano o nelle altre piazze riqualificate? Ha parlato con la gente e i commercianti? Chi ha detto che i commercianti perdano economicamente da queste trasformazioni? E’ statata conteggiata la riduzione delle auto conseguente a queste trasformazioni? Studiando e facendo le varie verifiche sono sicuro che le cosiddette “Ombre” in realtà siano solo ulteriori vantaggi.

  2. Da un lato mi piace che alcune piazze diventino più vivibili e si stimolino le persone ad uscire per strada e a socializzare, una città come Milano ne ha grande bisogno.
    La chiusura delle strade altresì, se non accompagnata ad un aumento dei mezzi pubblici, provocherà necessariamente più traffico, se le auto vengono usate è anche perché ve ne si ha bisogno, con un conseguente aumento dell’inquinamento in una città come Milano in cui all’inizio di Aprile di quest’anno erano stati superati i 50 giorni di sforamento di polveri sottili su un massimo annuale di 35… Gravissimi danni alla salute pubblica (si parla di circa 80000 morti annui in Italia).
    Quindi se non si migliora la viabilità (più mezzi pubblici) l’idea è decisamente negativa.

  3. Due dei contro – meno parcheggi e lamentele dei negozianti non sono dei Contro, ma sono proprio gli obiettivi del test. Capire se una zona può vivere in quell’assetto.

    Parlando del contenuto invece
    > dai commercianti che vedendo l’eliminazione del transito e della sosta delle auto in prossimità delle loro attività temono una riduzione di passaggio dei clienti

    ma se uno dei pro è proprio che aumenta l’aumento delle persone che passeggiano nelle vicinanze, come fa anche a essere un contro?
    al massimo un contro è la PERCEZIONE che ALCUNI commercianti (CHE TIPO?) hanno…

    Milanocitta stato il tuo standard di articoli è molto più alto, Ok cavalcare i trend ma perdere 30 secondi a pensare prima di scrivere….

  4. In una città come Milano con strade strette e un gran numero di macchine posteggiate per strada, questi interventi creano solo problemi a chi vive nella zona, se poi l obbiettivo è eliminare il traffico privato e costringere tutti a usare solo i mezzi allora ditelo. Comunque a due passi da queste belle piazze ci sono ancora i marciapiedi piedi di merda di cane e piscio di umani!

  5. Abito nel quartiere Dergano e trovo la trasformazione di piazza Dergano tristissima, sembra qualcosa buttato lì così tanto per dire. Il traffico nella piazzetta è ovviamente diminuito ma chi abita nella zona retrostante per accedere al quartiere deve fare un lungo giro passando da via Imbonati, così il tragitto si allunga molto e l’inquinamento aumenta. In quanto alla “vivibilità ” della piazza è alquanto discutibile infatti, per la maggior parte del giorno, è occupata da extra comunitari nulla facenti. I vecchietti invece si ritrovano sulle panchine poste sul marciapiede sotto gli alberi che esistevano già prima della sistemazione della piazzetta. A volte si vedono alcuni giovani giocare a ping- ping sui tavoli posizionati, ma il gioco è di breve durata e la piazza non costituisce un ritrovo giovanile. Sono quindi veramente perplessa sulla bontà di quest’opera. Il quartiere ha bisogno di molto, quasi di tutto, per essere reso piacevole e socialmente vivibile. Non è certo un po’ di colore per terra e quattro panchine messe lì che fanno la differenza. La riqualifica delle periferie dovrebbe seguire un piano molto più strutturato, ad esempio pensare a biblioteche, cinema, sport ( e non solo il calcio ma anche ad esempio l’atletica) da praticare in luoghi pubblici e non in costosissime palestre, luoghi di ritrovo per ragazzi, giovani, adulti e anziani dove potere fare due chiacchiere o coltivare hobby di ogni genere ( dalla falegnameria al lavoro a maglia, dalla pittura alla musica, dalla lettura a quello che si vuole……). Rendere Milano bella non significa sviluppare solo il “business”, ma significa sopratutto rendere felici di abitarci tutti i cittadini, non solo quelli che abitano nei quartieri benestanti.

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