Ponale è la fermata dove arte, shopping, lavoratori e migliaia di studenti si incontrano. Una volta usciti dalla stazione della metro lilla, a pochi passi si hanno il Bicocca Village, con cinema, sala giochi, tanti stand dove mangiare e qualche negozio per fare shopping, ma anche l’Hangar Bicocca con le sue esposizioni d’arte contemporanea. E poi per andare negli edifici di economia, sociologia, informatica, psicologia della Bicocca, Ponale è la fermata prediletta. Insomma, è il vero centro del quartiere.
Altre curiosità sulla fermata di Ponale:
anche se prende il nome da una via traversa, la fermata presenta uscite solo in Viale Fulvio Testi
il Ponale è un torrente che termina nel lago di Garda, con una cascata di 30 metri detta cascata del Ponale
dal torrente prende anche il nome di un vento (Ponal) che soffia sul lago di Garda e nella sua valle si trova una famosa e antica strada molto amata dagli appassionati di mountain bike: Strada del Ponale
Il quartiere superlusso Nine Elms, a poca distanza da Westminster, attendeva da tempo la realizzazione della sua opera più ambiziosa. Da quando è stata inaugurata è diventata una delle attrazioni della capitale britannica anche se pochi potranno sperimentarla. Vediamo perché e quali sono le sue caratteristiche.
INAUGURATA a Londra la “PISCINA del CIELO”: si potrà nuotare tra le nuvole (immagini)
# Sospesa a 35 metri d’altezza tra due edifici nel centro della capitale britannica
Credits hevyeveline IG – Embassy Garden dall’alto
La nuova attrazione della capitale britannica. Si chiama “Sky Pool”, letteralmente “piscina del cielo”, ed è una vasca trasparente lunga 25 metri e alta 3 metri che collega due grattacieli di Londra a 35 metri d’altezza con una capienza di quasi 150.000 litri d’acqua. Il vetro è spesso 20 centimetri e chi nuota ha l’impressione di galleggiare a mezz’aria nel centro di Londra. Si tratta della prima piscina di questo genere ad essere stata realizzata nel mondo.
# Un’opera ingegneristica complessa
Credits ecoengineers.com – Mobilità piscina Sky pool
Un’opera ingegneristica tutt’altro che semplice nonostante si tratti solo di una piscina. Dovendo infatti considerare i movimenti spontanei e indipendenti dei due palazzi, a causa del vento e dell’assestamento, è stato previsto un ampio margine di mobilità tra le due porzioni della vasca, sia in altezza che ai lati.
# Vista sul Tamigi e Spa sulla terrazza
Credits hevyeveline IG – Embassy Garden
Inaugurata nell’estate del 2021, dalla piscina si può vivere l’esperienza di fluttuare nel cielo e godere di una vista incredibile della riva Sud del Tamigi nel più completo relax.
Credits costa_gm_ IG – Embassy garden terrazza
Oltre a questo si potrà rigenerarsi nella SPA su terrazza, prendere un drink nel bar estivo oppure in una orangerie in inverno.
# Un progetto da 1 miliardo di sterline a poca distanza da Westminster
Credits hevyeveline IG – Embassy Garden dal basso
I due condomini collegati con la piscina si trovano nel quartiere di Nine Elms, a poca distanza da Westminster. La zona si caratterizza per il lusso sfrenato, sottolineato anche dalla presenza di una sede di Apple e dell’ambasciata americana, e il complesso Embassy Garden con la “Sky Pool” ne è un’ulteriore conferma.
Embassy Garden
1 of 3
Credits misterlorcan IG - Embassy Garden
Credits dillman1 IG - Embassy Garden
Credits cost_gm - Embassy Garden
La scelta di puntare a questo progetto avveniristico darà ancora più lustro al quartiere, fungendo anche da esempio per essere replicato altrove. Per costruirlo ci sono voluti più di 1 miliardo di sterline.
# La piscina è ad uso esclusivo dei residenti e dei loro ospiti
Credits jerad_frankly IG – Embassy Garden
La piscina non è però per tutti. Sono infatti solo i residenti dei due palazzi a potervi accedere, per un appartamento bisogna sborsare dalle 700 alle 900 mila sterline, oppure i loro ospiti.
Il mare a Milano: il sogno proibito dei milanesi. In attesa di coronarlo, ci sono alcuni luoghi dove chi rimane in estate in città può respirare atmosfere marine. Scopriamo quali sono.
Sentirsi al MARE a MILANO: 10 posti dove respirare atmosfere da vacanza (mappa)
#1 Fuorimano OTBP
il cortile del fuorimano
Come dice il nome, a Milano c’è un posto fuorimano. Fuorimano ma è a Milano. In zona Bicocca, è un locale dove sembra di trovarsi in riviera, con un cortiletto esterno dotato di piccola piscina. Nel locale si possono svolgere tante attività, dai giochi di società all’ascolto di musica.
Indirizzo: Via Roberto Cozzi 3
#2 Bagni Misteriosi
bagnimisteriosi – Teatro Parenti
Un autentico gioiello, unico al mondo. In zona Porta Romana ci si ritrova proiettati fuori dal mondo, in un universo di arte, cultura e intrattenimento, anche grazie ai numerosi spazi che la circondano, dal Teatro Parenti ad altre sale ognuna con una sua creatività unica.
Indirizzo: Via Carlo Botta, 18
#3 La Buttiga Beer Room Martesana
Nell’ottocento la Martesana era considerata la riviera di Milano e lungo le sue rive si possono trovare molti angoli incantevoli degni di un paese di mare. Un esempio è la splendida atmosfera che si respira in questa beer room ideata dai ragazzi della Buttiga. Delizioso lo spazio all’aperto sotto il pergolato di glicine e di fianco al canale della Martesana che offre un bello spunto per un aperitivo o una cena veloce.
Indirizzo: via Melchiorre Gioia 194, inizio Naviglio Martesana
#4 Piscina Romano
Credts: IG @milanosport_official
Sontuosa struttura sportiva scoperta inaugurata il 28 luglio 1929, la piscina Romano è la più antica di Milano. L’ingresso si trova in una palazzina realizzata in stile razionalista, a uso di spogliatoio a rotazione, da cui essa si accede al vasto parco, contenente una bassa vasca rotonda destinata ai bambini, e la vastissima vasca rettangolare destinata agli adulti.
Indirizzo: via Ampère, 20
#5 Mare Culturale Urbano
Mare Culturale Urbano
Il mare a Milano c’è. E’ un mare culturale in zona San Siro che ospita soprattutto d’estate iniziative culturali in un’atmosfera da borgo marino tra fiumi di birra e, spesso, performance dal vivo.
Indirizzo: via Giuseppe Gabetti, 15
#6 Idroscalo
surf all’idroscalo
Se a Milano manca qualcosa ce lo costruiamo. Perfino il mare. Il mare di Milano è l’Idroscalo, celebre per i suoi giochi d’acqua e le manifestazioni sportive. Sì, si può perfino fare surf.
#7 Aperitivo all’aperto (Arco della Pace/Largo La Foppa)
Sentirsi a Santa Margherita o a Formentera in centro a Milano. E’ possibile soprattutto all’Arco della Pace o in Largo La Foppa (MM Moscova) dove diversi locali si aprono sul vasto spazio esterno.
#8 Rooftop (Ceresio 7)
Credit: Milano Panoramica (https://milano.panoramica.it)
Da qualche anno la moda dell’estate è la serata in terrazza o sui rooftop. A Milano ce ne sono per tutti i gusti, dalla terrazza Martini al Ceresio 7, forse il più estivo per via delle due piscine.
Indirizzo: Via Ceresio, 7
#9 Darsena
Credits sara_gypsy_soul IG – Darsena by night
In questa lista non può mancare lo storico “porto” di Milano. La Darsena, riqualificata ai tempi di Expo, è forse la capitale estiva di Milano. Svetta in posizione eccellente il locale Vista Darsena e l’estensione dei Navigli consente di godersi passeggiate con sensazioni da lungomare.
#10 Da Gud in Citylife
Credits milanoamodomio.it IG – Gud Milano
Un altro luogo dove sentirsi in vacanza a Milano è da Gud in Citylife. Stare seduti sullo sdraio sotto l’ombrellone all’ombra dei grattacieli mentre si gusta un aperitivo ricorda i luoghi esotici e al contempo metropolitani in giro delle più prestigiosi località di vacanza al mondo.
In mezzo al caldo e alla voglia di vacanza, spunta la visione di una spiaggia molto particolare. La spiaggia che cambia continuamente.
La SPIAGGIA del paradiso che si MUOVE come un’ONDA
# La perla della Croazia
Zlatni Rat (da pixabay)
La spiaggia che si trasforma continuamente si trova in Croazia, a sud dell’isola di Brač, ed è una delle più conosciute dell’intero Stato. Facile da raggiungere, si può utilizzare qualsiasi mezzo (macchina, treno turistico, taxi boat, fare una passeggiata a piedi) senza troppe difficoltà, la spiaggia è diventata simbolo dell’isola, un lembo di sabbia chiamato Zlatni Rat che dista pochi chilometri dalla città di Bol.
# Il Corno d’Oro
Zlatni Rat (da pixabay)
Acque cristalline e finissima sabbia alternata a ciottoli, ecco cos’è Zlatni Rat: una classica spiaggia da isola paradisiaca. Ma non è tutto, qui si può praticare qualsiasi sport acquatico. Si va dal surf, al windsurfing, al kitesurfing, fino allo snorkeling, le acque di Zlatni Rat sono infatti pulitissime grazie alle correnti che vengono dal Canale di Hvar.
Inoltre, la spiaggia è talmente bella che è conosciuta come “Il Corno d’Oro”, proprio per il fatto di essere mezzo chilometro di lingua di ghiaia fine e sabbia dorata. E a pochissimi metri dalla spiaggia, c’è una pineta dove potersi rigenerare nelle calde ore estive, magari con un drink.
# La punta oscilla tra est e ovest
Credits: @dronephotos_dado zlatni rat
Ma qual è la vera particolarità del Corno d’Oro? Certamente non solo quella di essere una spiaggia dove chiunque vorrebbe essere in questo momento. Zlatni Rat cambia nel tempo, e non come un classico lembo di terra a bordo del mare, dove le acque e il vento erodono con il tempo la spiaggia, ma proprio cambia orientamento. Le forti correnti e le maree fanno sì che il Corno d’Oro sia normalmente rivolto verso est, ma quando il vento è forte, la punta più estrema di Zlatni Rat si sposta verso ovest. Può capitare quindi che in un primo momento la “lingua” di sabbia sia rivolta da una parte e poi dall’altra, muovendosi proprio come un’onda del mare.
“Milano non fa schifo ma…”: una rubrica per mettere in luce le piccole cose che non vanno nella nostra città che, se sistemate, potrebbero migliorare la qualità della vita a Milano e l’immagine per chi la visita.
Milano non fa schifo ma… il MARCIAPIEDE di Via Pirelli e il SOTTOPASSO del Pirellino?
# “Il futuro sarà luminoso, ma il presente…”
La capitale mondiale della moda, del design, sinonimo di stile e classe nel mondo, si proietta nel futuro con slancio e dinamismo attraverso grandiosi progetti di recupero urbanistico. C’è però qualcosa che rimane indietro.
Rosate Albanese ci segnala un marciapiede in uno stato pietoso e un angolo pieno di spazzatura stile Calcutta. Stiamo parlando della zona di Milano che più di tutte ha vissuto e sta vivendo una profondissima rigenerazione ed è diventata tra le più frequentate da cittadini e turisti.
In attesa degli interventi che vedranno nascere nuovi edifici, un po’ di manutenzione e di pulizia non guasterebbero. Come scrive la Sig.ra Rosatea: ” Il futuro sarà luminoso ma il presente…”
Vedi qualcosa che non va a Milano? Segnalacelo scrivendo (mettendo foto se possibile) qui: info@milanocittastato.it (oggetto: milano non fa schifo ma…)
Quest’anno Alda Merini avrebbe compiuto 90 anni. Era infatti nata il 21 marzo del 1931, quella che va inserita tra le più grandi poetesse del ‘900 italiano. Un’intellettuale capace di rivoluzionare gli schemi della poesia e di fare luce sulla disumana condizione dei manicomi, quasi in concomitanza con l’avvento della legge Basaglia.
Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI
# Inizia a scrivere a 15 anni
Credits: alfemminile.com Alda Merini
La Merini nacque a Milano, a Porta Genova: a 12 anni aiutò la madre a partorire, poco prima di fuggire di casa per l’arrivo degli aerei che avrebbero bombardato la città. Era la seconda guerra mondiale e Alda, con la mamma e il fratellino, sfolla a Vercelli, dove per qualche tempo troverà rifugio nel casolare di una zia. Finita la guerra, la sua famiglia si riunisce nella città meneghina, in un locale malconcio. Alda inizia a scrivere poesie, ha 15 anni e le sue opere vengono notate da Giacinto Spagnoletti, giornalista, poeta e romanziere, che ne apprezza le doti letterarie e la recensisce. Ma i conflitti in famiglia sono aspri; il padre strapperà in mille pezzi una recensione su un lavoro di Alda, dicendo alla figlia che la poesia non da il pane. I forti attriti tra le mura domestiche la portano ad una condizione di fragilità psichica. Ma non perde la forza di scrivere, così nel 1950 lo stesso Spagnoletti le pubblica tre opere nell’Antologia della poesia italiana contemporanea.
# Dal matrimonio, al manicomio, ad un fiume di pensieri
Credits: Fabu 021 Alda Merini
Nel 1953 Alda Merini sposa Ettore Carniti, un operaio panettiere (zio del dirigente della Cisl Pierre Carniti). Da Ettore la poetessa avrà quattro figlie (tra il 1955 e il ’72). Lei era una donna di cultura, affamata di “sapere”, il marito invece era una persona semplice, poco incline ad apprezzare le passioni della moglie; erano due caratteri forti, per nulla disposti a “cedere” durante le liti. In Alda emerge la grande sensibilità che per il mondo che la circonda, un mondo però che non la capisce e che trasformerà quella sensibilità in fragilità e malattia psichica. Una notte, una violenta lite tra lei e il marito, porta quest’ultimo a chiamare “soccorso”, ma quel soccorso è il manicomio Paolo Pini di Milano. È l’inizio degli anni ’60, e per Alda si aprono le porte di un inferno, che terminerà solo nel 1979, quando verrà dimessa definitivamente, senza più rientrare in istituto. La degenza della poetessa è lunga, anche se inframezzata da sporadici ritorni a casa, nei quali concepirà le altre figlie.
Ma gli anni del manicomio sono anche quelli del “blocco” mentale e intellettuale; poi, dal 1979, per la Merini un fiume in piena di parole, concetti, pensieri e denunce romperà gli argini della “reclusione”, della malattia e dell’alienazione, permettendole di scrivere straordinarie poesie.
# I successi della poetessa
Scrive “La terra Santa”, che cinque anni dopo verrà inserita nella raccolta di quaranta opere omonima stampata da “Scheiwiller”.
“Ho conosciuto Gerico, ho avuto anch’io la mia Palestina, le mura del manicomio erano le mura di Gerico e una pozza di acqua infettata ci ha battezzati tutti (…)”. Poi ancora ne “Il dottore agguerrito nella notte”: “Il dottore agguerrito nella notte viene con passi felpati alla tua sorte, e sogghignando guarda i volti tristi degli ammalati, quindi ti ammannisce una pesante dose sedativa per colmare il tuo sonno e dentro il braccio attacca una flebo che sommuove il tuo sangue irruente di poeta (…)”.
Alda Merini nelle poesie ha sempre raccontato le proprie inquietudini, la solitudine (cercata e imposta), la morte, il dramma…Ma guai a paragonarla a Baudelaire, o ai poeti maledetti. Si arrabbiava di fronte a tali raffronti. Perché molte delle sue creazioni sembrano quasi voler mettere alla prova le personalità più sensibili per scovare la gioia, la speranza, perfino la fede in Dio. Per lei la poesia non è infelicità, ma gioia.
“Bambino, se trovi l’aquilone della tua fantasia legalo con l’intelligenza del cuore. Vedrai sorgere giardini incantati e tua madre diventerà una pianta che ti coprirà con le sue foglie”; in “Bambino”, mentre in “Spazio” scriveva: “ Spazio spazio, io voglio, tanto spazio per dolcissima muovermi ferita: voglio spazio per cantare crescere errare e saltare il fosso della divina sapienza”.
# “Una donna che non ha mai avuto amore ed è per questo che l’ha cantato così tanto”
Credits: rai.it Alda Merini
Alda definiva la poesia come qualcosa di scomodo, di insoluto. E il poeta? Chi è il poeta? “È un filosofo, è un cronista, è un osservatore del proprio tempo -rispondeva- il problema per i poeti è che oggi la gente non pensa più, non sogna più, non ne ha il tempo; invece il poeta pensa e sogna ed è per questo che è considerato un lazzarone”. Ma non è così: “Quasimodo definiva i poeti, operai del pensiero”. Poi, amava sottolineare come, secondo lei, se i santi sono i figli di Dio, i poeti sono i suoi nipoti.
Nelle lunghe riflessioni che Alda Merini concedeva ai propri interlocutori emerge una grande passione per l’Amore: si considerava una donna che non ha mai avuto amore ed è per questo che l’ha cantato così tanto. E per lei l’amore aiuta a crescere, perché per crescere occorre avere e nascondere un segreto, e l’amore è il più grande dei segreti. L’amore Alda Merini lo riferiva alla musica, proprio lei che imparò giovanissima a suonare il pianoforte, perché entrambi sono linguaggi universali.
# Gli ultimi anni della sua vita
credit: blog.urbanfile.org
Amore e dolore in Alda Merini sono due concetti che interagiscono molto tra loro: il dolore per lei è come la morte, qualcosa che non puoi evitare, e se non puoi evitarlo tanto vale affrontarlo. “Il dolore è come il lupo, se si accorge che lo temi, per te è finita”. La poetessa, che trascorse tanti anni in una casa sui Navigli, morì il 1 novembre del 2009 in seguito ad un tumore: la sua eredità intellettuale ci regala innumerevoli opere. La sua prima raccolta di poesie, edita nel 1953, è titolata “La presenza di Orfeo”; due anni dopo esce “La presenza di Dio”, dove emerge la solitudine che prova di fronte ad un marito che lei riteneva distaccato, mentre nel 1961 esce l’ultima raccolta, prima di un buio intellettuale durato anni: “Tu sei Pietro”.
Dopo la morte del marito, nel 1983, decide di risposarsi: lo fa con un ex medico pugliese, ma la malattia di quest’ultimo porterà alla loro separazione. Nel 1986 uscirà “L’altra verità. Diario di una diversa”, mentre tra il 1989 e il 1992 conosce anni di tranquillità e serenità, periodo fertile per altre opere tra cui l’antologia “Vuoto d’Amore”. Dopo aver vinto nel 1993 il premio “ Librex Montale”, nel ’96 è proposta per il Nobel. Poi nascono interazioni con cantanti (Milva e Vecchioni) per mettere in musica alcune sue opere; progetto sublimato con la collaborazione proposta al maestro Giovanni Nuti.
Forse sono stati gli ultimi, gli anni in cui Alda Marini ha trovato quella pace interiore neanche mai cercata, ma certamente negata per gran parte della vita. La sua casa era ricca di oggetti, testimoni di un percorso pieno di buche, con le pareti ricoperte da numeri telefonici, disegni e appunti, quasi fossero un taccuino; poi c’erano le sue inseparabili Diana blu, le sigarette a cui Alda toglieva il filtro per respirare a pieni polmoni una nicotina che (ci permettiamo di dire) divenne la metafora della sua vita, da respirare profondamente sentendone tutta la densità delle emozioni.
La fermata tra le stazioni, Centrale e Garibaldi, con vista sui grattacieli di Porta Nuova, dove il Naviglio è stato interrato. Alla scoperta dei dintorni di Gioia.
FERMATA DEL GIORNO: 10 cose interessanti da fare e vedere intorno alla stazione di GIOIA
# Kasa dei Libri
https://www.kasadeilibri.it
La Kasa dei Libri, come si legge sul sito ufficiale, è “un luogo accogliente in cui si fa cultura in modo diverso e mai noioso, nato con l’intento di offrire alla città di Milano un luogo di incontro”. Nel concreto si parla di tre appartamenti uniti tra loro all’indirizzo Largo Aldo de Benedetti, 4, in cui è contenuta una collezioni di libri da oltre 30.000 pezzi. Ospita mostre, incontri a tema e tutti i curiosi di sfogliare questa incredibile raccolta.
# La BAM
Credits: @milanoguida BAM
I prati fioriti della Biblioteca degli Alberi di Milano (BAM) si trovano presso il parco Biblioteca degli Alberi, appena usciti dalla stazione della metropolitana di Gioia procedendo in direzione Garibaldi. Presenta una vera e propria collezione botanica. Il parco inoltre offre diverse possibilità di intrattenimento: strumenti per fitness, sentieri per passeggiare, sdraio per prendere il sole, aree cani e spazi per bambini.
# Leon d’oro, il ristorante che fa incontrare diverse culture
http://www.leondoromilano.it/photogallery.html
Il ristorante Leon d’Oro in via Adda 3 è un luogo di fusione e arricchimento culturale. La cucina è tipica cinese, ma con molte influenze dell’arte culinaria giapponese, malese e vietnamita. Non manca una delicata influenza della cucina italiana. Il locale è molto elegante e raffinato, ma i protagonisti sono i proprietari e il personale, che con la loro accoglienza e calore arricchiscono l’esperienza.
La zona di Porta Nuova è uno dei simboli della Milano internazionale. Frequentare questa zona significa automaticamente camminare con il naso all’insù per ammirare i grattacieli. Quelli più immediati quando si esce dalla stazione di Gioia sono il Palazzo della Regione, la Torre Gioia 22, il The Mall, il Bosco Verticale, la Torre Galfa e le residenze Solaria & Aria.
# Passeggiata Luigi Veronelli
Questa passeggiata collega la zona Isola con Gae Aulenti, passando ad un certo punto su Melchiorre Gioia, a qualche metro di altezza da terra. Dedicata allo scrittore e giornalista Luigi Veronelli, residente per anni nella zona di Isola, questa passeggiata è stata inaugurata nel 2015 e da allora è uno dei luoghi più frequentati della città, da milanesi e turisti.
# Terrazza Belvedere del Palazzo della Regione
In certi momenti dell’anno è possibile salire al 39° piano della Regione e ammirare il panorama mozzafiato sulla città. Nei giorni di cielo sereno si può ammirare l’intero arco alpino. Le disponibilità sono consultabili sul sito della Regione Lombardia.
# Ristorante Nectare
https://www.tripadvisor.it/
Ristorante in via Cornalia 32 collegato all’Hotel Four Points Sheraton. Si tratta di un luogo molto elegante, intimo e ricercato, la cui cucina è tipica mediterranea.
# Solo Crudo – Raw Food and Gentle Cooking
https://www.solocrudo.com/gallery/
Solo Crudo è un ristorante crudista, in via Viviani 2. L’obiettivo è servire senza l’uso di prodotti industriali, cercando di far risaltare i sapori senza alterare i nutrienti delle pietanze, applicando la tecnica del “gentle cooking”, cioè una serie di “trattamenti termici che preservano le proprietà vitali e nutrizionali di alimenti altrimenti non edibili crudi”.
# AALTO Restaurant, un luogo di armonia culinaria
In Piazza Alvar Aalto si trova questo ristorante che propone una cucina italo-giapponese. Nasce così una cucina creativa, armoniosa, contemporanea ed elegante. Lo spazio di Aalto è coerente con la cucina dello chef Takeshi Iwai: i colori scuri, il legno e l’ottone sono protagonisti, creando uno spazio dinamico e originale.
# Shati Bistrot Contemporaneo, un’esperienza a base di champagne
https://www.thefork.it/
In via Marco Polo 5 si trova questo bistrot che promette di far vivere un viaggio alla scoperta del mondo dello champagne. La cucina – raffinata ed essenziale – è quindi studiata per accompagnare le degustazioni di champagne.
Le isole private sono di norma accessibili economicamente solo a milionari o miliardari, o almeno è così che siamo abituati a credere. In realtà sono molte quelle che nel mondo possono essere acquistate a prezzi di saldo. Scopriamo alcune isole che costano meno di un box auto in centro a Milano.
Le ISOLE PRIVATE che COSTANO come un SUV: la soluzione per l’ESTATE 2022 pronte fin da subito
#1 700 mq di isola nel paradiso mondiale dei sub (Belize): 35.000 euro
Credits privateislandonline.com – Long Caye Island
In Belize c’è un lotto fronte mare di 700 mq sul lato sottovento dell‘isola di Long Caye nel cuore dell’atollo Lighthouse Reef. A 15 minuti di barca si possono raggiungere 12 siti di immersione di fama mondiale coronati da The Great Blue Hole. Una passerella conduce alla proprietà e in 10 minuti a piedi porta fino al molo principale e all’area commerciale dei resort con un dive shop. Nel lotto da acquistare è presente anche un edificio a 2 piani con un balcone dove godere di una vista mozzafiato sdraiati sull’amaca. Il prezzo è di 35.000 euro.
#2 L’isola di Mangrovie dove costruire un bungalow sull’acqua (Panama): 36.000 euro
Credits privateislandonline.com – Mangrove Island
Nello Stato di Panama in America Centrale, vicino a Isla Solarte, c’è un’isola privata di mangrovie che si estende per 12.000 mq. Si trova a soli 10 minuti di barca dalla città di Bocas, in una zona nota per le sue bellissime acque limpide che rimangono abbastanza calme durante tutto l’anno, e si può comprare con circa 36.000 euro. Non si può edificare sul terreno ma è possibile realizzare un bungalow sull’acqua sul lato sud-ovest dell’isola dove non ci sono coralli protetti.
#3 47.000 mq nella Big Tancook Island (Canada): 62.000 euro
Credits privateislandonline.com – Big Tancook Island
Ci spostiamo in Canada, nella Nuova Scozia. Nella tranquilla e incontaminata Big Tancook Island, c’è una proprietà assolutamente sbalorditiva che si estende su una superficie di 47.000 mq e con 136 metri di spiaggia sull’Oceano. Il lotto può essere suddiviso e può essere realizzato un ampio complesso familiare, l’unico hotel o campeggio dell’isola, oppure una destinazione di navigazione a soli 10 km dal famoso Chester Yacht Club. Il prezzo per accaparrarselo è di circa 62.000 euro.
Un hotel molto particolare: fatto di una sola stanza, senza tetto né pareti e immerso nel nulla. È il nuovo concept di ospitalità svizzero, ecco dove si trova la suite più particolare del mondo.
La SUITE più strana al mondo: una stanza SENZA TETTO né PARETI
# Né tetto né pareti per riflettere sui cambiamenti necessari alla società
@riklin_bros Null Stern Hotel
Da un’idea dei due artisti nonché fratelli Frank e Patrik Riklin in un distributore di benzina di Saillon, nel Cantone del Vallese in Svizzera, è comparsa una suite molto particolare. Non ha né tetto né pareti, solo un pavimento su cui poggia un letto matrimoniale e due comodini. L’idea alla base di questa strana camera d’albergo è però interessante: l’obiettivo non è far godere un piacevole soggiorno ai suoi ospiti, ma piuttosto è quello di farli riflettere sulla situazione mondiale e sui cambiamenti necessari nella società.
Tra le tematiche su cui i due fratelli vogliono far ragionare ci sono i cambiamenti climatici, la crisi energetica, ricordata dall’insegna luminosa che indica l’aumento dei prezzi del carburante e la guerra in Ucraina. Ma anche il voler e dover trovare il proprio posto nel mondo. Con davanti un’infinità di stelle, l’ospite può riflettere su quanto sia piccolo in confronto al mondo intero, ma anche pensare al suo posto in questa immensità.
# 300 euro per dormire nel nulla
Credits:@riklin_bros Null Stern Hotel
Questa camera “con vista” fa parte del concept nato nel 2008 chiamato Null Stern Hotel, alloggi a zero stelle ma che fanno mettere in discussione anche l’intero concetto di ospitalità. Quanto costa dormire nel distributore di benzina? Un soggiorno in questa stanza nel nulla costa ben 300 euro a notte, non poco se si considera il tutto.
# I Null Stern Hotel: hotel a zero stelle
@nullstern_theonlystarisyou Null Stern Hotel
Ma cosa sono i Null Stern Hotel? Null Stern Hotel vuol dire letteralmente hotel a zero stelle. È un progetto portato avanti da ormai più di 10 anni da due artisti svizzeri che hanno deciso di regalare alla loro Nazione hotel a zero stelle. Ricavano camere da letto nei posti più improbabili e a prima vista meno confortevoli. Le stanze, chiamarle così è già eccessivo, sono solitamente composte da un letto matrimoniale e qualche arredo per appoggiare bagagli e i propri oggetti personali, la loro particolarità? Non hanno né tetto né pareti.
Sono hotel a zero stelle, ma dove di stelle se ne vedono tante. I Null Stern Hotel regalano infatti viste mozzafiato di cieli stellati. I posti in cui vengono posizionati sono spesso i più panoramici, le montagne sono le preferite. Il primo Null Stern Hotel è stato infatti quello a 1960 m di altitudine tra le Alpi svizzere, a Safiental nel Canton Grigioni. Un altro hotel a zero stelle svizzero, dal concept diverso, era quello nel buker: era possibile infatti dormire in un bunker per soli 10 franchi.
Bere un caffé o fare aperitivo a bordo di un treno o di un tram? A Milano si può. Scopriamo quattro indirizzi da provare.
Treni, tram o bar? I 3+1 CAFFÈ su ROTAIE di Milano
#1 Voiture cafè, un cocktail o un panino dentro un treno degli anni ’50
voiture.cafe IG – Interni voiture cafe
Ci troviamo poco distanti dai confini comunali di Milano, a Pioltello. All’interno di un piccolo parco un vero treno d’epoca degli anni Cinquanta è stato trasformato in bar e ristorante. Voiture Cafe propone cocktails, birre, taglieri di affettati, panini e piadine.
Indirizzo: Via Pordenone, 1 – Pioltello (MI)
#2 Tranvai, bere a mangiare in un tram degli anni ’20
saragregorio97 IG – Tranvai
Lungo il Naviglio della Martesana, vicino al Parco di Cassina de’ Pomm, c’è Tranvai. In dialetto milanese significa tram e infatti è un bar ricavato da un tram degli anni Venti. Terminata la sua ultima corsa nel 1995 è stato acquistato dall’Atm e trasformato in luogo di convivialità. Dotato di un grande dehor, questo mezzo di trasporto su rotaia dal numero di matricola 1522, è perfetto per pause pranzo, merende e aperitivi o anche solo per un caffé.
Indirizzo: all’incrocio con via Tirano e via Gianfranco Zuretti 63
In Cascina Biblioteca un vecchio vagone abbandonato nel Parco Lambro è diventato un luogo di incontro, inclusione sociale e formazione, servizio per la comunità e il territorio: un bar sociale su rotaia. L’iniziativa nasce con l’idea di aiutare le persone con fragilità, collegando la città con la campagna e le birrette milanesi con gli aperitivi a km0 dell’orto.
Indirizzo: Via Casoria, 50
#3+1 Atmosfera, il tram ristorante in movimento
lnr_pgn IG – ATMosfera
Per provare un’esperienza alternativa si può infine salire a bordo di un tram dove si può mangiare la sera mentre si è in viaggio. La scelta è tra una cena di gusto o un brunch, con tre menu differenti: carne, pesce e vegetariano. I due tram di ATMosfera, gli storici Carrelli riadattati, sono i primi ristoranti itineranti d’Italia, entrambi con 24 posti a sedere. La salita è davanti al Castello Sforzesco e l’esperienza dura circa due ore e mezza, durante le quali si possono ammirare i luoghi e i monumenti più iconici di Milano.
In piazza Gae Aulenti è avvenuta la presentazione del progetto green che rivoluzionerà l’asse tra Milano e Malpensa partendo dalla stazione di Cadorna. Vediamo di cosa si tratta e quando verrà realizzato.
CADORNA: là dove c’era una STAZIONE ci sarà una FORESTA
# Una “superstrada ciclabile” da Milano a Malpensa
Credits FNM – Stand Progetto Filo piazza Aulenti FNM
Ferrovie Nord Milano e Regione Lombardia hanno presentato il 12 luglio a Milano in piazza Gae Aulenti il progetto “Fili”, che ha come elemento principale una “superstrada ciclabile” di 54 km che collegherà Milano Cadorna al T2 di Malpensa. Fino al 18 luglio si potrà conoscere nel dettaglio l’idea attraversando un “tunnel” allestito per l’occasione e accanto allo stand con una ‘pedal power‘ si potrà percorrere virtualmente la superstrada ciclabile. Il cittadino, pedalando, riceverà un certificato digitale come ‘Fili ambassador’. Ma l’impatto urbano più rilevante è un altro: quello che verrà fatto sopra la stazione.
# Una foresta pensile di 72.000 mq ricoprirà i binari della stazione Cadorna
Credits FNM – Foresta Urbana Cadorna
In città l’intervento più significativo sarà una foresta sintetica pensile sopra la stazione di Cadorna che ricoprirà tutto il fascio di binari e che produrrà ossigeno per la città. Un parco urbano sopraelevato di72.000 mq, un estensione del Parco Sempione realizzato con una soletta riempita di terreno che consentirà di piantare alberi e erba. Proprio da qui partirà la superstrada ciclabile diretta a Malpensa.
# Un investimento di 210 milioni di euro: inaugurazione prevista nel 2028
Park Associati- FNM – Nuova sede FNM
Il progetto “FILI: la Lombardia tesse il suo futuro” prevede anche la piantumazione di migliaia di alberi in 41.000 ettari attraverso 24 comuni e la riqualificazione delle aree adiacenti le stazioni di Bovisa, Saronno e Busto Arsizio. Presso la stazione Bovisa verrà realizzato anche il nuovo Hq di Ferrovie Nord. L’investimento complessivo è di 210 milioni di euro e l’inaugurazione è stata programmata per il 2028.
La rivoluzione per il momento rimane alla finestra. A oltre un mese di distanza dalla sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità della trasmissione automatica del cognome paterno, la scelta del doppio cognome non decolla. Ecco i numeri a Milano.
Doppio cognome per i FIGLI? A MILANO continuano nel nome del PADRE
# Il 27 aprile 2022 la sentenza della Corte Costituzionale sull’illegittimità della trasmissione automatica del cognome del padre
@cortecostituzionale IG – Corte Costituzionale
Per il momento la rivoluzione non c’è stata: il cognome paterno per i nuovi nati continua a dominare sulla scelta del doppio cognome. La sentenza della Corte Costituzionale, che lo scorso 27 aprile ha dichiarato l’illegittimità della trasmissione automatica del cognome del padre in quanto in violazione degli articoli 2, 3 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione agli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, non ha ancora sortito effetti. Almeno a Milano.
# Il 90% dei nuovi nati ha solo il cognome paterno
Comune di Milano – Anagrafe
I dati rilevati nei tre principali ospedali milanesi a oltre un mese dall’entrata in vigore della norma il 2 giugno, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale il giorno precedente, mostrano come il 90% dei nuovi nati abbiano ancora solamente il nome del padre: 768 bambini su 862. In attesa di una legge ad hoc sul tema, i cittadini di Milano preferiscono tenere fede alla tradizione.
Strade colorate, dalla forma strana, un po’ ubriache, o famose perché qualche personaggio ha reso storico uno scorcio di essa. Sono queste le caratteristiche che solitamente le strade più belle al mondo hanno. Ma questa volta la classifica delle vie più attraenti del Globo è stata fatta in modo diverso. Nessun parere soggettivo di qualche turista esperto: è la matematica ha dire se le strade siano belle oppure no. E secondo la scienza, è italiana una delle strade più belle al mondo. Ecco qual è.
UNA delle TRE STRADE più BELLE del mondo è ITALIANA. Lo dice la scienza
# La ricerca scientifica di Science.png e GetAgent
siviaggia.it Via Baldassarre Galuppi, Burano
Per stabilire quali siano le strade più belle al mondo, quelle più pulite, più curate e più particolari, l’associazione Science.png in collaborazione con gli esperti di GetAgent, uno dei siti di compravendita immobiliare più importanti al mondo, ha svolto una ricerca basandosi su criteri matematici. Il primo occhio osservatore con il compito di scegliere le strade più belle, non è stato un occhio umano, bensì lo sguardo di un software.
La ricerca scientifica si è infatti servita di un software a tracciamento oculare che ha individuato gli scorci urbani più visivamente attraenti. Il software ha scelto poi 50 strade che, a questo punto, sono state sottoposte allo sguardo umano (di 40 individui). Alla fine sono state scelte le 20 strade più belle del mondo. Il primo posto se l’è aggiudicato la Philosopher Way di Kyoto, al terzo posto c’è una strada italiana.
# A Burano c’è la terza strada più bella del mondo
tripadvisor.it Via Baldassarre Galuppi
È a Burano, Venezia, la terza via più bella del mondo. Con le sue casette colorate, i balconi fioriti e i negozietti ai piani più bassi degli edifici, Burano conquista il mondo intero. Precisamente è via Baldassare Galuppi quella che è entrata nella classifica mondiale, una strada che porta all’omonima piazza.
@loveexistsphotos Piazza Baldassare Galuppi
Piazza Baldassare Galuppi è la più importante dell’isola. Dedicata al compositore buranello del ‘700, la piazza è decisamente grande se paragonata alle dimensioni dell’isola. Al centro c’è la statua del personaggio a cui è dedicata, sul lato destro della piazza c’è la chiesa di San Martino mentre su quello sinistro ci sono due edifici gotici. Naturalmente, anche secondo Science.png e GetAgent, la parte migliore della piazza è quella che si indirizza verso la stradina di casette colorate che prende lo stesso nome e che è stata definita la terza via più bella al mondo.
# Un’altra strada italiana nella classifica
greenme.it via Torre Belvedere Spello
Ma quella di Burano non è l’unica strada italiana entrata nella top 20 mondiale. Anche se non rientra nella top 10, via Torre Belvedere a Spello in provincia di Perugia rientra anche lei tra le strade più belle al mondo. Tra fiori e casette storiche, anche lei risulta apprezzata dalla scienza.
Affori FN: stazione della M3, inaugurata il 26 marzo 2011 alla presenza del Sindaco di Milano Letizia Moratti e altre figure importanti per la città. Rientra nell’area urbana della metropolitana milanese. Eppure non è in centro, come invece suggerisce il nome.
A dispetto della denominazione, sorge infatti nella zona meridionale del quartiere di Affori, il cui vero centro è piazza Santa Giustina. Le uscite sono in via Pellegrino Rossi.
ad Affori c’è uno stupendo esemplare oramai più che centenario (187 anni circa) di Platanus Acerifoli, situato all’incrocio tra via Astesani e via Affori. L’albero risale all’epoca della conquista napoleonica: si racconta che il Platano di Affori sia stato piantato in onore di una nobildonna milanese per cui Napoleone aveva perso la testa.
nei pressi della fermata, in Via Pellegrino Rossi 52 si trova Casa Gigiotti Casa Economica dell’architetto Zanotti edificata nel 1926 un tempo rossa ora tendente al rosa
la chiesa di Santa Giustina, lei sì al centro di Affori, possiede un bellissimo dipinto del 1500 realizzato da un allievo di Leonardo da Vinci che è una piccola copia della più famosa Vergine delle Rocce
Multa in proporzione al pericolo. Perché una Smart o un SUV se ti vengono addosso le cose cambiano. E cambia anche la multa da pagare. Questa la strada scelta dalla Germania.
GERMANIA: per i SUV il ROSSO costa il DOPPIO
# Maggiore pericolo teorico
F.Muhammad da Pixabay
Sentenza storica del tribunale distrettuale di Francoforte che aumenta la sanzione ad un automobilista reo di essere passato col rosso in città. La multa prevista di 200 € è stata innalzata a 350 €, cui si aggiunge la sospensione per un mese dalla guida.
Secondo i giudici il SUV rappresenta un “maggiore pericolo astratto”, dato che il veicolo possiede “caratteristiche che aumentano il potenziale danno rispetto ad altre vetture”.
Nel tipo di carrozzeria si ravvisa un maggior rischio per la sicurezza per gli altri utenti della strada. “La forma squadrata e la maggior altezza da terra, in particolare del frontale” rappresentano circostanze fuori dall’ordinario, “più gravi rispetto alla forma di un un altro veicolo”.
# Sentenza epocale o arbitraria?
QuinceCreative da Pixabay
L’infrazione risale al 5 novembre scorso e la sentenza è del 3 giugno. Pubblicata pochi giorni fa, sta già facendo il giro della Germania e dell’Europa.
Sebbene il tribunale ha facoltà di personalizzare le sanzioni in base al tipo di situazione, è la prima volta che il tipo di veicolo costituisce un parametro variabile per il verdetto finale.
Secondo i giudici, quindi, i SUV possiedono caratteristiche che aumentano il potenziale danno e quindi l’aumento personalizzato della sanzione.
Il guidatore, cha ha ammesso l’infrazione, ha facoltà di ricorrere in appello e, secondo alcuni analisti, difficilmente potrebbe essere confermata in secondo grado, anche perché la definizione di sport utility è tutt’altro che esaustiva.
# Rosso Francoforte
Markus Distelrath da Pexels
Su questa decisione dei giudici, può avere influito anche il curriculum dell’autista. In altre due circostanze è stato multato per avere superato il limite di velocità (fuori dal centro abitato), o colto alla guida usando il cellulare. Suo malgrado si ritrova protagonista di una sentenza storica, per aver attraversato col rosso.
L’infrazione è stata accertata da una postazione fissa, che ha registrato il passaggio del SUV quando la luce rossa era accesa da 11 decimi di secondo, dopo che l’allerta del giallo è rimasta accesa per 3 secondi.
Se la sentenza dovesse essere confermata, diventando riferimento per l’applicazione al codice della strada, cosa succederebbe se ad attraversare col rosso fosse un pullman, o un camion?
Inoltre: interpretando “astrattamente” l’aumento di 150€ della sanzione, rapportato agli 11 decimi di secondo registrati dalla postazione fissa, si potrebbe stabilire un parametro temporale, che sancisce una multa pari a circa 1.363 € al secondo?
Ai giudici dell’appello l’ardua sentenza. Se confermata potrebbe nascere una nuova tonalità cromatica: il Rosso-Francoforte?
Credits: foto di Andrea Rossetti via @tennisachat
Chiesa di San Paolo Converso
Passeggiando per le vie meneghine si rimane affascinati dall’abbondanza di chiese, basiliche, parrocchie e cappelle che decorano il tessuto cittadino. Eppure, molte volte, questi siti nascondono una doppia identità. Scopriamo le più curiose.
10 CHIESE CREATIVE: la nuova vita delle chiese sconsacrate di Milano
# La Chiesetta in via Paolo Lomazzo, 12
@paola_rossoni La Chiesetta
Nel ‘700 vera e propria chiesa, oggi locale originale ed inconsueto nella Milano da Bere del Nuovo Millennio. L’interno conserva un’atmosfera suggestiva in stile gotico con candele votive, affreschi e capitelli. Non mancano anche riferimenti spiritosi: l’iconica scritta del cocktail “MARTINI” diventa “MARTIRI” e dove si può andare ai servizi se non al “SAN ITARIO”? I frequentatori, veri e propri “fedeli” al buon bere, possono scegliere tra una ricca lista di liquori, cocktail e birre.
Grazie ai loro nomi originali, però, sono i chupitos i veri protagonisti del menù: si può così facilmente ordinare un “Acqua Santa”, una “Confessione” oppure un “Alleluja”. Lasciamo al lettore il compito di scoprire gli altri. La Chiesetta è anche legata al mondo della musica. I Club Dogo e Francesca Michielin hanno infatti scelto l’incanto dell’ambientazione interna per registrare i propri videoclip musical.
# Chiesa di San Paolo Converso in Piazza Sant’Eufemia, 1
foto di Andrea Rossetti via @tennisachat Chiesa di San Paolo Converso
Chi avrebbe mai detto di poter giocare a tennis in una chiesa? Non c’è da stupirsi dal momento che si sta parlando della Chiesa di San Paolo Converso. Costruita per iniziativa della Contessa di Guastalla e poi sconsacrata nel 1804 da Napoleone Bonaparte, nel suo curriculum può vantare di essere divenuta la prima casa della salma di Sant’Antonio Maria Zaccaria, un magazzino, una sala per concerti di musica sacra ed infine uno studio di registrazione, presso il quale sono passate le leggendarie Maria Callas e Mina.
Ovviamente chi poteva dedicarsi del restauro se non Paolo Mezzanotte, l’Architetto dell’omonimo e famosissimo Palazzo, sede della Borsa di Milano? La chiesa oggi è sede della Fondazione Converso, spazio espositivo dedicato alle arti contemporanee, fondata dallo studio di architettura Locatelli Partners che proprio all’interno della chiesa aveva posto gli uffici. Ma cosa c’entra il tennis? Si trattava della singolare mostra “Untitled (plot for dialogue)” dell’artista americano Asad Raza. Tramite lo sport, si è voluta porre l’attenzione sull’importanza delle attività ricreative e non per forza produttive in una società interamente incentrata attorno al mondo frenetico del lavoro.
# Museo Studio Francesco Messina in via S. Sisto, 4/A
@lorenzo.passoni Civico museo-studio Francesco Messina
Proprio dietro Via Torino, si trova la chiesa sconsacrata di San Sisto al Carrobbio. Secondo la leggenda edificata dal re longobardo Desiderio e restaurata per volere del Federico Borromeo, oggi assume il nome di “Civico Museo – Studio Francesco Messina”. Infatti, l’artista siciliano, insegnante all’Accademia di Brera prossimo alla pensione, in cambio del
restauro della chiesa e della canonica, ha ottenuto la concessione dell’edificio in comodato a vita per l’uso come studio personale, successivamente divenuto lascito testamentario al Comune di Milano. Si possono così ammirare 80 sculture, prevalentemente bronzee e ventisei opere grafiche del comune. Sapete chi è l’autore dell’iconico “Cavallo Morente” esposto all’ingresso della sede principale della Rai, in viale Mazzini 14 a Roma? Proprio Francesco Messina!
# San Carpoforo, Accademia di Belle Arti, in Via Marco Formentini, 14
@architempore Chiesa di San Carpoforo
La storia della chiesa di San Carpoforo risulta essere molto antica. La prima prova storica della sua esistenza risale all’anno 813, ma la tradizione vuole che l’antica struttura appartenesse ad un tempio pagano romano dedicato ad una divinità portatrice di frutti (“carpofora”), poi identificata nella dea Vesta. Fu Santa Marcellina, sorella di Sant’Ambrogio, patrono di Milano, a chiedere la consacrazione della struttura a San Carpoforo. Oggi è sede per i corsi di decorazione, restauro e arte sacra contemporanea dell’Accademia delle Belle Arti di Brera.
# Scuola di Teatro Arsenale in via Cesare Correnti, 11
@scuola_teatro_arsenale Scuola Teatro Arsenale
Le antiche fondamenta della chiesa dei Santi Simone e Giuda risalgono al 1272. Dopo la
sconsacrazione avvenuta nel 1810, è stata utilizzata come magazzino e come spazio per esibizione teatrali. Proprio su questo palco, su intuizione dello scapigliato Cletto Arrighi, ha esordito uno dei maggiori attori e commediografi del cinema muto a cui Milano abbia mai dato i natali, Edoardo Ferravilla. Dal 1978 è sede della Scuola di Teatro Arsenale, “punto di riferimento basilare nel panorama della didattica teatrale in Italia e all’estero”.
# Il Gattopardo Cafè in Via Piero della Francesca, 47
@gattopardomilano Gattopardo Milano
L’ex chiesa di San Giuseppe della Pace, costruita agli inizi del secolo scorso, è rimasta tale fino agli anni ’70. A seguire circa un ventennio in stato di abbandono per poi diventare quello che è oggi: Il Gattopardo Cafè. Da oramai 20 anni sulle scene delle discoteche milanesi, è sicuramente tra le prime per la bellezza della location. Non a caso, dove prima c’era l’altare, oggi trova spazio il bancone del bar, mentre l’area precedentemente adibita alle panche è stata trasformata nella vera e propria pista da ballo. Il locale risulta maestoso ed elegante, dall’atmosfera unica, inimitabile e dai richiami
borbonici, ideale anche come location per feste e party, sia privati sia aziendali.
La chicca? Proprio sopra la pista da ballo risulta re incontrastato il magnifico lampadarioda più di 65 mila cristalli che riflettono la luce in tutte le sue declinazioni. Chissà se qualcuno li ha davvero contati tutti.
# Museo dei Bambini di Milano in Via Enrico Besana, 12
@glo.wondermamma MUBA – Museo dei Bambini Milano
Inaugurata nel 1719, la chiesa di San Michele ai Nuovi Sepolcri fa parte oggi del complesso della Rotonda della Besana, area ideata per dare all’Ospedale Maggiore un nuovo Foppone, “cimitero” in dialetto. Oggi si stima che abbiano trovato sepoltura circa 150.000 persone. L’intera area fu dismessa nel 1792 a seguito di una legge sanitaria austriaca, che imponeva di spostare i cimiteri al di fuori delle cerchia cittadine. Sotto la dominazione napoleonica, la Rotonda si sarebbe dovuta trasformare nel Pantheon del Regno italico, di cui Milano era capitale, progetto poi abbandonato a seguito della caduta dell’imperatore francese. Dopo l’operazione di svuotamento delle fosse di inizio secolo scorso, l’ex chiesa fu di volta in volta caserma, fienile, cronicario e lavanderia dell’ospedale fino al 1940. Dal 1958, l’intero complesso è proprietà comunale e dal 2014 l’edificio è sede del MUBA, il Museo dei Bambini di Milano.
# Mediateca Santa Teresa in Via della Moscova, 28
@baccarat Mediateca Santa Teresa
La settecentesca chiesa barocca dei Santi Teresa e Giuseppe rappresentava l’ultima
testimonianza di un convento delle Monache Carmelitane Scalze di origine seicentesca. Passata al Regio Demanio nel 1809, divenne zecca, fabbrica di munizioni e alloggiamenti militari. Ad inizio ‘900 fu adibita a spaccio cooperativo e dopolavoro aziendale, prima di divenire affiliata alla storica Manifattura Tabacchi fino alla II guerra mondiale. Nel 1974, l’area venne acquisita dal Comune di Milano e a partire dal 2003 è diventata una vera e propria biblioteca multimediale, nonché sede della sezione digitale della Biblioteca Nazionale Braidense.
# Trefor Cafè in Via Triulziana, 8 (San Donato Milanese)
@maraschi_marco Trefor Cafè San Donato Milanese
Anche la vicina San Donato vanta una chiesa sconsacrata di tutto rispetto. Si tratta del Trefor Cafè. L’ex chiesa è rimasta pressoché identica negli interni, gli affreschi originali sono ancora ben visibili ed un gioco di luci ben posizionate rende l’atmosfera suggestiva. Oggi è ristorante e pizzeria, cantina e cocktail bar, ma anche location per eventi.
# Hotel NH Collection Milano in via Bartolomeo Colleoni 14
L’elenco delle chiese sconsacrate di Milano non finisce qui. L’ultimo arrivato è il nuovo Hotel NH Collection Milano all’interno dell’ex chiesa di Cristo Re, in zona Portello.
La maggior parte delle persone si lamenta dello stato in cui si trova, ma non capisce che il problema grosso del cambiare è che è quasi impossibile trovare un altro ruolo.
Il problema non è tanto staccarsi da quello che non piace, ma costruire una nuova immagine di sé, che consenta una nuova attività, una nuova dimensione esistenziale.
Si rimane schiacciati tra un disagio che spinge e un vuoto che non si ha il coraggio di attraversare.
Tutto quello che sta succedendo in questo momento fa emergere la crisi soggettiva. Non si scappa. Anche perché tutti proiettano sull’esterno delle dinamiche interiori.
Il mondo è uno spostamento
Il mondo visibile è uno spostamento che nasce dalla realtà dell’inconscio. Se l’inconscio è basato sulla rimozione, su quello che il soggetto non vuole vedere, è logico che la persona osserverà fuori invece che dentro.
Il disordine interiore porterà le persone a produrre le leggi, dall’amore incompreso si genereranno le relazioni, l’incapacità di trovare in sé identità e sicurezza porterà a determinare una società in cui identificarsi e da cui dipendere.
Se tutto nasce da uno spostamento, tutto ciò che si genera nel mondo è un tentativo di fuga.
Si va avanti fischiettando
Non è facile cogliere questo perché siamo tutti dentro questo spostamento. È sconvolgente. Chiunque cercando di capirlo non rimane sconvolto, significa che non lo capisce. Perché quando lo vedi o lo senti, è quasi inevitabile diventare matto, perché fuori vedi questa realtà spostata, di cui vedi che non sei padrone perché anche tu sei vittima, e se cerchi di trovare altro ti ritrovi dentro una terra di nessuno, un luogo pericoloso senza alcuna possibilità di sostegno.
La maggiore paura di un uomo che cerca se stesso è la follia. Tutti accettano che esista l’inconscio, ma se di questo ne trai le logiche conseguenze, se sviluppi il concetto, allora tutto perde di senso, perché il mondo perde di significato reale.
Piuttosto che diventare matti, è comprensibile che ognuno di noi faccia finta di niente e vada avanti fischiettando.
In utero di un mondo spostato
Cosa bisognerebbe fare? Bisognerebbe essere umili e pragmatici. Se non si trova la possibilità di aderire a quella realtà negata, allora meglio fischiettare. Però più è grande il richiamo di quella vita negata, più è difficile fischiettare. Anche perché sfuggire da se stessi, vivere la quotidianità come tentativo di scappare da se stessi, significa evitare il rischio di una follia accertando la certezza della follia.
Questo mondo nato come spostamento è ormai diventato a sua volta un rinforzo dello spostamento: chiunque nasce è come se venisse automaticamente spostato dall’utero nella solidificazione di questo mondo spostato, attraverso la famiglia, la scuola.
La goccia non è più libera perché trova un solco di calcare che la orienta fin dall’origine.
Costruire è destrutturare
Se questa struttura di “mondo spostato” sta andando in frantumi, dentro questa frantumazione ci sarebbe la possibilità di tornare a fare una scelta. È probabile che anche nella dimensione invisibile si stia preparando una possibilità di questo genere.
L’alternativa non la possiamo immaginare. Possiamo solo percepire con fede che accadrà. Generata da una forza superiore che possiamo solo accogliere, perché se la costruissimo noi anche quell’apparente mondo nuovo sarebbe un’altra forma di spostamento.
L’unica forma di costruzione autentica che possiamo mettere in atto in questa fase è la destrutturazione. In noi stessi e nel mondo.
Può essere solo un’ipotesi, ma per molti è finito il tempo di fischiettare e si sente forte l’arrivo di una possibilità di una strada diversa.
Tra i molti progetti presentati dal comune di Milano, e che hanno ricevuto finanziamenti dal governo soprattutto tramite il PNRR, la maggior parte ricade nel capitolo del trasporto pubblico. Vediamo quante risorse sono state previste e come verranno impiegate. Oggi in programma l’incontro tra Sala e Draghi: sul tavolo 1 miliardo di euro. Tanti o solo briciole (meno dello 0,5% del totale) considerando che si tratta della città che contribuisce per al Pil nazionale con il 10%?
M1 fino a Baggio, M3 a Paullo e nuova M6: i FONDI dal GOVERNO
# Dal PNRR 480 milioni di euro per nuovi bus elettrici, metrotranvia, circolare e ciclabili
Metrotranvia nord
L’obiettivo del Comune di Milano è quello di ridurre il traffico e l’inquinamento garantendo spostamenti più veloci nell’intera Città Metropolitana a residenti e pendolari. Il potenziamento del trasporto pubblico è una delle principali soluzioni ed è infatti in questo ambito che si concentra la maggior parte dei finanziamenti ottenuti dal governo. In particolare 480 milioni di euro in arrivo tramite il PNRR consentiranno di:
realizzare la metrotranvia nord da Piazza Bausan a Villapizzone per proseguire verso Niguarda attraversando il quartiere Adriano fino a Cascina Gobba M2;
# 732 milioni di euro per prolungamenti e nuove linee metropolitane
Credits corriere-L’Ego Hub – Estensione metro 2030
L’impegno economico maggiore sarà destinato al prolungamento e alla costruzione di nuove linee metropolitane. I 732 milioni stanziati sempre tramite il PNRR permetteranno di estendere la rete metropolitana milanese. I fondi serviranno per:
progettare una nuova linea metropolitana, quella che diventerà la M6, che dovrà garantire un collegamento da est a ovest nella città da Ponte Lambro fino alla Barona, con ipotesi successiva di prosecuzione verso nord per chiudere idealmente l’anello della futura Circle Line.
# Il Sindaco Sala incontra oggi Draghi per chiedere ulteriori risorse per Milano
Credits mianews – Beppe Sala
I fondi per Milano potrebbero crescere ancora o almeno questo è l’obiettivo del Sindaco Beppe Sala. Nella giornata di oggi 13 luglio, infatti, il primo cittadino si recherà a Palazzo Chigi per incontrare il Primo Ministro Mario Draghi e chiedere ulteriori risorse da investiresulla città con una visione però più allargata, a beneficio non solo dei residenti del Comune di Milano ma anche di coloro che vivono nei comuni della Città Metropolitana.
Milano mira ad avere 1 miliardo di euro. Tanti o solo briciole (meno dello 0,5% del totale) considerando che si tratta della città che contribuisce per al Pil nazionale con il 10%?
Parco media Valle del Lambro con percorsi ciclabili
Le rete ciclabile della Città Metropolitana di Milano continua ad espandersi con nuovi km di tracciato. Ecco il nuovo tratto inaugurato e i cantieri in programma.
APERTO il primo tratto della LINEA VERDE, la NUOVA SUPERCICLABILE di Milano
# Inaugurato il primo tratto della “linea verde”, la ciclabile che unirà il Parco della Media Valle del Lambro a Milano
Parco media Valle del Lambro con percorsi ciclabili
Il primo tratto della ciclabile che dovrà unire il Parco della Media Valle del Lambro a via Martesana e poi a Milano, finanziata da Regione Lombardia con un contributo di 550.000 euro, è stato inaugurato nei giorni scorsi. Ancora in corso il cantiere in direzione Milano dove la pista ciclopedonale attraverserà via Manin e si unirà al Parco Adriano.
Questa “linea verde”, nel suo interno percorso, da via Pisa percorrerà via Sacco e Vanzetti, via Martesana fino a via Partigiani per agganciarsi al percorso già esistente in direzione di Cologno Monzese. Sarà lunga 1,35 chilometri e sarà divisa in due corsie, una per i ciclisti e una per i pedoni, oltre a essere illuminata con un moderno impianto a led. Collegherà altri poli green per creare connessioni sempre più ecofriendly e fare da cerniera per mettere in rete ben tre parchi su un’area sovracomunale: Bergamella, Pmvl e Adriano.
# A fine agosto al via i lavori per la linea rossa e gara per il secondo tratto della “linea verde”
Credits Antranias-pixabay – Percorso ciclabile
Alla fine del mese di agosto inizieranno i lavori per la costruzione del lotto della linea rossaSesto FS-Sesto Rondò, a Sesto San Giovanni, che unirà piazza Primo Maggio a piazza IV Novembre, pedalando in entrambe le direzioni e completando il percorso ciclabile di viale Gramsci. Sempre nel prossimo mese verranno mandati a gara i lavori per la realizzazione del secondo lotto della “linea verde” che unirà via Martesana, il Parco Bergamella e la ciclabile del Naviglio Martesana.
Una misura del governo Sanchez anti inflazione in vigore dal 1 settembre al 31 dicembre
Spagna: TRENI GRATIS per tre mesi contro l’inflazione
# «Il salario vale sempre meno»
Gerd Altmann da Pixabay
Il premier socialista spagnolo, Pedro Sánchez, ha tenuto il discorso sullo “stato della nazione”, annunciando alcune misure straordinarie per aiutare la classe media a contrastare l’inflazione.
«Sono perfettamente cosciente delle difficoltà quotidiane della maggioranza della popolazione: il salario vale sempre meno ed il paniere diventa ogni volta più caro».
Il salario perde valore per colpa di una grave «malattia grave», come la definisce Sánchez, ovvero l’inflazione. I provvedimenti del suo governo sono dunque rivolti ad aiutare le famiglie a sostenere le conseguenze dell’altissima inflazione in Europa, al 10,2% nella sola penisola iberica.
# La “cura” di Sánchez: imposte straordinarie per rimborsare gli abbonamenti ferroviari
Vane Monte da Pixabay
Dopo la diagnosi, ecco la cura. Il governo socialista dichiara che non permetterà «che ci siano società o individui che approfittino della crisi per ammassare maggiori ricchezze, a spese della maggioranza», pertanto imporrà imposte straordinarie sui profitti extra dei grandi player del settore energetico e finanziario.
Da queste imposte i socialisti contano di incassare circa 7 miliardi di Euro in due anni, che verranno “equamente” distribuiti per rimborsare il 100% degli abbonamenti ai trasporti ferroviari locali e di “media distanza” controllati dallo Stato.
Nell’ultimo trimestre 2022 previsto anche un “assegno” di 100 Euro al mese per ogni studente over 16 che già usufruisce di aiuti o contributi statali per proseguire gli studi.
«Darò la vita per difendere la classe media e lavoratrice del Paese».
Nel solco tracciato dagli interventi che il suo governo ha intrapreso da marzo, Pedro Sánchez ha previsto anche uno sconto di 20 centesimi al litro per i carburanti, insieme al dimezzamento dell’IVA sull’elettricità, dal 10 al 5%.
Per le famiglie a basso reddito è previsto un aiuto economico, sotto forma di ulteriore bonus pari a 200 Euro.
Nel discorso sullo “stato della nazione” il governo Sánchez avverte che dovranno essere adottati tutti gli stratagemmi per restringere il consumo di energia (nelle case degli spagnoli).
«Dovremo adottare misure di risparmio energetico, possiamo farlo e lo faremo. Non si tratta di nulla che vada a stravolgere il nostro modo di vivere, bensì di azioni che ci permettano di difendere i nostri valori e il nostro stile di vita quando questi vengono attaccati»
# La prima a tracciare la via: treni tedeschi a 9 euro al mese
La Spagna va a ruota così di una tendenza introdotta in altri paesi come la Danimarca e la Germania che ha introdotto il biglietto a 9 euro per poter viaggiare in treno per un mese in tutta la nazione. Dopo l’esempio di questi due grandi Paesi, l’Italia resterà alla finestra e si metterà alla scia?