Home Blog Pagina 166

9 ristoranti low-cost a Milano

0
Credits: @lamagolfa (IG)

Milano è famosa per la sua variegata offerta gastronomica, anche se ha la fama di essere molto costosa. In realtà non sempre è così: è anche ricca di locali dove è possibile mangiare bene senza spendere una fortuna. Ecco alcuni ristoranti economici e dove trovarli.

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

9 ristoranti low-cost a Milano

#1 Trattoria San Filippo Neri

Credits: trattoriasanfilipponeri.it

Questa trattoria è una vera e propria istituzione a Milano, il luogo adatto per chi cerca pasti buoni e sostanziosi a prezzi decisamente contenuti. Il menù offre piatti tipici della cucina casareccia italiana. Viale Monza, 22

#2 Cunza – Piccolo Ristoro Emiliano

Credits: TripAdvisor-Cunza-Piccolo Ristoro Emiliano

Questo locale emiliano, caratterizzato da un ambiente familiare e prezzi accessibili, offre piatti autentici e porzioni generose. È il posto ideale per gustare specialità regionali come i tortellini in brodo e la pasta fresca fatta in casaViale Monza, 54

#3 Osteria da Zio Ninì

Credits: zero.eu – Osteria da Zio Nini

L’Osteria, un altro dei gioielli nascosti di Milano, è conosciuta per il suo menù vario, ma soprattutto per le sue freschissime specialità di pesce. I prezzi competitivi dei deliziosi piatti fanno sì che questo locale sia il posto giusto per un pranzo o una cena all’insegna dell’ottimo cibo a poco prezzo ma di alta qualità. Via Tibullo, 10

Leggi anche: 7 ristoranti con terrazza panoramica a Milano

#4 La Magolfa

Credits: @lamagolfa (IG)

Nel cuore dei Navigli troviamo La Magolfa, locale dall’atmosfera conviviale e famoso per l’offerta di cucina tradizionale italiana a prezzi molto convenienti. Qui si possono trovare pizze, pasta fresca, carne, pesce e molto altroVia Magolfa, 15

#5 Blue M Milano – Bottega Marchigiana

Credits: TripAdvisor – Blue M Milano

Una piccola bottega marchigiana a Milano, dove è possibile assaporare tutti i prodotti tipici marchigiani a un prezzo più che conveniente. È un luogo che, con la sua selezione di piatti tipici preparati con cura e passione, riesce a trasportarti da Milano direttamente in qualche bel paesino dell’entroterra marchigiano. Oltre che per un pranzo veloce e gustoso, il luogo è adatto anche per un bel aperitivo in compagnia. Via Lanzone, 27

#6 Kebabbar Star Zagros

Credits: vivimilano.it – star zagros kebabbar

Non solo cucina tradizionale italiana, come sappiamo, Milano è la capitale italiana del cibo etnico. Il kebab è senza ombra di dubbio la pietanza mediorientale più amata. Kebabbar Star Zagros è una tappa obbligatoria per gli amanti del kebab. Non si tratta del classico kebabbaro, ma l’ambiente è molto curato, sembra quasi un pub. Offre panini e piadine molto saporiti e preparati con ingredienti di qualità; inoltre è possibile gustare anche ottimi cocktail non convenzionali con prezzi accessibili a tutti. Corso Ventidue Marzo, 38

Leggi anche:I 10 migliori RISTORANTI all’APERTO di Milano

#7 La Sidreria

Credits: lasidreria.it

Una trattoria accogliente, unica nel suo genere, dalla location molto particolare: sembra di essere in un giardino grazie al soffitto che è un intreccio di alberi di mele. Il menù cambia mensilmente e offre ogni giorno un menù fisso a un prezzo molto basso con piatti tipici della cucina italiana. La particolarità di questo locale è la grande scelta di sidro disponibile che ognuno può spillare autonomamente da una grande botte. Via Corelli, 31

#8 La Liberazione

Credits: corrire.it – la Liberazione

Una cooperativa molto caratteristica, con tavoli e sedie da osteria, libri, stampe e quadri rinascimentali, orologi esposti e molti altri oggetti d’epoca. Aperitivi, birre artigianali e piatti semplici italiani sono il punto forte di questo locale ricco d’atmosfera in stile bohémienVia Lomellina, 14

#9 Trattoria La Rava e La Fava

Credits: TripAdvisor – Trattoria La Rava e La Fava

Questo locale è adatto a chi cerca un’autentica esperienza culinaria milanese o piemontese, con un menù che varia dai risotti ai secondi di carne e molto altro. Recentemente si è espanso occupando la libreria nel civico a fianco, per cui si può “pescare” dallo scaffale e leggere un bel libro mentre si gusta il dessert. Il rapporto qualità-prezzo delle loro pietanze è ottimo. Via Principe Eugenio, 28

Continua la lettura: 7 NUOVI LOCALI interessanti da provare a Milano

ANNA ALBINI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Miele senza mediazioni: la rete degli alveari di Milano

0
Alveari Milano

I dati di una ricerca promossa da “FragilItalia” mostrano come una buona fetta degli italiani cerchi prodotti a km zero e sostenibili. Anche Milano non è da mano grazie agli alveari. Scopriamo cosa sono e come funzionano.

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Miele senza mediazioni: la rete degli alveari di Milano

# 4 italiani su 10 preferiscono prodotti italiani, a km 0 ed ecosostenibili

Credits dipigreensrl IG – Mercato ortofrutticolo

Da una recente ricerca promossa da “FragilItalia”, frutto di una attenta analisi condotta tramite sondaggi su un campione rappresentativo della popolazione italiana, si evince che gli italiani, almeno 4 su 10, prediligono acquistare prodotti made in Italy, a km 0 ed ecosostenibili.

Cresce l’attenzione per i prodotti Green, a basso impatto ambientale e in generale aumenta l’interesse per le tematiche relative alla tutela del territorio, qualità del prodotto, salubrità e naturalezza del medesimo.

# A Milano ci sono gli alveari

Alveare
E a Milano come va sotto questo aspetto? Sono molti gli esempi Green che rendono Milano virtuosa anche sotto questo profilo, ma uno in particolare merita un approfondimento. L’esempio virtuoso è quello degli alveari, dislocati capillarmente in ogni zona è quartiere della città. Si tratta in sostanza di un nuovo modo di fare la spesa a filiera corta da produttori locali elencati dettagliatamente nel sito di riferimento. 
Produttori in prevalenza situati presso piccole e medie aziende limitrofe, ma sono numerosi anche i produttori situati in città come panettieri, produttori di pasta fresca e viticoltori.

# Come funzionano

Alveari Milano

Ogni alveare propone la vendita di una serie di prodotti che è possibile acquistare online in determinati giorni della settimana e fasce orarie prestabilite. I prodotti vengono portati in alveare dal produttore e poi ritirati dal consumatore presso l’alveare di riferimento oppure portati a domicilio.

 
Non solo, ma tutto il territorio lombardo è coperto da questa fitta rete di alveari, ogni provincia lombarda infatti ne è munita, così da garantire una distribuzione capillare su tutto il territorio regionale. Un modo insomma per promuovere e supportare l’economia cittadina, premiando i produttori locali per una spesa davvero a km 0, fresca e sostenibile. 
 

Continua la lettura con: Prodotti di qualità a chilometro zero: 6 indirizzi dove trovarli a Milano

ALESSANDRA GURRIERI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

I misteriosi buchi sui palazzi antichi di milano: a che cosa servivano?

0
milanoperpochi IG

Camminando per le strade della città ci si può imbattere in strani buchi posizionati ai lati dei portoni d’ingresso dei palazzi. In che epoca erano utilizzati e in quali occasioni.

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

I misteriosi buchi sui palazzi antichi di milano: a che cosa servivano?

# I buchi a lato dei portoni dei palazzi antichi

milanoperpochi IG – Buchi

Ci sono alcuni palazzi storici di Milano davvero particolari, con alcuni dettagli a volte difficili da notare ma che se scoperti lasciano perplessi e stupiti. Uno su tutti è la “Cà dell’oreggia”con l’antesignano del citofono italiano a forma di orecchio realizzato da Adolfo Wildt. Passano ancora più inosservati i buchi posizionati ai lati dei portoni di ingresso di alcuni edifici: a cosa servivano e in che epoca erano utilizzati?

Leggi anche: La “Cà dell’oreggia” (casa dell’orecchio)

# Gli antenati dei tappeti 

milanoperpochi IG

Dobbiamo tornare indietro all’inizio dell’800 quando a Milano le strade non erano asfaltate. In caso di pioggia si riempivano di cumuli di fango e camminando con le scarpe dell’epoca, in prevalenza con suole lisce di legno e cuoio, si rischiava di portare in casa tutta la fanghiglia calpestata. Non esistendo ancora i tappeti bisognava trovare una soluzione per tenere pulite le abitazioni. I buchi a lato dei portoni servivano proprio a questo.

# La lama per togliere il fango

JosepMonter-pixabay – Scarpe fango

Per pulire le scarpe dal fango bastava infilare il piede all’interno del buco e poi rimuoverlo, la fascia metallica faceva il resto: come un rasoio rimuoveva lo sporco facendolo cadere nel spazio creato dal foro.

Fonte: milanoperpochi IG

Continua la lettura con: Una passeggiata tra le sculture capolavoro di Milano

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Il fiume più lungo che passa in Italia non è il Po

0
Di OpenStreetMap contributors,

Il fiume più lungo d’Italia? Il Po! Risposta giusta o sbagliata. A seconda del punto di vista. 

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Il fiume più lungo che passa in Italia non è il Po

# Con 652 km il Fiume Po è il più lungo fiume… tra quelli che scorrono interamente in Italia

Di NordNordWest – Opera propria usando:GTOPO-30 Elevation Data by USGS, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3806908 – Fiume Po

Il Po detiene il record di fiume più lungo che scorre interamente su suolo italiano, dal Monviso dove nasce alla foce del Delta sull’Adriatico: misura 652 km. Attraversa la Pianura Padana e tutte le regioni che incontra, Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Un primato che però potrebbe essere messo in dubbio già considerando le aste fluviali più lunghe, come quella del Negrone-Tanaro-Po di 712 km.

# Il fiume più lungo che nasce e passa in Italia è un altro!

flowerqueen_zag IG – Drava

Se si prendono però in considerazione tutti i fiumi presenti in Italia, ma che non rimangono dentro i confini, ce n’è uno che lo batte per lunghezza. Stiamo parlano della Drava, affluente del Danubio, che nasce a San Candido , comune salito alla ribalta delle cronache sportive per aver dato ai natali al nuovo numero del mondo del tennis: Jannik Sinner. Per esattezza, parte vicino a Sella di Dobbiaco ai piedi della Cima Nove nel Parco naturale Tre Cime e dopo 749 km finisce la sua corsa nelle acque del “fiume blu”.

# Cinque Nazioni attraversate e 2.224 chilometri percorsi dalle acque della sue sorgente prima di arrivare in mare

OpenStreetMap contributors, Ccmpg e un altro autore – CC BY-SA 4.0 – Drava

La Drava è quarto per lunghezza tra gli affluenti del Danubio, davanti a leu Tibisco, Prut e Sava, e dispone di un bacino idrografico che copre un’area maggiore di 11mila mq. Lungo la sua corsa, dalla sorgente al mare, le sue acque percorrono 2.224 chilometri e il suo corso tocca cinque Nazioni: Italia, Austria, Slovenia, Croazia e Ungheria. 

Continua la lettura con: In Italia c’è “il FIUME più LIMPIDO e PULITO” d’Europa

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Ines Pellegrini, la “Mangano nera” di Pasolini

0
Pellegrini

Pelle scura, bronzea come un’opera d’arte, nasce a Milano il 7 aprile 1954, da madre eritrea e padre italiano. Sul grande schermo è stata la musa di Pasolini.

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Ines Pellegrini, la “Mangano nera” di Pasolini

# Dalle luci dei riflettori all’aiuto dei bisognosi a Los Angeles

Di Angelo Frontoni – Italian magazine Playmen, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=42222164 – Ines Pellegrini

La splendida ragazza che Pasolini definì “la Mangano nera”, oggi è una settantenne che ormai da tanti anni ha deciso di lasciare il mondo del Cinema per dedicarsi ai poveri e ai senzatetto. Lo fa a Los Angeles, più precisamente a Downtown, il centro amministrativo della città. In America ci arrivò per fare il Cinema, era stanca dell’Italia e, con l’aiuto del produttore Fernando Ghia, partecipò ad alcune audizioni, “però a quei provini c’erano migliaia di persone, negli Usa ho trovato un mondo cinematografico cattivo, così ho mandato tutti a quel paese e mi sono messa a fare altro”, disse in un’intervista di oltre dieci anni fa.

Così ha deciso di aprire un negozio di antichità, con il marito, e di dedicarsi agli ultimi. Ma andiamo con ordine: Ines Pellegrini, pelle scura, bronzea come un’opera d’arte, nasce a Milano il 7 aprile 1954, da madre eritrea e padre italiano. Dopo aver iniziato gli studi nella nostra città, ancora ragazzina si trasferisce nella nazione di origine della mamma, continuando le scuole italiane in Africa.

# Il debutto sul grande schermo

Pellegrini

Ines vuole fare l’attrice e ci riesce: debutta nel film “Li chiamavano i tre moschettieri…invece erano quattro”, una commediola leggera del 1973, come “Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la Polizia”, pellicola girata nello stesso anno, che la vede la fianco di Lino Banfi e Aldo Giuffrè. Il 1973 è assai prolifico per la Pellegrini, perchè all’attivo avrà tre film nei quali reciterà con Ubaldo Lay, Oreste Lionello e il milanese Gino Santercole.

# La grande occasione con Pasolini

Dopo altri due lavori di scarso successo, nel 1974 arriva la sua grande occasione, grazie a Pier Paolo Pasolini: l’intellettuale bolognese organizza i provini per “Il fiore delle Mille e una Notte”, Ines è tra le partecipanti per il ruolo di Zumurrud, lui la osserva e rimane colpito da quella rara bellezza con la pelle scura, gli occhi tristi e smarriti, proprio come quelli di Silvana Mangano. “Mi commossi fin quasi alle lacrime, davanti a quei lineamenti un po’ irregolari, ma perfetti, come quelli di una statua di metallo (…), quegli occhi sperduti in un’incertezza implorante (…)”, furono le parole di Pasolini di fronte ad Ines Pellegrini.

Non ci volle molto per definire questa attrice milanese “la musa di Pasolini”. Passa al genere drammatico, nel film “Il bacio”, sempre nel ’74, poi al thriller con “Gatti rossi in un labirinto di vetro”, sotto la regia di Umberto Lenzi. L’anno dopo è ancora guidata da Pier Paolo Pasolini in “Salò o le 120 giornate di Sodoma”.

# Nella sua carriera 21 film per il Cinema e due per la televisione

Di Gawain78 – catturato personalmente dall’autore., Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=3257720 – Pellegrini

In tutto reciterà in 21 film per il grande schermo e in due per la Tv. Con il primo film, guidata dal  regista bolognese, Ines diventa un sex symbol, al punto da guadagnarsi la prima pagina su Playboy, nel numero di Novembre 1974. Con “Una governante di colore”, “La fine dell’innocenza” e “Scandalo in famiglia”, la nostra attrice diventa una delle attrici più apprezzate nel genere erotico, di qualità.

La carriera cinematografica della Pellegrini si chiude nel 1985, con “Sono un fenomeno paranormale”, dove, sul set, prima ha degli attriti con Alberto Sordi, che poi si intiepidiranno mano a mano, fino a creare tra i due un forte legame di stima.

FABIO BUFFA 

Continua la lettura con altri milanesi d’autore:

Serafino, il “supertifoso” dello sport italiano

Giorgio Porcaro, l’inventore del “terrunciello”

Gianni Bonagura, il maestro milanese del doppiaggio

Pietro Annigoni, il “pittore delle regine”

I “Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre

Gian Maria Volontè, l’attore impegnato “al di sopra di ogni sospetto”

Pierina Legnani, la prima milanese a diventare “prima ballerina assoluta”

Vera Vergani, l’attrice più amata del teatro degli anni ’20

Enrico Longone e Giacomo Campi, i due milanesi che portarono in occidente le ombre cinesi

BRUNO CANFORA, l’autore delle hit evergreen per TV, cinema e i grandi della musica italiana

LELLA LOMBARDI, l’unica donna a punti in FORMULA UNO

DIDI PEREGO, la Sofia del film italiano candidato all’Oscar

MARCO MIGNANI, l’autore della pubblicità diventata FILOSOFIA di VITA a Milano

AMBROGIO FOGAR, l’ “Ulisse” di Milano

MARIA PIA ARCANGELI, “quella che canta le canzoni milanesi”

LUIGI MARANGONI, l’ultima vittima delle Brigate Rosse a Milano

SANDRA RAVEL, l’attrice-soubrette madre di Maurizio Gucci

PIPPO STARNAZZA, il jazzista che “milanesizzava” l’inglese

PAOLO GIORZA, il papà della “bella Gigogin”

I BALORDI, i precursori della “canzone demenziale”

D’ANZI, il papà della “bela Madunina”

GASPARE, ZUZZURRO e la brioche più celebre della TV

LUISELLA VISCONTI, la voce più bella del CINEMA

ANNA CARENA, la signora Marta in “Miracolo a Milano”

GAETANO SBODIO: il guerrigliero del dialetto

DINO RISI, uno dei grandi della commedia italiana

CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale

TONY DE VITA, il re delle sigle televisive

LUCIA BOSÈ, la “tosa de Milàn”

JOHNNY DORELLI, una vita al massimo

EZIO BARBIERI, il Robin Hood di Isola

RENZO PALMER, la voce milanese dei grandi divi di Hollywood

MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

MARIA GAETANA AGNESI, la “donna più intelligente del Settecento”

GIUSEPPINA PIZZIGONI, la fondatrice della SCUOLA RINNOVATA

PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più

LUCIANO BERETTA: “il POETA del CLAN CELENTANO”

ANTONIA POZZI: la POETESSA negli ABISSI dell’ANIMO UMANO

Elio FIORUCCI: the place to be nel cuore di MILANO

AGOSTINA BELLI, la “bella tosa” del cinema italiano

Enrico BERUSCHI…e allooora???

GIANRICO TEDESCHI, l’attore milanese “che parla, comunica e ti INCANTA”

Fabio CONCATO: il lato romantico e “bestiale” della musica milanese

Dina GALLI, l’eccentrica monella: la prima attrice COMICA italiana

Gino LANDI, il mago delle COREOGRAFIE della TELEVISIONE ITALIANA

Adolfo WILDT, l’artista “eccessivo e inquieto”, alieno di avanguardie e conformismo

Domenico BARBAJA: l’inventore della tipica BEVANDA milanese

Quando a Milano c’erano i BEATLES

UGO BOLOGNA, il grande BAUSCIA del cinema e del teatro italiano

ENRICO RUGGERI: contro corrente da sempre

FRANCA VALERI: la signorina snob dello spettacolo

Nuto NAVARRINI: il grande attore milanese ormai dimenticato

Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano

VALENTINA CORTESE: la stella milanese di Hollywood

 ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano

EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

MARIA MONTI, la prima “CANTAUTRICE” della storia

ENZO JANNACCI, il cardiologo chansonnier

LIÙ BOSISIO, l’artista milanese con viso e voce più CELEBRI del nome

Quando, a Milano, VISCONTI girava “ROCCO E I SUOI FRATELLI”

MARCELLO MARCHESI, un ciclone di ironia

NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

ADRIANO CELENTANO, il “molleggiato” nato a due passi dalla CENTRALE

GINO BRAMIERI, il RE delle BARZELLETTE

CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE

ADRIANA ASTI, l’artista ribelle amata dai grandi del cinema e del teatro

GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE

LUISA AMMAN: un’OPERA d’ARTE di Milano

LUCIANO LUTRING: il bandito più popolare di Milano

BRUNO ARENA, il fico di Milano

Sandra MONDAINI: uno dei punti fermi della televisione italiana

TINO SCOTTI, il milanese del “Ghe pensi mi”

ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

MARIANGELA MELATO, da “ranocchietta” a mito del cinema

MARTA ABBA: la musa di Pirandello

Quelle DIABOLIKE sorelle GIUSSANI

GIANNI MAGNI: il re del cabaret milanese

COCHI e RENATO: una coppia diventata il MARCHIO del CABARET

Giorgio AMBROSOLI: il RIVOLUZIONARIO in GIACCA e CRAVATTA che sfidò anche lo Stato

Peppin MEAZZA: il più grande MITO MILANESE del calcio mondiale

FRANCO CERRI: quel genio che partì suonando nei cortili

I KRISMA: la coppia più PUNK della storia di Milano

LILIANA SEGRE, la testimonianza milanese dell’Olocausto

MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte

WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese

LORENZO BANDINI, lo sfortunato campione adottato da Milano

ALEX BARONI, il “chimico” prodigio della musica

MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”

BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio

Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Quando a Milano si voleva costruire il grattacielo più alto del mondo

0

Prima delle torri di Porta Nuova e di CityLife a Milano si parlava di un grattacielo colossale, alto mezzo chilometro. Ma non finì bene. 

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Quando a Milano si voleva costruire il grattacielo più alto del mondo

# Nulla al di sopra della Madonnina

Credits: @milanocityitalia IG

Fino agli anni Sessanta la Madonnina rappresentava il punto più alto della città: 108 metri. Durante il fascismo il Comune di Milano aveva promulgato una disposizione, voluta dallo stesso Mussolini, che prevedeva che non si potesse costruire nessun edificio che superasse la Madonnina, come la Torre Branca che costruita nel 1933 all’interno del parco Sempione si fermò appunta a quota 108 metri.

Nel 1958 fu inaugurata la Torre Velasca e, anche se il fascismo era decaduto così come la norma sull’altezza delle costruzioni, ci fu un tacito accordo tra Comune e curia che portò anche questo palazzo a fermarsi a 106 metri di altezza. Il primato della Madonnina era salvo, ma non per molto.

Leggi anche: I due misteri della Torre Velasca

# L’escamotage: una copia della Madonnina in cima ai grattacieli di Milano

Credits Andrea Cherchi – Madonnina Torre Allianz

Nel 1960 si conclusero i lavori del Pirellone che con i suoi 127 metri divenne il palazzo più alto d’Italia. Ma soprattutto superava di 20 metri la Madonnina. Scandalo!
Il cardinale Montini, futuro Papa Paolo VI, si arrabbiò tantissimo e ottenne un compromesso all’italiana: in cima al grattacielo Pirelli venne posta una copia di 85 centimetri della Madonnina, in modo che ci fosse sempre lei a vegliare dall’alto su Milano.

La Madonnina continuò a dominare nei cieli di Milano anche dopo l’inaugurazione del Palazzo Lombardia che con i suoi 161 metri superò il Pirellone: per preservare la tradizione anche in cima di questo grattacielo venne sistemata una copia della Madonnina, benedetta dal cardinale Tettamanzi. C’è voluto poi il grattacielo Unicredit a infrangere il dominio della Madonnina, arrivando a 230 metri d’altezza e diventando così il grattacielo più alto d’Italia. Anch’esso con una piccola Madonnina sul tetto. 

Leggi anche: Le 4 Madonnine che vegliano su Milano

# Il Supergrattacielo di 500 metri

Ma il progetto più ambizioso apparve negli anni Sessanta: un supergrattacielo di 500 metri. Se fosse stato realizzato sarebbe diventato a quei tempi il più alto del mondo. In realtà si trattò di una truffa: così almeno la valutò il procuratore di Milano che accolse la denuncia di uno dei finanziatori del progetto, tale Mario Palanti, che aveva sborsato 160 milioni di lire per il progetto senza ottenere nulla. Dopo la denuncia il progetto venne richiuse nel cassetto. Per sempre. 

Continua la lettura con: I grattacieli in arrivo a Milano nei prossimi tre anni

MILANO CITTA’ STATO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Viaggio agli antipodi di Milano: dall’altra parte del mondo c’è un “sole nebbioso” (video)

0

L’antipode è il punto della Terra diametralmente opposto ad un altro. Deriva da antipodi, nome che gli antichi Greci avevano assegnato agli abitanti di una vagheggiata terra giacente nell’emisfero australe e antitetica rispetto alle lande conosciute. Da qui l’espressione “andare agli antipodi”, che in soldoni vorrebbe quindi dire “andare dall’altra parte del mondo”, anche, perchè no, ripercorrendo le gesta dell’Otto Lidenbrock di Jules Verne. E se partissimo da Milano, dove arriveremmo? 

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Viaggio agli antipodi di Milano: dall’altra parte del mondo c’è un “sole nebbioso” (video)

antipodi
La struttura interna del nostro pianeta: un modo alternativo per andare agli antipodi sarebbe quello di attraversarla tutta, come in Viaggio al centro della Terra

Supponiamo di metterci a scavare da Milano, da Piazza Duomo: dopo crosta, mantello, nucleo, mantello e crosta ancora, dove salteremmo fuori?

45° 30′ 2.4″ S, 170° 46′ 24.1″ W.

La risposta è questa e può essere solo questa: delle coordinate geografiche nel mezzo dell’Oceano Pacifico Meridionale, dove Lovecraft ambientava i Miti di Cthulhu.

A questo punto non ci rimarrebbe altro da fare che nuotare, o farci tirare su con gioia da una barca di passaggio, in viaggio verso le Forty-Fours, gruppo di isole dell’arcipelago neozelandese di Chatham, la terra più vicina all’antipode di Milano, a circa 429 chilometri verso nord-est.

antipodi
Se si scavasse da Milano per andare dall’altra parte del mondo ecco dove si uscirebbe

# Il lato opposto di Milano: le Isole Chatham, il “sole nebbioso”

Le Isole Chatham prendono il nome dalla lingua dei Moriori, il primo popolo ad averle abitate e chiamate: Rēkohu, che significa “sole nebbioso“. Un nome piuttosto familiare a Milano. Ma non è la sola curiosità: la loro posizione geografica, a ridosso della linea internazionale del cambio di data, le rende la prima terra abitata da esseri umani ad entrare nel nuovo giorno. E per questo, nel 1999, la Chatham Islands Note Corporation rilasciò delle banconote per celebrare l’anticipato inizio del terzo millennio su quei territori.

antipodi
Le Isole Forty-Fours

Le stupende Forty-Fours, praticamente disabitate, sono state contrassegnate come “Important Bird and Biodiversity Area” dalla BirdLife International, essendo uno dei soli due areali di nidificazione del prione fulmaro delle Chatham, oltre che habitat per le specie minacciate dell’albatro di Buller e dell’albatro reale del nord.

Spostandoci sull’isola principale, che dà il nome all’arcipelago, Chatham Island, troviamo la capitale Waitangi: 250 abitanti per due piazze dedicate alle tribù locali, Kopinga per i Moriori e Whakamaharatanga per i Maori indigeni, gli Ngāti Mutunga.

Waitangi risulta quindi essere in assoluto la città, se vogliamo chiamarla così (ma tutto è relativo), più lontana da Milano. Da proporre per un gemellaggio?

# Come arrivare alle Chatham

Le Chatham sono interessate da un clima oceanico, quindi con una scarsa escursione termica lungo tutto il corso dell’anno (solitamente non si scende mai sotto i 5° C e non si sale mai sopra i 20° C), ma con la pioggia che può occorrere in ogni momento – annualmente hanno in media 140 giorni piovosi. Per contro, a Milano, siamo tra gli 80 e i 90.

Il loro fuso orario passa da un +11:45h, con l’ora legale, ad un titanico +12:45h durante l’ora solare.

Ma se si vuole comunque visitare gli antipodi almeno una volta nella vita, senza arrischiarsi in un viaggio à la Lidenbrock, bisogna prepararsi a fare 24 ore di aereo, tra lo scalo a Dubai, Bangkok o Singapore (raggiungibili da Malpensa), il volo per Auckland (che per le Chatham è la porta sul mondo) e, da lì, l’ultima tratta verso il Tuuta Airport (20 km a nord-est di Waitangi), rigorosamente con Air Chathams.

antipodi
Un efficientissimo Saab 340 di Air Chathams – probabilmente l’aereo che vi condurrà laggiù

Air Chathams è stata inaugurata nel 1984 e vanta un eccellente record di sicurezza, oltre che un discreto network, che comprende 6 destinazioni sulle due isole principali della Nuova Zelanda e voli su richiesta verso l’aeroporto a Pitt Island, abitata da 38 persone (potete conoscerle tutte), 20 chilometri a sud-est dell’isola di Chatham.

Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)

Continua la lettura con: Da Milano fino al circolo polare artico in treno con un biglietto solo 

HARI DE MIRANDA

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

 

Perché la Madonnina ha un’alabarda?

1
Credits: @andreacherchi_foto Madonnina

Uno dei simboli indiscussi della nostra città: non a caso è la “mia bela madunina”. Tuttavia, osservandola da vicino, è possibile notare qualcosa di insolito: accanto alla sua mano destra ha un’alabarda!

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Perché la Madonnina ha un’alabarda?

Ph. @photophonico IG

Da quasi 250 anni, la statua in rame dorato della Madonnina protegge Piazza Duomo e il resto della città, diventandone una delle icone: un’icona preziosa, alta più di 4 metri (415 cm, per la precisione) e formata da ben 6.750 foglie d’oro. Dal 1774 vigila su tutti gli abitanti di Milano, e pare aver preso talmente a cuore la sua missione di “vigilantes” da avere un’alabarda sempre a portata di mano.

La presenza di un’arma simile ha alla base una motivazione pratica: l’alabarda non è altro che un parafulmine “mascherato”. Quello attuale fa compagnia alla Madonnina dal 1967, dopo un violento temporale che la colpì.

Non è ben chiaro se la presenza dell’alabarda abbia anche qualche significato simbolico: nell’iconografia tradizione non si trova mai la Madonna con un’alabarda. Tuttavia, in araldica l’alabarda simboleggia proprio chi fa una buona guardia, quindi da questo punto di vista è azzeccata per la Madonnina meneghina.

Continua la lettura: Le più belle VILLETTE TUDOR e LIBERTY del quartiere Art-Decò di Milano (FotoGallery)

VANESSA MARAN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

Da Milano alla Sicilia in metà tempo: che fine ha fatto il progetto dei mini Frecciarossa?

0

Era stato annunciato come una rivoluzione nei collegamenti con la Sicilia, dimezzando la durata del viaggio da Milano a Messina. 

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Da Milano alla Sicilia in metà tempo: che fine ha fatto il progetto dei mini Frecciarossa?

# L’obiettivo era dimezzare la durata del viaggio da Milano a Messina da 19 a 10 ore 

Traghetto treni regionali tra Messina e Reggio Calabria

Tutto era partito da un sondaggio condotto da Trenitalia nel 2021 sulle abitudini di viaggio e sull’interesse verso nuovi collegamenti dei clienti che hanno viaggiato da/per la Calabria e la Sicilia. I risultati avevano spinto a far valutare un nuovo collegamento ferroviario fornito dal FrecciaRossa, con meno fermate di quello attuale e in tempo di viaggio ridotto della metà da Milano a Messina nella metà del tempo. Il progetto avrebbe previsto la corsa notturna in sole 10 ore, invece che 19, compreso l’aliscafo di collegamento tra Reggio Calabria e Messina.  

# La composizione dei “Mini Frecciarossa” 

Credits ferrovie.it – Frecciarossa per la Sicilia
 

Il progetto prevedeva un servizio con “Mini Frecciarossa”, nello specifico 12 elettrotreni tipo ETR.1000 lunghi 103 metri e una composizione ridotta di quattro casse con una capacità di 200 passeggeri, per un investimento pari a 180 milioni di euro, da coprire in parte con risorse del PNNR. La ridotta lunghezza dei convogli avrebbe evitato di perdere tempo per la loro scomposizione consentendo la prosecuzione del viaggio direttamente sul traghetto. 

Le fermate intermedie del collegamento, con partenze da Milano e Torino e capolinea a Reggio Calabria, sarebbero state: Bologna, Reggio Emilia, Firenze, Paola, Lamezia Terme e Villa San Giovanni. 

# L’annuncio nel 2021 poi più nulla: con il Ponte sullo Stretto i treni diventerebbero inutili

Webuild – Ponte sullo stretto di Messina

Nel 2021 il Ministero delle Infrastrutture del Governo Draghi aveva annunciato l’acquisto e la consegna entro i due anni successivi dei convogli dedicati per dare avvio al servizio tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Da allora non si è mossa più una foglia e non si sarebbe fatto nessun passo in avanti. Fin da subito si erano levati dubbi da più parti, soprattutto per il ridotto numero di posti e il costo elevato dei convogli in rapporto ai benefici. Il governo attuale a guida Meloni ha inoltre deciso di puntare sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto, un’infrastruttura che se realizzata renderebbe inutili i “Mini Frecciarossa”.

Continua la lettura con: Fine del sogno dei “treni di Mezzanotte”?

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Milano, le 7 più belle piscine all’aperto

0
festa inaugurazione bagni misteriosi
festa inaugurazione bagni misteriosi

Milano non è solo lavoro, traffico e frenesia ma offre anche una vasta scelta di luoghi ricreativi dove potersi riposare e staccare dalla vita di tutti giorni. La città offre numerose piscine all’aperto, ciascuna con caratteristiche uniche per soddisfare ogni esigenza. Queste sono luoghi perfetti per rinfrescarsi, godersi il sole e rilassarti, soprattutto dopo una intensa settimana di lavoro. Ecco alcune delle migliori della città.

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Ti aspettiamo

Milano, le 7 più belle piscine all’aperto

#1 Bagni Misteriosi

Credits: eventimilano.it – Bagni Misteriosi

Situata in via Carlo Botta 18, questa piscina è una delle più particolari di Milano.  La struttura è composta da due vasche, una più grande, e una più piccola che d’inverno viene trasformata in una pista di pattinaggio. È dotata di zone immerse nel verde, spogliatoi, un centro ristoro e una pedana mobile che di giorno viene utilizzata come solarium, mentre la sera come palco.

#2 Centro Balneare Cardellino

Credits: giovanigenittori.it – Centro Balneare Cardellino

Situato in via del Cardellino 3, in zona Lorenteggio, è un’oasi di relax immersa nel verde nel cuore di Milano. La struttura possiede una grande piscina all’aperto circondata da un ampio solarium attrezzato con lettini e ombrelloni. È presente anche un’area dedicata ai bambini, con giochi e attività acquatiche. Inoltre, vi è un bar dove poter gustare snack e bevande.

Leggi anche: La PISCINA GALLEGGIANTE sul LAGO a solo un’ora da Milano

#3 Piscina del Golf Club Le Rovedine

Credits: eventimilano.it – Golf Club le Rovedine

La piscina all’aperto del Golf Club Le Rovedine offre un’oasi di relax circondata da giardini affacciati sul campo da golf. Ideale per un momento di relax e divertimento con amici, dispone di ombrelloni, lettini e anche un servizio di assistenza.

#4 Ceresio 7

Credits: eventimilano.it – Ceresio 7

Non si tratta di una classica piscina, ma piuttosto di un Rooftop bar di lusso. In via Ceresio 7, il locale offre due piscine con vista sullo skyline di Milano. Essendo un locale di un certo livello bisogna aspettarsi un prezzo equiparato, con 110€ è compreso lettino, asciugamano e consumazioni. Perfetto per un pranzo gourmet e un aperitivo serale.

#5 Beach Forum

Credits: eventimilano.it – Beach forum

La piscina Beach Forum, situata presso il Mediolanum Forum di Milano, è uno dei punti di riferimento ideale per chi abita a sud della città. La struttura possiede una piscina olimpionica di circa 50 metri, circondata da un ampio prato verde attrezzato con sdraio e ombrelloni, perfetto per prendere il sole e rinfrescarsi durante le calde giornate estive. È presente anche un centro ristoro che offre cibi freschi.

Leggi anche: Le tre mete d’oro in Lombardia per i turisti della prossima estate

#6 Piscine Punta Dell’Est Idroscalo

Credits: eventimilano.it – Piscina Idroscalo

Le storiche piscine della Punta dell’Est offrono un’esperienza unica per chi vuole passare una giornata rilassante. La struttura include una piscina doppia e una dedicata ai bambini, è inoltre possibile noleggiare lettini, sdraio e ombrelloni. La zona è completa di bar dove è possibile gustare un pranzo leggero o uno spuntino pomeridiano e concludere con un happy hour avvolti nella suggestiva luce del tramonto. L’offerta sportiva è variegata, spaziando da tranquille pedalate in pedalò a sport acquatici più avventurosi come sci nautico, wakeboard e wakeskate.

#7 Piscina Sant’Abbondio

Credits: eventimilano.it – Piscina Sant’ Abbondio

Situata nel quartiere Chiesa Rossa è facilmente raggiungibile tramite la metro verde con fermata Abbiategrasso. La struttura, recentemente rinnovata, offre una vasca coperta invernale, un solarium, campi da beach volley e calcetto, palestra, bar e numerosi corsi per tutte le età.

Leggi anche: Lugano marittima: l’estate che non ti aspetti a un’ora di treno da Milano

Continua la lettura: L’Isola del Giglio: attrazioni e curiosità di una delle mete più amate dell’estate

ANNA ALBINI

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Il centro di Milano si rifà il look: il progetto misterioso e cosa sta sorgendo al posto del palazzo sventrato e dell’ex Garage Sanremo

0

Una ferita nel cuore più antico di Milano. Una zona rimasta per decenni trascurata, con edifici in stato di abbandono o distrutti a seguito dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. La rinascita, seppur lenta, sembra avviata e coinvolge diversi edifici.  

Fonte e immagini dai cantieri di Urbanfile.

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Il centro di Milano si rifà il look: il progetto misterioso e cosa sta sorgendo al posto del palazzo sventrato e dell’ex Garage Sanremo

# Un nuovo edificio al posto del palazzo sventrato 

Una zona in lenta rinascita, quella delle 5 Vie. Rappresenta il nucleo più antico della città e che per troppo tempo è rimasto immutato lasciando in brutta mostra i segni della Seconda Guerra Mondiale. Partiamo proprio dal palazzo sventrato dai bombardamenti e dalla voragine al posto di un altro palazzo andato totalmente distrutto. Siamo all’incrocio del quartiere, dove si incontrano le 5 vie formando una sorta di stella , al civico 1 di via Santa Marta.  Come si vede dal reportage di Urbanfile è attivo un cantiere per la realizzazione di un nuovo edificio, a coprire il vuoto lasciato da decenni, dopo la messa in sicurezza della parete cieca del palazzo di via del Bollo 7. Terminati gli scavi e posizionata sulla gru è iniziata l’edificazione vera e propria con consegna non prima della fine del 2025.

Progetto via Santa Marta – Ara Associati

Il progetto, sviluppato da FCMA con la firma di Arassociati Studio di Architettura, prevede un edificio su un lotto di 247 mq con 5 livelli fuori terra e al piano terra un locale commerciale di 118 mq. Il design dell’edificio è stato concepito per armonizzarsi con i lotti e i volumi già presenti, rispettando le altezze originarie. All’interno sono presenti 10 appartamenti di varie dimensioni, sia medie che grandi. Si caratterizza per un’alternanza tra intonaci e parti lapidee nelle tonalità chiare con serramenti in legno a tutt’altezza. 

# Il progetto “misterioso” in Via Zecca Vecchia 2

Urbanfile – Cantiere Via Zecca Vecchia 2

Spostiamoci di circa 200 metri, verso Piazza San Sepolcro, in Via Zecca Vecchia 2. Le uniche attività svolte nel cantiere sono state quelle di bonifica e di rimozione di parte del materiale. Si prevede la costruzione di un edificio di tre piani fuori terra anche se non è stato pubblicato ancora il progetto definitivo.

Il lotto è di 247 mq, con un locale commerciale di 125 mq e un giardino di 117 mq. Previsti anche parcheggi automatizzati. Al momento sono disponibili solo dei vecchi rendering e non si conosce la data prevista di fine lavori.

# L’hotel da 194 camere dove c’era l’ex Garage Sanremo

Ph. Lorenzo Gherzi

Al civico 3 della stessa via dovrebbe invece essere costruito un hotel da 194 camere di alto livello al posto dell’ex Garage Sanremo, demolito con polemiche nel 2023 con la contestuale messa in sicurezza dei reperti archeologici ritrovati sotto le sue fondamenta. Il “Comitato per la Valorizzazione dell’area archeologica di via Zecca Vecchia” aveva infatti proposto la realizzazione di un parco archeologico di 3.800 mq immerso nel verde per valorizzare l’area, ma senza trovare accoglimento.

Si prevede una cortina di edifici simili al contesto storico, per quanto riguarda lo stile e le altezze.

Urbanfile – Cantiere Zecca vecchia 2

Il progetto è a firma dello studio RIMOND coordinato dagli architetti Barbara Pighi e Gregorio Praderio, ma da più di anno non si muove nulla e non ci sono notizie sull’avvio vero e proprio del cantiere.

Fonte: Urbanfile

Leggi anche: La PROPOSTA: un PARCO ARCHEOLOGICO nel cuore di MILANO sui terreni dell’EX GARAGE SANREMO

Continua la lettura con:  Il PALAZZO SQUARCIATO del centro di Milano sta venendo demolito: cosa sorgerà al suo posto?

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Quello che i Millenials di Milano non possono capire: 12 mode oggi dominanti che quando sono nati non esistevano

0
Credits: @mammaena_madda72 (INSTG)

2000. Il mondo non aveva ancora visto la caduta delle Torri Gemelle e la rabbiosa reazione americana. Non era ancora entrato in vigore l’euro nei primi 12 paesi dell’Unione monetaria, l’Argentina non era in default e rimborsava ancora i possessori di bond. E’ l’anno della sconfitta al golden goal in finale agli europei.
23 anni, sembra passato un secolo.

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Quello che i Millenials di Milano non possono capire: 12 mode oggi dominanti che quando sono nati non esistevano

A Porta Nuova si andava al Luna Park

#1 Coworking (e Smart Working)

Milano è ormai coworking e smart working. Ovunque. Ma un tempo il working era rigorosamente in ufficio e chi non aveva lavoro si nascondeva in cucina.

#2 Grattacieli

Allora vigeva ancora la regola che nessun palazzo potesse essere più alto della Madonnina. C’è voluto quasi un secolo per scoprire che si trattava di una regola che non era scritta da nessuna parte.

#3 Facebook 

Una delle cose più difficili da ricordare è come erano i rapporti personali quando Facebook non esisteva. Se ci pensiamo l’impatto che ha Facebook sulle nostre vite è pazzesco.

#4 Gli smartphone

Si chiamavano ancora telefonini e si usavano per telefonare.

#5 I car sharing 

L’idea di condividere la propria auto con qualcuno era considerata disgustosa.

credits: http://www.indieforbunnies.com/

#6 Non avere la macchina

Nel 2000 i 18 anni rappresentavano l’età della prima automobile

#7 Non potersi comprare la macchina

Chi non cambiava l’auto ogni 3/4 anni faceva la figura del pezzente. Oggi siamo tutti dei pezzenti.

#8 Andare in giro in bicicletta

Chi lo faceva veniva guardato come una bestia del Paleocene. E quando arrivava in università o in ufficio lo si distingueva dall’odore. 

#9 Delivery

La stranezza di oggi: il boom dei food delivery, eppure i ristoranti sono pieni. Mangiamo il doppio o siamo diventati tantissimi.

#10 La cucina salutista (vegetariano, bio, vegano)

Si mangiava quello che si aveva voglia di mangiare. Non si pensava ancora che il cibo potesse avere un effetto sul proprio organismo.

#11 La cucina internazionale

Ai tempi c’era il cinese, il giapponese, il messicano. Il resto era Mac Donald’s.

#12 Climate Change 

Ai tempi i giovani aspiravano solo alla liberalizzazione della cannabis.

Foto Andrea Cherchi (c)

Continua la lettura con: Quando a Milano si andava in discoteca il pomeriggio

MILANO CITTA’ STATO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

 

Gli stereotipi sugli abitanti dei quartieri di Milano

0
Credits: milanolife.it

Anche se Milano non è come Siena, i quartieri hanno una loro identità che finisce con il caratterizzare agli occhi degli altri chi ci abita. 

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Gli stereotipi sugli abitanti dei quartieri di Milano

# Gli anarchici di Lambrate

make lambrate great again

L’unico quartiere che si è “proclamato” come repubblica indipendente. Lambrate da sempre è gelosa della sua diversità. E’ stato annesso controvoglia a Milano ma i suoi abitanti continuano ad affermare la loro autonomia. Una piccola città stato all’interno di Milano. 

# I teppisti di Quarto Oggiaro

Credits: milanoinmovimento.com
Quarto Oggiaro

Un quartiere con trascorsi impietosi e che ancora oggi si porta dietro la nomea di luogo malfamato. Anche soprannominato “quarto raggio” i suoi abitanti vengono visti da molti milanesi come dei teppisti. 

# I tossici di Rogoredo

Credits: www.ilgiornale.it

Qui il “boschetto della droga” ha contribuito a creare lo stereotipo anche per i tranquilli abitanti del quartiere. Ormai quando si dice di venire da Rogoredo scatta l’abbinamento automatico con il mondo della droga. 

# I pettinati di Segrate

Milano
Milano

Chi vive a Segrate viene considerato come un essere cresciuto nell’ovatta, impermeabile a tutti i mali del mondo. Perfettamente pettinati e vestiti da prima comunione, chi è nato e cresciuto a Segrate viene visto come un mantenuto al di fuori dai mali del mondo. 

# I ricchi di Basiglio

Milano
Milano

Ricchi e annoiati. Vivono in un sobborgo da cui è più facile arrivare a St. Moritz che a Milano. 

# Gli snob di Brera

Credits: @breradesigndistrict
Pettinaroli

Chi abita a Brera è considerato uno snob. Parte di una elite semidivina secondo chi abita in quartieri più defilati. Gente dal doppio cognome e che raramente lascia il quartiere. Così vengono visti. Un tempo erano artisti, oggi sono un simbolo dell’aristocrazia milanese. 

# Gli arricchiti di CityLife

credit: Instagram – @citylifemilano

Secondo chi vive in centro, CityLife è la nuova terra di frontiera dei nuovi ricchi. Cantanti, influencer, calciatori con smania di protagonismo. 

# Gli universitari di città studi

Se abiti a città studi sei uno studente anche se hai novant’anni. 

# Il Far West di Ponte Lambro

Alba di fuoco a Ponte Lambro

Viene considerato dai molti la Mecca della malavita. Chi non c’è mai stato lo immagina come il mondo di 1997 Fuga da New York. Pochi milanesi dell’Area C conoscono qualcuno di Ponte Lambro. 

# I radical dell’Isola

Credits: geomark86
IG – Isola Milano

Il quartiere dove si condensa la maggior quantità di radical di Milano. L’isola è il quartiere più radical di Milano. 

# Gli “arcobaleno” di Buenos Aires

Credits: milanoevents.it – Incrocio Pista ciclabile Bastioni di Porta Venezia

Da decenni è il quartiere di riferimento della comunità LGBT di Milano. In chi si affida ad etichette e a pregiudizi scatta questo abbinamento oppure quello di provenire da paesi esotici. In generale chi abita in questa parte di Milano è visto come parte del mondo più internazionale e open mind della città.

# I cinesi di Sarpi

i cinesi non muoiono

Per molti milanesi a Chinatown ci vivono i cinesi. Così come nel quartiere dietro Segesta a San Siro pensano che vivano solo musulmani. 

# Area C = PD

resta o va via? Credit: e-gazette.it

Ormai noto in tutta Italia. L’area C ha preso il posto di Sesto San Giovanni, la Stalingrado d’Italia, dove la sinistra raggiunge percentuali bulgare.  

Continua la lettura con: Gli stereotipi delle università milanesi

MILANO CITTA’ STATO 

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

 

Una passeggiata tra le sculture capolavoro di Milano

0
sculture

A Milano non c’è bisogno di entrare nei musei, per ammirare l’Arte con la “a” maiuscola: è sufficiente passeggiare tra le sue strade per imbattersi in sculture, statue e monumenti capaci di catturare l’attenzione dei milanesi e dei turisti. La città è un vero e proprio museo a cielo aperto e per girarlo non serve nemmeno il biglietto d’ingresso: un paio di gambe e la voglia di esplorare sono gli unici requisiti richiesti.

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Una passeggiata tra le sculture capolavoro di Milano

# DISCO DI ARNALDO POMODORO

Piazza Filippo Meda

sculture

Allontanandosi di poco da Corso Vittorio Emanuele e andando verso la Casa del Manzoni, ci si imbatte in una piazza dominata dal disco bronzeo di Arnaldo Pomodoro (sua è anche la Torre a Spirale di fronte al Piccolo Teatro Strehler): alcuni ci vedono un sole metallico, altri un oggetto alieno precipitato sulla Terra.

# UOMO DI PIETRA

Corso Vittorio Emanuele II 13

sculture

Conosciuto anche come “Scior Carera” o “Omm de Preja”, questa misteriosa scultura risale all’epoca romana e si trova in una delle vie più trafficate di Milano. Tuttavia, non sono in molti a far caso alla sua presenza.
In realtà solo il corpo dell’uomo in marmo appartiene al periodo dell’Antica Roma: la testa, infatti, è stata aggiunta durante il Medioevo, quando l’altorilievo venne dedicato all’arcivescovo Adelmanno Menclozzi. Ma perché viene chiamato “Scior Carera”? Per l’epigrafe in latino che lo accompagna: “Carere debet omni vitio qui in alterum dicere paratus est”. Il soprannome è dovuto alla prima parola dell’iscrizione, che può essere tradotta così: “Deve essere privo di ogni vizio chi si appresta a criticare un altro”.

# COLONNA DEL LEONE

Piazza San Babila

sculture

Vedere la statua di un leone non è inusuale, a Venezia… ma a Milano?
Di fronte alla chiesa di Piazza San Babila si trova proprio un leone e la leggenda racconta che sia stato posizionato qui per ricordare una sconfitta veneziana inflitta da Milano. I veneziani si sarebbero preparati per attaccare la città durante la notte, ma i milanesi seppero difendersi e, anzi, contrattaccarono a tal punto che i nemici furono costretti a fuggire, lasciando dietro di sé il simbolo della loro città: un leone di pietra. Però il caratteristico leone veneziano è alato, al contrario di quello di Piazza San Babila, quindi l’origine della colonna è da ricercare da tutt’altra parte. La spiegazione in realtà è molto semplice: un tempo Milano era divisa in Sestieri e quello di Porta Orientale, che comprendeva anche la piazza, aveva come insegna proprio un leone.

# MÉRE UBU

Via Marina 2

sculture

Non sono in molti a sapere che in zona Palestro si può ammirare una scultura del maestro surrealista Joan Mirò, nello specifico di fronte all’Archivio di Stato. La statua, Mére Ubu (in italiano “Madre Ubu”) rappresenta una figura misteriosa, a metà tra un essere umano e un uccello, e fa riferimento ad un testo teatrale che, a sua volta, prende ispirazione dallo shakespeariano “Macbeth”. Madre Ubu, quindi, sarebbe la versione surrealista della sanguinaria Lady Macbeth. La scultura venne donata dallo stesso Mirò alla città nel 1976.

# MONUMENTO A SANDRO PERTINI

Via Croce Rossa

sculture

Lasciando Montenapoleone e andando verso Brera ci si imbatte in questo monumento di Aldo Rossi, dedicato al settimo Presidente della Repubblica: una fontana con una “finestra” triangolare dalla quale fuoriesce l’acqua. Il monumento ha creato fin dall’inizio numerose polemiche, tanto che nel 2010 si pensava di rimuoverla, ma alla fine la fontana venne restaurata: si trova ancora all’incrocio tra Via Monte Napoleone e Via Alessandro Manzoni.

# GRANDE TOSCANO

Piazza del Carmine

sculture

Addentrandosi a Brera, fino a raggiungere la Chiesa di Santa Maria del Carmine, ci si imbatte in questa enigmatica scultura di Igor Mitoraj: un busto a metà che richiama la scultura classica, frammentato, al quale si aggiunge un volto all’altezza del cuore e un busto femminile con altri rimandi all’arte greca.

# L.O.V.E.

Piazza degli Affari

sculture

Conosciuta da tutti come “Il dito”, questa è probabilmente una delle sculture a cielo aperto più famose di Milano: una critica irriverente di Maurizio Cattelan proprio davanti a Palazzo Mezzanotte, la sede della Borsa, sotto forma di una mano dalle dita amputate (ad eccezione del medio). Il vero nome dell’opera, “LOVE”, è un acronimo di Libertà, Odio, Vendetta ed Eternità.

Leggi anche: Storia e significato del più celebre dito di Milano

# AGO, FILO E NODO

 Piazzale Luigi Cadorna
sculture

È una delle sculture più amate e odiate dai milanesi, ideata da Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen. La “doppia scultura” è formata da un ago gigante e da un filo tricolore che simboleggia le prime tre linee della metro milanese, ma non solo: l’opera vuole omaggiare Milano come capitale della moda, nonché la laboriosità dei suoi abitanti.

# IL SEME DELL’ALTISSIMO

 Viale Emilio Zola / angolo Viale Alemagna
sculture

Dall’Expo Center, la grande scultura di Emilio Isgrò è stata spostata di fronte alla Triennale di Milano. La sua forma potrebbe lasciare perplessi, ma in realtà rappresenta un seme d’arancia ingrandito un miliardo e cinquecento milioni di volte e vuole essere un simbolo universale di vita.

# LA COLONNA DEL DIAVOLO

Piazza Sant’Ambrogio

sculture

A questa colonna corinzia, risalente alla fine del III secolo, è legata una famosa leggenda meneghina: i due buchi tutt’ora presenti nella pietra sarebbero stati lasciati dalle corna del Diavolo in persona, quando questi vi rimase incastrato dopo essere stato scacciato da Sant’Ambrogio.

# LE TRE GRAZIE

Piazza Piemonte

sculture

Nella stessa piazza che ospita i primi grattacieli di Milano si trova il gruppo delle Tre Grazie di Salvatore Fiume, composto da tre figure femminili, ognuna appartenente ad uno “stile” differente della storia dell’arte.

# MELA REINTEGRATA

 Piazza Duca d’Aosta
sculture

In questa “piazza di passaggio” milanese, dove si trova l’impotente Stazione Centrale, è stata posizionata la Mela Reintegrata di Michelangelo Pistoletto: una mela enorme che mostra ancora i segni del morso del Peccato Originale, ma che ritorna intera grazie ad una cucitura. Il messaggio di questa opera d’arte è positivo, la promessa che il Paradiso per gli esseri umani non è perduto.

# TORRE ARCOBALENO

 Via Giuseppe Ferrari 18

sculture

Chi prende spesso il treno a Porta Garibaldi avrà sicuramente notato questa insolita torre. Costruita negli anni Sessanta come serbatoio per l’acqua, venne battezzata Torre Arcobaleno solo nel 1990, in occasione dei Mondiali di calcio, quando venne ristrutturata e rivestita di piastrelle di 14 colori diversi. Col tempo la struttura si deteriorò, ma in occasione di Expo si diede il via all’ultima ristrutturazione: in questo modo la torre spicca ancora dal grigiore dei binari ferroviari.

# MU 141

 Piazzale del Cimitero Monumentale

sculture

Questa emblematica scultura è opera di Kengiro Azuma e si trova presso il Cimitero Monumentale di Milano. L’opera simboleggia un punto di incontro tra i vivi e i morti e alterna superfici lucide e lisce ad altre ruvide ed opache.

Leggi anche: Il fondatore della Bocconi ha un’edicola al Monumentale

# CAVALLO DI LEONARDO

 Piazzale dello Sport

sculture

Il progetto del monumento equestre a Francesco Sforza venne abbandonato da Leonardo Da Vinci, anche perché molto ambizioso, ma oggi davanti all’Ippodromo del Galoppo si può comunque ammirare il cavallo da lui ideato. Questo grazie ad un americano appassionato di Leonardo, Charles Dent, che purtroppo morì prima di potere vedere l’opera completa. Il progetto venne preso in mano da Frederik Meijer, che finanziò la fusione di due cavalli: uno di questi venne per appunto donato alla città di Milano.

Leggi anche: La beffa del Cavallo di Leonardo a MilanoDov’è il cavallo di Leonardo?

Continua la lettura con: I capolavori di Milano

VANESSA MARAN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

Le attrazioni della NoCe, l’ultimo quartiere di Milano

0
Credits nicolettamurialdo IG - LOM

I nuovi quartieri di MIlano amano la lettera enne. Dopo NoLo, NaPa e Nom è il turno di Noce. Stiamo parlando di tutta la zona compresa tra il cimitero Monumentale e il ponte della Ghisolfa, la sigla sta per Nord Cenisio ed è stata coniata da Alessandra del Monte del Corriere. Vediamo cosa si può trovare all’interno dei suoi “confini”. 

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Le attrazioni della NoCe, l’ultimo quartiere di Milano

# L’arte contemporanea alla Galleria Cortina

Credits galleria_cortina IG – Galleria Cortina

La Galleria Cortina in via Mac Mahon 14 dal 1987, prima si trovava in piazza Cavour. Fu fondata da Renzo Cortina nel 1962 e seguiva l’omonima libreria aperta nel 1960, poi diventata casa editrice. Nata come punto di incontro di intellettuali, letterati ed artisti oggi con l’Associazione Culturale Renzo Cortina, fondata dal figlio Stefano alla morte del padre, la galleria è un luogo dove viene dato spazio all’arte contemporanea con mostre di artisti noti ed emergenti.

# Le architetture religiose: la copia di Lourdes

Credits Andrea Cherchi – Lourdes

Tra le architetture religiose degne di nota di NoCe c’è la chiesa di Santo Spirito alla GhisolfaSanto Spirito alla Colombara, costruita nel XVI secolo e incastonata tra gli edifici, e la chiesa di Santa Maria di Lourdes progettata dall’architetto Camparini dove è stata riprodotta una grotta simile a quella di Lourdes.

Leggi anche: In zona Cenisio c’è la GROTTA DI LOURDES

# I locali storici e le new entry

Credits osteriacaneva IG – Osteria Caneva

Tra i primi troviamo l’Osteria Caneva specializzata nei piatti della tradizione sarda e aperta dal 1992 nell’omonima piazza, in via Principe Eugenio 28 c’è Clarissa de La Rava e la Fava famosa per la cucina del Nord Italia con brasati, i risotti, i bolliti e la cotoletta oppure Bar Nova Cucina Casalinga con proposte culinarie simili e infine Pane&Cioccolata dove si può assaggiare uno dei tipi dolce lombardi, il pan de mei a base di farina di mais.

Credits nicolettamurialdo IG – LOM

Tra i secondi troviamo Lom, Locanda Officina Monumentale, con ottimi drink e ideale per un aperitivo o un dopocena, l’enoteca Pigro in via Govone 38, La Medina con una sala da tè e pasticceria marocchina che serve il tè alla menta proprio come in Marocco e la gelateria Terra che organizza anche degli «aperigelato» con gusti gastronomici ad esempio al tartufo o al salmone.

# Villa Simonetta, la villa della lussuria e dell’orrore

Villa Simonetta

Tra gli edifici più interessanti c’è Villa Simonetta, voluta da un ufficiale di Lodovico il Moro, Bascapè, passata poi alla famiglia Simonetta nel 1555. Secondo una leggenda, tra le sue stanze aleggia il fantasma delle figlia Clelia Simonetta, che dopo essere diventata vedova iniziò una vita dissoluta con numerosi amanti e trasformò la villa in un centro di frequentazione per la nobiltà con feste e balli in maschera. A seguito di queste feste undici uomini scomparvero nel nulla, tra le ipotesi quella che furono uccisi dalla stessa Clelia.

Oggi la villa è sede della Scuola di Musica Abbado e offre un gioco di echi molto suggestivo, pare infatti che una parola pronunciata si ripeta cinquanta volte.

Leggi anche: Villa Simonetta: la storia del FRANKENSTEIN MILANESE

# La Centrale dell’Acqua, il primo museo industriale sull’acqua pubblica

Credits Andrea Cherchi – Centrale dell’Acqua

In piazza Diocleziano, aperto da qualche anno, c’è il primo museo industriale sull’acqua pubblica: la Centrale dell’Acqua. All’interno edificio del 1906 completamente restaurato si può scoprire come funziona un sistema di pompaggio urbano e, allo stesso tempo, sensibilizza sulla gestione di questa risorsa.

NoCe

Continua la lettura: SAN SIRO DECADENCE, un quartiere da salvare: il FOTOREPORTAGE

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

L’airbnb dei parcheggi: una soluzione per Milano?

0
Ph. Manolofranco

I milanesi sanno che ogni mattina dovranno alzarsi e sperare di trovare un parcheggio in città, non che di sera sia più facile, visti anche i numerosi posti auto cancellati negli ultimi anni. A volte per far spazio a piste ciclabili utili, in altri casi un po’ meno, o per realizzare aree pedonali. I progetti di nuovi silos fuori terra o interrati scarseggiano e lasciare l’auto in sosta diventa un’impresa. Forse però c’è una soluzione. Scopriamo di cosa si tratta e di chi è l’idea. Foto cover: manolofranco

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

L’airbnb dei parcheggi: una soluzione per Milano?

# Da Como la soluzione innovativa per trovare parcheggio

Credits: @lagodicomoitaly
Lago di Como

Come i milanesi anche chi si muove in auto a Como ha serie difficoltà a trovare un posto libero dove parcheggiare, in particolare durante la stagione turistica. Residenti, lavoratori e chi arriva nella città lariana per una gita di piacere, una cena oppure una passeggiata sul lungolago. Per questo motivo c’è chi ha deciso di studiare una soluzione innovativa per risolvere questo problema cronico.

Leggi anche: M4 e parcheggi a pagamento: esplode la polemica

# La piattaforma Hosteggio mette in contatto chi cerca un posto auto e chi ne dispone di uno inutilizzato

Hosteggio

Una possibile soluzione a questo problema è stata immaginata da due giovani cittadine di Como, Jessica Tagliabue e Ilaria Pessina, che hanno creato la piattaforma Hosteggio. Tutto parte da un semplice principio: mettere in contatto chi cerca un parcheggio con chi dispone di un posto auto inutilizzato a Como. Banalmente chi lascia libero il suo posto la mattina per recarsi al lavoro può affittarlo a chi ne ha bisogno nella stessa zona.

# Un sistema utile anche per Milano?

Andrea Urbano – Auto sui binari del tram

La logica di funzionamento può essere paragonata a quella di Airbnb o delle altre piattaforme per affittare case vacanza. Gli utenti di Hosteggio possono scegliere tra diverse opzioni di parcheggio e decidere gli orari e i giorni in cui rendere disponibile il loro spazio, registrandosi alla piattaforma. Può essere affittato un posto scoperto nel vialetto o un garage, per periodi più o meno lunghi, giornalieri, settimanali e mensili. La pubblicazione dell’annuncio è gratuita, Hosteggio trattiene una percentuale da ogni sosta per la gestione e manutenzione della piattaforma. 

Sul sito si legge “La nostra missione è creare un futuro urbano più sostenibile e accessibile per tutti.”. Milano sconta una reale carenza di parcheggi, quelli consentiti dalla legge, questo tipo di piattaforma può essere una soluzione per ridurre sensibilmente il problema anche nella nostra città?

Fonte: quicomo.it 

Continua la lettura con: A Milano il parcheggio è un miraggio

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

Quello che non si può accettare nei ristoranti di Milano

1
Fill1970-pixabay - Al ristorante

I ristoranti sono nel cuore dei milanesi. Scegliere dove andare è un fattore identitario. Non solo: i milanesi sono molto esigenti. Ci sono cose che proprio non accettano di trovare al ristorante. Soprattutto a Milano. 

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Quello che non si può accettare nei ristoranti di Milano

Ph. Sklorg

# Bagni sporchi o mal tenuti

Se vuoi capire lo stato della cucina, vai nel gabinetto. Un segno che gli standard generali di pulizia e igiene potrebbero mancare anche in cucina. 

# Elevato turnover del personale

Un altro campanello d’allarme: potrebbe suggerire problemi con la direzione o con l’ambiente di lavoro. 

# Personale di sala che non ci sa fare

Simile al precedente. Una “red flag” nella scelta del ristorante da evitare. Quando il personale di sala si comporta in modo maleducato o con scarsa gentilezza.

# Errori di ortografia sul menù

Altro segnale che è meglio procedere con cautela. Se non c’è cura per il vocabolario come la si può aspettare col cibo?

Ph. Pexels

# Cuochi di nazionalità diversa dal tipo di cucina tipica offerta

Tipo ristorante giapponese Doc con cuochi cinesi. Oppure trattoria milanese tipica con cuochi sudamericani. 

# Menù solo digitale (con il QR Code)

Uno dei piccoli grandi piaceri quando ci si siede al tavolo. Prendere un bel menù e sfogliarlo. Inaccettabile che ci sia solo il QR Code. Fa venire in mente i tempi del lockdown e il messaggio ossessivo: restate a casa. 

# Cattivi odori

Fanno parte di ciò che si ingerisce. Imperdonabili.

# Piatti, bicchieri, posate o tovaglia con segni di sporcizia

Tutto deve essere pulito perfettamente. Altrimenti il pensiero corre subito al cibo. Sarà altrettanto trascurato?

Credits: dissapore.com

# Attesa eccessiva 

Si dice che dal momento dell’ordine a quello dell’arrivo del cibo non possano trascorrere più di 10 minuti. Oltre la fame si trasforma in nervosismo. 

# Un solo metodo di pagamento

Solo carta di credito? Oppure solo contanti? A Milano si ama troppo la libertà. 

# Musica sgradevole

Tipo unz unz da discoteca del bresciano degli anni novanta. Oppure musica distonica con il tipo di ristorante, tipo Ramazzotti in un ristorante cinese. 

# Conto assurdo

Se il prezzo risulta non proporzionato a ciò che si è mangiato, si alza subito la bandiera rossa. 

# Cattive recensioni

Ormai si decide più sulla base delle opinioni di chi non si conosce che degli amici fidati. 

# Pochi clienti nell’ora di punta

Spesso vale più di mille recensioni. Se dalla vetrina si vedono solo tavoli vuoti, chi è di Milano quasi sempre scappa come una lepre.

Continua la lettura con: 7 ristoranti con terrazza panoramica a Milano 

ANDREA ZOPPOLATO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

 

 

 

I milanesi di destra visti da sinistra (e viceversa)

0
Credits: milano.corriere.it - Sala e Salvini per l'autonomia per Milano

Sinistra e destra esistono ancora? Per scoprirlo abbiamo chiesto ai milanesi qualche stereotipo su chi è di destra e su chi è di sinistra.

Il sondaggione si è svolto così:

  • Prima domanda: sei di destra o di sinistra?
  • A quelli di destra abbiamo chiesto uno stereotipo su quelli di sinistra e a quelli di sinistra uno stereotipo su quelli di destra.

Quello che è emerso ci attirerà un odio bipartisan.

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

I milanesi di destra visti da sinistra (e viceversa)

# 10 stereotipi sui milanesi di destra (secondo quelli di sinistra)

Credits attualita_e_politica IG – Salvini
  • Non pagano le tasse e portano i soldi all’estero
  • Sono ricchi padroni che sfruttano i lavoratori o sono disperati delle periferie
  • L’ultimo libro che hanno letto è il sussidiario delle elementari
  • Passano le giornate sui social a insultare le persone di colore
  • Non si vaccinano e vanno in giro a infettare le persone
  • Sporcano l’ambiente, causano il climate change
  • Pensano che la terra sia piatta, si fidano più di maghe e fattucchieri che di un premio Nobel
  • Sono omofobi e razzisti
  • I giovani di destra si drogano (con la cocaina)
  • I politici di destra rubano

# 10 stereotipi sui milanesi di sinistra (secondo quelli di destra)

  • Vanno in bicicletta, ma hanno i miliardi in banca
  • Vivono sulle spalle di qualcun altro (Stato, genitori, eccetera)
  • Sono brutti, non si lavano e fanno discorsi pallosi
  • Odiano chi ha più soldi di loro
  • Sono ipocriti e vogliono fare vivere gli altri come vogliono loro
  • Se sono uomini si sentono donne, se sono donne si sentono uomini
  • Praticano l’omosessualità
  • Adorano Satana
  • I giovani di sinistra si drogano (con le canne)
  • I politici di sinistra sono pagati da Soros per riempirci di immigrati

Continua la lettura con: La Buona Politica

MILANO CITTA’ STATO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

La città in Italia dove si mangia meglio secondo i milanesi

2
suzyonekenobi IG - La strada delle orecchiette a Bari

La città dei grandi chef stellati giudica le altre. Abbiamo chiesto: qual è la città fuori Milano dove si mangia meglio in Italia? Questa la top 10. 

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

La città in Italia dove si mangia meglio secondo i milanesi

#10 Perugia

domlej IG – Perugia

Entra in classifica al decimo posto il cuore verde d’Italia, l’Umbria con il suo capoluogo Perugia. Subito viene in mente uno dei prodotti tipici: il cioccolato, vengono fatti qui i famosi baci. Ma non solo cioccolato. Tra i primi possiamo citare gli gnocchi al sugo d’oca, i gobbi alla perugina e gli stringozzi al tartufo nero di Norcia,  tra i secondi i palombacci alla perugina, come dolce la ciarmicola, una ciambella ricoperta con meringa e confetti servita solitamente a Pasqua. A questi si affiancano quelli più regionali come gli umbricelli al rancetto e il brustengolo.

#9 Catania

Credits Oscar M-pexels – Catania

Alle pendici dell’Etna la prima città della Sicilia in classifica: Catania. Sono molti i piatti tradizionali, con varianti diffuse anche in tutta l’isola, a partire dall’arancino, dalla cipollina e dalla scacciata catanese. A seguire la versione catanese della caponata, ma anche della pasta alla norma e del cannolo.

#8 Palermo

Credits vado_a_zonzo IG – Mercato Ballarò Palermo

Altra tappa siciliana, Palermo. Il capoluogo regionale si prende l’ottavo posto in graduatoria, con una cucina con influenze dal Nord Africa. Troviamo le classiche prelibatezze da street food, in primis l’arancina, quella tradizionale è fatta riso, ragù, mozzarella, prosciutto e burro, poi pane, panelle e crocchè. Ancora gli stigghioli, fatti con intestini di agnello, pecora e capretto avvolti su gambi di cipollotti e prezzemolo, pani câ meusa, lo sfincione e la caponata.

#7 Riccione

mauriziomgn IG – Piada di Riccione

Dalla Sicilia voliamo in Romagna, in una delle località tipiche della Riviera: Riccione, in provincia di Rimini. Proprio con la città capoluogo si sfida su uno dei “piatti” tipici, la piadina o meglio la piada. La versione riccionese è più sottile con un diametro più grande, mentre quella riminese è leggermente più alta.

#6 Bologna

Credits: ladietapersonalizzata.it – Lasagna alla bolognese

Uno dei soprannomi con cui viene definita Bologna è “la grassa”. Il capoluogo dell’Emilia-Romagna è infatti conosciuta per l’opulenza della sua cucina, basata in gran parte sull’uso del maiale e dei salumi. Da citare su tutti le lasagne e le tagliatelle al ragu, i tortellini, la cotoletta alla bolognese, impanata e fritta con guarnitura di prosciutto e cosparsa di brodo e parmigiano prima di essere ripassata in forno, e poi il friggione, una salsa a base di cipolle bianche e pomodori pelati. 

#5 Modena

Credits ariannina88 IG – Piazza della Dama Castelvetro di Modena

Ritorniamo in Emilia, dove troviamo un’altra della città famosa per la buona cucina: Modena. Anche qui c’è solo l’imbarazzo della scelta tra le numerose prelibatezze culinarie, tra cui: le crescentine conosciute come tigelle, il gnocco fritto (da quelle parti su usa l’articolo “il”), la zampone e il cotechino entrambi Igp, i mitici tortellini, infine l’aceto balsamico. In città si trova anche il ristorante migliore d’Italia, per diversi anni anche del mondo e comunque sempre nelle prime posizione, il tre stelle Michelin Osteria Francescana di Massimo Bottura.

#4 Lodi

Duomo di Lodi

La sorpresa. La città che un tempo era parte dell’ex Provincia di Milano, anche se ancora oggi rimane nella sua orbita e mantiene uno stretto legame, si piazza a un soffio dal podio forte anche della vicinanza con Milano. Tra i prodotti tipici di Lodi troviamo la raspadura, tradizionale sfoglia di formaggio grana fatta a mano, mentre tra i piatti il risotto alla lodigiana con salsiccia, quello con salsiccia e raspadura, il mula salà, la pasta al mascarpone e il salame lodigiano.

#3 Bari

suzyonekenobi IG – La strada delle orecchiette a Bari

Scendiamo di nuovo lo stivale è andiamo a Bari, la Milano del Sud. Difficile fare una selezione di quello che offre di più buono la cucina locale: la focaccia barese, gli spaghetti all’assassina, scagliozze e popizze (fette di polenta e palline di pasta lievitate entrambe fritte), fave e cicorie e infine le orecchiette con le cime di rapa. Per quest’ultime c’è persino una strada dedicata, Strada Arco Basso conosciuta come via delle orecchiette, dove si può assistere direttamente alla loro produzione. 

#2 Parma

Credits: raf_antenori IG – La prosciutteria Parma

Di nuovo in Emilia. A prendere la medaglia d’argento è Parma, in un testa a testa con la prima classificata. Tra i piatti della cucina parmense ci sono la torta fritta, il cavallo pesto oggi proposto anche nei panini in versione street food, i tortél dóls di Colorno, si tratta di tortelli dolci ripieni di pangrattato, vino cotto e mostarda, i cappellacci rosa al gusto di Parma e il risotto alla parmigiana. Tra i prodotti invece spiccano il prosciutto di Parma DOP, uno dei salumi più famosi al mondo, la coppa di Parma IGP e il culatello di Zibello DOP. Infine va ricordato un prodotto che unisce tutta l’area emiliana: il Parmigiano Reggiano DOP.

#1 Napoli

Credit: @yuchara_6i4

La regina di questa classifica è Napoli. In cima alle preferenze dei milanesi per la sua cucina verace. Si potrebbe scrivere un elenco infinito di quanto la cucina partenopea è in grado di offrire. Troviamo il sartù di riso, il gattò di patate, le crocchè di patate, il casatiello, la frittata di pasta, la pizza di scarole e la pizza rustica, la pizza classica (il piatto più famoso del mondo), al portafoglio e quella fritta. Arrivando ai dolci non si può che citare il babà, la sfogliatella e la pastiera.

Leggi anche: Il piatto più famoso del mondo è italiano

Continua la lettura con: 10 cose che chi viene da fuori pensa dei milanesi. Ma non sono vere

FABIO MARCOMIN

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

La cosa più figa che c’è a Milano (secondo i milanesi)

1
Ph. Andrea Cherchi

Si dice che sia il termine più caratterizzante i milanesi. “Figo”, “Figa” a Milano non sono parolacce, ma un criterio di valore. Per certi aspetti, IL criterio di valore. Abbiamo chiesto ai milanesi: qual è la cosa più figa di Milano? Ci hanno risposto così. Foto cover: Andrea Cherchi

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

La cosa più figa che c’è a Milano (secondo i milanesi)

#1 La sua posizione 

Maps Milano

Milano si trova in una posizione strategica, al centro della Pianura Padana, che le consente di arrivare in poco tempo in collina, in montagna, al lago, in montagna oltre che varcare i confini italiani. Inoltre è servita da tre aeroporti. Non c’è altra città meglio collocata e collegata in Italia, e forse in Europa. Come dice Roberta Cassaghi, “La comodità di partire per andare ovunque, ma poi tornare!”

#2 La metropolitana

Mappa Atm 2023 nuova

Cinque linee metropolitane, l’ultima programmata per l’inaugurazione integrale nell’autunno 2024, un’estensione di 104,1 km e 121 fermate. Da sola è più lunga delle reti di tutte le altre città italiane e poi, al netto di guasti o imprevisti, funziona alla grande. Se a questo si aggiunge il fatto che il suo design ha vinto il premio del Compasso d’Oro, copiato anche dalla metro di New York, i milanesi hanno tutte le ragioni per inserire la metropolitana tra le cose più fighe di Milano. 

Leggi anche: Le linee sono 5 o 6? Le corse quante sono? E le estensioni già previste? Tutti i numeri della metro di Milano

#3 I locali per fare aperitivo

Credits: amilanopuoi.ocm

Milano non ha nulla da imparare in fatto di aperitivo, il rito dell’happy hour è nato qua. Sono qua i locali più cool, dove ormai da tempo è sdoganato l’apericena, anche se da molti ritenuto poco milanese. Dalle terrazze ai rooftop con piscina, dai bar con affaccio sulla Darsena a quelli con vista sul Duomo o sull’Arco della Pace, c’è solo l’imbarazzo della scelta.

#4 I Navigli 

Credits boubaker87 IG – Navigli di notte

I Navigli, inteso come quartiere e canali, non sono solo una delle mete predilette per l’aperitivo, ma anche uno dei luoghi più suggestivi e romantici della città. Le sue case colorate affacciate sull’acqua regalano un’atmosfera magica, insieme al Vico dei Lavandai e alle botteghe degli artisti. 

#5 Uno spettacolo al Teatro alla Scala

Credits antoniconteddu IG – Filarmonica della Scala

Il Teatro alla Scala è tra i teatri d’opera più importanti del mondo, la Prima del 7 dicembre è vista in tutto il mondo e i VIP nostrani e non fanno a gara per sfilare vestiti in modo stravagante e partecipare all’evento. Per i comuni mortali ci sono tutti gli altri appuntamenti dell’anno, con le repliche dell’opera inaugurale, ma anche con i balletti e i concerti della Filarmonica.

#6 Citylife, il quartiere newyorkese di Milano

filieracasa IG – CItylife

Prima di Porta Nuova e forse meglio, proprio per l’iconicità dei tre grattacieli che svettano dal parco sottostante. Citylifenato dalle ceneri della vecchia feria, rappresenta il quartiere newyorkese di Milano e come tale, non può che essere una delle cose più fighe in assoluto. Ci sono persino le sculture a cielo aperto di ArtLine, gli orti urbani e il locale dove stare seduti sulle sedie sdraio sotto l’ombrellone come in una spiaggia metropolitana, uno dei tanti punti di GUD, con la vista delle tre torri.

#7 La moda con le vetrine del Quadrilatero

Credits andrealevy_777 IG – Via Montenapoleone

La moda non può mancare in questa selezione, con le fantasiose e audaci vetrine dei negozi che costellano le vie del Quadrilatero: Via Montepoleone, Via della Spiga, Via Bagutta, Via Sant’Andrea, Via Manzoni, Via Gesù e Corso Venezia.

Continua la lettura con: 10 cose che chi viene da fuori pensa dei milanesi. Ma non sono vere

MILANO CITTA’ STATO

Milano città stato è anche su Youtube: clicca qui per il canale con i video su Milano. Puoi iscriverti, ti aspettiamo

Clicca qui per il libro di Milano Città Stato

Clicca qui per la guida: 50 LUOGHI ALTERNATIVI da vedere in ITALIA almeno una volta nella vita

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/


TLAPSE | Your Project in Motion